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PIRDUSI
IL LIBRO DEI
RE
POEMA EPICO
RECATO DAL PERSIANO IN TERSI ITALIANI
DA-
ITALO PIZZI
L'epopea persiana, nel suo insieme, produce l'impressione dell'incommensurabile,
simile alla volta del cielo stellato, che riunisce nei suoi fulgidi sistemi di stelle l'infinita pluralit dei mondi.
SCHACK.
VOLUME OTTAVO
TORINO
VINCENZO BONA
Tipografo di S.
1888
M.
Propriet Letteraria
8i58fi
RE SASSANIDI
{seguito)
I.
I.
Il
re Khusrev-Pervzi
Rapidamente
allor con
due destrieri
f' il
garzone
pur del
fiore
Di chi per
manco
Lungi sen va da
Gh'
Del
di
ciel sublime,
Tutta la
Che tu
di saper, nell'ira,
la diritta via
vita.
Che
dicesti a
se tal sventura
me, tornami a bene.
6
Davver! che
il
Gangiansi in
Che
padre
stese
Loco non
il
di
fi
al
sonni miei
sangue mio
Allora
la destra,
la via
la citt
per quello
Khusrv
si
gli
ascoltava
Monarchi
visti
re
Khusrv
abbandona
al
un
mar, quale
serto,
a'
suoi pesci
il
piede,
la
Anche
il
di
mondo
egli s'avesse,
cosa
Sia ch'ei
Ed
II.
or,
Come
8
A' sacerdoti
il
Se non
d'inclita sorte.
Non
11
Pronta
la
mano
e la diritta via
Che ad uman
il
core.
Beato e
lieto,
ma d'Hormzd
Come
ricordo
notte intera.
la
il
velo,
e agli orecchi
Come
vide, in gemiti
il
Ei
si
Come
Ch'io
medesmo
Hormzd:
saggio
figlio
mio.
10
Or io da te desire
Ho di tre cose, ne pi in l da queste
E cerco e bramo ed una si che ogn'alba,
Dolori e gioie.
Un cavalier fra
Han la cervice,
Re
Un
Servi,
non
non veggano
il mondo,
mio
tu, pel
Contr'essi muovi.
Khusrv
re, gli
rispondea
Behrm Ciubineh
Seco menar qual
il
capitano, esercito
pi assai di computo,
Che
se la
man
stendiamo a Gustehemme
11
Un nuovo
in ogni
Avr pensiero,
Non
dir
che
tempo
io d'inviarti
e tu dolente e
ti
ti
mesto
venia da Gustehemme,
Non conformi
adunque
a ragion. S'allieti
In tale affanno
il
Ma
poi.
di
lo stolto e
Nobile meta
Ti dar
Come
il
l'ignaro? In sapienza
di te sta;
tua pace
L'alimento quaggi,
di
sapienza
Tu chiama
12
Che
altri stimi
HI.
Venuta
di
Behrm Cibineh
Come
intese
Per avverso
Behrm quale
destin, trista
incogliea,
sventura
me
stagione
Le provvigioni
Mand
le
13
Primamente d'uopo
Disse a cotesti:
suoi
Cerca
la caccia.
Magion
Uscan
dalla regale
niuno
ritornar; secretamente
Appo
ci
tutti e
videro
vennero
o sian degl'incliti
elli
Schiere egli
mena per
Dell'ampio stuolo
ei
sta
la via, nel
diritta e a
tal'
mezzo
manca
di
Dimna
il
volume.
Al
consigliere
14
Ecco! innanzi
ci vien.
Behrm sospinge
Anche de' mostri
L'alma
contro
al
suo nemico,
nel profondo
mare
si
Dai re del
mondo
egli
si
apprese, e allora
Gom'ei
fa,
uno
scrittor
che dia
il
libro
vanta,
consigli!
Gustehemme
Indi a Bend}'^ e a
si
ei disse:
slam noi
Davver! congiunti.
Ma Gherdy frattanto,
Endimn e Shapr, Darmn, signore
D'Armenia,
tutti,
con
l'iranio prence.
senno e
Principi re
bellicosi, e
Khusrv
a questi
cos dicea:
che chiaro
Senno possiede nella mente sua,
Per saper ch'egli vanta, ha intorno
belligeri miei, quegli
Una
al
corpo
n la spezza alcuna
Punta nemica fuor che de la morte
L'acuta spada. Ogni casco d'acciaio
Molle si fa dinanzi al mortai ferro
Qual molle cera. Ed or, d'anni minore
Son io di voi, n gi poss'io la terra
lorica,
Maggior dolore
in quest'alta ferita.
Dissegli allora
Lieto vivi,
il
signor,
sacerdote: Lieto,
lume e alimento
Fu
15
Appo
il
re de la terra
non nasconde
un
fido servo,
Anche una
parte, e l'assegnava
All'uom che
Non ha
Non ha
Che
il
in villa
il
nacque. Oh!
saggio
ma
alcun sentore,
colui che non conosce Iddio
l'ingrato
d' intelligenza
se tai detti
il
saggio antico,
s'ei
'1
il
suo core.
ma diverso in core
Un pensiero mi sta. Come di contro
Ambe si troveran le avverse schiere
E saliranno a' Gemini nel cielo
Di lor aste le punte, a me non certo
De' sacerdoti
gli far
lodando ancora.
s'egli ascolta le
parole mie.
16
novello sire
il
S'accordar tostamente.
Benedissero a
lui,
prenci tutti
re della terra
mentre ciascuno
Lungi da te rimanga.
Festosi l'acclamar,
Cosi dicea:
Almo
di
Fuor
di
Bagdad
l'esercito ei traea
il
duce,
re da
l'altra,
il
sol gi si
un fragore
vedea qual de
comando
il
l'assalto
sire
A Gustehemme
17
Un
il
si
scoscende,
un baleno
Dei re
di Gina,
Che
Da questa parte re Khusrv, da l'altra
L'eroe, nel mezzo la fontana limpida
Di Nahrevn. D'ambe le parti intanto
allor s'acqueter la terra
FtRDcsi,
vni.
IV. Colloquio di
Khusrev
(Ed. Cale.
E Behrm
L'un
d'essi
18
L'altro di contro.
l s'incontravano,
oscuro e tristo
il prence
volto,
il
De
Behrm.
1872-1883).
p.
Khusrv
aperto
e di
terra
la
d'argento e di ferro, e
le
cinture
la
principi la fronte
dalle gote sue
Ed
valor
cintura cingeva!
si
levava e
si
fea ricco
s
gli
appare
rara e sparsa
Re Fredin con
la
Ve'
ch'egli diventa
clava e la corona!
D'anima
19
Un
Ma
Quei
si
l'opra vera,
De
le
intanto
spade
il
il
colpir,
che
sia
polve
la
Lo scender
L'orrida piova e
Piglia!
Un
dalli!
il
ritieni! . In questo
campo
all'altra.
Spron
Che
di
il
ei
destriero
prese
Di
Cos fermossi
Ed erano con
a'
principi pi illustri,
Behrm
20
Giubneh
re,
Grherdy rispose.
Il
Come
Da
vide
Behrm
ei sospinge.
del
mondo
il
sire,
conobbe
di
fumo, assiso
D'ira
il
il
guardi
Pensier
Io
A Bendy
poscia e a
Gustehemme
ei disse
Ma
Un
poich corrompea
tristo
Devo,
Behrm Giubneh
la diritta via
mondo,
in qual
mai guisa
Per
Da
consiglio d'altrui.
Ghe
non tocca
se tu scendi
n'
le battaglie
Qual
di lupi ululanti
una caterva.
Che
se
Mostrar
vilt.
Che
se da lui parole
viete
si
Ben che
faran per
me
sue colpe.
si
La mente
Libera e
sciolta. Allor
Opera
sire,
il
il
Gustehemme:
che da mercante
Dissegli allora
Tu
fa.
Ma
ingiusto
ti
piace,
sei,
22
Con
de
fiero incesso
le
squadre
venne-
ei
Behrm guerriero
Alla presenza e di
ei
che cercava
Che rechi
di,
se'
ti
Behrm eroe
le redini
Lungo tempo
Deh! non
sia
23
di trista sorte
un
laccio
Ambe
le
man
Da
avvincer.
ti
quello
Da Behrm
torra
Deh
Di questa foggia,
non
de' cavalieri
tu.
Di ci vergogna
e tu a la porta intorno
ospite gentil
Sol cos
come
fai
ti
ingrato. Allora
d una voce,
risposta rende
Che
Che
tu stesso travolto
il
tuo consiglio
24
Deh! malnato,
Qual forsennato,
parole apristi
le
Ma
D'ospiti in favellar
cui tu corri
Che
Uom
Non
Gi
fai
?
saggio, cavali er
se'
tua natura
le
sentenze,
tu con quelle
e tu non sei
degno dell'armi
fosti,
Meno
servo ai servi.
non degno
Oh! ma qual
Me acclamar tutti prodi miei, ned io
Soffrir mai che l'orme tue malvage
Sopra
la terra,
non
Di grandezza fra
sei re,
prenci.
sire
Tu
Divelleranno
la
radice tua
Fien date
Perch
ti
ai cani.
festi
E a
lui
Khusrv: Deh!
impetuoso e altero
tristo.
25
si
ira e
Sar per
L'ira inconsulta, ne
fremendo
vai,
Ma
Una montagna
hai tu
se tu la miri,
E gem
Al
sospirando e volse
sol splendente, in
Facendo
il
il
Dio pien
viso
di
speranza
:
26
Tu
te,
davvero
tu sai
Kay
dal
fianchi io pi
Almo
la collana e
braccialetti e questi
Anche
l,
di
gemme
fregio.
ostello
di leoni agresti.
27
d'esti a
Quando a me
Behrm
seguaci addetti.
il
fea,
il
il
si
Devo
dignit, fu tracotante
ira
In questa guisa
f'
ti
e violenza
!
anche
Ti ritrovasti e laudi
Una
ottenesti
parve
Ogni loco deserto ed un giardino
La dimora infernal. Cos dinanzi
Al tuo cerbro si spegnea del senno
Dai
tristi
Devi.
La chiara lampa
citt
ti
e tolta fu la luce
Che
in tua
grandezza
Abisso al fondo.
Oggi a
tal
ramo
tu la
di cui
Amaro
ti
tristo
mago,
traea di negro
man
son
distendi
le foglie
frutti suoi
28
ti
soffi
Che d
Mai non
sia
E Behrm
r, dietro a
lui,
ottieni
Spande sue
Stato ingiusto
da Lui
grazie.
si
che intorno
Hormzd ancora
s,
Che
fosse e
se
il
secol suo
Aita contro a
Sara per
Non
te,
ci
Da
basti,
ti
lieta sorte
Ma
Chiara mi
Che
fa
la
io
De' giusti
Hormzd
Di prence
29
vendetta
chieder dapprima
io.
Tu
intanto
questa sentenza
e quale
l'approva acconsentendo,
Ma
Con
Un
tal
re sei tu,
In alcun tempo.
Non
Non
Amanti
s,
Non per
si
Ma
tu frattanto
Pensier malvagio
30
Iddio
E trono
e serto di regnante.
Accettai
si
da chi del
mondo
dono
Il
Sire,
d'ogni aperta
serto avea
Son
di
Che
A
Ed
re Lohrspe
messaggio di Dio,
a Gushtspe il diede).
quaggi, corruccio
il
ei l'accolse, indi
Ogni vivente di
Dato egli m'abbia o
Toccati
io n'abbia,
fulgidi tesori
tutti
insiem di sotto
Sono
al
Vadano
anche farollo.
che merto di qualcuno
Di quadrupedi pieno
lascier
Celato resti,
Che da tal
E porremo
31
compensando,
il
in bilancia
E peseremlo
il
core altrui
La terra
il
lieti
Fato.
Hormzd regnava
eran per
il
lui
ne dubbio
figlio suo,
Il
Ebbesi
in fino
il
trono,
si
che questo
S'intenebri per
te.
sol
che ha
luce,
Di chi frattanto
N' degno
Trono
in poter
Ma
pi d'assai di cinque-
cento
gli
anni passar,
32
La
il
serto
il
Il
nome
nostri,
Kay
saggio.
illustri
Abitanti di
egli
hanno,
in pria
si
congiunse poi
trono
Ma
E
del
si
carpir de'
mondo
al
Kay
regnanti.
Per
lor
Passaron l'opre
E in aura lieve
I
nostri detti.
Quando
conversero
Iddio trascelse
Di grado signoril
mondo
lastabil
33
mai
chi
La tua
di
questo
principe sovrano?
mi rendi
Behrm
Oh
Altro principio.
Che
Kay
de'
si
Behrm guerriero
Cosi disse a
io
Un
Non
vuoisi
In alcun
Tuo
Ei,
Ma
ben tu
E d'animo
fosti
impetiioso e ardito
vui.
Ti fece Hormizd,
34
ma
tu prence
ti
festi
si
dritta
nome
Imperiai
Di Giubneh per te in
Behrm
si
volse,
che
di forti eri tu
il
duce,
Behrm
malvagio,
gli
rispondea,
come
si
potria cotesta
Che reco
assalti,
Veramente son
35
io.
tal consiglio
Gh'erangli a
lato, va,
quattro fiate
dugento
belligeri elefanti
grande
si
prendea
Teco un
Cadrne
ti
36
pria
Mihrn-Sitd ricco
pregi e indizio
di
il
suol d'Irania
Contro
di Gina,
ch'Egli fue
quelli, in battaglia,
a te alleato,
ciel. Cos,
Quel Reggitor de
Che
poi
che volea
le rotanti sfere
Compiuto
fosse, tu
a te stesso apponi
Peggior
37
sei tu di tal
che
la
sua via
La
notte oscura,
il
troverai,
ma
cercalo
ed ingiusto!
giorni tuoi
ti
Ma
il
core?
il
lieto,
E non have
di
La colpevole
spoglia.
E
al
se pensieri
re del mondo,
38
La fortuna
ti
Non
belli inver, di
Tu dimmi,
Un medico
S'ebbero
E
La
di
Far
Ma quando
aperti
gaudio
li
Non
Non
Che
rimarr, che
dignit,
di
La
sconfitta di s, da
Ebbri eran
Ma
tutti
che ricolmi,
Cotesti prodi
Valorosi ed
illustri,
alta iattura
Khusrv
dissegli
Re Minocihr, non
allor:Deh! tu malnato.
mondo era sovrano
sai
Quando
Un Rstem
Prender
valoroso, ecco
potea
Rstem guerriero
e prendersi
costume
al regal soglio
Avido
gli occhi.
Inchiesta mi
Favelli di
fai tu,
40
n, guai di prence,
Khusrv? Tu
sei brutale
corona
la
Behrm
l'alto seggio.
malnato
sei,
figlio di pastor,
ne
gli
assegnava
Tu
Disse
malvagio, non
sei
sua.
e tracotante.
de la semenza
Non
Per
semenza
Behrm
di
Sasn
Rispose
mondo
la pastorizia.
gli disse^
V. Consigli di Gordieh.
(Ed.
Cale.
Disse e sorrise e
si
diresse al
p.
si
campo
1883-
volt da lui
suo.
Ma
intanto
Eran pur
Seme
41
l que' tre
Turani
arditi,
Or, di cotesti
Audace,
iroso, e
da timor disciolto
Con
al cubito
La
fronte e
Ma
trasse
Al laccio
Venne
il
Gustehm
si,
di
spada un colpo
al capo
del sire, e
Bendy valoroso
Tese all'arco
la
colui
Indietreggi da
lui.
Behrm
allora
Esser
Col re
Piena
La
ti
possa
un
Oh
chi
disse
ti
assalto? Forse
di doglia
e la persona attrita.
Da quel campo
il
si
fratel suo
d'armati,
il
tornava
scendendo
diadema
42
L'ancella
il
ed ella
velo,
al fratel
suo
lui
Che
assalti agogni,
dimmi tu
in
re Khusrv ne andasti.
che guisa
s'egli
iroso
Alla sirocchia
pace ti mena.
Behrra guerrier cosi rispose allora:
Fra i regnanti colui contar non vuoisi.
Ei
alla
non
Non
battaglier,
non cavaliero,
Ricca
di
pregi e di virt
si
vuole!
impetiioso, o prence
Ami
Parola ascolti e
che soverchio
l'ingegno perverso?
L'uom facondo
di
ci
che disse
amaro
ti
torna,
dice
43
mezzo qui
tal
Che
non
se
fosse
giovinetto sire,
Impresa
Non
so qual di co testa
fin sar,
il
che
di
pianto
E pieni e
E biasimo
gonfi.
Ma
mente insana.
Or
che
allor
di
tu cerchi solo
si
Behrm!
nome
ne avr disdegno
Iddio pur anco e in carcere d'inferno
L'anima tua sar. Deh! fratel mio,
Non dura eterna per alcun la vita;
Nulla vi dura fuor d'un casto nome
Vedi tu se qualcun per Tampia terra
Te ricerc, se non fu Hormzd regnante;
Ma quando in poter tuo sen venne il trono
Di Sveh re con quella suppellettile,
si
fa di
Cingesti
un
serto, e
quando per
il
lui solo
trono
Le cose
Non
mostrarti cosi; tu
fosti
saggio,
Anche
se' fatto.
Principe
Hormzd
ufficio
44
il
figlio
la
suo discese
sua vendetta,
Nuovo
seggio apprestargli.
Il
giovinetto
tuoi.
Tu
fosti
lui ti
pose
Non
ardano
leoni
anche
feroci.
45
apprestar
di
turchesi adorno,
Che agogni
al serto
Di valorosi!
Che Minochr
il
trono mio
la
polve
ti
voglia,
che
fuggissi
omai
Da
Behrm
le disse:
verit cotesta,
questa verit,
Gi
le
ma
verace
troppo innanzi
E questa mente
di desio
son egri.
il capo mio
morte un elmo
Dar
Pur
alla morte,
che
la
d'acciaio penetra.
s'io trafitto
prodi miei
Ma
di rincontro
giovinetto sire,
il
46
ponte
di l dal
tutti
invitava
prenci
Scompigli
amare
Ed ora un mio secreto
cose vedeste
assai,
Ben molte
volte.
ma
Vo' aprirvi,
terronne ascoso
All'esercito mio,
Per che
Il
il
tutti.
un disegno mio,
All'esercito accolto
il
disvelasse.
Correndo
in
di menar
Che Behrm
armi e
In fiera giostra.
detto
Sfatto
Io,
il
parlamento.
le
schiere
vid'io
cavalier colui
Non per
vidi
prudenza segno,
Non nella mente di quel suo famoso
Esercito guerriero. Ei non favella
Che di sue pugne con re Sveh, tutta
Per rinnovar quella fortuna antica
Nella sua mente
di
Nel pensiero
d'altrui.
E con
N sa
la
47
Me
quale infante
Che
mio
Quando
la
si
far pi oscura,
notte tenebrosa
il
volto
di
guerra alto
attorno,
salite
le
Come
Da
ogni pi estrano e
A Gustehmme
Eroe Gherdy
f'
cortese invito
ed a Bendy, a quello
di
Notturno assalto
sire.
Il
Come
mente un odio
l'uno all'altro
48
fermamente
sono
ei
padre suo
al
Gherdy: Pass
questo
di
il
brama
mente
la nostra
tesoro e l'esercito e la
Ma
tu, signore,
la
notte,
in
me
di cotesto
non vuoisi
giovevole al cor
gli fu consiglio
Alquanti
E ne
ei scelse
ch'erangli fedeli
Ciascun che
gli
era
d'
uopo,
a'
suoi tesori,
Fidi custodi.
E vennero ad un
loco
49
'Ve
da lontano
Ma
di rincontro in sella
Behrm
si
l'esercito.
tenea
S'erano accolti
principi di sua
Oste guerriera e
fantaccini.
Il
duce
Mandi ciascun
di voi
In testimonio
a' patti
lor,
col
mio
Tesoro
ei
Principi
illustri.
E d'Armeni
D'Ardebil, di Brda
rimarranno
non di lor sgomento
Nell'assalto ci colga; oh! che son mai
Di Brda i prodi fuor che una manata
Di cavalieri o due
si
Ma
Appo Khusrv.
Di polve abietta
Un
valoroso e
Lenta
nell'
cammin
la notte
Nella presenza
PiBDrsi,
vm.
d'esti
grandi
ei ridisse
illustri,
50
una battaglia,
Khusrv non volgeremci noi
Dell'esercito intero
Da
re
dietro mai.
Lunga
si
Temiam che
faccia.
Ma
nostra impresa
sicuri intanto
Che
Come
V. Assalto notturno di
(Ed. Cale.
p. 1888-1890).
Behrm
Behrm.
ch'eragli amica
campo
Alti del
N'erano
Dell'iranio signor,
5i
inganni e a
vennero intesi
con deso nell'alma
frodi,
Con
la
Era del
giornata
Ma Khusrv
con
su l'alto
gli
occhi
Pieno d'uccisi e
di feriti, e allora
Yoi
Datemi aita e il mio deso su questi
Nemici miei per voi si compia! Iddio,
Che sempre vince, mio sostegno, in guerra
Ei ra' alleato, ed opra nostra intanto
A' suoi guerrieri cosi disse
Corsegli incontro e
Damaschinato.
il
raggiunse e trasse
'1
Ei disiava al sire
ma
l'ampia targa
Il
di sotto
un
a la targa
capo
fiero colpo
capo
in gi.
il
Gridava
f'
cader dall'alto
allor:
Deh! a
voi.
Illustri in
guerra, d'uopo
La
52
si
Ma
qui ancora
le
sue genti
Vilmente abbandonando
A Gustehmme
il
valoroso!
allora ed a
Or
Bendy
ben tristo
Ho nel core un pensier. Non ho progenie
Giunta a matura et che degna sia
Di regal serto, n ho congiunti, e s'io
Cado trafitto nella pugna, sire
Oh! nobil prence,.
Non rimane alla terra.
Volse
tai detti:
io di ci
Bendy
gli
Gherdy
Disse allora a
Con Tokhr va
E
E
E
recinti e
corona mia,
la
i
di qui
cofani ed
Con
rapido in corsa,
broccati ed
il
tesori
paggi tutti
meco
Raccogliean
co' tesori e in
carreggiarla
Con
la figura
il
Luce
togliea
ne
le battaglie
sue
E Behrm
Arditi e
campo
forti,
In lor furor.
due
Come
leoni accesi
elefanti in giostra
53
si
Quest'almo
sol.
Di l ne andava da misura
Intanto,
E grande
si
la fuga,
E non
che son
io
qui solo
Cos ne
andava
il
giovinetto sire,
Behrm
Che re Khusrv
Al ponte
si
di ci s'avvide,
sopra
Di
me
L'arco
fedel
si
gli
ne
le
battaglie
Allora
54
Gustehmme), ed ei,
Eroe duce d'eroi, l'arco si prese
E parve col fulgor dei dardi acuti
Luce togliere al ciel. Qual di grandine
Un vasto nembo, le saette alate
Piovere ei fece, e ad ogni dardo un elmo
Gli era ministro
Solo
un
s,
Vide
Ed
mano,
nella sua
Come
cotesto
Pose
la
volte, e
il
prence
La man
Il
al
palafren di lui
d'un tratto
Dal ponte
si
fugg,
balzando ratto.
OD
Chiuse della
le
porte
citt
VII.
Fuga
di
Khusrev
morte
di
Hormuzd.
Di
l,
con
gli
venne
padre allora
Che rivide la fronte, ei reverente
Fecegli omaggio e lungo tempo innanzi
Cosi gli stette. Disse poi: Quel prode.
Quel cavalier che tu scegliesti, o sire,
A me sen venne come i re pur fanno
Trafitto al cor, del padre suo sen
Alla presenza.
Ma
del
Furon pugne ed
asfalti; oh!
Non vada
attorno
il
nome
per
la terra'
suo! Si fece
Da me
si
volse tutta a
un
tratto, e detto,.
Behrm
alla via.
Gridaron quelli
il
fine
56
L'opra mia
restava, io
si
impigliar non
Che
mi
mi
fuggii,
Ma
Della sventura.
Or
io
computo
sostenere.
fi,
Andar
col, fatica
Sola per
te,
L'Eterno e teco
Che
sorrida
ti
Che
se vuoi da questa
Compir
il
Falangi tue
Ove son
genti
semenza
ti
verranno.
Come
ud, la terra
di
regnanti
57
A.
Ei disse allora:
noi.
Deh!
tosto
Le nostre
suppellettili, al
nemico
sire,
voi
se gi
il
non degni.
nemico vostro
Un
Behrm guerriero
a vostre terga
Disse
al cor, ch'egli
non vede
La
Ed
58
Ma
L'alta bandiera.
gli
amici tuoi
Ch'egli in pie
E
Or
di
drizz, cagion di
si
danno
voi,
non
prepotente
te,
reggia, mai.
faccia
grande
59
Si ritrarr.
A.
me
che tocchi
sia
Che a
Poi che
si
D'Hormzd
II
regal seggio e
Ratto da lungi
si
il
fortunato loco,
lev di timpani
La gota
Di
Behrm duce
Apparve
in
mezzo a
le falangi.
tristi,
Come vedea
S'avvide
que' smorti
che
visi,
di cotesti
il
del
ratto
core
mondo
60
lui,
partiti. Impallidir
sire del
Deh
mondo,
sue gote
manifesto
suo
Non
Vili.
Astuzia di Bendy.
(Ed. Cale.
p.
1893-1897).
Behrm
Eran
Di Siyavish
Ma
di
Behrm
figliuol,
gagliardo.
Prence Khusrv,
la vita
Andava
mura
Chiamavano
pinnacoli. Di Dio
l'ostel
E un
metropolitano.
A un
sacerdote
Cos disse
Rispose
lievito
a lui l'abate
illustre in armi,
un pane, o
Di cibo qui
Senza
a' ruscelli.
Che
se questo cibo
si
lui
Su l'arena
Affrettati a
Povero
sottil
pugno
verbene sacre
indi sedeano insieme
le
v'era,
Al sacerdote re Khusrv:
Non
hai,
Un
Fu
la sua
Su l'arena
Chinato in pria
Il
vino.
addormentossi,
sottile
di
Bendy su
la
trafitto
il
core.
coscia
62
nembo
Oh
falange.
rea
Khusrv dicea.
Che tanto di me cerchi il mio nemico!
Non uomini ho con me, non ho destrieri,
E giorno venne omai della distretta.
Dissegli allor Bendy: Deh! tu provvedi,
Amico,
Che gi vicino il capitano.
Khusrv gli rispondea, deh! in questa impresa
Sventura questa
si,
Tu
m'addita la via
Bendy
Arte
Signor,
allora, in questo
sottile
mia
mondo,
Del
mondo
Di Gina
soggiunse
avverso tempo
vincitor.
Khusrv
un sapiente
Una sentenza in
Che re monarca
gli disse
assai migliore
ci dicea
Colui
a soverchiar perviene.
Non
salir.
Caggion
divelle,
Se arte vedi
Che
libero
sottil,
non
sei
Intanto
tu qui l'adopra.
da ogni bisogno
Questa
Aurea corona
tua,
Bendy
rispose,
Dammi con
gli
Con questa,
orecchini e la cintura,
Non rimaner
63
Va
lu qui.
di l si part
qual se congiunto
Khusrv
Poi che
Cose
molte
vescovo sen venne
gi esperto, al
disse:
l'astuto,
di l parta, di
d'uopo frattanto
tutti voi
che
un nembo
viene.
Ascosi
ratto,
tutti.
Come
Gravi
Intesti d'or,
panni
Si
A' quattro
Restava
Con
gli
ognun dicea
orecchini, e
re Khusrv con la
E con nuove le vesti
Si fu
Bendy che
la
Ben quello
regal corona
!
Allor
che certo
veniente schiera
mente
le vesti
sue
si
rivestia
duce
Qui vo' ridir
Come
ud
'1
64
Queste
parole sue
Siyvish. disse
figlio di
Il
di
il
nome.
re
dice:
ti
cammin
Crucciosi e stanchi.
eh' lungo,
al core, e noi
Furono
in pria, la
f,
nostri, quali
sante leggi
le
Ratto
si
f'
consenziente
ancora
re.
Discese
Le
vie di
scampo
di
Khusrv.
Ma
poi,
65
il
terrazzo
Behrm
Di
In questo
Ad
Il
di,
Vigilando
ei rest,
dinanzi a Dio
lieve e grave.
Se premendo attorno
Far Behrm,
fia
lei
la folla
Ne andava
alla campagna.
Quando al novello di splendea qual
La superficie de la terra, ascese
sole
(36
Fuor che
non vedresti
sire
il
Ma
intanto,
Vorr,
le
me
da
richiedere
Non mi
date,
re.
Se questo
si
Ridirai tu
Bendy
leon discese
E incamminossi ardimentoso
Con
e fiero
che intese
07
Da
mai
Trista natura
non
Con Khusrv
quietasti
Esperto
fosti.
Or qui ten
un uomo
vieni e
il
s,
core
:
M'
il
me rimane
Ne
riscattai
La
vita, e farlo
Appellerai.
Fr
poste le catene
Bendy
per farne
Parlamento
IX.
68
di
Behrm Cibineh
coi principi.
(Ed. Cale.
Quando
p.
1897-1901).
la
Trasse quest'almo
Un
f'
seder.
Dovunque
Come fanno
ad alta voce:
che ha nobil pregio, ratto
A me favelli rispondendo e sia
Securo e ponga dietro a mie parole
Nobil consiglio. Voi porgete intanto,
Lieto
si
Ognun
assise e disse
di voi
mia
Anche
Ma
De'
Kay
del
Che degno
la terra
si
Seggio regale e
Il
frattanto voi.
anche
seme principe famoso.
il
diadema e cingere
mostri
59
che l'illustre
avea nuove parole,
Prence
gittate
E niun
Torse a dietro
in piedi
si
la fronte.
Era
lev. Di lui fu
l
il
un vecchio
nome
in
Con
Rey,
di
sei
Far
Da
dietro
si
Or per a
Il
te
de l'Irania s'addice
trono imperiai,
La tua
t' in
vigile sorte.
testimonio
se qualcuno
Disse questo e
si
70
Che
questa gente,
io
vecchio sapiente
E ambizioso. Ogni pi bella cosa
Gh'ei di te ricord, f' lieto il core
Gagion
le disse
il
sire,
il
trucidate.
E quando
Porse innanzi
Prence
Che son
il
meglio.
Deh
Rimangano da
te
71
mano
e favella
Questo
disse e al suo
E vecchi
ricantar, se tu dell'opra
Ti cerchi al
fin giustizia
vera,
un messo,
11
Non
Ben
ti
si
Khazarvn
di
piede
il
Khusrv, innanzi
il
pose
duci
eletti.
fCir
parole in pria
72
L'onor
Il
Capitano, fu
quarto, e
il
detti suoi
Dall'arabo
Che
mosse
Dahk primieramente
il
Per
mondo
intero in
mano sua
tristo
prese
Pien d'angoscia allora
ingiustizia.
si
il
tristo
Devo. Intanto,
cibi e
sonni
fiir
gravosi e
tristi
E quarto venne
Agl'Irani gagliardi.
La
delizia e l'amor.
Uccisero Pirz
gli
Quando improvvisi
Heytli in guerra,
73
Del re dei
Ma
re.
tal
prodigio in terra
Da
Anche
Ma
si assise,
Behrm
guerriero.
Ratto balzava in
un
ferro alla
Questo eroe
di
E valoroso
e di fortuna amica.
Ud quo' detti
E
E
la
man
cos disse:
Ove per
noi
si
trovi,
caste!, di regal
In villaggio
Una
il
fanciulla,
Porti, fuori di
seme
dal suo
quando
Ci partirem,
Fuor
tratti
74
ferri,
Behrm che
a prudenza
si
vide
volse
E primo
a tutti
principi d'Irania
Avea ciascun
le gote,
trafitto in petto
il
core.
bruno
vel,
quando brillaron
gli astri
Di sentinelle
Calamai
si
si
levar dintorno.
il
vasel degl'inchiostri a
lui,
si
accorto,
Su questo
un patto
si
fece
al
seggi
l'adito
75
Drappo
di seta gi notato,
il
regio
il
Ma Behrm
Non
Che
si
rimanga
nel tempo
mondo,
appo Khusrv ne vada.
al
quarto
di,
Quest'almo sole,
N pi a lungo s'indugi in questa terra.
Non di verace core il benedissero
Cosi gridando; Mai non resti priva
Da
quella terra,
andavane ramingo
X.
Fuga
(Ed. Cale.
Stette
76
Bendy
di
p.
Bendy.
1901-1904).
come
agreste fiera
Dall'arti sue,
Si converti.
Che
se tardiva e lenta
Insanamente
al precipizio! Intanto,
di
Grecia
un esercito. Le fiamme
Avventeranno di Grecia gli armigeri
In Irania
di costui
che
li
rapa.
Disse Behrra
mi
L'iranio prence
77
far, di questi
mia
Adornamento, obbedir al tuo cenno
In ci che dirai tu. Ma un sacramento
Consigli tuoi far dell'alma
Per
la
mia
faccenda
Malagevole assai, perch al mio corpo
Danno da lui non venga e ci non sia
vile estimerai cotal
Per
Mandi appo
di
te
torni
suo.
insiste, ond'ei
una preziosa
gemma
lui
E fermo
io
il
mio secreto a
Chiara a parlar
Il
Un
Or
te dir,
levando
la voce.
Ecco! a Ciubneh
Compir
la
Con arte
Deh
tu esperto nell'opre,
Reputar mi di
tu,
un uomo accorto
saggio e avveduto.
si
assider, tu sappi
Per
le
ti
condoni. Ei certo
La sua corona. Ma
se intanto in
opra
sorridente e
lieto,
ed a l'istante
tetro
Behrm
79
fatto a pezzi
Che Behrm
si
Una
e tutti de'
corazza
Della corazza
gheroni
so,
il
ma
bello
tieni.
chiari detti
Con seco
ella dicea),
Con
affabile voce.
Di Siyavish
manifesto sovra
L'arnese
f'
fin ch'egli
il
cotesto
giunse al
figlio,
colmo petto
ti
morde,
Ma
di tal
morte
la
novella certa
lui.
Vest
un arnese,
si
cinse
80
lui tranquilla
vita,
Ratto
si
grande
Da questa
Cavalieri e cavalli, ed
sentiero
il
ma
dicean
gli astanti:
core,
si
mar profondo
zampa
tracotante, altri la
e azzurro.
audace
afferra
Che
si
parte da
lor.
Ma
la fortuna
l'aiti.
Ei d le
cos
membra
Dopo cotanto
gran
fatica
il
Per
Ma
Vedrem
noi
Con breve
si
dov'
di
intanto
Dio consiglio.
corre,
il
suo sentiero
forte,
Ed erano a
Senz'acque, passo a
le
vaganti
fiere.
pascoli
Solo
Bendy
in pria
82
Avea
novelle.
ti
gli disse
verr novella
Non
suoi compagni.
Cale. p. 1904-1910).
Non eran
Corse da re Khusrv.
il
foglio lesse
Meraviglia
il
il
83
Come
ci vide
giovinetto sire,
temea ch'esercito
Di questa terra. Ei
si
Venisse a tergo,
principe d'Irania
Stringersi
Ma,
poi,
il
ei
Vedean da
si
Una
84
un fuoco
Ei l rec. L'uccisero, ed
Levarsi
Ad
Dorman
poi,
alcun tempo;
elli
non possibili.
compagni il re Qual di voi
Che ha maggior colpa, qual a me pi caro
Disse
a'
d'esti servi
il
pi famoso, e quale
Ti renda
il
trono! Ei gi
Amor
ti
die cotale
che cresce
di giustizia
tu se' ancora
Allora
Il
Nuovo pensier
All'Arabo chiedendo
Oh
quale adunque
85
All'esercito innanzi.
Andava
intanto
Pien
di fatica,
Con
tal
l'esercito innanzi, e
un mercatante,
Un
Son
Il
genitor
ti
f' ?
Mihrn-Sitd.
Gli chiese
il
Cosi rispose
Sue
nome
provvigioni allora
prence, e
il
sir di
carovana
gli disse,
ratto
suoi,
86
Anche
si
Gustato
prese
si
le
Come un'acqua
Kharrd
di rose,
ecco
eh' di Berzin, di
che
man
nappo
il
gli
tolse
Al mercatante disse
Or sar per mie genti
il
?
Che
vigilando vivi,
Fra
ei
prence
rispondea.
mercatanti io mi son
Dell'opra sua.
ospiti
Deh
Comand
tal
allor
che vive
che il nome
Che
in Cristo
ha
87
fede,
venne a corsa
Men
le suppellettili e le
in lochi
mura
porte
mandate e porgeteci
aita,
voci di terror.
Mezze
Quando passate
eran gi l'ore.
Parte cadea di quelle mura e tutta
La citt ne stordia, chiedea perdono
A Dio pregando il vescovo. Al mattino,
Da
dell'atra notte
ogni castello
il
fodero adunaro
Nostro peccato
Era e
Ma
d'alto sentir,
sire.
f'
rimproveri.
il
al castello
dilettoso loco
Dalla
campagna
si
togliea l'iranio
Gemme
Cosi,
Il
Greci auguri e
come
gli
giunse in potestate
Khusrv
Many
E monaci pur
eletti doni.
piede.
Tutti noi
ti
Di principe
Siam servi,
Khusrv chinato
Siam
noi,
alle parole
il
capo.
rimase
Prence Khusrv. Al quarto d, nell'ora
Che questo
sol,
si
Scese
al sentiero di
Vergh.
Il
nome
un
In
Un
89
romitaggio, e
La voce uda
il
mondo
principe del
dell'eremita. Allora
Un
vecchio qui
dissero allora,
sta,
si
gli
E invero
celata.
il
dubbio
And
Khusrv
alla porta re
tal
allora
voce: Oh!
sia
Tuo
di grazie.
il
la voce.
prence
Dissegli, e
Per
affetto
ver
lui.
Invocava su
lui,
Meravigliava
s
che l'Eterno
mondo,
fattor del
Come
omaggio e disse
Allora,
lungo
tempo.
Parole seco
ci vide, gli f'
detti
90
il
re
gli disse:
io d'irania
Umile
gente
al
re
sei tu,
Devoto
al
non
Non
dir cotesto
far di te
uno schiavo.
ti
vidi,
a contrastar scendesti,
pronunciar,
ma
ei gi
dissegli
'1
romito:
Ramo
Da
ogni necessit
glorioso.
Re
fia vigile
e forte
I di
Da
passati.
quel
Ma
campo
91
in lontano loco
andranne
dell'armi
allora
suo soggiorno.
il
Ne
versato per la
il sangue.
Questo e non altro
Possa accader, come dicesti, o vecchio
E saggio e accorto Ma che di' tu ancora ?
fia
Khusrv
teri'a
Mi
ritorni in poter?
il
Cos
mio regno
rispose:
Khusrv
Ch' altero e
Crucciossi
Danni e travagli e fiero duol
Prence Khusrv e disse a Gustehmme:
Il nome tuo questa parola arcana
!
Ti
Indi
si
Questi lo
per sangue
zio,
alla
mia madre
E l'eremita. Oh certo.
Disse, da Gustelim guerra e travaglio
Un giorno avrai Deh consigliero mio,
Khusrv
che
tu pi innanzi
Che m'accadr Tu non pensar cotesto,
Pari di grado.
gli disse,
?
di'
Disse
il
92
si,
la
te.
Ma
questi,
Ma dammi
tu,
Khusrv
vengono parole
Mal da te non vidi
In alcun tempo, n tu inclini a stolto
E menzognero oprar. Ma gi non dee
Insane e
stolte.
93
'1
le
cose
Dio,
prudenza
lampo da
nubi fulgido.
le
il
prence
principi,
XII. Lettere di
ne venne
umani.
di sensi
Khusrev
e dell'Imperatore.
il
t'
Regno
Da
ti
abitatori,
Mi cercher.
Khusrv,
94
selle, a'
palafreni
Che
se
mai discende
greco Imperatore
E cerca l'arco o cercasi la mazza,
on la gente eh' a lui devota e fida,
Alla palestra
il
filosofi.
95
Ma
poi
che
il
foglio letto
Per
Di
me
quelle cose,
il
greco sire
gli eroi di
cose esperti.
lui
Dicean, qui
resti,
incoronato sire
Il
Giugnean
Che avean
ad oro
il
figure in
gemme
rilucenti
un
palagio,
96
capo
al core.
prenci irani
di tutti
Gustehmme illustre,
Baby dietro venia, Shapr gagliardo,
Kharrd eh' di Berzn, poi quell'eroe
Principe e duce
gemme
su quell'aureo trono.
Kharrd
Venne appo
come
eh' di Berzn,
il
ci intese,
Si
comand che
posti ivi
pur fossero
Kharrd
II
Alla grandezza
Non mi
il
mio signor
la via
Utile forse a te
ti
son grato
con un messaggio
ne vengo intanto.
servii,
Dissegli
Tuo
il
97
secreto pensieri
Che
dice
sciogli
mai
di fronte
altera?
Ogni grandezza
quaggi, possente
di
del cielo,
e ci die
Senso d'amore e
Sotto al
il
senno,
di giustizia. Intanto,
il
cielo,
f'
A Gayumrs
Ei
f'
per
Fredn
che a monarca
mezzo
Ai prenci
Intanto
mostrava in terra,
Manifestossi ci che in pria si stava
Celato al mondo; e cos andando vennesi
Di re Kobd fino alla meta, allora
Ch'ei di grandezza l'inclita corona
Posesi in fronte. In s gran tempo, male
Nostra semenza
Mai non
si
al
regal trono
si
sedette.
Or
io
Non
FiBDDSI, Vili.
'
osche
Inclito
nome
chi
si
spetta con
Di re dei re.
Ma
il
serto fulgido
Di
Il
Ben che
gli
lui.
Adornandola
99
Un
Tornar tu possa
Da
si
XIII.
Fellonia dell'Imperatore.
(Ed. Cale. p. 1913-1914).
Il
Sgombrava
100
A' sacerdoti
Per
Che
Per
Il
tutto
il
consigliero:
qui
si
vuole alcuno
filosofi nostri
De'
filosofi greci.
Erano due
sermone
che usca
Or per
il
sangue.
male
Tu, signor,
ti
scegli
Certo
la
Superbo
luna a rasentar
ei
lever, tosto
la fronte
il
tributo
il
detto
lieve.
Da
Il
come
lor
101
ei
pose
Appo l'iranio
A
Principe un cavalier mand correndo
diverso pensiero.
Si gli mostr,
conforme a
le parole
Del greco re
l'epistola,
Oltre misura
f'
Il
con seco
parole assai.
Khusrv che
cor serrarsi.
Ratto
le
Che a
Ricordanza
Aver
si
Or vedi
lieve.
un giorno.
Se alcun
Ancora
Dall'upupe
Da' corvi
Che
ci
venne o veramente
ci tocc.
Ciascun sovrano
in Grecia visse,
bisogni,
ma
la superbia e l'alterigia e
Costume e insano
Non
in
il
l'ira
reo
non hanno
102
il
capo mio
Ma
Imperator,
di'
Quando
poi torneranno
messi miei,
Or m'obbedite
voi,
il
lieve, si
Che questo
nostre sono
Ei certo,
Di Tokhr per la
vincente Iddio
mandava
man
intanto
Khusrv parta
andavane alla reggia
Tokhr
allora,
103
grande
Da
I
savi tutti e
fa
con
Anche
tu
aduna
principi guerrieri
casi
Parole
assai.
in
questa
ei s'aggira.
Che
se
mai beato
Di sua vendetta.
Come
tal
parola
Che conoscon
le stelle, e f'
parole
gli astri
conta
104
mutamento
Ritorner, novello
La bruna
ricoprirlo.
noi, rispose.
signor di Gina
si
otterr da lui
Da
te di contro.
Ma
Che
tu intanto vedi,
E prima
femmo
del
105
Ma
il
ma
consigliar,
al fin, le
porte
io
detti
schiudo
allor
che giunte
a voi,
Le invieremo.
il
fero
ci
che
in mente,
Per
E
E
le
le
vendette procacciate.
allora
Si
tramutar
di spine,
106
voi
mostri
Nemico
si
vuoisi
si
faccia.
Non prender
brama
Anche pi
Per voi
si
Ed alleanza componete, e
Che nova impresa avrete
allora
voi, se
ancora
Non
Pensier
vi
107
di
Un
Motto non
Non
Una
si
della sua
remota
Fia sola
et.
Che un
figlio
Di Grecia antica,
La vendetta
ei
d'Erg', e
si
riposi
Del suol
la faccia e
Intatto rester.
Comando
nostro
noi
Che
Ambo
la vita
a manifesto esizio
sia
che un prence
Arti
408
perch mai
sottili,
la testa
E recente
Ma
Toccar buon
L'uom ch'
frutto,
un giorno
deh! non
amico
farti
Le
zolle
se'
memore
ancora.
allor
che
letto
il
te dinanzi,
Con
Svelli
il
rea vendetta
109
Lieto
L'alma tu volgi
Che s'affatica,
Che a perdonar
ti
custode.
sii
amico
mostra e
al
misero
allora
sarai proclive e
prego
il
Custodi al
mondo
da' nemici,
mai
Ratto che
Il titolo
Un
si
pomposo,
nero muschio
in
suggel vi fu apposto;
L'epistola a Khusrv,
La
di
me. Cerca
egli intanto
che
a lungo
l'odio
Vi
perdur. Cotal
si
In mezzo a noi
si
110
tacer, nessuno
la
stanza
cinesi
Il
Che
il
Da Dio
per
immobile, proposte
Accoglie, e dice:
in trono
li
tesori miei
A me
saranno, ne vogl'io
Alcun
di
Grecia
n genti
E quante
Quante
vili.
Quella sua
figlia
ch' di
Ancora
madre ingenua,
Tutto pongo
Che
il
mio
core.
tal richiesta
quelli poi
Gustehmme
schermo
(e son cotesti
Kharrd ch'
Ili
di Berzin,
della
semenza
Gayumrs il primo
fu poi; speme e terrore
Gemshd
N'era,
Ebbe il mondo per lui. Vennero poi
Gli altri d'inclito seme ed eran prenci
Inclita schiera.
Il
medesmo
Pel
Kobd
illustre.
Da
lui
E da Lohraspe
Behmn,
Rigoglioso di
lui.
fu detto.
Fra
112
Mentre a
Che or
E
E
ti
diss'io,
son
licite,
son giuste,
mia sorte
mio m' in testimonio. Intanto
Non t'indugiar per ci che hai detto; lunga
Si f' in questa citt la mia dimora .
Poi che in tal guisa ei pronunci coteste
Iddio santo dal ciel con la
col cor
un palafreno
corsa
ei
venne
Ebbe
le parole.
legami
il
Prence
Allor che
sciolti
greco Imperatore
ei
di quell'inclito
eran savi
Comand che
Signor
di
Ad uno ad
113
Con
pretesti
Una gente
si
f'
l'iranio signor?
Scuse
principi levarsi
Slam
Tuoi servi e
noi
greco Imperator tu
Sire del mondo con corona e trono
il
sei,
intanto,
col tuo consiglio,
a'
Fin che
la
in aspetto e in belt
XV.
Il
si
f'
cielo
diversa.
talismano dell'Imperatore.
(Ed. Cale. p. 1920-1922)
A un
facitor di talismani
il
sire
Con
FiBDnsi, Vni.
114
si stesse a piangere
Dolorosa per Cristo. Eran qual nuvola
A primavera, per le molte lagrime.
Le
il
il
greco Imperatore
si
mosse e ratto
talisman dinanzi.
10 la inviai,
ma
115
Or
si
d'alto affanno, e
il
Vanne a
Degne
di colui
parole
lei
sai.
ch'
seme
che teco
Ossequiando a
lui
quel talismano
Femmina che
piangea.
Venne
lei.
a'
consigli
detti acconci.
D'Imperatori
Mai non
si
Erano vento
Che
parole tutte,
Stavasi
Ad
le
il
ogni istante
ei
si
tergea le lagrime
Medico invero!
116
Ma
poich stupito
E
E
gli
Ch'
figlia
il
Ma
io,
rispose;
Al
che venne,
il
greco Imperatore
Per questa
figlia
omai gioconda
faccia
ei
Favella a
signore
lei dell'inclito
Una
Onde a me
mia
fiamma
Sovra
Ch'
la fronte; e
si
Che forse
ammonimenti e prieghi
dolente, interrogar.
Vostri consigli e
Per rispondere a
man
Dalla
me
Io
Cader
I
E
E
dolorosa
n'andr, di costei
si
fa nel
tre Persi
di
di costei si
guerre
si,
stille
ne andar,
che sempre
di pianto.
nobili e illustri,
ciascun l favellava
di battaglie,
Vide parvenza
Femmina
sen
ma
nessun da lei
Quella
di risposta.
un
alta
117
Parlammo
Ma
demmo
assai, consigli
lei,
Disse
Ma
Niuna
Al
poich da cotesti
figlio di
Un
incliti
prenci
Kharrd
Berzin,
illustre.
Della mia
figlia
qualche via
udir potrai
la
voce!
greco Imperator.
Come
dinanzi
ei
favellava.
Ma
si
stanno,
il
suo corruccio
118
muove
si
Che
la
se in tal corpo
Oltre la
mano
il
pie, la
sua persona
le stille
man
questo
che
Quale Babiy e
Non
f' la
gente greca,
Gustehmme ancora
Ma
l'iranio sire
Occhi
la vista.
Come
Sgangherando
le
Vivi,
bianco argento disvelando.
Vivi in eterno! il greco re gli disse,
Il
Che
d'alto
grado tu
sei
degno, o saggio,
Or io stupenda
Di ministro
mia stanza, e prenderne
una
reggia
nella
Ho
Altri non pu maggior misura. Allora
Che la vedrai, non saprai tu che sia
di regi
O un
talisman pi veramente.
Che uda
Kharrd
E
E
Allora
119
Il
greco Imperator
f' tal
dimando:
In leggi e
Fra
la
norme?
e chi son
gente devota
elli
adoratori
dunque ?
mai
Disse
Un
fuoco
Che l'uom
all'altro,
gi fea, cancellasi.
Per quello
vampa ardente
120
L'alma
di Cristo.
Nel tempo
Da
scioglieva
cti'ei
Ecco
Disse,
Non
ti
fura
se
alti
secreti
se alcuno,
il
qualcun
Al suo
Fa
sai
Della sua
Non
non vedi e
a Maria
tu
figlio
guancia
la
mano
il
percuote
ti
colpir,
far pallido
il
volto e
il
tuo furore
Valicherete de
Ma
si f'
la
terra l'ombre
Per cupidigia
si
sviava
il
core
Le
Ad inteste. In
Non con giustizia
In
Menate e
vostre
Da
un
poverello,
Procacciantesi
il
pane
a'
giorni suoi,
E
E
cibi suoi
121
che in mano
il
ucciso
Il
il
trasse a
La sinagoga, ed
E
E
ei
custode in terra
di
Dio fu prole
Gayumrs da
quella
Perch
Fede verace e dalla via pur anco
Di Tahmurs e da le norme sue?
Ei dicean che v' un sol Fattor del mondo,
Che legge non hai tu fuor che servirlo.
vai tu di
L'uom de
mondo
esperto,
Acqua
Nel fiero
de
la battaglia, e
si
fresche
affida
Acque non cerca
Di cotal gente
il
122
alla battaglia in
loco al qual
si
mezzo.
volgono
Maggiore assai
di
d'aria pura.
nostri
Al comando
Fulgido in
ciel
f,
senza
felici
sia.
intese,
Da te ascoltar
La chiave hai
si
dnno, e tu
a'
secreti
la
fronte
Vada per
te l'irania terra
sempre
123
Ne andavan
stanchi
palafreni; e v'erano
gemme
imperiali.
Con orecchini,
tre corone
D'inclito prezzo, a
gemme
ancora
ornate. Ancora
lettighe
Garzoncelli venian,
Con auree
124
vigili,
accorti,
Ma
fra
barde
Greci ancora
di
sapienti. Ci
nobili e illustri;
incliti
il
sentir pietade.
di lei pi
degno e
bello.
novero si
mila migliaia
Il
il novero ne usca;
ad ognun ch'ei'a in sua reggia, un serto
Inviava da porsi alto sul capo,
Aspro di gemme, dava ancor destrieri.
Vesti e monete e molte cose assai
Ch'erano all'uopo. Sovra seta indisse,
D'Irania al re da scriversi, una epistola.
Disse: Davver! che dell'iranio prence
Cotesti servi degni son che in alto
Levino la cervice in fino a quella
Errante luna! Fra monarchi e servi
Non levasi quaggi chi sia pi degno
Ei
si
Di
Gustehmme;
e v'
Shapr gagliardo.
Mezzano
Fido
accorto.
Non venderla
mai
A Kharrd
L'eterno
125
figlio di
Re
mondo
Berzn. Del
il
Ogni secreto
svelasse; e invero
si
Scevro
I
di colpa, e
Un
il
consiglier,
con quello
Qual fosse
di
Behrm, si mosse
greco Imperator con buona stella
luce,
che fu quarta,
venne a l'esercito suo
E cenno f' che discendesse a lui
Maria leggiadra. Molte ebbe con lei
Innanzi
Parole
ei
allor,
pi di misura, e disse:
il
cinto
Serbati, o cara, e
T'incoglierebbe.
Questo
ei disse,
e intanto
Era
fratello e
duce era
a'
suoi prodi
T' congiunta
di
Con
l'inclita
Maria
sangue, e a ci mi appongo,
f.
La
figlia
mia
ricchezza a te confido
E l'esercito ancor di
E adorno e pronto.
tal
maniera
Niyats
l'incarco
la fronte
126
Mentre gi per
L'esercito n'andava e
il
precedea
Stuolo ascendea
Guerrieri
tutti,
A-lto rinchiusi,
Ferro
Sbito
battuti, di
il
Khusrv
sorrise
illustri,
le
accoglienze. Inchiesta
Indi
ne andava
al
palanchino e sotto
Un
Per
recavala
Destinando a
mondo, eletto
Un padiglione
E Niyats gli
127
apprestar
gli
le genti
Lor
Mena
disse re
Ivan
forti.
Che
il
ciel cre,
cre
la terra e
il
tempo,
Ampio
esercito, al
greco Imperatore,
E
Mi
spiegher
la
guerra Iddio
mia
Che
sommessamente,
ci
adduce
128
Andata
XVIII.
di re
Khusrev
in Azer-bdagn.
(Ed. Cale. p. 1927-1929).
Il
Come
rotante
il
Fragor
ciel.
di
timpani
Scura
si
f'
Di
Duk
Con
Che
lo
nella
campagna
gran gente e
seguan.
Ma
il re figgea
manipoli greci
le falangi poi
Abbandonando ai rapidi
Le redini disciolte, egli
Si volse di
cavalli
alla via
Venne cercando
Elli
129
gli
Per
la
campagna
vengono
dell'assalto?
Ad
essi
Rapidi in corsa.
Gustehm
che
Che bianco
bruno ha
il
il
gli disse
cavaliere
palafren,
Bendy
Il
materno tuo
zio.
Gustehm
Fuor che
Quando
altri fia,
colui.
da questo
Giugneano
quel loco
D'ombre
che pi
allegrato. Poi
intanto
l'ranio sire
vicini
Si feano a re
Prova cospicua, e
FiBDrsi, Vni.
gli
dicea di quella
9
Gh'ei
si
130
Chi dunque?
Bendy
che non
rispose, a
fai
dimandi
Mai non
si
ma
le chiostre
sono
il
nome
tuo fra
grandi
nobil sire,
Grandeggiasse pur anco.
Mausl gli rispondea, deh! tu rinfresca
La sorte mia che giace, ond'io ne venga
E ponga un
Dissegli re
il
nome
tuo.
Traea
131
il
piede
si
Ma
poich
L'uom devoto
suo
al
re,
quel re del
l si
f'
mondo
cenno.
palafren da quelli
il
Ma
D'angoscia acerba.
venia dinanzi
Col Zendavesta in
mano un
sacerdote,
Il
Fiamma
Venne
s,
gemme
dinanzi a quella
lai.
cosi disse:
di giustizia
eterna
Questo
sua cintura
novamente e mosse
Duk, trafitto al core,
Sua via cercando. E poi che si tornava
Agli steccati de' suoi prodi ancora
E gi la terra si oscurava e lenta
Si strinse al fianco
Verso
ai
campi
di
Sue vedette
132
timpani-
la terra
Mare
annunzio
Rinnovavasi allor di tutti il core,
Tutti alleati a re Khusrv ne andavanotalvolta. All'inatteso
XIX. Lettere
Behrm
di
intercettate.
Come
Behrm
giunse a
novella certa
Fra
di
la
terra
Dara-Panh
principe
E amico
Sire
l'inclito
Behrm
e fido.
Behrm
nome, ed
ei
era devoto
chiamava
l'inclito scriba e
allora
seco
Che ampi
A
A
fogli
Gustehmme,
Gherdy prode e valente,
fosse
Non
v'affrettiate al mal.
Da che
nel
mondo
133
De' Sassanidi
il
liti.
essi
pi grave,
la terra e fieri
E primamente
fosca
f' la
Rest pieno
Anche
l'ostel
di lor
grandezza.
t'udisti
Sufry da Pirz,
Sciolse
Lui
il
piede a Kobd,
sol trasse
Kobd
fra
prenci
Kobd maligno
Prendea volente,
Quello
si
fido,
contro a
Induravasi
si
celebrato ed inclito,
cor. Chi
non degno
ricerchi
e allora
134
Han
pettorali e
Alma mia
Che allor
E del suo
Ma
il
fosca
far serena,
Suggello
Fu
si
di
Behrm sovra
Cercando
la
l'epistola
il
messaggiero
Con
fiero incesso, di
Khusrv sala
merce avea
S grande, s
Non
disse in
Recando e 1 fogli
Monete offerse e
Gl'incliti doni e
le offer
con
doni
nemico duce.
del
con
fogli,
tutti
e tutte
fogli
135
Behrm
Per
ci
che
tuoi fogli
la cervice, noi
leggemmo e a
noi dinanzi
II
di
Grecia
come volpe
in fuga
saggio,
si
gli die
il
re:
Buon
frutto,
gemme
136
Tu
Le udite cose
Che suo
reca
fogli miei,
e allora
gli ripeti;
Necessit
ti
da
trista
forte.
Avea da
Come
Que'
costui,
bramoso
fogli lesse,
sua gloria,
di
brama
ogni pi stolta
se chiamossi e
mand senno
in
bando;
Trarti in inganno.
Queste parole su
F'
si
che a
colui,
a le porte
schiere.
D'Azer-abadagn verso
Animosa
li
campi
137
Allora,
prodi,
di
la via.
dicean: Falange
eli'
cotesta
La gente
di
Khusrev
e di
Behrm.
Che
Per
le
spade levate,
al sole
ardente
138
Ordinavasi e a
Parve
dritta, e
di ferro la
manca
una montagna
pianura. Allora,
alle voci
Dell'esercito accolto,
suol parea
il
Timor non
Mentre gi
Per terror
il
si
No davver! che
venia, non
gli
in core
tema o affanno.
al
campo
Un
Ond' che
il
sire e
Gustehm con
lui,
ambo
gli
dall'alto del
occhi
a'
sinistra e destra
139
il
Ch'era quella
E che nemico
una montagna
guerra portava
AUor che vide
di ferro
elei
il
dall'alto,
Come
Fuor di te che
Cadr vinta la
se'
giusto?
Oh
di chi
mai
Era
Principe
Kut
De
le
Come
mezzo,
le ferree
ei
maglie.
venne a corsa,
Cima
del monte,
Gi in Irania
brama
140
Avea
il
colui:
Tu
fuggisti
da un servo,
che non
per
digli
Risposta alcuna,
ma
le
sue parole
Piena
di
A Kut
Tu non
tu.
fuggir,
Mordere il
Kut, come uda quelle parole sue,
Si ritornava, e fu davver qual fosse
Congiunto a vento repentino. Venne
Alto fremendo con la lancia in pugno,
Venne, come elefante in suo furore,
Della battaglia al campo. Oh! Yelan-sneh
Grido a prence Behrm cos mandava.
Vigile e accorto, o cavalier belligero.
Come
elefante furioso,
Al culmo de
pugno!
Behrm, come
l'ud, trasse la
spada
Nome
A Behrm
gli
occhi intenti.
ed a Kut, pieni
lagrime
di
il
core. Intanto,
Behrm, voglioso
di poter.
Ma
nulla
141
Al collo e
al petto,
che partane
in
due
Poi che
il
A Khusrv
occhi suoi
gli
si
gli dicea:
il
crucciava
rider,
Khusrv
di
Non
come
pel ridere
bello, o glorioso,
fai,
nella battaglia.
Che
Colta a l'intorno.
ei
tu ridendo vai
Dal
ciel rotante.
Tu
fuggisti
Da
tal
Kut mi
disse
Un
giorno
Ma
tali
colpi suoi.
prenci
Ram,
D'uopo legar
di
suo destriero
al dorso.
142
le
Del laccio
Su
l'aperte ferite e
f'
comando
Nel giorno de
Un
d fuggii,
Tutti
feriti
l'assalto; e s'io
non per
cor
al
di
me
da
lui
vergogna.
Grecia
prodi
Stille di
pianto
patrizi di Grecia,
core
le
gote e
di corruccio. Diecimila
il
core
vennero
E
E
impoto
fr,
forti di
che
il
monte
Grecia
rotando
il
ciel.
Gi s'arrestan
E chiuso
il
gli
143
Oh
varco.
s!
schiera infinita
Andava
il
core, ed
Khusrv
egli
traftto
corpi infranti
monte
mena
di
Grecia,
l'assalto
il
mondo;
D'Irani all'armi.
Ed
agl'Irani ei disse:
Ratto che
si
lor
p.
Khusrv
1935-1940).
lev dal
la
di
Behrm.
mare azzurro
candida bandiera
speme perdean
le
erranti stelle
Ne
144
Chiostra del
campo
Con trombe ed
uscir
l'altra
timpanisti
ciel,
e la pianura,
di
corvino
s'intenebr la fulgida
Gota del
accinti e pronti.
Gustehmme
intanto
Guardar dovea
Ma
principe
Nel campo
Silenzioso.
Greci, s'indugi,
Comand che
si
stette
timpani
la faccia
145
Fea
tai detti
la
impromessa tua
A me
contro in
di
tal
campo
di
sangue!
a'
prenci?
teco,
Behrm
D'un aspro
assalto.
si
prese
Con maligno
intento,
Or, degl'Irani
Fate voi gli archi vostri.
Qual era lieto nella sua fortuna.
Tese la corda all'arco suo. Ma intanto
FlEBDSI, Vili.
10
Dell'elefante di
Proboscide
146
Behrm
per
tal fu,
l'incurva
le confitte
Punte
la
Avea la fronte.
L'uom belligero
Dell'ampia veste
Indi lo scudo
si
e tosto
si
il
lembo estremo
raccolse al cinto,
l'inclito vessillo,
l'ala
destra in corsa
E
E
fratel
come vide a
s dinanzi
forte
Il
147
D'uman
Che detto
due,
ambo
Fin che
Tu che
se' privo,
Gherdy
rispose,
Antica istoria
grid: Di padre
Vecchio
non
Se il
lupo, a lui
udisti quella
fratello amico,
s'
nemico,
E senza
se'
Nemico
sei!
Contro
suo
al fratello
Da
lui,
ma
ascolt,
si
in core s'adir,
E corruccioso andavane da
E Gherdy del suo prence
in giostra.
segni.
trasse a dietra
ma
tristo
lui,
si
traea
poi
che
di
tal
si
trasse,
re gi vacillavano
I valorosi,
alcun mandava
A Shapr
A Mausil!
il
sire
si
pugni
148
Mand
Ferito
ei
Cacciando
Non
fuori.
vogl'io
che alcuno
pompeggi
si
Tremendo
assalto,
che
Greci
de'
Il
tutti
come greggi
e meglio.
mia
Nell'alta impresa
Non
vo',
che
d'altri l'aita
La mia speranza.
Gustehm
gli disse
tuo disegno,
se cotesto
pi gagliardi eleggi
campo di pugna!
Ottimo tale
Disegno tuo, Khusrv gli disse, quale
Manifestasti a me. Cerca frattanto
Fatai
Che
quattro e dieci
Gustehm
scegliea
Da
l'eretta cervice, e
Primo adducea
il
nome suo
tutti.
il
ponea
Rengy, con
149
il
duce,
Che
Lieto e beato.
Non
Fu da che
il
core
cosa in terra
di Dio;
sempre cotesto
Facciasi
un
Custodi a
servo.
me
Ma
frattanto voi
Benedissero a
prodi
valorosi,
andavane.
Ma
intanto
Voce venia da
A Behrm
Un
di
150
Giunge,
le vedette.
Giubineh ecco
esercito avverso.
Alto
si
disse.
in arcioni
L'uom
Stretta
De
disoso di possanza, in
pugno
laccio al
culmo
Non ho con
Questo
La
sia.
Vengami innanzi
valorosi,
Siam pi
si
di quattro.
La fortuna mia
Intanto
Contro a Khusrv ra' protettrice.
Bravi un uom che l'atra notte al giorno
Nell'alma trista preferia; suo nome
Gian-flrz era, ed a costui l'esercito
Affidando Behrm, tosto ne andava
E correa con quei tre velocemente
Vigile e accorto. Ma Khusrv che lungi
Per
Fidi
la
sua via
compagni
Behrm
f' tai
detti
Viene
151
Io c-on la clava
Giubineh malnato, e
Con
gli altri
di
contro
la battaglia
Pensavasi ciascun
Behrm
trafitto e spento.
il
cavallo
Deh
s,
gli
amici
di
il
ei
s,
Quando
il
di speme,
suo destrier volgea,
Forte correndo.
A Gustehmme
Forte m'incalza
manco
la fortuna,
ei disse:
e questo
fiero scompiglio,
152
Or che
le spalle
Volte
nemici miei ?
Gi
gi t' presso
cavaliero,
Per riguardar
s stesso
Da sue
il
fondo
l rinchiuso,
prence
il
sali
correndo
Di frodi
sei,
Behrm. Deh! a
te
via
che pieno
'4
153
sii
Volgomi a supplicar
La
flebil
Come
levossi
Alma
Come
sotto a lui
che a
tal vista
man
si
la
il
mano.
tuo
nome?
E l'angelo
nome mio.
Gli rispondea:
Sersh
il
me
Ma
con alate
poich
la battaglia
la guerra,
valor
si
E Niyats
di contro, in
su la cima
Giusto e verace, e
le
scemi!
154
Ma
in quell'istante,
il
prence.
da l'opposta parte
Da sue
la
sua schiera
Inclita in
And
il
Come
la
pugna
Fredn
Tur
illustre,
cela
155
Behrm.
mentre
la terra
Behrm
Stava
Era
di
speme, rapido a
manco
l'istante
me
preferirono
monarchi. Io la corona
A
Allora
Atterrer di Nushirvn.
cotesti
D'un
sol legno
una
freccia.
iranio,
Ei repentino
II
Andando
vi s'infsse.
Come vedea
Venne
il
colpo,
d'asta
Vibr
Uno scudiero
di quella freccia
un colpo
l'ira nio
del
nemico
al cinto
Come
s'infranse
prence e un colpo
clava del guerrier nemico
Men
i56
di
Ratto al cimiero;
ma
il
la ferrea
clava
Dell'elmo e
si
fiss.
sommo
che
Si
Behrm guerriero
Come d'un tratto
Behrm e luna e sole
in difetto di
L'intento
si
rest.
Agli occhi di
D'ombra
si
Ma
un di Grecia
Khusrv nell'armi
d'Irania le squadre e in
Come vedean
di re
Trasser
le
Un
Dietro a cotesti
scompiglian l'esercito e
il
disperdono.
Ma un
esercito qui
come
locuste.
deserto
sangue
il
intorno.
vederlo entro
la
pugna.
Dissegli re
157
Khusrv: Se alcun
si
duole
Farmi
Attorno
Poi che
Si sollev
Ambe
il
da
montagne oscure,
le
le
Si ritornar.
Da
le
vedette allora
Quest'alto grido:
Di colpe
rei,
che per
la terra
intorno
le
peccata
Dell'ampia terra,
le
peccata sue,
Quante
ei
f'
Come and
il
sire
per
la notte
oscura e tetra
158
Quest'almo
sol,
Sul monte
si
Il
lev,
Eran
le
di
genti
amici di
Ma
Behrm
questo soltanto
di ci novella,
Venne
Con vicino
scompiglio.
chiese allora
Ed oro
campo
XXIII.
Fuga
di
Behrm.
Come
il
Le vedette
159
Con
lor
al petto
Nestid
f'
che accinto
alla persona,
ad inseguir correndo.
Balzasse in sella. Ma Nestd ne andava
Pien di corruccio il cor, ch'egli non era
Forte e
virile,
Uom
Non
Per deserto
core, e
d'ansia
il
L'argento e
l'or
con
menavasi intanto
s. Lor palafreni
Un
Non era
Behrm
a tutti gi pentito,
il
andava
core
donna
tutti
antica.
Moveano a
chiedean dell'acqua,
vegliarda, ed essa
Che lor detti ascolt, vecchio e sdruscito
Un suo vaglio recava e l stendea
favellar,
un pane scarso
porgea frattanto
principe Behrm delle verbene
fascio sacro Yelan-sineh eppure
Attrito
un
cuoio, d'orzo
A
Il
alla
Ma
160
vino e a
mormorar
lor preci
Colmo
di
vino
pur anco, e
Certa novella
disse: Inclita
madre,
Tante
teco
cose udii.
Ne and
stordito
il
citt,
soltanto
Behrm
Che
Di
forse tratto di
Behrm
prudenza fue
Innanzi pose
il
piacer suo.
Rispose
161
Un
Che
tristo
al
si ridean di lui
Quanti han saggezza, e niun fra i prenci mai
E quei rispose allora:
L'and contando?
Figlio a Gashspe,
Oh!
Behrm ebbe
se
deso di bersi
il
l,
che
fin
L'orzo novello
si
un pane.
mieta ancora
s'adagi la notte
Per
E non
discese
In ci che
mai non
volle, ei s'incontrava.
alti
secreti
Prendean
ei
FlRDUSI, Vni.
11
Da
Scelse Nestd, un
Ma
162
uom
duce
il
d'altere voglie,
Anima
trista, ond'ei
Tremila
con cavalieri,
forse, quali in
giorno d'armi
Forte correndo. Or
Al termine segnato
Menar
sapr.
Ma
io,
il
che
tosto
Rapidamente
Strinsero
vegga,
il
viver suo
le
file
cinghie
cavalieri allora.
Nestd venirne,
Le
al rapido destriero
testa.
Ma
tu,
poi
163
che scampato
Ratto sarai, va
forte,
alle
mie mani
e ci che visto
Da quella selva
Behrm allor con
fino a
Rey ne andava
XXIV.
Il
campo
di
Behrm
distrutto.
Accinto a dir
Eragli
un
un rapido destriero,
le preci sue.
Dinanzi
dicea:
me sollevasti incontro
Al mio nemico e di favor misura
Or qui son io
Adorator di te, servo non degno,
Al tuo precetto, almo Signor del mondo,
Camminante conforme.
E di l venne
Un
164
il
Una
campo accadean
In quel
Un cenno
al
dell'aspra guerra.
greco Imperator scrivea
Giudice del
ciel,
da cui vittoria
in corsa e
ne
ne tornai
quei
la battaglia
orrenda.
si
D'aita e
Ferme
non restar
le
ed orbo e scemo
sue falangi
Anche sbarrammo a
lui.
Posero
Con quel
allora
foglio, e tosto
la via.
il
messaggiero
Andavane a
Gi ne discese,
ei
il
greco re quel
foglio,
principe e signore
Dio dinanzi
165
Duce
de' mortali,
Ben
sei tu
A some
di
Grandezza
quest'inclita fortuna,
tua,
Tu
Per tempo
in
all'uopo.
di
Una croce
monete d'oro
di
cammelli e copia
perle e di rubini.
inviava, in
Ancora
gemme
fulgide
Era
gemme
di
Intesta d'oro
Fulgida
Con
a'
imperiali; e v'era
ne andavano
166
Per
Incliti
Non son
Costume
Che
Che
fia di tal
vesti,
che ha fede in
s'io
li
Altro di
me
Fa
li
ch'io
Ma
far pensier.
vesta, e
Cristo.
il
sire
e forse
intanto
principi famosi
Tutti a
Non
se' alla
fede
un vincolo
gemme adorna
Fosser levate
e cenno
le cortine e
Introdotti nell'aula.
f'
i
Entravan
che ratto
prenci
tutti
mezzo ogn'altra
167
Che
Si
mondo
f"
e di sua f seguace?
di Cristo
XXV. Alterco
Niyts
di
Bendy.
e di
Al d che venne,
Prence Khusrv e
Gav
Venne
Grecia
di
allor
a quella
Niyats
mensa
le
Khusrv e
tutti
co'
trono
il
corona
imbandir
elli
volse re
si
Vanne, e
adornarsi
Si
Ornato a festa
f'
la regal
rose
di
mense,
disse:
prenci aduna.
Greci eroi,
e allor
che scese
Venne d'un
Che son dei
tratto, e
re,
Supplici detti a
incominci
le preci,
mormorar
si
accinse
pani scagli,
si
trasse a dietro
Da
la
Ma Bendy
che vedea,
la
man
riversa
Contro
la
168
Adoratore.
si
crucci di questa
di fiengreco
Impallid.
il
il
volto
Niyats intanto
la
man
riversa
Pi innanzi a
me
tu piegherai di quanto
Piegasti innanzi ad
Di re dei regi
l'alto
un tuo
servo, quale
seggio agogna.
il
rito,
169
Che
Computo
fai,
voglia,
se tu stesso
Khusrv Maria.
ha la cervice,
veggano ancor mirando
Assopir, disse a
Bendy
Perch
I
che altera
il
il
affidami,
al viso
ritorni
tu, le disse
al fratel del
tuo
Tu non
D'Irania
Da me
Fu
A
A
dietro?
la
Al sen
Non
ti
stringi di
dir parole
non
ritornasi
parola e stolta e
Ma
folle
tu piuttosto
Bendy
la fronte.
170
Uman
come ne venne
Tutte ridisse
al
prence greco,
le parole, e intanto
si
tingea la gota
Ebber
di lei
Di principe Bendy,
che vergogna
'1
Ma
ratto
Bendy guerrier
Ma
tu angusto
non
farci e tetro
il
mondo
Per cagion
Per impeto del cor l'opra e la cura
Tu non sperdere al vento e qui rimani
Perch alcun tempo letiziar con teco
di costui.
Qui possiam
noi,
al
core
ho gonfio
il
Ho
piena
si
lui la
lingua
Imprecanti a costui.
Ma
se per questa
male ei favella.
Da l'uom ch' stolto, non <iercar saggezza.
Almo
171
mondo, a
lui
uom
di
Tu adopra
Che a sua
non
religion
Al
il
sermon
campo suo
f'
si
ribella
Poi che in
tal
soggetto
dilungava assai,
si
N3^ats ritorno.
XXVI. Partenza
dei Greci.
Le
scrittoi tu appella
Per quelli
Rancura nostra nel donar.
Che degni eran fra lor di regal vesta.
ad opre famose in giorno d'armi,
Ricche vesti apprestar l'iranio fece
E nobili destrieri in quella sua
Atti
gemme.
Tale
ei f'
il
dono
tutti.
le
le citt
norme
che un giorno
Che
172
Andavano
gli eroi di
greco sangue,
E amena
Niyats, a dietro
si
tornava.
Miravane
al
delubro,
regale
la volta e dal
Smorte
Ambe
Il
le gote.
Zendavesta
al
atto,
ancora
a'
D'oro e d'argento e di
gemme
Di monete e di
Ampio
f'
gemme
un dono
e die
pregiate,
imperiali,
monete
ai miseri.
Ben conoscea
Qual
173
di quella terra
Che Nushirvn
si
un
fece
il
pregio
dimora
've molti
lo scriba al
suo cospetto,
Qual' era
Bendy
illustre, ei d'ogni
cosa esperto
A Gustehemme
il
prence
scriba esperto.
Che
alto si
muove,
poi
al
Anche
affidgli e splendida
una
vesta.
Che
si
recasse ad Endin,
f'
norma,
cenno
Davagli
di
Kirmn,
lui
noverando
Fra
gli altri
Gherdy
174
battaglier,
pugna nel
Della
Ei porse in
veste regale
d,
Non
mondo
Opere
giuste.
Non
si
cerchi alcuno
Non
facciasi
ad alcuno all'opre
Offesa
il
d'esti guerrieri
violento e reo
Per loco
Ognun
lui
confitto palo
il
cruccio
di voi signore
quanto ancora
s'accumul con sua fatica.
Per
un
triste.
Per voi
Ite
175
si
donando, e chi
di voi
non have,
che dicemmo
faticar, si
Tre misure
di
grano
al
per
suo bisogno.
la giustizia,
fia d'assai,
quand'egli canti
amena
XXVII. Lamento
di Firdusi
figlio.
lui direi
rimproverando:
Tempo
176
Cos cercavi
Da me
Un
ben lunga
compagni miei
tornava alcuno. Or veramente
Stagione in
Di
Gli occhi
il
ciel,
figlio
de'
me
si
La tua saggezza! Ed
Da Lui
Gh'Ei
XXYIII.
177
Behrm presso
il
principe
di Cina.
(Ed. Cale. p. 1952-1954).
stori* e
mi racconta
lui ministro
Il
il
Q-li
il
il
vide, ratto
nobile signore
accarezz. Odi
f'
dimanda
man
la gota
assai
di
Deposto avean
Come
di scontri e d battaglie.
ad un sedil d'argento,
Cina si prendea la mano
Behrm, dicendo: Benedetto sire
Principe e duca de' Turani armigeri
Che sono in Cina, ben sai tu che ninno
eouro vive per la terra attorno
Del re
si
assise
di
Per Khusrv
FiHDtisi,
Vm.
tristo e reo.
Se alcun riposa
18
178
allora
Alto e molesto.
Che
se tu m'accogli
mi
sei
Amico deh
mi
sii,
consolatore
Mi
sii
Ti vien da
n'andr lontano e
ci,
il
loco
se tu a
me non
acconsenti, in terra
il
Non
t'incolga per
Io qui t'avr.
Darammi
Fra
grandi
ti
far di qual
ti
tocchi
Alto bisogno.
Un
Buona o rea
sorte a te consolatore.
sacramento ancora
Volle da lui prence Behrm, che quelle
Eran parole, ed ei chiedea da lui
Vincol che l'alma g' inceppasse. Allora
Disse di Cina il re: Per Dio supremo.
Di me, di te guida possente, amico
Io ti sar fin che son vivo, nella
E
E
179
monete
E gemme
imperiali,
Inviava a Belirm,
L'alma sua
fosca.
il
si
De
re di Gina
ch'ebbe luce
le
mazze
al giuoco.
Ove cacciar
Di Gina
il
solea,
fosse
Ei
di
Behrm
Era un principe
allor, del
re di Gina
nome
Il
suo. Gloria
Per
lui di
Venirne
al
le
labbra
Behrm
Sorrise e disse:
nobile signore,
fosse pi d'assai
180
lui
La gente
S'infoscherebbe
nostro di sereno.
il
di genti signor,
Behrm
Il festi
ambizioso.
Taluno e forte e
Le
sovra te stesso,
vigile dell'alma,
Non
Tuo
Che
se tu puoi
il
fa
con
ira.
18i
Cerchi
il
Ma
non
vai,
Ogni mattina,
di
Behrm Questo
l'interprete
Dimani,
Mira
al
alla
mio nelle
mio segno
il
battaglie.
punta mia.
Behrm
che udia.
tempo
All'uopo
ti
182
verr. Dalla presenza
XXIX. Morte
di
Mektreh.
La
Mektreh
venne stringendo
Turanio ferro in pugno. Allor che
vesti,
il
seppe,
Richiese
Ma
Suo tempo
Fu Mektreh
della giostra al
campo.
Behrm
gli
Fa,
fa tu primo,
Mektreh invocavasi
l'Eterno,
183
Innestava
la corda. Ei quella
corda
E con
quel dardo
il
ei sciolse
il
pollice
cavalier nemico
Il
ferro
Non
il
ferro
e s'attendea
Mand Behrm
lui tal
voce
di giostrar voglioso,
Tu
Or resta ed odi
Che udito avrai,
Potrai tornarti.
parlasti in pria.
la risposta, e allora
Una
volante freccia
Contro
tal
il
ferro
Che
Fu
sella,
Che
Ambo
Deh! tu che
184
Meglio
riguarda,
prence
il
Behrm
Deh!
tu
magnanimo,
Come dorme
Che
di
Un
sangue turanio un
cavaliero
il
di
nascea
principe animoso
Famoso un
Omai
Di
Behrm
XXX.
185
leone Keppi.
Il
Dopo
che in
cotesto, poi
ciel passavasi
Maestra
regnava
di virt,
in terra.
Una
maggiore
tristo corpo.
Due
sommo
negri
ciufi
il
il
Avea
capo, quali
corpo e negra
Eran
Passavan
gli
urli,
ed ella anco
Anche
Ognun
si
lei
ai possenti di
si
le pietre
traea.
feano
giorni
quaggi. Chiamarla
Lor
figlia
lagrimar.
Che un giorno
uscisse
Alla
campagna
186
la fanciulla, accadde,
l'ingoi.
Partia
Da
Tronco fu a
leggiadrissima gota.
lei,
re di Cina,
il
Livide e fosche
f' le
guance e
il
crine
Andasse da
Ma
tal
poich
la
in campo uccise
L'uom bellicoso, per vederlo andava
La regal donna ed a ciascun dicea
Dell'opere di
Il
lui.
cavaliero, accadde
un
giorno, e cento
costui
Lungi tu sei
maest?
Da ci che brami, dissele un valletto,
Inclita
187
sai
And
l'altezza a
superar d'assai
D'eroe
Il
il
pi forti
nome, e invero
fra l'armi
Trema
Il
la terra.
Il
Un diadema
su l'eretta fronte.
Dissegli la regina
Che
Oh
sara d'uopo
Ascolti
11
paggio
le voci
Ove
disse, al nobile
L'orrido caso
il
mie
racconti,
guerriero
re d'ogni pi giusto,
188
seder.
Ma come
dietro ai veli
Behrm
Laudi
mosse
gli
il
benedisse ancora
Behrm
le disse,
In ci che chiedi.
tua la possa e
la
il
velie
regina disse
loco.
Fanno una
festa.
Ma
pi in su di quella
Tu
scorgi
assai
189
E bruno
Nome
conosco.
di lui
Ma una
diverso
mia
figlia
Il
La
figlia
Ad
nostra
si
traea. Frattanto,
And
Il
nessuno
La
nostra terra
fiorente.
Cavalieri belligeri ed
Correndo
Veggon
E
E
il
al
monte.
Ma
nno
il
saliti
quand'ei da lungi
l'artiglio dell'orrido
petto e
Eppure
eroi,
drago
dorso e la cervice e
il
capo
Computi
Disse
Behrm
lei:
Dimani,
all'alba,
io quello di festa
190
Loco
di festa
Ratto che
il
sol,
Quando mostrossi
De la pallida luna,
Le brune
quel dilettoso
additi.
che
sciolse
si
Ne andavano
sperdean.
Ma
Fulgido in alto e
le
sole
E
E
vita. Ei
port
un
laccio e
un arco
Atta a colpir.
Come
Ma quando
lon
Il
Che
si
trov pi accanto
L'alta
Kppi
il
prode
in pria
il
nervo,
un
fiero
Gl'ispidi peli,
Feano
191
nessun danno a
lui
Entro gittar ne
la
profonda strozza,
Qual de
Onde
ratto
una terza
e cuspidata
E quarto
il
artigli suoi
Rapido allor su
la
montagna
eccelsa,
di l
de
la
Trasse la spada
allor,
Venne con
Era
di
Ambo
che fendersi
Detto avresti
A Behrm
la
al grido alto e
sonoro
terra. Ei benedissero
battaglier,
gemme
con oro
Forte
il
serrava
il
re di Cina; sempre.
192
il
si
rese ancora
Anche
Il
in
meno ed
in pi.
f'
Che a
cenno, e
lui venisse
un
inclito
una
figlia
lui
Per
ti
siam
servi, noi
Behrm godea
Intanto,
di
lui
benedicea
193
XXXI. Lettera
al
di re
Khusrev
principe di Cina.
(Ed. Cale.
1959-1962).
p.
fu cotesto fin
Fu
Anche
indicea che
il
calamo
Egli aguzzava al
la
punta
gli
si,
il
quale un pugnale,
calamo scorrente.
Non conosciam,
D'ogni difetto e
mancamento
Conoscitor
si
in noi,
13
194
Ma
la
man
f'
presta!
Ben
nome
Il
Un
E nome non
Ed
allevollo
Ch'era propizio.
Come
Educossi costui,
f'
ci
il
re del
che a
mondo
lui
Non
l'accoglie chi
Grado
accolto
in virt.
si
l'hai tu, la
man
gli
hai preso
di
Ampia una
11
Come
A
A
Khusrv
di
detti intese,
Dimani
Ratto ch'ei
I
195
Come
re di Cina,
al
pur fossero
quali
tu verrai
all'alba, e disse al
messaggiero,
Andava il messaggiero
questo foglio.
Pieno d'affanno il cor, n in quella notte
Ebbe sonno o quiete. Ei l si tenne
Fin che rivide fulgida la lampa
Del nuovo d, s ch'ei torn correndo
Alla magione del signor di Cina.
Il
Si prese allor
Innanzi feci
Che
a'
il
messaggier. Davvero
non s'addice
non riconosca prence
Per principe qual , che in servii loco
Seder non faccia chi gli servo! Mie
Cina e Turania in ogni lor confine
E diadema fra gli Heytli ancora
Son veramente. Da che vissi, tale
Non son io che le leggi e patti infranga,
E tu con meco non gittar cotesto
Parole insane. Poi che in man mi presi
La mano di Behrm, se poi rottura
In quel patto inducessi, ei veramente
Chiamar non mi vorra fido e leale,
E in me non timor fuor che di Dio
Verace e santo. Che se crebbe in alto
La tua grandezza, ove in te fosse mai
Senno maggior, bello saria cotesto.
All'antica tua casa oh!
Che alcun
di voi
196
disse:
Chiam
elli
gloria
E n'ebbe alfin cotal risposta:
Di tua grandezza, o di prenci corona,
Coteste cose e facili e leggre
Non
Ma
con accorti
Un uom
S'offuschi ratto.
d'Irania scegli
vadane
atleta e scriba. Ei
Al principe
il
di qui,
di
Cina
parole ei dica
Behrm
L'ardita impresa, e
come
un sol mese,
Tragga l'indugio
In
di
Gina
ei resti
suo.
al signor
Agevole non
Ma
ancora, a un anno
poi che
Behrm
le triste cose
gen^o
gagliardo.
197
Ma
da quel
si
vuol,
d,
Che molta
E
E
Ampio
Le notturne
e remoto.
scolte
labbro
il
re
come
di Cina,
ud, la
mente
si
come
Si
F'
a'
Ai saggi
pi vecchi
disse ci
Behrm
che
memoria avea,
disse in
prima a
lui
Da
un
a chi
tutti e
disciolse. Allora,
la
misura
198
il
ha
in Irania
prence
ed alleato in guerra,
un
consiglio
Grado potea
di principe
e signore
Li volle
assisi. Dell'assalto al
Disse a cotesti
il
giorno,
nobile signore.
A Behrm
E
sempre,
di
sua gioia
al
tempo
Un
Eran
esercito
audace (erano
forte.
illustri,
cotesti affid.
Di principe
Ma
Behrm
da
l'ostello
fragor di timpani
199
XXXII. Andata
(Ed. Cale.
di
Kharrd-Berzn.
p.
1962-1967).
Come annunzio
Era balzato
il
lupo e forte
Behrm
La luce
Ei
f'
La
a Kharrd-Berzin
via
ti
prendi
al
Turania e
sempre
in Irania e in
Il
Il
sei tu
Gemme
E spade
La
Altro per
Giunse
il
Gihn
trascelse
a l'ostello del
un varco
signor di Cina
omaggio e
Che
me comando
il
200
Le parole d'un
di ratto a la
mente
f'
La
Rende e
l'avel
nascemmo
Kobd monarca,
illustri,
membrando
I
Prence Khusrv e Rstem glorioso,
A Isfendir per la medesma via
Fino
alla testa di
Cos scendendo.
Ma una tomba
oscura,
Dopo
il
Che aveansi
Gi fu
padre
lode,
Cina
di
201
re,
il
alla sua
che in
si
madre
tal
giorno
debbe,
ti
che
sia
Cosi parlava, e
Orecchio
Se
il
principe di Cina
gli
Orrevol loco
Il
I
fea seder.
doni eletti
gli
davvero!
di te,
Nel
regio ostello
apprestava e accanto
messaggier recava,
Numeravali
Ad uno ad un partitamente. Oh! disse
tutti al tesoriero
Di Gina
prence, per
il
Povero e
mancar
di
doni
derelitto in su la terra
Non
Questo ancora
ti
faccia incontanente;
a'
banchetti e al dolce
l'iranio,
ei
sempre,
tal
vedea,
Behrm
202
di natura, e
d'Ahrimne,
Hormzd regnante
Il
vile,
lo trasse
incoronato, e in alto
come
Alfine alfin,
Con
gi
l'iranio signor.
Egli
non
Che
se tu
il
franse
Fedele
al
un tempo
prence
il
sire,
Parole tu non
Gh appo
Ha per
il
di patti
grembo
Che
patti infrange.
Che da lunga
tuo congiunto.
Disse a
203
Se
il
A Behrm
Mille, pari a
Behrm
tal,
libri
Guisa potrei
Novellamente
AU'iranio Kharrd
si
volse
si
core
strinse in petto;
il
Behrm
di
Cina
il
re,
che speme
Come
Cancellavasi in
Chi
piir
accanto
le fosse
onde serena
E
E
204
Mai non
fia
che
compia,
si
il
maggiordomo
Che genero
di
lei
Veracemente e da
Behrm-Giubneh
lei
vien possanza
In
205
S'egli al desco sedea, volealo assiso
Opere
di
paziente in cor,
si
che
in disparte
Ma
s'egli
andava appo
La notte o
Unqua non
il
il
signor di Cina
Al prence iranio
il
maggiordomo antico:
in fronte,
E man
tanta impresa.
Il
maggiordomo
le dicea:
Un medico
Deh!
me
porr, se tu per
favelli,
Andavane
alla regal
correndo
sua donna
Novello e sapiente
qui giunse
a'
nostri alberghi.
Adducimi,
non indugiando.
Venne a Kharrd-Berzn e cos'i disse:
D'uopo che celi il tuo secreto. Or vanne
La
regal donna
Adducimi
Alla regina e
Fa
gli rispose.
colui,
il
di te stesso
Di lieto aspetto.
nome
tuo le annunzia,
medico valente.
Andavane
colui.
f'
cenno
Che acqua
206
melagrano incontanente
verde ancora
D'acque scorrenti e l'erba che lattuga
Altri suole appellar. Via dal .cerbro
di
tosto, al
Per comando
di Dio, qual
bianca luna
mondo, fu la donzelletta,
Si che recava da' tesori suoi
La regal donna di monete fulgide
Gh' luce
Una
al
Intesto, e disse:
Deh!
Ma
di
me
qual cosa
che vengami
dimandar m'appresto.
rincontro fino a Merv ne andava
ritieni
All'uopo
e chiedi a
un
appo
te; cosa
giorno, a
Behrm
Ne
207
di fulgida seta
attorno rechi
Ma
Anni toccava
di
frattanto a cento
tua vita
tempo,
il
te serbo un'impresa, in
che otterrai
La gemma
Tremenda
Tempo
in
Merv
Soglia ch' di
Behrm, luce
del
all'alta
mondo.
S'affolli
di
Del re
di
Appo Giubneh
te n'andrai, cotesto
208
Cos mi disse
e quando
gli dirai
ti
dir: Quale
Dillo tu a
me
estrano.
il
allora
secreto? Dillo,
vanne
affrettato a lui,
la
voce
Che
verr se ucciso
ti
se alcun
ti
l'hai.
il
male e
il
bene
Re
Perviz
ti
governar
dar,
il
giusto prezzo
frattanto
dar parte
ti
j.
1967-1972).
Esser
ti
gli
anni
E l'alma
fermo
209
che
insiera,
sempre.
il
Come
ud cotesto,
te
il
Stanno
Congiunti
Tu
donna preclara.
dir,
me
cari,
me
togli
adunque
di Cina,
Ebbro
In ceppi
di l dal
ei
si
dorme,
la
Apporre
al
regina disse,
mia mano
la creta.
Kharrd
la regina, indi
sen venne
Rapido venne
fino a
Merv, nascosto
FiBDDSi,
Vm.
14
Ma un
210
prence
Eir ha
le
colei,
ratto a questo
Chiuse
che presa
Eir da morbo ancor, grave d'un figlio.
Che se di me consapevole il fai,
Al tuo signor che ha bella fama in terra,
ridicessi.
il
Incoronato, ridir
il
sol,
messaggio.
prode
dell'ostel del
aflferraa
la
stanza
il
fer
di
Per l'ampia
il
suo secreto
che ratto a
l'istante
il
lor prence, ed ei
211
Seco adirarsi
palagio, e trassero
al
il
famigli raccolti,
da
medie
l'ore
medie ore
alle
Rotto le mani e
I
pie,
famigli adirati in
colpi
ma
poi,
l'abbandonare
mezzo all'ampia
Behrm
tornarsi,
vennero.
Usciva
il
sangue ed erano
le
labbra
chi l'elefante
gittava al suolo?
Non
Del deserto
il
leon!
Ma
tu non eri
Deh
nobil
monte
Alto e levato
al
212
ciel,
chi
divelse
ti
Chi
ne
gitt
la fossa
il
nobil
E
E
soletti
slam
Di estrani le
di
senza sostegno
qui,
senza amici, e
monte
noi stranieri
vili
abitiam noi
Pur
citt.
ti
diss'io:
Che
se
pur
de' Sassni
una soltanto
In fronte
si
Andra del
cielo.
la volta
Ben che
profcue,
Di ci che
festi,
il
duce.
se' pentito,
tu frattanto
e rechi
A
Ci
Di
Il
trafitto
Strapparsi
Con l'ugne
di
il
intorte, pieno
lagrime
Cosparso
E
E
il
gli
il
cor d'affanno
dolorosamente
volto),
Deh
sorella
mia
213
La mia misura
Frutto su
me
si
li
colm.
eppure
Non ebbero
Lasci
il
Roteante del
ciel,
della luna.
Ma
cadde
dall'etra ei
Trasse
di via, dall'opere
leggiadre
Un giorno
Tua si far l'imperiai corona.
Tu avrai poter dai giorni in che riluce
tempo
Or io mi pento
Del mal che feci, e se perdona Iddio,
Di Dio cosa ben degna! Era cotesto
In Arite
il
Dell'opere trascorse
il
Come
potrei
fiero duolo
Ma sopravanzano
L'acque irrompenti il capo mio, gi sperdesi
Ogni mia doglia, ogni mia gioia al vento!
Nell'alma sopportar?
Accadde
intanto,
ne misura omai
214
di
Appo ad
Questa fu
Io qui t'affido le
il
ed or compiasi, e tempo
in terra,
Venne per me
loco e di
monarca
Veramente
stessi
Ch'io
men
Alto di prence.
re
Khusrv ne andate
E sue parole
E dite ancor:
Behrm con
;
d'ascoltar vi piaccia,
Con
te
si
riconcilia
Che a
allora
Luna pur
sia
il
anco.
vostro
sol,
principe
me
la
vostra
Gherdy
recate
tristo caso
il
215
come avvenne,
dite.
La
fronte a dietro
Deh!
voi
mi
fate
il
non voltar .
mio sepolcro
Ma
in
intanto
una
Che
detto di
Behrm,
tutto atterrando.
mai
che un sol di, grato e cortese.
Alcuna lode ei mi facesse; oh! questa
Certo non era del mio lungo affanno
La ricompensa, perch un tristo Devo
Molto
Non
Ad
soffrii
pel re di Gina, e
vidi
forse.
non potr.
istigator dell'opra
a lor.
scriba venisse ed
F* cenno poi
una
epistola,
Al lobo dell'orecchio
Ambo
gli
di
colei
216
Piansero accanto a
il
cor
si
le si
Ma una
Doglia inattesa.
bara angusta
Era
f'
di
la sottoveste.
Anche dattorno
Che
il
Dimora non
Non
non corrucciarti,
farai,
ma
e notte e giorno
Behrm
Gli giunse
il
Ed
ascoltava
Fu
al tristo
foglio, e
il
re.
il
Colmo
messaggier narrava
d'affinno
gli
occhi
se raccolse
suoi saggi
convocando e disse
Le
Di fiera doglia, e
Ma
il
vampa
non
re di Cina a investigar
era.
gli
eventi
Ad uno ad un
si
217
die,
su chi la colpa
vampa
Ma due
suscitar di acerba
figli
doglia?
d'ogni grado, e
re di Cina, tosto
il
tristo,
Fuor
Di
da
lei
le cortine
lei
f'
stima di tante
ivi
da
lei
Dromedari invi
furenti ed ebbri.
Ma
in suo poter
Allor, quanti
D'azzurre vesti
ei ricopri;
allora.
lui.
stagione
Monete
vesti
Ad
218
Narrando
Del
Il
che
ci
mondo
f'
e creator,
Dio reggitore
come
disperse
Ma
prence
il
cercar.
si
Mandava
All'inclito
E
E
gli
il
dicea: Ch'io
mio serto
ti
cedessi
trono
il
Gemme
la bocca,
il
tesorier
ben cento-
Qual era
in
Uom
di
Turania antico.
prenci
tutti
Orbo
Il
di te
Imperiai!
Ma
chi
D'amor ver
noi,
come Behrm
si
muoia
219
XXXI V. Messaggio
dell'Imperatore di Cina
a Gordeh.
(Ed.
Cale. p. 1972-1974).
Come sgombr
Di Cina
il
prence, per
il
il
petto
sangue sparso
vile,
Ne
di
giuramenti
a'
suo picciol
figlio
f'
comando
suo. Parole
Dissegli assai pi
aggiunse
10 sar avvinto fin
Per vendicarlo, gi
Tutta
la terra
Sono per
A me
220
che vivo
in terra.
sangue
che dintorno
lavai col
mia,
le citt detti
per
di contro,
imprecanti
lui voti e
auguri.
Un
sol deso
su cento di vendetta
Fermo
Ma
le leggi
e a l'impromesse antiche.
Disse,
tua bella
e nobile
difetto.
Molto
Che
Ch'io
E
E
la
s
far ch'io
fermo
Sar di
Il
patto.
d'ora in poi
comando
te su le castella nostre,
Mallevador per
te.
Ma
tu frattanto
221
Ci che hai qui
ti
Di' la
Il
Il
senno tuo su
Consiglio allor
parole mie
le
fa del
poi
Ei venne
di gloria
si
amante, e seco
gli
disse
il
re
deso,
e disse
di Cina, ch'ei
caro estinto
al
Non
lieve gi,
ma
trista e repentina.
Del re
di
Cina ripet,
Nozze parlando e
di
il
detto
sue
Di consigli datrice.
Il
garzoncello
Ma
poich
il
silenzio
^
sue.
si
lesse
222
Gina
di
-r
intese, allor
che insieme
ella ebbe, in
core
foglio.
il
come fan
cose esperti
prenci,
di
lui
la
terra,
ma
per
pi lieta
lui
Da rancura
II
trafitto
unqua non
sia
Ma
mai
intanto,
E senno
avr, la
domanda
Parassi a ripensar.
Ma
grande
del sire
in nostra casa
grave
lutto,
scampo a
noi
non
fia
me
quel saggio
Immersa
223
Me
Ma
per
tal
lutto
come
Un
sian trascorse
re d'Irania bella
il
un
Venuto
Tu
mio
foglio
Ridir tutte,
come
le
cose udite
l dal sire
ti
ti
parti
messaggio
diei
ti
appresta.
Da Merv
lieto part,
saggio ed accorto.
XXXV. Fuga
di Gordeh.
Ma
poi, la
si
assise
re di Cina e
Adorn
Non
le
parole sue
monarca
di
Me
a lui chieder
si fea,
224
Quella sua mente
Di Cina
fra
si
turbava. Intanto,
il
Vedr corruccio
e affanno.
al fin dell'opra
Gherdy
ci.
All'iranio signor,
Il
nostro affanno e
gli
appresenti
il
la forza
di Dio,
Al sagace mio
Ognun le rispondea Fin che tu
In Cina e Irania la regina sei,
dir porr sua fede.
:
sei.
Di ferro
un monte. Ai
valorosi in guerra
Tuoi servi
225
Gom'ella ud, l'esercito raccolto
Volle in ordin veder, pose sue genti
Agli scrittoi per dar monete attorno
scegliea
Che aman
la
pugna
Qual
di voi gi vide
Anche
Cadessero su
Nubi del
ciel.
lui dalle
Le
vaganti
redini da questa
che accanto
Che
in turanico suol
come
stranieri
Anche
se
il
venga esercito
core.
di
Cina
Con
le lor
FiRDnsi, Vili.
Che veramente
226
L'alma recate
sii
le
palme vostre
Golpi tremendi.
Tuoi servi
tutti,
Ci partirera,
non
comando
tuo.
guerra con
Tutti, la
Ad apprestar.
E Yelan-sneh
gli eroi
di
Gina
e prence Ized-gashspe
Balzarono in arcion. Morir con gloria,
Ognun dicea, meglio d'assai che in vita
Rimanersi e veder Gina festante.
Passasser
D'inclito prezzo
Un
Qual di
Qual bufera,
Per la dirotta
giorno splendido
XXXVI. Morte
(Ed. Cale.
Ma
227
Teburg.
di
p. 1976-1979).
Gina
di
aita.
fratello e dicea:
A me
chiedendo
disertori.
Eterna
re
Di tanto.
di te la terra
tua
Come
Per
l'ira
Armate
L'esercito
che
Se tu
arrivi,
Non
mena
schiere, e vedi
gli
adoprar,
ma
impetuosa foga
primamente
dolci
quei conosce
di
ci
Affabile
ti
tue
Parole dolci e
le
ai
avverso forse
Tu
parla
fuggitivi in atto
228
Cavalieri belligeri, trascelti
Di Turania fra
prodi,
il
capitano
fuggitivi, e quella
Avea cor
di leon,
Le provvigioni
tergo pose
e dell'assalto corse
>
II
Ordinavasi
Nelle lor
Avea
vestite, cinti
fianchi suoi
Fra queste
La
Ho a
E de'
Ecco
Contro
Gordeh
a'
il
rispose
lei
che
palafreno
Di
;?
229
Te
sola scelse
gli
perch tu a
Dolce ricordo di
Behrm
venne.
signor nostro
il
lui fossi
gagliardo,
di'
ti
dissi,
Cos
la
Da questo campo
di battaglie,
lui
lei
Ratto che
il
vide l da solo,
il
volto
Di sposo mi vedrai,
Per
sposo a
farti
dillo,
me
che forse
tu basti assai.
Questo
230
il
destriero,
Al cinto
Tebrg
di
Ne
un tremendo
che l'usbergo
ella
si
Ed
ei
il
il
campo
destrier; tutto ei
dell'armi
rompea
Come
L verso
si
Rapidamente. In
mosse
andando
posava
Amy
si
A Gherdy
battaglier, notificando
231
Ma
me
poi
consiglio
che giacque
estinto,
tutti celebrati
in guerra.
Mi recher
la stella
su
io
la via
la risposta
mia propizia.
sire
il
Behrm
gagliardo,
al
Ad
Mi passa innanzi ed
Di sangue!
la
Ma
il
padre
congiunto mio
poich piena
di
di doglia
prence
f' tai
Or
gli
detti al consiglier:
di
mani,
mani e
Ratto a l'istante ed
Dal corpo
ei
si
il
sangue
accinga.
pie fr tronchi
mor, lasciando
suo
232
Gustehm
dirai tu
Non
poi
indugiarti
che
letta avrai
XXXVII. Nozze
di
sangue.
di
Gustehm
e di Qordeh.
come ci
Gustehmme e
In via sospinse
intese,
tutte
Che crudel
si
Trucidando improvviso
il
Bendy
le
preclaro. Ei
annunzio
fi^atel suo,
man
in ascoltar,
Il
tristo
si
co' denti,
morse
Si
dietro
Che
si
233
alla foresta di
Rapido
D'Aml
Narvn discese
come giunse accanto
in corsa, e
ai
monti
in quella selva
oscura
Impeti e
assalti,
L'improvviso
assalir.
Da
tutte parti,
(E di
Ma
di rincontro,
fieri
come venne
colpi.
al sire
Mand
di Cina,
quando
in
il
prence
E di rincontro
Anche sapea che di Behrm guerriero
Andava colma la misura il prode
Gustehmme e sapea che con immensa
volta
234
g' incliti
la
Grustehm che su
guerrieri,
via lontana
Ben che
Che da
Parea
E
E
cruccioso
i
piedi
il
Rinnovando
Gil tu pur
Ai valorosi
il
fosti,
di
o Yelan-sineh, duce
Behrm, per
lui
Se da colui
Gonsiglio
si
fia,
fia
assai se acuto
235
Da
Rapida
Di
Behrm
Cadea
I
colei,
tutte
membra ndo
lei
A Gustehemme
E
a favellar la lingua
ei sciolse
Appo Gordeh,
valoroso intorno,
lei.
core ne potr.
Donna
preclara,
Gustehemme ch'
Duce di schiere e
principe gagliardo
Inclita sposa, a
in quelle parti.
236
Rinnovellarsi, e quei,
XXXVIII. Morte
(Ed. Cale.
fu cotesto fin
Anche
di
Gustehem.
p. 1981-1983).
lui gi gi si affollano
Gordeh, presso a
Schiere
infinite,
ed
sua,
io
mi penso e credo
Un
Si
tale, e ci
che
divulg. Questo
Fin che
in ciel
si
ei dicea, la
luce
gli eroi
prodi,
Ho
in
me
frattanto,
ei
sia
237
Un
un
Di paradiso in
Io le dir,
Ed
che tu mi
se'
si
propizia
mie
volgea stagione
propizia.
la
mia persona
Usar
t'
Di
Gustehemme
il
Che vorrai
Per ch'elli
tu,
si
La mia terra
figli
l'anima diletta.
fiorente e la
mia
casa.
238
Han
tali
oggetti. Or' io
mandando
a quella
mente ottenebrata. Un
foglio
Con
le
In ciel sereno.
la
mandando
lei
a' consigli.
E ben
vuol che
si
il
Ratto
si
Nulla aggiunger
si
Re Khusrv che
Si
fea,
chiedere
si f'.
Scrisse
una
epistola
di patti
di lusinghe.
e di molti ammonimenti
E come
fr le cifre
Fece
sua terra,
nome
ei disse
Il
239
non
di tante
Sue guerre e
liti
Chi
nt'll'alina
si
penta! Senno
L'epistola prendea, di
Le gote
si
la stagion pi bella,
di
abbell.
colori e fregi
Molte fr dette
di Behrm, gi da le ciglia
Molte lagrime sparse, indi in secreto
La messaggiera, consigliando a lei.
Porse a Gordieh del suo signor l'epistola
Parole
Con
Che
Vide
le cifre
che allora
Di
Gustehemme
a la notturna stanza,
a quei soltanto
240
All'inclita
come
Poscia,
favellar,
Ferm con
Come
ancora
man
nell'ora istessa.
il
pugno
Anche
venan da quelli
alleati le
di gagliardi,
Ma
E
ad
altri
d sereni.
il
foglio
prenci
tutti,
al
re benedicenti,
XXXIX. Nozze
di
Gordeh
gemme.
e di
Khusrev.
si
assise.
Un
E
di
:^41
Scaccia purificando
rio pensiero
il
Della vendetta,
f'
mondo
Del
quale
Orecchini
Come
di
giunse a Khusrv
Donna
preclara.
lui
l'inclito foglio.
da quella
Un messaggier
cercossi
Il
un
notato
foglio
messaggier,
Andavane a
E le parole
la
bianca luna.
come tempesta
colei,
in volta,
donna preclara,
ridiceale acconce.
Tutte, di re Khusrv.
La
nobil donna,
Per
l'epistola allor
che tosto
chiamando
al
di
vegnente l'ampie
16
242
Le ascese
Il
Partitaraente al tesorier
gemme
li
porse,
Monete e
Copia, che ninno inver sapeane quanto
imperiali in tanta
Il
cinti e vesti in
or tessute e troni
costei,
il
sire,
al
di
lei,
chiedea
l'accolse e cara
sua
f,
Due settimane
243
trascorreano, e
il
prence
E per
Dimmi
la
luna e
la
corona e
il
trono,
tu la battaglia di cotesti
Sii tu
Che
qualcun mi adduca,
Arco mi apporti e un scelto laccio e un'asta
E un elmo e da battaglie una corazza
E di frecce mortali in duro legno
Colmo un turcasso.
E f' cenno a un valletto
sella e palafren
Il
disse:
fra
Un
valletti.
Che
Come
pi non restava.
Appo
stelo
l'iranio sire
244
Balz
di terra.
Qual
di giostre
un loco
da destra
si
schiuse e da sinistra
un varco.
In varia foggia
Di tratto in tratto
Pi de
le
Ella volgea
palafren, cacciando
il
Disse alfine a
Ch'ella
ti
ch'io gi
temo
tu frattanto
appo
te.
Con
il
un
sorriso
re del mondo:
A me
donna
Fin che tai detti le rivolse:
Che biasimar della fortuna tua
245
Ferma
me
Custodi a
me
Anche
gli assalti.
Di
gemme
Con
alma custode,
E grave
cura.
vogl' io
che alcuno
Te
sola tolta.
Lieta Gordeh
Come
si
f',
ud cotesto.
libera
omai
Il
suolo
246
XL. Oppressione
di
Rey.
Dopo
Lunga
Volgeasi in
ciel.
Un
Fu
visto
Notato
Tosto
il
f'
cenno re Khusrv, e
il
core
Per
colui
malvagio,
il
suol di
Rey
Fuor da l'empia
E Rey
Anche
citt la
si
scacci
gente accolta
s'uguagli a desolato
campo
Ma
l'inclito
De' prenci
Kay
Che
Ne
il
Tal qui
si
^m
247
di famiglia
Citt di
e sia
Oh! chi
I
Disse
il
prence? a
reo
lui
Che
cinguettier
Rossi
Pallido
si
mostri e
di vii sorte.
volto e storto
il
naso, tristo
sia,
dispetto e
vii,
la
mente
Di menzogne procaci.
Ambo
lunghi
volga bistorti e
gli
occhi grigi
i
denti
Meravigliar,
di
sacerdoti allora
quello
che disse
detto.
Ognuno
E accadde
si
un uom
l'iranio
fu addotto quale
Che innanzi
248
E senno
in
radice e
la
il
tronco
Rey
Scrissero allor di
citt l'editto
Ne'
scrittoi di
Una
Affldavagli
Da
il
ei ne andava
sua natura
prence, ed
l'ostello regal, di
Come
discese in
Rey
il
nome.
citt costui
il
Che
Ad
core e
il
guardo
liber. F'
cenno
Ampio
Il
di
case attorno.
In pie
il
fuoco
Campagne
249
il
core
che pioggia
Venia dal ciel, non erano grondaie,
Non erano in citt custodie attorno,
Che per
tal
uom
allor
Rey
discese
La
fiorente citt
f'
si
deserta.
fu cotesto fin
che giunse
il
mese
piovose e la pianura e
il
monte
Prence Khusrv
le
D'anitre piena,
Altri desse a le
comand che
flato
Ma
250
Gherdy ben
Ad
un'arte
crucci,
si
sottil
che
volse
si
per quell'affanno
alla sirocchia sua,
Da
Fr
E re Khusrv
Tu cerchi pi
Donna
d'assai fra ci
d'indole eletta, a
Ratto omaggio
E
La
cervice, di
ricorda
me
gli f' la
tu svela.
donna astuta
cosi disse:
ti
Qual cosa
che brami,
disse a Gordeh:
il
Rey fammi
tu dono
senno tuo, disciogli
core.
e lui
251
femmina accorta a
le
parole
ti
le
nemiche
dono quella
a le pugne,
Ad una ad una
Poscia
di
le citt
per nome;
252
Khusrv mandava
Fino al Zabil
salir
dovean, da questi
s'ei
Anche
Da
fid,
nemici
passaggio
ivi si avesse,
Perch niun
de'
Poscia
a' lor
Dodicimila
scelse ancora
253
Uomini suoi
belligeri, conforme
Al suo desire, e gl'invio lontano
In Khorassn, molti consigli e prieghi
Lor
il pie giammai,
Se non quand'io ci sappia e ci comandi
E quegli avvinta a' nostri patti serbi
L'anima sua. Per ogni terra intorno
lieti
dramme
prence Hormzd vedevi
Su cui
di
E lagrimando
a'
poveri
il
segno,
le diede.
f'
doni,
l'imprecar ebbesi
Per sapienza
la
il
re, diversa
sua via
il
si
prese,
di e la notte
Aver dovea,
dell'opre dell'esercito.
Dell'opere del
mondo
in ogni parte,
in secreto e in palese al re
sovrano
254
da gagliardi armigeri,
di
sua
Il
allor,
La
terza
Era
Del
come
ognun che
fosse
campagne
Che avea
255
Ponea
di festa. L'altra
parte ancora
al
nerdiludio
D'antiche guerre.
Era
Ma
ei
scrivea risposte
Colmo un tesoro
in disparte ponea,
il
mondo.
Come
figlia
256
costume
Legge
Un nome
ridicea
del figlio
il
padre
suo
lui
Un
Gh'ei
D'Irania
il
prence: Chi
di voi le stelle
Qual
Qual
opra mia?
Ebbe corruccio, e pi
Voi custodite
Disse
il
le
monarca
parole vostre,
a' sapienti.
Voi
Dell'iranico suol.
257
Cosi celavano
Ma
l'inclito
Andavane
Per sette
per,
che nessuno
Se
precluse
l'adito ei
sacerdote,
il
Appo
suo prence e
il
Armigere
Risposegli d'Irania
Per
Io
udia,
di
messaggio
il
servi suoi
a'
come
gli
il
ne andava
rendea.
maggior
sire:
la fortuna
mi
si
fi;
Per questo
Serico
foglio e quella
il
Notata carta.
E il sacerdote
Ei
si f' in
Ancora e
Gh'ei
Che
si
se
la
il
tesorier recavala
vedea. Cruccioso
di tutti
il
ciel
sapienza avanza.
roteante (e non
modo
FiBDDsi, vin.
Fuor che
258
letizia,
mai
detti vani
Che
gitta
il
te,
s chiamossi e
Pi
di
misura
f'
d'epistole
parole seco
assai. L'iranio
prence
Degna
Ti poni in fronte
Che
nella notte
la
un
corona tua,
piccioletto infante
ti
si
addice
259
Piena
si
f'
elli
Per
lieti
a gara
La carovana,
Del suo tesor
precetto, e allora
f'
Cento cammelli
di lucenti
f'
dramme
Quali addiceansi
a'
260
regnatori, e belve
Eran gemme
conftte acconciamente),
Seriche vesti e
di cinese raso.
Ampio un cratere
di smeraldo e d'oro,
gran sire apprest. Ma per Maria
Molte gemme invi, fiero un pavone
D'auro massiccio. Anche i tributi suoi
Della sua terra (ed eran quattro volte
Mille fiate mille dramme greche)
Con quaranta di Grecia incliti eroi
In Irania invi; d'esti quaranta
Il
Vigile
il
Al
Come annunzio
Farrkh precetto
Guardian
Di
ei
f'.
Devoto
al sire,
Nimrz
Una corona
tutta d'or.
Ma
quando,
nobil volto di
il
Khusrv regnante
261
Benedizion
Monarca
1
sempre vincente,
di Dio,
Discenda su
Sii tu soltanto
di te!
in terra in ogni
grandi
Rapidamente e un
Principe
gli
tempo e
lieto!
il
apprestar.
Ma
quegli al sire
Il
tuo piacer!
Ma
il
nome
Orba non
sia di
Libero mai da
le
il
suol d'Irania
Non
ascendemmo
Di greca terra ed
a questo
Inclito suol.
Cruccioso andasse.
Ma
noi
l'iranio prence
tributi e le offerte,
Benedizion
di lui
per
onde poi
sia
tal tributo
per
tal
262
dono. Per costui
alquanto
Ed
altri intanto
ricco
il
sire,
Re Khusrv
Lo scriba
Kharrd.
ei
saggio
memore,
f'
queste
Ed eloquente
intento,.
l'alto
la
corona
Figlio a principe
Hormzd,
Alto ornamento.
al trono, al
serto
il
nome
eletto,
il
nobile desio.
Sempre
egli vanti
tutti
come
ei sia,
il
primo
ma
in eterno ei sia
tal
signor pregiato,
di
re
sia
2Q
Che giunga
Stirpe), di
Di
figlio
Santo dal
Del regno
cielo,
i
benedican
tutti
prenci
Deh
In sempiterno!
Ma
menzogna
soglia di
in Irania bella
E
E
in
Iddio
ti
Virt e grandezza e
Togliendo ad
di
altri del
magia
la
possa,.
valor la fama.
vostri prenci, e
Come
ne fr
gli
avversari
264
Prence sovrano, ne
giammai
tal fla
La
Kay
selva di
le
mura
altere, tutta
Narvn da
le
turanie
Fr da cordoglio
le genti
e da rancura. Allora
mar
ch' di Gina
Khzari guerrieri,
D'Armenia ai liti d'occidente, e ancora
Dagli Heytli ai Turani e a Samarkanda
E a Giaci ancora, i principi che gloria
Fino a
Aveano
citt dei
Eran
di loro servit,
Del seme
di
Fredn
che i prenci
che in Irania
poi
Onde
strinsi,
Una
265
Pel
mondo
a'
elli
lui.
Star pregando. Ei
ed
sia
Orbi vadan di
11
soli,
s,
tutti
que' doni
che gl'invio
Appo sua gente, prendasi pur anco.
Ch'io sol mi prender per quella croce
i
tributi e
balzelli
Pi
ti
riguardi!), e allora
e affanni,
il
volto
profumi e incensi
Arderanno. Davver! che il nostro core
molti innanzi a
lei
Da
E con Tur
266
in ogni guisa
il
Ma
Dolente e offeso.
or quiet
E fu appagato ogni
Anche se lieve. Ma
terra
la
Dio frattanto
di
Benedizion venga su
Tua
donne
su quella
te,
detti molti
ne
la terra
beato
lieto ei fu dell'anima e
Per
Che
che per
quell'inclito foglio, or
Molte
sire
il
ascolt, gioioso
ei f' lodi a
lui
la fortuna.
Khanegh, poi
ti
disse:
piaccia
stanze gioconde
d'uopo, a lui
si
stette poi
A Dio signore, ei
Un mese integro,
Di Grecia
si
rest.
appo
Per
tutto
l'iranio, stettero
Una
risposta re
Khusrv
dettava,
facciasi a colui
Che ha core
il
male e
Serba timor
267
bene e per
il
la terra in
core
di
Sire di questo
sol,
me
festi
in pria
inclite lodi,
Andai
Degne
di saggi,
Accolsi
che
dicesti.
Ancora
il
Ben
Per
te
faccia.
si
Santo, del
mondo
Ma
si
tu puoi,
gran dispendio
che Iddio
reggitor, di tua
Rancura
dal destin, tu a
me
dinanzi
Ed or tanto son
io beato e lieto
Pel vincol eh ' tra noi, per questa tua
Santa e ricca di pregi alma figliuola.
268
gli astri
annoverar. St)n
io
credente
ci ascondesi a noi,
Gelar
si
voglia. Iddio
In pensier
All'esistenza ma.
Su
verit riposa.
chi tu appelli
Sorridente mostrossi
Era
di
legno
Dio
Da
269
Gonfin
Per amor
di
pur anco
che tu per questi
il
ed
io
frutto
E, prole di Berzin,
Kharrd
il
tenne.
Ma
De' tesori
andavano dischiuse
poi le porte
che
270
Accumulava re Khusrv. E
in pria
di'
Peydavesl diceano
gemme
Ei di
Colme
colm,
Persi allora)
si
come
pietra
Di centomila
Qual
si
Un
traea,
Pi bello assai
Per
cammelli.
Ma
di
aurati
Dieci
Don
di Grecia, e
nummi
a' filosofi
Da quella
terra.
271
Gridar benedicendo
al glorioso
e di Shirlna.
Di
E parole
vi son conl'ortatrici
I distici
non
belli,
Di cinquecento
distici
Calunniator,
272
sovrano, incolume
tal
La sua
si
resti
Del villaggio
il
all'
uomo
A-iutatrice.
XLV. Incontro
di
Khusrev
(Ed. Cale.
e di Shirina,
p. 1999-2001).
La
per
lui
Non
Fra tante
lei,
nessuna
Del
mondo
egli
si
lui.
f',
Ma
poi
che
sire
lei
273
notte e giorno
si
in
lagrime
vivea la bella.
andavano
Furono addotti
palafreni, e
con giavellotti
pie con
lui,
in
pugno.
Venian trecento
cavalieri, e dietro
Un cammello
18
274
il
sire
ci
Avean
zafferano, e precedeano
Percb fragranza
Ma
andando
degli eletti
fiori,
al re giungesse.
Venian con
otri
re, seicento
vaghi
Signor venian,
tutti
con violette
Avea
di
Kveh
Egli venia
il
con orecchini e
re de' regi
serto.
imperiai, tessuta
In fulgid'or, con
Con
il
un dorato
cinto,
la
schiera
di
il
Ampia tunica
D'un bel color
sua,
si
tinse
si
il
cinse
volto
di melagrana, e sopra
Alla tunica sua ritinto in rosso
275
Ella
si
ma
d'oro
il
gemme
fondo. In capo
Di giovinezza,
si
mostrava. Quivi
Khusrv giugnea,
per
le
Le discendean
le
per
Ma
occhi irrig
gli
Rose del
le
porporine
vivide
le rose,
ed ella intanto.
Costume
leon gagliardo.
e se' felice
Che
il
core e
gli
il
labbro
Dove
il
Irapromessa e
la
fede e
il
giuramento?
Tersava un pianto su
le vesti
sue
Tinte d'azzurro.
276
Come
giunse
il
pianto
di
gemme
All'uopo
gli
Alla citt
Per
si
ritorn. Festivi
Gli apparati
Si confondesse.
Con
la
sua statura,
il
tal
piede
guisa
277
Come
Tutta l'ampia
e pieno di cordoglio
And crucciosa
Ciascun mostrossi e
biasmi
di pensieri, e
prenci
Che
tutti,
e al quarto
Inclita luce, re
I
di,
nell'ora
mondo
Khusrv mandava
Ma
la lingua
gli
il
core.
rispondea.
Principe
fosti
male e ben
toccasti
278
che veramente,
corruppe il seme,.
Di tal semenza la grandezza ancora
Macchia si tocca. Sappi tu che mai
Bennato figlio la sua man distese
Contro al sangue del padre. Ove la madre-
d,
Ne contamini
il
si
seme, ella
il
suo
figlio,
di guerre e di battaglie
gran fuoco accendea. Pure, ei chiamava
Fratel del padre suo Dar imperante
Cui figlio suo dicea veracemente
Faylaks regnator. Se genuino
Erane il padre, ma la madre impura,
Sappi che genuina unqua non venne
Da lei la prole. Mai non cerca alcuno
Nella menzogna il ver, s' anche del vero
L'ampia manica sua colma si porta.
contro a noi
Ma
il
nostro core or
si
attrist
per quella
volto di Khusrv.
Ma
Non ebbero
di
ci
che or qui
detti,
il
si
narra.
ci del sacerdote
279
Che ben
Aggiungere a
I
cotesto.
un
detto
preser via
Che
Ognun
Ma
intanto
Onde
chi
'1
vide
Pensiero e malo.
si
fa tristo in
Come
suo
ci fu detto
E ciascun
Man
degli astanti.
Ma
dal sangue
impuro
Il
280
A mondar
E con acqua
Poi che
lavavalo. Splendente
Prence Khusrv
Ben
al sacerdote:
altra a riguardar
il
si
f' la
Oh
vedi!
coppa
Beato,
sire,
Gran bene
si
di pria
Opra usc
lui benedizioni
Senza
la
il
trono
Di Dio
la stessa
maest sovrana.
281
le
avea
si
porse e
le
gote
alfine alfine
la lefigiadra figlia
Niun per
di
Che anno
Maria
si
Ma
ratto
giacque,
il
gineceo dorato
Ed
otto
ancor fr
gli anni,
in sua statura
al
lui
Scoverse un
Era Kalila,
282
libro, e,
ma
D'un bufalo
ei stringea nella
man
dritta,
Ben
si
malo
Che
Dei sacerdoti
al pontefice allora
Gi rubiconde
si
gli si
che
le gote
feano smorte
fato,
Mostrerammi
Come
la faccia
il
Re
del cielo?
Il
283
Che
L'anima sua,
Andava
si
si
feano oscuri,
n'andavano
il novero
Presero allora, e fuor ne venne computo
Per piccioli e per grandi anche pi assai
Di fanciulli tremila. Eran lor case
Congiunte insiem con varchi alterni, e quivi
In career si rest con gli altri tutti
Gol tristo
figlio suo,
che a
lui
schiavi e paggi, e
il
nobile signore
Ed
Gioconda
Che
284
Del
Demavnd un uom
Quale
il
Gihn
di Berzin, e la
il
suo
nome
sua voglia in
tutti
E gemma
).
Fredn monarca
Aggiunse
Dal capo
di
Terza
gemma
d'Irania a l'impero
sua
ch'ei
chiamar solea
E verace
ei
giusto
che moria
Principe Erg', rimasero di lui
Queste tre cose e ne and lieto ancora
Principe Minocihr. Chi poi si cinse
La corona regal, cose novelle
Sempre aggiunse a quel trono, e quando venne
signor. Poi
285
Il
scendea,
si
Ma
Cos a Gushtspe.
venne
si
Giamsp
all'
inclito
Quale
morte nostra.
tal
seggio
Sovra
lo
f'
mano
principi celar, di
in
mano
D'Ardeshir fino
al
il
nome
Ned
ei
vide
letizia.
Ei
si
mora,
Mori
286
prenci
tutti
Tutti narrando
gi trascorsi casi.
Una grazia
Inclito e
principe
Khusrv
d'eretta fronte
Ricomposero
vennero di Grecia
da Bagdad pur anco.
Da suol d'Irania e da Mekrn. Maestri
Di Gina allora e
I
legnaioli,
Stava
E comand che
287
sol
Adducendola
al fin.
Come
fu eretto
grande
re sovrano
di tal
Cento cubiti
sopra
regi, a cui di
ma
cento
Che questa
Ma
mese
d'ogni
ai trenta d, nell'ora
vedea
si
il
Ed era
seggio,
mondo
intero
l'oro,
e tutti
Ma quando
il
peso grave.
sol nell'Ariete
il
avea
Eran
Splendea fra
Era
il
gli
astri del
che
il
sole
Ed
si
volgea
a' giardini,
Ei toccasse de'
di
gioconde
l'inclito
feste,
seggio
all'
invernale
288
di pelli
De
le vesti regali
guardiani,
E met
Stava
l'altra
Eran
met dinanzi
Con
a' prodi.
segni chiari,
con esperti
Gli occhi
A
I
Norma
da questi
meno
e al pi. Rubini
V'erano ancora d'un bel rosso, e prezzo
Non uno in terra ne sapea, non certo
Computarne il valor, non la natura;
Ma
tu prendi al
per essi a
Si fea lucente
la notte
come
il
tetro volto
l'astro chiaro
Appo
il
Eran sovra
gemme
Di
A sommo;
289
gemme. Un
di
nome
L'altro
capo
di villaggi o al re soggetto.
De' Capi di
al
ministro
il
loco
che molte
governar. Se alcuno
lui
Aveasi cure in
Su quel trono sedea tutto a turchesi,
Certo era segno che avveduto egli era
E fedele al suo sire inclito e grande.
Ma
d'oro intesto
Q-ittato su
un fulgido tappeto
Di cinquansette cubiti,
Composte a gemme,
le
frange
splendienti
villi
Marte e Saturno e
E il sol fiammante
E de
la
la
candida luna
Venere e Mercurio
E
I
a'
regi
1*
290
Con trono
Non
fu giammai drappo
Era un uom senza pari
siml
Ma
in Gina
egli in sett'anni
venne
al signore
Drappo
lui
festa
il
nome,
Un
cantor
si
trascelse
il
re del
mondo
Secretamente.
Ma
291
se a te di contro
Venne
alla reggia
de l'iranio sire
musici a guardar.
Ma come
udalo
si
n'and per
Di quel cantar,
cadenza e il ritmo
che ne venne ratto
la
si
molte
gli gitt
monete innanzi
Vada
al cospetto,
non
re sovrano
vuol,
si
che noi
egli or or venia.
il
guardiano.
Da
l'ostello regal,
di
venne del
speme e
tristo
sire
Il
prence
con
lui
Per que'
292
Ch'io sono
diresti
il
corpo!
Un
Quando
il
sire
ha una
il vegga.
oh! potess'io
festa,
Verdi allora
Ed un
liuto si
Cingea
gran cantore
togliea con canti
le vesti
il
Un
il
rami suoi
Con spesse frondi, folti
Com'era folta la battaglia orrenda
Nel campo di Peshn. Col suo liuto
i
il
Un
giardinier
gli
il
maggior prence
apprest
il
loco.
Venne
Leggiadro
ponendo in mano
colma di vino
di Per,
All'iranio signor
Un'ampia coppa, e
l'inclito
il
signore
vino.
Il
nitido
293
Impallid nel
Fin che
la
ciel,
Incominci su
Il
l'alto del
cipresso
un inno,
Cantava una gioconda
Degno
di re.
che
il
sire.
ognuno
Che
tocco di
tal
Eroica da que'
mano
d,
e tal canzone
fuor che
il
gentile
Deh! ricercate
Questo loco
il
sire
di festa.
quelli assai
Eterna
resti
Un
Rec
altro
al
L'ebbe
nappo
prence
l'inclito
il
di
gagliardo vino
re da quel leggiadro
Suo garzoncello,
Il
294
E
E
mentr'ei
si
cantava,
quel vin
si
Soavi e dolci.
il
re l'uda
Recaron lampe
Ma
agli alberi di
assai;
sotto,
Fuor che
si
chiese
il
Ora
Prence Pervz,
Chiese
di vin
in pie levossi e
un nappo
il
sire
Ma
Ov'egli
sia,
Gli orti e
La bocca
di
cotal suono.
da dritta e da sinistra
roseti investigando, ch'io
il
grembo
di lucenti
gemme
il
295
nobile cantor,
Ud del prence e
le
come
la
voce
parole sue
venne
Sen venne
e dignit.
E con
il
la
fronte
suol tocc;
ma
intanto
Ci che avvenne,
E d'un
il
sol
corpo fu con
nobil re
si
f'
lui
mostrava;
gioioso a quella
Foggia
cos, fin
La mente
che inclinava
al
sonno
perch mai
Del
fugace
si
296
dorr? Passati
la terra.
Che ha
Mi loder dopo
L.
la
morte mia.
Fondazione
(Ed. Cale.
Di
il seme
ognuno
p.
di
Madiu.
2011-20U).
novelli,
far
un motto.
G-recia
e in ogni
Avean
abitata,
297
Due
f'
Di pregi ricco,
Ogn'uom
di
geometra
Persia superava.
Togli da
me
Ci che dir,
"Vogl'io da te
La casa
illustre
e in eloquenza assai
lui
allora:
dis.se
cotesta impresa e in
ti
serba.
dove
Un
mente
loco eletto
miei
figli
e tutta
Disse,
gli
ciel
L'uom
il
nobile sovrano
essi l'alto
298
Uno spago
gente
la
Si l'attorcesse
ivi
come pur
al suol
attorce
poscia da l'alto
sottil,
Fino
raccolta
si
mura
Poi che
Che
il
venne
Indi sen
alla real
Vanno a rasentar
disse:
Dell'edificio le pareti.
dimora
la
luna
allora
fesse
me
Poi che
L'illustre
fia
tempo
Pari a
le stelle
Ne
Opera tua
si
Tu
Ne
ritragga la
si
man
dall'opra tua.
Ma
sapea colui,
299
Che biasmo
gli
ei
si
l'alto edificio
onde perduto
fosse,
Venne
la
fu allor
che nessun
Il
rivedea.
Ma come
d'allora in poi
l'ira
concetta
Cotesti Greci.
Ma
Da
la
man
ritrasse
il
core
Ma
Come
quei,
non
s'avesse.
Oh
molte volte
Fin che
al
quart'anno
ei si
mostr. Novella
300
parr manifesto
Si
il
Khusrv mandava,
mio perdono.
e dal regale ostello
savio.
seco,
l'iranio sire
Che
I^e
Il
Lunga
301
Dramme
gli
diede,
illustre,^
con pompa
nessuno in terra
giammai,
sperta e famosa
salia
Ma
L'iranio prence.
d,
da gente l'udi
e d'oro,
Stavagli accanto
il
sacerdote, quale
Stavano sotto
prenci
il
loco e de la gente
Il
loco
Procacciasi del
il
vitto
Pi in basso ancora
pie tronche e di mani.
di.
Stavan genti di
Che misere giaceansi abbandonate
Delle case d'altrui sovra le porte.
Ma venne
si
che
al fiero
suono
Si
commosse ogni
302
cor:
Deh! voi
il
soggetti
core
suoi pensieri.
De' prenci
Kay
Ma
pi in l del trono
di
riguardar vi piaccia.
Annoverando ognun
eh' pi
pi in basso di noi.
Nelle catene
di
Alcun pi non
Innocente
Da
meschino
quell'istante
quel re sovrano
rest, foss'egli reo,
egli fosse.
Anche donava
a'
Il
nobil sire
carcerati suoi
ostello
in
gran copia
Mandava
Un
Che
Incliti in
D'uom non
si
faccia, e
il
core
303
Che piangere
si
Appo
il
suo trono;
ma
D'altrui la
LI.
Grandezza
e gloria di
(Ed.
Parola or
Cale.
p.
2014-2015).
quella gloria
io dir di
Di principe Khusrv,
Khusrev Pervz.
gli
antichi giorni
Ninno
alla terra
si
ricorda in tanti
Ma
Principi e servi.
Da ogni ritegno
Una sentenza
Approva
di
ricordar, che
in core
Deh
saggio
il
non
Tu
Il
che mai
sia
la tua
balsami
mano
brame
ell'
dimora
vi se' antico.
Uno
s'avanza.
tempo
304
va pascendo;
ma
va sotterra ancora
indice e intima,
Di fortissime belve
Se da
me
il
capo altero .
Perviz l'istoria
vuol che in mente
ascolti di
Meravigliosa, ben
si
E da ogni
Lume del
terra
amena
e eulta, al chiaro
l'inclito signor.
Da ogni casa
Veniano ancelle
Non
tutti
Come
il
Ma
il
Primo d'ogni
Da
tesor,
quale
ei
raccolse
prenci tutti e
gl'incliti
305
nome
Saggi d'Arabia
Ma
aveangli posto
Di Ciel sereno.
in pubblico; e
Che Lieto
si
il
il
intenti,
Superbo,
Ma
computo
di cui
si
prese.
il
nome
si
fu di cui
Serksh e Barbd,
Suo
stato
mai non
si
si
che cruccioso
vedea.
Ma
dodici-
ei
vantava
il
nobil sire
Che
carchi
gli
FiBDCsi, VIIJ.
20
Non
l'ud
306
Di cose esperta
si
Ma
Per
la
per
man
si
Ansiosa voglia
Non
pi rilucenti e vaghi.
lei
poich
di
grandezza mai
ti
scegli
Tu cammini
di
si
che a rovina
LII.
307
Rivolta dell'esercito.
(Ed. Cale. p. 2016-2023).
Prence
si
giusto
si
f'
ingiusto allora,
Da ciascun che
Crucci a s stesso
Ne
Sempre
ei
novelli
procacciava intanto,
Tesori sempre.
E come
fu la
che
di
nuovi
gente
Avea mente
di
Devo
infausto e reo.
e ingiusto core
Come
verso a giustizia
primo in Irania
Ei la fronte lev, quando pur anco
Un altro v'era, Farrukhzd il nome,
Accetto e grato a re Khusrv. Nessuno
Irne osava al gran re, se pria l'accesso
Farrukhzd non chiedea. Ma poi che piena
And misura dell'iranio sire,
Anche di Farrukhzd guasto fu il core.
Ingiusto
si
f' il
re,
308
venne
Figlio d'Azermign,
costui,
mormorando iroso
soggetti, e un sol, d'alma e
Contro
a'
di
core,
E da
lui
pur anco
Nel suo
Gurz
al greco sire
malvagio e reo
f'
desire. Dissegli
Ti leva
L'epistola
te verr soccorri tor.
greco sire poi che lesse, un ampio
Il
Batt
quegli all'arti
L'epistola regal
f'
che
ricorso e vile
il
richiamava,
Avea
Ma
il
Erano duci
nell'irania terra,
And cercando;
come
sorse in lui
309
fa
fin ch'io
sottil.
Dissegli
il
sire
mio
Con teco apporta, quale pur costume
D' esplora tor. Fa si che alcun di Grecia
Veder ti possa e in su la via di molte
Cose ti chiegga. E ti far prigione
Nascostamente questo
foglio
Per
La
Porto con
me
Tu
Gurz un
foglio
310
Ambe
capo, smorte
il
le
A me
d'uopo disvelar!
t'
Parve per
lui
di
Stordito
re Khusrv lo schiavo
Deh
Gridava
il
greco
frugate voi.
costui
re,
tristo,
Disse in secreto
a'
il
re de' regi
Di l cosi
ei
ogn'altra
brama
principe Gurz
come giugnea
311
Andonne
Da
me
Bisognoso d'aita? E
Ben
che ci
sa
pel
mondo
re de' regi
il
fec' io, s
Pieno gi contro a
me
greco Imperatore,
d'odio acerbo.
Poi che
Il
d'alto corruccio
occhi levando
gli
il
foglio vide,
Da ogni
Perch
sciogliea l'Eterno
poi tu dovessi
Sperdere e
I
ti
o mentecatto,
tristo bisogno,
il
trono mio
il
Non chiameranno
Gurz
allor,
ma
detti suoi,
Non penetrar
di
li
f'
scuse
per molta
orecchi mai
quell'irato. Intanto,
312
he
.
arti hai di
voglie e disegni.
Or
tu m'invia
A Gurz
prence
la
regale epistola,
gli
illustri suoi,
State di
Ma
Non prendavi
Il
vostro
Anche
tempo
d'andar. Se
se sola
una
un
detto solo
difesa,
Fino a
citt
che Maest
si
dice
313
via
Ampia sua
terra, ond'ei
men
su questi
Oh! dunque
l'alto secreto,
Rimasero nel
Ne'
e tutti
tristi volti.
Ma
Di lui
la
voce
L'alto secreto
Onde
sbigottiti prenci,
ognun
D'un moto
La
sol.
Conforme a
ci ch'ei disse,
314
Farrukhzd ne venia
nembo
ratto qual
Si f'
il
me
ratto.
Questi
il
cor dolente.
formando
detti suoi:
Armata
scemo
voi
Che
stimar vi piaccia.
315
Ma
Ho
si
un
patto e congiungea.
Sgomento
Rstem
Di
Farrukhzd ancor
ribelli al
suo re
Ma Farrukhzd
f'
dov'erano
spade
Corruppe il reo
le
l'infido core
i
suoi gagliardi.
il
sire
Da Farrukhzd
Come
riconoscea. Di fuori
che
comando
316
ci,
e quelli seco
doversi in trono
era da Khusrv
Ita
la
sua fortuna.
Un
novello signor, pi in
tanto
l di
Irania tutta
fia
turbata e scossa
la
Di verecondia ornato e da
mente.
figlio
litigi
lui
Gustammo un tempo
Ora
n' d'uopo.
Ma
se accorto e saggio
andarono parole
317
gente
la
principe
Uom
Tokhr
Scendo
ma quando
io,
vana
d'ogni gagliardo
Caro a
vive.
noi
tutti
a' prefetti
si
Ei
affermi.
Rendo l'opera
Che al mondo
Fu
si
rispondea:
gli
si
Opre
corona
fa
sia
ei
Dispetto e vile.
Come
ed ora
torba e trista.
si
Per noi
elesse e dissegli:
si
vada
al
fece
si
ud cotesti
Deh! intanto
carcere del
sire.
lui
Qual
di
giovane
et,
il
non un eroe
fato
E carcere
Non resti
318
e supplizio,
onde
in Irania
Sovra
Ma
il
chiaro suo
d,
quel
libert
figlio di
Se un
uom
Cos
sei tu,
Incerte brame.
Non
rispose
re Tokhr allora:
Che
non
vellicar le tue
se tu a quest'opra
che dispaia un
Quindici ancora
ci
solo,
restando, quali
319
Piangendo
N il
Ma
movea da quell'angusta
pie
casa.
Consapevole
Da' ribelli
re di ci che allora
il
L'ampia cortina
fea.
si
tosto
La
che del
sole in occidente
quando
faccia impallid,
Apprestavansi loco
F' cenno
ei s
Poter
si
vedette
le
avea
di
Venisse de
Loco
tutti,
che ognun de
lor sonni
a'
prenci
la
lui
reggia al limitare,
di gioia e di tranquilla
pace
Dall'altra notte,
Farrukhzd
lor disse,
torrieri.
Ed
io
Il
nome
cotesto
Come
la
Pervz
di
il
nome.
Il
bruno
Un
velo, da'
mercati attorno
Sire
Kobd
nome
illustre
medesmo
Le voci come
il
core
le
ud,
molto
si
dolse
Per
320
alto affanno. Al
gemito
di lei
Ebbesi
il
Che quella
grido ascolta
Come
ud quel grido
Le
Nome
gli
appone
di
Kobd
costui.
Macn o
in
Mekrn, chiedere
aita
E con
Ed a Shirna
cos disse
l'arti
Tempo
nostre
ha vinte
Il
reo nemico
321
Oh vivi
!
Shirna rispondea
tu beato,
sempre lontano
Il
d Tarassi, a
De
la
Posava affranto e su
novelli fiori
un ponderoso brando.
LUI. Cattura di
Khusrev Perviz.
all'arti.
Ei s'aggirar partitamente, e
Degno
F1BDO81,
21
322
Onde ognun
si
Oh
gramo
e ignudo
pie, del
un
loco
la
terrena vita,
Khusrv porto
il
ei sia detto,
Or
io
lavoro
>
-i
|
<i
Un
323
il
re,
che maest
Deh
cintura mia
Disse a colui
D'est
avea di sole,
staccami un brandello
si
eh' preziosa.
un
dissero:
di tanto
Ambo recaro
Deh! tu fanne
di
questo
Verace
Ardir
il
gemma
di tal
Nel tesor
di
acquisto farsi?
Khusrv sono
soltanto
Con
gemme,
faccenda.
tal
L'inclite
324
al re novello corse,
non
Io
troncar
ti
Quei rispondea,
prence.
ei
un re
In ogni cosa a
che somiglia
Splende
di forti.
come
sol fulgido e
vivo
Gi da un ramo
Cinto un servo
gli
si
sta.
eletti,
Ma
l'accolto drappel
come
del sire
Vide
325
a dietro
la fronte, si rivolse
ciascun
Farrukhzd
f'
parole ognuno
Ed
lai,
torn partitamente
si
egli sire, e
slam noi
gli
nuovo ed inusato
Mormorar contro a
il
giorno!
lui
Corse
all'antico
Ma come
a lui
si
Innanzi venne e
E Khusrv
Ch'io
S'egli
la
f'
f'
l'ascolt.
reggia addusse.
vicino, solo
parole assai,
Se
il
re concede
Tu non mi
E
il
sei,
Tuo
Che
tu riguarda a questo
Stanco omai
ti
ritorni.
t'
d'Irania
sta.
Terrore
Io
326
Per
far di
mia persona, e
le lor triste
In
mezzo
un
la sorte.
di
vendetta gravida
Ed
ora, ei
Corazza m'
il
ciel
il
core,.
si
suol di ferro
scudo
due tesori,
due montagne,
la terra e l'aureo
dorato e sono
il
re
si
assise e fuori
327
Tesoro mio,
nemico, amico
se'
Ma
Kobd, nuovo
Al suo ministro
Non
Tisifuna
sia,
ei
che da
Ne
Il
comando
che recato
la
reggia
tocchi mai.
Con mille
cavalieri
Da che
Questo
si
volse di
ciel roteante,
Era
Le
Ed
Signor
di genti,
o,
se pi vuoi, l'appella
norma
328
Che
ti
poni.
vedi tu se quello
un
laccio o
tu,
ti
piaccia
parole oneste,
2.
I.
Il
re Kobd ShirOy.
Come
p. 2026-2031).
Quali
Ad
si
alta voce:
ognuno
re d'alto valore,
figli
Cosi rispose re
congiunti e
Kobd
affini
Gioiosi
invitti
Il
Un messaggio
330
frattanto al padre
mio
Non
s che rimase
quaggi nel mondo.
Faccia egli intanto le sue scuse a Dio
Per le sue colpe e volgasi alla dritta
Via dell'Eterno ed a sua legge. Allora
Ch'egli al mio dir s'acqueter, nel core
Quand'egli non avr corruccio e affanno
Per ci ch'io feci, curer del mondo
L'opere tutte ed a giustizia ancora
leggiadre ch'ei
Tristo
nome
f',
di lui
un pensiero
10 doner.
fa,
del
bene
meschini
11 core infranger. Ma qui m' d'uopo
Di due fra voi, che abbian parole oneste
de'
memoria
li
trascorsi casi.
Due
sapienti e
memori
e facondi
Ogni
illustre
Ampio
331
d'uopo
Ambo
I
Ma
Molli le ciglia.
poich
saliti
capo
Illustre genitor, di
Tutti
Digli
Non
Da Dio
lui.
avean gl'Irani
pena e il tuo castigo
poi che volta a dietro
tanta potest
Ma ben
Avi
capo
in
si
tu la tua
t'avesti,
diritta
che mai
Bennato figlio non sparge del padre,
Ben che malvagio, il caldo sangue mai
Della tua fede.
in pria dir
Non acconsente
ci.
Ma
tu d'affanno
Che
il
mondo
il
core.
Io dir quindi, e
di tanti gagliardi.
gloriosi,
Eran
beati,
E per
332
che pei
dolci figli
lieti
l'inclita stirpe,
Duro comando
in
la
Croce
Quando
il
Atto
di te stato sara
Non
la
desti per;
savio consiglio
n ti fu guida a senso
Q-eneroso ed umano. Altro desire
Tale su te s'ebbe dominio allora,
Che torbido si f' del senno tuo
non
In te
fu,
L'aver
togliesti e
Per
lor maledizion.
Opere
Il
tue.
Son
io del
pretesto, son io di ci
Ma
tu intanto chiedi
Che
ci
ti
altri di
333
pel
mal che
g:ik
festi,
a Dio
ti
volgi,
Per ch'Egli
Cui fuggir
potevi, aiutatore
ti
sia.
propizio
Figli tu avevi
ei
Gh'elli
Sicuri
alle porte
Una
di vampo e di alterezza il
Come Kharrd figlio a Berzn
core.
Pieno
Ashtd
Furon
figlio
Ratto in pie
Fu
e l'inclito
lieto,
si
lev,
Lor diede
il
nome, e
334
in pria
Kharrd, rampolla
Deh
Siano conformi
L'opre che
Per
? e quale
Galinsh rispose:
l'esile
fai
a' desideri
!
Rancura
tuoi
forse avesti
di ferro
Gemme
i'
ti
sei tu
sparga
Soltanto in bene
ti
che splendienti
al pie.
Le tue parole
sei tu,
quest'almo sole
Esserti amico!
Di
favellar, se
Tu non
:5
ascolti, sia
Non
io
Messaggio
egli
che spade
Serbo per
te.
Per
frutti
Teste recise
di principi illustri
le ascelle
ed incrociate, quale
serve a un grande,
sire.
Entr dal vecchio re. Dissegli
mai
Vivi beato e per sventura
Non s'attristi il tuo cor! Del prence iranio,
:
Da
messaggio
Kharrd, nobile figlio
Recano a
te
Di Berzn, ed Ashtd.
disse
il
sorrise
parlar tuo
E perch
E
Khusrv
qui
mi
tetra e angusta, se da
Chiedere pur
si
me
l'accesso
Ambo
il
le
mani
al seno.
Il
volto
si
336
coprir d'un
sottil
drappo
D'un drappo
giallo
Un
E
tristo e
mesto
Quasi supino.
Prenci
di
illustri,
si
Star resupino e
f'
Incliti
posava
due scoverse
sul sedil
Come
nell'atto
La
In pie dinanzi a
337
Ma
lui.
quel, gi illustre
sei,
La sua splendida
sorte, ella
che
il
si
prende
giorno
di torbido cor,
nemici e
tristi
Ma partir si dee
L'amica sorte da mia stirpe illustre,
S che ninno sar di mia famiglia
Mai pi felice, e la corona e il trono
A chi n' indegno andr, caduto e infranto
Quest'albero regal. Sar monarca
Colui ch' servo, e andr dolente in core
Colui ch' prence, n l'antico regno
Si rimarr tra i figli miei, non certo
Di sapienza.
Rei di favella e
Contro noi tutti.
di
persona rei
Ma
il tremendo arcano
Or s mi disvel questa che cadde
Mela odorosa, senza frutto un giorno
FiBDUSi, Vili.
22
338
Ma
Imperiai.
di colui, ratto
Parole
mi
svela.
Meno
Ambo
la
Ne
Tenean
altri si susurra,
De' prenci
Cupo un
il
Ma
sospiro.
Or tu la mia risposta
porta al nuovo re. Del biasmo,
Iranio saggio:
Ascolta e
Che a me
Chi gi
Ma
ti
Le parole adunque
son pur tue ? Deh mai
incolume non resti
volgi.
dicesti,
le disse,
Onde
che
ascolti,
sapienza
il cerbro tuo con
Possa un detto formar, Che se t'afforzi
Onde
Con
Piena
farai,
D'alto difetto.
Ma
chi in pria
ti
disse
Chi
t'
Ogni opra mia,
339
le voglie
Ma
tu,
II.
Risposta
di
Khusrev Perviz.
Ma
sol
d'un
tristo pei
maligni detti
Alcuna cosa
Da
l'ostello regal
per inaccesso
andammo.
Rapido mi
partii.
Behrm
frattanto,
Autor
di colpe,
340
di,
noi di guerra ^
a lui
perch'io cadere
stella
il
fuggito
Fu veramente
a quell'orrendo assalto
Per
Gustehemme
Non avesser
e Bendy,
bench un eguale
Bench esposta
egli
avessero la dolce
l'improvviso, ed
341
il
consiglio e
il
capo
Ma
di tuo stato
Facesti a
me
anche
parlasti e
verbo
di
dal figlio
Si ritornasse poi.
Non eran
Non
atti
Ma
per voi
tutti
o danno,
Non
certo
noi
norme
Non prendemmo
diverse.
voi bisogno
342
Non
per
che trascorso
gran tempo), un regal foglio
D'India a te giunse ed io senior pur n'ebbi.
Era quel foglio d'un gran re con esso
Erano gemme e d'ogni foggia ancora
qui, cotal cosa, or
noi
si
gemme,
e l'epistola regia
Ed
Che
che degno
Vivi,
di vita
del
di
mondo
Dey
Or
tu beato
regal seggio
D'Azr sar,
Tu
sei di
il
mese
sarai, principe e
donno.
Sar
il
volgan
gli astri.
Ed or
ti
343
il
confidai.
Che
il
meno
il
pi conosce o vede.
Se tu noi
Che
sai,
forse ei
dimanda
ti
In tal soggetto.
Male sar
Ma
a'
sacerdoti.
faran chiara
Ognun ch'
la
mente
a Dio nemico.
Aveano
Or per bene
Cotesti
si,
Colpevole
Reo
Reo
ti
ti
festi
344
a Dio dinanzi,
tue parole.
Ti
un amico,
fa
E non
se tu
ben non
vedi,
dicesti a
me
Ma il tuo consiglio
A te stesso celasti.
de le ricchezze,
e la saggezza tua
Io da nessuno,
che balzelli, mai
Nulla volli cercar, da chi potea
Dar que' tributi. Molte volte alcuno
S mi dicea: Quei son li tuoi nemici.
Della semenza d'Ahrimne ei sono,
Ei sono rei . Ma perch sol di Dio
Ebbi pensiero, di costor le male
Parole non curai qual cosa abietta.
Da Dio soltanto la corona mia
Fuor che
tributi e
Ottenni e
il
Grave
Ma
fatica assai.
Iddio signore.
Fuor
di ci ch'Ei desia, s
Non cerchiam
che grandezza
Di
far
te,
345
di te.
Servi
elli
sono
Che
ti
Non
accordasi ancor, n
fia
mente
che alcuno
letto
Che mai
Bugiardi
detti.
Sar
di
me
hanno
Che
le
Conoscer
Ma
Fin da
mio verace.
un tempo di Berts,
lo stato
noi gi
la terra, eserciti
E in ogni
Ponemmo
loco
a governar. Sovra
Fieri assalti
Cina
di
menammo
menammo
nemici
e la cervice
li
tesori miei
346
Nuove sportene
si
facean ricolme
gemme
di
reali e di stromenti
mio
tesoro. Alle
Nuovo
Ai godimenti ed
Che
al gioir.
novero mi
il
Cento
monete mie
fiate
Nell'anno
mie ricchezze,
centomila vennero
fi
di
Andavano
disperse.
Andavan
Nummi
De'
tristi
maghi, oltre a
l'offerte e ai doni
pompa
riti
sacri
Vaghe
nel volto,
palafreni, tutti
Di canfora e di muschio e
trista
dir fragranze
drappi in seta
spoglie
Ognun ch'era
347
cammelli suoi
Da
Perch
Che
Verde chiamai
Tesor delta sposa
Chiamai quell'altro, e per quel che serbai
Della sventura ai tristi giorni, assai
in disparte giacea.
Questo tesoro e
Del
Il
nome suo
Superbo
il
il
persona
cielo
prenci
Tranquillo
si
Da
felice tu
non debba. Oh
almeno
Si ricevesse
alcuna luce
Allora
348
mio
di
figlio,
Di tuo regno
il
Ad un regno
il
Sen va
la terra
Soglion chiamarlo.
Che
se
il
tuo tesoro
Buon
frutto o danno.
Or questa
faticar soltanto
la risposta
349
venne a me regal
Inclito
tesoro,
i
miei nemici scompigliai, perch'io
Seder potessi poi con molta pace
il
trono, sciolto
e da cordoglio
confini attorno
si
la
vedr chi
via.
Che
nemico,
t'
Ove sempre
le rose
disiate
E
E
chi
rompe
chi
a'
il
basilico,
rami
suoi
al
melagrano,
Le
il
core ed
il
Dell'iranio guerrier,
E rapine
Grida
di cavalieri,
Di vendetta pigliar.
Ma
le
che
allor
saranno
Ma
donne d'Irania e
la
fanciulletti.
sua terra
Non
350
Anno per
Stolto
ti
Intesi
te di cotal foggia,
savio
il
chiamerebbe e forsennato.
ancora che donasti grado
antico,
L'armi
Con
Lungo sermone
me
festi
chiamasti vile
di te
veracemente
Ed
ella cos
saggio
il
greco
351
Intenderlo
allor,
quali donai
Ad
ogni
gemma
con cura, ed
altri poi
che drappi
352
Quali in
selle,
N giovamento
clamor gi
(e tu
udisti
Inclito assai, di
Dio
si
Stima
Legno
filosofi
e dottori,
di croce.
Che
un
se
pur fosse
dio
Fa penitenza e prenditi
Di Dio sovrano
Questa risposta
Perdansi mani e
la via
Deh
pie, la
si
perda
Questa corona in su
Si l'accettai, vissi beato e
giustizia.
labbro,
Posemi Iddio
la fronte
Per mia
il
lingua perdasi
Quando
ed
io
lieto
poi
mi
tolse
Che
tra
il
male ed
353
il
me
Obbligo a
Io
Onde
illustre,
A Kharrd
E
cosi disse
poi
volse
si
il
mondo
re del
nobile rampollo
l'opra
mia
Ma
Facondi e ricchi
per sempre
un mio saluto, e nulla
Ridite al figlio mio fuor che parole
Che ascoltaste da me. Lode all'Eterno,
Signor del mondo, sempre io fo, che il mondo
Altro non estimai fuor che passaggio
Rapido e breve. Muore ognun che nacque
Ambo
di valor,
v'abbiate
fai
ricordo
questa terra
di
speranza e tema,
comando
Devi
23
354
Ei che avventava
le saette
rapide
D'una bell'acqua
gli
ornamenti
suoi,
"
Vede
l'ugual
Dov' Rstem e
parola
355
Memore
dove,
le stelle
mondo.
Dove son quelli,
Re Ksra Nushirvn
grandi e
Un
saggi e
di gagliardi, e
iti
cavalieri, in
guerra
sapienti ancora,
di colui
gli
anni
Sgombraron
I
tutti e si lasciar
da sezzo
Non avessero
ancora. Io camminai
356
Non per
me
Di
volli
avesse vittoria.
Per
Il
Che
me
se vita per
mondo
cessa del
mi
Di chi
figlio
Da quel trono
il
trono
Deh
gli dir,
Lene e dolce
l'anima mia
cos! .
ti
prendi
Per pentimento
mondo esperti,
Quando in gi precipita
la
La
sentenza
<^
pur
sgomento
Trapassa
il
Che
Ma
Che
non ha
Questo messaggio
monarchi e servi.
lunga non andr stagione ancora
Mente e senno
al
il
mondo
ei
invio presso
'
357
la
man
giovin
del padre
figlio.
il
il
messaggio
figlio illustre
Che d'una
Ad ambo
saggi egli
Alla fronte la
Ambo
Ambo
si
avesse. Posero
mano ambo
dolenti,
Il
messaggio
lui, di forza e di
III.
ei
Angoscia
prudenza scemo.
di
Shiry-Kobd.
358
pel diadema; e
Pel trono
allor,
Dinanzi a
quando
turba
che noia
G-li
Rapido scese e
l'inclite
sue mani
Gi
Da
gli
le ciglia,
e di ci novella intese
un appartato
Tutti raccolti a
loco
il
capo
Quando lev su
Il
montagne ombrose
quando si scosse
mente de' ribelli.
le
si
assise
lui
Turba
prence e vennero
il
lui,
d'eroi
immensa
Gorrucciosi e dolenti, n la
lingua
per nulla;
dicea:
Ramo
359
di salce.
Servo son
io di
nome
di stolto.
Ogni maniera.
Le prescritte dapi,
Chi la mensa imbandia, recava allora.
Ma
Che
Non
cibi
Grave dolor
Ella
si
il
la notte e
stava nella
lui
Una luna
360
trascorse, e
di e la notte
il
Khusrv
antico,
Lamento
IV.
Brbed.
di
Ed ora
Barbed
di
il
laio ascolta,
Che contro
Il
Che
altri
un'arte
sottil si
il
sire.
meditava
vide
il
prence, pallide
la
rosa
si
ferm ne
corse
ei
le gote,
la regal
tempo
presenza
L'anima e
il
Quando
Per
gi
il
in
versando lagrime
primavera,
Un
pianto ei
f'
fea
laio
361
Mestamente cantando.
Ei quel
lamento
il
diadema
Alta statura e
la
dov', dov'
dove
copia,
Dov'
la
i
guerriera
onde
tua
la virt
la forza e la gloria
Dove
la
il
Trono
La
tua fortuna
la
Dov' pur
la
terra
dove,
la
reggia
dove
tuoi prenci?
Dov' la tua corona ed il vessillo
Di Kveh antico e dove i brandi tuoi
D'un ceruleo color? Dov' quel tuo.
Capo e corona d'ogni saggio in terra,
Giansipr, che orecchini aurei vantava
E trono tutto d'or? Dov' quel tuo,
l'aula imperiai,
Nero qual
la
Il
te di sotto.
sua sella e
Dove l'elmo e
Ov'
la
le
la fronte tua,
dromedari,
362
Come
Balsamo
Ma
altrui.
Che sostegno ed
tu cercasti in core
aita
tuo
figlio
il
figlio istesso
re son
te
vengono
Sol per
figli,
ceppi
figli
figlio
Statura crebbe.
forti
affranta
regi
Ognun che
il
tristo fato
Irania tua
Pensala
di leoni e
leopardi
il
re nostro
ci
venne
363
Or che
Khusrv
il capo
nemici tuoi!
Giuro per Dio, per l'alma tua, signore
te s'umilii de'
la festa
santa
Che
se questa
si
in avanti
appresti,
il
flebile liuto
Ma
chi frattanto
si
vivea da presso
il giorno
sua sorte incerta e oscura.
Temea per
la
V. Uccisione di Khusrev-Pervz
(Ed. Cale. p. 2043-2045).
lui di sotto
il
364
fiata
nno a un
Ha
sol
sommo
Quando
in
mente
seduti
il
e l'altro
Il
Non
Che ha nome
tristo.
Andarne ora
v' d'uopo
Ghe
noia ardisca
Oh! ma nessuno.
Nessun per l'ampia terra aveane ardire,
Niun di s gran coraggio iva partecipe.
Onde il sangue versar fessegli dato
Di si gran prence e togliersi tal peso.
Quale d'un monte, su la sua cervice.
In secreto uccidesse.
Ma
di
365
Khusrv cercavano
nemici
Smorte
le gote,
la
persona asciutta.
il
nome
reo
L'abietto spirto!), e
come
a lui proposta
Per
le
gote vers. Gi
In testimonio
gli
era
il
core
366
Un
giorno
chi
ti
die vita
Mihr-Hormzd
mi chiama,
altri
Ampia
Ad uman
volto
il
di lui si
cerca!
stava
il
giovinetto,
il
prence:
Ritto in pie l
si
Come
ud quel cenno.
Non anche
intese
il
garzoncello.
Il
paggio,
Non
di secreto favellar.
Intatte
si
cingea l'iranio
Di sue peccata
si
Le
vesti
sire,
penta, le preci
alfine
un
velo.
La
Squarci
al sire del
adunque
Cos
si
L'instabile fortuna,
367
seno.
Anche
Offesa e danno.
se tu raccogli
Ampio
Tocchi
danno
far
Se per
Ma
breve e grama,
Lunga
Il non
Deh!
scegli
per
le piazze
figli
dell'estinto sire,
Allora
Di re
Non
si,
che
d'alto la fortuna
Khusrv
precipit.
os dirne de la terra
Prence Shiry,
ma
Molto per
ne,
il
Parola
sire.
Come
n'ebbe annunzio.
Cos cessava di
le falangi e la
Khusrv l'impero
grandezza e tutta
368
suo,
sparve
il
tesoro
Ma
come
dunque
VI.
Morte
di
369
Shirina e di Shry,
Al termin suo,
Comincio e
Fur
di
l'istoria di
Shiry.
Shirina
Come
trascorsi
il
nobile signore
Un amico
Che
Autrice
Che
invi l da Shirina
le dcea:
di
Donna possente
e astuta,
ed incantesrai e in tutta
sortilegi
Per
tal
messaggio
si
crucci Shirina,
Che
Con un
in quello
FiBDusi,
Vm.
il
Di
lei,
di
370
il
valore
Ed
Componendo
cos.
Mandava
intanto
dicesti,
le
tue
andaron via
Da
Il
Dell'afflitto
Sempre
al
gli
occhi
ma
D'altri al cospetto
non
Fu
Re Shiry
s'adir.
371
Schermo
al venire,
Color
Che
f'
si
Il
Dietro a
un velo
regal, quale
costume
Come
Pronta
a'
372
a' veli
tu,
sii
signore;
maliarda
io
E da
onesto costume.
Shiry
le
rispondea
Dell'ira altrui
non
ma
fu cotesto,
generosi
pigliansi vendetta.
che raccolti
Erano nel giardin, che il Gaio detto,
Shirina disse allor Che mai vedeste
Di colpa in me, qual mai opra non bella,
Qual menzogna o stoltizia? Ecco! molt'anni
Regina fui d'Irania vostra, in tutte
L'imprese ai forti valido sostegno,
E nulla mi cercai che anche giustizia
Non fosse, e lungi di menzogna sempre
A.'
nobili di Persia
me furon l'opre.
per mie preghiere, ebber governo
D'opulente citt, sempre pel mondo
E
d'ingiustizia da
Molti,
Un'ombra
nel mio
Non
in aperto.
Principi, rispose
373
questa
di
ch'ell'abbia verecondia
s'adorni
Che
tal
connubio
si
tornava,
Gonfln d'Irania,
S nobil
figli
da
lui
m'ebbi frattanto,
Oh! mai
il
velo
Si tolse,
Muschio
il
volume
Ella soggiunse,
S'ell' cotesta,
il
volto mio.
Menzogna
violenza opponi.
374
si
vecchi
Crine
Leggiadre
di Shirna,
Attonito rest,
II
petto, Ei
cor fu pieno, ed
Niuna
vogl'io fuor
Te qual consorte
ei
Ninna,
le disse:
che
te sola, e
avr, sola
mi
quando
basti
Non andr
mio
In sempiterno
il
grado tuo
di
prence!
Renderai
tu, dell'inclita
assemblea.
Le tue
cifre
tu,
ancora
perch'io
Da
Rapidamente, e
la
donna leggiadra.
375
Da quel
giardin che
il
f'
beati.
Ancora
Doni
f' a'
Di Sadh per
All'anima di
lui
Dolce conforto.
Ma
discese poi
Ad un giardino e l
E si assise sul suol,
scoverse
d'ogni
il
volto
ornamento
Ad
va scevro
Porga
gli
orecchi
376
Tra
le
le ancelle
gli
Avidi
E Shirna
danno a prova?
il
Uccise
ciel,
il
Forse
il
viso
morir suo
Schermo questo si f', ch'ei tal governo
F' dell'alma del padre. Ed or messaggio
Ei m'inviava, onde fu tetra e oscura
L'attrita anima mia. Dissi che viva
Fin ch'io sar, serva di Dio sacrata
Sar del core, e manifesta a lui
!
al
377
Dopo
Male
morte mia
la
Ma
ei favelli.
A me
me
di
del capo.
l'estinto
Ma
di voi
Sen va
Per
infelice
qual fu
ratto
core
traftti al
acerba.
di doglia
le
udite cose
Di rimirarlo
Questo
Shiry
un
desiderio!
al
mi venne
Oh! bene
si
ti
addice,
le
Il
veleno
Ingoi,
rapidamente
letal
che
Raccolta
Odorosa
la
di
Alla parete
L
Via
si
si
Ben
volto,
il
recando
si
la
crucci,
sua lode e
come ne
il
merto.
intese annunzio,
l'estinta
378
Tomba
novella
si
f'
che a
lei
apprestasse, e volle
Per
Ferma
re la porta.
Dopo
cotesto
Sorte ancor
si
mori, lasciando
Imperiale al picciol
il
trono
figlio suo.
Lune
3.
I.
Il
Cinque re Sassanidi
(Ed.
A me
Parole or
io far.
Prence Ardeshr
vennero
Appo
Incliti
il
nuovo signor da
tutti in
tutte parti.
lor religon.
Dator
E
E
Sempre
norma
lor gloria
di Dio,
di grazie, facciasi
ricordo
Sosterrem
noi,
ma punirem
col
sangue
Grringiusti e
Pirz
di
Gode per
380
L'esercito affidiamo
rei.
Khusrv, che
giustizia
di
va
lieto,
Furono
per
allora, e di lui
quieta
la
Anima
e dolce
Saggio, eloquente, e
dicea: Caduta
si
Il
Avuto avra da
Putride e fiacche
l'alto,
un giorno
Del destino
il
core
non vedranno
lui
!
dunque
Da
la
fortuna
rotante volta
sua parte
Il
grembo oscuro!
Cosi
profondo
dunque a
lui
Togliean
la
381
Ed
cui son
in Irania giovinetti e
io,
se
lieti
vecchi;
La sua speranza. Or
io
d'Irania e di Grecia, e
Chi
sia cotesto
re che
Di cotesti consigli.
Oh
eletti
vedrem
noi
si diletta
!
ma
dal fondo
Pirz
di
foglio inviando
Khusrv. S'intenebrava,
E d'Ardeshir da
Fa di sgombrar.
la
presenza
il
mondo
382
Ed
io
di
Far
Tu
intanto
Non
Pirz
come vedea
Qual
Il
figlio
E manifesto
rendesi consiglio
In pria secreto.
Fama
disse:
quaggi, ricco
di pregi, tale
lui,
Non
far,
ma
al foglio di colui,
Fa una
rea
ti
cerca
quale s'addice,
383
Che
la
Kay
non ebbe
Perviz trascorsi,
la sua mente in ogni impresa sua
Precipitava. Che se in questa guisa,
Che
Che
Per l'opra
Di
Inclita maest.
Che
Un
Non
voi
fausta cosa
Che questa
E temo assai
Che per quest'opre lagrimose e triste
il
fato! .
sia
384
terra! Ma
di ci sentore
Tocchi alla
Gom'ebbesi Gurz, che con la force
Alcun
Per Pirz
di
E cenno
che
f'
in
armi
sue schiere
le
campagna,
Uscissero
Dalla citt venendo. Ecco, l'annunzio
Tokhr,
il
chiamando. Ei
f'
parole
Su
movea costui.
Khusrv questa risposta
Da Tokhr venne: Per sangue di prenci
Che
al serto
Pirz
imperiai
di
Ma
foglio di
Tokhr
tosto
che vide
Pirz
figlio
E memore ed
385
lui
Che concento
festoso incominciasse,
di canti e di
suoni incontanente
Come
sire
il
soli si
Di Pirz
di
soci
II.
Il
re Gurz Feryln.
E con
Come
PlBDUSI, Vili.
che l'anima
25
38(3
Di Gurz tenebrosa,
al
nuovo gaudio,
esercito
in armi,
valico ai bruchi
Vr
Tisifuna.
Le sue
forti
nembo
schiere
La sua gente
Vennergli
Non
E
non ministri
consiglieri,
Lasciando,
ma
sedeano
Tutti in secreto.
Piriz figlio
in essa
Come
a Khusrv
sciolse allora
la lingua sua.
al
grado imperiale.
Serberem
Diman
Onor s'acquista
Per scienza il mortai tu, fin che puoi,
Non camminar nell'ignoranza tua.
Parole acconce dice l'uom che ha senno,
Senno quand'egli ha in cor, libero sempre
Sen va dal male. Ma prudenza ancora
Il ben migliore pei mortali, e questa
pur legge del mondo, e questa via
Bello qual nuova luna.
;
387
Anche
Ma
Potea compir.
Il
senno
Pudor
degno,
fa
si
poi
part, poi
che da la mente
che fuggia
Non
resta
Sia la tua
ti
prendi
In sempiterno
il
De'
Che
Il
lieto,
meglio assai
ti
fia
paterno tesoro e
la
cervice
la
corona imperiale
in fronte
un giorno
padre sar, levando il capo,
Gloria acquistando. Chi per noi si allegra.
Alla sua gente d'ogni dolce brama
Come
il
maggior
Il
Chi mai
figlio
388
padre mio,
di noi
fla
e a radunar tesori
mondo
sire
Or
diventasti,
Dolor
ti
Che
nel
il
mondo
minor
sei
figlio
Intanto
tu re incoronato,
Ampio un
uno
tesoro ed
stuol d'armati.
illustre
Ebbe
Col tesoro e
il
valor reggi
che regi
forse
?
Tu dunque
la terra,
dalla sua
Piacquero
madre
Un uom
gi fatto re.
Ben pi
Al maggior
Cose
non far
Stolte e inconsulte,
deh
al
padre
Ma
per
la notte
Don monete
tenebrosa attorno
Che
D'ambra odorosa
rilucenti faci
poi
389
Aspri di
gemme
ei
si
gli
amici
era di
lui
E bevere
Ebbro
[lel
molto vino
ei si
dormia
di Gina
che sdegno
di doglia e di
fu
raccolto.
tumulto piena
l'opre sue
non
giuste, e sotto al
pondo
Ad imprecar
contro costui
le
labbra
un appartato
Indi gl'Irani a
Si
390
loco
Per
l'opre di
Gurz parole
assai.
in secreto
Tra
cavalieri, onde agli irani prenci
Venan gloria ed onor. Famosi eroi,
i
Perch adunque
il
cerbro ed
Pieni
gli
cor?
occhi per
lui,
Ma
ma
son di lagrime
pien di doglia
de'
Cinger
Che
come
le reni
servi
Certo
cor volava
che nel ventre l'atro fiel svana!
Poi che niuno rest, cosi rispose
L'accolta gente, di regnar ben degno.
Anche per odio non levasi in mente
Ad alcuno il pensier di romper fede
Al malnato signor. Pur, tutti noi
via dal vostro petto
Con teco
ci
accordiam,
il
di'
ci che' sai
Non
si
protrae. Se voi
Nulla in danno
Ma
con
me
di
391
me
far vi pensate,
v'adoprerete, quale
Per
la forza di
lui,
Qui
ti
Siam
noi.
L'eroe fedele
Come
cotesto intese
E per
D'Azergashspe, corse, e
cavalieri
D'acciaio
Venne improvvisa
Il
392
dell'
dorso a trapassar.
iranio prence
Cadde
la sferza
Ch'egli in
La
Subitamente
Ne
Molti
Fra
campo
feriti,
si
lor sdegnosi.
Ampia
si
vedeano
uccisi.
e cavalieri e duci
Ma
l'
disperdea pel
irania schiera
campo
attorno,
Lunga
stagion
Senza monarca
si
rimanean gl'Irani
ne alcun venia
allor,
Gercaron
Niun
figli
III.
sangue
illustre.
La regina Prn-dokht.
(Ed. Cale.
p.
2057-2058).
393
dell'inclita stirpe
Era soltanto
E gemme
le gittr
Purn-dokht
Non
voglio
il
plaudendo
al piede.
sperdere
Non
si
Uno straniero le
Come ne giunse
rec. Novella
a Purn-dokht, assai
Da
Le
l'esercito suo.
Come
poi tratto
Ad uom codardo
Un
portar
sella, da'
presepi suoi
Con fermi
Aspro
al collo
Signora omai
Della palestra
un
di
il
giovane destriero.
394
All'alto
Qua
e l impazzando
Come ad
il
rapido puledro,
Levavansi
al destrier
dattorno
furente ornai.
Che
Mai non
Non
Anni
il
di
fla
che rimanga
tuo faticar.
il
tuo tesoro,
395
a terminar s'affretta.
Cose pari son queste, anni aver molti,
Anni aver pochi. Sol ti siano amiche
L'opre elette che fai questo ti basti,
Che
vital giorno
Ch'elle
ti
La caduca
vita
Pi ricco
di valor.
Che
se t'accingi
IV.
La regina Azermi-dokht.
(Ed. Cale. p. 2058-2059J.
nome
Azrm
Si assise al loco e
govern
la terra.
Che molto
chi propizio
Io sar
Avr per
lui.
Ma
se la legge
Alcuno infrange, se da
norma
mia
o via
sia,
o borgomastro.
396
Azrm ancora
D'Irania
e senza prence
restava, alla
si
Abbandonato
de'
trono
il
mercede
nemici suoi.
V.
Il
re Farrukhzd.
allora
Imperiale
il
Ned
noi.
Pia securo di
me
397
alti
f'
La terra e
Ma
ratto
si
volgea
Un mese appena
Di sua fortuna
te,
sia.
il
fato
signore!
di lui sul
in ciel,
ei
voti
quando
trono
l'altezza
al suol precipitava.
Un
(Deh
mai non
Pari a
lui,
sia
che
il
qui ci meni
ciel
rotante un altro^
ed egli in core
!),
Venga ad un
Ove tu meco
pie costrinse
Tolsegli a
un
tratto
il
nobile signore,
lui gl'intercessori
a'
colui
Ma
per
Tempo
lui
398
al nobil signor.
E un
lui.
E
Non
ti
godi,
Tu
Con lungo
Al nemico in
Che
bala,
di te passi, l'accolta
dovizia
poi
non
resti
4.
I.
re Yezdeghird.
Il
regno
Pi'incipio del
(Ed,
di
Yezdeghird.
Cale. p. 2060-2061).
Fu prence Yezdeghird,
poi
che
si
giacque
chiama
alto e sublime!
pe' mortali
il
di,
Di lor grandezza
la
giornata! Dura,
Della distretta
Anche
se
ti
il
400
Securo non
Alto e sublime.
Fa
Che
se tristo gioco
Sappi ch'ella ci
fa
perch
di nulla
Come
Lieto e giocondo e
si
si
assise
Rotante
sfera, qui
son
io legittimo
Venne a me
padre
Non
Non
il
suo trono o
il
Resta eterna
Non
il
401
di noi la
fama
in terra,
Scaccia da te
Fa grande
le stolte
nome
il
Vive eterno
brame, e solo
nome
il
Oh quanto
!
bella
Piene son
Or
io
qui fermo
le et
sto,
di lodi
venture
mondo
Il
II.
Invasione di Saad
figlio di
Vakks.
Avvenne
poi che
il
il
giorno
un drappel mand
l'eletto
25
Fu
la
402
Ci ch'era
tristo,
D'un paradiso
Subitamente fu
Fu
e dell'inferno schiusa,
di delizie in loco.
Diversa
la via.
Di questo
ciel,
che
a'
Ma
conforme a legge
Che
di
Re Yezdeghird come
Ebbe
di ci novella
Eserciti raccolse e
f'
precetto
l'inclito
nome. Accorto
era
egli
Fr
Di Kadsia
Il
l'
assalto.
Oh ma
!
campo
degli astri
allora.
In
man
si
403
comput
tolse e
le stelle
Per
il
Dettando
Le cose
In pria
al fratel
si
li
ei disse:
mutamenti
fa pei
ricerca, ed io
Da Venere
Gemini
vita
la sua sorte,
verr dagli Arabi
Che
d'ora innanzi
ci
404
Dagli Arabi a
me venne un
messaggiero,
Darem
li
i
darem
chiegga,
lor detti,
nostri ostaggi .
ma non
dobbiam
cotesto
che
tortiiosa
Ci che
Discende all'opre sue solo per noi
far
La
sorte avara.
noi,
Essi,
e clave ponderose.
quali,
Superbi e
del
alteri,
405
ed a che son
Maznd per
le citt?
d'
Ma
Irania
noi
Questo occupar
niun veramente
ciel
Ei
l'esercito
la disponi
adduci e
paterna
la
Con le ancelle
Pompose della
gli
D'Azerabadagn reca
alla terra,
di
a'
palafreni
guardiani
D'Azergashspe.
D' Irania
Tu
raccogli e sostieni e
Fa
in loro di destar
amor
nel core
Ella
Ammonimenti
406
Che se qualcuno
che novelle apporti,
Molto di ci non ti doler. Deh! pensa
Che qual raccoglie in questa vita breve
Con fatica di mano ampi tesori,
non
Infelice
sia
me
Triste di
fia
mondo aspro
travaglio
frutto godr.
il
Deh che
!
Il
tuo bisogno?
Ma
fai,
il
mai dunque
tuo deso,
mai non
si
scema
tu sempre l'alma
Libero
Vita
di
questa
fatai
Il
core dall'amor
il
Or
tu,
Vecchi
ei
Dio fa
di
nostra casa.
venera l'eterno
in
grave
fin dell'opra
Ma quando
angusta
All'iranio signor, tu
L'anima
si
far la terra
tuoi tesori.
cotesto sire
avrai,
deh
non mostrarti,
Che
solo
407
Yezdeghrd restaci
in terra
Rimase erede,
ei sol,
n d'ora innanzi
misero
Ma
E
tu, fratello
un saluto
Rimani
tuo re. Che se g' incoglie
mio, t'abbi
Sempre innanzi
al
Andranno
al vento. Stassi la
rovina
non trono
non d'Irania
Tu
Le
citt belle,
che fortuna
agli
Ad
Arabi
ogni
E nere
vesti
una
Di pannicelli un'infula.
capo
quel tempo
l'etra
De' regi
tal
408
Ma
Furer, n
Benedizion
fia allor
dall'
che
altri distingua
imprecar. Peggiore
Nemico
si
Monarca
si
far,
Fede quaggi,
d'arti
malvage e ree
Di sua fatica
il
sospirato frutto
409
Primavera
potrassi, e
il
dolce vino
che pongasi
Sovra la mensa. Per deso del molto.
D'avanzar per deso, gi non avranno
Senno i malvagi, e d'orzo un tristo pane
Sar lor cibo e vestimenti attorno
Di lana avranno. Poi che lungo tempo
Trascorso
fia della
fia
dolente istoria,
Pieno
Pallido
il
sospiroso
Sar
mezzo,
di
tempo.
il
io
principe guerriero.
La
sorte
si
far. Cos
mancava
ferreo
Che
la
monte
ferree
membra
vanto.
Or
il
la
mia freccia
ferro,
410
Non
E credon
Nemico
si
la foresta e
Sar quale
Ma
Conoscenza
Gihn
il
il
ei
Il
Da
stirpe
frutto
Ma
Di
lieta
ed aitante
D'Irania bella
il
la
Per
cor
persona
te del sire
s'allieti intanto,
Che Kadsia mi
fia
del
mi
fia
mortuaria veste
Il
loco omai,
mio sepolcro
Ma
Il
del
mondo.
Rapidi
giorni,
il
si
volge.
411
III.
Rustem
Lettera di
(Ed.
Cale.
p.
a Saad.
2066-2069).
Un
Rstem a Saad. Fu
speme e
Alla rubrica
Di Horrazd sovrano,
Duce
di
terrore.
leggea: Dal
si
Rstem
figlio
battagliero,
Saad
figlio
Di sapienza e
Rstem dicea
Ma
cotesto:
nell'epistola
Or senza tema,
di
regal trono,
Per
la
a' suoi
vincoli
Dimmi
tu chi
il
uom
tu sei,
412
ma fame
non
hai,
non regal
seggio,
serto
Ed ogni
Di questi Arabi
Per quanti doni
Dodicimila
tuoi,
cani e
Ed i segugi che
Han lor sonagli
che i suoi
non han
ei fa,
i
tesori,
iattura.
falchi suoi
dorati al collo
e portano orecchini;
Di lucertole
413
Con
tal
vampo
In terra
Mandami un uom
de' tuoi,
mandami
tale
Per
Il
ch'ei dichiari a
me
ti
spinge
Che
Piena
Non
la
ftir
Deh non
!
far tu
adunque
Pirz, di
il
Shapr nobile
foglio suo,
figlio,
414
cotesti
Avean
Balz
Novelle
Di
de
le falangi iranie,
Rstem prence
Ampia sua
Non
Avete
E fragranze
Solo
si
che,
come donne.
odorose.
Il
vostro pregio
soffitti
e porte.
Leggendo
si
Epistola pehlvica.
In arabica lingua
Ma
una
tosto
risposta
il
Apostolo
nome
di Lui,
di Dio, di
al
sommo
Maometto
415
ei fece
Vampa del
E del gelo
paradiso
Che
se
il
re d'Irania,
Vivr beato
Torri e
416
di
bianco avorio
fai
Un
breve
A me
sorso, a
il
core
Immerso bai
di contro,
non vedr
dipoi
l'inferno e la sua
Gbe dischiuso
tetra e angusta.
Il
paradiso
Ma
s'ei
crede,
tomba
un giorno
suo loco, e tu
fa
ripet di
il
Maometto
il
vero
Un
Saluto.
Shbah Moghyrah
che andava
fu colui
gli eroi
Venne innanzi
di locuste
Che
d'eroi quant'
di
formiche.
uno stuolo
Un
seggio
Si assise
417
il
cavalieri,
Con
vesti violette e
Calzari al
Ed
Rstem
Shbah
gli disse:
Ove
tu accolga, o forte
te salute
Alle
parole sue
il
foglio
da
lui,
porselo ancora
\m.
27
Saad valoroso,
facil
418
cosa e grata
me con seco
conviti. Ma poich
Sarian per
le battaglie
Ed
discende
Che
il
giorno
Maometto mi
fosse ed io la vostra
Novella fede anteponessi a quella
Ma
tu intanto lieto
IV.
Cale.
p.
2069-2070).
F' precetto
si
f'
che
tosto
Avea
Adamantine
in quell'oscura polve
Dur
419
gi raancavan l'acque
Cadde
Per la
affranta la
man
sete cocente e
a' forti
Irani.
de' valorosi
i
palafreni,
A Rstem
come
argilla o creta
L'arida lingua.
tal fu
angustia ai prodi
umido fango
Presero a masticar destrieri ed uomini.
Grido levossi come tuono in cielo,
Andaron
di
Di singoiar tenzone a
Ambo
un chiuso campo,
Di lor vendetta.
Come tuono
l'altro.
in cielo.
la
spada
ei
grido,
Di Saad gagliardo.
Il
rapido corsiero
ch'ei
420
Fu
lui
Scese a Rstem
il
gli
occhi
lui.
Novellamente
di
sangue,
Per
la sete
Che misura
perdean su l'ardue
selle,
signor
si
ritornava.
ucciso
De' Mussulmani
corsa,
Era
421
vincitor drappello
il
come son
leoni ardenti.
Bagdad re Yezdeghrd,
in
Che intorno a
lui la fuggitiva
allora
schiera
Oh non rimase
!
uccisi e
si
tornaron
gli altri
le genti
Vivo non
Fuor
E per
di
si
Bagdad a un
essi
venino
tratto. Elli
uccideano,
Ambo
con
gli
occhi lagrimosi e
Distrutto e attrito.
A che
il corpo
pianger cotanto?
De'
Kay
il
della
semenza
trono
422
Real
Che
Kay, se
de'
poi
si
pur
te
togli,
Son centomila
Che per
ni uno
con l'armi
la terra desterai
Vanne
ben
alla selva e l
che tutta
fia
cosi disse, e
Un
Ascoltavalo intento.
Manifestossi in
lui.
il
re de' regi
pensier nuovo
L'iranio sire
pose
il
capo
Ampia assemblea
di principi e di saggi,
Farrukhzd consigliando
Alla foresta
Aml
Son
citt pure,
tutti in Sari,
servi tuoi
come
un ampio
tosto
Tornati a dietro
Con
valorosi
Ma
cotal disegno
prodi:
Buon
Tutti
a una voce
consiglio questo.
il
signor
dentro
al
cor mio
il
trono e
il
serto,
423
Tra
l'altre
belve ricordar. Da
stolto,
il
giorno
Ma come
Il
in
vuoisi,
Benedicendo
Dier
voci
Nemico
assalto.
Ma
Yincol
424
Era
favellar
Cui mal
conforme
tempi antichi
Ecco da tale
!
Oggi
Contro a vincol
Acconcia chiave
di
.
E Yezdeghrd
gli disse
Da Bagdad
425
il
la
rancura.
Tutu
Ma
d'Irania
prenci
Generoso e
benedicendo
leal;
Mai non
si
resti,
non
resti
si
il
fato
un grido
Dall'esercito allor, per duol che il prese
Nel partir del suo re. Quanti eran cap
Con gemiti
e con
levossi
lai
Yenner con
gli
siam l'anima e
il
corpo
qual giuoco
la sorte a
figli
Campi
intanto ed
Noi lascieremo
tesori e
fiorenti e ci
nostri
la
fronte
Abbandonammo
Da
te sovrano.
Ferito
il
campi ameni
nostri
il
Ed or ten
mondo
fosse
vai fuggendo.
re dei re di lagrime
Il
Le
42d
ciglia e disse
piene
f'
a que' gagliardi
illustri:
forse un'altra
Il
il
me voi siete
me il retaggio
De' vecchi padri miei. Ma non vogl'io
Che danno incolga a voi, che a me voi
Saran
discesi.
Veri a
Proteggitori, siete a
Vediam qual
sia del
siate
soci.
roteante cielo
Ed esaltar, ver
Con sua grazia
Tal
si
Qual
volga omai
si
si
comporta
Di Gina
il
verso
il
cielo
di voi nell'opre,
ciel,
mercatanti anche
a'
cosi disse
Ma
e favor.
comporti ognun
Da rivolger
chi
si
volse
lui,
ne andava
sospiri,
sue
in altra
andando
mura
Di
Fra canti e
suoni.
Gurgn
In
427
venia da
ei
Rey
Gurgn da
Di
di Bust,
Scese
e sette
lieto.
per
la terra ei
Alfine
la via
pieno di rughe
volto,
il
Merv scendea,
Merv custode,
A Mahy
di
Surn,
di
suo cruccio
il
il
Era
di
regie epistole,
De
le
belve signor,
dell'esile
stelle,
forti e rubeste,.
il
voglia,
Ratto
poi
Di battaglia in un
in
campo
Angusta a noi si
Cadde ucciso per man di tal che ha nome
Saad, fgliuol di Vakks, che non ha patria,
Non certo nascimento e non ben fermo
Deso, non traccia di saper. Ma intanto
Che a
Si sta
nemico e
di
mezzo ne stanno
428
Merv
io stesso e
foglio,
mente serbo.
Dar
E un messaggier speda come tempesta
consigli quali in
Mahj^
di retto consiglio
di
un
messo
altro
Vien
la vittoria, la possanza,
il
trono
la
si
sottrae
nessuno,
Che
fr devoti,
429
figli
ei
pur
prenci
di
Incoronati che
mutamenti
E de
le stelle
Onde
And
amena
fiorente e
aggiunsero
Elli
Ed
in cielo,
splendore
(e gi
al seggio e alla
corona
Vassi de le frontiere
Incliti
a'
guardiani,
e grandezza
ov' la terra
mondo
attorno
il
per voi.
Giuro pel vostro nascimento illustre.
Di giustizia e sollecito
Che
un monarca
Ed
per
L'alte
montagne ed
burroni vostri
di periglio.
Ma
se Iddio
mi dona
430
Ma
certo
incolse,
Per
Non
fortuna,
tesori.
Han
la
sacra vampa,
mondo
Del re del
431
si
d'un
tutti e
fa
sol
moto
alto divelti
tristo
sogno
chiara e aperta,
L'instabile fortuna.
Ognun che ha
pregio.
male.
Ogn'opra
trista,
Celato
il
il
Ben
Gi
si
si
citt,
quelli
illustre
Ora
ei si sta,
bramando
la
tenzone.
Volta la fronte.
Di
II
lui, s
figlio
432
Parl
di
Makhzm,
parlava
ei
di Desht-i-Ghil,
mostrando
E stemmo
Quando
D'ogni cosa
Le
allora
il
vesti di
nosco adunarsi.
parlammo
sedemmo
noi
trono e
Kashmir,
e cose assai
poi in questo
l'imperiale
le
di
gemme
il
suggello.
Cina e Grecia,
le cose
a gittarsi
Gli ori e le
gemme
Inclito peso,
con
tutti
ivi
la spiga eletta
aggiunta.
Anche
si
rechi
A some
di
433
il
miglio ed
pistacchi.
mandi,
noi. Si
Gondizion del
ciel, d'asini
che mutisi
fin
a some
E mille
Ed otri
d'olio
puro ampi
corpulenti.
vaselli
Anche
di
zucchero
cammelli
di
Anche dodicimila
il
seco,
miei soave,
le
carni salate, e
servi miei
a'
Traggasi dentro
ai nobili castelli
se
II
registro notato.
ne
miei
se que' grandi
D'Arabia o
di
Turania.
voi frattanto,
valorosa.
FiRDcsi, Vili
fa
d'uopo aver
Comand
la
mano
frattanto
28
A' nostri tesorieri
il
434
saggio e nobile
Chi
Ma in
Dramme
di l
da
le
sessanta
nostre
valgono.
han
sei
e l'uno
lati
Offesa
Come
Ebbe quel
foglio, ai
Inviollo
gran
il
re.
gemma
duci dell'esercito
Venne a
que' prodi
Fuga
VII.
di
(Ed. Cale.
Di l fr tratti
435
p.
Yezdeghird.
2077-2081).
timpani sonanti
Da Nishapr
citt.
il
re,
partendo
S'ebbe novella
Come da
di gagliardi, tutti
mostr la fulgida
Maest del gran re, con quel vessillo
Di sua grandezza e tanti eroi dattorno,
A pie dal suo destrier subitamente
Mahy
lungi
si
Ambo
Ossequiando
il
baciava
suo signor,
si
il
suolo
stava
la fronte al suolo
il
volto
file.
In core
436
Aura importuna
de'
Kay
me
Un
hanno
Come Rstem
Capo
di corvo, tanto
Precipitava
Fra
a noi la sorte
gli eletti
un
loco
Asta dall'alto
Mahy
gli
ciel
per
te.
Cos ne
andava allora
Da
Dopo cotesto
Di
Mahy
in ciel
si
volse, e intanto
Mahy
Che
vide
di lui
Sollecito
si
il
suo
contro
re,
quando scoverse
a' voti
era la sorte,
437
Ratto
si
Egro
fece.
f'
si
del corpo
Avea
Samarkanda
di
in sul confine,
Una
Il
battaglia,
viene innanzi
ti
che qui
re sovrano senza
se tu vieni.
la corona
pur anco
trono imperiai.
La dovuta vendetta
E fa giustizia di tal
II
mondo
sta del
prodi suoi
Deh
ti
ricorda
stirpe ingiusta!
Che di Mahy
La terra ornai,
che
si
volse e disse
pi giusto.
Al suo ministro
Allora
mente?
tu
in
hai
che
In tal faccenda
adducessi
meco
Mahy
aitando
Che
il
fior d'ogni
mio stato
biasmo
Paria T iranio re, me proclamando
Yil di core e di mente. E s'io non vado.
In aperta rovina.
l'alto
di
me
438
Della volante
Polve per tema, forsech in orrore
Ha Bizhen battaglier dell'armi il giorno! .
Eroe, cuor di leon che ami la pugna.
Si la gente dir
Cosi
'1
lui,
alleato
vergogna
ch'io
muova
Cenno
ei
non bello.
Bersm che diecimila
di qui, no,
fece a
Merv
e apparecchiasse l'armi
il
suo signore
Di timpani
un
fragor.
Ma
di cotesto
Duce
di quelli
Cina
il
439
E
E
E
E
fiero grido
Il
la diritta e la sinistra
la
corazza
si
vest.
Da questa
Dispose ratto,
si
lev. D'Irania
schiera
Come
Volser
le
mezzo
In
Mahy
Come da
s'allontan, s'avvide
il
esso
sire
man
In
E fermezza
Il
di
il
nel
mezzo
Rapida morte,
Arte ed
sire
ed ardire
ma
ei
diede
poich mancavangli
aita, si fugg.
Ben molti
Ed
ei
ne andava con
in
pugno un ferro
440
il
re, celossi
Fu
in quella notte.
Ma
rimasto a dietro
E fremean
d'ira, l'armi e
palafreno
il
Del mulin
nell'ostel si
nascondea
D'erbe seccate al
sol.
Tale
AUor che
Era
II
ma
rapida
di costui
la sorte,
parve
costume
in alto
la scesa.
vigile e desta
il
ciel
sorreggerne
Il
gramo
il
ostello
Ma tempo ha
se l'accarezzi.
si
441
il partir ne intima?
una voce: Or tu le some
T'appresta ornai, che sol del tuo sepolcro
T'avrai per trono le commesse pietre! .
Con digiuna la bocca e lagrimosi
Gli occhi dolenti, Yezdeghrd l stette
Fin che il sol si lev. Schiuse la porta
Il mugnaio, e recavasi sul dorso
D'erbe un fastello. Un uom da nulla e vile
Era costui, Ivhusrv di nome, e nulla
Si possedea, non senno avea, non brama
Alcuna in cor, non rinomanza. Tutto
Suo scarso cibo ei dal mulin traea,
Qual
timballo che
di
levasi
Non
E
S
la
cervice qual
che
di
di rimirarlo
il
petto
leon fero.
Ma
d'oro
sandali
attonito rest
Santo
il
nome
di
Che d'un
E d'erbe
forte
oh come a questo
ornai! Qual loco
pieno
vi posi,
di
grano
442
Inclita
Uom come
Degl'Irani son
io,
ripose
il
prence,
mugnaio. Che se a
il
te fa
la trista
d'uopo
Che a
Ti far parte.
Ma
fossi, io di
di l
cotesto
da questo
il
tristo
pane
Ampio un
fastello. In
Re Yezdeghird
Sol
Cos
si
curava.
f'
Il
Mahy
borgomastro allora
inchiesta al semplice
delle
Khusrv
gli
frattanto^
a ricercar; di tanto
mugnaio
verbene
Un
il
fascio,
prode,
443
Ambo
Piena
la strozza.
dinanzi io
D'orzo
vii, di
me
Or mi domanda
E ben
a
verbene un
di
Che non
si
fascio,
lui stupisca.
il
Mahy
un pane
e sovra
si
Dissegli
gli posi,
di
vuol che,
Sappia l'uom
come
un
ci da
l'indole sua
tristo,
altro
mala
Lasciavalo
Che vinto
Erano
occhi e
gli
Son tre
vigilie.
di
folti
suoi capelli
cui gi passate
Da fragranza
eletta
Che da
lui
Ma
chi
di
gli
occhi
444
petto
il
Si f'
Ma
il
d'orzo
Pari d'altezza a
Vili.
Trama
lui
dentro un giardino.
il
core
grandi
Tutti
principi raccolti,
guerrieri,
come udir
que' detti
sdegno
Rady
Un
di
nome,
Imposte avea
Le
in essi era
pur anco
senno e
di
ragione
Mahy
445
Una
E primo
danno e
a te Aberra
periglio
Intinte e infette
Vedrai tosto
in basso
Per
te soltanto, e
Faccian
di te
Un uom
questa corona e
trono.
il
Avea
il
nome).
A Mahy
Tu
Hai
se',
ma
vile e rea.
Vampa
Non
del fuoco,
Veggo che
cerchi tu la tepida
ma
il
Mendicando
ti
vai,
446
Shehrn
Hormzd, e balz
e disse vr
Mahy
rivolto:
Non
il
sangue
Che da
le
tombe sorgeranno
Questo egli
disse, e
morti.
con
cor,
gli
Ch'ei
si
Si
f'
Pel
fin dell'opre,
Immane
anche
rispetto avra
Dunque
ti
Dell'arabo
venne
Dahk
in cor!
giacquesi ucciso
Ma
Si
tosto
f'
447
sovrano, Abtn al
E nacque
re Fredn di genitura
Nobile ed
Ebbe poi
Dahk
di s stesso al
fin
dell'opra
Passarono su
lui,
ma venne
al fine
Quando Tur
violento e tracotante
Implacato
deso), stolto
ed insano
Siyavsh, de' re
Kay
Qual contro
al
nobil rampollo,
Ma
Si f'
448
la
Di Lohrspe vers.
Quando
sangue
il
in battaglia
Non
gli
Fu quinta
concesse all'indugiar.
Hormzd
Di re
la
potest,
f'
ci ch'ei
Gustehemme
f'
dei
tristi,
e Bendiy. Davver
che mai
Non
Non
ei
f'
ricordo
E l'amore
natal.
il
il
sangue
mano
mano
Gom'ei
di
L'alto subietto!
te
pur anco
il
fato
tristi
ed insani.
Mieteranno
Non
arrestasi
tuoi
il
In apprestar. Ti
figli,
un
solo istante
vendetta
fato, la
guarda da
cotesti
Ma
Che a
comando
ornai, tu togli
il
core
di Dio.
Non
oscurar,
ma
449
le disperse genti
Raccogli intorno a
te,
un giorno,
E di qui por tue scuso al re del mondo
Vanne compunto; tosto che il vedrai,
che
In quella guisa
dicesti
La guerra
lui
a'
rinnova,
nemici suoi
Che
Inver tu
lui,
pugna
qual sole su in
ciel, de'
re Sassni
in terra
Come
Da prence Nushirvn a
quell'illustre
Da
che per
sette padri,
Incoronato fra
mondo
Sassni prenci.
Behrm
Ciubineh,
un dardo suo,
terga abbandonando il campo
Volgean
le
FiTiDu^r, Vili.
'
29
450
core
il
La sua fortuna
E Ferayin che
in pria
il
si
bella e chiara
trono imperiale
E turpemente, come
Davver! che
il
fato
giacque.
sai, si
non sopporta
di
in terra
Dio
sar tosto,
fia
rivolta questa
Non
dice
il
Oh
Egli nemico.
Di medico son
in loco
Che
il
Ma
senno addita,
inclito
grado agogni.
ci fu
sempre dal
principio, e
nuova
451
Assalti suoi,
Non
I
f,
saggi tutti e
Fin che
il
Porgean
sacerdoti allora.
consigli e
al loco
la pallida luna,
si
fu,
al tristo
cercava; eppure
quanto un capello.
Ai sacerdoti,
Escan
di qui.
Adunerem
dell'esercito
mio
Un
Prence Mahy
si
assise
Davvero
al termin suo
farammi,
ch'ei
mal
Che da
La mia vita cadr, non la mia terra
Mi rester, non la persona mia.
452
Far tu
al principio
Ma
se ne versi di tua
E ne
mano
sangue
il
E da manca
ti
t'
d'uopo.
il
che in questa
padre
ci
figlio disse:
lui
lui,
non
vellicar la strozza
Sradicher con
IX.
le falangi tue.
Morte
di
Yezdeghird.
si
volse e
f' tai
ti
detti:
prendi
453
Mahy
Mand
Rapidi
il
core,
Come esanime
Via
ei sia, la
gli togliete.
Con lagrimose
Ambe
le
Il
regal vesta
buon mugnaio
le pupille,
guance come
il
intanto.
smorte
sol talvolta,
Egli
andava
Ambe
Che
al
le gote,
arido
circospetto gli
Come
si f'
vicino.
All'orecchio ei volesse,
un suo pugnale
Il
Quando
resti in vita,
Ei
vero senno
in core
454
si
Il
suo disdegno o
Con
Per
davver che tu
al
di gagliardi in
D'una falange
Ma
di
Mahy
perverso
guerra
cavalieri
corona
anche il monile
Ed i calzari in fulgid'or. Levaro
Al re dei regi gli ornamenti suoi
E lui in guisa turpe abbandonaro
D'un color
violetto e la
All'estinto fu tolta,
Deh
s,
A Mahy
Cadde
fianco.
il
ci dicea
l'altero,
Egli perdette
Ma
taluno allora
godimenti e pugne
Deh
Estinta
cos giaccia d
Mahy
la spoglia
un giorno, abbandonata
al suolo,
Ma l'uom perverso
455
Tolse
il
mugnaio
regal persona,
la
La
've
suo capo or
il
si
mostr
fra l'onde
Non discernean da
Su quell'acque
Ma
E
folaghe raccolte
le genti, allor
poi
che
in giorno
che dentro
ei
fu gittato.
si
mut
la notte
Come
In
si
misero
Non pur
stato, e
ninno intese.
tempo, mai
Maledizion di Dio
Mahy per
tanto
456
E
E
E
la forza
vigor
il
man
possente
tua ferrea clava Ahi capo estinto
Della famiglia d'Ardeshr sovrano
la
Era adorna
Tu
D'un mulin ne
l'ostel,
Ti squarciarono
Avi
tristi,
mondo,
che nell'acque
Ignudo ti gittr. Davver! che quella
Tomba di Nushirvn gemiti e lai
Udir far, che dell'antico sire
di luna, principe del
Amator
tanta angoscia
Anche
il
si
dorr
lo spirto
Un
un giardin
la
tomba
Nubi del
ciel.
Ma
le ferite in pria
457
di
Qual
di lapislazzuli. In
Di eterno sonno
Acqua
Venne
di
quel loco
vescovo frattanto
rose e puro muschio a spargere
il
Dal
ciel
Il f'
che
cader.
Ma tu non chiamerai
Che
col
sangue
Un
la
Non
Non
il
re sovrano.
sua corona e
il
il
trono
regal suggello,
il
458
ammira che
piant.
la
un
Si tolse
altro,
Abbandon.
Al tuo nemico. Ed
Stato beato di
re possente,
tal
Or tu mietendo
vai.
Splende sovrana
Deh! giovane,
La tua facella imperiai.
Deh giovane signor, soggiunse un altro.
!
Qui t'addormisti,
La bell'anima
ma
svegliasti altrove
pur
Legno
Il
tristo capo.
L'anima tua
Se
la
lingua tace.
favella ancor; se
il
corpo
La mano
Nobile eroe,
Un'asta e l'impugn.
l'opere tue
un
nel paradiso a
alto soglio
Uom
di te pari,
un
fortuna
459
Vegga nemica la
Aggiunse allor Siam noi
:
Il
tutti
vescovo
tuoi servi,
Con
Ed
or,
Ti sia
coltrice
Questa terra
ti
Tutta
la
lui del
re sovrano, e cessa
il
fasto,
il
Deh
vecchio
Giustizia noi
La tua parola ornai
Qui dimandiam per Yezdeghrd, vendetta
Qui dimandiam di questi che nel cielo
Errando van sette pianeti. Intanto,
!
s'ei
men
Era chiusa ed
La verace
filosofo si dice
disse, la
parola sua
incerta,
onde rimase
Mistero avvolta. Or
tu,
Vantar non
Non
Passer
puoi, lieto
gi
il
numera
Ogni breve
La tua
ti
fa del
core
dimane. Rapido
tempo tuo su questa terra,
ripensando
il
alla
alitar.
460
Non
Bene
sar.
Ancora
ti
S vedrai
Da vero
e giusto senno
e vino intanto
Ha
Che
d'amore
Ma, come morte.
Venne in quest'anno la gragnuola, ed era
Della grandine trista a me la morte
A me
il
fato saria.
Quest'alto cielo,
me
rapia
Mhy
X. Signoria di
di Sur.
Ora, a
Mahy
di
Gi nasconde il seno
Dell'ampia terra il re del mondo. Vescovi
E archimandriti e monaci di Grecia,
cos disse
penitenti.
un giardin costrussero
la
tomba.
lui
46i
De'
corvi in
tristi
ciel.
il
volo
Mahy malvagio,
Era cotesta
Ma
Mahy
di
poi, pel
mondo
protervo.
in giro, ei riguardando.
Che vivo
fosse.
un suggel,
Del re morto e
Ambizion loco
Di quel flgliuol
Tutti
Gi
che malvagia
nel core
si f'
fedeli suoi
chiamossi attorno,
quante
Penso nel
Le genti
Servon
fedeli a
Yezdeghrd, ancora
Spargemmo
il
Tutta
corruccio e d'ansia,
Per
la notte di
402
il
Il
Compiuta
Che
al re gi
ti
Balsamo
La
Tu
trista polve.
Tutti
frattanto
aduna
Che
Verranno
Vaga una
Al mio nemico
Non
lasciar,
il
ma
trono imperiale
Difendi e osserva .
Ho
mia
Or io questa corona
mio re, per suo
fedel la legge
Mahy, come
Ministro mio tu
A
I
prenci
Evviva
n alcun pi grande
ascolt, dissegli
sei,
te sopra si sta.
tutti di
463
Cos adunava
Ma
Non era
Mahy, come
trono
l'ud, s'assise al
maligne
le
i
prenci suoi
Parole assai.
Ma come
l'ampio regno
vero e
il
La rea menzogna
si
Ma
mostr.
il
figlio
prence
suo
in ogni loco
Come
fr grandi
fu beato
Orbo
di
fidi
il f'
beato
di
vampo
la
464
mente
alla
sua rea
le
vedette
Gemma
real,
con
la corona,
quale
Fu
gi comando.
piglier vendetta
si
XI.
Morte
di
(Ed. Cale.
mondo
Mhy
il
fato.
di Sur.
p. 2091-2095).
La regal gemma
di battaglie e d'armi.
Gome
giugnesti, ei disse.
il
de' mortali
fato
te,
n'andava esercito
ree, di qui
giuste
Di
465
te disse
Un
Mahy:
Se tu m'invii
il
Su questa terra a
il
regno
te s'addice . Intanto,
Il
fuggir.
Come rimasto
l'iranio signor
senza un'alta,
Sconftti
Fu
si
Di sole maest.
Ma
di lui tosto
Che
il
re trafsse.
spedia
tal
Come
ucciso
il
suo
il
mondo
Ma
Di questa impresa di
il
malvagio.
cavalieri tuoi
Ma Bersm
Non
soggiugnea
Bzhen regnante,
Quando re Yezdeghrd
restossi in
mezzo
FiRDUsi, TIII.
30
Alle
mura per
te,
466
che a
mondo
te nel
Intanto,
Al quarto.
io combattei.
sol,
Pugna
Mahy
ingaggiai,
D'Irania
Come
ma
volsemi le terga
solo,
Volse
se
il
si
Mai con
Il
non volse
Uccise cotal
mondo.
il
cor.
Mai non
vid' io
E
E
tal
destra
467
Forte e gagliarda. Ed
Come
sazio
si fu,
or,
come
pigliossi
si
prese
prence
Cenno
che adunarsi ampio un esercito
f' s
Come
citt di
E
E
Bukhra,
lor disse
Fretta o
ei
i
giunse accanto
per
campi
prodi suoi
vampo
Forsech vendetta
Ancora
prence iranio.
Ei dimand: Prole del morto sire
Che venga all'uopo, non rimase adunque?
Fratelli non avea del mondo il prence,
O se figli non ebbe, una fanciulla
Non ebbe forse, che potremmo innanzi
Addurci e protettori esserle e amici,
Tutto compiendo su Mahy l'intenso
far battaglia.
Avrem da
lui del
Nobil signore,
Hanno
468
non rimase un
Bizhen,
come
l'ud, tutto
il
figlio
fuoco adori.
raccolse
destin.
Vennero intanto
Dicean
elli,
e posar gli
accampamenti
Su
Ed
Mahy
di
Sur che
la
loco.
il
nemica
Targhe
Scuri
di Giaci
ed aste. Ei ben
dolse
si
l'etra e
il
Mahy ben
s'
Oh ma
!
Con
Il
tanto
di
passi
Bizhen riguardando
ne scorse, indi conobbe
alte grida.
vessillo
Che quei
loco
Schiere agguerrite,
l rivolgi.
D'uopo
Mahy
ribelle.
Or
469
tu,
rapido corri,
Come
Bersm
di
Cina
le falangi
sue
Raggiunse,
di
Ivi puntossi
Farb su
su
le staffe
l'alte
arene.
e rapido
Al corso
Che
alla cintola
il
Vennero
S
A Bersm
crocicchio
Ma
quei rispose
il
capo.
Ci non consiglio
tal
cattura
470
Fu
Le
infinito lo stuol
Tutte dispersero
Preda
infinita, allor
Trasser
Mahy con
Come
l'uom reo
Mai non
abbiasi alcun,
D'Irania
il
perch uccidesti
Ad uom
Fuor che
rabbuffi e
Male, colpisci
la
morte ? Or
tu,
adunque
per tanto
cervice mia,
G-itta
il
Oh
Man
mano
mano
questa
Intanto
troncate orecchi e naso.
In arcioni ei balz. Qui su la calda
Or
gli
Rattenete costui,
Sonno
d
fin
che l'eterno
Dal capo
471
al pie l'avvinser
con un laccio,
Dal padiglion
ma un araldo
campo attorno e innanzi
Bzhen
di
Anche ne and
pel
Alto gridando
la mente
non conturbate.
Abbia la sorte di Mahy, regale
Seggio non tocchi mai chi d'un monarca
Piet non ebbe nel suo tristo core
Un prence eravi ancor, Gurz il nome.
Da cui gloria e diletti e buono stato
Per insano
deso
Gi venan
Di
Merv
di
Come
citt in que' d.
Misera e
Mahy
vile fu
in tal foggia
trafitto,
compor
Di
Mahy
si f'
Ed entrarono
Ma
di fulgid'oro
poich fortuna
torba all'improvviso
in
Merv da
tutte parti
fatai
Eran
Eletti
tempo
tre
figli
di
figli, tutti
e tre onorati
Ov'eran
elli,
Ardere
ei f'
quel padre e
figli
suoi
472
La
stirpe scellerata
prenci
tutti,
lui
Che
Che
ti
il
misfatto compi.
sia
astenga,
Tosto fu colma. Si
f'
estrano a lui
Che
il
nome d'Omar, da
il
tempo
ch'ei ci addusse
Xn. Fine
f' il
Fatiche e
Brama
stenti.
Yennemi
gi in pria
Prenci la
473
Bene hai
si
fatto
perdea.
Ma
scemavasi frattanto
chiusi erano
cofani
Che
mia speranza
Ecco
di
Yezdeghrd
Oggi compissi,
al
l'antica istoria
474
Eternamente,
di
secrete cose
uom
sempiterno
Viva adunque
tal
Sempre beato
saggio e prudente,
Ad
altri gi,
Che discendean
vecchia
di
et. Poi
giovinezza
che
fin,
giorni
l'inclito libro
del verso
mio
i:N^r)iCE
re Sassanidi
1.
1.
II.
III.
IV.
Il
re Kliusrev-PerTz.
Fuga
di
Khusrev
Behrm
morte
di
12
18
40
50
Hormuzd
Bendy
IX. Consiglio di Behrm Gibneh
Vili. Astuzia di
V. Consigli di Gordieh
VI. Assalto notturno di
VII.
{seguito)
55
60
coi prin-
68
76
82
cipi
X. Fuga
di
Bendy
XIV. Lettere
XV.
11
di
Khusrev
XIX.
Lettere di
Behrm
intercettate
93
99
103
e dell'Imperatore
talismano delFlmperatore
XVI. Esposizione
113
119
123
128
132
XX. Prima
battaglia di
...
.
XXV.
476
XXVI. Partenza
dei Greci
XXVII. Lamento
di
Firdusi
per
pag. 167
171
morte del
la
175
figlio
...
XXX.
XXXI.
11
leone Keppi
Lettera
di
re
di
Khusrev
Gina
177
185
al
Principe di
193
Gina
XXXI V.
Messaggio dell'Imperatore
di
Fuga
208
di
XXXVl. Morte
di
XXXVII. Nozze
XXXVllI. Morte
di
XXXIX.
Nozze
Gordieh
di
di
Gordieh e di Khusrev
di
e di
Rey
XLIV. Leggenda
XLV.
...
...
...
...
...
...
.
Teburg
Gustehem
Gustehem
XL. Oppressione
XLVI.
di
Incontro di
Gordieh
Grandezza e gloria
di
3.
I.
II.
Khusrev-Perviz
di
Khusrev-Perviz
Il
re Zobd-Shry.
Risposta di Khusrev-Pervz
III.
Angoscia
IV.
Lamento
di
di
227
232
236
240
246
251
255
259
277
281
283
290
...
...
.
LUI. Gattura
223
199
dieh
XXXV.
182
Shry-Kobd
Brbed
.
V. Uccisione di Khusrev-Pervz
VI. Morte di Shrina e di Shry
296
303
307
321
3.
1.
477
Cinque re Sassanidi.
VOLUME OTTAVO
ERRATA
PK
6^50
I8P5
Ferdowsi
II libro dei re poema
epico
V.8
DO NOT REMOVE
FROM THIS POCKET
PLEASE
SLIPS
UNIVERSITY OF TORONTO
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