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di Brunetto Latini
Edizione di riferimento:
IL FAVOLELLO
Forse lo spron ti move
che di scritte ti pruove
di far difensa e scudo;
ma se del tutto niudo,
ch tua difensone
somente di ragione,
e fllati drittura:
chuna propia natura
ha dritta benvoglienza,
che riceve crescenza
damore ogni fata;
e lunga dimorata
n paese lontano
di monte n di piano
non mette oscuritate
in verace amistate.
Dunque pecca e disvia
chi bono amico obria,
ch ntra li buoni amici
son li diritti ofici
volere e non volere
ciascuno, e atenere,
quello che laltro vuole
in fatto ed in parole.
Questa amist certa;
ma de la sua coverta
va alcuno amantato
come rame indorato.
Cos in molte guise
son lamist divise,
perch la gente invizia
la verace amicizia:
chamico che maggiore
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a te mai dispiacere:
ch la gran conoscenza
che n te fa risedenza
fermat a lunga usanza,
mi dona sicuranza
comio ti possa dire
e per detto ferire.
E ci che scritto mando
cagione e dimando
che ti piaccia dittare
e me scritto mandare
del tuo trovato adesso:
ch l buon Palamidesso
mi dice, ed ho creduto,
che se n cima saluto;
ondio me nallegrai.
Qui ti saluto ormai:
e quel tuo di Latino
tien per amico fino
a tutte le carrate
che voi oro pesate.
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