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L’intervista
• Martina Cardelli ∙ Quodlibet 8
Le recensioni
# Dilemma: restare o lasciare?
Elisabetta Rasy, «Domenica» di «Il Sole 24 Ore», 2 febbraio 2020 51
# Serve un secolo per diventare un po’ borghesi
Cristina Taglietti, «la Lettura», 9 febbraio 2020 53
Gli sfuggiti
# «Qui negli Stati Uniti la narrativa ha fallito.»
Federica Manzon, «la Lettura», 5 gennaio 2020 55
Non hai mai considerato che io potessi pensare come te. Tu che fin da bambino
sapevi di essere l’unico a esistere, tu che mi hai sempre guardato allo stesso modo
in cui rileggevi le tue parole, domandandoti perché mi avessi pensato così im-
perfetto. Non sei stato tu a pensarmi, non sei stato tu a costruire il mondo. Hai
saputo, questo sì, rendermi simile a te. Ti somigliavo più di ogni altra cosa che
consideravi tua. Io ero il più vecchio, ma sei sempre stato tu il fratello maggiore.
È con me che hai imparato a giocare, prima che con i soldatini, le biglie, i lego;
io il tuo primo amico, un’eternità illusa in quegli occhi che condividevamo. Le
prime cose le abbiamo scoperte insieme, quando non c’erano meriti e distin-
guerci non ci importava. Sono sempre stato io il più debole, io quello che si am-
malava, quello che si stancava, io quello che si faceva male. Non sono mai stato
Il catalogo di Quodlibet è molto ricco. Se dovessi dirlo in adulti che leggono poco ad acquistare i libri per i
poche parole, qual è lo spirito che anima la casa editrice propri ragazzi, nella speranza di vederli leggere.
in tutte le sue scelte? Per come lo senti tu.
Mi sentirei a disagio nel definire uno spirito pe- Pensi che la tendenza a seguire filoni letterari favorevoli
culiare alla casa editrice, un principio superiore al o cercare casi editoriali sia una buona strategia per su-
quale si uniformerebbero le nostre scelte. Diciamo perare le difficoltà del mercato? È giusto che il pubblico
che ci sono tante spinte diverse, alcune molto ele- guidi le scelte di un editore? Se sì, in che misura?
vate, altre più pratiche, che danno alla casa editrice Non ho nulla contro questo tipo di strategia edi-
la direzione in cui muoversi. È chiaro che il primo toriale ma nel caso specifico di Ql questa strategia
desiderio è fare cose belle, ma dall’altro lato c’è la semplicemente non funziona. Se tentassimo questa
necessità di sopravvivere economicamente: trovare strada è probabile che non avremmo grandi soddi-
l’equilibrio tra queste due esigenze è già di per sé sfazioni, non so. Quello che ci viene meglio, in so-
una grande virtù. In ogni caso posso dire che non stanza, è seguire la nostra indole. Possiamo contare
rinunciamo mai a pubblicare un libro che ci piace, su un certo numero di lettori, che sanno cosa aspet-
anche quando già sappiamo che quel libro non ven- tarsi. La strada migliore per Ql penso sia fare libri
derà molto. che piacciono a noi e ai nostri lettori. Se scegliamo
per esempio di pubblicare un testo importante di fi-
Si parla spesso di crisi del mondo dell’editoria; quali sono losofia del diritto (una nostra nuova collana), o il
secondo te le cause che hanno portato a questo: si tratta saggio di un grande critico letterario, sappiamo che
più di una crisi economica o di una crisi culturale? un certo numero di persone interessate lo acquiste-
Non mi sento di dare una risposta a questioni così rà. La saggistica in questo senso pone meno rischi,
serie e già tante volte affrontate da persone più au- la narrativa comporta azzardi superiori.
torevoli. L’unica cosa che mi sento di dire è che la
crisi è prima di tutto culturale, nel senso che il libro C’è un compito sociale nel lavoro di una casa editrice? Se
ha perso, nel nostro mondo, la centralità che ha avu- sì, come lo spiegheresti?
to fino alla fine del Novecento. Un compito prima di tutto culturale, direi. Da re-
dattore una delle missioni che più sento è la salva-
Secondo la tua esperienza, tra i giovani ci sono ancora guardia e la trasmissione dei testi che ci passano tra
molti lettori forti? Quali letture prediligono? le mani. Mi spiego meglio: fonti, note, citazioni,
Non saprei, non è un settore che conosco diretta- presentazione dei testi, sono aspetti che vanno curati
mente; so dalle statistiche che si tratta di un mer- maniacalmente e amorevolmente. La responsabilità
cato fiorente e in crescita. Questo mi rincuora cer- è dare a chi verrà dopo tutte le informazioni neces-
tamente. Ma è opportuno chiedersi se non siano sarie a capire e collocare quel testo. Senza arrivare
alla filologia, le varianti interpretative e tutto ciò che delle copertine per Compagnia Extra. Apparente-
possa essere utile a comprenderlo, la redazione è ani- mente sceglie illustrazioni curiose, surreali, provoca-
mata da uno spirito simile. torie, senza pensare al contenuto del libro, dopo però
In questo senso, nell’ottica del redattore, le nor- riesce sempre a trovare un nesso tanto significativo e
me editoriali sono parte del significato del libro. profondo quanto inaspettato con il testo che andran-
L’accuratezza è accudimento, custodia e tutela del no ad accompagnare.
messaggio. Anche la cornice critica in cui si propo-
ne un testo già noto arriva a dare nuova luce, nuovo Hai curato e tradotto molti autori importanti. Qual è
contenuto al testo stesso. Se prendiamo Elsa Mo- l’autore che ti ha colpito più di ogni altro? Il genio di uno
rante, introdotta da Cesare Garboli ha un’impron- scrittore traspare parlandogli?
ta precisa. Se decidiamo di riproporla per esempio In primo luogo ti direi di Gianni Celati, con il quale
con la prefazione di Emanuele Trevi, l’opera può è sempre stato facile e gratificante lavorare. Con Er-
prendere nuove sfumature di significato, più attua- manno Cavazzoni lavoriamo quasi quotidianamente
li. Bisogna vedere se questo è o meno nostra inten- e sono sempre sorpresa dalla facilità e felicità con
zione. Sia il cambiare sia il riproporre tale e quale cui scrive, ad esempio, una quarta di copertina. Ugo
sono gesti precisi. Cornia mi faceva lunghe telefonate nelle quali mi
leggeva brani di libri che aveva per le mani.
Il consumismo rende tutto usa e getta o ci saranno sempre
scrittori di spessore, con idee forti e stili che rimangono? Tra le pagine di Quodlibet troviamo molti autori clas-
Ci saranno sempre. È possibile però che non sia fa- sici, con vesti nuove e opere inaspettate: epistolari, car-
cile nell’immediato riconoscerli. teggi, raccolte di commenti critici. Uno per tutti: Søren
Kierkegaard che scrive una fiaba per bambini, «L’av-
Come si progetta un catalogo che mantenga valore e in- ventura del giglio selvatico». Qual è la filosofia di Ql nel
teresse nel tempo? Qual è la caratteristica del catalogo di riproporre gli autori del passato?
Ql (o la collana, o l’idea) di cui vai più fiera? Gli approcci a un autore cosiddetto «classico» posso-
Non sempre tutto è pianificato fin da subito nei mi- no essere diversi. Per esempio nella collana Compa-
nimi particolari. Ti faccio solo un esempio: la colla- gnia Extra a volte riproponiamo testi classici in una
na Compagnia Extra non aveva linee rigide presta- traduzione «perduta». Si dice che un testo d’autore
bilite. Ma a posteriori possiamo dire che ha una sua non invecchia, mentre le traduzioni in generale sì,
coerenza, perché esprime l’idea che della letteratura ma non è sempre così. La traduzione del 1925 di Lo
ha un gruppo di scrittori di un’area geografica tra i Gatto dell’Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin, in
quali esistono connessioni e richiami. endecasillabi, merita di essere ripubblicata e rimessa
in circolazione.
Quindi un filo conduttore che a volte viene dopo, che si
disegna da solo? Cosa pensi delle piattaforme di scrittura, delle autopub-
In un certo senso sì. A tal proposito mi viene in men- blicazioni, degli autori che si fanno strada sui social per
te Ermanno Cavazzoni quando decide le immagini il numero di follower?
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Che cosa accade quando siamo disposti a tutto per partecipare con alcuni amici a qualche cerimonia
un ideale? La fede e la sua perdita, le sue passioni, evangelica. Assistevo al «parlare le lingue», a canti
il dolore e il rischio di diventare un estremista sono e balli che mi mandavano in estasi. Mi piacevano
alcuni dei temi sui quali si muove Gli incendiari, il da morire. Sono diventata religiosa al punto di cre-
primo romanzo di R.O. Kwon, pubblicato negli Sta- dere che da grande sarei diventata missionaria o
ti Uniti nel 2018 e da poco uscito anche da noi per pastore.
Einaudi (traduzione di Giulia Boringhieri). Tutto
ha inizio con un’esplosione in una clinica dove si ef- Poi però qualcosa è cambiato.
fettuano aborti e prosegue narrando le tensioni e le In Gli incendiari, della propria apostasia Will dice
pluralità più oscure dell’ambiente multietnico di oggi, che è accaduto quanto la gente dice che accade a
attraverso le voci dei tre protagonisti, Will, Phoebe proposito della bancarotta: prima è graduale, poi il
e John. Nata a Seul nel 1983, a tre anni R.O. Kwon crollo improvviso. È stato proprio così che mi sono
si è trasferita con il fratello e i genitori a Cerritos, sentita. Non c’è stato un grande evento che mi ha
cittadina alle porte di Los Angeles la cui popolazione fatto perdere la fede, piuttosto continuavo a pormi
è principalmente di origine asiatica – in particolare domande alle quali non trovavo una risposta all’in-
proprio coreana – e cattolica. Anche i genitori di R.O. terno dei confini del cristianesimo di cui ero parte.
Kwon sono cattolici, così come altri cinque milioni
di coreani. «Quasi tutti quelli che conoscevo erano In che modo questo ha influito sulla sua vita?
profondamente cristiani» racconta R.O. Kwon a «la È stato catastrofico. Per molti versi lo è ancora, sof-
Lettura» a Noe Valley, il quartiere di San Francisco fro ancora per quella perdita e forse sto iniziando
in cui vive dal 2011. «Per me non era affatto strano a capire che potrei non smettere di soffrire, che il
essere religiosa, strane e solitarie casomai sono state dolore potrebbe non finire. Il dolore naturalmente
le conseguenze incontrate una volta lasciato l’ovile.» è una forma d’amore, amore per qualcosa che non è
più disponibile. Se nel corso dei dieci anni in cui ho
Che cosa è successo? lavorato a Gli incendiari ho imparato qualcosa è che,
Sono sì cresciuta con un’educazione cattolica ma con ogni probabilità, io non ho mai smesso di ama-
alle scuole medie e alle superiori ho iniziato a re Dio. Forse amo il Signore con lo stesso fervore di
© Smeeta Mahanti
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La fede e il culto hanno da sempre ispirato le arti. Quali Di recente lei si è dichiarata bisessuale. San Francisco
sono i romanzi e i film su quest’argomento che ha di re- è nota per la propria apertura, ma come ha reagito la
cente preferito? comunità coreanoamericana?
Mi ritrovo spesso a pensare a La fuga di Martha di Purtroppo i bigotti pieni d’odio sembrano proliferare
Sean Durkin, del 2010, un film importante su una ovunque, anche qui. Detto questo, fare coming out
donna vittima di una setta religiosa. Inoltre ho ap- è stato meraviglioso. È stato incredibilmente com-
pena iniziato a leggere i libri del Ciclo delle parabo- movente sentire persone dire che si sentono meno
le di Octavia Butler [1993-98, Ndr], che sono fin sole. Ora vorrei solo averlo fatto prima, ci sono così
troppo profetici. pochi scrittori coreani pubblicamente queer, e ho
pensato: «Beh, questo è qualcosa che posso fare».
Che cosa pensa della letteratura asiaticoamericana, che L’omofobia è viva e diffusa sia in Corea che tra i co-
oggi vive un periodo di grande visibilità? reani d’America. La situazione sta migliorando ma
Per me uno dei più grandi successi di quello che per con troppa lentezza, e io volevo essere visibile per
gli Usa è stato nel complesso un periodo molto dif- dire: «Ehi, io esisto e sono qui».
ficile e doloroso è proprio il boom di libri di scrit-
tori asiaticoamericani. Per un po’ ho tenuto sulla Sta lavorando a qualcosa di nuovo?
mia scrivania una pila crescente di libri d’esordio di Da tre anni e mezzo lavoro a un nuovo romanzo su
scrittrici asiaticoamericane. Relativamente al conte- una fotografa ossessionata da una danzatrice. È un
sto, soprattutto in considerazione di quanto poche libro ancora fresco e acerbo, ma trainato da doman-
siamo state in passato, abbiamo goduto di una mi- de sull’ambizione e il desiderio. Sarà in parte una
niera d’oro di voci nuove e stimolanti. Nello stesso storia d’amore queer. Sto anche curando un’anto-
anno in cui Gli incendiari è uscito, il 2018, sono ap- logia di racconti, Kink, in collaborazione con uno
parsi anche i primi romanzi e memoir di, tra le altre, scrittore e critico, lo straordinario Garth Greenwell.
Vanessa Hua, Nicole Chung, Crystal Hana Kim, Negli Stati Uniti sarà pubblicata nel 2021 da Simon
Lillian Li, Lucy Tan, Sharlene Teo, Aja Gabel, Fa- & Schuster. Sarà bella.
tima Farheen Mirza, Rachel Heng e Helen Hoang.
È una cosa meravigliosa, un cambiamento enorme. Quando ha scritto la scena iniziale di «Gli incendiari»,
ha mai avuto l’impressione che nel 2020 la Corte Supre-
Qual è la principale differenza tra un immigrato core- ma americana avrebbe dovuto esprimersi sulla possibi-
ano arrivato negli Stati Uniti nel momento in cui si è lità di revocare il diritto all’aborto?
trasferita lei e uno di oggi? Per quanto allarmante la situazione attuale del di-
Per prima cosa direi che siamo molti di più rispetto ritto all’aborto sia, i nostri diritti nell’àmbito della
a quando sono arrivata io. A volte rifletto sul fatto riproduzione sono sotto grave minaccia da moltissi-
di aver iniziato a leggere scrittori coreano-americani mo tempo. Mentre scrivevo la scena iniziale di Gli
solo dopo il college e il significato che questo ha incendiari la minaccia era molto presente nella mia
avuto per me. Fino ad allora, amavo con passione mente. Come tanti, sono sgomenta per l’ascesa va-
una forma d’arte, i libri, nella quale io non esistevo. sta e terribile dell’estrema destra. Spero che la rotta
Amavo per esempio Henry James, Edith Wharton, possa essere invertita presto.
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Da ieri pomeriggio l’Italia ha una legge sulla lettu- italiani), Paolo Ambrosini. La speranza è che il tet-
ra, e già questa dovrebbe essere una buona notizia: to del cinque percento possa fermare la concorren-
il ddl è stato approvato in via definitiva al Senato. za del colosso di Jeff Bezos, abilissimo nell’aggirare
La polemica divampa sull’articolo 8, che abbassa con disinvoltura il limite di sconto soprattutto con la
dal quindici al cinque percento il limite massimo di tecnica del cross merchandising: se compri due libri,
sconto sul prezzo di copertina, nel solco tracciato ti regalo un buono spesa. Un articolo della legge si
dalla Francia. Ma, al di là delle divisioni tra grandi riferisce espressamente a queste strategie di vendi-
editori e librai indipendenti, resta il dato indiscu- ta on line. Le librerie indipendenti potranno anche
tibile di una legge che per la prima volta fissa dei beneficiare di incentivi fiscali (ma solo con fatturati
paletti preziosi a vantaggio delle biblioteche, sia annui inferiori ai ventimila euro). E sarà istituito un
scolastiche che di pubblica lettura, predispone nuovi albo che raccoglie quelle di maggiore qualità.
finanziamenti per la promozione della lettura, au- Al fianco delle piccole librerie, in difesa della nuova
menta le risorse del Centro per il libro (4.350.000 «decisiva legge che rende più equo il mercato», sono
annui), prevede una card di cento euro per i letto- schierati gli editori indipendenti, rappresentati da
ri in difficoltà, istituisce ogni anno una capitale del Adei. Gli «indi» denunciano il costume adottato dai
libro con investimenti per cinquecentomila euro, e grandi publisher di alzare il prezzo di copertina per
favorisce nuovi patti locali per chi opera nel mondo poi mettere in vendita i libri già in saldo. «Per anni
delle pagine scritte. Un’architettura complessiva che ci si è cullati nell’illusione che giocare sulla leva degli
dovrebbe favorire la crescita degli indici di lettura sconti fosse proficuo» dice Marco Zapparoli, presi-
italiani, che sono anche indici di democrazia. dente dell’Adei. «Ora si prende finalmente atto che
I primi a gioire sono i librai indipendenti, colpiti da la scelta non ha prodotto i frutti attesi: gli indici di
una crescente moria provocata dall’impossibilità di lettura sono fermi a diciassette anni fa, con un calo
competere – proprio nella pratica degli sconti – con notevole di librerie e biblioteche.»
le librerie di catena che beneficiano di condizioni Sul fronte opposto si trova l’Aie, l’Associazione ita-
agevolate ma soprattutto con Amazon, l’avversa- liana degli editori, che rappresenta quasi la totalità
rio più temibile. «Un risultato storico per il paese» della produzione universitaria e scolastica e il set-
plaude il presidente dell’Ali (Associazione librai tantotto percento della varia. Il presidente Ricky
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Credo che in molti ricordiamo il momento in cui esperienza, della mia privacy – della mia natura stes-
sullo schermo del computer è comparsa per la pri- sa di essere umano.
ma volta una pubblicità che sembrava leggerci nei
pensieri. O lo sbigottimento simile quando ci siamo Definizione: «Il capitalismo della sorveglianza è un
chiesti: «È possibile che lo smartphone mi abbia ap- nuovo ordine economico che sfrutta l’esperienza
pena ascoltato?». O ancora, il misto di gratificazione umana come materia prima per pratiche commer-
e imbarazzo quando è stato l’iPhone stesso, spaval- ciali segrete di estrazione, previsione e vendita».
damente, a domandarci: «A cosa stai pensando?». Significa, in modo più diretto e grossolano, che
Ricordiamo il giorno in cui accedendo alle nostre aziende come Google, facebook, Microsoft e twit-
foto abbiamo scoperto che erano state arbitraria- ter, all’apparenza così magnanime nella loro gratu-
mente suddivise in categorie, raggruppate in base ità, lucrano sui dati che il loro utilizzo gli permette
ai volti ricorrenti, ai paesaggi, perfino alle emozio- di raccogliere su di noi. Significa che quei dati sulle
ni sottese, come se una mano materna e invisibile nostre vite, che forniamo in parte volontariamente e
si fosse preoccupata di mettere ordine nelle nostre in larga parte no, sono il bene più prezioso e richie-
vite. Io ricordo anche il tuffo al cuore iniziale nel sto oggi dal mercato – il petrolio della nostra epoca.
percorrere su Street View la via dove abitavo, nel- Shoshana Zuboff ha consacrato un’opera monu-
lo scovare la facciata della mia casa di allora. E il mentale a questa mutazione ultima del capitalismo,
pomeriggio, molto tempo prima, in cui mio padre forse la più estrema e la più subdola, di certo la più
mi chiamò per mostrarmi la meraviglia di Google sfuggente che la civiltà si sia trovata ad affrontare.
Earth, la palla della Terra tutta contenuta nel mo- Se il capitalismo di Karl Marx si cibava di forza la-
nitor, la promessa implicita in quella tecnologia di voro, se la sua materia prima era la classe operaia, il
poter presto arrivare ovunque, di vedere tutto, di capitalismo della sorveglianza si ciba «di ogni aspet-
conoscere ogni dettaglio del pianeta. to della vita umana». E la sua materia prima siamo,
Ma soltanto oggi, dopo le seicento pagine del Ca- semplicemente, noi: le nostre fotografie, i nostri
pitalismo della sorveglianza, riconosco quei mo- commenti, i nostri viaggi, i nostri amici, le nostre
menti come le tappe di un accerchiamento, di un idiosincrasie, le nostre paure, i nostri desideri, le no-
percorso occulto diretto all’espropriazione della mia stre condivisioni, i nostri like. L’analogia è fertile,
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ha mezzi termini: «Google è guidata da due uomini significativo delle abitudini. Sapere che i nostri so-
che non amano la legittimità del voto o la supervi- cial, i nostri innocui «mi piace» sono stati venduti
sione democratica, e che da soli controllano come e sfruttati per influenzare scientificamente le in-
viene organizzata e presentata tutta l’informazione tenzioni di voto, che quel traffico ha determinato il
del mondo. facebook invece è guidata da un uomo voto sulla Brexit, l’elezione di Trump e le elezioni
che non ama la legittimità del voto o la supervisione italiane avrebbe dovuto provocare una disconnessio-
democratica, e che controlla da solo un mezzo di ne di massa. Non è successo. Evidentemente non
connessione sociale sempre più diffuso e l’informa- basta: il patto è ancora troppo conveniente, i rischi
zione presentata o nascosta nelle sue reti». troppo astratti. La nostra ignoranza abissale.
Dopo aver letto queste parole, non ci tremeranno
un po’ i polsi quando, tra pochi minuti, accetteremo Molti anni fa accompagnai un’amica tra le monta-
ciecamente la condivisione di tutti i cookies? gne del Friuli. Stava preparando una tesi sperimen-
tale sulla distribuzione dei cervi. La raccolta dati
Le motivazioni per cui Google, facebook, Micro- consisteva nel vagare giorno e notte a bordo di una
soft, twitter e compagnia hanno prosperato indistur- Panda malmessa, per poi appostarsi con un’anten-
bati fino al punto in cui ci troviamo sono molteplici, na e intercettare i segnali inviati dai radiocollari dei
alcune strutturali, altre circostanziali. Zuboff ne in- cervi. Una sera ci accorgemmo che un esemplare
dividua almeno dodici. La principale è senza dubbio era particolarmente vicino. Proposi di avvicinarci
il nostro consenso all’esproprio, ma l’invasione della per vederlo, ma la mia amica mi disse di no. La sua
privacy ha beneficiato anche di una congiuntura sto- ricerca doveva essere rispettosa al massimo dell’inti-
rica favorevole. L’undici settembre prima, i fatti di mità degli animali.
Parigi, Berlino, Nizza e Manchester dopo, hanno Dai capitalisti della sorveglianza non possiamo
aumentato nell’opinione pubblica il bisogno di pro- aspettarci nemmeno un briciolo di quella correttez-
tezione e diminuito quello di privacy. Segretezza e za. I più esposti alla nuova forma rapinosa di espro-
sicurezza sono sempre inversamente proporzionali, prio, le prede più facili, sono ovviamente i giovani.
o almeno è così che ci vengono presentati. Non è poi Zuboff dedica loro un capitolo intero, dove conden-
così grave essere sorvegliati se questo ci garantisce sa ciò che molti studi scientifici confermano, ciò che
un po’ più d’incolumità. E cos’avrei da nascondere, insegnanti e genitori hanno capito da tempo, ciò
io? Non sono un terrorista o un assassino o un truf- che tutti sappiamo ma non vogliamo ammettere per
fatore. Se il mio segreto è qualche accesso sporadico la paura, poi, di dover cambiare qualcosa: la «com-
al porno o qualche commento fuori tuono su twit- binazione di scienza del comportamento e design
ter, che mi spiino pure. avanzato» del mondo digitale è «pensata nel detta-
Ecco sigillato una volta per tutte il nostro «patto glio per sfruttare le esigenze della gioventù […]. Per
faustiano» con i capitalisti della sorveglianza. Ne è molti, questo design mirato, insieme al bisogno pra-
prova che neppure gli scandali maggiori, come quel- tico di partecipazione sociale, trasforma i social me-
lo denunciato da Edward Snowden e l’affaire Cam- dia in un ambiente tossico, che non solo pesa su di
bridge Analytica, hanno portato a un cambiamento loro psicologicamente, ma minaccia il loro sviluppo
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© Tim Robinson
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I libri gli piacciono proprio ma non ha niente di li- smettono). Ma è una metafora! Abbiamo qui il si-
bresco. Settantasei anni, pantalone nero, giacchet- gnore dei libri, e siamo nella più totale decadenza
ta a quadri, bretelle, valigetta, Gian Arturo Ferrari libresca. Io mi sfogo subito enunciando la mia te-
sembra una spia inglese ma con una faccia molto oria: che l’algoritmo di Amazon è più intelligente
lombarda da rappresentante di whisky. Due matri- del commesso medio delle librerie di oggi. «Occhio
moni, tante vite, soprattutto tanti libri (degli altri). a mitizzare il passato» dice invece Ferrari, che non
Siamo in una libreria del tipo moderno, con caffè è per niente nostalgico. Non gli piace partecipare
e cucina, e Ferrari fa tappa a Roma nel suo tour di all’elegia della libreria di una volta: «Nel Dopoguer-
presentazione di Ragazzo italiano, appena uscito per ra, nelle città ce n’era spesso una sola. C’era il ban-
Feltrinelli, storia romanzesca ma non troppo di un cone, e tu dovevi andare lì e dire cosa volevi. Era
fanciullo appassionato di libri che assomiglia molto come in farmacia. La clientela era quella borghesia
al suo autore e attraversa indomito l’Italia sgarrupata media cittadina, medici, avvocati, notai, e il libra-
del Dopoguerra. rio, che vestiva un camice grigio, si faceva un’idea
Ferrari è qua con la sua valigetta, pronto a riparti- dei loro gusti e gli mandava i libri a casa». Ma era
re per Milano in questo tour promozionale; è stato già Amazon! «Quasi. I clienti alla fine decidevano
l’uomo più potente dell’editoria italiana, gran capo quali tenere, e solo alla fine dell’anno pagavano, se
della Mondadori, ha conosciuto tutti, tanti lo ama- pagavano, perché c’era anche il problema di quelli
no, alcuni lo odiano. Lui indefesso attraversa ora la che non pagavano.» «E andare a dire al notaio o al
penisola sulle freccerosse ancora rallentate per i dera- dottore di pagare non era tanto bello.» Però il libraio
gliamenti, tra scrittori precettati per le presentazioni ti consigliava. Mica come oggi che ti guarda con lo
e col coraggio di chi avendo conosciuto i maggiori sguardo perduto se chiedi qualcosa che non sia uscito
autori novecenteschi si cimenta ora col micidiale ge- negli ultimi sei mesi. «Uhm. Mica tanto. Non è che
nere romanzo per la prima volta. A un certo punto ti dessero grandi consigli. Le librerie erano imprese
nella libreria con cucina sparano una musica tunz familiari che facevano lavorare i parenti, nuore, sen-
tunz a palla. Chiedo se si può abbassare che stiamo za pagarli, era tutto un mondo così, scalcagnato.» I
facendo un’intervista. «Stiamo a prova’ le casse!» dice libri poi costavano carissimi, dunque se ne rubava-
il commesso. «Smettiamo subito» (ovviamente non no tantissimi. «Soprattutto in libreria si andava coi
cappotti lunghi, gli impermeabili dalle ampie fodere, millantavano mitologiche vite sessuali, ma eravamo
utilissimi.» Ferrari non partecipa neanche allo sturbo un popolo diretto alla masturbazione».
antiAmazon. Sulla nuova legge che ha alzato un tet- L’Italia del Dopoguerra del libro è divisa i tre: c’è
to massimo sugli sconti libreschi è scettico. «Ama- l’hinterland lombardo industriale e micidiale, poi un
zon non è che ha successo perché fa gli sconti. Ha eden emiliano delle vacanze, e infine Milano. Le ci-
successo per il servizio che offre, tu vuoi comprare un miniere fumiganti dei paesi in «ate», Brembate, Li-
libro a mezzanotte, lo ordini e la mattina ti arriva.» nate, Zanegrate come si chiama quello del romanzo,
Insomma non c’è modo di instillargli nostalgie. So- dove il padre «lavora in un’industria di utensili per
prattutto non dell’Italia del Dopoguerra, quella che la produzione tessile», e dunque lui si guadagnava
vien fuori dal suo libro, e che pare abbastanza un in- un posto in terza fila (figli di impiegati). Poi il papà
cubo. «Era la società davvero fascista, non per ideo- viene trasferito a Milano, e lì «pareva l’America di
logia, ma proprio come modo di essere. Una società Roosevelt, un film di Frank Capra». Finalmente il
basata sugli ordini, sulla ruvidità dei rapporti. Pensa liceo, «nella realtà il Berchet», cambia tutto, ragaz-
alla scuola: divisa rigidamente per censo. Alle ele- ze, discorsi intellettuali. Ma la delusione è sempre
mentari, dove andavo io, in prima fila c’erano i figli in agguato. A un certo punto va a fare il giornalino
degli industriali. In seconda i professionisti. Dietro, scolastico e va con degli altri studenti a intervistare
gli impiegati, il mio posto. Poi ancora gli operai. E i grandi scrittori italiani. Ma subito questi miti si
in fondo, i figli degli operai con refezione, cioè quel- rivelano efferati vecchiacci. C’è n’è uno tinto, e uno
li con le mamme che lavoravano e che avevano dun- cattivissimo. Il tinto chi è? «Ma no, dài.» Ma come.
que diritto al pasto, categoria della vergogna pura. I «Va be’. Era Quasimodo.» E il poeta cattivissimo che
voti poi erano proporzionali al censo: otto davanti, vi riceve al «Corriere della Sera»? Qui non tenten-
sette in seconda fila, e poi a scendere.» na. «Era Montale. Davvero andammo al “Corriere”,
A proposito di refezione, nel libro c’è un’Italia culi- dove Montale scriveva. Il “Corriere” all’epoca era il
naria che non esiste più, ma anche qui poca nostalgia. centro del potere, il baluardo della Confindustria,
«Stelline o tempestina in brodo la sera, stracchino e la Confindustria di allora, eh, insomma il potere
formaggio» dice Ferrari. «La pasta era regolarmente vero. Noi eravamo ragazzini di sinistra, kennediani,
ben cotta, cioè stracotta, l’idea della stracottura es- e chiedemmo ingenuamente al grande poeta come
sendo parte integrante della cultura lombarda. Di potesse scrivere su quel giornale. Avevamo quindi-
cibo poi non si parlava assolutamente, era di cattivo ci anni. Lui si arrabbiò molto. Cioè non è che alzò
gusto, non è come ora. Si cucinava e si mangiava, la voce. Ma ci gelò. “Voi cosa farete all’università?”
non era tema di conversazione in una famiglia dab- disse. “Ah, Lettere. Bene. Allora ne riparliamo tra
bene. Al massimo la mamma, che la domenica aveva cinque anni, quando verrete qui a chiedere…” o dis-
come massima trasgressione un polpettone già fatto se “pietire”? Forse pietire. “A pietire lavoro da noi.”
dal macellaio, poteva vantarsi di uno sconto ricevuto. Fu molto brutto per me, soprattutto perché non capì
Ma in generale il cibo era proprio un tabù.» Un po’ che noi eravamo appunto dei ragazzini, e la nostra
come il sesso, che però era il contrario, se ne parla- non era un’accusa, ma un eccesso d’amore, ecco.
va molto, ma non si faceva niente, «tutti i ragazzi Provavamo una venerazione, un solido affetto per
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C’è fame di notizie, c’è richiesta di un’informazione (per 12.862.000 lettori), mentre ogni mese venti mi-
accurata, pensata, verificata, che sia un argine alle lioni di letture soddisfano gli interessi di 11.686.000
fake news. Per questo quasi quaranta milioni di let- appassionati dei mensili. In totale quasi quaranta
tori si informano abitualmente su quotidiani e pe- milioni di persone, il 74% della popolazione, scelgo-
riodici. Eppure le vendite dei giornali su carta o in no per informarsi la stampa quotidiana e periodica.
versione digitale calano. Il motivo? Su dieci copie «La leggono perché la considerano uno strumento
lette sei non vengono acquistate ma reperite in altro insostituibile per attendibilità e autorevolezza, che
modo, più o meno lecitamente. con credibilità, affidabilità, approfondimento e ve-
«Basta con questa pirateria, bisogna tutelare la stampa rifica sono il solo argine possibile alla proliferazione
e far sapere ai lettori che comprare il giornale e sce- delle fake news» dice Riffeser Monti interpretando i
gliere l’informazione di qualità significa sostenere la dati che raccontano il paese, chi lo vive.
libertà e il pluralismo informativo, pilastri fondamen- Dati che fotografano come ci si informa, com’è
tali della democrazia.» Così il presidente della Fieg, cambiato il modo di far arrivare le notizie ai lettori e
Federazione italiana editori, Andrea Riffeser Mon- chi sono loro, gli aficionados della stampa.
ti, commentando i nuovi dati di Audipress, risulta- I quotidiani nell’ultimo mese hanno quasi sedici mi-
to dell’indagine ufficiale per la lettura della stampa lioni di habitué: il 29,7 della popolazione con più di
quotidiana e periodica in Italia, condotta su un cam- quattordici anni, sono più uomini che donne, sei a
pione rappresentativo della popolazione italiana dai quattro. Il 40% ha la maturità, il 18% a laurea, tre su
quattordici anni in su. Per questa edizione sono state dieci la licenza media.
fatte 38.974 interviste per trentotto settimane com- Il 64% legge il giornale da quattro a sette volte la
plessive, dal 14 gennaio 2019 all’8 dicembre 2019. settimana, e abita soprattutto in Emilia-Romagna,
Il risultato delle interviste? In un giorno medio il 30% Liguria, Marche. Il 31,3 compra il quotidiano fino a
circa degli italiani (15.759.000 lettori) sceglie uno tre volte la settimana e abita in Lombardia, Veneto,
dei principali quotidiani leggendolo su carta o sugli Toscana Umbria e Sardegna. Il 45% ha più di cin-
sfogliatori digitali generando un volume che supera quantacinque anni, il 35% più di trentacinque, e il
i 23,7 milioni di letture. Ogni settimana sono quasi 19,3% ha tra i quattordici e i trentaquattro anni. E
ventidue milioni le letture delle testate settimanali se ci sono quaranta milioni di potenziali affezionati
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Zadie Smith: «Sto lontana dai social come un’alcolista dalla vodka».
«Sette», 21 febbraio 2020
Chiamiamo Zadie Smith per l’intervista e risponde Non penso di essere estroversa, però continuo a
con un sms: «Quale intervista? Non ricordo, sono pubblicare e sembra un tentativo d’attirare l’atten-
dal parrucchiere. Chiedo scusa». Dopo un’ora è tor- zione. Entrambi gli aspetti sono veri. Mi piace esi-
nata a casa, al Greenwich Village, dove vive con il birmi, ma in un’accezione diversa rispetto ai miei
marito Nick Laird, poeta nordirlandese, due figli e fratelli [Ben e Luke sono attori e musicisti, Ndr].
un cane (hanno lasciato Londra per New York anni Non mi piace essere presente nel momento della
fa). Le telefoniamo. La voce è sottile ma chiara, il performance. La scrittura è efficace in questo senso:
tono oscilla tra gentilezza spontanea e scetticismo ci si esibisce, ma non si è sul palco nel momento in
autoironico. Partiamo dal suo nuovo libro, Grand cui si va in scena, è adatto al mio modo di essere.
Union, una raccolta di racconti (Mondadori). La sua
prima, dopo romanzi e saggi. C’è varietà di registri e Su Brexit ha criticato la demagogia dei populisti, ma
soggetti: una festa di stili, temi e punti di vista. pure la miopia dei progressisti. Ora la Brexit è realtà
storica: cosa prova?
In un articolo su «The New York Review of Books» lei ha Sono alle prese con i nostri disastri americani. Sento
rivendicato l’incoerenza del suo carattere, la contraddit- la Brexit molto lontana. Ho parlato con i parenti
torietà, che la porta a immaginarsi nei panni degli altri: e so che tutti sono esausti, depressi. Ma per me è
se pranza con uno zio devoto si immagina testimone di troppo tenere il passo con due apocalissi contempo-
Geova, se la sua amica pakistana le trucca le mani, si raneamente… esiste il plurale di apocalisse? Apoca-
pensa come sua sorella. lissi, non so.
Sono una voyeuse delle pari opportunità: se entro
in una casa immagino come sarebbe viverci dentro. Anni fa, quando ci sentimmo per «Swing Time», lei dis-
Quando incontro le altre persone sembrano molto se che suo marito era dipendente dalle news su Trump:
sicure di sé, più di me, forse è strano essere meno è migliorato?
sicuri di sé. Ma io sono così. Siamo tutti esausti per Trump. C’è un giornalismo
Trump-demented, ossessionato: arte, film, libri. In
Lei si è descritta come introversa/estroversa. I timidi particolare per gli uomini, le news danno dipenden-
sono narcisi? za. Hanno lo stesso ruolo dell’idea di virilità: «Devi
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Oltre alla dipendenza, qual è il rischio principale di una Qual è stato l’argomento più difficile da trattare con i
vita digitalmente iperconnessa? suoi figli?
Oggi si fa fatica a esercitare il proprio pensiero in- Perché Michael Jackson si è schiarito la pelle. Prefe-
dividuale, indipendente, l’oggetto che abbiamo in rirei rispondere a qualsiasi domanda sulla sessualità
mano è strumento con cui si scrive, si pensa, si la- piuttosto che rispondere a questa: è difficile spie-
vora, ci si nutre, si ama… e mira a rendere smart gare l’odio per sé stessi, il disgusto verso la propria
la nostra casa, la nostra vita, ma quello che è smart persona, e bisogna anche parlare di una società che
spesso per noi è stupido, perché ci sono algoritmi e addirittura lo incoraggiava in tal senso.
automatismi più complessi di noi che ci stimolano e
ci punzecchiano in continuazione. Così si è delusi da Con Michael Jackson e le ombre che lo avvolgono il ri-
quello che si è scritto o fatto. I social creano una nar- schio è confondere l’artista e la sua arte. Con Woody Al-
razione di noi che sembra dotata di senso, ma non è len, attaccato dal #MeToo, si corre lo stesso rischio?
così. Sì, siamo sempre stati influenzati dalla cultura, No, non penso. I difetti di Woody Allen come perso-
dai media, dalla famiglia e dalla comunità: hanno un na sono presenti anche nei suoi film. Da ragazza ero
effetto calmante. Uno dei motivi per cui non corro una grande fan, ma non mi ero resa conto che fosse
nuda per strada è perché i miei cari e gli amici non un misogino impressionante, lo è sempre stato, i suoi
approverebbero. Ma questa disapprovazione ha un film in parte ne parlano e Manhattan ne è l’esempio
carattere limitato, nella mia vita. Invece soprattutto più classico: i difetti estetici e quelli etici sono gli stes-
per i più giovani oggi l’approvazione o disapprova- si. Annie è un mezzo personaggio, perché lui capisce
zione sociale è totale, invasiva, rende schiavi. molto poco delle donne. Ma capisce molte cose, nei
suoi primi film, circa la sua particolare forma di ina-
Tre anni fa, disse che non lascia sua figlia più di cinque deguatezza, la tipologia di uomini sessualmente pre-
minuti davanti allo specchio: è ancora così? occupati, capisce molto di tante cose. E ci sono tante
Ecco come il web fraintende. Parlavo di Tolstoj altre cose che non hanno alcuno spazio nelle sue ope-
e della felicità familiare, dicevo che impiego circa re. E una totale mancanza di valori morali nella sua
sei, otto minuti per mettermi quello che mi metto vita. Ed è tutto qui. Il nostro giudizio, in un modo o
in faccia e non vorrei sprecarlo e a mia figlia dico: nell’altro, non aggiunge nulla e non toglie nulla.
«Perché dovresti fare qualcosa che tuo fratello non
farebbe? È tempo che togli alla tua vita». Mia fi- I suoi progetti per il futuro?
glia prenderà le sue decisioni sulla femminilità, ma Ho da scrivere due romanzi. Vorrei fare un viaggio in
io personalmente non ho tempo per questo. Mi dà Giappone. E voglio tornare a Roma, invecchiare. For-
fastidio dedicare tempo a depilarmi le gambe, lo se mi chiameranno «la Smith» come dicono quando
faccio e mi odio perché lo faccio solo per non pro- una donna diventa vecchia e abbastanza sopra le ri-
vare imbarazzo, ma so che non ci credo. Non credo ghe per meritarsi anche il giusto articolo con il nome.
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«I libri che illustro li tradisco sempre. Ogni lettura un testo che c’è già sono sempre un po’ agitato per-
li tradisce. Un testo, a dire il vero, non riesce mai ché non sono convinto di stare facendo qualcosa di
a rispecchiare esattamente nemmeno le intenzioni legale. Illustrare un testo è un po’ come dargli dei
del suo autore. La lettura è sempre diversa dalle in- confini mentre la scrittura è importante proprio per-
tenzioni di chi ha prodotto il testo ed è diversa per ché apre delle finestre. Deve essere aperta a qualsi-
ognuno dei lettori. Il contenuto esatto di un libro asi interpretazione. Darne una con un disegno è, in
non esiste: tutte le letture sono un tradimento, op- qualche modo, limitarla.
pure nessuna lo è.» Guido Scarabottolo, settantatré
anni, architetto, grafico, disegnatore (dal 2003 al Szymborska sostiene che la vera ispirazione nasce dal
2015 ha curato tutte le copertine di Guanda), colla- non smettere mai di dirsi «non lo so». Condivide questa
boratore di quotidiani e riviste in Italia e negli Stati riflessione?
Uniti («Internazionale», «Domus», «The New York Dire «non lo so» dovrebbe essere il punto di parten-
Times» e «The New Yorker»), in queste settimane za di qualunque persona con un minimo di cultura
sta esponendo a Milano le tavole originali con cui ha mentre oggi quest’espressione è diventata una rarità.
illustrato La prima frase è sempre la più difficile della Per me l’ispirazione è un meccanismo in parte incon-
poetessa polacca Wisława Szymborska. È l’occasio- sapevole, che comunque prevede di essere curiosi e
ne per fare i conti con il suo lavoro, con gli scrittori, affamati di sapere. Se si incamerano informazioni in
con i libri e con questo tempo sospeso fra l’età della qualche modo poi queste si mescolano e fanno germo-
carta e l’età dei monitor. gliare delle idee, dei segni, dei racconti, delle poesie.
Il volume, tratto dal discorso che Szymborska fece nel Parlando del lavoro della Szymborska lei ha detto che
1996 quando ritirò il premio Nobel per la letteratura, «dà profondità alla lingua quotidiana». Cosa intende?
affronta il tema della creazione artistica. Anche per lei Usa una lingua famigliare, normale, non una lingua
il primo tratto è sempre il più complicato? aristocratica o aulica. Non sono un grande lettore
Sì, è così. Il primo disegno è sempre il più difficile. di poesie ma della Szymborska ho letto tutto quello
Ed è questo il motivo che mi ha convinto a collabo- che ho trovato perché il suo è un linguaggio prati-
rare a questo progetto. Quando si tratta di illustrare cabile anche per me. Parlare di cose complesse con
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Nel mese di febbraio, alla Città del libro di Stradella gestite direttamente dalla società che gestisce la
per alcuni giorni sono stati bloccati gli ingressi e le struttura e non appaltate o subappaltate a finte coo-
uscite. Hanno scioperato circa la metà dei facchini perative che fanno carta straccia dei diritti del lavo-
che scaricano, sistemano sui bancali, imballano e spe- ro. Le altre rivendicazioni riguardavano un aumento
discono i cento milioni di libri che ogni anno entra- dei buoni pasti e dieci minuti in più di pausa pranzo.
no ed escono dalla Ceva Logistics, centro nevralgico La Ceva, commissariata dal tribunale di Milano per
della distribuzione editoriale in Italia. Ogni giorno, «sfruttamento di manodopera» nel maggio 2019 a
qui arrivano sessantamila rese, i libri invenduti ri- seguito dell’inchiesta su un sistema diffuso di capo-
mandati indietro dalle librerie. Bisogna poi prepa- ralato nell’azienda, si è detta «stupita» perché, a suo
rare, palmare alla mano, gli ordini con i quantitativi parere, nell’ultimo anno le cose sono cambiate: la
dei testi da inviare, e c’è il lancio novità, vale a dire le multinazionale è stata acquistata dalla compagnia
spedizioni dei volumi in uscita, che hanno una data di marittima francese Cma Cgm, che ha sostituito i
consegna precisa. I clienti più importanti della Ceva vertici e avviato un nuovo corso, imponendo nuo-
Logistics sono due colossi dell’editoria libraria ita- ve regole aziendali. «Il confronto avviato con i rap-
liana come Messaggerie e Rcs, che vuol dire la quasi presentanti sindacali ha portato a più di duecento
totalità delle case editrici, da Feltrinelli a Mondado- stabilizzazioni a tempo indeterminato e al miglio-
ri. Inoltre, c’è Amazon, il gigante che ha rivoluzio- ramento delle condizioni lavorative dei dipenden-
nato la vendita di libri. Alla Ceva arrivano gli ordini ti, sia dei diretti Ceva sia di coloro che riportano al
per rifornire i magazzini della compagnia fondata da consorzio, dal punto di vista dell’ambiente di lavoro
Jeff Bezos, dai quali partono le consegne a domicilio e retributivo» ha scritto in una nota. A dargli im-
per i clienti senza passare per le librerie tradizionali. plicitamente ragione è stato, a sorpresa, proprio il
A indire la protesta è stato il Si Cobas, sindacato pubblico ministero che meno di un anno fa aveva
di base germogliato nelle basi logistiche del capita- chiesto l’amministrazione giudiziaria. Il 13 febbraio
lismo padano dove, fino a non molto tempo fa, la Paolo Storari ha presentato al tribunale una richiesta
militanza sindacale era considerata un valido motivo di sospensione del provvedimento motivandolo con
per essere messi al bando. I manifestanti chiedeva- il rinnovo dei vertici aziendali, l’aumento degli sti-
no, fra le altre cose, che le nuove assunzioni fossero pendi del venticinque percento e con gli importanti
cambiamenti organizzativi e operativi che dovreb- L’inchiesta aveva consentito di svelare un inferno
bero impedire di tornare alla precedente giungla la- quotidiano fatto di vessazioni e minacce per chi solo
vorativa e retributiva. provava ad alzare la testa, e di condizioni lavorative
Pure alla camera del lavoro di Pavia non appaiono al di fuori delle regole. Il tribunale, nel provvedi-
convinti dello sciopero. «La situazione è migliorata mento di commissariamento, aveva parlato di «lavo-
sensibilmente, da tutti i punti di vista, oggi alla Cit- ratori costretti a ritmi gravosi, straordinari imposti
tà del libro si applicano i contratti nazionali e non sotto continua minaccia di licenziamento, omesso
ci sono più turni di dodici ore» spiega il segretario versamento di contributi, retribuzione difforme dal-
della Filt-Cgil Sergio Antonini. La Cgil non si è as- le ore lavorate». Lo sfruttamento si annidava nella
sociata al sindacato di base, prendendosi pure qual- catena di rapporti di fornitura che dalla Ceva arriva-
che insulto. Antonini non ci sta però a passare per vano alle cooperative che impiegavano i lavoratori,
«crumiro». «Mi chiedo dov’era il Si Cobas quando passando per il consorzio Premium Net, un colosso
c’era quel sistema di sfruttamento all’interno della da diecimila dipendenti che gestisce commesse in
Ceva, mentre noi denunciavamo e in seguito ci co- tutta Italia con clienti di spicco come «Tim, Wind,
stituivamo parte civile al processo» contrattacca. Johnson&Johnson, Buffetti, Lavazza, Daikin, Hen-
Il sindacalista della Cgil mette il dito nella vera pia- kel, Rcs, Sole 24 Ore e altri» si legge nel decreto di
ga, che riguarda quanto è accaduto fino a due anni commissariamento.
fa tra gli ottantamila metri quadri del magazzino Le denunce erano partite proprio dalla camera del
di Stradella. Il 27 luglio del 2018 un’inchiesta della lavoro pavese. «Tutto è cominciato quando abbiamo
procura di Pavia aveva svelato una realtà di abusi nei scoperto che all’interno dello stabilimento c’era un’a-
confronti dei lavoratori e di evasione fiscale, tra il genzia interinale con sede a Bucarest che proponeva
consorzio Premium Net che aveva preso in gestio- contratti a termine pagati parte in euro e parte in leu,
ne lo stabilimento e le quaranta cooperative che vi la moneta rumena» raccontano. Si chiamava Byway
avevano lavorato negli ultimi anni e che attraverso Jpb Consulting e proponeva contratti da millequat-
schermi societari e giri di prestanome facevano capo trocento leu, l’equivalente di trecentosette euro. Ai
sempre allo stesso gruppo di persone. lavoratori «rumeni», non solo italiani ma tutti re-
Dodici persone, tra le quali il titolare del consorzio sidenti nell’Oltrepò pavese, era pagata la trasferta
Giancarlo Bolondi, erano state arrestate, ed erano come se arrivassero da Bucarest, il che consentiva di
stati sequestrati beni mobili e immobili per quindici mascherare la truffa e allo stesso tempo di risparmia-
milioni di euro. Il 12 febbraio scorso, al processo nei re sulla retribuzione e sui contributi. Centosettanta
confronti dei tre responsabili di Premium Net che facchini e magazzinieri, sui millequattrocento di-
hanno chiesto il rito abbreviato, l’accusa ha chiesto pendenti dello stabilimento, erano stati reclutati in
condanne per quasi quindici anni di carcere, otto dei questo modo e destinati ad alcune cooperative.
quali per Bolondi, considerato il dominus del siste- Dopo diverse denunce e inviti a farla finita con
ma di sfruttamento. questo sistema di reclutamento caduti nel vuoto, il
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La prima edizione americana di Conclusive Evi- appunti privati (con nulla di personale), ritagli di
dence, l’autobiografia cui Vladimir Nabokov avreb- giornale, oroscopi, costituisce il punto di partenza
be poi cambiato il titolo in Speak, Memory, recava per una singolare ricerca nel passato. Nelle prime
come sottotitolo A Memoir. Ricostruendo la storia due parti del libro, la corrispondenza di familiari
della propria famiglia, il futuro autore di Lolita si defunti si mischia ai documenti, mentre intorno
affidava più che altro alle sue sensazioni e presentava l’autrice allestisce il montaggio di fotografie, oggetti
al lettore una possibile interpretazione dei fatti fon- quotidiani non soltanto descritti ma mostrati, tra-
damentali della propria vita. scritti, inglobati nel suo testo, evidentemente per-
Una certa analogia con quel testo la ritroviamo nel- ché Stepanova non confida nell’autonomia narrativa
la ricostruzione della memoria familiare e storica delle immagini.
del Ventesimo secolo fatta dalla poetessa e saggista Esaminando i materiali raccolti nell’archivio di
Marija Stepanova, Memoria della memoria (atten- famiglia si rende conto che non sono sufficienti e
ta traduzione di Emanuela Bonacorsi, Bompiani), che è necessario visitare i luoghi dove sono vissuti
un’opera polifonica di netto impianto dostoevskia- e morti i suoi antenati: dà inizio, così, a una sorta
no, in cui l’autrice, per dare voce al passato, si affida di pellegrinaggio, da Parigi, a Saratov, a Cherson,
ai documenti, alle lettere, alle foto dei suoi parenti negli Stati Uniti, dove va per chiedere aiuto a chi è
defunti, utilizzando lo strumento dell’analisi antro- in grado di rispondere alle domande lasciate evase
pologica, della teoria del trauma, del concetto di dalla memoria. Ma a volte le risposte traggono in
post memoria. inganno: a Saratov, per esempio, Stepanova crede di
La sua lingua abile, scorrevole, costruita da elementi riconoscere suoni, odori, voci appartenenti al cortile
diversi come in un patchwork variopinto, semplice della casa dove hanno vissuto i suoi bisnonni, ma
e sofisticata insieme, approda a un misto avvincente scopre poi di avere sbagliato il luogo. Sulla domanda
di narrativa e saggistica, un metaromanzo che è al relativa a cosa sia la memoria si concentra dunque la
tempo stesso storia d’amore, resoconto di un viag- seconda parte del libro, dedicata a una serie di saggi
gio, riflessione sulla fotografia. su Mandel’stam, Sebald, Rafael Goldstein, France-
Per Stepanova, l’enorme e caotico archivio di una sca Woodman, Charlotte Salomon, mentre la terza
zia molto amata, dove si trovano mescolati lettere, parte ruota intorno alla figura della bisnonna Sarra
Ginzburg: da una foto datata 1905 apprendiamo di entrambi e la scritta «al destino non si sfugge».
che la chiamavano «Sarra sulle barricate». Al suo destino di custode delle memorie familiari,
Era laureata in medicina alla Sorbona, aveva at- Marija non ha mai pensato, in effetti, di sottrarsi.
traversato due guerre, l’evacuazione, le malattie di
figlia e nipote ed era scampata al «complotto dei La sua non è una cronaca familiare, bensì un saggio su
medici ebrei», grazie a un ictus. Nelle lettere e car- avvenimenti reali: lei lo chiama, con una leggerezza che
toline, scambiate con i compagni di lotta, con le contrasta con la ponderosità del libro, «romanza»: perché?
amiche, con il futuro marito Michail Fridman, si In russo il termine «romanza» allude a varie sfere
alternano crudeltà e dolcezza, mancanza di com- semantiche: non solo opera musicale, ma anche
promessi e sofferenza. Curiosamente, la compo- performance vocale leggera, e – ovviamente – storia
nente ebraica della rivoluzionaria Sarra Abramovna di un amore senza scampo, perché rivolto ai morti,
Ginzburg traspare da quello che manca nelle sue che non possono rispondere. D’altronde, l’elemento
lettere, dove balena qua e là il latino, la lingua delle musicale è importante, c’è un capitolo dove si par-
diagnosi, il francese, il tedesco, ma mai l’yiddish, la la del fatto che il ricordo diventa uno spartito che
lingua del mondo familiare e però anche dell’esilio nessuno canta più, frammento di memorie altrui,
e dell’umiliazione, che compare in un unico caso, testi che qualcuno ha ricopiato a mano. Il mio è un
messa fra virgolette e parentesi, come nella bacheca tentativo di guardare da un’altra angolatura l’usuale
di un museo. nomenclatura dei generi: nella tradizione letteraria
Intanto, fra le pagine del libro, le persone scompa- russa è praticamente obbligatorio chiamare le cose
iono progressivamente, gli oggetti perdono il loro come non si dovrebbe, almeno da Gogol’ e dal suo
significato, si deteriorano, perdono braccia e gambe, poema Le anime morte, che è in tutto e per tutto un
come le bamboline di porcellana bianca, di poco va- romanzo. Memoria della memoria è un Bildungsro-
lore, corruttibili, che compaiono sulla copertina del man, la vicenda di una crescita e della scoperta del
libro, e che sono il vero aleph della narrazione: una proprio posto nella storia comune, ma anche un li-
grande metafora delle guerre del Ventesimo secolo. bro di viaggio, dove l’eroina se ne va per il mondo in
Incontro Marija Stepanova nel suo bell’appartamen- cerca delle tracce dell’esistenza dei suoi cari e trova
to moscovita nel centrale quartiere di Kitaj Gorod, tutto tranne ciò che cercava.
proprio quello in cui è nata e a cui la legano i ricordi
dell’infanzia. La sua figura alta ricorda la giovane Lei è sia poetessa sia saggista, presupposti che non ga-
Anna Achmatova nel ritratto di Natan Al’tman, rantiscono affatto la riuscita di un grande romanzo. Il
porta sul pullover nero una spilla d’oro, un ricor- poeta concettualista Dmitrij Prigov diceva a proposito
do di famiglia, regalo del bisnonno alla bisnonna in di ciò che si attende da un libro: «Voglio che… ci sia una
occasione del loro matrimonio, con incise le iniziali nuova idea, che l’autore mi proponga un nuovo modo
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L’incontro, o meglio gli incontri, tra due grandi assaltato lo spazio a quel richiamo dato dalla paro-
menti rivoluzionarie attente all’infanzia come Gian- la «fantastica». La terza ragione che lo rese felice,
ni Rodari e Loris Malaguzzi avvenne tra il 6 e il 10 la più sostanziosa come lui stesso scrisse, risiedette
marzo del 1972 nella città di Reggio Emilia su invi- nella possibilità che gli fu data di «ragionare a lungo
to del comune, come spiega lo stesso Rodari nell’an- e sistematicamente, con il controllo costante della
tefatto di Grammatica della fantasia. Due personaggi discussione e della sperimentazione, non solo sulla
di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita funzione dell’immaginazione e sulle tecniche per sti-
(Malaguzzi nacque il 23 febbraio 1920, Rodari il 23 molarla, ma sul modo di comunicare a tutti quelle
ottobre dello stesso anno). tecniche». Quegli incontri infatti divennero e si af-
Fu di Malaguzzi l’idea di organizzare una settimana fermarono come strumento per l’educazione lingui-
di formazione per le insegnanti delle scuole dell’in- stica non solo dei bambini ma anche degli adulti.
fanzia (ex materne), elementari e medie e di avere Gianni Rodari in quei giorni diede agli educatori e
come ospite d’onore ed eccellente formatore, ap- a noi tutti innovative lezioni di grammatica. Quel
punto, Gianni Rodari: «Tre cose mi fanno ricordare libretto, come lo chiamerà, sarà sempre utile a chi
quella settimana come la più bella della mia vita». crede nella necessità che l’immaginazione abbia il
La prima fu il manifesto affisso dal comune dal tito- suo posto nell’educazione. «Tutti gli usi della parola
lo Incontri con la Fantastica e questo lo rese stupefat- a tutti.» Non perché tutti siano artisti, ma perché
to poiché dopo trentaquattro anni che quella parola nessuno sia schiavo. A essere presente a quelle gior-
gli faceva compagnia la vedeva finalmente a chiare nate dedicate alla Fantastica c’è un’altra importante
lettere sui cartelloni che annunciavano il suo arrivo. mente, quella di Francesco Tonucci, ricercatore al
La seconda era sempre nel manifesto dove vi era Cnr dal 1966, psicopedagogista del Cnr conosciuto
scritto «le prenotazioni sono limitate a cinquanta con lo pseudonimo di Frato, e ideatore del progetto
persone» poiché un numero maggiore avrebbe fat- pedagogico e urbanistico La città dei bambini.
to diventare conferenze quelle che invece doveva-
no essere utili come incontri. Tale avvertimento gli Come è iniziato il rapporto con Rodari e Malaguzzi?
faceva ben pensare che il limite era dato anche dal Con Loris dagli anni Settanta ho condiviso con con-
timore che folle incontenibili di persone avessero tinuità ricerche e amicizia poiché collaboravo con lui
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In una delle prime pagine del nuovo libro di Rachel viene spiegato da un altro interlocutore di Faye, «si-
Cusk, Onori, qualcuno domanda alla scrittrice Faye gnificava letteralmente “onori”, ma nella sua forma
di cosa parlino i suoi libri: «difficile da spiegare» ri- originale indicava il concetto più ampio di apprez-
sponde lei. Siamo nel terzo volume, quello conclusi- zamento o elogio, nel contempo alludendo a qual-
vo, della trilogia iniziata con Resoconto e proseguita cosa di cui qualcuno può falsamente appropriarsi».
con Transiti. Stavolta la protagonista narratrice si sta Di quale appropriazione indebita ci parla questo
recando a un convegno letterario in una città che, terzo volume di una trilogia che del tutto fondata-
a giudicare dal caldo atroce e dall’azzurro spietato mente ha collocato la sua autrice tra gli scrittori più
del cielo, dovrebbe essere nell’Europa meridionale, importanti sulla scena internazionale del nuovo se-
ma non viene mai nominata. Invece l’epoca la co- colo? Faye, che ha molte caratteristiche in comune
nosciamo: è quella del referendum Leave or Remain con Rachel (sui cinquant’anni, divorziata dolorosa-
con il quale l’Inghilterra doveva decidere la sua ap- mente, due figli maschi, scrittrice che pratica forme
partenenza o meno all’Europa. Sempre nelle prime autobiografiche), non se la passa bene al convegno
pagine del libro, chiacchierando con un casuale in- letterario. I giornalisti che la devono intervistare
terlocutore, Faye fa questa considerazione rispetto hanno piuttosto la tendenza a parlare di sé e dei
alla cruciale domanda: «Di solito ce lo chiediamo in propri problemi, i colleghi scrittori non brillano
privato, se andarcene o restare, al punto che si po- per simpatia: uno è un vanesio delle diete oltre che
trebbe quasi sostenere che tale questione costituisce snocciolatore dei più vieti luoghi comuni della boria
il nucleo più intimo dell’autodeterminazione». Forse contemporanea, un altro è cupo e egocentricamente
è proprio di ciò, andarsene o restare, che parla questo pessimista, un’altra si lamenta della società lettera-
enigmatico e magmatico testo – differente dai primi ria, ivi compresa una contessa italiana che pretende
due se non altro per un umore di fondo più cupo – dagli autori che ospita una conversazione dotta che
tanto che Leave or Remain finisce quasi col sembra- nessuno di loro è intenzionato a fare; quanto agli
re una replica altrettanto amletica, per così dire, del editori, hanno idee chiare e deprimenti. Un editore
celebre essere o non essere scespiriano. A meno che tedesco le dice che è grazie al successo dei libri di
il tema vero non sia quello manifestato nel titolo: sudoku che può permettersi di stampare romanzi
il termine greco Kudos, titolo originale del libro, ci come i suoi, mentre un’amichevole editor le spiega
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Inizia con la diserzione del fante Maurizio che pri- biondino» è il mantra che lei oppone al suo nichi-
ma abbandona la trincea e il compagno morente e lismo, affondato in generazioni di miseria e fatica.
poi, quando rimane incinta, Nadia, la ragazza che «Era un padre identico a suo padre e al padre di suo
pure ama. La lunga storia dei Sartori mette le sue padre: generare creature era uno sforzo necessario
radici nella Prima guerra mondiale, attraversa il No- per avere braccia e combattere la morte, un altro fi-
vecento e gli anni Dieci del nuovo secolo per con- glio un altro poco di vita contro, ma per tutti resta-
cludersi in un giorno d’estate del 2012 quando alla va un compito ingrato, per il padre e il padre di suo
radio arriva la notizia che un tizio è entrato in un padre e il padre di quel padre…» Eppure Maurizio
cinema vicino a Denver e ha ammazzato dodici per- tira avanti la famiglia, i tre figli: Gabriele, poeta,
sone mentre in Siria è iniziata una nuova battaglia insegnante, cattolico politicamente moderato; Do-
a Aleppo. menico, il buono, che sente la sofferenza degli altri
Dire che cosa c’era Prima di noi per dire che cosa più della sua e morirà prigioniero in Africa alla fine
siamo ora, in una genealogia che dall’aspra campa- della Seconda guerra mondiale; Renzo il comunista
gna friulana arriva alla Milano delle fabbriche: s’im- dai sentimenti ruvidi, partigiano mancato e operaio
merge nella storia d’Italia senza prendere scorciatoie a Sesto San Giovanni.
Giorgio Fontana, vincitore del Campiello 2014 con Fontana intreccia le loro minute storie con quel-
Morte di un uomo felice in cui raccontava l’ultima sta- la, grande, dell’Italia; osserva gli avvenimenti che
gione del terrorismo rosso, l’uccisione di un magi- a volte li lambiscono, a volte li colpiscono in pieno
strato milanese. esigendo da loro un tributo. Due guerre, il fasci-
Il nuovo romanzo è un’antiepopea dei poveri in- smo, la Resistenza, la rivolta studentesca, il terro-
torno a un peccato originale ricaduto sui figli e sui rismo nero, gli scioperi in fabbrica, la lotta armata,
figli dei figli. Alla codardia del capostipite Mau- la strage di piazza della Loggia a Brescia, le morti
rizio fa da contrappeso l’intrepida consapevolezza di Pinelli e di Calabresi, il funerale di Berlinguer:
di Nadia, contadina con un talento per il disegno, lo scrittore si mette all’altezza dei suoi personaggi
sepolto dalla necessità. Costretto dal padre di lei, riuscendo a portare le loro vicende esistenziali su un
Maurizio torna nel casolare che lo ha accolto dopo piano superiore, mettendo in campo etica e ideolo-
la diserzione: «Troviamo il modo di volerci bene, gia. Nel libro torna al centro un tema che a Fontana
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Sevdah è una parola bosniaca difficilmente tradu- Handke ha detto: «Non ho mai scritto sulla Jugoslavia
cibile: indica quella piacevole sofferenza spirituale una sola parola che sia denunciabile. È letteratura». È
che si prova quando si accetta che la propria vita d’accordo?
è fatta anche di dolore e ci si abbandona al piace- Le sue parole implicano un’idea di letteratura ridot-
re di questo preciso momento. Aleksandar Hemon ta a questione estetica. Come se scrivere libri non
conosce bene la sevdah, l’ha sentita intonare dalle potesse incidere sulla realtà e fosse un gesto privo
fisarmoniche nelle canzoni bosniache della sua in- di obblighi etici. Credo che questa sia una posi-
fanzia, l’ha riconosciuta una volta lontano dal suo zione ipocrita – chi scrive vive in un mondo dove
paese, da Sarajevo che la sevdah la trattava pure con percepisce dei soldi, riceve assistenza sanitaria… – e
una certa ironia. Da quasi trent’anni, da quel 1992 soprattutto basata sull’assunto che lo scrittore non
quando l’assedio alla città bloccò l’aeroporto impe- sia soggetto a domande etiche e politiche da parte
dendogli di tornare, Hemon vive a Chicago e ha fat- di coloro che non sono scrittori. Come se i lettori
to dell’inglese la lingua della sua letteratura. Eppure fossero solo persone in cerca di un piacere estetico,
non ha mai spezzato il filo che lo lega alla città na- gente elevata sopra quella plebaglia che vive e muore
tale. Scrittore «patologicamente bilingue», dall’esor- nel mondo reale cercando di capirlo.
dio nel 2000 con Spie di Dio (Einaudi) non ha mai
smesso di mescolare i generi, le lingue, la fiction e Handke ha usato spesso la metafora della torre d’avorio
la nonfiction, in un’opera dove la tensione letteraria per definire il proprio lavoro…
(Nabokov e Kafka ne sono numi tutelari) è guidata È un concetto che non tiene conto del fatto che le
da un forte slancio verso la complessità del mondo, parole e le azioni dello stesso Handke hanno conse-
eredità della Sarajevo in cui è cresciuto. Un’eredità guenze nel mondo. La sua visita a Srebrenica, il di-
che recentemente lo ha portato a prendere una posi- scorso al funerale di Miloševic, proprio perché com-
zione netta contro il Nobel a Peter Handke: «Il No- piuti da una persona riconosciuta come un grande
bel ha scelto da che parte stare: quella degli autori scrittore, hanno avuto un impatto sulla società. I
di un genocidio che potrebbe accadere ancora» di- serbi più estremisti, gli assassini di guerra, hanno
chiara a «la Lettura». «Non ho parole per dire tutto usato le sue parole per negare il genocidio in Bosnia
il disprezzo che provo per questa scelta.» e rappresentarsi come vittime.
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Che cosa significa combattere i confini letterari? Vive da molti anni negli Stati Uniti ma Sarajevo con-
I confini sono concetti immaginari, qualcosa che i tinua a essere il punto di partenza della maggior parte
lettori hanno nella testa. Espandere questi confini dei suoi romanzi. A quale luogo appartiene?
per me significa che la lettura di un libro trasforma Quando la gente mi chiede: «Cosa sei?». Io rispon-
la tua esperienza del mondo. Io amo leggere qualsi- do: «È complicato». Sono prima di tutto un saraje-
asi tipo di libro, ma i miei preferiti, e sono i più rari, vita, perché lì sono nato e lì è nata la mia complessi-
sono quei libri che ti costringono a rivedere la tua tà. Da Sarajevo arriva il mio amore per le città dove
conoscenza del mondo e della letteratura. questa complessità può venire alla luce e crescere:
Chicago, Parigi e, sempre di più, Berlino. Sogno
La sua biografia le dà un punto di vista privilegiato una repubblica di città.
sulle dinamiche europee. Perché la guerra nei Balcani è
così difficile da capire per l’Occidente? Il suo nuovo lavoro «My parents: An Introduction/ This
Noi bosniaci credevamo nell’intervento dell’Europa does not belong to you» torna alla storia dei suoi genitori
per fermare la guerra, perché pensavamo di essere e alla sua infanzia…
europei. Ma delegazione dopo delegazione ci han- Da quando è divampata l’isteria antimigranti ho
no costretto ad abbandonare questa illusione. Sono sentito forte l’irritazione per come venivano rap-
convinto che, all’inizio degli anni Novanta, i Balcani presentati: masse senza volto, mandrie e sciami,
abbiano giocato, per contrasto, un ruolo nella defi- zombie privati di individualità e umanità, guidati
nizione dell’identità europea: per questo è stato più da una fame oscura che avrebbe distrutto il modo
facile vedere la guerra come uno scontro tra barbari, di vivere degli «europei» e degli «americani». Vo-
piuttosto che come l’esito prevedibile del naziona- levo scrivere un libro sui miei genitori perché sono
lismo (che è un’invenzione europea). La guerra in sempre stato consapevole della complessità della
Jugoslavia è stata utile per immaginare l’utopia di loro struttura culturale e morale, della devastazione
un’Europa senza confini, dove guerre e nazionali- che l’emigrazione ha portato nelle loro vite, e dell’e-
smi sono scomparsi, e non rimane che darsi al libero norme sforzo che è stato necessario per riprendersi
scambio dei commerci. I Balcani, e la Bosnia, con da quel trauma. Non credo che siano un esempio
la sua maggioranza musulmana, dovevano allora per tipico – ogni migrante ha la sua storia – ma vole-
forza stare fuori dall’Europa, per sempre. vo mostrare quanta ricchezza deriva dal fatto che
esistano persone simili. Io e i miei genitori, come
Perché capire i Balcani è decisivo per l’Europa? molti immigrati, temiamo sempre di essere cancel-
Capire la complessità balcanica significa capire un lati dalla memoria collettiva, temiamo che nessuno
orizzonte europeo più vasto, sottolineando la neces- sappia che noi abbiamo vissuto e sofferto, che nes-
sità di confrontarsi con l’Oriente europeo, con l’isla- suno ci stia ad ascoltare. Perché c’è stato un tempo
mofobia, con le pulsioni antislave, antipovertà. Ma in cui davvero non importava a nessuno della nostra
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esistenza. Perciò sento il dovere di scrivere di e dal e immigrati, funziona benissimo in questo tipo di
punto di vista della memoria. narrazione.
La letteratura nordamericana sta attraversando un pe-
Con i suoi anticorpi bosniaci come legge la situazione riodo di stallo?
americana? Negli Stati Uniti sono stati scritti grandi libri e gi-
Gli Stati Uniti stanno sfrecciando verso un conflitto rati grandi film, ma credo che la letteratura, come
iniziato prima di Trump, che va ben oltre la politica. sforzo collettivo, abbia fallito da tempo. Le è man-
Un conflitto che l’America non è capace di affron- cata la capacità di vedere e affrontare il marcio nel
tare perché basato su un razzismo radicale, che si cuore del progetto americano. Scorrendo la lista dei
tramanda da sempre. Trump è uno strumento di di- Pulitzer durante gli anni di Bush e di Obama è dif-
struzione perché i suprematisti bianchi, concentra- ficile trovare un libro che racconti la decadenza del
ti nel Partito repubblicano, brucerebbero piuttosto mito americano (anche se La breve favolosa vita di
che permettere un cambiamento del sistema. Sono Oscar Wao di Junot Díaz affronta i temi del supre-
determinati a portare avanti il conflitto fin dove ne- matismo e del razzismo). Se vuoi capire quale cala-
cessario, e per questo faranno accordi con i russi, o mità morale furono gli anni di Bush e le sue radici
con chiunque, pur di proteggere i loro privilegi di nelle fantasie americane, non leggi un libro, guardi
bianchi. I Soprano.
E i democratici (a novembre si vota per le presiden- Ha accettato di scrivere «Matrix 4» insieme a David
ziali)? Mitchell. Scrivere «Matrix» negli anni Novanta signi-
Sono dei codardi, convinti che ci sia una sorta di ficava scrivere fantascienza, oggi che cosa significa?
struttura mistica nella democrazia americana che Matrix parlava della costituzione della nostra realtà,
rende impossibile il peggio, che però sta già ac- un piano complesso composto da moltissimi livelli.
cadendo. E sono attaccati al capitalismo quanto i Mostrava come, quando la struttura condivisa della
repubblicani. A peggiorare le cose c’è il fatto che, società inizia ad andare in pezzi, allora va in pezzi
nel mondo, la tensione tra capitalismo e democra- anche la nostra capacità di leggere la realtà, dal mo-
zia sta evolvendo in un conflitto totale. Non è un mento che questa si basa sempre su interpretazioni
problema di Cina o Russia, ma lo è per le democra- condivise. È quello che è accaduto con la dissolu-
zie occidentali perché credono che civiltà, capitali- zione della Jugoslavia: quando la struttura condivisa
smo e democrazia siano nomi differenti della stessa della società si è disgregata, ha portato al dilagare
cosa. L’aumento di brutalità degli Stati capitalisti- delle teorie del complotto. Lo stesso accade ora ne-
ci a spese della democrazia, e la crescita dell’auto- gli Usa. Ma il nuovo Matrix difficilmente sarà cupo
ritarismo come soluzione ai «problemi» di povertà quanto la realtà che stiamo vivendo.
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