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MARTEDI 14 OTTOBRE 2014

GEOMETRIA

Definizione di angolo

Dopo aver definito la nozione di lunghezza o distanza, che un concetto estremamente intuitivo se pensato in
uno spazio euclideo a tre dimensioni come il nostro, si pu formalizzare, attraverso le nuove conoscenze acquisite,
una nozione di angolo, un altro concetto basilare in geometria euclidea che ci si aspetta dunque di ritrovare nella
geometria degli spazi vettoriali.
In uno spazio vettoriale per esempio, si pu pensare, per analogia, che presi due vettori , (,), si possa
anche definire langolo che questi due vettori formano, definizione che viene data in geometria tramite il seno
ed il coseno dellangolo e la nozione di perpendicolarit che permette la validit del teorema di Pitagora.
Quindi langolo nella geometria degli spazi vettoriali viene definito univocamente in funzione di due elementi, il
, normalizzati rispetto alla norma di m cio .
seno e coseno, che sono i rispettivamente i vettori
e
E possibile ricavare queste espressioni di seno e coseno anche grazie al fatto che in uno spazio vettoriale vale la
disuguaglianza triangolare, e cio che: + = + .

Teorema dei coseni

Esattamente come nella geometria euclidea, si pu dimostrare che il noto teorema dei coseni vale anche in uno
spazio vettoriale.
Per esempio riferendo un triangolo ad un sistema di assi ortonormali, cio per cui, i due vettori della base
sono linearmente indipendenti e tali che il prodotto di un vettore della base per se stesso dia 1, si possono definire
per esempio tre punti A,B,C del piano cos formato come: (, ); (, 0); (0,0) e chiamare , , i
vettori che sono rispettivamente opposti ai lati , , . In questo caso per la definizione di norma, avremo che:
2 = ( )2 + 2 2
2 = 2 cos2 + 2 2 + 2 2
2 = 2 (cos2 + 2 ) + 2 2
= +

La stessa dimostrazione pu essere fatta con due vettori generici , e la loro differenza , potremmo
scrivere che per definizione la norma della differenza :
= = + 2

Confrontando questultimo risultato con quello ottenuto dal metodo di prima possiamo scrivere per confronto che
)
= cos (,
Sapendo inoltre che per , (), riferiti ad una base ortonormale, si ha che:

1
1
=

=1

Tuttavia visto che la base canonica, e quindi le coordinate sono ortogonali, esiste un prodotto scalare, e questo si
esprime come somma di prodotti, quindi tramite il teorema dei coseni si ha che:

e quindi che

, =
=1

(=1 )
, =

ma poich si sa anche che = = , che sempre maggiore di 0, allora si ottiene che:

, =
Decomposizione di un vettore

(= )

, ,

Supponiamo di avere uno spazio vettoriale dotato delloperazione prodotto, (,) e che , 0, allora
ogni altro vettore del piano vettoriale pu essere scritto come = + , dove , . In pratica

un vettore pu essere scritto in maniera unica come somma di due vettori, uno parallelo e uno
perpendicolare ad un vettore dato. Per decomporre il vettore si ragiona generalmente in termini dellangolo, che
si forma tra e , e dei vettori e stessi. Si avrebbe infatti che, per esprimere la componente 1 in termini di
, = lunghezza di (vettore nullo che abbia la stessa direzione di ). Quindi si ha che:

1 =

Inoltre se loperazione non fosse stata definita nello spazio, allora non avrebbe nemmeno senso parlare di
componenti, in quanto mancherebbe completamente la nozione di prodotto da cui successivamente sono discese
le componenti. Allo stesso modo non ha senso per esempio, se , , una base di uno spazio vettoriale a tre
dimensioni, parlare di un qualsiasi vettore dello spazio solo in riferimento al coefficiente di uno di questi
tre vettori, la presenza infatti di un vettore espresso come combinazione della base implica per forza che ci sia tutta
la base e non solo una parte.
In generale quindi la decomposizione di un vettore possibile solo in presenza di uno spazio euclideo, o in
uno spazio vettoriale in cui sia definita una base.

Interazione spazio vettoriale spazio affine

In genere negli esercizi vengono usati principalmente uno spazio vettoriale a tre dimensioni ed uno spazio
affine ugualmente a tre dimensioni, definiti tramite una base canonica e, che sia ortonormale. In queste

condizioni generalmente si ha che un vettore viene definito nella forma , e la base canonica viene definita

1
0
0
come , dove = 0 , = 1 , = 0.
0
0
1

Inoltre lo spazio affine e lo spazio vettoriale possiedono entrambi un punto di riferimento, lorigine degli
assi (o) per lo spazio affine, e il vettore nullo (0 ) per lo spazio vettoriale. Secondo le regole precedenti sul piano
pu essere espresso rispetto alla
affine e vista al scomposizione dei vettori, si ha anche che un qualsiasi vettore

sua base canonica come


= ( ) + ( ) + ( ) , e la distanza (P,Q) del piano
, e cio:
= ( ) + ( ) + ( ), la quale
affine diventa quindi la norma di
ovviamente, come ci si aspetterebbe, sempre maggiore di 0.

Nello spazio affine A, tuttavia, non esistono solo punti e piani, ma anche figure pi complesse, chiamate
sottospazi, che prendono il nomi di variet lineari, e sono sempre oggetti che vengono definiti con una forma
del tipo = + in cui , . Una variet lineare quindi sempre data dalla somma tra un punto
dello spazio A ed un sottospazio vettoriale di V.
Per esempio una variet lineare potrebbe essere formata da un punto P sommato a tutte le somme di vettore, e
cio da + , che descrive lequazione di una retta nel piano affine. Applicando inoltre gli stessi spazi
vettoriali a punti diversi, si determinano oggetti simili che risultano paralleli tra loro. Per esempio definendo
una variet lineare come:
= + ,
Questa origina tutti i piani affini passanti per P, che hanno come spazio direttore lo spazio , .

Esercizio 1

(),
Sia 3
lo spazio vettoriale di equazione 2 + 3 = 0, cio lo spazio dei vettori che soddisfano

1
lequazione precedente. Dato 0 = 1, trovare lequazione della variet lineare data da 0 + .
2
Risoluzione:
Trovare la variet lineare, in questo significa trovare quellinsieme di punti dello spazio che possono essere trovati
applicando un qualsiasi vettore di al punto 0 . Allo stesso modo si pu pensare che tutti i punti P che si
vogliono trovare sono quelli tali che 0 sia un vettore dello spazio . Si pu quindi imporre che:
2( 1) + ( + 1) 3( 2) = 0

E si ha che quindi tutti i punti che fanno parte della variet lineare sono tali che 2 + 3 = 5.
In questo esercizio si pu anche notare che il vettore di coordinate 2 + 3 che ha per i coefficienti della
variet lineare sicuramente ortogonale a uno qualsiasi dei vettori che soddisfa lo spazio, infatti si ha che, nella
2
scrittura delle matrici, 2 + 3 = 1 ( ) = 0.
3

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