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DI TEOLOGIA
SACRAMENTARIA
2.
I sacramenti della salvezza
p.
QUERINIANA
7.
Curare la vita:
annunciare la misericordia
e la risurrezione
A. LA RICONCILIAZIONE
A lceste C atella
1. Premessa
rte (Quaderni di Rivista Liturgica. Nuova serie, 3), ElleDiCi, Leumann (To) 1976, 414-492; Id .,
Riflessione teologica contemporanea sul sacramento della penitenza: punti nodali e linee emergenti,
in A a .V v ., La celebrazione della penitenza cristiana. A tti della IX Settimana d i studio dellAssocia
zione professori e cultori di liturgia (Studi di liturgia. Nuova serie, 9), Marietti, Casale Monferrato
(Al) 1981, 10-24; Id., Lo stato della ricerca biblica, storico-dottrinale e teologica relativa alla peni
tenza, in A a .V v ., Il quarto sacramento. Identit teologica e form e storiche d e l sacramento della pe
nitenza (Collana di teologia pratica, 4), ElleDiCi, Leumann (To) 1983, 19-50; per conoscere il di
battito che motiva e accompagna la riforma della liturgia penitenziale, si veda spec. F. B r o v e l l i ,
Le form e della celebrazione: quali i criteri della loro evoluzione?, in II quarto sacramento, cit.,
137-151.
5 Cos si esprime S. BBIALI, Il sacramento della penitenza, in ASSOCIAZIONE P r o f e s s o r i e
CULTORI d i L iturga (e d .), Celebrare il m istero d i Cristo, II: La celebrazione dei sacramenti
(BELS, 88), CLV - Edizioni Liturgiche, Roma 1996, 293-317.
4 Si vedano gli studi di: K. R a h n e r , La penitenza della chiesa. Saggi teologici e storici (Bibliote
ca di cultura religiosa. Serie II, 60), Paoline, R o m a 1964, 19682; Id ., Kirche und Sakramente (QD,
10), Herder, Freiburg i.Br. - Basel - Wien 1961', 19632 [trad. it., Chiesa e sacramenti (Q D), Mor
celliana, Brescia 1965]; I d ., Il sacramento della penitenza come riconciliazione con la chiesa, in Id .,
Nuovi Saggi, III (Biblioteca di cultura religiosa. Serie II, 70), Paoline, Roma 1969, 543-573 [ed. o-
rig.: R o m a 1967-1968]; J. RAMOS-REGIDOR, Il sacramento della penitenza. Riflessione teologica bi-
blico-storico-pastorale alla luce del Vaticano II, ElleDiCi, Leumann (To) 1969, 19743; G. M oiO L I,
Per determinare la natura del sacramento della penitenza cristiana. Appunti d i m etodo, in ScCatt
103 (1975) 25-72; Z. ALSZEGHY - M. F l ic k , Il sacramento della riconciliazione (Teologia attualiz
zata, 12a ), Marietti, Torino 1976; H. VORGRIMLER, La lotta del cristiano contro il peccato, in MS
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penitenza - Unzione degli infermi, in ScCatt 114 (1986) 565-571; H. VORGRIMLER, Sakramen-
tentheologie (Leitfaden Theologie, 17), Patmos Verlag, Dsseldorf 1987 [trad. it., Teologia dei sa
cramenti (GdT, 212), Queriniana, Brescia 1992]; R. MESSNER, Sakramentliche Leiern, l/2: Feiern
er Umkehr und Vershnung (Gottesdienst der Kirche. Handbuch der Liturgiewissenschaft,
7/2), F. Pustet, Regensburg 1992; C. C o l l o , Riconciliazione e penitenza. Comprendere, vivere, ce
lebrare (Universo Teologia, 18), S. Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1993; F.J. NOCKE, La penitenza,
in T h . SCHNEIDER (ed.), Nuovo corso di dogmatica, Queriniana, Brescia 1995, II, 362-398 [ed. o-
rig.: Dsseldorf 1992].
Curare la vita 311
laccusa [...] che fatta frequentemente ai nostri tempi relativamente alla prassi
pastorale e penitenziale della chiesa riguarda infatti la concezione troppo angu
sta e individualistica sia del peccato sia della penitenza, che sembrano manife
starsi anche nel modo di confessarsi e di ascoltare le confessioni6.
5 Cfr. G. CAPRILE, Il Sinodo dei vescovi. Sesta assemblea generale (23 settem bre - 29 ottobre
1993), Ed. La Civilt Cattolica, Roma 1985 e G. CONCETTI, Riconciliazione e penitenza nella mis
sione della chiesa, Logon, Roma 1983; nonch lesortazione apostolica post-sinodale del papa
Giovanni Paolo II, Reconciliatio et Paenitentia (in E V IX / 1075-1207).
6 II testo della Relatio ante disceptationem si pu trovare in II Regno. Documenti 28/21 (1983)
638-644. Sul tema della crisi della pratica penitenziale ritorna, recentemente, larcivescovo di
Malines-Bruxelles: G . D a n n e e l s , La rconciliation sacramentelle: trop facile et trop difficile..., in
DCatb 94 (1997) 432-435 (ove parla, tra laltro, di un sacrement qui nas pas de chaire...).
7 Ci serviamo, in particolare di COLLO, Lo stato della ricerca, cit., 44-46.
8 La riscoperta e il rilancio di questa dimensione come di quella capace di adeguatamente
definire il sacramento della penitenza, si deve a Rahner, La penitenza della chiesa, cit.: lAutore
sfrutta a fondo i dati presentati da B.E XlBERTA, Clavis Ecclesiae: De ordine absolutionis sacra-
mentalis ad reconciliationem cum Ecclesia, Roma 1922.
312 In vita salus
12 U no sviluppo ampio e articolato di questo indirizzo si trova in: G. MoiOLI, Il quarto sacra
mento. Note introduttive (Lectio, 3), Glossa, Milano 1996 (con unampia Presentazione a cura di
G. Colombo).
13 A. G r il l o , L'esperienza rituale come dato" della teologia fondam entale: ermeneutica di una
rimozione e prospettive teoriche di reintegrazione, in A.N. TERRIN (e d .), Liturgia e incarnazione
(CSC. Contributi, 14), EMP - Abbazia di S. Giustina, Padova 1997, 167-224.
14 Cfr. UBBIALI, Il sacramento della penitenza, cit., 293s.
314 In vita salus
b) Il significato biblico del tema del Regno. Il Regno che Ges an-
18 Cfr. J. DUPONT, Les Batitudes. tudes bibliques, I-II, J. Gabalda, Paris 1954, 19692 [trad. it.,
Le Beatitudini, I: Il problema letterario, la buona novella, Paoline, Roma 1972, 577-634; 647-686].
Curare la vita 317
19 Cfr. J. JEREMIAS, D ie Gleichnisse Jesu, Zwingli Verlag, Zrich 1947; Vandenhoeck und Ru
precht, Gttingen 19626 [trad. it., Le parabole d i Ges (Biblioteca di cultura religiosa), Paideia,
Brescia 19732].
20 Cfr. A. DESTRO - M. P e sc e , La normativa del L evitico: interpretazioni ebraiche e protocristia
ne, in Annali di stona d e llesegesi 13/1 (1996) 15-37.
21 Cfr. I d d ., L o Spirito e il mondo vu oto. Prospettive esegetiche e antropologiche su Gv 4,21-24,
in Annali d i storia dellesegesi 12/1 (1995) 9-32.
r t
318 In vita salus
22 Per questultima riflessione mi sono servito di A . BERTULETTI, Per una determinazione del si
gnificato teologico d el sacramento della penitenza. Riflessioni teologico-fondamentali, in A a .V v ., Il
sacramento della penitenza e la sua celebrazione (Quaderni di studi e memorie, 5), Velar, Bergamo
1983 , 8-21.
23 Cfr. JEREMIAS, Teologia del Nuovo Testamento, cit., 124-126 e 129-144; J . GNILKA, Neutesta-
mentliche Theologie. Bine IJberblick, Echter Verlag, Wrzburg 1989 [trad. it., Teologia del Nuo
vo Testamento (Biblioteca Biblica, 9), Queriniana, Brescia 1992].
Curare la vita 321
24 J. D u p o n t , Le paralytique pardonn, in NRTh 92 (1960) 940-958; J.C. SAGNE, Tes pchs ont
t pardonns, Chalet, Paris 1977. Per J. SCHMID, Das Evangelium nach Matthus (Das Neue Te
stament, 1), Gregorius-Verlag - F. Pustet, Regensburg 1948, 19635 [trad, it., Levangelo secondo
Matteo (Il Nuovo Testamento commentato), Morcelliana, Brescia 1 9 5 7 ,1965\ 211], Ges non si
riferirebbe al potere di rimettere i peccati (potere che egli riserva a s), ma a quello di operare
guarigioni.
322 In vita salus
25 Cfr. B. RlGAUX, Lier et dlier. Les ministres de rconciliation dans l glise des temps apostoli
ques, in LM D 117 (1974) 86-135; H. VORGRIMLER, Mathieu 16,18ss et le sacrament de la pniten
ce, in A a .V v ., L homme devant Dieu. Mlanges offerts au pre Henri de Lubac, I: Exgse et patri-
stique (Thologie, 56), Aubier, Paris 1963, 51-61 [trad. it., Matteo 16,l8ss e il sacramento della
penitenza, in A a .V v., L'uomo davanti a D io (Biblioteca di cultura religiosa. Serie II, 53), Paoline,
Roma 1966, 77ss.], sostiene una interpretazione dem onologica. Un riferimento magico (pro
scrivere con un sortilegio; rompere il sortilegio) assunto e purificato dal testo biblico, atto a e-
sprimere il potere degli apostoli - quale partecipazione al potere stesso di Cristo - sul demonio.
Il vantaggio di una tale interpretazione sarebbe quello di poter attribuire un analogo significato
penitenziale sia a M t 16,19 sia a Mt 18,18; inoltre il potere degli apostoli verrebbe inserito nel
tema della lotta di Cristo contro il demonio.
26 Cos argomenta BBIALI, Il sacramento della penitenza, cit., 305; cfr. G . GHIBERTI, Gv 20 nel
l'esegesi contemporanea, in StPat 20 (1973) 308-316 e 329-334; Id ., Il dono dello Spirito e ip o te ri
di Gv 20,21-23, in P.R. TRAGAN (ed.), Segni e sacramenti nel vangelo d i Giovanni (StAns, 6 6 . Sa
cramentum, 3), Pontificio Ateneo S. Anseim o, Roma 1977, 183-220; A. DESTRO - M. PESCE, I ri
ti nel vangelo d i Giovanni, in L. PADOVESE (ed.), A tti del V Simposio d i Efeso su S. Giovanni apo
stolo (Turchia: la chiesa e la sua storia, 8), Pontificio Ateneo Antoniano, Roma 1995, 85-105.
324 In vita salus
27 Cfr. E.B. A l l o , Saint Paul: Premire ptre aux Corinthiens (tudes bibliques), G a b a ld a , Pa
ris 1956; Id ., Saint Paul: Seconde ptre aux Corinthiens (tudes bibliques), Gabalda, Paris 1937,
19562; M.E. BoiSMARD, Conversion et vie nouvelle dans S. Paul, in Lumire et Vie 47 (1960)
71-94; P. ROSSANO, Lettere ai Corinzi (Nuovissim a versione della Bibbia, 39), Paoline, Roma
1973; A. DALBESIO, Le due lettere ai Corinzi, in II Messaggio della salvezza, VII, ElleDiCi, L eu
mann (To) 19764, 119-251.
Curare la vita 325
28 Cfr. H. SCHLIER, Die Z eit der Kirche. Exegetische Aufstze und Vortrge, Herder, Freiburg
i.Br. 1956, 19725 [trad. it., Il tempo della chiesa. Saggi esegetici (Collana di studi religiosi), Il Mu
lino, Bologna 1 9 6 5 ,19814, 236-254].
326 In vita salus
0Ibid.
328 In vita salus
Cfr. ibid.
Curare la vita 329
Cfr. ibid.
330 In vita salus
33 Cfr. G. SEGALLA, San Giovanni, Esperienze, Fossano (Cn) 1972; M.E. BoiSMARD, La con
naissance de D ieu dans l'Alliance Nouvelle, d aprs la premire lettre de Saint Jean, in RB 56
(1949) 365-391; I. DE LA PoTTERIE, Ilpeccato l iniquit (1 Gv 3,4), in I. DE LA POTTERIE - S.
LYONNET, La vita secondo lo Spirito, condizione del cristiano (Teologia oggi), AVE, Roma 1967,
19712, 75-96 [ed. orig.: Paris 1965]; I. DE LA POTTERIE, Limpeccabilit del cristiano secondo 1 Gv
3,6-9, in DE LA POTTERIE - L y o n n e t , La vita secondo lo Spirito, cit., 231-254.
34 Cfr. J. S c h m i t t , Bierre (seconde ptre de), in DBS VII, 1455-1463; C. S p ic q , Les pitres de
Curare la vita 331
saint Pierre (Sources bibliques), Gabalda, Paris 1966 [trad. it., La seconda lettera d i Pietro (Sor
genti bibliche), Citt Nuova, Roma 1971]; MoiOLI, Il quarto sacramento , cit., 47.
55 Cfr. MoiOLI, / / quarto sacramento, cit., 47-59.
332 In vita salus
fatto, storicamente determinato, che la prassi credente della chiesa esibisce con
una costante continuit. La chiesa celebra unazione simbolica e rituale, che sa
cramento, destinandola appositamente ai cristiani divenuti peccatori dopo il bat
tesimo in maniera tale che costoro, per suo tramite, ottengono il perdono della
propria colpa personale. Per quanto concerne la condizione del battezzato, che
dunque abbia peccato, nel compimento dellatto della conversione che resta
intrinsecamente iscritto lessenziale rimando allintervento della chiesa, in parti
colare allintervento di coloro che ne costituiscono i ministri ordinati36.
La crisi del modello della penitenza antica produce, come suo esi
to pi clamoroso, la pratica sparizione di ciche con tanta fatica si era
venuto costruendo: il fatto che nella chiesa fosse predisposto un pro
cedimento penitenziale ecclesiale per il battezzato peccatore.
Nel maggio del 589 i Padri della chiesa di Spagna - riuniti a Toledo
per un sinodo - sentono necessario porre la loro attenzione su una
pratica nuova che andava diffondendosi. Nelcan. 11 del testo da loro
\ elaborato si legge:
Abbiamo saputo che, in certe chiese di Spagna, i fedeli fanno penitenza dei loro
peccati non secondo la forma canonica, ma in modo scandaloso: ogni volta che
hanno peccato chiedono di essere riconciliati dal presbitero. Per reprimere una
cos esecranda audacia la nostra santa assemblea ha decretato che si dia la peni
tenza secondo la forma canonica stabilita dai nostri Padri46.
...et tamen Ecclesiae contulit potestatem ligandi et solvendi, sed aliter Ipse solvit
et ligat, aliter Ecclesia. Ipse enim per se tantum dim ittit peccatum, qui et animam
mundat ab interiori macula et debito aeternae mortis solvit. ,52.
...Etiam in poenitentia est aliquid quod est sacramentum tantum, scilicet actus
exercitus tatti ver peccatorem poenitentem, quam etiam per sacerdotem absolven
tem. Res autem et sacramentum est poenitentia interior peccatoris. Res autem tan
tum et noti sacramentum est remissio peccati. Quorum primum totum simul sump
tum est causa tecundi; primum autem et secundum sunt causa terti?1.
126-128; I d ., Il quarto sacram ento, cit., 356-364; U b b i a l i , Il sacramenta della penitenza, cit.,
310-313.
346 In vita salus
66 Cfr. BERTULETT], Per una determinazione, cit., 8-21; cfr. UBBIALI, Il sacramento della peniten
za, cit., 293-317; Id .,11 sacramento e l istituzione. Il dibattito teologico sulla verit del sacramento,
in RL 81 (1994) 118130.
67 Cfr. MOIOLI, Sacramento del perdono o della penitenza , cit., 45-63.
Curare la vita 347
4.1. Linee di riflessione tratte dai Praenotanda del Rito della penitenza
Il discepolo di Cristo che, mosso dallo Spirito Santo, dopo il peccato si accosta
al sacramento della penitenza, deve anzitutto convertirsi di tutto cuore a Dio.
Questa intima conversione del cuore che comprende la contrizione del peccato e
il proposito di una vita nuova, il peccatore la esprime mediante la confessione
fatta alla chiesa, la debita soddisfazione e emendamento della vita (n. 6).
Come non cogliere qui il fatto che lefficacia del sacramento non ri
sulta pi totalmente posta sulla forma del sacramento (sullassoluzio
ne); qui gli atti del penitente non servono solo ad integritatem sacra
menti; sono invece momenti costitutivi, attuativi ed espressivi del cam
mino di conversione. E diciamo cammino proprio perch esperienza
progressiva e continua e le parti della penitenza sono momenti o tap
pe di questo cammino (cfr. n. 6abcd)69.
Levento della perenne fedelt di Dio che trova nel mistero pasqua
le del Figlio la sua pienezza - pienezza che supera ogni peccato e infe-
CA
350 In vita salus
71 Ci serviremo pe: compiere la nostra analisi della griglia di lettura elaborata da S. MAGGIA-
NI, Proposte celebrative del n u o vo rito della p en iten za , in La celebrazione della pen iten za cristiana,
cit., 79-97.
Curare la vita 351
5. Conclusione
, X
72Cfr. G. B u s a n i , Liturgia/Epoca contemporanea in LORENZETTI (ed Dizionario di Teologia
della pace, cit., 563-567 (L a liturgia azione che coinvolge tutto luomo [...], Usuo senso pro
priamente quello di condurre chi celebra ad un passaggio-pellegrinaggio verso una relazione con
un senso non posseduto. In tal modo lazione liturgica guarisce il soggetto da cgni presa di p o s
sesso manipolante sia sul versante del pensiero sia sul versante dellazione [...]>); E. MAZZA, La
liturgia come m ymesis di Cristo, in E. M a n ic a r d i - F. RUGGIERO (edd.), Liturgia ed evangeliz
zazione n e ll epoca dei Padri e nella chiesa d el Vaticano II Studi in onore di Enzo lodi (Studi e sag
gi della sezione Seminario regionale dello Studio teologico accademico bolognese), EDB, B olo
gna 1996, 449-478.
73 Anche se in maniera non esplicita il concilio Vaticano II ha rimesso in circolazione la proble
matica della penitenza come realizzatrice per il cristiano peccatore della pax cun Deo - pax cum
ecclesia, anche se il testo di LG 1 lb appare reticente e sembra solo accostare e non mettere in re
lazione le due realt: Quelli che si accostano al sacramento della penitenza, ricevono dalla m ise
ricordia di D io il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la chiesa, alla quale
hanno inflitto una ferita col peccato, e che coopera alla loro conversione con lacarit, lesempio
e la preghiera. Cfr. G. PHILIPS, Lglise e t son mystre au I concile du Vatican.Histoire, texte et
com m en tale de la Constitution Lumen Gentium, Descle, Paris 1967 [trad. it., La Chiesa e il
suo mistero n el Concilio Vaticano IL Storia, testo e commento della Costituzione Lumen G en
tium (Teologia, 1/1), I, Jaka Book, Milano 1969,146-148].
354 In vita salus
77 C.M. MARTINI, A un mese dal Sinodo. Lettera alla diocesi, in RClIt 65 (1984) 40-44, Cfr. pure
E. LODI, I l senso cristiano della penitenza, in RPL 5 (1967) 11-24; I d ., La penitenza della chiesa e
la penitenza nella chiesa, in RPL 11 (1974) 21-33 (cfr. spec. 26-30); Collo, Riflessione teologica
contemporanea, cit., 10-24.
356 In vita salus
Chi malato, chiami a s i presbiteri della chiesa e preghino su di lui, dopo aver
lo unto con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salver il
malato: il Signore lo rialzer e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.
Confessate perci i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri
per essere guariti.
Nel suo ministero sulla terra, Cristo si preso grande cura dei ma
lati e ha dato agli apostoli e alla chiesa questordine e questa missione:
Guarite gli infermi (Mt 10,8). Occorre avere lonest di riconoscere
che nel corso dei secoli, e soprattutto ai giorni nostri, la chiesa non si
occupata molto di questo ministero assegnatole. Che cosa fa la chiesa
oggi per i malati e gli infermi? Oppure, da un altro punto di vista, che
genere di aiuto ricevono i malati, gli infermi e i moribondi dalla chie
sa? Non sarebbe giusto generalizzare, ma - nellinsieme - lorganizza
zione ecclesiale non accorda certo la priorit alla pastorale dei malati e
al sacramento dei malati.
In tutti i Paesi del mondo la grande maggioranza dei cristiani soffre
e muore senza ricevere questo sacramento che dona conforto. Da un
lato, il nuovo rituale ha ampliato la cerchia di coloro ai quali si pu
amministrare il sacramento, includendovi in particolare gli anziani,
anche se non risultano affetti da alcuna malattia grave (SUI 11). Il
rito ha precisato che il sacramento pu essere ripetuto nel corso di u
Curare la vita 365
2 . 1 riti funebri
I vangeli contengono tre racconti, alquanto diversi tra loro, nei quali
Ges riporta in vita dei morti. A tre riprese egli non accetta la morte,
soprattutto la morte di un giovane, che perci viene risvegliato e re
stituito ai suoi cari.
Incontrando quasi per caso il corteo che accompagna al sepolcro il
corpo del figlio della vedova di Nain, Ges dice alla madre: Non
piangere!, e a suo figlio: Alzati!. Con grande sobriet levangelista
aggiunge semplicemente: E Ges lo rese alla madre (Le 7,11-17).
La situazione diversa nellepisodio chiamato la risurrezione della
figlia di Giairo (Le 8,40-58, ma anche M t 9,18-26 e Me 5,21-43 con
notevoli varianti). Un capo della sinagoga, di nome Giairo, domanda a
Ges di recarsi a casa sua perch sua figlia sta per morire (Le 8,42)
o morta (Mt 9,18). Ges segue Giairo, senza affrettarsi - poich
durante il percorso guarisce una donna che soffre di emorragia - e, ar
rivato a casa, dice: La fanciulla non morta, ma dorme; poi le pren
de la mano e le dice: Alzati! (Me 5,41); e la fanciulla si alza. Come a-
veva fatto a Nain, Ges restituisce la giovane ai genitori raccomandan
do loro di darle da mangiare (Me 5,43). Occorre sottolineare questo
Curare la vita 367
Come Ges era stato sepolto com e usanza presso i Giudei, cos i
cristiani dei primi secoli, tanto in Oriente quanto in Occidente, con
servano le tradizioni del tempo e del luogo, apportandovi alcune mo
difiche ispirate dalla loro fede.
Prima di morire, il cristiano riceve il viatico - vale a dire il corpo di
Cristo - che sar lalimento per lultimo viaggio. Durante la prepara
zione del defunto si cantano dei salmi che esprimono la fiducia in un
Dio benevolo e che sostituiscono le lamentazioni della societ greca o
romana. Il corpo del defunto, vestito con una tunica bianca che ricorda
il battesimo o avvolto in bende secondo luso ebraico, viene deposto su
una barella chiamata feretrum, e il giorno stesso o quello successivo
portato in corteo al luogo in cui verr seppellito, che si trova sempre al
di fuori della citt, in un cimitero (da una parola greca che significa
dormitorio) o lungo una strada. I cristiani preferiscono linumazione
alla cremazione, frequente a Roma e nei grandi centri dellOccidente
per ragioni di igiene e di economia. Agli occhi dei cristiani linumazio
ne appare pi consona alla credenza nella risurrezione del corpo.
Allinizio del III secolo, con laumentare del numero dei cristiani, la
chiesa di Roma organizza i propri cimiteri: si tratta di catacombe sca
vate in un terreno appartenente a un cristiano agiato. I corpi, avvolti
in un sudario, sono disposti nei loculi scavati nelle pareti di tufo dei
corridoi sotterranei e chiusi da tegole o da una piastra di marmo che
talvolta reca uniscrizione. Si hanno testimonianze, sempre del III se
colo, che attestano la presenza di un sacerdote che pronuncia una pre
ghiera e, nel IV secolo, in determinati casi e in certi luoghi, si comincia
a celebrare leucaristia vicino alla tomba, prima o dopo linumazione.
Il pi antico rito della morte e delle esequie che conosciamo provie
ne da Roma e risale al VII secolo, ma non stato creato da un giorno
allaltro, e codifica una celebrazione ben strutturata che deve essere
stata elaborata gi a partire dal VI secolo80. Questo rituale in obse-
quium defunctorum indica gi nel titolo chele esequie' (dal verbo lati
no sequor, seguire) consistono nellccompagnare il cristiano dai suoi
ultimi istanti fino alla sua ultima dimora. I credenti non vogliono la
sciare solo il loro fratello in questo passaggio misterioso e temibile.
Lo svolgimento del rito significativo. Quando un cristiano sul
punto di morire, riceve leucaristia, che per lui pegno di risurrezio
ne; un sacerdote o un diacono legge di fronte a lui un vangelo della
passione, fino al momento in cui lanima lascia il corpo; allora si canta
il responsorio Subvenite: Venite, santi di Dio; accorrete, angeli del Si
gnore, poi il Sai 113 In exitu Israel con lantifona: Che il coro degli
angeli ti riceva.
Dopo il decesso e la preparazione della salma, il corpo, deposto su
un feretro, portato in processione fino alla chiesa, dove non viene
celebrata leucaristia bens un ufficio che comprende salmi, responsori
e letture tratte dal libro di Giobbe. Una seconda processione conduce
il corpo al luogo della sepoltura, mentre vengono cantati dei salmi, in
particolare il Sai 117 con lantifona: Apritemi le porte sante, ed en
trer a lodare il Signore.
E evidente il carattere pasquale di questo antico rito romano delle
esequie. I Sai 113 e 117, cantati allinizio e alla fine della liturgia, sono
i salmi che venivano cantati allinizio e alla fine del pasto pasquale e-
braico. La celebrazione del funerale la celebrazione di un esodo pa
squale:: il defunto vive la sua uscita dallEgitto e la sua entrata nella
Terra promessa, dove viene accolto dagli angeli e dai santi. Il corteo
funebre una processione che, con canti, accompagna il defunto dalla
sua dimora terrestre alla Gerusalemme celeste, facendo tappa nella
chiesa, che si trova a met strada fra la terra e il cielo. La comunit in
voca la misericordia di Dio per un uomo debole e peccatore, ma non
prova alcuna preoccupazione o angoscia a proposito della sua salvezza
eterna: il defunto entrer sicuramente nella casa di Dio.
Bibliografia generale
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