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Il Giornalista

L’edizione speciale della Facoltà di Giornalismo dell’Università Statale Lomonosov di Mosca

Il Corteo
storico per
ferragosto

I moscoviti
a Montalbano
Elicona Il mondo
Il caffe’ dei brand
all’italiana italiani
Il vino Umbria Jazz
delle Marche
 | Il Giornalista dicembre 2008

Fatima Ciumakova: studentessa della facoltá Julia Klimova: studentessa della faculta di Dimitri Lysenkov: studente di facoltà di Gior-
di giornalismo, giornalismo internazionale, journalismo, redattore, journalista e fotogra- nalismo, cattedra del giornalismo internazio-
on-line fo per la rivista dello sport «Sovetski Sport», nale, autore per le riviste sul vino, viaggi di
l’autore della rivista «Italynews» lusso e yachts «Magnum», «Italia», «Smoke»,
«Boat International».

Daria KLIMENKO,
caporedattrice

Ho il grande piacere di presentarvi il


nuovo annuale del Centro Italo-Russo
per le ricerche su mass-media, cultura
e comunicazione presso la facoltà di
giornalismo dell’Università Statale Lomo-
nosov di Mosca.
Dietro questo lungo nome ci sono al-
meno 50 studenti che studiano la lingua Svetlana Kravchenko: studentessa della facol- Anna Sokolova: laureata in giornalismo, fa il Anastasia Laukkanen: studentessa della fa-
italiana, che viaggiano in Italia per studio, tà di giornalismo, 5 corso, adetto stampa di dottorato di ricerca in giornalismo italiano e culta di journalismo, insegnante d’inglese nei
squadra italiana Calcio V spagnolo, piace la gente che sa pensare e sa gruppi corporativi e orfano trofio, tradutrice.
ricerca e per piacere, che si uniscono impazzire Fatta il gran tour in Italia questa estate, piut-
per ascoltare i professori delle migliori tosto gastronomico
università italiane, per guardare i film
italiani, per parlare nella lingua preferita,
per dare luce alla rivista sui nostri stage
estivi.
Quest’estate stata piena di Italia per
noi. Ci hanno accolto le università degli
studi di Perugia, di Milano, di Messina, di
Genova. E ognuno tornato con la propria
emozione scritta e fotografata.
Oltre ai racconti sugli stage, la maggior
parte dei quali dedicata al viaggio cul-
turale-etnico in Sicilia, abbiamo anche
alcuni materiali scritti specificamente
per questa edizione: il vino delle Marche, Oksana Lasarenko: studentessa della faculta Leonova Anna: studentessa di 3 anno, Facol- Irina Sezina: studentessa della facoltá di gior-
di journalismo di 3 anno, appassionata di tà di Giornalismo, giornalismo internazionale, nalismo, designer per le agenzie pubblicitare,
la differenza tra la colazione alla russa e studiare le lingue del gruppo romano: italia- autore di rivista «Il Giornalista»; collaboratore la vera e propria principessa
no, spagnolo, portugese. Anche interessata di a contratto delle edizioni regionali.
all’italiana, il festival Jazz in Umbria, un danze e l’arte artistico.
progetto contro la guerra denominato
«tutti giù per terra».
Ed soprattutto bello ed accogliente dicembre dell’anno 2008
tenere questa rivista a casa e aprirla ogni
tanto d’inverno e di prima primavera. È direttore del centro: Anastasia Grusha
come il pane caldo italiano che brucia redattore responsabile: Daria Klimenko
un pò le mani, poi diventa tiepido e disegno della copertina: Anna Sokolova
redattore: Diego Mecca
morbido e diffonde il suo odore indi-
menticabile. Solo che la vita della nostra Il numero è stato preparato dagli studenti del Centro Italo-Russo per le ricerche su mass media, cultura e comunicazione:
rivista dovrebbe durare molto di più e Oksana Lasarenko • Anna Leonova • Svetlana Kravcenko • Anna Sokolova • Anna Nauer • Daria Klimenko • Anastasia
regalare ai lettori pensieri e sentimenti Laukkanen • Giulia Klimova • Irina Sezina • Dimitri Lysenkov • Anka Sarukhanova • Daria Koroleva • Alessandro Belyaev •
Tamara Vinogradova, Fatima Ciumakova
calorosi e piacevoli.
Così sono anche gli studi nel nostro cen-
tro, alla scoperta di qualcosa di nuovo, disegno ed impaginazione: Galina Kuznetzova indirizzo: 125009, Mosca, via Mokhovaya, 9
attraente, interessante, emozionante, caratteri: Myriad Pro, Palatino Linotype telefono: (495) 629‑43‑65
stampato: il laboratorio poligrafico di studio della Facoltà
succoso e gustoso. Siamo sempre aperti di Giornalismo di MGU firmato per stampare: 11.12.2008
alle iniziative e alla creatività. La rivista il direttore V. I. Neznanov
nata per confermarlo. L’opinione della redazione non sempre coincide con quella dei materiali del giornale.
I giornalisti sono responsabili per il contenuto dei materiali.
dicembre 2008 Il Giornalista |

La vita in Sicilia piena delle avventure…… . . . . . . . . ……….4 La Vara: Benedicendo la città……… . . . . . . ………………18

La nostra fortuna…………. . . . . . . . . . . . . . . . . . ……………..6 Progetto caffè……………… . . . . . . . . . . . . . . . ……….20

Il trasporto alla siciliana……… . . . . . . . . . . …………………7 Sanus per Italia……. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . ……22

Il mistero dell’arrivo………… . . . . . . . . . .………………….. 8 Santa Margherita—

Il corteo italo-russo a Montalbano Elicona… . . . . . . . .…….10 un rimedio contro la noia e depressione… . . . . . . . . . .……23

Umbria Jazz…………………… . . . . . . . . . . . .……………..12 La zona scientifica: l’immagine dell’Italia nella stampa russa.…. .24

Lo stage tra i brand italiani……. . . . . . . . . . . . . …………….14 Ogni guerra, anche ai margini è universale…… . . . . . . . ….26

Le Marche in un bicchiere……………. . . . . .……………..16

Il Centro Italo-Russo per le ricerche


su mass media,
cultura e comunicazione
Il Centro Italo-Russo per le ricerche su mass media, cultura e comunicazio-
ne è stato fondato 6 anni fa ed è aperto per tutti quelli che vogliono studiare
o giá parlano l’italiano, che sono interessati in giornalismo e in cultura italia-
na. Lo scopo del Centro è l’istruzione onnilaterale sull’Italia: i corsi di lingua,
le lezione degli italianisti, professionisti, professori russi e italiani. Il Centro
sta in relazioni buone con le universitá italiane che permette di organizza-
re gli stage, i cambi tra gli studenti e invitare i professori specializzati nel
campo di giornalismo, politica, linguistiga, storia, sistema dei mass media,
business e cultura.
 | Il Giornalista dicembre 2008

La vita Taormina è una pittoresca favola. Vieni


in citta e entri in un film sui vecchi tempi
dell’ Europa.

in Sicilia piena delle avventure


Taormina è una città sparsa sulle mon-
tagne. Tutte le strade portano in fondo,
sulla costa. Meraviglioso, piccole strade
di Taormina pavimentate con lastre di

Studiare, studiare e ancora studiare… pietra. Per queste strade la gente è entra-
ta per più di un secolo. Anche la nostra
gruppa dei studenti russi ha visitato que-
sta città!
Le strade come le scale, le strade come
scivoli, le strade come piazzale…
Svetlana Kravcenko Francesca, il professore Romano—c’ era Ci sono molti piccolo bar e ristoranti

Q
un pò di tempo libero. Questo tempo è che mettono sedie in strada. Di volta in
uest’ estate abbiamo avuto la stato molteplice. E impossibile essere in volta passono i motociclisti.
possibilità di studiare la nostra Sicilia e non vedere tutti i luoghi meravi- Sulla strada principale ci sono molti
lingua più amata—l’italiano. gliosi di questa isola. Grazie al professor negozi con i diversi souvenir. La maggior
È benissimo imparare l’italiano e vivere Romano abbiamo visitato i luoghi più bel- parte qui sono coralli, ceramica siciliana e
più da vicino il ritmo del mare. li della Sicilia. prodotti di vetro.
Le lezioni d’italiano si tenevano in un Allora, il nostro primo piccolo viaggio è La strada principale attraversa comple-
luogo unico—Montalbano… stato il viaggio a Taormina. tamente la città, poi si trasforma e porta
Siamo arrivati a Montalbano, un luogo per l’anfiteatro. L’anfiteatro si trova nella
molto interessante e misterioso, e la gior- Taormina roccia. Questo è uno splendido spettacolo.
nata seguente sono cominciati i corsi. Ci Taormina chiamata «la perla della Sicilia». Visitando il Teatro Greco si puo godere
sono sei livelli di conoscenza della lingua È vero. La città si trova sulla costa orienta- la vista sul vulcano Etna.
italiana. le della Sicilia, vicino al vulcano Etna—su Per garantire che avete voluto visita-
Il primo giorno delle lezioni abbiamo una rupe alta sopra il mare. Questa città è re almeno una volta a Taormina, c’è una
scritto il test per determinare il nostro li- molto antica. Dell’ antica Taormina sono sola frase di Maupassant: «Se qualcuno
vello. di conoscenza della lingua italiana. rimaste solo le rovine antiche e Teatro dovrebbe essere tenuto un solo giorno in
Per fortuna, tutto il nostro gruppo ha lo Greco. Per arrivare in città abbiamo avuto Sicilia e chiederà che devono vedere, non
stesso livello di conoscenza e noi abbiamo una lunga salita in autobus su una stret- ho alcun dubbio avrebbe risposto: Taor-
avuto lezione insieme. ta strada in montagna. Ma tutto questo mina!» La sera siamo andati a Messina…
La scuola anche ha organizzato semina- tempo abbiamo guardato il panorama
ri su diversi temi. al di fuori della finestra. Poi l’autobus ha Messina
I nostri insegnanti erano laureati con parcheggiato in un speciale parcheggio. Questo è una cita siciliana che, per fortu-
una lunga esperienza nell’insegnamento. na, ho visitato due volte. Per la prima vol-
A conclusione del corso abbiamo soste- ta (due anni fa) e per la seconda volta ho
nuto il test finale per ottenere la certifica- visto la festa più importante, che si svolge
zione. a Ferragosto di ogni anno. C’e la proces-
sione dei fedeli, vestiti di bianco ed a piedi
Riposare… scalzi. Loro mettono una antica macchina
Dopo ore di lezione con i nostri eccellenti e sulla parte superiore della macchina
insegnanti—Daniela, che poi ha sostituito si trova la statua del Cristo che, con una

Svetlana Kravcenko
dicembre 2008 Il Giornalista |

mano, sorregge la Madonna. Questa mac- Vivendo il ritmo del mare e veleggiando Montalbano è una piccolissima città sul
china si chiama la Vara. tra le isole vulcaniche abbiamo scoprite monte (cosi si chiama Montalbano).
Il 15 agosto nella piazza ci sono le due baie nascoste e un’antica cultura a un rit- Questo è un’affascinante cittadina me-
colossali statue a cavallo che raffigurano mo che ci lascerà un lungo ricordo. dievale, con le case medievali, le scale di
i leggendari fondatori della città. Questa pietra e la fortezza. Persone che la abitano
è una esperienza indimenticabile. Si di- Tindari ricordano i residenti di una lontana epoca.
venta il partecipante della grande festa. Un giorno il professore Romano ho orga- Anche se molto piccola popolazione della
Alla fine della festa c’e il grande salto sul nizzato il viaggio a Tindari, che si trova città. Ma dopo due settimane di soggior-
mare. sulla costa nord. A Tindari c’e la famosa no in città, i residenti locali riconoscono
Abbiamo passato in città diverse ore, Madonna nera. In questo luogo viene un le persone, salutano e augurano buona
ma questo tempo sono stata molto felice! numero enorme di pellegrini per venera- giornata. Tutto questo è ci stato catturato
Altro nostro altro viaggio molto interes- re la Madonna e chiedere la sua assisten- nella trappola di tempo. Tutto in questa
sante era un piccolo crociere nel traghetto za. Dicono che la Madonna esegue le ri- città era così piccolo che per noi, russi, re-
alle Isole Eolie. chieste dei credenti. sidenti del nord, è stato insolito vivere in
Io e miei amici abbiamo visitato il vec- questo piccolo «paese».
Isole Eolie chio santuario dedicato alla Madonna Ogni sera dalle finestre delle nostre pic-
Isole sono situate al nord di Sicilia. Dico- nera. Ci sono state un sacco di persone. cole case, si potrebbe vedere come il sole
no che Odysseus fu nelle Isole Eolie. Per- La statua della Madonna era alta sopra le tramonta. Il sole come se sul palmo della
ciò loro sono così popolare. In caso di bel teste dei parrocchiani. mano. Non tutti possono vedere questo.
tempo abbiamo visto l’isola dalla nostra Anche abbiamo visto il sito archeologi- Ma noi ne abbiamo avuto la possibilità.
città Montalbano. co con il Teatro Greco. Grazie per la fortuna!
Ce sono isole: Vulcano, Lipari, Salina, Vivere in Sicilia è stata una esperienza
Panarea, Stromboli e Filicudi. Montalbano particolare. Mi sono innamorata della Si-
Lipari è l’isola che dà il nome all’arcipe- Ma la maggior parte della nostra vita in cilia, dello stile di vita, ho fatto tante ami-
lago è la più grande. Era possibile prende- Sicilia l’ho passata a Montalbano. cizie e sopratutto ho imparato e migliora-
re la barca e pescare il pesce insieme con i to l’italiano.
pescatori siciliani e poi pranzare a bordo.
Ma abbiamo preferito fare tutta la via d’ac-
qua sulla parte anteriore del traghetto…
Svetlana Kravcenko
 | Il Giornalista dicembre 2008

Il mistero dell’arrivo il pullman. La stanchezza tormenta. An-


diamo per la serpentina della notte. La
strada non ha guardrail precisi e distinti.
Ci stiamo avvicinando. P iccole case si sono schierate sul pendio abbastanza Gli occhi si chiudono e qualche volta non
si possono distinguere le stelle lassù, in
scosceso. La mia prima associazione quando vedo le montagne certamente cielo, e le luci della città là sotto, ai pie-
è il Caucaso. Ma queste montagne non lo ricordano. E le case non sono come di della collina. Non si può distinguere
gli aul. la Via lattea e, stesa lontana da qui, sul
testo, foto: Giulia Klimova lungomare, Milazzo. Si capisce che è un
sogno ma si spera di non dormire.
Siamo venuti di notte. Troppo stanchi,

I
un pò congelati e mezzo addormentati.
l nostro Campus piuttosto rassomi- E non solo loro. Anche quelle che sono Abbiamo visto i margini del paesino di
glia un paesino medioevale. Oppu- a casa hanno paura, però non possono Montalbano, abbiamo attraversato alcu-
re il teatro di posa di Mosfilm dove chiudere le finestre. Non c’è serratura su ne vie in pullman… Però, cionondimeno,
si gira un film su cavalieri e bellissime alcune e il davanzale di quella nella stan- a Mosca dopo queste due settimane non
dame, usurai e banditi, contadini e re. za da bagno è situato a livello di strada. potremo ricordare come appariva prima
Le vie sono pulitissime e—la maggior Ma i ragazzi sui motorini portano non la città, quando l’abbiamo vista per la pri-
parte del giorno—silenziosissime. Solo solo paura. Manifestano anche attenzio- ma volta. Il giorno dopo… due settimane
a volte di mattina chiassosi piccoli ra- ne alle belle persone [n. d. r.: forse «ra- dopo, Montalbano ha acquistato un’im-
gazzini vanno in bicicletta. E di notte i gazze»? ] russe, a volte importuna però magine più definita. Reale. Differente.
ragazzi più grandi e un pò più chiassosi mai—intollerabile. Appena arrivati ci hanno alloggiato.
che hanno lasciato le biciclette vanno sui Si deve andare abbastanza in alto per «Anna vuole dormire con Giulia»,—dice
loro motorini. Spaventano le ragazze che raggiungere il nostro villaggio. Mon- una delle organizzatrici, dopo che ab-
per caso sono fuori casa a quest’ora tarda. talbano. Quella Montalbanovka, come biamo espresso i nostri desideri. Nessu-
l’abbiamo chiamata noi studenti russi. Il no è contrario, tutti sorridono. A poco
giorno è stato pesante. Sempre in viag- a poco tutti ricevono le chiavi. Questa
gio—treno, metropolitana, aereo ed ora notte Anna dorme con la persona con cui
voleva dormire. E gli altri?.. Se oggi c’è
un problema con i vicini di casa—non ci
sarà domani. A dopodomani. Senz’altro.
dicembre 2008 Il Giornalista |

Il trasporto alla siciliana Vi faccio una confessione: una volta, sì,


sono scappata. Per caso ho scoperto che il
giorno dopo ci sarebbe stato un pullman
che andava alla stazione ferroviaria. No-
Quest’estate, finalmente ce l’ho fatta ad arrivare fino in Sicilia. Informazioni nostante il pullman partisse alle 5:50, ho
generali: d’estate ci sono i voli diretti da Mosca ed anche da San Pietroburgo, subito capito che era un’opportunità da
cosi arrivate a Catania, poi prendete un treno per Palermo o Messina o altri non perdere; quindi mi sono alzata alle
5 e ho preso la direzione della stazione
luoghi, o magari rivolgetevi a qualsiasi autista—saranno ben disposti a con-
dei pullman. I pullman, sì, c’erano—però
durvi per 150 Euro (comunque rendetevi conto che più probabilmente sarete vuoti, senza nessun segno di vita. Alle
voi a indicare la strada). 5:45 ho cominciato ad innervosirmi, vi-
Irina Sezina
sto che gli unici passeggeri ero io con una
colonia di pipistrelli che ho svegliato per
caso. Finalmente alle 5:51 è arrivato l’au-
tista con la sua macchina, mi ha visto, si è

I
sorpreso e mi ha portato via, no, non col
l mio caso non era questo—per Devo dire che il borgo è veramente un pullman ma con la sua macchina—siamo
fortuna, per me c’era un pullman. posto bellissimo, tutto fatto di pietra, an- andati in un bar per un caffè (e anche con
Questo gentilissimo pullman mi ha tico, vero, persino mitico, con mille stra- lo scopo che mi vedessero i suoi amici).
portato fino alla destinazione finale, cioè dine e scorciatoie che s’intrecciano, abi- Dopo mi ha portato di nuovo al pullman,
un bel borgo medioevale sperduto nel tato da piccole vecchiette che appaiono mi ha fatto salire e così siamo andati
pieno centro di nessuna parte. Avrei do- e se ne vanno all’improvviso e che non verso la civiltà, in due in un grandissi-
vuto passare lì due settimane piene delle parlano neanche l’italiano. Sinceramen- mo pullman da turisti (però alla fermata
tradizioni locali e dell’apprendimento te la considero una grande fortuna che successiva ci hanno raggiunto altri due
profondo della lingua italiana. ci siano ancora dei posti così sulla terra, fortunati passeggeri). Un’ora di viaggio,
che fanno finta di non sapere che ci sono poi un altro autobus, poi tre ore di treno
aerei supersonici ed isole artificiali ed ed eccomi, Palermo Centrale, turisti, mac
Internet. Il nostro borgo era così—mezzo donalds, spazzatura sotto i piedi, la Rina-
abbandonato, con nessun collegamento scente e altri beni dell’umanità. Che gioia,
regolare con il mondo esterno. Insomma, francamente.
l’idea di farci studiare lì era bellissima, e A questo punto mi fermo, perchè Pa-
sarebbe risultata una cosa geniale se ci lermo è ovviamente tutta un’altra storia,
fossero stati tanti furbi russi che non vo- grande però. Alle prossime edizioni, ra-
lessero proprio quell’esperienza di pura gazzi.
cultura autoctona siciliana e non fossero
pronti a dimenticare i beni della civiltà
più recente.

Daria Klimenko
 | Il Giornalista dicembre 2008

Daria Klimenko
Anna Leonova

La nostra fortuna / Come nella favola…


Potremmo cominciare la nostra narrazione della vacanza in questo modo: c’era una volta il gentile professore
Andrea Romano che una volta riuniva gli studenti ed i professori di altri paesi: Russia, i paese dell’America Lati-
na, delli Stati Uniti e, certo, dell’Italia… Noi cominciamo così perché la nostra gita è simile ad una fiaba che non
potremo mai dimenticare.
Anna Leonova ed Oksana Lazarenko

N
on ci siamo sentite tanto fortunate in principio, però in Sici- abbiamo visitato la grotta del ciclope Polifemo in Milazzo, abbiamo
lia questa sensazione è la realtà costante. Perché l’atmosfera anche ascoltato in Campo Grande le arie della famosa opera musicale
di questa isola è effettivamente magica. Solo l’International «Traviata» nell’ interpretazione dell’ orchestra di Falcone). Noi vive-
Summer School organizzata della Universitàdegli Studi di Messina e vamo nella città più piccola che si chiama Montalbano Elicona. Mon-
la gentilezza del Professore Andrea Romano, potevano darci una for- talbano non è una città industriale, questo è uno luogo perfetto per
mazione seria e una vacanza estiva stupenda contemporaneamente! le vacanze (perciò molti emigranti villeggianti di Romania, Germania
Nella scuola ci sono state le lezione dedicate alla migrazione—per gli e Olandia passano spesso l’estate qui per vivere nelle montagne con
avvocati, il corse della lingua italiana (che noi frequentavamo) e il cor- un’atmosfera calma e naturale). Noi anche abbiamo provato a chiedere
se di lingua inglese—per gli studenti italiani. quanto costano le case in Montalbano. Ed eravamo soprese—da 10 000
Ogni giorno noi passavamo il tempo con due bravissime professores- euro a 200 000 euro. Il prezzo sembra decisamente accessibile! E quindi
se di Reggio Calabria—Gisella Murgia e Serena Stilo. Le lezione erano abbiamo deciso—accumuleremo i soldi e ritorneremo a Montalbano.
piene di cose interessanti. Cantavamo le canzoni di Adriano Celentano, Lì ci aspettano i nostri nuovi amici italiani. Abbiamo fatto la conoscen-
discutavamo di diversi problemi (sociali, culturali etc.), inventavamo za con giornalisti locali, abbiamo assaggiato i prodotti nazionali, siamo
una fiaba, giocavamo. Alla fine del corso abbiamo ricevuto i certificati andate al mare (ma non siamo tornate in Russia abbronzate sfortuna-
che confermano il nostro livello di conoscenza della lingua è B2 (che temente, perchè noi arrivavamo in spiaggia solo la sera)… quindi «di
significa «intermedio»). cosa hai ancora bisogno, che vuoi?» come gli italiani dicono spesso (e
Ma, certamente, la nostra vita non trascorreva soltanto alle lezioni. anzi hanno il «gesto speciale» per questa frase). Eravamo realmente
La spiaggia, il programma culturale, le gite e altri divertimenti, più i felici in Montalbano. Adesso noi vorremo ringraziare la nostra Facol-
contatti con altri studenti—tutto era magnifico! tà di Giornalismo e, sopratutto, il Centro Italo-Russo per le ricerche
Il nostra programma culturale era molto saturo—abbiamo visto Pa- sui mass-media, cultura e comunicazione per questa unica possibili-
lermo, Catania, Milazzo, l’Argimusco (come lo Stonehenge siciliano), tà—conoscere l’Italia—e aspettiamo il prossimo anno, perchè deside-
Isole Eolie e molti altre cose interessanti e indimenticabili (per esempio, reremmo tornare senz’altro alla nostra fiaba!
dicembre 2008 Il Giornalista |

Una meraviglia unica tra che la neve. Abbiamo incontrato un an-


ziano che ci ha detto che Montalbano

le strette vie medievali


d’inverno è una favola. Natale gli porta
i ricordi più luminosi della sua infanzia.
Adesso qui abita la sua mamma. Con la
moglie arrivano come ospiti. E ci hanno
invitati a Natale. E perchè no?
Ci sono tante città nel mondo, sono tutte uniche, tutte particolari. Incredibile, Mercato delle pulci—ancora una tradi-
vero? La piccola città italiana che si chiama Montalbano Elicona non ha solo la zione. La gente propone e compra i libri,
sua particolarità esteriore, ma anche quella che si chiama l’anima della città. i giocattoli, i sacchetti. Tutti affaccendati
Tamara Vinogradova, Diego Mecca ma tuttavia affabili.
Alle tre di notte Montalbano può mo-
strare i suoi segreti… Uscite sul balco-
ne—e il silenzio fa impressione. Monta-
gne, buio profondo. Sotto—le fiammelle

C
delle città vicine, dalla silhouette scura si
on anima intendo le tradizio- Dopo le quattro di pomeriggio anda- scorge il mare. Di tanto in tanto una mac-
ni, le abitudini di chi ci abita, i vamo in spiaggia quando non faceva china passa come una fiamma sulla costa
ritmi della città. Ogni cosa vive troppo caldo e il mare era bello tiepido. della montagna, le luci dei fari si vedono
in un modo speciale, così da anni. Non L’autista affidabile ci portava per la stra- da lontano e si sente il rumore del moto-
cambia niente in questa isola dell’antichi- da tutta fatta di curve. Lui però guidava re. A sinistra—di piccole fiamme brilla il
tà medievale. tranquillamente, come se andasse in mo- cimitero. Una bella abitudine. Bruciano
Ma un po’ di modernita è arrivata co- torino e non come se ci fossero una venti- le lanterne sulla tomba, a significare che
munque: sono giunti gli studenti russi. na di studenti là dietro. si ricordano i morti.
Mattina. Le ore 9.00. Ma torniamo all’immagine della cit- Ma ancora ci si svela un segreto… no,
Fa abbastanza freddo, ma tra poco l’aria tà. Snella, bella, antica, ma giovane. Le non è un mago. Il professore Romano.
si riscalderà, il gridare del gallo, si sento- grandi vie sono decorate con gli archi Ma può essere, il professore un romano e
no anche le risate dei bambini. La como- delle luminarie, molto colorate. Fanno un mago? Nell’ultima serata prima della
dità della collina ci fa salire e scendere un annuncio, lo sento. partenza ci ha mostrato una vecchia stra-
tanto che è diventato quasi uno sport per C’è lo stand con le notizie locali. Qui in da. Accade che, a metà, la strada proceda
noi—un esercizio mattutino. L’mportante una famiglia sono nati dei gemelli. E tut- dal cancello che arriva direttamente al
è ricordare che questa non è una semplice ta la città è contenta per i nuovi cittadini. centro della nostra piazza! Il professore
città, questa è Montalbano Elicona, pre- Per loro rispettare e essere rispettati è ci ha mostrato questi vecchi cancelli. Im-
ziosa piccola pace nel sud d’Italia. una cosa normale. E, senza farci caso, sei maginate, vicino alla nostra casa.
Anche la mattina presto, verso le 8, la penetrato in questa «famiglia urbana». La buona famiglia dei padroni della
vita comincia a ribollire nel centro che si La notte ucraina è calma… Sì, Signor locanda «Massimo», ci ha intrattenuto
trova sotto la collina. Qui ci sono i piccoli Gogol, una notte ucraina è calma, ma durante l’ultima notte (se ancora è pos-
negozi, caffè e pizzerie, il piccolo Duomo. una notte italiana, in cima a Montalba- sibile dire così alle 3 di mattina) con pa-
Vai alla piazza sulle piccole vie di pietra, no… A mezzanotte i bambini escono in sticcini e succhi di frutta. Così ci hanno
così potrai far sorgere l’impressione del- bici. Gli adulti sono nella piazza princi- salutato gli abitanti. E Montalbano ci ha
la città, il fiore di pietra, in cui tu ti senti pale—la vecchia generazione. Tutti insie- salutato a modo suo. Con una bella vi-
come una coccinella. me! Ballano insieme, cantano. Si riposa- sta—la strada principale, gli archi lumi-
In vie strette, all’ombra delle tende co- no. In egual modo se si tratti di una notte nosi della festa, il riflesso marrone sulle
lorate delle case alte due-tre piani si sie- feriale o festiva, accompagnata da uno pareti delle case… Ed il sole, che avvolge
dono le nonne, facendo due chiacchere splendido saluto, nel centro della città. lentamente da dietro la porta. Cambiava
con i vicini e con la gente che sta dentro. Alla locanda «Maxim» di mattina colore, gradatamente. E sembrava dire:
Gli sconosciuti qui si accolgono senza «l’istruzione» continua con l’aiuto della solo io illumino tutte le città. Regalo a
ostilità, con la gioia di parlare e di spie- pasticceria, del gelato e delle stuzzicanti tutti la luce la pace e il calore. Così che vi
gare qualcosa. Parlando la loro lingua sei bevande. Fa caldo. E ti immagini come sia felicità per la gente…
fiero di poter fare parte di loro. deve essere la città d’inverno. Sì, c’è an-
Daria Klimenko
10 | Il Giornalista dicembre 2008

Il corteo italo-russo
a Montalbano Elicona
«E salutiamo gli studenti russi che sono oggi qui con noi, festeggiando il car-
nevale come veri montalbanesi»—ci diceva il sindaco di un piccolo paesino
sulla collina che si chiama Montalbano. Ce lo diceva attraverso il microfono,
perché c’era tanta gente lì, quel giorno, riunita per vedere una tradizione
storicamente preziosissima.
Daria Klimenko
dicembre 2008 Il Giornalista | 11

F
erragosto—la festa più amata da pre il problema dei maschi—troppo don- esibizione degli acrobati, e degli artisti
tutti gli italiani non è una cosa ne, allora alcuni erano messi in coppie che facevano le cose più incredibili con
che comporta solo avere giorni di femminile, ma si stava bene lo stesso. le bandiere colorate. Suonava la musica
ferie e non lavorare un’intera settimana, Aspettando l’inizio della processione è delle trombe medievali e tutto creava un
aggiunta ufficialmente a quelle ferie nor- trascorsa più di un’ora e mezza, poi final- irrepetibile atmosfera storica.
mali che capitano due volte a settimana e mente abbiamo sentito i suoni del gong Poi, ancora in abiti medievali, ci siamo
a volte per le feste. È una festa molto più reale e tutta la colonna del carnevale si è persi nella città per incontrare i turisti, per
profonda, religiosa e popolare. mossa attraverso il portone grande di le- fare le foto con loro, per mantenere an-
Considerando l’ultimo aspetto, oggi ve- gno nelle vie stretti di Montalbano. Con cora lo spirito dell’antichità almeno fino
diamo due tipi di ferragosto—uno—per i dietro il Re, la Regina e gli artisti, che lan- alla fine del giorno. Poi però è cominciato
giovani che accendono i fuochi sulla riva ciavano le bandiere dei quartieri, abbiamo a fare freddo e ci siamo rivestiti in abiti
del mare per stare sulla spiaggia tutta la fatto un bel giro per tutta la città, sorriden- civili, siamo tornati all’epoca moderna,
notte e poi attendere l’alba. Un altro tipo do agli osservatori, turisti con le macchine trasformandoci in gente normale.
di ferragosto—è quello che восходит alle fotografiche che stavano dappertutto lun- In quei giorni anche la luna aveva de-
tradizioni medievali dei cortei storici. Lo go le stradine che percorrevamo. E ci sia- ciso di partecipare al carnevale, vestendo
fanno soprattutto nelle città antiche dove mo trovati sulla piazza principale, dove l’abito nero. L’eclissi ci ha accompagnato
ancora non è presente l’industrializzazione, ci aspettavano tutti—una quantità, due durante il carnevale, dando un senso an-
dove ancora si sente lo spirito medievale. volte superiore la popolazione statistica cora più misterioso, simbolico e favoloso
E a noi—gli studenti del centro italo- del paesino. a questi avvenimenti.
russo per le ricerche su mass-media, cultu- Dopo esserci sistemati in piazza è
ra e comunicazione, è capitato di trovarci iniziata la cerimonia principale con le
nella meraviglia di un corteo come questo.
Anzi, non solo di assistere, ma anche di
fare parte di una processione vivente che
sembrava venire dal buco nero del tempo
mentre usciva dal castello medievale di
Montalbano.
Eravamo tutti vestiti con abiti d’epoca,
tutti come baronesse, regine, principesse,
re; alcuni abiti somigliavano gli abiti delle
nostre classi nobili russe, con i capotti di
pelliccia, i cappelli alti, le gonne di velluto
ecc.
Era tutto serio, malgrado l’atmosfera di
gioco. Ci dicevano: non si possono porta-
re le macchine fotografiche e altri segni
dell’epoca moderna.
Ed eccoci arrivati nel cortile medieva-
le del castello, tra altre cinquanta perso-
ne come noi—trasportati per un paio di
ore 4–5 secoli indietro. E si sta bene. Una
chiacchierata con il cavaliere, con il re, la
regina e il seguito, non è male, eh? Poi ci
hanno messi tutti in coppie. Come sem-
12 | Il Giornalista dicembre 2008

Anastasia Laukkanen
Umbria Jazz
Tutto è iniziato nel 1972 a Perugia. Era il 22 marzo e su piazza Dante si potevano sentire Garry Mullugan
Quartette, Art Blakey and his Jazz messengers. E poi il 28 marzo, sulla stessa piazza, c’erano Franeo Carry
Group, Quintette Basso Valdambrini and Maynard Fergusson Big Band con Anni Ross, a presentare il
loro jazz. Negli altri giorni quello che fu il primo festival jazz internazionale si muoveva nel resto dell’Um-
bria—in piazza del Popolo a Todi, nel Teatro romano a Gubbio, nella fortezza dell’Albornoz a Orvieto, e
anche a Terni, Narni, Foligno, Città di Castello e Assisi. Sul primo manifesto del festival il giorno e il nome
del cantante non erano scritti. Facevano una formula «itinerante», cioè si spostava, ogni sera, da una
città all’altra in una sorta di pittoresco viaggio disorganizzato per i tanti luoghi suggestivi della regione,
ed aveva un gran pregio: i concerti erano gratuiti. Per ascoltare musica non si pagava nessun biglietto,
in una fase storica in cui i giovani consideravano la musica come una sorta di «servizio sociale». (i poster
dei concerti degli anni sessanta sono famosi, in bianco e nero, con i giovani che siedono sulla piazza).
Anastasia Laukkann

U
mbria Jazz, prima ancora di es- Per me tutto è iniziato l’estate del 2008, ai turismo giovane e di massa, l’obiettivo era
sere una rassegna musicale, è un giardini Carducci, con «Jo Bonsack, Piano raggiunto. Ho letto che la Dolce Umbria
luogo, teatro di concerti straordi- Blues» e con un tizio che me lo raccontava. tradizionalmente è quiete e silenzio seco-
nari. Ma il jazz è comunque musica da tea- Lui mi ha dato anche il manifesto dove ho lare, ho letto della calma e dell’immobilità
tro, da club, in ogni caso per piccoli spazi. letto: «Per dieci giorni il centro medievale (ma qui devo chiedere scusa per la mia
Fu uno shock, ma anche fascino fascino diventa una città della musica, con spetta- educazione proveniente dalla letteratura
che rapisce, il fascino delle piazze di que- coli e concerti che si succedono e talvolta classica russa. Tanti scrittori russi andava-
sta città medievale, con il Duomo e le chie- si sovrappongono ad ogni ora della gior- no in Italia e poi, impazienti, descrivevano
se, e le case che da secoli le circondano. E nata, da mezzogiorno a tarda notte». Era tutto ciò che vedevano. E la mia prima Ita-
fu più che un semplice successo. Prima dei il trentacinquesimo anniversario. Dopo la lia è sicuramente l’Italia di Tolstoy, Bunin
concerti, dal primo pomeriggio, le piazze mezzanotte, sui gradini della chiesa e sul e Turgenev). Ma adesso tutto il mondo era
diventavano delle interminabili distese di prato, dove la musica scivola senza ostaco- qui, a Perugia. Guardando Street Parade
sacchi a pelo. Qualche concerto è diventa- li, in compagnia di Keisha Jackson & Soul da New Orleans quasi non riuscivo a cre-
to vera e propria leggenda: il concerto del Spinner, ho deciso che sarei sicuramente dere che invece di perdermi tra le colline
Bill Evans Trio del 1978 e l’indimenticabi- tornata il giorno dopo. del cuore verde d’Italia, mi trovavo nel
le performance di Miles Davis nel 1984. E cuore del «villaggio globale».
poi gli incontri e le collaborazioni uniche: Tre cose che mi hanno La seconda cosa è la qualità. Nel venten-
basti citare, ancora viva negli occhi di mol- colpito maggiormente. nio che parte dall’edizione del 1982 e arri-
ti, lo straordinario concerto di Sting e Gil La prima è l’ampiezza. È davvero era una va fino ai nostri giorni, per l’Umbria passa
Evans trasmesso in diretta tv nell’estate città di musica. Se Umbria Jazz doveva tutto il jazz che conta, con qualche diva-
del 1987. lanciare l’Umbria come approdo di un gazione nei territori del rock e del blues
dicembre 2008 Il Giornalista | 13

e della canzone brasiliana, con una mag-


giore attenzione (soprattutto negli ultimi
anni) al jazz italiano. È la formula, però,
che fa la fortuna del festival. La prima cosa
che ho fatto tornando a casa a Mosca è sta-
to cercare su internet qualche riproduzio-
ne audio e video dei concerti. Guardare i
manifesti del Festival sembra studiare la
storia del jazz. Oggi, con la ricca base com-
merciale, con il prestigio e la notorietà del
Festival non è difficile trovare musicisti
famosi, forse anche per l’onore di trovarsi,
diciamo, su «una delle più importanti ma-
nifestazioni jazzistiche a livello mondiale».
Ma penso invece ai primi anni, a quegli
artisti che venivano per il puro gusto di
partecipare, quegli artisti che hanno fatto
il Festival con i loro suoni.
E, da ultimo, i poster. Quest’anno si
chiama «35 anni di musica e colori». Non
conosco i dettagli (ma sogno di incontrare
uno che li conosce), ma quasi ogni anno
famosi pittori realizzano il poster proprio
per il Festival. Sono semplicemente bel-
lissimi. Adesso nella mia stanza è appeso
l’ultimo, Umbria Jazz 08, tutto blu e in
qualche modo richiamante l’impressioni-
smo (sogno anche di trovarne altri, del 76
e del 96, ma è un impegno diverso).
L’Umbria è straordinaria. Alcuni la chia-
mano «turismo event-trigger», altri «piena
di vita». Ho parlato con gli studenti che
sono venuti qui dalle altre regioni d’Ita-
lia per studiare, semplicemente cercando
questa «vita», questo «vortice». Ho parla- strieri (Palio di San Rufino); il 4 ottobre c’è za Maggiore, dove l’ultimo raggio del sole
to con gli studenti dell’Università per gli la Festa di San Francesco col ballo in ma- tocca i mosaici sulla facciata del monastero
stranieri che sono venuti qui da dovunque, schera, e, ovviamente, il «Festival dei due medievale. Vicino alla piazza prima c’era
semplicemente cercando il «cuore». Un pò mondi» a Spoleto, che ha anche un gemel- la prigione. E dicono che la sera i detenuti
verde. E qui ci sono festival tutto l’anno: lo a Charleston—«Spoleto Festival USA». si raccoglievano vicino alle finestre—per
il Festival del Rock (Rockin’ Umbria), il È un avvenimento veramente grande, dal ascoltare una musica classica fatta dai mu-
Festival della musica moderna a settem- 1958 un piccolo paese accoglie le orchestre sicisti migliori del mondo.
bre (Sagra Festival dell’Umbria), Fiera di di musica classica più famose (sono stata Il sito ufficiale di Umbria Jazz Festival—
oreficeria a ottobre, anche Fiera del cibo a vedere l’orchestra di Londra), l’opera, le http://www.umbriajazz.com / 
a novembre; l’11 agosto ad Assisi c’è la compagnie di ballo, le compagnie teatrali. Il sito ufficiale di Spoleto Festival—
parata in vesti storiche e la gara dei bale- E tutto, come sempre, succede sulla piaz- http://www.festivaldispoleto.it / 
14 | Il Giornalista dicembre 2008

Lo stage tra i brand italiani


se ed i rapporti coi clienti. Pero c’erano
anche alcuni aspetti diversi, che dovevo
conoscere.
Mi hanno assegnato un tavolo con il
computer in un angolo accanto al mio
Quest’estate mi è capitata la fortunata possibilità di passare un mese a Milano, capo Fragola Besana.
ma non per motivi di studio. Il motivo era una cosa sognata da tanti anni—il Fragola o Fraise—l’equivalente france-
lavoro in Italia. Mi ha accolta un’agenzia di relazioni pubbliche (RP o PR) Weber se—come la chiamano i colleghi, lavora
in WS già da tre anni. Essendosi laurea-
Shandwick. In un mese sono riuscita ad imparare le particolarità del PR all’ita-
ta all’università degli Studi di Milano e
liana, sapere cosa significa essere un «lavoratore d’ufficio» oppure un «plan- avendo studiato anche a Parigi, lavora-
cton dell’ufficio» com’è chiamato in Russia dall’inizio della crisi economica. va prima all’ ufficio stampa del Louvre,
Daria Klimenko
dove amava lavorare, ma è poi ritornata
in Italia e ha trovato questo lavoro.
Mi hanno messo in un dipartimento

C
consumer—nel settore FMCG, perciò
ome si puo definire la condizione spondenza col Prof. Mazzoleni e la sig. ra dovevo lavorare con i seguenti clienti
di uno appena laureato? Felice di Fragola sull’invito e gli altri dettagli del italiani—completamente sconosciuti
non avere più problemi con gli viaggio… e mi sono rimasti un giorno e nel mercato russo—Giostyle (contenito-
esame e le lezioni, libero nella scelta del mezzo per tutta la preparazione. In tutta ri plastici d’uso comune per la casa e il
lavoro, però senza tanta esperienza prati- quella fretta, in pieno stress, mi sono resa picnic), Thun (oggetti di decorazione per
ca. Come si può definire la condizione di conto di lavorare in un’agenzia italiana Natale, il Capodanno, sono famosi gli
uno appena laureato alla facoltà di giorna- solo dopo una settimana di lavoro. angeli di Thun), Lagostina (le pentole).
lismo e il centro italo-russo per le ricerche L’arrivo, la sistemazione nell’ostello, E anche i clienti internazionali, anch’es-
sui mass-media, cultura e comunicazione? la prima chiamata dalla sig. ra Fragola si però sconosciuti in Russia: ITT Pucca
Felice lo stesso, però con tanta esperienza e l’incontro col Prof. Mazzoleni: e sono (cellulari, orologi, altri oggetti elettronici
pratica, sempre aperto a ogni novità con la nell’agenzia italiana RP. con stampata l’immagine giapponese di
voglia di scoprire qualcosa in più in que- Pucca), Ricoh (macchine fotografiche),
sta vita, con il desiderio infinito di andare Essere stagista in Italia Muller (lo yogurt tedesco con pezzi di
in Italia per qualsiasi motivo. frutta), Siemens.
Essendo un membro del secondo grup- Weber Shandwick è stata fondata nel Mi erano assegnati diversi lavori. La
po sopraindicato, io—appena laureata, 1976 a New York. È una agenzia di rela- cosa importante, diversa da ciò che si fa
avendo fatto un paio di corsi di lingua zioni pubbliche tra le multinazionali che nelle agenzie russe sono i rapporti con
italiana in Italia—avevo il sogno di fare operano in Italia. La sede principale del i praticanti. A dire il vero non ero l’uni-
esperienza della vita italiana diretta, cioè Gruppo in Italia è l’ufficio di Milano. Gli ca praticante in agenzia; certamente ero
provare a viverci nella condizione di una altri uffici si trovano a Torino, e a Roma. l’unica russa, l’unica straniera. Gli altri
normale cittadina italiana. La sede di Milano è soddivisa secondo i erano italiani, ma non si poteva sapere
Sono molto grata alle tre persone che seguenti dipartimenti: Consumer, Cor- prima che vi erano alcuni altri. Tutti vi la-
mi hanno regalato questa possibilità—al porate, Design & Cultura, Entertainment, voravano alle stesse condizioni. Succes-
direttore del nostro centro italo-rus- Financial Communications & Capital sivamente mentre parlavamo ho saputo
so—Anastasia Grusha, al professore del Markets, Healthcare, Information & Com- che c’erano praticanti che facevano il mio
dipartimento di Studi Sociali Politici del- munication Technology, Public affairs and stesso tirocinio, però con la prospettiva
l’Universita degli Studi di Milano—Sig. government relations. Sono tutti termini di rimanerci.
Gianpietro Mazzoleni e ad un account- inglesi, perché tutti questi termini sono E anche con me si comportavano
manager dell’agenzia Weber Shandwick stati creati negli Stati Uniti. Lo stesso ac- ugualmente. I lavori che facevo erano
(WS)—Fragola Besana. cade in Russia, non ha senso contrastarlo simili a quelli delle normali agenzie di
Era l’inizio di primavera quando ero in in nome della purezza della lingua. RP (relazione pubbliche): i contatti con i
fase di scrittura della tesi. Ed era cosi’ lon- Mi hanno fatto guardare l’ufficio, co- giornalisti, gli appuntamenti, la prepara-
tana dalla realtà, che non credevo di rea- noscere un pò la gente, i progetti, la me- zione di materiali per i giornalisti, i ren-
lizzarla. Però il tempo è passato veloce- todologia di lavoro. Da quel momento in diconti per i vari clienti.
mente. La discussione della tesi, gli ultimi poi mi sono trovata in un ambiente par- Ma pur essendo lavori simili a quelli
esami, la consegna del diploma, la festa ticolarmente vicino—l’agenzia RP, il me- delle agenzie russe, era diversa la loro
di laurea, il ricevimento del visto, la corri- diarelations, lo scrivere dei press-relea- realizzazione in Italia.
dicembre 2008 Il Giornalista | 15

Telefonando il mondo dei mass-media. Ma il risulta-


ai giornalisti italiani to c’è—il modello RP italiano funziona
bene—le riviste popolari accettano i pro-
Parlare e telefonare ai giornalisti russi dotti e la gente compra le riviste.
significa sprecare tanto tempo nell’attesa
dei giornalisti che vanno al lavoro per le A contrasto
12 oppure stanno sempre fuori ufficio
per i compiti redazionali, e non ci sono Un’altra cosa contrasta con gli stereotipi
altre persone che li potrebbero sostitui- dei russi nei confronti degli italiani. Gli
re; significa anche ricevere molta ostilità, italiani sanno lavorare bene e lo fanno.
come facessero loro il favore di parlare Così sull’esempio dell’agenzia, anche
con voi. Poi li devi anche convincere a se era la sede internazionale dentro cui
leggere il tuo messaggio mandato uno o però lavoravano soltanto italiani, potrei
due giorni prima… insomma non è mol- dire che lì, come dicono i russi, il lavoro
to piacevole. E di solito nessuno preferi- «bolle» a tempo pieno. C’è gente che ci
sce farlo. passa anche le notte, che fa progetti an-
Invece lavorando nell’agenzia RP ita- che durante ferragosto, quando di solito

Daria Klimenko
liana ho scoperto il piacere di colloquiare non c’è nessuno non solo nell’agenzia,
con i giornalisti. Li chiami, dici loro che ma anche a Milano.
hai inviato un comunicato stampa due Se uno pensa che il pranzo è una cosa
giorni prima e chiedi loro se l’hanno ri- inutile e non si deve sprecare un’ora—ora
cevuto: e mezza per questo—sbaglia in tutti sen-
—  Si-si,—mi rispondono gentilmen- due pagine sull’argomento di picnik, si. Gli italiani che fanno la «fiesta» per un
te.—L’abbiamo ricevuto, è molto inte- se avete qualche prodotto da proporci, ora fissa nell’orario lavorativo hanno il
ressante. Non so se lo potremmo in- l’accetteremo volentieri. «break» che dà l’inspirazione per passare
serire nella nostra rivista questo mese, altre 4 ore al lavoro, e fa bene alla salute
ma per il prossimo vi contatteremo di E non erano parole vuote, realmente non facendo mancare il pasto principale
sicuro. poi usciva molto materiale con i nostri della giornata (anche se gli italiani prefe-
—  Si, mille grazie, è interessante, ma- comunicati stampa, con le immagini dei riscono avere il pranzo nel formato russo
gari potremmo inserirlo in qualche no- prodotti. per la loro cena). È un’organizzazione la-
stro speciale, ma in generale non è la Non so se si può spiegare questo, con vorativa semplice ma molto intelligente
nostra tematica. Invece prepariamo un la pigrizia dei giornalisti oppure con il da imparare e trasmettere in Russia.
progetto per l’estate—il materiale per lavoro ben organizzato tra l’agenzia e

Daria Klimenko
16 | Il Giornalista dicembre 2008

Le Marche rissimo terreno calcareo e delle brezze


marine che solo in quel lembo di terra si

in un bicchiere
possono avere. Il Verdicchio si presenta
unico poiché ha una versatilità incredibi-
le ed ha inoltre una longevità, data dalla
sua acidità, che fa strabiliare.

Le Marche sono una regione dell’Italia centrale molto poco conosciuta. Però, la viti- Parliamo della Cantina: è stata ristrutturata?
coltura, risalente nella zona al periodo preromano, produce uve che vengono sapien- Si, 3 anni fa. Sia gli uffici, che l’imbotti-
temente vinificate per dare origine a vini DOC di grande qualità e che si sono imposti gliamento, il magazzino e tutta la parte
all’attenzione internazionale, come il Verdicchio dei castelli di Jesi e il Rosso Conero. riservata agli ospiti ed al pubblico sono
Dimitri Lysenkov state completamente riviste e riammo-
dernate tenendo sempre però come base
il concetto della tradizione della Famiglia

I
Garofoli, cresciuta dal 1871 sempre nella
n esclusiva per la nostra rivista, Cate- Ho capito che siete un’azienda familiare. E tu stessa terra. Molte sono le novità legate
rina Garofoli ha voluto raccontare la in particolare che fai? alla Cantina, infatti è la cantina marchi-
storia della sua famiglia che produce Io mi occupo delle relazioni pubbliche, giana con l’impianto di imbottigliamento
il miglior Verdicchio del mondo. poi sto seguendo a partire dall’immagine più all’avanguardia, molta attenzione è
coordinata dell’azienda, la comunicazio- stata rivolta al nuovo concetto di «Eno-
Dunque, Caterina, prima parliamo della sto- ne interna, il nuovo Show Room e i molti turismo» in enorme espansione, inoltre
ria della tua famiglia. eventi in calendario ed il nuovo ramo le- è l’unica cantina delle Marche completa-
La storia della Garofoli è una storia di gato al turismo. mente visitabile da persone disabili.
uomini e di una famiglia che da ormai
cinque generazioni si identifica nel mon- La Garofoli è la cantina più antica della Re- Senti, oltre ai vini meravigliosi, che cosa puoi
do della produzione vinicola. Sempre la gione Marche e tra le più rappresentative consigliare di visitare nelle Marche?
stessa filosofia ha guidato l’azienda—ag- della regione in tutto il mondo. E dove sono Ti indico di seguito anche i siti turistici
giornamento continuo delle tecniche i vigneti? nelle vicinanze della Cantina, magari ti
produttive ma rispetto per i sistemi tra- La Garofoli ha 50 ettari di vigneto di pro- può interessare! Abbiamo anche gruppi
dizionali e storici di far vino. prietà tra il Conero e la zona dei Castel- di russi che vengono a farci visita. Siti tu-
Le origini della Casa Vinicola Garo- li di Jesi, producendo circa 2.000.000 di ristici nelle vicinanze della Cantina sono
foli risalgono alla fine del 1800 quando bottiglie l’anno, necessitiamo di altre uve Loreto con la sua splendida Basilica, Ca-
Antonio Garofoli, nel 1871, è già dedito oltre a quelle derivanti dai nostri vigneti. stelfidardo con il Museo della Fisarmoni-
alla produzione e vendita di vini locali. Fortunatamente ci avvaliamo di confe- ca e la Selva di Castelfidardo. Poi c’è Re-
Suo figlio Gioacchino continua e svilup- renti storici con i quali abbiamo accordi canati con il suo borgo e la casa del poeta
pa l’attività paterna e fonda, nel 1901, la dai tempi dei nostri nonni e ciò fa si che Giacomo Leopardi! E alla fine il parco
ditta Gioacchino Garofoli. Seguendo la possiamo trattare queste terre come fos- Regionale del Conero ed Ancona con le
tradizione anche i figli di Franco, Carlo sero le nostre. sue molte bellezze architettoniche.
e Gianfranco, entrano nell’azienda di fa-
miglia a partire dai primi anni ’70. Essi Quali sono le particolarità dei vostri vitigni
lavorano insieme alla precedente genera- Montepulciano e Verdicchio?
zione per oltre un ventennio promoven- Si può affermare con grande orgoglio che
do un ulteriore sviluppo della casa vini- questi due vitigni sono veramente spe-
cola sia dal punto di vista produttivo che ciali ed unici. Il Montepulciano presente
da quello commerciale. sul Monte Conero gode di un particola-
dicembre 2008 Il Giornalista | 17

« ...di essere marchigiani bisogna meritarselo»


Vincenzo Cardarelli
18 | Il Giornalista dicembre 2008

La Vara:
benedicendo la città
«Viva Maria!»—grida l’uomo sopra il palco agitando la bandiera blu.—«Viva Ma-
ria!»—gli risponde la gente con cento voci. I visi ispirati si sono concentrati, i mu-
sculi si sono tesi—la processione si é spostata iniziando la marcia.
testo, foto: Anna Sokolova

D
avanti—due file di gente che una delle feste piu importanti dell’anno. Le fonti storiche riferiscono alla prima
corre a piedi nudi sull’asfalto La Vara i cittadini di Messina la fe- metà del cinquecento la celebrazione del-
bagnato della via principale di steggiano nell’agosto preparando tut- l’Assunzione con il grande carro trionfale
Messina. Stanno correndo nella folata co- to da certosini quasi come i veneziani che ogni 15 agosto correva veloce per le
mune trascinando con le funi bianche la per il loro carnavale. La vara o bara dal vie di Messina. Oggi la costruzione voti-
costruzione enorme della festa—la Vara. dialetto sicialiano si traduce como una va non é molto diversa da quella del XVI
Nella sua cima—l’immagine della Ma- barella (носилки). Peró per i messinesi secolo. É una piramide di quasi 14 metri
donna che benedice la città. questa parola significa molto di piú—é d’altezza che pesa quasi otto tonnellate.
Dietro, ai lati, sulle strade, ai balconi, un momento di unità di tutti gli abitanti Alcune parti sono fatte da legno e carta-
sui tetti delle case—migliaia di persone e il tempo in cui si definisce la sorte della pesta come prima, altre piú moderne—di
che sono arrivate a Messina per vedere città per il prossimo anno. ferro e vetroresina. Ma il senso rimane lo
dicembre 2008 Il Giornalista | 19

stesso—é un’allegoria della Madonna le persone dei tutti tipi perfino le coppie possibile non seguirla. Nella piazza del
assunta che si trova tra personaggi bibli- con bambini lattanti. A volte ci chiede- Duomo gia tutti l’aspettavano a la Vara.
ci, angeli, il sole e la luna rappresentati vano: «A Mosca non corrono in questo Pareva che anche le figurette della torre
delle figure colorate e meccanismi in mo- modo, vero?» «Nooo»,—respondevamo dell’orologio l’attendevano circolando
vimento. noi. In mente veniva solo l’analogia delle con impazienza e facendo suonare le
I tiratori della Vara sono le migliaia di processioni religiose ortodosse. Ma, cer- campane.
credenti, giovani e vecchi, donne e uo- to, non era lo stesso, é stata una specie di E finalmente Lei é arrivata portando
mini: sono tutti che vogliono meritare il unità religiosa completamente diversa… con sé molta felicità. In Italia la Madonna
perdono e la benedizione della Vergine. Peró non c’era il arriva in ogni città. Oggi Lei é venuta a
Partecipare alla Vara é un onore parti- tempo per pensare: la Messina. Quelli que l’hanno vista hanno
colare. Tra i tiratori si puo incontrare la processione si era co- tagliato le funi in molte parti e le hanno
gente piú rispettata della città ed anche minciata a muovere, portate con sé per fortuna. Le hanno por-
gli ex galeaotti che vanno ad espiare la la gente gridava, tate al lido dove poco dopo sull’acqua del
sua propria colpa. correva con tan- mare sono brillati i grandi fuochi d’artifi-
I partecipanti si possono riconoscere ta emozione e cio. I fuochi di colori diversi hanno illu-
in una volta da lontano: i gruppi della non é stato minato lo stretto di Messina con migliaia
gente scalza con i pantaloni di cotone di scintille sparse sulla statua di Lei—la
bianco, magliette bianche o blu e con le Madonna.
cravatte triangolari con l’emblema della
festa. Di giorno passeggiano per la città
ma dopo vanno a prendere due funi di
110 metri di lunghezza per trascinare la
Vara per le vie principali con il primo
scoppio del fuoco d’artificio. Tutti cor-
rono insieme fermandosi ogni 50 metri
per riposare, pregare e tendere le funi
di nuovo andando avanti nel cuore della
città—Il Duomo.
Anche noi correvamo seguendo la Vara
camminando sul’asfalto bagnato,
sorridendo come bambine e gri-
tavamo «Viva Maria!» mesco-
landoci con abitanti di Mes-
sina. Mentre la gente si
fermava guardavamo
indietro per vedere
la folla enorme che
c’era lí. Si pote-
vano incontra- re
20 | Il Giornalista dicembre 2008

Daria Klimenko
Caffè con brioche
Una colazione tipica italiana, così strana per i russi, abituati ad avere una pasta completa per la prima mattinata.
Il caffè e la brioche potrebbero diventare una coppia di amici o anche di amanti per un romanzo fantastico, per
un dramma metaforico, per una poesia romantica. Hanno un loro carattere particolare, hanno il gusto e il colore
dell’umore che cambia sempre.
Daria Klimenko

F
orse per questo è diventata popolare sia per l’Italia sia per la facendo nuove conoscenze cosi, per caso, mangiando una brioche fre-
Francia. Una colazione continentale che fa paura ai russi negli schissima e bevendo un caffè caldo, ristretto, ma non ristrettissimo.
alberghi stranieri. Da questa circostanza derivano anche esigenze particolari. Ricor-
Il caffè e la brioche sono sempre diversi. Uno marrone con la schiu- dando il cartone animato di Bruno Bozzetto, non si possono enumera-
ma dolce, leggera, e con i granelli della polvere di cioccolata o di can- re tutti i tipi di caffè che possono essere richiesti nei bar italiani: caffè,
nella, una sfarzosa, sempre fresca come appena svegliata, croccante, caffè con latte, caffè ristretto, caffè caldo ma non caldissimo, con due
con dentro l’anima calda di cioccolata o della marmellata di frutta. cubetti di ghiaccio, caffè con panna, latte caldo, cappucino con polvere
Una colazione russa non ha lo stesso romanticismo, non ha carattere, di cannella, caffè con cioccolata ecc.
ha uno scopo diretto e immutabile—restare sazio e non desiderare di Non si riesce nemmeno a immaginare quante varianti possibili pos-
mangiare almeno per altre 3‑4 ore prima del pranzo. Lo scopo pratico sono nascere nella mente italiana. Per questo la colazione può diven-
uccide l’umore e il carattere del cibo. Diventa un impegno quotidiano tare un divertimento senza fine, un piacere dolce-amaro, una canzone
che non si può tralasciare. compiaciuta dell’anima e del pancino.
È proprio dell’anima degli italiani—mettono allegria in tutte le cose, Caffè e brioche come un modo di percepire il mondo—non è male
anche quelle quotidiane. Perciò preferiscono mangiare nelle caffetterie, come argomento di una dissertazione, vero?...
fuori casa, magari leggendo un giornale o parlando con un amico, anzi
dicembre 2008 Il Giornalista | 21

Svetlana Gorlova
A Mosca, come i moscoviti!
Ho appena fatto colazione, come ogni mattina, alla pasticceria «Caffè del Borgo».
Cappuccino e brioche, naturalmente. E mentre ancora l’armonia dei sapori per me così quotidiani mi rimane in
bocca, ripenso con una strana nostalgia alle mie colazioni russe, così diverse per atmosfere,
gusti, sensazioni, emozioni.
Diego Mecca

A
bituato come sono a fare colazione ogni mattina in pasticceria, di fragola, biscotti dai sapori stravaganti e per la mia percezione vaga-
non posso che stupirmi di come ho fatto a sopravvivere a Mo- mente orientali, succhi di frutta e tè nero senza latte.
sca! Non tanto per l’odissea quotidiana dei viaggi in metropo- In Italia si dice: «A Roma, come i romani!»; per dire che, quando si va
litana, affascinante e meravigliosa sì, ma sterminata e complessa con in un posto, bisogna assumere le abitudini locali. E quindi: «A Mosca,
il suo intrico di linee di ragnatela urbana, né per il clima a cui non ero come i moscoviti!»; e così, necessariamente, mi sono adeguato… Alla
abituato; né per i problemi, inevitabili, di comunicazione; ma, ebbene zuppa no, lo confesso (poiché sono in vena di confessioni)! Ma poiché
sì, lo confesso, per la mancanza del mio caffè macchiato freddo, del ho avuto la fortuna di incontrare, nel mio viaggio, una nonna speciale,
cappuccino con un velo di cioccolato, e delle fragranti brioches appena una vera nonna russa, premurosa e affettuosa, ho provato il piacere di
sfornate! sedermi a tavola, di prima mattina, in un’accogliente cucina, di gustar-
Forse è possibile comprendere l’animo di un popolo non soltanto mi il tè nero bollente, di assaggiare i biscotti e le frittelle con formaggio
attraverso la sua letteratura, l’arte e il pensiero, ma anche, e lo dicono acido, una combinazione di sapori che mi preparavano ad affrontare
in molti, più saggi di me, attraverso il cibo. Perché ciò che sostiene il la metropolitana, le lunghe passeggiate con Daria, i musei, e l’incanto
nostro corpo riflette in qualche misura le nostre inclinazioni spirituali. senza fine di una primavera a Mosca!
E l’animo russo, forse, sta anche nelle abitudini quotidiane di queste Ma ora scusate, vi lascio. Vado a bermi un caffè con panna!
per me stravaganti colazioni a base di zuppe, frittelle con marmellata
22 | Il Giornalista dicembre 2008

Sanus per Italia


loro casa e hanno dato il proprio nome a
questo quartiere.
In questo modo è iniziata la mia cono-
scenza della città. E solo con l’aiuto degli al-
tri turisti, che stavano andando in una certa
direzione, che ho intuito la strada. Senza di
In Italia bisogna andare a farsi curare. È vero, a farsi curare. Tutto ciò che la loro non avrei saputo quale percorso pren-
capitale fa con il suo ritmo pazzo passa sul nostro organismo senza lasciare dere.
traccia dopo il primo suono della lingua italiana all’aeroporto di Roma. «Cura Uscita dal fresco castello e andando drit-
della bellezza»—questo deve essero scritto con grandi lettere sui tutti i fronti to, oltrepassando i rappresentanti di una
certa organizzazione che raccoglieva firme
di questo stato e colorare con tricolore italiano. Insomma,è impossibile non
per la pace nel mondo e i venditori di gioiel-
essere entusiasti all’idea di un viaggio in italia ma è possible combattere il li, ho raggiunto molto velocemente l’ombra
senso dell’euforia in attesa di qualcosa che è molto bello. di Palazzo dei Priori. Anche non osservan-
testo, foto: Anna Nauer
dolo attentamente, ho potuto intuire che si
trattava di qualcosa di fondamentale e bel-
lo, e finalmente mi sono trovata in piazza
«4 Novembre». Qui, si capisce inequivoca-

Q
bilmente di essere nel pieno centro. La bel-
uindi, come il dottore prescrive Essa si divide nella parte alta—la città vec- lezza di questo posto attira molti turisti con
all’ammalato questa o quella chia e nella parte più bassa—più moderna. le loro macchine fotografiche. Il simbolo di
cura, quest’anno il mio rimedio Per entrare nella parte alta e città vecchia Perugia—la fontana Maggiore, che è stato
ai turbamenti a Mosca aveva il nome di i citadini e visitatori si usano le scale mo- construito nel 1227 da due bravi artigiani
Perugia. Questa cittá, capoluogo umbrese- bile. Anch’io, come una turista non smali- Nicola e Giovanni Pisano è composta dal
la seconda delle due province è Terni pro- ziata, ancora sto salendo su una di queste due piscine poligonali, una sopra all’altra,
vincia, non ha sbocco sul mare e si trova scale nella città vecchia. E quando i gradini decorati con le sculture di tre ninfe—Fede,
nel centro dello stivale, è diventata per me si transformano nel piano orizzontale mi Speranza e Carità. Ci sono anche i segni zo-
molto familiare e di certo SPA culturale per trovo subito.. no.. non sulla piazza solare. diacali, i personaggi allegorici, quelli della
due settimane. Mi trovo sotto volte oscure nel castello me- Bibbia, delle favole di Esopo e i simboli dei
Perugia è una città antica e si trova su un dievale, passaggi pietrificati che se ne van- mesi dell’anno.
altopiano. Sorge come collina di pietra su no nelle diverse direzioni, offrendo alcuni Poi se il turista non teme il crudele sole
paesaggi ondulati di Umbria. Prima di me, varianti per chi vuole continuare la strada. italiano e prosegue verso il centro della
nel IV secolo a. c. in questo posto sono ar- Come gli europei restano sorpresi dall’im- piazza 4 Novembre, potrà vedere Palazzo
rivate stirpi etrusche, che poi hanno creato periale costruzione della metropolitana di dei Priori, ossia l’edificio che è stato sede
una civilta precedente di quella romana e Mosca da parte di Stalin così anch io sono del Consiglio cittadino, nella sua assoluta
hanno influenzato i romani stessi. Perugia rimasta sorpresa dall’interno del castello bellezza medievale. Tale struttura medie-
rappresentava la città molto importante medievale. vale a forma di parallepipedo con fila di
per la difesa. L’edificazione di questo castello nella cit- cesellatura delle costruzioni del 13°-14° se-
Più tardi, la città si è trovata nelle mani tà, ha la storia seguente. Nel 1540 i cittadini colo, degnamente rappresenta l’architettu-
dell’ Impero Romano ed è rimasta lì fino di Perugia non essendo contenti delle tasse ra italiana del periodo. Qui al terzo piano
alla sua caduta. Non possiamo chiamare troppo gravose, si sono ribellati alle politi- è situata la Galleria dell’Umbria, che offre
tanto felice anche il seguente periodo nel- che di Papa Paolo III. Roma però ha vinto la collezione più importante di pittura e
la storia della città. Prima Perugia soffre l’ questo conflitto e Papa Poalo III ha costrui- di scultura delle scuole dell’ Umbria del
occupazione di barbari, e poi di guerre in- to un grande castello, la Rocca Paolina, su XIII‑XVIII secolo. Qui, assiduamente rispet-
testine. Questa volta fra le diverse potenti progetto di Antonio da Sangallo minore. tando regime termico, il popolo di Perugia
famiglie. E finalmente uno dei periodi più Questa struttura è diventata il simbolo del ha cura di conservare le opere di Pietro Pe-
famosi nella storia di Perugia—«Guerra potere papale, consolidatosi a Perugia per rugino, a dispetto dei suoi litigii con l’altro
del sale», che si è finita con la costruzione, più di tre secoli. Con la costruzione del ca- italiano famoso—Michelangelo, e dell’altro
avendo lasciato per me uno di tre più im- stello, il Papa ha fatto ripiegare una fami- suo compaesano Pinturicchio. Tutti questi
pressioni architettonochi incancellabili. glia più ricca della città—Baglioni, ritiratisi pittori hanno partecipato alla pittura della
Allora, la città si trova sull’altopiano. fuori Perugia dalla cittá avendo lasciato la capella Sistina.
Però questo capitolo di storia perugina
riguarda il passato lontano, adesso il tu-
rista essendo giunto fin qui, nel cuore di
Perugia, puo sedere tranquillamente con
la sua guida sciupata «ITALIA» sulla pie-
tra fresca della scala del Palazzo, che porta
nella sala dei Notari, in passato luogo di
assemblee popolari, l’entrata della quale è
difesa da due statue: Grifo e Leone, e fare
la conoscenza con qualcuno degli studenti,
così numerosi a causa delle antiche univer-
sità di questa città. Così numerosi come i
cioccolatini «Baci» della fabbrica di questa
città benedetta.
dicembre 2008 Il Giornalista | 23

Santa Margherita—
un rimedio contro la noia e depressione
Sono arrivata là dopo un terribile volo con trasbordo a Monaco, dove il tempo era bruttissimo. Alla piccola città
vicino al mare, dal nome un pò romantico, sono arrivata di sera col mal di testa. Ma dopo ho capito, che ogni
cosa è secondaria, quando il vento caldo soffia dal mare.
testo, foto: Anka Sarukhanova

C
ome ho imparato, Santa Margherita Ligure non ha era Santa Margherita si chiamava Pescino; nel periodo della Repubbli-
sempre avuto questo nome. Essa è composta di cin- ca Democratica Ligure e dell’Impero Francese (1797–1812) esistevano
que parrocchie: Santa Margherita, San Giacomo di due comuni, quello di Santa Margherita, comprendente anche San
Corte, San Siro, San Lorenzo della Costa e un’altra che Siro, e quello di San Giacomo di Corte. Santa Margherita, unita a San
non ricordo). Piccola città con vie strette, case como- Giacomo di Corte, divenne nel 1812 Porto Napoleone.
de, gente un pò rumorosa e un pò svogliata. Tre Ma dopo aver cominciato a conoscerne la storia, ho capito che non
belle chiese dalle pietre bianche, gabbiani, il era importante in quell’occasione. Più importante era cono-
rumore del mare e dei panfili alle onde.— scerne la vita in ogni sua forma. Di mattina andavo ai
Impressioni che la mia coscienza ha corsi di lingua e dopo avevo qualche ora per fare
afferrato nei primi giorni. passeggiate e studiare la vita. Un mese a Santa
Ho deciso di conoscere la storia Margherita Ligure—e il cattivo umore scom-
di questo bel posto. Ai tempi dei pare.
romani tutta la zona in cui
24 | Il Giornalista dicembre 2008

Alla scoperta dell’immagine


T
ranne tutti stage, che facciamo, tranne i corsi ca. Alla fine abbiamo riunito tutti i risultati ricevuti per
di lingua italiana e le lezioni interessante, gli fare le conclusioni e costruire le diagramme seguente.
studenti del centro giustificano il suo nome Le cose che attiravano l’attenzione dei ricercatori
«Il Centro Italo-Russo per le RICERCHE…». Ed ogni erano gli autori degli articoli e i fonti di informazione.
anno facciamo la ricerca sull’Immagine dell’Italia nel- Per esempio quotidiano famoso «Kommersant» usa
la stampa russa. Ci partecipano gli studenti di tutti i tanto i fonti internazionali anche italiani, traducendo
livelli della conoscenza d’Italia e la lingua tanto che i materiali di «La Stampa», «Corriere della Sera», «La
per farlo si deve conoscere bene la stampa russa. Repubblica», «Il Giornale», L’Unitá» ecc. Poi venivano
In questa pagina sono rappresentati i risultati grafi- i personaggi famosi, giá stereotipizzati in Russia (Ber-
ci della nostra ricerca. Siccome secondo la natura delle lusconi, Celentano, Ornella Muti, Zeffirelli, Verdi ecc.)
ricerche è sempre più interessante notare le tendenze, che ormai fanno la parte di brand «made in Italy».
i cambiamenti, ci abbiamo messo i risultati di due anni Le conclusioni sono sempre interessante, sono di-
scorsi—2006 e 2007. Tante cose sono successe in que- versi, ma comunque tengono l’idea comune: i russi e
sto periodo, incluso la caduta del governo di Romano gli italiani sono sempre in relazioni buone tra di loro,
Prodi e le elezioni anticipate del primo ministro, dove sia sul livello di mentalitá, e l’umanitá, sia sul livello
ha vinto Berlusconi, e gli altri evenimenti importanti. culturale e di percezione filosofico di vita.
La ricerca pero prende sempre solo un mese dell’anno,
in 2006 era novembre, in 2007—ottobre, quindi non
possa concentrarsi solo sugli evenimenti.
Gli studenti sceglievano prima il quotidiano oppure
la rivista e poi li leggevano durante il mese della ricer-

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26 | Il Giornalista dicembre 2008

Ogni guerra,
po di giovani del Tigullio, affascinante
angolo di Liguria, che si sono impegna-
ti con passione intorno al tema della

anche ai margini,
guerra. Il punto di avvio sono state le
liriche, lucide e taglienti insieme, di un
trentenne Avvocato di S. Margherita Li-

è universale
gure, Paolo Donadoni, il quale, rubando
tempo al sonno, ha cominciato, nel 2005,
a raccogliere intorno a sé un eterogeneo
insieme di persone che, convinte del-
la bontà e bellezza di quei testi, hanno
deciso di collaborare, fino a formare un
La guerra è una faccenda che ci riguarda da vicino. Più di quanto gruppo (denominato «tuttigiùperterra»)
possiamo immaginare. E non soltanto perché in qualche angolo in cui i giovanissimi si affiancano agli an-
del mondo, proprio ora, si stanno combattendo guerre più o meno ziani: v’è un ragazzo di 12 anni accanto
dimenticate dalle cronache estere, ma perché la Guerra stessa, in- ai veci (in dialetto significa «anziani») Al-
tesa come concetto senza tempo, è una metafora del vivere quoti- pini, un violoncellista fresco di diploma
accanto a musicisti più maturi. La ricerca
diano, capace com’è di mettere in scena le passioni profonde che di Donadoni ha condotto a un’insolita
muovono da sempre i destini umani. collaborazione fra compositori che han-
Diego Mecca
no saputo creare ballate classiche e ritmi
coinvolgenti, nonché sonorità apparen-
temente distanti dalla musica cosiddetta

S
«leggera» quali quelle della Filarmonica
i vis pace para bellum, dicevano sue varie espressioni, e la musica in par- «Cristoforo Colombo» e del Coro «Voci
i Romani. Parafrasando l’antico ticolare, possono contribuire a riflettere d’Alpe» degli Alpini, entrambi di S. Mar-
motto potremmo dire: se vuoi la sul concetto della guerra, e sui suoi ef- gherita Ligure. Ne è risultato un insieme
pace ricordati della guerra. Perché non fetti. capace di evocare atmosfere le più diver-
dimenticare è un modo per non ripete- Ecco, potrebbe essere questa una delle se, armonizzate sempre, però, dalla con-
re gli errori compiuti. Anche l’arte, nelle chiavi di lettura del lavoro di un grup- tinuità delle immagini (evocative e—in
dicembre 2008 Il Giornalista | 27

alcuni punti—struggenti) delle liriche di di sé; l’albero che, al contrario, perdute Il progetto fino alla fine è ac-
Donadoni. le foglie e la vita con esse, rassomiglia la compagnato da un sito internet—
Il risultato è un «libro + cd» che ha vi- croce a consolare i caduti. www.terradiqualcuno.it—concepito
sto la luce nel settembre 2008, intitolato La prospettiva della personificazione come punto di riferimento del gruppo
fino alla fine: un’opera multimediale che delle voci narranti si apre e si chiude con tuttigiùperterra, e quindi anche punto
affronta il tema della guerra attraverso l’immagine de «la casa matta», il mani- di partenza per nuovi progetti, un open
un percorso atipico, composto di foto- comio che salta per aria, allegoria che in- space, una terra di qualcuno, appunto,
grafie, disegni, canzoni, musica, poesie, dica l’ambiguità della follia: i pazzi sono dove far germogliare le idee per tracciare
favole, narrazioni, aforismi, etc. coloro che escono dal manicomio e si tro- nuovi percorsi creativi. Di tale sito sono
Non «una» guerra in particolare, ma vano nel mezzo di una guerra, oppure in corso traduzioni in lingue straniere
«la» guerra, concetto storico ed attuale, coloro che sono fuori a combatterla? (spagnolo, francese, russo, tedesco, etc.).
metafora delle tensioni esistenziali, nelle Il tessuto musicale è arricchito da bre- È interessante sottolineare il fatto che,
convenzioni sociali e culturali che carat- vi narrazioni che, attraverso le immagini, nella realizzazione di questo sito inter-
terizzano il vivere quotidiano, nei rap- rimandano a un significato che si lega net, si è fatto ampio uso di tecniche «tra-
porti con il diverso e l’altro da sé. al tema e al sentire che percorre l’intera dizionali» insieme a quelle digitali: ogni
Anche la prospettiva da cui è narrato produzione, e palesano l’assurdità della pagina è infatti frutto di manipolazioni
questo tema vuole essere atipica. Sono genesi delle guerre. ed elaborazioni a partire da disegni, ac-
infatti differenti punti di vista a formare La lettura di questi brani non vuole quarelli, fotografie, fotocopie, collage,
l’immagine caleidoscopica di una guerra costituire un’intrusione della prosa nel successivamente fotografati e infine con-
vissuta e descritta dai suoi protagonisti: il campo della musica, ma accompagnarsi fluiti nel sito.
soldato che, per sopravvivere, si aggrap- ad essa per fornire un altro tassello de- Una particolare attenzione è poi stata
pa al pensiero della donna che lo atten- scrittivo, un ulteriore frammento con cui posta nella realizzazione di una serie di
de a casa; il disertore che, disilluso dalla comporre un’immagine complessiva. cartelloni, che sarebbe riduttivo defini-
retorica delle parole che sempre giustifi- re «promozionali», vere e proprie opere
cano la violenza, fugge dalla follia della
guerra; il dottore che, abbandonato nella
Si vis pace para bellum, d’arte realizzate a mano—con tecniche
miste—dalla giovane Chiara Maddalo,
sua solitudine, assiste al quotidiano orro- dicevano i Romani. studentessa di grafica all’Accademia di
re di una sala chirurgica—ma anche, con
un’inversione del punto di vista, il cam-
Parafrasando l’antico Belle Arti di Genova.
Un lavoro di squadra, dunque, per
po minato che diventa giardino dei fuo- motto potremmo dire: compendiare attraverso le parole e la
chi d’artificio per il bambino che vi gioca
a nascondino; la bomba, che prende vita
se vuoi la pace ricordati musica il sentimento del tempo in cui
viviamo, nella consapevolezza che «ogni
per dare la morte e si racconta parlando della guerra. guerra, anche ai margini, è universale».
28 | Il Giornalista dicembre 2008

Sotto il cielo di Toscana


Si dice che quando si desidera intensamente qualcosa, quel qualcosa si realizza. Forse non e
del tutto: a volte accade anche piu’ di quello che ti aspetti. In Italia ho trovato molto di quello
che avrei mai potuto pensare o, addiritutta, sognare. L’ho trovato in Toscana.
testo, foto: Fatima Ciumakova

Grazie agli italiani сhe mi hanno insegnato


Ci sono molte chiese ad Arezzo, un unici al mondo, il tutto a cielo aperto.
a non nascondere le mie emozioni…
Grazie ai ragazzi della Inguscezia сhe mi tratto tipico di quasi tutte le cittá in Italia Soggiornare o passare un periodo di va-
hanno insegnato Quando si fa una passeggiata nella canza in Toscana, è un’esperienza unica
a ridere di me stessa citta si vede l’armonia tra la natura e l’ar- che vale la pena fare nel corso della vita

L
chitettura. Anche si prova lo spirito del- almeno una volta. I toscani sono acco-
’alba. Avete osservato mai il cielo l’antichitá. Si puo passare molto tempo glienti, burloni, di una simpatia innata
della Toscana, quando il sole si guardando e ammirando i posti storici. tipica di questa meravigliosa regione;
leva lentamente e tutta l’antica cit- Ma mi piace anchè il luogo dove ogni nessuno come loro sa accogliere gli stra-
tá si sveglia? Credetemi, è un paesaggio giorno si tengono le mie lezioni di ita- nieri, a partire dalla buona cucina casa-
da vedere… soprattutto quando appaio- liano. Si chiama Rondine. E un piccolo linga per finire con innumerevoli feste e
no i primi raggi del sole che illuminano borgo medievale, situato al confine che sagre paesane.
le strade vicoletti di Arezzo. divide i comuni di Arezzo e Castiglion Riguardo al tempo libero, noi studen-
Arezzo è una piccola cittá toscana. Le te- Fibocchi. ti facciamo una passeggiata, andiamo ai
gole dei tetti, l’argilla, il marmo e i cipressi C’e una scuola di italiano dove tutti concerti, giochiamo a calcio, organizzia-
adornano il suo paesaggio. Le tessere dei noi—giovani—studiamo insieme, vivia- mo concerti tra di noi. e barbecue. Ogni
mosaici, i portoni di ferro forgiato, l’archi- mo e facciamo amicizia. Siamo studenti fine settimana andiamo a visitare le citta
tettura unica—tutto questo caratterizza di paesi diversi: Romania, Russia, Serbia, vicino ad Arezzo (siamo stati a Siena, Fi-
complessivamente l’individualitá della Israele, Palestina, Iran, Georgia, etc. Sia- renze, Pisa) o al mare (Viareggio). Tutto
Toscana e l’anima italiana che si rivela. mo «I giovani che vengono da realtá in va perfetto.
La città è un cospicuo centro artistico guerra». E cosi’ 5 settimane volano via purtrop-
e culturale con vari musei e numerosi e Abbiamo un nobile scopo—essere tol- po…
pregevoli monumenti d’arte medievale leranti. Ecco perchè la scuola si chiama È strano ma dopo questo viaggio mol-
e rinascimentale che ne fanno una delle «Rondine—Cittadella Della Pace». to è cambiato nella mia vita. Forse perchè
mete turistiche più interessanti dell’Ita- Mi piace moltissimo il modo in cui quelle 5 settimane sono bastate per capi-
lia centrale. È sede vescovile che si trova passiamo le nostre lezioni perchè quello re e riconsiderare un pò di cose.
sul colle. Il nucleo originario si formò in che facciamo non è soltanto leggere, scri- Penso che tornerò ad Arezzo un bel
età etrusca nella parte più elevata del vere e parlare. La nostra insegnante Ma- giorno. Lá ho lasciato qualcosa di molto
colle, tra l’attuale duomo e la fortezza ria Grazia (una donna straordinaria!) ci importante.
medicea. fa divertire, cantare famose canzoni ita- Ma chissá quando. Di una cosa ora
liane, fare le presentazioni raccontando sono sicurissima: ho passato dei giorni
tutto quello che vogliamo. stupendi felicissima di essere sotto il cie-
Natura bellissima, aria fresca, paessag- lo aperto della Toscana.
gi stupefacenti, gente interessante ed al-
legra- di cosa ancora si puo aver bisogno
nelle vacanze?
La Toscana offre scorci panoramici,
viste sul mare, architettura, arte, storia

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