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V.
Propriet Letteraria
781573
FIRDUSI
IL LIBRO DEI
RE
POEMA EPICO
RECATO DAL PERSIANO IN VERSI ITALIANI
DA
ITALO PIZZI
L'epopea persiana, nel suo insieme, prodnce l'impressione dell'incommensurabile,
simile alla vista del cielo stellato, che riunisce nei suoi fulgidi sistemi di stelle
finita pluralit dei mondi.
Schack.
VOLUME PRIMO
TORINO
VINCENZO BONA
Tipografo di S.
1886
M.
l'in-
ALLA MEMORIA
DI
MIO PADRE E
DI
MIA MADRE
PREFAZIONE
paziente...
giorni snoi sen va contando,
Poi che ad opera ingente ei die la mano.
Quei
s clie
Firdusi
Ke
monumento
uno spazio
VII).
(voi.
di Fir-
della poesia
di
due mila
hanno detto
in Italia
Gioberti e
il
il
che
ne
Cant, la-
stato scritto
a termine
dopo quasi
hanno
fatto
cenno
poema da me condotta
anni
diciotto
il
di
nome
lavoro;
di
Fir-
ori-
ai
diversi
cicli
presto spero
intorno alV
mente
ebbe
di
pubblicare,
Epopea
l'onore
col
titolo di
Studi
ottener
met
il
premio
Vili
K. Accademia
quel
mio lavoro
a
dunque
Lasciando
dei Lincei.
di
trattar
non ho creduto
la vita di Firdusi e
fuorch
sunto di esso.
il
mente accorgersene,
cio per chi
meno
si
fatta per
dedica agli
il
facil-
non soltanto
orientali, anzi
studi
tutti,
ma
ancora, e anzi
cospicui
monumenti
tal fine,
delle
letterature
non ho ingombrato
il
libro
pi
straniere.
di
note,
sogno
di
spiegazioni.
e per
si
non essendo
mio adunque
si
quello di por-
nuova per
omerico, senza
le
che tanto
si
accosta al fare
io.
Non
si
IX
lunga
di gran
mi hanno
pi,
fatto coraggio. Io
mia
begli anni di
riuscire
vita,
persuaso e convinto
di
Del
resto,
le versioni di
verse ragioni;
ma
giovani,
bramosi di novit
sempre nobilmente
inchinevoli
ai
entu-
facili
non
non sappia
di
leggeranno
fede soltanto
che
reso italiano,
come meglio da me
giovani
si
Firdusi
potuto, pi
pregiate
edizioni,
Parigi, quella gi
come quella
intrapresa
dal
Mohl
del
Vullers
la pi
i
pochi
riconosciuti
come
qualche
rarissima
CU,
(Catal. Assem.
grandissimo aiuto
Mi
5).
sono
poi
state
di
Gesellsciaft,
la
Deutschen
der
(Zeitscirift
Morgenlandisclien
prima che
tenta in Italia,
si
come ver-
e,
Mohl,
una parziale
esisten-
in prosa, del
primo tentativo da
Il
ma
me
fatto di
una versione
Re
Rustem
e di
di Firdusi,
ecc.),
fu quello del
1868 (Storia di
De Gubernatis
marzo
(Firenze, 1
male Superiore
Pi
di Pisa.
che
usc
poi
Parma
nell'agosto
tardi,
l'episodio
Sohrb
di
1872, dopo
nel
avere
Su-
fu tradotto
in
gran parte
Langhirano, ricca
uomo
egregio
casa del
,
mancato
Parma, mentre
io fui
Maria Luigia,
Re
titolo di
il
lungo
lentezza,
mandai
fuori
fu
un
1877)~
mia versione
XI
un
Avventure di un Prin-
Re
di
come gi a Parma da me
canti di Firdusi,
in
man mano
si
da
me
uomo
di altri
ripeteva
si
molta cultura
mia
cos,
passato
pubblica lettura di
traduzione
quel
al-
Circolo
una
in tanto in
volta in
una
di
(Dora
d'Istria),
del Senatore
De
dell'illustre
pittore
Altri saggi,
ma
Barabino
molti
e di
quando
Ma
altri.
periodici
in quando.
met
del
mio
e per
io ve-
la
volta
si
libera e qualche
dal testo
io
Da principio
aveva
ci avveniva per
(e
-cio le
XII
tutta libert.
di poesia
antiche epopee.
prima
riconobbi, quando,
me
stesso,
il
gi fatto e
ri-
momento
di
me
ne trovai contento, e
1884 raccontai
al
mi
la cosa,
anche disfare
parole
necessario
sapere
io
l'illustre
Da
io
contavo
mesi
giorni
sempre
in
Quei
che
paziente...
Cos potei
mano.
ci die la
mantenermi pi
fedele al testo, e la
che
sia
riuscita
omogenea ed uguale.
pu cambiare
me
In
di-
cambia
e si
tratti del
Libro dei
come
feci
Re
di
tutto
XIII
il
principio:
Versione del
1877 nei
Racconti Epici):
Poi che di sette giorni ebbe concesso
Lo
quando pel
L'illustre Minochr,
Al
cielo
al
capo
ei f'
ornamento
si
Anni
governando
sereni, tutte
De' mortali le
stirpi.
Inchinando
la fronte,
il
regio ostello
A
A
un
il
labbra
Lo
di sette giorni
ebber concesso
D'Irania
Venne
prenci e
e si cinse
La corona
L'ottavo
dei re,
d.
Con
il
pianser dolorosi,
Et per
lui.
Ma
si
volse
de la terra in pria
Tutti gli eroi tutti
XIV
i
possenti a gara
La corona
si
Di suo valor,
Eran
Minocihr venne, e
Ma
al
la regal
giorno ottavo
corona
si
il
mondo
attorno
A
A
tutto
Il lettore
le
tre
il
maniere di tradurre.
inutile
il
pi fedele
me
la
al testo.
da
dire che
anche
di
Minocihr fu
mi era
finita la ver-
di Firenze
R. Universit di Torino.
Terminata
la
XV
lunga versione,
principali gior-
Roma
della R. Universit di
di ci che egli
ha
Cronaca Bizantina. Mi
nella
allora
rivolsi
ai
rispettabilissime in-
raccomandando perch
qualcuno di loro pigliasse a cuore questa lunga
pubblicazione dell'intero Libro dei Re, notando
di
presso
sistettero
essi,
me
tutti
che
accadde a Firdusi,
che
quello
da
ebbe lodi
infatti
ma
ammirazione,
cadde a
nessun
aiuto.
Egli
dice
Bene
si
perdea.
il
mio
lavoro,
pub-
anche per
essendo
sul
favori,
di Firenze, dalla
quando a
e dall'angoscia
generoso di una
persona amica.
Sac.
Il
Cav. Prof.
Direttore-proprietario
Istituto di
si offerse
di
un
libe-
dell'animo
Luigi Grillo,
fiorente
reputato
mi
XVI
il
mio lungo
tammo
Ten-
mandammo
fuori
insieme un'associazione
le schede, e il risultato
tersi
gliene
e sentite grazie.
tobre di quest'anno,
gramma
come
di associazione,
si
ma
era
detto
ot-
nel pro-
bens in giugno.
ma
a questa trepidazione
sta accanto
fiducia rafforzata in
me
data
dall'approvazione di per-
drea Maffei,
quella
dalla coscienza di
ricordar soltanto
An-
favorevolmente
il
mia pubblicazione.
I.
al cuore.
Pizzi.
Vita di Firdusi.
Non
vi
ha
mondo paese pi
La Persia,
nome si designa quel
forse in tutto
il
distende fino
si
Firdusi.
di
ampio
ri-
che
la
tradizione
attribuisce
il
sacro codice
Zoroastro. In
troviamo poi in Firdusi, ma ancora alcune leggende integralmente riferite e con gli stessi particolari. Ci che dimostra che questa leggenda
epica risale a remotissime et. Nei Vedi stessi
dell'India, e
Firdusi,
I.
Certamente, anche
remotissime
in
ci
si
et,
un esempio
di
di
Vendidd nelper
il
primo ravL'Avesta, in cui il Westphal
delle
racconto
epopea.
Quel
di
racconto
vis un
elio
inizi
L'agricoltura,
Yima
imprese
di
prime
Yima,
ampli
al
la
secondo
terra
capitolo
del
abitabile e fabbric
uomini
recinto
il
animali e
e gli
semi
una specie
Mazdo gli aveva predi diluvio, ebe Altura
dotto, assolutamente di natura epica e pu
riguardarsi come un primo tentativo di canto
epico; esso, bench apparentemente in prosa, fu
anche ridotto agevolmente alla sua forma medelle piante da quella
intemperie,
tentativi
primitiva. Forse furono molti
per dar bella forma poetica a queste antiche leggende; e certamente, prima che la
trica
fatti
prove; cosi
la
darsi, sotto
un
perfezione di
Omero pu
certo rispetto,
come
il
riguar-
frutto
,i
Ma
noi
adunque
tutta
congetturale per
parte
questa
sappiamo per
vera testimonianza storica, trovasi che nell'Iran,
quantunque tardi, fu dato tuttavia un pensiero
tener conto soltanto
alle belle
ci
che
leggende
coglierle tutte in
di
un
libro
che
fin
da principio
ebbe
il
nome
di
Sassanidi, ritorn
alla
prova, e dicesi
che un
nome Dnishver,
facesse
un'ampia raccolta di leggende epiche e ne formasse pure un libro che poi and perduto. Queste
raccolte erano tutte scritte in lingua pehlevica,
che era la lingua di Persia di quel tempo.
gli
lui,
ma
di
nome
dalla so-
ramente. Un poco pi tardi i nuovi principi, animosi e avidi di potere, tosto che si accorsero della
debolezza del loro sovrano di Bagdad, ne scos-
il
fatto
ma
bens anche ad un
risveglio
potente
orientale.
principi
cominciarono a
tosto,
vo-
e storiche e leggendarie
queste
memorie
la
e splendido,
tempo
gente dell'Iran
grande
del
che,
la gloria di
se
non
si
memorie
antico.
In
trovava
la
un passato
poteva rin-
doveva almeno ricordare, per contrapporlo a tutto ci che di straniero era vernilo dall'Occidente con la conquista degli Arabi. Granile
principi del
pertanto fu l'ardore con cui
nono e del decimo secolo si diedero attorno per
cercar le sparse leggende epiche e raccoglierle
e comporne libri, aiutati specialmente da una
classe di persone, di cui ora d'uopo di parlale.
Secondo l'antica costituzione iranica, ogni bi >rgi
o villaggio (in persiano diti) era governalo da
un capo, da un borgomastro, che dicesi dihgn
in lingua persiana. Questi borgomastri erano
legittimi capi del popolo, appartenevano alle pi
anticheepi nobili famiglie dell'Iran, e molti anche
novare,
si
grado,
tiche famiglie
Sassoni
conquista normanna.
in
Inghilterra dopo
Ora,
questi
paese e
principi,
di
famiglia,
appena che
per
aiutarono
si
loro
borgomastri,
l'orgoglio di
potentemente
antiche
le
di
le
loro famiglie
averle, ne somministrarono
buona
bramosi di
sempre
parte,
Come Rustem
(Azad-srv
il
per.
Stavasi
suo nome) e
si
un vecchio
vivea
memoria
le
parole
di Pernia
soli
le
conservavano.
Comunque
sia,
indipendente dai
il
Califfi di
Bagdad,
mente
dai re Sassanidi.
cosi
delle
iniziala
La sua
fu
anche
antiche
leg-
pi antica-
raccolta,
l'atta
su
quella di Dnishver, pi sopra ricordata, ordinata dal re Yezdeghird, si sparse ben presto pel
Khorassan e
fu letta
introduzione
al
dissimo
Yakb
favore,
rende
conto
del
modo che
da tutte le parli sacerdoti e sapienti che possedevano frammenti antichi del libro di Dniprincipi Smnidi che sucshver. Pi tardi,
cessero ai Saffridi el nono e nel decimo secolo,
i
tentarono
far
di
quante
era messo volenteroso all'opera, ma fu
improvvisamente ucciso da uno schiavo, quando
non aveva composto pi di mille distici, raccontando le imprese del re Gushtsp.
Ma poich anche questo tentativo era riuscito
infruttuoso, un altro ne fece Mahmd di Ghasna,
tutte
kki
le
si
figlio di
Sabuk-teghn,
secolo,
dopo aver conquistato grandissima parte dell'Oriente, dal Gange all'Eufrate, dopo la gloria
delle
arti.
ramente
fosse
degno
di
concorso.
Eppure,
gloria di compiere la
toccar la
grande impresa.
Nel 940 dell'Era volgare, in un piccolo vilTs nel Khorassan, era nato Ab-'l-
laggio presso
dusi. Dicesi
secondo
altri,
dallo stesso
Comunque
sia,
egli
ebbe
per dal
padre
suo,
erano scritte
le
la
morto
di
Dekiki nel 960 dell'Era volgare, e Firdusi concep allora il disegno di compiere l'opera alla
Dekiki
quale
era
stato
ci
dice che con
grande difficolt, e soltanto per generoso animo
di un giovane suo amico, pot avere una copia
del libro gi composto da Dnishver, e parla dei
tumulti e degli scompigli del suo tempo e della
nella introduzione
poema,
al
eletti
gli
ingegni.
Pur
tuttavia, incoraggiato
ila
le
antiche
di
leg-
Dahk
L'accesso
fino ad Abii
l'esort
trovano pure
le
lodi
li
questo
poema
personaggio
il
Spargevasi intanto
si
gran
nella
citt,
la citt
si
di
deliberarono di
accostava,
non
dusi.
Anche
si
servitore un poeta,
disse
il
vostro
ingenuamente
quelli, nell'intento
di
Fir-
confonderlo e
di pigliarsi giuoco di lui, gli proposero di improvvisare un verso dopo che ciascuno di oi
ne avrebbe improvvisato uno. Firdusi accett la
sfida,
tre
poeti,
cui
shen
tre rime in
non ne avrebbe
l'incognito poeta
e,
si
ricordando
accordava con
la battaglia di
Non
Come
a
in giostra a
come
dire
Peshn
di
restassero
Ghev
la lancia.
meravigliati
che
anzi,
sunzione.
Ma
alla
Firdusi,
prima
di
poter
essere
ammesso
dovette
superare
Ma
di
Rustem
come
vincitore del
10
Mahmd
che Firdusi
letture
gli
ludendo
il
esclamasse un
Firdusi!,
in persiano significa
nome
il
al-
nome che
trovato
Firdusi fu
di
versi,
che
stupito
tosto conoscerlo di
fra
rest
perch ne eccitas-
e d'elefanti,
tigri
di leoni, di
sero la fantasia;
ed
egli
raccolse in quella
si
mentre
un
di
quando
le
corde d'un
leggeva
del
in
liuto.
suoi canti a
suo poema
presentano
ci
recano
Mahmd
le
seduto
in
trono ad ascoltare:
Shh-nmeh
stici,
con
le
o Libro dei
Re
seguenti parole:
in sessantamila di-
li
Poi che
Cos
venne
al
Tutta piena
suo
l'inclito libro
fin,
la terra.
del verso
mio
Passeranno
il
Di senno un germe.
Ci che
ci
Orazio {od.
richiama
Ili,
alla
memoria quei
versi di
30);
ammi-
soccorrevano di deerano
specialmente gli
ed
quelli
invece,
naro;
altri poeti di corte, spargevano sul suo conto velenose calunnie, dicendo ch'egli era settario per
ratori; di questi, alcuni lo
gli
istigavano
gli eroi
contri
il
Ben
Grandi
1 i
Persia e
lotti
molti
e
li
gran sangue,
er'io
Parte assegnata,
Bone hai fatto!
si
perdea.
Ma
il
>
per
ra
quelli.
la
mia
scemavasi frattanto
chiusi erano
cofani
il
cor mi
feria.
13
di tributi
volume
Hassan Maymendi,
mand
a Firdusi che
distici del
trovavasi
allura
un
al
pub-
monete
poema, le
sessantamila
i
Firdusi, sclamando
bagno.
blico
prese
quanti erano
d'argento,
un terzo
denari del
glieli
aveva
ad
un bicchiere e
grembo
guardava
Si
stupito,
ma
calunnie di
lui,
fittiziamente
religione,
sotto
poi
fu
si
garzone che la
il
come
frutto
denari.
Mahmd quando
sdegn
ministro,
del
il
un bicchier
piedi di
un
corte, e l,
atten-
dendo in un giardino il Sultano che di l appunto doveva passare, improvvis alcuni versi
in sua lode, al suo passaggio.
cuore,
gli
perdon;
ma
Mahmd,
Firdusi,
tocco nel
ben compren-
dendo che
egli ornai
notte
corte, in quella
14
stessa,
s.
raggiunse un corriere,
gli
prosegu
il
di denari. Cosi
il
poeta
Califfo
allora regnante.
Il
Al-Kdir
Califfo
Billahi
Abassi,
anche
il profugo poeta, il quale,
per assicurare il suo nuovo proiettore della sua
fede di maomettano, compose per lui un poemetto
intorno alla storia di Ysuf e di Zuleykh, inspirandosi al racconto del Corano. Il poemetto
dissimo onore
.'
giunto linoa
Ree
noi.
ma
di Firdusi.
Mahmd. Questa
lino a noi.
per intero, da
scritto.
me
Malmid.
citati, fu
sa-
riferita
versi con-
al
Ca-
di
unargula
risposta
l'ira
del
Sultano, s'accorse
e perci
gli
consigli
Bagdad, sog-
vernatore
di ([nella
provincia. Nsir
Lak era un
15
nuta, gii
mand incontro
concepiva il disegno, e gi lo
traduceva in atto, di comporre un altro lavoro
per eternar la memoria del suo nuovo protettore e condannare all'infamia quella di Mahmd.
Ma Nsir Lak ne lo dissuase, e, avuti nelle mani
Firdusi gi aveva composti, li dii versi che
strusse, promettendo al poeta di scrivere una
lettera al Sultano per rimproverargli la sua inin casa di lui, gi
giustizia. Firdusi
intanto,
animato forse
di
dalla
Mahmd,
ritorn a Ts,
un
un
fanciullo
il
Sultano:
Se il padre suo
Regnato avesse, una corona d'oro
Il figlio suo posta mi avrebbe in fronte,
mente
le
Di
trasportato
alla
sua
et, nel
sua morte,
il
aveva cantati
Saputasi la
Ab-i-Ksim Gurgni
sua bara
le
si
preghiere dei
bench saggio
e sapiente,
Ma
poi,
come
una
si
10
il
Bagdad
L'inclita reggia di
Qual mar!
S*io
mi
tuffai,
Mahmd
non vedesi
di cui
la
di
un mare.
sponda.
principe
il
fici
lo
offerti
citt
di
quando s'incontr
Mahmd.
alla figlia
di
doni del
Firdusi;
ma
posta da
una
un suo
desta
Nsir Khusrev, in
assai,
si
La
veduto
di
vedeva ancora
al
principio di
17
ma
il
Khanikoff
FlBDUSI,
I.
18
IL
Il
Libro dei
parti,
daria,
in
la
Ma
questa
Turani agli
occhi degl'Irani aveva un significato veramente
grande. Essa rappresentava in terra visibilmente
la gran lotta tra il male e il bene, fra il creatore,
Ormuzd, e il nemico d'ogni bene, Ahrimane,
alla quale tutti gli uomini, per un dovere moguerra contro
rale,
male
Devi e contro
con
le
armi, e
si
gli eroi
Come
le
il
opere
pu anche combattere
quando scen-
dell'Iran,
dono
in
19
e Turani, altro
non
il
con
le
le
racconto della
del
lodi
profeta
del
Sultano
Mahmd
dell'emiro
Incomincia ora
Gaymers fu il primo
primo re; abitava sopra un monte,
laddove egli aveva raccolta tutta la piccola famiglia umana. Il suo regno incominci in un
giorno in cui il sole entrava nell'Ariete, e dur
trentanni. A lui erano sottomessi non solo tutti
gli uomini, ma anche tutte le bestie della campagna che gli rendevano omaggio. Egli aveva
un sol figlio, Siymek, e nel mondo non aveva
Il
uomo
re
e
Gaymers.
il
suoi Devi.
Il
il
al-
20
Hsheng.
Con
Hsheng incomincia la
prima dinastia dei re dell'epopea, che quella
dei Pshdd, e con lui incominciano anche a
manifestarsi le prime arti. Egli trov il ferro e
ne fabbric i primi strumenti, trov l'arte delIl re
l'inafilare
lora
per
gustare
campi, di ararli,
la
il
prima
pane. Vest
alcuni animaletti,
trov
il
voi la
gli
come
fuoco, tanto
di
seminarli, e al-
uomini
poterono
uomini con
le pelli di
gli
Un
giorno
re
Tahmras.
addomestic
gli
Tahmras fu
animali e
li
il primo che
avvezz a vivere
vivere
con l'uomo, ridusse i galli e le galline
nelle sue case perch destassero gli uomini al
mattino, e fu il primo che filasse la lana per
;i
la
il
pio
di re,
mane
21
la sella
costringeva a portarlo,
ad Ahri-
come un
de-
Vinse in battaglia i
stermin, e da quelli che egli risparmi
Devi e
li
divise
vesti,
gli
uomini
in
tutti
in Agricoltori, in
in
Sacerdoti,
Mercanti; aiutato
Guerrieri,
dai Devi, fabbric palazzi, torri e terme, trov
preziose, l'oro e l'argento,
pietre
le
gli
aromi
Iddio
stesso
di
apertamente
nifestava
tanto in
i
voleri
suoi
suoi
decreti.
Ma
suo
trono, nella
doti,
da
lui,
il
mondo
gli fu
pi restituita.
l'empio Dahk,
il
uomini
datosi
istiga-
zione di Ahrimane, e aveva sugli omeri due serpenti natigli da due baci che Ahrimane stesso
aveva impressi
gli
umane, e
Dahk, per ammansarli, doveva ogni giorno toglier la vita a due infelici. Con queste opere
crudeli, egli aveva acquistata una trista fama
all'intorno, e gl'Irani, in quel tempo di scompiglio, ricorsero a lui perch egli si facesse loro
bili
signore.
Dahk
si
sulle
per
si
di Gina, fu fatto
segare
il
il miserando
Dahk. Ogni
colpa, ogni opera trista, fu lecita allora, mentre
ogni virt era perseguitata. Ogni giorno due in-
Il
stato
felici
i
un agnello
le cervella,
morte, furono
al
de-
serto. Dice la
i
dei Curdi.
Il
di Dahk dur
ma quando non u
mille anni
regno
-ionio:
meno un
restavano pi che
li
Gl'indovini
gargli
il
incatenato lino
al
monte Demvend.
sogno;
ma uno
all'udirne le terribili
di
essi,
minaccie,
di
nome
gli
Zrek,
predice che
il
giovane
23
alle
insidie
del
ti-
ranno, lo aveva recato al monte Alburz e l'aveva consegnato ad un solitario abitatore di quei
luoghi.
Ma
poich
pace,
un
ai sacerdoti e ai principi
che
egli
come
vessillo di rivolta
quel
si
ferro, rac-
il
monte
Frdn,
il
scendente
Alburz
per
ricondurne
il
giovane
come
li-
Gemshid.
Frdn, dato l'addio alla madre, discende dalil fiume Arvend (il Tigri), trova
la reggia del tiranno, vi penetra abbattendone
l'Alburz, passa
talismani e
si
sorelle di
24
ma
assalito
lui,
Demvend
di
e l in-
il
Al maggiore, a Salm, egli destin i regni d'occidente, a Tur il Turan e la Gina, a Erag', che
era
il
corona reale.
Ma
indi
dichiararono
maggiori
figli
quella
Si
divisione.
mandarono un messaggiero
loro rimostranze.
Il
al
sdegno
le
ch'egli
aveva osservate
si
Erag', allora,
ingiusta
consigliarono lungamente,
di-
e rispose
figli,
propose di pacificare
fratelli
si
nell'animo.
Che
mendicando
anzi, al giorno
pretesti, in
di
ma
che
Salm che
col
livore
segu, Tur,
un improvviso alterco
lo uccise scagliandogli al
paghi
di ci,
l'infelice e lo
un'arca dorata.
al suolo quando ebbe
ben tosto pens alla
vendetta. Da una fanciulla che fu gi amala
sposa dell'estinto Erag', nacque una bambina.
il
crudele annunzio;
ma
Questa, giunta
ad et da marito, fu sposata a
da
lui
ucciso.
La sua
testa recisa,
come
quella
di
gestn,
fato
vecchio
Il
re.
re Mincihr.
regno
Il
pacifico, e Firdusi ci
regno
narra
di
le
Mincihr
prime storie
di
Segestn, ebbe un
bianchi.
26
figlio
Temendo che
coi capelli
quello fosse
Alburz
il
figlio
al
ogni cura
il
figlio suo,
Sm
fa
educare con
egli deve
un giorno che
Ma
Zl (poich questo fu
il
nome
del figlio di
riva
bolla
della
solo parlare e
Rdbeh
s'invaghisce di
lui al
sen-
tende
colloquio e
si
promettono eterna
fede.
Ma Mihrb
ed idolatra, e ci
vani.
Sm, interpellato da
Zl. resta
incerto e
si
reca
sione di essa;
ma
estremamente
offeso
Sm
parola di
il
27
re Mincihr se ne mostra
e senza ascoltare alcuna
in proposito, gli
ordina
di
portar
le
la
Dahk
Ma
di
da
e idolatra.
Zl, costernato e
nozze.
Le
quali
si
con s
la
il
Il
fu laboriosissimo, e l'augello
il
parto di
sostegno
Rdbeh
Smurgh, l'antico
desolato
estrar
l'
28
Ma
fan-
il
Ma
Il
di
Mincihr.
ammonimenti
suo Nevdher, muore placida-
e consigli al figlio
mente, compianto da
Il
re Nevdher.
profitto
dai
consigli
tutti.
re
Il
le
del
suo.
Mangiare,
Sm,
un principio
ribellione e con
li
consigli
savi
riconduce
Ma
di ci si
il
ha
manda un
eser-
tante
figlio,
il
nel
in
Persia
dov' la
sua
residenza
reale
ma
29
aver perduti
suoi capitani,
zarvn. La notizia
accende
di ci
dopo
sdegno
il
si
fa strascinar
infelice e gli
egli
si
recide
appaga
capo
il
di
Nevdher
propria
mano.
di ci;
il
acerbi rimproveri,
con
la
spada.
Zl, udita
un nuovo
con orrore
re in
la
un principe
di nascita reale, e la
sua scelta
questa determin l'ima e l'altra gente a stabilire un confine fra i due regni. Questo fu il
Ma
intanto giunto
il
30
lo saluta
si
essa,
si
discendono nell'Iran.
Il
Gol
re Kobd.
re
Kobd
sottentra all'an-
Una tremenda
di
valor' atter-
re Kvus.
Kvus
fu
re presuntuoso e
un Devo, trasformato
tosa provincia del
l'animo
il
in cantore, la bella e
uber-
Mzendern, concepisce
desiderio
di
lame
la
nel-
conquista, n
le
accorso
Il
di Zl,
rimo-
.Mzendern era
31
perci al
temuto
Devo Bianco che abitava sui monti in una tenebrosa caverna. Kvus pone gli accampamenti
in quella
terra
sera, levasi
straniera
ma,
un denso nebbione,
al
il
cader della
Devo Bianco
con
tutto
il
goscia la
attende
prigionieri
ci
si
recato a Zl e a Rustem
la dolorosa
novella.
Mzendern, uccide il
Devo Arzheng e finalmente, dopo un' accanita
lotta, uccide nella sua caverna il Devo Bianco,
gli
strappa
il
fegato e
il
a re Kvus e a
cuore e con
le stille
discioglie
ceppi.
Devi, quella
Rustem
si
32
rende carico
gestn.
le
Berberi, d'Egitto,
un banchetto
principi,
manda con
fa
fa
li
re
Kvus e i suoi
un oscuro carcere e
caricar di ceppi
gettare in
Kvus
Afrsyb allora
la
sua stessa
figlia
Sdbeh.
il
capo
nuovamente
solleva
dal Turan ed entra nell'Iran. Gl'Irani si rivolgono a Rustem che accorre tosto dal Segestn,
vince il re d'Hmvern in due battaglie, libera
Kvus co' suoi principi, lo riconduce nell' Iran,
laddove egli vince Afrsyb e lo costringe a
fuggi IV.
Ma
il
di pazzia.
re
li
si
fa costruire dai
sottometteva,
al cielo.
ai
Lo
quattro
si
stolto re
spigoli del
lascia
quale egli
sportano in
alto,
ma
persuadere a salire
fa costruire
si
fa
un
trono,
avvincere
poi. al
il
loro re.
33
Shehd. Dopo
pasto degli
vengono
eroi e
il
il
di
Ma
tutti
Afri
suoi,
s'
Ma
poi,
un
Rustem
bel mattino,
si
reca alla
Semengn,
laddove, dopo aver atterrato e arrostito un
sua caccia
campi
prediletta nei
di
orme
le
fino
alla
egli ospitato
che
re,
Ma
gli fa restituire
lodi,
l'
si
reca
al
Tehmneh, che
notte da
-la
quel
involato destriero.
bella
amava Rustem
gi
Semengn, laddove
citt di
lui e gli
dichiara
il
chiede in
nome
di
Rustem
la bella fanciulla al
amore fu
madre
la
Semengn
I.
fini,
seconda
il
pazzo
3
di-
segno del giovane e
34
lo
soccorre di armi e di
armati.
Sohrb arriva
Rocca Bianca,
alla
era
Ma
sui confini
castello e v'entra
con
il
il
dal
lo
suoi,
castello, cosicch,
trov
abbandonato.
ile-erto e
spaventato a quella
notizia,
Kvus.
re
Il
manda Ghv
nel
Ma
Ru-
stem ha tristi presentimenti, e quasi (piasi indovina' che quel giovane gagliardo il figlio suo.
Egli perci s'indugia e lascia a malincuore il
per recarsi nell'Iran. Kvus lo
il
lungo ritardo, e Rustem, offeso, gi sia per abbandonar
la reggia e ritornarsi al suo castello, quando
castello paterno
Grderz con
pone
il
le
litigio, e
alla guerra.
Grli
ornai di fronte,
vede
tutto
tutamente
il
campo
degl'Irani,
qualche indizio
vede nel piano.
Rustem
di
domanda
si
ripe-
fatto prigioniero,
fra
Ma Hegr,
mostra
perfino
di
ignorare
chi
sia
Rustem.
le
scende
nel
al
piano,
entra minaccioso
met
la
tenda
armi,
di
di-
campo
Kvusi
35
balsamo portentoso a re Kvus, ma Kvus ingelosito glielo nega, e Sohrab muore poco stante.
Gol dolore del misero padre che reca nel Segestn la bara dell'estinto, e con la disperazione
della madre lontana, termina la commoventissima leggenda.
Intanto Ts e G-hv, usciti un mattino alla
caccia, trovano nei boschi una leggiadra fanciulla della
turanio.
per
Garsvez
lo
pregano
principe
invaghiscono, contendono
re Kvus,
Ma
discendenza di
Ambedue se ne
presenza di
36
Segestn.
vinetto,
Ma
di lui. al
s'invaghisce perdutamente
Ella lo invita pi volte a
mamente
presso
il
al
ma
il
padre,
regina Sdbeh.
la
cerca
^.
vincerlo
di
amore,
colpevole
ella
dubbioso dapprima, n
colpevole
il
ma
suo:
figlio
fer-
accusa
lo
Il
re
decidersi a creder
sa
poi,
Sdbeh. dietro consiglio degl'indovini, propone a Siyvish e a Sdbeh la prova del fuoco.
Siyvish si sottomette volentieri: e tosto in un
di
campo
egli
passa
fra
illeso
mentre Sdbeh
indarno su
due
cataste
dall'ali" di
di lui
le
Ma
di
morte
per.'.
e libe-
Siyvish.
infiammate,
un terrazzo scaglia
poich
Ai'rsyb
senza
pericolo:
nuovamente
minaccia
dal
chiede e
mandando
giosissime.
chiude
la
ottiene
dal
Siyvish
accetta
la
line
parte
dal
lettera
di
proposta,
farla
pace, riserbandosi di
con-
ratificare
campo Rustem
lui. Ma Kvus
con maligne ao
cuse
37
prode guerriero
il
che
ritorna
sdegnato
ordina a Siyvish
lettera
a
Le
mento,
si
si
onore.
Egli
tosto
Celebrate
le nozze con grandissima pompa, Afrsyb assegna a Siyvish una parte del suo dominio, laddove egli fabbrica una splendida citt,
di
un'altra
pellata Siyvish-ghird.
mandato da Afrsyb a
Garsivez invidioso della gloria
di Siyvish; a Kang-dizh, nei giuochi della pa-
Intanto
Kang-dizh.
Garsivez
Ma
mostra
giovane principe, e
lestra, gi egli
il
il
tosto,
appena tornato da
colui che sover-
come
del Turan,
intorno a
ci,
38
vero,
il
Kang-dizb per invitar Siyvish alla corte. Garsvez questa volta dipinge a Siyvish come a lui
nemico il principe Turanio; si guardi perci dal
cedere all'invito di andare in corte, scusandosi
con la mal ferma salute di Ferenghs. Il giovane principe cade nell'inganno, e Garsvez,
latore di una sua lettera ad Afrsyb, gli fa
intendere che Siyvish un ribelle, che il
poter suo pericoloso per
sua perfidia
di
Un
il
rifiuto
sogno spaventoso
fa
il
di
consapevole Siyvish
raccomanda
lei,
sua
l'estrema
nifesta
volont
egli
ma-
Ferenghs,
le
e le
il
armato
con armi
vorrebbero combattere, ma egli si lascia prendere senza resistenza. Tratto in carcere, Afrsyb, ancora titubante per poco, ma poi vinto
dai pei-lidi consigli di Garsvez, non ascoltando
i
pianti e le
preghiere
a morte e lo
fa
di
Ferenghs,
decapitare
in
lo
condanna
un piano deserto.
stessa
accorrendo all'improvviso
a -tento, e
che
madre, non l'avesse salvata, bene
I
Una
39
Siyvisli
nascimento.
si
Ma
ricorda che
gli
sarebbe venuta da un figlio che sarebbe disceso dalle due case regnanti del Turan e delgli
l'Iran, e
il
pargoletto.
Vinto per dalle preghiere di Prn, lo fa nascondere con la madre presso alcuni rozzi pastori del
egli
non doveva
il
Libro
dei Re.
Intesasi nell'Iran la
morte
di
Siyvish,
un
per
il
primo, e Afrsyb
manda
tosto
il
figlio
Surkheh, che preso e poi ucciso da Rustem. Afrsyb, per vendicare il tglio suo, accorre con grande esercito, ma poi, dopo aver
visto cadere Plsem ucciso da Rustem, prende
vergognosamente la fuga. Giunto in luogo sicuro,
egli interna nel Khoten il piccolo Khusrev,
figlio di Siyvish, mentre Rustem va devastando
il Turan, finch poi, per non lasciare senza difesa
il suo re, egli con tutti i suoi ritorna nell'Iran.
suo,
re Ehusrev.
40
Il
una
notte,
nel
Turan
anni nel
suo
figlio
giovane principe;
di
Siyvish, che
a rintracciarlo.
Ghv
si
striero di Siyvish,
Ghv
e con la
nome
di
madre
sua,
si
de-
il
l'Irai).
sano
il
invano
Gihn e sono
in salvo nell'Iran,
laddove
(Porsepoli), residenza di re
accoglienze del
re,
Kvus. Ricevute
le
tut-
figlio di
Nevdher e nipote
a difendere Khusrev Gderz,
Ts,
figlio di
Kvus, oppure
di Mincilir.
e gi la
Sorge
disputa
41
come designato
ma
Ts
e Ferburz primi
si
recano
al
luogo incantato;
essi si
Ghv
sotto alle
mura
prode guerriero
lancia
i
Devi.
di
di
recare
tutti
sotto
l'Iran,
le
scuse di Ts,
lieto,
re Kvus, festante e
fatto
Zl
dergli omaggio.
Kvus
di
vendicar
la
morte
di
Khusrev
giurano
e a
Siyvish, e Khusrev ne fa la lunga rassegna.
Ts designato capo della spedizione; egli parta
adunque pel Turan con tutto l'esercito, ma non
Allora, tutti gli eroi radunati dinanzi a
vasi
il
di
giovane Fird,
figlio
di
Siyvish e
di
di
Ts
gli
42
di
quale,
il
udito che
suo.
Ma
domandar chi
sono.
Behrm
il
monte e con
giovane guerriero
sale al
comanda che
gli si porti la
ambedue
sono uccisi
Ts, ma,
perduto
il
due,
manda Behrm a
egli,
impermalito,
Vanno Rvnz
da Fird;
destriero
va
Zerasp e
lo
stesso
colpito da
costringe Fird a
soltanto
Bzhen
nel
castello.
In
G-hv,
fuggire
una
La
una
battaglia
la.
e la
di
via sbarrala da
fugge con
la bella
lascia
il
il
quale,
castello e
questa
la terribile battaglia di
Peshen, nella
43
pone
in
carcere carico
di ceppi e
il
comando
a Ferburz.
Ma
la
guerra procede
glia con
Prn
essi
sferza, ucciso a
sopraggiunto, punisce
Ferburz avvilito
con
di
morte
scorato
traditore, e
il
neh' Iran
ritorna
l'esercito.
Allora, per
di Rustem, Ts
mandato con nuovo eserTurani. Seguono alcune battaglie
intercessione
liberato da
Khusrev
cito contro
anche da un orribile
Turani avevano suscitato per forza
di magia, gl'Irani hanno la peggio ancora e si
ritirano sul monte Hamven laddove Prn li
stringe di assedio. Gli assediati tentano invano
lore;
ma,
inverno che
un
assalto notturno
e gi la
fame
si
fa sentire
Ts,
gli
d l'annunzio
un vicino
di
trionfo.
di Prn, e gl'Irani
il
si
principe
di
consigliano
d'aver visto da lontano
44
un
si
Feriburz che
arriva al monte Hamven, precedendo di poco
Rustem. Una vedetta, infatti, ne annunzia una
avvicina.
quello
notte la venuta, e
l'esercito
il
di
miseri
rosa freccia
Kms
di
un guerriero
intanto,
in aiuto di
Rustem
reggergli la lancia.
fa
Rustem accorre
prigioniero
Kms
l'uccide.
Il
che d s tremende
uno de' suoi, mostrasi pronto a sfidarlo. Ma anche Cinghish
ucciso da Rustem, e Prn altro non sa fare che
sia
l'incognito
provo
di
guerriero
valore, e Cinghish,
gli
svez e
45
lui,
laddove
dura
quanto
si
tranquillo
Gderz,
troverebbe con
tutti
ma
uccisi
nell'Iran
cui valo-
nella battaglia di
interamente
doni a re
quei doni,
Ma Afrsyb che
ha saputo ch'egli
prepara nuovamente alla guerra
ha udito
si
le vittorie di
avvicina,
si
lui
46
per la novella impresa; Afrsyab, giunto improvvisamente in quei paschi solitari, messo in
fuga da Rustem e il Devo Akvn messo a
morte. Il prode guerriero ritorna al suo castello,
carico di doni.
Intanto, alcuni poveri abitanti d'Irmn vengono a chieder soccorso perch un branco di
feroci cinghiali devasta tutti
loro campi.
ma
eccetto
gli
sar
principi presenti
giovane
Bzhen,
di
del
mena
che
si
figlio
il
padre, e
tutti
Khu-
chi andr a
di
d'Irmn,
ma Gurghn
modo
di perderlo. Dettogli
brar
di
la festa della
vaghe
un prato un'accolta
di bellissime
la
adorna
si
si
mostra
giovinette.
figlia
di
Afr-
pirlo;
Ma
tosto se
ne d avviso
mandato a sorprendere
Garsvez circonda
il
il
padre
e 'rarsvez
crollalo
seduttore.
al
47
ancelle, in
festa.
un orrido speco
fra
montagne
inaccessibili. L'a-
dere
di
il
prigionato.
compagno;
suoi discorsi
Khusrev
lo fa
padre
si
parte per
stem, e
il
una lettera
di
Khusrev,
Rustem che
tosto si
il
di Prn,
il
finto
48
mercante
gli
si
da principio, finge di non intender nulla, ma soltanto consegna alla mendica un pollo arrostito,
dentro al quale egli nasconde il proprio anello,
da darsi al prigioniero. Bzhen ritrova l'anello,
intende che Rustem venuto, e Menizheh, dietro
suggerimento dello stesso Bzhen, ritorna da
Rustem a domandargli s'egli il cavaliero di
Rakhsh. Rustem, all'udire il nome del suo destriero, si d a riconoscere e ordina alla fanciulla di accendere sul monte un gran fuoco che
serva di guida a lui, per la notte, fino alla caverna. Cos Rustem, con alcuni suoi fidi, giunge
di
mane che
lo
gli altri
Afrsyb,
il
smuove
la
pietra
im-
d un terribile assalto,
alla reggia
(li
Afrsyb.
ma
vinetti
lui.
Il
il
loro
amore.
Ma
l'audace assalto di
ripigli
con
le
Rustem
sue schiere
fa s
che Afrsyb
armi e meni un
Questa volta Kbusrev invia
il
le
prode Gderz,
il
quale,
uranio, cerca di
ri-
comporre
la
dell'altro, e gi
Human
49
dall'altra con
campo
senta al
si
pre-
ma poich
nessuno, per
egli
due turcimanni,
soltanto di
Human
cade ucciso
si
rinforzi a
Gderz chiede
Khusrev che
glieli
invia mandando anche Ts nel Dehistn per dividere le forze del nemico. Anche questa volta,
Prn finge di volersi accordare con Gderz, ma
ci soltanto
arrivati
quali,
si
capitani, tuttavia,
Fra i due
un accordo per cui deb-
fa
I.
50
Ma
Gustehem
al campo
degl'Irani i cadaveri sanguinosi. Khusrev intanto,
l'atto mozzare il capo a Gurv, comanda che ai
inseguono,
li
Bzhen
uccidono e ne riportano
mente
si
rani ottengono da
superstiti
Tu-
pregando, e salvezza e
lui,
perdono.
A
il
Ma ormai
prendere
giunto
le
nipote, nemici
preparano
Le
il
fra loro
schiere, e gi
Khusrev
di
messaggio
lei
tesori e
di
il
'li
figlio di
padre. Airsyb
tentar
la
a voler
la
fa
mille offerte
Khusrev insiste
guerra. Ma Khusrev risponde che
egli
Afrsyb,
pronto
Siyvish, bench
di
tra nipote
avo,
ma vuole
Ira
lui
offendere
zio.
a
fa
ucciso da
lo costringe
fra
manda
la
notizia
della
re Kvs, nell'Iran.
taglia, e
sua vittoria
al
Khusrev
vecchio
Airsyb sconftto
si
bat-
ripara in Bihisht-
Riprese
e
le ostilit,
Afrsyb riprende
la via
prigionieri dietro a s
della
fuga, lasciati
donne
le
eserciti,
ma
avanza ancora,
Afrsyb tenta un assalto notturno e fugge; l'Imperatore e il Principe della Gina domandano la
vita in dono a Khusrev, che invia i prigionieri
e la preda nell'Iran al vecchio re Kvus. Proseguendo il suo viaggio trionfale, egli si avanza
verso la Gina e
Mekrn
del
il
il
re
di esseri
e di
l nell'Iran, presso
il
re Kvus.
una caverna. Un
pio
uomo,
di
si
ritrae
nome Hm,
un giorno, ode
che si lamenta e chiede a Dio
regno o di farlo morire. Quella
una voce
di tale
o di rendergli
il
Hm
Afrsyb supplica
ottenuto
ci,
egli
di rallentare
scioglie e
si
si
suoi nodi;
di bat-
terlo
preghiera,
gli
Anche
vendicata
Il
re
recide
capo
il
mano.
propria
di
morto
di
libert a
la
cos'i
Siyvish.
Turan
Khusrev,
dopo averlo
stante, e
Ginn
in luogo di Afrsyb,
Iure
esponendo
simi
e Zl, invitali
re vini
il
ragioni di ci ch'egli
le
da
vengono
essi,
fa.
Mu-
dal Segestn
ma
in-
alle
suoi pa-
discendenza
di
Pishin
tiglio di
tutti
Kobd, per
l'estremo addio.
Partitosi
53
dalla
Khusrev
dolenti l'accompagnano,
pianura deserta.
si
avvia ad una
cerca dapprima
egli
di di-
descrivendo loro
Gderz ritornano; ma
gli altri,
Ghv, Gustehem,
Gli eroi
di lui,
finch
il
sonno
li
vince ed essi
mentano. Sopravviene
neve; la neve seppellisce
allora
un poco
si
freddo
ha
li
si
addor-
una tempesta
ha preceduti
il
il
di
ma
il
li
il
figlio
suo Gushtsp,
il
quale
lagna dinanzi
si
come servo,
padre di essere
Zerr lo rifratello
Il
corte.
dalla
fugge
e per
conduce dinanzi al padre; ma egli, nuovamente
sdegnato con lui, fugge di notte e si volge verso
trattato da lui
al
il
paese
di
Rum
o di Grecia.
una
vita di slenti,
come
piet in casa da
un borgomastro che
della di-
54
in sogno, lo sceglie per isposo. L'Imperatore, sdegnato di aver per genero un uomo di umile e
oscuro lignaggio, discaccia i due sposi che si ritraggono a vivere fuori eli citt. Ketyna vende
i suoi gioielli per vivere, e Gushtsp si occupa
della caccia.
lui la pericolosa
la
Anche Ahren,
terza
la
fra-
dell'Im-
figlia
date
e
le
ma
suo
('-li.
figlie
gagliardi.
Ma un
generi
danno prove
di
valore e
lui.
di
duo suoi
destrezza,
e Gushtsp, egli
gato
del
lignaggio;
proprio
nome,
ma Gushtsp,
dico
interro-
chiamarsi
Far-
rukhzd.
L'Imperatore, avendo un prode di
tal
vaiolo.
pensa
di
sottomettere
dei Ivhazari,
che
il
negava
il
tributo,
il
inteso dire
dm
pianar
il
figlio
le difficolt insorte,
fratello, lo fa
e Zerr riconosce
il
il
raccordo
distici
regno
Il
di
al
Gushtsp.
re Gushtsp.
Il
regno
Gushtsp
di
se-
il
Il
re e tutti
nuova dottrina;
ma
suoi
principi
tosto giunge
accolgono
una
la
lettera di
alla guerra,
il
sapiente
Gimsp intorno all'esito di essa. Nella prima battaglia, come Gimsp aveva predetto, cadono i
pi illustri degl'Irani, compreso lo stesso Zerr,
fratello di Gushtsp. La sorte per delle armi
favorevole agl'Irani; Isfendyr, valoroso figlio
di
56
Ma
rezm
maligno Gu-
il
ri-
minano
versi di Dekki.
Argisp intanto entra a forza in Balkh e uccide vicino agli altari il vecchio re Lohrsp. Di
ci si d avviso a Gushtsp che allora era nel
Zbul, ond'egli tosto accorre con le sue schiere
ripara sopra
il nemico. sconfitto e si
un monte; e gi ogni cosa parrebbe disperata,
contro
quando
si
mutare
solo potr
mandato dal
re,
gli
riconduci
figlio,
il
poderoso esercito
Isfen-
schiero
le
Isfendyr, allora,
domanda
-no
chiedendo ch'egli si
come gi Lohrsp aveva
ricusa apertamente,
a compier
e
ucciso
la
il
ma
guerra
pialo
fatto.
Gushtsp non
solitaria,
soltanto sprona
avr
di
il
il
si
figlio
Argisp, vinto
regno.
Isfen-
si
via (piasi
la
padre
al
a vita
contro
egli
regno
il
ritiri
le
la
stesse av-
Rocca
di bronzo,
dov'erano rinchiuse e
te-
Di
le sue sorelle. Egli vi giunge
mercante e le sue sorelle che erano
discese ad una fonte ad attinger acqua, lo rico-
mena
egli vi
fa
appendere
figlio
il
libera le proprie
Kuhrem ad un
sorelle.
Una sua
la
palo, e
lettera
an-
sua vittoria.
domanda
Isfendyr
servigi,
il
trono,
ma
vinca in singoiar
tragga,
Vada adunque
tenzone
carico di catene,
Isfendyr a malincuore
si
il
Isfendyr,
vecchio eroe e
lo
nel cospetto
del re.
sobbarca alla
difficile
ma
Gushtsp insiste,
e Ketyna soltanto, la madre del giovane eroe,
pu con le preghiere vincerne la ripugnanza.
Isfendyr adunque parte con le sue schiere per
il Zbul o Segestn, laddove, appena giunto, egli
invia il figlio suo Behmen con un suo messaggio
a Rustem, per il quale il vecchio principe invitato a presentarsi alla corte di Gushtsp come
e poco onorevole impresa,
schiavo.
Rustem
Behmen
reca laddove egli sta cacciando; l testimone di alcune prove di valore e di forza
si
si
rivela
come
da Rustem a mensa,
suo messaggio, al quale Rustem,
d'Isfendyr. Invitato
Behmen espone
il
bench,
con molta moderazione, che egli pronto all'obbedienza verso il suo re, dal quale anche accetterebbe
catene s'egli fosse colpevole, ma rifiutando
sempre, come innocente, l'oltraggiosa proposta.
le
58
e modesto dinanzi al
figlio del
suo re e lo invita
sua casa, mentre Isfendyr si ricusa di accettar quell'invito e comanda a Rustem, bench
a malincuore, di prendersi da lui le catene e di
alla
presentarsi a re Gushtsp.
sdegnoso e
Rustem
l'oltraggiosa
l'afflitto
ricusa tra lo
proposta e
ri-
con
lui
perch
egli
non
gli
ha
alcun invito
fatto
bedue,
per
un
momento rappaci
li
cali,
stanno
Nsh-zer e Mihr-i-nsh.
Ma Rustem
sopraf-
suoi
duo
figli
e ne
la
morte
invia a Gushtsp
la
notte, desideroso di
dei
bara,
vin-
chiara che
ramo
di terebinto
59
parte vulnerabile) da
freccia e
il
muore
sul
ghiere
il
figlio
figlio di
bara
al
Behmen
suo
assiste piangendo
al
al
doglio per la morte del giovane eroe. Rustem intanto fa per lettera le sue scuse al re Gushtsp,
che gli risponde accusando piuttosto il destino
Ma
re del Kabul,
che,
quando
d in isposa
Ma
poich
ogni anno a
il
il
quale
gli
pone tanto
affetto,
una sua
figlia.
re
del
cos
preso,
CO
re del Kabul, in
il
un
Sheghd
allora, fingendo
gran disdegno,
lascia
Rustem ne concepisce
mette
i
Gi
egli raccoglie
gli fa
intendere elio
al fratello di vendicarlo.
suoi guerrieri,
ma Sheghd
meglio sar se verr con pochi, e Rustem bonariamente lo compiace. Intanto il re del Kabul
ha
perte
di
scavare
fatto
fosse
sommo
Rustem,
incontro,
leva
in
profonde armate
le
si
egli
'li
di punti 1 di
erb
li
ferro e rico-
paglia. All'arrivo
muove umilissimamente
toglie
'lai
capo
la
si
al
suo
indiana,
tiara
si
prostra al suolo,
Rustem
tonda
lo
l'ossa
una
in
pro-
riveder
Sheghd che
si
la
luce; l vede
ride di
lui,
che
si
il
fratel
suo
confessa au-
ha fallo
che Rustem nella sua Lunga
61
vicino. Chiesto
un albero
di
sue
colpe, egli
anche il
anche Rakhsh,
un'altra
stante;
suo
fratel
t'ossa
muore
muore poco
fedel
il
umore
in
Zevreh e
destriero
di
Rustem.
Il
vecchio
Zl,
in gemiti,
giovane Behmen,
il
figlio d'Isfendyr.
volgare.
Il
Behmen.
re
Primo
pensiero di
Behmen
quello di vendicar la
ond'egli
cito,
il
tosto
Ma Behmen
lo fa
battaglia, uccide
Resa
poi,
Fermurz,
il
intercessione
per
figlio di
di
figlia
la
Humy,
promettendole
figlio
Rustem.
Beshten,
il
La regina Humy.
delle sue nozze con
62
Ma
mente
rinchiudere
fa
il
Humy
nascosta-
fanciullo in un'arca di
legno e gettar nell'Eufrate. Un lavandaio raccoglie quell'arca, la reca alla sua donna, e tutt'e
stupiti di trovarvi
due restano
un fanciullo an-
di pietre
preziose.
un giorno
in qual
modo
egli sia
stato trovalo, e
dell'Iran va contro
servi compreso.
il
capitano,
Drb.
sconfigge
vigliato,
Il
i
narrando tulio
regina. Questa
riconosce
ci
il
e pentita lo richiama a s
Il
re Drb.
Il
una
con
comincia
'li
valore,
breve regno
spedizione
di
Drb
contro
l'Iran.
in-
l'arabo
Drb. vinto
Grecia dove
Faylaks (Filippo di Macedonia), che
vince e col quali' conchiude anche una pace,
Shoaib, dall'Arabia
si
volge verso
la
regnava
egli
il
nome
sandro Magno).
Il re Dar.
regno
il
figlio
di
03
Dar
nascita, e
rider
si
si
tre
l'altra,
domanda
egli
(il
soccorsi
la
tosto
una
Dar
pace,
ma
in-
Fr principe
ancora,
ben
quali
battaglie, nelle
ad Iskender chiedendo
d'India
ma
reale. Seguono,
tto
tanto
un convito
ma
Dar fugge
gli
raccomanda
la
morto
re,
uccisori di
fa
appendere ad un legno
perfidi
lui.
re Iskender.
shanek,
la
figlia
Il
del
sa spiegare, predicendogli
anche, tra
le
altre
Qui cominciano
le
64
re Fervali
che cade
in
battaglia.
Allora
il
brama ardentemente
duce di l
Iskender
l'esercito.
gli
uccelli
parlanti e con
finale.
Segue il viaggio d'Iskender verso Oriente, laddove egli innalza una barriera di metallo contro
le invasioni di Ygig' e Mgig'. Nei paesi
65
un
sopra
giero,
muove verso
vati in
una
Entrato
in
al
Yemen
dopo aver
Babilonia,
tro-
Khusrev.
una lettera
suo maestro Aristotele e un'altra alla madre
citt
tesori dell'antico re
Babilonia,
egli
scrive
Ashgni.
Di
Mahmd.
non
ci
in Istakhar.
intorno a questi re
anche
la loro
Intanto, Bbek,
FlRDUSI,
I.
il
luogotenente di Ardevn in
5
Istakhar, vede in sogno
nome
di
06
Ssn,, assiso,
uno
si
Un
avuto
altro sogno
di essi gli
fa venirsi innanzi
serisce di esser
il
giovane Ssn,
sfendyr, allorquando
da
il
Humy,
Behmen,
Behmen
quale as-
e diede
il
figlio d'I-
regno
lei
il
desto,
un
al figlio
che
di gioia, tiene
gli
Frutto
di
il
quale
il
re,
egli
ma
manda
Il
cura
con
essi
si
d a vita spensierata e a
sollazzi
d'ogni genere.
Ma
di lui erasi
tesori.
bella di re
Il
di
gemme
involate ai tesori
non appena ha
quale,
pone adirato sulle loro tracce, inseguendoli a cavallo, ma invano. Ardeshr trova un
aiuto potente in Tebk, signore di Gihrem, e in
una battaglia che segue tra le genti da lui racfuga,
si
mane
ucciso. Ardeshr
ha
il
poi
re Ardevn
uno scontro
ri-
coi
nome
di
Heftvd. La
figlia di
lui
soleva tutti
compagne;
giorni andar al monte a
una
mela abcaso
trov
per
un
giorno
ch'essa
e
battuta dal vento, nel mangiarne vi trov un
baco che tanto fil per lei da superar tutto ci
che avevano filato le sue compagne; e ci con
filar
con
le
Il
Heftvd a cagione
bilmente sconftto.
Ci
di
di
far
guerra a
muove guerra
a Heftvd,
ma
sconfitto, e Mih-
guasta e distrugge la casa. Ardeshr allora trova modo di far morire il por-
rek intanto
gli
Il
re Ardeshr.
dei Sassanidi,
glia di re
si
Ardevn, ucciso
in battaglia.
fi-
Viveva
per in India un
meli,
il
quale,
regnasse,
08
nome
figlio dell'ucciso, di
Beli-
manda
alla sorella
nascostamente un
hench
il
fa
veleno, muoiono.
La
regina,
condannata a morte e un
incinta,
sa-
cerdote incaricato della esecuzione della condanna. Egli per la risparmia, la tiene in sua
casa, laddove essa poco stante partorisco
glio,
a cui
viene imposto
Ardeshr, un giorno,
non aver
ma
figli
si
il
nome
di
un
fi-
Shpr.
di
in gioia, allorquando
pi chiare,
gli fa
il
sacerdote, con
conoscer
il
figlio
le
prove
suo Shpr
interrogar Kayd,
il
Re
consigli a
Seguono
Shpr
muore poco
stante.
69
anni
di regno,
il
appena
muzd
figlio di
Behrm, Ners
di
Nersi.
e Or-
Shpr
Il re Shpr figlio di Ormuzd.
nacque quaranta giorni dopo la morte del padre.
L'arabo Tir, entrato improvvisamente in Tisi fn (Gtesifonte), ne rapisce la bella Nsheh figlia
di Ners e zia del re Shpr. Ma Nsheh muore
ben tosto di cordoglio, dopo aver fatto Tir padre
di una fanciulla di nome Mlikeh. Shpr, per
vendicarsi, entra con
un
esercito nel
Yemen, ma
di lui s'invaghisce
che tradisce
La rocca
il
Tir presa, ed
di
egli
ucciso
in
battaglia.
Recatosi
peratore,
il
un uomo
a tradimento,
pelle
lo fa
prendere,
cucire in una
una casa abban-
lo fa
d'asino e rinchiudere in
donata. Ma l una vaga fanciulla, a cui dispiaceva che un giovane tanto leggiadro fosse rinchiuso nella lurida pelle di un giumento, trova
modo
di liberarlo e di
allora,
per
farsi
un povero
conoscere ai
pezzo
suggello
reale,
tutti
si
raccolgono
festosi in-
notturno all'Imperatore,
salto
vince e
lo
lo fa
prigioniero.
I
Greci, desolati,
glia
ma Ynus
con Shpr,
pongono
Shpr
si
dell'Imperatore
fratello
si
chiamato dinanzi
al
il
pittore Mani,
il
quale,
re a disputare e confutato
pita
paglia, fatta
di
porte della
al
regno
settant'anni.
di
Seguono
di
citt.
Shpr,
regni
Ardeshr,
di
Behrm
di
ci
Shpr
di
tiglio
nuti ai principi al
II
re
gagliardo
fa
giovinetto cresce
vigliose
caccia, sotto
line
della
Nomn
al
gli
sua
in
ogni
dovunque
prove
occhi
virt e ne d
e
stessi
mera-
specialmente
alla
Mundhir. Alla
di
padre.
mentre
-ionie,
il
re
sedeva a mensa e mentr'egli prolungava il convito fino a tarda notte, il giovinetto per sua disgrazia, preso dal sonno, socchiudesse alquanto gli
ceppi e
di
ottiene
il
di
di
chiuderlo
ordina
in
di
ca-
carcere:
ma
Grecia a recar
riindi al
di
Mundhir
in
71
un luogo vicino
principe, di
colgono intorno a
Egli
lui.
ma
la
poco se ne per-
quelli
signore.
Il
gr
cipi
re Behrm-gr.
si
Prima
suo regno,
del
.di
di
Behrm-
Il
prin-
perdonare agTIrani
cura
le
La prima
l'acquaiolo
si
poema
di Firdusi.
Lanbek. Presentatosi
casa del-
alla
porta di
la via, egli
riceve in quella casa del povero acquaiolo una cordiale ospitalit, mentre, recatosi a chiederla alla
casa di
Berhm
72
conduce,
ma
ancora
sua mancanza produce.
Permettendo un suo ministro, per un momento,
per evitar
danni che
una specie
la
di socialismo in
un
villaggio
il
che
re,
si
quel
degli
gone, sposa la
figlia di
egli, uditi
tesori di
Bagdad e ad Istakhar.
dell'Iran
muovono
il
regno, e
grandi
le
armi e
il
fatto, egli
ritorna nell'Iran e l
un
di
libro
si fa
a comporre
73
Ma
si
lagnava
Lri divorano
le
di
non aver
il
sollazzi.
ghird e
Il
di
re Prz.
Il
ha una
resta ucciso.
battaglia col
ha una
Khoshnavz.
capitano nemico e vi
alcune
condotti
citt,
da
Balsh.
Luogotenente
combatteva coi Turani, era
Il re
egli
fatto d'importanza.
di Pirz,
il
mentre
nobile Sfry,
il
re Kobd.
Il
verso
Ma Kobd
mostr ingrato
si
benefattore e liberatore,
'suo
il
Sfr}'.
mibr,
msp
figlio
dell'ucciso
Ma Rezmibr
non
cui
sul trono.
gi l'uccisore
del
sposa
figlia,
egli
la
Hejili, di l egli
ripara
si
presso
gli
tempo oppor-
ritorna poi in
di
nato
un
figlio a
cui
impone
egli
il
nome
Anshrvn.
cialismo
suolo,
L'impostore
in
Mazdek,
un
giardino,
principali
perde i
capo in
sensi, e
Anshrvn
seguaci di
Mazdek a
lo
il
visitar
misero
appendere a
fa
gi.
Muore
intanto
il
re Kisra Anshrvn.
tisce
il
regno
in
ammonisce
Questo gran
e
re,
appena
quattro parti, fa
virt,
il
computo
del-
innalza
gli
un muro
Alani e
Anche
le
75
tra l'Iran e
sue guerre
il
contro
Turati, e vince
l'Imperatore
vittoria.
di
di
Egli prende
molte fortezze tenute dai Greci, espugna Antiouna nuova citt per collocarvi i
chia, fabbrica
pagargli un tributo.
delle sue
Ma
re,
il
per mezzo
di
fa
si
Rm-
muore
tutti
Anshirvn,
vede
intanto,
assistilo
uno stranissimo
sa interpretare. Soltanto
gli
di
gli
gli sa
fa
una
delle sue
donne nel
Anshirvn imbandisce
spiega tutto
il
a'
il
pi
cene che
di
moltissime
domandar la pace,
la
76
sitd incaricato di
il
torna in Ctesifonte.
il
re d'India
la
manda
sua dotin
dono
unico
i
figlio di
nome Gav,
cittadini vollero
un re
e gagliardo, ed elessero
fatto re,
May
spos la ve-
di legno,
di
qua-
battaglia,
Sopra
quella
Avanzandosi i due
mosse stabilite, combattevano, e uno dei loro re, alla fine, doveva soccombere. Recato il giuoco meraviglioso alla
madre inconsolabile, essa, giocando, giunse anche
a capire che, combattendo due re, uno doveva
soccombere certamente. Cos ella pass i giorni
e le notti intere attendendo a quel gioco, che le
rappresentava la sorte dei due suoi figli, addovalli e gli elefanti e
secondo
eserciti
dolorata
ministri.
le loro
piangente,
finche,
estenuata
dalla
Un
giorno
il
re
al
un libro trovarsi in
India un'erba portentosa che pu anche risuscitare i morti. Berzy mandato in India per
Anshrvn
di
letto in
ma
valli
farne ricerca,
monti e per
aver
dici e
non pu trovar
saggi ch'erano
l'erba desiderata.
con
lui,
me-
mandati dallo
su tale argomento
gli
un vecchio
solitario. Il
vecchio
intendere
il
libro di Kallah e
Dimnah che
si
conserva nei tesori del re d'India. Questi, richiesto di mandarlo al re Anshrvn, lo manda,
78
dove fu tradotto
pehlevico
in arabo e in persiano.
il
An-
in disgrazia di
di
ma
dalla sua
si-
Giunge intanto da parte dell'Imperatore di Grecia un racssaggiero con un piccolo scrigno, dicendo che
l'Imperatore pagher tributo al re Anshrvn.
purch egli, senza aprirlo, indovini ci che sta
chiuso nello serigno, Il solo Bzurc'mihr, tolto
gnificato,
dal
sorprende e atterrisce
sorpreso e
re,
trovansi tre
soddisfatto,
sapere che
furono involate
egli,
in
il
lo
re da
al
un giorno
in
di
le
da
ora
fa
al
Bglio suo.
Hormuzd,
domande
dif-
Hormuzd
ragione,
gli
re
gii
si
sottomette,
rivelata
il
suoi
suo
nascila di Mao-
la
che
interpolatore.
Il
gli
sentenze di Anshrvn,
avvertimenti
-apienli risposto
ficili
saggio
e
la
di caccia,
una selva.
Seguono nel poema
suo libro
sotti-
perle,
restituisce
gli
il
gommo, cagione
le
re.
con mirabile
indovina
suo carcere,
il
Hormuzd.
Hormuzd, appena
condannandoli
sali sul
morto. Bench
egli
lo
si
penta del
parli dell'Iran
si
79
uomo rozzo
Behrm
Cibneh,
grandissimo.
pone a morte
ne invia
il
la testa
eli
ma
e impetuoso,
sconfigge
non
finclregli
lui,
Behrm
di
valore
re Sveh,
lo
a re Hormuzd,
anche Parmdeh,
il
figlio
di
lo costringe
manda un
t'uso
Behrm
allora concepisce
un primo pensiero
per mostrare
re abbia tenuti
una donna
inviatagli dal re
a'
i
ch'egli
costume e vestimenta
il
avendo udito da
destinato a regnare, assume
suoi servigi, e
manda
dono a Hormuzd
di pugnali in
ai capitani dell'esercito,
re
trono,
il
Khusrev Pervz.
re Khusrev Pervz
Appena
si
salito
al
Behrm Cibineh
muove ora la guerra al novello re. Khusrev
Pervz e Behrm si incontrano a capo dell'esersuo a dimandargli perdono, e
cito,
convengono a parlar
fra di loro,
ma non
80
potendosi accordare
si
uccidere
fidi,
si
asside in trono.
in-
un
so-
ma
manda
domandar
gli
trono perduto,
tiene,
finche
alcune sue
srev e
dalle
manda un
preghiere e da
esercito a
gli
Khusrev
vinto
poi,
riflessioni,
Khufiglia.
da Bendy,
Behrm
Seguono due
quali cade
il
battaglie, nella
prima delle
e,
inseguito solo e
all'improvviso,
battaglia
non
Behrm
l'avesse salvato. In
sconfitto e trova
una terza
un rifugio
presso
le
la figlia
ha
principe stesso.
Ma Khusrev
che
di Gina,
che
del
81
fa
uccidere
Behrm,
a Gordieh cio, chiedendola in isposa. Ma Gordieh non gli d ascolto e fugge. Il Principe le
manda
Khusrev
siani
sua giovent. Egli la riconosce fed onorevole luogo nel suo gineceo;
e perch i principi suoi hanno alcun che a ri-
di lui nella
stoso e le
ben
tosto
sospetti
e fa porre in catene
il
Maria
Shry.
Seguono alcuni
del
fatti
regno
Khusrev,
di
liuto,
che trionfa
de' suoi
nemici
sue canzoni,
Madin.
Ma
finalmente
intanto
egli
si
fa
la
costruzione
ingiusto e crudele;
di
il
in Gtesifonte.
Shry,
Il re Shry, detto anche Kobd.
appena re, manda i suoi principi a chieder perdono al padre che risponde cruccioso e sdegnato
in parte, in parte dando saggi consigli al figlio
suo. Shry, all'udir le parole del padre, piange
il
suo
mano
re,
arde
il
liuto e si tronca le
Seguono
Shry, di Gurz
figlio
di
pianto da tutti
Il
re Yezdeghird.
fu l'ultimo
L'infelice
dei re di Persia.
Yezdeghird
Appena
salito
al
83
il
regno e governarlo
vengono
mani,
alle
in
battaglia.
egli
accoglie
il
ma secretamente incita
di onore e
l'ambizioso Bzhen a venir con armi e con ardi ossequio,
per
le richieste cose, e
gliato della
fa
il
domanda d'un
il
di
le
morte. Ormai non pi alcun dubbio che l'incognito guerriero non sia lo stesso re Yezdeghird.
Mhy
la
morte
dissuaderlo
le
84
preghiere dei
sacerdoti
dei
principi.
Il
di
Mhy,
Mhy
acque e
gli
danno
monarchi
persiani, e la
conquista
una nuova
dei
la serie
fede, di
Ecco
le
e di nuovi dominatori.
termina
il
Califfi,
antichi re:
il
nome d'Omar, da
il
tempo
ch'ei ci addusse
Segue Firdusi,
in
giorno in cui
primo,
il
numero
il
settantesimo
di sessantamila, e augura
poema che
Mah-
ogni bene a
85
rife-
rite e
Poi che
Cosi
venne
al
suo
fin,
l'inclito libro
del verso
mio
vivo,
III.
Prence
Mahmd
Mahmd.
conquistato!*, se
tema
grandi,
giustizia
opre abiette
Ma
Che vale,
Che vai, dirai, tanto clamor, tal grido
Oh tu non sai l'ardente
Audace e stolto ?
Anima mia, ne pensi al ferro mio
Empio m'appelli, a falsa
Che sangue sparge
Leone
Io no
Religion devoto ?
Hai
di
monarca
potest,
Bieco son
io,
se tu zeba m'appelli
me me
vituperando,
87
le
morti,
carni
il
il
Fu
Non
io
Che
Oh! che
dicea,
Ch'ebbe
al divieto
ed al comando in terra
un
Sempre fidando
Consiglio mio
Cada su me
ti
la
nobil loco
al fianco,
Che se da questo
verr danno, tutta
colpa. Io bene affermo
in lor.
Questo
il
costume
e la
In tal legge io nascea,
questa legge; e
Fammi
Che
il
88
morr
tu, se
il
fedele
sai,
di questo
Mahmd, meno
Grano d'avena
la
E d'alto senso
Tempo fu che
nome
ben molte
rilucenti perle.
fu,
Su
noi
si
Libro d'antichi
re, nella
mia dolce
89
la
cara
trentamila
fin.
Fr trentamila
distici sonanti,
Campagna
Acque dei
il
dmoni e
di pardi,
Un
Con Rstem
di regal corona,
battaglier,
La robusta
persona.
E Gderz pure
gli
ottanta suoi
90
figli
ricordai,
E Gushtsp
e Giamsp,
che
Behmn
figlio
fu celebrato,
fu signor di tutti
il
nome
figlio suo,
Paratamente, per
l'et
lontana
Ma
L'obbliato lor
estinti.
nome;
come un giorno
richiamar potea
Le fredde salme, cos anch'io, narrando,
I morti nomi lor risuscitai.
Addetto, o prence, a' tuoi servigi, un'opra
Ges
alla luco
Io compii
che
di te sar nel
mondo
E lunghe et su questo
E il legger chi ha fior
libro illustre,
di senno in core.
non questa a me donavi
Promessa un d, non questa era la speme
Che mi venia dal reggitor del mondo!
Ma
tu, signor,
Un nemico
91
Qual
Niuno
Le sparser
molti,
ed erano infiniti;
ma, grande
Senza misura
Ben che fosse lor schiera, in questa eletta
Guisa nessun le disse mai. Ch'io molto,
le gittr,
lei.
me
dintorno. In quella
02
tesori
Il
Ma
di birra, io
m'ebbi
mi comprai lungo
S,
di birra
tal pregio,
la via,
che ha prezzo
abilita
quanto
Perdere
il
grembo
In
Ha
filo
al suo principio, o
orti
il
amara
poni
fin
dell'opra
Fa
di passar,
di
Daran fragranza
Ma
E
se
ti
canfora odorosa
le
03
Da malvagia
L'ombre
Alcuna speme
questo vecchio,
di
Che ove
Serbando
Oppresso un vate, rapida
l'onor suo.
Una
ei
si
puro
vegga
saetta
Un
d,
il
disdegnoso carme.
IV.
con
gli
anni
A.
regno
di
5.
6.
Fred un (500
7.
Mincihr (120
8.
Nevdher
9.
Zav (5 a.).
Ghershsp
3.
4.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
(7
a.).
a.).
a.).
(9 a.).
Behmen.
La regina Hnmy (32
Drab (12 a.).
B.
19.
ciascuno.
Re Leggendari
1.
2.
di
a.).
Re Storici
a.).
21. I re
95
Ashgni (200
a.).
24.
25.
26.
Ormuzd
Behrm
Behrm
Behrm
(1 a.).
(3 a.).
di
nipote di
mesi).
Ormuzd
29.
Shpr (70
30.
Ardeshr (10
31.
Shpr
32.
Behrm
33.
34.
35.
36.
di Ners (9
a.).
Shpr
di
a.).
a.).
(14
(5 a.).
a.).
a.).
38.
Balsh (5
a.).
39.
Kobd
40.
41.
Hormuzd
42.
43.
(46
a.).
a.).
di
a.).
Anshrvn (12
a.).
44.
45. G-urz
48.
a.).
Yezdeghird (20
a.).
INTRODUZIONE
FlKDOSl,
I.
AVVERTENZA
nomi
sono
proprii
scritti
persiani che
e notati
d'accento
modo da andar
si
d'ac-
invece,
INTRODUZIONE
I.
Lodi di Dio.
1).
Uman
Che ove
non giunge
mente umana. Il nostro
mente ancor libra in sua mano
Alto concetto,
Terreno
fin col
spirto o
Spirto e la
Iddio possente, ed Ei
come
potra
100
in s le crea;
ma
con
tal
mente
core e tale
Tu
il.
il
varco.
Lodi dell'Intelligenza.
(Ed. Cale. p. 1-2).
Or qui
I
ti
si
101
Lontana vita
Gioia e
Tua
uman
senso da
lei
son; per
lei
Fr
Della sua
man
trafitto
il
core.
saggio
Il
consanguinei suoi
Ma
tu,
per
essa,
Luce dell'alma
tal luce,
le vie
lieto
terrene.
le tre scolte
Ma
in terra
cose.
Dar mi
102
Conforme
al
qui peregrinando,
Proclama aperto,
il
Che
le
santo vero
in ogni
tempo; e allora
d'ogni scienza,
dal rivelarne
III.
Da
lor natura tu
Che
gli
elementi
comprenda. E sappi
103
un
loco
Dovunque
tosto
dominar
Tutti dell'anno
sette pianeti
Qual
Ma
si
Con
Con
le
montagne
sue,
con
le
pianure,
apparve
ergeano
Come
I monti sovrastanti, e dentro ai fiumi
Spumavan l'acque, ed ogni pianta, ogni erba,
Alta sala con rigoglioso fusto.
Ma questa terra in loco alto e sovrano
Non ebbe sede, e parve un negro punto,
le
sue
valli,
nello spazio
Un
punto negro e
Lor meraviglie
le rotanti stelle
Svelar concordi, e su
Piovvero in copia
Eternamente
il
si
fuoco,
ombrosa
montava
la terra
rai.
Cos
eternamente
Che
104
Ma
poich apparvero
Braman
la luce,
Nutricando
si
ma
di foglie e
d'erbe
sapiente e giusto.
tal
Ben
Esito estremo
dell'opre di quaggi;
lo
ma
ninno
IV.
Creazione dell'uomo.
(Ed. Cale. p. 3-4).
Se
ila
ci pi in l scorri,
ecco tu vedi
Le domestiche
105
Ma
rimo
tu ad essi
medio
E
Fosti creato. Creatura prima
Tu se' dell'universo, ultima in tempo;
Mira, riguarda a
Toccar
t'
Sempre ne
te;
di
quante imprese
106
l'han formata,
come
facelle, ,
primo
al
Luce e
La terra
tutta d'un
capo,
il
d'or; riveste
manto
di
rai,
Ma
allor
Ratto
si
volge, mostrasi la
Notte con
gli
sul
Una
facella
Ad opre
toglie
il
di cotesta.
passo, e via
Oh! dunque,
che t'avvenne.
capo mio non splendi mai?
tu che Sol
Onde
varco;
astri d'oriente al
N l'uno all'altra
Non pi dritta
ti
chiami,
ha pur
fin
oli!
la
ingiuste mai!).
Giorni gi tocca
notte
ombrosa
il
fin
Quando
di
trenta
questa notturna
107
Ma
la
un
tratto.
Era
gi in pria,
Ma poi pi esil
E s'avvicina al
fa perfetta e piena.
si
si
sol,
fa,
di notte in notte,
che
la
dardeggia
VI.
e dei suoi
Compagni.
Omar
108
in
primavera.
Ogni secreto
Che
sublimi parole
Figlio mio,
Detto e
D'essi
il
suono
io
senta!
Fermo
il
non
Son
Per
Il
Mar
la
il
Profeta,
li
Compagni
suoi
al
suo fianco
di
Compagni e
Del Profeta
109
tutta
Il
Non vede
Fondo
ricerca,
Il
saggio in core
vessillo in sua
lui
man. L'acque
son care, e
il
de' fiumi
generoso vino
Di dolcissimo
latte,
umor
di fonti.
un loco
eletto
Che
se
il
cor proterva
nemico
mondo, e se pur v'ha, costui
L'antico padre suo mai non conobbe.
Compagno
Non havvi
110
tu di principio
Onesto oprar
ti
Errando va
la
mia parola,
Ma
lungi
e nullo
VII.
Tutte
d.
le
e lidie.
parti
se loco
nessun mi
su la pianta che
concosso
fia
s
vaghi
frutti
in
torca
Non pensar
tu.
Ma
mento nostra,
quando taluna
via.
Ili
di
le cose,
Parole e
Da ogni
Da ogni
fatti.
castello,
villa intorno,
vecchi sacerdoti
E
E
tristo
lui nel
le genti del
volgo e
Vili. Il
prenci
lui
tutti!
poeta Dekki.
a quel racconto
112
s
piacente
il
core
il
labbro,
il
core,
man
distici
Che
la
morte
il
tempo
mondo
Che
si
la sorte di lui,
rest negletto,
vigile in pria,
Deh!
gli
Le colpe
IX.
cielo,
113
il
detto,
citt,
E dolce amico, io s, mi
Tu avresti esser noi due
pregiato
avea.
Ben
detto
Per
giovinezza hai
tu,
verbo,
gli
antichi
114
a celebrar capace
In nobil guisa. Or va; quel regal libro
Volta in nostro sermon; cercati onore
Presso ai regnanti con ardita impresa!
Eroici
fatti
Quando quel
libro ei
mi
rec, rifulse
trista e fosca.
X. Lodi di Ab-Mansr.
(Ed. Cale. p. 8-9).
ili
consiglio; e verecondia
E
Eran suoi pregi eletti. Oh! che mai dunque,
Sovente ei mi dicea, da me si chiede,
Perch l'anima tua tutta si volga
All'antico racconto?... A me ricorri
In ci ch' d'uopo, e l'opra mia solerte
Per me non fallir, del tuo bisogno
Qual fresco
Ad altri il carco non dar.
Pomo
cresciuto a un arbor su
In sua guardia
ei
la
cima.
to
il
mondo
formo
Core
115
sparve un
d'alma preclara,
d,
illustre,
di
gran
E maestoso
re, gentil
persona
incesso!... Io pi
non
vidi
Da un
Di
lui,
il
mese,
saggio,
l'affidi
questa
Sultano Mahmd.
Da che
Man
il
dell'Eterno,
Mai non apparve.
116
Egli
ha corona e seggio
E vigile fortuna
Come fiammante
Risplender
fa la
sedendo in trono,
sol,
la terra oscura,
Come s'appella
Abu '1-Kasm, l'invitto
Re che tu chiedi, il trono suo pi in alto
?
Pose
Da
Il
di questo sol.
La terra
tutta
possente signor,
lui,
La
che miniera
per sua possanza
fortuna mia
Magnanimo
lodi, al
sonno
in
grembo
Come
Una
mare
de'
monti
le
117
Ma
una corona
Si stendean per
questa,
La
dimmi
Di sovrano
Che
E
luna questa, o
il
trono o la corona
queste
armi?
Con
che fu compiuta
pose in su la fronte
L'impresa sua,
L'inclito serto. Egli Mahmc, possente
si
Signor
a una stessa
Da Kashmir popolosa
al
mar
prenci,
di Cina,
Che
nella
latte
Distolto
118
il
Mabmd
Del regnante
primo
il
nome
ei balbetta.
Tu
Niun mortai
si
grande.
Oro da
L'alma
per
gli offersi,
tal
re gagliardo!
ma
non avea,
offrirgli io
e dissi in
tutta
me: La chiara
lui,
terra
che lode
La sua corona ed
Bella
il
suggel! La terra
fa
si
Scendon
le
campi
Per sua
Gioisce
mondo
di
sua
gioia.
il
a'
prence
suoi
ma in guerra a un fiero
Drago simil. Nel corpo un elefante
Ardimentoso, ed Gribrl nell'alma,
Angiol
di
Dio,
In
come
l'oro vile
Si
119
tutta
Ne' lor
sono e obbedienti
Prenci son dessi ancora
fedeli gli
Con
lor
f.
castelli
nome
si
XII.
Primo
fra questi
p.
10-11).
il
fratel
suo bennato,
Minor
d'et,
Vive beato. Ed
Di cui
la
base quale
consiglio e virt
il
serto fulgido
Ha
valor grande
d'uom saggio e accorto,
Signor di Tus
di tal
lui,
il
possente
schiera eletta,
Prega che
al loco
suo resti
il
suo prence.
120
Gayumers,
PRIMI RE
HOsheng,
Tahmuras,
GemshTd.
PRIMI RE
Il
1.
re
Gaymers.
(Ed. Cale. p.
11-14).
In fronte
si
mondo
ponesse?
e regal serto
Ecco,
nessuno
Fuor
Dal padre
le ascolt, le
la terra
Scendean del
sol nell'Arite, e
fai
un'aura
Gayumrs
E regno e
124
potest.
Locata avea la
E sorse da quel monte
De' suoi tutta e di
con
Cibo venne da
Ei
la fortuna
Ferine
lui.
pelli
sua gente, e
la
vest
si
mondo
lui,
che
il
primo
vesti e cibi
Erano
come sole,
come luna
Sovra un alto
S
e in trono risplendea
al
quindicesmo giorno
cipresso.
Inclita sorte e
sire,
di
Ricco
di
pregi
e,
si
come
il
padre suo,
nome
Disioso di gloria.
Era
Siyamk, e
era e gagliardo
cor del padre suo
Il
felice
giovinetto, e
Palpitava per
Godea
il
lui,
per
il
suo
lui
soltanto
carchi
Esser dovean
di dolci frutti
Di quell'arbore
eletti.
rami
Eppur, gemea
Per
lui
si
l'inclita gloria.
125
era nemico
gli
Invidia, e f consiglio
Avanzasse bramosa.
Ahrimn
Lupo nel
possedea,
volto;
ma
onde
Un
in loco ascoso.
nel core
mano
la
solo figlio
come agreste
protervo e ardito
Egli era
re, s
che ad ognuno
la terra. Ma di ci com'ebbe
Novella Gayumrs? chi mai gli apprese
Emp
Che
qual re sovrano,
Venne
all'improvviso
Come
Cinto di
Tutto
gli
Che mai
pelli,
disse, l'orrido
nemico
figlio.
A Siyamk
tocc novella, un
Sdegno nel cor del giovinetto
Subitamente entr,
alto
sire
ch'ei raccolse
pose.
L'ima
nemiche schiere
dell'altra le
campo a
In vasto
fronte,
ignudo
il
petto
Avvenente persona e
il
al suol la stese;
Petto
Esanime
gli
Devo,
la bella
il
candido
il
prode
prima
Avea
le
Di affanno
la
il
cor, s
che
il
terreno stato
ambe le gole.
Anche le fiere, anche gli augelli a torme,
Con ogni armento, vennero gridando
Molli le ciglia e rosse
Alla
montagna
in folla, e
avean sembianti
Un
Per
di negra polve
denso turbo, e quei, dolenti e
tutto
un anno,
si
pii,
restar su quelle
Venne
127
in terra
al
tuo senno,
Raduna
Franca
Franca
La
La
la
il
brama
fiera
di vendetta.
Allora
Imprecando
al
rasciug
le
Il
a vendicar.
La
notte e
giorno
il
Un figlio
E saggio
in terra. All'avo
suo
di fido
La
Godea
gli
sguardi soffermar.
Ma quando
L'antico prence
il
Hoshng preclaro
cor,
chiamossi
al fianco
e valoroso e tutte
ogni secreto
gli
svel dall'alma.
128
forza
Le umane
al
cenno
gli
Ne andava
il
duce
Con
la
il
nemico,
Di tante belve.
Ma
del
campo a mezzo
qual cosa
L'estinto
vii,
Devo e
il
sotto gittossi
calpest.
Gadea
lui
Oh
vedi
129
Ma
adduce,
II.
re
Il
Hsheng.
si
pose in loco
Il
ciel
volse
si
si
assise
Son
io
amena
e tutto
Il
lucido metal
Qual da
le selci
Dure e sonanti;
il
modo
si
fece allora,
sprigionato avea
e poi che
ne conobbe
130
fin condotte,
ad irrigar
campi
li
campagna
gl'irrigati colti
piantaron germogli e
le
Ciascun
prepar, semin
si
Notandone
Umano
E
campi,
il
A ili fosser
Cibavano
mature
pane allora
Il
confili,
ai fianchi intorno.
E Gayumrs,
avo d'Hoshng
Pompe
s'avea.
riti
Ma un
illustre,
d,
dal chiuso
Lunga
Che
Prudenza
E una
Ratio
il
unisse.
Via scagli
la
pietra
il
negro
131
rivesti.
vivo
Non ebbe
Dovean pregando,
chiunque alberga
con virt, l'adori!
notte e sull'alpestre cima
cotesta, dicea;
Saggezza
Venne
Un gran
in petto
la
Rimase
il
nome. Cotal
festa poi
nobil re
memoria
viva.
Oh! molti
Adornava ei costante
S che la gente f' di
e la fea lieta,
lui
ricordo
gli
anni appresso.
Soeano in pria,
Tolse e
de'
le
campi
Hoshng,
un
addusse
gli
Lavori, quanti
agnelle e le giovenche
in
gli asini
132
ai pazienti
davangli frutto.
di
Pacifici animanti, e
Con
il
smuovete
suol
essi ancor.
nutrendo,
li
Quindi
il
Faine e
Colpo
la
di
volpi,
con maestro
il
cuoio
fato
di
non
in
gli
avea concesso
l'antica
Mai non
vita,
Ila
ed
il
in
Irono.
terra
partissi
ei
Che
destin,
non
virt.
il
E allora
pi felice
ampio retaggio
cielo,
Lunghi giorni di
Con tutto il suo
D'amicizia
di
lui
sua grandezza
di
lui
ch'ei
ti
si avvinca
giammai.
te
(ia
mostri aperto
il
volto.
III.
Il
>
Tahmras.
re
Hoshng un
Tahmurs
figlio
avea ricco
sonno,
di
Parole
A me,
ei
disse, in tal
rogai corona
la possono
Clava e Telmo ferrato. Io l'ampia terra
Col senno mio da ogni opera men bella
Ben
si
La man
sol io
Render
Ed
il
la force,
quando
e vesti e tuniche
Quanti
ei
vedea veloci
ma
poi
al corso in terra
Loro apprestando e
fien raccolto
ed orzo,
Le selvatiche
Veltri
f'
Ad
arte
134
falchi
la cervice,
Cose leggiadre.
Di
lui la
Che
Altri
Oh
si
meravigliava
feri augelli
ammansasse e cenno
lor facesse
che queste
Opere si compan, trasse il gran prence
Alle sue case le galline ingorde
E i galli, che cantar doveano al primo
Albor, nell'ora che fragor di timpani
Sorge dovunque. Le nascoste cose,
Utili invero, ei trascegliea. Deh! voi,
Disse il gran re, l'Eterno ossequiate,
Sol per dolce richiamo.
poi
Lui, del
mondo
Ch'ei
ci
Fattoi-,
lodando
in core,.
Il
nome
Ad
ogni giorno
il
labbro avea,
si
fare,
stava
L'anima tracotante;
ei
sol la via
Al giustissimo re mostrava
in terra
135
Fu
libera dal
Tahmurs
Che gli splendea
Di
Un
nel volto
divino splendor.
un chiaro lume,
Ribelli al
Levaro
oscura
f'
la terra, s
Ardimentosi e
forti.
xAspro
un
assalto
136
Ne
f'
cardie
di ceppi, arte
adoprando
Ghiedean
la vita in
le'
frutto.
grazia, ascose
Obbedienza
al
gli
giurar costretti,
magnanimo
re l'arte
ammiranda
gli svelar,
persiani e greci,
e quelle
le
ciurli
giunse
il
fin
Placidamente:
ma
Mora
di lui restava,
Tallii
li
all'alto
IV. Il re Geinshd.
(Ed. Cale. p.
18-21).
pose
si
il
Ad opre grandi
Trono
ed accinto
corona fulgida
assise, e la
si
cor, pronto
nobile costume. Ei
Con
tutta maest,
Tutta
si
sempre accinto
che la terra
era soggetta.
gli
Una
tranquilla
Questa
il
si
lui
tristi
sire,
che
la
accorcer ne l'opre
mano
triste,
138
Le
Cinquant'anni
Che
Vestono
Di
le
d'assalti nel
lin,
forti.
tuniche guerriere
tempo e
di
tenzoni
Di lucente seta,
di crini e di fulgida
lana
Cura insegn,
Telaio
il
filo
dell'intrecciar sull'ampio
a la composta trama;
lui
le genti sue.
Primo
il mondo,
Fece una schiera
principio. S'allegrava
S'allegrava
il
gran
re.
Primo
nobile splendore,
essi
il
regal trono,
il
nme
De' Nesdi
la schiera. Essi
non hanno
Animo grato per
39
ma
alcun,
l'arsa
Non sentono
Liberi son
eia
Ben che
in
Feconda
Uom
amena. Oh
sapiente e liberal?
E schiavo
Corrompe
Ignavia un liber'uom
Degli
turpe
La quarta schiera
All'opra, ed
di
e ingombro
cinquantanni
il
core
sapiente
Il
il
corso spese,
il
pregio
E
E
il
Del misurar
le
140
schermo
un
Quindi, in
Le gemme e
da' perigli.
luce e
lor splendore
il
Gemma
Il
di color
rubin. lo smeraldo e
il
biondo succino,
Onde
Anco
La sua
mente
fervida
ei rivolse
ai grati odori,
Muschio, all'acqua
Vari
d>"
mali e
farmachi rinvenne
Lei- cui
Tutte
Che
l'onde
ei
Da questa a
di
Solo se stesso
lui
ei
Di questa terra.
L'opre sue
di
quest'opre
si
mostrarono.
vide re sovrano
E come
gran
re,
fr compiute
mosse pi ad alto
Un
trono
Gemme
ei
si
141
Come
lucenti!
Le
Sparsero
di
giorno beato
tal
primo giorno
il
Luce
di
Riposavasi
corpo, e da pensieri
il
D'odio e vendetta
Dell'anno al primo
Il
re,
cor.
il
Festeggiavan quel
eli
Con
lieta sorte,
d,
prenci tutti
con molta
gioia,
Cose moveano
L'uom
Ma
si
Come
la
stavano accinti
Devi
tutti,
Un
trono
si
Re Gemshd
Con un nappo
di vin
nella sua
mano;
142
Fino
Ampio
Plaghe
Tendean
la
fu
Mentre
Ma
le
genti in terra
Per
Seduto
re sovrano, intorno
il
di voci allegre e
il
mondo
gaie
maest
la bella
de' regi
Era
Da
in
pace
la terra, e a
quando
quando
lui.
Ne
Da
lui
Dio signor
f'
si
superbo, a Dio
grandi
Parole
ei disse
Principi antichi,
Di me,
L'impero
Da me
f'
tai
di
me
di
quaggi. Vennero
l'arti del
essi,
detti allora:
soltanto io riconosco
tulli'
Non
vostro cibo a
voi.
la
me
sen viene
vostra quiete
dolci sonni.
Di vostre
Oh
brame
il
143
le vesti
ancora,
compimento, dono
mondo
Ma
Chi rubello
si
fa,
E il d sereno
Terror con raccapriccio .
Anche a G-emshid si f' molesto e oscuro.
Quella che risplendea da
lui pel
mondo
Maest
di
sovrano,
Perdette allora, ed
Che
s afflisse
il
144
il
ei
lume suo
s'accorse e vide
persegua costante
Leggenda
V.
Dahk
di
e del
padre
di lui.
Yisseaque' tempi un
D'astati cavalieri
Re
possente e
uom
gagliardo in quelle
ampie campagne,
magnanimo
e nel core
brama da
lui,
liberamente,
145
il
prode
Reggean
e ci
le selle,
si
fea
per
fasto,
giorno,
Die
il
leal,
Parole e
Che
a'
il
savio favellar di
lui,
mente
Ond'ei, la
che
l'alma sua
gli
donando e
il
core
danno
veggendo
bella e pura, in
lusinghe,
Molti detti
f'
Che vuota
f'
son
giovinetto, e tanto
il
ma
Non t'indugiar,
Tu che hai nobil
Patto
ti
cose,
io solo,
belle, e
Parla, rispose
conosco
ci
che
consiglio
sai m'insegna,
Ibls rispose
I.
1G
146
s che tremendo
un giuro innanzi a lui, quale il maligno
Avea richiesto: Non fia mai ch'io sveli
F'
Il
tuo secreto ad
Ascolter che tu a
Che
Come
ascolt,
Che pien
Dahk
si
f'
pensoso,
Che
Altro favella,
Un
silenzio tu di.
147
N mi
fa
d'uopo
Sorgendo
membra
le
lavar nascostamente
sommo
Copr a
la via
Venne
ne appian da tutte
parti.
nell'alta
Ebbe
le
si
giacque e mor.
Stolto e malvagio,
Ma
il
figlio suo,
148
madre sua
Si
Non
dirai figlio,
Con
ma
il
dirai straniero.
Vedea compiuto
Poi che a
me
ti
se' volto,
ei
disse allora
Tu
Terra
fia
dominio.
149
un
sol detto
Prence,
gli disse
Gradimento ha
Studiata de'
il
mio
lusingando, alcuno
di
me,
l'arte io
men
e onor
cibi,
posseggo
venne.
Dahk
dava
Ampio
il
maggiordomo
poi
I cibi
Di ci
suo core
al
Uccider
Eran
si
Nuovo
gli die
Ma
in
Vivanda
gli
quadrupedi e di augelli
Della campagna. Qual lion selvaggio
Di sangue ei lo nutria, che dispietato
Volea quel cor. Cos, con pronta cura,
Di carni
di
ne traea diletto.
Vivi eterno, o gran re!, dissegli un giorno
Stolto e infelice!,
Ibls incantator.
Diman recarti
Che pi forte
Tale vogl'io
su la
mensa un
sarai, tanta
fi
cibo,
a in esso
pensar
si
rest qual
nuovo cibo
Apprestar
Degno
si
150
che venne,
di meraviglia; e al d
fagiani
di
Degli Arabi
Alla
il
mensa imbandita,
Priva
man bramosa
Stese la
gli fea.
di senno,
e la sua mente,
Giovinetto pi e pi vinta
Ibls,
ei lasciava.
tempo
quarto, al
pingui lombi
Gustar
Dalia k ne gust, la
assai.
man porgendo
La
ingegno
gli disse,
il
viso.
te
e sostegno
Presso al mio signore
Non
Ch'io baci a
d'amore,
sommo
gli
il
me
Comandi
omeri
di
volto mio!
grande
il
sire
lui,
Que'
detti
Come
Dahk,
intese
151
sua secreta
la
Il
che sull'omero
lasci
il
baciasse
Il
tristo
Con immenso
Due negre
L'arabo prence e
Da
al
Dopo molto
Li recise
un dopo
tentar,
ei col ferro.
il
si
dee
tristo caso,
Sovra
come rami
le spalle sue, s
D'alberi antichi,
l'altro
Oh! ben
Fr
posti in opra,
ma
si
riparo al nuovo
rinvenne.
d.
Ma
tu desisti; mietere
Fia riparo
Tu
appresta
lor,
non
morte
tu libero andrai.
li
addurr
il
Ma
poi
che
solo
uman
Morbo
Ne
mal che
pel
152
te
tu,
trarrai le cervella.
due giovinetti
tronche lor
Oh
teste,
VI.
Morte
di
Gemshd.
Guerre
Il
popoli rubelli,
Fede a Gemshd
E poi che maest che vien da Dio,
i
Offuscavasi in
Egli a
Ma
lui,
menzogna ed
a stoltizia
il
core.
intanto,
vuoto
il
cor
di quell'antico affetto
assalti.
cavalieri
Un
153
Omaggio
D'Irania
il
allora
il
come a prence,
e sire
le
sue spalle
Ma
Ei
si
Or che
il
A Dahk
E niun
Gh'ei
si
lo
Sempre lungi
e nascosto.
De' cent'anni
al finir,
E un
sovra
le
fu visto,
sponde
Del
In sua
E
E
Prence
cos,
che
l'alito
fugga
non ebbe
Scampo da
lui nel
154
suo
destili funesto.
La
fato lo rap.
Fu
pria di lui
glorioso e saggio?
A un
tratto poi,
quando gi gi
ti
sembra
novello atfetto,
te sol
e gi
non mostri
ne senti
L'arcano a
lei
ti
fa
con
arte,
Costume
questo.
Ma
tu eletto
Oh
un seme
questo core,
IL
RE DAHAK
IL
I.
RE DAHAK
Regno ingiusto
di
Dahk.
Tempo
D'uomini
stolti,
Come
Eran
sorelle di
Gemshd, corona
lor, che il volto
Avean coperto
Avea
158
contorti, lasciavanle in
preda
lui
servo,
Era rimedio
Il
al
arte, e
un
tristo cibo
Ma
Di
159
dolce
la
Vittime
Da
Due
giovinetti al pie;
un
alto
allora,
Uno
Ad
allor
raccolti,
E niun
1(30
regi scalchi
Dono
timore han
di
il costume
che ove improvvisa
Brama gli entrasse in cor, qualunque vaga
Fanciulla intatta, d'illibato nome,
perverso
si
Incontrastato
f',
a'
ginecei traea,
II.
Sogno
di
lui
Dahk.
Ma
poi
che
di
Trasse a
Dahk
Ernevz
la
leggiadra
161
E cercando
la
pugna, e
lo colpa
D'un
Demavnd
Del
Abbandonato
ei
monte
correndo,
lui
L'empio Dahk,
sonno paventoso
che parea che il core
Che t'avvenne
Ne
terreni noi.
Dormi
ci
Tu che
fiere
viventi stanno
Fino
E
Di
mostro
al
di
tal
Fikdusi,
fatai
rimando a
che
il
mondo
le fanciulle
il
regge.
prence:
11
No, no, non
Che
162
se
il
racconto udito
si
il
tuo secreto,
conviene
Patitamente, a
Narrava
il
le fanciulle
sue
Al suo signor,
Ampio
ma
cercavi riparo.
il
tuo
E
E
sta
Devi
Da
Compagna
Era
sua.
Ma
di
corvino augello
penna, oscura.
Alfin, sul
Il sol
163
versasse un nembo.
Il
vati
Facondi
Da
prence allora
ogni parte ei
Dimora
li
in fretta, e poi
la
Di prence e
il
labbro
Di nostra
il
vero.
il
Che mostrar
gli
164
dovean
la via spedita.
un
alto
sacerdoti.
Il
core
lo spavento, e gli
occhi
si
di
di tutti
Ei sent
Prima
-li
le
Eran ben di
Videe molle doler, molla letizia
Ebher nel mondo; e allor che termin giunse
Di lor vita longeva, ehi morirono.
Ma In. s'anche di ferro una barriera
li
abbatter pur sempre
u qui starai. Sar l'eccelso
Trono in che siedi, dato a un alilo, e quegli
Travolger la tua fortuna al suolo,
S lieta un di. Sar di quel possente
Fredn il nome, e a questa terra sua
Fossi davver,
Il
ciel,
Come
Da madre
165
Come arbor
costui
col capo
Che
al ciel
si
estolle, tal
sar
nell'ali
Ecco!
Colpo
Fuor
ei
ti
fatai,
di
vibra su
carco
ti
la fronte
un
colpo,
trae di ceppi
Avrassi morte
il
mano
Ma
Il
Di
quando ricovr
regal seggio
Fredn per
la
mente il sire,
Cercava
ei risal.
la
166
il
chiaro d per
III.
s'intenebrava.
lui
Nascita di Frdn.
(Ed. Cale. p. 31-34).
Nuovo costume
Come
E gli
allor.
splendea
La maest, che
di
di
Gemshd
la luce
Che a tempo
Oppressa
Fu qual
E il ciel
vien,
comparve
mortali
vplgea su
lui
rotando in giro
di
lutto
quando
e vivo,
ora tinto.
adunar prontamente
lei
dintorno
e sacerdoti
mai
avea con
Giovenca
vista
nuova
gli
e bella
occhi suoi,
107
alfn del
Fato vedea
dell'infelice sposo
madre
La
Che donna era
saggia
di
Fredm, costei
preclara, alto
ornamento
Da
illustre,
e leggiadra
l'infelice
proteggi per
me
questo fanciullo
lui
Padre tu
sii,
da.
168
me
che
son madre.
gli
il
guardian
Della giovenca
leggiadra e bella
si
figlio
Ci che tu vuoi da
Io
tar.
Frank
E assai
Tra
die
l'avello,
Prudenti e saggi. E
Per tre
Guard
giri
di
deponea piangendo.
l'infante
gli
mie,
le
sol.
il
ammonimenti
semplice pastore
4 come
l'infante e lo nutr
padre,
col
latte
Pel
Della giovenca
leggiadra e bolla,
solitari
ameni
iva.
di
ma-iCarli piena.
D'India remota
Fuggendo
lascier.
Al
confili
Da
ai
monti
Recher
dell' Al-brz
Detto cotesto,
La mesta a
mio.
s raccolse e le cadenti
con
Si terse
figlio
il
il
Stille del
Che
169
la
ratto corre,
Ella via
port,
si
Che timida
si
il
pargoletto infante
come
gazzella
Alta, inaccessa.
Un uomo
antico e pio
Uom
Fino
al
Che questo
infante mio,
mesta
sappi
germe preclaro
A Dahk
corona, e
la
Cinto, qual
pegno
Padre
gli
sii,
Del picciol
ma
figlio
Tu
il
et pi lieta,
custodisci,
suo
si
E quell'uom generoso
suo regale
il
una
di
affanna e trema.
al sen l'accolse,
Birmyeh
al suol, la nobile
giovenca,
170
Brama Fredn
cos a cercar
si
volse
mi svela
Il secreto del cor, deh! tu mi narra
Qual fu l'illustre padre mio, di quale
L'antica
Stirpe son
io,
tu
di
Ci
L'antica istoria!
Frank rispose, io
Che in Irania gi
che a
dir.
ti
me
tu chiedi,
Ben sappi
Abtin fu
il
Da Tahmurs
Rammentando
Questi fu padre a
suo cor
te,
di
padre in padre.
sposo giocondo
te,
prence, verr
Dissero, e
il
crudo,
da
lui
ti
nascosi.
Infelici io passai,
Giovane ancor,
forte e
presi ai de.
171
All'iranico suol,
Fr
Ne
tratte
Era
ti
il
latte intanto
Come
altero pavon.
Tu
me
crescevi
il
piede
la nutrice tua,
l'ira
Cresceva
cor, la
Da un
sol
in lui. Trafitto
pensier
di
il
sangue e
di
mente
vendetta
Signoreggiata,
Su
Le
le
172
aggrottando, egli in
la fronte
non
si
tal
guisa
rende
Vano pensiero
il
n tu potrai
tuo,
Pur
ch'ei le chiami,
la
la
Non
Gust
Vede
il
mondo
Scorrali
I
ma
giorni tuoi,
tu ricorda
savio
il
Son
pur
volilo inano, so
Di quella
che
li
fu
togli
figlio,
il
madre un
dolio
giorno.
IV. Il fabbro-ferraio.
(Ed. Cai.
avvenne
notte e
allor elio
d,
i>.
34-38).
sempre
lo
sue labbra,
Di Fredn
Temea
173
la
Nemico a me
un
fiero
ma
sapienza
prence gagliardo
Per nascimento, ardimentoso eroe
Nell'opre grandi del suo braccio. E disse
Di antico
Un
mal
fide; e
ben sar
Maggior drappello, a
di
s'io
vegga
combattenti
me
Devi
fedel, di
S'accapiglino
Voi con
me
sopportar
che con
le genti
mio.
Ma un
si
la
foglio
attesti
semenza
174
Che aveano
Ma
d'uom che ad
Strido s'intese,
Chiedea
Dahk
giustizia. Di
alta
fu
voce
addotto
D;do un loco
Con
Dimmi,
gli
fu.
iier cipiglio e
Ma
quel possente,
corni-ala fronte,
E piangendo
Render
I
>'a^sai
giustizia
lo.
Che
chi
crescer dovea
la
la
so l' ufficio
chiede e implora,
Ina
possanza
Sempre
sempre per
Atroco punta
Non
era
il
di
lo
mi
sia
confitta
dolor. So questo
li
Che
feci,
e re?
Dillo,
-e
il
sai.
Ma
colpa
173
Non
Destino
il
Vive sperando
piena
Vedi che
il
rio
ma la memoria
La giovinezza
cor,
di dolor.
Non mi rest,
E vincolo non
per
me non
son pi.
quaggi nel
figli,
mondo
ciel,
sulla cervice,
ti
vanti
La
trista eredit?
Grave, o signore,
la
Che
Che
allor,
al d
forza,
t'
tuoi serpenti
al popol tuo!
Dahk
guardava",
176
Timor
Fidaste
il
core.
s,
che
Ma non
ai detti suoi
io
su questo
lui
regal dimora,
re,
dicean sommessi,
al
giorno
colpirti la fronte.
Acceso
il
Legava a
volto?
te,
Pien
che
foglio
Se disciogliendo,
di
Il
noi
tutti
comando
ei lacer. Parlis-i
corruccio
il
cor.
di'' diresti
Ma
E irosi r'alma
si
perde in ci confusa.
Or
iv.
voi.
rispose
si
converta
177
Acutamente mi
nel
fer,
le soglie
gli
orecchi
mezzo
lui,
Del ciel
gli
il
fabbro,
Tutta del
mondo
a richiamar la gente
Ma
pi retto sentieri
quell'adusto
Cuoio onde
Gopronsi allor che a martellar
i
Su l'incude sonante,
Legava a sommo, e
E negra
Ed
ei,
si
stanno
egli d'un'asta
quell'asta nella
Venia gridando:
man
serrata,
gloriosi, o prodi,
Venga con me
meco all'ombra.
Venga ciascun di voi, che veramente
Ahrimane costui, nemico a Dio
Nel profondo del cor. Per questo vile
Di quella maest con
Adusto cuoio
Qual d'amico
tutti ei
Fibdusi,
I.
si
sia
12
178
di
gente
Fin che
Cuoio
Di lieta sorte
Adorno
lieto
augurio.
Il
volle
il
di
panni
Il
cuoio
violetti,
Prence d'Irania
Di
Notte splendea
come
Le
Ma Fredn
Degno
179
Madre, dgg'io
partir,
La man solleva
tua distretta.
Accomando a tua
f.
mondo,
L'opre dei
tristi
Da ogni
E del
Fredn
mortai rendi
stolto
Generosi
suoi, d'et
si
lieto cor.
Disvelava
fratelli.
maggiori.
dicea, l'altro
Il
primo
Purmyeh
ei cosi: Lieti
Viver possiate
Che
Ma due
avea cari
egli
Compagni
Keyansh
Di
la terra.
mai sempre
Renduto a noi
sar.
Qui m'adducete
Su
l'alta
180
Festosi la recar,
come
Che fiammeggia
nel
ciel,
sole
tutta splendente
V. Partenza di Frdn.
(Ed. Caie. p. 38-42).
Con
le
Rasent veramente
trono eccelso
Ov'ei sedea.
Ma
il
gli elefanti
e l'ampia
Keyansh
Purmyeh erano
lieti,
al fianco
devoti
181
Piena
la
Vendetta, pieno
il
di
truce
Quel drappello
un loco ameno
una gente
d'eroi, l 've
Che stanno in
Era un angiol
Quaggi
Tutte
ciel.
Di Dio veracemente
costui, di paradiso
disceso,
perch
ei svelasse le
al re
novello
leggiadre cose
gli svel le
ambagi,
Ma
Grave
si
f'
Brama
Ma
182
fratelli di lui
che
la
divina
la
Re Fredn giovinetto,
Non fu lung'ora della
Ratto
salir la
allor
che scorsa
tarda notte,
Vedean confine
al
perfido desio.
Che
L'addormentato.
Che
Ma
immane
gi sponto
quell'uom prostante
sasso,
Arte appresa in
si
Kveh
Ki
Il
ardito e
calli'.
183
passi ei
la
regal riviera
uom che
sofferm, qual
Pehlvica non
sai,
l'arabo
D'Arvnd Dzleh.
La
Se
Ma
cerca
lingua
nome
quel re possente
poi
che giunse
Un
saluto ei
mand
Ai portolani. Or
lieto e cortese
voi, disse,
da questa
Ma
Ne
f'
E
E
Il
Come
di
Onde
184
Si
Squarcia fuggenti.
Attinser
di
tutti,
Indi a le
mura
pugnar bramosi,
Quando la gente
Di Beyt-el-Mukadds.
Pehlvico sermon parlando usava,
Dizh-hkht quella citt famosa
ma nell'arabo sermone
Essa Gasa di Dio. Sappi tu adunque
Che l di re Dahk sorgean le case.
E poi che dal deserto alle bastite
Gang
Si dicea;
Degno
di
re,
vide
le
sire,
di quiete profonda.
Era
cielo,
cotesta
Case superbe,
Temo, compagni
Che
in quelle
che, volto
miei, disse,
a' suoi.
che l'uomo
Gol destino
si
afforzi.
Or per dentro
185
Che indugiar
Disse, e la
timorosi e titubanti.
man
distese poderosa
il
collo
Che s'avventasse
Piegava sotto a
lui.
Ma
il
suol profondo
guardiani
Ei
cader precipitoso
al suolo,
si
Di quanti incontro
Maghi
gli
venian. Di quanti
Trono
si
assise.
Gli traean
da
le stanze pi riposte
Le
186
Avean
nobili fanciulle.
Ne
nerissimi
con pura
il corpo
Occhi e volto
di sol.
Onda lavar
bianca fronte e
Il
la
f'
mente
erano alunne
avean nell'alma
Un turbamento qual di gente oppressa
Da vin gagliardo. Allor, le due s vaghe
Sorelle di Gemshd, prence del mondo.
D'umor bagnando gi dagli occhi bruni
D'idolatri superbi
Le leggiadre
Le rosee
fanciulle, e
tu,
o prence,
Rendesi
il
mondo
la strila
tua
eletta
al formidabil covo
D'un feroce leon, d'uom violento.
Crudele e rio? Per quanto tempo a noi
Volse nel mal la sorte nostra avversa,
Dir non possiam, di questo mago insano
Per l'opre abbominose. Oh! (manti giorni
Passammo
prendesse deso
Umana
di
regio stato.
Non
187
All'uom quaggi.
Ma
figlio
io,
giovinetto
che
fiero
il
Muta
e innocente, trucidando.
Or
io
gli vibrer,
gli far.
n grazia
Dunque
tu
sei,
Era
il
Che
di
dunque tu
secreto ornai,
Re Fredn
maga disperder
Arti e gl'inganni. Di
Si sta nella
sei
Dahk
impure
la morte
Questa terra da
te.
figlie
sire.
Ma
posar, levarsi
Mi
188
canceller, libero
Da
Dite, o fanciulle,
L'uom
Tutto
il
mondo
il
me
andr.
Ma
voi
Allora
gli
Entro
Serpe
scorre
ei
Da molti
Un uomo
mille
che
e molti giorni.
lo
minaccia
E un
gli
disse
Che
fin
Pien
di
qui
ti
sostenne
Or pien
di fuoco,
tal presagio,
Su
Son
Ma
di
Ne
Cos, col
Aprano a
VI.
il
189
racconto ne uda
Dahk incatenato
l'inclito sire.
nel
monte Demvend.
Quando
il
fiero
suoi gagliardi.
tutto
Ma
si f'
pie del
il
190
Viver tu possa
il
tuo
Che
E
Il
d'avanzarsi
mandan
gli f'
la piova.
cenno allora
il
secreto
Degno
Portami vino, e
musici raccogli
le
mense
mi appresta.
le
tazze
chi di musiche
il
Come
s'addice all'alta
mia fortuna.
lui,
le
cose
Degni
Che
191
D'un veloce
Dahk
cercar
Terra
di
nella lontana
Le
le udite,
Or
Con
Region
li
agli altri e
Che ha
Qual
Gi
di regnanti, s
tei dicea,
ma
minor
degli anni,
come
stella in cielo.
ei dall'alto
le cervella
orrendamente e
ci
bene sar!
il
Dahk
sangue
rispose:
lieto,
Ospite strano,
192
Le
Ch'ei
lui,
si
il
volgo. Se in tal
uom costume
E Dahk
Di propizia fortuna.
Kundrv
Udii da
te.
Ecco, soggiunse
che a
ci
allor,
La mia
me
dir volevi,
risposta or senti.
Mano, e
dall'altra
il
porporino labbro
E allor che oscura
D'Ernevz
La notte regner per l'ampio cielo.
Peggio ancora ei far, che un bel guanciale
Gli sosterr di negro muschio il capo,
E son nere qual muschio ancora intatto
Le belle chiome delle due fanciulle,
giovinetta.
Gi
come lupo
la
Deh!
che
di tua sorte
193
Come adunque
me
Potresti a
in avanti
Di tua grandezza?
trono antico
quella
Come
E via
pel che
si
si
Cercalo tu che
Venne
il
Cerca tu riparo,
gitta.
se'
nemico
principe e sire.
tuo,
venne e
si
assise
Le
belle tue
si
tolse e
il
loco tuo
te stesso
Che
non pensi?
simil cosa
si
Io gi
non credo
avverasse mai.
La
sella
Avea
la vista,
E venne
come vento
e s'affrett
con
al corso,
infinito
lui devoti,
e dirizzando
il
passo
Per
D'ogni tetto
FlRDUSl,
I.
194
Fermezza
Prence
devoti, ei
Avean per
Scende
l'arti di
talor,
Fosse da'
colpi, allor
Erano prodi
giovinetti in quella
Guerrieri esperti
Corser
festosi
di
battaglie e d'armi,
a crescere le
file
Dahk
Grida
di
la
Piegava
il
Sotto le
zampe
si
montagna echeggiava,
risonanti ed alto
agglomerava un nugolo
di polve
montagna
di
Venne
tal grido:
le selci
Se
di
Fuoco eretto
re sul Irono
liera,
tutti
Sovra
gli
attorti.
In un
sol
D'un moto
Rabbiosamente,
e sbito la polve
195
Splendiente
Luce
citt,
che
chiara
la
Ma
intanto,
Danno
Vols'egli
E perch
man
un bene
reggendosi
attorto
Piena d'incanti
Avea
un secreto
in
loco.
Bianche
Quant'
le gote, e
la notte,
negri
bei capelli
di
Aveva
S
vaghe,
spada acuta e forte
ei s delle fanciulle
che trasse
la
il
secreto
196
nome.
Ma
in fronte lo colp,
Telmo
gl'infranse.
Venne Sersh.
il
due monti
Meglio ti fia
della montagna
avr
Se catene
nessuno
ove
deserti,
recessi
Ne'
vicin.
egli
Venga
Ud
ma
n s'indugi;
tosto,
ambe
le
mani
disciolti
Un
Hanno
vigil la
Depongali l'armi.
Cercasi un
Quanti
mente e
uom
di
voi
senno integro,
Non per
questa via
Ch'uom d'armi
il
E non
bello
Dell'uom
Son
di
guerra ch'
di
clava armato,
197
Che
allora
Da
si
giace
che tanto
che tornate
campi
Lunga traendo
E
E
amore
mortai carriera.
la
prenci
Sire
Splendidi e
belli,
al
Riverenti e devoti.
Fredm
a s
li
accolse
ei disse,
il
mio
Con
Fu
terra,
con
10 stare* qui
198
voi,
con voi
lunghi
di
Dinanzi a
I
lui
baciarono
prenci allora, e
si
la terra
lev infinito
Al palagio regal
gli
L tenean
volti
sguardi eretti
lamentando il breve
di Fredn nella lor terra,
I cittadini,
Soggiornar
Le squadre
di
preda o
di rapina.
Ma
tu,
l'antico
Dahk
L 've
Da un
monti
Del
De' tuoi
ti
segua.
199
Non
Amici ti saranno.
Obbediente
Fredn allor, come corrier veloce,
Trasse Dabk e ne le valli alpestri
Demavnd
Del
il
f'
carco
allor
di ceppi,
che aggiunta
Una catena fu sull'altra, male
Non rest del destin ch'ei non avesse,
E nome di Dabk nome divenne
Sterile e vano come polve. Il mondo
In orribile guisa.
Che
I
triste,
Fredn cerc
nell'orrida
Un
loco
montagna
Ghiovi
ei
Membra
li
le mani
Leg a Dahk su la Tonchiosa rupe,
Perch l si restasse in lungo affanno.
Cos sospeso all'orrido macigno
Fu
dal core.
Non
mondo
opre e malvage,
Perch si rechi a bene oprar la mano!
Che se in terra del mal lunga non resta
N del bene la traccia, miglior cosa
si
corrano
in triste
Che memoria
di noi
sia di lode
rimanga eterna.
frutto. Sola
Di te qui rester
Una
200
memore
e viva
il
ciel;
ma
tal fortuna.
giustizia e grazia
Grazia e
del padre
la
Fu
La
Ma
tu,
natura.
e instabile e crudele!
Nutr tu stessa e ci che nutr, uccidi!
Quanto
se' infida
Di re
Fallace e
trista!
Anni e regn.
Cinquecento
illustre
ei visse
Un
Esser tu voglia
sia
che un
di
vaganti greggi,
quel^gregge esser tu voglia.
di
IL
RE FREDUN
IL
I.
RE FREDUN
Re Fredn, quando
il
mondo
in poter suo
Giubilando prendea,
vivente
ch'era scevro
nella sua
mano
E
E
di giustizia
il
fausto
Quindi
il
mese era
nobil signor
al
principio suo.
f'
204
bevono
Riposano
in quel d,
Tale
E
Di
il
in copia.
Mihr
la festa.
In essa un
e oscuro
Ma quell'antico
tristo
Eterna
tue
vita,
non
servir,
mio
brame quaggi, n
figlio,
rattristarti.
Non
Di
Il
Di
Dahk
il
loco
Ma
poi, le
venne un
Del glorioso
figlio
d novella certa-
La corona
Giudice
stette.
La fronte
Fino
chinando
imprec a quel
al suol
sua, molto
fiero
f'
si
205
Non
vide allor.
Ma
splendido convito
Orn
Ella
colei la
Che
antichi
gli
figlio suo.
Degne d'un
Dipinte vesti e
re,
gemme
Ed elmi
corone ingemmate,
Non
risparmi.
Carco
f'
Ma
cumular;
ella in quel
su cammelli
poscia,
il
giorno
grave
levando
Il
Ma
della terra
li
sua madre
alla
ricevendo.
figlio.
giovinetto sire
il
pi
forti,
Corsero insieme
con questi
che Iddio
al lor signor,
206
ma
felicit,
cada
Per decreto
di Dio.
Venga
dal cielo
ti
vegga
e prudnte e valoroso!
possenti
Del
Trono sommessi
De
allor, disposti in
la
sua terra
prenci
lungo
Al ciel
le
Levando
la lingua
Vengan da
te,
signor,
Dell'ampio regno
Re Fredn
lieti
tulli
frutti
e giocondi!
corse allora
Cosa guardando e
Da Aml leggiadra
le palesi.
E un
giorno
all'orrida foresta
ei
fece
Ermo
207
eletti spirti
cipressi e rose
d'erbe nocive
La pi
grande
In tutte cose.
Ma
Due da Shehrnz
Su
ma
costante
il
sire
che
di
trono
II.
Andata
di Gendel.
Ma un
Il
magnanimo
sire
prenci suoi
un uom preclaro
Che Gendl
Che intatta
208
nome
viator
si
L'ampia
disse:
tre fanciulle,
De'
avea,
degne
il
padre
Come
La facile favella.
Grande l'ingegno
In gravi cose
suo. Dalla presenza
venne
Dell'Iranio signor
all'aperto,
ratto in via
Valicando
si
pose.
confini,
in pria d'Irania
ampia ricerca
f'
parole ed ebbe
Degno
si
fosse.
Ma
quell'uom preclaro,
di
Yemen
sire,
e intese
Che
tre figlie
si
209
avea veracemente
Che
l'invi,
che
gli
il
corse
sire
a' piedi,
di
Yemen
il
re cos rispose:
il
Arabe genti
Firdusi,
I.
(e
sempre
la tua stella
14
Dalla sventura
ti
210
difenda), in questo
al
figli
Nulla pi grato a
noi, vincolo
Non
figli.
al vincol de'
in terra
figli
uguale
se nel
mondo
figli
di trono,
che
in
ricchezze accolte
Figlie di
la
genio
me
(si mosse
Questo mio core all'insperato annunzio)
Che tre nobili figlie entro a tue stanze
Hai
tu,
Ricoperte da un
Fu
211
vel, cui
imposto ancor da
te.
nessun nome
Balz di gioia
Nome
Vincol
di
Nostre nobili
Delle tue
I figli
stirpi.
figlie
Yemen
Di
Che orbo
il
Nacquegli
Ombra
Ma
Sciorre
Io
converte il giorno.
dee per la risposta intanto
labbro da me, fin che svelato
di notte si
non
si
il
A me
Dar non
Molti
ho
si
dee precipitosa, ed io
che svelar m' d'uopo
secreti
Chiam dintorno
fama
in
guerra
arcana
l'alto
secreto
212
Le vaghe
figlie
Il
Yemen
Vaghe
col signor,
fanciulle che
ne
il
serto,
han
cor gi v'acconsente,
pieno
s'io
Per
comando
il
volto:
e niego,
trema quest'alma
che non , credete,
l'offesa di lui
sbigottisce,
Gioco
il
resisto al suo
l'ira
di tutta la terra.
il
viandante
di
gran cor,
cos,
Sciolser le labbra ad
Cosa che
di',
Tu
non siamo
213
Fermo
Domar
E leveremo
le
spade,
la terra
pel vino,
Che
Alle promesse.
Consiglio in
te,
ma
chiudi
labbro
il
se astuto pensi
regno
se dell'iranio
soddisfarle
III.
non
Nozze dei
si
vegga mai.
re Frdn.
figli del
Yemen si rest,
Non vi trovando in
Di
Chiamar
f'
il
sire
fine o principio
suo pensier;
lui,
il
di
ma
tosto
messaggiero,
molte
saggi
figli
214
La sua proposta
accetto
In giudicar cos
eie'
mi
s;
norma
suoi
figli
S cari a lui.
Ma
La terra mia,
di
prenci e di guerrieri
Inclita sede, o
il
Ancor
s'egli
la luce, e luce e
me
chiedesse
trono e terra
Ed
Nell'ora consueta.
il
ma
dilette
potessi
or, se tale
io
vorr sottrarmi
A me
suoi,
le
Ed
io
E generose
<:h<'
({u 1
tuoi
'
Porrei
le
la
mie
lor
annida
figlie
Riti osservando
si
saggezza
in
core
d'alleanza in segno
figli,
;i
li
mani,
i
santi
affiderei.
Se poi
te venisse,
le
rapidamente,
li
inviterei.
Baci
il
il
rito,
ratto
che a Fredn
fu
nel cospetto,
Ridisse aperto.
chiamava
suoi tre
il
figli
allora
Questo monarca
di
Yemen
un sire
le
fresche
lui
figli,
Le
Liberamente favellate a
Con senno, e
lui
attenzion, qual
si
conviene,
A
E
s'ei
D'un gran
di
di fede
figli
prudenza
Sempre aver su
il
giusto sempre,
senno pronto,
mente. Or da voi s'oda
Ci ch'io dir; che se a buon fin s'adduce
Gotesta impresa, andrete voi beati.
Adornata
di
le labbra, e
il
la
Yemen
il
re di mente acuta,
21(3
non ha veracemente
ha tesori,
Ha schiere armate, ha senno, ha sapienza,
Ha regal serto. Ne si vuol che vili
Tal,
che pari
Fra
ei
Che nuova
Ei
Ad
le
Badate ben,
Innanzi a
minore
maggior di
dell'altre la
voi.
ma
la
lutto
Che
in additarle, e dite
D'anni di tutte
la
si
minor; disdice
asside,
Che
in
mezzo viene
217
e
il
come
Di sue fanciulle
sol,
leggiadre
Notar
I
vi
si
convien partitamente.
di
gran pregio,
Poneano
il
al favellar del
padre
di
molta
figli
Ai loro
ostelli,
e poi
Distese
Con molti
come
stelle in cielo,
eroi possenti e di
gran fama,
218
Entrar di Yemen
tre prenci allora,
E di Yemen uscir' uomini e donne
Ad incontrarli. Zafferano e gemme
i
Sparsi fr su
la
via,
muschio odoroso
molli a un tratto
E monete
corso
sciolti,
Che
nitidi
elette cose
ei f' beati,
tre fanciulle.
Di queste
figlie
mie.
steli 1
Qual
la
prence:
del cielo,
dite,
Di tutte
la
Designarle a
me
qui.
il
posti
Ma
in quella guisa
Reser vano
Di
Yemen
il
il
poter. Meravi^liossi
219
Il
E vaghe
figlie,
innanzi ai giovinetti
Degli Arabi
le
labbra schiudea.
Fin che
di
si
alla gioia
restava
Fredn que'
giovinetti
e oscura,
figli,
Fu
rame
sparse,
fortunati
gran re chiudean le
Degli Arabi il signor, prence
Novella astuzia medit. Si tolse
Figli di s
ciglia.
di
maghi,
Gi gi
pensa di menar
si
la vita
Si
de'
De' giovinetti.
monti
le falde,
volatori
Corse
al giardin l'incantator
maligno.
lui
le
sue leggiadre
figlie,
Rimanendo
in
questa
Ma
non
luna,
non
il
Fr consenzienti
alla
sua
la
sol,
dall'alto
trista
brama,
Sovra un
I
alto sedil,
Splendidi e vaghi.
Oh
Gli
avean concesso
il
l'arti
sue maligne,
Una
I
festa indicea
Yemen
Di
prenci
il
signor,
tutti.
le
subitamente
dove s'accolsero
porte
ei
dischiuse
221
Che
sue
le
tre, volti
figlie,
Pari a un giardin
di
di sole,
paradiso (e mai
un sacerdote
come coteste),
giovinetti
a'
Eran
tre lune
Ancor
Ma
Yemen
di
il
re,
per
la
rancura
Alcun ricordo
Femmine
ornai,
me non
resti
da che soltanto
die la
figlie chi
Sposo ben
queste
un regio
figlie
si
le tre figlie
seguendo
mie
miei,
riti
ma
la
col core
propria vita.
La
terra di
Yemen
lucea di gemme,
all'altro
palanchini
222
Non
interrotti,
ed un ne avea ciascuno,
Ma se in nostre case
Cresce con molto onor, con bel costume,
Tutto fregiato.
core
Che
Con
si
tristi
Anche un leone,
scampo non trova.
Ululando e fremendo in strana guisa
(E fiamme uscan dalla sua bocca), allora
l'aspetto di drago.
Detto avresti, da
lui
Gh'ei vide
suoi oi gi vicini
Turbo lev
figli
negri monti
di
dintorno scorse,
polvere volante
selvaggio ulul,
Tutta
si
la terra alle
Venne correndo
al
Ricco
di pregi e di
Ma
garzon
il
che mugg a
sue voci.
maggior
in pria
tglio suo,
corona ornato,
o serpi
pugna,
223
Rapido quindi
e virt!
Volse la terga e
fuggi da quello,
all'altro
Ma
si
mezzano
il
il
che
fratel, ratto
padre.
il
vide,
Pien
Volse
Il
rabbia e di sdegno,
di
il
il
viso a fuggir.
Come
figlio dietro
a quelli,
minor
come
il
core
giovinetto
poi giunse
un grido
dragon scoverse,
Rapidamente sguain la spada
Alto lev,
E
Il
il
santo
nome
Veramente
Che
siam figli
pugna amanti.
di lui
noi tre, di
Da quest'alto calle
adunque ad inaccesso loco;
Se no, col ferro mio ti porr in capo
Dell'indole tua rea serto ben degno.
E Fredn che ascolt, vide e conobbe
Di clava armati.
Vanne
tu
L'indole
ciascun de'
di
Pompa
tosto
prence e
di
Ben degna
figli suoi,
ma
cosa, e
di signor,
qual era
Dal capo
di
grandi
Fu
224
suoi, che, in
la
prenci
II
Rapidamente
e corsero al cospetto
Del genitor. Baciarono la terra
Ed
con
elefanti s'arrestar
essi.
mano
Secondo
merto.
il
mano
Quindi
lui.
suoi
Chiam
li
un
figli
alto
volle assisi,
Che con
Incenerir parea, fu
Che bram
il
padre vostro
investigar de'
figli
suoi
il
mondo
ogni tua
brama
leoni
l'assalto,
forsennato,
Non uom
di
Viene
fratelli suoi,
a'
fermo cor.
Ardor mostr,
si
225
Un
Ma
Che
Che
pusillo
si
non degno
mio
minor, prudenza accoglie
fece...
Il
figlio
ma
Di molta lode.
Erg' di
Meta
gli
si
debbe
Nome adunque
sia
lui
Arzy
. .
Di Salm da
lui,
Tur
quella di
l'adorna
Recarsi innanzi
le
vetuste carte
gli aspetti e
tutti
vari moti
I.
15
226
Tur
Che il
mostrossi nel
Di
Ma
Leon
felice
quand'ei ricerc
di
quel bennato
le forci del
Che sue
Cancro era
cbe dentro
Luna,
la
tristo e desolalo
il
Re Fredn, come
suo pensiero.
vide esser cotesta
lieta
fuor
Erg' tocc,
sorte a
ratta
Avea
la terza.
E primo
Salm
rivolse
gli
die
ei si
giovinetto re
recasse; e
sali
di
genti
al
suo regno
il
sul trono
prode
della terra
tramonto volta,
i
campi
padre allor, prence lo disse
che
al
A Tur
die
il
immenso
Tur quella schiera
Di prodi
gli
assegn.
Con mano
Ampio gli
liberal; di
fer tributo
gemme
i
fulgide
bellicosi
il
popol tutto
Regale e
Il
serto a
il
trono
lui,
con
gli
la
d'avorio,
sol,
il
seggio
assegn.
un lucente
perch degno
di tanto grado.
Donava
fulminea spada
Trono
Lui
il
il
vide,
prenci
tutti
tre
Sovra
cos,
figli
i
E da
Ma
si
volse,
il
fato
Alto
228
Ma
grave in core
Sorse tumulto
di contrarie voglie
che
oscurava
mi volgo
Di Salm a raccontar l'opra crudele
Quand'ei sparse d'Erg' il caldo sangue.
que' tre
allor
figli
In ciel la sorte
si
ond* ch'io gi
V. Invidia di
Salm
e di Tur.
gli
vinse e
il
tristo core,
fido a lato
Destinava egli
Di
vendetta
sol.
gli
Un
nunzio
mandando
beato in sempiterno!
che dentro
messaggier, veloce
Verso
Di
le
Tur
il
Mandava
sospingea
E
E
in core
il
core;
questo era
il
229
Istoria
fratello minor.
Che
se di tutti
Ma
Benda
il
Esser dovean da
nessun
se la regia
me sempre
altro, fuor
che a
lontani,
te,
signore,
il
D'astati eroi
Yemen
deserti campi,
Grecia
Venne
Oh
al figlio
davver, che
Di parole facondia ei
Cose
Mente priva
Vani e
Che
Il
di
gi udite
Tur empi
stolti pensieri.
svelato gli
Furor
le.
gli
si
fu,
di mille
quel secreto
d'un improvviso
fiero prence,
onde
f' tal
risposta:
230
(le
mie parole
Ben
Che veramente
Ch'ravam noi
Tristo inganno
ci f',
ti
Che
il
la giustizia onori. Ei
si
piantava
Un
E un messo
ne
d'uopo.
prenci suoi
Al mio
Signore
Cura ne impende,
riposarsi inerte
E il mssaggiero
fallace consiglio! .
Tal risposta rec. Svelato allora
Fu de' fratelli l'altissimo arcano
Che lor covava in cor, s che di Cina
Un venne e l'altro
E veleno con miei
si
affrett di Grecia,
furon commisti
L'uno accanto
scegliean tosto
un sacerdote,
assai
Libero
il
231
mente
fosca;
E Salm
fu
il
La tempesta e
Ma
il
D'entrambi
Tu
il
In
uman
rammenta
Che timor
suoi,
figli
Di l da morte.
Il
giovinetto
ha speme
sol
che vivo
in alto splende,
Assecondando
le
tue stolte
brame
232
fronte.
Eppure
giustissimo re!
La
Che
se fa tolta
Il
cavalieri,
Anche
belligeri eroi
D'Erg' e
il
Baci
il
terra e
Su l'ardua
si
part. Sala
vampa
ei
venne
Era
il
pardi
si
233
tal
Tumulto
si
Qual ruggir
di leoni.
Questo un
cielo!,
Il
messaggiero,
Le
cortine levar
f'
tosto
dall'entrata,
Aula
core e
il
gli
Come
sue labbra
canfora intatta, e
Eran dischiuse ad un
E verecondia
Era
la
le
lieve sorriso,
Ci vide
nunzio e
il
si
prostr, di baci
Ma Fredn
figli
in
la terra.
E degno un
De'
capelli
prima
diletti
lui,
Magnanimo
signor, rispose
il
messo,
In che
ti
assidi.
234
Non
Ma
libero di
me
signore e donno.
il
Stolti e
superbi
quei
f'
gii
cenno
esporr
messaggio.
il
di parlar.
Le udite
Sdegno
Da
te, disse,
non chieggo,
Ma
tu
vili,
pensava
va! dirai
ambo Ahrimni.
Offesi nella
Non
La mia
il
mio volto
Qual luna
Che
Giri,
2;:i5
in ciel seren.
al suol la fronte
mai non
si
Ma
questo cielo
posa e
suo
al loco
E su voi
Nome di
per l'eccelso
ciel risplende, e
Terra che ne
Che
Ma
passer.
per l'oscura
brilla a sera, e
Esempio
Che
il
mia reggia
di virt, nella
un giorno
Accolsi
fin di
d, perch giustizia
Guida ne fosse in dispartir quest'ampio
Mio regno, il dritto s osservai che traccia
Non fu nell'oprar mio d'iniquo fatto,
Non al principio, non al fin. Timore
Di vedere in que'
Di Dio
Qui in terra
Fu
reso a
me
onorai,
s
petto.
a voi, miei
figli,
Chiare pupille,
Che
il
va, se
il
regno
volli,
di propizia sorte
Errando
giusto
il
florido e ridente,
il
che quando
mente vostra
il
tristo
voi,
Ben
il
seme,
Tal
si
raccoglie
236
frutto ancora
il
un giorno
Si f'
Tre
figli
un suo
Son
de' regnanti
fulgidi tesori
il
Fama
Che
Pu
si
preghi.
Ascolt
il
messo
Compunto baci
il
le
parole sue;
suol, poi la
presenza
Parte
la fronte, e si part.
Che
al
nembo
237
VI. Consiglio di re
(Ed. Cale.
Partito
Si assise
il
il
Erg' diletto
ei f'
Amante, e l'avvenir
Tutto a
lui
si
volsero
Che
m'avveggo
Ma
fratello tuo
Da ogni contesa
Que' due lontani
la
tua mente.
figli
intanto
miei, dall'ultimo
Mi
Ma
tu, se all'opra
correr vuoi,
ti
appresta,
Abbi
d'aita.
238
il
dritto.
Erg
Deh!
gli f':
tu,
signor, riguarda
Volge ratto
s come turbo,
E l'uom che ha fior di
destili,
il
Gadon le rose
Gi fresche e porporine, e immortai
Perch
S'attrista e
senno,
se ne dorra?
oscura
al trapassar degli
spirto
anni.
Seminar che
dovrem
tal
pianta
Vide
la terra,
239
rei
E quale
si
parta dal
mondo
A me
Meglio
dunque
fia
la
se contenti e
lieti
Signore e
core
il
gli
volto.
disse:
Da
che ben
te
si
convien che
mi venga, che
il
tal risposta
Voce
La
obbed.
Ma quando
l'alma sua,
Che
dote
tal
240
si
trasse
il
Un
illeso!
Ha
luce
Questo mio
al
foglio scrisse
re dell'ampia terra
il
Per
In questi detti:
consigli e prieghi,
Che
alto
Ambo
splendono
in seggio,
ambo
soli
assennati.
mezzo
ai
prenci
fulgid'oro
Ini
che moli'
sol
lui
tea
si
leggiero
Sull'ampia
Volgonsi a
lui
De' mortali
le
N da
compunte e riverenti
stirpi.
Non ricolmo
tesor.
Amor
nasca tra
ma
schiere,
solo io questo
da che qui
in terra
Lunga
fatica
Il fratel
241
sopportammo. Viene
E dimesso
Accinto e pronto.
egli vien,
si
toglie
come servo
Egli d'anni e
molto amore
Con parole
detti,
che scorso
rimandate illeso
cortesi; e allor
A me
si
merta.
Ancora ancor
sotto al
paterno
tetto,
Il
fratelli,
tristi consigli
ignaro
e di lor
trame
Le schiere
Firdusi,
I.
16
Contese e
242
liti,
d'onesto deso;
ma
quelli intanto,
sta.
Cos ciascuno
Fermi
gli
nome
D'Erg'
La regia
Di regnante a
Ma
di
tutta
Salm
Liber da
folla,
la
Con Tur e un
ed egli solo
Sermon
tenne, delle
si
Regioni e
di
due vicine
quello di regnante
Salm sovra
gli altri,
E perch adunque,
Tutto
si
aduna
a Tur
il
si
volse e disse:
in su la via? Nel
il
tempo
guardo
243
Mai da Brg'
sollev.
Per
sottil'arte
vago portamento e
Il
il
grave incesso,
Incontro
gli
Sovra un pensier
si
s'io
Fu
VII.
Uccisione di Erag'.
(Ed. Cale. p. 66-70).
E
I
correndo
che riguardava
244
un
serto
Toccar dovevi
tu,
le reni in guisa
il
frate] tuo
maggiore
Che ami
la gloria,
Cerca
la pace.
Non corona
io voglio
grandezza
famoso in terra, e non le molte
Schiere d'Irania. D'occidente lascio
11 regno e Gina e la regal possanza
di
Nome
di
il
la
guerra
245
Anima
mia, rifiuto.
Vivere
in umilt;
mia
legge mia
f soltanto
fatai colpo
Tua cruda
t'
caro
me
Terra a
Con
l'opra
Non
offender tu mai!
Ha
vita, e
caro
il
246
di laboriosa
E
E
il
sangue
Qual se
Vi
si
Con
di
stendesse,
che
il
crudel fratello
come
bel seno
il
fieri
colpi,
cipresso
Con
Gol ferro, e
il
fin
membra
il
malvagio
Veramente
ti
sia!
amico
L'opere tue
Ma
tu, se
247
Avea
diviso, lo speda,
Ecco
Venne a
il
lui
Un
giorno
de'nostr'avi la corona
tu,
se
il
vuoi,
Cadde
l'altro
Ma quando tempo
corona.
la
E un
via, timballi
sol.
villa,
ancora
Di festa
in ogni terra,
ed attendean costanti
ci le genti e
il
re,
quando
fu vista
Per
l'alto ciel.
Cammei
correndo, e sul
Con sembiante
di
duolo un cavaliero,
248
D'un acerbo
Un
Un
il
core
con stretto
dolor,
al
seno
Che
vane
fosser
parole e false
le
Che ben
rendea piangendo
Da
quell'incontro
Schiera de'
funesto l'ampia
col vessillo in
forti,
due
Al negro
Con
gli
suol,
con
elefanti e
lividi
i
sembianti,
timpani coperti
Sparso
Da
di polve,
quella
via,
il
crine
ritornaron tutti
al cielo
Con
Per
il
Che
Grida
di
nobile estinto.
non
Bello
Guisa
249
si
La chiami amica?
consiglio
Savio
avrai.
non
ne
E favor
questo ch'io dir: Che resti puro
Ed
Vuoisi
il
Che
l sorgea, nel d
che
monarchi
di
Per
capo
Fredn entro
il
Su
crine
si
la casa, e
il
fuoco
lagrima va
svellea, battea le
Anco
la pallida fronte.
si
palme
strinse
Dimora
Arse
La
In
sua, divelse
cipressi, e in
bei roseti,
un
istante solo
grembo
La bionda
ei si
testa,
Innocente
trafitto!
il
capo suo,
250
Ne
che tanta
Aver
Di Erg' da la semenza
vendicarlo accinto; e
Elli
io
possa
un grande io vegga
come un giorno
troncar dell'innocente
il
capo,
capo tronchi.
Allor, poich veduto avr cotesto,
Ben sar che si giaccia entro la tomba.
Laggi sotterra, la persona mia!
tristi
il
Eragli
il
Chiuse
ei
tenea
le
la lingua sciogliendo,
Oim. dicea,
Niun
de' regnanti
S trista qualo a
Tocc dal
Ti recise
si
te,
mora
di
morte
principe illustre.
Oltraggiosa, e
testa
il
lai
si
si
di qua, di l,
per tante
adunar dovunque
251
quanta
il
core
morte,
Sedendo
Grave e profondo. Aveano azzurre e brune
in tanto duol,
la
Di
gran
re.
Quella vita
E altri
Fermo al
grama
e sconsolata.
giorni passar.
Ma
il
re tenea
Fredm
nome
Un
lui la giovinetta
Oh
sen materno.
ch'ella celava
s!
Sotto
Di vendicar del
L'acerbo
fato.
suo tradito
figlio
Ma
Che tempo
giunse,
Mah-aferd
gli
Ma
La
partor.
Da capo a
bella.
suoi perfetti
Venne
d,
Quando
quando
stagion per
Del fulgor de
E bruno
era l'imago
pie, d'Erg'
Gioconda e
I
252
era
da che splendea
lei,
Avo amoroso
nel volto
le Pleiadi
il
il
poi raggiunse
di sposo
il
suo
pr' Peshng.
Trascorse da quel
Era
d.
lui
tempo
Vili.
di
poter sovrano.
Nascita di Mincihr.
(Ed. Cale. p. 71-72).
Degno e
di trono.
chi
'1
T'allieta,
recava fea
A un
Che
detti: In core
tai
almo signor;
ti
volgi e
mira
L'antico re dischiuse
pann
per lunga
L'infante in
Rese all'Eterno e
Fosser veggenti
f' tal
gli
prego
Oh ancora
!
253
il
lungo
le
allora
l'antico
di fiorente
E s
Arbore eletto.
Che aura indiscreta non l'offese, e quella
Che in grembo lo reggea, nobil nutrice,
Mai non lasciava ch'ei toccasse il nudo
Suolo col pie, ma puro muschio ovunque
Era sparso sul suol. La regia ombrella,
'1
e quello intanto
Che convengono a
re,
All'infante apprendea, da
Dal
il
senno antico
Un
Amoroso dongli
Clava e un serto
Colmi
gemme
di
254
anco
gli die la
chiave
di velli
forti
eran
d'aita
Composti un
E ben
d,
Targhe
di Cina.
Cos ricco e
Raccolto
Era
di
prenci
tutti
allora.
Fra
in
tal
di
boato,
Sam,
Il
di
Nirm
pi gagliardo, e
prode
il
i
prenci
Kobd generoso
255
E Keshvd con un
Ed
casco in fulgid'oro,
Fu
ordinata
cos, del
vanto
poi
re la fronte
Onde splendea
un
l'iranio serto, a
tratto
la vital giornata.
In questo alfine
D'arte far
si
La tremenda
Aprir
le
Dell'occidente e
Trasser di mezzo a
le
gemme
lucenti
all'altre cose di
Cumulo
Da occidente
Inviarono
cos.
256
Avean
Fu
soggiorno.
il
core
Messaggio
IX.
di
Salm
e di Tur.
Yoller fidato a
lui,
nome
Cos del
Re Fredn viva
Maest
gran
di
di
quel possente
La mente sua
re.
La sua
bella persona, e
il
suo pensiero
Superi
l'alto
il
reco
e rito;
io qui.
Ingiusti e rei,
Al padre lor
di
lagrime rigonfi
te
hanno
compunti
Degnar d'ascolto. Or che dicean?.. Deh! saggio
Dicean piangendo, chi mal fa, la pena
Umili, che pensier questo pur
Che niuno
Tosto ne
possa
{torta.
detti lor
Nell'angustia sua
Ma
cos fu scritto
Tale
il
Ben che
possenti,
non
feroci draghi
257
trovano scampo.
e impuro,
destili
Un Devo
Devo protervo
Distolto
il
poi,
ei si f' di
saggi e onesti.
due gi sapienti
si appuntan solo
Ma
ciel,
che or n'
difesa,
un Devo,
Or
Un
Danno accinto
cos.
Ma
all'altrui
se deposti
tutti
pensieri
Con umilt
gli
di cuor, s
Consacrerem.
Giorni
Ma quando
ei toccati
avr,
gli
suoi perfetti
ampi
tesori,
I.
17
258
n gi vedea
grave
Cotanto fosse il fin; ma con tesori.
Ma con pompa regal, con elefanti.
Ratto sen venne a le dimore eccelse
Del possente signor. N'ebbe l'annunzio
Re Fredn e f' cenno onde l'antico
messaggier
Il
Quale
il
part,
fosse coperto
Come
Spi.
\j&
si
gli
fosse.
turchesi adorno
di
sedea quel
sire,
Che a gran
Avea
Erano
sul capo.
Avean
prenci
ambo
Schiere disposti ad
in
lati
due
e ricchi
Aste dorate e
In mirabile guisa, e
Risplendea come
Avvinti
si
vedean
suol dintorno
il
Da questa parte
sol.
leoni e pardi
di
Ma
Salm introdusse
il
messaggier,
il
messaggiero.
la soglia vide
come
Di Fredn
si
trov,
1
,
>i
chin,
la
testa
259
Con
la
Dell'ampia terra,
gli
Un
il
loco eletto, e
messaggier
signore
gli
fea
del suggello
Tutta
re,
assegn cortese
la terra.
quest'aura per
Che
rose
fa di
si
Libera e lucente
te,
t'asseconda.
per
la
fortuna
noi, servi
ti
siamo,
lieti quaggi.
La fronte sua
Spianava allora il nobile sovrano
Vivi e
Dinanzi a
il
messaggiero
Davagli ascolto.
Di tal sangue gi
disse il messaggio
prudente e cominci le vere
Cose a coprir con arte e studio, e molte
Scuse f' ancor di lor misfatto e chiese
Che a lor ne andasse Minochr, che schiavi
Sariano a lui, che la regal corona
L'uom
il
rei,
gli
avran.
Con queste
E
E
messaggier parlava
ne la risposta
A quel dir s'indugi, che appena uda
L'antico prence quel de' figli suoi
cinti e serti. Il
ascoltavalo
il
re,
si
volse:
Come mai
di
molto senno
potresti
260
Compagna
figlio,
e a la sua testa
si guarda al sangue
Oh! no, voi noi vedrete,
Noi vedrete davver se non di forti
Elmo
fronte.
alla
Dal vessillo
di
fai
s,
voi
vedrete,
lo
Kveh preceduto,
tutti,
e Telimn,
li
Yemen
genti
il
saggio
il
re.
Che amico
il
fato
non
vid'io,
che bello
261
Che
Alto
il
un germe
radici,
il
novello
di
Gemshd. Da un monte
all'altro
Nostra mente
Inutili
si
f' .
Queste
io sentii
saggio e gagliardo
sua sventura?
La rea semenza
262
di
turchesi,
Per oro
il
capo? Siami
Di re piuttosto, e
tolto
seggio
il
corona, e questa
la
Fin che
mio
il
iia
Che chiede e
vuol,
non
Al tuo messaggio; tu
la
sua risposta
E tremando
Salt in arcioni e
si
parti.
Pensando
Andava
Qual turbo
Sempre
Un
mente
in
263
egli avea,
tristo presentir.
Ma quando
ei
scorse
un ricinto
ei
vedeva
Di quell'ampio ricinto;
e,
Dell'Occidente stava
re. Di
il
un drappo
E ricco padiglion,
E disgombro quel
confitto al suolo,
aveano i forti
che seduti
Delle due terre stavano i due prenci
Che v'erano
loco
schierati, or
Ma intanto
Forse che il messo ritorn?
Fino al pie de' regnanti il maggiordomo
Condusse il messaggier. D'uno sgabello
Nuovo quei
l'onorar, quindi
il
il
richiesero
dimandarono
Il
il
Il
Primavera
Qual
il
suolo
2(54
La
Il
ampia
Sorridente
la palestra, e
lui gli
di
il
volto
un paradiso
Che sua
in quella
della sorte
Parea
fargli le genti.
Tutti d'or su
Eran monili
Erano seggi
le
splendenti
di
gemme
Un
timpanisti. Intanto
orrendo clangor
In ogni parte
rauche trombe
di
si
la palestra,
turchesi un alto
<li
Avea
di
sul
capo
rubini adorno
Ampio-splendente. N'era
Canuto
E
E
crin di canfora
il
saggio
il
arguto
il
coi',
pirli
di
prudenza, e dolce
Avea di tema e
Colmo dinanzi a
di
speranza
lui,
che
il
core
diresti
Il
giovinetto
ciel sospinto.
265
Dei dmoni
Pensi in vederlo.
Kveh
Il
il
core!
sapiente fabbro,
da presso, e un
figlio,
Di
Yemen
Serv, l'antico
Che
gli sta
Sam
Ed
Nirm
elefanti. Giovinetti
sono
266
Sheryeh ancor,
Come
fiero leone, e
Shapr
si noma. Se
D'un elefante sovra
Per
il
prode,
la
timballi avvince
il
dorso, tutta
hanno
Tutti
vita.
Trovar principio a
Che
Tur
li
ma
nullo
allora
si
volse e
f' tai
detti:
Che non
un oprar
celere,
pi forte
Il
leoncello.
si
267
faccia ed animoso
trasser cavalieri
Ragunr prontamente, e
in quella terra
Alto ferrati e
Nascondeano
rilucenti arnesi
gli eroi.
Disiando battaglie
poi
Esercito correndo. Ei
Re Minochr da
Alla
Ed
l'alte
campagna con
ei,
f'
precetto,
mura
uscisse
Vede cader
il
Con accortezza
Con costanza e
il
lui
pardo.
e nobile consiglio,
virt, ne' lacci ei coglie
Persona umilia; ed
io m'affretterei
268
Gi posto
al fuoco pi
il
ferro
scaldar volessi.
X. Partenza di Mincihr.
(Ed. Cale. p. 78-83).
Quindi
la
Segnacol
di
di vittoria, e f'
Kveh,
precetto
si
Dietro tenea.
Tremava
il
Tremava
la
pianura,
monte, quale un
il
Assordava, e
il
269
De' timballi
il
stese e
si
spieg la
si
fila
Reggean
il
grave
Avean
gemme
di valor.
le provvigioni,
Trecento
ed altre due
Venan compatti, e
le
vive pupille
Che
li
Temmsheh
fosca
L'esercito infinito.
Kren guerrier
tanti forti
Trecentomila
di
il
duce,
cavalieri suoi
Foresta
di
l nella
ordinarlo
pianura interminata
270
Ei
come
sole
Che
Kren imperante
Stavangli e
Sam
prode
il
i
ferri
Per guerra
Schiuma
I
E
I
fanti
prenci e
ed
Ma
tutti
cavalli,
d'improvviso
seppe
Usc
Kobd
Tur
alle vedette, e
Ti rendi a Minochr e a
Cos gli parla:
il
nome mio
re novello, a cui
una fanciulla
terra non
se
ti
die la clava.
Padre
in
Io recher, qual
Or
pronunciarti...
Si fosse
il
mi
Ma
dicesti e quale
se in te pi
meditar, quando
la
lungo
mente
Che
271
Per
Di
Narvn
lampeggiar
il
brandi
di que' lucenti
Tur
vessillo di
f'
si
Ratto
n rispose. Allora
le spalle,
Torn Kobd
al
Un
suo signor,
di
le cose,
Turania udite
gli ridisse;
e quegli
Vita di
l,
di
questa e dell'eterna
conoscitor di tutte
Le cose arcane
Re Fredn
272
a'
prodi miei
il
regno
E comand che
fossero le
mense
mondo
Per
la
tenebre coprissi
di
campagna, e innanzi
ai
prodi suoi
Elli
dicean: Cotesto
vigili
illustri
sempre
macchia puro
Seggi saranno a
Principe
Il
tutti
vi
darawi
guida, e sorte
213
Ed ei comandi, e noi
Farem volenti, farem
Sembri
'1
Allor,
Gihn
come
magnanimi
le
ingiunte cose
che il suolo
sangue sparso.
pel molto
eroi.
Venne ciascuno
brama in core
avea ciascuno e
Ma quando
si
di contrasti.
pieg la notte
sorse dal
mezzo
l'elmo in capo
un
forte arnese
divorar
Da manca
la via;
ma
l'ampio esercito
Su
suolo traballar
come nave
pugna
affrettarla cos.
Ma quando
il
un
globi
vasello
suol di sotto
Fremean
Fikdusi,
I.
elli
timpanisti, e intanto
e gridavano raccolti
18
Come
274
Regal convito
in
Parea
quell'immenso piano,
Ogni schiera
Che
si
Dagli!, gridar
d'ambe
le parti allora
S'intese, e tosto
Il
vasto pian.
Rossi
fiori
Che
Sbigottirono
Kren,
gli
trasse
il
forti.
Allor che
il
vide
brando,
ma
mano
di contro, in
guisa
Scemar
le forze.
Ma
ci vide e accorse
Su
lui
rapidamente e
fiero assalto
Con
Di
la
mazza
Sam
guerrier. Smorto
si
fa costui
Gelata e
il
capo
gli
tempesta, e reca
275
Quindi
al ferro la
Come
turbo veloce, e
l,
dinanzi
Una
me
dinanzi
Turania mia
Ben
nessun
m' uguale.
nel
suol
d'Irania
E
Pur, di me degno egli un eroe. L'acuta
Spada ch'io stringo, di leoni in guerra
poco ei valga,
che
in
Le
Mand,
che tremonne
la
campagna
stolta,
me
solo
A me
Gi
si
Shery son
io!
E quello
Il
il
cavallo incit.
Venne correndo
prode
276
Gi gi cadente.
Ma Ghershsp che
il
vide,
Non
In tal furor.
Shery
allor,
rider tu,
gli
disse
E a
lui
Come non
nuovo
Spregiato vecchio
e strano ardir.
Dunque tu
sei del
me
la
pugna
nemico
in
su
la testa,
si
caia su l'ingrato
campo
mezzo
Il
sol
al
tremasse con
la
bianca luna.
in cielo
277
Di questo
Con Minochr
Il
che
sol nell'occidente
la
lampa
sparve,
rest vittoria.
Il
cielo
Salm e
di
Ma quando
Il
ambo
Meditando un assalto
in quelle
perversi,
oscure
Ombre
notturne.
Ma
ne udan novella
campo
Tutto a Kren
Per
Dietro
il
si
ei die,
ma
delle insidie
Loco
Che
alle insidie e l
tutti
Quali
Ma
Tur
si
pose, intanto
si
cavalieri incliti in
ei volea,
guerra,
quando oscura fu
la notte, in piedi
Gi in armi, e innanzi a
tutti alto
un
vessillo
un negro turbo
Che venan
sui destrieri,
Di polve
si
il
Ma
Intorno sparse.
279
E imperversava
il
Con
le
Fa
Kren
di
come
elefante in sbito
Mente non
tu!, l'uccidi!,
I destrieri
Non da una
parte,
non
dall'altra al sire
L'un contro
Mand
Uom
all'altro ,ei
Arresta e ferma
il
pie!
Tur
si
perdette
Da
le briglie e
cbe strinse
Pur tentando
la fuga.
tutte parti.
Ma
gli
volse
Ab! ab!
a tergo
il
si
il
dorso,
uda
prode
Re Minochr
280
Ma
dall'arcione
Il
turanio cader.
Il
E
E
legge osservando,
la
il
il
dritto
sozzo capo
Fa
membra
le
disfatte e insanguinate
Minochr
si
casi de la
Avea
la sorte dal
Cominciando
cosi:
Grazia
di
Dio
La mano
Della distretta;
ei
guida
sol
le
erranti
Che
il
Nell'opre sue.
Nome
preclaro e illustre
di gloria
per
lui sol,
per sue
281
Ascolta,
Opre leggiadre, questa terra.
Per la tua gloria
Magnanimo signor.
In Turania giugnemmo e le belligere
Ombre
Traemmo,
Mi
collocai.
Fu
condotta la pugna. Al
Vittoria che
il
e in varie guise
per quella
fin,
lo sciagurato.
A un
tratto,
Rapidamente. Levailo
di sella,
vile.
Io
Chiuse, codardo e
vii!,
d'Erg' signore
Tur
lasciato in poter.
Da
mano
quelle fosche
Sue membra
Ed or
la
282
Disertando ne vo.
Ma
su la punta
il
Dovunque
il
10 gli recida
coglier,
il
Fu veramente, ne perdono
ottenne;
Di
messaggiero e
Tur
la recisa testa
Dio
283
si
f' tristo
morte
e sospir, la
Fino all'azzurro
Ei
f' di
Che
ciel,
innalza e atterra.
Minochr ben
Campo
che disegno
ripararvi.
la fortuna
Ma
di ci pensiero
Se dal calpesto
rifugia e posa
die:
si
dell'armi
si
mar
Niun pi
il
egli
giunga
che
Non vi stendono
Le vaste penne;
Le
s,
E ripensando un breve
A Kren
II
sopra
Di mille guise. Or
Rapidamente e
al voi di
l'aquile rapaci
battaglier:
istante, disse
Dove
Del re ascoltando
mai
gli
quei,
le parole, disse:
284
piaccia
ti
loco
il
Da tentarsi con
Or percorrer si
Ma
dee.
del vessillo
Che Tur un
gran viaggio,
d rec, nel
Meco adducendo,
Oscura notte
io partir,
Non
o signor,
sveli,
si
Saggio consiglio
Re
miei prodi
mura. In questa
in quelle
ma
intanto
l'alto secreto.
il
Sempre
L'aria
ti
si
sia!
fece,
Cos,
cielo
il
quando pi oscura
Seimila
elotti,
in
armi
Gi discesero
\
al
ridi nell'interno.
gagliardi suoi
suoi prodi,
Kivn
lasciava
al
guardiano
Tur
estinto.
Se per
l'arte
mia
Che
quanl'i<>
il
passo
me
tutti
correte
al cielo
285
Vincitor
di
E venne;
Giunse vicino,
Che
A
Da
f'
parole, intanto
il
lui
mosse.
leoni, indi si
ben noto.
Io
vengo
s,
Non
gli disse,
volle
mai
Un
solo istante,
ma
dicea:
Tu vanne;
son vietati.
G-li
sii
tu
compagno
Sii tu
Mura
sotlo inviato,
una
la fede
il
Avrem
fia
tristo o lieto
nostra
caso
286
Kren guerrier
Sala rapidamente.
Uno covava
Era semplice
l'altro
e quei pensava
Fede ponendo
in
un estrano, orda
La rovina ed a
Apparecchiava.
se l'estremo fato
Un
d,
cos dicea
si
<li
pensier
di
cosa grave
La frode
ascosa,
nobile castello
il
Ma quando
Un
Ei f' a Sheryeh
Che il vessillo regal
Sheryeh battaglier,
''il
a'
qual luna
un grido e segno
suoi prodi.
allora
scovra da lungi
sal correndo
Verso l'eroe dir l'altendea. Le porte
Prese ed entr; di funeral corona
guerrieri
Andarono prr lui cinti
Che in quell'ora incontr. Kren da
i
in quella
questa
287
in giostra,
ferri
Vlta del
Con essa
sparve
ciel,
il
sparve
la rocca,
guardi'an. Di
fumo un denso
Un
Dodicimila fr
Fumo
tra
Alto sala,
gli uccisi,
vampe
s
di
e negro
cocente fuoco
che un color
di
pece
per la vittoria
si
lieta
tolse alfine
venne
cose
oprate
Le
prence Minochr.
di te privi in eterno!
>88
Venuta
XIII.
di
Kkvi nipote
Dahk.
di
Ebbe
Kren
di
il
principe d'Irania
cose
battaglie!*, le
un
inclito
Vendicatori. Ei
Dahk
Di
si
dicea nipote
Kkvi impuro. Hi
Con centomila cavalieri suoi.
Ch'egli era
Astati eroi
la
die un assalto
l'eretta cervice,
Eran
ii
veramente
Della battaglia.
Or che venuto
gli
giorno
al
Salm, feroce e
tri-in.
colai soccorso
Nacque
Un Devo
Kkvi
Non ha
chiama
battaglier
dich'io,
timor, l'orza
Io poro non
ancor
ili
man
con
scesi
Di forza a contrastar, n
G-li
fei
costui,
peso ancora
il
l'orti.
io
Se pur n'ha
t'ar
E Kren
in
gli
cor,
ilei
suo valore.
splendida prova.
289
Anche
se teco
Le
fiere,
io
ben mi
so
che
la gaietta
il
prence
Kren
Il core,
Mortai spregiato, quale Kkvi.
Minochr rispondea, tu poni in pace.
Gi faticasti in questi impeti assai
Tu
ma
tu riposa,
almo guerriero.
trombe un suon, di corni un
dall'alta cervice,
Disse, e di
alto
Polve
Tra
il
fremer
oscura
l'aste rilucenti.
Ecco! tu piglia!,
Era
tolto
il
volar.
La man
de' prodi
I.
19
290
Ampie
stille
Di
mare
in guisa, e
risonanti
flutti
oscura
si
la terra. Allor,
l'altro
dinanzi
Impetuoso, e
Fra le due
E Kkvi in
restano a fronte.
gi s'avanza
un grido,
Devo feroce aspro un assalto
Incomincia col re. Ma appena il vide
Re Minocihr, come leon selvaggio
Costui, solleva al ciel furente
(piai
Kkvi investendo,
Che il proteggea,
Devo ardimentoso
Aspra tenzone incominci. Pareano
Elefanti in furor, essi che cinte
Avean l'armi e le mani avean disciolte
col
Colpo
Che
l'asta
al fianco del
Ma
in fine
sua tremendo
re Kkvi gagliardo,
Ma
in fronte a
noi
fer. Cos,
fino a quell'ora
291
Era
il
suol di sangue
Ma quando
il
sole
tinto n'era
il
Forte
si
il
chiuse. Ei strinse
man. Kkvi
distese la
Ben che
forte,
da
di
il
la sella,
le
cosce
leva,
il
gitta
nuda terra
Calda
ambe
egli afferra
Gli squarcia
Veracemente per
tristo
giorno
madre sua!
XIV. Morte
di
Salm.
nacque
in cor. Tutti ei
Erano
Preclusero
Era
di
la via.
Ma
si
gran copia
si
f'
per tanta
Gente
Una
in
292
cammino. Ed
grand'ifa, con
un
or,
covando
in petto
sol deso
lo sospinse al corso,
Or
s!,
Ecco,
ti
Re
La
Ma
belle e triste
il
che compievi
in terra.
Persona
in
due
sparti.
Ratto
la testa
Ma
di
Salm che
Come branco
di
293
nome
nostro
prodi: Al sire
Alberga ed ara
il
suol.
Se noi venimmo
Che
se la
pugna
ei
rinnovar volesse
nome
mio.
Qualunque cosa
la
brama
si
innalzi
in terra
della legge
d'Ahrimne; rea
Opera
Vada
ell'.
si
L'ignobil corpo.
Mi
Quaggi
294
che nemici
voi, sia
meco ad un
siate o amici, o
che
sol patto
die vittoria
ci
gl'innocenti ed
nocenti insieme,
Tornate
amore
vostre e
all'arti
in terra,
guerriere
le
E come
il
il
f,
di colpa
Brama
Un
si
disse, in molti
Travolta in gi.
Poser
la fronte
la
si
cessi
fortuna
sovra
il
duro suolo
295
Temprate
gualdrappe. Minochr
di
accolse
li
rammentando
Lodi
f'
Ma
in pria
Ma
Primo
lui solo,
consolator. Benedizione
lui
Come per
Che
terra.
Oh! niuno,
Vivo
che un tempo
296
Tutte esporr
le
ricordando a mente.
Che
Temmsheh
un
deso
Il
Da
quelle soglie
si
corni
di
un suono
lev. Partissi
che gi
lui,
di seggi
aggravar
di nobili elefanti
di
gemme
che
l'aria
ed
il
Come
fosca nuvola
DaA fiume
di
Ghiln
Di guerrieri avanz,
l'eletto stuolo
l
've
splendeano
297
Con
prodi
lui
come
ed era
fiere ardimentosi,
prodi
tutti.
Di Fredn
il
Ma
appena
fu visto
vessillo, e si
schierava
Garca
il
suol baciando
f'
preghiere e voti
di
sovrano,
Nirm
A Sam
prenci
il
vita. Un lungo
che molti giri
Gompiea quest'alto ciel che sul mio capo
Tempo
vid'io passar,
in questi accenti
Ratto
si
Cipresso
Dura
il
volse.
or,
si
Pianta che
Ed
298
si
su l'altre
si
estolle,
una corona
Amico
tu gli
sii,
me
giunta
l'ora.
tu lo soccorri
A Sam
Inverso al
Eterno
mano
di giustizia
cielo, e disse:
Mi recavi
Il
Il
Ogni deso
di
Or tu mi reca
Esaudisti tu solo.
Preda a spartir si
Fredn antico. Ei
Tutto splendente
die tra
prodi suoi
volle ancor
d'or,
con
la
che
in trono
corona,
299
Sovra
posava ei stesso
d'amor dava e precetti.
la fronte gli
consigli
XV. Morte
del re Frdn.
Cadde
prence
Son vizze ornai
la sorte dell'antico
E caddero
suoi
d.
al
ei
si
ponea
le
tronche
La luce
Ed eran
de' miei d
per questi
figli,
tre,
De miei
L'opere
triste
lo seguir.
Pieno d'angoscia
Ambe
il
terra
ma ne restava
ben che lunga sia
nome
in terra,
300
figlio
Il
La corona
regal,
D'un cinto
di color
cinse
si
fianchi
sanguigno e bruno,
E un sepolcro innalz, costume regio
Cos seguendo, che di fulgid'oro
Tutto splendea, di levigata pietra
Che
avea
tinta
di ciel.
nel sepolcro
Un mesto
addio
Da questa
terra.
Giorni in duol
Pieni
gli
Giorni
Per
E Minochr per
si
rest,
smorte
sette
le gote,
cos,
piangente
le vie si
il
re novello,
mostr, per
le
deserte
Oh!
D'aura
Un
alito
sei
l'altro
Dono, se
Se
vii
tu, se'
ha brevi
il
togli,
giorni suoi.
Ma
il
tuo
Gemma
che splende?
regnando
tu viva,
301
serva ad
Tuo
spiro
il
Il
giorni suoi!
IL
RE MINOCIHR
RE MIN GIHR
IL
I.
Minochr venne e
la regal
corona
ei
il
mondo
attorno
A
A
tutto
il
la
sua terra
Ho
io di
guerra e
Di grazia
Ho
il
di corruccio,
dritto e di giustizia,
ancora
ancora
I.
il
ciel,
le fronti
ai colpi miei.
a' rei
terra,
incoronate
Cercando vo'
la
306
come
Splendido
s,
Del fuoco
di Berzn.
vampa
sacra
la
trono,
mia vita
Ricuso dar ne le battaglie. Al tempo
De' miei conviti, spandon le mie mani
I doni miei come un gran mare, e luce
Esce di fuoco dal mio seggio. Or io
Ben far che sia corta all'opre triste
De' malvagi la man, qual rosso panno
Rubiconda far pel sangue spai-"
La terra attorno, ch'io pur stringo in pugno
La clava e fo' veder di mia corona
Tagliente
II
il
ferro mio, n la
La prima
io
del
regno
Eppur, con
tanti
Avo
illustro
Ond' che
Al volto
ci
noi
piangendo ambe
Trono
mani
le
mi vengono
lui
Ma
se qualcun, del
Climi abitali,
Abbandonando
la
mondo per
diritta
Terr
vili
li
sette
ia
Opprimer,
poverelli
ed oppressi, e
di
il
capo
tesori
in alto
307
diadema e
Che
il
trono imperiale,
Sta riverente
il
dell'iranio impero,
giudice
Hanno
dono fosse
da te giustizia
De' re passati.
Ma
il
fior.
Deh
sia
custode
308
se'
Fermo
leone
Fulgido
tue cene.
sol nelle
la
loco tuo!
il
il
t'assidi in la
tua gioia
ripiglia.
ti
fato
seggio imperiale,
il
Splendido di turchesi,
Or per qui
Il
piedi tuoi
a'
mondo.
tua pace
noi,
Tocca
il
la sorte,
a te
vin fumoso ed
spetta
si
il
il
trono
convito. Eroi
Incliti duci,
il
grado l'avo
tuo,
ragione
Qui mi
nemici tuoi
tumulto.
il
L'iranio sire
il
benedisse ancora
in copia.
Usca
maestoso incesso
mentre il seguino
cospetto
regal,
Dal
Gli eroi tutti ed i prenci. Usc quel forte
al loco
Cos allor
andn
si
del
suo soggiorno.
reggea conforme a
Il
mondo
leggi.
II.
309
Nascita del
figlio di Sani.
Piena
di
meraviglia or
compongo,
io
Sam
F' a
la sorte.
tristo gioco
Figli
non avea
La pace
Era
Ma una
indarno.
La
vaga donna
bella
siml.
Ella da
l'agile
Sam
avea, di
Nirm
quella
Come
figlio,
Da
sole
Candido n'era
il
come
crin.
sol,
mondo.
ma
tutto
Com'ei fu nato
Per
sette giorni a
tutto
il
Sam
nulla fu detto,
Che niuno
Sam
310
Ardimentosa
prence
Come
leone.
Entr
Lieto annunzio
Sciche
gli die,
al
benedicendo
a favellar: Felici
la lingua
il
core
Che ami
la
gloria,
genuino un
figlio
or or
Candido
Un
il
Non
Di
signor, tale
te,
Acquetarti a
il
ha canuto
il
destili;
d'uopo
t'
crino.
veli e
corse
Primavera giocondo.
Ivi scopra
Ne
d'altri intese.
Neve
gli
hanno
il
candor,
ma
rubiconde
il
pargoletto.
Il
figlio
A ben
311
Levando
il
menzogna
difetto altrui,
il
Deh! mi perdona, o
Almo
di
quest'ampia terra
Per
Per
Il
la
ei disse
Che
si
cos.
togliesse
Addotto
sua
la sorte
pargoletto e fuori
ei fosse dalla
patria terra.
del
Strano
Simrgh, meraviglioso
ai
mortali
di
ostello
Deposero
Sam
di
l'infante
servi
Passava intanto
di l si tornar.
'
figlio
Ma una
il
leoncello
Anche
del cor
dessi
ti
il
caldo sangue,
Da me
si
Cos
fiere,
le
Amano
La
partir, se tu
per
la
pi d'assai
dolce prole.
ten vai!
terra intorno.
A quando
quando
la
lei
pollice
falange estrema
a quando a quando.
piccioletti
Simrgh
Ma poich
del
Simrgh
dall'alto scoverse
in alto
si
un par-eletto
Mar
lena
gli
Gli eran la
cuna
Di vestimenti
la
il
persona e privo
labbro. Eragli attorno
Di puro latte il
L'oscuro suol selvaggio ed aspro, e d"allo
Sovrastavagli
il
sol
ciel.
montato
al
sommo
Fossegli stato
Ombra
un
313
Scesce
il
Simrgh da
L'alte
nubi e stese
Rapido
al volo fino
l'alte
cime
Era l'ingente
nido. Ei
recavalo
Facessero
di lui,
Al dolente vagir
Ma
non riguardando
dell'infelice.
di grazie,
Inclite cose
Atto non
f'
di pascersi di quello,
Allora
Che
Iddio,
Un
giorno
virt preclara
Verranno e
Un
mirabile
amor posero a
lui.
La miglior parte
Sempre
Serbavagli
Privo del
Ora
il
314
il
latte,
Che
il
piccolo fanciul
si
Le brigate
Un uomo
assala.
f'
pi grande,
monti
alti
Forte divenni
alfin
Il
Di lui
Nirm, giugnea
Inclito figlio di
Novella
Che
di
virt le belle
III.
Sogno
orme stampava.
di Sani.
Una
Il
Ancor
Che
tristo e cruccioso.
d'India da la terra
Ei
vide in sogno
un noni giugnea
Fino a
Sam
ei venia,
quel cavaliero
V lui
Che
Ricco
Che
I
li
frutti,
desto ei
fu,
sacerdoti e
f'
tutti
chiamossi attorno
parole assai
le viste
315
di lor
carovane. In
tal
soggetto,
Era
la lingua:
Ma
Il
Cos scacci da
te.
figlio
Ti crucci in core
Alcun non
Perdono a
adunque dovea
Partirsi all'altro
D'Albrz
al
Crescergli
il
l'antico eroe
correr piangendo
monte e investigar
Ei rinvenisse
Venne
d,
il
figlio suo.
gaudio.
la notte,
ancora
se
nel core
Come oscura
e tetra
preselo di sonno
316
Uno
Un
stendardo.
garzoncel mostravasi
Gente raccolta
Un
nome.
D'inclito
Un
in armi. Egli
da manca
Sam
di
D'esti
due venia
il
fruito
Che
Ma
l'Eterno
tuoi,
Pi amorosa
di
Sam
cavalier
gemea
stai
mal da fortuna
Per voler dell'Eterno. Allor che desi,,
Gli sara di toccar
Ei fu al mattin,
f'
F'
D'Albrz
Reietto
Ve
il
ai
monti
figlio.
venne
a ricercar quel
Un monte
suo
egli scovria;
317
monte
un nido s'ergea,
Danno o periglio non
Alto
D'ebano
egli
era e
cui da le stelle
venia.
Composto
di sandalo, e inteste
Erano
Acconciamente.
Un
palagio
Di cui
la
ei
al paventoso nido.
parea veracemente
mano
il
suolo
Sam
frattanto
Potean
il
cercava
Come, deh! come
di salir
sentier.
Inclito Sire, a
Umilio qui
Che ho
in
la fronte
Contrita e mesta.
Che
lombi questo
Intatti
318
figlio
mio,
S'egli
Porgi aita
al salir, colui
ch' pieno
Deh! tu solleva
in tua misericordia
come
Secreta prece
fu dinanzi
Da Dio
Riguardava
Come
Sani
il
Ma
fu accolto.
caldo voto
dall'arduo monte
Simrgh. Tosto
il
ei
s'avvide,
ei
d,
Quella che
Nutrice
ti
li
son
ilei
ben
sai
io,
Di grazia e di favor.
Gioco
inganno
Destn-i-znd.
ti
Come
Ma
f',
al
poi
che
il
padre
nomo t'impongo
natio tuo loco
il
prode
Incolume
Come
ti
rechi innanzi a
cotesto dal
Simrgh
lui.
intese,
F' lagninosi
gli
pieno
garzoncel. Conforme
Il
cor
le'
Formar
319
il
ei
ben sapea
si
che favella
sei
tu del tuo
compagno!
Il
tuo
Almo splendore
vanni
Degg'io
tuoi.
Cosi rispose:
Agevole a portar.
vedrai tu de'
serto
il
trono
e
Se il
Del diadema imperiai la pompa
E l'alta maest, forse che all'uopo
A te pi non verr questo mio nido!
Or fa una prova di tua sorte. Lungi
regi*
Di qui non io
Tu
frattanto reca,
mia penna
ben tosto
me
Di
320
la maest. Ch'io
ti
nudrii
Come nuvola
fosca, e a
questo loco
Ma
Alto
il
Fino
alle
al
cor mi scende!
consolava. Allora
il
lev,
nubi
il
Eran
le
il
Tosto che
Il
capo
Re
appunto [ddio
Onde
per
rimani
Attriti sian
te,
Deh!
in
In
Il
ci
qpiell'istante a
Simrgb.
Eran
di
risala.
Sam
ma
tal
tu in eterno
poter sovrano!
l'orrida
Fermi
montagna
su lui
de l'accolta genie
Ma l'antico eroe
Dal capo
al pie
quel giovinetto
Si pose a riguardar.
Egli era
di
figlio
d'imperiai corona
il
petto e
il
braccio
321
Le sue
labbro
il
belle gote.
Alcun
difetto in lui
In lui cercar
si
potea.
Ma
il
core
Fu
Non
ricordar,
Caldo
il
ma
di
novello
amore
ti
riebbi, sacra
triste ancora,
Io cercher,
Tu
il
che d'oggi
fia.
Indietro
volle
il
il
monte
monte
Di s ben degno, e
ammanto
le raccolte genti
polve all'etra
Tinto in azzurro
FlRDUSl,
I.
si
di
lontano. Fremiti
21
Fr
322
E di trombe un
Levar pur anco
fragor.
i
Le
voci altissime
cavalieri e l'orrida
Invito di Mincihr.
IV.
l'iranio signor,
che gi disceso
Era
Sam
Con
Per
fior,
molto senno,
di
il
Veloci
nomo
s
figli,
arditi.
integra,
e del secondo
qual d'Azergashaspe
Destn, di
Sam
di
progenie
prence
al
Indi in Zabl
si
pur costume
Come a Sam
ritornasse, quale
di chi
di
a prenci servo.
Nirm
fu
giunto accanto,
323
Nvdher
Come
illustre
cenno intese
Del suo gran re, baci la terra il prode
Sam prontamente e rapido si mosse
Liete novelle.
il
di serti
Zal giovinetto a
Ei
f'
amante.
un elefante sopra
Con
E Sam,
di
Baci
sella
L'uom
di
Volser la fronte,
Sam
il
Re Minocihr beato
al seggio suo,
Con
il
il
core.
maggiordomo
324
Ma
Sam
favell:
poi
de' vegliardi
il
core
il
Or
senno.
tu gli apprendi
il
lor costume.
ei
Potrebb'egli saper?
Dell'opre allora
Del
figlio suo,
Anche
il
fin
le
nubi.
A un
s di pietre
ciel
novello
adamantine
Chiuso era
325
il
Del
figlio
Dolce un
mio
quale
la ricordanza,
conforto, ridestai.
Ma un
varco
Non
Da questo
Amor
E gi
ma
nel seno
Da questo
mi
In questi accenti
rivolsi a Dio,
ovunque
non volgesi
cenno tuo conforme, io qui mi sono
Che
Pien
al
peccata
di
Dinanzi a
de
mentre
la
il
il
ciel
cor, misero
servo
te,
La mia speranza
Ma
d'altri
questo servo
tempo
le ferine
Per il
Rendi
tristo
amor
mio, rendimi
il
figlio,
Ampie
Simrgh e
il
f'
320
si
capo a noi
il
Di Zal in
monte
nube a primavera.
grembo l'agile persona
pria. D'una fragranza eletta
Fu
il
Gi
si
cal qual
Toltasi in
pieno
itti
riguardar secche
io nel
gli
le fauci,
Del
Il
figlio
me
mio, senno di
in
brama
mia mente
A me
il
rec
figlio
l'inclito
augello
amor fermezza,
in
sue lodi
le
Lasciommi
il
Appo
Ma
io
ai
precetto
f'
il
giovinetto
qui m'addussi,
lui.
sacerdoti,
il
sir^:
si
far. Questi
Tutti esplicar.
argomenti d'uopo
Dell'astro del fanciullo
chiaro
([nell'inclito
Famoso eroe
gagliardo e animoso,
Duce
ei
pur
di forti
di leoni
327
domator possente
disciolta
Con
di tappeti
una gran
Garzoncelli di Grecia
Ancora
copia.
ei
v'aggiugnea
il
fondo
Rabeschi in
gemme
rilucenti,
ancora
Un nappo
e in fulgid'or con
puro argento,
!,
que' doni
editto,
328
Fu
chiesto
Sani in pie
il
si lev,
In tua giustizia,
che
o giusto e vero
t'elevi in alto
il
Fato. Innanzi
ben vile
Sono i tesori della terra. Oh! nullo,
Fuor che del nome tuo, segno ci resti!
Cosi discese dall'arcion. Die un bacio
timballi
Al trono imperiai, mentre
cotesti occhi tuoi cosa
villaggi e citt
rimirarli. Poi
yenan plaudenti
mondo
Che muschio
fu
la
polve in su
le vie
Polve
di
bella
attorno
329
quel diletto
figlio
illustre
Maestri e saggi e
parole assai
f'
ei
disse
l'anima e
Versa
il
ma
cor mio,
di doglia
che
umor che
d,
il
mio
ciglio
folle
invero
Ma
S l'allev,
330
Il
acquisti. Intanto,
la via di
sua grandezza e
il
modo
Dell'esercito
A.
Zal
si
mio
coi
a'
sommi
cenno
nemici
duci.
sta.
Qui sempre
il
tuo
ni osto
i
mio cor
si
fa
dolente o lieto
te,
fa,
tu adopra,
pugne o
assalti.
Fra noi
331
Un
di pace.
d,
Che
Per che
sol
Le acute
spine.
il
padre. Or tu
Qual desire in
gli astrologi
Secondo gli
Perch qui
un
astri,
disvela e
gli
dimmi
indovini
buono un
consiglio,
fosse e
il
Modo non
il
Gi
te.
il
tuo serto.
Ed ora
di superar decreto
Del
Amanti
del saper.
Ogni dottrina, e
Tu apprendi
e ascolta
diletto t'avrai
Adoprando
D'amico indotto e
rozzo...
Il
figlio
mio
Da Dio signor che
Conta nel
332
i
nostri d fugaci
ciel,
felice.
scheggia d'ebano
di crotali
Come
Dis'iosa d'assalti
Due
staz'ion
11
Si prese
al
seno
il
E incominci meraviglioso un
gemito,
S gli f'
Per
la
il
genitor
sua via.
Al trono suo,
di
di
ritornarsi
di ritornarsi lieto
figlio di
Avorio
assise e
la
corona fulgida
D'ogni argomento
Sermon
E
E
333
fea,
argomento
d'ogni
eran sempre
tenean consiglio
Di cose varie. E Zal veracemente,
Per ci che appreso avea da quelli assai,
belligeri eroi seco
Tutta
Tale
la notte e
si
f'
il
d,
Leggiadra
luce.
Per sapienza, a
Per
cotal
sua
la
consiglio eletto,
punto venne
Che vederlo
Era
il
crin
come
canfora. Si volse
si
rivolse,
tratto,
ancora
Al
confili di
di
Qual pur legge
Vita
Da
breve.
334
nostra
di cotesta
V.
Amori
lieto.
Zl e di Rdbeh.
di
Mihrb
nome, visse un
di
ricco di tesori e
possente
re,
cui deso
il
Come
cor, la
l'incesso.
mente avea
Avea
di
Il
omeri
gli
nascimento suo
Dahk
Kabul
de' saggi
de' sapienti,
egli traeva
tutta la terra e
campi
Come
seco
Con
Con
in
battaglia
di
ei di
monete
Un diadema
Tutto a smeraldi.
di
Seco
Kabul
egli
tutte
le
-enti
addusse per
la
armate
via
dirotta.
335
mosse
lui si
accoglienze
gli f'
apposero
Di
Una mensa da
quella
Vino
mensa
principi famosi.
Apportar,
Figlio di
ma guardava al giovinetto
Sam con anima sospesa
L'avvenente aspetto
s che per lui pi caldo
Ei sent il core. Oh s! l'anima e il core
E la mente pur anco a lui donava
Mihrb
intanto.
Piacquegli inver,
Mihrb
Dalla mensa
come
di Zal
levossi
la nobile statura
Prence Mihrb,
Zal ne ammirava e
la
cervice eretta,
Di
si
cui pi assai di
sta
una
questo
figlia,
sol
risplende
al piede
Leggiadro
D'un eburneo candor, qual primavera
il
volto.
Ell' dal
capo
lei
le
brune trecce,
ai capi
330
le sopracciglia
a foggia
Di
te,
come
Zal,
Sent
Per
muoversi
la
in
Balzgli
cor.
il
Partan da
lui
che ben
fu
che
tosto
faccia
bruna de
la
lecca quale
E
prenci v'accorrean con le lor spade,
Con lor vagine in fulgid'or. Quell'aula
i
come
Re
di
tosto ei chiesero
incliti.
Come
337
un grido
Il
varco
Zal gli
Su
f'
il
core.
poi disse,
in
Sam
non
sara, non,
quando
il
sappia,
Con
Ad
si
andassimo
prostrano
altra cosa
I.
22
338
f'
lodi;
di
tutti,
Mihrb
le lodi,
Ma
D'un
il
tratto.
Lungi n'era
Di ragion tenne
il
loco.
il
si
il
dolce
il
senno.
facea
senno, amore
Arabo un prence,
tetto
mi sar
il
destriero
vogl'io,
di spregio
Fu trafitto adunque
Appo i pi savi .
Da ben molti pensier di Zal il core,
Che sempre e sempre il cor mesto e dolente
Ma da parole
ne potea, quel cor fu tristo,
Per timor che offuscarsi l'onor suo
In ci fermo ei tenea.
Che
altri far
Potesse in
lui sul
ci.
capo questo
Stagione ancor;
ma
ciel
per lunga
pieno e traboccante
di ribollente affetto.
Avvenne
che un giorno, al primo albore,
Prence Mihrb usc, part dal loco
In che fu accolto. Lodi fra s stesso
poi
di
sua
viri! fierezza
sue stanze,
Un Rudbeh,
339
Sovrasta
Come
giuggiola rosse,
bianchi denti:
di
Sani esto
figlio
Qual se di vecchio,
a cui biancheggia,
capo? E si ricorda
il
Le
die Mihrb:
Vaghissimo cipresso
Ne
S
come
Ha veramente
e vigor d'elefante,
340
Oro spande
nemiche
all'intorno, e le
Ancora
Glie biancheggi
il
Fa tacer
fieri artigli.
la
polve
mancamento questo
Ch'egli ha candido
il
crin.
che
sol
questo
Va
Con
ci
Come
inganna ogni
Rudbeh
Poi che in
lei
di
Un novello deso,
E nell'indole sua
di
quiete e pace.
ragion
si
prese
il
loco
diversa appaine
Hanno a
ridir,
341
ancelle,
di
In ogni affanno.
Ed
me
consolatrici
Un ampio
La
il
notte e
Qual con
Che
me comporrete
intimo patto?
si
mezzo, a cui
342
prenci
Son
le dipinte
Che per
immagini. Davvero!
statura e questi
Cruccioso
il
vano
il
Come
allo splendor?
Le rose
altri: e chi a
suo male
343
Il
greco sire
Non
Sapean
Di
lei,
le
ancelle
ferita al cor, s
344
Ma
Donna
leggiadra,
Le gote accese a
quell'ancella e disse:
VI. Colloquio di Zl e di
Rdbeh.
si
levar
le ancelle.
Fregiar
le
trecce
capi,
Il
mese
primo
Giorno dell'anno, ed erano su l'alte
Spiagge del fiumicel di Zal le tende.
Di Ferverdn era ben quello e
il
345
Stavan
Ei le scoverse, onde
Nostro divieto?
Come
la
sponda, e allora
Le
un arco
pose in
Allor
man
di quel gagliardo.
mand perch
Voce
dall'acque chiare
346
Dentro a un navicello
Ha
di leone,
Di qual gente
si
Dall'arco avventa
lui dinanzi
dardi suoi ?
un suo
Che vale
nemico?... Noi
il
Che
Mai non
famoso un prode
L'ancella
Quale sovrasta
Divino un serto
Ambo
son
fieri
gli
Di chi nel duol
347
si sta.
Ma
suoi capelli
Qual
Le gote
Il
sue,
Perch
di lei le
Di quel
figlio di
Sam
Il
Alle fanciulle:
Oh!
Di due connubio
fossero conte.
la propizia sorte,
Che
Cedendo
va.
Ambo
li
D'uopo non
Dalla
il
il
fato
compagna
separazion,
Sta
se disgiunti
ma
nel secreto
Attendendo
si
sta, n,
fin
che nata
Una
non
figlia
348
sia,
Un
d alla
sua
falco, in tanto
Con
Che
Ova
l'ali
Allora
la prole,
tosto
seme! .
Quando, ridendo ancor, da lor tornossi
Di nobil genitor
Il
estingua
si
il
Sam Deh
Figlio di
Or qui
Se a
dei tu.
me
Schiuse
Che
dicea colei
ti
L'argentino candor
Ridisse al prence
Ci
che ne uda,
garzoncello, e parve
il
Gemme
Non
tornino
castel,
al
Ancora
cinque drappi
In fulgid'or, con
Colmo
gli
di
di
gran prezzo,
intesti
un Leggiadro cofano
Anche
si
tolse,
Questo recate a
le
fanciulle.
niuno
349
Loro
gemme
affidar le
e l'oro in
nome
Zal, del
Cosa in secreto,
Fra due
s'ella in
pria
non resta
Or
tu,
Malignamente
le fanciulle:
Cadde
lieto
augurio questo
Torn
Scese al giardino
il
principe di
forti,
E omaggio
Dal volto
gli
prestar le giovinette
di Per,
vaghe fanciulle
le
sue
350
il senno
ben degna
la ragion, se
Ella
si fosse.
mai
di lui
Appo me
di voi fia.
Ma
se sospetto
Come
La gota de
E d'ardimento
Ne
Eletta e pura.
Ma
ambra
Ma
fino
i
da quel suo
a terra,
bei capelli,
Gemme
il
D'idoli in
351
alla fanciulla
Or
Appo
le
mura
di quell'ardua torre
un suo
Il
laccio
Zal ritornava.
Lunga
fu la notte!
Due ramoscelli
Ciascuna in
al nobile castello,
di
man
purpuree rose
reggendo. Oh!
ma
da
l'alto
Ben
vide
le
il
352
portier,
Ratto apprestossi, e
f'
che a contesa
la lingua ardita
Osiate voi!
Ma
la risposta
a lui
leggiadra e bella,
sai.
il
cor le rose.
Vane parole
Vaghi
fiori
Disse
il
Ma
perch coteste
a spiccar
corremmo a prova?
si
Di suoi guerrieri e
di
all'allia.
la
terra intorno
sue tende.
forse
e stolte e vane.
Vennero
353
vedemmo
Fulgido un
Son come
Candido il
Avvamp
sol
come
costui
rose, candidi
volto.
il
Le gote
capelli,
Ma
La
Loco trovar
Un
E maest
Son
gli
il
corpo,
Leon
Ha
le
branche; saggio
li
egli ,
il
d'un sire
core.
capelli suoi;
I.
bianchi
28
354
Or
foste
descriveste e favellando
Dicea
Chiedeste poi?
il
prezzo
cotesto e
il
labbro
Con
lieto
Voi ritornando,
da
lui
gli favellale
(Questo
gli dite)
il
tuo deso
si
compie;
355
leggiadra e piacente:
Con
sottil'arte,
che
ti
Or
t'adopra
dava Iddio
Rudbeh
intenta, di nascosto a
ognuno
Avea,
Qual gaia primavera, una celletta,
Ov'erano di grandi e di possenti
Dipinti i volti. L'adornar di drappi
si
fosse.
Di gelsomin,
rami
spiconardo ancora,
di
Le
Fragranza
Di Sani al
Gi Topra
figlio
si
compia.
Tu muovi
il
passo.
al castello
Cos
Ella che
Nerissimi, leggiadra
come un
gli
occhi
agile
Perfetta luna.
Come apparve
lungi
356
Oh!
dolci a questo
Che
Che
quello hen tu
descrissero a
cor
sei,
le
care,
ancelle mie,
al
Di quelle
mura
come
dall'alto
Tutto
Notti per
te,
gli
Della Spiga su in
ciel,
dinanzi a Dio
s,
di
Cerca un'arte
sotti!
Al tuo cospetto.
Tu
il
capo.
357
serpentelli inserti
Toccar
Dell'ardue
e disse:
che gi nascea
il
La tua mano
di re!
Vennero
questo
all'uopo le
fin voll'io
mie trecce.
crescermi
crine,
il
questo,
Ei cos rispondea:
Non
giusta cosa
Nel
Da un suo
valletto prese
L'intorse e l'avvent, n
un
f'
laccio,
ad arte
parola.
Un
Salir potea.
Come
si
assise in alto
358
mura, a lui
vaga giovinetta e omaggio
Corse
la
S gli prest.
Ma
man
quella
prese
le
Ratto
Il
il
man
giovinetto, quella
di lei,
Veracemente, ed eran
le fanciulle
Avea
ella
capei le cadean.
Zal
si
Ma
l seduto
lei,
qual luna
Braccio gagliardo e
la
ammirava
cervice
erelt;).
Onde,
al colpir di
Ella pi assai
Mirava
Il
amplessi e sorsi di
Se pur
359
togli
che
il
sue gote
che pi assai
Fr
caldi baci
fumoso vino,
nobile leone
non
trasse.
Ma
pregiata cosa
persona
Appresi a dispregiar, s che non calmi
Di rivestir la mia funerea benda.
Or qui, per Dio signor, giudice nostro,
A te prometto che il tuo patto mai
Per me infranto non fa. Dinanzi a Lui
sol l'anima mia, ch'io la
Contro a
me
di
Puro facciano
il
vendetta e di corruccio
cor. La mia preghiera
la
In testimonio sta
Che
altri di
il
Fattor del
me non
fa
mondo
signore e donno
inclito eroe,
360
vincolo spezzar!
L'attorto laccio
il
Come
Quest'almo
Tutti
sole, tutti
prenci a gara,
Ch'ebbero
al
Da quel
Il
Ma
gi inviava
VII. Consiglio di
Come
il
saggio ministro e
Gl'incliti saggi e
sacerdoti,
valorosi tutti
Da
361
Rapidamente a favellar
la lingua
Sciolse
il
figlio di Sani,
Le labbra e
lieto
il
cor.
Primieramente
Pien
speranza pieno
La speme appuntasi
di terrore e di
Sia sempre
il
nostro cor
Facciam debite
La dolce primavera
Nella luna
eli
mena
tardo autunno
il
Fruttiferi e giocondi.
Il
giovin tralcio
il
D'aspetto tristo e
vii.
il
suo consiglio o
fa tal'altra ancora,
il
Ma
niuno avanza
suo precetto.
Il
passo,
Da
chi solo
sta,
si
362
Compagni a
Ma
Lui,
non
non consorti.
soci e
E da un
E aperse
Ma
e trasse.
dall'alto cielo
Ehbe da
Che non
fosser
figlio
suo
in terra, e alcuno
Quello
Il
il
figlio di
Sani
il
Per
figlio,
lui s'abbella
E argomento
di
me
cor da
me
fugga, fuggasi a
un
tratto
363
l'ostel di
il
La
ciel
figlia
Lagrime
ardenti.
Oh
s!
or si compiacque!
Forse che dite voi che ne fia pago
Sam cavalier? Re Minocihr, se questo
Un giorno udr, forse che la mia colpa
Di Sindkht ne
la figlia
Quand'ei
si
o servo
Or che
saggi tutti?
Ebber mute
mai vedranno
Sacerdoti e savi
le labbra.
Oh!
la parola
Che
l'arabo
Ben
io so
che
Di ci inchiesta facendo, in
tosto
tal consiglio
364
Ma
E un
Da
questi nodi,
Allora
trista voglia.
La sua
gioia cercando e
Tutti, dicean,
il
piacer suo.
siam servi a
Da molta meraviglia in
Or per chi pi grande
ma
te,
presi
fummo.
ci noi
o chi pi vile
In ci farassi?... Pregio non si scema
Per
Grande
Non
natura
di
Che della
Anche se
Ma
II
vii.
Vero
cotesto
se di ci
nostro re,
A Sam
tua
acconce.
Il
di Sam
Re Minocihr
Ch'
cavalier,
Uno
non
fa
che mai
Chiamossi innanzi
duce
Di valorosi. Pieno
La grave piena
Vili.
365
core avea;
il
ne disfogava.
allor
Lettere di Zl e di Sm.
(Ed. Cale. p. 124-128).
A Sam
Con
lieti
f'
lodi a Lui,
Vien
Da
la gioia
Re
quanto non
di
A Sam
figlio
Ma da
lui
scenda
Fa
il
rapido destriero
Della
ei
la
tempesta
A
A
ch'ei solleva
366
me
In seta e raso, e
Simrgh intanto
il
speme
la
Smorte
il
mio
E me
Entro
la schiera.
Che
la
Arsemi
Ma
l'ignudo fianco
il
Sam
il
figlio,
Io dentro a
un
Sam
nido.
sfavasi in trono,
Ma
poich l'Eterno
Non
Anche
Nubi del
11
ciel.
S'anche
a' leoni,
prigioniero
Anche
se forti
Fossero i denti
Quale spezzami
Quale
di
come incudi
Ma
suoi...
il
ei
sempre
Dio signore,
e fermi
grave cura,
vennemi innanzi,
mai
Oh! ma se il mio
cor,
si
mostra,
367
Che
Cosa
Per
il
secreto,
Mihrb, mi struggo
la fanciulla di
tale,
seno
Tale son io, che un mar
affanno
acerbo
Veracemente. Per
Io giunsi a tal che di me piange ornai
La gente tutta. Ma se gi il mio core
di pianto
non
il
io
Sciolgami alfin da
l'infelice stato
Chiara una
gemma
Ned
La
ei
figlia di
Conforme
Ben
si
ai riti
legge,
il padre
che Iddio
ed alla fede; e
promettendo disse
quand' ei mi trasse
Nel
D'Albrz da le montagne: Ecco! non io
Impedir deso del tuo bel core,
E il mio cor qui si avvince in tal promessa .
Un cavalier, qual d'Azergashaspe
Rapido il fuoco, di Kabul si mosse
Ver Sam con due destrieri. E in pria f' cenno
Zal e parl: Se stancasi un de' due
Tuoi palafreni, anche per poco mai
lui
mi
rese,
Non
t'arrestar,
ma
rapido su
l'altro
368
Fino
Come nembo
lui dinanzi;
Fosse
il
tolse
si
il
parve che
messaggiero
di ferro
Ma quando
anche da lungi
una montagna attorno
Ben
lo scoverse.
Ei s'aggirava;
Fuggan
il
le belve.
Rapido un cavalier,
ma
Di Zabl un destrier
Veramente
Sar
sotto a lui
di pel
ch' bianco.
un messaggiero
di Zal
costui. Vuoisi
da
Primamente cercar. Di
lui
novelle
Destali mio,
Inchieder verbo.
Venia dinanzi
il
In quell'istante a lui
il
nobil
duce
vincoli scioglie;!
Cima
Che
Gli fu maestro
un
369
dalla fortuna
d,
Le belve
dal cacciar
come
a sue case
costante
il
tua saggezza
tal contesa,
rivolgi
s'io dir:
Tuo
desiderio, tu soddisfa
Che un
il
augello nutr, da
core
da questo
lei
figlio
ch' stirpe
Come
dal sonno
sacerdoti
f'
un
si
lev, di savi
consesso. Aperse
dimand: Qual
Uno scompiglio
il
fuoco, tutto
I.
24
Su
immagini del
le dipinte
Fausto a noi
370
deli!
puntate
cielo
i
vostri calami.
Tutto
videro
ei
Con un
sorriso,
alfin,
che due
che tornarono
stirpi avverse
A Sam
figlio
fero,
E lever
Il
Ma
la
radice
Depresso
Il
sia.
Segsr o
il
lai
di
possente
Acqueter
la
mente conturbata.
Speranza
il
la fausta novella a te
Prence famoso.
Ma
in lui
lieto
annunzio
ne viene,
Zampa sonante
Il
a' belligeri
pardi
371
morte
si
avranno
Chiamer
Come
detto ascolt
il
Sam
cavaliero
porse grazie e
di
da misura
Di Zal chiamossi
il
messaggier; con
lui
Tu
gii dirai,
modo alcuno
brama tua novella,
Cortesemente: Non
Di sostener
la
Figlio diletto.
Era
Ma
poich gi in pria
il
Tu
Tu
datti pace,
Da
questi
campi
mie
di battaglie e
d'armi
il
sire
si
appresti
dissegli: Ti leva!
Non
farai tu.
Alcuno indugio
Cos l'accomiatava,
Indi, ei stesso,
Di ci beati
capitano e l'ampia
il
questi or
elli
si
Come
trascorse
372
Verso
Zal tornava
Come
il
lieto
raessaggier.
augurio
Da
lui
messaggio
il
Nummi
a'
poverelli
Non
suoi sollazzi
IX.
Sdegno
di
Mihrb.
Fra
Zal,
Come vago
duce
d'eroi, e la gentile
cipresso era
una donna
messaggi
Prence di
I
forti,
Le udite cose
lei
chiam
vicino,
le ridisse e poi.
373
Vanne a Rudbeh,
In questa foggia
aggiugnea,
le
le
parla
messaggier,
Il
di
Sam
dalla presenza,
La
risposta affidava,
Usca da
et
preso quel
lui,
Come nembo
ella intanto
Allora,
foglio.
A Rudbeh
Erano
Anche
mute
in fulgid'or;
fregi
di vesti
Sperta in
Ma
Le
Come benda
ben degne; un
serto,
la
Ma
trama non
gemme
Ivi conftte.
Ella rec,
Astro splende
Mand
Mand
di Giove, e
al figlio di
saluti e
un
Sam, con
ricchi doni
essi
molti
Da
le
stanze di
374
lei la
messaggiera
Baci
la
terra innanzi a
lei.
Deh!, intanto
Ma
il
di te sospetto
Vendo
vesti e ornamenti, e
il
mio guadagno
Ma
Sindkht
le
l'ira
,
mi
mia!
disse
375
La
Tu
il
Ma
la
menzogna
non
fin ch'io
l'abbia.
Vedea Sindkht, e
rissarsi
man
le trecce
colei,
la sospinse e
rea dell'inganno,
contro al suol col volto
Miseramente
intanto,
al suol, la strascinava
La
traea, sovra
Ad
or ad or cader la
il
suol,
qual forsennata,
tea.
Ma
poi
pur anco e
la batt
con mano
ella,
qual'ebbra
Le guancie si percosse,
guancie come intatte rose
Bagn degli occhi, bruni quai narcisi,
Di molto pianto, e le purpuree rose
Brillar di quelle stille. Oh! cara, oh! dolce
La
figlia sua.
Ambe
le
376
madre
il
tuo secreto
donna tua
Da chi sen viene e per qual mai cagione
Presso a te si recava. In qual mai guisa
And cotesto? e chi costui che degno
Disvela, e
di',
cotesta
Fama
di noi
men
bella?...
Rudbeh
Della sua
Stille
e calde
s!,
pi bello
il
volto
madre
poi,
fiero
un amore
al principio
mondo
La madre mia, parole o buone o triste
Non andrebber di me. Soggiorno fece
al
E me
A me
la vita,
che
in aperto loco
vita.
377
Che
Da Sam
ed
illustre,
egli la risposta
Sam
ma
cavalier,
Acconce e ne ud ancor,
Di lor consiglio
fin che,
richiesti
sacerdoti antichi,
Consenziente
ei si
Ei torn dal
Maznd
al
Intesi
Messaggiera
Ed a quel
di noi
che rec
il
foglio,
mia
foglio la risposta
La
gli
figliuolo
E
I
pi bei pregi;
E perdono
Ma
del
un
solo
mondo
il
suo
il
i
difetto,
pregi.
378
veramente
in arcioni
il
mondo.
Donna avveduta
E d'alto ingegno, cos fa tu sempre
E le tue labbra chiudi. Oh! mai non sia
Che a favellar di ci tu sciolga il labbro,
Disse alla donna poi:
Ma
qui, sotterra,
Seppellisci.
E carezze
secreto che
il
sai.
le f', disconosciuta
giacer
Detto tu avresti
duol la sua persona.
si gitt.
Ma
giacente
ei
vide
gli
Ampi
giardini, per
il
belli,
nostri
Per
la
corona e
il
379
nome ed
Alto consiglio!
Ma
il
il
nostro volto,
in cotanta gloria
in cotanta giustizia, a
quando a quando
Tutto
ai nemici,
il
Quanto un
soffio
si
dee
Acqua
gli
Serto e
il
demmo,
v'appendemmo
il
nostro
l'ombra attorno
si
gitt,
dovizia
Uom ch' pi
Ma come a te
E
Un sacerdote
D'antico senno e d'inclita fortuna
Dell'albero acconci la vaga istoria
il
secreto potrei?...
380
Or
E aggiunse Non
:
Conforme a
si
di
Sam
il
figlio
Pallido e
Ed
sospiri.
Come
ud, balzossi
Le gote
I
impallidir, gonfiar di
sangue
Io
S'empiron
Ambe
Da
le
chi
mani attorno e
t'
cos disse:
servo, ascolta
una parola,
Dalla sua
Come
mano
mand
al cielo
un grido
Disse,
381
All'istante
Non
Non
Ella
mi
seguitai;
fea!
Non
miei
inganno intanto
tristo
Un
che
alla battaglia
L'ugne acute
egli fea
pensier mio?... Se
Re Minochr
Sam
dalla battaglia
a'
mai
tempo
nostri danni
d propizio
guerrier, vedrai
negro fumo
Dal Kabul fino al sol, n coltivati
Campi qui resteran, non bionde messi!
cos,
qual forsennato,
Sam
di cotesto
avea
382
N genero
qui, che
il
sanno.
quale,
il
danno
tuo,
Ebbe
gioia
Serv, di
Fredn per
Yemen
Destn, bramoso
quell'antico
signor. Questo
di
pur disse
poter sovrano,
Ha
Porgea Mihrb,
ma
donna intento
la mente
piena era
Pensier
Ma
il
F' tal
Rudbeh
Di
383
qui.
Tem
Sindkht allora
lui,
Non
Orba non
fosse di colei
si
vaga
Rudbeh sua
Niun danno fatto avria. Guarda!, le disse,
Per ci appunto il signor dell'ampia terra
Alla regina che a
lui
dinanzi e tocc
Alla sua
figlia,
il
suol.
sorridente
come
il
Sen venne
labbro,
di sereno
Ilare
il
volto
Sotto
a'
Il
Candido
petto
il
Tosto dischiudi
384
ornamenti
gli
Cos le disse:
che
mostra
quella
adornamenti?
gli
Cosa spregiata e
dolente e lagrimosa.
lui
tuoi,
ti
sol
il
vii?...
Di Sani
il
figlio
come un
Si
Di sotto all'oro ed
Un
ai rubini. Ell'era
Iddio
Le
chiam nell'intimo
Deh! tu che
disse poi:
Orba
del coiv.
la
tua mente
festi di
Come
Deh! non
Non
ti
anello
Oh! se venisse
tocchi!...
mago
ucciderlo dovra!
Rudbeh, come
ud, la
sua risposta
si
accese,
Ella socchiuse
Andavane
frattanto
il
il
Di feroce deso,
padre
suo,
attorno attorno,
cor, piena la
s
mente
che tornossi
il
core
Mancavate,
385
lagrime bagnate
di
X. Sdegno di Mincihr.
(Ed. Cale. p. 135-139).
Sam
Di Mihrb, dell'amor
non
di que' due,
di
Zal cocente,
innanzi
co' sacerdoti
lui,
Re Minochr
di leoni e pardi
con l'armi e col consiglio,
E poich re Fredm pura la terra
F' dall'empio Dahk, da cui semenza
Mihrb nascea re di Kabul, non vuoisi,
Io riscattai
Non
Amor
di Zal.
Se verr un
come
figlio,
Da questa
Di
Sam
figlia di
guerriero,
Di nostra stirpe,
A un
Mihrb, dal
ei
ma
non
fia
mai
figlio
eia
un
lato
Alla sua
Sar
la
FntDusi,
I.
mente sua
di stolti detti,
25
Tutte d'Irania
Tumulto
le citt
ei far
386
d'un alto
piene e di scompiglio,
Gh' di
il
serto
Or voi mi
noi, diverranno...
dite
capo. Intanto
il
Un
consiglio
ponga.
si
Benedissero a
lui,
sacerdoti
d'intatta fede
Pi
come
L'inclito re,
ci d'essi intese,
Nvdher
l'inchiedi per
me
se sciolto alfine
gli dirai,
Quel
figliuolo di re,
pose in via
Ver Sam
figlio
Con
elefanti ardimentosi e
timpani
prenci
tutti.
Nvdher
L, da
387
Sam
E andavano
molte
messaggio allora
Principe Nvdher di quel padre suo,
E Sam guerriero giubil nel core
Di riveder l'iranio sire. Tutto
II suo comando eseguir, rispose,
fra lor parole
il
Di quest'anima mia!
Fu quella schiera
Di principi ed eroi ospite cara
Di Sam que' giorni e giubil, fu lieta
le
nome
Lenta
Che
allora
sol
Come di Sam
Re Minochr, il
388
Da monte a monte,
trombe
Ed
Ed
Un
esercito andava,
andavan prenci
Fu Sam
E digli
illustre,
accesso
che vicino
Come
re.
la fronte
suol baci,
E Minochr
si
fece innanzi
il
prode,
levossi incontanente
f'
Oneste e
Bene a
lui
fece
gli
gli
f'
dimande,
E cruccioso
mostrossi.
Ad una ad una
di
Pi
ei
son davvero,
guerrier pugnace
Era
che
la
gente appella e
noma
anche li crede
Battaglieri e feroci. Allor che venne
Di me annunzio fra lor, parve che a un
Stordisse la lor mente alla mia voce;
tratto
389
Di contrastar
me
tutti
contro vennero,
Tremava
sotto,
intenebrava
il
giorno,
Ampio uno
speco. Gi
il
terror scendea
Come
L'inclita
S che
Nemica
un grido
Clava ferrata
schiera, sollevai la
mia
di trecento pondi
il
Che avean
Colpir di clava
Un
il
suol
mordea calpesto
bello
il
viso.
Ma
Dalla semenza di
di gloria
amante,
di cipresso
Dahk
antico
ma
quell'ampia
390
La campagna
Turbo levossi
immane
volante polve
Che
la terra
fosse
il
Ed
volante nembo
come elefante
con un ferro in pugno
Ebbro
di foia,
391
cauto mi tenea
io
E guardingo
Mi
fu
Io la
Come
vicino
Palafreno allungai,
furfante
lui
Di sella
il
tolsi
Quasi morto
battei
il
come
elefante
Tutte
le genti
a torme
si
su pei monti.
Ma
re sovrano,
come ud
coteste
che
il
giorno
a'
monti sparve,
fu lieto e festante, ei
che vedea
392
Fr
le cortine all'aula
E fino
Venne
Venne
f'
imperiale
al re dato l'accesso.
principe
Sam
Allora
ardimentoso,
lodi al
Cos a
Sam
Con prenci
Oh
s!,
quel re del
favell: Di qui tu
eletti,
mondo
vanne
suscita l in India
in quell'incendio
Vasto un incendio e
abbrucia
lui
il mondo,
guerre e di tumulti
Per lui va pieno. Chi si aggiunge a lui,
congiunto a Dahk autor d'incanti.
Dalla persona gli recidi il capo
quando a quando
Tranquillo in pria,
dell'empio
Dahk
triste voci, e
di
Impeto ed ira
l'iranio prence,
dimostr
Poi che a lui
verbo. Sola
aggiunger
osava
Sam non
Purifica
la
terra.
393
Sen venne
XI. Colloquio di
Sm
e di Zl.
Di ci che
Kabul in iscompiglio
Mihrb dal nobile castello
Levossi un grido. Gi perdean la speme
Per lor dovizie e per la dolce vita
E Sindkht e Mihrb, Rudbeh ancora,
E venne dal Kabul con pianti e gemiti
Le
citt del
di
labbro,
il
Verr
la
un orrido serpente
Kabul
l'alito
vorr in pria
L'opra tentar, recidermi fa d'uopo
Ei mosse
Questo mio capo primamente.
d'affanno,
pieno
padre
suo
Per irne al
Pieno il cor di pensier, piena la mente
Di dolenti parole. E come annunzio
Pestifero, in
s'ei
figlio suo,
il
Via divenirne,
Fredn
l'antico
timpani
Duce e
ornata
394
lieto
Per
statura sua.
la
Come
Ma
il
giovinetto.
il
d'un serto.
Il
suol baciava
Ma
venano a
lui
Appresta
Sam
elli
antico,
venino
Al suo gran padre
:95
garzoncel ne venne,
il
Il
Sam
D'alcune
Le fresche rose
sia,
l'anima sua
Ardon
Adamantine
tua spada
al fulgor di
Ma
l,
dove sobbalza
il
geme
le pietre
la terra.
tuo destriero
Sembra che
il
la foga
veracemente
E prendono da
E la terra e il
te lor giuste
destili.
Sol io
norme
non ebbi
la via
si
voglia,
39(3
festi
il
m'abbandonasti,
Ma
candido
Cos
mi
Patto e
Che
color...
nutric, poi
il
consiglio tuo
mi tenni a mente.
tempo mai
tu dicesti: In nessun
che rechi
frutti .
intanto
fai
mi
il
In ogni
E Mihrb
397
Ma
me
sappi che di
Offesa,
che per
te
il
Kabul incolga.
gli
il
per te giubil
di chi
11
tristo core.
Il
Tu chiedendo mi
m' avverso
Sam
Non
Non ricomponga
Per tua mano, o
Un
foglio
diletto, o di virtudi
Adoprerem,
fia
mondo.
d'uopo intanto,
di lui l'anima e
il
core
398
Cosi dinanzi
Uno
scrittoi
Sam
f'
argomento seco
due gagliardi.
d'ogni
al principio di
E
E
E
Vengon da Lui
in eterno sar.
il
bene e
il
male e
l'essere e la morte,
Modo
Roteante su
Egli
nell'essere,
noi.
Vengan da Lui
Espugna
fa di
le citt,
Parte a ciascuno,
ei
sua gioia
che
vessillo in alto
il
feri
Uccide in giostra.
re, della
tua clava
in
polvere
di sotto al
Che
tu
meni
si
gli alti
sciolgono
pie ferrato
Ma
il
mondo
intanto
gli agnelli e
tristi lupi
399
mia
Eguale a
me
pel
mondo un
cavaliere
Valor de'
Che
alla
forti del
Maznd
Cadde
allora
Distesi questa
Da
Ei
si
il
Il
cielo
il
Ma
suol di sotto
il
gli
fero drago
alligatori
400
di
giovenca, e l'arco
Le
Come
lacci attorti
Le
40i
Come
il
lati,
alquanto,
serpe
colp, l'orrido
Ed
ei
balzando
l'evit.
Ma
la strozza,
ratto,
punta
che ne usc dal petto
Atro un fiume di sangue. E poi che angusto
Nell'avanzarsi ei mi rendea lo spazio,
L'ultrice clava mia, dal capo a sommo
D'una giovenca, alto levai. Con quella
Virt di Dio che della terra sire,
11 mio forte destrier di l sospinsi
E del mostro calai sul tristo capo
La clava mia. Detto avrest che il cielo
D'alto gli piovve una montagna! Ruppi
L'orrido capo suo, qual di feroce
le fauci sue, la terza
Entro a
10 gli
avventai,
Elefante la testa,
il
rio veleno
Per
le
il
suolo
Onde s'empir
di
sangue e
di veleno,
Ma
Fibdusi,
I.
eterno.
di
donne,
26
402
Che
il
fatale colpir,
Gemme
al pie
Spoglio era
il
mi
quello
mentre lucenti
gittr.
Quand'io tornai,
fu
l'offesa
Ma
per molt'anni
In quel loco deserto alcun non sorse
Giocondo frutto. Desolato ed arso
N'and per sempre d'Occidente il suolo.
Ma s'io soltanto a te parlar dovessi
Di battaglie coi Devi,
Lungo ben
si
l'aria
Per
Calcassi
il
il
mio
consiglio,
sospinsi
leoni feroci
Ma
mio
foglio
L Ve
I
il
nel raccontarlo.
il
anche
fer sgombri.
che
la
sella
il
II
la
terra
Furono
gi,
non sono
pi.
S'incurva
403
anni
gli
mano
Il
laccio mio,
Il
Abbandonammo
l'inclito loco
s,
com'io gi
Scemer, faran
Iranio sire,
Ma un
Il
figlio
fea,
lieto
li
il
tuoi nemici
al re.
Buono dinanzi a
Dio,
Che
Ma
il
mio
il
patto
re gi intese,
il
fei
montagne
Ricondussi d'Albrz. Fec'io promessa
Che mai distolta dal consiglio suo
La mente non avrei. Questa impromessa
In questi giorni ei mi rammenta, e intanto
Sen venne innanzi a me, rosse le gote,
Quando gi per la doglia affrante e rotte
Ratto che
il
figlio
dalle
Disse,
Dagli
un
bel roseto, e
Meraviglia non
s'ei
ne
il
diventa
folle,
prence iranio
404
Quale
il
per
lui
Non
me
Ma
questo
Vengano
Vogliasi ricordar.
intanto
Da Sam,
Come
ch' di
Nirm
prenci suoi
inclito figlio.
il
foglio
in sella
<'iiner
d'un
sol
colpo atterra.
405
Sm
XII. Colloquio di
Sndukht.
e di
Come
l nel
Attorno and,
fu di
Disfog contro a
lei,
gi accolta in pria
di vendetta,
D'Irania a dietro
si
Avr sua
sol dal
suo disdegno,
il
prence
trarr e la terra
Osera contro
Sam
scendere in giostra,
si
mosse
Una
parola da
me
ascolta, disse,
Del
Non
406
Mihrb
Non
vecchie sentenze
le disse allor,
ricantar. Ci
che tu
sai,
un
di'
aperto;
vel di sangue
venga, o
ti
sire.
Ma ben
Che
dir
vada
parole acerbe
bello, e le
fia
io
Fatica avr,
Ampio un
La chiave,
ma
tu di tue dovizie
tesoro a
me
darai.
Ten prendi
E con
mena
te
in
su
la
via lontana
Le
citt di
Colui non
Che
gi
Kabul
ci
vasto incendio
all'elio
ricchezza a
Abili
in
arder, l'antico
vii
arte sonile
me
si
volge.
questo
Di solenne irapromessa.
d
Il
con teco
dolor mio
K)7
Da Mihrb
si
prendea, poscia
di
scampo
viril core.
intesti
d'auro
Il
Con
gemme
di color vari e
E cento
fregi artificiosi.
smaglianti
e cento
Le lame
le
vagine, forti
cammelli a menar
Di camminar vogliosi.
Una corona
come
ciel stellato
Quanto
in sella torreggia
un cavaliere
408
La regina
un
balz, quale
eroe,
pose in su
si
la
un casco
fronte
lei
correa
Ne
disse
nome
il
suo,
ma
f'
precetto
Che
quegli
E venne
L
Quivi
la
Primo
vassallo, e
Attorno da
I
paggi
f'
auguri
di tutto
il
regno
gittar, tutti
destrieri,
un'ampia
La mente
la regina, e intanto
dell'eroe
che
ci vedea,
ambe
suoi,
il capo
Qual luogo mai cotesto,
Poste a
le ascelle
Chinato
in gi.
le
mani,
409
Fra
Ne
del pi,
Alcun
consiglio,
me
quel de le genti
li
ricusi
Io
che
presenza
la fronte
giovinetti,
A Sam
Come
guerriero e
f'
gioioso
i
il
core.
doni suoi,
Fuggito
Qual
di cipressi, la statura.
Aveasi in
lei
Ognuna
tazza, e dentro
Ma
il
saggio eroe,
come
gemme.
cotesto vide,
lei,
Donna
410
regal. Poi
Cos ne
E Sindkht
ritornarsi.
Appresero
Sepolta
un tempo. E
ombre
fitte
La via superna
Della tua clava.
Colpevole appo
Che
te,
se fu qualcuno
Miiirb fu quello;
Polve
Devoti
medesma che
son di quella
ei
calpesti, ei
vivono
Opra gi non
gli fa
gradita e cara,
Ben
Splendente
il
Menzogna non
In
dich'io.
Ma
voi
altari
gli
che
in qm-sto
l'adorare,
due
cose,
411
Che non
Anche
tu sai
lite
Prence Sam
le clicea:
In ci che chieder,
Non mendicar.
la
sposa ne
ma
Tu mi
Mihrb
Sei di
rispondi
tu pretesti
la
schiava
di cui la figlia
sei,
Degna
si
mai
Alta statura e
di
Di sua saggezza, e
di"
partitamente
un
di.
Sindkht rispose:
Qual
vedesti
la
Almo
sostegno,
Chieggo da
te,
un giuramento
per cui
la
in pria
terra tremi,
Ricchi e
Ho
fiorenti,
torri ed ho palagi
ho nobile famiglia
tesori e congiunti.
se nell'alma
L'eroe
si
prese e fece a
lei
man
di
lei
ben fermo
Che
il sacramento
Sindkht regina e
di
le
parole sue
Ud pur anco e
Pose
412
impromesse, un bacio
le
Veracemente
che
ci
Prence, di re
in core avea:
Dahk son
io
congiunta.
Donna
al
La
Ed or men venni
amico
Il
ti
sia
ti
son
io,
del
Kabul non
Che venirne
Ma
il
core,
Come
tu degl'innocenti
affliggere
intese da
Donna scoverse
lei
Queste parole
l'eroe guerriero,
fermo
il
Ci mi trafigga. Or
tu,
con
la tua terra
tuoi cognati,
ti
resta,
413
Rudbeh
tua.
si
acquisti
compagna e sposa
Siete
Augumento
rinvien, cagion di
tema
Ma
Non
pensar, dolore
Tue
Una
preci e
il
lagrimar pietosamente.
di cotal foggia
La
non parve
il
suolo
Ch'ei
Il
gli
consiglio ne
fia.
figlio,
414
lui somiglia,
al fiero
l'altro...
Intanto
che dall'antico
Drago discende, mostrami tu almeno
E prendine merc. Che so il vederla
Gran cosa mi sar, piacer quel volto
Ben mi potr co' suoi capelli bruni.
Se il nobile signor, Sindkht rispose,
Lieti e beati e d'anima gioconda
servi suoi, deh! inciti
Render vuol tutti
al
mio castrilo.
Il suo baio leardo
assai del ciclo
mio
pi
tosto
il
capo
E
Si lever. Che se fa mai clic un prence,
Qual te, in Kabul io mi conduca, questa,
Questa mia vita gli offrir pur anco.
Sindkhl gi gi vedea elio pien d'un riso
Era il labbro di Sani, indi conobbe
Il
volto di colei
al
Si
compir.
intese,
Un
Mihrb l'annunzio
Or
tu memoria
Lietissimo ne dava:
Non far pi mai de' tuoi tristi pensimi,
Forte, animoso, ed a
.Ma rallegra
Ornai
ti
il
prendi.
Or
io,
dietro al
mio
foglio,
415
Per
il lungo sentier.
Nel d secondo.
Quando, fonte di raggi, il sol si mosse
E il capo si dest di chi dormia
Con
lei la
feagli
Sani venia
Sam guerriero
E vanne tosto e
A Mihrb
le disse:
di'
valoroso.
Or
tu ritorna
che vedesti
Un regal dono
lei ben degno,
ci
Apprestarono a lei, di
Ogni cosa pi eletta e preziosa
Da' lor tesori fuor cercando a gara,
E per Mihrb e per Sindkht ancora
E per Rudbeh, d'ogni cor bennato
Almo conforto. Quanti avea giardini
Sam nel Kabul, e torri e seminati,
E bionde messi, e quadrupedi ancora
Da mungere, e tappeti e ricche vesti,
Alla regina tutto
Anche
Anche
prese nella
le
conferm,
Accogliendo per
Ne
fosse
un
La mano
ei die.
le
mano
Zal, s
d la
il
patto
di lei la figlia
che Rudbeh
dolce sposa.
lei
Non
t'arrestar.
Vanne
in
416
ti
Pallido in pria,
Allor
fior.
Prendean
quelli la via.
Ma
tu frattanto
XIII.
N'andava
f'.
propizia sorte.
Prova
di Zl.
Che
Zal,
Ad
Sam
di
cavalier l'inclito
Ne andarono
Quanti erano
in
prenci
tutti
quel regno
al sire
figlio,
a gara,
incliti
e grandi.
Fin che
il
gran
re, di
comandava
Che dall'arida polve altri la fronte
Monda s gli facesse e quel bel volto
Gli die forza e coraggio. Ei
il
nobile signor
Che mai
l'inchiedea:
Per
la
Ogni cosa
Per
te,
suo meglio, e
o signor,
si
fa
la
letizia
si
fatica
e gioia.
volge
417
Re Minochr
Ne
si
prese
Letto quel
Lungo
Cor gi
Che
rendea risposta
ma
trafitto,
il
Sam
foglio, tal
il
vecchio
Il
gagliardo
Che avea
licor,
Sam
Figlio di
quel glorioso
Pien
di
tronche parole
il
mesto labbro.
Del
mondo
Molto
Di l
Che
il
si
il
il
garzone
Dinanzi
Firdusi,
I.
all'alto
418
Lunga
fatica
sopportando a gara
mano.
alla
Un
D'inclito
nome per
la
terra.
gran vigor,
egual mai non Ila sotto
mostrer
Si
Un
Del
ciel
di
sublime.
sar
il
Un
prode
di cui
la
vtMta
viver suo
il
crin far,
gli
avversi,
regnanti
rtel
E possanza
Egli far,
egli
gemer
far dattorno
fa
Sar sostegno
Ma volto
A Irania
419
ai cavalieri suoi.
sempre
in fiera giostra
Sar che
La
in suol di
notte o
il
giorno
ei
dal
pugnar
si
resti.
il
Or
si
Zal
tenga secreto.
In quell'istante
f'
Un
saggio
f' di
si
scemano.
Sono,
E bruno
Candido
s
si
qual
mar
Un
d'essi
di pece, l'altro
Son veramente,
Non
ma
questo o quello
Dissegli
un
il
compagno suo
che mai raggiunga.
fia
si
fanno
Manca
l'un d'essi,
420
Ove qualcun
le
secche e
le virenti
Ha
Un
in essi; la sua
Vizze reca
le foglie e
secchi
frutti.
E un
altro
Ognun risparmia
le
parole sue
Tu
rintracciarle indi
fa di
ascose;
le
scopri
421
ma
Zal giovinetto;
Le braccia
f'
si
eresse poi,
La lingua
rami
del
Or
compie
si
tempo
il
il
vero computo,
mutarsi
dicesti di ci
sire
trenta giorni
di tal guisa.
tempo
ei
l'altro
vanno
E segnano
L'eterno moto.
L'un dietro a
Ambo
l'altro,
il
tuo capo
correndo
ei
vanno
Tu
422
S
che
quando
di
Cavalieri
in
quando un
di que' trenta
si
nobile cipresso
il
il
Al suo viaggio
Pesci
I
sol,
quando
ne' freddi
brume.
due
G-li
il
si
che torna
la Libra. Allor
Intendi
la
sappi ch'
voi,
il
fiammante.
sol
Speme
Ma
il
la citt
il
monte,
Del giudizio
Sparso
di
Dio.
Quel
tristo
campo
caduca,
di rovi la terra
il
destili
di voci
un tumulto,
Abbandonata
e su quel
campo
restasi la nostra
ne
Diuturna
fatica,
or che
Salir sul
monte
alla citt.
d'uopo
Ma
un
il
frutto
altre;
Non per sempre
Ei pure
Andar
423
gli rimari,
che partesi
alfliis
le cose e
Quando
ci
Gravando,
viso. Di
sgomento un loco
E l'aride e
E l'aride e
Non porge
Che va
le
verdi
le verdi,
(ei
va falciando
e se tu preghi,
ascolto), son
falciando,
il
giovinetti od a vegliardi
l'erbe,
mai
non riguarda, e quella che sott'occhi
Preda gli vien, tocca d'un colpo. Tale
Ei
madre nasce
L'uomo quaggi. Da questa porta egli entra,
Esce
Il
dall'altra, e
il
destino dall'alto.
respirar ne conta
questo adunque
del fato
la
legge e la natura,
424
Giubil
Lor
Ebbri
tutti e
Quando
sul
man
la
monte questo
man
dell'altro.
sol
fiammante
Per ritornarsi
Prence d'eroi.
padre suo
al
diletto,
Venne
in
me
di
Ma
Di
ti
rimani.
principe Mihrb.
Desiderio di
Sam
E comand che
Dove
staria
Con trombe e
corni.
Con ferrate
lance,
Con clave e
Scesero
I
425
tutti
giubilanti e in festa
Resse ciascun
Inclita
la
regia
Eran
trascorsi e
Figlio di
Sam
mesi.
giovinetto
Il
nome
il
mezzo
Rapido
in corsa,
Ei sospinse
II f'
poi,
lor giavellotti,
ampie
prodi
si
presero
lanciotti ferrati.
Zal animoso da
Un
Ma
Che avean
Le targhe
Lor
il
un
Anche
si
pugno
chiese
un turanio paggio
il
braccio
La
Il
re del
mondo
si
rivolse e disse:
Qual
426
d'esti
Or
Un
Tutti vi super di
Sam
il
figlio.
ma
con giocose
Parole in su
Governando
le redini ritorte
Zal spronava
Alta la polve
Qual mai
Inclito,
le
punte. Accadde,
si
si
il
Guardava
lev.
lo tolse,
Dall'alto dell'arcion,
Re Minochr
Ad una voce
man
possente
qual se nulla
ei fosse,
che ne stupa
Lui benedisse
re sovrano,
Il
427
prenci
Benedissero a lui
lieti
incliti
e forti
e festanti.
si
della terra
il
Al garzone apprest,
I
prenci tutti
Destn fortunato
Volle affidar
Di
Sam
il
egli cotesto
baciava innanzi a
figlio
XIV. Nozze
reverente
il
di Zl e di
lui
suolo.
Rdbeh.
Indi al foglio di
Sam
scrisse risposta
Parole
ei scrisse
Eroe famoso e
e nobili ed acconce:
di
come
Un che
te,
assomigli a
leone,
non vede
cielo
il
Alta memoria, a
me
mondo
ne venne, ed
io
A me
428
io l'ascoltai
e ci ch'
pure
Il
tuo piacer,
fec'io,
Li suoi desiri a
Pur anco
gli
lui,
giorni felici
augurai.
Ma
da un leone
Un
Sam
festa.
Disse,
Un
Tanto
gio
per quell'annunzio
a'
lieto
tardi giorni,
Cavalier di Kabul
Mihrb
ridisse a
mand
le
alla terra
intravvenute
Da me Destn,
Tale gio
la
Giunse
di quella terra
il
sire
Del Zabl
si
il
sole
429
che invito
musici e cantori.
E d'anima
ei
serena, ebbesi
il
labbro
tristo e oscuro.
La man
nobile virgulto
tesori
Venne
il
secreto
Dal biasimar
Tu
la
Quanto bramavi.
Rudbeh
ma ben
toccasti
regal donna, a
lei
il
Nuzial
Lungi
rito.
gli
Ma
de' rei
nemici
Sia soggiorno
il
430
si
pose
Fu
Tutta
Piena
la terra del
Kabul s'adorna,
di fregi e di fragranze,
Di ricchezze e dovizie.
Degli elefanti
il
Elli
piena
adornarono
dorso, e l'adornarono
Corone
si
poneano
in
capo
De' principi
ei
movean, chiedean
lor paggi
Stendean
di seta.
D'auro e
ili
Sparsa all'intorno,
Ma
di
Zal giovinetto gi
Al
431
ritornava
si
come per
Affrettato cos,
venia
l'etra
Nave
leggera.
Sam
Vennegli incontro, e
Lo
strinse
Zal
si
al
lui
un
bacio,
lieto,
Quand'egli rise a
Dal
Donna ne
lei.
Venne un messaggio
confili di
fu la messaggiera,
Ne
fu Sindkht. Chiedeami
Io
promessa
Non
le sar.
Ch'ella a
le diei
Ma
me
il
nome
poi,
Parole acconce
Che
il
una impromessa,
che unqua nemico
prence
avemmo
di
noi.
Fu prima
andremmo
noi,
veracemente
Valido schermo. E tosto un messaggiero
Da lei ne venne e disse a me: Compiuta
Ogni cosa si sta per chi desia
All'antico dolor
La
dolce sposa
Al messaggier
di lei
432
Con
la
Manda
udremo ancora.
Sam
che
Destali suo,
suoi detti,
Non
resta in
uman
l'eroe, tutti
padiglioni
f'
mostra,
Percuotere
natura
si
levar.
f'
allora
recinti
Ma
in pria
un eroe
lui ridisse.
Mihrb ne
Come
ud cotesto,
F' squillar
Avvincer
gli
oricalchi e
f'
timballi
Con
Mentr'ei venia,
Da confine
si
f'
qual paradiso
Ai
433
gialli.
Il
Fin
Sam
di
nel cospetto
Prence Mihrb,
il
glorioso
il
dimand
al
sen lo strinse
di quelle di
fortuna
E luna
egli
Dalla montagna.
Una corona
allora
gemme,
E
E
liuti
e di trombe e di ribebe
Firdusi,
I.
28
434
Che
venne a
chi sen
Senza bisogno
ricchezze poi
di
Si ritornava.
le
gemme
gittate,
E a
Sam
regina Sindkht
f'
questi detti
lui
cavaliere:
Sindkht:
Il
consueto dono
il
viso!
Corona
Sam
e seggio ed
incliti
tesoro
Elli venan,
l 've
teneasi ascosa
Sam
la fanciulla
Allora
435
si
sol
pieno di luce,
perch si niega?
che innanzi a lui venisse
Prence Mihrb, s che conforme ai riti,
Chi
te gi si scegliea,
E comand
tosto
Vollero
il
vincolo ei fermarono,
giovinetti alti ad
assisi,
gemme
Smeraldi e
un trono
rubiconde e vive.
vaga qual luna,
Ma
la fronte di lei,
Un
feste,
sette giorni
l
pur anco
vi restar
Con molta
gioia.
La
citt frattanto
E un
436
le
come
Festanti
pei' vittoria,
ridenti e donanti al
lieti
mondo
luce,
Nimrz. E allora
Ampio convito apprest Sam. Tre giorni
In quel banchetto amministr del vino.
Indi Mihrb, lasciando la sua donna
Fino
alla terra di
In quella
Fino
al
Sam
Kabul
cavaliero,
come giunto
al
fine
La
nome
in terra,
Fuor
lieti
auspici
men
vo,
che mio
gli
437
La
trono e
Ma
qui, frattanto,
il
Sam, che
il
il
nemico d'un
si
sol
colpo atterra,
rimase a dietro,
XV. Nascita
(Ed. Cale.
p.
di
Rustem.
161-165).
Dato
al
si
Smorta ti festi?
E quella rispondea:
La notte e il giorno a supplicar l'Eterno
Io le labbra dischiudo. Orba son io
438
Che a
Veracemente
tempo mio, ne scampo invero
vita ritorn.
giunto
il
Diresti
che
di pietre
corpo mio
duro ferro
il
di
Per
smorte.
La novella
a Sindkht. graffossi
il
volto
Da vin gagliardo
le
Scoverto
il
Zal
ei
il
il
il
allora
Oh! ma
un pensier,
gineceo
volto lacrimoso.
f'
fosse.
ancelle svelleansi
il
crine,
nel core
439
La penna
die a
E lungamente
il
benedisse. Allora
Pelle
le branche
morderanno in lor furor. Ma i prodi.
Ben che gagliardi, che udiran di sua
Clava il cupo fragor, che il petto suo
Vedranno e il braccio e la cervice, a quella
Voce orrenda di lui, schiantarsi il core
Si
in giostra
Sar
nell'ira
Che
la battaglia
Di cipresso
Avr
Lungi
440
suo
Ma
intanto,
uom
ti
adduci
il
Qual cipresso
dal fianco
lei
pargoletto.
non
fia
un
in pria di
lei,
il
per essa
fanciullo,
con cura,
donna leggiadra
Insanguinando. Ma ben tosto al loco
Il
manda
ogni tema,
ti
Ma
poi
sulla ferita
L'ombra
di questa
istessa.
E benedetta
maest divina
441
donava
ti
Ad
Per
ogni giorno
fiorente e lieta.
fa
Il
non
affliggere
fecondo ramo
il
una penna
dall'ali si tolse
mosse e prese
venne e fece,
che detto fue.
si
Quella piuma
poi
Oh
fatai,
meraviglia!, ci
Le genti accolte,
Avean principi e
Lagrime ardenti
e lagrimoso
il
di
potra,
pargoletto?
il
luna,
Ritorse alquanto
il
pargoletto e fuori
il
tal
trasse,
meraviglia
di
Venne
ferma,
Senza dolore
col vin.
'1
ciglio
servi.
egli
era
Illustre e grande.
Il
crine, e
il
Radiante esce
il
sol.
come
al
Dalla sua
ambe
le
mattino
madre
sue mani
442
Di sua ferita
il
Come
dal sonno
si
un balsamo.
dest colei,
le
labbra
lei
di
sopra
il
sollevar.
Ma
detto
Egli
Di gigli e tulipani
Ed
ella,
Leggiadra, al pargoletto
lui
Che
lungi
il
poi ch'ella
Rstem nome
fu imposto.
Zal e Sindkht, e
Che venissero
f'
Oh
n'ebber gaudio
comando
il
prence
il
pargolo,
443
Ed una cuspide
una clava fulgida
Ei reggea da una man, lucenti redini
Tenea dall'altra. Il fantoccino ei posero
Sovra un baio destrier, poscia di nobili
Di leone agli
artigli.
Sotto le ascelle, ed
Quella
di
Rstem
piccioletto
immago
Sam,
Kabul continua
E
I
gaudio e gioia
peli tutti a
n'avea. Rizzaronsi
guerrier per molta
Sam
Il
444
Rader
Indi a s volle
Cotante
gli gitt
Ne parve
il
lembo.
il
messaggier. Monete
che
cumulo
l'alto
Da
un
fremito.
Segno
Nitida
si
La vivace
pupilla. Ei volle
adorne
Di Segsr, di
Maznd l'ampie
Da
confili,
confine a
cittadi
la
vita
d'epistole,
Che
Zal gi gl'invio,
la
sua risposta
un
prima
Mutamento
propizio, indi
encomiando
Gran maestro
di clava.
quella
immagine
Avea
la
445
lui
L'anima
un
in core,
adunque
Volgeasi tempo, e
le
nascoste cose
Rstem
picciuletto
fin
Stanno
Sam
le
al
il
Fato.
446
Come
Che
giunse novella a
Sam
guerriero
Subitamente
cor,
il
che
gli
venne
Che
al
figlio di
Nel Zabl
Destn
men
ei
lo trasse
timballi, e
Come d'ebano
nereggi
scheggia
L'esercito affidando a
Prenci
men
di
amore,
l'ampio corteggio.
al
f'
avvincere
la terra
molto esercito.
un capitano
venne ratto e seco
Per incontrar
Un
E un
seggio
gli
447
il
figlio giovinetto,
si
assise
ed alta
Ma
In
due
file
ordin subitamente
moto
gittarono
e scesero
principi longevi.
posero
ei
la fronte
Sam guerriero
Sam valoroso
Al suol, benedicendo a
Con
Il
liete voci, e di
Il
Dolce sorrise, e
gli
A Sam
eroe
si
f'
da
l'alio capo,
Oh
leoncello
Oh!
forte,
oh!
448
di sorte propizia,
Ampia
lode di
ecco! pel
te,
il
seggio di
mondo
Sam
alla luce!
(oh! meraviglia)
Sam
guerrier son
posar molli
io,
n mi
si
o l'ampio cibo o
il
addice
molto
Per comando
di
Lui che
Dio sovrastante a
11
noi.
il
Ma
al tuo volto,
mio volto
mondo
fea,
ben somiglia,
antico eroe,
son pari
gli
noi
in
occhi belli
Mentre
si
gli
baci pi volte,
Gli elefanti in
un gruppo;
indi al castello
Posti
dovunque eran
lieti
e niuno
i
fianchi
449
Di Rstem
si
pendean
penne
dall'alto
meravigliava
Omeri e
gran
gioia
un vin gagliardo, e
fuori
breve
se ne parte
si conduce.
vi
bambin
quei
vecchio, e
Per chi
G-i
Fumosi.
I.
la vita
in terra viaggia.
Un
29
Stesero al vin la
450
mano
e furon ebbri
Tutti, e
E Milirb
Che altri,
Per
fuori di s,
tutto
il
lor su noi
Non oseran
Riviver
di
Dahk
l'atra polve
far le leggi,
Ma
In muschio eletto.
Di
Rstem procacciar
frattanto l'armi
vogl'io per lui.
si
colmar
Di Zal, e di Mihrb ai
Sam
le
fieri
cavalier fu giubilante e
Al cader
di
labbra
detti
lieto.
Sam,
figliuol di
Rstem
ardito.
Nirm, piene
di
lagrime
A matura
A Zal
stagion
menava
il
sole.
mio bennato,
Guarda che altro non sii fuor che devoto
A Dio signor, de' re sempre al comando
Sommesso il core, alle dovizie il senno
''i
disse:
figlio
451
ambe
le
mani
il
tempo,
a'
consigli miei
Degli elefanti.
Volse
Ad
la fronte
il
occidente allora
principe de'
forti,
il
core
Ambe
II
le gote, di consigli
pieno
di
pugne e
di battaglie,
452
In
valorosi
l'assemblea
si
sciolse.
il
candido elefante,
vanno
Come
453
turbo levossi
il
valoroso
Virt guerresca in
lui s'accese.
Corse
Non
Ma
dicea:
Come
Garzon,
si
le porte?
Oscura in
ciel la notte
Da sue
come
sulla
nuca
gli
furibondo,
ma
fuggan da
lui,
gli altri,
E
I
454
che
forti
sotto
vampa
La
terra
Un
scotea, qual su la
si
Vide che
Alto die
Ma
Che
impetuoso
l'elefante
Contro a
lui
vide,
il
ma
danno,
Per
fargli
Tal
gli sferr di
fanciullo ardito
il
clava in su la testa
montagna e
un
In guisa sconcia da
Quando
in gi cadesse
colpo vinta,
sol
Rapidamente
il
giovinetto eroe,
Gittavasi a giacer.
Quando
Dall'Oriente
il
sol,
sala
Zal di ci
che
f'
Rstem
fiera, l'eretta
la
il
core,
ardito
belva
cervice
455
le
l'azzurra
battaglie
squadre avverse
In
Rstem famoso!
innanzi
a lui venisse
cbe
comand
E
Fu
II
pi forte di lui
Le braccia
capo, e dissegli
il
Deb
prole
Con
e maest!
tal fortezza
Pria che di te
Perch nulla
la
ti
fama
Ma
intanto,
voli attorno,
vanne
un
castel
alto,
che
monti
E di paschi e lontan
Un monte vedrai tu,
da ogni vivente.
di cui la
cima
Che
parasanghe
E quadrupedi
E niuno
inver
di cotal
belli,
guisa mai
Ivi
creava
Atta a molti
usi,
ed alberi fruttiferi
456
Ardua
come
cos
l'azzurro cielo.
loco ov'ei
si
Ed
ei
Un
sasso
il
fuor
si
elli
mondo sgomberar
Inclita dell'eroe.
Senza
il
lor
stette,
mura
della presenza
Le sue
falangi
duce ritornarsi a
dietro,
Come
Lunghi
al
giorni
non pur
di picciola festuca,
Chiusa
la
457
Sam
Al
di l si torn,
fin del
Principio e la radice
Conosce
il
nome
tuo, s
che raggiunto
tuo
Rstem
allor,
Dolor subitamente.
Figlio, avveduto
Ci che ancor
ti
sii;
tu da
Zal soggiunse:
dir. Della
me
ascolta
persona
ti
ti
basti,
il
All'improvviso
Ma
quand'ei vedranno
Che a
fiero assalto
si
addicea.
La clava
458
Ei
men
di
Che bianco
Se pure
il
mio signor
di ci
m'inchiede.
il
>
Il messaggier tornava,
Nei carchi nostri.
Al suo prence sala che alta reggea
E superba
la fronte,
gli
disse:
459
signor, ridente
il
labbro,
il
La carovana
Che Rstem
ne uda,
ci
di gloria
amante,
mosse per
salir,
vennergli incontro
E come
Gli abitatori.
nel cospetto
il
sole in alto.
lieti
te, conoscitor di
auguri tuoi
rendo
ti
assai,
cose oneste,
il
Entrava allora
giovin
sire,
Come
la notte si f'
oscura e tetra,
apprestavasi
al
Che contezza
battaglia.
passi,
Di fiera pugna,
lui,
bramosi
n'avea, fiera
una
lotta
Con Rstem
Della rocca
Colpo
460
il
ma
con
in su la testa
la
sua clava
Il
Il
Ben
di cotesto
Ma
la notte
Mandavano
Come rubino
in
Badakhshn raccolto.
Per l'onda trista
Che
Ratto che
Da un
Qual
si
lev,
quando
la
fieri.
il
sole
terra
di Pleiadi in ciel,
niun
si
vedea
Ne
Alto ed a volta
un
edificio ei scorse.
In fino al
sommo
461
monete fulgide
di
La gente e
Le mura
Cos espugnate,
f'
un convito
il
XVIII. Lettere di
Rustem
prode,
gaio.
e di Zl.
sol,
lodi a Dio,
almo signore
462
Ei di corpo gagliardo,
d'ogni gente.
ei
Con sua
forza,
di
almo custode,
Oh! resti
'1
suo trono e
E l'elmo e
Venimmo
il
al
corona sua,
quanto
Dich'io, sublime
Della
la
cinto
montagna
il
ciel?...
al pie, l 've
Io,
Scendemmo
ne giunse
quel sire
di
And
che
l'impresa,
nell'atra notte
Ma
E
guerriere
Non ne conosce
Molti
alcun,
ma
s'ei
Nuovo comando
ci
contasse,
giorni.
dia
Tanto
prode
il
Ai giovani suoi
463
gio,
d tornarsi
ancora.
una
risposta
Dell'epistola ratto a
E tu diresti ch'ella di
Amhra ha natura; ma
Eran
di
Dio le laudi
La tua
Epistola, dicea,
che
cor mi aperse,
il
purissima
qui mi lessi
io
te s'addice, figlio
Da che
Alta la fronte.
Tu
rendesti luce
Nirm
T'inv'ier,
Di
nemici
Duol cocente inviasti. Or, poi che letta
Questa epistola avrai, subitamente
Sali in arcioni, che son io doglioso,
Orbo del tuo bel volto. E mille e mille
pesi,
Tu
G-itta,
Ei la lesse e
gio.
Da
tutte cose,
Quant'erano pi all'uopo,
ei ben trascelse
Elmi, cintole, spade e bei suggelli,
all'alto ciel
Ei di l
si
ne
sali
ei
'1
Ma
gitt
intanto
il
fuoco,
fumo. Allora
E per
404
Il
la fronte.
sire di
di quella
Del nobil
figlio
Ma R stem
Balz
di sella e fece
Si strinse al petto
il
il
volto.
auguri, e
il
figlio suo,
f'
prence
cenno
Che ogni
Albergo
Di
di
Destn,
tornossi.
Corse, bennato
Chin
E
E
il
la
forte
il
Sani progenie,
Appo Rdabeh
figlio,
e a
fronte ni suolo.
benedissi' a quel
la
lei
allora
dinanzi
Ambe
madre
le inani
illustre
E buoni
tristi,
casj
465
In regia copia e
il
latte
Come
al suggello sottopose
il
foglio
Giubil
Per
il
core dell'eroe, fu
lieto
Pirdusi,
I.
30
466
Ora
di
E cercher
altro,
si
ragunarono
vita.
savi,
Oh! possa
Ma
Non
Non
vedi intanto
che far
spicchi ratto
fa Ito ci
il
che morte
che tu parta,
di,
voi, s
In eterno s'asconda
Il
Ai prenci
Tutto
il
secreto.
Ma
f'
cenno
in pria
Che Nvdher
467
Consigli pi d'assai
Maest
di
in ogni
Predn,
tempo
fui
sempre accinto
mi
d'Erg' cos
ottenni,
tristo
presi,
Molte
novero
Tacito e ignoto
il
Giorni quaggi.
Ma
per
frutti e
de' miei
meschina
da che molte
la vita
Io,
te confido.
Fredn
Come
illustre a
gi la diede
me, cos a
te
rendo
miglior vita;
Che rimarrai!
ma
di te,
lunga pi assai
Vedran
468
stagione, e vuoisi
che soltanto
in cor la
e pura e intatta
f.
volga dalla
ti
f di Dio,
Un
tale ei fa
Contro a
lui tu
In guerra,
ma
Che legge
Vedi
al principio
mai
che vengono da Lui
Grazie e sventure ai miseri mortali.
Ma poi verr di Turani belligeri
Ampia una schiera e del turanio prence
Sull'iranico trono il diadema
Indi sentier ch' dell'Eterno,
Non
disertar,
Configger.
Pien
Luminoso
In
Tempo
tristi
di
Dal
che
tempi.
S'avvicinano a
Che
di tumulti e di scompigli, e
si
il
giro
compia
corrucci e travagli
te,
che
fa
d'uopo
costume
Il danno tuo
Peshng fia che t'incolga,
lupo tal'altra.
fgliuol di
Ma
orridi mali
tu cerca, o
figlio,
della distretta,
soccorso, cercalo,
gi mette le rame.
Un
calpeste
Le turanie
citt
469
saran da
lui,
Questo
egli disse e le
Pel volto
gli
scendean,
lagrime ardenti
che ne pianse
Un
sire,
memore
Ricco di pregi, e
di lui
Consiglio or
Libera
ti
dir primieramente:
il
al mietitore
siam pari,
Ruoni e tristi, alla morte. E qui siam
E qui corriam per una via, canuti
L'erbe del campo,
tutti noi
noi,
calle.
ei
pur giunge
alla meta.
Dolor
Il
si
viver
Regno
Narra
serbi, poi
di
di
ci
che
gli
avvenne
a'
giorni suoi.
IL
RE NEVDHER
IL
I.
RE NEVDHER
Come
Il
del
Re Nevdher
sollev.
Che mirarono
Giorno
la morte,
gli
quei, di
Ma
gl'indovini
ecco!
gli astri,
un
felice
Minochr su
l'alto soglio,
Segno
un sor d senza
cortina,
tenne
di fasto, in su l'entrata ei
la via
schiuse
Era
del sire
Sola cura
il
Fr
le genti
grandi
Fr
d'ogni senso
umano
norme
e schiavo
il
core
Ei
474
f'
Ch'egli infesto
si
Da
borgomastri, e
II
Alta e discorde
si
una schiera
pi gagliardi e forti
Come
tal
voce
la
L'ingiusto sire ed
Mand
Sam
Di Segsr e
De
le
Le cose innanzi a
Or da
Di questo
sol,
sull'alma dell'estinto
su lui
come piovosa
eroe di molte
Cose gi esperto, prence grato a Dio,
Dal capo eretto, eternamente lieti
Sian l'alma e il core, e l'alma sua disciolta
Sia d'ogni affanno. Ei s che d'esto regno
dall'alto. In tanto
gran
Quando
475
morendo
chiuse,
eroe,
Pien di tumulto
Pi da misura in
il
parole attorno.
se la clava di sua
Che
Sam non
Orba
gran vendetta
ripiglia, di quest'alto
seggio
un
Trasse
ei dal seno,
Quando cantano
sospiro
lev di timpani
fremito repente. Ampia una schiera
Un
si
Ei
men
Cosa
Per
al
Ma
gl'Irani
ei
che vicino
giunse al prence.
che avean
di ci novella,
di prodi,
in fretta,
E lungamente
Nvdher
del bene.
Oh
s!,
Stoltamente smarr
476
la via
segnata
terra
fa la
si
un tempo, cade
Ei non corre
inerte. Ornai
il
Fiorente
si
farla
per
la
sua sorte,
seme imperiai
di
Nvdher
si
asside
Abbandon
Non per
ancora
Ferro non
da rubigine attrito.
Che grave
sia
477
Maest che
Rinnover, che
la
mondo
polve calpesta
Dal pie
Nvdher
Di
il
destrier...
Favelleremo a
lui,
Ma
noi frattanto
molti daremgli
renderem
Ma
voi di ci
la
il
fuoco
rei.
volta,
Perdon chiedendo;
ei
vennero, dell'alma
Umile
il
Nvdher
suol baci.
allora
si
Rapidamente
478
Rimani adunque
Dell'antico Fredin.
Nel regno
memoria
Non
Che
Un
vi
f'
f'
il
schiavo
loco
Ognuno
il
Va
Il
fin
d'ogni deso.
Ma
tu
non
sai
capo e
la
corona. Intanto
ei
serba
suo
vii core,
L'egro spirto
Conie
di ci
Ma
vital.
ei qui
lascia
ed egli ancora
capi incoronati.
Tal
ti
tu, signore,
Nvdher
gli
disse allora,
mia giornata
Trascorrer. Pentimento mi tocca
Io
conforme
al tuo dir la
479
Ammenda
ne far con
la persona.
il
gran vassallo
in piedi
Per ritornarsi
A Nvdher
alla
sire,
Che con
re sovrani,
d'esti
grazia e giustizia
Signoreggiar, n
gli
un
di la terra
il
core
f'
l'opre sue.
Ma
il
lor.
Come
fr dette
Sam
Da
480
le briglie dorate,
In fulgid'or, colmi di
gemme
splendide.
Riscossa di Pesheng.
II.
Peshng,
Che
il
<ii'
<1<'
Turani, allora
Scender con
l'armi.
f'
ricordo mesto
Di Minochr
I>i
si
chiam
Indi
una schiera a
Fra
d'illustri
forte
forti artigli,
481
Il
ei
s,
che
noi
a' nostri
danni
gli
il
giorno, o amici,
Del terger da
Che
dite voi?
le lagrime le gote.
Qual mi date risposta?
Del padre
S'emp
la
Ardor
gli
al favellar, di
molto vampo
mente d'Afrasyb, e
in core
misero
il
suo regno; e
s'egli
avesse
Ma
G-rand'avo qui
mia l'acuta
Mia spada svaginar, tempo gli mio
Per tumulti e scompigli e rapimenti.
Nella mente a Peshng entrava ardore,
D'arti e di astuzie, cosa
l'agii
persona
il
braccio
I.
31
482
Come
ufficio
Anche
se
Turani),
Tu ben
nemico
che incolse
Tur e a Salin ardimentoso e fero
Incliti duci.
sai
Per man
483
Zadshm, regnante
Di cui Telmo sala
Il
la
turania stirpe,
di
questa luna
cerchio a rasentar, di
tal subietto
Cos rispose
Questo regno sar.
Peshng al figlio suo subitamente:
Che vendicar
Ma
il
nepote, intendi,
nel
l'antico
Vi sar
di
il
484
Re Minochr
all'esercito suo
il
figlio
suo: Nei
il
rivi
sangue.
Che
il
Entr de'
forti.
timpani
di
bronzo
E per
la
185
gagliardi
Nvdher
gi di
la
fortuna
prisco
il
Da
Ei convoc, batt
Al deserto
Men
timballi e trasse
suoi prodi,
prodi suoi
Al deserto
Felici e
lieti
Di Dehistn.
Kren
Re
Andavano
Come
battagliero
Nvdher
capitano, e
Il
dietro a
le genti sbigottite.
sole
lui,
tutte a tumulto
si
vel.
che
in alto
La regal tenda
Di
Un Shemass
L'altro,
il
prenci suoi,
Degni
fior de'
Khazarvn guerriero
d'assalti,
Ben
trentamila,
armigeri guerrieri
486
Di contro al Dehistn,
le
tende sue
il
sol.
Contar
Ben quattro
si
grande
va, tu conta
De
Da
Tu
l'arsa terra
la
mobile arena
turbinava e ch'era
il
turanio
lai
schiera,
Un
A Peshng
Felicit
In nostra potest.
Di
Contammo
Nvdher regnator
E preda
noi
tutta la schiera,
Fermo
487
E
Nimrz con
pie nell'assalto.
gi
si
assido
corona
Che al mondo luce. In ogni impresa bello
Tempo cercar propizio e far consigli
Con amici e con saggi. Oh! ma se fiacco
Shemass
in
Mostrasi un
Tempo
Il
uom
la
nell'ora dell'assalto,
acconcio
ei
al
suo signore
Morte
III.
di
Kobd.
loco, e
nome
ei disse,
e venne e tutto
Del turanico
stuol.
Dvagli indizio
Che venendo
A
E
forte e prode.
Ma
Ighrers prudente
Cos rispose:
Barman
488
guerriero,
il
tocchi
I)i
Onde
mordersi la mano.
Al fiero
Oh!
Peshng
figlio di
corruga vasi
la fronte,
A Barman
ei dicea:
E Tarco incocca!
Vesti l'usbergo
Ma
Antico eroe.
Ben
di lui
si
che per
Le lagrime
lira s
il
saggio capilano
crucci, peisi
la
risposta
salian.
Ragion
occhi suoi
di
sdegno
Grande,
Garzoni
eletti
Cercasse un vecchio
Fu
di
che
Kren
in mezzo
il
di
pugnar. Cruccioso
489
Giunsero a
Ritrar
tal
che dall'armi
campion
la destra. Il
t'
d'uopo
Turania
di
Lione ha
di
feroce
cor,
resta
il
ai leoni
Ad una
lancia, a
si
una
al
il
suo capo
tagliente spada.
capezzal la morte,
v'ha, subitamente
parte. Se
Che ha possanza
Diletti amici,
490
e vigor, restami.
datemi
voi,
d'affetto,
Dopo
la
il
corpo
al loco
eterno
E Barman
Dell'armi al loco.
Al belligero eroe:
Dinanzi a
me
Tua
sospinse
l'asta,
sorte avversa
capo tuo!
il
Prova die
Barman
Nel
Un
fatai
di
vigor.
Ma
vinse alfine
campo
pugna e rapido
Kobd belligero
della
giavellotto di
che
alla cintola
Tutti
fulgidi gheroni,
gli
sciolse
Cor
di leon,
Avea
di sire
maest sovrana.
le
Ad Afrasyb
Rosse
491
gote e di
carco,
tal gloria
Kren pugnace
Gina tempestosi,
avventar. Che
il
suolo
Detto avrest.
Ma Kren
battagliero
per
Il
la
bianca luna
vedean rilucenti e
Si
Di caldo sangue.
Il
l'aste intrise
la
negra polve
Su
cui da l'alto
Discender
Il
de
il
sol
fumide
fa di color rosso.
stille
Introna
Tinta
Kren sospinge
Tu
492
brama
fiera
il
cotesto,
Kren
destriero e contro a
un
tutto
assalto
all'istante
Atra
la notte,
mondo
il
d'Ahrimne e
l'atro
Nella mente
I
il
core,
superstiti eroi.
Ma
de'
Turani
Di
Nvdher
il
core
Come
Di
in tal d!...
Kobd
la
splenda
come un
Possa goder
Ma
Ma
sole
493
arreca un giorno
ci
Non
difesa
al
Posemi
in
ch'io,
terra
la
brando mio
il
Cadde
il
Deh
il
giorno a
vivi tu beato
Peshng
Il
figlio di
impetuoso!
Come
me
anche se
supremo.
armi
in
fiero t'incalza
parte uccisa
Me
di giovenca e a me da presso
Corse bramoso di pugnar. Mi spinsi
Dal capo
ma
lui,
che
sotto
Da quel campo de
Dovemmo
Era su
l'armi contrastato
494
Nevdher.
Come
E
il
la notte
Le
Qual costume
di tenzoni e assalti
E fremono
Di re sovrani.
astri
timballi
Che fuor da
le
Scossa la terra.
Ne
il
mondo
allora,
Che
Andar
un grido
pian deserto.
Le avverse
Di sangue
Come
urtarsi in
vers. L 've
di
si
mezzo
un rivo
gii la
sangue
Ei fa
il
Nvdher venia
495
fin di
contro al nemico,
punte acute
che in cotal guisa
Non s'attorcon due serpi. Oh! qual tenzone
Era questa di prenci incliti in guerra!
Cos, fin che venia la notte ombrosa,
Vittoria ebbe sul re la man possente
Del figliuol di Peshng. Pi assai feriti
Avean gl'Irani, e da l'opposta parte
Compatta era la pugna. Oh! ma la fronte
Elli intrecciar cos, le
lor,
Fu
Nvdher
di
Che
il
il
fremer
il
de' timballi,
Pien
di duolo,
Colmo avesse
con l'alma
di sospiri e
E Nvdher
il
ei fece
Detto
gli
Un
d,
avea che
di
padre
Turania e Cina
l'antico
Avversa
il
cor,
Ecco
Ma
intanto
un chiaro
il bramato giorno
Mai non lesse alcuno
De' prenci antichi nel volume illustre
certo indizio, e gi
Vien
de' superbi.
496
ma
uscite
Opera vostra
il
se altra volta
Io,
Vi rivedr, non
Ma
voi,
so.
la notte e
il
d,
esploratori
gli
il
core,
Con corona
di re.
Son pur
morbo
di
la stessa
di
natura
si
compono
in pace.
strinse al petto
ambo
suoi
mano
Un
figli.
pianto
Eran
le
guance
4 J7
(
D'allora in poi
sol ch'
propizio,
Ma
l di
luce
iranio
pugna
contro
mar fremente
D'Afrasyb era
l'oste.
Ecco
!,
un alterno
Con
alto
uno
squillar di
trombe e astri
un fremito
ei fosse col
All'esercito suo.
Da
la parte di contro,
prodi suoi
Barman
valente,
Sull'arco
immenso una
ferrata punta,
I.
32
A un
498
Come
un clangor.
D'oricalchi
Dall'alba
prima
lunghe su
la
terra l'ombre,
Tocc
Torba
I
sconfitta. Poi
si f'
che
la
fortuna
campo
Come
lui,
com'elli videro
Furon
Varco
la notte e
il
d sul contrastato
In ci correa.
Ma
tempo ancora
il
piede
499
Apparecchiava
cavalieri suoi
Da
di far
guerra
Un
Prence Afrasyb,
D'improvviso
A Nvdher
livor,
Mand una
Vengono
Il
re turanio,
All'iranio signor!
L da
core ed arse
corse e disse:
L'uom codardo
mandava
f' tristo il
mai fece
schiera,
la via lontana,
mano
Non
lievi
Ed
L
io
500
dietro a
il
che non
Nvdher
allora,
Un duce
ai nostri
quale tu ben
sei.
E chiedean
vino, e
Liberavano
il
Ma
veniali poi di
Kren a
l'ostello.
senza contrastar
Avran
trafitto
il
core
riposar?
Keshvd
Drappel
primo albore,
Giunsero,
il
501
antico
Alquanti eroi
Fuori,
vigili e accorti.
il
varco,
Venne Kren
I
Ma
a Barman
Sol l presso
andavano
II
Come
Come
il
Kren da lungi
Ei
si f'
innanzi e dilatando
il
petto
le
che ne ruppe
un colpo
i
gheroni
Rilucente del
sol si f'
il
per
disco
lui
502
Il
quel traftto
il
"1
incliti in
armi.
cor la scompigliata
V. Cattura di Nevdher.
(Ed. Cale. p. 192-194).
Re Nvdher, come
Kren
Come
ud ch'era partito
leon su l'orme. Ei
corica
Dietro
gli
venne
camminando
Torme sue
e sovra a
503
Ma Nvdher
Il
figlio di
prigionier cadde
Peshng preselo al
alla fine.
cinto,
essi;
ed
il
fato
e ottieni
dolcissimo frutto
Talor da
lui di
La polpa
s'egli usca
contrastato,
504
A Barman
E
E
core,
S'arrestano
al
mirar
dell'asta sua
gi famosa in guerra.
Ma
poich vicino
Pi e pi fu a Kren, l su l'ormo sue,
Ucciso e abbandonato in su la via
Il suo figlio trov, molti de' forti
Vendicatrice.
timballi, e dintorno
Come resina
Come vide
Vsah un
di
erbe con
fiori
quegli uccisi,
cotesto e
come n'ebbe
Venne
di
pianto e lentamente
Kren su
l'orme, e
prenci
tutti,
Del turanico stuol
505
tutti
gagliardi,
Gi gi sorgea per
A Kren
Giunse novella
lui.
Vsah ancora.
battaglier di
in tutta forza
Vsah
Indi
Or
movea
cavalieri,
tutto irradiando
Mandava
ornai.
ha
il
mondo.
del suo
figlio,
Negro un
Ambe
duce.
il
Ordinaronsi
allor, tutti
avanzaronsi
Kren guardava a
le
turanie
file,
Gadea
Era a
il
Del
mai pregio
figliuol di
Ma Vsah
tal
Dell'irania grandezza e
Cadono
ornai!
il
voce e disse:
serto e il trono
Che da Kanngia
agli
ermi
506
Grave faccenda
ti
basti.
che giunga
L'estremo giorno, e cordoglio o rancura
Frutto non reca, non del core affanno.
Tale pur sempre del rotante cielo
L"esito al fine, ed ei pur sempre un giorni
L'amor suo ti torr. Che se prigione
Cadde Nvdher monarca, inerte ancora
Non del ciel la volta. Anche per voi
Tristo
gli , ratto
un giorno addurr,
far cessarvi
co' tesori.
Questa terra e
il
disse,
fato
perigli
man
Che
soglion dimostrarla
E clangor
si
valorosi.
lor destrieri,
nembo
n pi luce intorno
L'etra si avea, non gi la luna. I due
Ferocemente accapigliarsi allora.
Atro
di polve,
507
Quando
gi
si
campo d'armi
Vsah
cos fugga.
dietro a lui
Incontro
VI.
di
Shemss
con Mihrb
gli
occhi
figlio.
e di
Khazarvn
con Zl.
Ma
Con
Un tumulo
gli
lutto-
508
Dahk
Dall'arabo
l'alta
La nostra
stirpe
dritta discende,
rocca.
Glie di
Destn
illustre,
Tutto
il
Qual
al
signor.
,
trono suo
E questo regno a
lui
come
schiavo,
dar, contento
di
Del duce
di
Turania
il
Porgea
mano.
la
509
Zal
un messaggiero
Or vola ratto
spiega
l'ali
Gli parlerai:
Non
Di qui tornar!
t'incresca, o signore,
si
compie
Venne a
de'
Destali
nemici tuoi .
messaggiero, e
il
il
core
come
cotesto
Tosto
Di polve
un pugno?
E ascese
Ratto ch'entr ne
la citt
alla cittade.
quel forte,
E un
D'esti
io
nemici
al
saggio,
mano
5i0
il
Ma
poich
la
allora
notte
[ne'
dardi scagliati e
Freccia questa
diceano:
si
Nessuno
di Zal.
in terra
Allora
intanto
Da Zal
Campo
ci
venia
tanta rancura
il
nostro
il
prence avverso!
Non
Sotto
ei
non
gli
artigli miei.
Vivo lasciarlo su
Vi
Per
la
sua guerra
la
sella,
gi vogl'io
e
ninno
Come
dall'alto ciel
cominci a scendere
sol
S'
udia per la
511
E sonagli
si
Arnese
si
ndan. Corse, e
il
guerresco
Trasse
Un
Che
di ferro splendea.
Il
Ruppesi l'inclito
poi che indietro
Ma
si
trasse,
gagliardi.
Zal animoso
si
Un
rilucente usbergo
vest, tornossi
Come
Khazarvn dinanzi
ai
prodi
Khazarvn
si
gittava.
Anelante gittavasi su
Anche
lui,
l'iranio
Cos,
Alto levando.
Come
Impeto
su l'avversaro e tutte
ei f'
Sulla palestra di
serpe in giostra
scampar
le vie
Di sprazzi
che
si
il
Il
Clava ferrata.
Come
Ma Kelbd
guerriero.
Fugga
suoi prodi,
Shemass e fuggan tutti
Dispersi intorno come greggia allora
Che scroscio cade d'improvvisa pioggia.
i
Arse
di doglia
il
cor.
Come
cotesti,
s,
Ed or
pugnaci un tempo
da l'orrenda pugna
dispersi,
Via
dietro
gittarono
si
Vennero
Fu
Ma
s'invol.
Tutti
513
Kabul,
di
che ben
tosto
vasto
il
campo
Che
Per ritornarsi
Turania
di
al sire,
cos,
Gli ebbe
il
dolce suo
Kren guerriero
e Shemass. Conobbe
E perch
S
che
le
di
trombe
Ratto
la via,
Il
duceiranio
Incliti in
Con
l'aste
Stesero all'aste
Alto gridando
cavalieri allora
come per
Elefanti rabbiosi, e
Parve un canneto
Dietro a quell'aste
il
gitt lungi in
Fikdusi,
I.
piano
celava e ancora
Di turanio drappel,
la foia
tristo
si
fosse
Karn uccise
vergognosa foggia
33
Su
l'aperto sentier.
514
Da
l'atro
nembo de
VII.
l'orrenda pugna.
Nevdher incoronalo.
E qui adirossi
E sclamando grid: Nevdher oh! dove,
Dove gli mai, che Vsah or dee da lui
La sua vendetta dimandar? Qual arte
Restaci ornai fuor elio versar del
sangue
ch'io
gli
E con tumulto
A re Nevdher
lui.
il
Con
alto strepito
popolo ne andava
cos,
fuor
lo
traea
Le braccia allor
Angusti e gravi
Il
trassero di
l.
gli
avvinsero
capo,
di ceppi
e innanzi al fiero
Come
il
da lungi
prence
515
ei sciolse
Golpi di
Nvdher regnator,
la tronca
sei di
molto senno,
Non
516
Che
Non
Che
sul
campo
In loco di
oh non impresa
Scendere cotesto
Meglio che offesa
dell'armi,
a te s'addica
salir.
non
lor vita
Carchi
tocchi, e tu
lascia
li
me. Carcere ad
montagna una caverna
di ceppi a
10 far di
essi
Un
La man
Come
ritraggi e in ci
in turpe guisa.
poi,
signor
di
Cina.
Le
su*'
a'
la
terra.
Dal Dehistn
Caldo sudor da' suoi destrieri ansanti
Per il correr veloce e la rancura.
in
Da Turania
Di nuovo re traea
11
serto imperiai
Opra diede a
si
le genti.
In fronte
pose allora,
Pieno
il
Pensier
cor
di
Tus, a
di vendetta,
e di
feroci
la menti'.
517
Che perduta
Precipitando
Si percossero
la
il
capegli
Lagninosi fr
negra polve, e
gli
tutti
Andar
dolorosi,
Lagrimose
con
la polve in capo,
le gote, e l
Incominciar
Deh
piangendo
Nvdher
valoroso,
Incoronato
sire,
almo sostegno
Era
Con
518
togliete a le
membra
Vesti e pompose, e
gli
le dipinte
arnesi di guerra
Che
Si
tremenda
l'antica vendetta or pi
Arsero di dolor.
Tutto strappossi
E
si
Sciolse
Ma
persona e pianse
alla
assise in su la
la
Che dadi
vampa
Zal le vesti
polve Allora
lingua e disse:
in
tempo
fino al
morii,
sorgeranno
L'acuta spada mia non vedr mai
La sua guaina. Il bianco mio destriero
il
avelli
trono mio,
la
cuspidata lancia
Io
Umor
Anima santa
E Tus
e Grustehra,
a'
prischi regi!
per
La
All'alma
afflitta
giustizia
a voi.
510
Come
L
forti
Ebbero annunzio
un ampio
Da pace
core
aliti tto
ci de' prenci
consolando, e ancora
paschi
Quant'erano disciolte
in verdi
Mandre
entro a le
di palafreni,
mura
sonno e
Perdean voglia
di
Voglia perdean
di cibo, e
di riposo,
pien di tema
Ebbero
Cos venia
Dai lunghi
artigli,
ne da Irania mai
Verranno
Nvdher monarca,
Improvviso
ratti s
di ciglia.
qual chiudere
Allor che
forti
520
D'Irania bella volgeran le briglie
Le
Gbe
Per sostener
sua corona,
la
Atterrer degl'innocenti
Che
se
il
il
sire,
al suolo
capo.
il
Ai prigionieri
si
pensa,
A' prenci
Innanzi
scioglierei la lingua.
tutti
ai
l'arem preghiera.
lui
senno rispondea:
Arte in lai foggia inni si addice, e questo
Anima ostile ed ostil cor sara
Mostrare aperto, e Tuoni ch' d'Ahrimane,
Ighrers pien
Avria corruccio.
di
Ma
diversa un'arte
Un
Che a Sari
lui
D'Aml
ei
mener
le
sue falangi,
Le mura
lasciando,
contrastar,
Discenda
il
D'Irania
la
fronte.
un
corri e co
Vili.
521
di
Zav
Orme
D'Aml
in
Rei trarr
. Ci,
perch vivo
prenci raccolse
il
guerrieri.
nobil sire
all'alta
impresa
che
si
la
profferse
sua destra
Stender all'opra
giustizia.
di
Lui
Un
Chiedenti
Zabl venino
di
assalti,
prigioni
di ci novella.
abbandonando
in Sari,
E da
Sari
li
addusse
f'
ivi
ritorno
Tesoro
diede
ei
a'
poverelli e porse
Pomposa
e bella.
la
veste sua
E come
giunsi agli
Confini di Zabl
Keshvd guerriero,
Zal incontro
gli
Bramosamente. Con
Un
pianto
Avvini
ei
piet
il
ermi
vide,
leu lungo
gi Ira
Di leon bieco, e
gli
artigli
poi,
feroci
per quell'illustre
-ilio sul capo
Nvdher monarca, si
Lurida polve e amaramente
pianse.
Di
523
E diademi
troni
e fulgide corone,
Virt
di
Ad Afrasyb
d'uopo
il
cos rispose:
ufficio.
d'uopo,
Tu bramoso
D'ogni tua
Render per
se tu sei,
brama
il
fin
vedrai. Giustizia
Di ci che
di',
Varco
524
Lunga
la
man
Ma
del ciel.
tu,
fratello,
fiero
L'Uom
al ferro
tristo e reo,
fianco
il
ben certa.
il
sorte,
la
trono
squillar,
t'*-'
tutti,
Nitide
D'un
si,
fioro augello.
Che
luna o del
sol
Disi'ante
la
timpani
fulgida
gota
dietro
volava, nascosta, e
In Persia
f'
Avvincer
la
polvere
duce intanto
il
vendo!
la
e d'ira
pieno.
Prepar
la battaglia e qui
ben fermi
Tenne
suoi pie. La notte
Fr le vedette allor; detto
D'una
sol tinta
mostrarsi
il
d agli assalti
tu avresti
la
terra
Illustri tutti
Settimane
Erano
Zal
si
cos,
si
volsero
mentre gi stanchi
un una
In
trafitti
armi,
incliti in
Bench
Di regia stirpe
un re
alto,
La maest
E Tus
avesse
si
Gustehmme
Armigeri ed
eroi.
Ma non
ben molti
degno
Non
Vigile
Di
Fredn ne
la stirpe
un re
possente,
320
si
Chieser
Degno
di
te
soltanto, o
tu sol di
il
dieeano,
trono:
popol tutto
il
veramente
seggio imperiale!
Storia di Nvdher,
te.
rinnovella
come
d'uopo d'ascoltar
di
fu,
Zav
qui
In
Ini
tonnine,
storia.
IL
RE ZAV
E IL
RE GHERSHASP
IL
RE ZAV E
I.
IL
Regno
RE GHERSHASP
di Zav.
In
Zav
I
cos
Profusamente
al pie.
Re
l'appellava,
Con
popol suo
fidava a Dio
Rancura intanto
FlRDUS!.
I.
'H
530
trista e
grama, lagrimando
disse,
E rancura
Iranio sire,
di
spillo.
e dividiam
vasta
la
Farci a vicenda
lieti
dato
sia
ci
auguri e voti!
ratio
si
e gi
sciolse
non era
rancura. In questa
la
piii
Come
di
ricordar.
corsero
in
I><'iii
mezzo,
cotali
prenci tutti
duci
di Turania
Per quella pace assisero, e parola
Tal ridissero ancor: L'armi nemiche
D'Irania bella e
da presso e
la
Turania
fiume
Di
di
531
il
regno
trista,
mano
Da questa parte
le
turanie genti
il
Zav
poter,
le
sue genti
Ma
Al
questa terra
confili di
al sen lo
ei
rinnov. Tornava
Per comando
di Dio,
l'alte
montagne
la terra
adornavasi
di
mille
Il
mondo
principi d'Irania
Chiave che
sciolga.
Fu apprestata una
tosto, in
festa,
il
ogni parte,
core
afflitto
532
Avean sentor
le genti mai.
Ma
mondo
il
IL
Regno
di
Ghershsp.
Come
Che Zav
dal
Dispensator
mondo
ili
usca, re della
sua giustizia, un
Detto Ghershsp
l'avea.
Al trono imperiai,
11
regal serto.
si
Come
il
Venne
terra,
figlio
padre
si
assise
pose in capo
fu su l'alto
Che
in
il
il
saluto cortese
Irato
per
533
indicibil doglia
Contro
a'
nemici a contrastar
t'invio,
T' schiuso
fu cotesto fin
l'albero
Inimicizie nuove.
furon pieni
Altri
si
assida
Di Sipengib da
le
Esercito dispose
pianure
al
fiume
il
suolo
534
schiera,
Che
altri
agognava
medesmo, all'improvviso
Mora Ghershspe, e tosto per la terra
L'orme del mal tur manifeste ancora.
In quell'anno
L'armi e
III.
cavallo di Rustem.
il
Como vacante
Andar borghi e
Da tutta Irania
Andarono
Pien
di
mondo
pel
tumulto
tutti a
villaggi e alterno
si
lev.
in Zabl,
un grido
Lo genti
tutto fu
mondo
il
Ma
noi,
da
Sam
guerrier
fin
la
che
terra,
tu avesti
ai
tristi
Fu pur sempre
la
Prence Ghershsp,
senza re
Duce
si
all'opere
meo
belle
sta la terra e
senza
da questa
Parte discese del Gihn nemica
Una gente guerriera, e sparve il sole
lo
Da
sottil,
mondo. Or,
la faccia del
Arte
535
ben sai
duce
se
quella tu adopra.
Il
Pari a
me
la
non
salse
sua sella e
un cavaliero
uhm mi
giunse
Di tanto
si
Le cinghie
Stetti
Pur
si
ugualmente e notte e
Della vecchiezza.
Di
temendo
d,
mia giovane
Che
mio
radice.
Il
capo
fino al cielo
Zadshm feroce
Alla vendetta di
Contro
Andar
alla stirpe,
Tutti d'Irania
536
di ci
crucci
ti
cittadini in core
apprestava
si
A Rstem
ei dicea:
Prode gagliardo,
Onde
interrotti
avrem
li
dolci sonni
Di conviti e di
Ancor fragranza
feste?...
Che
farai
Di
ili
me veracemente
lai
ti
gloria
amante
scordasti
al
popol tutto
Gi intese
J)i
il
forte di quel
moni.' eccelso
Elefante
gli
figlio
ili
537
un uom si mostra,
pugna e il cozzo
tenzon. Grande non cresce
Dell'armi e la
forti,
montagna
Della
Mi
Il
di
Sipnd, assai
favellasti e desti
a questo core
Temer
Non
Un
fatai
Amico
campo
e la battaglia forte,
538
Che intorno
al petto
cinger l'usbergo,
muro che
il
fato,
ed ogni
colpir di questa
di
me
fra
ranni.
s'affretti
nel
le
io
nel
campo
nemiche schiere
539
prender
10
E natura
cielo
il
Ma
intanto
di leopardi in giostra
Artigli miei
mi recher
le teste
tu che stanco
Destn
gli
Gi
Di
di
lui
Un
ricordo,
ti
d atterrasti l'elefante
ardente.
E comand che
all'inclito
campione
Gi
di
Come
Sam
Sorridente
Grandezza e dignit.
Stup l'antico
Ad ogni
11 nome
Che
pronunciando. Ora,
le
Di Kabul, trasse, e
mandre
pur anco
guardiani intenti
540
Innanzi a Rstem
le adducean, leggendo
Sovra ciascun de' palafreni inusto
Nome
Che Rstem
giovinetto a s traea,
Ne
fea toccar.
Dur
cotesto allora,
Rapida allora
gli
pass dinanzi
Ampio qual
Brevi
Il
le
petto e
Un
il
collo,
puledro correa
smilzo
il
ventre. Dietro
di pari altezza
Avea
fulgid'occhi, pomellato.
La coda
eretta,
testicoli suoi,
aveva
rapido
irsuti e
bruni
corso,
il
Terren
Di sole al giorno e pi
Avea
l'altezza, nell'ardir
superbo
Di Bisutn alla
541
montagna
eccelsa.
vide accanto a
Il
fortissimo nato,
come
lei,
il
elefante,
laccio suo
Rstem
Ma un
il puledro veloce,
vecchio mandrian, Prence animoso,
quei rispose:
Non
cercarne, o
figlio,
Vago
Ma
il
bello
signor di questo
destrier
Qual prescelto da
un
laccio o
lor.
Ma quando
un cavalier
la
crebbe
vede
madre
sua,
In ci
Non
Che
la fiera
Come
il
core,
la gaietta pelle.
laccio
Puledro
la cervice
542
incontanente
madre
Come
ma
offendere e guastar;
al suolo
lui
lontana
sue mandre.
piedi al suol
Rstem
gagliardo,
nodi
Che
Questo leardo,
dimand, per quanto,
Per quanto adunque? Chi n'hain menteil prezzo?
sotto gli balz.
Al mandriano
Cos rispose:
ei
Rstem
se tu sei,
mondo
Veracemente. Dall'Eterno,
Vuoisi oo-ni bene derivar!
lo
labbra
corallo
ei
disse.
Traea
543
E vago
mentre gi il capo
guerra e di vendetta
accendea. Gol fren docil la bocca
palafren,
un pensier
In
Gli
si
Gli
f',
di
lo spinse al
Ei fece
Come
Ruta
Arde
In sue
il
cor.
Balzava
palafreno.
il
membra leggiadre
e a
manca
e a dritta,
Le
Ma
il
nuova
Le porte
Schiuse
a' tesori
d'oggi o di
Ma
poi, sul
e dispens monete.
doman
si
die pensiero.
dorso a un elefante,
globi
di
trombe,
Suon
di
S'intese, e
Qual se
La
la terra a'
544
Di Zabl
Qual
un
Ma
intanto
esercito erompea,
di leoni,
Avean pronta
tutti al sangue
man. Rstem eroe
da che
la
de'
monti
Ingombre
il
piano
eran d'armati
le falde
Gli augelli
Fioriscono
roseti,
il
gran guerriero
Canneti intorno.
Una
Ma
folti
d'Irania ancora
gli
A questa parte
sue genti adduce
le
.issisi
in
Irono, in terra
si
Gol cinto
545
fianchi suoi,
a'
Ma
In alcun tempo.
Ha
Ricco dal
Un
la
ciel,
ci
Di
Andata
IV.
di
Rustem
al
monte Alburz.
Un
Altri
ti
alto seggio,
sia del
regal serto,
Come
Il
che degno
valoroso
Con
figlio
suo
la terra
Balz a
FlRDDRI.
I.
35
Eran vedette
di
54(3
Turania
in quella
Almo
prode.
il
S'accapigli,
Con un impeto
sol,
discacciava
li
Da tutte parti
L Vei correa cercando aspro un assalto,
Fiume di sangue nell'orrenda mischia
Affollavali insiem.
superstiti
Ma
ancor s'accapigliarono,
fuggirono alfin
Ad Afrasyb
pugna orrenda.
la
tornandosi affannosi,
Pieni d'angoscia
il
lagrime
cor, pieni di
avvenuta cosa,
Di lor sconfitta
il
fiero
Kaln
duce e innanzi
ratto venisse,
DelFiranio signor.
Sii tu
prudente,
Che
gli
additar
la
via.
Chiuse
la
via
Con
547
elefanti ardimentosi ed
uomini
Ma
gi di
l,
Adorno e
bello ei vide
un
loco.
V'erano
all'acque
Un
giovinetto, quale
A un
Qual
Una
di
moveano incontro
A Rstem
Da questo
Noi siamo e tu
un vin fumoso
da l'eretta cervice,
Andarne
al
Di grave peso, ne mi
lice,
o prodi,
tale
548
ingombro
Priva
di
re la nobile grandezza,
Siam
se d'uopo d'aita,
Per te faremo.
anche pi
assai
assemblea
All'inclita
D'eletta stirpe
Giusto e verace. Se
Bene
ricorda, a
il
Indizio certo.
Come
I
Il
di
Ka>
qualcuno
Kobd mi porga
voi
fortissimo eroe
Sciolsi
E cos
Ho io
la
che intese
assemblea,
il
duce
un segno
Kay Kobd. Che se tu scendi
disse: Manifesto
di
Qual
indizio
il
costume.
549
Il
assisero
si
un albero eccelso
Sovra un aureo trono
Da l'ombre
fresche.
Rstem
di
In dolce atto
la
si
man
nella sua
prese.
Un
mano
aureo nappo
F' ricordanza.
Colmo
di
Cosi parl
Un
guerra
nappo ancora
incliti in
altro
alto
un messaggio
Un
Ma
Rstem valoroso
Sorrise
il
alle parole
550
Rstem, come
di
l'ud,
chin
fronte
la
re dei regi
Aurifulgente e disse
Dell'ampia terra, o sostegno de' forti,
Schermo de' prenci, dell'iranio trono
:
Conforme
Entro
a'
grandezza
belve ardimentose
tuoi lacci! Il seggio imperiale
caggiano
le
Degno
Che
il
sire,
messaggio
De' guerrieri d'Irania a cotal prence
E Kobd animoso,
D'alma serena.
10 la lingua sciorr, dir
Il
Rstem
al dire
Per molta
Bevve un nappo
di
Come compiuto
Fu il giro fra gli
Del novello signor
A Rstem
col
purpureo vino
che pi accese
eroi, poi
si
generoso
fean le gote.
ei cos disse
551
vidi,
venino
Corona rilucente e
Candidi e
Una
belli.
in que' falconi
Ond' che,
festa apprestai,
re degna,
di
come
vedi,
Come candido
falco a
me
qui
venne
E Rstem
Andiam correndo.
Come vampa
allora,
de
le
battaglie
cintura
la
partissi.
giorno mai
si
pos la notte o
Ma
le
il
vedette accanto
di ci
novella
a'
nemici gi volea
Ivi ordinar.
Ma Rstem
squadre
le
disse
sire.
Rakhsh
Cavaliero atterrando,
Un
Che
Ne
ne gherma
ei
ambo insiem
altro ed
il
turpe guisa
in
Ad uno ad un
di
Strappando,
al
sella
cavalieri
li
la
scagliava da
cervice e
il
Miseramente. Or
Un Devo
la
mano
lungi
ei
man, che
il
capi
dorso ne frangea
s,
Kuln turanio
il
gheroni, oli!
figlio di
Zal
r<
Stupia KaHin
li
gittossi,
all'usbergo
ma
e
la
destra
gagliardo
suo nemico.
medesma
ei
piantava
Il
553
E Kaln
uno spiedo
Ad uno ad un
In
infisso.
Ora
E Rustem sovra
lui
vedeano
il
dell'esercito
Rakhsh
prodi,
incitava
Al suol ne sparse
I
le cervella. Tutti
D'eroica foggia e
E un
si
f',
saggio ed accorto
Appo
Zal valoroso
IL
RE KOBAD
IL
I.
RE KOBAD
Per
sacerdoti,
Qual era
sovrano,
A
A
gen'ial banchetto.
Al giorno ottavo
s'adunar,
E Destn
Kren
belligero
disser poi
T'appresta, o re sovrano,
Allor che
intese
Venne Kobd
e le falangi sue
a' suoi,
famosi
Prenci d'Irania,
Armi
558
di vestir le
gravi
da la soglia
di ferro, e tosto
tempo
di battaglie ornai
Qual
di voi
Avr
Al d novello, re Kobd
le genti
Come elefante
E negra polve
Ordinavan
s'avvent furente,
al ciel vol. Gl'Irani
le schiere e
a sparger sangue
E Kren
mezzo
gli eroi
pi vecchi
Governava
il
Ed era innanzi a
lui
quello di
Kveh
Tutto
E
Il
il
mondo
gialli
559
Da
Da
mar
mandavan lampi a
di pece,
mille a mille
Ambo
Come
in
Cos scendeano al
intenebrar.
campo
in
Due eserciti
una guisa,
e quella parte
confondersi
il
ciel
il
cielo
Al
ciel
De
le scintille
Cuspidati, e dell'armi
Era pregno
il
fatai loco
560
il
respiro
principi togliea.
a'
ben
ci
vide,
rissoso,
il
vasto piano
sostegno de'
forti,
un valoroso
Ma
mente assorto
si
noi.
il
in quello
contro
Nell'alto cielo
Fecesi oscura e
sol
la
luna
velossi.
A manca
D'uccisi
Anche
pi
forti
Ebbero affranto
Ei prode, ei
il
forte,
di
tosto
turania gente
cor.
Vide e scoverse,
Shemass da lungi
Sul capo
gli
561
Kren
io,
capo in gi
l
cadde
Shemass,
Piegossi prence
all'istante
medesmo
ed
loco
A quel
Del ciel che antico volge,
L'alma spir.
Questo il costume! A un arco egli somiglia
Disse,
illustre!
Come Rstem
Dove
contrastar con
lui,
perch'io nel
Il
mezzo
sole
di
Dio
Lui
Non
si,
lui
s,
il
tristo
I.
36
D'un
nube
Negro
alito mortai,
nella pugna.
Negro
5(32
di
morte
il
suo
l'usbergo, e di ferro
di ferro l'elmetto
vessillo,
bracciali,
ed ha quel ferro
diffuso
Da
lui
un pennacchio. Or tu
guarda, o
ti
figlio
d'assai
vincitrice.
Anche
di ferro
Di principe Afrasyb.
Eroe, per
Non
me
un monte
nome
Rstem
gli disse:
Un
lui,
nome non
so,
drago novello,
Allora
Da' ceppi suoi cos disciolto?
T
T n di quei rispondea: Cotesto il figlio
Di Destn ch' di Sam. Nome gli han posto
Di
Rstem.
Un
Che
nel d della
563
pugna quale un
di
Illustre
Sani? Giovane
la stessa
ma venne
egli ,
un nome a ricercar
fuoco,
forse
fra l'armi.
le file
la
la
figlio di Zal,
S'accapigli,
ma
il
man
valoroso iranio
man
Sollev la cervice e la
stese e ratto
fulminea spada.
stese
il
fianco
re
Kobd recarlo
innanzi, a dargli
cavalieri s'affollar.
Porse
La mano
l'iranio valoroso e
il
serto
Dall'artiglio di
Rstem
battagliero
564
Rstem lodando,
Tutti
Uno
E
E
di quelli a se
gli
il
valoroso
daccanto volle,
disse
Il
armate genti
il nodo
Di sua cintura e caddemi di mano
L'ampia compage di sue membra. Allora
Per
trascinarlo.
Che
si
Ma
le
s'infranse
Mandarono
di
timpani,
Che
L'alto vessillo,
565
Come
Rstem
di
Prence Kobd,
f'
lieto
annunzio intese
ch'a un
come tempesta,
cenno
ei s
tratto
Semenza
la
rea
Radici sue.
Ma
Come
rapida
levasi
un clamor:
Prendi cotesto!,
Con
Aurifulgenti e in su
la
mente
Al tempestar de
Eserciti cos
gli
elmetti d'oro,
Due
accapigliavano,
si
Che
de'
timpani
il
fremito, l'orribile
Avean
Il
Lembi
di
carne
a'
leopardi svellere.
Ma
Rstem guerriero
negl'impeti suoi
Gi fatto avea
Il
500
di caldo
sangue intorno
Dal capo
di
've incitava
La mano sua
robusta, ei
f'
ben molti
Con
le bell'armi e
D'un
Ancor levava,
membra
palafren di sotto
il
e a cumuli dintorno
Unghie
sonanti.
Sotto a le
Traballava
Oh
zampe
le ferree
la terra,
e,
in ciel,
li
polve
Scendea frattanto.
Precipitava Iella pugna il giorno,
E al fatai mostro che sostien la terra,
Umor scendea di negro sangue, e polve
Era un novello
ciel.
Al ciel sala
di
Eroe,
figlio di Zal,
la
con
la
clava e
il
valoroso
sua spad;i.
il
laccio attorto,
567
Ma
Zal guardava al
di regale maest.
Il
core
gli
Nel petto
In quella guisa.
Ma
D'innanzi ai forti al
Dameghn,
le schiere in
Al Grihn da quel
Con affanno e
loco,
Non
cor
il
si
volsero
trafitto.
confusi e dolenti.
Aveano
di pregi adorno
Turani intanto
sacro Fuoco addetti
Rstem vedea
Perch'ei
Trasser
guardava
figlio suo,
l'armi infrante
e rotte le cinture.
Trombe
Da quel
Ma
Appo
loco deserto in l
gli eroi
de
tutti
si
mosse.
le iranie
schiere
lor
Vennero
Benedicenti.
Figlio di Zal
si
accolse allora,
Ma
di l
come
l'iranio signor.
quel prode
torn, sen
Tosto che
il
venne
vide
nella
man
di
L'estrema punta
Il
Rstem
si
volle a s d'accanto
Da questa
della
mano
prendea. Seduto
il
nobil sire
568
Proposte di pace.
II.
Ma
poich
si
margo
dal
di
qui
romper
la
All'iranio signor; n tu
data fede
ben
sai
si
la
In balsamo per
noi.
Muore
cotesto?
mai
monarchi. Venne
Prence Kobd e la real corona
Si pose in fronte e novella una porta
Schiuse ratto alla -nona. Un cavaliere
Di Sam della progenie anche mostrassi,
A cui Destn novello nome impose
Non
Iti
sar priva
di
Rstem. Come
fiero alligatore
569
E niuno
in terra
il cinto mio
Con gran forza gherm. Detto tu avresti
Che tutte le giunture egli m'infranse,
mano
in
a lui di tanto
Da quel
Fermo
I
capo!
il
Affollandosi allor,
me
liberarono
D'alta montagna.
Ben conosci
il
mio
il
Ma
d.
valor guerriero
Ha
tal
che corpo
Ma non
Non
mano
E grave
in quella
nel core
sei,
L'impeto ancora ed
Ho
frammento
Tu che prence
consiglio o virt.
Le
attorte redini
abbandona
Egli
al
elefante siml,
570
Ma non
Cos reggesse.
Ma
lui
che valgono
Ma sol consiglio
valevol per te chieder la pace,
Che contro a lui non ha vigor, non forza
Amante
io di gloria
Nella distretta a
te.
ti
Ma
in
consiglia e chiedi
innanzi a
lui
me! Va dunque
pace! Ancora
gi
resa
571
Tutti
traftti.
E peggio
E vergogna abbiam
Jattura
s,
ancor che
fama
fa
che alcuno
Che
Arrivi a riparar.
Inclita del
mio re da
se la
mente
me
volge,
si
farne e dimani.
il
Vennero
tutti
A me
dinanzi
tu,
signore,
se diverso
Deso
da cotesto
in core
ti
te verr. Da questa
Rstem guerriero, contro a cui, nel giorno
Della battaglia, non ha forza il sole,
Dall'altra Kren battaglier, di cui
L'occhio lucente mai non vide in terra
Una sconfitta. Ma da un terzo loco
Verr Keshvd con l'elmo suo li fulgido
Auro compatto, che gi venne a quelle
Gente nemica a
trarne
prigionieri,
Kabul prence,
Con saggezza ed onor duce del sire.
Ambo con gli ocelli lacrimosi, il primo
E quarto
Di
fla
Mihrb,
di
Che
in
mente
gli
venian, da che
di
giustizia.
in
Tale
quell'alma
Ei scelse allor
eli
573
qual bene
Vsah era il nome
e di padre e di madre
l in Irania l'invio,
Ora a
lui s'addicea.
Di quell'illustre,
Ma
Turania il sire
cenno:
Carte qui apporta e nero muschio.
Scrisse
Un'epistola allor d'Arzng ben degna,
E sopra vi segn di cento guise
Rabeschi e fregi, e f' cos principio:
Fratello a
A uno
lui.
di
Che non ha
pari,
si
cui nulla
mondo
per Lui
Ei
ha pace.
All'alma
di
Comune
stirpe ebbesi
Ebbe
l'ordito suo!
Inclito re
A
Ed
Tu
un
la nostra
d la
trama,
ascolta intanto,
574
Quando cerc
partiziion del
regno
Da costume o da
che
lui fa
gli
nostro,
parte eletta
assegn l'antico
Come adunque
canuto e rosseggi
il
deserto
un
lenzuol, dentro a
In sempiterno!
Se in noi vive
deso, di
una
fossa,
fatica, dolore,
cuore angustia
575
si
campo
In
breve!
E quando
le genti nostre
il
capo
Da
giustizia
Non pur
non
Appo
la
gente irania
L'inviava
Di
gemme
Ma
cos.
il
fiero
prence
regal copia
e di corone e di lucenti
Scanni dorati e
di fanciulle adorne,
Con
l'epistola
sua
In dono al sire.
Altri
recava
A Kay Kobd
allor, di
l'epistola
questa guisa
mezzo
a'
III.
576
Turani.
di
dolor,
d'ambascia,
Che
Or
men
se pentiti
beli
1
.
Sempre son
io
per questa
vita all'ultimo
pur che
dal
vi
fiume,
trovi
cos,
G-ihn
ei
varc rapidamente,
di
tanto.
Il
Dai loro
assalti,
la
mia clava.
A Rstem
L'uom
Fiedu-i.
gagliardo, e
I.
il
suolo allora
Kobd
nobile e illustre
37
Cos parl:
578
Di Zal guerriero
resti privo
trono imperiale!
il
Non
Furon
Un serto di rubini
E un cinto i doni
e di turchesi
suoi.
Fr
posti allora
Fiata
ti
Ti schiudendo
le porte.
Durevol mi sar,
te
per
Oh! se
la vita
la terra
Keshvd, a Berzn, a
quell'illustre
f'
un
dono,
E a
dramme
chi degno ne
fu,
cinti
ed elmetti.
Era
a'
La gloria antica
Vennero a lui le
e la possanza. Tutte
genti ossequiose,
570
Da
mio
Fa
La
a'
Che
bruco
se a picciol
pur anco.
Che mancamento
Ne conduce
in ci l'ira
di Dio.
Che
giustizia.
tremenda
se v' in terra
Tesoro l
mia
mia cura; e dove
campi ed acque molte, il nostro
si sta. Nelle mie schiere
Son
Buono
stato e fiorente, ci di
Giustizia
Son
culti
tutti
me
Soggetti a
frutto e di
il
belligeri
guerrieri
Sotto lo
schermo
mondo
Animo verso a me
si
resta
difesa.
mosse,
riguardar.
Pel
il
mondo
Opere
ei s'aggir,
nascoste e aperte
_
A
Rei munita. Di
580
venne poi
Del tempo
Con
il
gl'indovini e
prodi suoi
il guardo,
Lacerato nel cor. De' prenci antiqui,
Defunti,
Con
la
il
nome
ricordando, tutto
sua grazia e
pi nobile stato
il
la giustizia
mondo
sua
addussi'.
Kny
Arsh,
Nome
Kay
Pishn erane
del quarto
Kay Armin.
il
terzo,
Cotesti
le
verdi
giustizi;).
che
diresti
che
in tal giorno
la
appunto
scorta mia
Ma non ha saggezza
Chi troppo serve a regal trono, allora
Scesi beato.
Che
L'anima
mano
Con tua
Cammina
intanto e
Questo
giustizia e grazia
egli disse, e
Part soletto.
costume e
Di
tal
la
di tal legge
ci
adunque
alleva
In delizie e ci
prova
Recan
poi.
lor
Son
Uom
Norma
del fato
L'uom da
582
la terra e l'opra
sua distrugge
INDICE
....
Prefazione
I.
II.
III.
Vita di Firdusi
Re
18
Mahmd
86
94
dell'Epopea persiana
Introduzione.
I.
li.
III.
pag.
Lodi di Dio
Lodi dell'Intelligenza
Creazione del
mondo
Il
poeta Dekiki
Compagni
Re
Poema
Ab Mansr
X. Lodi
di
Mahmd
VII
1
Re
pag.
584
Il re
Dahk.
585
XI. Colloquio di
XII. Colloquio di
XIII. Prova di Zl
XIV. Nozze
XV.
Sm
Sm
e di Sindukht
di Zl e di
Rdbeh
Nascita di Rustem
XIX. Morte
pag.
e di Zl
del re Mincihr
587
Ad
un
da
Personaggi,
col pubblicare
due lettere
parte di un articolo di
me
avuta di
risponder
alcuni illustri
G-.
soltanto
Andrea
di
Maffei,
Carducci e
di
Il
un
Maffei
il
me
da
traduzione.
CJdarissimo Signore,
Perdoni
la
mia ignoranza
di queste
importanti opere
grave et mia, per la somma crescente debolezza della mia vista, da tempo parecchio non leggo
libri nuovi
anche un p sconfortato dalla odierna scuola
sue.
Per
la
quanto
io
sull'antica,
perch
ho
scorse, cos
ad aperta
di
libro,
argomentai
ha un verso armonioso
semplicit, che
manifesta
in
la
bont
e di un'elegante
maestri. Alla
mia
3SS
suoi
mi
scrtti
sa-
m'abbia, chiarissimo
Suo devot mo
Andrea Maffei.
postino
dono:
La morte
di Firdusi
suoi lavori.
"
Andrea Maffei.
Nuova Antologia,
Del Libro dei
Re
1"
luglio 1886.
die
il
Schack:
la
ma
1829; e
italiana,
condotta
il
che
io
sul
Pizzi ci
ha
la-
589
ha mandato fuori in
com-
piuta in 8 volumi.
Del valore filologico del professore Pizzi nella lingua
e letteratura persiana attestano con favore gl'iranisti, che
non mancano
in Italia
me
cede corretto, non stentato mai, decoroso, variato d'intonazioni e pienezza secondo e quanto permette l'indole di
il
verismo e
agli dei
il
ella,
grandi acque
Musa da
vero
dovrebbe vergognarsi
Giosu Carducci
Dal Tablet
Il
di
Manchester
(luglio,
1886).
cerche;
ma
soltanto ad
un ingegnoso
ri-
e giovane orien-
Pizzi,
Professore
Re
di Firdusi.
fa
una
590
Ma
differenti periodici.
il
il
traduttore,
tutto e ricominci
un coraggio, una
La
versione in versi
in
del-
da capo! Questo
letteraria, e indica
coscienziosit,
stati pubblicati
non soddisfatto
di
sciolti,
opere affrettate.
e noi tosto ci
affret-
ha pieno successo.
Il
suo
animato, scorrevole,
verso
moda
all'originale.
da un
cos'i
come
solamente da aspet-
Casartelli
L. C.
Il
Prof.
Giacomo
Barzellotti in
un suo
articolo
l'arte, cos
Ma
che vien
la generazione
qualche giovine
negli studi.
Il
Pizzi, premiato,
poco
fa.
dai
Lincei
per
591
ha mandato
prima dispensa di una sua traduzione in versi del Libro dei Re del grande epico persiano, alla quale egli ha lavorato diciotto anni. Tunica
versione poetica intera che abbia l'Europa. Del lavoro
del Pizzi ecco quello che dice il Carducci in un articolo
della Nuova Antologia, dove egli, non corrivo a lodare,
ebbe per occasione a dir molto bene di una bella schiera
una sua opera
intorno a Firdusi,
critica
dice
il
Carducci,
me
condotto
retto,
e pienezza secondo e
merita
il
La
un monumento
di
sapere e d'arte,
tempi, chiaramente
la nobilt e
Ma
di s
lunghe
singolarmente
opera di
lui,
d'Italia,
tutto
il
le
colte nazioni e
poema persiano
si
per
legge recato in
versi.
Civilt
PRIMO VOLUME
CORRIGE
ERRATA
d'amor
1.
d'amore,
1.
36
superba.
superba,
161
1.
13
traeva
traea
206
1.
22
a lui
256
1.
25
saggio
Pag. 148
a lui,
saggio,
correnti, ansanti
la via
rfittrsi
Preclusero la
294
1.
14
via.
Cos a
mal
far
Ivi a
mal
1.
13
che
Che
1.
16
verr
verr
1.
ult.
timpani
1.
risposta
risposta
497
1.
10
repentina
repentina,
513
1.
23
fuggenti
caduti
316
369
386
117
timpani,
:
far
PK
6/V56
I8P5
v.l
Ferdowsi
II libro dei re poema
epico
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