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di G. Francesetti e A. Meluzzi
Esistono dei recettori specifici per la melatonina nel SNC, in particolare nel nucleo soprachiasmatico
ipotalamico che rappresenta un centro di primaria importanza cronobiologica. Oltre alla luce, anche i
campi elettromagnetici influenzano l'attività della pineale, la quale sembra essere il mediatore principale
degli effetti di questi campi sui sistemi biologici. La pineale si presenta quindi come un fondamentale
detector di alcune variabili ambientali, in grado di trasferire le informazioni dall'ecosistema esterno a
quello interno, permettendo così la sincronizzazione fra ritmi ambientali e ritmi biologici dell'organismo.
Quest'organo ricopre infatti un ruolo centrale nell'organizzazione cronobiologica del nostro organismo
consentendo ad esso di adattarsi in modo ottimale alle variazioni temporali ambientali.
L'azione dei secreti pineali, in gran parte ancora ignota (infatti a tutt'oggi è stata isolata solo la
melatonina), si esplica innanzitutto sul sistema endocrino e immunitario in modo estremamente
complesso. Soffermiamoci ad analizzare le influenze su quest'ultimo, riportando alcune delle numerose
osservazioni effettuate in tal senso:
- nel topo il blocco dell'attività della pineale (con somministrazione serale di propanololo) sopprime la risposta
anticorpale primaria contro le emazie di pecora. Tale soppressione non si manifesta se si somministra
contemporaneamente la melatonina.
- nel topo la somministrazione di melatonina aumenta la risposta anticorpale primaria in vivo contro le emazie di
pecora.
- la melatonina contrasta gli effetti immunosoppressori dello stress da immobilizzare (un tipica situazione di
"inibizione dell'azione") sulla risposta anticorpale primaria e sul peso del timo nel topo.
- in topi che hanno ricevuto una dose subletale di virus encefalomiocarditico, lo stress causa una mortalità del 90%
circa degli animali. La contemporanea somministrazione di melatonina riduce la mortalità al 10% circa.
- l'effetto immunostimolante della melatonina segue un ritmo circadiano con un effetto massimo per la
somministrazione serale.
- la melatonina interferisce con il ritmo circadiano dell'attività delle cellule NK (Natural Killer) producendo un
aumento di attività fino al 20% dopo due ore dalla somministrazione e una diminuzione dopo 6 ore.
È dunque evidente che ogni fattore che interferisce col normale svolgersi dei complessi cicli bioritmi
dell'organismo, non solo altera una normale sequenza adattativa e difensiva, ma favorisce la formazione
dei precursori della malattia somatica. È un dato di fatto che vari bioritmi fondamentali risultano alterati
in numerose malattie considerate come psicosomatiche quali l'asma bronchiale, l'ipertensione essenziale,
l'ulcera gastroduodenale, le malattie coronariche ed altre. Inoltre, alcuni importanti bioritmi
psiconeuroendocrini, fra cui lo stesso ritmo della melatonina, sono profondamente modificati nei disturbi
dell'umore (per intenderci nelle sindromi depressive).
In queste situazioni l'alterazione del ritmo cronobiologico sembra essere qualcosa di più di un mero
effetto secondario, sembra cioè rivestire un ruolo causale nell'insorgenza del quadro psicopatologico; a
conferma di ciò stanno le recenti acquisizioni terapeutiche che svolgono la loro azione proprio agendo sui
bioritmi (la fototerapia). Inoltre, anche molti farmaci antidepressivi, dal litio alla clorofilla e imipramina,
hanno dei rilevanti effetti sull'andamento dei bioritmi. È quindi evidente come la modificazione della
normale oscillazione ritmica dei diversi parametri fisiologici si associ all'insorgenza di situazioni
patologiche. Ma quali sono le principali cause di disorganizzazione bioritmica?
In primo luogo la causa della desincronizzazione può essere endogena, e sembra essere il caso, ad
esempio, di alcuni disturbi psichiatrici come la depressione endogena. In secondo luogo, possono essere
causa di alterazioni cronobiologiche gli eventi psicosociali, lo stress, le alterazioni di parametri ambientali.
Mentre nelle società contadine ad economia agricola i ritmi del lavoro, dell'alimentazione e del riposo -
attività tendevano ad essere sincroni con i ritmi biologici e con il variare periodico degli eventi naturali, la
rivoluzione industriale ha progressivamente modificato questa situazione.
La moderna società urbana industriale ha infatti sempre più imposto i propri ritmi, legati a esigenze di
tipo economico - tecnologico, sui ritmi biologici individuali e di gruppo. Così, il progressivo aumento di
attività lavorative legati ai turni notturni, i rapidi spostamenti attraverso i fusi orari che avvengono nei
viaggi aerei, ma soprattutto l'induzione di ritmi comportamentali uguali per tutti i vincolati a necessità
produttive ha portato a sincronismi artificiali con serie conseguenze sul piano psicosomatico. Infatti i ritmi
comportamentali e i ritmi biologici sono fra loro armonicamente collegati per un migliore adattamento
dell'individuo alle richieste dell'ambiente. La situazione ottimale di minor rischio psicosomatico viene
dunque raggiunta quando due serie di ritmi sono in fase perfetta fra di loro e il comportamento riceve
esattamente il supporto biologico di cui ha bisogno in quel momento.
A questo proposito si sta aprendo strada il concetto che la pineale possa svolgere un ruolo di "regolatore
dei regolatori" nell'organismo animale, venendo a configurarsi come mediatore ambiente-individuo e
come modulatore teso a mantenere l'omeostasi contrastando tutto ciò che minaccia di comprometterla.
Non solo, quindi, un "ormone antistress", ma più generalmente un modulatore omeostatico che
antagonizza gli effetti dello stresso quando questo si presenta come una "inibizione dell'azione" in senso
Laboritiano ed è quindi pericoloso per la sopravvivenza dell'individuo. Vorremmo concludere
riassumendo l'ipotesi che abbiamo tentato di delineare in questo intervento. Si tratta di una affascinante
ipotesi di lavoro e d'interpretazione dei dati esistenti e non ancora di una conclusiva e organica teoria,
anche se è possibile fin d'ora intravedere in tal senso delle applicazioni terapeutiche. In sostanza l'ipotesi
è questa: l'azione di fattori endogeni e esogeni (fattori psicosociali, stress, fattori fisici ambientali)
causano, tramite l'azione sui detectors (recettori sensoriali) l'alterazione dei sistemi cronobiologici,
neuroendocrino-immunitari, determinando così l'insorgere della malattia. Il principale candidato
mediatore di questo gioco sembra essere la ghiandola pineale. Quindi, uno dei meccanismi attraverso cui
il dato psicologico-sociale-ambientale può, quanto meno, preparare il terreno alla insorgenza, della
malattia, è proprio un meccanismo cronobiologico mediato dalla pineale.
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