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Peer Reviewed

Title:
Una crociata Settecentesca: Paolo Rolli e la crisi in Arcadia
Journal Issue:
Carte Italiane, 1(10)
Author:
Santovetti, Francesca, UCLA
Publication Date:
1989
Publication Info:
Carte Italiane, Department of Italian, UCLA, UC Los Angeles
Permalink:
http://escholarship.ucop.edu/uc/item/6q7007mc
Keywords:
Italian literature; Italian poetry; 1700-1799; Settecento; Petrosellini, Domenico Ottavio; Il
Giammaria o L'Arcadia Liberata; Il Ricciardetto; poesia; Rolli, Paolo; Roma; Rome; satira; satire;
Arcadia; Accademia

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Una

crociata Settecentesca:

Paolo Rolli e

Il

tratto del

Arcadia

la crisi in

Tevere che attraversa

Roma

si

divide in

un punto

forma a un'isola: e gli antichi ponti Cestio e Fabricio che a questa altezza congiungono quattro sponde paiono sottolineare ancora oggi la
differenza tra due parti della citt. Quella occidentale, con il Vaticano
le ville

ed

Sinagoga

il

parchi del Gianicolo divisa da quella orientale con la

Campidoglio ed

il

centro storico, sede

del nucleo politico ed amministrativo.


cadica

il

tiva, era

Quando

ai nostri

si

giorni anche

delineava

la crisi ar-

centro dello Stato della Chiesa, la sua area politico-amministra-

invece rappresentato da San Pietro e Borgo Pio. In

un bosco

poco distante

in linea d'aria dal colonnato di Bernini si riuniva l'Accademia dell'Arcadia, dal Vaticano voluta protetta, condizionata e sov-

un passo da Palazzo Corsini e ai piedi del Gianicolo.


una quasi ideale cornice pastorale, ma soprattutto in
una non casuale posizione di preminenza topografica, socio-mondana

venzionata, ad
All'interno di

e cultural-politica.
Il

mantenimento

la

cornice ed

ria o

era

Roma;

Tevere; l'Arcadia a

al

di

un

motivi di un

L 'Arcadia Liberata.

un arcade presente

l'Arcadia e

assetto culturale e

poema

Il

Roma;

anche

problemi

relativi

politico, costituiscono

satirico-giocoso intitolato //

Giamma-

suo autore Domenico Ottavio Petrosellini

Roma

all'inizio della scissione

nell'Accademia

(1711) a fianco di Gian Vincenzo Gravina, Paolo Rolli e Francesco Lorenzini.

E appunto

alla scissione, ai suoi

momenti pi

accesi

ed estremi

UNA CROCIATA SETTECENTESCA


e ai suoi motivi pi controversi

che

del

la lettura

poema

il

poema

viene dedicato. E' significativo

di Petrosellini venisse consigliata, per la cono-

scenza della divisione in Arcadia, dall'abate Tondini,

grafo ufficiale di Paolo Rolli:

questo proposito

Lettera, che Della Divisione d'Arcadia scrisse

March. Maffei; sebbene in tutto ci che

vi

si

il

primo

pu

si

Gravina

il

non

contiene,

bio-

leggere la
al

celebre

gli si

debba

medesima fede. Converrebbe anche poter vedere un

prestar

sempre

poema

inedito su questa controversia, quanto elegante, altrettanto

la

Domenico Ottavio Petrosellini ^ Ma


tempo Domenico Ottavio Petrosellini ri-

giocoso e satirico del celebre

quanto

mane

fosse celebre al suo

ancora oggi da verificare, perch

la

sua figura stata fino ad ora

relegata nell'infmito serbatoio degli arcadi minori

nonostante

golare quanto poco

il

suo

poema

ha incontrato un

sin-

glorioso destino. Alla aperta irrisione della

am-

suggerimenti dell'abate Tondini

Gran Custode Giovan Mario


Crescimbeni, il poema deve l'impopolarit di cui godette in un certo
ambiente socio-culturale romano settecentesco. Dopo essere infatti cirministrazione dell'Arcadia e del suo

colato quasi clandestinamente in fogli sparsi ai


a pi riprese
e

(1711-1730),

mezzo dopo

la

come

tempi della sua stesura

pubblicato solo nel 1892, un secolo

morte del suo autore,

Mariani, anche lui arcade e

Quasi un

stato

a spese di

un

piccolo editore,

Petrosellini originario di Tarquinia^.

ha quindi avvolto nel silenzio o limitato in sbrigaGiammaria. In questo quadro si possono inserire alcune
brevi menzioni di Moncallero^ e di Natali^, e la discreta attenzione

tive

note

altro secolo
//

dedicatagli da

Quondam^

Quale notoriet avesse raggiunto

tempo

Petrosellini nella

accertabile attraverso l'esame dei registri

Roma

del suo

dell'Accademia.

Questi riportano che appartenne prima all'Arcadia, pass dopo

la scis-

Nuova Arcadia poi Accademia dei Quirini, e ritorn


intorno al 1740 di nuovo in seno dell'Arcadia. All'indice del tomo X
delle Rime degli Arcadi Petrosellini compare sotto il nome pastorale
di Eniso Pelasgo: Eniso Pelasgo
Il Signor Abate Domenico Ottavio
sione da questa alla

Petrosellini di

Corner gi Sotto-Custode e Collega dell'Adunanza degli

Arcadi, defunto

vano stampando

il

14

le

maggio quest'anno 1747 mentre appunto

presenti sue poesie*^. Le

l'enorme pubblicazione

ufficiale (curata

Rime

si

degli Arcadi

da Crescimbeni prima

sta-

"soz^o

e dai

CARTE ITALIANE

10

suoi successori poi) che raccoglie tutte le composizioni degli Accademici,


e in essa trovano posto
liriche

anche numerosi encomi, epitalami, canzoni

d'ambiente boschereccio

che portano

e poesie d'occasione

De

la

Componimenti

firma di Petrosellini. In un'altra miscellanea del 1730, /

Signori Accademici Quinni (di particolare interesse perch questa


Accademia nata dalla scissione dell'Arcadia pubblicava a paragone di
quest'ultima un numero limitatissimo di volumi), Petrosellini si unisce
ad altri Accademici tra quali Niccol Forteguerri e Ludovico Antonio
Muratori per salutare con un encomio l'appena avvenuta elezione di
Lorenzo Corsini, il nuovo Papa Clemente XIP. Anni prima, nel 1711,
l'anno della crisi in Arcadia e della prima stesura del Giammaria,
Petrosellini aveva anche composto una lunga e singolare Canzone per
la Tragedia di Attilio Regolo (i cui momenti lirici facilmente orecchiabili
saranno ripresi anni dopo anche dal melodramma metastasiano), che
era stata inclusa in una raccolta di liriche di cui Paolo Rolli aveva curato
l'edizione^. Nonostante l'attivit letteraria di Petrosellini sia stata di
un peso non trascurabile all'interno delle varie Accademie romane,
pochissime antologie e pochi studiosi fanno il suo nome.
Accade in effetti frequentemente che il tradizionale tracciato della
'

letteratura cosiddetta

maggiore

seguito viene considerato

minore

pi che altro ignori l'autore che in


.

Tale giudizio non deve pi pesare

per su Petrosellini soprattutto a causa del suo


riesaminato oggi
di

poema

sia

in ottave

come

la sola

della

crisi

graviniani, sia

come momento

verso legata ad

una

poema

testimonianza in
in

Arcadia e della

nella forma
sconfitta dei

originale di creazione poetica, per

solida tradizione letteraria e per

criticamente nella discussione

giocoso che va

versi

un

altro

un

impegnata

o nella (s)definizione del ruolo del

poeta all'interno della societ.


Nella prima met di

un

secolo in cui secondo Giulio Natali abbon-

dantissima e spesso felice fu


Italiani

contrapponevano

localizzato //

ai

la

produzione dei poemi

romanzi

Giammaria o L Arcadia

maria risultano ad esempio

giocosi, che gli

di Francia e di Inghilterra 9, va

Liberata. Pi celebrati del

Giam-

pi tardi Bertoldo Bertoldino e Cacasenno

(1736) e II Ricciardetto (1738). Diversamente dagli altri due Bertoldo


Bertoldino e Cacasenno un poema collettivo. In venti canti, attributi

ad

altrettanti poeti giocosi, narra le burle di Bertoldo, di

suo

figlio e

UNA CROCIATA SETTECENTESCA

una rielaborazione del repertorio di


stile che per ammissione stessa degli
autori si rifa al maestro del burlesco stile , Francesco Berni. Nel Ricciardetto, pubblicato a Venezia nel 1738 due anni dopo la morte del
dell'ottuso Cacasenno, attraverso

Giulio Cesare Croce, e con uno

suo autore Niccol Forteguerri, a presiedere all'ispirazione poetica furono non solo le rime di Berni, ma anche quelle di Pulci, di Ariosto e
di Trissino'o. li Ricciardetto difficilmente

nota

resco: la

certe

satirica prevale e

pu

si

rende semmai

Ma

forme epico-cavalleresche.

se

poema cavallepoema una parodia di

definire

il

dunque

tradizione burlesca

la

e quella cavalleresca esercitavano notevole suggestione sui

poranei di Petrosellini, fino a che punto


primissimi del settecento,

mutua

le

//

contemGiammaria, composto ai

sue caratteristiche tematiche e for-

mali altrove?
Petrosellini fu vicino a Forteguerri all'interno dell'ambiente curiale

capitolino (nel quale Forteguerri rivest anche la carica di Segretario di

Propaganda Fide

dove

il

profilo di Petrosellini rimase confuso nel pi

generico sfondo prelatizio degli

abati letterari ) soprattutto in

porto di collaborazione poetica^': e


ciardetto risultano evidenti a vari

legami

livelli:

dialettale, nelle descrizioni degli scorci


la

tra //

Giammaria

un

rap-

e II Ric-

nella titolazione, nella nota

romani

e nelle invettive contro

corruzione dei costumi a Roma'^.

Come

II Ricciardetto,

il

poema

petroselliniano

zione eroica ed eroicomica italiane


distanze

gi con

il

titolo, anzi,

e L'Arcadia Liberata''^.

Il

primo

eroici eroicomici e cavallereschi,

zione del

nome

allo stesso

con entrambe
titolo

ma

non

debole

Giammaria
.

tempo ne prende le
Giammaria

titoli, //

solo risuona di precedenti

rappresenta pure una parodizza-

Custode dell'Arcadia, Giovan Mario


nel genere
da Giovan Mario
significa corromperne la connotazione virile

nome

e ironizzare sul valore dell'eroe-protagonista

sesso

riallaccia alla tradi-

di battesimo del

Crescimbeni. Stravolgere tale


trasformato in

si

Gi

si

pu

perch lo

si

inscrive nel

considerare una scelta critica originale del-

l'autore, che

si discosta nella titolazione dalla linea satirico-giocosa convenzionale, pur sempre aliena da caricaturizzazioni troppo polemiche
il titolo non si limita pi ad umanizzare l'eroe o
ad 'eroicizzare'l'uomo (vedi Morgante, Orlando, Bertoldo etc): audacemente lo femminilizza'^.

e ardite. Perch qui

CARTE ITALIANE

12

Giovan Mario
lettale (nel
il

diventato

poema non

titolo in diverso

si

modo

Giammaria anche per contrazione

contano

le

diminutivo

, la cifra

ad una romanit sui generis costituiscono

poema

Ma

dia-

note vernacolari romanesche): e

il

dialettale e la critica

patrimonio comune

al

di Petrosellini e alla pi fortunata e celebre opera di Forteguerri.

nel Ricciardetto rimaneva saliente la trasfigurazione poetica che

sovraintendeva

alla

impostazione dell'opera: Ricciardetto

barbiton-

sore, Rinaldo, Ferra, Orlando e Astolfo erano pur sempre cavalieri


del ciclo carolingio, e per questo motivo

giudicato l'ultimo

il

poema

di Forteguerri stato

cronologicamente poema cavalleresco Italiano.

Petrosellini, al contrario e intenzionalmente,

non

fa ricorso a poetiche

nunc della situala lotta per le


zione dalla quale l'azione del poema prende le mosse
diventa cos una innovazione rispetto
cariche che divideva l'Arcadia

fictiones e

non

si

serve di /o/?o/ cavallereschi. \J hic et

alla

convenzione cavalleresca eroica o

occorrer attendere

la

satirica

collaudata e tradizionale.

seconda met del secolo per incontrare Carlo

Gozzi, che con La Marfisa Bizzarra (1761-68) ricalcher

modello

il

ca-

valleresco parodizzandolo a la Forteguerri, e attualizzandolo a la Petro-

mondana, nel suo caso, mondano- veneziana>\


Il secondo titolo del Giammaria L 'Arcadia Liberata: il riferimento
apparenza pi vistoso, quello alla crociata tassiana, non n il pi

sellini in chiave

in

significativo

il

pi pertinente o corretto.

Una

suggestione pi

prepotente stata esercitata sul nostro autore semmai dall'opera di Gian

Giorgio Trissino L Italia Liberata dai Goti


quello che Carlo Dionisotti ha chiamato

( 1

547-48), in particolare da

lo spirito laico

del laborioso

Anche se in tono prevalentemente satirico, ne L'Arcadia Liberata come ne V Italia Liberata, e


diversamente da La Gerusalemme si combatte una guerra non-santa;

poema

sulla guerra tra bizantini e ostrogoti.

nella battaglia per le cariche in Arcadia

pietas e a slanci mistici, e anzi nel

poco spazio viene dedicato a

poema

settecentesco viene derisa e

ridicolizzata proprio la falsa pretesa di religiosit di alcuni accademici.

L'Arcadia deve essere

liberata nel

poema

di Petrosellini

non da un

nemico esterno ma da quegli stessi personaggi come Crescimbeni e


che la gestiscono per smania di potere, la amsuoi vecchi compagni
i

ministrano con ignoranza e ne inibiscono

perseguono ambizioni solo materiali e

la

funzione creativa, perch

mondane.

UNA CROCIATA SETTECENTESCA

cos come questo era consuoi fedelissimi vengono dun-

punti pi deboli del codice arcadico

cepito e promulgato da Crescimbeni e

que

presi di

mira dalla

satira di Petrosellini. L'occasione di contesa

nell'Accademia offena nel

poema da un motivo

futile e risibile, e

non

da speculazioni estetiche come quelle contenute in certe epistole di

Gian Vincenzo
della

crisi

Gravina^*^,

anche

anche esse contemporanee all'esplosione


denunciare

esse tese a

lo

scontento di tanti, delusi

programma crescimbeniano. Futilit e senso del ridiaccendono invece nel poema la scintilla che apre le ostilit m Ar-

e dissidenti dal
colo'^

cadia: gli accademici


leggi

si

accapigliano per l'interpretazione di una delle

promulgate da Gravina
secondo Gravina stesso

alla

fondazione dell'Accademia,

la

legge

dovrebbe sovrintendere elezione di


nuovi Accademici, o secondo Crescimbeni e suoi dovrebbe ricon-

che

alla

fermare

al

potere

della regola:

alcuni vecchi

Sex in orbem

membri

eligito e le battaglie originate

pedante quisquilia fanno appartenere di


fra lo

spunto

in

un suo

diritto

il

poema,

da questa

nel contrasto

suoi bellicosi sviluppi, alla pi convenzionale tradi-

zione del genere eroicomico.

Pope

dell'Arcadia. L'applicazione

W.

H. Auden, scrivendo di Alexander

non

saggio del 1969'^,

esita a tracciare la linea

per

lui

La Guerra dei Topi e delle

The Rape ofthe Lock fa nomi


Rane un tempo attribuita a Omero, e poi

menziona La Secchia Rapita

di Tassoni, del 1622, giudicandola opera

fondamentale di
di

tale genere:

prima

di

sicuramente nota a Pope. Senza poter affermare con altrettanta certezza

momento
della composizione del suo Giammaria, significativamente

che l'opera di Pope fosse a sua volta nota a Petrosellini

momenti

al

Omero e Tassoni vengono chiamati in causa in questo poema


momento pi cruciale delle ostilit arcadiche. A met del Canto

proprio
nel

IV

ai

infatti

leggiamo:
Perocch un bel

Accese in Troja

Che

pomo

sul bel

s terribil

monte Ideo

guerra,

alfin distrutta dall'incendio

Acheo

La gran Regia dell'Asia andonne a

Ed una Secchia ancor


Se pur

la

tal

Storia di colui

terra:

danno feo.
non erra.

Che lungamente si grattar la rogna


Armate in campo Modena, e Bologna.

IV, 43

CARTE ITALIANE

14

versi di Petrosellini sottolineano

a lui pi congeniali.
il

II

primo

fatto frivolo, la scioccheza,

la secchia; e del resto, la

qui

due

aspetti della

quello che considera

l'oggetto

trifle,

il

vena eroicomica

elemento scatenante

minimo

(v.

il

pomo

pi grande poesia epica dell'antichit, quella

omerica, trae origine da una apparente frivolezza). Nel genere mockheroic

la

una baruffa

trattazione di

locale

in termini pseudo-epici mette in


gia,

appunto,

implicitamente sbeffeg-

Come

qualit del casus belli.

la frivola

pita anche nel nostro

regionale nel caso tassoniano

rilievo e

poema

ed importante, solo che qui tutta cittadina dove


ciale.

Nel poema di

Petrosellini la spaccatura

infatti all'interno di

monumenti

ne La Secchia Ra-

localizzazione della scena funzionale

la

una cornice urbana

in Tassoni era provin-

nell'Accademia matura

mai bucolica, accanto a

capitolini (Ponte Milvio, Ghetto, Bosco Parrasio, Palazzo

Pamphilj, Ponte Sisto, Aracoeli etc) piuttosto che in angoli boscherecci;


si

confabula e

si

declamano mai

stazione
s

una

si

congiura
versi in

metropolitana

critica

nel segreto delle

mura domestiche,

radure in riva a fiumi. La scelta di

nientemeno che

il

caput mundi

non
un'impomuove da
e

alla^c//o arcadica. Attraverso di essa l'autore sovrappone

verosimile e quotidiano a fantasie e pastorellerie. La denuncia degli


angusti limiti culturali della gestione crescimbeniana cos
tata

come

presen-

da un'angolazione spaziale tanto radicalmente non-arcadica, mette

in questione

accademica,

non

ma

paralizzata da

solo

pure

rapporti di potere all'interno della gerarchia

la stessa

convenzione arcadica carica di

simboli inattuali ed

esteriori

e forse

quanto da regole rigide

e vuote.

Ancora una

volta, e

sempre all'interno

di un'ottica critica degli ste-

reotipi arcadici, merita particolare attenzione l'onomastica del perso-

naggio-Crescimbeni, a
tirannico

del

tutti gli effetti

il

protagonista assoluto

poema. Sminuito, come

motivi contenuti in entrambi

titoli

si

perch

visto, in partenza, dai

dell'opera,

il

nome

arcadico di

Crescimbeni serve a significare l'orientamento dell'autore. In Arcadia


il

nome pastorale di Giovan Mario Crescimbeni era Alfesibeo: e sotto


nome gli si fa generalmente riferimento nel poema. Tale nome

questo

deriva appunto da Alfeo,

il

principale fiume del Peloponneso

e,

nella

Artemide
(dea della feconda umidit, per questo anche chiamata Alfea). Ma ne

mitologia

classica,

il

dio del fiume,

il

nutritore assieme ad

UNA CROCIATA SETTECENTESCA

//

Giammaria

tutto

come importante elemento

presente

Tevere,

il

fiume della

il

che costituisce

citt,

strutturale soprat-

la linea divisoria tra,

da una parte Vaticano e Accademia ( = il potere), dall'altra l'area commerciale e residenziale ( = la citt vera e propria). Nei momenti che pre-

cedono

la

divisione (per lui

pi

cruciali),

Crescimbeni rivolge

padre Alfeo numerose invocazioni. Queste per avranno


conferire anche maggiore rilievo alla onnipresente citt

fiume

Tevere

danna

Roma e

al

che, continuando a comparire (e a vivere) con regola-

concontropartita forse pure


terrena, autentica e irrinunciabile del codice mitico-pastorale.
tutto

rit in

mitico

al

l'effetto di

il

poema rappresentano

la

la

da Alfesibeo-Crescimbeni
si pu
si deve
profanare, ancora, attraverso \ hic et nunc di una cornice mondana carica e viva di dettagli quotidiani e pochissimo aulica.
Per Petrosellini,

allo

costumi

classico personificato

Accanto
dei

mito

il

spunto

satirico e alla critica implicita nella collocazione

pastorali in

ambiente urbano,

diretta dell'autore al fatto della scissione.

poema

milita nel

posta,

si

nella fazione contraria a Crescimbeni, quella

altri.

buoni

crescimbeniani e pro-graviniani.

che

lettore

si

modo

Il

e cattivi

non

semmai

li

la

ma compare

speculazioni, e queste lo

per

fondazione dell'Arcadia aveva stipulato


tenere
tesa

piedi, e cos facendo aveva

che sarebbe nata di

sciogliere

il

le

anche

leggi che

interpretare
solo,
Il

che a

propri

momento

firmato

me

le

stesso fei,/

Non

poema

anche autoriale. Per

nuove cariche

prezzo altro onor

E son per farmi

della

l'occasione di con-

in Arcadia,

laconico e categorico unicamente

scritti:

di

avrebbero dovuta

1'

a pochi anni: la sua incidenza nel

quesito che regolerebbe

modo

una figura

livello superiore alla baruffa

perci, e coerentemente, oltre che autorevole

vina rivendica in

il

anta-

pochissimo. E' isolato nelle sue

pongono ad un

cariche e le rielezioni nell'Accademia. Gravina al

le

per-

disorientare

un grande

descrizione di

gonista opposto a Crescimbeni frontalmente. Gravina

grande importanza,

allinea in pro-

personaggio-Gravina ad esempio

singolarmente obliquo.

aspetterebbe

com-

Rolli, Francesco

L'autore non divide troppo meccanicamente

sonaggi dell'Accademia in

viene trattato in

arcade, Petrosellini

da Gian Vincenzo Gravina, Paolo

detto,

Lorenzini ed

coesiste la testimonianza

Come

./

cogli scritti

il

Gra-

diritto di

Che quell'un
miei

(11,77).

riferimento a quegli scritti miei va interpretato in vari modi: in

CARTE ITALIANE

16

primo luogo pu

significare l'unica via legale all'interpretazione della

legge suir alternarsi delle cariche (quella cio che riflette


di chi l'ha formulata al

momento

pili interessante dell'impulso legalitario in

Gravina riconoscere qui

qualcosa di estremamente significativo sul piano letterario:

appunto
caso di

un

intenzioni

le

in cui stata formulata). Tuttavia

la

letteraria del filosofo fondatore dell'Accademia.

coscienza

Come

nel

personaggio fondamentale nel poema, Paolo Rolli, in

altro

Gravina pi forte dello sdegno suscitato dalla corruzione esistente

momento polemica

Arcadia, parla una peculiare ed in quel

in

idea di

autonomia della creazione letteraria. Al


che nel Giammaria compaia sporadicamente, Gravina

gloria, affidata soprattutto alla

di l del fatto

un protagonista-antagonista importante, perch senza

sarebbe impossibile indovinare

dell'Accademia,
ragione del

la

poema

la

riferirsi a lui

ragione della scrittura delle leggi

ragione delle leggi stesse, e in ultima analisi,

la

di Petrosellini. In termini di coscienza poetica la sua

fisionomia vicina a quella di Paolo Rolli, una figura centrale

l'unico personaggio a parlare apertamente del ruolo del poeta e

lettere
e ampiamente sviluppata nei quattro canti del
poema. Nella prospettiva di Petrosellini il ruolo giocato da Rolli nella
vicenda fu di grande rilievo'^, perch la sua voce fu una delle pi decisive tra quelle che si levarono a contrastare l'eccessiva mancanza di

dell'uomo di

scrupoli

e di valori

e quasi quale
a Rolli nel

dei crescimbeniani. Comparendo Gravina poco

deus ex machina,

poema verranno

risolutivi del

al di l

Giammaria. Alla sapienza

neapolitanus fa riscontro in Rolli


coscienza intellettuale e di
in Rolli che nel

poema

si

una

Gravina

si

pu

comunicazione con

rilevare
i

la

al di

la

di qualsiasi intrigo,

libera

momenti pi

teorica e giuridica del filosofo

autonomia del poeta. Ed

un primo

proprio

arcadico dall'interno, in fa-

virtuosa di poeta e di

Colleghi arcadi in

dell'Accademia, in Rolli

qua

convinzione della necessit di una

spezza r ideale

vore di un'idea pi nobile o


in

dedicate numerose ottave nei

slancio

nome

uomo.

Se, ancora,

di

coalizione e di

del

funzionamento

fiducia in tale pacifica intesa viene

meno

per dare luogo a un disincantato quanto esplicito ripudio del codice e


del

programma

arcadici.

Nel secondo canto del poema (80-84) ad

esempio alcune ottave descrivono lo sforzo di mediazione che Gravina


avrebbe tentato pur di salvare l'Accademia da una troppo drammatica

UNA CROCIATA SETTECENTESCA


Spaccatura:

cammino che

il

invece Rolli percorre nasce altrove, e lo

condurr fuori dall'Accademia.

Nel Giammaria Paolo

una personale idea

muovono

dai vari per-

altro

questi, tende ad affermare

quanto

di libert. Solitario

meno

in traffici pi o

sempre

Rolli infatti

sonaggi: estraneo agli interessi che

sono

gli altri

oscuri, s'inoltra sin dall'inizio del

associati

poema

in

una

coraggiosa e indipendente disamina critica e estetica della ragione di

componimenti

esistere dell'Arcadia e dei poetici

cos ci viene presentato: Eulibio giovane, e

(1,12).

Fissato subito nel clich del

senza paura, pochi versi oltre

solo,

Quella soverchia

Vuol

E perch

Quindi

Per Rolli

il

d'ogni

macchia

in Lui,

che di fuori appare.

libert,

con cui

cogli amici vivere, e trattare

Versacci

Non

cavaliere senza

lo ritroviamo:

non conosci

Altro difetto

Che quell'un

agli

d'amoroso core/

Amator d'ogni Legge,

Della Corte nemico e pi del Foro/

onore

membri.

generalmente dedicata

Petrosellini riserva a Rolli l'attenzione


eroi ;

dei suoi

egli non pu n sa gli altrui


quando occorre simulare:

che parla chiaro,

vai niente, Signor,

valore poetico di

un componimento deve

rare la scrittura solo di occasione, e per

sui generis Petrosellini suggerisce che


dal Collegio Accademico.

e dice schietto

questo Sonetto.

il

II,

14

trascendere e supe-

questa sua posizione rigorosa e


poeta fosse regolarmente escluso

Nel secondo canto

discorso che Rolli-Eulibio

il

rivolge a tale proposito al suo collega Lorenzini-Filacida continua su

questo tono:

Tu

sai

pur ben, che sono ormai due anni/ Che dal Col-

legio Alfesibeo m'escluse/ Per governare coi Satrapi Tiranni.

(II, 19).

E prosegue: Bench'io poteva risentirmi allora/ In vedermi


giovani posposto,/
e che

duo, che mai comparsi son finora/ In Arcadia,

mai non han composto..

(11,20).

La

ragione poetica di Euli-

bio Io rende intransigente nei riguardi del mercato delle cariche


tuito nell'Accademia dal suo Custode, Crescimbeni.

messo sotto accusa da Eulibio non


accademici,

ma

pure

due

il

pi solo

loro codice civile:

il

Poco

isti-

oltre a essere

codice letterario degli

CARTE ITALIANE

18

Voi chiamo in testimonio Apollo, e Pane,

Ch'unqua non mi curai del Collegato;


Ma sol mi spiacquer le maniere strane,
Con cui mi ha Giammaria fnor burlato;
Colui che non si scuote alle villane
Ingiurie, al Mondo d'uomo non nato;
Ma trasse origine da una rupe dura,
Da un aspro tronco, o da peggior natura.

Determinante

immagini

qui l'uso retorico di

pastorali (l'invocazione ad

Apollo

11,23

e simboli

tipicamente

Pane, divinit arcadiche, in aper-

tura, e alla fine la reificazione in convenzionali /^ro/'j della lettera-

tura pastorale), per ribaltare e condannare

Homo Academicus :
poema.

del

uno

dei

il

comportamento

momenti pi ingegnosi

dell'

e negativi

arcadica viene rigettata paradossalmente proprio

\jd,fictio

attraverso le sue pi tipiche

immagini, ed

il

monito morale che ne

ma non pi sufficiente l'espedell'* uomo di lettere (tale rifles-

consegue sembra indicare come necessaria


rienza pastorale per
sione

si

la

formazione

potrebbe ridurre ad una schematica equazione quale: poeta solo

d'occasione =

uomo

solo d'occasione). L'angosciosa caccia alle cariche

priva di qualsiasi tensione


rappresenta per Rolli

gramma

arcadico.

fondo non

se in

Questo

lor

la

che anima tanti crescimbeniani


mancato funzionamento del pro-

letteraria

riprova del

Lorenzini-Filacida che gli

domanda

esplicitamente

tenga ad essere eletto nel Collegio, Rolli replica:

ci

Collegato io gi non curo,/ Perch con quello niun

Anche Lorenzini nel poema uno scissionista


non sviluppato come in Rolli il concetto dell'indi-

divien Poeta (11,17).


convinto,

pendenza

ma
e

in lui

dell'autonomia intellettuale del

lo stratega della divisione,

sempre
idea

la

fede

in

una

e partecipazione

ma

letterato.

ideale Arcadia. In favore di


di

E Lorenzini

sar

nella persona di Rolli s'incriner per

uomo, non pi

una pi completa

soltanto pastore, di intellet-

tuale e poeta.

Nella prospettiva volta a diagnosticare quello che ora possiamo chia-

mare
la

il

vizio

arcadico acquista pertanto quasi

il

valore di parabola

guerra dichiarata dagli anti-crescimbeniani all'ignoranza cieca dello

schieramento opposto. Ancora una volta sono Gravina e Rolli ad

minare

la

scena di luce esemplare e

sinistra. Interpellato

illu-

da Crescim-

UNA CROCIATA SETTECENTESCA

19

beni, desideroso di sfruttare a suo vantaggio

Sex in orbem eligito

Ma

significato della legge

Gravina risponde:

che debbe farsi


non so in qual modo usare,
legge non pu mai stirarsi

circa l'Elezzion

Orbem

In

Perch

il

la

io

quel senso, che voi vorreste dare;

pu, diletto Alfesibeo scusarsi

Ogni Elezzion, che da

voi fatta appare,

Se pur questa apertissima mancanza

Non
Lo scontro per

la

chiamiam

difetto d'Ignoranza. 11,96

cariche, o l'ostacolo alla riconferma di Crescimbeni

le

e dei suoi, nasce dalla spinosa traduzione dell'espressione in latino:

spinosa perch

il

latino per molti accademici era lingua ostica e ostile.

La ragione per cui

il

latino fosse lingua oscura e impenetrabile per Cres-

cimbeni

&

contro

classicismo rappresentato da Gravina: nel

il

C.

si

pu

ascrivere alla

viene smascherato per

come un
una

latino piuttosto che essere

difetto d'ignoranza

gere

il

polemica

falso alibi,

ideologica

del Custode

Giammaria questo

perch non conoscere

scelta ideologica era

il

principalmente

Cos viene descritto Crescimbeni nell'atto di leg-

latino dei Decreti dell'Accademia:

Ma mentre

quel latino egli

un senso coll'altro confondea.. (111,28). Nella ottava


latino si fa sempre pi indecifrabile:

leggea,/ Spesso

seguente,

il

Onde non
Di

ritrovando

tutto quel Latin

Confusi, e quasi

La colpa

sol

la

gran Magnati

costruzione.

mezzo

disperati

ne davano a Bione,

Dicendo che periodi intricati


Son mai questi? e senza connessione?

Ben senza

usar quest'idioma strano

Potea Bion distenderli in Toscano. 111,29


E' chiara l'utilizzazione

da parte dell'autore del device della confusione

qui pr quo per ottenere un effetto comico, ma, nel contesto,

e del

la

una incomprensione a livello linguistico (il latino


toscano) minerebbe alla base la validit del ruolo dell'Accademia

possibilit stessa di
vs

il

come

istituzione culturale e letteraria. La lingua: sia essa rappresen-

tata dal latino o dal toscano,

sia essa la

lingua poetica, questo

il

CARre ITALIANE

20

campo

in cui

guit tra

gli

si

concentra

maggiore grado

il

di

incomprensione e ambi-

Accademici. Paradossalmente questo anche

il

pi rilevante

motivo di riunioni, diatribe e querelles in un'Arcadia da liberare .


E' a questo punto allora che si acuiscono in Gravina e in Rolli il
desiderio e l'esigenza di una lingua comune, dallo stile chiaro e armonioso che risponda a

ragione

piuttosto che a tentativi di mistifica-

zione culturale; una lingua che asserisca con fermezza

una
una Accademia piuttosto che ad

aderire liberamente a

ultima

anche

analisi, a

il

momento

la necessit di

linea poetica piuttosto che a un'altra,


un'altra.

e, in

e questo

cominciano a separarsi

in cui Gravina, Rolli e gli altri

dall'Accademia.

Nel Giammaria

la linea divisoria

che separa alcuni Accademici da

altri

consiste nella diversa concezione o strumentalizzazione dell'idea stessa

di cultura e letteratura contro ignoranza.

Ma al

busillis giuridico e lin-

guistico riguardante l'interpretazione della legge,


e propria lotta per

dei gi eletti

sovrappone

potere nel Collegio, perch impedire

il

Crescimbeni e

completamente dal

si

gioco

suoi maturi Colleghi

Qui

la corretta

la

la

vera

rielezione

significa escluderli

interpretazione della legge

dell'Accademia diventa metafora di una pi ampia concezione di


corretto
civile.

comportamento

Quando

gli

esistenziale,

non

solo intellettuale

appare scontato che Crescimbeni

riuscir

ma
con

anche
i

suoi

mantenere un adialettico quanto ottuso status quo, RolliEulibio sferra un ultimo attacco al Gran Custode e a ci che egli
traffici a

rappresenta. In

stile

pi laconico

d'arte o d'Eloquenzia
barocca), cos espone

contro

il

(in

ai

Sor Canonico

membri

con

riverenzia

Rolli significativa

e cos

riuniti

anche

ma senza fuoco
la

dell'Accademia

denuncia pure

il

Stassi

con

tal

poter tanto dispotico,

contegno, e con

Che pi superbo
Il

tal

boria,

un tiranno gotico
fumo, e vanagloria:

di

capo ha pien di

Io piuttosto vorrei tapino, e zotico

Gire a cavar col naso

Che

in

la

Cicoria,

Arcadia giammai vivere pi

A modo d'Uom

venduto

sua

ragione

suo primo esplicito im-

pulso centrifugo a fuggire dalla gabbia arcadica:

Comanda con

tensione anti-

la

in servit. IV, 52

UNA CROCIATA SETTECENTESCA

Il

giorno dell'Adunanza decisiva

ancora una volta riconfermato


le

non

Eligito.

essere

Chi

uomo

tirato dal

potere

il

il

cui esito avrebbe

Custode ed

suoi proseliti,

senno e dall'amor della ragione,/ Per

stolido stimato.. (IV, 75), schierato contro

forzati dall'ignoranza e dalla


saria

e gi decisa

fazioni sono infine chiamate a votare sul significato dell'In Or-

due

dem

al

anche a sostenere

la

fede evangelica,

e,

D'Iddio

l'alta

Potenza, e

estremo monito a tanti abati

il

Frati

ragione neces-

applicare

suoi stolidi

ai

suoi Misteri (IV, 63).

letterari ,

Dopo un

trionfo di Crescimbeni

l'Adunanza di Palazzo Pamphilj proclamer


sine quibus non l'Arcadia [rjesista:

vincitrici le

al-

conditiones

Regno d'Ignoranza

Arcadia, Arcadia

Nemica

la

ancora una volta, Crescim-

beni viene condannato perch abituato a


pensieri,/

Ma

passione (IV, 75).

di virtute, e di bontate

Ch'oggi hai per

Istituto, e

per usanza

Opprimer colla fraudc l'onestate,


E tal contro ragione usi baldanza.

Che

vergogna

fai

Ch' per

Da

a questa nostra etate,

divenuta et di Loto

farne anche arrossir, e l'Unno e

(Mi limito solo a segnalare qui

la

il

Goto. IV, 80

tanto settecentesca stoccata contro

il

nelle lettere, presente nel verso che chiude l'ottava).

Barbarismo

L'esito della votazione corona gli sforzi di chi vuole continuare a gestire

il

gioco

pastorale.

Un

gioco

religiosamente amministrate da
tiene

il

le cui

chi,

regole

come

vanno rigidamente e
Sor Canonico, de-

il

potere.

Potere in gioco e gioco per

ancora affascinante

il

potere. Nelle primissime pagine del suo

Homo Ludens (quelle

dedicate alla similitudine

tra

rito e gioco), Johan Huizinga individua nella seriet una possibile qualit del gioco, e si domanda: Un rituale massima e sacrosanta seriet.
Pu nondimeno essere gioco allo stesso tempo? 2. Riprendendo tale

interrogativo,

linda Ludens
est

W.

K. Wimsatt, nel suo saggio del 1973 intitolato Be-

su The

Rape ofthe Lock, prosegue:

to invest literature with the colors of the

represented

is

and burnish,

is

perhaps

game when

courtly, artificial, ritualistic, playful.

a high degree of intensity

It is

Such

life,

easi-

the

life

lived with

a game''^^. Solo in

un

certo

CARTE ITALIANE

22

senso possiamo adattare tale intuizione

Giammaria. L'Arcadia

come

cos

beni e dai suoi discepoli, con

le

al

gioco di forze presente nel

era concepita e professata

sue

sacre

da Crescim-

leggi e le sue celebrazioni,

un rituale-gioco; ma un rituale per peculiare e quasi


significato, quando le sue stesse regole venivano infrante e le

costituiva in effetti

privo di

sue leggi profanate, proprio per conservarlo e per mantenerne inalterato


l'assetto.

Un

gioco alla rovescia, o

un gioco che

nientamento, un gioco che trae forza dalla sua


gioco

comunque drammatico

ideale

correre

comunit

un

/'/T

culturale;

autonomo

nasce dal suo stesso anstessa dis-funzione;

un

per chi concepisse una diversa idea di

un gioco

inaccettabile per chi volesse per-

e rigoroso di ricerca e creativit letterarie. L'in-

vocazione conclusiva del Giammaria acquista da questa angolazione


valore di

una dolorosa

il

e necessaria profezia:

Insegna, nome, e Leggi cangeranno

Non per forza, per fraude o per viltate.


Ma perch in avvenir goder vorranno
Il

frutto della loro libertate,

E molti

savi

ingegni sorgeranno

Per odio delle vostre ragazzate,


I

quai partendo pieni di disdegno,

La peste fuggiran del vostro Regno. IV, 118

Alcuni accademici, per

doneranno

il

Bosco Parrasio

fuggire
e

il

Regno

di Crescimbeni,

suoi rituali per costituire prima

la

abban-

Nuova

Arcadia, e poi l'Accademia dei Quirini. Altri, quasi a frapporre una


ancora maggiore, geografica distanza con l'Arcadia, partiranno per sedi
lontane. E

si

lasceranno alle spalle cos non solo

pure San Pietro e Palazzo Pamhilj

il

il

Bosco Parrasio,

ma

Circo Agonale e l'Aracoeli e

il

Tevere. Tra questi, Paolo Rolli.

Francesca Santovetti
University

of California, Los Angeles

Notes:

1.

Riporto

Memorie

il

testo cos

come compare

della Vita di Paolo Rolli

in

una nota

a pie' di

pagina (pag.

3) delle

La prima breve biografia di Rolli premessa

alla

23

UNA CROCIATA SETTECENTESCA

>>

sua opera Marziale in Albion pubblicata postuma a Firenze per


cesco

Moucke

Mariani a suggerire

E'il

2.

che precede

lettori

poema,

il

tre fasi nella

(1711),

stampatore Fran-

seconda

la

(1714), e l'ultima

riflette

che una prima fase

momento

il

una aggiunta databile

Cardinale Lorenzo Corsini

al

composizione dell'opera. Nella dedica

ai

pagine 6-7, Mariani dimostra convincentemente

alle

basandosi su alcuni dati presenti nel testo


crisi

lo

nel 1776.

della nascita della


agli

contemporanea

Accademia

alla

dei Quirini

anni subito successivi all'elezione del

Pontificato (anni 1730 e seguenti). Tutte

le

mie

citazioni

provengono da questa edizione.


3.

G.

L.

Moncallero, l'Arcadia, Firenze: Olschki, 1953. Nella nota a pag. 138

callero giudica categoricamente


4.

parte
5.

G. Natali,

Il

II,

pag. 836.

A.

Quondam,

Settecento

il

poema

Stona Letteraria

in

di Petrosellini

n eroico n comico

Mon.

Milano: Vallardi, 1955,

d'Italia,

Cultura e Ideologia di Gian Vincenzo Gravina. Milano: Mursia,

1968, pag. 278 e pp. 295-7.


6.
7.

A.A.V.V. Rime degli Arcadi, Roma: De' Rossi, 1747, tomo X, pag. 88.
A.A.V.V. Componimenti de' Signori Accademici Quirini, ^otclz.: Salvioni, 1730,

pag. 93. L'encomio a Papa Corsini contenuto in questa raccolta


tave (ad

poema,

esempio IV, 113-125) celebrative dello

//

Giammaria o L 'Arcadia

Liberata.

stesso

si

riallaccia a tante ot-

Clemente XII, presenti nel

Anche Niccol

Forteguerri nel Ricciardetto

dedicher numerose ottave all'encomio della famiglia Corsini e a Papa Corsini. Vedi

N. Foneguerri,

XXX, 7

Il Ricciardetto, Firenze: Salani,

1931: canto XXIII,65 e seguenti, e canto

572-4; pp. 710-13). La costante attenzione da parte di alcuni


accademici per Lorenzo Corsini si spiega attraverso la protezione da quest'ultimo
e seguenti (pp.

sempre accordata

a poeti e letterati dell'Arcadia e

dell'Accademia dei Quirini. Palazzo

Corsini, ad esempio, dava letteralmente asilo alle loro riunioni, rappresentazioni teatrali,

8.

pubbliche letture

ecc.

A.A.V.V. Componimenti

Poetici di Diversi Pastori Arcadi,

Roma: De'

Rossi,

1711, pp. 33-41.


9.

Vedi G. Natali,
Cfr.

10.

con

il

op.cit.. parte

II,

pag. 1048.

testo della lettera di Niccol Forteguerri

ad Eustachio Manfredi

premessa a numerose edizioni del Ricciardetto. Nell'edizione del 1918 (Milano:

Istituto

Editoriale Italiano), pp. 60 e seguenti. In questa lettera Forteguerri esplicitamente

promette di
ad elogiare

mescolare

un ben

l'unico fra noi,

il

lo stile di

quale

Berni Pulci e Ariosto, e torna con insistenza anche

Poema L 'Italia

fatto
si

Forteguerri dedic a Petrosellini

1 1

Liberata del Trissino, che a

accosti alla perfezione del


il

XVI

Poema

mio giudizio

(ariostesco)

dei suoi Capitoli, e Petrosellini forn a

Forteguerri alcuni argomenti del Ricciardetto.

Vedi

12.

contro

questo proposito nel Ricciardetto, Canto

corrotti ordini monastici e contro la curia

XX,

romana,

le

ottave 56-58 e 93-98,

e tutte le tirate anticlericali

contenute nel Canto IV del Giammaria


13.

mica

Come
ci

nel caso del

Giammaria

e del Ricciardetto

giunta attraverso titolazioni affidate al

nome del

una lunghissima

nome o

alla

protagonista: Orlando Innamorato. Orlando Furioso.

linea eroico-

parodizzazione del

Morgante

ecc.

CARTE ITALIANE

24

E questo

14.

tutto

il

poema

cioso, debole,

pu

si

(vedi ad

verificare attraverso le connotazioni tipiche di

esempio

doppio, pavido,

1,7; 1,10; 1,14 ecc.):

15.

Nell'avvertenza

di aspetto scherzevole,
naturali, di caratteri

predizione del di

ai lettori

non

veramente de'

lei

poema,

del

che

femminili

cos

un quadro

Crescimbeni

il

in

conigiano, capricverificare se

Gozzi:

storico del

nostri giorni, della

finale destino

Rimane naturalmente da

facile al pianto.

queste connotazioni siano poi tipicamente

Giammaria

mia

La Marfsa Bizzarra, poema

costume corrotto,

di ritratti

patria infelice e un'allegorica

In Letterati Memorialisti e Viaggiatori del Sette-

cento, a cura di E. Bonora, Milano: Ricciardi, 1951, pag. 188.


16.

Mi

riferisco

qui non solo

notissima lettera di Gravina a Scipione Maffei in-

alla

titolata Della Divisione d'Arcadia, lettera

pure a quella riportata da A.

Quondam

da Gravina a Lodovico Sergardi


17.

ma

16 agosto 1711.

il

In questa direzione illuminante

cenzo Gravina, breve post-fazione

ad un amico, Napoli: Mosca 1711;

nell'opera sopra citata (pag. 291), e inviata

al

il

Discorso di Bione Crateo ossia Gian Vin-

Giammaria

(pp. 8-12).

proposito del concetto

non
debbano dolere del ridicolo, donde questo poema tessuto, perch l'azione ridicola non nasce da invenzione favolosa del poeta, ma dalla reale operazione di quelle

di ridicolo

Gravina rivolgendosi

ai

Regolatori d'Arcadia

auspica che questi

si

persone che seriamente trattano

Monarchia

la loro

adunanza, secondo l'idea di una vera

Lo statement graviniano polemicamente condanna

dei crescimbeniani, che, sola, determina

il

la reale

tono ridicolo del poema

grande

operazione

( reale

qui

si

pu

intendere nella doppia accezione di non-fantastica, vera, e di regale).


18.

titolo del saggio :

Il

braio del

New

Yorker,

come

civilized voice

The Education of a Genius 1688-1728.

and Afterwords, New


19-

...

il

Tanto

York:

A.

il

Rolli,

Forewords

1973, pp. 109-124.

di rilievo che ancora pochi anni fa A.

le

apparso nel numero del 22 feb-

Quondam

scriveva:

che non solo chiese

violazioni della legge

la

Nel poema

convocazione del-

compiute dal Custode Crescimbeni,

cerc di rendere la divisione inevitabile, di procurare la frattura a tutti

Quondam,

lettura del

Rolli fu

ed

L' articolo stato poi raccolto in

Random House,

protagonista dello scisma fu

l'assemblea denunciando

ma

recensione del libro di Peter Quennell Alexander Pope:

vizio

op.cit., pag. 296. Tale giudizio va rivisto per attraverso

poema,

del quale

Quondam

confessa di

costi .

una attenta

non occuparsi approfonditamente.

fondamentale nella scissione soprattutto perch da lui viene denunciato il


arcadico: consistente sul piano pratico in corruzione clientelismo e mancanza

di scrupoli, e su quello poetico

pi significativamente nella mancanza di autentica

ispirazione e di valore letterario.

Homo Ludens, Torino: Einaudi, 1946, pag. 37.


New Literary History, Charlottesville: The University of Virginia

20. J. Huizinga,
21.
v.

In

IV, pag. 370.

Press, 1973,

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