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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1.1 GENERALITÀ
Per comprendere la rispondenza di una costruzione ai requisiti di stabilità necessari alla
sicurezza, è necessario stabilire quali siano esattamente le azioni alle quali la costruzione è
sottoposta e che potrebbero causare lesioni o disfunzioni.
Tali azioni provocano infatti sollecitazioni nei materiali che vanno contenute entro i valori
ammissibili di resistenza prescritti dalla normativa.
Le azioni sono rappresentate dall’insieme di forze applicate che possono essere:
• carichi permanenti costituiti dai pesi propri degli elementi costruttivi;
• sovraccarichi variabili costituiti da mobilio, persone, automezzi ecc.;
• carichi dovuti ad agenti naturali come il vento, il sisma, la neve ecc.
1
In base alla recente normativa, i pesi dovrebbero essere riportati in chiloNewton (kN), essendo
1 kN = 100 kg. Tale unità di misura non è però ancora entrata nell'uso comune.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
In alcuni casi il carico potrà essere concentrato, quindi dato in kg, se la superficie di
applicazione è piccola rispetto alla struttura sollecitata.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
kg/m3
Conglomerato cementizio ordinario 2400
Conglomerato cementizio ordinario armato (e/o 2500
precompresso)
Conglomerati "leggeri": da determinarsi (1400 ÷ 2000)
Conglomerati "pesanti": da determinarsi (2800 ÷ 5000)
Acciaio 7850
Ghisa 7250
Alluminio 2700
Legname
Abete, castagno 600
Quercia, noce 800
Pietrame
Tufo vulcanico 1700
Calcare compatto 2600
Calcare tenero 2200
Granito 2700
Laterizio (pieno) 1800
Malta di calce 2100
Malta di cemento 2100
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
In un edificio si svolgono attività che possono provocare situazioni di carico che variano nel
tempo. Per esempio, in un ambiente destinato a sala di riunioni possono trovarsi un numero
molto vario di persone; oppure in una abitazione i mobili possono essere disposti in qualsiasi
modo.
La normativa prevede nove categorie di sovraccarichi variabili per cercare di ridurre il
numero delle infinite condizioni di carico. In questo modo si potranno applicare i valori definiti
come se fossero carichi permanenti.
Per ogni categoria sono definiti i carichi ripartiti da applicare sulle superfici orizzontali.
Inoltre, è stabilita l’entità dei carichi concentrati verticali ed orizzontali da applicare sulla
struttura per effettuare verifiche localizzate (i carichi orizzontali sono utili soprattutto per
verificare la tenuta dei parapetti).
L’entità dei carichi variabili previsti dalla normativa è piuttosto elevata per tenere conto della
peggiore tra le possibilità di carico. Per esempio, il carico prescritto dalla normativa per gli
edifici di abitazione è di 200 kg/mq, quindi una stanza da 12 mq sarebbe sollecitata da un
sovraccarico di 2400 kg1.
1
E' evidente che un carico così elevato ha pochissime probabilità che si verifichi per affollamento
(34 persone contemporaneamente presenti!). Se però nella stanza è presente una libreria a parete
da 4x3 m, questa da sola pesa almeno 1800 kg.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Sovraccarichi variabili (come da normativa)
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
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Il coefficiente di dilatazione termica del ferro è uguale a 0,0012% per ogni grado di aumento di
temperatura, ovvero passando da 20° a 45° (differenza di temperatura = 25° - come imposto dalla
normativa) una trave di 500 cm si allunga di:
0.000012 x 500 x 25 = 0,15 cm
cioè di 1,5 mm.
2
La coesione è l’attitudine di un terreno a resistere allo scorrimento. Tale resistenza è determinata
dal contenuto d’acqua che il terreno è in grado di assorbire.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Gli effetti di un sisma sono facilmente riproducibili in pratica: se si fa vibrare il piano di un tavolo sul
quale sono stati impilati degli oggetti si ottiene una simulazione degli effetti del terremoto su un
edificio.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
L’appartenenza di una costruzione ad una di queste zone comporta la verifica sismica delle
sue strutture. Inoltre, vengono prescritte limitazioni di altezza rispetto alla larghezza stradale
ed altre disposizioni costruttive1. L’altezza massima è relativa al tipo di struttura.
1
Si tratta di norme relative alle opere di fondazione e alla distanza minima tra edifici a contatto.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
La normativa traccia due strade per determinare gli effetti del sisma sulle strutture. Per
edifici con struttura regolare e con elementi di fabbrica di luce standard è ammessa l’analisi
statica. Altrimenti è necessario ricorrere all’analisi dinamica, molto più complessa e
praticamente ineseguibile senza l’ausilio di un elaboratore elettronico.
L’analisi statica schematizza quindi il terremoto, che è un’azione di tipo vibratorio, con una
azione di tipo statico equivalente. L’analisi dinamica, invece, simula4 un sisma simile a
quelli verificatisi nella zona di costruzione e il comportamento “reale” della struttura durante il
terremoto.
Entrambi i metodi tendono comunque ad approssimare un evento che è comunque
naturale e difficilmente riducibile a standard. Accade talvolta che l’azione sismica si esplichi
in maniera imprevedibile e concentri la sua azione in maniera diversa da quella che ci si
aspettava, con risultati disastrosi.
1
L’azione che si prende in considerazione deriva dal movimento “ondulatorio” del terreno che si
verifica durante il terremoto, cioè lo spostamento del terreno in avanti e indietro lungo una direzione
purtroppo quasi sempre imprevedibile del piano orizzontale.
2
L’entità delle forze orizzontali è proporzionale all’altezza del solaio dalla quota delle fondazioni:
aumentano all’aumentare dell’altezza.
3
Solitamente la pianta di un edificio è rettangolare, quindi si suppone che il sisma agirà lungo uno dei
suoi lati. Verificando la struttura per tutte e due le ipotesi di carico separatamente si contempla anche
il caso di un terremoto agente lungo la diagonale.
4
Ogni configurazione geologica ha un diverso tipo di terremoto che, se viene registrato dai
sismografi, fornisce una base dati per una simulazione efficace.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Nell'analisi dinamica viene elaborato uno spettro sismico di progetto, che definisce le
modalità di vibrazione propria dell'edificio. In questo modo, sarà possibile verificare la
struttura con molta accuratezza.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
2.1 GENERALITÀ
Ogni materiale, anche il più apparentemente rigido, sottoposto ad una azione si deforma.
Quindi ad ogni sollecitazione corrisponde una deformazione del materiale.
Figura 10 – Sollecitazione
1
In questo caso:
Peso del corpo Æ Flessione
equivale a dire:
Azione Æ Sollecitazione
2
La rigidezza dei materiali (resistenza alla deformazione) viene definita dal modulo di elasticità E,
espresso in kg/cmq. Per i materiali di impiego più frequente il valore indicativo di E vale:
Acciaio 2 100 000
Calcestruzzo 220 000 – 360 000
Legno 100 000
3
La causa (azione) provoca nel materiale un effetto (sollecitazione).
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Tali sollecitazioni, che possono apparire da sole o in combinazione tra di loro, sono:
• compressione o trazione
• flessione e taglio
• torsione
Compressione Trazione
Flessione Torsione
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
E' molto importante stabilire con esattezza le sollecitazioni alle quali sarà sottoposta ogni
parte dell’edificio, perché si dovrà verificare che il materiale usato sia sufficiente ad
assorbirle senza lesioni o deformazioni eccessive1.
I valori ammissibili di sollecitazione nei materiali sono prescritti dalla normativa nazionale,
così come i valori massimi di deformabilità.
Dato che le azioni e le deformazioni sono legate da un rapporto di causa - effetto, sarà
possibile derivare da una lesione le azioni che la hanno provocata e tentare quindi di
risolvere il problema che la ha causata.
Attraverso lo studio delle deformazioni è inoltre possibile determinare con esattezza le
azioni agenti su un elemento strutturale o le sue caratteristiche statiche2.
1
A volte, infatti, la deformazione della struttura anche entro i limiti di resistenza provoca la rottura
di elementi costruttivi non strutturali. Un esempio tipico è la rottura di un muro appoggiato su un
architrave troppo elastico: la trave si flette sotto carico ma il muro, più rigido, non riesce ad adattarsi
alla nuova forma e si fessura.
2
Applicando un carico noto ad una trave di cemento armato della quale non si conosce l’armatura e
misurando strumentalmente la deformazione da esso provocata si può calcolarne la rigidezza. In
questo modo si effettuano le perizie strutturali.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
2.2 I VINCOLI
Si definiscono vincoli i modi in cui un elemento strutturale può essere collegato agli altri
elementi (per esempio: una trave ad un pilastro, un muro alla sua fondazione, ecc.) od al
terreno1.
1
Generalmente gli elementi strutturali si collegano al terreno con un vincolo di incastro, ma in alcuni
casi si tratta di un semplice appoggio.
2
La traslazione può avvenire nelle due direzioni del piano: X ed Y, che sono convenzionalmente
ortogonali tra loro e dirette la prima da sinistra a destra, la seconda dal basso verso l’alto
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
1
Si tratta di un vincolo non molto presente in edilizia. Viene più spesso usato nella costruzione dei
ponti per consentire lo scorrimento provocato dalle forti dilatazioni termiche dell’impalcato sulle pile.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
1
Si tratta di un vincolo tipico applicato alle estremità delle travi in c.a. di copertura che non
proseguono oltre il pilastro. In questo modo si considerano vincolate le aste di parete delle travi
reticolari (le aste verticali e diagonali).
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
I vincoli così idealmente definiti sono piuttosto rari nelle costruzioni: si pensi alle difficoltà
tecniche per la realizzazione di una cerniera ideale. Tuttavia, per la comprensione del
funzionamento di una struttura è indispensabile capire dove può verificarsi o meno una
situazione schematizzabile con un vincolo di incastro o di cerniera.
Figura 17 – Utilizzo dei vincoli per isolare una parte della struttura
e studiarla separatamente.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
2.3 LA FORZA
Nell’edilizia è raro che una azione sia schematizzabile come una forza, infatti le azioni sono
generalmente ripartite3 su una superficie e non su un punto. Tuttavia, per semplicità di
ragionamento e quando questo è lecito, alcune azioni vengono condensate in una singola
forza. E' il caso delle azioni sismiche, che vengono concentrate nel baricentro dei solai.
1
Si tratta solo di una delle verifiche da eseguire su una struttura di questo tipo: la verifica al
ribaltamento. Per i muri sono prescritte anche le verifiche a slittamento e a schiacciamento.
2
È molto importante ricordare che la variazione di una sola di queste caratteristiche determina nei
materiali sollecitazioni differenti.
3
L’unità di misura più usuali per i carichi ripartiti sono il kg/mq (per le azioni) e il kg/cmq (per le
sollecitazioni).
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
2.4 IL MOMENTO
2.5 COMPRESSIONE
La compressione è la sollecitazione alla quale sono sottoposti solitamente i pilastri e le
murature2.
1
Pensando ad una struttura in cemento armato, le travi sono generalmente gli elementi più fragili in
quanto sollecitate prevalentemente a flessione, mentre i pilastri sono particolarmente sollecitati nelle
strutture sismiche perché devono resistere alle sollecitazioni di flessione provocate dal terremoto oltre
che al peso dei piani superiori che li sollecitano a compressione (si parla di sollecitazione di
pressoflessione).
2
Come si capirà meglio in seguito, la sollecitazione di compressione non si verifica mai da sola, ma
quasi sempre associata a flessione (la sollecitazione composta si chiama pressoflessione). Questo
è dovuto all’impossibilità effettiva che una azione agisca esattamente al centro di una sezione
resistente. La distanza tra il punto di applicazione ed il centro della sezione provoca un momento
flettente pari all’intensità della forza moltiplicata per la distanza stessa.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
La snellezza dipende da vari fattori e non è di facile determinazione. Con la pratica però si
riesce ad intuire quando un elemento strutturale è snello: una parete di mattoni a due teste
(25 cm di spessore) alta sei metri appare subito come non sufficientemente dimensionata,
anche se non sottoposta a carichi notevoli.
1
I valori indicativi di resistenza a compressione semplice di alcuni materiali sono (in kg/cmq):
ferro 1600
Legno 100
c.a. 60
Muratura 8
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
2.6 TRAZIONE
La trazione è una sollecitazione che nell’edilizia si verifica solo in pochi casi (alcuni esempi:
le catene delle capriate; i tiranti di un ponte sospeso e le aste diagonali nelle travi reticolari).
Normalmente gli elementi strutturali sollecitati in questa maniera sono costruiti in ferro o
legno, infatti gli altri materiali, come la muratura o il calcestruzzo (non armato), sono poco
resistenti a trazione1.
2.7 FLESSIONE
Ciascuno di noi, istintivamente, se deve rompere un oggetto lo inflette; provoca cioè nel
materiale la sollecitazione che riconosce come più efficace: la flessione. La flessione
provoca infatti nel materiale sia la sollecitazione di compressione che di trazione, ovviamente
in punti diversi della sezione resistente.
1
La muratura e il calcestruzzo sono detti materiali “che non resistono a trazione” anche se, in effetti,
sono in grado di resistere a basse sollecitazioni.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Una trave appoggiata sottoposta ad un carico si inflette. Come conseguenza, la parte
superiore risulta compressa mentre quella inferiore è tesa (si noti l’avvicinamento della
parte superiore delle sezioni rappresentate in figura e l’allontanamento delle parti inferiori).
1
Le leve funzionano sulla base di questo principio.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Quando un carico concentrato agisce su una trave appoggiata provoca sugli appoggi
reazioni inversamente proporzionali alla distanza tra il carico e l’appoggio. Per cui, in una
trave un carico N concentrato provoca nell’appoggio una reazione pari a:
Reazione = Carico x Distanza dall’appoggio opposto / Lunghezza trave
Nel caso di carico ripartito le reazioni sono uguali e pari a:
Reazioni = Carico distribuito x Lunghezza trave
È quindi chiaro che la flessione varia da un punto all’altro della trave. Di conseguenza, si può
tracciare un diagramma del momento che ne descrive l’andamento, che nel caso
esaminato è rappresentato in figura. I diagrammi sono molto utili a comprendere l’andamento
delle sollecitazioni nelle diverse sezioni degli elementi strutturali.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
2.8 TAGLIO
La sollecitazione di taglio è quasi sempre associata alla flessione.
Per comprendere come le due sollecitazioni agiscano insieme si consideri la sollecitazione di
taglio che si provoca con un paio di forbici su un foglio di carta: le lame delle forbici applicano
due forze opposte, quasi allineate (se fossero perfettamente allineate le due forze
provocherebbero una sollecitazione di compressione semplice), che determinano lo
scorrimento lungo il piano di taglio del materiale e quindi la rottura in quel punto.
Quella che è stata applicata in questo modo è una sollecitazione di taglio pura.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
2.9 TORSIONE
Se si applica un momento ad un elemento strutturale si provoca flessione, ma se si ruota il
piano di applicazione del momento si provoca una torsione. La torsione si può intendere
quindi come una “flessione trasversale”.
Figura 30 – Manovella
1
Adottando un ragionamento inverso un momento flettente provoca un taglio nel materiale,
29
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
La torsione non è frequente nei singoli elementi strutturali, come le travi ed i pilastri di
cemento armato, ma questa sollecitazione assume particolare importanza quando si
considera l’organismo edilizio nel suo insieme.
2.10 PRESSOFLESSIONE
Nella realtà, nessuna sollecitazione è presente in modo isolato (si è già visto come flessione
e taglio agiscano insieme).
Le sollecitazioni sono infatti quasi sempre tutte presenti nelle varie parti di una struttura, ma
per semplificare il calcolo e l’analisi strutturale, si tende normalmente ad ignorare quelle che
influiscono meno sulla statica dei vari elementi strutturali.
1
È sempre utile immaginare un materiale omogeneo come composto da strati sovrapposti, perché
le sollecitazioni agiscono sempre secondo direzioni preferenziali, rispetto alle quali il materiale
risponde in modo simile ad una pila di fogli.
Questo discorso vale per tutti i tipi di sollecitazione: se si prende un libro e lo si inflette si capirà come
la flessione determina lo scorrimento reciproco tra i fogli. Se si aumenta il legame tra i fogli (per
esempio incollandoli) sarà molto più difficile piegare il libro: la resistenza del “materiale” è aumentata,
perché la resistenza stessa è determinata dalla forza dei legami tra uno strato e l’altro del materiale.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Come si è detto, la flessione è una sollecitazione molto efficace e quindi non bisogna mai
sottovalutare l’effetto negativo dovuto alla non perfetta centratura di un carico su un
pilastro. Lo stesso discorso vale per le murature che spesso si lesionano in conseguenza del
momento provocato dall’eccentricità di carico.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
3. MATERIALI DA COSTRUZIONE
3.1 GENERALITÀ
APPROFONDIMENTO
1
Il nome corretto è calcestruzzo armato, ma il nome correntemente usato è cemento armato.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
3.2 LEGNO
Il legno è forse il più antico dei materiali da costruzione perché reperibile molto facilmente in
natura. Ogni diversa essenza ha caratteristiche tecniche ed estetiche particolari, ed una
classificazione dei diversi tipi di legname esistente sarebbe molto estesa.
I tipi di legno in uso nelle costruzioni variano inoltre con la località: nel Nord, ad esempio, è
frequente l’impiego dell’abete o del pino, mentre al Centro sono molto usati il castagno o la
quercia.
APPROFONDIMENTO
La tecnologia del legno lamellare incollato viene sempre più spesso impiegata per la
realizzazione di elementi strutturali di dimensioni tali da non poter essere ricavati, quale
pezzo unico, dai tronchi di dimensioni commerciali.
Questa tecnologia consiste nell’assemblare strisce sottili di legno di spessore per lo più non
superiore a 2.5 cm, mediante colle a base di formolo e - secondo gli impieghi - urea,
resorcina e fenolo; le prime due sostanze sono le più usate, mentre la resorcina viene
adottata nelle strutture esposte agli agenti atmosferici.
Longitudinalmente la giunzione delle strisce avviene con incollaggio delle superfici di
contatto ampliate mediante fitta dentellatura a pettine; le giunzioni vengono sfalsate
nell’altezza della sezione complessiva.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
In realtà, i formati sono ancora molto legati alla tradizione locale.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
b h A Wx C x Wx
2 3 3
(cm) (cm) (cm ) (cm ) (cm )
6 6 36 36 36
8 48 64 64
*10 60 100 100
12 72 144 144
7 7 49 57 57
10 70 117 117
*12 84 168 168
14 98 229 229
8 8 64 85 85
*12 96 192 192
TRAVI – DIMENSIONI STANDARD
14 112 261 261
16 128 341 307
9 9 81 121 121
12 108 216 216
*14 126 294 294
16 144 384 346
18 162 486 437
10 10 100 167 167
14 140 327 327
*16 160 427 384
18 180 540 486
20 200 667 600
12 12 144 288 288
*18 216 648 583
*20 240 800 720
22 264 968 871
24 288 1152 1014
14 14 196 457 457
*20 280 933 840
*22 308 1129 1016
*24 336 1344 1183
28 392 1829 1509
16 16 256 683 615
20 320 1067 960
*24 384 1536 1352
28 448 2091 1725
32 512 2731 2185
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
b h A Wx C x Wx
2 3 3
(cm) (cm) (cm ) (cm ) (cm )
18 18 324 972 875
*26 468 2028 1724
*30 540 2700 2160
32 576 3073 2458
36 648 3888 3110
20 20 400 1333 1200
28 560 2613 2156
*32 640 3413 2730
36 720 4320 3456
40 800 5333 4266
TRAVI – DIMENSIONI STANDARD
22 22 484 1775 1598
30 660 3300 2640
*36 792 4752 3802
40 880 5867 4694
44 968 7099 5679
24 24 576 2304 2028
32 768 4097 3278
*38 912 5776 4621
42 1008 7056 5645
48 1125 9216 7373
26 26 676 2929 2490
36 936 5616 4493
46 1196 9169 7335
52 1352 11721 9377
28 28 784 3659 3019
*40 1120 7467 5974
50 1400 11666 9333
30 30 900 4500 3600
42 1260 8820 7056
52 1560 13526 10821
35 35 1125 7146 5717
40 1400 9333 7466
*50 1750 14583 11666
40 40 1600 10667 8534
50 2000 16667 13334
*60 2400 24000 19200
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Una lavorazione molto diffusa del legno sono le tavole e le assi, utilizzate per i solai di
calpestio e di copertura oltre che per i ponteggi.
Come già detto, è possibile ottenere travi di qualsiasi dimensione utilizzando il legno
lamellare.
3.3 PIETRA
Un altro materiale molto antico, come il legno, è la pietra.
Materiale molto abbondante in natura, la pietra può essere utilizzata per la realizzazione di
strutture murarie a secco, senza cioè interposizione di malta tra una pietra e l’altra. Opere di
questo tipo richiedono una estrema perizia da parte del muratore, che deve posizionare i
vari elementi incastrandoli tra loro come in un “puzzle” tridimensionale1.
Oggi questo tipo di lavorazione è quasi esclusivamente dedicato al restauro.
1
La superficie di contatto tra le pietre deve essere la più estesa possibile, per evitare che un punto di
contatto isolato possa fungere da cuneo e spaccare un elemento sotto il peso degli elementi ad esso
superiori.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Attualmente la muratura in pietra, a secco o con l’uso di malta, si usa soprattutto per motivi
estetici. Normalmente, infatti, si preferisce l’uso di mattoni, più economici, leggeri e
resistenti.
La resistenza delle pietre allo schiacciamento e all’abrasione varia moltissimo.
Generalizzando, si può dire che tanto più una pietra è pesante, tanto più è resistente. Le
rocce più compatte, come il granito, sono molto dure ma difficilmente lavorabili1; il contrario
vale per quelle più friabili, come il tufo e l’arenaria.
Oltre che per la realizzazione di murature la pietra può essere usata, spaccata o tagliata in
cava in lastre, come finitura delle coperture in sostituzione delle tegole, come rivestimento
o come pavimentazione.
1
Una pietra molto resistente richiede speciali apparecchiature per il suo taglio. In alternativa la si può
spaccare assestando un colpo di scalpello lungo una delle sue venature. Non tutte le pietre
possiedono però un sistema di venature, derivate dalla sedimentazione su strati della roccia originaria.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
(kg/cm ) (kg/cm )
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
3.5 LEGANTI
I leganti sono materiali usati per “incollare” tra loro la sabbia e la ghiaia (detti “inerti”) e
formare le malte, usate a loro volta come intonaco o come “collante” tra le pietre o i mattoni
artificiali per costruire le murature.
Si distinguono:
• leganti aerei
• leganti idraulici
I leganti aerei sono quelli che una volta impastati con acqua hanno la proprietà di far presa
solo in presenza d’aria.
Le calci aeree si ottengono dalla cottura a circa 900°C e successiva polverizzazione di
rocce calcaree. Il materiale così ottenuto, comunemente denominato “calce viva”, viene
messo in commercio e “spento” in cantiere con aggiunta d’acqua. Questo procedimento
non è più in uso in quanto troppo costoso.
Il gesso si ottiene con un procedimento analogo ma il materiale di partenza, anziché
essere la roccia calcarea è la selenite. A presa ed indurimento avvenuto, il gesso è
sensibile all’umidità, che ne fa aumentare il volume fino a disgregare i materiali al
contorno; questo ne limita l’utilizzo ai luoghi asciutti. In caso di incendio il gesso è in
grado di assorbire una notevole quantità di calore e può essere quindi efficacemente
usato come protezione di altri materiali.
I leganti idraulici, oltre a far presa anche in assenza d’aria, hanno caratteristiche
meccaniche notevolmente superiori ai leganti aerei.
Le calci idrauliche possono essere naturali o artificiali. Le prime sono prodotte dalla
cottura di calci argillose. Sono solitamente spente in stabilimento e vendute in polvere.
Se l’idraulicità è conferita con l’apporto di prodotti siderurgici o di pozzolana, le calci si
definiscono artificiali.
Il cemento è il più versatile e resistente dei leganti in generale. Il cemento Portland (dal
nome della prima cava) si ottiene per macinazione del clinker (consistente
essenzialmente in silicati di calcio) con aggiunta di gesso, calce, silice e ossido di ferro
per regolare il processo di idratazione. Altri tipi di cemento derivati dal Portland sono il
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
3.6 MALTE
Mescolando con opportuni dosaggi i leganti con sabbia2 e acqua si ottengono i vari tipi di
malte. Le combinazioni sono diverse, e l’uso delle malte può essere la realizzazione di un
intonaco o il collegamento di pietre o mattoni nelle murature.
Le malte per muratura sono classificate dalla normativa, che ne prescrive i dosaggi e le
resistenze. In particolare la malta di cemento, di elevata resistenza, viene usata per la
fabbricazione di manufatti industriali (mattoni, tegole, mattonelle, ecc.).
APPROFONDIMENTO
1
Il normale cemento, indurendosi, subisce una leggera contrazione chiamata “ritiro”. I cementi adatti
al restauro sono fabbricati in modo da non cambiare di volume: si prestano quindi a chiudere piccole
cavità senza il rischio di distaccarsene a causa del ritiro.
2
Per esempio, una delle proporzioni per confezionare la malta di cemento è:
• 1 parte di cemento
• ½ parte di calce idraulica
• 3 parti di sabbia
42
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
3.7 CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo è ottenuto mescolando cemento, sabbia, ghiaia, acqua ed eventuali
additivi1 in quantità stabilite. Rispetto alle malte, il calcestruzzo è più resistente e viene
usato, insieme al ferro, nella fabbricazione del calcestruzzo armato, comunemente
chiamato cemento armato.
1
Tra gli additivi più usati ricordiamo:
• antigelo, per climi freddi
• ritardante, per climi caldi e asciutti
• antiritiro, per eliminare la diminuzione di volume naturale durante l’indurimento
43
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Le fasi attraverso le quali il calcestruzzo passa dallo stato liquido a quello solido vengono
chiamate presa ed indurimento.
La presa avviene dal momento del getto1 fino a quando sotto la pressione del dito la materia
non riceve più l’impronta; il tempo necessario va da mezz’ora a un’ora. L’indurimento è un
processo molto più lento che porta il calcestruzzo alle sue caratteristiche meccaniche ideali
dopo 28 giorni.
Perché il calcestruzzo sia conservato fluido
dal momento del suo confezionamento al
getto è necessario evitare la presa, e quindi
viene tenuto in costante movimento. Non
deve essere assolutamente aggiunta acqua
all’impasto, perché ne compromette
notevolmente la resistenza.
Figura 41 – Betoniera
1
Si chiama “getto” la procedura che consiste nel versare il calcestruzzo all’interno di una cassaforma realizzata
in legno o metallo. Affinché non si creino bolle d’aria all’interno, in questa fase è necessario “vibrare” il
calcestruzzo con appositi strumenti.
2
Il nome più comune è cemento armato, meno corretto ma più diffuso.
44
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Senza entrare nel merito, basta ricordare che nella maggior parte dei casi l’armatura
corrente va disposta:
• nei pilastri: in modo diffuso;
• nelle travi: in alto in corrispondenza degli appoggi, in basso in mezzeria;
• nelle mensole: in alto;
per quanto riguarda invece le staffe:
• nei pilastri: ad interasse di circa 15 cm;
• nelle travi: vanno addensate in corrispondenza degli appoggi;
• nelle mensole: vanno addensate in corrispondenza dell’incastro.
45
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
3.9 LATERIZIO
Il laterizio si ottiene mediante cottura di argilla e permette di ottenere una vasta gamma di
prodotti. Con questo materiale si fabbricano mattoni, tegole, rivestimenti, pavimentazioni.
I mattoni per la costruzione di murature possono essere pieni, semipieni o forati.
APPROFONDIMENTO
46
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
47
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Figura 46 – Solaio in
laterocemento
1
Il fenomeno è comunemente chiamato “ruggine”.
2
Un altro tipo di acciaio insensibile all’ossidazione è il Cor-Ten, che si auto-protegge con il primo
strato di ossidazione, così da avere un aspetto sempre “arrugginito”.
48
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
I profilati secondari, ad “L”4 ed a “T”5 , vengono utilizzati soprattutto per la costruzione di travi
composte, come i tralicci o le travi reticolari.
1
I profilati IPE sono i profilati “a doppio T” più usati per la realizzazione di travi. Sostituiscono il
vecchio profilato NP, non più in produzione. Le dimensioni variano da un’altezza di 10 cm fino a 60
cm. La dimensione della base è circa la metà dell'altezza.
2
I profilati HE sono profilati “a doppio T” usati specialmente come pilastri. Sono forniti in tre serie per
ogni dimensione: leggera (HEA), normale (HEB) e pesante (HEM). Le dimensioni variano da
un’altezza di 10 cm fino a 60 cm. La dimensione della base è uguale all’altezza nella serie normale
(HEB).
3
I profilati UPN sono profilati “a C” usati specialmente come travi di bordo e nelle travi reticolari. Le
dimensioni variano da un’altezza di 2.5 cm fino a 30 cm. La dimensione della base non ha un rapporto
fisso con l’altezza. Alcuni esempi di dimensione sono: 40x20; 200x75; 300x100.
4
I profilati a L possono avere lati uguali o disuguali (con rapporto di circa 3/2), con altezze che variano
da 1.5 a 9 cm.
5
I profilati a T sono profilati di piccole dimensioni (da 2 a 5 cm). Per ottenere una sezione a “T” di
grandi dimensioni occorre tagliare longitudinalmente un profilato “a doppio T”.
6
Bisogna fare attenzione nell’uso delle sezioni “chiuse” come i tubolari: la formazione di condensa
all’interno del profilato può infatti provocare corrosioni sulle quali non è possibile intervenire.
49
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
3.11 TERRENO
Anche se da secoli il terreno non viene più usato come materiale da costruzione di edifici2,
se ne fa cenno in questo paragrafo perché le sue caratteristiche sono utili per il calcolo delle
fondazioni e dei muri di sostegno del terreno.
1
Se il solaio deve essere praticabile si completa la realizzazione del solaio con un getto di
calcestruzzo che a volte collabora alla resistenza del solaio.
2
Il terreno è molto usato come materiale da costruzione di opere stradali e di dighe.
50
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
La natura del terreno può essere molto varia e più o meno adatta a fondare un edificio. La
sua resistenza alla compressione è un dato rilevante, ma altrettanto importante è la sua
stabilità nel tempo.
51
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
4. TIPOLOGIE COSTRUTTIVE
4.1 GENERALITÀ
Non è facile dare una classificazione generale delle tipologie costruttive oggi in uso, perché
l’industria fornisce continuamente nuovi sistemi di fabbricazione che integrano ed ampliano
lo spettro di possibilità di cui il progettista dispone per la realizzazione di un edificio.
APPROFONDIMENTO
1
Si definiscono in questo modo le strutture costituite da elementi lineari (travi e pilastri) connessi tra
loro in modo da realizzare un telaio che costituisce l’ossatura di un edificio, così come lo scheletro
umano è la struttura portante del corpo.
52
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Elementi verticali
• muri portanti o maestri
• muri di spina o di controventamento
• pilastri in muratura2
Ai muri portanti è affidato il sostegno degli orizzontamenti3 della costruzione, mentre i muri
di spina (disposti trasversalmente ai muri portanti) servono ad irrigidire la struttura nel suo
complesso, oltre ad assolvere anch’essi una funzione portante.
1
Negli edifici intelaiati la forma non corrisponde alla struttura perché la muratura interna ed esterna è
portata invece che portante.
2
Questi ultimi possono essere così definiti quando il lato maggiore della sezione orizzontale non è
superiore a tre volte il lato minore.
3
Si definiscono orizzontamenti gli elementi di fabbrica orizzontali come i solai, le volte e gli architravi.
53
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Elementi orizzontali
• archi e architravi
• volte
Gli elementi strutturali orizzontali realizzati in
muratura hanno la particolarità di riuscire a
sfruttare, per mezzo della loro forma, la
resistenza a compressione della muratura.
La struttura muraria può essere completata con elementi di fabbrica realizzati con materiali
non murari, come solai e capriate in legno, ferro o cemento armato.
1
In effetti anche con la muratura si possono realizzare strutture di grandi dimensioni, come le
cattedrali o le cupole. Nella pratica costruttiva normale è però impensabile ricorrere a tecnologie così
costose in termini di mano d’opera.
54
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Questo tipo di struttura è però vietata in zona sismica, perché l’accostamento di materiali di
diverse caratteristiche fisiche può comportare azioni localizzate in grado di danneggiare
seriamente la costruzione.
55
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
5. ELEMENTI STRUTTURALI
5.1 GENERALITÀ
In un edificio è molto importante saper riconoscere le parti che lo costituiscono in modo da
poter valutare il suo assetto per parti, oltre che nel suo insieme.
Separando tra loro le parti di un edificio che sono diverse sia come comportamento statico
che come funzione strutturale, si ottengono elementi strutturali che potranno essere
considerati e studiati singolarmente1.
1
Non bisogna comunque trascurare l’aspetto strutturale globale dell’edificio. La divisione in elementi
strutturali serve soprattutto a facilitare la comprensione di fenomeni complessi, che altrimenti
risulterebbe molto più ardua.
56
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Prescrizioni generali (Punto A.2 del D.M. 11 marzo 88 “Norme tecniche riguardanti le
indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri
generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di
sostegno delle terre e delle opere di fondazione”)
“Le scelte di progetto, i calcoli e le verifiche devono essere sempre basati sulla
caratterizzazione geotecnica del sottosuolo ottenuta per mezzo di rilievi, indagini e prove.
I calcoli di progetto devono comprendere le verifiche di stabilità e le valutazioni del margine
di sicurezza nei riguardi delle situazioni ultime che possono manifestarsi sia nelle fasi
transitorie di costruzione sia nella fase definitiva per l'insieme manufatto-terreno. Le
situazioni di esercizio tenendo conto delle possibili variazioni di sollecitazione e
deformazione, devono ugualmente essere verificate con la dovuta sicurezza. La scelta dei
coefficienti di sicurezza deve essere motivata in rapporto al grado di approfondimento delle
indagini sui terreni, all'affidabilità della valutazione delle azioni esterne, tenuto conto del
previsto processo costruttivo e dei fattori ambientali. L'assunzione di valori inferiori a quelli
prescritti nei capitoli successivi deve essere giustificata con una analisi documentata.
Il progetto deve comprendere anche una valutazione dei prevedibili spostamenti dell'insieme
opera-terreno, nonché un giudizio sull'ammissibilità ditali spostamenti in rapporto alla
sicurezza e funzionalità del manufatto e di quelli ad esso adiacenti.
L'intensità e la direzione delle azioni statiche e dinamiche da considerare nei calcoli
geotecnici deve essere stabilita sulla base di una analisi che tenga conto della probabilità e
della frequenza di applicazione, del tempo di permanenza, della natura dei terreni presenti
nel sottosuolo e del tipo di opera …”
57
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Le opere di fondazione ed il terreno costituiscono un insieme che deve essere valutato nel
suo complesso: spesso, anche se non si raggiunge il carico massimo previsto per il terreno,
la fondazione è inadeguata a causa dell’andamento degli strati di terreno sotterranei.
Bisogna infatti considerare che il terreno ha una certa deformabilità1 e che quindi è come se
le fondazioni siano appoggiate su molle. Durante la costruzione del fabbricato il peso
dell’edificio aumenta e, conseguentemente, le fondazioni si abbassano sotto il carico.
Per ottenere la descrizione del terreno fino agli strati più profondi si ricorre ad indagini
geologiche che possono essere eseguite in diversi modi2.
Le opere di fondazione possono essere dirette o profonde.
Le prime distribuiscono il carico dell’edificio al terreno appena sotto l’edificio stesso per
mezzo di piastre di appoggio più o meno estese. Le seconde trasferiscono il carico
dell’edificio agli strati profondi del terreno nel caso in cui gli strati più superficiali risultino di
insufficiente portanza.
1
La deformabilità del terreno è una caratteristica difficile da individuare, perché dipende da molti
fattori naturali e quindi difficilmente definibili in modo assoluto, come il contenuto d’acqua che può
cambiare notevolmente nel tempo.
2
Le indagini più comuni si effettuano per mezzo di sondaggio: una sonda viene battuta da un peso
determinato, restituendo un diagramma che valuta la consistenza degli strati di terreno attraversati.
58
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
59
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Un’altra caratteristica delle opere di fondazione è quella di assorbire l’umidità del terreno e
di trasportarla1 all’interno dell’edificio. L’unico modo efficace di evitare questo fenomeno, che
può alla lunga indebolire la struttura muraria, è quello di interporre in fase di costruzione
uno strato di materiale isolante esteso a tutta la sezione muraria.
1
Il fenomeno della capillarità permette all’acqua di risalire lungo i canalicoli interni del materiale fino
ad altezze anche notevoli.
60
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Quando si realizza una fondazione in cemento armato è buona regola eseguire il getto su
uno strato di calcestruzzo magro1 dello spessore di almeno 10 cm. Questo accorgimento
evita sia che il terreno assorba l’acqua contenuta nel getto della fondazione prima che il
1
Si definisce in questo modo un calcestruzzo a bassa dosatura di cemento (150 kg al metro cubo).
61
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
calcestruzzo faccia presa, sia che il ferro di armatura entri a diretto contatto con il terreno,
con conseguente formazione di ruggine.
Tanto minore è la resistenza del terreno1 tanto maggiore dovrà essere la superficie di
trasmissione dei carichi al terreno. Si ricorre perciò a travi rovesce2 e, se queste non
fossero ancora sufficienti, a platee. Se anche la platea non dovesse essere adeguata, sarà
necessario ricorrere a fondazioni profonde.
1
Oppure tanto maggiori sono i carichi trasmessi dall’edificio.
2
La trave rovescia deve il suo nome al fatto che, a differenza delle travi normali, deve sostenere un
carico diretto non verso il basso ma verso l’alto.
3
Quando si parla di strati superficiali si intende una profondità di 3-4 metri dal piano di campagna,
cioè fin dove è economicamente conveniente realizzare fondazioni dirette. Lo strato di terreno dal
piano di campagna fino a circa 1.5 metri non è invece considerato perché troppo vicino alla
superficie e soggetto quindi al gelo, che ne comprometterebbe la portanza.
4
I pali hanno dimensioni che vanno da un diametro di 50 a 200 cm e sono realizzati in cemento
armato prefabbricato o gettato in opera (più raramente in legno o ferro). Possono essere sostituiti da
micropali (diametro da 6 a 30 cm) , da pozzi, cassoni o diaframmi.
62
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
I pali possono essere trivellati, gettati cioè in un foro predisposto, o battuti, ed in questo
caso sono in generale prefabbricati per poi essere infissi tramite speciali apparecchiature
nel terreno.
63
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Negli edifici in muratura da costruire in zona sismica esistono dei limiti dimensionali da
rispettare, sia in termini di spessore che di geometria delle aperture.
1
Negli edifici intelaiati sono spesso presenti i setti: elementi strutturali simili ai pilastri ma con forte
sproporzione tra i lati. Simili a pareti, ma realizzati in cemento armato, i setti sono tipicamente
realizzati per costruire vani per ascensori o per contrapporsi più validamente di un pilastro alle azioni
orizzontali tipiche del sisma o del vento.
64
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Decreto ministeriale 16/1/96
Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche (estratto)
C.5.2. EDIFICI IN MURATURA ORDINARIA
Gli edifici in muratura ordinaria, devono essere costruiti nel rispetto delle seguenti
prescrizioni:
a) la pianta dell'edificio deve essere il più possibile compatta e simmetrica rispetto ai due
assi ortogonali; in particolare, nel caso di pianta rettangolare, il rapporto tra lato minore e lato
maggiore, al netto dei balconi, non deve risultare inferiore ad 1/3. La distribuzione delle
aperture dei muri, in pianta e in alzato, deve essere tale da garantire, per quanto possibile, la
simmetria strutturale;
b) ciascun muro maestro deve essere intersecato da altri muri maestri trasversali, ad esso
ben ammorsati, ad interasse non superiore a m 7;
c) al di sopra dei vani di porte e finestre devono essere disposti architravi in cemento armato
o in acciaio efficacemente ammorsati nella muratura;
d) le fondazioni possono essere realizzate con muratura ordinaria, purché sul piano di
spiccato venga disposto un cordolo di calcestruzzo armato, le cui dimensioni ed armatura
devono essere conformi a quanto prescritto al punto C.5.1., lettera d):
e) la distanza massima fra lo spiccato delle fondazioni e l'intradosso del primo solaio o fra
due solai successivi non deve superare m 5, fermo restando l'obbligo di garantire per i setti
murari una snellezza inferiore a 12;
f) la muratura portante deve essere realizzata con elementi artificiali pieni o semipieni,
ovvero con elementi di pietra squadrata, con l'impiego di malta cementizia. E' ammesso per
gli edifici con non più di due piani fuori terra l'uso di muratura listata con l'impiego di malta
cementizia. La listatura deve essere realizzata mediante fasce di conglomerato semplice o
armato oppure mediante ricorsi orizzontali costituiti da almeno tre corsi in laterizio pieno,
posti ad interasse non superiore a m 1,6 ed estesi a tutta la lunghezza e a tutto lo spessore
del muro; gli spessori dei muri devono essere non inferiori a quelli indicati nella seguente
tabella:
Tabella 3
spessori dei muri in pietrame listato
S=6 S=9 S=12
piano secondo 40 40 50
piano primo 40 40 65
piano cantinato 55 55 80
g) lo spessore delle murature deve essere non inferiore a 24 cm, al netto dell'intonaco;
h) le murature devono presentare in fondazione un aumento di spessore di almeno cm 20;
i) le aperture praticate nei muri portanti devono essere verticalmente allineate; in alternativa,
ai fini della valutazione dell'area resistente di cui alla lettera l) si prendono in considerazione
per la verifica del generico piano esclusivamente le porzioni di muri che presentino continuità
verticale dal piano oggetto di verifica fino alle fondazioni;
65
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
l) nel caso di murature realizzate mediante blocchi artificiali semipieni, ovvero in pietra
naturale squadrata con elementi di resistenza caratteristica a compressione non inferiore a
30 kg/cmq, l'area della sezione di muratura resistente alle azioni orizzontali, espressa come
percentuale della superficie totale dell'edificio, e valutata al netto delle aperture, non deve
essere inferiore, per ciascun piano di verifica, ai valori di cui alle tabelle 4a e 4b in funzione
della sismicità della zona. Dette percentuali devono essere rispettate in entrambe le direzioni
principali. Nel caso di murature realizzate mediante blocchi artificiali pieni, l'area suddetta
non deve essere inferiore, per ciascun piano di verifica, alle percentuali che si ottengono
dalle tabelle 4a e 4b dividendo ciascuna percentuale per 1,25.
Nel caso di murature realizzate in pietra naturale squadrata, costituita da elementi di
resistenza caratteristica inferiore a 30 kg/cmq, l'area suddetta deve essere adeguatamente
incrementata sulla base di motivate valutazioni e comunque non deve essere inferiore, per
ciascun piano di verifica, alle percentuali che si ottengono dalle tabelle 4a e 4b moltiplicando
ciascuna percentuale per il rapporto 30/fbk ove fbk è il valore della resistenza caratteristica
degli elementi.
Tabella 4a
Area resistente ai vari piani (%)
(zone con S=12)
piano I piano II piano III piano IV
Edifici a 1 piano 6 - - -
Edifici a 2 piani 6 6 - -
Edifici a 3 piani 7 6 6 -
Edifici a 4 piani 7 7 6 6
Tabella 4b
Area resistente ai vari piani (%)
(zone con S=9 oppure con S=6)
piano I piano II piano III piano IV piano V
Edifici a 1 piano 5 - - - -
Edifici a 2 piani 5 5 - - -
Edifici a 3 piani 6 5 5 - -
Edifici a 4 piani 6 6 5 5 -
Edifici a 5 piani 7 7 6 6 5
Non sono da prendere in considerazione, ai fini del calcolo della percentuale di muratura
resistente, i muri aventi rapporto altezza/lunghezza superiore a 3.
Deve inoltre risultare, per ciascun piano di verifica:
σ = Ν/(0.50 Α) < σm
con il seguente significato dei simboli:
Ν = carico verticale totale relativo al piano in esame;
Α = area totale, al netto delle aperture, dei muri resistenti al piano in esame;
σm = tensione base ammissibile della muratura, prevista, per le varie classi di
resistenza caratteristica a compressione della muratura.
Tale verifica deve essere effettuata, di regola, per i muri del piano più basso dell'edificio
nonché per i muri di ogni piano per il quale si determini almeno una delle seguenti situazioni:
66
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
- gli spessori di uno o più muri risultino minori dei corrispondenti spessori del piano inferiore;
- l'incidenza delle aperture risulti superiore a quella relativa al piano inferiore;
m) il sovraccarico non deve essere superiore a 4,00 KN/m2 (400 kg/ m2).
Ove siano rispettate tutte le precedenti prescrizioni, la verifica rispetto alle azioni sismiche
può essere omessa, ferma restando la necessità delle verifiche previste dagli appositi decreti
ministeriali nei riguardi dei carichi verticali e delle azioni orizzontali dovute al vento, nonché
nei riguardi del terreno di fondazione.
Qualora non tutte le precedenti prescrizioni siano rispettate l'edificio deve essere verificato
secondo quanto disposto al punto C.9.5., ferma restando la necessità delle verifiche citate
nel precedente comma e il rispetto delle prescrizioni indicate al punto C.5.1.
Questa analogia sarà utile per capire, nel seguito, il motivo di alcuni dissesti strutturali.
67
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
68
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Sappiamo che la flessione induce una trazione, e che un elemento strutturale orizzontale si
inflette sotto il carico. Quindi, come è possibile realizzare una struttura orizzontale in
muratura?
L’arco, dal cui principio di funzionamento derivano le volte e gli architravi, risponde
brillantemente a questa domanda. Infatti l’arco è una struttura compressa. Per capire bene il
funzionamento di questa tipologia strutturale fondamentale occorre osservare le lesioni che
appaiono in un arco sottoposto a carico crescente.
Dato che il materiale non resiste a trazione, dobbiamo supporre che in questi punti dell’arco
sia presente questo tipo di sollecitazione, e che le sezioni descritte sono quelle critiche per
gli archi. Infatti, la parte critica di un arco è quella superiore alle sezioni di rene.
Figura 74 – Arco
1
Si chiama in questo modo la sezione della sommità dell’arco. Il concio corrispondente si chiama
concio di chiave ed è di basilare importanza per il funzionamento degli archi. Generalmente, il concio
di chiave è più grande degli altri conci dell’arco.
69
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Dalle analisi appena fatte nasce un’altra, importante, considerazione: la struttura ad arco
causa azioni orizzontali sulle murature laterali, delle quali si deve tenere conto per la loro
verifica.
Dall’estensione spaziale del principio dell’arco si ottengono le volte, di forma più o meno
complessa.
70
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
71
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Gli archi e le volte possono essere costruite anche in cemento armato o in ferro, cioè con
materiali resistenti a flessione. In questo caso si possono realizzare luci molto maggiori
come i ponti ad arco. Una tecnologia molto diffusa negli anni ’60 e poi quasi abbandonata
permetteva di realizzare volte di luci notevoli e di spessore molto limitato, chiamate strutture
a membrana.
Struttura a membrana
5.8 SOLAI
Quando per la costruzione di un orizzontamento si utilizza, invece della muratura, il legno o
un altro materiale resistente a flessione (cemento armato, ferro) l’elemento strutturale viene
definito solaio.
I solai sono di norma costituiti da una orditura di travi1 disposte parallelamente ad una
distanza di 40-60 cm. Su questa struttura vengono quindi appoggiati elementi secondari, in
laterizio o legno.
1
Data la piccola dimensione di queste travi, esse vengono denominate travetti.
72
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Nel caso degli edifici in muratura questo effetto controventante viene conseguito solo nel
caso di efficace unione tra i solai e la muratura. Non basta infatti che i travetti siano murati
per una certa lunghezza nella muratura, così come veniva fatto nel passato, ma è necessario
che venga realizzata una efficace ammorsatura.
1
Viene chiamato cordolo l’elemento strutturale simile alla trave che però è appoggiato per tutta la
sua lunghezza e non solo agli estremi. La funzione dei cordoli è essenzialmente quella di distribuire
carichi in maniera uniforme.
2
Il cordolo può essere largo quanto l’intero spessore della muratura, oppure meno. In quest’ultimo
caso occorrerà realizzare apparecchiature di ammorsamento aggiuntive.
73
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Si definisce in questo modo l’abbassamento di una struttura sotto carico. Il termine deriva dalla
forma della struttura inflessa che sotto carico tende ad assomigliare ad un arco.
2
Nelle zone non sismiche, l’altezza limite è pari ad 1/30 della luce.
74
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
• I solai in legno possono essere realizzati a semplice o doppia orditura, con travi
secondarie appoggiate a travi principali di dimensioni maggiori. Sui travetti può essere
fissato un assito in legno o in pianelle di laterizio, sui quali viene di norma gettato un
massetto1 che serve sia come base livellata per la pavimentazione sia come zavorra
utile a limitare la trasmissione dei rumori.
• I solai in ferro sono costruiti con travetti in acciaio, normalmente putrelle tipo NP o IPE,
sulle quali viene appoggiata una struttura secondaria in laterizio, ferro, calcestruzzo o
legno.
1
Il massetto è costituito da un getto di malta povera di legante, ed è realizzato in tutti i tipi di solaio.
75
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
76
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Questo tipo di solaio permette di coprire luci fino a 7.60 m ed è molto veloce da realizzare
per via della portanza che già i travetti hanno prima del getto. Questo permette di limitare
il numero di puntelli3 necessari al sostegno del solaio durante e subito dopo il getto di
completamento in calcestruzzo.
1
La precompressione è un procedimento che permette di realizzare, a parità di sezione, elementi
strutturali in cemento armato con caratteristiche meccaniche maggiori del cemento armato
semplice.
2
La pignatta è quel laterizio che viene appoggiato ai travetti prima del getto di completamento.
L’altezza delle pignatte varia normalmente dai 12 ai 24 cm con incrementi di 2 cm.
3
Il solaio raggiunge la sua prestazione statica solo dopo l’indurimento del getto di calcestruzzo.
Fino a quel momento è necessario sostenerlo con una puntellatura.
77
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
La funzione statica delle pignatte è quella di costituire una sorta di cassaforma per la
struttura che, da un punto di vista statico, è costituita dalla parte in calcestruzzo avente
forma di T. Alcuni tipi di pignatta sono però collaboranti e quindi con spessori più consistenti
e con foratura più fitta. Per il calcolo di questo tipo di solaio si fa normalmente riferimento a
dati forniti dalla Ditta costruttrice sotto forma di tabella, come quella riportata, in quanto il
calcolo manuale risulta molto complesso.
Monotrave 9x12
Interasse I = 60 cm
(P. S 48 M 9/60)
Conglom. In
Peso solaio
Taglio di
in opera
servizio
Altezza
opera
M M T
H g0 2 (+) (-)
l/m
78
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Anche nel caso dei solai in cemento e laterizio, molte tipologie costruttive sono state
abbandonate per l’elevato onere di manodopera che comportano.
79
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
I solai di questo tipo sono penalizzati dall’elevato peso1, per cui il loro utilizzo è limitato a
situazioni nelle quali sarebbe troppo complesso realizzare un solaio a travetti e pignatte
(forme irregolari, pianerottoli di scale, ecc.).
5.9 SCALE
Generalmente, sia da un punto di vista strutturale e costruttivo che architettonico, le scale
sono un problema spesso difficile da risolvere. La forma stessa delle rampe impone la
realizzazione di piani inclinati che è difficile appoggiare ad una struttura portante.
I sovraccarichi accidentali da considerare per le scale sono normalmente pari al doppio di
quelli imposti dalla normativa per gli ambienti non suscettibili di affollamento2.
Figura 92 - Scala
1
Un solaio in laterizio e cemento pesa, a parità di prestazioni statiche, il 45% in meno di una soletta
piena di c.a. di pari spessore.
2
Per i locali di abitazione il sovraccarico accidentale prescritto è di 200 kg/mq, mentre per le scale
tale sovraccarico deve essere portato a 400 kg/mq, così come per le strutture a sbalzo.
80
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Negli edifici intelaiati è più facile ricorrere a materiali più resistenti, quindi si realizzano
scale a soletta o con trave a ginocchio1.
1
Il nome deriva dalla forma della trave, che presenta due punti di piegatura.
81
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
In alternativa, è possibile realizzare una sola trave laterale, quindi sarà necessario che la
rampa sia in grado di sostenere il carico come una mensola incastrata alla trave stessa.
Le stesse tipologie descritte sono usate per la costruzione di scale in ferro o legno, con
un’ampia casistica di soluzioni possibili, anche di tipo misto.
5.10 COPERTURE
Spesso la copertura di un edificio si realizza nello stesso modo dei solai di piano, con la
sola aggiunta di una stratificazione di materiali capace di rendere la copertura impermeabile
all’acqua e in grado di fornire un efficace isolamento termico. La copertura così realizzata è
detta terrazzo.
Negli edifici con copertura a tetto si può costruire un normale solaio inclinato, appoggiato a
travi orizzontali o anch’esse inclinate.
Nelle zone sismiche la copertura a tetto non può essere spingente, cioè la struttura non
deve produrre azioni orizzontali1.
1
Non si possono infatti tollerare azioni orizzontali che non siano dovute la sisma, perché si
creerebbe un effetto cumulativo molto dannoso per la stabilità della struttura.
82
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
83
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
84
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Se si prova a fare un mucchio di sabbia (che per questo esempio è il tipo terreno più efficace, ma
che si comporta come un qualsiasi altro terreno) si vedrà che non è possibile superare una certa
altezza perché la sabbia inizia, superata una certa pendenza, a franare. L’inclinazione
sull’orizzontale massima che si riesce a raggiungere è pari all’angolo di attrito interno della
sabbia. Proseguendo l’esperimento, si potrà notare che bagnando la sabbia, questa tende a franare
meno, perché l’aumento del contenuto d’acqua aumenta l’angolo di attrito, aumentando l’aderenza tra
i singoli grani.
85
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
La spinta del terreno su un’opera di contenimento si valuta, oltre che in base all’angolo di
attrito appena definito, in base al peso del terreno. Inoltre, per la verifica allo slittamento
del muro sul terreno, è necessario conoscere il coefficiente di attrito terra-muro.
86
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
87
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
88
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Tenuto conto che la forza di gravità tende a fare scivolare (o rotolare) verso il basso la
particella, se essa non si muove significa che esiste una forza resistente tale da bilanciare
tale azione. Questa forza resistente è determinata sia dall’attrito che dalla coesione.
L’attrito è proporzionale alla componente A del peso e dipende dalla scabrosità delle
superfici a contatto. La coesione è invece legata alla natura chimica delle superfici e al grado
di umidità.
1
Si tratta sia dei pendii naturali, generati in tempi lunghi da cause naturali legate al modellamento
della superficie del suolo, sia di quelli artificiali, generati modificando con scavi o riporti la
configurazione originaria del suolo, creando superfici con inclinazione anche maggiore di quelle
naturali.
2
La coesione lega tra loro le particelle del terreno per mezzo di legami di tipo chimico, mentre
l’attrito è una caratteristica meccanica che limita la possibilità di scorrimento reciproco tra le
particelle. Gli effetti della coesione e dell’attrito sono quindi analoghi, per quanto concerne la stabilità
dei pendii, anche se di origine diversa.
89
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Per quanto detto finora, una frana si mobilizza quando all’interno di un pendio o di una
scarpata le forze di taglio superano quelle di resistenza (attrito e coesione). Tale fenomeno
avviene su una superficie di slittamento che non è rettilinea, ma che si può approssimare, in
sezione, con un arco di cerchio.
Per determinare il grado di stabilità del pendio bisogna verificare l’equilibrio tra le forze in
gioco che sono:
1) Il peso del terreno verso valle (W1) che determina rispetto al centro della superficie di
scorrimento un momento dato dal peso W1 moltiplicato per il braccio b1 tra il centro di
scorrimento ed il baricentro del terreno stesso. Questo momento è antiorario, quindi è
stabilizzante1.
2) Il peso del terreno verso monte (W2) che determina rispetto al centro della superficie di
scorrimento un momento dato dal peso W2 moltiplicato per il braccio b2 tra il centro di
scorrimento ed il baricentro del terreno stesso. Questo momento è orario, quindi è
ribaltante2.
3) La terza forza in gioco è determinata dall’attrito lungo tutta la superficie di scorrimento
del terreno, che determina un momento stabilizzante in senso antiorario pari alla forza
di attrito totale T moltiplicata per il raggio R della curva di scorrimento.
1
Tende cioè a contenere il movimento franoso del pendio.
2
Tende cioè a far franare il pendio.
90
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Le norme prevedono che, per sicurezza, il grado di stabilità non sia mai inferiore a 1,3,
ovvero la somma dei momenti stabilizzanti deve essere 1,3 volte superiore al momento
ribaltante.
6.3 ARGINI
Per argine si intende qualunque costruzione in terra o in materiale artificiale destinata a
contenere acque stagnanti o correnti. Più in particolare, il termine si riferisce alle costruzioni
destinate ad impedire che le acque di piena di un fiume dilaghino nelle pianure adiacenti.
Come è noto, a causa dell’accumulo di detriti sul letto dei fiumi di pianura, il livello dell’acqua
si trova spesso a quota superiore rispetto al piano di campagna1. Gli argini sono in questo
caso di fondamentale importanza per evitare le alluvioni che altrimenti si verificherebbero
durante le fasi di massima piena.
1
Un esempio tipico nel nostro Paese è costituito dal tronco terminale fiume Po, nel Veneto.
91
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
La larghezza dell’argine in sommità è quindi sempre tale da consentire il passaggio di una strada di
servizio per i mezzi destinati alla costruzione del soprassoglio.
92
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
7. DISSESTI
7.1 GENERALITÀ
I complessi edilizi sono costituiti da elementi costruttivi dimensionati in modo da assolvere,
entro i limiti della sicurezza, i compiti statici a loro affidati.
La vetustà, le variazioni termiche ed idrometriche, gli agenti atmosferici, i moti del
terreno e i sovraccarichi sono tra le cause perturbatrici che cospirano a danno della
buona conservazione degli edifici. Inoltre, cause eccezionali come terremoti od inondazioni
contribuiscono anch’essi ad alterare il regime d’equilibrio del complesso strutturale.
Ogni causa perturbatrice induce alterazioni nella struttura che, superati certi limiti,
determinano dissesti statici annunciati da manifestazioni caratteristiche dette lesioni.
Mediante lo studio delle lesioni, una volta determinati i dissesti statici e – sulla scorta di
questi – le cause perturbatrici, occorre studiare e poi applicare i consolidamenti.
7.2 LESIONI
Un qualunque dissesto può essere preso in considerazione solo quando presenti sintomi
evidenti. Le lesioni sono il modo più immediato che abbiamo per interpretare lo stato di
dissesto di una costruzione.
Va rimarcato che non sempre le lesioni sono indice di uno stato di dissesto della
costruzione. Soprattutto negli edifici con struttura in muratura, di vecchia costruzione e
quando le fondazioni non sono state realizzate con particolare cura, sono presenti quadri
fessurativi diffusi.
Molto spesso le lesioni sono in questi casi negative solo da un punto di vista estetico,
perché segnalano movimenti della struttura che sono contenuti ampiamente entro i limiti di
resistenza della costruzione nel suo complesso1.
1
È tipico il caso di lesioni che presentano un andamento “stagionale”: sia aprono durante la stagione
secca per poi richiudersi (talvolta in modo completo) con l’arrivo della stagione umida. Si tratta di
lesioni provocate da una variazione di volume di un terreno di fondazione argilloso, che si gonfia a
causa dell’umidità per poi ridursi quando secco (infatti, sui i terreni di questo tipo si formano crepe
durante l’estate).
93
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Oltre all’osservazione e al rilievo delle lesioni è necessario studiare il loro progredire nel
tempo per conoscere le caratteristiche della loro evoluzione.
Una caratteristica importante nello studio delle lesioni è la natura più o meno recente delle
fessure. La distinzione tra fratture vecchie e nuove è, in pratica, abbastanza agevole in
quanto le nuove si presentano con ciglia di frattura a spigoli vivi, con superfici di rottura di
tipo cristallino e pulite.
Le vecchie fratture hanno invece gli spigoli delle ciglia variamente sbeccate o arrotondate e
le superfici di rottura non più nette, come all’origine, ma annerite e polverose1.
1
L’invecchiamento delle superfici varia d’altra parte a seconda dell’ambiente con cui sono a contatto:
in locali umidi con presenza di muffe la frattura apparirà più vecchia di quanto non sia.
94
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
L’incasso deve arrivare fino al vivo della struttura quindi, previa pulitura con spazzola
metallica e abbondante lavatura con acqua, si riempie il vano con malta di calce,
limitandone lo spessore a circa un centimetro.
La malta da usare varia a seconda della posizione della biffa: se si opera all’interno e la
lesione è al riparo dall’umidità è preferibile usare il gesso, mentre in caso contrario si
confezionerà la biffa con malta di calce idraulica, ma non con malta di cemento1.
Spesso vengono usate biffe di vetro che però non sono consigliabili per il fatto che il vetro
è generalmente più resistente della malta con la quale la biffa viene fissata alla struttura per
1
La malta di cemento è soggetta a ritiro, per cui possono apparire fessurazioni non dovute
all’ampliamento della lesione.
95
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
cui, in presenza di lievi movimenti la malta di fissaggio può cedere mentre la biffa
resterebbe integra.
96
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Per eseguire la misura si fissano due basi ai lati opposti della fessura e se ne rileva la
distanza con lo strumento; successivamente si effettuano altre misure ad intervalli di tempo
regolari per poter compilare il diagramma degli spostamenti.
97
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Quando si parla di cedimenti ci si riferisce a spostamenti relativi fra due zone della
medesima struttura.
Infatti, se il moto è assoluto, cioè se tutta la struttura si sposta rigidamente non si può
parlare di cedimento vero e proprio ma di assestamento della struttura medesima.
La diagnosi dei cedimenti fondali delle strutture ha lo scopo di stabilire la natura dei dissesti
mediante lo studio delle lesioni, delle caratteristiche costruttive e delle condizioni
ambientali.
Per la diagnosi occorre tenere presenti le forme fessurative caratteristiche dei vari dissesti
elementari per poter determinare quale di esse (o quale loro combinazione) corrisponda ai
tipi in esame.
Per la classificazione dei cedimenti fondali ci riferiamo, per comodità, ad un muro continuo
di lunghezza indefinita, di altezza e spessore costante. Supponendo che una parte di detto
muro si ponga in moto relativo rispetto all’altra il cedimento può presentarsi nelle forme
descritte nel seguito.
1
I cedimenti spontanei del terreno sono dovuti principalmente alla presenza d’acqua nel sottosuolo:
una diminuzione del suo tenore idrometrico in una determinata zona ne provoca la contrazione e
quindi un abbassamento.
2
In questo caso lo schiacciamento avviene a causa di un errore di calcolo: la parte della fondazione
interessata al cedimento non è in grado di assorbire il peso ed i sovraccarichi sovrastanti e si abbassa
sotto carico.
98
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Le fessure provocate dai tre tipi di cedimento intermedio sono diverse, come si è visto nelle
figure, e quindi occorre ricordare che la stessa causa ha diversi tipi di effetto.
99
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
100
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Quanto descritto finora ha fatto riferimento ad un muro continuo senza aperture. Nel caso di
un muro “reale” avremo sicuramente finestre e porte che determinano un diverso tipo di
quadro fessurativo. Si faccia riferimento alle figure seguenti per capire la differenza.
Figura 126 – Traslazione verticale intermedia Figura 127 -- Traslazione verticale terminale in un
in un muro con aperture muro con aperture
L’edificio reale si discosta dal modello costituito dal muro continuo perché le superfici
murarie presentano tratti di minore resistenza dati dalle aperture.
Nel caso di fabbricati costituiti da più strutture murarie le fessurazioni causate da i
cedimenti fondali di traslazione subiscono delle variazioni rispetto a quelle dei muri isolati
viste finora.
101
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Nel caso di edifici a struttura intelaiata le fessurazioni che appariranno sui muri di
tamponamento saranno simili a quelle che si verificano sulle pareti murarie con aperture
che abbiamo appena trattato, mentre per quanto riguarda le lesioni a livello di struttura si
rimanda al paragrafo "Cedimento delle strutture in cemento armato".
Questo tipo di lesione è caratterizzata dal fatto che ogni lembo della lesione corrisponde
esattamente in orizzontale.
102
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
7.4.4 Rotazione
Nei dissesti traslatori, insieme alla rottura iniziale,
insorge la rotazione dovuta al peso della parte di
edificio lesionata intorno alla sezione limite del
cedimento.
Quella appena vista è una rotazione di tipo secondario, provocata da una traslazione
verticale.
103
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
104
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Con la deformazione della parete anche i vani delle porte si deformano, per tale motivo uno dei
sintomi di questo dissesto è quello della difficoltà di chiusura degli infissi.
2
Ovviamente, possono coesistere quadri fessurativi provocati sia da cedimenti fondali che murari. In
questo caso la diagnosi diventa molto complessa.
3
Ad esempio, uno schiacciamento può innescare un dissesto a causa della spinta di una volta,
dissesto che non si sarebbe altrimenti verificato.
105
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
7.5.1 Assestamento
Durante la costruzione, a causa dell’aumento del peso, un muro subisce lievi processi di
traslazione verticale dovuti all’assestamento del terreno e dei giunti di malta.
È facile capire che l’assestamento cresce con l’altezza complessiva del fabbricato, con lo
spessore dei giunti di malta1, col numero di essi, col ritardo della presa e con la rapidità
con la quale procede l’avanzamento dei lavori2.
1
Nell’allettare pietre o mattoni il muratore li batte con il martello (battitura) proprio per ridurre lo
spessore del giunto e costipare la malta, in modo da ridurre l’assestamento.
2
Negli edifici multipiano conviene attendere che i giunti di malta facciano presa (circa dieci giorni,
meno se si usa malta di cemento) prima di proseguire con la costruzione del piano successivo.
106
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
7.5.2 Schiacciamento
È già stato detto che un solido, sottoposto a compressione assiale, subisce la contrazione
nella direzione del carico e una dilatazione in senso trasversale1.
Se la dilatazione trasversale supera le capacità di resistenza del solido questo si spezza
lungo superfici di frattura disposte nella direzione della compressione.
Lo schiacciamento è il dissesto più pericoloso. Negli altri tipi di dissesto il sistema murario
cede nella ricerca di nuovi equilibri che infine trova, nonostante sia ormai fessurato, senza
necessariamente causare crolli2.
Lo schiacciamento presenta tre stadi successivi.
Il primo stadio è caratterizzato dal superamento della resistenza dei giunti orizzontali di
malta. I giunti sotto carico subiscono un accorciamento verticale, come se fossero soggetti
a carico di punta con conseguente espulsione verso l’esterno di pellicole di tinteggio e, col
progredire della lesione, di intonaco ed infine di croste murarie superficiali.
1
Lo si può constatare comprimendo una gomma morbida tra le dita.
2
Nei cedimenti fondali, per esempio, il terreno sotto carico espelle una parte dell’acqua in esso
presente e, conseguentemente, accresce la sua resistenza.
107
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Lo schiacciamento può essere localizzato, come nel caso di una trave di solaio appoggiata
al muro, oppure diffuso, cioè provocato da un aumento del carico o da un insufficiente
dimensionamento.
Gli elementi strutturali che tipicamente sono sottoposti a schiacciamento sono i pilastri in
muratura e le colonne, che oltretutto non possono avvalersi della collaborazione portante
delle zone di muro contigue, non ancora toccate dal dissesto.
108
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
7.5.3 Pressoflessione
Le murature subiscono la rottura per pressoflessione prima che siano raggiunti i limiti di
resistenza del materiale allo schiacciamento. Questo è dovuto al fatto che la flessione si
somma alla compressione semplice generando in una parte della sezione una sollecitazione
di entità superiore.
La pressoflessione si instaura quando l’elemento strutturale è snello (soggetto quindi a
carico di punta) oppure quando l’azione di compressione non è centrata rispetto alla
sezione del muro.
109
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Il calcolo dei questo limite è di difficile esecuzione: di massima, le strutture murarie devono avere
una altezza non superiore a 15 volte lo spessore.
2
Per esempio, specialmente nei muri in pietra di vecchia esecuzione, il muratore può aver curato con
riguardo i paramenti esterni del muro riempendo con pezzi informi e frammentari il nucleo interno,
usando poca malta (nel passato molto costosa e difficile da reperire).
110
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Se un muro compatto resiste ad una certa
azione di compressione, un muro di pari
spessore ma diviso in due lungo la sua
lunghezza resiste ad un carico pari ad 1/4,
mentre se è diviso in tre resiste ad appena
1/9. Questo spiega il collasso di un muro
sottoposto a schiacciamento, perché le
lesioni interne tendono a formare muri di
spessore minore del muro originario.
Nella pressoflessione, il carico massimo in
condizioni di snellezza è espresso dalla
formula di Eulero (PE è il carico critico di
Eulero):
2 2
PE = π /4 · EJ/l
1
I piedritti sono le strutture verticali a sostegno dell’arco.
111
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
La diminuita capacità di resistere agli sforzi di compressione, sia della volta che dei piedritti,
è generata dalla fatiscenza: il materiale murario e particolarmente le malte subiscono
l’azione disgregatrice del tempo.
1
Rotazione, traslazione verticale, orizzontale o inclinata.
2
Per variazione di destinazione dei locali, o per la realizzazione di tramezzature pesanti.
112
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Nei vecchi edifici di abitazione ci si trova quasi sempre di fronte a solai realizzati con sezioni
insufficienti delle travi le quali, indebolite anche dalla fatiscenza, presentano deformazioni
notevoli, con conseguente imbarcamento dei pavimenti.
Le lesioni che denunciano un dissesto dei solai sono in genere localizzate in corrispondenza
della mezzeria e presentano un andamento parallelo od ortogonale ai travetti, a seconda del
tipo di solaio.
A causa di una eccessiva deformazione dei
solai, dovuta ad un errata costruzione o ad un
eccesso di carico, è frequente la lesione dei
tramezzi ad esso appoggiati, con fratture ad
andamento parabolico, completo o parziale.
1
Le reni dell’arco sono localizzate in corrispondenza dell’angolo di 30° formato da una sezione
normale all’arco rispetto all’orizzontale.
113
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Specie se su ferro: metropolitana, tram.
2
A parte il vento, che è una pressione, le altre azioni vibratorie agiscono sulla struttura non
direttamente, ma attraverso il movimento del terreno di fondazione sul quale l’edificio è appoggiato
(un castello di carte viene sollecitato in questo modo quando il tavolo viene fatto vibrare).
114
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
115
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
116
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Infine, il terreno di fondazione sottoposto ad una vibrazione può essere – a seconda della
sua natura - soggetto a costipamenti o a smottamenti che influiscono sulle strutture
sovrastanti sotto forma di cedimenti fondali, provocando i dissesti conseguenti.
1
Proporzionale al peso, e quindi più elevata per una struttura in cemento armato che per una struttura
leggera in legno.
117
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
L’elenco delle possibile anomalie che ci si può trovare di fronte sarebbe lunghissimo. Va
solo ricordato che la diagnosi dei dissesti è più facile da eseguire per le strutture murarie
esenti da difetti, perché le lesioni si avvicinano di più, in assenza di anomalie, a quelle
teoriche che sono state descritte finora.
1
Spesso il ricorso ad una struttura intelaiata per la costruzione di piccoli edifici in luogo della muratura
è tecnicamente superfluo, anche se ci si trova in zona sismica. Il risultato è che si finisce col
risparmiare sulla qualità e sullo spessore della muratura di tamponamento a discapito, tra l’altro,
delle caratteristiche di isolamento termico e acustico.
118
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Volendo effettuare una casistica dei quadri fessurativi nelle strutture di cemento armato si
possono classificare come dissesti di tipo lieve quelli che si limitano a fessurazioni
superficiali e che possono arrivare al distacco del calcestruzzo in corrispondenza delle
barre di armatura, con armature integre.
Quando si verifica, soprattutto in seguito ad un sisma, la rottura del nucleo di calcestruzzo2
dei pilastri o delle travi, o la deformazione delle barre di armatura ci si trova di fronte a
dissesti di tipo grave, che necessitano di un intervento immediato e dello sgombero
dell’edificio.
APPROFONDIMENTO
1
Il cedimento di un singolo pilastro può portare al crollo dell’intera struttura, diversamente dal
cedimento di una parte di struttura muraria che può risolversi con il crollo della sola parte dissestata.
2
Si chiama nucleo la parte della struttura in cemento armato contenuta all’interno della gabbia di
armatura.
119
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
È la fase che segue a quella della presa, durante la quale il calcestruzzo sviluppa le sue
caratteristiche meccaniche.
2
La gran parte del ritiro avviene comunque durante le prime settimane, per poi progredire sempre
più lentamente. Il periodo di quattro anni è quindi più che altro indicativo della natura di lunga durata
del fenomeno.
3
Normalmente, le armature metalliche sono protette dagli agenti ossidanti (umidità, acqua) da uno
strato di calcestruzzo dello spessore di almeno 2,5 cm detto copriferro. Le fessure, da ritiro o per
altra causa, permettono agli agenti ossidanti di superare il copriferro e di aggredire l’armatura.
120
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
121
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
122
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Le murature di tamponamento aiutano i pilastri a resistere ad una sollecitazione di tipo sismico. Non
è raro il crollo del solo piano pilotis (piano terreno costituito dai soli pilastri), senza distruzione della
struttura sovrastante.
123
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
L’ossidazione del ferro è infatti accompagnata da un aumento di volume che provoca l’espulsione
del calcestruzzo.
2
L’acciaio è un materiale che non presenta fessurazioni.
124
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Come già detto, alcuni dissesti derivano da altri. Per esempio, la spinta di una volta può causare
pressoflessione e schiacciamento sul piedritto.
125
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Per favorire l’analisi, sarà utile fare riferimento agli schemi che seguono, dove sono riassunte
le tipologie di dissesto più frequenti.
Tabella riepilogativa dei quadri fessurativi degli edifici con muratura portante
Lesioni riscontrabili nella costruzione Cause generatrici
Muratura portante senza aperture con Cedimento dell'estremità della
lesioni aventi un andamento variabile da fondazione situata oltre la zona
orizzontale in verticale passando dalla lesionata.
base alla sommità dell'edificio, localizzate
su una fascia verticale.
Muratura portante con lesioni inclinate
localizzate su una fascia verticale in
corrispondenza delle aperture, cioè nelle
zone di minor resistenza.
126
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Tabella riepilogativa dei quadri fessurativi degli edifici con struttura portante in cemento
armato
Lesioni riscontrabili nella Cause generatrici
costruzione
Trave di C.A. con lesioni Sforzi di flessione eccessivi.
verticali ravvicinate disposte
all'intradosso in mezzeria e
all'estradosso in vicinanza degli
appoggi.
Trave di C.A. con lesioni Sforzi di taglio e flessione
inclinate di 45° in vicinanza eccessivi.
degli appoggi.
Lesioni nelle pareti aventi Cedimento verticale di un
andamento di parabole pilastro.
convergenti verso il pilastro che
ha subito il cedimento.
127
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Una considerazione a parte va fatta per la valutazione dei dissesti conseguenti ad un sisma.
In questo caso si cercherà innanzitutto di valutare la possibilità che un edificio possa essere
agibile1, che non abbia cioè riportato danni gravi alle strutture. Inoltre, occorrerà stabilire se
la sua configurazione strutturale, che può essere mutata a seguito delle lesioni, sia
compatibile con i criteri di sicurezza.
Ci si dovrà infine accertare che nelle vicinanze non possano verificarsi crolli di altri edifici
che potrebbero coinvolgere la costruzione esaminata.
1
Per essere agibile, l’edificio deve garantire la sua stabilità anche nel caso che si ripeta un evento
sismico di intensità almeno uguale a quello che lo ha lesionato. Si rammenti che in molti casi le
scosse “di assestamento” sono di grado simile a quelle del terremoto “principale”.
128
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Le vibrazioni causate dal sisma o da altra causa (esplosioni, traffico di mezzi pesanti)
aumentano bruscamente le tensioni di taglio lungo potenziali superfici di scorrimento, cioè
delle forze che tendono a far scivolare tra loro gli strati di terreno.
129
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Nei materiali coerenti l’acqua ha un minimo effetto destabilizzante, limitato alla dissoluzione
del cemento (quando esso è solubile) che lega le particelle.
In quelli incoerenti, invece, ha diversi effetti secondo il valore di saturazione di acqua nel
terreno: se l’acqua è presente in piccole quantità crea un sottilissimo velo intorno alle
particelle che aumenta di fatto la coesione. Questo tipo di coesione, dovuta a forze di tipo
elettrostatico, è detta apparente ed è quella che permette per esempio di costruire i castelli
di sabbia.
Nel caso in cui si passi alla completa saturazione del terreno, cioè al completo riempimento
degli spazi tra le particelle, l’acqua elimina completamente la coesione apparente e riduce
sensibilmente la resistenza per attrito. Il motivo di ciò è dovuto al fatto che l’acqua fa
“galleggiare” le particelle l’una rispetto all’altra: la mancanza di contatto reciproco annulla
l’attrito. Inoltre, l’acqua si muove verso valle, trascinando le particelle nel suo moto.
Un’altra causa di dissesto è il fontanazzo, ovvero una via d’acqua interna all’argine che
progressivamente si allarga a causa del trascinamento delle particelle di terreno e che
causa una falla nell’argine.
130
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
8. CONSOLIDAMENTI
8.1 GENERALITÀ
Eseguita l’analisi dei dissesti, si procede allo studio delle opere di consolidamento
necessarie per garantire le condizioni di sicurezza e stabilità.
I consolidamenti possono essere provvisori o definitivi: i primi servono a garantire
condizioni transitorie di sicurezza1, mentre i secondi hanno lo scopo di ripristinare
definitivamente la struttura lesionata, restituendole le caratteristiche statiche previste delle
norme.
La necessità di eseguire interventi provvisori è particolarmente significativa in caso di
terremoto o di altro evento catastrofico. In questi casi la prima esigenza è quella di
intervenire rapidamente, ancora prima di avere le attrezzature necessarie per la
realizzazione di interventi più drastici che possono essere sia demolizioni che
consolidamenti. È evidente che, con i materiali che si possono reperire con rapidità, non si
possano realizzare che semplici puntellature atte ad evitare il crollo di parti di edificio
pericolanti.
I principi da seguire per l’esecuzione di un corretto consolidamento sono:
• scelta di materiali idonei e di buona qualità;
• scelta di maestranze capaci e responsabili;
• permanenza, durante i lavori, di un assistente fidato;
• chiusura del cantiere ed eventuale sgombero dei locali, quando i dissesti siano gravi;
• predisposizione di un accurato piano dei lavori (coordinato con il piano di sicurezza,
quando prescritto);
• esecuzione di accertamenti supplementari, durante l’esecuzione dei lavori, per
verificare la correttezza dell’intervento ed adottare eventuali modifiche2.
1
Anche in fase di costruzione, vengono usati puntelli per sostenere le casseforme durante il getto
di calcestruzzo e per tutta la fase di presa ed indurimento.
2
Non bisogna temere di ritornare sui propri passi quando ci si accorge di avere intrapreso una strada
scorretta. Nel campo della valutazione dei dissesti succede spesso di arrivare a conclusioni vere solo
in parte, soprattutto se non si ha avuto la possibilità di eseguire verifiche accurate. Durante
l’esecuzione dei lavori di consolidamento si ha occasione di esplorare più a fondo il problema perché
spesso vengono demolite – previa puntellatura – parti strutturali che nascondevano altri dissesti.
131
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
8.2 PUNTELLI
I puntelli sono elementi strutturali sollecitati a
compressione assiale, destinati all’appoggio
provvisorio delle strutture degradate.
Possono assolvere una funzione di sostegno
(quando assorbono azioni verticali), di ritegno
(quando assorbono azioni orizzontali) o
entrambe.
1
È frequente, nelle città medioevali, imbattersi in “ponti” che collegano due edifici adiacenti. Tali
strutture sono ritegni in muratura che puntellano una delle due facciate, soggetta ad inflessione.
132
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Inoltre, le sue estremità (la testa ed il piede) dovranno essere in grado di trasferire senza
sollecitazioni eccessive i carichi dalla struttura al puntello e dal puntello al terreno.
Al piede è necessario offrire una sede di fondazione ampia, capace di abbassare quanto più
possibile i carichi unitari sul terreno per renderne trascurabili le deformazioni, che
“allenterebbero” il puntello, rendendolo inefficace.
In relazione ai compiti che devono assolvere, i puntelli possono essere classificati come
puntelli alle grandi masse, alle piccole masse o alle masse locali.
133
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
È da evitare, in questo caso, l’uso del legno in quanto questo materiale è soggetto a variazioni di
lunghezza in funzione dell’umidità.
134
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
I puntelli alle masse locali sono infine piccole strutture utili a garantire la continuità del
lavoro di consolidamento durante le sospensioni del lavoro stesso.
APPROFONDIMENTO
Spesso le sbadacchiature sono realizzate in muratura e riempiono del tutto o in parte il vano
interessato al consolidamento.
Nell’esempio in figura si utilizza un nucleo
murario ed un puntello di sostegno e ritegno
per scaricare completamente un pilastro
murario che sarà successivamente demolito e
ricostruito. Alla fine dei lavori saranno rimossi
sia il puntello che il nucleo murario.
135
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Per agire con correttezza occorre tener presente alcuni principi generali:
Infine, se un edificio pericolante è circondato da edifici che sono ancora in buone condizioni
statiche si può ricorrere a puntellature di ritegno orizzontali, che collegano gli edifici sani a
quello dissestato rendendoli collaboranti.
136
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
140
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
8.4 TIRANTI
I tiranti, generalmente metallici, hanno grande efficacia nel consolidamento statico sia come
organi provvisori che, più frequentemente, come organi permanenti di presidio nei vari casi
di fatiscenza muraria.
1
Realizzata in ferro tondo, quadro o piatto.
141
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Si comprende quindi perché i tiranti vengono realizzati in ferro, che ha un coefficiente di
dilatazione molto alto e che è quindi in grado di allungarsi in modo soddisfacente.
142
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Sebbene i tiranti agiscano in modo localizzato, rispetto alla continuità della massa muraria,
essi assolvono una funzione molto importante perché permettono di intervenire in modo
economico e spesso risolutivo nei casi in cui non si possa agire direttamente sulla causa
dl dissesto.
APPROFONDIMENTO
La tirantatura di un muro di facciata può essere disposta in modo più omogeneo
realizzando una soletta di cemento armato (dello spessore di 4-5 cm) sopra il solaio in
corrispondenza del quale è necessario intervenire sul muro. L’armatura verrà prolungata
attraverso la muratura, con un interasse di 60-90 cm, e collegata ad una struttura
longitudinale metallica o in cemento armato, costruita all’interno di una predisposta traccia
esterna.
143
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
8.5 CERCHIATURE
144
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
8.6 FONDAZIONI
Gran parte dei dissesti non sismici degli edifici sono provocati dai cedimenti fondali. Tali
cedimenti possono essere provocati da diverse cause che occorre stabilire con esattezza
per intervenire con un consolidamento appropriato2.
1
Lo spessore dell’intonaco dovrà essere di almeno 3-4 cm, armato con rete elettrosaldata a maglia
quadrata da 15-20 cm e diametro di 6-8 mm.
2
Vedi il capitolo riguardante i cedimenti fondali.
145
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
La più grande difficoltà nella realizzazione di queste opere dette di sottofondazione consiste
nell’impossibilità di agire se non per piccoli tratti, detti sottocantieri. Infatti le strutture di
fondazione sono indispensabili per il sostegno del fabbricato e non si può assolutamente
effettuare uno scavo sotto di esse se non con particolari accorgimenti.
1
La numerazione dovrà essere tale che ciascun numero differisca almeno di due unità dai numeri
dei due cantieri adiacenti.
146
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
8.7 MURATURE
Questo metodo, valido per le fessure dovute a cedimenti fondali, non è utile nei casi in cui il
dissesto è dovuto alla pressoflessione o allo schiacciamento, perché la lesione
tenderebbe a riprodursi. Infatti in questi casi il dissesto è provocato da una insufficiente
sezione muraria.
Per risanare tali dissesti, oltre alla ricostruzione, è possibile intervenire con il placcaggio con
intonaco armato (già trattato precedentemente) o con l’iniezione di cemento all’interno della
massa muraria.
Le iniezioni servono soprattutto in quei casi in cui la muratura è molto degradata nei giunti
di malta, mentre la parte lapidea è intatta. Vediamo la procedura da seguire.
1
Si definisce sostruzione la muratura costruita per sostituire quella esistente, mediante graduali e
limitate demolizioni e successive ricostruzioni.
147
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Si procede sigillando il foro della prima iniezione e passando quindi alle successive.
1
Oltre alla malta di cemento, miscelata a svariati additivi, si usano anche le resine epossidiche o
prodotti bituminosi.
148
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
8.8 SOLAI
Il consolidamento dei solai riguarda non solo il solaio in sé, ma anche il collegamento tra il
solaio e la struttura portante che, se muraria, si avvantaggia non poco del contributo che i
solai sono in grado di fornire all’intera struttura in elevazione.
Nei solai privi di cordolo1 è facile che la muratura si infletta perché non collegata
efficacemente ai solai. In zona sismica, inoltre, tale collegamento è obbligatorio e fa parte
degli interventi di adeguamento delle vecchie costruzioni.
1
Si rammenta che il cordolo (di cemento armato) è una struttura alla quale il solaio è collegato e che
attraversa del tutto o in parte la muratura portante.
149
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Per ripristinare il giunto, occorre pertanto impedire lo sfilamento del solaio nelle due
direzioni (verso l’interno e verso l’esterno dell’edificio).
1
I metodi sono svariati, e si applicano solo in quei casi in cui le strutture si presentano
particolarmente interessanti sotto l’aspetto artistico ed architettonico.
150
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Il tipo di intervento descritto riduce come detto la spinta laterale ma non risolve il dissesto
della volta, infatti nei casi più frequenti di restauro non è più possibile cambiare la
configurazione geometrica degli archi o delle volte, che richiederebbe la completa
demolizione e ricostruzione.
1
Sezione della volta individuata da un arco di 30° sull’orizzontale.
151
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
La cappa avrà uno spessore di 4-5 cm, armata con rete elettrosaldata collegata con chiodi metallici
fissati all’estradosso della volta.
152
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Si ricorda che il copriferro è lo strato di calcestruzzo che riveste l’armatura. Per legge lo spessore
minimo è di 2.5 cm.
2
Il calcestruzzo o la malta di cemento sono inadatti perché il ritiro del nuovo materiale
distaccherebbe la parte ricostruita dalla parte originaria. Si usano perciò malte di cemento speciali in
grado di aderire perfettamente sia all’armatura che al calcestruzzo rimasto in sito.
153
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Si vedano la Circ. Min. LL.PP. del 30-7-81, n°21745: “Istruzioni relative alla normativa tecnica per la
riparazione ed il rafforzamento degli edifici in muratura danneggiati dal sisma” e la Circ. Min. LL.PP.
del 12-12-81, n°22120: “Istruzioni relative alla normativa tecnica per la riparazione ed il rafforzamento
degli edifici in cemento armato ed a struttura metallica danneggiati dal sisma”.
2
L’azione sismica è infatti proporzionale non solo alla massa ma anche all’altezza dal suolo della
massa stessa.
154
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
È sbagliato pensare che la demolizione per crollo sia più economica di quella effettuata
come descritto, cioè per scomposizione, perché non bisogna ignorare i costi aggiuntivi per
la protezione delle maestranze e degli edifici adiacenti. Infatti, il crollo non può essere
previsto in tutti i suoi aspetti e il rischio di danni alle persone e alle cose rende questa
modalità di demolizione controproducente sia in termini morali che economici.
Si descrivono di seguito, a titolo esemplificativo, le fasi da seguire per la demolizione di una
volta muraria:
• realizzazione di puntellature per contenere, in assenza della volta, la spinta laterale di
eventuali volte adiacenti;
• costruzione di una centinatura simile a quella che si sarebbe realizzata per la
costruzione della volta stessa;
• costruzione di un sottopalco di sicurezza
e di un palco superiore a servizio della
manodopera;
• demolizione e rimozione del pavimento, del relativo massetto e del riempimento della
volta;
• rimozione dei singoli elementi della volta, seguendo il procedimento inverso a quello
della costruzione.
Come si vede, il processo di demolizione è altrettanto complesso quanto quello della
costruzione. Non bisogna quindi sottovalutare l’importanza di questa pratica soprattutto,
come già detto, in funzione della sicurezza.
156
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Nel caso si formi un fontanazzo2 lo si può contenere con un piccolo argine che ne circondi lo
sbocco e consenta il formarsi di una contropressione che ne arresti il flusso. Dei fontanazzi
ci si accorge dall'intorbidamento delle acque nei pozzi, dall’incremento di deflusso di acque
torbide nei fossati, o dalla presenza di pozze d’acqua nei solchi dei campi arati.
Alle rotture per sfiancamento si rimedia stendendo sulle superfici deteriorate teloni in
plastica o adottando rinforzi costituiti da lastre in cemento armato o da rivestimenti in
pietra.
1
Durante le fasi di piena e prima del raggiungimento del livello massimo.
2
Una via d’acqua interna all’argine che progressivamente si allarga a causa del trascinamento delle
particelle di terreno e che causa una falla nell’argine.
3
Le dimensioni dei massi devono essere proporzionali alla velocità della corrente fluviale per
evitarne l’asportazione. Si possono anche adottare gabbioni metallici riempiti di pietrame.
157
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
158
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Negli edifici in acciaio, per esempio, la protezione dal fuoco è affidata a rivestimenti resistenti al
fuoco che rivestono ogni parte della struttura. In caso di incendio questi rivestimenti impediscono al
fuoco di raggiungere la struttura per il tempo necessario.
159
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
Il granito è composto da grani di materiale diverso, cementati tra loro. Uno dei componenti principali
è il quarzo, di aspetto vetroso.
160
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
L’acqua di idratazione molecolare è quella che è sempre presente all’interno del gesso, come
elemento costituente.
2
Gli inerti, derivati dalla frantumazione delle rocce, possono essere silicei, calcari, basaltici ecc.
3
La granulometria di un calcestruzzo rappresenta il contenuto degli inerti di varie dimensioni
(percentuale di grani da 3 cm di diametro, da 2 cm e così via).
161
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
APPROFONDIMENTO
Un esempio tipico degli effetti derivati da una diversa distribuzione di calore è lo
scorticamento della parte inferiore dei solai in latero-cemento in locali colpiti da un
incendio relativamente modesto: il rapido e violento aumento di temperatura che subiscono
le facce inferiori delle pignatte provoca in esse una forte dilatazione termica, mentre le
facce intermedie e superiori restano di dimensioni invariate.
1
Una struttura isostatica è tale quando il numero di vincoli che la sostiene è quello strettamente
necessario per il suo equilibrio: la conseguenza è che la struttura si può dilatare senza contrasti.
162
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
1
In questo caso la struttura si dice iperstatica.
163
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Per una prima analisi, condotta visivamente su strutture incendiate, possono essere utili le
indicazioni dei valori di resistenza a compressione in funzione del colore assunto dal
calcestruzzo e del suo aspetto superficiale.
Infatti, con il variare della temperatura dai 600 ai 1000°C il calcestruzzo assume diverse
colorazioni1 passando dal grigio chiaro al rosa, poi al grigio scuro, al fulvo ed infine al giallo.
Parallelamente, la sua superficie diventa sempre più porosa e friabile.
Mentre il calcestruzzo segue il suo processo di disgregazione, anche il ferro d’armatura
subisce la modifica della sua natura cristallina perdendo le sue caratteristiche meccaniche
fino a divenire plastico2. È importante individuare la temperatura alla quale, nelle armature
del cemento armato, si crea una tensione nell’acciaio tale da indurre un allungamento pari al
2 per mille (corrispondente al suo limite elastico) oltre il quale l’acciaio diventa plastico3.
Per gli acciai comunemente usati in edilizia la temperatura critica varia tra 500 e 550°C,
inferiore a quella del calcestruzzo, valutabile intorno ai 600°C.
1
Il cambiamento di colore è causato dalla modifica delle componenti chimiche del calcestruzzo.
2
L’acciaio nella fase plastica perde gran parte delle sue caratteristiche meccaniche: si pensi al filo di
ferro che subisce un trattamento di cottura per diventare più lavorabile.
3
Tale temperatura è definita temperatura critica.
164
COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
Per quanto riguarda l’aspetto globale di una struttura danneggiata dal fuoco, si nota che gli
elementi strutturali con alto rapporto di superficie esterna rispetto al volume hanno un
comportamento al fuoco peggiore di quelli massicci.
Ciò è dovuto al fatto che il calore penetra più facilmente fino a coinvolgere l’intero volume
se lo spessore è sottile, mentre il nucleo più profondo risulta protetto dagli strati più esterni
dove gli spessori sono elevati.
per le travi: 0,8 mm/minuto per l’estradosso ed i fianchi – 1,1 mm/minuto per
l’intradosso
per i pilastri: 0,7 mm/minuto per tutti i lati
1
Superiori alle temperature critiche dell’acciaio e del calcestruzzo.
2
Se ha cioè uno spessore minimo di 8-10 cm.
3
Tale periodo può essere pari a 30, 60, 90 o 120 minuti.
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COSTRUZIONI E DISSESTI STATICI
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1
Si tratta di trascrivere i dati geometrici e catastali dell’edificio danneggiato, oltre ai dati tipologici
della struttura portante.
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1
Questi lavori vanno sempre condotti sotto la direzione di un tecnico qualificato.
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1
Cioè concernente lo studio delle rocce.
2
Cioè relativo alla morfologia del terreno e delle sue stratificazioni, studiata sia attraverso
l’osservazione che per mezzo di indagini geologiche più approfondite (sondaggi, ecc.).
3
In particolare, sono ottimi strumenti le Tavolette in scala 1:25000 dell’Istituto Geografico Militare –
IGM.
4
Carte geologiche, geomorfologiche, ecc.
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