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American Horror Story -Murder House -prima serie di Maria Capozzi

Se il giudizio su una serie televisiva dovesse avere


come parametro le novit che essa contiene, questa serie sarebbe da cinque
stelle:infatti, pur rifacendo il verso al genere horror e a tanti suoi elementi
classici ( amputazioni, deformit, mostruosit, satanismi)li rimescola in modo
originale, o quanto meno personalizzato, aggiungendovi elementi che fanno
riferimento a temi caldi della societ moderna , quali la diversit, la maternit
come pretesa affermazione della donna, la psicanalisi e la sua talvolta dubbia
utilit,lomosessualit, la crisi della famiglia tradizionale e , non ultimo, il tema
dellelaborazione della morte.
Tanta roba, talmente tanta che sarebbe stato geniale riuscire a farne una
serie equilibrata;e invece ci ritroviamo talvolta di fronte a puntate gioiellino, le
prima tre in assoluto, quel che ci introducono in questo mondo molto
apparentemente molto reale ma pieno di misteri da svelare, e che riescono a
tenere viva la suspense nello spettatore coinvolgendolo ed incuriosendolo,
dosando la quantit di rivelazioni in maniera perfetta.Ma quando la verit pi
grande rivelata ed ormai chiaro che la casa acquistata dalla famiglia
Harmon (padre psicanalista, moglie e figlia adolescente) infestata dai
fantasmi di tutti i proprietari precedenti , tutti morti in maniera violenta , la
trama comincia a perdere mordente, e lequilibrio tra il mondo dei vivi e dei
morti presenta spesso forzature e qualche imbroglio.
Ed anche i flashback sui proprietari del passato, uno per ogni puntata, piccoli
film nel film, se allinizio conservano una quantit di orrore e attrazione
davvero notevoli, man mano perdono di mordente, diventano quasi un rituale
sempre pi vuoto al quale lo spettatore comincia a disaffezionarsi.
La serie, se resta in piedi fino alla fine, pur tra alti e bassi, per la bravura del
cast (prima fra tutti Jessica Lange, perfida vicina ed anche lei ex abitante

della MURDER HOUSE), per la capacit di trasmettere sentimenti in un


contesto fatto di violenza e morte ( il rapporto tra Constance /Lange e sua
figlia Adelaide , affetta da Sindrome di Down; lamore tra il fantasma Tate,
figlio pluriomicida di Constance, e Violet Harmon; il legame tremendamente
morboso tra mamme e neonati) e per continuare ad alimentare nello
spettatore la speranza di poter comunicare con quelli passati a miglior vita,
per poi per scoprire alla fine che i defunti vogliono stare da soli, e che
soltanto nella loro dimensione ultraterrena possono trovare un equilibrio.
Menzione speciale per la sigla , un bel raccapricciante
tema musicale con sonorit trip-hop composto dal progettista del suono
Cesar Davila-Irizarry e dal musicista Charlie Clouser, accompagnato da una
sequenza che comprende le immagini di bambini, feti in barattoli, teschi, un
abito da battesimo, una divisa da infermiera e una figura in possesso di
cesoie insanguinate; tutti elementi che hanno assunto significato col
prosieguo degli episodi..

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