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l'augurio di pasqua

per saper amare


"Tu ci hai redenti con la tua croce e risurrezione: salvaci, Salvatore del
mondo".
un atto di fede, un'acclamazione di speranza, una preghiera a Ges,
morto e risorto.
Sentiamo di avere bisogno ancora di Lui, della Sua morte e della Sua risurre-
zione,
del Suo amore, perch crediamo che solamente amando come ha amato Lui,
la nostra vita ha un senso e un futuro.
Le persone che sanno amare sono quelle che rendono pi bella la vita,
migliore il mondo. Le persone profondamente buone sono le pi importanti
della terra, perch sanno dare quello di cui la gente ha bisogno veramente:
la bont.
Come Ges, morto e risorto che ci dona pace, sicurezza, forza perch ci dona
Dio.
Abbiamo bisogno di tante cose, di salute, di pane, di lavoro, di tranquillit
e di pace, di sicurezza e di forza, ma pi di tutto abbiamo bisogno di Dio.
Se avremo gente che sa amare, avremo persone che rendono sensibile e
visibile la presenza di Dio tra gli uomini.
Come Ges che ha tanto amato gli uomini da farsi "servo di tutti, obbediente
fino alla morte e alla morte di croce, perch noi incontrassimo Dio.
Amare allora sapersi calare nei problemi degli altri.
sacrificare il proprio tempo.
aiutare le persone come sa fare Dio.
Amare comprendere, perdonare, cambiare il male con il bene,
dare senza attendere ricambio, senza stancarsi mai.
Amare fermarsi accanto ad ogni dolore, senza passare oltre,
trovare il tempo per uno che soffre, mentre manca il tempo per te
e per le tue cose.
Amare in questo modo rendere presente Dio in mezzo alla gente.
Ges risorto, apparendo ai suoi discepoli, li invit ad andare in tutto il mondo
ad annunciare il suo Vangelo non solo a parole, ma con il loro amore.
l mio, il tuo,il nostro perch la gente incontri Dio.
Un impegno e un augurio per fare Buona Pasqua.
2
preghiera di Pasqua
Ecco, l'uomo sottratto alla morte,
e restituito alla vita.
Ecco, l'uomo viene sottratto al peccato
e restituito all'Amore.
Voi tutti che, in ogni luogo,
vi inoltrate nelle tenebre della morte,
ascoltate:
Cristo risorto!
Voi tutti che vivete col peso
dei peccati, ascotate:
Cristo ha vinto il peccato nella
sua croce e risurrezione!
0 Cristo, sulla tua croce hai accolto
il nostro mondo umano - il mondo
di ieri, di oggi e di domani -
il vecchio mondo del peccato;
fa che esso diventi nuovo nella
tua risurrezione.
Fa che esso diventi nuovo
mediante ogni cuore dell'uomo
visitato dalla potenza della
Redenzione.
O Cristo risorto, nelle tue
piaghe accogli tutte le piaghe
dolenti dell'uomo contemporaneo;
quelle di cui tanto ti parla
nei mezzi di comunicazione sociale;
ed anche quelle che silenziosamente
dolgono nel segreto nascosto
dei cuori.
Esse siano curate nel mistero
della tua Redenzione.
Esse siano rimarginate
mediante l'Amore, che pi forte
della morte.
Giovanni Paolo
orari della settimana santa
gioved santo 27 marzo
ore 10 a Como - con il Vescovo e i ragazzi della
cresima, s. messa della consacrazione degli
oli sacri.
Ore 20 s. messa della Cena del Signore
lavanda dei piedi
momento comunitario di adorazione
venerd santo 28 marzo
ore 15 celebrazione della morte del Signore
ore 20 Via Crucis per le vie del paese
(Via Moro, Via Volta, Via Bellaria,
Via Serafino, Via P. Fontana, Piazza della Chiesa)
sabato santo 29 marzo
ore 21 solenne veglia pasquale
celebrazione dei battesimi
presentazione dei cresimandi
professione di fede
domenica di pasqua 30 marzo
ore 7.30 s. messa
ore 10,30 s. messa solenne
ore 15 lode vespertina
luned dell'angelo 31 marzo
ore 10 s. messa
3
meditazione di pasqua
chiamati alla santit
"Cristo mia speranza risorto!"
il meraviglioso annuncio che, nel!a splendida
Sequenza Pasquale, Maria di Magdala rivolge agli
apostoli, tristi e delusi per la morte di Ges.
Rileggo spesso, e sempre con la medesima emo-
zione, quelle poche righe che, nel vangelo di Gio-
vanni, raccontano la prima apparizione del Signo-
re Risorto.
La gioia e la speranza che esse esprimono sono
davvero grandi.
Una donna stanca e disperata vede improvvisa-
mente risorgere nel suo cuore il sapore e la gioia
di vivere, ed in mezzo a tanto stupore una sola
parola nasce dalle sue labbra: "Maestro."
suo cammino poteva dunque continuare e la
sua vita giungere alla pienezza: niente poteva or-
mai, fermarla.
Parlare di pienezza di vita parlare di santit, e
santit innanzitutto ricerca di una risposta al co-
mando del Signore: "Siate perfetti come perfetto
il Padre vostro celeste."
Essa un continuo lasciarsi guidare per poter vi-
vere nel modo migliore, in modo perfetto oserei
dire, la vocazione che ciascuno di noi ha ricevuto,
sempre ricordando che a Dio non importa cosa
facciamo, ma come lo facciamo.
Perfezione e santit: come difficile comprender-
le nel loro vero significato!
Le vediamo riflesse solo sui volti di uomini e don-
ne straordinari,.e tanto spesso dimentichiamo che
esse costituiscono un richiamo per ciascuno di
noi.
Lo Spirito Santo ci offre la forza per sapervi ri-
spondere nel modo migliore, donandoci la capa-
cit di comprendere ed amare quegli aiuti che gli
Atti degli Apostoli ritengono insostituibili per con-
seguire la meta: "l'ascolto della Parola, la preghie-
ra assidua, lo spezzare del pane e la fraternit."
l cammino per raggiunger le cima senza dubbio
lungo e faticoso, ma basta "volerlo" per correre
sino alla fine, senza dimenticare la parola di
Ges: "chiedete e vi sar dato".
Pu darsi che sia necessaria un'esistenza intera,
in cui a notti inevitabili si susseguiranno aurore
sempre pi radiose.
Sempre in cammino, dunque, sino al giorno in cui
la nostra vita riposer e per sempre nel luminoso
mattino della risurrezione.
Cristo nostra speranza veramente Risorto. Alle-
luia!
la benedizione delle case
Come ormai consuetudine, dopo Pasqua inizier
la benedizione delle case.
Vorrei che questo gesto non venisse celebrato su-
perficialmente, ma vissuto da ciascuno come un mo-
mento di preghiera in comunione con la propria fa-
miglia e con Dio.
La benedizione delle case ha il significato di acco-
gliere Dio tra noi, e accoglierlo come il solo che ci
pu essere vicino e sostegno in ogni situazione - do-
lorosa o piacevole - che ci troveremo a vivere.
Una benedizione che pu anche aiutarci ad aprirci di
pi con chi ci vive accanto, a farc sentire pi vicini e
meno "estranei" l'uno con l'altro.
Una benedizione che vi porter a nome della chiesa
e che sar anche un'occasione per un saluto, una
parola con tutti, soprattutto con chi, magari, non co-
nosco ancora.
Anche per quest'anno, render noti il giorno e l'ora in
anticipo, con l'apposito avviso.
Prego fin da ora, chi avesse problemi per l'orario, di
farmelo sapere, per poter cos prendere accordi di-
versi.
Nell'attesa di incontrarvi, vi saluto cordialmente.
Don Antonio
4
la chiesa di Como
una chiesa che nasce sul sangue dei martiri: S. Carpoforo
S. Felice, che ricordiamo come primo Ve-
scovo di Como, inviato da S. Ambrogio di
Milano nel 386, indicato dalla tradizione
anche come lo scopritore delle tombe dei
Martiri che col loro sangue avevano fecon-
dato la terra Comense circa 80 anni prima
della missione di Felice.
Erano anni critici per l'mpero Roma-
no: instabilit politica, barbari alle frontiere o
addirittura gi ampiamente infiltrati nell'eser-
cito, e - diremmo noi - crisi dei valori e delle
istituzioni tradizionali.
L'mperatore Diocleziano (ma un se-
colo e mezzo prima perfino il "filosofo" Mar-
co Aurelio aveva agito allo stesso modo,
nell'intento di consolidare l'istituzione impe-
riale gi vacillante) vide nel Cristianesimo,
che andava sempre pi mettendo radice nel
mondo romano, un elemento disgregatore.
cristiani si erano infiltrati ormai anche nei
pi alti livelli culturali, nella pubblica ammini-
strazione, perfino nella corte mperiale, e
specialmente nell'esercito.
Da qui l'ultimo "colpo di coda" dello
Stato ormai in dissoluzione: Diocleziano
sceglie la strada della repressione, median-
te la persecuzione dei cristiani.
Tra gli obiettivi primari c'era quello di
"epurare" l'esercito, di cui era necessario
assicurarsi la fedelt. E nell'esercito (siamo
tra il 303 e il 305), di stanza a Milano dove
c'era la corte di Massimiano, (il collega "Au-
gusto" di Diocleziano che aveva suddiviso
la carica imperiale tra due "Augusti," e due
"Cesari") si trovano anche Carpoforo,
Estanto, Licinio, Cassio, Severo, Secondo e
Fedele. dentificati come cristiani sono co-
stretti a dover scegliere: o rinunciare alla
fede o lasciare l'esercito.
Decidono di fuggire da Milano e si di-
rigono verso il Nord, forse cercando asilo
presso amici, o forse sperando di riparare
sui monti: non sappiamo.
La tradizione convalidata dalla litur-
gia e dai martirologi antichi ci dice che essi
furono per fermati alle porte di Como e l
decapitati, nella "Selvetta" ai piedi del colle
(su cui poi sorse il Baradello), l dove si
suppone sorgesse anche il luogo di culto a
Mercurio (come testimonierebbero anche
diverse iscrizioni dedicate al dio pagano
scoperte in passato).
Sul sepolcro di Carpoforo e dei suoi
compagni scese il silenzio. Ma intanto pro-
prio a Milano, nell'anno 313 Costantino e Li-
cinio imperatori emanano l'editto che da li-
bert ai cristiani di professare la loro fede. E
a Corno qualcuno dovette custodire la me-
moria dei Martiri sepolti l sul colle alle por-
te della citt se, quando arriv Felice, questi
fu indirizzato l, e vi trov le spoglie glorio-
se, che il primo Vescovo volle ricomporre
nella prima chiesa edificata nella missione
di Como, dedicandola appunto ai martiri
Carpoforo e ai suoi soci. La Chiesa di S.
Carpoforo, fu perci la prima Cattedrale: s,
fuori dalla citt ancora pagana, ma pronta a
ricevere la "buona novella portata da Feli-
ce, corroborata dal sangue dei Martiri.
5
20 aprile a Uggiate
Felice
memoria e missione
a livello zonale
Tante volte all'inizio di quest'anno, abbiamo
sentito parlare di sedicesimo centenario della
Diocesi, di "Memoria e Missione", in tanti luoghi
abbiamo visto il simbolo dell'albero che nasce
da un seme: la Fede che arrivata anche nella
nostra Diocesi come un piccolo seme, si poi
sviluppata in un albero rigoglioso.
Ed fede fondata su santi Vescovi, su martiri,
ma
:
anche su tante persone semplici e quotidia-
ne, che semplicemente e quotidianamente,
hanno trasmesso, da padre in figlio, quella fede
che aveva dato il senso pieno alla loro vita, fino
a farla giungere a noi.
Tra le tante manifestazioni per celebrare
quest'anno specialissimo, il "clou rappresen-
tato dall'assemblea diocesana di novembre;
detta assemblea sar per preceduta da tante
celebrazioni zonali che "faranno memoria e as-
sumeranno "impegni missionari nella specifici-
t di ogni zona pastorale.
Per la nostra Zona Prealpi la celebrazione avr
luogo il 20/4 a Uggiate. Cerchiamo ora di capir-
ne fin dove possibile, i motivi ispiratori.
Anzitutto perch
:
proprio a Uggiate?
Era questa l'antica "Pieve, il luogo quindi da
dove si irradiata la fede in tutti i luoghi dove
sono poi sorte quelle che oggi sono le nostre
comunit parrocchiali.
l "fare memoria, il riscoprire, rimeditare sulle
radici del nostro credere, non poteva quindi
ignorare la "culla, il primo terreno dove attec-
chito un rametto del grande albero..
Quale allora lo scopo di un'assemblea zonale?
Come abbiamo visto prima, il "fare memoria ri-
scoprire, o meglio rivivere i fondamenti, le radici
del nostro essere cristiani. Ed il rivisitare le figu-
re significative (e sono tante nella nostra Dioce-
si) di tanti fratelli che si sono fatti coraggiosi vei-
coli per la trasmissione del messaggio di sal-
vezza.
Poi un imparare a CON-VENRE (ricordate il
Convegno Eucaristico di Olgiate) attorno alla fi-
gura del Pastore, garante della fedelt e figura
fondante della Chiesa; Pastore che convoca at-
torno alla parola e convoca tutta la chiesa lo-
cale, non solo una parte di essa, qual' la Par-
rocchia.
Per noi il Vescovo sar rappresentato dal Vica-
rio Generate, Mons. Franco Festorazzi.
Da ultimo, ma non certo in ordine di importan-
za, il vivere, o comunque gettare qui solide
basi per il futuro cammino della nostra missio-
nariet, alla quale ogni cristiano chiamato
come testimone del Risorto.
infatti la seconda parte del motto "Memoria e
Missione
!
' e non certo inferiore, in quanto ad
importanza, alla prima. Si gioca infatti su questo
aspetto il nostro futuro: su quanto sapremo es-
sere testimoni autentici nel mondo, verso i fra-
telli, del grande dono della Fede, partito da un
piccolo seme ed arrivato a noi attraverso tanti
rami robusti.
Ed oltre alla scelta personale, occorrer in que-
sta occasione fissare impegni comuni di missio-
nariet e testimonianza per la nostra Zona pa-
storale.
, come potete vedere, un appuntamento molto
importante per cui occorre pregare ed a cui
fondamentale non mancare.
6
t J---t.t- e. (.c-
C.P.Z.: una sigla incomprensibile? Felice G.
375 Parrocchie, 4.234 Kmq di superficie distri-
buita dalle Valli Varesine alla Valtellina Superio-
re, cio da Cittiglio a Livigno; queste in sintesi
le cifre della nostra Diocesi.
facilmente intuibile la difficolt di amministra-
re un cos vasto territorio, tenendo anche conto
delle difficolt di comunicazione, acuite nei pe-
riodi invernali.
Ecco allora la quasi naturale suddivisione che
ne deriva in gruppi di Parrocchie, il pi omoge-
nei possibili, perch il camino continui in piena
comunione senza che nessuno ne rimanga fuo-
ri.
Sono cos nate le Zone Pastorali, di cui si co-
minci a parlare nel '67, e che videro la luce nel
!
68.
Ad animare queste cellule della Diocesi chia-
mato il Consiglio Pastorale di Zona, formato da
rappresentanti di tutte le Parrocchie facenti par-
te della Zona stessa e presieduto dal Vicario
Foraneo.
Nella nostra "Zona Prealpi" il numero delle Par-
rocchie di 18 (Ronago, Uggiate, Gaggino,
Camnago, Drezzo, Par, Gironico, Maccio, Ci-
vello, Olgiate, Solbiate, Concagno, Cagno, Al-
biolo, Caversaccio, Casanova, Rodero, Bizza-
rone) e Vicario Foraneo Don Davide Galante,
Parroco di Drezzo.
Ma a cosa serve?
Per rispondere riprendo quanto dice la Guida
Pastorale per la Diocesi di Como, alla pag. 21,
paragrafo 20.
" compito del Consiglio Zonale coordinare e
potenziare l'azione Pastorale nelle Parrocchie
della Zona. Esso sar il luogo di studio delle di-
sposizioni pastorali del Vescovo, vedendole nel-
la concretezza delle esigenze della Zona. Sar
anche il luogo dove, emergendo particolari pro-
blemi, s elaboreranno eventuali proposte per il
Consiglio Pastorale Diocesano.
l Consiglio Zonale non si sostituisce ai Consigli
Parrocchiali, ma li sostiene specialmente di
fronte a particolari difficolt".
Ecco dunque sintetizzati i compiti e, direi, l'uti-
lit di questo organismo di partecipazione.
luogo di studio. E che importanza riveste que-
sto compito di fronte
;:
alla complessit della
realt odierna, in cos veloce evoluzione; faci-
le capire come sia indispensabile non farsi, fa-
gocitare dai problemi e dal ritmo della stessa
realt.
Ora, un organismo attento al Territorio in cui
inserito ed alla realt mutevole di questo Terri-
torio, diviene di grande aiuto perch sempre la
pastorale sia incarnata nell'oggi. Ed importan-
te la sovrapparrocchialit, perch insieme si
possono affrontare meglio le situazioni e i pro-
blemi anche grossi (e spesso "troppa grossi"
per le nostre parrocchie).
luogo di collegamento. Collegamento col
Consiglio Pastorale Diocesano e con il Vesco-
vo, il quale centro di unit e depositario del
Carisma Pastorale per la sua Diocesi.
luogo di animazione. Soprattutto' per le Co-
munit Parrocchiali non molto grandi, che spes-
so incontrano maggiori difficolt nel loro cammi-
no importantissimo il sostegno che pu veni-
re dal Consiglio Pastorale Zonale.
Nella nostra Zona gli incontri sono mensili e la
presenza media di circa 12 Parrocchie. l la-
voro di quest'anno per lo pi concentrato su
un documento (il Vademecum) che la Diocesi
ha preparato in occasione del XV
0
Centenario
e che porter ad un'assemblea, Zonale prima,
il 20/4 a Uggiate, e Diocesana poi, che sintetiz-
zer le meditazioni di quest'anno di Grazia e
getter le basi per un rinnovato cammino mis-
sionario delle nostre comunit.
un peccato che spesso il lavoro di questo or-
ganismo e delle sue Commissioni passi un po'
in second'ordine, presso la nostra Comunit
perch, ne sono convinto, potrebbero nascerne
motivi di rivitalizzazione della nostra parrocchia
e delle nostre singole esperienze di vita.
7
i lavori della chiesa
un impegno per tutti
Ritorno ancora sui lavori che stiamo facendo
nella nostra chiesa, con l'intenzione di coinvol-
gere tutta la comunit e di informarla perch si
renda sempre pi corresponsabile, material-
mente e a livello di idee.
l criterio che si vuole seguire quello di tener
conto, in ogni lavoro, della funzionalit del de-
coro dell'edificio-chiesa che la casa in cui ci ri-
troviamo per pregare, per vivere come cristiani
il nostro incontro settimanale con il Signore, per
celebrare i momenti pi significativi della nostra
vita.
Dopo la presentazione del programma dei lavo-
ri fatta nel numero di febbraio, parecchie perso-
ne si sono chieste come riuscire a sostenere
tutte le spese a cui andiamo incontro.
Anche se c' sempre spazio per contrattempi e
imprevisti, io non credo che faremo fatica a far
fronte ai vari impegni che ci siamo assunti. Ba-
sterebbe guardare i bilanci della chiesa di que-
sti anni, per capire che la nostra comunit
sempre stata sensibile e generosa.
Penso che ognuno possa continuare a fare e a
dare quello che ha sempre fatto e dato (magari
tenendo conto dell'inflazione...): le occasioni
non mancano.
Da parte di molti, mi stato chiesto come fare
per contribuire all'acquisto di un nuovo banco.
Ricordo che, chi avesse questa intenzione pu
rivolgersi direttamente in casa parrocchiale.
Gi i coscritti della classe 1935, in occasione
dei loro 50 anni, hanno dato l'avvio a questa
sottoscrizione. Alla loro, si sono aggiunte altre
offerte: il totale finora raggiunto di L,
1.150.000 =.
La spesa complessiva per l'acquisto di un ban-
co di L. 400.000 = (che pu essere anche
parzialmente sottoscritta). banchi acquistati
sono 28 che sostituiranno quelli vecchi e occu-
peranno quasi tutta la navata centrale, al posto
delle sedie.
n occasione della Pasqua, saranno ormai com-
pletati il nuovo portale e la nuova cantoria; si
potranno inoltre ammirare i dipinti restaurati del-
la cupola centrale.
Mi auguro di essere stato esauriente nell'infor-
mazione e di essere riuscito a comunicare il
mio desiderio di far sentire ciascuno partecipe
della vita della comunit, con la condivisione di
tutto ci che contribuisce alla sua crescita sia
spirituale che materiale.
Don Antonio
8
la celebrazione della prima confessione
un momento di festa
stata una bella festa quella di domenica
16 marzo per i bambini che hanno celebra-
to la prima Confessione. Non solo per loro
per.
Anche i genitori, i parenti, la comunit tutta
si unita alla gioia di questi bambini che
sperimentavano per la prima volta l'amore
di un padre che perdona sempre.
Al mattino, durante la celebrazione della S.
Messa, un pap a nome dei genitori dei
bambini ha fatto la domanda alla comunit
di ammissione al Sacramento della Confes-
sione e la dichiarazione di impegno con il
proprio esempio a testimoniare visibilmente
un cammino che ora inizia per loro.
Sono stati poi presentati i bambini alla co-
munit.
Nel pomeriggio, prima di celebrare il sacra-
mento della confessione, i bambini erano
emozionati. Don Antonio li ha aiutati facen-
do insieme l'esame di coscienza e pregan-
do perch dentro di loro, assieme al penti-
mento e al dolore per aver detto di no
all'amore di Dio, sentissero la presenza di
un Padre buono che perdona e di Ges che
aiuta ad essere fedeli alla sua parola e ad
impegnarsi per mantenere la promessa.
Un canto sommesso accompagnava il mo-
mento della confessione. Si vedeva sul vol-
to dei bambini, la gioia di essere riconcilia-
ti con Dio e tra di loro.
Dopo la preghiera di ringraziamento Don
Antonio ha regalato loro un crocifisso che
ricordi il dono di questo primo incontro.
La celebrazione della Prima confessione ha
avuto un momento di festa con un rinfresco,
che quest'anno stato vissuto presso la
scuola materna.
stata un'oretta di gioia veramente comu-
nitaria, soprattutto stato bello sentire e ve-
dere i genitori dei bambini scambiarsi le
emozioni di quella giornata.
Una presenza molto significativa stata an-
che quella di molti pap che hanno voluto
seguire con tanto amo-re i loro figli.
Crediamo di interpretare il desiderio di tutti i
genitori nel ringraziare Don Antonio per la
collaborazione di queste settimane e per il
bel ricordo che ha donato ai nostri bambini;
le suore, che ci hanno messo a disposizio-
ne il salone della scuola; l'Anna e il gruppo
dei ragazzini dell'oratorio che durante la
confessione hanno dato una nota in pi di
misticit.
Ma ci sentiamo di dire un grazie anche a
tutta la comunit che ha pregato per i nostri
bambini e ci stata vicina nel nostro compi-
to di genitori e di educatori...
le mamme catechiste
9
la dimensione religiosa nella vita Monica
tre incontri per giovani e ragazzi
"La dimensione religiosa della vita.
un tema che ci riguarda da vicino, soprattutto
interessa noi giovani che siamo chiamati in questi
anni a seguire la chiamata di Dio nelle diverse oc-
casioni.
Cosi venendo a conoscenza della programmazio-
ne di incontri su questo te ma, ne sono davvero
entusiasta.
Girando per le vie di Ronago ed entrando nei vari
negozi noto subito l'annuncio: ogni giovane invi-
tato a partecipare, pu essere un'occasione buo-
na per un morente di riflessione.
L'appuntamento per le 20.45.
Ecco, siamo a marted: e la prima persona che ci
viene a parlare Don Lorenzo Falcinella, assi-
stente diocesano di Azione Cattolica.
Siamo molti nel salone e dopo aver cantato,
ascoltiamo... Don Lorenzo dice subito di cosa vor-
rebbe parlarci questa sera, aiutarci a riflettere po-
nendoci alcune domande concrete ma profonde.
L'uomo, proprio perch tale, sente l'esigenza di vi-
vere accanto ai suoi simili, condividere con loro la
quotidianit. Questo scambio continuo di espe-
rienze della vita implica l'osservanza della libert
altrui e di conseguenza un rapporto di rispetto e
aiuto reciproco.
Ognuno di noi per avverte il bisogno di un dialo-
go profondo, di un punto di riferimento: cerca Dio.
Ecco, la dimensione religiosa nella vita propria
di ogni uomo: sta a noi corrispondere, Come cri-
stiani allora dobbiamo chiederci; come vivo que-
sto rapporto con Dio? Come vivo nella comunit?
Che posto d a Dio?
Mi fermo un attiro a riflettere:, non facile rispon-
dere; quello che conta per provare a dire di s
a Dio nelle piccole cose di ogni giorno.
Trascorre una settimana ed eccoci al secondo ap-
puntamento.
Un ingegnere, un giornalista e un o-paralo ci illu-
strano la loro posizione nella societ come cristia-
ni. L'esperienza personale di ciascuno, sottolinea
l'importanza di un rapporto autentico con Dio, aiu-
tato dalla preghiera e dalla coerenza quotidiana.
Le difficolt non sono poche ma in questo cammi-
no ci sono d'aiuto la fede in Dio e la comunit.
Oggi sembrerebbe che chi fa la storia siano i po-
tenti; invece proprio il nostro vivere che cambia
la societ.
Ecco un'ulteriore conferma di come dovrebbe es-
sere la nostra vita di cristiani; possiamo davvero
costruire qualcosa di positivo dando il posto in pri-
ma fila a Dio.
L'incontro terminato e mi fermo a parlare con i
miei amici; siamo tutti molto soddisfatti di quello
che ci hanno detto. nostro essere giovani cri-
stiani davvero un dono!
Siamo gi a luned: c' l'incontro. Ricordo per
che alla TV ci sarebbe un programma che mi inte-
ressa: devo fare una scelta! Capisco come questa
sia l'occasione per crescere nel mio cammino di
cristiana: vado al nostro appuntamento!
Ci troviamo con una religiosa, Don Oscar, un pa-
dre missionario, una giovane sposa, una sorella di
un istituto secolare e un diacono.
Ognuno presenta come vive la sua chiamata cri-
stiana religiosa. Una delle affermazioni che mi col-
pisce maggiormente la certezza di Dio Amore,
proprio su questa base che ciascuno costruisce la
propria dimensione religiosa e corrisponde alla
Sua chiamata. Davvero quello che conta aver
fede! Diversi carismi testimoniano l'universalit e
l'unit della Chiesa.
Tutto la fotografia del testamento di Ges. "Che
tutti siano una cosa sola".
n questa realt soprannaturale delle diverse chia-
mate, mi colpisce molto quanto dice Don Andrea,
il diacono. n questo cammino importante creare
l'unit nel proprio ambiente. Le difficolt e le crisi
di ciascuno possono essere un'occasione di cre-
scita spirituale molto profonda.
insostituibile per l'aiuto di un padre spirituale,
sotto la sua guida anche le crisi di noi giovani co-
struiscono.
Rifletto su queste cose: oggi forse pochi si affida-
no a un ministro di Dio che aiuti nella coerenza,
ma la sua presenza davvero necessaria.
Esco dal salone entusiasta: anch'io posso e devo
vivere su questa direttiva!
Mi spiace moltissimo che questi incontri siano ter-
minati: sarebbe bello e costruttivo farne altri.
Speriamo...!
10
un problema attuale Maurizio R.
la disoccupazione giovanile
L'11 gennaio 1986 la Diocesi di Milano ha orga-
nizzato un convegno sulla disoccupazione gio-
vanile, chiamando a partecipare docenti univer-
sitari, esponenti di movimenti giovanili e rappre-
sentanti delle stituzioni (Regione e Comuni).
stata un'occasione per analizzare quali reali
prospettive di impiego vi siano per le giovani
generazioni e per verificare che tipo di risposte
la societ economica sia in grado di dare.
Al di l del dibattito fecondo e vivace, mi pare
interessante sottolineare con forza alcune
espressioni del Cardinale Martini (che ha con-
cluso il convegno) perch in esse viene ribadita
la coerente linea di azione pastorale della Chie-
sa.
Vi sono espresse convinzioni che hanno, in
qualche caso, creato malumori, soprattutto in
una parte del mondo imprenditoriale che ha
ravvisato in esse un'analisi poco realistica e pe-
ricolosamente "ancorata al vecchio".
Che cosa ha proposto dunque di cos dirom-
pente l'Arcivescovo di Milano? nnanzi tutto ha
ribadito con energia che la Chiesa non pu di-
sinteressarsi del sociale e che il suo impegno
quotidiano deve essere quello di cercare rispo-
ste ai bisogni dell'uomo, anche a costo di far
esplodere contraddizioni.
Ha posto poi interessanti e inquietanti interroga-
tivi alla classe dirigente (politica ed economica)
sul modello di sviluppo economico-sociale che
ha costruito e sulla sua scala di valori che mette
al primo posto le nozioni di valore e di profitto.
Egli cio riconferma che per la Chiesa impos-
sibile ridurre i complessi bisogni dell'uomo ad
un'interpretazione economicistica o addirittura
monetaria: le ragioni dell'uomo non possono es-
sere sacrificate al profitto.
"Questo" - dice ancora il Cardinale Martini - non
va negato, ma va coniugato con il diritto al lavo-
ro di tutti i cittadini.
Mi pare che solo i prevenuti possano aver frain-
teso questo discorso che invece molto chiaro:
se si pensa l'uomo solo come parte di un mec-
canismo di produzione, si finisce per calpestar-
ne la dignit e i diritti fondamentali, come quello
al lavoro. Riflettiamo, perch un problema di
centrale importanza che investe ormai sempre
pi la nostra societ moderna.
Vi sono, anche nelle nostre opulente zone, sac-
che notevoli di disoccupazione, veniamo a co-
noscenza dei lunghi periodi di attesa, dei mo-
menti di sconforto e di rassegnazione dei giova-
ni che sono alla ricerca di un posto di lavoro.
mpegniamoci a diffondere su questo problema
una cultura diversa, un nuovo modo di pensare.
Quella del Cardinale non , come stato detto
da qualcuno, "scarsa cultura industriale", ma
una riflessione seria e una risposta ferma alla
cultura dell'indifferenza e forse anche della faci-
le retorica, che spesso ci circonda.
E che (a volte) ci diverte, ma che ci fa paura per
la sua sconcertante superficialit.
11
movimento per la vita
una legge da rivedere
raccolta di firme
"Movimento per la Vita" italiano sta promuoven-
do una raccolta di firme per inviare al Parlamento,
una petizione popolare per la difesa della vita e
della dignit dell'uomo.
Nell'attesa di attuare tale iniziativa anche, nella
nostra Parrocchia, secondo le modalit che lo
stesso Movimento ci segnaler, pubblichiamo il te-
sto della petizione.
PETIZIONE ALLE CAMERE
ai sensi dell'art. 50
della Costituzione
I sottoscritti cittadini di fronte al dramma
dell'aborto, alle proposte di rendere legale
l'eutanasia e ai problemi che si aprono nel
campo della costruzione artificiale
dell'uomo, convinti che riconoscere il valore
della vita significa riconoscere la dignit
dell'uomo, fondamento della pace
CHIEDONO
- che nelle leggi dello Stato sia scritto in
modo chiaro che la Repubblica, la cui Co-
stituzione garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo difende la vita umana dal conce-
pimento alla morte naturale.
- che ogni politica dello Stato, delle Regioni
e degli Enti locali esprima un impegno con-
creto per la tutela della vita umana e della
sua dignit in ogni momento del suo svilup-
po.
28 febbraio u.s. il Ministro della Sanit ha inviato
ai Presidenti dei due rami del Parlamento la rela-
zione annuale sulla attuazione della legge 194 del
22.5.1978 "Norme per la tutela sociale della ma-
ternit e sull'interruzione volontaria .della gravi-
danza", la legge, cio, che ha praticamente legaliz-
zato in talia l'aborto.
"Al di l dei dati terribili, da strage degli innocenti,
c' nella analisi del Ministro, il riconoscimento di
un fallimento totale e l'invito alle forze politiche a
ripensare nelle sue finalit e nella sua concreta
applicazione una normativa che sta avendo effetti
devastanti sulla societ italiana. Siamo ben lontani
dal riconoscimento che l'aborto la soppressione
volontaria di un essere umano vivente, innocente
e indifeso, tuttavia nel documento ministeriale vi
sono ammissioni degne di nota. Prima fra tutte la
constatazione che l'aborto legalizzato diventato
un diffuso metodo di controllo delle nascite.
"Dall'indagine CENSS sul Consultorio Familiare
risulta che un certo numero di donne che si pre-
sentano. per ottenere il certificato per l'interruzio-
ne volontaria della gravidanza affermano come
motivazione quella contraccettiva".
Dopo aver riportato alcuni dati, il Ministro ricono-
sce "confermata l'ipotesi di una prevalente utilizza-
zione dell'aborto da parte di donne coniugate del
gruppo di et 25-34 anni, con figli..."; cio il "mag-
gior numero di aborti riguarda proprio il gruppo (di
donne) di et meno a rischio, per quanto si riferi-
sce all'ottimazione della gravidanza, del parto e
quindi della prevenzione degli "handicaps".
Dunque la legge non servita, e non serve, come
si diceva, a fronteggiare eventuali difficili condizio-
ni psicologiche e sociali della donna; n tanto
meno servita, o serve, a tutelare la vita del con-
cepito come si afferma nel primo articolo.
Valutazioni critiche anche sui Consultori pubblici:
la relazione ministeriale parla di "gravi carenze da
parte degli operatori"; auspica che, accanto ai non
obiettori vi possa essere anche il personale obiet-
tore... in modo da renderli (i Consultori) strutture
effettivamente pluralistiche nel delicatissimo com-
pito di assistenza e di consiglio alle donne (anzi-
ch luoghi di mera certificazione)".
Per questo il Ministro ritiene che debba essere ac-
cettata la proposta dell'Onorevole Casini, del Mo-
vimento per la Vita, per la costituzione di una
Commissione Parlamentare di nchiesta sui Con-
sultori.
A conclusione, la memoria ritorna ai giorni del
maggio 1981, i giorni del Referendum, a quella mi-
noranza che ebbe il coraggio di affermare, me-
diante lo strumento democratico del voto, la sua
opposizione alla legge; e richiama le parole acco-
rate ma anche stimolanti che i Vescovi italiani di-
ressero ai cattolici, all'indomani della sconfitta.
12
la traduzione delle lettere di natale
Unterthingau, 12.2.86
pallone stato trovato il 15. 1.86
vicino a Unterthingau.
Unterthingau si trova Marktoberdorf e
Kempten (Algau) Baviera.
Saluti da Unterthingau
Sommer Maria Raiggers
Kiedrovice, 28.1.86
Ho trovato un pallone sul mio cam-
po, dove dentro di esso c'era l'indirizzo di
qualcuno.
Ho deciso di scrivervi che il pallone
arrivato a Kiedrovice, un villaggio della
provincia di Stupsk, al Nord della Polonia.
Chiedo di scrivermi che avete ricevuto la
lettera da me.
Aspetto la risposta.
Rzepinski Stefan
13
per una coerenza pi grande
abbasso il "disarmo"
Porte blindate, cani minacciosi, "gorilla" inesorabili, armi individuali, judo e juji-
tsu.,..: un'agguerrita difesa ad oltranza ed a qualsiasi prezzo per una salvaguar-
dia della "libert personale (e fors'anche di una schiavit),
n situazione di pericolo, di minaccia quindi, chi vigilante si allarma, chi
minacciato si premunisce, si rafforza.
Ecco: il cristiano che oggi non realizza una sia pur minima vigilanza attorno
a s, indubbiamente un perdente: nessun cristiano pu prescindere dalla "li-
bert" cos come la libert non esiste n resiste senza difesa.
Con un ininterrotto, inesorabile assedio, infatti, il cristiano, oggi pi che mai, insidiato ed aggredi-
to da un vero esercito di scaltre e fittizie verit", di maligne e farraginose mistificazioni, di sottili in-
ganni o suadenti lusinghe... assalito da un esercito di astuti maneggioni abili e intriganti, di gene
di falsi profeti, di anticlericali dissacratori ed intolleranti, purtroppo di transfughi cattolici arrivisti di
copertura... Con i seducenti veleni delle loro umane pseudo-culture e dello scientifico ateismo que-
sto devastante esercito utilizza anche le pi sottili armi di seduzione delle moderne mitologie, os-
sia, idolatria di un benessere avido ma appagante: chimerico accattivante miraggio di uguaglianza;
sfide o alternative laiciste; privilegi avallati da una farisaica "croce" partitica; sicuri convincenti stru-
menti professionali (furberie, raccomandazioni, omert, espedienti...).
un esercito che completa la sua forza disgregante penetrando nelle nostre inconsistenti difese
con l'arma subdola ma di sicuro effetto della calunnia, del pettegolezzo, dell'invidia, della presun-
zione e suscettibilit e litigiosit... fra i mediocri cristiani.'
Aggiungendo poi il rifiuto delle "cose di lass" l'ignobile oltraggio" dell'indifferenza verso Dio,
l'inconsistenza spirituale, il torpore da saturazione di benessere, lo stordimento da frastornanti idio-
zie massimaliste, la stupidit di nostri boriosi atteggiamenti di sufficienza verso cultura e pratica re-
ligiosa, e... chiss quant'altro ancora, stiamo precipitando verso la permuta della vita con il Nulla!
Eppure, lungo il Percorso-vita del cristiana e dell'uomo di buona volont, nozioni e conoscenze dei
"segnali" stradali affinch il cammino proceda alla luce della vita e la vita prosegua alla luce di
orizzonti affascinanti e stimolanti (Rabb, se vuoi, far qui tre tende...), sono generosamente e visi-
bilmente predisposti dalla Sapienza Divina".
il percorso che pu divenire esaltante come quello dei "due" di Emmaus o dei Re Magi, di Maria
verso Elisabetta o del Samaritano, del Tabor o delle Beatitudini od anche quello della Fuga se non
addirittura quello del Golgota...
"Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura" sferza San Paolo.
Quindi chi ha paura, chi pavido, chi perplesso... schiavo. Solo chi libero vincente!
Giuseppe Gavioli
P.S. La diserzione, gli sbandamenti: di tanti ragazzi e giovani, giustificati o giustificabili, provocano
certamente inquietudine a trepidazione: portano invece vero sconforto, disinganno, raccapriccio,
l'ostinato, ambiguo comportamento di tanti (troppi) adulti, anziani, quando, per disamore, disatten-
zione, rinunciano con sempre maggior frequenza ed ostentazione alle preghiere, alle funzioni reli-
giose in chiesa. Dove sta pi la tanto decantata, salda, concreta esperienza-guida degli anziani?
Eppure Cristo, a guardarlo sulla Croce l a braccia sempre... aperte! Eppure, nessuno al mondo,
nessuno, nessuno pu proclamare un solo motivo per respingerlo, per rinnegarlo, per tradirlo!
Non uno solo!
PERCH DUNQUE ARRENDERS?
PER CH DUNQUE ABBANDONARLO?
14
una proposta Maurizio R.
Francesco Conconi
Lo scorso mese di dicembre, nella Sala Consi-
liare di Olgiate Comasco, ha avuto luogo una
conferenza del Prof. Conconi sul rapporto tra
alimentazione e sport.
Chi ha avuto il piacere di seguire le sue interes-
santi affermazioni, avr
;
potuto constatare con
quanta semplicit e competenza egli abbia
esposto i risultati delle sue ricerche e pi in ge-
nerale della scienza medica in questo campo.
Questa eccezionale serata mi ha spinto ad al-
cune considerazioni che ho voluto riassumere
in una serie di domande.
davvero conosciuto il professar Conconi dai
Ronaghesi?
Non potrebbe servire un incontro con lui a farci
capire che lo sport anche ricerca di sempre
maggiori potenzialit umane e non solo tifo esa-
sperato?
Non sarebbe il caso che Ronago gli consegni
un riconoscimento, seppur tardivo, per i suoi im-
portanti studi e ricerche?
Non sarebbe un segno concreto, una delle oc-
casioni da non perdere per dare ai giovani
l'esempio che la "cultura" non poi cos lontana
ma sa anche parlare un linguaggio piacevole e
accattivante?
So che il professore persona schiva, che ri-
fugge dalla ribalta, ma mi sembra ingiusto ed
amaro constatare questa superficiale indifferen-
za nei suoi confronti.
La coop. "L'ANCORA con sede a
LURATE CACCVO - Via Montero-
tondo Tel. 491020, svolge un lavo-
ro a favore dei portatori di Handi-
cap. Cerchiamo persone, pensio-
nati e ragazzi, disposti a dedicare
qualche ora del proprio tempo libe-
ro per collaborare e realizzare in-
sieme un'iniziativa atta a diminuire
l'emarginazione. Tutti possono of-
frire la loro disponibilit senza im-
pegno. Ognuno libero di decide-
re come favorire la cooperativa
che aperta dalle ore 8.00 alle
18,00 e dalle ore 21,00 alle 23,00
Gli interessati possono presentarsi
personalmente o telefonare al
-491020 (coop.) -
930837 (Cesareo) -
15
le missioni dicesane
un segno di comunione
Sedici secoli fa Fedele e Carpoforo, poi il Ve-
scovo Felice, mandato da Sant'Ambrogio di Mi-
lano, vennero nelle nostre terre comasche e fe-
cero conoscere agli abitanti di allora, quasi tutti
pagani, la Buona Notizia: il Vangelo di Ges.
n questi ultimi anni, dal 1972, uomini e donne,
sacerdoti, religiose, laiche della nostra diocesi
di Como sono andati in Africa e nell'America del
Sud per lo stesso motivo: evangelizzare.
A Bimengu, in Cameroun, ci sono: Franca
Gatti e Fausta Arrigoni, laiche, che lavorano per
migliorare le condizioni umane (sanitarie, igieni-
che, familiari) della Missione dove Don Gianni
Allievi, Don Felice Can-toni e Don Eugenio Ver-
ga portano a-vanti l'evangelizzazione.
A Fernandez in Argentina, ci sono tanti fratelli
che credono in Ges e vivono quindi da cristia-
ni, grazie all'opera dei sacerdoti: Giorgio Buo-
glia, Pierlorenzo Trussoni, Savio Castelli, Um-
berto Gasperini e al lavoro di promozione uma-
na della suore: Angela Roncoroni, Erminia Sas-
si, Flavia Poletti, Maria Luisa Roncoroni. ntan-
to Don Cesare Vaccani si prepara a partire.
Si realizza, oggi come allora, il comando che
Ges, dopo la sua resurrezione, diede ai suoi
undici discepoli: "Andate e fate diventare miei
discepoli tutti gli uomini del mondo. nsegnate
loro a ubbidire a tutto ci che ho comandato, e
sappiate che io sar sempre con voi, tutti i gior-
ni fino alla fine del mondo.
Anche il nostro Vescovo: Teresio Ferraroni, ci
dice: "Tante anime attendono annunci di confor-
to, ma per credere, il mondo vuole dei cristiani
veri, che vivano in unit, che siano aperti agli
altri non a parole, ma con un impegno di vita.
CH VUOL PARTRE?
Molte delle persone che sono in Bimengu o a
Fernandez non staranno in missione per sem-
pre, dopo alcuni anni ritornano nelle loro comu-
nit d'origine. Allora necessario che qualcun
altro vada al loro posto.
Ai giovani in particolare, viene rivolto un invito
preciso: dedicare alcuni anni della propria vita
al volontariato internazionale. Lo scambio tra le
chiese sorelle si realizza attraverso le persone
che lasciano la loro comunit d'origine per un
periodo determinato e vi ritornano portando una
nuova ricchezza.
16
n Cameroun, oltre ai sacerdoti, occorrono in
particolare infermiere e animatrici sociali.
La partenza dipende dalla generosit persona-
le, ma anche dallo sforzo educativo delle nostre
cocunit per aprirsi prima al prossimo vicino,
che ha come conseguenza quella di pensare
poi a chi lontano.
il cristiano e lo sport Roberto
Da ormai alcuni anni il fenomeno dello Sport
sembra essersi inserito di prepotenza nella vita
di una buona parte di persone.
Esse ritengono lo Sport una delle attivit pi im-
portanti che devono svolgere, trascurando ma-
gari scelte ed impegni che in un primo momen-
to si erano presi.
La parte pi rilevante di queste persone rap-
presentata dai giovani, le future "guide" della
nostra societ. proprio durante queste perio-
do dell'evoluzione di un individuo che vengono
effettuate le scelte pi importanti e rilevanti che
guideranno poi la persona durante la propria
vita.
Come si comporta, dunque, il giovane cristiano
quando viene il momento di decidere quale atti-
vit ed impegno deve essere curato di pi? Se
tra queste attivit presente anche lo Sport,
come lo valuta, quale importanza d ad esso?
Le risposte sono molto complesse e si differen-
ziano da individuo ad individuo. Esiste per un
tipo di comportamento che possiamo definire
generale e che comune nella maggior parte
del giovani.
Come gi dicevo, essi vengono attirati, da que-
sto fenomeno che molto mano impegnativo e
pi divertente se confrontato con altre attivit
quali possono essere quelle riguardanti la reli-
gione, la chiesa, la comunit parrocchiale.
Questo comportamento non pu essere definito
veramente cristiano. Questo modo d'agire for-
se dovuto al fatto che un giovane non riesce
ancora a capire la vera importanza che il mes-
saggio cristiano gli offre e cerca cos altri modi
di svago e di divertimento.
Facendo questo ragionamento, non voglio per
essere frainteso; non voglio condannare lo
sport e affermare che esso non si pu concilia-
re con la vita di una persona cristiana. A mio
parere, infatti pu benissimo coesistere con gli
impegni cristiani, senza che nessuno dei due
possa venire trascurato o essere messo da par-
te.
n che modo? Facendo diventare lo Sport non
un qualcosa di ossessivo, di "sacro" e intoccabi-
le, ma considerarlo come un momento di sva-
go, di relax e uno strumento per dare vita a di-
battiti, discussioni e riflessioni.
Con questi pensieri ho voluto brevemente ripor-
tare e riferire il mio parere e le mie opinioni sul
rapporto sport-religione che in un cristiano, so-
prattutto nell'et dell'adolescenza, diventa uno
dei tempi fondamentali per la propria esistenza.
l ricordo di certi drammatici avvenimenti che si
ripetono ogni domenica in tutti gli stadi ed im-
pianti sportivi di tutto il mondo, sempre vivo e
presente in noi e ci fa pensare.
17
da Suor Amelia
un grazie e un augurio
Amakuriat, 9.3.'86
Carissimi Gamiti,
se state pensando che sono una maledu-
cata, avete pi che ragione!
Anch'io ne sono convinta e ve ne chiedo umil-
mente scusa. tanto, infatti, che non vi scrivo...
e, dopo tutto ci che fate per me, almeno un pic-
colo grazie dovrei mandarvelo ogni giorno, non
vero? Vi assicuro per che ogni giorno, quando
prego, ringrazi moltissimo il Signore per ci che
voi siete per me e per
;
tutti i nostri e vostri Pokot:
"un sostegno spirituale, morale e materiale! Dite
poco?
Con me, vi ringraziano le suore e i padri e con
loro mi congratulo per il Bene che accettate di
fare per l'Avvento del Suo Regno. Coraggio, e sia-
te contenti ed orgogliosi d'essere dei buoni e vali-
di strumenti nelle mani del Signore.
o poi ammiro moltissimo il vostro impegno di
sempre, ma specialmente per le iniziative propo-
ste ed attuate dopo il ritorno di Rodolfo e l'invito di
Padre Giuseppe. Avete addirittura rinunciato al
progetto missionario zonale per fare qualcosa di
pi grande per questa nuova missione. S, ormai
un semplice Grazie non basta pi e allora vi man-
do (come sempre) la mia grande riconoscenza e il
mio ricordo a Colui che di grazie da donarvi ne ha
tante, pregando che vi doni pure la capacit di ri-
ceverle... e voi continuate a fare altrettanto per
me.
Di qua che dirvi? Forse avrete gi saputo del fatto
della bambina morta dopo la vaccinazione. sta-
ta un'esperienza dura, forte, ma anche bella.
S, bella, perch ancora una volta abbiamo con-
stato personalmente e comunitariamente come il
Signore padrone di tutto e conduce tutto col suo
grande Amore.
Nella nostra programmazione, abbiamo deciso di
uscire almeno due o tre giorni la settimana, rima-
nendo in uno dei centri dove c' il catechista, per
conoscere meglio e pi gente e per sostenere ed
aiutare il catechista. Andiamo in due suore, allog-
giando nelle scuolette oppure nelle capanne con
le capre. Finora siamo state in quattro centri.
una stancata, perch si cerca di visitare pi fami-
glie possibile (sono molto disperse) e poi alla sera
raduniamo i vari catecumeni, facendo le istruzioni
e concludendo con la preghiera domenicale;
un'esperienza bellissima.
La gente molto contenta perch ci sente pi vici-
ni, mentre la gente che ancora non ci conosce co-
mincia a squadrarci e studiarci... quanti bambini
ancora scappano nel vedere questi esseri bianchi!
Qui ad Amakuriat, per la Quaresima abbiamo pro-
grammato per la prima volta la Via Crucis. cri-
stiani sono ancora pochi, per ci sono i ragazzi
della scuola (quasi ventenni),i pi grandi, che
sono interessati a conoscere pi da vicino Ges e
vi partecipano con impegno.
Fra loro abbiamo molti catecumeni, sono la nostra
speranza sia per l'apostolato che per il campo
educativo. Quest'anno, dopo otto anni dall'apertu-
ra della scuola, c' stato per la prima volta l'esa-
me statale. Non ci aspettavamo che cinque dei
tredici esaminati fossero promossi. Potete imma-
ginare la gioia di tutti. Ora questi cinque si trovano
a Kacheliba dove hanno iniziato da un mese la
secondaria, con a capo una nostra suora. Pregate
pure voi perch questa nuova scuola abbia buoni
fondamenti e prosegua bene.
Un'altra novit che in questa settimana sono ini-
ziate le piogge. Dopo dieci mesi di secca, tutto sta
rivivendo... quanti problemi risolti! Credo possiate
capire tutti la nostra gioia. Dalla gente al bestia-
me, dai boschi alle campagne, sembra venire un
grande inno di ringraziamento, al quale vi prego di
unirvi, godendo con noi per tanta grazia di Dio.
lavori della nostra casa sono stati rimandati fin-
ch non vedremo che l'acqua sia abbondante, pri-
ma la gente poi la casa, non vi pare? Cos pure
quelli del collegio per le ragazze...
Come vedete, pare che i piani del Signore siano
diversi dai nostri, ma noi siamo molto contenti di
questi suoi interventi proprio perch cos siamo
certi d'essere nella sua volont.
Con tutta la gioia che ho nel cuore, vi mando gli
auguri pi belli di Buona e Santa Pasqua perch
insieme viviamo sempre pi profondamente la
Sua e la nostra Risurrezione.
Statemi tutti bene e a tutti il mio affettuoso saluto.
Vostra Suor Amelia
18
domenica delle Palme
1^ giornata mondiale della giovent di L. A.
nizia da quest'anno un nuovo appunta-
mento; una "giornata mondiale della gio-
vent".
Dopo l'anno internazionale dei giovani
(1985) questa giornata il frutto di
un'attenzione e sensibilit particolari che
il Papa ha nei confronti dei giovani.
"Sempre pronti a testimoniare la speran-
za che in voi" il tema-augurio scelto
in occasione di questo appuntamento
mondiale di domenica 23 marzo.
Ai giovani spetta la responsabilit del fu-
turo; per questo, fin da ora, sono esorta-
ti a non essere passivi, a non sprecare
questi anni preziosi e importanti della
loro vita, ma a viverli con responsabilit,
a sentirsi ciascuno in prima persona
chiamato nell'edificazione di un mondo
diverso.
Ci sembra bello esprimere il nostro au-
gurio ai giovani della nostra comunit
parrocchiale con le parole che il Papa
stesso ha rivolto loro nella "lettera ai gio-
vani" della domenica delle Palme
dell'anno scorso:
"Di fronte alle tante minacce che
incombono sull'umanit di oggi, alle ten-
sioni e divisioni che ci sono in essa, vi
esorto ad essere desiderosi di fratellan-
za, a dimorare nell'insegnamento di Dio
che, solo, pu infondere nei cuori l'amo-
re, il rispetto dell'uomo, della sua vita,
della sua dignit, delle sue convinzioni...
Vi esorto ad essere forti nella lotta con-
tro il male, il vero male: tutto ci che of-
fende Dio, ogni ingiustizia, sfruttamen-
to, falsit, crimine... Ricordate che non
si pu staccare il mondo da Dio, n
staccare l'uomo da Dio!... State in guar-
dia contro
1
inganno di un mondo che
vuole sfruttare o far deviare la vostra ri-
cerca della felicit e del senso della
vita!".
Facciamo nostre queste parole, le spe-
ranze e le preoccupazioni del Papa; ci
auguriamo davvero che ogni giovane
dia il proprio contributo affinch questa
giornata non venga celebrata invano,
ma segni l'inizio di un autentico cammi-
no di crescita umana e cristiana, di una
profonda ricerca della verit, della piena
realizzazione di s.
Per i giovani della nostra diocesi, questo
appuntamento si riveste di un ulteriore
significato.
Gli esempi dei Santi e dei martiri - l'ope-
ra dei quali dura da 1600 anni - siano
punti fermi e validi di riferimento per un
cammino che li faccia sentire veramente
protagonisti, chiamati gi nel presente a
preparare il futuro anche della nostra
chiesa locale.
19

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