"Tu ci hai redenti con la tua croce e risurrezione: salvaci, Salvatore del mondo". un atto di fede, un'acclamazione di speranza, una preghiera a Ges, morto e risorto. Sentiamo di avere bisogno ancora di Lui, della Sua morte e della Sua risurre- zione, del Suo amore, perch crediamo che solamente amando come ha amato Lui, la nostra vita ha un senso e un futuro. Le persone che sanno amare sono quelle che rendono pi bella la vita, migliore il mondo. Le persone profondamente buone sono le pi importanti della terra, perch sanno dare quello di cui la gente ha bisogno veramente: la bont. Come Ges, morto e risorto che ci dona pace, sicurezza, forza perch ci dona Dio. Abbiamo bisogno di tante cose, di salute, di pane, di lavoro, di tranquillit e di pace, di sicurezza e di forza, ma pi di tutto abbiamo bisogno di Dio. Se avremo gente che sa amare, avremo persone che rendono sensibile e visibile la presenza di Dio tra gli uomini. Come Ges che ha tanto amato gli uomini da farsi "servo di tutti, obbediente fino alla morte e alla morte di croce, perch noi incontrassimo Dio. Amare allora sapersi calare nei problemi degli altri. sacrificare il proprio tempo. aiutare le persone come sa fare Dio. Amare comprendere, perdonare, cambiare il male con il bene, dare senza attendere ricambio, senza stancarsi mai. Amare fermarsi accanto ad ogni dolore, senza passare oltre, trovare il tempo per uno che soffre, mentre manca il tempo per te e per le tue cose. Amare in questo modo rendere presente Dio in mezzo alla gente. Ges risorto, apparendo ai suoi discepoli, li invit ad andare in tutto il mondo ad annunciare il suo Vangelo non solo a parole, ma con il loro amore. l mio, il tuo,il nostro perch la gente incontri Dio. Un impegno e un augurio per fare Buona Pasqua. 2 preghiera di Pasqua Ecco, l'uomo sottratto alla morte, e restituito alla vita. Ecco, l'uomo viene sottratto al peccato e restituito all'Amore. Voi tutti che, in ogni luogo, vi inoltrate nelle tenebre della morte, ascoltate: Cristo risorto! Voi tutti che vivete col peso dei peccati, ascotate: Cristo ha vinto il peccato nella sua croce e risurrezione! 0 Cristo, sulla tua croce hai accolto il nostro mondo umano - il mondo di ieri, di oggi e di domani - il vecchio mondo del peccato; fa che esso diventi nuovo nella tua risurrezione. Fa che esso diventi nuovo mediante ogni cuore dell'uomo visitato dalla potenza della Redenzione. O Cristo risorto, nelle tue piaghe accogli tutte le piaghe dolenti dell'uomo contemporaneo; quelle di cui tanto ti parla nei mezzi di comunicazione sociale; ed anche quelle che silenziosamente dolgono nel segreto nascosto dei cuori. Esse siano curate nel mistero della tua Redenzione. Esse siano rimarginate mediante l'Amore, che pi forte della morte. Giovanni Paolo orari della settimana santa gioved santo 27 marzo ore 10 a Como - con il Vescovo e i ragazzi della cresima, s. messa della consacrazione degli oli sacri. Ore 20 s. messa della Cena del Signore lavanda dei piedi momento comunitario di adorazione venerd santo 28 marzo ore 15 celebrazione della morte del Signore ore 20 Via Crucis per le vie del paese (Via Moro, Via Volta, Via Bellaria, Via Serafino, Via P. Fontana, Piazza della Chiesa) sabato santo 29 marzo ore 21 solenne veglia pasquale celebrazione dei battesimi presentazione dei cresimandi professione di fede domenica di pasqua 30 marzo ore 7.30 s. messa ore 10,30 s. messa solenne ore 15 lode vespertina luned dell'angelo 31 marzo ore 10 s. messa 3 meditazione di pasqua chiamati alla santit "Cristo mia speranza risorto!" il meraviglioso annuncio che, nel!a splendida Sequenza Pasquale, Maria di Magdala rivolge agli apostoli, tristi e delusi per la morte di Ges. Rileggo spesso, e sempre con la medesima emo- zione, quelle poche righe che, nel vangelo di Gio- vanni, raccontano la prima apparizione del Signo- re Risorto. La gioia e la speranza che esse esprimono sono davvero grandi. Una donna stanca e disperata vede improvvisa- mente risorgere nel suo cuore il sapore e la gioia di vivere, ed in mezzo a tanto stupore una sola parola nasce dalle sue labbra: "Maestro." suo cammino poteva dunque continuare e la sua vita giungere alla pienezza: niente poteva or- mai, fermarla. Parlare di pienezza di vita parlare di santit, e santit innanzitutto ricerca di una risposta al co- mando del Signore: "Siate perfetti come perfetto il Padre vostro celeste." Essa un continuo lasciarsi guidare per poter vi- vere nel modo migliore, in modo perfetto oserei dire, la vocazione che ciascuno di noi ha ricevuto, sempre ricordando che a Dio non importa cosa facciamo, ma come lo facciamo. Perfezione e santit: come difficile comprender- le nel loro vero significato! Le vediamo riflesse solo sui volti di uomini e don- ne straordinari,.e tanto spesso dimentichiamo che esse costituiscono un richiamo per ciascuno di noi. Lo Spirito Santo ci offre la forza per sapervi ri- spondere nel modo migliore, donandoci la capa- cit di comprendere ed amare quegli aiuti che gli Atti degli Apostoli ritengono insostituibili per con- seguire la meta: "l'ascolto della Parola, la preghie- ra assidua, lo spezzare del pane e la fraternit." l cammino per raggiunger le cima senza dubbio lungo e faticoso, ma basta "volerlo" per correre sino alla fine, senza dimenticare la parola di Ges: "chiedete e vi sar dato". Pu darsi che sia necessaria un'esistenza intera, in cui a notti inevitabili si susseguiranno aurore sempre pi radiose. Sempre in cammino, dunque, sino al giorno in cui la nostra vita riposer e per sempre nel luminoso mattino della risurrezione. Cristo nostra speranza veramente Risorto. Alle- luia! la benedizione delle case Come ormai consuetudine, dopo Pasqua inizier la benedizione delle case. Vorrei che questo gesto non venisse celebrato su- perficialmente, ma vissuto da ciascuno come un mo- mento di preghiera in comunione con la propria fa- miglia e con Dio. La benedizione delle case ha il significato di acco- gliere Dio tra noi, e accoglierlo come il solo che ci pu essere vicino e sostegno in ogni situazione - do- lorosa o piacevole - che ci troveremo a vivere. Una benedizione che pu anche aiutarci ad aprirci di pi con chi ci vive accanto, a farc sentire pi vicini e meno "estranei" l'uno con l'altro. Una benedizione che vi porter a nome della chiesa e che sar anche un'occasione per un saluto, una parola con tutti, soprattutto con chi, magari, non co- nosco ancora. Anche per quest'anno, render noti il giorno e l'ora in anticipo, con l'apposito avviso. Prego fin da ora, chi avesse problemi per l'orario, di farmelo sapere, per poter cos prendere accordi di- versi. Nell'attesa di incontrarvi, vi saluto cordialmente. Don Antonio 4 la chiesa di Como una chiesa che nasce sul sangue dei martiri: S. Carpoforo S. Felice, che ricordiamo come primo Ve- scovo di Como, inviato da S. Ambrogio di Milano nel 386, indicato dalla tradizione anche come lo scopritore delle tombe dei Martiri che col loro sangue avevano fecon- dato la terra Comense circa 80 anni prima della missione di Felice. Erano anni critici per l'mpero Roma- no: instabilit politica, barbari alle frontiere o addirittura gi ampiamente infiltrati nell'eser- cito, e - diremmo noi - crisi dei valori e delle istituzioni tradizionali. L'mperatore Diocleziano (ma un se- colo e mezzo prima perfino il "filosofo" Mar- co Aurelio aveva agito allo stesso modo, nell'intento di consolidare l'istituzione impe- riale gi vacillante) vide nel Cristianesimo, che andava sempre pi mettendo radice nel mondo romano, un elemento disgregatore. cristiani si erano infiltrati ormai anche nei pi alti livelli culturali, nella pubblica ammini- strazione, perfino nella corte mperiale, e specialmente nell'esercito. Da qui l'ultimo "colpo di coda" dello Stato ormai in dissoluzione: Diocleziano sceglie la strada della repressione, median- te la persecuzione dei cristiani. Tra gli obiettivi primari c'era quello di "epurare" l'esercito, di cui era necessario assicurarsi la fedelt. E nell'esercito (siamo tra il 303 e il 305), di stanza a Milano dove c'era la corte di Massimiano, (il collega "Au- gusto" di Diocleziano che aveva suddiviso la carica imperiale tra due "Augusti," e due "Cesari") si trovano anche Carpoforo, Estanto, Licinio, Cassio, Severo, Secondo e Fedele. dentificati come cristiani sono co- stretti a dover scegliere: o rinunciare alla fede o lasciare l'esercito. Decidono di fuggire da Milano e si di- rigono verso il Nord, forse cercando asilo presso amici, o forse sperando di riparare sui monti: non sappiamo. La tradizione convalidata dalla litur- gia e dai martirologi antichi ci dice che essi furono per fermati alle porte di Como e l decapitati, nella "Selvetta" ai piedi del colle (su cui poi sorse il Baradello), l dove si suppone sorgesse anche il luogo di culto a Mercurio (come testimonierebbero anche diverse iscrizioni dedicate al dio pagano scoperte in passato). Sul sepolcro di Carpoforo e dei suoi compagni scese il silenzio. Ma intanto pro- prio a Milano, nell'anno 313 Costantino e Li- cinio imperatori emanano l'editto che da li- bert ai cristiani di professare la loro fede. E a Corno qualcuno dovette custodire la me- moria dei Martiri sepolti l sul colle alle por- te della citt se, quando arriv Felice, questi fu indirizzato l, e vi trov le spoglie glorio- se, che il primo Vescovo volle ricomporre nella prima chiesa edificata nella missione di Como, dedicandola appunto ai martiri Carpoforo e ai suoi soci. La Chiesa di S. Carpoforo, fu perci la prima Cattedrale: s, fuori dalla citt ancora pagana, ma pronta a ricevere la "buona novella portata da Feli- ce, corroborata dal sangue dei Martiri. 5 20 aprile a Uggiate Felice memoria e missione a livello zonale Tante volte all'inizio di quest'anno, abbiamo sentito parlare di sedicesimo centenario della Diocesi, di "Memoria e Missione", in tanti luoghi abbiamo visto il simbolo dell'albero che nasce da un seme: la Fede che arrivata anche nella nostra Diocesi come un piccolo seme, si poi sviluppata in un albero rigoglioso. Ed fede fondata su santi Vescovi, su martiri, ma : anche su tante persone semplici e quotidia- ne, che semplicemente e quotidianamente, hanno trasmesso, da padre in figlio, quella fede che aveva dato il senso pieno alla loro vita, fino a farla giungere a noi. Tra le tante manifestazioni per celebrare quest'anno specialissimo, il "clou rappresen- tato dall'assemblea diocesana di novembre; detta assemblea sar per preceduta da tante celebrazioni zonali che "faranno memoria e as- sumeranno "impegni missionari nella specifici- t di ogni zona pastorale. Per la nostra Zona Prealpi la celebrazione avr luogo il 20/4 a Uggiate. Cerchiamo ora di capir- ne fin dove possibile, i motivi ispiratori. Anzitutto perch : proprio a Uggiate? Era questa l'antica "Pieve, il luogo quindi da dove si irradiata la fede in tutti i luoghi dove sono poi sorte quelle che oggi sono le nostre comunit parrocchiali. l "fare memoria, il riscoprire, rimeditare sulle radici del nostro credere, non poteva quindi ignorare la "culla, il primo terreno dove attec- chito un rametto del grande albero.. Quale allora lo scopo di un'assemblea zonale? Come abbiamo visto prima, il "fare memoria ri- scoprire, o meglio rivivere i fondamenti, le radici del nostro essere cristiani. Ed il rivisitare le figu- re significative (e sono tante nella nostra Dioce- si) di tanti fratelli che si sono fatti coraggiosi vei- coli per la trasmissione del messaggio di sal- vezza. Poi un imparare a CON-VENRE (ricordate il Convegno Eucaristico di Olgiate) attorno alla fi- gura del Pastore, garante della fedelt e figura fondante della Chiesa; Pastore che convoca at- torno alla parola e convoca tutta la chiesa lo- cale, non solo una parte di essa, qual' la Par- rocchia. Per noi il Vescovo sar rappresentato dal Vica- rio Generate, Mons. Franco Festorazzi. Da ultimo, ma non certo in ordine di importan- za, il vivere, o comunque gettare qui solide basi per il futuro cammino della nostra missio- nariet, alla quale ogni cristiano chiamato come testimone del Risorto. infatti la seconda parte del motto "Memoria e Missione ! ' e non certo inferiore, in quanto ad importanza, alla prima. Si gioca infatti su questo aspetto il nostro futuro: su quanto sapremo es- sere testimoni autentici nel mondo, verso i fra- telli, del grande dono della Fede, partito da un piccolo seme ed arrivato a noi attraverso tanti rami robusti. Ed oltre alla scelta personale, occorrer in que- sta occasione fissare impegni comuni di missio- nariet e testimonianza per la nostra Zona pa- storale. , come potete vedere, un appuntamento molto importante per cui occorre pregare ed a cui fondamentale non mancare. 6 t J---t.t- e. (.c- C.P.Z.: una sigla incomprensibile? Felice G. 375 Parrocchie, 4.234 Kmq di superficie distri- buita dalle Valli Varesine alla Valtellina Superio- re, cio da Cittiglio a Livigno; queste in sintesi le cifre della nostra Diocesi. facilmente intuibile la difficolt di amministra- re un cos vasto territorio, tenendo anche conto delle difficolt di comunicazione, acuite nei pe- riodi invernali. Ecco allora la quasi naturale suddivisione che ne deriva in gruppi di Parrocchie, il pi omoge- nei possibili, perch il camino continui in piena comunione senza che nessuno ne rimanga fuo- ri. Sono cos nate le Zone Pastorali, di cui si co- minci a parlare nel '67, e che videro la luce nel ! 68. Ad animare queste cellule della Diocesi chia- mato il Consiglio Pastorale di Zona, formato da rappresentanti di tutte le Parrocchie facenti par- te della Zona stessa e presieduto dal Vicario Foraneo. Nella nostra "Zona Prealpi" il numero delle Par- rocchie di 18 (Ronago, Uggiate, Gaggino, Camnago, Drezzo, Par, Gironico, Maccio, Ci- vello, Olgiate, Solbiate, Concagno, Cagno, Al- biolo, Caversaccio, Casanova, Rodero, Bizza- rone) e Vicario Foraneo Don Davide Galante, Parroco di Drezzo. Ma a cosa serve? Per rispondere riprendo quanto dice la Guida Pastorale per la Diocesi di Como, alla pag. 21, paragrafo 20. " compito del Consiglio Zonale coordinare e potenziare l'azione Pastorale nelle Parrocchie della Zona. Esso sar il luogo di studio delle di- sposizioni pastorali del Vescovo, vedendole nel- la concretezza delle esigenze della Zona. Sar anche il luogo dove, emergendo particolari pro- blemi, s elaboreranno eventuali proposte per il Consiglio Pastorale Diocesano. l Consiglio Zonale non si sostituisce ai Consigli Parrocchiali, ma li sostiene specialmente di fronte a particolari difficolt". Ecco dunque sintetizzati i compiti e, direi, l'uti- lit di questo organismo di partecipazione. luogo di studio. E che importanza riveste que- sto compito di fronte ;: alla complessit della realt odierna, in cos veloce evoluzione; faci- le capire come sia indispensabile non farsi, fa- gocitare dai problemi e dal ritmo della stessa realt. Ora, un organismo attento al Territorio in cui inserito ed alla realt mutevole di questo Terri- torio, diviene di grande aiuto perch sempre la pastorale sia incarnata nell'oggi. Ed importan- te la sovrapparrocchialit, perch insieme si possono affrontare meglio le situazioni e i pro- blemi anche grossi (e spesso "troppa grossi" per le nostre parrocchie). luogo di collegamento. Collegamento col Consiglio Pastorale Diocesano e con il Vesco- vo, il quale centro di unit e depositario del Carisma Pastorale per la sua Diocesi. luogo di animazione. Soprattutto' per le Co- munit Parrocchiali non molto grandi, che spes- so incontrano maggiori difficolt nel loro cammi- no importantissimo il sostegno che pu veni- re dal Consiglio Pastorale Zonale. Nella nostra Zona gli incontri sono mensili e la presenza media di circa 12 Parrocchie. l la- voro di quest'anno per lo pi concentrato su un documento (il Vademecum) che la Diocesi ha preparato in occasione del XV 0 Centenario e che porter ad un'assemblea, Zonale prima, il 20/4 a Uggiate, e Diocesana poi, che sintetiz- zer le meditazioni di quest'anno di Grazia e getter le basi per un rinnovato cammino mis- sionario delle nostre comunit. un peccato che spesso il lavoro di questo or- ganismo e delle sue Commissioni passi un po' in second'ordine, presso la nostra Comunit perch, ne sono convinto, potrebbero nascerne motivi di rivitalizzazione della nostra parrocchia e delle nostre singole esperienze di vita. 7 i lavori della chiesa un impegno per tutti Ritorno ancora sui lavori che stiamo facendo nella nostra chiesa, con l'intenzione di coinvol- gere tutta la comunit e di informarla perch si renda sempre pi corresponsabile, material- mente e a livello di idee. l criterio che si vuole seguire quello di tener conto, in ogni lavoro, della funzionalit del de- coro dell'edificio-chiesa che la casa in cui ci ri- troviamo per pregare, per vivere come cristiani il nostro incontro settimanale con il Signore, per celebrare i momenti pi significativi della nostra vita. Dopo la presentazione del programma dei lavo- ri fatta nel numero di febbraio, parecchie perso- ne si sono chieste come riuscire a sostenere tutte le spese a cui andiamo incontro. Anche se c' sempre spazio per contrattempi e imprevisti, io non credo che faremo fatica a far fronte ai vari impegni che ci siamo assunti. Ba- sterebbe guardare i bilanci della chiesa di que- sti anni, per capire che la nostra comunit sempre stata sensibile e generosa. Penso che ognuno possa continuare a fare e a dare quello che ha sempre fatto e dato (magari tenendo conto dell'inflazione...): le occasioni non mancano. Da parte di molti, mi stato chiesto come fare per contribuire all'acquisto di un nuovo banco. Ricordo che, chi avesse questa intenzione pu rivolgersi direttamente in casa parrocchiale. Gi i coscritti della classe 1935, in occasione dei loro 50 anni, hanno dato l'avvio a questa sottoscrizione. Alla loro, si sono aggiunte altre offerte: il totale finora raggiunto di L, 1.150.000 =. La spesa complessiva per l'acquisto di un ban- co di L. 400.000 = (che pu essere anche parzialmente sottoscritta). banchi acquistati sono 28 che sostituiranno quelli vecchi e occu- peranno quasi tutta la navata centrale, al posto delle sedie. n occasione della Pasqua, saranno ormai com- pletati il nuovo portale e la nuova cantoria; si potranno inoltre ammirare i dipinti restaurati del- la cupola centrale. Mi auguro di essere stato esauriente nell'infor- mazione e di essere riuscito a comunicare il mio desiderio di far sentire ciascuno partecipe della vita della comunit, con la condivisione di tutto ci che contribuisce alla sua crescita sia spirituale che materiale. Don Antonio 8 la celebrazione della prima confessione un momento di festa stata una bella festa quella di domenica 16 marzo per i bambini che hanno celebra- to la prima Confessione. Non solo per loro per. Anche i genitori, i parenti, la comunit tutta si unita alla gioia di questi bambini che sperimentavano per la prima volta l'amore di un padre che perdona sempre. Al mattino, durante la celebrazione della S. Messa, un pap a nome dei genitori dei bambini ha fatto la domanda alla comunit di ammissione al Sacramento della Confes- sione e la dichiarazione di impegno con il proprio esempio a testimoniare visibilmente un cammino che ora inizia per loro. Sono stati poi presentati i bambini alla co- munit. Nel pomeriggio, prima di celebrare il sacra- mento della confessione, i bambini erano emozionati. Don Antonio li ha aiutati facen- do insieme l'esame di coscienza e pregan- do perch dentro di loro, assieme al penti- mento e al dolore per aver detto di no all'amore di Dio, sentissero la presenza di un Padre buono che perdona e di Ges che aiuta ad essere fedeli alla sua parola e ad impegnarsi per mantenere la promessa. Un canto sommesso accompagnava il mo- mento della confessione. Si vedeva sul vol- to dei bambini, la gioia di essere riconcilia- ti con Dio e tra di loro. Dopo la preghiera di ringraziamento Don Antonio ha regalato loro un crocifisso che ricordi il dono di questo primo incontro. La celebrazione della Prima confessione ha avuto un momento di festa con un rinfresco, che quest'anno stato vissuto presso la scuola materna. stata un'oretta di gioia veramente comu- nitaria, soprattutto stato bello sentire e ve- dere i genitori dei bambini scambiarsi le emozioni di quella giornata. Una presenza molto significativa stata an- che quella di molti pap che hanno voluto seguire con tanto amo-re i loro figli. Crediamo di interpretare il desiderio di tutti i genitori nel ringraziare Don Antonio per la collaborazione di queste settimane e per il bel ricordo che ha donato ai nostri bambini; le suore, che ci hanno messo a disposizio- ne il salone della scuola; l'Anna e il gruppo dei ragazzini dell'oratorio che durante la confessione hanno dato una nota in pi di misticit. Ma ci sentiamo di dire un grazie anche a tutta la comunit che ha pregato per i nostri bambini e ci stata vicina nel nostro compi- to di genitori e di educatori... le mamme catechiste 9 la dimensione religiosa nella vita Monica tre incontri per giovani e ragazzi "La dimensione religiosa della vita. un tema che ci riguarda da vicino, soprattutto interessa noi giovani che siamo chiamati in questi anni a seguire la chiamata di Dio nelle diverse oc- casioni. Cosi venendo a conoscenza della programmazio- ne di incontri su questo te ma, ne sono davvero entusiasta. Girando per le vie di Ronago ed entrando nei vari negozi noto subito l'annuncio: ogni giovane invi- tato a partecipare, pu essere un'occasione buo- na per un morente di riflessione. L'appuntamento per le 20.45. Ecco, siamo a marted: e la prima persona che ci viene a parlare Don Lorenzo Falcinella, assi- stente diocesano di Azione Cattolica. Siamo molti nel salone e dopo aver cantato, ascoltiamo... Don Lorenzo dice subito di cosa vor- rebbe parlarci questa sera, aiutarci a riflettere po- nendoci alcune domande concrete ma profonde. L'uomo, proprio perch tale, sente l'esigenza di vi- vere accanto ai suoi simili, condividere con loro la quotidianit. Questo scambio continuo di espe- rienze della vita implica l'osservanza della libert altrui e di conseguenza un rapporto di rispetto e aiuto reciproco. Ognuno di noi per avverte il bisogno di un dialo- go profondo, di un punto di riferimento: cerca Dio. Ecco, la dimensione religiosa nella vita propria di ogni uomo: sta a noi corrispondere, Come cri- stiani allora dobbiamo chiederci; come vivo que- sto rapporto con Dio? Come vivo nella comunit? Che posto d a Dio? Mi fermo un attiro a riflettere:, non facile rispon- dere; quello che conta per provare a dire di s a Dio nelle piccole cose di ogni giorno. Trascorre una settimana ed eccoci al secondo ap- puntamento. Un ingegnere, un giornalista e un o-paralo ci illu- strano la loro posizione nella societ come cristia- ni. L'esperienza personale di ciascuno, sottolinea l'importanza di un rapporto autentico con Dio, aiu- tato dalla preghiera e dalla coerenza quotidiana. Le difficolt non sono poche ma in questo cammi- no ci sono d'aiuto la fede in Dio e la comunit. Oggi sembrerebbe che chi fa la storia siano i po- tenti; invece proprio il nostro vivere che cambia la societ. Ecco un'ulteriore conferma di come dovrebbe es- sere la nostra vita di cristiani; possiamo davvero costruire qualcosa di positivo dando il posto in pri- ma fila a Dio. L'incontro terminato e mi fermo a parlare con i miei amici; siamo tutti molto soddisfatti di quello che ci hanno detto. nostro essere giovani cri- stiani davvero un dono! Siamo gi a luned: c' l'incontro. Ricordo per che alla TV ci sarebbe un programma che mi inte- ressa: devo fare una scelta! Capisco come questa sia l'occasione per crescere nel mio cammino di cristiana: vado al nostro appuntamento! Ci troviamo con una religiosa, Don Oscar, un pa- dre missionario, una giovane sposa, una sorella di un istituto secolare e un diacono. Ognuno presenta come vive la sua chiamata cri- stiana religiosa. Una delle affermazioni che mi col- pisce maggiormente la certezza di Dio Amore, proprio su questa base che ciascuno costruisce la propria dimensione religiosa e corrisponde alla Sua chiamata. Davvero quello che conta aver fede! Diversi carismi testimoniano l'universalit e l'unit della Chiesa. Tutto la fotografia del testamento di Ges. "Che tutti siano una cosa sola". n questa realt soprannaturale delle diverse chia- mate, mi colpisce molto quanto dice Don Andrea, il diacono. n questo cammino importante creare l'unit nel proprio ambiente. Le difficolt e le crisi di ciascuno possono essere un'occasione di cre- scita spirituale molto profonda. insostituibile per l'aiuto di un padre spirituale, sotto la sua guida anche le crisi di noi giovani co- struiscono. Rifletto su queste cose: oggi forse pochi si affida- no a un ministro di Dio che aiuti nella coerenza, ma la sua presenza davvero necessaria. Esco dal salone entusiasta: anch'io posso e devo vivere su questa direttiva! Mi spiace moltissimo che questi incontri siano ter- minati: sarebbe bello e costruttivo farne altri. Speriamo...! 10 un problema attuale Maurizio R. la disoccupazione giovanile L'11 gennaio 1986 la Diocesi di Milano ha orga- nizzato un convegno sulla disoccupazione gio- vanile, chiamando a partecipare docenti univer- sitari, esponenti di movimenti giovanili e rappre- sentanti delle stituzioni (Regione e Comuni). stata un'occasione per analizzare quali reali prospettive di impiego vi siano per le giovani generazioni e per verificare che tipo di risposte la societ economica sia in grado di dare. Al di l del dibattito fecondo e vivace, mi pare interessante sottolineare con forza alcune espressioni del Cardinale Martini (che ha con- cluso il convegno) perch in esse viene ribadita la coerente linea di azione pastorale della Chie- sa. Vi sono espresse convinzioni che hanno, in qualche caso, creato malumori, soprattutto in una parte del mondo imprenditoriale che ha ravvisato in esse un'analisi poco realistica e pe- ricolosamente "ancorata al vecchio". Che cosa ha proposto dunque di cos dirom- pente l'Arcivescovo di Milano? nnanzi tutto ha ribadito con energia che la Chiesa non pu di- sinteressarsi del sociale e che il suo impegno quotidiano deve essere quello di cercare rispo- ste ai bisogni dell'uomo, anche a costo di far esplodere contraddizioni. Ha posto poi interessanti e inquietanti interroga- tivi alla classe dirigente (politica ed economica) sul modello di sviluppo economico-sociale che ha costruito e sulla sua scala di valori che mette al primo posto le nozioni di valore e di profitto. Egli cio riconferma che per la Chiesa impos- sibile ridurre i complessi bisogni dell'uomo ad un'interpretazione economicistica o addirittura monetaria: le ragioni dell'uomo non possono es- sere sacrificate al profitto. "Questo" - dice ancora il Cardinale Martini - non va negato, ma va coniugato con il diritto al lavo- ro di tutti i cittadini. Mi pare che solo i prevenuti possano aver frain- teso questo discorso che invece molto chiaro: se si pensa l'uomo solo come parte di un mec- canismo di produzione, si finisce per calpestar- ne la dignit e i diritti fondamentali, come quello al lavoro. Riflettiamo, perch un problema di centrale importanza che investe ormai sempre pi la nostra societ moderna. Vi sono, anche nelle nostre opulente zone, sac- che notevoli di disoccupazione, veniamo a co- noscenza dei lunghi periodi di attesa, dei mo- menti di sconforto e di rassegnazione dei giova- ni che sono alla ricerca di un posto di lavoro. mpegniamoci a diffondere su questo problema una cultura diversa, un nuovo modo di pensare. Quella del Cardinale non , come stato detto da qualcuno, "scarsa cultura industriale", ma una riflessione seria e una risposta ferma alla cultura dell'indifferenza e forse anche della faci- le retorica, che spesso ci circonda. E che (a volte) ci diverte, ma che ci fa paura per la sua sconcertante superficialit. 11 movimento per la vita una legge da rivedere raccolta di firme "Movimento per la Vita" italiano sta promuoven- do una raccolta di firme per inviare al Parlamento, una petizione popolare per la difesa della vita e della dignit dell'uomo. Nell'attesa di attuare tale iniziativa anche, nella nostra Parrocchia, secondo le modalit che lo stesso Movimento ci segnaler, pubblichiamo il te- sto della petizione. PETIZIONE ALLE CAMERE ai sensi dell'art. 50 della Costituzione I sottoscritti cittadini di fronte al dramma dell'aborto, alle proposte di rendere legale l'eutanasia e ai problemi che si aprono nel campo della costruzione artificiale dell'uomo, convinti che riconoscere il valore della vita significa riconoscere la dignit dell'uomo, fondamento della pace CHIEDONO - che nelle leggi dello Stato sia scritto in modo chiaro che la Repubblica, la cui Co- stituzione garantisce i diritti inviolabili dell'uomo difende la vita umana dal conce- pimento alla morte naturale. - che ogni politica dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali esprima un impegno con- creto per la tutela della vita umana e della sua dignit in ogni momento del suo svilup- po. 28 febbraio u.s. il Ministro della Sanit ha inviato ai Presidenti dei due rami del Parlamento la rela- zione annuale sulla attuazione della legge 194 del 22.5.1978 "Norme per la tutela sociale della ma- ternit e sull'interruzione volontaria .della gravi- danza", la legge, cio, che ha praticamente legaliz- zato in talia l'aborto. "Al di l dei dati terribili, da strage degli innocenti, c' nella analisi del Ministro, il riconoscimento di un fallimento totale e l'invito alle forze politiche a ripensare nelle sue finalit e nella sua concreta applicazione una normativa che sta avendo effetti devastanti sulla societ italiana. Siamo ben lontani dal riconoscimento che l'aborto la soppressione volontaria di un essere umano vivente, innocente e indifeso, tuttavia nel documento ministeriale vi sono ammissioni degne di nota. Prima fra tutte la constatazione che l'aborto legalizzato diventato un diffuso metodo di controllo delle nascite. "Dall'indagine CENSS sul Consultorio Familiare risulta che un certo numero di donne che si pre- sentano. per ottenere il certificato per l'interruzio- ne volontaria della gravidanza affermano come motivazione quella contraccettiva". Dopo aver riportato alcuni dati, il Ministro ricono- sce "confermata l'ipotesi di una prevalente utilizza- zione dell'aborto da parte di donne coniugate del gruppo di et 25-34 anni, con figli..."; cio il "mag- gior numero di aborti riguarda proprio il gruppo (di donne) di et meno a rischio, per quanto si riferi- sce all'ottimazione della gravidanza, del parto e quindi della prevenzione degli "handicaps". Dunque la legge non servita, e non serve, come si diceva, a fronteggiare eventuali difficili condizio- ni psicologiche e sociali della donna; n tanto meno servita, o serve, a tutelare la vita del con- cepito come si afferma nel primo articolo. Valutazioni critiche anche sui Consultori pubblici: la relazione ministeriale parla di "gravi carenze da parte degli operatori"; auspica che, accanto ai non obiettori vi possa essere anche il personale obiet- tore... in modo da renderli (i Consultori) strutture effettivamente pluralistiche nel delicatissimo com- pito di assistenza e di consiglio alle donne (anzi- ch luoghi di mera certificazione)". Per questo il Ministro ritiene che debba essere ac- cettata la proposta dell'Onorevole Casini, del Mo- vimento per la Vita, per la costituzione di una Commissione Parlamentare di nchiesta sui Con- sultori. A conclusione, la memoria ritorna ai giorni del maggio 1981, i giorni del Referendum, a quella mi- noranza che ebbe il coraggio di affermare, me- diante lo strumento democratico del voto, la sua opposizione alla legge; e richiama le parole acco- rate ma anche stimolanti che i Vescovi italiani di- ressero ai cattolici, all'indomani della sconfitta. 12 la traduzione delle lettere di natale Unterthingau, 12.2.86 pallone stato trovato il 15. 1.86 vicino a Unterthingau. Unterthingau si trova Marktoberdorf e Kempten (Algau) Baviera. Saluti da Unterthingau Sommer Maria Raiggers Kiedrovice, 28.1.86 Ho trovato un pallone sul mio cam- po, dove dentro di esso c'era l'indirizzo di qualcuno. Ho deciso di scrivervi che il pallone arrivato a Kiedrovice, un villaggio della provincia di Stupsk, al Nord della Polonia. Chiedo di scrivermi che avete ricevuto la lettera da me. Aspetto la risposta. Rzepinski Stefan 13 per una coerenza pi grande abbasso il "disarmo" Porte blindate, cani minacciosi, "gorilla" inesorabili, armi individuali, judo e juji- tsu.,..: un'agguerrita difesa ad oltranza ed a qualsiasi prezzo per una salvaguar- dia della "libert personale (e fors'anche di una schiavit), n situazione di pericolo, di minaccia quindi, chi vigilante si allarma, chi minacciato si premunisce, si rafforza. Ecco: il cristiano che oggi non realizza una sia pur minima vigilanza attorno a s, indubbiamente un perdente: nessun cristiano pu prescindere dalla "li- bert" cos come la libert non esiste n resiste senza difesa. Con un ininterrotto, inesorabile assedio, infatti, il cristiano, oggi pi che mai, insidiato ed aggredi- to da un vero esercito di scaltre e fittizie verit", di maligne e farraginose mistificazioni, di sottili in- ganni o suadenti lusinghe... assalito da un esercito di astuti maneggioni abili e intriganti, di gene di falsi profeti, di anticlericali dissacratori ed intolleranti, purtroppo di transfughi cattolici arrivisti di copertura... Con i seducenti veleni delle loro umane pseudo-culture e dello scientifico ateismo que- sto devastante esercito utilizza anche le pi sottili armi di seduzione delle moderne mitologie, os- sia, idolatria di un benessere avido ma appagante: chimerico accattivante miraggio di uguaglianza; sfide o alternative laiciste; privilegi avallati da una farisaica "croce" partitica; sicuri convincenti stru- menti professionali (furberie, raccomandazioni, omert, espedienti...). un esercito che completa la sua forza disgregante penetrando nelle nostre inconsistenti difese con l'arma subdola ma di sicuro effetto della calunnia, del pettegolezzo, dell'invidia, della presun- zione e suscettibilit e litigiosit... fra i mediocri cristiani.' Aggiungendo poi il rifiuto delle "cose di lass" l'ignobile oltraggio" dell'indifferenza verso Dio, l'inconsistenza spirituale, il torpore da saturazione di benessere, lo stordimento da frastornanti idio- zie massimaliste, la stupidit di nostri boriosi atteggiamenti di sufficienza verso cultura e pratica re- ligiosa, e... chiss quant'altro ancora, stiamo precipitando verso la permuta della vita con il Nulla! Eppure, lungo il Percorso-vita del cristiana e dell'uomo di buona volont, nozioni e conoscenze dei "segnali" stradali affinch il cammino proceda alla luce della vita e la vita prosegua alla luce di orizzonti affascinanti e stimolanti (Rabb, se vuoi, far qui tre tende...), sono generosamente e visi- bilmente predisposti dalla Sapienza Divina". il percorso che pu divenire esaltante come quello dei "due" di Emmaus o dei Re Magi, di Maria verso Elisabetta o del Samaritano, del Tabor o delle Beatitudini od anche quello della Fuga se non addirittura quello del Golgota... "Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura" sferza San Paolo. Quindi chi ha paura, chi pavido, chi perplesso... schiavo. Solo chi libero vincente! Giuseppe Gavioli P.S. La diserzione, gli sbandamenti: di tanti ragazzi e giovani, giustificati o giustificabili, provocano certamente inquietudine a trepidazione: portano invece vero sconforto, disinganno, raccapriccio, l'ostinato, ambiguo comportamento di tanti (troppi) adulti, anziani, quando, per disamore, disatten- zione, rinunciano con sempre maggior frequenza ed ostentazione alle preghiere, alle funzioni reli- giose in chiesa. Dove sta pi la tanto decantata, salda, concreta esperienza-guida degli anziani? Eppure Cristo, a guardarlo sulla Croce l a braccia sempre... aperte! Eppure, nessuno al mondo, nessuno, nessuno pu proclamare un solo motivo per respingerlo, per rinnegarlo, per tradirlo! Non uno solo! PERCH DUNQUE ARRENDERS? PER CH DUNQUE ABBANDONARLO? 14 una proposta Maurizio R. Francesco Conconi Lo scorso mese di dicembre, nella Sala Consi- liare di Olgiate Comasco, ha avuto luogo una conferenza del Prof. Conconi sul rapporto tra alimentazione e sport. Chi ha avuto il piacere di seguire le sue interes- santi affermazioni, avr ; potuto constatare con quanta semplicit e competenza egli abbia esposto i risultati delle sue ricerche e pi in ge- nerale della scienza medica in questo campo. Questa eccezionale serata mi ha spinto ad al- cune considerazioni che ho voluto riassumere in una serie di domande. davvero conosciuto il professar Conconi dai Ronaghesi? Non potrebbe servire un incontro con lui a farci capire che lo sport anche ricerca di sempre maggiori potenzialit umane e non solo tifo esa- sperato? Non sarebbe il caso che Ronago gli consegni un riconoscimento, seppur tardivo, per i suoi im- portanti studi e ricerche? Non sarebbe un segno concreto, una delle oc- casioni da non perdere per dare ai giovani l'esempio che la "cultura" non poi cos lontana ma sa anche parlare un linguaggio piacevole e accattivante? So che il professore persona schiva, che ri- fugge dalla ribalta, ma mi sembra ingiusto ed amaro constatare questa superficiale indifferen- za nei suoi confronti. La coop. "L'ANCORA con sede a LURATE CACCVO - Via Montero- tondo Tel. 491020, svolge un lavo- ro a favore dei portatori di Handi- cap. Cerchiamo persone, pensio- nati e ragazzi, disposti a dedicare qualche ora del proprio tempo libe- ro per collaborare e realizzare in- sieme un'iniziativa atta a diminuire l'emarginazione. Tutti possono of- frire la loro disponibilit senza im- pegno. Ognuno libero di decide- re come favorire la cooperativa che aperta dalle ore 8.00 alle 18,00 e dalle ore 21,00 alle 23,00 Gli interessati possono presentarsi personalmente o telefonare al -491020 (coop.) - 930837 (Cesareo) - 15 le missioni dicesane un segno di comunione Sedici secoli fa Fedele e Carpoforo, poi il Ve- scovo Felice, mandato da Sant'Ambrogio di Mi- lano, vennero nelle nostre terre comasche e fe- cero conoscere agli abitanti di allora, quasi tutti pagani, la Buona Notizia: il Vangelo di Ges. n questi ultimi anni, dal 1972, uomini e donne, sacerdoti, religiose, laiche della nostra diocesi di Como sono andati in Africa e nell'America del Sud per lo stesso motivo: evangelizzare. A Bimengu, in Cameroun, ci sono: Franca Gatti e Fausta Arrigoni, laiche, che lavorano per migliorare le condizioni umane (sanitarie, igieni- che, familiari) della Missione dove Don Gianni Allievi, Don Felice Can-toni e Don Eugenio Ver- ga portano a-vanti l'evangelizzazione. A Fernandez in Argentina, ci sono tanti fratelli che credono in Ges e vivono quindi da cristia- ni, grazie all'opera dei sacerdoti: Giorgio Buo- glia, Pierlorenzo Trussoni, Savio Castelli, Um- berto Gasperini e al lavoro di promozione uma- na della suore: Angela Roncoroni, Erminia Sas- si, Flavia Poletti, Maria Luisa Roncoroni. ntan- to Don Cesare Vaccani si prepara a partire. Si realizza, oggi come allora, il comando che Ges, dopo la sua resurrezione, diede ai suoi undici discepoli: "Andate e fate diventare miei discepoli tutti gli uomini del mondo. nsegnate loro a ubbidire a tutto ci che ho comandato, e sappiate che io sar sempre con voi, tutti i gior- ni fino alla fine del mondo. Anche il nostro Vescovo: Teresio Ferraroni, ci dice: "Tante anime attendono annunci di confor- to, ma per credere, il mondo vuole dei cristiani veri, che vivano in unit, che siano aperti agli altri non a parole, ma con un impegno di vita. CH VUOL PARTRE? Molte delle persone che sono in Bimengu o a Fernandez non staranno in missione per sem- pre, dopo alcuni anni ritornano nelle loro comu- nit d'origine. Allora necessario che qualcun altro vada al loro posto. Ai giovani in particolare, viene rivolto un invito preciso: dedicare alcuni anni della propria vita al volontariato internazionale. Lo scambio tra le chiese sorelle si realizza attraverso le persone che lasciano la loro comunit d'origine per un periodo determinato e vi ritornano portando una nuova ricchezza. 16 n Cameroun, oltre ai sacerdoti, occorrono in particolare infermiere e animatrici sociali. La partenza dipende dalla generosit persona- le, ma anche dallo sforzo educativo delle nostre cocunit per aprirsi prima al prossimo vicino, che ha come conseguenza quella di pensare poi a chi lontano. il cristiano e lo sport Roberto Da ormai alcuni anni il fenomeno dello Sport sembra essersi inserito di prepotenza nella vita di una buona parte di persone. Esse ritengono lo Sport una delle attivit pi im- portanti che devono svolgere, trascurando ma- gari scelte ed impegni che in un primo momen- to si erano presi. La parte pi rilevante di queste persone rap- presentata dai giovani, le future "guide" della nostra societ. proprio durante queste perio- do dell'evoluzione di un individuo che vengono effettuate le scelte pi importanti e rilevanti che guideranno poi la persona durante la propria vita. Come si comporta, dunque, il giovane cristiano quando viene il momento di decidere quale atti- vit ed impegno deve essere curato di pi? Se tra queste attivit presente anche lo Sport, come lo valuta, quale importanza d ad esso? Le risposte sono molto complesse e si differen- ziano da individuo ad individuo. Esiste per un tipo di comportamento che possiamo definire generale e che comune nella maggior parte del giovani. Come gi dicevo, essi vengono attirati, da que- sto fenomeno che molto mano impegnativo e pi divertente se confrontato con altre attivit quali possono essere quelle riguardanti la reli- gione, la chiesa, la comunit parrocchiale. Questo comportamento non pu essere definito veramente cristiano. Questo modo d'agire for- se dovuto al fatto che un giovane non riesce ancora a capire la vera importanza che il mes- saggio cristiano gli offre e cerca cos altri modi di svago e di divertimento. Facendo questo ragionamento, non voglio per essere frainteso; non voglio condannare lo sport e affermare che esso non si pu concilia- re con la vita di una persona cristiana. A mio parere, infatti pu benissimo coesistere con gli impegni cristiani, senza che nessuno dei due possa venire trascurato o essere messo da par- te. n che modo? Facendo diventare lo Sport non un qualcosa di ossessivo, di "sacro" e intoccabi- le, ma considerarlo come un momento di sva- go, di relax e uno strumento per dare vita a di- battiti, discussioni e riflessioni. Con questi pensieri ho voluto brevemente ripor- tare e riferire il mio parere e le mie opinioni sul rapporto sport-religione che in un cristiano, so- prattutto nell'et dell'adolescenza, diventa uno dei tempi fondamentali per la propria esistenza. l ricordo di certi drammatici avvenimenti che si ripetono ogni domenica in tutti gli stadi ed im- pianti sportivi di tutto il mondo, sempre vivo e presente in noi e ci fa pensare. 17 da Suor Amelia un grazie e un augurio Amakuriat, 9.3.'86 Carissimi Gamiti, se state pensando che sono una maledu- cata, avete pi che ragione! Anch'io ne sono convinta e ve ne chiedo umil- mente scusa. tanto, infatti, che non vi scrivo... e, dopo tutto ci che fate per me, almeno un pic- colo grazie dovrei mandarvelo ogni giorno, non vero? Vi assicuro per che ogni giorno, quando prego, ringrazi moltissimo il Signore per ci che voi siete per me e per ; tutti i nostri e vostri Pokot: "un sostegno spirituale, morale e materiale! Dite poco? Con me, vi ringraziano le suore e i padri e con loro mi congratulo per il Bene che accettate di fare per l'Avvento del Suo Regno. Coraggio, e sia- te contenti ed orgogliosi d'essere dei buoni e vali- di strumenti nelle mani del Signore. o poi ammiro moltissimo il vostro impegno di sempre, ma specialmente per le iniziative propo- ste ed attuate dopo il ritorno di Rodolfo e l'invito di Padre Giuseppe. Avete addirittura rinunciato al progetto missionario zonale per fare qualcosa di pi grande per questa nuova missione. S, ormai un semplice Grazie non basta pi e allora vi man- do (come sempre) la mia grande riconoscenza e il mio ricordo a Colui che di grazie da donarvi ne ha tante, pregando che vi doni pure la capacit di ri- ceverle... e voi continuate a fare altrettanto per me. Di qua che dirvi? Forse avrete gi saputo del fatto della bambina morta dopo la vaccinazione. sta- ta un'esperienza dura, forte, ma anche bella. S, bella, perch ancora una volta abbiamo con- stato personalmente e comunitariamente come il Signore padrone di tutto e conduce tutto col suo grande Amore. Nella nostra programmazione, abbiamo deciso di uscire almeno due o tre giorni la settimana, rima- nendo in uno dei centri dove c' il catechista, per conoscere meglio e pi gente e per sostenere ed aiutare il catechista. Andiamo in due suore, allog- giando nelle scuolette oppure nelle capanne con le capre. Finora siamo state in quattro centri. una stancata, perch si cerca di visitare pi fami- glie possibile (sono molto disperse) e poi alla sera raduniamo i vari catecumeni, facendo le istruzioni e concludendo con la preghiera domenicale; un'esperienza bellissima. La gente molto contenta perch ci sente pi vici- ni, mentre la gente che ancora non ci conosce co- mincia a squadrarci e studiarci... quanti bambini ancora scappano nel vedere questi esseri bianchi! Qui ad Amakuriat, per la Quaresima abbiamo pro- grammato per la prima volta la Via Crucis. cri- stiani sono ancora pochi, per ci sono i ragazzi della scuola (quasi ventenni),i pi grandi, che sono interessati a conoscere pi da vicino Ges e vi partecipano con impegno. Fra loro abbiamo molti catecumeni, sono la nostra speranza sia per l'apostolato che per il campo educativo. Quest'anno, dopo otto anni dall'apertu- ra della scuola, c' stato per la prima volta l'esa- me statale. Non ci aspettavamo che cinque dei tredici esaminati fossero promossi. Potete imma- ginare la gioia di tutti. Ora questi cinque si trovano a Kacheliba dove hanno iniziato da un mese la secondaria, con a capo una nostra suora. Pregate pure voi perch questa nuova scuola abbia buoni fondamenti e prosegua bene. Un'altra novit che in questa settimana sono ini- ziate le piogge. Dopo dieci mesi di secca, tutto sta rivivendo... quanti problemi risolti! Credo possiate capire tutti la nostra gioia. Dalla gente al bestia- me, dai boschi alle campagne, sembra venire un grande inno di ringraziamento, al quale vi prego di unirvi, godendo con noi per tanta grazia di Dio. lavori della nostra casa sono stati rimandati fin- ch non vedremo che l'acqua sia abbondante, pri- ma la gente poi la casa, non vi pare? Cos pure quelli del collegio per le ragazze... Come vedete, pare che i piani del Signore siano diversi dai nostri, ma noi siamo molto contenti di questi suoi interventi proprio perch cos siamo certi d'essere nella sua volont. Con tutta la gioia che ho nel cuore, vi mando gli auguri pi belli di Buona e Santa Pasqua perch insieme viviamo sempre pi profondamente la Sua e la nostra Risurrezione. Statemi tutti bene e a tutti il mio affettuoso saluto. Vostra Suor Amelia 18 domenica delle Palme 1^ giornata mondiale della giovent di L. A. nizia da quest'anno un nuovo appunta- mento; una "giornata mondiale della gio- vent". Dopo l'anno internazionale dei giovani (1985) questa giornata il frutto di un'attenzione e sensibilit particolari che il Papa ha nei confronti dei giovani. "Sempre pronti a testimoniare la speran- za che in voi" il tema-augurio scelto in occasione di questo appuntamento mondiale di domenica 23 marzo. Ai giovani spetta la responsabilit del fu- turo; per questo, fin da ora, sono esorta- ti a non essere passivi, a non sprecare questi anni preziosi e importanti della loro vita, ma a viverli con responsabilit, a sentirsi ciascuno in prima persona chiamato nell'edificazione di un mondo diverso. Ci sembra bello esprimere il nostro au- gurio ai giovani della nostra comunit parrocchiale con le parole che il Papa stesso ha rivolto loro nella "lettera ai gio- vani" della domenica delle Palme dell'anno scorso: "Di fronte alle tante minacce che incombono sull'umanit di oggi, alle ten- sioni e divisioni che ci sono in essa, vi esorto ad essere desiderosi di fratellan- za, a dimorare nell'insegnamento di Dio che, solo, pu infondere nei cuori l'amo- re, il rispetto dell'uomo, della sua vita, della sua dignit, delle sue convinzioni... Vi esorto ad essere forti nella lotta con- tro il male, il vero male: tutto ci che of- fende Dio, ogni ingiustizia, sfruttamen- to, falsit, crimine... Ricordate che non si pu staccare il mondo da Dio, n staccare l'uomo da Dio!... State in guar- dia contro 1 inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra ri- cerca della felicit e del senso della vita!". Facciamo nostre queste parole, le spe- ranze e le preoccupazioni del Papa; ci auguriamo davvero che ogni giovane dia il proprio contributo affinch questa giornata non venga celebrata invano, ma segni l'inizio di un autentico cammi- no di crescita umana e cristiana, di una profonda ricerca della verit, della piena realizzazione di s. Per i giovani della nostra diocesi, questo appuntamento si riveste di un ulteriore significato. Gli esempi dei Santi e dei martiri - l'ope- ra dei quali dura da 1600 anni - siano punti fermi e validi di riferimento per un cammino che li faccia sentire veramente protagonisti, chiamati gi nel presente a preparare il futuro anche della nostra chiesa locale. 19