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E. Cortese
Chiamiamo strada vecchia quella che stata chiamata nuova teoria documentaria e che sommariamente si fa risalire a J. Wellhausen. Col tempo, si sa, tutto invecchia. Ma non tutto ci che invecchia da buttare. Lo
diciamo subito, per giocare fin dallinizio, come si suol dire, a carte scoperte.
E stato De Wette a fornire il cosiddetto punto di Archimede, su cui far
leva per dare la definitiva datazione dei documenti scoperti nel Pentateuco.
Il punto di Archimede il Deuteronomio. Studiandone la legislazione e
confrontandola con le relative prassi cultuali descritte in JE e in P, si capovolto lordine cronologico dei documenti. La precedente teoria documentaria riteneva infatti P il pi antico; ma dopo De Wette si considerarono
come i pi antichi J ed E e come ultimo P. Il deuteronomico punto di
Archimede permetteva anche di datare JE come anteriori al 620, epoca
giosiana della scoperta di quello che si ritiene il primitivo Codice deut.
Ecco cos la nuova teoria documentaria.
Oggi molti la ritengono vecchia e da buttare e preferiscono nuove strade. Tra queste noi ne prendiamo in considerazione solo una, quella che sembra aver ottenuto pi successo negli ultimi anni e che fa capo a R. Rendtorff.
Le radici della sua teoria, che noi chiamiamo strada nuova, ci spingerebbero molto in s nel tempo. Noi ci limitiamo a ricordare H. Gunkel,
che, a fianco della ormai tradizionale critica letteraria, cominci a proporre
un nuovo metodo di studio del Pent.: quello della critica delle forme o storia delle forme. Questo nuovo metodo ha suscitato entusiasmo, perch
sembrava che offrisse la possibilit di risalire oltre la data dei documenti
del Pent., verso lepoca storica dei fatti ivi raccontati.
Effettivamente, se usato con equilibrio e non in contrapposizione al precedente, il metodo di Gunkel ci aiuta ad intravvedere qualcosa al di l dellepoca dei pi antichi documenti, che sono datati, tuttal pi, al tempo di
Davide e non prima. Ma se viene applicato sistematicamente e radicalmente, esso ottiene lo stesso deleterio risultato che ottiene un bambino quando
smonta un giocattolo e non pi capace di metterne assieme i pezzi 1.
1. E. Cortese, Il Pentateuco oggi: la teoria documentaria in crisi?, ScC 111 (1983) 83.
LA 43 (1993) 71-87
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Il metodo impazzito
Rendtorff ingigantisce a tal punto la difficolt di combinare assieme i nostri due metodi, da affermarne lincompatibilit. Di conseguenza rivendica
2. E. Blum, Die Komposition der Vtergeschichte (WMANT 57), Neukirchen-Vluyn 1984;
Idem, Studien zur Komposition des Pentateuch (BZAW 189), Berlin - New York 1990.
3. Verdoppelung: Blum, Die Komposition der Vtergeschichte, 464 e nota 6 ivi.
4. R. Rendtorff, Literarkritik und Traditionsgeschichte, EvTh 27 (1967) 138-153.
5. R. Rendtorff, Das berlieferungsgeschichtliche Problem des Penteuch (BZAW 147),
Berlin - New York 1977.
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La confusione deuteronomistica
Questi risultati trovano una spinta ed una conferma in quella che chiamiamo confusione deuteronomistica, cio nella tendenza a ritenere esilici nel
Pent. tutti quei fenomeni stilistico - letterari che si incontrano specialmente
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nel Deut e nei successivi libri da Gs a Re e che vanno sotto il nome di letteratura deuteronomistica. A questa confusione si giunge sulla scia di
Noth, anche se non ne va addossata a lui tutta la colpa. Egli consider opera unitaria tutti i libri indicati, da Deut a Re, che costituirebbero lOpera
dtr, separata dal Tetrateuco 7. Siccome la storia narratavi termina appena
dopo la distruzione definitiva di Gerusalemme, si finisce per ritenere esilica
tutta la letteratura dtr. Questa la confusione deleteria di cui parlavamo,
che spinge molti esegeti di oggi a ritenere che anche i racconti non sacerdotali del Pent. siano composti non prima dellesilio.
Ormai sembra assodato che dellOpera dtr una prima edizione stata
fatta prima dellesilio, forse al tempo di Giosia, cos come al tempo di
Giosia si fa risalire una edizione del nucleo del Deut, edizione che, probabilmente, non neanche la prima 8. Sicch oggi bisognerebbe essere pi
cauti nel presentare come conferma della strada nuova negli studi del Pent.
la tesi della datazione esilica della letteratura dtr. Questo infatti potrebbe
essere semplicemente la somma di due errori: il sistema impazzito della
Formgeschichte e la confusione dtr. Se si tratti di somma di errori o di vera
scoperta lo si dovrebbe gi capire dai risultati.
Infatti la nuova moda degli studi sul Pentateuco diventata come una
marea o inondazione che sommerge tutto. Come un torrente uscito dagli
argini, essa ha provocato un allagamento, la redazione esilica dtr, da cui
emergono soltanto qua e l tetti o comignoli e qualche campanile o torre,
pezzi pre-esilici isolati. Si finisce per ritenere che prima dellesilio non ci
fossero racconti scritti. Non solo non cerano documenti storiografici, ma
neanche testi profetici consistenti, neanche i salmi e la prima fase della letteratura sapienziale. Lassurdo che questa moda ammette, bont sua, lesistenza di istituzioni pre-esiliche, quali la monarchia e il tempio; ma i
documenti che da esse dovrebbero essere logicamente scaturiti sarebbero
invece sorti quando le istituzioni non cerano pi o erano fortemente
debilitate!
Chi conosce la storia postesilica sa che solo con Neemia, nel 450, e
forse solo nel sec. 4, nel quale probabilmente va collocato Esdra, si pu
parlare duna qualche ripresa della vita del popolo superstite. Ma, stando a
Lust (eds), Pentateuchal and Deuteronomistic Studies. Papers Read at the XIIIth IOSOT
Congress Leuven 1989 (BETL 94), Leuven 1990, 179-190. Si veda ora H. D. Preuss, Zum
deuteronomistichen Geschichtswerk, ThR58 (1993) 385-395, le pagine di bilancio finale
della lunga rassegna.
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i legami del regno del Nord con gli Aramei, e viene ampliata con Gen 34;
38; 49 e con tutta la storia di Giuseppe, per tacere di altre piccole aggiunte.
Data di questa ulteriore elaborazione linizio del sec. VIII.
Nella seconda parte (pp. 251-458) del voluminoso lavoro si descrivono
le due ultime fasi della formazione di quella che diventa finalmente la Storia dei Patriarchi, perch l che si aggiungono i racconti su Abramo e Lot
(Gen 18; 19; e 13. Non compare ancora Gen 12,1-8!). Ed l che compaiono le prime promesse: 28,14 a beta e 13,14-17. Questa prima fase della
formazione della storia dei Patriarchi tutti insieme sarebbe del periodo immediatamente successivo alla distruzione di Samaria, nel 721. Ma linflazione delle promesse della terra e della numerosa discendenza (12,1ss;
21,13.18; 26,1ss; 31,13...), Gen 16 e 26 nella loro sostanza, 12,10-20, lo
stesso sacrificio di Isacco (Gen 22) e le numerose notizie di pellegrinaggio
o itinerari le avremmo solo in unulteriore tappa, quella dtr esilica. Ma
questa non lultima fase dtr. Solo pi tardi infatti si opera redazionalmente
lulteriore e pi ampio collegamento della storia dei Patriarchi con Gen 111 (qui Blum segue Crsemannn) e con Es-Num! Giacch, a quanto pare,
il tema della promessa della terra e quello delluscita dallEgitto e della
marcia verso di essa non potevano ancora considerarsi collegati!
Cos coloro che deprecavano la moltiplicazione degli strati J o E o P
nel Pent. (e tra essi Rendtorff!) sono serviti. Noi non ci proviamo neppure
ad enumerare esattamente lelenco delle successive composizioni o redazioni di composizioni che in questo lavoro di Blum si vogliono evidenziare.
La terza parte (pp. 459-506) una specie di appendice. Egli vi mette,
in particolare, la discussione del criterio critico-letterario dei nomi divini,
su cui Rendtorff aveva prudentemente taciuto, e la negazione dunorigine
dei racconti patriarcali nellepoca anteriore alla monarchia, cosa che, invece, molti, e specialmente Noth e Westermann, hanno sostenuto e mostrato.
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Della seconda parte (pp. 219-360) dellopera, lesame di KP, che per
noi il documento sacerdotale, diciamo soltanto che questo mantenuto
accuratamente distinto dalla composizione D. Daltra parte KP non sarebbe un documento indipendente. Non sarebbe neanche una nuova redazione
del tutto, ma, anchesso, una vera composizione: una tesi per noi enigmatica, che, probabilmente, solo i seguaci della strada nuova capiscono.
Egli fa notare anche qui i grandi difetti della teoria documentaria, come se
non fosse da essa che egli assume la distinzione tra le due composizioni
KD e KP. Alla fine delle due parti troviamo rispettivamente unappendice
(Nachtrag) e uno sguardo alle tappe o redazioni successive (Ausblick).
Nella prima (pp. 208-218) Blum fa una critica, ovviamente benevola, a
Rose 13 e a van Seters, due suoi compagni di viaggio nella nuova strada
degli studi sul Pent. Poi, dopo aver asserito ancora una volta e solennemente che il Quellenautor della teoria Documentaria tutta unaltra cosa rispetto al suo Kompositor, ipotizza che lopera di questultimo, gi datata
nel volume precedente appena dopo il 722, sia una vita di Mos; guai per
a chiamarla Redazione JE come faceva Wellhausen! Nello sguardo
prospettico finale, senza fortunatamente azzardarsi a metterle in evidenza,
Blum d un elenco non esaustivo di due tipi di aggiunte, di stile P e D rispettivamente, che sincontrano nel Pent. e che sono state fatte in molteplici tappe: tra quelle, molti testi che comunemente sono ritenuti molto
antichi, come Es 34, che per hanno coloriture dtr sospette e tuttavia non
ha potuto attribuire a KD.
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Blum in quella che abbiamo considerato unappendice della prima opera tratta ampiamente la questione dei nomi divini (pp. 471-475) e fa ogni
sforzo per annullare il valore di tale criterio letterario per la distinzione dei
documenti del Pent. E in tutto il corso del lavoro liquida largomento dei
differenti nomi divini in maniera a dir poco superficiale.
Che ci siano dei passi dove difficile applicare tale criterio fuori dubbio. Ma nella maggior parte dei casi, potremmo dire nell80 %, e collegandolo con quello dei doppioni, esso resta un criterio sicuro. Basti pensare
alla distinzione che Blum stesso e tutti quelli della strada nuova fanno tra
P e il resto del materiale del Pent. Non forse perch ci sono due racconti
paralleli o doppioni, p. es. quelli della creazione (in Gen 1s) e dellalleanza
con Abramo (Gen 15 e 17), nei quali si usano differenti nomi divini, che si
scoprono due storie parallele? Se si trattasse solo di due storie, J e P, il criterio sarebbe valido al 100 % ! Come mai nella scuola di Rendtorff ci si
dimentica di questo?
Ci si dimentica inoltre che nel Pent. abbiamo tre codici di leggi paralleli:
quello dellAlleanza in Es 20-24, di Santit in Lev 17-26 e quello di Deut.
Non si deve forse dedurre da ci lesistenza di documenti paralleli? Applicare la Formgeschichte in maniera giusta allo studio di questi codici non significa confonderli uno collaltro, come fossero tre opere duno stesso
autore, ma in ognuna di esse, accuratamente separata e diversamente datata
con i criteri letterari, significa tracciarne poi separatamente la storia della
formazione. La stessa cosa si deve fare con i documenti completi del Pent.
Che si debba poi separare il piano letterario da quello della tradizione
precedente lo hanno inconsciamente riconosciuto, ma solo nel trattamento
di P, anche i seguaci della strada nuova. Le dichiarazioni programmatiche
di Rendtorff, a proposito dello studio di P nel suo libro citato, facevano
temere il peggio e rizzare i capelli 14. Ma finora esso, sia che lo ritengano
documento a s stante e sia che lo ritengano ulteriore redazione del Pent.,
ha resistito allo spappolamento.
Come dunque nella stessa scuola di Rendtorff ci si limitati a studiare
la storia delle tradizioni a monte di P, cos sarebbe stato necessario che la
cercassero a monte dellaltra parallela storia del Pent. E deludente, invece, vedere come se la sbriga Blum a monte dei documenti del Pent., a proposito della storia pre-israelitica della formazione delle tradizioni: mezza
pagina in tutto, delle oltre 500 del suo studio! Un altro motivo che spinge
molti alla strada nuova e alle sue disastrose conseguenze la confusione o
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20. S. Boorer, The Promise of the Land as Oath. A Key to the Formation of the Pentateuch.
(BZAW 205), Berlin - New York 1992.
21. E. Cortese, Recensione di K. Berge, Die Zeit des Jahwisten. Ein Beitrag zur Datierung
jahwistischer Vtertexte (BZAW 186), Berlin - New York 1990, in LA 42 (1992) 411-413.
22. H. D. Preuss, Ich will mit dir sein!, ZAW 80 (1968) 139-173.
23. Berge, Die Zeit des Jahwisten, 203ss.
24. O. H. Steck, Gen 12,1-3 und die Urgeschichte des Jahwisten, in Probleme biblischer
Theologie. Fs. G. von Rad, Mnchen 1971, 525-554.
25. Berge, Die Zeit des Jahwisten, 259ss.
26. Berge, Die Zeit des Jahwisten, 286-310.
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rale del problema, si potevano considerare dei sondaggi, per quanto importanti30.
Cos nel cap. 2 (pp. 129-202) la Boorer esamina Es 13,3-16, legge su
pasqua, azzimi e primogeniti, dove i vv. 5 e 11 contengono la nostra formula di giuramento per la terra. Mette la pericope a confronto, da una parte con 12,29-39, il racconto pi antico su morte dei primogeniti, partenza
dallEgitto e azzimi, e dallaltra con 12,21-27, legge sulla pasqua posteriore ai due brani precedenti e, a sua volta, anteriore alla analoga legge di P
(12,1-20: legge su pasqua e azzimi: lordine ormai capovolto e la legge
dei primogeniti sparita con le sue relative notizie successive (12,28.40s).
Tra laltro si d anche la dimostrazione che P un documento indipendente e non una redazione del materiale o dei documenti precedenti. Con essi
P stato cucito assieme dopo; e le posteriori precisazioni sulla celebrazione della pasqua in 12,42-51 lo dimostrano.
Una volta stabilite le fasi della formazione di questi racconti, precisando pure che il vocabolario di Es 13, 3-16 non completamente dtr,
viene il confronto decisivo. Prima con Deut 6,8.10.20s, esortazione generale allosservanza dei comandamenti, amplificata rispetto a quella
particolare sulla pasqua, che abbiamo in Es 12,26. In Deut 6 essa
generica e perci posteriore anche a quella che abbiamo in 13,3-16. Poi
c il confronto con Deut 16,1-8, la vera legge dtr parallela su azzimi e
pasqua, che sembra parallela e contemporanea ai rifacimenti subiti in
Es 34 nei vv. 18-20 a proposito della stessa legge degli azzimi (quella
di pasqua l assente). Il confronto mostra che in Deut 16 che la
pasqua probabilmente attaccata agli azzimi, mentre quella dei primogeniti, rispetto a Es 34 staccata (anticipata: 15,19-23). Deut 16 rappresenta uno stadio in cui avvenuta una miglior fusione dei tre
elementi. Perci posteriore a Es 13,3-16.
Il confronto dei testi completato con la considerazione di altri (Lev
23,5-8 e Num 28,16-25; 3,11ss.40-51; 8,14.18; 18,15-18 e 2Cron 30 e 35,119), che per noi sono meno importanti, e con unappendice sulle opinioni
circa la storia della pasqua.
Il terzo capitolo (pp. 203-325), tra quelli dellanalisi, il pi lungo e
importante. E dedicato particolarmente alla preghiera dintercessione di
30. Come abbiamo detto sopra. Un altro lavoro che meriterebbe considerazione quello di
A. Schart, Mose und Israel im Konflikt. Eine redaktionsgeschichtliche Studie zu den
Wstenerzhlungen (OBO 98), Freiburg Schw. 1990, che Boorer non tiene ancora presente.
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Mos dopo il peccato del vitello doro, narrato in Es 32s. Di preghiere dintercessione ce ne sono almeno tre. La nostra formula contenuta nella prima (32,13) e nellordine successivo di partenza dal Sinai (33,1).
La prima preghiera, che abbiamo in Es 32,7-14, altro brano non completamente dtr, chiaramente posteriore al racconto primitivo (basic narrative). Questo costituito, salvo piccole modifiche, da Es 24,12-15a.18b;
31,18; 32,1-6.15-24.30-35; 34,1-8.10-28, dove in 32,31s abbiamo la primitiva preghiera dintercessione. La terza, che fa parte di pochi altri brani
probabilmente anteriori a 32,7ss (tra essi, p. es., lampliamento della
teofania antica in 34,6s), contenuta in 32,30-34 e precede la notizia del
castigo divino di 32,35, dopo la quale abbiamo lordine della ripresa della marcia. Nel racconto primitivo la rottura delle tavole da parte di Mos
non si compone bene con lordine divino di farne altre due e la preghiera
dintercessione non ha molto successo. E Jahweh che, quasi in opposizione a Mos, non vuol far naufragare la storia di salvezza del popolo.
La preghiera dintercessione inserita in 32,7-14 vuol spiegare meglio il
paradosso: la storia di salvezza si regge in piedi grazie al giuramento fatto
ai padri.
Ed eccoci al confronto con il testo parallelo di Deut 9,7-10,11, in cui, a
detta di molti autori e seguendo Lohfink, Boorer definisce tardivi 9,7s22ss
(oltre alle glosse 9,20;10,6s.8s); tali aggiunte infatti rivelano una visione
pi pessimistica e quindi la prospettiva dellesilio. Il confronto col testo
primitivo del Deut (pp. 307-320) mostra che la preghiera dintercessione
di Mos rievocata in Deut 9s dipende da Es 32ss, non solo dal testo base,
si noti bene, ma anche dalla nostra aggiunta 32,7-14 e 31,1-3. Non possiamo riportare qui in esteso limportante dimostrazione. Ricordiamo soltanto
che nel testo primitivo di Deut 9s compaiono cenni ciechi (blind motivs) i
quali senza i testi di Es 32s, testo base ed ampliamento, non si possono
spiegare. Le aggiunte in Deut 9s, poi, corrisponderebbero alle parti (dtr?)
del racconto della riforma di Giosia (2Re 23,6.12). Si stabilisce cos una
pi specifica scala cronologica, che ci permettiamo di precisare meglio rispetto al lavoro che stiamo esaminando: il testo primitivo di Deut 9s
giosiano (620 a.C.), Es 32,7-14 pre-giosiano e le aggiunte pessimistiche
in Deut 9s sono esiliche.
Lultimo cap. dellanalisi della Boorer, cio il cap. 4 (pp. 327-425),
dedicato a due brani differenti del libro dei Num, quello che narra il rifiuto
del dono della terra (Num 13s) e quello che tratta dellinsediamento in
Transgiordania di Ruben-Gad, con lobbligo per i loro guerrieri di partecipare alla conquista della Cisgiordania (Num 32). Nei due racconti abbiamo
ancora la nostra formula di giuramento: in 14,23a e 32,11.
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Se il primo brano non richiede tante pagine come quelle richieste per
Es 32,7-14 nel cap. precedente, il secondo ne richiederebbe forse di pi,
ma bisognava pur dare un taglio a tante diramazioni della ricerca. Con la
inevitabile conseguenza di rendere questo capitolo un po lacunoso. I suoi
risultati nella sostanza sono per sicuri come quelli dei capitoli precedenti.
E cio che la preghiera dintercessione di Mos dopo la colpa del rifiuto
della terra (Num 14,11b-23a), brano posteriore al racconto base, parallelo
a quello sacerdotale, sulla linea di quella fatta dopo la colpa del vitello
doro, sia nello stile che nel contenuto. Le differenze che Boorer vi riscontra (pp. 358-363) non sono per, a nostro avviso, cos grosse da far supporre due fasi redazionali differenti e si spiegano bene tenendo conto che
quella di Num posta come sviluppo della precedente, in una successiva
tappa del viaggio nel deserto e in circostanze differenti.
Anche il nuovo confronto con il testo primitivo e parallelo di Deut 9s
(pp. 363-367), se cos, risulta un po inutile. Comunque, questultimo testo si conferma posteriore.
Invece importante il raffronto con Deut 1,19-2,1 (pp. 386-397), che
con lepisodio di Num 13s veramente parallelo. Boorer ricorda che in
esso Deut 1,21.31a.37s (ivi compare Giosu come salvato dal castigo assieme a Caleb, in parallelismo al racconto sacerdotale di Num 13s) 39a e
46 sono comunemente ritenuti posteriori al testo base. E mostra che questo
dipende dal racconto pre-sacerdotale di Num 13s, non solo dal suo testo
base, ma anche dallamplificazione costituita dalla nostra preghiera dintercessione31. Un punto discutibile, qui, sembra quello di voler sottilizzare
sui rapporti tra lo strato tardivo di Deut 9s (9,23) e quello tardivo di Deut
132. Basta dire che sono esilici entrambi.
E allora, tenendo conto delle nostre osservazioni, il risultato raggiunto
che allorigine abbiamo sullo stesso piano cronologico e teologico Es
32,7-14 e Num 14,11b-23a, testi pre-dtr. Seguono Deut 9,12ss e 26-29 e, a
nostro parere sullo stesso piano, 1,19s.22-30.31b-36.39abb-45;2,1, testi dtr,
del tempo di Giosia. Infine abbiamo Deut 9,23 e assieme ad esso
1,21.31a.37s39a alfa.46, testi dtr esilici. Invece Boorer intravvede gi almeno 4 tappe33.
31. Boorer, The Promise of the Land as Oath, 386-398; alla fine c una critica severa alla
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34. Sul quale versetto, dunque non si dovrebbero fare altre discussioni, come invece si fanno a p. 409ss. o 413, nota 130.
35. E di lavori come il nostro Josua 13-21. Ein priesterschriftlicher Abschnitt im
deuteronomistichen Geschichtswerk (OBO 94), Freiburg Schw. 1990, che si accorda perfettamente con i risultati di Boorer.
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Oltre alle lievi correzioni proposte al lavoro di S. Boorer qui presentato, segnaleremmo alcuni errori per lo pi solo tipografici, che, se non andiamo errati, si riscontrano sopratutto nella parte finale, quella da noi
sottoposta a revisione.
A p. 233, allinizio e alla fine, leggere Es 24:12-15a e non 12,12-15a.
A p. 334, nella quartultima linea forse sarebbe meglio mettere 22-23a e
non solo 23a. A p. 45, II, B, 1 leggere forse: follow the... non: follow
re. A p. 360, nella nota 41, staccare le parole ebraiche di Es 34,6
lalpym ns. A p. 396, nota 99, leggere Literaturwerke e non Literaturwers.
A p. 405, alla linea 7 dal fondo (del testo, non delle note), leggere tribes,
non tribe. A p. 418, alla linea 9, mettere Deut 1:19-2:1, anzich Deut: 192:1. A p. 419, alla quintultima linea, noi metteremmo il verbo mss e non
msh. A proposito di Num 14,28a, citato a p. 420, facciamo notare che vi si
usa ns yad, non niba e che, viceversa, alla p. seguente, linea 15, niba
non andrebbe citato. Infine notiamo che M. Wst costantemente citato
Wuste.
Aggiungiamo che a p. 401 alle linee 7s dal fondo (del testo, non delle
note) noi avremmo aggiunto Deut 1,21.31a.37s.39aa e 46 e che nel titolo
messo a p. 291 sarebbe stato meglio e pi perspicuo mettere semplicemente i versetti tardivi: Deut 9,7s e 22ss e le glosse 9,20 e 10,6s.8s.
A parte queste pignolerie, che vogliono solo dimostrare lattenzione e
lapprezzamento con cui il lavoro stato esaminato e alloccorrenza riveduto, pensiamo daver gi detto quanto riteniamo sia importante per la ricerca sul Tetrateuco e sullOpera dtr.
Non resistiamo alla tentazione di concludere con le parole c.v.d. (come
volevasi dimostrare), sigla che usavamo sui banchi delle scuole medie concludendo i teoremi di geometria, e con un rinvio al nostro Da Mos a
Esdra: i libri storici dellantico Israele, del 1985. La linea ivi scelta risulterebbe pienamente confermata, sia per lo studio del Pent e sia per quello
dei libri storici successivi, dal libro di S. Boorer. Esso non , per noi, solo
interessante. Alle sue tesi siamo anche molto interessati.
Enzo Cortese
Professore invitato
Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem