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Motori a Combustione Interna
Alfredo Patrizi
matr. 194329 - Ing. Meccanica
email: alfredo.patrizi@gmail.com
5 maggio 2014
Introduzione
Agli esordi delle costruzioni motoristiche, i cilindri dei motori a combustione interna alternativi venivano di solito realizzati separatamente e fissati
al basamento di supporto dellalbero a manovelle a mezzo di bulloni. Successivamente, lesigenza di ridurre le dimensioni del motore e contestualmente
aumentarne la rigidezza ha indotto a preferire universalmente la costruzione
a monoblocco, con cilindri e basamento realizzati in un pezzo unico, ricavato
di fusione, a tutto vantaggio della semplicit`a costruttiva. Ne consegue in generale un minor costo di produzione rispetto ai precedenti schemi costruttivi,
unitamente ad un minor rapporto peso/potenza.
La ricerca di una soluzione costruttiva che consentisse lequilibratura ottimale degli spostamenti dei pistoni e della rotazione dellalbero a manovelle
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e, contestualmente, una riduzione degli ingombri che si sposasse con le esigenze di refrigerazione e lubrificazione, ha portato, nel corso degli anni, alla
realizzazione di molteplici configurazioni per la disposizione dei cilindri nel
monoblocco del motore a combustione interna a movimento alternativo. Tra
queste, la configurazione in linea `e rimasta per lungo tempo quella maggiormente diffusa per via della sua essenziale semplicit`a; tuttavia, con numero
di cilindri crescente nel tempo, tale architettura `e divenuta progressivamente
sempre meno conveniente in senso assoluto: infatti, leccessiva lunghezza del
motore che si andrebbe cos` a realizzare comporterebbe gravose difficolt`a per
lalimentazione dei cilindri stessi ed esporrebbe inoltre lalbero a manovelle
a vibrazioni torsionali di maggior pericolosit`a.
2.1
Configurazione in linea
I cilindri sfruttano un unico albero motore e gli assi delle canne risultano
giacenti nello stesso piano. e paralleli tra loro. Tale disposizione `e prevista
soprattutto nei motori a quattro o sei cilindri (anche se in questultimo caso
negli ultimi tempi trova successo sempre maggiore la configurazione a V) ed
inoltre risulta particolarmente congeniale alluso di sistemi di lubrificazione a
liquido. Come anticipato, tuttavia, lestrema facilit`a di costruzione, consentita dalla possibilit`a di realizzare lintero monoblocco con una singola fusione
e di utilizzare un unico gruppo di distribuzione (testata e albero a camme),
`e ottenuta a scapito delle ingombranti dimensioni, oltre che dellesigenza di
prevedere un contralbero di bilanciamento per contenere le vibrazioni causate
dal moto dei pistoni.
Se i cilindri sono disposti nel verso di marcia, si parla di disposizione longitudinale; viceversa, in configurazione frontemarcia, gli assi giacciono su un
piano trasversale, secondo uno schema ricorrente nei pluricilindrici motociclistici. In alcuni casi, inoltre, il motore non viene installato sul veicolo verticalmente, bens` inclinato di un certo angolo; in particolare, a 90 (disposizione
piatta, parallela al piano stradale), si parla di configurazione a sogliola, con
la quale si riesce ad abbassare il baricentro e ridurre parzialmente lingombro.
2.2
Configurazione in tandem
2.3
Configurazione a V
2.4
2.5
La soluzione, che trov`o ampia diffusione specialmente nel secondo dopoguerra (lo storico Maggiolino Volkswagen montava un quattro cilindri boxer),
risulta tuttora assai performante, ma lingombro rimane considerevole e la
realizzazione presenta maggiori difficolt`a tecnologiche, aventi immediata incidenza dal punto di vista dei costi (valgono le medesime considerazioni in
precedenza esposte in merito ai motori con disposizione a V), anche in virt`
u
dellesigenza di un sistema di distribuzione in generale pi`
u complesso e di
condotti di aspirazione e scarico dalle geometrie pi`
u allungate.
Ulteriori disposizioni possibili sono quella con configurazione a delta,
nella quale i cilindri vengono uniti in tandem a formare le coppie di cilindri
contrapposti, ed a H, costituita dalluso in tandem direttamente di due
motori boxer. Il rapporto peso/potenza, in questultimo caso, risulta pi`
u
alto rispetto a quelli delle altre disposizioni, ma lingombro diviene assai
contenuto.
2.6
Configurazione a W
Il motore a W `e caratterizzato dalla particolare disposizione dei cilindri a ventaglio: pu`o infatti esser realizzato con un singolo albero a gomiti
avente due bielle per ciascuna manovella e cilindri disposti su pi`
u bancate
con angoli dinclinazione diversi, oppure accoppiando in tandem due motori
a V. Sono diffuse architetture con tre o quattro bancate (secondo uno schema sostanzialmente corrispondente a due motori a V su un unico asse o,
nel secondo caso, su due assi affiancati). Lestrema compattezza consente di
disporre un elevato numero di cilindri in uno spazio relativamente ristretto.
2.7
Configurazione a X
Il motore a X `e originato dalla disposizione in tandem di due motori, uno superiore e uno inferiore, con cilindri a V disposti specularmente.
Laspetto `e apparentemente confondibile con quello di un motore radiale a
quattro cilindri e a pi`
u stelle, dal quale tuttavia si differenzia in quanto dotato di tradizionale albero a gomiti; si caratterizza pertanto definitivamente
come derivato del motore a V, rispetto al quale risulta pi`
u compatto e tecnologicamente complesso. I motori a X sono attualmente estremamente rari,
a ragione del loro considerevole peso.
2.8
Motore radiale
Riferimenti bibliografici
Caputo, C. (1981). Motori alternativi a combustione interna. Edizioni
scientifiche associate.
Lucchesi, D. (1987). Corso di tecnica automobilistica - Il motore. Vol. 1.
Hoepli.
ULM, Gruppo Volo (2013). Motore radiale. url:
http://www.volareflyfree.com/motoreradiale.html.
Wikipedia (2013). Motore termico. Wikipedia, lenciclopedia libera. url:
http://it.wikipedia.org/wiki/Motore_termico.