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ta praticit: 'E' possibile che, in un periodo in cui sembra che i vigneti fossero

per lo pi nelle mani dei sacerdoti del tempio, la cosa sia stata imposta per impe
dire la vendita del vino destinato alle funzioni religios e nelle comuni bottegh
e, oltre che per ribadire la preminenza religiosa del vino , in quanto simbolo s
acrificale, rispetto alla birra' (5). Tuttavia, il valore preminentemente sacral
e della bevanda non impediva che alcun i la apprezzassero soltanto per le sue qu
alit intrinseche. Nel racconto di Erodot o, Amasi, che gi da privato cittadino ama
va bere e divertirsi, divenuto sovrano, ogni giorno, dopo aver sbrigato gli affa
ri di governo, 'beveva, beffava i suoi c onvitati, ed era frivolo e allegro' (6)
. D'altro canto sono ormai stati rinvenuti geroglifici risalenti al 2500 avanti
Cr isto che descrivono con minuzia le diverse qualit di vino allora in uso, e non
so ltanto, lecito credere, nelle cerimonie religiose. Nelle terre bagnate dal N
ilo la pratica della vinificazione era valutata a tal punto che anfore contenent
i vi ni pregiati (con l'indicazione della zona di provenienza, dell'annata e del
prod uttore: una sorta di vera e propria denominazione d'origine controllata, t
anto v ero che quasi tutto quello che si fa gi stato fatto) venivano spesso inclu
se nei corredi funebri dei re. Dall'Egitto, il percorso del vino, che segue da p
resso quello delle divinit e del le cerimonie religiose, ci conduce nella nascent
e civilt greca, che dal paese del Nilo trasse molte delle sue divinit, e tra quest
e la pi importante ai fini del bi nomio religione/filosofia e vino: Dioniso, intr
odotto in Grecia da Melampo ( semp re Erodoto a darcene testimonianza); Dioniso,
il dio che, secondo la tradizione raccolta da Arriano di Nicomedia, fece conosce
re il vino agli uomini: il dio da cui nacque la civilt. Dall'Egitto, evocato da p
ittoreschi cortei di mnadi e baccanti, Dioniso percorse il territorio ellenico, g
iungendo innanzi tutto a Creta (probabilmente attravers o l'Asia Minore), poich C
reta, nelle parole di Karl Kernyi, costituisce un autenti co 'preludio nei confro
nti della Grecia storica'. (7) Tutto quanto accadeva a Cr eta sarebbe arrivato e
si sarebbe sviluppato in Grecia. E nel passaggio dall'Egitto alla Grecia, la fa
se cretese di Dioniso serv a forgia re gli elementi portanti che, innestati su un
a divinit molto antica, avrebbero cr eato uno stile del tutto nuovo, segnando l'a
vvio di una vera e propria rivoluzio ne culturale. In Grecia, e soprattutto con
il culto di Dioniso, il vino diviene davvero nettar e degli dei. La bevanda font
e di verit, secondo il notissimo detto che giunto a noi prevalente mente nella fo
rma latina - "in vino veritas", poich dalla sua forza disinibitrice scaturisce la
verit - ma che sembra sia stato un greco, il poeta Alceo, a diffon dere. E' infu
sione di energia vitale, e da questo, secondo il mito, deriverebbe il ter
mine vite. Ma diviene anche, per quell'ambiguit di cui pu essere considerato espre
ssione, fon te indiretta di morte, come ricorda ancora Kernyi. La vite in grado '
con la sua c rescita silenziosa e raccolta, di diffondere la massima "quiete", e
, con il suo succo che fermenta rapidamente, di risvegliare la massima "irrequie
tezza", di re ndere la vita cos incandescente ed esaltata da far s che l'essere vi
vente procuri al suo simile ci che assolutamente opposto e inconciliabile con la
vita: la morte ' (8). Per questo il vino veniva offerto a Dioniso - dio essenzia
lmente vitale, ma che poteva rivelarsi portatore di morte - durante i riti orgia
stici a lui rivolti; e i suoi fedeli, inebriandosi della bevanda sacra, resa for
se ancora pi potente co n l'aggiunta di sostanze proibite quali la canapa, l'hash
ish o la mirra, giungev ano a quello stato di "trance" da cui pensavano di attin
gere una perfetta unione con il divino. Conoscitore dell'uso e degli effetti del
vino, mescolato a altre sostanze, dovev a essere Omero se affida all'affilata i
ntelligenza di Odisseo una pozione alluci natoria, donata all'eroe greco (nuova
testimonianza del valore sacrale della bev anda) da un sacerdote di Apollo, Mrone
, in segno di gratitudine. Sar quella pozione, che egli porta con s per una sorta
di premonizio

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