VENERDÌ 4 MAGGIO 2018 LA GAZZETTA DELLO SPORT
1995
di là delle ingiustizie, noi la
partita la stavamo vincendo e
forse senza cambiamenti alla
fine avremmo portato a casa la
vittoria».
SPALLETTI E ICARDI E’ una cri-
tica a Spalletti, certo, la stessa
rivolta al tecnico da tantissimi
spettatori del derby d’Italia. «La
SU DALBERT TERZINO DELL’INTER
QUI APPIANO GENTILE
Controlli per Gagliardini
Obiettivo la Lazio all’ultima
● Ieri mattina la squadra ha
iniziato la seduta in palestra.
Dopo una prima fase di
riscaldamento su cyclette, la
squadra di Luciano Spalletti si è
dedicata a esercizi aerobici. Una
volta sul campo, spazio a torello
e tattica a reparti; per chiudere
la sessione, svolta sotto gli occhi
del tifoso Alessandro Cattelan,
una partitella a campo ridotto
decisa dai gol di Perisic ed Eder.
Oggi appuntamento ad Appiano
Gentile ancora di mattina. Tutta
la squadra è disponibile per la
trasferta di Udine, eccetto
ovviamente Roberto Gagliardini.
Dal quale comunque arrivano
confortanti notizie. Ieri il
centrocampista è stato
sottoposto alle analisi di rito per
25
● L’anno in cui Massimo Moratti
acquista ufficialmente l’Inter.
Il padre Angelo era stato
il proprietario del club
dal 1955 al 1968
16
● I trofei di Moratti come
proprietario interista: 5 scudetti,
4 coppe Italia, 4 supercoppe
italiane, una Champions, una
Uefa e un Mondiale per Club
squadra ha fatto molto bene, in
dieci ha avuto orgoglio, corag-
gio, un bel gioco: l’allenatore
fin lì è stato molto bravo. Poi ci
sono state le vicende che posso-
no capitare in queste partite.
Mi dispiace perché stavamo
vincendo, forse tenendo gli
stessi giocatori avremmo vinto.
Il cambio di Icardi? Non sono
l’allenatore e ci saranno stati
tutti i motivi per farlo, ma agli
occhi di un tifoso quel cambio
ha tolto valore e carattere alla
squadra». Quindi Spalletti sot-
to processo? No, Moratti alla fi-
ne lo difende. «E’ bravissimo, al
di là della critica per sabato se-
ra, fatta da un tifoso. Cambiare
in questo momento non sareb-
be la cosa più giusta».
MOURINHO E MANCIO Cessio-
ne dei big in caso di quinto po-
sto? «Non lo so, forse non arri-
vano a fare questo. Dalbert? Su
di lui non c’era soltanto l’Inter.
Ad oggi non è stato valutato co-
sì bene, ma la proprietà ha por-
tato anche Cancelo e Rafinha,
che sono ottimi e che proverà a
tenere. Io a gennaio avrei preso
anche una punta. Lazio e Roma
hanno avuto continuità, pur
avendo le coppe. Ma forse quel-
le aiutano, invece che disturba-
re». La chiusura è dedicata a
due suoi tecnici, Mourinho e
Mancini: «Quella della macchi-
na del Real che lo aspettava
fuori dalla stadio è stata una
stupidaggine ma il giorno dopo
era a casa mia... Diciamo che
per il Triplete l’ho perdonato.
Mancini c.t.? Andrà benissimo
perché ha la voglia di farlo. Pro-
vai a prenderlo da giocatore,
ma per la Samp era incedibile».
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SCELTA CHE
FORSE HA UN
FUTURO, MA
SUNING HA
PORTATO GENTE
COME CANCELO
E RAFINHA
verificare lo stato di salute e ne
sono uscite indicazioni positive.
Lo staff medico interista lavora
comunque per averlo a
disposizione per la trasferta di
Roma dell’ultima giornata contro
la Lazio. Ovviamente se ci fosse
la necessità di una classifica
ancora da chiarire.
ABBONAMENTI Intanto da ieri è
aperta la campagna
abbonamenti per la prossima
stagione. La prima fase durerà
fino al 12 giugno compreso e
consentirà di rinnovare
l’abbonamento in essere o di
scegliere il posto nel settore che
si preferisce seguendo le
indicazioni sul sito dell’Inter.
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fL’INTERVISTA
IGOR TUDOR
«Io all’Udinese
perché lo merito
Il mio calcio:
amore, regole
possesso palla»
1Il nuovo allenatore dei bianconeri
«Spero Perisic non si scateni, ma io
a San Siro con l’Inter ho perso di rado
Ancelotti e Lippi il top, Zidane speciale»
Francesco Velluzzi
INVIATO A UDINE
I IGOR
gor Tudor ti fa quasi te-
nerezza quando candi-
damente ti dice: «Da
quando alleno, ogni espe-
rienza che vivo la faccio da
solo. E vivo molto male. Mia
moglie e i miei tre figli stan-
no a Spalato, vanno a scuo-
la, hanno 11, 9 anni e 13 me-
si. È la cosa più dura». Ma
lui ha scelto il calcio. Vive
per il calcio. E fare l’allena-
tore è quasi una rivincita su
una carriera finita troppo
presto: «Ho smesso a 30 an-
ni, ma le caviglie mi davano
troppi problemi e non pote-
vo giocare con le infiltrazio-
ni». Ti aspetti un gigante di
193 centimetri che quando
giocava nella Juve ringhia-
va eccome, uno con la faccia
da duro che ha già guidato
squadre nella sua Spalato,
in Grecia, in Turchia. Trovi
un uomo pacato, riflessivo,
molto gentile. Che si gioca
una grande chance: allena-
re in Italia, in Serie A, al-
l’Udinese che deve per forza
salvare. «La Serie A ha anco-
ra il suo fascino, enorme. Se
vieni ad allenare qui, puoi
allenare ovunque. E non sie-
te messi così male, la Roma
è arrivata a un passo dalla
finale di Champions».
Lei, invece, come è arrivato a
Udine?
«È successo tutto molto in
fretta. In un giorno. Il mio
agente Anthony Seric mi ha
chiamato e sono venuto a
fare una chiacchierata con i
Pozzo. Bisognerebbe chie-
dere a loro perché hanno
scelto me, ma penso perché
sono bravo».
E pure sfortunato: a dicem-
bre è finita la sua avventura
al Galatasaray... Quasi senza
un perché.
«Ho fatto 14 partite. Dopo
l’esperienza precedente al
Karabükspor. Per 12 gare
sono stato primo, per 2 se-
condo a un punto dalla pri-
ma. Hanno deciso di far tor-
nare Terim. Non ci sono tan-
te spiegazioni, lì va così».
Perché ha scelto di allenare?
«Dopo aver smesso, mi
mancava l’adrenalina, sono
andato dai dirigenti del-
L'IDENTIKIT
TUDOR
NATO A SPALATO (CROAZIA)
IL 16 APRILE 1978
ALLENATORE UDINESE
CALCIATORE RITIRATO NEL 2008
Difensore ma anche
centrocampista, Igor Tudor
inizia nell’Hajduk Spalato e nel
1998 passa alla Juventus, con cui
vince 2 scudetti, 2 Supercoppe
italiane, l’Intertoto del 1999. Ha
partecipato senza giocare, a
causa di un infortunio, alla
stagione in B dei bianconeri. Nel
2005-06 è al Siena. Nel 2007-08
ritorna in patria, all’Hajduk, ma
i continui malanni lo convincono
a smettere con il calcio giocato.
Con la nazionale croata si è
conquistato il terzo posto al
Mondiale francese del 1998.
La carriera da allenatore inizia
«in casa», all’Hajduk, nel 2009
come assistente. Poi le prime
esperienze estere con Paok,
Karabükspor e Galatasaray.
ERO 2° MA IL
GALATASARAY HA
RICHIAMATO TERIM
LÌ FUNZIONA COSÌ...
LO SFOTTÒ DI
TOTTI? SE LO
RIVEDO LO BACIO,
LUI TRA I PIÙ FORTI
IGOR TUDOR
ALLENATORE UDINESE
l’Hajduk Spalato. Mi hanno of- ha molto migliorato Brozovic.
ferto l’Under 16, ho provato e Perisic spero non si scateni
ho capito che mi piaceva. Ho contro di noi. Rispettiamo l’In-
fatto anche da assistente a Reja ter, ma proviamo a giocarcela.
in prima squadra. E ho fatto La motivazione viene da sola. E
tutti i corsi». io quando entravo a San Siro
pensavo sempre che fosse il
La sua idea di gioco? top. Ci perdevo raramente con
«Da ex difensore, dico che cer- loro».
co di attaccare, di essere pro-
positivo. La differenza oggi la Che ricordi ha della Juve, sente
fa avere un’idea e cercare di ancora qualcuno e perché ha
trasmetterla a chi alleni. Sono scelto Iuliano come vice?
contrario al lancio lungo del «Siamo rimasti in contatto, co-
centrale, tendo a giocarla». me con Montero. Difficile non
volergli bene e poi serviva uno
Ha imparato più da Lippi o da che parla italiano. Non potevo
Ancelotti? portarmi per poche partite lo
«A Lippi devo tantissimo. Mi ha staff croato. Alla Juve ho se-
fatto fare tre ruoli, difensore, gnato il gol più importante del-
terzino e centrocampista. Io la carriera al Deportivo (2003,
nasco in mezzo. Lui e Ancelotti che qualificò la Juve ai quarti,
sono super umanamente». ndr) e sono diventato uomo. E
il segreto era uno solo: le per-
Che esperienza è stata in Gre- sone giuste al posto giusto».
cia al Paok Salonicco?
«Ho avuto il pre- Lei, in un’intervi-
sidente russo sta ha parlato be-
Ivan Savvidis, IL CURRICULUM ne di Luciano
55
quello che è en-
trato in campo
Moggi.
«Da dirigente,
con la pistola.
Comunque non
quando giocavo,
è stato bravo. Ma
ho avuto tanti non l’ho più sen-
problemi, lui vo- Le gare di Tudor
leva rompere con la Croazia
tito».
l’egemonia del-
l ’ O l y mp i a c o s , tra il 1997 e il 2006
Che ricordo ave-
va dell’Italia?
era impossibile In nazionale «Penne, gamberi
per vari motivi. ha segnato 3 gol e zucchine da
Tornerò que- Angelino a Tori-
st’estate al matrimonio dell’ad- no. Mi ha regalato pure le pa-
detto stampa». delle per farle in Croazia e mia
moglie una volta a settimana fa
La Turchia? quella pasta. Amo l’Italia, con
«Bellissima. Hanno fatto inve- la famiglia due volte all’anno
stimenti importanti, costruito vengo a Roma».
una decina di stadi nuovi».
Le devo ricordare quelle quat-
Parliamo della sua Croazia che tro dita che le fece Totti...
ha attraversato l’era Suker, «Cose da campo, di 20 anni fa.
l’era Boban e ora quella dei Mo- Se resto qui il prossimo anno e
dric, Mandzukic, Perisic, Brozo- gioco contro la Roma, quando
vic. Come la vede al Mondiale? lo vedo gli do un bacio. Totti è
«Per me è una delle prime cin- uno dei più forti di sempre».
que, ma tutto dipende dall’al-
lenatore, è lui che fa la diffe- E il più forte?
renza». «Zidane. Lui era il calcio. Lo ve-
devi in allenamento e ti chiede-
I ragazzi che allena ora all’Udi- vi come riuscisse a fare certe
nese, Balic e Perica, hanno qual- cose».
che possibilità?
«Difficile. Ma Balic è un ragaz- Tudor, l’Udinese come si salva?
zo che può crescere, ha talen- «Facendo punti. Ha grande po-
to, personalità, è un 1997 che tenziale, soffre un po’ la pres-
sta giocando in A, non è poco». sione ma a Benevento ho visto
una squadra che voleva andare
Domenica con l’Inter è una bella a colpire. I giocatori sono come
sfida di croati... i bambini: devi dar loro amore
«L’Inter è forte, ha un grande e disciplina».
allenatore come Spalletti che © RIPRODUZIONE RISERVATA