Nei primi anni del Novecento in Italia c'erano molti analfabeti, persone che non sentivano il bisogno di imparare la lingua italiana, perch per la vita familiare e personale era sufficiente conoscere il proprio dialetto. Antonio Gramsci ne "la Citt Futura" scriveva che l'analfabetismo era ancora molto diffuso perch la maggior parte delle persone limitavano la propria vita alla famiglia e alla casa. Cos facendo, secondo l'autore, l'alfabetismo non era un bisogno ma diventava un'imposizione attuata dai prepotenti. Un chiaro esempio di questa tesi riguarda l'obbligo di istruzione, infatti per Gramsci una persona pu essere obbligata ad andare a scuola ma non pu essere obbligata ad imparare. L'alfabetismo diventa un bisogno quando necessario relazionarsi con altre persone al di fuori della famiglia. Questo era alla base della propaganda socialista che rendeva partecipi di una vita in un mondo pi ampio della propria dimora. Inoltre il socialismo aveva l'intenzione di far scambiare idee, speranze e dolori tra gli uomini. Grazie a questo ideale la cultura e l'alfabeto sono diventati dei validi mezzi per diffondere il pensiero socialista. Pertanto secondo Gramsci l'antidoto all'analfabetismo la diffusione del socialismo perch l'unica possibilit per cui le persone sentono il bisogno di imparare e interloquire. Da tutte queste considerazioni, possibile identificare l'ideale del socialismo che rendeva veri cittadini tutti quegli italiani, che vivevano esclusivamente dei loro piccoli interessi personali e famigliari, come scrive Gramsci "uomini nati solo per consumare vivande".