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Principio antropico
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Il principio antropico, enunciato da Brandon Carter in ambito fisico e cosmologico, sottolinea che le osservazioni
scientifiche sono soggette ai vincoli dovuti alla nostra esistenza di osservatori. Come ipotesi, cerca di spiegare le
attuali caratteristiche dell'Universo.

Indice
1 Origine
2 L'enunciato originale
3 The Anthropic Cosmological Principle
4 Il dibattito conseguente
5 Critiche della comunit scientifica
5.1 Mancanza di capacit predittiva
5.2 Mancanza di immaginazione
5.3 Posizione del movimento del disegno intelligente
5.4 Pregiudizio antropico e ragionamento antropico
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni

Origine
Il termine principio antropico fu coniato nel 1973 da Brandon Carter durante il simposio Confronto delle teorie
cosmologiche con i dati delle osservazioni tenutosi a Cracovia, in Polonia, nel quadro delle celebrazioni per il
cinquecentesimo anniversario della nascita di Niccol Copernico. Nel suo intervento Large Number Coincidences
and the Anthropic Principle in Cosmology Carter notava che anche se la nostra situazione non centrale,
inevitabilmente per certi versi privilegiata[1]. Con tale affermazione Carter intendeva mettere in guardia dall'uso
eccessivo del principio copernicano, e si proponeva di riportare all'attenzione degli scienziati un'ovviet apparente:
l'universo e le sue leggi non possono essere incompatibili con l'esistenza umana. Proposto inizialmente come
metodo di ragionamento, il principio antropico stato nel tempo variamente interpretato.

Il principio in realt era gi stato invocato prima che Carter lo formalizzasse; nel 1957 Robert Dicke scrisse che
L'et dell'universo ora non casuale ma condizionata da fattori biologici [cambiamenti nei valori delle costanti
fondamentali della fisica] precluderebbero l'esistenza dell'uomo per considerare il problema[2]. Infatti l'uso di
principi antropici, ovvero di approcci finalistici, ebbe in passato pi successo, o meno pregiudizi sfavorevoli,
rispetto al periodo attuale. Ad esempio le obiezioni di Kelvin e Maxwell alle teorie di Darwin furono di tipo
prettamente antropico[3].

L'enunciato originale
Il principio antropico sottolinea che viviamo in un universo che di fatto permette l'esistenza della vita come noi la
conosciamo. Ad esempio se, alla nascita dell'universo, una o pi costanti fisiche fondamentali avessero avuto un
valore differente, non si sarebbero formate stelle, galassie, pianeti e la vita come la conosciamo non sarebbe stata
possibile. Di conseguenza nel formulare teorie scientifiche bisogna porre attenzione a che siano compatibili con la

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nostra esistenza. Il principio, semplice in s, ma non banale, stato variamente interpretato, sino ad essere
impiegato per giustificare visioni di opposto significato. Diversi testi sostengono che il principio antropico potrebbe
spiegare costanti fisiche quali la costante di struttura fine, il numero di dimensioni dell'universo, e la costante
cosmologica. In s il principio, nella sua formulazione debole, non spiega ma restringe il campo delle possibili teorie
e ne giustifica alcune.

Il principio enunciato da Carter :

Dobbiamo tenere presente il fatto che la nostra posizione [nello spazio e nel tempo] necessariamente
privilegiata, in quanto compatibile con la nostra esistenza di osservatori
(Brandon Carter, cosiddetto Principio antropico debole)
L'universo (e di conseguenza i parametri fondamentali che lo caratterizzano) dev'essere tale da permettere la
creazione di osservatori all'interno di esso a un dato stadio [della sua esistenza]
(Brandon Carter, cosiddetto Principio antropico forte)

Brandon Carter present le sue idee sul principio antropico nel 1974, in una pubblicazione dell'Unione Astronomica
Internazionale. Successivamente, nel 1983, sostenne che nella sua forma originale il principio intendeva solo
mettere in guardia astrofisici e cosmologi da possibili errori nell'interpretazione dei dati astronomici e cosmologici
se i vincoli biologici dell'osservatore venivano presi in considerazione. Sottoline come un qualsiasi teorema
scientifico, per poter essere considerato valido in cosmologia, non dovesse includere come condizione di validit
l'impossibilit dell'esistenza di forme di vita nel cosmo.

The Anthropic Cosmological Principle


La reinterpretazione dell'enunciato di Carter, effettuata da John D. Barrow e Frank J. Tipler nel 1986 nel libro The
Anthropic Cosmological Principle (Il principio antropico cosmologico), dest controversie, in quanto gli autori
proponevano una nuova tipologia di "principio antropico", denominata "principio antropico ultimo", per enunciare
le coincidenze apparentemente incredibili che permettono l'esistenza del nostro universo e della vita intelligente
all'interno di esso. Barrow e Tipler sottolinearono che tutte le caratteristiche dell'universo sembrano dipendere da
un insieme di costanti cosmologiche fondamentali, che allo stato attuale di conoscenza sono considerate
indipendenti. Siccome non tanto lo sviluppo di vita intelligente, ma la stessa esistenza dell'universo come lo
conosciamo verrebbe meno in caso di variazioni infinitesime di questi valori, conclusero, non si pu studiare la
struttura attuale dell'universo senza tenere in conto le nostre esigenze fisiche.

Nel loro libro John D. Barrow e Frank Tipler enunciano tre nuove versioni del principio antropico, divergendo
dall'enunciato di Carter:

Principio antropico debole: "I valori osservati di tutte le quantit fisiche e cosmologiche non sono
equamente probabili ma sono limitati dal requisito che esistono luoghi dove pu evolversi la vita basata sul
carbonio e dal requisito che l'universo sia abbastanza vecchio da averlo gi permesso."
Principio antropico forte: "L'universo deve avere propriet che ad un certo punto della sua storia
permettono alla vita di svilupparsi al suo interno."
Principio antropico ultimo: "Deve necessariamente svilupparsi una elaborazione intelligente
dell'informazione nell'universo, e una volta apparsa, questa non si estinguer mai."

Barrow e Tipler derivano il principio antropico ultimo da quello forte, considerando che non ha senso un universo
con la capacit di produrre la vita intelligente che non duri a sufficienza per svilupparla.

Bench Barrow e Tipler sottolineino che il loro compito semplicemente di esporre teorie, non di crederci,
spingono verso una visione assai diversa da quella di Carter.

Il dibattito conseguente
Le tesi di Carter, e ancor pi quelle di Barrow e Tipler, diedero inizio a numerosi contributi e controversie, fra cui:

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Stephen Hawking afferm che l'esistenza di altre galassie e l'omogeneit ed isotropia a grande scala
dell'universo sembrano in contrasto con il principio antropico forte.[4] In seguito all'adesione al modello della
Teoria M, cambi opinione, diventando deciso sostenitore del principio antropico.[5]
Paul Davies ha sviluppato un modello inflazionistico del principio antropico.[6] Questo modello fu discusso
nel libro di Barrow e Tipler del 1986.
John Archibald Wheeler sugger il "principio antropico partecipatorio", una versione alternativa del principio
antropico forte: gli osservatori sono necessari all'esistenza dell'universo, in quanto necessari alla sua
conoscenza. Quindi gli osservatori di un universo partecipano attivamente alla sua stessa esistenza. Nel 2005,
nell'articolo "The Drake Equation: Adding a METI Factor (http://www.setileague.org/editor/metifact.htm)", il
classico principio antropico partecipatorio ricevette una sua naturale estensione: "La missione dei mittenti
consiste nel consegnare la coscienza nell'Universo". In altre parole, l'intelligenza in grado di decidere se
riempire l'Universo con segnali ragionevoli a bassa entropia (si veda in SETI League - May 2005
(http://www.setileague.org/editor/index.html) e in russo SETI - N.9/26 (http://lnfm1.sai.msu.ru
/SETI/koi/bulletin/index.html), ISSN 1994-3016).
Leonard Susskind osserv che la teoria delle stringhe rafforza le basi del principio antropico. Tale teoria
prevede un intero insieme di universi possibili, il multiverso. Solo gli universi in grado di supportare la vita
sono conoscibili, gli altri rimangono al di fuori di qualsiasi possibilit di osservazione.
Steven Weinberg afferma che il principio antropico, applicato alla teoria delle stringhe, "pu spiegare come
mai le costanti di natura osservate assumano valori adatti alla vita, senza chiamare in causa un universo a
taratura fine ed un creatore."[7]
Successivamente Antonio Feoli e Salvatore Rampone argomentarono che la probabilit di sviluppo di vita
intelligente sulla Terra furono ancora minori di quanto stimato da Carter e perci l'enorme dimensione
stimata dell'universo e il grande numero di pianeti sono un ingrediente indispensabile per aumentare la
probabilit di sviluppo della vita intelligente da qualche parte[8]. Feoli e Rampone, quindi, propongono una
possibile risposta ai dubbi di Hawking.

Critiche della comunit scientifica


Mancanza di capacit predittiva

Con riferimento in particolare al principio antropico debole, stato affermato che esso non in grado di fornire
predizioni verificabili scientificamente e quindi non una teoria scientifica. Tuttavia John Leslie, un filosofo della
scienza, formula alcune predizioni in base al principio antropico forte, nella versione di Carter:

Gli sviluppi in campo fisico rafforzeranno l'idea che le prime transizioni di fase avvennero
probabilisticamente e non deterministicamente.
Sopravviveranno alla investigazione teoretica vari metodi per la generazione di universi multipli.
Le possibilit di un universo a taratura fine saranno accreditate.
I tentativi di scoprire forme di vita non basate sul carbonio falliranno.
Gli studi matematici sulla formazione delle galassie confermeranno che la loro esistenza dipende criticamente
dal tasso di espansione dell'universo.

Da un punto di vista prettamente scientifico ci attendiamo, in base al principio antropico, che le costanti di natura
che assumono valori "particolari" (prossimi a zero o uno ad esempio) assumano valori che deviano dal valore
particolare quel tanto che basta a supportare la vita. Un esempio in questo senso il valore piccolo (120 ordini di
grandezza pi piccolo di quanto ci si aspetterebbe), ma apparentemente non nullo della costante cosmologica.

Mancanza di immaginazione

La versione debole viene criticata in quanto "enunciata per mancanza di immaginazione" perch teorizza che
nessun'altra forma di vita sia possibile (si veda sciovinismo del carbonio)[9]. Tuttavia nella trattazione di Barrow e
Tipler l'analisi non limitata alla vita basata sul carbonio, ma si estende anche ad ipotetiche forme di vita esotiche
(sebbene gli autori le ritengano altamente improbabili). Inoltre, la gamma di costanti che permetterebbe
l'evoluzione di forme di vita basate sul carbonio potrebbe essere meno limitata di quanto proposto[10]. La versione
forte non risulta n verificabile, n dimostrabile, non necessaria, e non fornirebbe predizioni valide; quindi carente

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nei requisiti di validit teorica.

Posizione del movimento del disegno intelligente

La posizione dei sostenitori del movimento del Disegno Intelligente, consistente nella supposta esistenza di
un'entit intelligente ed onnipotente, ricade negli atteggiamenti di natura fideistica, pertanto estranei alle
argomentazioni della scienza moderna.

I propositori di tale movimento traggono supporto dal principio antropico, nella riformulazione forte di Barrow e
Tipler: l'esistenza di universi alternativi sarebbe suggerita per altre ragioni e il principio antropico fornirebbe
supporto aggiuntivo alla loro esistenza. Ipotizzando che alcuni universi possibili potrebbero supportare vita
intelligente, alcuni universi reali devono farlo per davvero (e il nostro uno di questi). Comunque, alternative alla
congettura del progetto intelligente non si limitano a proporre l'esistenza di universi alternativi. Inoltre si
argomentato che il principio antropico, com' enunciato convenzionalmente, sarebbe in contrasto con le ipotesi
avanzate dal movimento del progetto intelligente (cfr. la voce universo a taratura fine).

Pregiudizio antropico e ragionamento antropico

Nel 2002, Nick Bostrom, un filosofo, si chiesto se "... possibile riassumere l'essenza degli effetti di selezione
delle osservazioni in un enunciato semplice".

Egli concluse che era possibile, ma che "molti "principi antropici" sono semplicemente confusi. Alcuni,
specialmente quelli che traggono ispirazione dagli scritti di Brandon Carter, sono ragionevoli, ma troppo deboli
per svolgere un qualsiasi lavoro scientifico. In particolare, sostengo che le metodologie esistenti non permettono
di derivare qualsiasi conseguenza osservazionale dalle teorie cosmologiche contemporanee, nonostante il fatto
che queste teorie siano testate dagli astronomi abbastanza facilmente, in modo empirico. Per colmare questo
vuoto metodologico serve una formulazione pi adeguata di come gli effetti della selezione delle osservazioni
debbano essere tenuti in conto."

Il suo assunto "che si deve pensare a s stessi come a osservatori casuali appartenenti ad una classe di riferimento
adeguata." Egli espande quest'idea in un modello di pregiudizio antropico e ragionamento antropico dovuto
all'incertezza di non conoscere il proprio posto nel nostro universo - o addirittura chi "noi" siamo. Questo pu
essere anche un modo di superare diversi limiti dei pregiudizi cognitivi inerenti agli esseri umani che compiono le
osservazioni e condividono modelli del nostro universo usando la matematica, come suggerito nella scienza
cognitiva della matematica.

Note
1. ^ IAU Symposium 63 (1974) 291-298
2. ^ R.H. Dicke, Principle of Equivalence and Weak Interactions, Rev.Mod.Phys. 29, 355 (1957)
3. ^ : obiettarono che l'et della Terra, ricavata da calcoli termodinamici, basati sulle conoscenze e presupposti
dell'epoca, non era compatibile con la nostra esistenza per frutto della sola selezione naturale. (Oggi si sa che l'et
della terra ben maggiore di quanto fosse stata stimata allora e quindi compatibile con la teoria evoluzionista
4. ^ Stephen Hawking, A brief history of time, 1988, p. 126.
5. ^ Stephen Hawking e Leonard Mlodinow, Il grande disegno, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, pp. 141-158,
ISBN 978-88-04-61001-4.
6. ^ Paul Davies. "Inflation to the universe and time asymmetry". da Nature n.312: 524 (1984).
7. ^ Steven Weinberg, "Living in the multiverse" (http://arxiv.org/abs/hep-th/0511037)
8. ^ "Is the Strong Anthropic Principle Too Weak?", Nuovo Cimento, 1999.
9. ^ In realt Roger Penrose (in La mente nuova dell'imperatore) con questa critica si riferisce al fatto che il principio
antropico minerebbe lo studio scientifico per un effetto di pregiudizio antropico.
10. ^ Victor J Stenger. Timeless Reality: Symmetry, Simplicity, and Multiple Universes. Prometheus Books, 2000. ISBN
1-57392-859-3.

Bibliografia

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Stephen Hawking, Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, Milano, Rizzoli, 2000. ISBN
88-17-25873-3
John D. Barrow, Frank J. Tipler, Il principio antropico, Milano, Adelphi, 2002. ISBN 88-459-1660-X

Voci correlate
BioLogos
Coscienza causa del collasso
Costante fisica
Principio cosmologico
Teoria del punto Omega

Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni sul principio antropico

Collegamenti esterni
In italiano:

Giuseppe Tanzella-Nitti, voce Il Principio Antropico (voce del Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede)
(http://www.disf.org/Voci/31.asp)
Il Principio Antropico (http://spazioinwind.libero.it/lapaginaculturale/antropico.html) (voce tratta da: "La
Pagina Culturale del Prof. Domenico Buccafusca") (http://spazioinwind.libero.it/lapaginaculturale
/Home.html)

In inglese:

Anthropic Reasoning, Stephen Hawking Kavli-CERCA Conference Video Archive


(http://www.phys.cwru.edu/events/cerca_video_archive.php)
The Anthropic Universe (http://www.abc.net.au/rn/scienceshow/stories/2006/1572643.htm), trascrizione di
un dibattito radiofonico con John Wheeler, David Deutsch, Paul Davies, Frank Tipler, John Barrow, Brandon
Carter e altri.
Kane, Gordon L., Malcolm J. Perry, e Anna N. Zytkow, "The Beginning of the End of the Anthropic
Principle (http://www.arxiv.org/abs/astro-ph/0001197)". (arxiv.org)
A. Feoli, e S. Rampone, "Is the Strong Anthropic Principle too weak? (http://arxiv.org/abs/gr-qc/9812093)".
(arxiv.org)
Parziale bibliografia su arxiv.org, arXiv.org.
Effetto Ramanujan: un argomento fisico contro il darwinismo, 3 Aprile 2012, uccronline.it.
La lettera di Albert Einstein su Dio, quello Spirito che si rivela nel cosmo, 7 Aprile 2012, uccronline.it.

Controllo di autorit GND: (DE) 4235980-6 (http://d-nb.info/gnd/4235980-6)

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