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Attacchi di panico e disturbo da attacchi di panico

Un attacco di panico è un periodo preciso di paura o disagio intensi, spesso associati ad una
sensazione di catastrofe imminente, che si verifica in assenza di un vero e proprio pericolo e
che ha tipicamente con un inizio improvviso che raggiunge un picco circa in 10 minuti.
I sintomi includono tremore, difficoltà di respirazione, sudore, nausea, vertigini, parestesie (sensazione di
formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia.
La manifestazione è significativamente diversa da quanto avviene negli altri tipi di disturbi
di ansia, in quanto gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da cause note e
sono spesso debilitanti.
Un episodio è spesso categorizzato come un circolo vizioso dove i sintomi mentali
accrescono i sintomi fisici, e viceversa.
In molti casi le persone che soffrono di attacchi di panico riferiscono paura di morire, di
impazzire o di perdere il controllo.
Le persone che sperimentano un attacco di panico lo riferiscono come una delle condizioni
più spaventose e stressanti di cui una persona può avere esperienza nel corso della vita.
Esistono 3 tipi di attacchi di panico: inaspettati (non provocati), causati dalla situazione
(provocati) e sensibili alla situazione.
I sintomi di un attacco di panico appaiono improvvisamente, senza alcuna causa apparente.
Possono includere: palpitazioni, cardiopalmo e tachicardia, sudorazione, tremori fini o a grandi scosse,
dispnea o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi
addominali, sensazione di sbandamento, instabilità o testa leggera, derealizzazione (sensazione di irrealtà) o
depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi), paura di perdere i controllo o di impazzire, paura di
morire, parestesie (sensazione di torpore o do formicolio), brividi o vampate di calore.
L’età di esordio di questo disturbo varia considerevolmente, ma si colloca prevalentemente
tra la tarda adolescenza e i 35 anni.
La maggior parte delle persone che ha un attacco, poi ne ha altri in seguito.
A un soggetto ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo la possibilità di
avere un altro attacco, può essere formulata una diagnosi di "disturbo da attacchi di panico"
(DAP).
I soggetti che hanno avuto un attacco di panico, per esempio mentre stavano guidando,
mentre erano in un luogo affollato o in ascensore, possono sviluppare paure irrazionali,
chiamate fobie, riguardo le situazioni e cominciare ad evitarle.
Alla fine, lo schema di evitamento e il livello di ansia riguardo ad un altro attacco possono
impedire ad un soggetto di guidare o perfino di mettere un piede fuori casa.
In questo caso in particolare, si dice che la persona ha un disturbo di panico con agorafobia.
L’agorafobia è l’ansia o l’evitamento verso luoghi o situazioni dalle quali sarebbe difficile
allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto nel caso di panico.
Quindi il disturbo di panico può avere un serio impatto sulla vita quotidiana di una persona
come altre patologie più gravi.
La frequenza e la durata degli attacchi di panico può variare notevolmente.
Ad esempio alcuni soggetti possono manifestare attacchi di panico moderatamente
frequenti (per esempio una volta a settimana), che si manifestano regolarmente per mesi.
Altri riferiscono brevi serie di attacchi più frequenti (per esempio quotidianamente per una
settimana) intervallate da mesi senza attacchi di panico per molti anni.
Il disturbo di panico può continuare per mesi o anni.
Se il disturbo non viene curato può peggiorare fino a compromettere in modo significativo
la vita della persona.
Anche i tentavi di evitare o di nascondere gli attacchi di panico possono influenzare
gravemente la vita del soggetto.
Di fatto, molte persone hanno avuto problemi con gli amici e la famiglia o con la perdita del
lavoro mentre si affannavano a lottare con il disturbo di panico.
Questo tipo di disturbo solitamente non passa a meno che la persona riceva le cure
adeguate.
Per le persone che cercano cure efficaci dall'esordio del disturbo, la maggior parte dei
sintomi può scomparire in poche settimane, con nessun effetto negativo permanente dopo
che la cura è completata.
Il disturbo di panico può essere curato con cure specifiche.
A causa dei sintomi che accompagnano il disturbo di panico, esso può essere scambiato
erroneamente per una cardiopatia o per altre patologie. Questo malinteso spesso aggrava o
scatena attacchi futuri nelle persone disinformate.
E’ importante che il soggetto che ha avuto l’attacco di panico esegua degli esami medici
completi per escludere altre condizioni mediche generali.
A volte per evitare l’attacco di panico è semplicemente utile utilizzare delle tecniche di
respirazione o di rilassamento.
E’ fondamentale che chi soffre di disturbo di panico sappia che mentre il corpo è sotto
l'effetto di un attacco, non si è in pericolo di vita.
Dunque se chi soffre di disturbo di panico può anticipare un attacco e trovare un posto
sicuro dove sfogare la crisi, vi sono pochi rischi immediati.
La terapia farmacologica è prescrivibile dal medico di famiglia o da uno specialista della
salute mentale, da sola o in associazione alla psicoterapia là dove quest'ultima trova
indicazione, valutati i casi soggetto per soggetto.
Psicoterapie appropriate condotte da professionisti esperti possono ridurre gli attacchi di
panico nelle persone con disturbo di panico. Molti pazienti possono mostrare un
significativo progresso dopo poche settimane di terapia.
Come spesso accade per tutte le forme strettamente correlate ai disturbi d'ansia, parte dei
soggetti che soffrono del disturbo da attacco di panico, trovano nell'abuso di alcol un
momentaneo apparente sollievo. Questa forma di "automedicazione" è in realtà
responsabile, oltre ai rischi correlati all'abuso di alcolici, dell'acutizzarsi degli episodi di
panico, tanto nella frequenza quanto nell'intensità oltre ad un generale peggioramento del
quadro clinico. L'abuso di alcol, come quello di sostanze, è pertanto assolutamente da
evitare.
Come per molti altri disturbi, avere una struttura di supporto o una famiglia e amici che
sanno come affrontare la situazione può aiutare ad aumentare la rapidità di guarigione; ecco
perché l'intervento può comprendere i famigliari o il partner del paziente.
Laura Veneroni, psicologa (lauraveneroni@yahoo.it)
Gaia Cavallotti, psicologa (gaiacava@yahoo.it)

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