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8x8 #quinta serata

11 aprile 2017
casa editrice madrina #racconti

i concorrenti
Marzia Casilli
Marco Colabraro
Claudia De Angelis
Veronica Flora
Carla Fronteddu
Jacopo Galliani
Piero Rosso
Veronica Tosetti

le mura live music bar roma


Marzia Casilli
Scarpe

La mattina in cui volevo andare al cinematografo, mio padre, con


il pane nel caffellatte ha detto: Oggi andiamo a comprarti delle
scarpe nuove.
Mio padre ha la canottiera stretta a righine sottili e un paio di
calzoni corti da cui spuntano le gambe magre e le ginocchia ossu-
te. Sulle spalle e dietro la schiena pieno di peli neri.
E ha le scarpe tutte rotte. Dei vecchi sandali color cammello,
8x8 un concorso letterario dove si sente la voce con le fibbie disfatte e la pelle sfilacciata.
Oblique Studio 2017 Quando mio padre parla i suoi lunghi baffi vibrano. E quando
beve il caffellatte la loro punta sporgente si colora di marrone.
I concorrenti: Io non le voglio le scarpe nuove, ho detto.
Marzia Casilli, Scarpe; Ma che stai dicendo Salvatore? I suoi baffi hanno avuto un sus-
Marco Colabraro, Marie la grassa; sulto. Vatti a vestire, ch usciamo. E caccia fuori la spazzatura.
Claudia De Angelis, Ammoniaca; Mi sono lavato al pozzo dietro casa. Fuori cerano almeno
Veronica Flora, La visita; sessanta gradi, ma lacqua del pozzo dietro casa mia sem-
Carla Fronteddu, #instagood; pre fredda. Quando viene linverno si ghiaccia e non la si pu
Jacopo Galliani, Rotazione terrestre; prendere.
Piero Rosso, A San Genziano; Sono rientrato coi ricci bagnati che gocciolavano sul pavimento.
Veronica Tosetti, La nuotatrice. Eccomi, ho detto a mio padre.
Chai un muso che ti arriva a terra, ha detto lui. Se non cambi
faccia, te la cambio io.
Uno speciale ringraziamento a Racconti, casa editrice madrina della serata. Non le voglio le scarpe nuove, ho detto io. A me piacciono
In giuria: Annalena Benini, Stefano Friani, Emanuele Giammarco, Leonardo queste.
Luccone. Finiscila Salvatore, ha detto. Stai diventando grande e non
puoi andare in giro con quello schifo.
Font usate: Minion Pro, Gill Sans Mt. Ha sputato del catarro nel fazzoletto. Vammi a prendere una
Oblique Studio via Arezzo, 18 Roma www.oblique.it birra Salvato, mena, sbrigati.

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Marzia Casilli Scarpe

Mi sono fatto scivolare la bottiglia fredda sulla fronte sudata Salvatore, ha detto Michele, il figlio di Vincenzo, non ci pensa-
e poi glielho data. re, quindici lire. Non per te.
Ne vuoi un sorso?, ha detto. Mi sono ficcato la mano in tasca e ho stretto i soldi. Io il film
No pap. me lo volevo vedere e le scarpe non me le volevo cambiare.
Dai dieci anni in poi la birra va bevuta. Fa sangue. Ha bevuto Io ci andavo pazzo per i miei vecchi sandali. Tutti aperti di lato.
un sorso lunghissimo, con la testa appoggiata al sedile del divano. Io ci andavo pazzo per quelle spaccature. Mi ricordo il giorno in
Senti Salvatore, non mi va di uscire mo. Fa troppo caldo, ha cui mi sono accorto che si erano sfasciati: pioveva a secchiate e le
detto asciugandosi la fronte con la mano. Vacci tu, tanto Vincenzo strade si erano tutte allagate e dentro le mie scarpe rotte aveva co-
lo sa quali ti deve dare. Si cacciato seimila lire e me le ha messe minciato ad entrarci lacqua. Mi piaceva il rumore, quello sciac-
in mano. Ha tossito di nuovo pi forte. quettio, i calzini bagnati. Mi sembrava di stare in mare. Tutte le
Mi raccomando a pap, vengono seimila giuste giuste, non ti volte che pioveva, anche se non dovevo andare da nessuna parte,
fare fregare da quello, ch un commerciante. Va bene? io uscivo solo per camminare.
S pap. Ora dovevo riuscire a convincere mio padre che quelle quin-
Mena, sbrigati. dici lire me le avevano fottute.
Mi sono ficcato i soldi in fondo alla tasca.
Ho aperto la zanzariera, un piede fuori e un piede dentro.
Pap?, lho chiamato. Mio padre morto la mattina in cui sono andato al cinematogra-
Che c? fo a guardare un film di Lubitsch.
Ma per forza me le devo comprare? Io lho trovato come addormentato sul divano, coi piedi sul
Salvatore, non mi fare incazzare, ha gridato tossendo. Ch se tavolino del salotto davanti alla televisione spenta. Ch a quellora
mi alzo, come ti ho fatto cos ti distruggo. Vatti a prendere queste di programmi non ce nerano pi.
minchia di scarpe e falla finita. Ai piedi teneva i sandali color cammello, con le fibbie disfatte
Va bene, vado, ho detto. e la pelle sfilacciata.
E chiudi la zanzariera. Non mi fare incazzare. Glielho tolti subito.
Sono uscito lasciandola aperta.
Ho tagliato per il campo di girasoli che sta di fianco al mare.
tutto in pendenza, e verso la fine, sul dirupo, ci stanno i fichi
dIndia. Sono talmente scoscesi che sembra si stanno buttando di
sotto. Fichi dIndia suicidi sono. Io mi diverto a correre ogni volta
verso di loro e gridargli: Non vi buttate per carit, statevi fermi l.
Quando sono arrivato in mezzo alla piazza cerano le poltro-
ne di legno del cinematografo, ce nerano almeno cinquanta. E
cera pure lo schermo grande.
Mi sono girato a guardare la vetrina di Vincenzo, quelle scarpe
bruttissime tutte uguali: marroni a punta con la fibbia dargento.
Poi mi sono girato di nuovo a guardare lo schermo grande e le
signore con i vestiti lunghi a fiori che si sedevano con i ventagli
in mano.

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Marie la grassa

Con la luce in paese arriv anche il coraggio. Dalle terrazze scese


un allarme e lallarme prese il suono di un nome e quel nome era
Marco Colabraro Marie.
Marie la grassa E Marie, come tutti i giorni, nei suoi centotrenta chili di carne
e ossa, fece il suo ingresso nella piazza di Marraca.
Trascinava, aiutata dalla spinta delle gambette magre di Zeno,
un tavolo di legno che sistem al centro del largo; poi cominci
a tirar fuori da un grande sacco di carta dei panini, ne fece una
montagnola mentre le dita leste di Zeno versavano acqua in bic-
chieri di plastica da una grande caraffa dacciaio.
Mamma, ti chiamano disse Zeno. Marie annu e sistem
A Marraca le notti erano calde e affollate di stelle. lultimo panino sulla cima della piramide.
Il sonno profondo, senza incubi.
Esistevano gli orologi, ma nessuno li guardava.
Sulle alte terrazze, allalba, il potente canto di Marie accom- La donna era considerata una guaritrice e ora che il pericolo mi-
pagnava quello del gallo e scendeva veloce alle porte per annun- nacciava Marraca la fiducia di tutti gravava sulle sue spalle forti.
ciare il giorno nuovo. Lei, la pi bella del paese fin da bimba: i capelli neri, lunghi e
Uno sventolio di finestre allora salutava il mattino e lodore lucenti, la pelle abbronzata e compatta, gli occhi pi scuri delle
del t riempiva le vie strette. tenebre capaci di scavare lanimo di chi la guardava.
Cos avvenne tutti giorni della vita di Zeno, il figliolo di Marie. Lei sempre vergine, rimasta incinta una notte destate in cir-
Marie la grassa, Marie la bomba, Marie la santa. costanze misteriose, lei che nessun uomo aveva mai potuto sfio-
rare, lei che dopo aver partorito la meraviglia di Zeno cominci
a mangiare e mangiare finch il grasso devast la sua belt facen-
Era la vigilia destate quando Marie non cant. dole assumere forma morbida e sferica, non pi desiderabile. La
Fu una notte di ragli, ululati e bramiti. grande massa che con fatica e costanza aveva fatto crescere sulle
Voci sgraziate dadolescenti strozzarono il chicchirich. sue ossa la riparava dagli sguardi invadenti, dal desiderio degli
Sulla montagna il fuoco dei fal. uomini e dai corteggiamenti.
Lo straniero era arrivato, guardava dallalto, presto sarebbe La trasformazione per non riguard la forza dello sguardo,
sceso in paese. la dolcezza della sua voce e la grazia dei movimenti.
In molti rimasero al riparo delle coperte; solo gli anziani, che La sola occupazione di Marie era preparare il pane per la gente
pi dei giovani conoscono la paura e temono meno la morte, di Marraca, e i paesani, con la scusa del pranzo e due monete,
sbirciarono oltre le tende. potevano chiederle un parere, raccontarle preoccupazioni e gioie,
Le porte, lasciate sempre aperte prima di quella notte, furono odi e amori. Tutti si aspettavano consigli e guarigioni e Marie
chiuse una per una. provava ad accontentarli, soltanto rare volte ci riusciva davvero,
Quando il mattino color di bianco i muri delle case, a Marra- molto per era il conforto che la sua presenza e la sua disposizio-
ca regnava uno strano silenzio. ne danimo sapevano donare.
Il cuore di Marie era grande e aperto a tutti, ma il posto cen-
trale era occupato da Zeno, dodicenne dai muscoli sodi, capelli

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Marco Colabraro Marie la grassa

fulvi fin lungo le spalle; un ragazzino allegro e devoto alla madre Sei il mio ometto coraggioso.
che dimostrava nel fisico pi della sua et e per questo era desi- Cos Marie si allontan col suo passo pieno di grazia.
derato da tutte le giovani di Marraca ma restio a ogni genere di
contatto. Il figliolo santo di una madre santa.
Una lunga fila di puntini neri, simili a formiche, scendeva dalla
montagna.
Sono ancora sulle montagne. Marie annu. Il suono di chitarre e flauti raggiunse Marraca.
Cosa sta succedendo, mamma? Zeno strinse a s, per farsi forza, la caraffa dacciaio.
Quello che avevo previsto, Zeno. I puntini neri, avvicinandosi, assunsero le forme di ragazzi
Ballavano alla luce dei fuochi questa notte, mi hanno sve- festanti che facevano roteare palline e clavette.
gliato i loro canti e io provavo a parlarti e tu te ne rimanevi se- Un orso camminava su due zampe.
duta con gli occhi aperti e mi guardavi e io ti parlavo e tu non Sei polli addobbati alla meglio con piume di pavone venivano
rispondevi. condotti al guinzaglio.
Marie guard negli occhi suo figlio. Erano seduti allombra di Zeno guardava la sfilata passare, i ragazzi buttavano gli occhi
una palma. di strada in strada cercando lattenzione del genere femminile.
tornato tuo padre, Zeno. Ma le vie erano deserte e sparuti capannelli guardavano il cir-
O sono il figlio dellorso, mamma. co dallalto.
No, Zeno. Tu sei figlio delluomo che danza tra i fuochi. Que- Venite, giovinette, offrite a noi il battito delle vostre mani e
sta notte tuo padre tornato e gli animali tutti, suoi simili, sono una moneta sonante cantarono i ragazzi quando una volta rag-
con lui, e non sono i soli, le voci che hai sentito sono le voci dei giunta la piazza la lunga fila si sciolse.
tuoi fratelli. venuto per te. Zeno allora si alz in piedi, serio in volto e cercando di fare il
Non ho fratelli io, mamma. possibile per sembrare pi alto e adulto di quanto gi fosse.
Scenderanno in paese quando il sole comincer a calare, sar Poi venne il fuoco e dietro al fuoco un uomo. Ecco Noel! lo
il fuoco ad annunciarli. Tuo padre mi ha sedotto cos, col fuoco. annunciarono i suoi.
abile: sa spegnerlo tra le labbra, soffiarlo come un drago, lan- Zeno vide per la prima volta suo padre: un uomo muscoloso,
ciarlo nellaria e poi riprenderlo. Vuole che tu segua il carroz- capelli fino alle spalle, occhi dazzurro lucente. Indossava panta-
zone del suo circo, vuole riprendersi quello che suo. Ma tu sei loni larghi color crema che si stringevano sulle caviglie, la barba
mio. Ora ti lascer solo e andr per le vie, dir a tutti quanti di era incolta e il bianco intervallava il nero dominante del pelo, il
non temere e chiudere in casa soltanto le figlie femmine. Verran- suo torso era nudo, le mani grandi. Sput fuoco dalla bocca pi
no gli animali, tu non ti farai stupire. Verranno i tuoi fratelli, ti volte prendendolo dalle punte incandescenti delle bacchette che
chiederanno di seguirli, ma tu non andrai. Verr il fuoco e allora teneva tra le dita. Poi le spense una dopo laltra. Si fece serio,
sar il momento. Io ti aspetter a casa. Quando te lo chieder guard Zeno, e gli disse: Cerco Marie.
dirai che tua madre morta. Vorr vedere la mia tomba e allora A Zeno manc laria, fece fatica a resistere agli occhi dello
lo condurrai da me. straniero, respir forte, rispose: Marie morta.
Ho paura, mamma.
Vieni qui.
Marie lo abbracci forte e lui si sent accolto dalla carne ab- Le previsioni della santa si avverarono. Luomo domand della
bondante, cominci a piangere. sua tomba.

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Marco Colabraro

Zeno condusse il solo Noel nel posto concordato mentre i ra-


gazzi andarono per via in cerca di giovani da impressionare con
le loro arti circensi. Claudia De Angelis
Marie aspettava a luce spenta, seduta sul letto, con un coltello Ammoniaca
in mano.
Lalito di Noel puzzava di cherosene e fumo, Zeno faticava
ad avvicinarlo. Sapeva che quelluomo era suo padre mentre
quelluomo non sapeva di avere di fronte suo figlio.
La povera Marie ha un figlio, vero?
Zeno camminava veloce. Annu.
Lo conosci? Dovrebbe avere la tua et.
Zeno fece di no con la testa. Sta tutto in ansia, piantato come un brufolo sul linoleum grigio,
Marraca piccola. perch potrebbe finire nella squadra dei bravi, e allora sarebbero
morto. Lha ucciso un orso disse Zeno. botte a ogni errore, o potrebbe finire nella squadra dei tecnici, e
Noel rimase turbato. Rallent il passo. allora sarebbero botte e insulti a ogni errore. Allassunzione gli
Sbrigati! lo rimprover Zeno. avevano garantito, su contratto e tutto, un lavoro da cubicolo. Lui
Era mio figlio. e lo schermo, otto ore al giorno salvo straordinari, cinque giorni
Se era tuo figlio dovevi difenderlo. su sette. E poi, i problemi, e la nuova dirigenza, e adesso i proble-
Non potevo. mi si affrontano in gruppo. Le riunioni si fanno ogni giorno. Le
Perch? persone si parlano.
Perch sono un girovago e non posso fermarmi. Marie la Finisce coi bravi. E tempo uno, due, tre secondi, ed in bagno
donna pi bella che io abbia mai conosciuto, la penso tutti gli anni a pisciare. Lo schizzo rimbalza sulla plastica con un rintocco ed
in questa notte perch lunica notte che abbiamo passato insie- il primo sospiro di sollievo che tira da tre giorni. Per poi la
me. Lei danzava, io soffiavo il fuoco, la luna era un taglio. Quella sala riunioni vuota e non sa dove cercare i suoi colleghi e quin-
notte lui fu concepito, lei me lo fece sapere. Io rimasi contento. di torna alla sua scrivania. Grigio topo, pulita pulita, grande il
E non tornasti. E lei mor. E lui fu sbranato dallorso. giusto per farci stare su: il portatile, un cactus nano in un allegro
Erano arrivati alla porta di casa. vasetto giallo, due portapenne, un temperamatite automatico,
Dove siamo? chiese Noel. una foto di famiglia e tutte le pratiche da sbrigare. Alta il giusto
Al campo santo rispose Zeno. per tenerci sotto una cassa dacqua e avere ancora lo spazio di
rannicchiarcisi se viene il terremoto, ma fatta di legno leggero,
garanzia di tante schegge e zero protezione. Ma non una scri-
vania, la sua scrivania, e con la sua sedia cigolosa e la schermata
di Excel gli d immediatamente un senso di pace. Forse pure
colpa della vescica vuota.
Arriva una mail con la lista di cose che dovr fare per il pro-
getto: a occhio e croce, tutte. Non si sorprende, non si spaventa.
Quando stacca gli occhi dallo schermo, fuori notte e la terza
bottiglia dacqua vuota.

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Claudia De Angelis Ammoniaca

Non che non ha un nome, ma in ufficio lo conoscono solo come gli ultimi respiri e con la testa che gli gira non riesce a capire se la
Rotolo. I tecnici dicono vabb, ci prendiamo tre pratiche in pi puzza di piscio viene da terra o dal soffitto o da Luca o da lui. E
se voi vi prendete Rotolo. La segretaria dice Rotolo, Natalino poi torna laria, tutta insieme e fa pi male di quando non cera, e
del marketing va in pensione, ci lasci cinque euro per il regalo?. Rotolo si asciuga gli occhi e le risate di Luca non riescono a umi-
E lamministratore delegato dice ottimo lavoro, signor Rotolo liarlo quanto lo sguardo impietosito di quella di italiano.
ed un equivoco che va avanti da troppo tempo per poter essere
corretto. Succede cos quando, nel posto dove lavori, hanno dato
un ufficio a Luca Della Terza C. Lurina fa: vescica, uretra posteriore, uretra pendula, e poi gi per
Rotolo non ci vuole pensare. nella quiete della cucina di il collo di una bottiglia. Rotolo fa: casa, autobus, atrio, ascensore,
casa sua, nella penombra grigioverde di una lampadina agli ulti- corridoio, scrivania, corridoio e poi su verso lufficio di Luca.
mi giorni di vita, e non ci vuole pensare. Ma sui fornelli la pen- lo stesso percorso e forse al piscio andata meglio. Rotolo ab-
tola sobbolle, e il piscio espande il suo odore come un cazzotto, braccia due scatoloni di pratiche e non sa come bussare. Luca
ed il primo giorno di prima media. Alla terza ora, il panico di guarda il computer e sorride. Rotolo d dei colpetti sul vetro con
una classe nuova in una scuola nuova in un quartiere nuovo ha la fronte e poi spinge con la spalla.
finalmente deciso di riscuotere il proprio debito. Timida timida, Nellufficio di Luca riunita tutta la squadra dei bravi, ora c
la mano paffuta di Rotolo, che non ancora Rotolo, si solleva anche Rotolo, e dice piano piano: C tutto. Poi apre gli sca-
per aria. Quella di italiano lo guarda. Sorride incoraggiante ma toloni e tira fuori le cartelline, i dossier, le proiezioni di rendita.
Rotolo ha il terrore di chiamarla mamma successo unora fa Questo cos? chiede una di quelli bravi, e Rotolo le spiega
a Mammone, tre banchi dietro e quindi non parla. Vai pure tutto, ma la sua testa da unaltra parte: un po in prima media,
dice quella di italiano, con un briciolo di tenerezza che, vivisezio- ancora a terra in bagno; e un po chiusa nel terzo cassetto della
nato molti anni pi tardi, porter Rotolo allovvia conclusione scrivania insieme a una bottiglia di plastica che ci ha messo cin-
che quella di italiano stata lunica donna che labbia mai amato. que mesi a preparare. Una bottiglia di plastica a cui pensava da
Il piccolo Rotolo va in bagno. ventanni. Un concentrato denso, giallo stinto.
La questione con il primo giorno di scuola che non la sen- Rotolo rovescia il caff sulla moquette dellufficio di Luca Del-
tono solo i bambini, lansia. uno stato danimo che impregna la Terza C. il solito Rotolo, quelli bravi neanche lo prendono
i muri degli edifici e gli inchiostri delle penne e le pagine imma- pi per il culo, hanno finito gli insulti parecchi incidenti fa. Ro-
colate dei registri di classe. tutto pulito ed tutto in ordine, tolo striscia fuori dalla stanza con gli occhi incollati per terra. Fa:
ci sono i gessetti e le spillatrici e la carta igienica e i fogli per la corridoio, scrivania, cassetto. Fa: corridoio, corridoio, corridoio,
fotocopiatrice. E soprattutto, in bagno c Luca Della Terza C, sgabuzzino. Il carrello delle pulizie non nemmeno tenuto sot-
che al suo ultimo primo giorno di scuola media deve mettere in tochiave. Versa ventanni di odio e di pianti nella bocca blu elet-
chiaro chi che comanda. La testa nel water e tirare lo sciacquo- trico del flacone di candeggina, e il flacone di candeggina si beve
ne sarebbe, di norma, nello stile di Luca e dei suoi accoliti; ma tutto. Rotolo chiude il tappo velocissimo, non nemmeno un
Rotolo ha le spalle troppo ciccione e il collo troppo corto e non filo imbranato. un gesto piccolo e semplice che ha provato per
sfiora lacqua neanche con la punta del naso. Collo troppo corto giorni.
e mento troppo flaccido, ma Luca Della Terza C testardo e in- La macchia di caff sulla moquette si raggrumata in un con-
cazzato e con le mani riesce a toccare qualcosa che pulsa. tinente rossobruno. Risolvo dice Rotolo, e suda e trema, stap-
Strangolato con un rotolo intero di carta igienica, Rotolo a pa il flacone e, prima che quelli bravi lo possano fermare, versa e
terra e per la prima volta si sente piccolo come un topolino e con continua a versare finch tutto vuoto. La cosa pi difficile non

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Claudia De Angelis

respirare, perch se respiri, poi i fumi ti mangiano i polmoni.


Questo lo sa Rotolo, ma non lo sa Luca Della Terza C e non lo
sanno quelli bravi, e mentre tutti si disperano per la moquette e Veronica Flora
poi cominciano a tossire sangue e non capiscono perch, Rotolo La visita
resta fermo impalato e col naso e la bocca chiusi chiusi e, anche
se lodore lo stesso del bagno il primo giorno di scuola media,
gli viene da sorridere.

Vi chiederei di trattenere il fiato. C puzza di piscio.

Accogliendomi in casa, lavrei trovata silenziosa, come sempre.


La camicetta arancione, i pantaloni di tela leggera, scalza. Il viso
stropicciato e pulito di chi si appena svegliato. Andiamo in ter-
razza, ti va? E via, sgattaiola via il mio fantasma opaco. Lucille si
siede fuori, incrocia le gambe e aspetta che io dica qualcosa, che la
segua, mentre Burton le si attorciglia come un colbacco di visone
in grembo, facendo le fusa. Una composizione di more artificiali
interrompe con il familiare formicolio di screen saver il sonno
del portatile acceso. Al muro, quadri senza cornice, foto del mare.
In posa, due ragazzi in costume da bagno indossano maschere
da Grand Guignol che devo aver visto in giro, a Carnevale. Dio
tremendamente triste e Buddha, invece, sorride dalla scrivania
soffocata di carta. Scaffali con tanti libri francesi, inglesi, italia-
ni, arabi se ne stanno stretti, quasi incollati, luno allaltro, gonfi
come se ogni pagina non fosse stata solo letta, ma impregnata
dellumida, febbrile attesa della fine. Alcune cose sono sorpren-
dentemente piene di lei. Una foto da bambina, con le guance
pienotte e i capelli pi scuri, un biglietto dauguri disegnato a
mano, hey miss robinson, jesus loves you more than you
will know, un portacenere con la bocca spalancata in un sorri-
so sguaiato di maschera etrusca. Altre cose sembrano di cartape-
sta, estrapolate da un catalogo di moda, salvate miracolosamente
dalla catastrofe degli anni Ottanta per finire sul tavolo insieme a
un ananas nano e una bottiglia di Cabernet sigillato. Le ho por-
tato un vaso di piccole rose selvatiche. Lei mi ringrazia, non le
guarda nemmeno e dopo un po le vedo relegate in alto, in cima
a un armadio. A un angolo del tavolo langue una pila composta

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Veronica Flora La visita

di brochure universitarie, fogli discrizione. Lucille sta decidendo esistito, che non ha preso forma, colore, sapore e che rimasto
dove proseguire la sua vita. Tira i piedi sulla sedia. Stringendo le con la bocca spalancata e muta come il tuo portacenere pieno di
gambe al petto, si volta verso la sagoma rossa e piccola di San Pie- piet. Di che mi occupo? Cosa faccio per vivere? Dov la casa?
tro poi, rapida, sposta lo sguardo a ricercare lo scheletro magico Chi la donna? Chi luomo? Quando sono nato? Quando sono
del Gazometro. Burton capisce e senza degnarmi di uno sguardo, morto? Chi ero? Chi non sono stato? Cosa mi piace mangiare?
con un balzo, ci lascia. Londra, forse Amsterdam. Una sua inse- Transazioni internazionali. E tu, non hai studiato che letteratu-
gnante le ha detto che l c una buona scuola di fotografia. C ra, chrie. Hai letto un milione di libri di arte, di poesia, di storia,
da crederci. A Lucille piace lobiettivo della macchina, guardare di musica. Visitato un miliardo di musei. Hai una amica con gli
dentro, muovere il diaframma, raggiungere lequilibrio perfetto, occhiali e troppa ansia che ti aspetta alla fermata della metropo-
cercare esattamente al centro del nulla e aspettare che qualcosa litana. Con lei, tu ridi. Ridi tanto che gli occhi ti si illuminano e
prenda vita. Le piacciono gli inizi delle cose. Dalle foto appe- la bocca si apre e chiude. Apre e chiude. Questo a me basta. Basta
se in camera, si direbbe un certo senso dello spazio. Mi pare di per sapere che sarai pi felice di me. Anche se dentro questa sca-
sentirci dentro il nitore, luce di casa. Lucille ha vissuto a Algeri tola per topi, letto di piume e mobili doro, ora ti accartocci come
solo per brevissimo tempo, da piccola. Ricorda, s, ricorda forse i una foglia dacanto e muori un poco, ogni notte. Verso le tre o le
giochi sulla spiaggia. I suoni lontani della moschea per lei erano quattro, pensando a qualcuno. A tua madre. Ma passer, Lucille.
la nenia che conduceva al sonno. Ma era piccolissima allora, e la Rester qualche cicatrice sul braccio, il coltellino affianco al letto
scienza della luce lavr studiata durante qualche corso, seduta lho gi preso io, mentre eri in bagno e Burton, leccandosi i baffi,
nel buio di unaula. mi pareva daccordo. Versi un altro bicchiere di vino, il terzo,
E tu? Che fai Jilani? e non devi aver mangiato. Ho fame ma non voglio chiederti di
Hai ventanni Lucille, vorresti provare a nascondere la curio- andare a cena. Sarebbe bellissimo, lo so, vederti infrangere con
sit che ti suscita questo vecchio stanco, lontano dai crani veloci titanico sforzo la dieta che stai seguendo, solo per darmi un pia-
e lisci e dal cavallo largo dei pantaloni a cui sei abituata? Credi cere immenso. Ma non sarebbe una buona idea. Domani parto.
di poter fermare i dialoghi del tuo corpo verso un uomo che rac- Ti dico cos. Molto presto. Alle sette ho laereo e non so quando
conta qualcosa che non riesci a capire, lodore di un tempo che torner di nuovo a Roma. Accompagnandomi alla porta ti sento
non ha niente a che vedere con questi appartamenti di cartone, scivolare sul pavimento, veloce, dentro la mia schiena.
questi edifici di cemento, queste strade di asfalto che si divin- Allora, ciao pa.
colano in mille rivoli per la citt, che non te laspetti ma cos Ciao amore.
scura dallalto, la notte. Cosa vuoi sapere Lucille? Cosa ho fatto Ti fermi in cucina, la luce del pomeriggio mi ferisce gli occhi
in questi anni, in questi troppi anni? Non credo che ti servirebbe, come una lama. Ora ti rivedo che mi incarti pane arabo e arance
ma visto che vuoi qualcosa in pasto questa sera e io sono venuto di supermercato. Non tieni molto in casa, per non esserne tenta-
qui solo per guardarti, ti dir che ho viaggiato. Ti dir che ho ta. Arriviamo alla porta e mi metti in braccio il pacchetto per il
viaggiato in lungo e in largo per tutto il mondo, perdendomi in viaggio, come fosse un bambino. Ho paura adesso. Lucille, mi fai
posti che tu puoi solo credere di immaginare. Luoghi con poco davvero paura.
dellessere umano, equivoci della terra, deserti e camere con vista, Allora, ciao Jilani.
nidi di rondine e piscine illuminate, latrine e sessi di pietra, porti, Ciao Lucille.
porti, aeroporti, che nemmeno diecimila vite saprebbero ricor-
dare. Inshallah, tu questo non vedrai. Per me un minuscolo
sollievo. Perch so che tu hai gi avuto ci che non cera, che non

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#instagood

Mah, replic Carolina soffocando ogni speranza quando


lavorava era la stessa cosa, solo che invece di lamentarsi della
Carla Fronteddu suocera e delle maestre si lamentava del suo capo e dei colleghi.
#instagood Ah eccola! avvert Olimpia e fu tutto un coro di tesoro, ce
lhai fatta!, finalmente!, ben arrivata!.
S, scusate. Un delirio, come al solito! Stefania si butt pe-
santemente a sedere sulla scoobydoo blu anni Sessanta, con laria
sfinita di chi a sera getta a terra larmatura, eppure erano poco pi
delle dieci.
Di siediti e ordiniamo qualcosa, sono affamata! la invit
Elena.
Le amiche arrivarono al bar intorno alle dieci, Stefania era in Quando la cameriera si avvicin al tavolo, Olimpia la anticip:
ritardo perch Leone, anche quella mattina, aveva fatto le bizze Per me caff e cornetto alla crema e aggiunse: Adoro le vostre
allasilo. Decisero di aspettarla accomodandosi ad uno dei tavoli divise! Il grembiule di jeans fantastico e sta da Dio sulle magliet-
allaperto, da cui potevano godere la vista sulla piazza e sul nuo- te a righe!.
vo fioraio allangolo, che con la sua elegante esposizione di tu- Magari un po scomodo? sugger Carolina.
lipani e peonie incarnava la promessa di rendere il loro profilo La cameriera fece finta di non aver sentito il commento sulla
Instagram sempre pi simile a quello di una parigina o di una praticit del grembiule, rigido e pesante come un calco di gesso, e
milanese. Anche il bar in cui si trovavano in quel momento era sorridendo disse: Grazie, i grembiuli vengono cuciti e stampati
una garanzia in termini di hashtag e di fotografia, grazie allam- a mano. Se vi piacciono sono in vendita e sono personalizzabili.
bientazione #shabbychic, ai servizi di porcellana sapientemente Ti vuoi uccidere? chiese Stefania ad Olimpia, non curan-
spaiati e al menu che offriva #breakfast e #lightlunch, #veg e dosi di interrompere la conversazione sulle divise dei camerieri.
#organic. Olimpia sgran gli occhi.
Ogni tanto potrebbe anche chiedere aiuto a sua suocera e Hai idea di quanto ti faccia male quello che hai ordinato?
non arrivare sempre trafelata esord Carolina. Un caff e un cornetto? chiese Olimpia ridacchiando per
Lo sai che la odia replic Elena. stuzzicare lamica, ben sapendo dove sarebbe andata a parare.
Questo teatrino della suocera malefica, nel 2017, non si pu Alla crema! Sbaglio o hai lovaio policistico tu? insistette
proprio sentire! ribatt lei. Stefania. Gli zuccheri sono veleno nelle tue condizioni e il caff
Comunque, sospir Olimpia teniamoci pronte a conte- dovresti averlo abbandonato da una vita!
nerla sul tema virus intestinali e maestre!. Stefy, si intromise Elena qui tutto biologico e a chilome-
Davvero! E poi si lamenta di quelle che non parlano daltro tro zero e la crema la fanno con la stevia, siamo fuori pericolo. Tu
che di figli. Lavete notato? chiese Carolina. Sta sempre a criti- cosa prendi?.
care le mamme dei compagni di Leone e non si rende conto che Beh, io non mi fiderei troppo di queste alternative, la crema
lei fa esattamente lo stesso. crema! Per me una macedonia, con sciroppo dagave e semi di
Il bello che pu parlare ore delle sfumature della cacca di girasole.
Leo, ma se provi a portarla su un altro argomento, scena muta Stefania, lo sai che esiste un nome per questa tua ossessione?
aggiunse Olimpia. Ortoressia e significa patologica attenzione per il cibo sano
Secondo me dovrebbe tornare a lavoro sugger Elena. disse Carolina ostentando uno stucchevole tono amorevole.

18 19
Carla Fronteddu #instagood

Non sopportava pi il terrorismo psicologico che Stefania river- Pu darsi, ma sono contenta di non dover andare dallaltra
sava sulla tavola ogni volta che si trovavano a condividere un parte del mondo per avere il controllo sulla mia vita concluse
pasto. pacatamente Elena.
Pensi che sia pazza? chiese brusca Stefania, notevolmente Mi sembra una bella cretinata per spillare soldi a chi ha pa-
su di giri a dispetto della dieta #coffefree. Sto solo cercando di recchio tempo da perdere disse Stefania.
non far diventare orfano Leone. Allora, sono pazza o amore A te basta lo yoga? chiese Carolina rivolta ad Elena, igno-
questo? Eh?? rando ostentatamente il suo commento.
Di ragazze, intervenne Elena non c bisogno di agitarsi. Quello mi ha cambiato la vita, certo. Mi ha offerto una pro-
Cerchiamo piuttosto di essere grate per questa bella giornata, per spettiva completamente nuova.
il sole, per il cibo, per lamicizia, ok?. Fatta di un sacco di massaggi ultimamente! sorrise Olimpia.
Om fece Olimpia. Oh, ma voi dovreste conoscere Alessandra! molto di pi di
Ieri ho conosciuto un tipo, cambi argomento Carolina una massaggiatrice, come spiegarvi ti rimette al mondo.
avete mai sentito parlare di rivoluzione solare mirata?. Dovete provarla! si anim Elena.
No, nessuna ne aveva sentito parlare. E cosha di tanto speciale? chiese Stefania.
Beh, praticamente continu lei il giorno del compleanno difficile da dire, ma come se ti vedesse dentro e capisse
si chiude un ciclo solare e ne comincia uno nuovo e la mappa tutto di te. A volte neanche ti tocca, ti abbraccia soltanto e tu
astrale di quel giorno condiziona il resto dellanno. trovi la pace.
La carta natale, certo, disse Olimpia una volta me la sono E quanto ti costa questabbraccio? insistette Stefania.
fatta fare. Senti Stefania, sbott inaspettatamente Elena sei libera di
Per la nascita! Ma ogni anno il tuo anniversario cade sotto non condividere, ma non c bisogno di liquidare una mia espe-
un cielo diverso, che non detto sia un buon cielo per te. Con la rienza di vita con tanta spocchiosa sufficienza.
rivoluzione mirata, praticamente, puoi decidere sotto quale cielo Ohh! Tranquilla, figuriamoci se voglio sminuire le vostre
iniziare il tuo nuovo ciclo. scoperte esistenziali.
Cio il nostro oroscopo cambia a seconda di dove trascor- Hai voglia di fare la stronza stamattina? chiese Carolina.
riamo il compleanno? chiese incuriosita Olimpia. Che vorresti dire?
Esatto! fece Carolina. Che vi ascolto e mi domando cosa ci faccio io qui. Mi sem-
E il tipo che hai conosciuto che centra? sbuff Stefania. brate delle ragazzine che cercano disperatamente di trovare un
Lanno scorso rispose Carolina rivolgendosi solo alle altre senso alla vita.
ha trascorso il suo compleanno a Tucumn e dice che gli cam- Stefy, io mi fermerei qui, ch a parlare di senso della vita ri-
biata la vita. Quando tornato in Italia, si licenziato, ha aperto schi di cadere male comment placida Olimpia sbloccando il
un negozio di fumetti ed andato a vivere da solo. Aveva vissuto cellulare.
fino a quarantanni a casa dei suoi!. Perch? Quale senso mancherebbe alla mia vita? Fammi ca-
Mah, i cambiamenti ragazze avvengono qui e qui, non nelle pire! Olimpia fece finta di non sentire.
stelle disse Elena indicando prima il cuore e poi la testa. No, infatti. Il tuo problema semmai un ipersenso, pi passa
Beh, magari i pianeti possono essere un pretesto per metterli il tempo pi diventi ossessiva e maniacale disse Carolina.
in moto testa e cuore, no? replic Olimpia, che probabilmente Maniacale?
si stava chiedendo se valesse la pena tentare con la rivoluzione S, esaurita che non sei altro. Che non bevi un cappuccino da
mirata. tre anni e sei convinta di combattere il cancro in questo modo!

20 21
Carla Fronteddu

Ah, ma sentila! Certo, tu che pensi di metterti in salvo rincor-


rendo la miglior posizione delle stelle non hai di questi problemi,
vero? Jacopo Galliani
Non so perch resto ad ascoltarti. Rotazione terrestre
Vai allora!
Entrambe si guardarono intorno cercando unalleata in
Olimpia o in Elena, ma la prima stava pubblicando su Instagram
la foto della colazione, che nel frattempo era stata servita, e lal-
tra aveva chiuso gli occhi ed era concentrata sulla respirazione
diaframmatica.
Vaffanculo disse Stefania.
Vaffanculo tu replic Carolina. 14,45
Entrambe tirarono fuori i cellulari dalle borse e cominciarono Osservo. Dovrei verniciarne gli stipiti prima o poi. La portafine-
a scorrere le notifiche sui rispettivi social per calmare gli animi. stra, defilata rispetto al centro della stanza, regna sul mio salotto.
una regina giusta, si mantiene a distanza dal popolo pur prov-
vedendo ad ogni suo bisogno. Non si vede ma c, da l entrano
le componenti base della vita umana: aria e luce. Alla fine, mi
rendo conto, solo grazie a lei se posso vivere qua dentro sen-
za soffocare o diventare cieco. Mi alzo dal divano e la apro solo
un pochino, dieci centrimetri dellanta destra. La tenda dellanta
sinistra si fa massaggiare da un alito di vento caldo, stiracchian-
dosi al suo passaggio. Faccio per tornare al divano ma mi ricordo
di aver sete. Devio verso langolo cottura, ruoto il rubinetto del
lavello, mi sporgo vicino al getto dacqua. Bevo due o tre sorsi.
Torno al divano, sistemo il cuscino sul bracciolo destro. Getto i
piedi nellaltra parte del divano e cerco la posizione pi comoda.
Sono sdraiato, le mie estremit sono abbracciate dai braccioli del
divano. Mi guardo i piedi, sembro una banana. Alzo lo sguardo
oltre il mio alluce. Lanta sinistra pi aperta di prima, ora la di-
stanza rispetto alla sua compagna destra sar attorno ai quindici
centimetri.

15,30
La portafinestra si affaccia sul cortile. Al di l del cortile, ci sono
i box dei condomini vicini. Proseguendo oltre, iniziano gli ap-
partamenti dei condomini vicini. Questi si alzano fino al quinto
piano. Io vivo al secondo piano. Dalla mia postazione sul divano

22 23
Jacopo Galliani Rotazione terrestre

posso vedere solamente la facciata del condominio di via Bian- delle minuscole forme bianche, color muro. Le forme potreb-
cardi, quello alla mia destra. Muro arancione, balconi arancioni. bero apparire come delle feritoie orizzontali. Sebbene non siano
Larancione che spunta dallo spiraglio della portafinestra aperta tutte uguali, si assomigliano molto tra loro. Sembrano fatte tutte
vivido, mattone pulsante. Larancione che filtra dalle tende con lo stesso stampino, ma in periodi differenti. Alcune sono pi
pi pacato. Oltre al muro, intravedo il cielo. Mi rendo conto che storte, segnate dallet o dalla luna storta o dalla semplice distra-
il colore del cielo, in questa stagione dellanno, in questo orario, zione. Altre sono perfette, sforzi ripagati, soddisfazioni pure, col-
e soprattutto con queste condizioni climatiche, particolar- pi di fortuna. Questa sedia di vimini stato un ottimo acquisto.
mente azzurro. Mi sembra un azzurro molto puro, molto ripo-
sante. Peccato, mi dico. Stando sdraiati sul divano come sono ora,
la posizione della portafinestra mi permette di vederne solo uno 17,00
spicchio. Per lesattezza, il cielo spunta solo nellangolo in alto a Penso. incredibile come eventi enormi e inconcepibili come
sinistra del vetro. Occupa un dodicesimo dellarea della portafi- la rotazione terrestre si possano ripercuotere su inezie di tutti i
nestra, secondo i miei calcoli. giorni come le fasi dellilluminazione di una stanza. mezzora
che osservo la lingua e ora ne sono sicuro. Dopo essersi stancata
della sedia, passata al tavolo, alla televisione, al muro dietro
16,10 la credenza. Poi, mentre si alzava verso il soffitto, ha iniziato a
La luce spunta in mezzo ai miei pensieri. Era nellaria, le grada- farsi pi sottile. Ora manca pochissimo. Lorologio allingresso
zioni di colore stavano diventando sempre pi intense. E adesso scandisce i secondi ad alta voce, e ad ogni rintocco la lingua si
il mio pavimento illuminato da una lingua gialla che si srotola assottiglia e si alza. Si assottiglia e si alza. Si assottiglia e si alza.
partendo dalla portafinestra. La punta della lingua ha una forma ormai un filo di luce, cinque centrimentri. Quattro. Si restringe,
geometrica, la sua base segnata dalla cicatrice di un comigno- tre centimetri.
lo. Sopra alla lingua, per aria, c del movimento, c della vita. Suona il telefono.
Migliaia, milioni di pulviscoli illuminati si muovono piano, di-
sordinati ma compatti, per niente minacciosi. Cosa possono sem-
brare? Un esercito di indisciplinati ma mansueti moscerini? La 17,01
Via lattea mossa al rallentatore da una mano divina? Prendo un Rispondo.
respiro profondissimo e soffio forte verso la portafinestra: leser- Sono iniziate le prime doglie.
cito rompe le righe, le stelle schizzano qua e l. Amo lordine, ma Mi infilo le scarpe e corro fuori.
il caos pi divertente.

16,25
La lingua di luce arrivata alla sedia. Inizia ad assaggiarne una
gamba e la sedia si accende piano piano. Sono distratto da un
prurito dietro al collo, con una mano mi gratto, torno a guardare
di fronte a me. La lingua continua a guadagnare centimetri del-
la sedia, disegnandone via via la figura sul muro. La figura che
si va componendo nera, ma al suo interno si possono vedere

24 25
A San Genziano

non avere unerezione. Sul palco la band era passata ai classici


italiani.
Piero Rosso Mi infilai dietro il tiro a segno e mi cambiai. Anchio, adesso,
A San Genziano avevo il cazzetto in rilievo sotto la calzamaglia, una casacca ver-
de, le armi di plastica e una cuffia a punta sulla testa.
Una mano mi afferr la spalla, stringendo due volte: Bel cap-
pello, coglione, gi a farsi seghe, eh?. Marco, vestito da Uomo
Ragno aveva un sorriso teso, quasi innaturale. Aspettami che
piscio.
Vengo anchio.
Proprio accanto allentrata della sagra, un po in disparte, cera
San Genziano a due chilometri dal mare, ma chiuso tra i colli; una siepe dove andavano a farla tutti i ragazzi, mentre le ragazze
dal balcone di casa mia, la notte, si vede laura luminosa di Porto erano solite usare la toilette. Come gli altri, impediti dai costumi,
San Carlo, dietro il promontorio, dove c la vita. A volte passia- abbassammo tutto e allargammo i piedi. Mentre Marco scrollava,
mo le serate da me, e sentiamo in lontananza la musica dei locali lo affianc una ragazza enorme, vestita da principessa Leila, coi
di San Carlo Marina. Parliamo di quando avremo la macchina e due crocchi di capelli a ruota e tutto il resto, che si mise a fissargli
andremo a scoparcele tutte. il coso. Le falene ronzavano attorno ai lampioni del campo da
Quellestate, alcuni ragazzi pi grandi avevano proposto di fare calcio, il profumo dellerba misto al piscio secco si fece pi in-
cosplay alla sagra del gallo. Marco, uno che frequentavo, giurava tenso. Leila rise, infil una mano sotto il pastrano bianco, gi nei
che alle convention lui e i suoi amici avevano combinato spesso pantaloni, e con un movimento del pollice fece saltar fuori dalle
con delle tipe vestite da che-cazzo-so. E fummo tutti convinti. mutande un grosso uccello, e si mise a pisciare. Marco, impalli-
La festa paesana arriv, in piazza, come ogni anno. Pochi bal- dito, fin di scrollarsi e prima di allontanarsi mi disse allorecchio
dacchini illuminati sul sagrato della chiesa: il tiro a segno, i seg- di stare attento a principesso Leilo.
giolini volanti, lo zucchero filato, il chiosco della birra e la pesca A me la cosa rallegr, che accanto a quelli che mangiavano
dei tappi. Erano tutti l a ricordarci che il mondo finiva sui no- gnocchi e afferravano la polenta con le dita grosse e la usavano
stri colli. per pulirsi la bocca, fosse caduta larca di No, qui, tra i nostri
Cetre rosso fiammante, capelli lunghi legati a piercing di ferro colli, portando con s tutti i suoi esemplari pi strani.
sulla nuca, rune, gonne di plastica, ombrelli di ferro e arpioni, es- Solo ora cominciai a notare che non distinguevo il genere di
seri goffi, alcuni magrissimi e altri un po ciccioni, con il cazzetto molti cosplayer. Marco non aveva dubbi sul fatto che quelli fos-
in rilievo sotto la calzamaglia, ci fecero dimenticare di essere cre- sero tutti una banda di froci. Di solito se la rideva per le sue,
sciuti qui. Scherzavano con ragazze che sembravano pi mature, ma il pene del principesso Leilo, cos vicino, gli aveva dato fa-
mezze nude o totalmente coperte, steampunk, gotiche, lolite in stidio, e bevendo si era incattivito. Dopo un po torn, con sot-
stile vittoriano con i corpetti che stringevano seni piccoli e duri, tobraccio una ragazza dagli occhi azzurri, vestita di rosso e di
con in mano pistole, grandi falci e archi con le piume lunghe fino nero, con un cappello da giullare e una mascherina sugli occhi.
a terra. I vecchi guardavano con rassegnazione questa strana ge- Mi aspettavo che da un momento allaltro andasse a pisciare nel-
nerazione di idioti. Personalmente, non credevo che Marco, per la siepe.
una volta, avesse detto qualcosa di vero. Pensavo alle sue parole, La guard con gli occhi incrociati: E tu da che cazzo ti sei
le ragazze ridevano, e per un attimo dovetti concentrarmi per vestita?.

26 27
Piero Rosso

Da Harley Quinn, dissi io lamante di Joker.


Ah, brava, brava! Harley Quinn, ma che cazzo mi combini?
Non ti scappa da pisciare? Di che c la siepe! Brava Harley, sei Veronica Tosetti
brava eh! La nuotatrice
Provai a spingerlo via con una mano sul petto, dicendogli sot-
tovoce che stava facendo il coglione, ma lui continuava ad agitarsi:
Non tirartela con lui! mi indic. Non lo sai che ha le palle di
zucchero? Lei continu a guardarlo, aspettando che si calmasse,
e la mancanza di reazione lo faceva ancora pi imbestialire. Marco
toss per la foga; ne approfittai per trascinarlo vicino alluscita, ac-
canto allo zucchero filato. La sua faccia si fece pi rossa, si strozz
con la tosse, dalla bocca gli uscirono dapprima dei filamenti, poi Non laveva detto alla madre che avrebbe gareggiato a digiuno.
vomit accanto a un generatore di corrente, che continu a ronza- Lucia non aveva voglia di entrare in acqua quel giorno.
re. Il vestito dellUomo Ragno era ormai tutto sporco, e qualcosa Ora muoveva i piedi nervosa, sfregando le dita su caviglia e
era arrivato anche sui miei calzari. Marco cerc di sputare, e di tallone, spostando il peso, da uno allaltro. Cercava di misurare i
colpo era tutto sudato. respiri. Se avesse potuto, avrebbe cercato di controllare gli stessi
Portami una una bottiglia dacqua. battiti del cuore. Fosse stato per lei, li avrebbe fatti anche cessare.
Aspetta qui.
Invece sorpassai il bar e arrivai alluscita della sagra, dove fini-
va la luce e tutto era campi e stradine. Mentre mi allontanavo si Era a bordo vasca, cercando di trattenersi dal guardare le altre, le
lev nuovamente lodore di piscio dalla siepe. Nel buio si sentiva avversarie. Se avesse incrociato anche solo per sbaglio lo sguardo
schizzare per terra. Qualcuno, con i pantaloni calati, mi vide pas- di una di loro, la gara sarebbe andata malissimo. Indoss gli oc-
sare e disse ciao palle di zucchero!. Forse Harley Quinn, forse chialini. Con quel gesto escludeva il mondo esterno e si preparava
un altro che aveva sentito. a pensare solo a s stessa: il suo corpo, i movimenti, lacqua. Chis-
Camminai per un po, finch tutti i rumori della sagra del gallo s se loro sono sviluppate, si chiedeva. Chiss se per loro cambia
non scomparvero. Ancora un po e avrei potuto sentire la musica qualcosa, se gli d unenergia in pi dettata dagli ormoni o solo
di San Carlo Marina in direzione del bagliore oltre ai colli. Per una zavorra, per quei crampi atroci al ventre. Lucia a quel pensie-
ora, nei campi derba appena tagliata, scrosciava solo la roggia. ro sent mancare la forza nelle gambe, come se dal pavimento le
Mi avvicinai allargine. Misi una mano sotto il pastrano, gi nella avessero risucchiato tutto il sangue. Sarebbe riuscita a nuotare lo
calzamaglia, tirai fuori luccello e lasciai che tutte le cose scivolas- stesso, senza il sangue nelle gambe? Comunque non voleva avere
sero a valle, come il piscio nellacqua fredda. le mestruazioni, inorridiva al solo pensiero.
Una volta il coach le aveva detto che era una rana, un essere
con le gambe lunghe e secche e il corpo piccolo. Gli anfibi non
hanno le mestruazioni. Non poteva scegliere di essere maschio,
ma bench odiasse tutto quello che riguardava il mondo fem-
minile non voleva rinunciarci. Per avrebbe cambiato volentieri
specie, cos avrebbe potuto nuotare meglio di tutte le altre. E non
avere le mestruazioni.

28 29
Veronica Tosetti La nuotatrice

Il giudice di gara richiam le ragazze perch si disponessero sui a velocit accelerata. Alla terza virata intu che non avrebbe fatto
loro blocchi, quello di Lucia era il numero sette. Era un numero in tempo a chiedere a Stefano di mettersi insieme perch la sua
dispari, perci Lucia lo accolse come un segno positivo. Sfior amica Paola lavrebbe preceduta e quei due si sarebbero iscritti
velocemente gli spigoli alle estremit del riquadro. Nessuno not insieme al liceo scientifico, mentre lei rimaneva senza amica n
questo gesto, come sempre, e da quel momento in poi Lucia smi- fidanzato, a scegliere tra una strada di rinunce al classico o una,
se di pensare. pi accomodante, al linguistico. A quale costo fare quella scelta?
Un approdo, ma al tempo stesso un tormento, ch tanto sarebbe
stata la prima di tante altre difficili strade da imboccare. Dopo
Il fischio preliminare precedette la disposizione del corpo, accuc- altri cinque anni, lavrebbe aspettata la scelta tra luniversit e il
ciato: una curva sinusoidale da cui emergevano le vertebre come lavoro, e se prima di allora il nuoto non ci sarebbe nemmeno pi
piccoli ciottoli che discendevano il sentiero della colonna, fino al stato? Decise allora di scattare aumentando la velocit, il colpo di
restringimento della nuca, dove ciuffi di capelli biondi fuoriusci- reni di met gara, linizio delle scuole superiori. In fondo il per-
vano dalla cuffia blu. Li aveva tagliati, senza appello, poche setti- corso gi definito da qualcuno, quello che conta impostare il
mane prima. Niente boccoli, niente trecce. Ora la cuffia copriva ritmo e la velocit. E cercare di non rallentare.
perfettamente il cranio, permettendo allelastico degli occhialini In mezzo a quei compagni indifferenti, ognuno con la testa sul
di attraversarla senza intralci. Secondo fischio, partenza, via. foglio durante le versioni e i compiti in classe, la sua mente anda-
La spinta di quei muscoli con unampiezza mai vista, fin dove va alla vasca, al tepore che lavvolgeva anche quando lacqua delle
avvenne limmersione, sempre attesa, ma mai gradita. La spinta sette di mattina non si era ancora del tutto riscaldata. Il piacere di
di un braccio di seguito allaltro, le gambe che si alternavano fino essere la prima a fendere lacqua intonsa, producendo meno schiz-
alla prima virata, regolare, e stava gi partendo la seconda vasca. zi possibili. Nelle versioni non era mai la prima, era gi tanto se
Il suo corpo cominci a raccontare e Lucia assecond ogni mo- superava la sufficienza, cercando di applicare allo studio lo stesso
vimento, senza possibilit di dirigerli da sola. metodo che aveva in acqua: trovare il lato piacevole della faccenda,
Da met della seconda vasca linizio dei guai, della pena chia- ripetere e ripetere, impuntarsi. Un metodo che faticava a funzio-
mata fertilit, per cui di l a poco sarebbe stata ammessa al club nare. Il nuoto la teneva lontana da quei posti, ma la scuola conti-
delle donne. Le insensatezze a cui si sarebbe dovuta sottoporre per nuava a pesarle addosso con quel carico di aspettative sbagliate.
compiere il rituale di passaggio. Non solo il dolore fisico, ma an- Le avversarie la superavano, sentiva laria bruciarle i polmoni e le
che labbandono del corpo per come laveva conosciuto fino a quel gambe irrigidirsi per gli imminenti crampi che le impedivano di
momento. Niente sarebbe stato pi come prima, ma tutto lavreb- mantenere il ritmo. Non le importava nulla di perdere un anno
be condannata a ricercarlo per sempre. Un corpo che non mostra scolastico, si chiedeva quanto le importasse di accelerare per rima-
seno, pancia o sedere abbondante, che rimane contenuto nei suoi nere al passo degli altri. Le importava? O era solo finzione?
abiti fascianti taglia quaranta. La pelle, un tempo terreno di stupore Provava rabbia per qualsiasi cosa, per gli sforzi vani, per le eti-
e tenerezza, si sarebbe ricoperta di peluria scura e piccole pustole chette, per lincomprensione. Il nuoto era uno sport splendido,
rossastre, da ricoprire sotto uno strato di pigmenti colorati. Avreb- ma la condanna era leterna solitudine dellagonista, anzi peggio,
be visto il suo involucro cambiare e avrebbe investito su di esso la del pesce nellacquario che tentando di arrivare lontano non fa
maggior parte dei suoi pensieri e degli sforzi, combattuta tra la che perdere energie in uno spazio minuscolo. Se avesse potuto
nostalgia e il desiderio di crescere, il pi velocemente possibile. fare un salto in mare, dove sarebbe andata? Hawaii o Australia.
Ogni bracciata le suggeriva quello che sarebbe accaduto suc- Se si fosse fermata non le avrebbe mai raggiunte, anche se si trat-
cessivamente, come se con ogni movimento il suo corpo vivesse tava di un continuo girare intorno al niente.

30 31
Veronica Tosetti

Ma la vedeva, la fine della corsa, l a portata di braccio, due vasche


rimanenti. Lo stomaco vuoto le mand un conato e la sensazio-
ne che non sarebbe riuscita a recuperare quello che aveva perso Biografie
nelle tornate precedenti. Mollare era cosa da stupidi. Recuper
il controllo e spinse gi il bolo di angoscia. Davvero non sapeva
cosa lavrebbe aspettata alla fine di quella gara, se ci sarebbe stata
luniversit, magari lontano da casa, o altri sacrifici con il nuoto.
Per una volta non vide le cose come organismi separati, in quello
sprint finale era tuttuno: i libri, il suo corpo, lacqua clorata. I
polmoni sotto sforzo, la vista appannata, i muscoli dolenti. Man-
cavano pochi centimetri al limite della piscina, e lultima cosa che
voleva era uscire da l. marzia casilli
nata a Lecce nel 1989, venuta al mondo a sette mesi, uno
scricciolo di nemmeno un chilo che stava tutto in una mano e
che i medici davano per spacciato, ma la ragazza ha dimostrato
da subito una vitalit fuori del comune e se l cavata alla gran-
de. Nel 2013 si trasferita a Ascoli Piceno dove ha frequentato
la scuola della compagnia teatrale Cast. Nel 2015 ha pubblicato
un romanzo breve, Con il mare in tasca (Talos Edizioni). At-
tualmente vive a Torino dove frequenta la Scuola Holden.

marco colabraro
nato a Bollate, cinquantamila abitanti, provincia di Milano. Tren-
taquattro anni, appassionato di vino e fotografia, ha vissuto a
Parigi e una primavera romana. Tra i suoi svariati lavori, ha fat-
to anche il libraio. Non si mai sentito a casa in nessun luogo, per
questo ha cominciato a scrivere.

claudia de angelis
nata a Caserta allalba degli anni Novanta, e ha cominciato a
scrivere perch era pi pratico che parlare. Da tre anni vive a
Roma, dove fa la sceneggiatrice e guarda un sacco di basket.

veronica flora
Nasce a Roma l8 marzo, come lo zio Attilio. Interpretare Rambaldo

32 33
nella recita scolastica in seconda media determina il suo destino. Holden. Lavora nel marketing e nella comunicazione, scrive di
A quattordici anni, a Parigi, scopre il piacere per il cinema in lin- libri per Il Libraio e di donne e femminismo per soft revolu-
gua originale e comincia a provare quel gusto perverso per le cose tion, infine prova a fare radio creando progetti narrativi radio-
dei festival che laccompagna ancora oggi. Saputa la storia del rac- fonici. Crede nellidea che le belle storie possano essere non solo
conto, Alessandro alzando gli occhi dalle divisioni con il resto lette, ma anche raccontate.
non ha potuto che controbattere ma dove hai trovato il tempo?.

carla fronteddu
cresciuta a Montepulciano ma ha scelto di vivere a Firenze.
Figlia e nipote di insegnanti, ha giurato e spergiurato che mai
avrebbe fatto lo stesso lavoro, perci, dopo il dottorato in Filoso-
fia, stata assunta come docente in un programma per studenti
americani. Appassionata lettrice, come tutti i membri della cate-
goria ha sviluppato un certo feticismo per loggetto libro, ma
riuscita a sublimare elegantemente questa perversione diventan-
do volontaria della Libreria delle donne di Firenze.

jacopo galliani
Nato a Milano ventisette anni fa, ha passato gran parte dellin-
fanzia diviso tra partite di pallone e interminabili letture. Poi, la
beata ignoranza adolescenziale lha distolto a poco a poco dalla
carta stampata. Verso i ventanni, il ritorno dellamore. Alle soglie
dei venticinque, finalmente il coraggio di battere qualche parola.
Oggi, la prima partecipazione a un concorso.

piero rosso
nato a Trieste nel 1988. Negli ultimi anni ha vissuto in Francia e
in Inghilterra. Al momento lavora alla trascrizione di un diario di
guerra e fa lo speaker radiofonico. Scrive a penna sui libri e sa che
per questo finir allinferno.

veronica tosetti
Veronica nata e cresciuta a Desio, comune della Brianza. Ha
studiato Lingue a Milano e Scrittura creativa a Torino, alla Scuola

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