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MASTER CONTENZIOSO TRIBUTARIO

LE IMPUGNAZIONI
Trento, 21-22 dicembre 2015
SEAC CEFOR SRL

a cura del dott. Roberto Lunelli e dellavv. Andrea Missoni

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 1


PAGINE

NOVIT DEL D.LGS. 156/2015 3-5

ANALISI DELLA SENTENZA 6-7

LE IMPUGNAZIONI 8-0

I TERMINI 9-10

IL GIUDIZIO DI APPELLO 11-29

LA TUTELA CAUTELARE DAL GIUDICE DI APPELLO E LA


30-39
ESECUTIVIT IMMEDIATA DELLE SENTENZE TRIBUTARIE

LA CONCILIAZIONE NEL GIUDIZIO DI APPELLO 40-47

IL RICORSO PER CASSAZIONE 48-57


a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 1
NOVITA
del D.Lgs. 156/2015

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 3


Novit riguardanti sia il giudizio di I grado che il giudizio di appello :
innalzamento della soglia di valore (da 2.582,28 a 3.000,00) delle
controversie in relazione alle quali il contribuente pu stare in giudizio
anche personalmente e ampliamento delle categorie dei soggetti
abilitati alla difesa dei contribuenti dinanzi alle Commissioni tributarie
(con linserimento dei dipendenti dei CAF limitatamente alle
controversie scaturenti da adempimenti posti in essere dagli stessi CAF);
ampliamento dellutilizzazione della posta elettronica certificata per le
comunicazioni e notificazioni;

rafforzamento del principio della soccombenza ai fini della condanna


alle spese del giudizio (ora prevista anche per la fase cautelare).

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Novit riguardanti, in particolare, il giudizio di appello:

previsione della esecutivit immediata delle sentenze emesse dalle


Commissioni tributarie, fermo restando il meccanismo della riscossione
frazionata previsto dallart. 68 del D.Lgs. 546/1992 in relazione a
processi derivanti dalla impugnazione di atti impositivi (in senso
stretto);

estensione della tutela cautelare a tutte le fasi del processo;

applicazione dellistituto della conciliazione anche al giudizio di appello.

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Ai fini della impugnazione della sentenza, valutare:
eventuali vizi di nullit
la sufficienza e coerenza della motivazione
la corrispondenza tra dispositivo e motivazione
la applicazione del principio di corrispondenza tra chiesto e
pronunciato
eventuali omissioni della pronuncia su questioni ed eccezioni
decisive della controversia
linteresse ad appellare

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Spunti operativi

richiesta copia integrale della sentenza (non accontentarsi del


dispositivo)

lettura scrupolosa del testo della sentenza

verifica aspetti formali

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LE IMPUGNAZIONI (artt. 49 50)

Strumento giuridico che consente alla parte soccombente di


Definizione rimuovere gli effetti pregiudizievoli che potrebbero derivarle da una
sentenza sfavorevole.
Norme Sono applicabili le norme del c.p.c., fatte salve le disposizioni speciali
applicabili previste dal Decreto sul contenzioso tributario.
Possono essere impugnati solo i provvedimenti di contenuto
Presupposti
decisorio.
Linteresse alla impugnazione discende dalla soccombenza.
Interesse
Le impugnazioni sono soggette alla iniziativa di parte.
I mezzi di impugnazione sono:
1) lappello alla Commissione tributaria regionale avverso le
sentenze della Commissione tributaria provinciale;
2) il ricorso per Cassazione avverso le sentenze della Commissione
Mezzi
tributaria regionale;
3) il ricorso per revocazione, che costituisce un mezzo straordinario
di impugnazione, consentito solo nei casi previsti dallart. 395
c.p.c. (es.: dolo della parte).
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I TERMINI (art. 51)

Limpugnazione deve essere esercitata entro termini che sono perentori;


per cui se il relativo potere non viene esercitato, la sentenza acquista
autorit di cosa giudicata.

Nel caso di
* sentenza notificata:
il termine di impugnazione di 60 giorni decorrenti dalla data di notifica
della sentenza (termine breve);

* sentenza non notificata:


il termine (art. 327 c.p.c.) originariamente di un anno, stato ridotto
(dallart. 58, co. 1, della L. 69/2009) per i giudizi instaurati dopo la data
di entrata in vigore della legge (dopo il 4 e cio dal 5 luglio 2009), a sei
mesi, decorrenti dalla data della pubblicazione della sentenza della
Commissione tributaria (termine lungo).

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I TERMINI (art. 51)

Sia il termine breve che quello lungo devono essere conteggiati


tenendo conto del periodo di sospensione feriale
(1 agosto 31 agosto di ogni anno),

Nel caso di sovrapposizione del termine breve e di quello lungo


prevale questultimo.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

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IL GIUDIZIO DI APPELLO (artt. 52 e 61)

Lappello il mezzo di impugnazione delle sentenze della Commissione


Definizione
tributaria provinciale.

In appello: sono applicabili le regole proprie del procedimento di I grado,


se compatibili con le norme che regolano il giudizio di appello e le norme
del c.p.c., secondo la regola gi indicata per le impugnazioni in generale.
Norme A partire dal 1 gennaio 2016, anche al giudizio dappello si applicano le
applicabili norme relative alla sospensione dellesecuzione dellatto impugnato
(art. 47/546) alla conciliazione giudiziale (artt. 48 48-bis e 48-ter/546)
e le parti del processo di appello possono chiedere la sospensione degli
effetti della sentenza di I grado.

totale: tutte le domande sono state respinte.


Soccombenza
Presupposti
nel I grado di giudizio parziale: alcune domande (anche preliminari)
sono state respinte, per cui alcune risultano
essere state accolte.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO
CONTENUTO DELLATTO DI APPELLO (art. 53)
Latto di appello deve a pena di inammissibilit indicare
1) Commissione tributaria regionale cui diretto
2) Appellante (cognome e nome della persona fisica o ragione/denominazione
della Societ o dellEnte o dellUfficio), e appellato: cio la o le parti nei cui
confronti proposto lappello (in tutti gli atti introduttivi di un giudizio () e
in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati, le generalit complete
della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il
codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio: cfr.
art. 23, co. 50, D.L. 98/2011)
3) Estremi della sentenza impugnata
4) Esposizione sommaria dei fatti
5) Oggetto della domanda
6) Motivi specifici dellimpugnazione
Sottoscrizione (sia sulloriginale che sulle copie), del difensore dellappellante
(o dallappellante stesso nei casi in cui pu stare in giudizio personalmente)
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IL GIUDIZIO DI APPELLO

CONTRIBUTO UNIFICATO (artt. 53 e 54)


Per gli appelli principale e incidentale proposti avanti alle Commissioni
tributarie regionali dovuto in luogo dellimposta di bollo precedentemente
prevista il contributo unificato, determinato a scaglioni in base al valore della
lite [cfr. art. 37, co. 6, lett. t), D.L. 98/2011].
Nel caso di controversie di valore indeterminabile, il contributo unificato dovuto
nella misura di 120,00 euro [cfr. art. 13, co. 6-quater, D.P.R. 115/2002, modificato
dallart. 2, co. 35-bis, lett. l), D.L. 138/2011, conv. in L. 148/2011].
Il valore della lite deve risultare da apposita dichiarazione resa dalla parte nelle
conclusioni del ricorso [cfr. art. 14, co. 3-bis, D.P.R. 115/2002, modificato dallart.
37, co. 6, lett. u), D.L. 98/2011].
Se manca tale dichiarazione, il processo si presume di valore superiore a
200.000,00 euro [cfr. art. 13, co. 6, D.P.R. 115/2002, modificato dallart. 2, co. 35-
bis lett. i), D.L. 138/2011].

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

CONTENUTO DELL APPELLO (art. 53)


Nellatto di appello e, in generale, in tutti gli atti di prima difesa deve essere
indicato anche il codice fiscale del difensore del contribuente (cfr. art. 23, co. 50).
La omessa indicazione di tale dato punita con la sanzione amministrativa da
103,00 euro a 2.065,00 euro (cfr. art. 20, D.Lgs. 473/1997) ma non comporta la
irricevibilit dellatto (in senso contrario: cfr. C.A.E. 41/2011).
Il difensore, inoltre, deve indicare negli atti processuali il proprio indirizzo di posta
elettronica certificata (PEC) e il proprio recapito fax.
La omessa indicazione di tali dati comporta laumento della met del contributo
unificato dovuto e la stessa sanzione prevista se non viene indicato il codice
fiscale della parte [cfr. art. 13, co. 3-bis, D.P.R. 115/2002, modificato dallart. 37,
co. 6, lett. q), D.L. 98/2011].
Infine, stato introdotto anche lobbligo di inserire lindirizzo PEC del ricorrente, ma la
relativa omissione non produce n la inammissibilit dellatto (cfr. art. 2, co. 35-
quater, D.L. 138/2011, conv. in L. 148/2011), n (altra) specifica sanzione. Se il
ricorrente non dispone di PEC (es. persona fisica privata), opportuno segnalarlo (al
fine di evitare di incorrere nella violazione di una disposizione legislativa, ancorch
non sanzionata).
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IL GIUDIZIO DI APPELLO

NOTA DI ISCRIZIONE A RUOLO (artt. 53 e 54)


Con la modifica al co. 1 dellart. 22, D.Lgs. 546/1992 (richiamato
dallart. 53, co. 2, del medesimo decreto), si introdotto lobbligo
allatto della costituzione in giudizio di depositare la nota di
iscrizione al ruolo, contenente lindicazione delle parti, del difensore
che si costituisce, dellatto impugnato, della materia del contendere,
del valore della controversia e della data di notificazione del ricorso
(art. 2, co. 35-quater, D.L. 138/2011, conv. in L. 148/2011).

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

MOTIVI DI APPELLO (art. 53)

I motivi dellappello
devono riguardare la sentenza impugnata e non lavviso di accertamento o
latto che stato impugnato in I grado;
devono essere oggetto, a pena di inammissibilit dellappello, di specifica
enunciazione, nel senso che dal contenuto dellatto si devono individuare
esattamente i limiti della devoluzione.
Leffetto devolutivo dellappello consiste, infatti, nella preclusione dellesame
da parte del giudice di quei punti della sentenza non specificatamente
impugnati, rispetto ai quali la sentenza stessa diviene definitiva (cio passa
in giudicato).

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

MOTIVI DI APPELLO (art. 53)

Nel redigere latto,


necessario:
a) riassumere i fatti e lo svolgimento del processo;
b) formulare censure puntuali sulle singole parti della decisione che si
intendono contestare, corredando le stesse con una specifica domanda;
bisogna evitare:
a) il mero richiamo ai motivi gi esposti in I grado;
b) il rinvio generico alle difese svolte in I grado;
c) il generico richiamo al difetto di motivazione.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO
VIZI DELLAPPELLO (art. 53)
IPOTESI DI INAMMISSIBILIT
Lappello inammissibile non solo quando
manca o assolutamente incerta una delle indicazioni di cui sopra
non sottoscritto in ogni esemplare
ma anche quando
o basato solo su motivi processuali, salvo che laccoglimento di tali
motivi comporti la rimessione della lite in I grado ai sensi dellart. 59,
D.Lgs. 546/1992 (es. nel caso di omessa instaurazione del
contraddittorio in I grado);
o sussiste difformit rilevante tra la copia e loriginale dellappello.

IPOTESI DI IRREGOLARIT
mancanza della dichiarazione di conformit

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APPELLO DEL CONTRIBUENTE

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IL GIUDIZIO DI APPELLO
MODALITA DI PROPOSIZIONE DELLAPPELLO (art. 53)
Lappello va proposto nei confronti di tutte le parti che hanno partecipato al
giudizio di I grado entro il termine perentorio
- di 60 giorni dalla notifica della sentenza (termine breve)
- entro sei mesi e (31 giorni) dalla pubblicazione della sentenza (termine lungo)
con le stesse modalit di proposizione del ricorso in I grado:
notifica, in doppio originale, in carta libera, allUfficio tributario o allEnte
locale o allAgente della riscossione tramite Ufficiale giudiziario;
spedizione, in originale, in carta libera o in plico senza busta raccomandata
A.R. allUfficio tributario o allEnte impositore locale o allAgente della
riscossione;
consegna diretta, in originale, alladdetto dellUfficio tributario o dellEnte
impositore locale, che ne rilascia ricevuta o con un timbro sulla copia (in carta
semplice) dellatto che viene restituita o con un documento separato.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO
COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DELLAPPELLANTE (art. 53)
Lappellante per costituirsi in giudizio deve, a pena di inammissibilit,
depositare entro 30 giorni dalla proposizione dellappello, loriginale (se
la notificazione avvenuta tramite Ufficiale giudiziario) o copia dichiarata
conforme (negli altri due casi) dellatto di appello.
In questi due casi, lappellante dovr dichiarare la conformit tra atto
depositato in Segreteria e atto consegnato alla controparte.

Il termine di 30 giorni
va calcolato senza conteggiare il giorno iniziale e computando il
giorno finale;
decorre dalla data dellultima notificazione, nellipotesi di
notificazione dellappello a pi soggetti destinatari.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO
COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DELLAPPELLANTE (art. 53)
Lappellante deposita (o spedisce in plico senza busta raccomandata A.R.), presso la
Segreteria della C.T.R. (o C.T. di II grado)
originale dellatto di appello
se latto di appello stato notificato a mezzo Ufficiale giudiziario
copia dellatto di appello (contenente la dichiarazione di conformit) spedito alla
controparte, insieme con la fotocopia della ricevuta della raccomandata A.R. (e, se
possibile, della cartolina di ritorno)
se latto di appello stato spedito a mezzo posta
copia dellatto di appello (contenente la dichiarazione di conformit) consegnato
alla controparte, insieme con la fotocopia della ricevuta di consegna diretta
se latto di appello stato proposto con consegna diretta
N.B. La mancata produzione dell'avviso di ricevimento del piego raccomandato notificato per posta non integra
un'ipotesi di nullit della notificazione, non essendo, l'avviso detto, elemento costitutivo del procedimento
notificatorio. La mancata produzione (o il mancato rinvenimento) rileva ai fini della prova del perfezionamento della
notificazione. Consegue che, ove l'appellante non produca, dinanzi alla Commissione tributaria regionale, il
documento comprovante l'avvenuto perfezionamento della notificazione (), legittimamente la Commissione
dichiara l'inammissibilit dell'appello. N tenuta ad accordare d'ufficio all'appellante un termine per integrare la
documentazione mancante (cfr. Cass. Sent. 02.08.2011, n. 16905).

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DELLAPPELLATO E APPELLO INCIDENTALE (art. 54)


La parte nei cui confronti stato proposto lappello, se intende assumere
un ruolo attivo nel giudizio, deve costituirsi nel termine di 60 giorni,
decorrenti dalla notifica dellappello.

La costituzione si effettua mediante il deposito presso la Segreteria


della Commissione tributaria adta del proprio fascicolo contenente le
controdeduzioni e i documenti, con le modalit previste in I grado e in
tante copie quante sono le parti in giudizio.

Lappellato pu costituirsi anche tardivamente.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DELLAPPELLATO E APPELLO INCIDENTALE (art. 54)


Lappellato pu proporre, nel rispetto delle stesse modalit e degli stessi
termini di cui allart. 23, con lo stesso atto di controdeduzione, appello
incidentale, in tante copie quante sono le parti in giudizio, unitamente al
proprio fascicolo.
Lappello incidentale pu essere proposto soltanto da chi vi abbia interesse,
che potr sussistere solo se e nei limiti in cui la parte sia rimasta
soccombente: pertanto, la parte che abbia interesse alla conferma della
sentenza impugnata non potr proporre appello incidentale.
Lappello incidentale deve essere proposto entro il termine perentorio di 60
giorni dalla notifica dellappello principale.

N.B. Si ricorda che se dalla proposizione dellappello incidentale deriva un aumento di valore della lite
instaurata dallappellante in via principale, si applica il contributo unificato; nel caso di appello
incidentale per limpugnazione di questioni preliminari (ad es. decadenza dellUfficio o difetto di
motivazione) lindicazione delle Segreterie delle Commissioni tributarie regionali di pagare il
contributo unificato minimo (di 30,00).

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

QUESTIONI ED ECCEZIONI NON RIPROPOSTE (art. 56)


Le questioni ed eccezioni non accolte nella sentenza della
Commissione tributaria provinciale che non vengono specificamente
riproposte in appello, si considerano rinunciate (cfr.
Cass. 09.01.2009, n. 238).

Le questioni ed eccezioni assorbite dalla sentenza, in ipotesi


favorevole, possono essere fatte valere dalla parte appellata solo
se riproposte nel giudizio di appello.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO

DOMANDE ED ECCEZIONI NUOVE IN APPELLO (art. 57)

Nel giudizio dappello vige il divieto di proporre domande nuove, che


non siano, cio, gi state sottoposte al vaglio dei primi giudici (principio
del doppio grado di giudizio).

Per domanda nuova si intende una causa petendi diversa da


quella/quelle prospettata/e in I grado.
, invece, rituale la richiesta (avanzata con lappello) degli interessi
maturati dopo la sentenza impugnata.

In appello non possono proporsi eccezioni nuove, anche se fondate su


fatti avvenuti successivamente al giudizio di I grado, salvo quelle
rilevabili dufficio.

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IL GIUDIZIO DI APPELLO
PROVE E DOCUMENTI IN APPELLO (art. 58)
La Commissione tributaria regionale (o la C.T. di II grado) non pu disporre
nuove prove, salvo
che non le ritenga necessarie ai fini della decisione;
che la parte dimostri di non averle fornite nel precedente grado di giudizio per
causa ad essa non imputabile.

consentita alle parti la produzione, in appello, di nuovi documenti, nellambito,


per, della materia del contendere che si definita in I grado.
In questo caso non opera il divieto della novit (previsto per gli altri mezzi di
prova) e, pertanto, non richiesto il requisito dellimpossibilit per linteressato,
di produrre i documenti nel corso del giudizio di I grado per causa a lui non
imputabile.
Nel processo tributario, mentre prove ulteriori, rispetto a quelle gi acquisite nel
giudizio di I grado, non possono essere disposte in appello, salvo che la parte
dimostri di non averle potute fornire nel precedente grado di giudizio, i documenti
possono essere liberamente prodotti anche in sede di gravame, ancorch
preesistenti al giudizio svoltosi in I grado (cfr. Cass. 09.01.2009, n. 232).
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IL GIUDIZIO DI APPELLO
REQUISITI DELLA SENTENZA E POSSIBILI - MOTIVI DI RICORSO
La sentenza di appello
una sentenza DI MERITO
SI SOSTITUISCE a quella di I grado
deve essere MOTIVATA, cio dare conto delle ragioni della decisione, per cui
non pu ricondursi acriticamente al contenuto della sentenza di I grado
non pu essere motivata per relationem ad altre pronunce; va per rilevato
che la motivazione per relationem della sentenza pronunziata in sede di
gravame legittima purch il giudice di appello, facendo proprie le
argomentazioni del primo giudice, esprima sia pur sinteticamente le ragioni
della conferma della pronunzia in relazione ai motivi di impugnazione
proposti, in modo che il percorso argomentativo desumibile attraverso la parte
motiva delle due sentenze risulti appagante e corretto; sicch deve essere
cassata la sentenza d'appello quando la laconicit della motivazione adottata,
formulata in termini di mera adesione, non consenta in alcun modo di ritenere
che alla affermazione di condivisione del giudizio di I grado il giudice di
appello sia pervenuto attraverso l'esame e la valutazione di infondatezza dei
motivi di impugnazione (cfr. Cass. 30.04.2010, n. 10490).
a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 29
LA TUTELA CAUTELARE
DAL GIUDICE DI APPELLO
E
LA ESECUTIVIT IMMEDIATA
DELLE SENTENZE TRIBUTARIE

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 30


LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

Nuove disposizioni in materia di esecutivit


delle sentenze delle Commissioni tributarie
(in vigore dal 1 giugno 2016)

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 31


LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

Il nuovo art. 67-bis (Esecuzione provvisoria) prevede che:

LE SENTENZE EMESSE DALLE COMMISSIONI TRIBUTARIE SONO ESECUTIVE


SECONDO QUANTO PREVISTO DAL PRESENTE CAPO

(il Capo IV del Titolo II del D.Lgs. 546/1992 che va dallart. 67-bis allart. 70)

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 32


LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

Lespresso rinvio alle sentenze disciplinate nel Capo IV


LIMITA
lapplicazione del principio della esecutivit immediata a:
a) sentenze aventi ad oggetto limpugnazione di un atto impositivo
(tranne gli atti per i quali prevista la riscossione frazionata di cui
allart. 68 del Decreto);

b) sentenze aventi ad oggetto il diniego (espresso o tacito) alla


restituzione di tributi;

c) sentenze aventi ad oggetto atti relativi ad operazioni catastali.

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LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

SENTENZE NON IMMEDIATAMENTE ESECUTIVE


per le quali lefficacia subordinata al passaggio in giudicato

Quelle non disciplinate dal Capo IV: ad es., sulla qualifica di


ONLUS ovvero su esenzioni fiscali.

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LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

La scelta di lasciare inalterato il meccanismo della riscossione


frazionata del tributo previsto dallart. 68 del Decreto e la
immediata efficacia riscossiva degli altri atti impositivi impugnabili
davanti alle Commissioni tributarie (ad es., iscrizioni a ruolo ex art.
36-bis e ter/600 e 54-bis/632) di fatto comporta che la novit della
IMMEDIATA ESECUTIVIT riguardi essenzialmente le sentenze di
condanna in favore del contribuente (mentre attualmente e fino al
1 giugno 2016 lesecutivit per tali pronunce si realizza solo con il
giudicato).

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 35


LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

Anche per le sentenze di condanna in favore del contribuente il


pagamento, da parte dellUfficio, di quanto dovuto in base ad esse
subordinato ad una IDONEA GARANZIA (il cui onere graver comunque
sulla parte che risulter definitivamente soccombente nel giudizio e che il
contribuente sar libero di non fornire, decidendo di attendere il
giudicato)
con le seguenti ECCEZIONI:
pagamenti di somme fino a 10.000;
restituzione delle somme pagate in corso di causa, a norma dellart. 68,
comma 2, del Decreto (qualunque sia limporto).

IN DEFINITIVA: in questi due soli casi (oltre che per le controversie


catastali) lesecutivit della sentenza sar incondizionata.

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 36


LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

MODALIT DI ESECUZIONE DELLA SENTENZA

Per dare esecuzione alle sentenze tributarie pu essere utilizzato


esclusivamente il giudizio di ottemperanza disciplinato nellart. 70
del Decreto (dal 1 gennaio 2016 non dunque possibile applicare
le norme del codice di procedura civile per lesecuzione forzata
delle sentenze di condanna).

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 37


LA ESECUTIVITA IMMEDIATA

Quando si pu richiedere lottemperanza :

per lesecuzione delle sentenze passate in giudicato;


per lesecuzione delle sentenze anche solo esecutive;
per ottenere il rimborso delle somme da restituire al
contribuente ai sensi dellart. 68 comma 2 del Decreto.

Si inoltre previsto che per i rimborsi fino a 10.000 e quelli relativi alle spese di
lite, la Commissione operi in sede di ottemperanza non collegialmente, ma come
giudice monocratico (data la relativa semplicit della esecuzione della sentenza,
in cui non necessaria neppure la garanzia).

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 38


LA TUTELA CAUTELARE DAL GIUDICE DI APPELLO

La tutela cautelare stata estesa a tutte le fasi del processo, codificando la


giurisprudenza che da qualche anno laveva ritenuta pienamente ammissibile.
ora previsto:

a) che il contribuente pu chiedere la sospensione dellatto impugnato in


presenza di un danno grave ed irreparabile sia dopo la sentenza di I grado
(art. 52/546) che dopo quella di appello (art. 62/546);

b) che le parti che impugnano in appello e per cassazione possono chiedere la


sospensione degli effetti della sentenza sia di primo grado (se sussistono
gravi e fondati motivi) che di appello (allo scopo di evitare un danno grave
e irreparabile), analogamente a quanto previsto nel c.p.c. (rispettivamente
nellart. 283 e nellart. 373);

c) che il giudice possa subordinare i provvedimenti cautelari ad idonea


garanzia, la cui disciplina di dettaglio rimessa a un D.M..

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 39


LA CONCILIAZIONE
(NEL GIUDIZIO DI APPELLO)

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 40


LA CONCILIAZIONE

NOVITA DEL D.LGS. 156/2015

La conciliazione stata estesa anche al giudizio di appello

La relativa disciplina stata modificata allo scopo di eliminare


dubbi interpretativi e di includere accordi che prevedono
pagamenti a favore del contribuente (nelle controversie sui
rimborsi)

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 41


LA CONCILIAZIONE

IN GENERALE
Istituto endoprocessuale e incidentale che consente di estinguere,
totalmente o parzialmente, una lite gi instaurata tra contribuente e
Definizione Amministrazione finanziaria, attraverso un atto di natura transattiva,
diretto a ridefinire le pretese impositive e le conseguenti sanzioni,
ricalcolate sulla imposta conciliata.
Ricorrente / Appellante
Ambito Resistente / Appellante
soggettivo N.B. Non pi previsto che la Commissione tributaria esperisca dufficio il tentativo
di conciliazione.

Tutte le controversie devolute alla giurisdizione tributaria, comprese quelle


Ambito
oggetto del procedimento di reclamo/mediazione di cui allart. 17-bis, D.Lgs.
oggettivo
546/1992
Tutta la durata del giudizio di merito e, quindi:
Ambito 1) in I grado, davanti alla C.T.P. (con sanzioni ridotte al 40% del minimo);
temporale 2) in appello, davanti alla C.T.R. (con sanzioni ridotte al 50% del minimo);
finch la causa non va in decisione

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 42


LA CONCILIAZIONE

TIPOLOGIE
Conciliazione FUORI UDIENZA - ART. 48
Le parti, se raggiungono laccordo, presentano istanza congiunta contenente i termini
dellaccordo (anche se la legge non lo precisa), e sottoscritta da entrambe per la
definizione totale o parziale della controversia
Accertate le condizioni di ammissibilit,
se la data della udienza gi fissata, la C.T.P. o la C.T.R. pronuncia:
sentenza di cessazione della materia del contendere se la conciliazione totale;
ordinanza, se la conciliazione parziale (e il processo prosegue per la parte non
conciliata);
se la data della udienza non fissata, il Presidente provvede con decreto.
Conciliazione IN UDIENZA - Art. 48-bis
Ciascuna delle parti, fino a 10 giorni liberi prima della data di trattazione, pu presentare alla
Commissione tributaria istanza di conciliazione totale o parziale.
Se sussistono le condizioni di ammissibilit, la Commissione tributaria, invita le parti alla
conciliazione nel corso della stessa udienza o, se lo ritiene necessario, rinvia la causa alla
successiva udienza per il perfezionamento dellaccordo conciliativo.

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 43


LA CONCILIAZIONE

PERFEZIONAMENTO
conciliazione fuori udienza SOTTOSCRIZIONE dellaccordo.
Laccordo costituisce titolo per la riscossione delle
somme dovute allente impositore e per il
pagamento di quelle dovute al contribuente.

conciliazione in udienza REDAZIONE del processo verbale di conciliazione.


Il processo verbale costituisce titolo per la
riscossione delle somme dovute allente
impositore e per il pagamento di quelle dovute al
contribuente.

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LA CONCILIAZIONE

MODALITA DI PAGAMENTO
dalla data di sottoscrizione dellaccordo (fuori udienza)
Entro 20 giorni
dalla redazione del processo verbale (in udienza)

Unica soluzione

Come 8 rate, se le somme dovute non superano 50.000,00


Rateizzazione
16 rate, se le somme dovute superano 50.000,00

N.B. In caso di rateizzazione, la scadenza delle rate trimestrali di pari importo fissata entro lultimo
giorno di ciascun trimestre; e sulle rate successive sono dovuti gli interessi al tasso legale.

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LA CONCILIAZIONE

MODALITA DI PAGAMENTO

Il mancato pagamento:
delle somme dovute, ovvero
di una delle rate, compresa la prima, entro il termine di pagamento di quella
successiva,
non impedisce (pi) il perfezionamento della procedura, ma comporta
la iscrizione a ruolo dei residui importi dovuti a titolo di imposta, interessi e
sanzioni, e della sanzione ex art. 13/471 aumentata della met (45%), applicata sul
residuo importo dovuto a titolo di imposta; e
la decadenza dal beneficio della rateazione (in caso di dilazione nei
versamenti).
Si applica la disciplina del lieve inadempimento nei versamenti, dato che lart.
48-ter richiama lart. 8, D.Lgs. 218/1997, che, a sua volta, richiama, lart. 15-ter,
D.P.R. 602/1973.

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LA CONCILIAZIONE

EFFETTI
al 40% del minimo di legge, nel I grado di giudizio
Riduzione delle sanzioni
al 50% del minimo di legge, in appello

Rilevanza della definizione sul piano penale ex artt. 13 (ipotesi legislativamente prevista ma, ai
fini della conciliazione, improbabile) e 13-bis, D.Lgs. 74/2000, come modificati dal D.Lgs.
158/2015. In particolare, lart. 13-bis prevede la riduzione fino alla met della pena e la
disapplicazione delle pene accessorie, se prima della dichiarazione di apertura del dibattimento
di I grado, i debiti tributari (comprese sanzioni e interessi) sono stati estinti mediante integrale
pagamento degli importi dovuti, anche a seguito di conciliazione giudiziale.

N.B. Sono estese anche alla conciliazione le regole di determinazione di una sanzione unica in caso di
progressione ora previste per laccertamento con adesione (ossia lapplicazione separata per ciascun
tributo e per ciascun periodo di imposta) (cfr., Assonime Cir. 25/2015).

Qualora una delle parti abbia formulato una proposta conciliativa, non accettata dallaltra
parte senza giustificato motivo, restano a carico di questultima le spese del processo ove il
riconoscimento delle sue pretese risulti inferiore al contenuto della proposta ad essa effettuata.
Se intervenuta conciliazione, le spese si intendono compensate, salvo che le parti stesse
abbiano diversamente convenuto nel processo verbale di conciliazione (cfr., nuovo art. 15, co.
2-octies, D.Lgs. 546/1992).
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IL RICORSO PER CASSAZIONE

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 48


IL RICORSO PER CASSAZIONE

A differenza del giudizio di appello, il ricorso per cassazione non d luogo ad una
nuova pronuncia di merito, ma riguarda la legittimit, sotto il profilo di possibili errori
di diritto, della decisione adottata con la sentenza di secondo grado.

Il relativo giudizio delimitato e vincolato dai motivi indicati dal ricorrente (che
segnala gli errori riscontrabili nella sentenza impugnata).
Al ricorso per cassazione avverso le sentenze emesse dalle
C.T.R. (o C.T. di II grado) e al relativo procedimento si applicano
le norme del codice di procedura civile, se compatibili con le
disposizioni proprie del processo tributario (cfr. art. 62, co. 2,
D.Lgs. 546/1992):
Norme applicabili
In forza della previsione di cui allart. 62, D.Lgs. 546/1992, al
giudizio di cassazione in materia tributaria si applicano le
norme del codice di procedura civile in quanto compatibili
(e, quindi, conciliabili) con quelle del D.Lgs. 546/1992 sul
contenzioso tributario (cfr. Cass. 11.02.2011, n. 3522).

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IL RICORSO PER CASSAZIONE

MODIFICHE AL C.P.C. APPLICABILI AL PROCESSO TRIBUTARIO


Lart. 47, L. 18.06.2009, n. 69, ha introdotto alcune modifiche al c.p.c. che incidono
anche sul processo tributario. In particolare, tale articolo ha:
abrogato la disposizione (di cui allart. 366-bis, introdotta con la L. 40/2006), che
richiedeva, a pena di inammissibilit, la formulazione di un quesito di diritto
per consentire alla Corte di enunciare un corrispondente principio di diritto;
introdotto un vaglio preventivo di ammissibilit del ricorso, che si basa:
sulla previsione di due nuove ipotesi di inammissibilit, che ricorrono
* quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo
conforme alla giurisprudenza della Corte e lesame dei motivi non offre elementi
per confermare o mutare il suo orientamento (cfr. Cass. 06.09.2010, n. 19051);
* quando manifestamente infondata la censura relativa alla violazione dei principi
regolatori del giusto processo;
sulla previsione in via legislativa di una apposita Sezione della Corte di Cassazione
(cd. Sezione-filtro) chiamata a valutare linammissibilit dei ricorsi ad essa
assegnati dal Primo Presidente, per difetto dei requisiti richiesti dallart. 360-bis
c.p.c..

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 50


IL RICORSO PER CASSAZIONE

MODIFICHE AL C.P.C. APPLICABILI AL PROCESSO TRIBUTARIO


Il D.L. 22 giugno 2012, n. 83 (c.d. Decreto crescita), convertito con
modificazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134, ha:

modificato il n. 5) dell'art. 360 c.p.c., restringendo i vizi di motivazione


che consentono l'intervento della Corte ai casi di omesso esame circa
un fatto decisivo per il giudizio che stato oggetto di discussione tra le
parti;

introdotto il principio della totale insindacabilit del difetto di


motivazione in caso di doppia conforme cio ove la decisione di
secondo grado sia fondata sulle stesse ragioni, inerenti alle questioni di
fatto, poste a base della decisione impugnata.

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IL RICORSO PER CASSAZIONE

CONTENUTO DEL RICORSO


Il ricorso deve contenere, a pena di inammissibilit
1) lindicazione delle parti (con i soliti dettagli);
2) lindicazione della sentenza o decisione impugnata;
3) lesposizione sommaria dei fatti della causa;
4) i motivi per i quali si chiede la cassazione, con lindicazione delle norme
di diritto su cui si fondano;
5) lindicazione della procura, se conferita con atto separato;
6) la specifica indicazione degli atti processuali, dei documenti e dei
contratti sui quali il ricorso si fonda.
Il ricorso, diretto alla Corte, deve essere sottoscritto da un avvocato
iscritto allAlbo dei cassazionisti (munito di procura speciale, a pena di
inammissibilit).
N.B. La procura la quale deve specificamente riguardare il giudizio di legittimit valida solo se
rilasciata in data successiva alla sentenza impugnata (cfr. Cass. Sent. 18.07.2011, n. 15710).

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 52


IL RICORSO PER CASSAZIONE

MOTIVI DEL RICORSO


Le sentenze pronunciate dalle C.T.R. (o C.T. di II grado) possono essere
impugnate con ricorso per cassazione solo per i MOTIVI di cui ai numeri
da 1 a 5 dellart. 360, co. 1, c.p.c., e cio:

1) per motivi attinenti alla giurisdizione;

2) per violazione delle norme sulla competenza;

3) per violazione o falsa applicazione di norme di diritto;

4) per nullit della sentenza o del procedimento;

5) per omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che stato
oggetto di discussione tra le parti.

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 53


IL RICORSO PER CASSAZIONE

MOTIVI DEL RICORSO

I motivi del ricorso per cassazione devono:


investire, a pena di inammissibilit, situazioni e questioni che abbiano gi formato
oggetto della causa decisa nel processo concluso con la sentenza contestata in sede
di legittimit, non essendo consentito prospettare dinanzi ai giudici di legittimit
problemi nuovi, fondati su elementi di fatto diversi da quelli dedotti nel giudizio di
merito;
per risultare idonei a contrastare la motivazione della sentenza, devono correlarsi
con la stessa, in modo che alle argomentazioni svolte nella sentenza impugnata
risultino contrapposte quelle dell'impugnante, volte ad incrinare il fondamento
logico-giuridico delle prime (cfr. Cass. 28.10.2010, n. 22041);
avere i caratteri della specificit, della completezza, e della riferibilit alla decisione
stessa, con fra l'altro l'esposizione di argomentazioni intelligibili ed esaurienti ad
illustrazione delle dedotte violazioni di norme o principi di diritto, essendo
inammissibile il motivo nel quale non venga precisato in qual modo e sotto quale
profilo (se per contrasto con la norma indicata, o con l'interpretazione della stessa
fornita dalla giurisprudenza di legittimit o dalla prevalente dottrina) abbia avuto
luogo la violazione nella quale si assume essere incorsa la pronuncia di merito (cfr.
Cass. 28.01.2010, n. 1825).
a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 54
IL RICORSO PER CASSAZIONE

MOTIVI DEL RICORSO


Il controllo previsto nel nuovo n. 5) dellart. 360 c.p.c. concerne l'omesso esame di un
fatto storico, principale o secondario, la cui esistenza risulti dal testo della sentenza
(rilevanza del dato testuale) o dagli atti processuali (rilevanza anche del dato
extratestuale), che abbia costituito oggetto di discussione e abbia carattere decisivo,
vale a dire che se esaminato avrebbe determinato un esito diverso della controversia
(Cass., SS. UU. 7.04.2014, n. 8053).

L'omesso esame di elementi istruttori, in quanto tale, non integra l'omesso esame circa un fatto decisivo
previsto dalla norma, quando il fatto storico rappresentato sia stato comunque preso in considerazione
dal giudice, ancorch questi non abbia dato conto di tutte le risultanze probatorie astrattamente
rilevanti.

La parte ricorrente dovr, quindi, indicare - nel rigoroso rispetto delle previsioni di cui
all'art. 366 c.p.c., comma 1, n. 6), e art. 369 c.p.c., comma 2, n. 4) - il fatto storico, il cui
esame sia stato omesso, il dato, testuale (emergente dalla sentenza) o extratestuale
(emergente dagli atti processuali), da cui ne risulti l'esistenza, il come e il quando (nel
quadro processuale) tale fatto sia stato oggetto di discussione tra le parti, la decisivit
del fatto stesso.
a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 55
IL RICORSO PER CASSAZIONE

MODALITA DI PROPOSIZIONE
Il ricorso deve essere notificato alle parti contro le quali proposto
entro il termine (breve o lungo) di impugnazione.

N.B. Se il ricorrente non ha eletto domicilio in Roma, le notificazioni gli sono fatte presso la
cancelleria della Corte di cassazione.

Entro 20 giorni dallultima notificazione, il ricorso va depositato presso


la cancelleria della Corte a pena di improcedibilit.

Se la parte contro cui proposto il ricorso, intende contraddire, deve


proporre controricorso.

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 56


IL RICORSO PER CASSAZIONE

COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DEL RICORRENTE


Il ricorrente si costituisce in giudizio con il deposito entro 20 giorni dallultima notificazione
delloriginale del ricorso (insieme con la copia autentica della sentenza impugnata e con gli atti e
documenti sui quali il ricorso si fonda), presso la cancelleria della Corte di Cassazione, a pena di
improcedibilit.
N.B. Il MANCATO DEPOSITO:
di copia autentica della sentenza impugnata
di tutti gli atti processuali e dei documenti necessari alla decisione rende
IMPROCEDIBILE IL RICORSO
Analoga conseguenza discende dalla produzione della documentazione successivamente alla scadenza
del termine di deposito.
Gli atti e i documenti possono essere allegati anche in fotocopia
(cfr. Cass. 11.11.2011, n. 3522; 05.02.2011, n. 2803; 13.10.2010, n. 21121; 17.05.2010, n. 12050).

N.B. Con sentenza n. 8027 del 7 aprile 2011, la Corte di Cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite la
questione relativa alla improcedibilit del ricorso per mancata produzione degli atti processuali e dei
documenti.

a cura di Roberto Lunelli e Andrea Missoni 57

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