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Eric J.

Hobsbawm I ribelli
Form e primitive di rivolta sociale

Ttolo originale Primitive Rebels. Studies in Archaic Forms of Social Movement in the 19th and 20th Centuries M anchester U niversity Press 1 9 5 9 E. J. Hobsbawm 1 9 6 6 e 2 0 0 2 G iu lio Einaudi editore s.p.a., Torino Traduzione di Betty Fo www.einaudi.it ISBN ! -06 - 16305-1

P ic c o la B ib lio te c a E in a u d i S toria e geog rafia

Indice

p . V II XI

P re fa z io n e P re fa z io n e a lled iz io n e italian a

I ribelli
3

I. II. n i. iv. v. v i. v ii. ix .

Introduzione Il banditismo sociale La Mafia Il millenarismo I : Lazzaretti Il millenarismo I I : gli anarchici andalusi Il millenarismo I I I : i fasci siciliani e il co m u n iS m o nelle campagne Il mob cittadino Il rituale dei movimenti sociali

19 41
75 95
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v ili. Le sette operaie

1 02 223

A ppendice Documenti in versione originale e testimonianze dirette

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I n d ic e a n a litico

2 ^ 7 I n d ic e d e i n o m i e d e i lu o g h i

P re fa z io n e

L interesse per gli argomenti trattati in questo libro fu destato in me, per la prima volta, dal professor A m brogio Donini, che mi parl dei lazzarettisti toscani e de gli appartenenti alle sette dellItalia meridionale. Nel 19 5 6 il professor M ax Gluckman mi fece invitare dalla Universit di Manchester a tenere tre conferenze sullar gomento ed ebbi la fortuna, in quella circostanza, di po terne discutere con lui e con un gruppo di antropologi, storici, economisti e studiosi di dottrine politiche nonch esperti dei movimenti millenaristici, quali il dottor Peter W orslev ed il professor Norman Cohn. Questo libro ri sulta d allampliamento di quelle conferenze con l aggiun ta di alcuni capitoli su argomenti che, nonostante le mie intenzioni, non potetti trattare nelle conferenze origina rie. Sono grato alla Universit di Manchester e special mente al professor Gluckm an, senza il cui incoraggiamen to certamente questo libro non sarebbe stato scritto. G li studiosi alle cui idee ho attinto sono troppo nume rosi per citarli singolarmente; ho cercato di farlo, quan do era necessario, nelle note a pi di pagina, dove ho al tres indicato i testi di cui mi sono pi largamente valso. Desidero anche ringraziare la direzione della biblioteca del British Museum, la biblioteca d ellUniversit di Cam bridge, la biblioteca britannica di scienze politiche, la b i blioteca di Londra, la biblioteca Feltrinelli di M ilano, la biblioteca universitaria di Granada, l Istituto internazio nale di storia sociale di Amsterdam , la biblioteca G iu sti no Fortunato di Roma e le biblioteche comunali di Ca dice in Spagna e Cosenza in Italia per la loro cortesia verso uno studioso straniero.

V ili

PR E FA Z IO N E

Un argomento come questo non pu venire studiato solo sui documenti. Qualche contatto personale, anche superficiale, con i popoli ed i luoghi descritti dallo stori co essenziale per comprendere problemi che sono straor dinariamente lontani dalla vita normale di un professore universitario inglese. Ogni lettore di quello studio clas sico sulla rivolta sociale prim itiva, che R ebellion in the Backlands di Euclide da Cunha, si render conto del contributo che a quella importante opera hanno recato le nozioni di prima mano d ellautore sugli uomini della foresta vergine brasiliana e la sua comprensione per quel mondo. Non sono in grado di dire se in questo libro io sia riuscito a capire luoghi e persone; se non vi fossi riu scito non ne avrebbero per colpa le numerose persone, uomini e donne, che hanno cercato, spesso senza inten zione, di spiegarmeli. Sarebbe assurdo elencarli tutti, an che se lo potessi. Tuttavia desidero ringraziare qualcuno in modo particolare, specialmente l onorevole Michele Sala, sindaco e deputato di Piana degli Albanesi in Sici lia, il sindaco di San Giovanni in Fiore, la citt dellabate Gioacchino da Fiore, in Calabria, i signori Luigi Spadaforo, contadino, e Giovanni Lopez, calzolaio, la signora Rita Pisano, gi contadina ed ora organizzatrice femmini le per il partito comunista nella provincia di Cosenza, in Calabria; il signor Francesco Sticozzi, agricoltore, ed il dottor Raffaele Mascolo, veterinario, di San Nicandro in Puglia e qualche informatore dellAndalusia, che, data la situazione, ha preferito rimanere anonimo. Nessuno di loro porta la responsabilit dei punti di vista espressi in questo libro ed forse consolante l idea che, fra di loro, qualcuno non se ne curer perch non lo legger mai. P er concludere, desidero osservare che sono perfetta mente consapevole dellinsufficienza di questo saggio qua le opera di dottrina storica. Nessun capitolo esauriente o completo. Il modesto lavoro di ricerca che ho condotto sulle fonti primarie e direttamente sul posto certamen te incompleto e gli specialisti - come del resto io stesso noteranno sfavorevolm ente la mancanza del bench mi nimo tentativo di esaurire le fonti secondarie e con ben maggiore severit osserveranno i miei errori e le mie ine

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sattezze. Desidero per anche osservare che scopo di que sto libro non una sistemazione scientificamente esau riente della materif-. Uno dei capitoli contiene materiale gi pubblicato sul Cam bridge Jo u rn al, v i i , 1 2 , 19 5 4 . La parte essenziale di un altro capitolo stata letta alla radio nel 19.57.
E . J. H. B ir k b e c k

College,

lu g lio 19 5 8 .

P re fa z io n e a ll'ed iz io n e ita lia n a

L uscita delledizione italiana del libro mi ha fornito l occasione di apportare lievi modifiche al testo e di ri chiamare l attenzione su qualcuna delle numerose pubbli cazioni che cominciano ora ad apparire nel campo dei no stri studi. Nei sette anni e mezzo seguiti alla stesura del manoscritto inglese, naturale che in determinati argo menti sia stato acquisito nuovo materiale di studio e si siano verificati sviluppi nuovi della situazione. H o anche introdotto brevi riferimenti a fenomeni di rivolte pri m itive nellAmerica latina, che da allora ho avuto modo di approfondire, grazie allaiuto della Fondazione R o ckefeller. Colgo l occasione per esprimere i miei ringrazia menti alla Fondazione, che mi ha fornito i mezzi per al largare il campo dei miei studi, e ai colleghi ed amici che hanno discusso, e talora approvato, le tesi di questo libro.
E . J . H.

1966 .

Capitolo primo Introduzione

Questo saggio comprende studi su una serie di feno meni, che possono tutti definirsi come forme prim itive o arcaiche di agitazione sociale: banditismo alla Robin Hood, societ segrete rurali, movimenti rivoluzionari contadini del genere millenaristico, mobs urbani prein dustriali e loro rivolte, sette religiose di lavoratori ed im piego del rituale nelle prime organizzazioni operaie rivo luzionarie. A lla mia trattazione ho aggiunto documenti che illustrano, preferibilmente con le loro stesse parole, idee e convinzioni di coloro che presero parte a tali movi menti. Campo principale d indagine l Europa occiden tale e meridionale e specialmente l Italia, dalla Rivolu zione francese in poi. Il lettore curioso potr considerare questo libro una semplice descrizione di fenomeni sociali interessanti, incredibilmente poco conosciuti, data la trat tazione piuttosto disorganica che ne stata fatta in lin gua inglese. Tuttavia, poich la struttura di questo saggio analitica ed al tempo stesso descrittiva - e in effetti non vengono trattati argomenti che non siano gi noti agli esperti della materia - sar opportuno illustrarne l impo stazione. L a storia dei movimenti sociali viene di solito trattata secondo una duplice partizione. Sappiamo qualcosa del l'antichit e del M edioevo: rivolte di schiavi, eresie e set te a carattere sociale, ribellioni di contadini e simili. Dire per che abbiamo una storia di tali fenomeni potrebbe forse indurre in errore, poich finora se ne trattato dif fusamente ma sempre come di fatti meramente episodici nel quadro della storia generale dellumanit; gli storici

CAP IT OL O PR IM O

d altronde non si sono trovati d accordo sulla importanza di questi fatti nel processo storico e tuttora discutono in che esatta relazione essi stiano con il corso della storia. P er quanto riguarda i tempi moderni tali agitazioni sono state trattate da tutti gli studiosi (tranne che dagli antropologi che devono occuparsi delle societ precapitaliste o semicapitaliste) solo come fenomeni precorritori o come sopravvivenze anomale. D altronde i movimenti sociali moderni - e cio quelli dellEuropa occidentale, a partire dal tardo secolo x v m , e quelli di sempre pi vaste regioni del mondo, in epoche successive - di norma sono stati trattati secondo uno schema stabilito da lungo tempo e, tutto sommato, ragionevoli. Per ovvi m otivi gli storici hanno concentrato la propria attenzione sui movimenti operai e socialisti e sugli altri movimenti analoghi in quan to s inscrivono in uno schema socialista. Di solito si ritie ne che questi movimenti abbiano delle forme prim itive associazioni artigiane, luddismo, radicalismo, giacobini smo e socialismo utopistico - e si evolvano poi verso fo r me moderne, che variano da paese a paese ma che si ri scontrano pressoch ovunque. Cosi dai movimenti operai si sviluppano determinate forme di sindacato e di orga nizzazione cooperativistica, determinati tipi di organizza zione politica, come i partiti di massa, e di programmi o ideologie, come il socialismo laico. G li argomenti di questo libro non rientrano in nessuna delle due categorie. A prima vista potrebbe dirsi che ap partengano alla prima. Comunque nessuno si stupirebbe di incontrare in pieno M edioevo europeo Vardarelli e as sociazioni quali la M afia o i movimenti millenaristici. Il fatto per che tali fenomeni non si verificano nel M e dioevo, ma nei secoli x ix e x x e infatti gli ultimi centocinquantanni ne hanno prodotto un numero straordinaria mente elevato, per i motivi che vengono analizzati nel te sto. Non si potrebbe neppure considerarli soltanto come fenomeni marginali o privi di importanza, sebbene gli sto rici precedenti abbiano spesso cercato di farlo, o in osse quio a tendenze razionaliste e moderniste, o perch, come spero di dimostrare, la natura e la dipendenza politica di tali movimenti spesso indeterminata, ambigua o anche

INTRODUZIONE

ostentatamente conservatrice, o infine perch gli storici, prevalentemente di alto livello culturale e di origine cit tadina, fino a poco tempo fa non si sono sufficientemente sforzati di comprendere gente cosi diversa da loro. In fat ti, con la sola eccezione delle associazioni rituali di tipo carbonaro, tutti i fenomeni analizzati in questo testo ap partengono ad un mondo di uomini che non scrivono n leggono molti libri - spesso perch analfabeti - , che rara mente sono conosciuti per nome, se non dagli amici, e spesso solo per soprannome, che sono di norma incapaci di esprimersi in maniera comprensibile e ben di rado vengo no capiti, anche quando riescono ad esprimersi. Inoltre si tratta di individui prepolitici, che ancora non hanno trovato (o soltanto hanno cominciato a trovare) un preci so linguaggio, con il quale esprimere le proprie aspirazio ni. Bench dunque i loro movimenti, sotto molti aspetti ed in rapporto al livello dei movimenti moderni, siano ciechi e procedano a tentoni, essi non sono n privi di im portanza n marginali. Uomini e donne come quelli de scritti in questo libro ancora oggi formano la grande mag gioranza di molti, se non di quasi tutti, i paesi e la conqui sta da parte loro di una coscienza politica ha reso il nostro secolo il pi rivoluzionario della storia. Per questa ragio ne lo studio dei loro movimenti non si risolve soltanto in curiosit, interesse o commozione per quanti hanno a cuo re il destino d ellumanit, ma riveste importanza anche pratica. G li uomini e le donne di cui tratta questo libro differi scono dagli inglesi per il fatto di non essere nati nel mon do del capitalismo, come vi invece nato un meccanico della regione del Tyne che ha alle spalle quattro genera zioni di sindacalisti. E ssi vi entrano invece come immi granti della prima generazione oppure - quel che ancora pi catastrofico - il capitalismo si impone loro d allester no, per l azione insidiosa di forze economiche che essi non comprendono n possono controllare, ovvero a seguito di brutale conquista, di rivoluzioni o di radicali riforme le gislative, le cui conseguenze essi non possono capire, nep1 [Regione industriale del Nord-Est d ellInghilterra].

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pure quando hanno contribuito al loro avvento. Non cre scono nemmeno insieme alla societ moderna o allinter no di essa: vi vengono immessi di forza o, pi raramente - come nel caso dei banditi siciliani provenienti dalla pic cola borghesia - vi penetrano di violenza. Il loro proble ma come adattarsi alla vita ed alle lotte di quella socie t e proprio tale processo di adattamento (o il suo falli mento), quale si esprime nei movimenti sociali di tipo ar caico, l argomento di questo libro. L e parole prim itivo ed arcaico non dovrebbero per indurci in equivoco. A lle spalle di tutti i movimenti esaminati in questo libro sta un processo di evoluzione storica notevole; essi appartengono infatti ad un mondo che da tempo ha conosciuto lo Stato (e cio soldati e poli ziotti, prigioni, esattori di tasse e forse anche funzionari pubblici), le differenze di classe e lo sfruttamento da par te di proprietari terrieri, commercianti e simili, e perfino le citt. Continuano a esistere i legami della parentela o la solidariet tribale, che - combinati o meno con i vincoli territoriali - costituiscono il perno di quelle societ comu nemente considerate prim itive; ma, per quanto conservi no ancora importanza notevole, non rappresentano pi la difesa primaria dellindividuo contro l insicurezza del suo ambiente sociale. La distinzione tra queste due fasi dei movimenti sociali di tipo prim itivo non pu essere netta n rigorosa: ma una distinzione, a mio parere, necessa ria. I problemi che essa solleva non vengono discussi in questo libro ma possiamo illustrarli con chiarezza ed in breve mediante esempi tratti dalla storia del banditismo di tipo sociale. Tale fenomeno ci pone di fronte a due tipi opposti di fuorilegge. Da una parte il classico fuorilegge per vendet ta di sangue, della Corsica per esempio, il quale non era un brigante di tipo sociale che combatteva i ricchi per aiu tare i poveri ma un uomo che combatteva con e per il pro prio gruppo familiare (ricchi compresi) contro un altro gruppo familiare (poveri compresi). D allaltra parte tro viamo invece il classico Robin Hood, che era ed essen zialmente un contadino in rivolta contro padroni di terre, usurai ed altri rappresentanti di quella che Thomas More

INTRODUZIONE

chiamava la congiura dei ricchi. Fra i due estremi si svolge tutto un processo di evoluzione storica che non mio intento analizzare in dettaglio. Cosi' tutti i membri della comunit familiare, compresi i fuorilegge, si consi derano nemici degli estranei sfruttatori che tentino di im porre le loro regole; si considerano tutti, collettivamente, i poveri contro, diciamo, i ricchi abitanti delle pianure che essi saccheggiano. Ambedue le situazioni, che conten gono i germi di movimenti sociali come noi li intendiamo, possono riscontrarsi in passato nelle regioni montagnose della Sardegna, secondo gli studi del dottor Cagnetta. L avvento dell'economia moderna (combinato o meno con la conquista straniera) pu rompere, come probabi le che effettivamente accada, l equilibrio familiare, tra sformando alcuni gruppi in famiglie ricche ed altri in famiglie povere, oppure distruggendo il gruppo stesso. Il sistema tradizionale del banditismo per vendetta di san gue pu (ed in effetti probabile che possa) prendere la mano e provocare una molteplicit di faide straordina riamente sanguinarie e di fuorilegge esasperati, in cui co minciano ad introdursi elementi di lotta di classe. Questa fase di evoluzione stata anche documentata ed in parte analizzata per quanto concerne le regioni montagnose del la Sardegna, specie nel periodo tra il 18 8 0 e la fine della prima guerra mondiale. Se non intervengono altri fattori, tale evoluzione pu sboccare alla fine in una societ in cui siano prevalenti i conflitti di classe, per quanto il futuro Robin Hood possa ancora - come spesso accade in Cala bria - darsi alla montagna per ragioni personali in tutto simili a quelle che portarono il classico crso al banditi smo, specialmente per vendetta di sangue. Il risultato fi nale di questa evoluzione potr essere il tradizionale ban dito sociale, che arriva al banditismo dopo un conflitto con lo Stato o con la classe dominante - ad esempio, un contrasto con il padrone del feudo - e che una semplice espressione, piuttosto prim itiva, di rivolta contadina. Da questo punto nelle grandi linee, ha inizio il nostro studio, che potr per, occasionalmente, dare uno sguardo anche al passato. Trascureremo la preistoria dei movimenti qui esaminati; i lettori dovrebbero per esserne inform a

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ti, specie se fossero portati a ricollegare le osservazioni e conclusioni di questo saggio con le prim itive agitazioni so ciali di cui tuttora si avvertono le tracce. Non mia inten zione incoraggiare generalizzazioni avventate. M ovimenti del genere millenaristico, come quelli dei contadini anda lusi, hanno senza dubbio qualcosa in comune, ad esempio, con i cargo cults della M elanesia: cosi le sette operaie dei minatori di rame della Rhodesia del Nord con quelle dei minatori di carbone del Durham. Non bisogna per mai dimenticare che le differenze possono anche essere note voli e che in proposito questo saggio non offre una guida adeguata. Per quanto non possano a priori venire circoscritti al mondo dei contadini, i movimenti sociali del primo grup po trattato in questo libro sono in prevalenza di tipo ru rale, almeno nellEuropa occidentale e meridionale del x ix e x x secolo. (Invero la Mafia ebbe alcune delle sue pi salde radici tra i minatori di zolfo siciliani, prima che di ventassero socialisti; d altronde i minatori sono un gene re di lavoratori tipicamente arcaico). L i tratteremo nel l ordine delle loro crescenti rivendicazioni. Il banditismo sociale, fenomeno universale e praticamente immutabile, poco pi di una endemica protesta contadina contro l oppressione e la povert: un grido di vendetta contro i ricchi e gli oppressori, una vaga velleit di porre freno ad essi, una riparazione di torti individuali. Le sue ambizioni sono modeste: un mondo tradizionale in cui gli uomini siano trattati con giustizia, non un mondo nuovo e perfet to. Da endemico il fenomeno diventa epidemico quando una societ contadina, che non conosce mezzi migliori di autodifesa, si trova in una condizione di eccezionale ten sione e di rottura. Il banditismo sociale non ha organizza zione n ideologia e non pu assolutamente adattarsi ai movimenti sociali moderni. Le sue forme di sviluppo pi avanzato, che rasentano la guerriglia nazionale, sono rare e di per s inefficaci. indicativa dei legami esistenti tra il banditismo, protesta sociale endemica ed essenzialmen te modesta, e altre forme di rivolta pi ambiziose, la stra na simbiosi tra brigantaggio e messianesimo rurale. In Andalusia, la zona dei bandoleros anche quella dei lati

INTRODUZIONE

fondi e d ellanarchismo che ne deriva. Nel Brasile nordorientale i cangageiros in generale diventano la milizia ar mata dei profeti e dei messia, dovunque ne sorgano. La Mafia e fenomeni similari (cap. m ) vengono pia esattamente considerati come uno sviluppo alquanto pi complesso del banditismo sociale. Possono paragonarsi ad esso in quanto la loro organizzazione ed ideologia di so lito rudimentale, in quanto sono movimenti fondamental mente riform isti piuttosto che rivoluzionari - salvo assu mano qualche aspetto di resistenza collettiva allavvento della societ nuova - ed in quanto con esso hanno in co mune la natura di fenomeno endemico, che qualche volta per diventa epidemico. C in questi fenomeni, come nel banditismo sociale, una quasi totale impossibilit di adat tarsi ai movimenti sociali moderni o di esserne assorbiti. D altronde le varie forme di mafia hanno carattere pi permanente e di maggiore potenza in quanto, rispetto al banditismo sociale, prevale, su llaspetto della rivolta in dividuale, quello del sistema istituzionalizzato di norme al di fuori della legge ufficiale. In casi estremi esse posso no arrivare a rappresentare un sistema di legge e di potere praticamente parallelo o sussidiario rispetto a quello dei governanti ufficiali. La natura estremamente arcaica ed in effetti prepolitica del banditismo e della mafia rende difficile la loro classi ficazione negli schemi politici moderni. Entram bi posso no venire praticati, e lo sono, da varie classi e talora, co me del caso della M afia, diventano prevalentemente stru mento di esponenti del potere o di aspiranti ad esso e, di conseguenza, cessano di essere in ogni senso movimenti di protesta sociale. Tanto il banditismo sociale quanto la Mafia sono anche estremamente sensibili alla profonda di sorganizzazione sociale che sovente si impossessa delle zo ne agricole arretrate con il sopravvenire di moderni rap porti economici e sociali, e soprattutto perch la loro ca pacit di fornire una alternativa reale alla societ tradizio nale in rovina inadeguata. Pertanto in queste zone pos sono dilagare la violenza e crudelt patologica, quasi sem pre presenti in tali situazioni, che rappresentano una cie ca reazione a forze sociali odiate, non comprese e non con

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trollabili. Il culmine di tale violenza si trova in alcune re gioni sottosviluppate, quali l America latina (ad esempio, la Colombia 1948-63). I vari movimenti millenaristici trattati in questo saggio - i lazzarettisti in Toscana (cap. iv), i movimenti contadi ni andalusi e siciliani (capp. v e vi) - differiscono dal ban ditismo e dalla Mafia perch hanno carattere rivoluziona rio e non riform ista e perch possono quindi venire pi facilmente modernizzati o assorbiti nei movimenti sociali moderni. Qui interessa vedere come questa modernizza zione abbia luogo e fino a quali limiti si spinga. Noi soste niamo che, finch il fenomeno sia lasciato nelle mani de gli stessi contadini, il processo di modernizzazione non si verifica affatto o si verifica solo con molta lentezza e in maniera incompleta; si verifica invece in modo pi com pleto e con maggior successo se il movimento millenaristico venga inserito in schemi organizzativi, in una teoria e in un programma che arrivino ai contadini dallesterno. Ci dimostrato dal contrasto fra gli anarchici dei villag gi andalusi ed i socialisti e comunisti dei villaggi siciliani; gli uni si orientarono verso una teoria che praticamente dimostr ai contadini la bont e la sufficienza della loro forma spontanea ed arcaica di agitazione sociale, gli altri invece verso una teoria che ne oper la trasformazione. II secondo gruppo di studi tratta essenzialmente dei movimenti urbani ed industriali. Naturalmente molto meno ambizioso perch la maggior parte delle forme prin cipali di agitazione urbana e operaia stata deliberatamen te lasciata da parte. C ancora, ovviamente, molto da di re sugli stadi prim itivi, ed anche su quelli sviluppati, del le agitazioni operaie e socialiste - ad esempio sulle fasi utopistiche del socialismo - ma oggetto di questo saggio , non tanto approfondire o rivalutare una storia gi suffi cientemente nota nei suoi lineamenti essenziali, quanto attrarre l attenzione su determinati argomenti ben poco studiati e tuttora in gran parte non conosciuti. Perci ci occuperemo di fenomeni che pi propriamente potrebbe ro considerarsi marginali. Lo studio del mob (cap. v ii) tratta di ci che forse l equivalente urbano del banditismo sociale, il pi primi-

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rivo e prepolitico tra i movimenti della miseria cittadina, soprattutto in un certo tipo di grande citt preindustriale. Il mob un fenomeno particolarmente difficile da analiz zare in termini chiari. Si pu forse affermare con certezza soltanto che la sua azione fu costantemente diretta contro i ricchi, anche quando si diresse contro altri, come gli stra nieri, e che non ebbe alcun saldo o duraturo vincolo di di pendenza politica o ideologica, tranne forse quello con la propria citt o i propri simboli. Il mob pu normalmente considerarsi un movimento riformista in quanto di rado, e forse mai, si prelsse l'edificazione di un ordine nuovo nella societ, come obiettivo distinto dalla correzione del le anormalit e delle ingiustizie nellambito del vecchio ordine tradizionale. Tuttavia, esso era perfettamente ca pace di mobilitarsi al seguito di capi rivoluzionari, per quanto non completamente partecipe, forse, del significa to d ellazione rivoluzionaria dei capi; inoltre, per la sua natura urbana e collettiva, aveva familiarit con il concet to della conquista del potere. pertanto tuttaltro che agevole risolvere la questione della sua adattabilit a con dizioni di vita moderne. Data la sua tendenza a scompari re nel tipo moderno di citt industriale, molto spesso la questione si risolve da s, perch una classe operaia orga nizzata opera su direttrici completamente diverse. D ove invece il fenomeno permane, la questione dovrebbe forse venire riproposta in questi termini: in quale stadio l azio ne del mob, indirizzata da formule chiaramente politiche, cess di ispirarsi a formule tradizionali (Chiesa e R e) per indirizzarsi a formule moderne, giacobine, socialiste e simili? e fino a che punto fu capace il mob di un defini tivo assorbimento nei movimenti moderni ai quali si ri collegava? Noi siamo propensi a credere che in sostanza esso fosse (e tuttora sia) fondamentalmente poco adatta bile, come in effetti si potrebbe ritenere. Le sette operaie (cap. v ili) rappresentano pi chiara mente una fase di transizione tra vecchi e nuovi fenom e ni: organizzazioni proletarie ed aspirazioni espresse at traverso la tradizionale ideologia religiosa. Il fenomeno, nei suoi aspetti di completo sviluppo, ha carattere di ecl -, itine ed in gran parte circoscritto alle Loie britanni

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che, perch altrove nellEuropa occidentale e meridionale la classe operaia fin da principio si afferm come un grup po scristianizzato, salvo dove apparteneva alla religione cattolica, che molto meno del protestantesimo si presta a tale singolare adattamento. Anche in Inghilterra pu con siderarsi come un fenomeno della civilt industriale arcai ca. Per quanto non esistano a priori motivi perch le set te religiose non siano rivoluzionarie (e in effetti talora lo sono state) vi sono alcune ragioni, ideologiche e ancor pi sociologiche, perch le sette operaie abbiano tendenze riform iste. Certamente il settarismo operaio, facile e pron to ad adattarsi a movimenti operai moderni di carattere moderato, si adattato con una certa resistenza a m ovi menti rivoluzionari, pur quando ha continuato a fornire terreno fertile ai rivoluzionari individuali. Probabilm en te per non esatto generalizzare in tal senso sulla base d ellesperienza inglese, cio in base alla storia di un paese in cui i movimenti operai rivoluzionari sono stati, duran te il secolo scorso, straordinariamente deboli. L ultimo studio, sul rituale nei movimenti sociali (cap. ix ) difficile da classificare affatto. Ne abbiamo trattato soprattutto perch il singolare processo di ritualizzazione di tanti movimenti di questo tipo nel periodo tra la fine del x v m e la met del x ix secolo cosi manifestamente prim itivo o arcaico, nel significato comunemente accetta to della parola, che difficilmente potrebbe venire ignora to. Per il ritualismo appartiene essenzialmente alla sto ria della principale tendenza dei movimenti sociali moder ni, che va dal giacobinismo al moderno socialismo e co muniSmo e dalle prime associazioni professionali operaie al moderno sindacalismo. L aspetto sindacale assolutamente elementare. Noi cercheremo soltanto di descrivere il carattere e la funzione dei primi rituali, gradualmente scomparsi man mano che il movimento diventato pi m oderno. Lo studio delle associazioni rituali rivoluzio narie ancora pi anomalo perch, mentre tutti gli altri fenomeni esaminati in questo saggio appartengono al pau perismo operaio, queste associazioni, almeno nello stadio di sviluppo iniziale, rappresentano essenzialmente un mo vimento delle classi medie e di quelle p i elevate. Pu

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trovare posto in questopera in quanto le origini delle fo r me moderne di organizzazione rivoluzionaria tra i poveri almeno in parte derivano da quelle associazioni. Naturalmente queste osservazioni non esauriscono la questione del come i movimenti sociali prim itivi si adat tino alle condizioni moderne di vita, per non parlare del problema pi ampio di cui questo solo una parte. Come ho gi osservato, determinati tipi di protesta sociale pri mitiva non sono stati affatto esaminati in questo saggio. Non stato fatto alcun tentativo di analizzare i movimen ti analoghi o equivalenti che si sono prodotti o si stanno producendo nelle restanti e ben pi estese parti del mon do, che si trovano al di fuori della ristretta area geografica considerata in questo libro - e le regioni extraeuropee hanno prodotto movimenti sociali primitivi in misura e variet ben maggiore dellEuropa sudoccidentale. Anche nellambito territoriale prescelto, a certi tipi di movimen ti si dato solo uno sguardo superficiale. stata ad esem pio poco trattata la preistoria di quei movimenti che im propriamente (almeno nella misura in cui sono movimen ti di massa) possono chiamarsi nazionali, anche se al cuni elementi dei vari fenomeni qui esaminati possono ri condursi a tale categoria. Cosi la Mafia, in una certa fase della sua evoluzione, pu venire considerata l embrione primordiale di un futuro movimento nazionale. In com plesso mi sono limitato alla preistoria dei moderni m ovi menti operai e contadini. In generale tutti i fenomeni esa minati in questo libro grosso modo si verificano in epoca posteriore alla Rivoluzione francese e concernono preva lentemente il problema delladattamento delle agitazioni popolari a una moderna economia capitalistica. La tenta zione di rifarsi ad analogie con la precedente storia euro pea o con altri tipi di movimenti stata grande ma ho cer cato di resistervi nella speranza di evitare argomenti non pertinenti e che potrebbero fuorviare. Tali limitazioni non possono giustificarsi. Uno studio ampiamente comparativo e unanalisi dei movimenti so ciali arcaici sono assolutamente necessari ma non credo tossano ancora intraprendersi, almeno in questa sede. Ancora non lo permette lo stato delle nostre conoscenze,

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manchevole perfino riguardo al pi documentato tra i mo vimenti trattati in questo libro. La nostra ignoranza enorme. M olto spesso le uniche testimonianze o ricordi che abbiamo su movimenti arcaici di questo genere pro vengono dalla scoperta accidentale di qualche loro aspet to marginale, attraverso episodi giudiziari, oppure ad ope ra di giornalisti a caccia di sensazioni o di studiosi sensi bili a questioni fuori dell'ordinario. Per l ubicazione di questi movimenti, nella stessa Europa occidentale, il qua dro di cui disponiamo incerto almeno quanto lo era la mappa del mondo prima dell'avvento di una corretta tec nica cartografica. Talora, come nel caso del banditismo so ciale, i fenomeni sono talmente standardizzati da non ave re grande importanza agli effetti di uno studio, anche bre ve, del fenomeno. A ltre volte, ricavare da una congerie di fatti incerti e contradittori: conclusioni coerenti, ordina te e razionali impresa insormontabile. Per i capitoli sul la Mafia e sul rituale, ad esempio, il massimo pregio che io possa rivendicare quello della coerenza. molto pi arduo controllare l esattezza delle interpretazioni e delle spiegazioni addotte a proposito di quei movimenti anzi ch a proposito, poniamo, dei banditi sociali. Lo studioso delle Mafie difficilmente ha a propria disposizione pi di un solo fenomeno sufficientemente accertato su cui fon dare le proprie teorie. Il materiale di cui dispone estre mamente povero, anche per quanto riguarda la Sicilia, salvo, forse, per un ben definito periodo di sviluppo della M afia; anche per questo periodo le fonti si rifanno larga mente alle dicerie popolari o alla pubblica opinione. Inol tre l intero materiale disponibile , spesso, contradditto rio anche quando ha l apparenza dell'attendibilit e non consiste in quel tipo di dicerie a sensazione, che attirato da questo genere di argomenti come le vespe sono attira te dalla frutta. Qualsiasi storico che, in queste condizioni, sinducesse ad affermazioni perentorie lasciando stare le finalit, farebbe una grande sciocchezza. Questo libro quindi un esperimento incompleto e non pretende essere niente di pi. Esso si presta alle cri tiche di tutti coloro le cui particolari competenze vengo no sfruttate e che hanno ragione di dolersi non soltanto

INTRODUZIONE

dello sfruttamento ma anche della maniera maldestra con cui talora sono stati sfruttati. Si presta altres alle censure di quanti sono convinti che uno studio monografico ap profondito sia preferibile a un insieme di notazioni neces sariamente superficiali. C ' solo una risposta a queste obiezioni: ormai tempo che movimenti del genere trat tato in questo libro non vengano pi considerati sempli cisticamente come una serie incoerente di curiosit indi viduali, quasi u n appendice storica, ma siano approfondi ti come fenomeni di importanza generale e di peso consi derevole nella storia moderna. Quanto Antonio Gramsci disse dei contadini d ellItalia meridionale del 19 2 0 si adatta a molti gruppi sociali e regionali del mondo mo derno. E ssi sono in perenne fermento ma incapaci, co me massa, di dare una espressione unitaria alle proprie aspirazioni e ai propri bisogni. Soggetto di questo libro appunto questo fermento, i primi episodi di lotta segui ti allespressione fattiva di queste aspirazioni ed i possi bili modi della loro evoluzione. Non conosco alcuno stu dioso inglese che finora abbia tentato di considerare lin sieme di questi movimenti come una specie di stadio preistorico di agitazione sociale. Forse un tentativo del genere erroneo o prematuro. D altronde qualcuno vor r pure muovere il primo passo, anche a rischio di muo vere un passo falso.

Nola. Questa pu essere la sede adatta per alcuni chiarimenti ter minologici su espressioni di uso frequente in questo saggio, ire b b e pedanteria definire ogni termine che si presti ad in terpretazioni erronee. L uso che far di termini quale feu dale pu prestarsi alle critiche dei medievalisti; non per necessario che io ne precisi e ne giustifichi il senso, dato che la sostanza delle mie argomentazioni non viene alterata dalla sostituzione con un termine diverso o dalla soppressione del Termine stesso. Inoltre le mie tesi si fondano in parte sulla di stinzione tra movimenti sociali rivoluzionari e riformisti. quindi opportuno fare qualche precisazione su tali termini.

CAP IT OL O PR IM O

Il concetto assolutamente chiaro. I riformisti accettano la struttura generale di unistituzione o di un ordinamento so ciale ma la considerano suscettibile di miglioramento oppure di riforma, laddove in quella struttura si siano infiltrati fatto ri degenerativi; i rivoluzionari affermano che le strutture de vono venire radicalmente trasformate o sostituite. I riformi sti cercano di migliorare e trasformare la monarchia o di ri formare la Camera dei Lord; i rivoluzionari sono convinti che l'unica soluzione utile sarebbe labolizione di quelle istituzio ni. I riformisti aspirano a creare una societ in cui la polizia non commetta arbitri e i giudici non siano al servizio dei pa droni e dei mercanti; i rivoluzionari, per quanto simpatizzino con tali idee, vogliono una societ in cui non vi siano n poli ziotti n giudici nel senso in cui essi vengono intesi attualmen te, per non parlare di padroni e di mercanti. Per motivi di op portunit questi termini vengono riferiti a movimenti che in vestono linteto ordine sociale piuttosto che istituzioni parti colari in seno ad esso. La distinzione di antica data. Fu po sta, in effetti, da Gioacchino da Fiore (114 5-12 0 2 ), il millena rista che bene fu definito da Norman Cohn linventore del si stema profetico che ebbe la massima influenza in Europa pri ma dellavvento del marxismo. Egli distingueva tra il regno della giustizia o legge, la cui essenza consiste nella regolamen tazione equa delle relazioni sociali in una societ imperfetta, e il regno della libert, che la societ perfetta. importante ri cordare come le due cose non fossero affatto equivalenti, seb bene Tuna potesse essere una fase necessariamente prelimina re allo sviluppo dellaltra.
P erno di tale distinzione il fatto che i m ovim enti rifo rm i sti e rivoluzionari tenderanno per loro natura a com portarsi in m odo d iverso ed a sviluppare diversa organizzazione, stra tegia, tattica, ecc. perci im portante, nello studiare un m o vim ento sociale, sapere a quale dei due gruppi esso appar tenga. N on per affatto facile, salvo in casi estrem i e per brevi periodi di tem po; tuttavia questo non un buon m otivo per rinunciare alla distinzione. N essuno potr negare le aspirazio ni rivoluzionarie dei m ovim enti m illenaristici che respingono la realt del mondo al punto da rifiutare di sem inare, m ietere e perfino procreare fino a che il m ondo non abbia avuto ter mine - o il carattere riform ista, ad esem pio, del C om itato par lam entare del T u e inglese alla fine del secolo x ix . D i solito per la situazione pi com plessa, anche quando non viene com plicata dalla riluttanza (che in m ateria p olitica generale)

INTRODUZIONE

degli uomini ad accettare ben precise definizioni, le cui impli cazioni non sono di loro gradimento; come per .l'sempi'j av viene per i radicalsocialisti francesi, per nulla pccpensi a ri nunciare ai vantaggi elettorali di un nome che f erv, a celare il fatto che essi non siano n radicali n socialis' i. In pratica, ogni uomo, che non sia un dottc.r Pangloss, e ogni movimento sociale sottostanno a impulsi d' riformismo e rivoluzionarismo di forza variabile nei diversi periodi di tempo. Salvo che in periodi eccezionali di crisi profonde e di rivoluzioni, o nellimmediata vigilia di eventi del genere, an che i rivoluzionari pi estremisti sono costretti ad avere una politica in merito alla realt attuale del mondo in cui sono ob bligati a vivere. Se vogliono rendere questo mondo pi tolle rabile per il tempo in cui si preparano alla rivoluzione, oppu re se vogliono prepararvisi in modo efficiente, essi devono es sere anche riformisti, a meno di abbandonare completamente il mondo per edificare qualche Sion comunista nel deserto o nella prateria oppure, come fanno molte societ religiose, tra sferire ogni speranza nellaldil, cercando di attraversare sen za lamenti questa valle di lacrime, in attesa che la morte ven ga a liberarli. (In questultimo caso non sono pi n rivolu zionari n riformisti ma diventano conservatori). La speranza di una societ veramente buona e perfetta daltra parte cosi potente che permea dei suoi ideali anche coloro che si sono rassegnati allimpossibilit di trasformare il mondo o la natu ra umana e sperano soltanto nelle riforme minori e nella eli minazione degli abusi. In seno al riformista pi convinto c spesso un rivoluzionario modesto e pavido che anela ad emer gere ma che di solito, con il progredire dellet, viene invece pi strettamente imprigionato. N ellassenza di ogni prospet tiva di rivoluzione vittoriosa, i rivoluzionari possono trasfor marsi in riformisti di fatto. Nella fase inebriante ed eccitante della rivoluzione in atto la grande ondata della speranza uma na pu trascinare anche i riformisti nel campo dei rivoluzio nari, pur con qualche riserva mentale. Fra questi due estremi pu trovar posto una grande variet di posizioni intermedie. La complessit delle situazioni non infirma la validit della distinzione, che non pu venire negata dal momento che (a ragione o a torto) ci sono uomini e movimenti che si conside rano rivoluzionari o riformisti e che nella loro azione si riferi scono ad ipotesi rivoluzionarie o riformiste. Tale distinzione stata per indirettamente contrastata soprattutto da quanti negano la possibilit di una qualsiasi trasformazione rivolu zionaria della societ o la ritengono inconcepibile per esseri

CAP IT OL O PR IM O

umani ragionevoli e perci sono incapaci di comprendere l'at teggiamento dei movimenti rivoluzionari. (Si veda la persi stente tendenza, teorizzata per la prima volta dai criminologi positivisti della fine del xix secolo, a considerarli come feno meni psicopatologici). Non questa la sede per discutere tali punti di vista. Al lettore di questo libro non si chiede di sim patizzare con i rivoluzionari, tanto meno con quelli primiti vi; gli si raccomanda soltanto di ammettere che essi esistano e che c stata almeno qualche rivoluzione che ha trasformato profondamente la societ, sia pure in modo diverso da quello previsto dai rivoluzionari o in senso meno totale, completo e duraturo di quello da loro desiderato. Riconoscere per che nella societ si verificano mutamenti profondi e fondamentali non significa credere anche che sia realizzabile lutopia.

Capitolo secondo Il banditismo sociale

Banditi e grassatori interessano innanzitutto la polizia, ma dovrebbero interessare anche gli storici di questioni sociali. In un certo senso, infatti, il banditismo una fo r ma piuttosto prim itiva di protesta sociale organizzata, for se la pi prim itiva che si conosca. Certamente questo ci che i poveri, in molte societ, scorgono nel banditi smo e perci proteggono i banditi, li considerano loro campioni, li idealizzano e ne fanno dei miti: Robin Hood in Inghilterra, Janosik in Polonia e Slovacchia, Diego Corrientes in Andalusia, sono tutti, verosimilmente, per sonaggi reali, idealizzati. Da parte sua il bandito cerca di adeguarsi al ruolo affidatogli, anche se non un ribelle sociale consapevole. Naturalmente Robin H ood, il proto tipo del ribelle sociale che prese ai ricchi per dare ai po veri e non uccise mai se non per difesa o giusta vendetta, non unico nel suo genere. Un uomo deciso, che non in tenda sopportare il fardello tradizionale d elluomo qua lunque in una societ classista, miseria e rassegnazione, pu disfarsene unendosi agli oppressori o servendoli op pure ribellandosi a loro. In ogni societ contadina ci sono banditi dei padroni e banditi contadini, per non parlare dei banditi a servizio dello Stato, sebbene solo i banditi contadini ricevano il tributo dellaneddotica e dei canti popolari. Sovrintendenti, poliziotti e soldati mercenari vengono spesso reclutati dallo stesso materiale umano dei banditi sociali. Inoltre - come ci dimostra l esperienza della Spagna meridionale tra il 18 5 0 ed il 18 7 5 - una for ma di banditismo pu facilmente trasformarsi in unaltra - il nobile grassatore e contrabbandiere nel bandolero,

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C AP IT OL O SECONDO

protetto dal padrone o cacicco locale. La ribellione indi viduale di per s un fenomeno socialmente neutro e di conseguenza riflette le divisioni e le lotte in seno alla so ciet. Torneremo a trattare questo problema nel capitolo sulla Mafia. Tuttavia esiste una sorta di tipo ideale di banditismo sociale ed questo che io mi propongo di descrivere, an che se nella realt storica, astraendo dalla leggenda, pochi siano i banditi che corrispondono completamente a quel tipo. Alcuni per, come Angelo Duca ( A ngiolillo), realiz zano una perfetta corrispondenza con quel modello ideale. La descrizione del bandito ideale non affatto una strazione, poich la caratteristica pi sorprendente del banditismo sociale la sua notevole uniformit e standar dizzazione. Il materiale utilizzato in questo capitolo pro viene quasi interamente d allEuropa dal x v m al x x seco lo e soprattutto d allItalia meridionale Ma ci si trova di fronte a fatti che, per quanto accaduti in epoche cos di stanti quali la met dei secoli x v m e x x e in luoghi cos indipendenti l uno d allaltro quali la Sicilia e l Ucraina carpatica, sono talmente simili che si portati a genera lizzare, in piena fiducia. Tale uniformit si riscontra tan to nei miti del bandito - vale a dire nella funzione che ad esso viene attribuita dal popolo - quanto nel suo compor tamento effettivo. Qualche esempio di tale parallelismo potr chiarire le nostre affermazioni. Quasi mai la popolazione aiuta le au torit a catturare il bandito contadino, anzi lo protegge. cosi nei villaggi siciliani nel 19 4 0 e in quelli moscoviti del x v n secolo 2. La fine tipica del bandito per tradimen to: infatti quasi tutti i banditi, se fonte di eccessivo fasti dio, verranno presi isolatamente e distrutti, per quanto il banditismo possa rimanere endemico. O leksa D ovbus, il
1 Per questa regione mi sono valso non soltanto delle consuete fonti bibliografiche ma anche delle preziose informazioni del professor Am bro gio Donini, di Rom a, che ha avuto contatti con ex banditi, e di materiale giornalistico. Poich questo stato pubblicato in originale, ho approfon dito le tesi generali esposte in questo capitolo con ulteriori studi sui ban doleros spagnoli e la letteratura sul banditismo nellAmerica latina. 2 j, l . H. keep, Bandits and the L a w in M uscovy, in Slavonic R e v ie w , x x x v , 84, dicembre 19.56, pp. 201-23,

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bandito carpatico del x v m secolo, fu tradito dalla sua amante; Nikola Suhaj, che pare fosse attivo allincirca tra il 1 9 18 ed il 19 2 0 , dai suoi am ici ; Angelo Duca (Angioiillo) allincirca tra il 17 6 0 ed il 17 8 4 , l esempio forse pi puro di banditismo sociale, della cui carriera Benedetto Croce ha fatto una analisi m agistrale: sub la stessa sor te. Nello stesso modo, nel 19 5 0 fin Salvatore Giuliano di Montelepre, in Sicilia, il pi famigerato fra i banditi mo derni, le cui gesta sono state di recente narrate in un libro com m ovente5. E questa fu la fine dello stesso Robin Hood. Ma la legge, per dissimulare la propria impotenza, rivendica a s il merito della cattura o della morte del bandito: la polizia spara sul cadavere di Nikola Subaj per rivendicarne l uccisione, come spara sul cadavere di G iu liano, se dobbiamo credere a G avin M axw ell. La prassi talmente comune che c perfino un proverbio crso che ne parla: ucciso dopo morto come un bandito dalla po liz ia 4. A loro volta i contadini alle molte altre virt leg gendarie ed eroiche del bandito aggiungono l invulnera bilit: Angiolillo si credeva possedesse un anello magico che respingeva le pallottole. Suhaj era invulnerabile per ch - le teorie erano discordi - agitando un ramoscello verde deviava le pallottole o perch una strega gli aveva ratto bere una pozione che gli dava il potere di resistere al le pallottole; per questo dovettero ucciderlo con una scu re. Oleksa D ovbus, il leggendario bandito-eroe carpatico del x v m secolo, pot venire ucciso soltanto con una pal lottola d argento, che era stata tenuta per un anno in una scodella di frumento marzuolo, benedetta da un prete nel la ricorrenza dei santi apostoli e su cui dodici preti aveva no celebrato dodici messe. Non ho dubbi che miti del ge nere facciano parte del folclore di molti altri banditi famoJ II romanzo di i. o l h r a c h t , I l bandito N ikola Shuhaj [N ikola Subuj L jU p e in iik ), ed. ted. R ijtten e Loning, B erlin 19 5 3, non soltanto un Massico, mi dicono, della moderna Cecoslovacchia ma anche il quadro i l gran lunga pi commovente e storicamente esatto del banditismo so nale, che io abbia trovato. A n g io lillo j capo d i banditi , in La rivoluzione napoletana del 1799* Bari 19 12 , 3 G. MAXWELL. G o d p m iect me from my frien d s, London 1956 [trad. Dagli amici m i guardi I d d io , M ilano 19 > 7J. 4 p. boukde, E i Corse, Paris 1887, p. 207.

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si Naturalmente nessuna di queste pratiche o credenze derivata d allaltra. Esse sorgono in zone e in epoche diver se in dipendenza della notevole similarit che esiste nelle rispettive societ e situazioni che dnno luogo alla nascita del banditismo sociale. Pu essere utile abbozzare un quadro della vicenda ti pica del bandito sociale. Si diventa banditi perch si com mette qualcosa che pur non essendo considerata crimina le dalla coscienza popolare del luogo, invece lo per lo Stato o i governanti locali. Cosi Angiolillo si dette alla macchia dopo una lite sorta per il bestiame sbandato con una guardia campestre del duca di M artina. Il pi cono sciuto tra i banditi che battevano la zona d ellAspromonte in Calabria, Vincenzo Romeo di Bova (che, tra paren tesi, l ultimo paese d Italia dove si parli il greco antico), divenne fuorilegge dopo il rapimento della ragazza che poi spos, mentre Angelo M acri di Delianova ammazz un poliziotto che aveva ucciso suo fratello 1. Vendetta di sangue (faida) e matrimonio con ratto sono comuni in questa parte della C alabria3. Infatti la maggior parte dei quaranta fuorilegge (tra i centosessanta ed oltre, fuori legge latitanti nella provincia di Reggio Calabria nel 19 5 5 ) che si dettero alla macchia per omicidio, sono con siderati, secondo l opinione locale, omicidi per causa d o nore. Lo Stato interviene nelle legittim e dispute priva te e, secondo la sua considerazione, l'uom o si trasforma in criminale. Lo Stato mostra interesse per un contadino a seguito di una piccola infrazione alla legge, e questi si d alla macchia perch non pu sapere quello che gli deri ver da un sistema che ignora e non comprende i contadi ni, e che i contadini a loro volta non comprendono. M a riani Dionigi, un bandito sardo degli anni dopo il 18 9 0 , fugg perch stava per essere arrestato per complicit in
1 Sulle attuali credenze n ellefficacia degli amuleti (in questo caso un brevetto reale) cfr. il n. 3 d ellappendice: l interrogatorio di un brigante borbonico. 2 Paese sera, 6 settembre 19.5,5. 3 L a voce di C alabria, 1-2 settembre 19 55; R . Longone in l U ni t del io settembre 1955 osserva che. anche dopo la sparizione delle al tre funzioni delle associazioni segrete locali, i giovanotti ancora rapisco no la donna che amano e che poi regolarmente sposano.

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un omicidio giustificato. G oddi Moni Giovanni fuggi per la stessa ragione. Campesi (soprannominato Piscimpala) fu ammonito dalla polizia nel 18 9 6 , arrestato poco dopo per aver contravvenuto aHammonizione e condan nato a dieci giorni di carcere e a un anno di libert vigila ta; fu anche condannato a una multa di lire 1 2 , j o per aver fatto pascolare le sue pecore nella propriet di un certo Salis Giovanni Antonio. E gli prefer darsi alla mac chia, tent di uccidere il giudice a fucilate e ammazz il suo creditore Si dice che Giuliano abbia ucciso un poli ziotto che voleva arrestarlo perch vendeva a borsa nera due sacchi di grano, mentre un altro contrabbandiere che aveva denaro a sufficienza per corromperlo veniva lascia to libero; azione, questa, che certamente verrebbe consi derata onorevole. In effetti, quanto abbiamo osserva lo a proposito della Sardegna quasi certamente suscetti bile di pi generale applicazione: La carriera di un bandito ha quasi sempre origine da un fatto in s non grave che lo spinge alla latitanza: unac cusa persecutoria per abigeato, una falsa testimonianza, un errore o un intrigo giudiziario, unassegnazione ingiusta, o comunque sentita come un'ingiustizia, al confino di poli zia \ importante che allinizio il bandito sociale venga con siderato onorevole o non criminale dalla popolazione per ch, se fosse considerato criminale per la consuetudine del luogo, non potrebbe godere di quella protezione loca le su cui costretto a fare completo affidamento. V irtual mente quasi tutti coloro che si trovano in contrasto con gli oppressori o con lo Stato hanno titolo per essere con siderati vittim e, eroi o tutte due le cose. Il latitante, per ci, viene istintivamente protetto dai contadini e dalla rorza delle convenzioni locali che si rifanno alla legge no stra (consuetudini, faida o quantaltro sia) in contrap posto alla lo ro e alla giustizia n ostra contrapposta a quella dei ricchi. A meno che non sia molto pericoloso,
1 v. sp an o , I I banditismo sardo e i problem i della rinascita, b ib lio teca i : R iform a agraria, Roma s. d., pp. 22-24. 2 ID., I l banditism o sardo e la rinascita d e llisola , in R in ascita , x, :2 dicembre 19 5 3.

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egli godr dellappoggio della Mafia, in Sicilia, della cosid detta Onorata Societ ' nella Calabria meridionale e della pubblica opinione dappertutto. Cosi gli sar possibile (e per lo pi succede proprio questo ) vivere nelle vicinanze del suo paese, donde verr rifornito del necessario. R o meo, ad esempio, vive normalmente a Bova con la moglie e i figli e vi ha anche costruito una casa. G iuliano fece lo stesso al suo paese, M ontelepre. Infatti l'attaccamento del bandito alla sua terra - generalmente quella dov na to e dove vive la sua gente - di solito molto forte. Giuliano visse e mori nel territorio di M ontelepre, come i banditi siciliani suoi predecessori, V alvo, Lo Cicero e Di Pasquale, erano vissuti ed erano morti a Montemag giore e Captato a Sciacca \ La cosa peggiore che possa ca pitare a un bandito consiste nel venire tagliato fuori dal le proprie fonti di rifornimento locali, poich egli si tro ver allora letteralmente costretto al saccheggio e al furto ai danni della sua gente e diventer un criminale passibile di denuncia. Le parole di quel funzionario crso, che la sciava regolarmente nella sua casa di campagna grano e v i no per i banditi, dipingono uno degli aspetti della situazio ne: m eglio nutrirli in questo modo piuttosto che obbli garli a rubare ci di cui hanno bisogno . Il comporta mento dei briganti nella Basilicata illustra l altro aspetto. In questa regione il brigantaggio cessava durante linver no e qualche brigante emigrava perfino, in cerca di lavoro, perch era difficile per i fuorilegge trovare da sfamarsi. In prim avera, quando vi era di nuovo disponibilit di cibo, ricominciava la stagione del brigantaggio Questi tagliagole lucani sapevano di non poter obbligare i poveri con1 r . lo n g o n e , Leg?yenda e realt della mafia calabrese, in l U nit, io settembre 19*55: ... Quando qualcuno, ad esempio, in un paese, com mette un delitto d onore e si rende latitante ia 'Ndranghita iocale: anche se non si tratta di un suo membro, sente il dovere di soccorrerlo, di aiu tarlo a nascondersi, a fuggire; sente il dovere di sussidiare la fam iglia del ricercato . 2 G. ALONGi, La M afia, Torino 1887, p. 109; nonostante il suo titolo questo libro molto pi utile per il briganraggio che per la mafia. 3 b o u r d e , E n Corse c it., pp. 2 18 -19 . 4 G. RACIOPPI, Storia dei moti d i Basilicata... nel i8 6 0 , B a ri 1909, P304. Testim o n ian za oculare di un rivo lu zio n a rio liberale e fu nzion ario
della zona,

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ta d n i a nutrirli, come certamente avrebbero fatto se fos sero stati truppa di occupazione. Il governo spagnolo do po il 19 5 0 , pose fine a llattivit dei guerriglieri repubbli:ani sui monti dellAndalusia dirigendo l azione repressi va contro i simpatizzanti repubblicani e le fonti di rifor nimento dei paesi, obbligando cosi i fuorilegge a procu rarsi cibo con il furto e ad inimicarsi i pastori, apolitici, che perci furono indotti a denunciarli '. Qualche altra osservazione completer il quadro della vita del bandito. Di solito giovane e scapolo o senza le dami, non fosse altro perch ben pi difficile rivoltarsi contro l apparato del potere quando si hanno responsabi lit fam iliari: dopo il i8 6 0 due terzi dei banditi della B a silicata e della Capitanata avevano meno di venticinque anni \ Naturalmente il bandito pu rimanere solo - come di solito accade quando si commette un delitto tradiziona le che, giusta le consuetudini, consente l eventuale rien tro nella piena legalit (quali la vendetta e il ratto). Si di ce che la maggior parte dei centosessanta (circa) fuorileg ge esistenti nella Calabria meridionale siano lupi solitari di tal genere; individui, cio, che vivono ai margini del proprio paese, cui sono legati da vincoli di parentela o da necessit di sostentamento, da cui per sono al tempo stesso tenuti lontani dai nemici e dalla polizia. Se si uni sce ad altri o forma una banda (con ci vincolandosi a un determinato numero di rapine) di rado questa banda sar molto numerosa, e ci per ragioni in parte economiche e in parte organizzative, perch la sua coesione assicurata soltanto dal prestigio personale del capo. Si conoscono al cune bande molto piccole - ad esempio i tre uomini cat turati in Maremma nel 18 9 7 (a causa di tradimento, non occorre d i r l o ) S i parla anche di bande molto numerose, fino a sessanta uomini, fra i bandoleros andalusi del x ix secolo, ma esse godevano d ellappoggio dei maggiorenti locali (cacicchi), che le tenevano al proprio servizio, e per
1 j. piTT-RiVER S, People 0/ the Sierra, 1 9 5 4 , p p . 1 8 1 - 8 3 . 2 p a n i -r o s s i , La Basilicata, 1 8 6 8 , cita to in c. l o m b r o s o , L 'u om o d elin quente, 18 9 6 , I , p . 6 1 2 . 3 e. r o u t i n i , I briganti celeb ri, Firen ze 1 8 9 8 , p . 5 2 9 .

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questo motivo esulano forse del tutto dal nostro tema In periodi di rivoluzione, quando le bande diventano po tenziali unit di guerriglieri, si formano anche bande pi numerose, di qualche centinaio di uomini, ma anche que ste godono nellItalia meridionale dellappoggio finanzia rio e d altro genere delle autorit borboniche. L assetto normale delle bande di briganti-guerriglieri un comples so di molte unit minori, coalizzate nelle operazioni. In Capitanata,'sotto Gioacchino M urat, c erano una settanti na di bande; in Basilicata, nei primi anni dopo il Sessanta, trentanove; in Puglia circa trenta. Il numero medio dei componenti le bande della Basilicata viene indicato da venti a trenta, ma dalle statistiche pu venire determina to in quindici-sedici. Possiamo ritenere che una banda di trenta uomini - come quella che Giuseppe de Furia guid per molti anni durante l epoca napoleonica e della restau razione - rappresenti allincirca la massima unit che pos sa venire governata da un capo di media levatura, senza quella organizzazione e disciplina che soltanto pochi capi briganti furono capaci di mantenere, mentre unit pi nu merose portano a secessioni. (Osserviamo che analogo fe nomeno si verifica anche in quelle piccole sette protestan ti secessioniste, quali i W est Country Bible Christians, che riunivano in media trentatre membri per cappella nel de cennio 18 7 0 -8 0 )2. Non sappiamo esattamente quanto durasse una banda. Supponiamo che la sua durata dipendesse dallo scalpore da essa suscitato, dal grado di tensione della situazione sociale, dalla complessit della situazione internazionale (nel periodo dal 17 9 9 al 1 8 1 5 l aiuto borbonico e inglese alle bande poteva farle agevolmente sopravvivere per
1 C fr. le continue e prolisse doglianze di don Ju lian de Zugasti, go vernatore della provincia di Cordova, incaricato della repressione del ban ditism o, nel suo Bandolerism o , M adrid 1876-80, 10 vo li.; per esempio, Introduzione , vol. I, pp. 77-78, 1 8 1 e specialmente 86 sgg. 2 a . LUCARELLI, Il brigantaggio politico d e l M ezzogiorno d Italia 18 15 18 18 , Bari 19 42, p. 7 3; i d ., I l brigantaggio politico d e lle P uglie dopo il i8 6 0 , Bari 1946, pp. 10 2-3, 13.5-6; RACiOPPi, Storia dei moti d i Basilicata cit., p. 299; B lu nt's "Dictionary 0/ Sects and A eresies, s. v. m etodisti, b rya n iti (London 1874). L a posizione socialmente normale del classico Robin H ood indicata dal fatto che, ad esempio nel M essico, i briganti contadini non parlano il gergo {cal) dei crim inali comuni.

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molti anni) e dalla protezione che poteva ottenere. Giu'iano (con una forte protezione) dur sei anni ma, verosi milmente, un Robin Hood con qualche ambizione sareb be fortunato a sopravvivere per pi di due o al massimo quattro anni; Janosik, il prototipo dei banditi, attivo nei Carpazi all'inizio del x v m secolo, e Suhaj durarono due anni; Diego Corrientes t r e 1; il sergente Romano dur trenta mesi nelle Puglie dopo il i8 6 0 , e bastarono cinque anni a spezzare la schiena dei pi tenaci briganti borbonici dell'Italia meridionale. Per una piccola banda isolata senza grandi ambizioni, come quella di Domenico Tiburzi ai confini del Lazio, potette durare per venti anni (dal 18 7 0 al 189 0 ). Se lo Stato glielo permetteva il bandito poteva agevolmente sopravvivere e tornare alla comune vita del contadino; infatti l ex bandito poteva facilmente rientrare nella societ, dato che le sue attivit erano con siderate criminali soltanto dallo Stato e dai ceti supe riori \ Non ha molta importanza il fatto che un bandito inizi la sua carriera per motivi parapolitici - come Giuliano, che aveva motivi di rancore contro la polizia e il gover no - , oppure che si dia alla rapina soltanto perch per un fuorilegge naturale comportarsi cosi. Quasi certamente egli cercher di adeguarsi, sotto qualche aspetto, al mo dello di Robin H ood; cercher cio di essere un uomo che prese al ricco per dare al povero e non uccise mai se non per legittima difesa o giusta vendetta. E gli virtual mente obbligato a farlo, poich c da prendere di pi al ricco che al povero e se prendesse al povero o commettes se un omicidio illegittim o, perderebbe il suo bene pi prezioso, cio l aiuto e il favore generale. Se generoso con i suoi guadagni, lo fa perch, nella sua posizione e in una societ di valori precapitalistici, solo con la grandio sit egli pu ostentare il suo potere e la sua condizione. Anche se in effetti egli prescinda da motivi di protesta so ciale, la pubblica opinione sar convinta del contrario, co

1 c . b e r n a ld o d e QuiROS, E l Bandolerism o en Espana y en M exico , M exico 1959, ( i a ed. M adrid 19 33), cap. v. 2 P iTT-R ivER S, P eo p le of the Sierra cit., p. 18 3 ; m a f f e i , Brigand L ife In Ita ly , 2 v o li., London 18 6 5, I , pp. 9-10.

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sicch anche un autentico delinquente professionale po tr arrivare a carpire il favore generale. Schinderhannes, il pi famoso anche se non il pi importante fra i capi banda che infestarono la valle del Reno poco prima del 18 0 0 , non era in alcun senso un bandito sociale (Come dimostrato dal suo nome, egli proveniva da un basso mestiere, tradizionalmente collegato con il mondo dei di seredati). Per le sue relazioni pubbliche tuttavia egli trovava utile divulgare il fatto che derubava soltanto gli ebrei - cio commercianti e usurai - e gli aneddoti e le leggende che si moltiplicavano sul suo conto gli riconosce vano molti degli attributi eroici di un Robin H ood idea lizzato: generosit, riparazione dei torti, cortesia, senso di humour, scaltrezza e coraggio, ubiquit fino a llinvisi bilit - nellaneddotica tutti i banditi si aggirano per la campagna con travestimenti impenetrabili - e cosi via. N el suo caso per questi attributi erano assolutamente immeritati e le nostre simpatie vanno interamente a jeanbon St-Andr, l anziano membro del Comitato di salute pubblica, che sgomin quei banditi. Ciononostante egli pot benissimo, almeno per un certo tempo, sentirsi pro tettore dei poveri. I criminali provengono dai poveri e, su certi argomenti, sono dei sentimentali. Cosi un tipico criminale quale M r B illy H ill, la cui autobiografia ( 19 5 5 ) merita uno studio pi approfondito dal punto di vista so ciologico di quanto finora sia stata oggetto, si abbandona alla consueta autocommiserazione piagnucolosa per giu stificare la propria prolungata carriera di ladro e di ban dito con la necessit di distribuire denaro alla sua gen te, cio a svariate famiglie di manovali irlandesi di Cam den Tow n. Il Robinhoodismo, che essi ci credano o no, utile ai banditi. Non tutti per sono costretti a recitare quella parte per forza. M olti l assumono spontaneamente, come fece Pasquale Tanteddu in Sardegna, le cui idee (sotto qual che aspetto influenzate dal com uniSm o) vengono esposte pi ampiamente in appendice. M i hanno poi riferito che
1 La fo n te principale b . b e c k e r , Aktem nssge G eschichte der Raubcrbanden an den beden U fern des R bein es, K ln 1804.

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un capo bandito calabrese degli anni precedenti il 1 9 1 4 faceva offerte regolari al partito socialista. Si conoscono dei Robin Hood sistematici: Gaetano Vardarelli delle Puglie, che fu dapprima perdonato e poi tradito ed ucciso dal re nel 1 8 1 8 , distribuiva sempre ai poveri parte del bottino, li riforniva gratuitamente di sale, costringeva i fattori, pena il massacro, a dare il pane ai lavoratori del fondo e la borghesia terriera del luogo a permettere ai poveri di spigolare nei campi. (Per alcune sue attivit, vedere in appendice). Angiolillo fu una vera eccezione, per la sua ricerca sistematica di una giustizia integrale, maggiore di quella che poteva ottenersi con donazioni occasionali e interventi individuali. Q uando arrivava in un paese, - si dice, - riuniva un tribunale, ascoltava i con tendenti, emetteva la sentenza e adempiva a tutte le fun zioni di un m agistrato. Si crede anche che abbia punito trasgressori della legge comune. O rdinava che si ribassas se il prezzo del grano, confiscava il grano immagazzinato dai ricchi e lo distribuiva ai poveri. In altre parole, egli agiva come un secondo governo nellinteresse dei conta dini. Non pu quindi meravigliare il fatto che nel 18 8 4 il suo paese volle intitolare al suo nome la strada principale. A lla loro maniera, pi rozza, i briganti del Sud dei primi anni dopo il i8 6 0 , come quelli del periodo 179 9 1 8 1 5 , si consideravano campioni del popolo contro i ceti superiori e i forestieri. Forse l Italia meridionale in queste due epoche offre l immagine pi prossima a una rivoluzione di massa e a una guerra di liberazione guidata da banditi sociali. (Non a caso bandito ormai diven tato il termine abitualmente usato dai governi stranieri per i guerriglieri rivoluzionari), grazie a una vasta lette ratura erudita ora si comprende bene la natura di queste epoche di brigantaggio e pochi studiosi oramai condivi dono l opinione della borghesia liberale, che in esse ve deva soltanto delinquenza di massa e barbarie se non ad dirittura l inferiorit razziale del Sud; incomprensione, questa, che pu ancora trovarsi nel libro O ld Calabria di Norman Douglas '. E Carlo Levi, tra gli altri, nel Cristo
1 Lucarelli (con ampie relazioni) e Racioppi ci danno una buona introdu7onc al problema, w . p fn d lft o n , Paesani Struggles in Ita ly , in M o-

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s: e ferm ato a E b o li ci ha ricordato quanto sia profondo il ricordo dei banditi-eroi fra i contadini del Sud, per i quali gli anni dei briganti sono tra le poche pagine di storia vive e reali perch, a differenza dei re e delle guer re, appartengono a loro. A modo loro i briganti, nel co stume del contadino lacero con le mostrine dei Borboni o in abito pi sfarzoso, erano i vendicatori e i campioni del popolo. Anche se la loro strada non era che un vicolo cieco, non dobbiamo negare che a spingerli fosse un ane lito alla libert e alla giustizia. D i conseguenza anche le vittim e tipiche del bandito sono la quintessenza dei nemici dei poveri; appartengo no sempre, secondo la tradizione, a quei gruppi che sono oggetto di particolare odio da parte dei poveri: avvocati (Robin H ood e Dick Turpin), prelati e frati fannulloni (Robin H ood e A ngiolillo), usurai e mercanti (Angiolillo e Schinderhannes), forestieri e altri elementi che sconvol gono la vita tradizionale del contadino. Nelle societ preindustriali e prepolitiche tra essi raramente, seppure mai, compreso il sovrano, che lontano e sta dalla par te della giustizia. Infatti la leggenda parla spesso del so vrano che persegue il bandito ma non riesce a sopprimer lo e allora lo chiama a corte e fa pace con lui, riconoscen do cosi che, in fondo, l interesse del bandito identico al suo: la giustizia. Questo stato detto per Robin H ood e per Oleksa Dovbus I l fatto che il bandito, specie se non possiede una fo r te coscienza della sua missione, viva bene e faccia mostra della propria ricchezza, di solito non gli aliena il favore popolare. L anello con brillante di G iuliano, le collane e
detn Q uarterly, n. s., v i, 3, 19 5 1, riassume queste ricerche. C fr. anche Enciclopedia Italiana, s. v. Brigantaggio. J L imperatore aveva saputo che c era questuomo che nessun potere poteva sottomettere; cosi gli ordin di venire a Vienna a fare la pace con lui. M a si trattava di un tranello. Quando D ovbus si avvicin, gli spedi contro tutto l esercito per ucciderlo. E lu i si affacci alla finestra per guar dare. M a le pallottole deviarono, colpirono i tiratori e li uccisero. A llora l imperatore ordin di cessare il fuoco e fece la pace con D ovbus. G li con cesse di combattere dove voleva, non per contro i suoi soldati. A garan zia gli rilasci una lettera con il suo sigillo. E per tre giorni e tre notti Dovbus fu ospite d ellimperatore alla corte im periale ( o l b r a c h t , I l ban dito \ jl'n !a $ h:ika' c it., p. 102).

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le decorazioni con cui si ornavano i banditi antifrancesi dopo il r79 0 nell'Italia meridionale erano considerate dai contadini come simbolo di trionfo sui ricchi e sui po tenti e forse anche testimonianze del potere di protezione del bandito su di loro. Invero uno dei principali elementi di attrazione del bandito consisteva e consiste tuttora nel fatto che egli rappresenta il ragazzo povero che ha fatto fortuna, un succedaneo alla impotenza della massa a sol levarsi dalla povert, dall'abbandono e dalla rassegnazio ne '. Non sembri perci un paradosso se le ingenti spese del bandito - cosi come la Cadillac placcata d oro e i denti incrostati di diamanti del ragazzo dei bassifondi divenuto campione mondiale di pugilato - anzich allontanarlo dai suoi ammiratori, lo legano ad essi, sempre che egli non si allontani troppo dal ruolo eroico che gli stato attribuito. I lineamenti fondamentali del banditismo, quali ho cercato di tratteggiare qui, ricorrono pressoch universal mente con il verificarsi di determinate condizioni. Il fe nomeno rurale, non urbano. Le societ contadine in cui esso si riscontra hanno ricchi e poveri, potenti e deboli, governanti e governati, ma rimangono profondamente e tenacemente tradizionali, a struttura precapitalista. In una societ agricola come quella d ell Inghilterra orientale, della Normandia o della Danimarca del x ix secolo non c posto per il banditismo sociale. (Senza dubbio que sta la ragioi per cui l Inghilterra, che ha dato al mondo Robin Ilo o d , il prototipo del bandito sociale, dal x v i se colo in poi non ha pi prodotto esemplari notevoli del ge nere. L idealizzazione dei criminali, che divenuta parte della tradizione popolare, si trasferita a personaggi ur bani quali Dick Turpin e M acHeath, mentre i miserabili braccianti di paese richiamano al pi quella modesta am mirazione che si pu avere per bracconieri eccezional mente coraggiosi). Inoltre perfino in societ arretrate,
1 E cco come stavano le cose: egli era un pastore debole, povero, zop po e sciocco. Come dicono i predicatori e gli interpreti della Scrittura, il Signore voleva dimostrare con il suo esempio che quanti fra noi sono ti morosi, umili e poveri possono fare grandi cose, se D io lo vuole (olb r a c h t, 11 bandito N ikola Shuhaj c it., p. 100). Notare che i capi di ban de leggendarie di rado ne sono i membri pi forti e violenti.

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con forme tradizionali di brigantaggio, il banlitism c so ciale compare solo in una fase precedente a llacquisizione da parte dei poveri di una coscienza politica o di m e;odi pi efficienti di agnazione sociale. Il banditismo un fe nomeno prepolitico e la sua forza in proporzione inver sa a quella della rivoluzione agraria organizzata e del so cialismo o com uniSm o. Nella Sila calabrese il brigantag gio cess in epoca anteriore alla prima guerra mondiale, con l avvento del socialismo e delle leghe contadine. So pravvisse sull'Asprom onte il regno del grande Musolino e di numerosi altri eroi popolari, per i quali le donne pre gavano con commozione Ma in quella zona le organiz zazioni contadine sono meno sviluppate. M ontelepre, il paese di Giuliano, una delle poche localit della provin cia di Palermo in cui non vi furono forse leghe contadine, neppure durante la rivolta nazionale contadina del 18 9 3 ' e, ancora oggi, la popolazione d molto meno voti che al trove ai partiti politici progressisti e m oki di pi a grup pi estremisti marginali quali i monarchici o 1 separatisti siciliani. In societ di questo tipo il banditismo endemico. Sembra per che il fenomeno del robinhoodismo abbia tendenza ad acquistare maggiore vigore quando si verifi chi una rottura dellequilibrio tradizionale: durante e do po periodi di eccezionali privazioni, quali carestie e guer re, o nei momenti in cui la morsa della moderna civilt di namica stringe le comunit statiche per distruggerle e tra sformarle. La nostra epoca , sotto molti riguardi, l epo ca classica del banditismo sociale, poich quei fenomeni si verificarono nella storia della maggior parte delle societ contadine, nei secoli x ix o xx. Notiamo il sorgere del ban ditismo - almeno secondo la convinzione popolare - nel l Italia meridionale e nella Renania alla fine del x v m se colo, durante le guerre e le trasformazioni portate dalla Rivoluzione; nellItalia meridionale dopo l unit eccitato dall avvento della legge e dalla politica economica capita
1 Cfr. il numero speciale del P o m e sulla Calabria (n. 9-10, settem bre-ottobre 1950). C fr. M. g a n c i , II m ovim ento dei Fasci nella provincia d i Palermo, ? { > . M i'vniicntu operaio , n. s., v i, 6, novembre-dicembre 1954-

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lista In Calabria e Sardegna lepoca pi importante per il brigantaggio cominci nei primi anni dopo il 18 9 0 , con l'avvento delleconomia moderna (e la depressione agri cola nonch l emigrazione). N elle isolate montagne dei Carpazi il banditismo prosper dopo la prima guerra mon diale per ragioni sociali che sono state illustrate da Olbracht con la consueta precisione e sensibilit. Ma proprio questa situazione esprime la tragedia del banditismo sociale. La societ contadina lo crea e lo esige quando avverte la necessit di un campione e di un pro iettore, ma proprio allora che egli incapace di aiutarla. Il banditismo sociale, infatti, una protesta, ma debole e senza un contenuto rivoluzionario, non diretta contro il tatto che i contadini siano poveri ed oppressi, ma contro il fatto che qualche volta lo siano in misura eccessiva. Dai banditi-eroi non ci si aspetta un mondo di uguaglianza. Essi possono soltanto riparare i torti e dimostrare che qualche volta si pu ritorcere l oppressione. Non riusci ranno per mai a capire quello che succede nei villaggi della Sardegna, per cui alcuni hanno bestiame in quanti t ed altri, che ne avevano sempre avuto poco, non ne hanno affatto; nei villaggi calabresi, i cui abitanti diven tano minatori di carbone in Am erica; nelle montagne dei Carpazi, che si riempiono di uomini armati, fucili e debi ti. La funzione pratica del bandito, nel migliore dei casi, consiste n ellimporre determinati limiti a lloppressione tradizionale nel quadro di una societ tradizionale sotto 'a minaccia di illegalit, assassinii ed estorsioni. M a egli non assolve in pieno neppure a questa funzione, ed un giro per M ontelepre ce ne convincer. A l di l di questa sua funzione, il bandito rappresenta soltanto lincarna zione di un sogno di tempi migliori. P er sette anni ha combattuto nella nostra terra, dicono di Dovbus i con tadini dei Carpazi, e finche era in vita le cose andavano
1 C fr. la voce brigantaggio in Enciclopedia Italiana. Anche i banJo lc r o s spagnoli furono in parie vittim e della libert di commercio. C o me d ice nn o dei lo ro p ro tettori ( z u m a s t i , Bandolerism o c it., Introduzio ne, vol. I, p. 94): ci sono m olti poveri ragazzi che aveva n o l abitudine di andare per le strade a guadagnare una peseta con il contrabbando ma adesso non possono pili farlo e i poverecri n o n sanno da dove gli possa v.nv i! ivo-Mrno pasto.

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bene per il popolo. Si tratta di un sogno suggestivo ed questa la ragione del formarsi dei miti che attribuiscono ai grandi banditi poteri sovrumani e quella specie di im m ortalit di cui godevano i grandi re giusti del passato, che in realt non sono morti ma si sono addormentati e torneranno di nuovo. Cosi dorme Oleksa D ovbus, men tre la sua scure sepolta ogni anno si avvicina di pi alla superficie della terra, sospinta dal respiro di un seme di papavero e quando sar emersa, sorger un altro eroe, amico del popolo, terrore dei padroni, combattente per la giustizia e vendicatore d ellingiustizia. Cos, anche ne gli Stati Uniti di ieri, in cui uomini deboli e isolati lotta vano - se necessario con il terrore, come i iw w - contro il dominio di uomini forti e di associazioni, c era chi cre deva che il bandito Tesse Jam es non fosse stato ucciso ma avesse riparato in California. Cosa ne sarebbe infatti del popolo se i suoi campioni fossero morti per sempre? Cosi il bandito impotente di fronte alle forze della nuova societ che non pu comprendere. T u ttal pi egli pu combatterle e cercare di distruggerle per vendicare lingiustizia, sgominare i padroni, predare le ricchezze che essi hanno rubato e distruggere col fuoco e con la spada tutto quello che non pu servire al bene co mune: per la gioia, per la vendetta, come ammonimento per le generazioni future - e forse per paura di esse Ecco perch il bandito spesso distruttore e selvaggio oltre i limiti del proprio mito, che ne esalta soprattutto la giustizia e la moderazione nelluccidere \ La vendetta,
1 Secondo unaltra versione, davvero strana e fantastica, non gi il Romano sarebbe caduto a Vallata ma un altro bandito, che gli rassomi gliava nel viso e nelle fattezze; il sergente, considerato, nellesaltata im maginazione delle m oltitudini, quasi invulnerabile ed "im m ortale per le benedizioni del papa come asseriva il G astald i, sarebbe vissuto, per molti anni ancora, occulto solitario e ram ingo (l u c a r e l l i , Brigantaggio poli tico delle P uglie cit., p. 133). 2 o l b r a c h t , I l bandito N ikola Sbubaj cit., p. 98. 3 Tuttavia esiste una variante del banditismo sociale, in cui il mito non esalta la giustizia e la modestia, ma insiste invece su llaberrazione mo rale del brigante, che per anche un eroe. Casi sim ili si presentano a fianco de! nobile bandito tradizionale d ellAmerica latina, ad esempio Lampiao (ucciso nel 1938), il leggendario canga^eiro eroe del Brasile nordorientale, che d altronde assai caratteristico. Pu darsi che queste figu re rappresentino una ribellione generale, negativa e anarchica, dei poveri

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che in periodi di rivoluzione non pi una faccenda pri vata ma diventa affare di classe, reclama sangue e la visio ne dellingiustizia in rovina pu dare alla testa E la di struzione, come ha giustamente osservato Olbracht, non un semplice sfogo nichilista ma un inutile tentativo di eli minare tutto ci che ostacolerebbe la costruzione di una comunit contadina semplice e durevole: i prodotti del lusso, grande nemico della giustizia e della onest. In fat ti la distruzione non mai indiscriminata. Quello che utile per i poveri viene risparmiato 2. E cosi i briganti del Sud che conquistarono le cittadine della Lucania nei pri mi anni dopo il i8 6 0 vi fecero rapide incursioni per spa lancare le prigioni, bruciare gli archivi, saccheggiare le case dei ricchi e distribuire al popolo quello che non ser viva loro: crudeli, selvaggi, eroici e impotenti. Il banditismo, infatti, in queste situazioni era ed as solutamente inefficiente come movimento sociale. In pri mo luogo perch incapace perfino di esprimere una orga nizzazione guerrigliera efficiente. I banditi certamente riuscirono a suscitare una rivolta borbonica contro i con quistatori del Nord, intendo veri banditi e non partigia ni politici, che gli avversari qualificavano banditi. Ma quando un soldato spagnolo borbonico, Borjes, cerc di organizzarli in un efficiente movimento di guerriglia, essi si opposero e lo cacciarono via : la stessa struttura delle
non organizzati socialm ente, contro l'in te ro ord in e sociale. F in o a che p u n to qu esto tipo fisso del b a n d ito eroe c ru d e le esista realm en te, e non so lo n e lle b allate po etich e stam pate n e lle gran d i citt p e r un p u b b lico di im m igran ti, un argom ento da app ro fon d ire. Q uan do scrissi questo v o lu m e, tale sottospecie di ban ditism o sociale non m i era nota. 1 U n a efficace descrizion e d e g li effetti p sicologici d e llin cen dio del qu artiere d eg li affari in una citt spagnola in D eaths Other Kingdom - 19 3 9 ) di CAMEL WOOLSP.Y. 1 I l s ont ravage les vergers, les cu ltu res scien tifiq u es, coup les arbres fru itie rs. C e n 'est pas seulem ent par haine irraison n ee contre tout ce qui a appartenu au seign eur, e est aussi par calcili. I l fa lla it galiser le d o m aine, l a p la n ir... pou r ren dre le partage p o ssib le et q u ita b le ... [V o il ] po urq uo i ces hom ines q u i, s ils ign oren t la va leu r d u n tableau, d un m eu bl ou d une serre, savent cependant la va leu r d une p lan tation d'arb res fru itiers ou d 'u n e ex p lo ita tio n perfection n e, b rise n t. b r len t et saccagent le tout in d istin cte m e n t (r l a b r y . Autour du M o u jik , P aris 19 2 3 , p. 76 , sul saccheggio d elle v ille di cam pagna nel gubernija di C ernigo v nel 19 0 ^ ). L a fon te co stitu ita dai v e rb a li di in terro gato ri dei con tadin i. 1 f '< 1 npp [, S'nria dei moti d i Basilicata c it ., cap. x x i .

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bande, che erano di formazione spontanea, escludeva ope razioni pili ambiziose e le trentanove bande lucane, che avrebbero potuto continuare a infestare la regione ancora per alcuni anni, furono sgominate. In secondo luogo, per ch la loro ideologia non consentiva di organizzare una rivolta efficiente. Non perch i banditi fossero in generale tradizionalisti in politica - infatti essi erano prima di ogni altra cosa votati alla causa dei contadini - ma perch la forza tradizionale cui si rifacevano veniva distrutta o perch la vecchia o la nuova oppressione si coalizzavano, isolandoli e neutralizzandoli. I Borboni potevano promet tere di distribuire ai contadini i possedimenti della nobilt terriera ma non lo facevano mai; al massimo conferivano un grado nelPesercito a qualche ex bandito. E ra per pi probabile che li tradissero ed uccidessero dopo averli sfruttati. Giuliano fece il gioco di forze politiche che non comprendeva, quando si permise di diventare il capo mi litare dei separatisti siciliani (dominati dalla Mafia). evidente come quelli che si servirono di lui e poi lo but tarono a mare avessero una concezione della Sicilia in d i pendente molto diversa dalla sua, che era certamente pi vicina a quella dei contadini da lui massacrati durante il comizio del i maggio iy.47 a Portella della Ginestra. Per diventare validi campioni della loro gente, i ban diti dovevano smettere di essere banditi: ecco il parados so dei moderni Robin Hood. Infatti essi erano in grado di aiutare le sommosse contadine perch in questi movi menti di masse la banda piuttosto piccola, a preferenza della folla enorme, a preparare il terreno per una azione efficiente che possa estendersi al di fuori dei confini del villaggio e per truppe d assalto del genere, quale altro nucleo sarebbe preferibile alle bande di briganti gi for mate? Cosi nel 19 0 5 le azioni di contadini del villaggio ucraino di Bvchvostova furono in gran parte avviate dal la banda del cosacco Vasilij Potapenko (lo zar della banda) e dal contadino Petr Ceremok (il suo m ini stro), due uomini che erano stati prima espulsi dalla co1 C i risulta chiaramente dallo studio delia rivolta degli operai inglesi del 18 30 , di cui l unico resoconto edito ancora The village Labourer di
J. L. C -IV HAMMOND.

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munita del villaggio per attivit criminale - non sappia mo se spontaneamente o su pressione - e poi riammessi. Come accadde in altri villaggi, queste bande, espressione dei contadini poveri e senza terra e del senso della comu nit coniro individualisti ed esclusivisti, furono poi ster minate da una controrivoluzione dei kulaki Per contadi ni rivoluzionari la banda non poteva rappresentare una struttura organizzativa permanente ma, al massimo, una forma temporanea di organizzazione ausiliaria, senza la quale essi sarebbero stati del tutto disorganizzati. Cosi i poeti romantici che idealizzarono la figura del bandito, come Schiller nei M asnadieri , erano in torto nel credere che egli fosse il vero ribelle \ G li anarchici bakuniniani che, proprio a causa del loro spirito distruttivo, idealizzavano pi sistematicamente i banditi e credevano di poterli guadagnare alla loro causa, sprecavano il loro tempo e quello dei contadini!. Potevano riuscirci occasio nalmente e perlomeno in un caso un movimento contadi no prim itivo, in cui la dottrina anarchica si associava a una forte corrente di anarchia rurale, divent una gran de forza rivoluzionaria regionale, anche se temporanea. Ma chi davvero convinto che, con tutta la genialit del
1 l a b r Y , A utour de M oujik c it., rip ro d u ce 7 d iso rdini agrari nel guber nia d i Cernigov del 190 5, d alla Isto ricesk ij V e s tn ik , lu g lio 1 9 1 3 , p p . 202-26. N o v e contadini e sei cosacchi fu ro n o uccisi. L ab ry osserva esatta m ente che in questa lo calit, sita ai confini d ella zona in cu i il m ir era po ten te e tenace, se ne stava verificando rapidam ente il tram onto con la form azion e di possessi in d iv id u a li (p p . 72 sgg,). 2 T u tta v ia non si d eve credere che i b an d iti im m aginati da S c h ille r rien trassero rigidam en te nel tip o social-con tadin o. E ran o (com e Schinderhannes) bande vaganti di crim in a li p ro fe s sio n isti , rin forzate da con ta d in i fu ggiasch i, d isertori e apparten en ti alla setta dei ch iliasti p ersegu ita ti. In qu an to co m u nit tradizion ali di p ro scritti, pare avessero svilu p p ato d elle form e di o pposizion e alla societ ortodossa, relig io se e di costum e, che facilitavan o l assorbim en to di elem en ti settari. P ro b ab ilm en te l an ar chia durata a lungo in G e rm an ia e l'esisten za di num erosi staterelli fa v o riro n o lo sv ilu p p o di tali g ru p p i rurali di p ro fessio n isti. D ocu m en ti im p o rtan tissim i in p ro p o sito si trovano in g. k r a f t , Historische Studien zu S c h illers Schauspicl D ie Rluber, W eim ar 19 5 9 . C fr . B a k u n in : i l b an d ito sem pre l eroe, il difen so re, il ven d ica tore del po p o lo , il n em ico irrico n cilia b ile di tu tto il regim e statale, so ciale o c iv ile , il lo ttato re per la vita e per la m orte contro la civ ilt sta tale aristocratica. l aristocrazia fu n z io n aria le -cle rica le (ap p ello di B a k u n in c it. in v. o f.lt,a p i-r u ta . La banda del M alese e il fallim ento della teo ria anarchica della moderna ja c q u erie in Italia, in M o v im e n to o p e ra io , n. s,. n. 3 . m aggio-giu gno 19 ,14 , P P . 3 3 7 -8 5).

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suo capo per la guerriglia, il Machnovscina d ellUcraina meridionale nel periodo 1 9 1 8 - 1 9 2 1 non avrebbe potuto ottenere altro che sconfitte, chiunque avesse conquistato il potere definitivo sui territori russi? Il futuro condizionato a llorganizzazione politica. I banditi che non adottano i nuovi sistemi di lotta per la causa contadina, come molti di loro fanno individualmen te, di solito in quelle scuole politiche che sono la prigione e il servizio militare, non costituiscono pi i campioni po veri, ma diventano semplici criminali o servi dei padroni e dei mercanti. Per loro non c avvenire. Sopravvivono soltanto gli ideali per cui hanno combattuto e su cui uo mini e donne hanno composto canzoni che, intorno al ca mino, alimentano ancora il miraggio di una societ giusta, i cui campioni erano valorosi e nobili come aquile, agili come cervi, figli della montagna e delle foreste profonde.

A ppun ti sui banditi della sinistra presocialista. Nella misura in cui il bandito sociale aveva una ideo logia politica, essa era, come abbiamo visto, una forma di tradizionalismo rivoluzionario. Il brigante a llinsegna Chiesa e R e corrisponde al movimento del mob C hie sa e R e , della citt (cfr. cap. v i i ). Dal momento in cui l interesse fondamentale del bandito si appunt sui con tadini, sistematicamente ostili alle autorit costituite, an che il pi tradizionalista dei banditi non ebbe difficolt a fare causa comune con oppositori e rivoluzionari di altra

II resoconto pi obiettivo di questo movimento fatto da w . H.

C h a m b e r lin , L a r iv o l u z i o n e ru ss a , Torino 1966, pp. 633 sgg., donde

tratta la citazione. La migliore trattazione del machnovistismo quella di P . A rsinov. Le memorie di Machno - di cui figurano passi in appendice non sembra vadano oltre il 19 18 La corrente d anarchia rurale viene recisamente negata da parte degli anarchici e supervalutata dagli storici bolscevichi, ma si accorda bene con il prim itivism o di notevole purezza di questo movimento interessante e a torto trascurato. significativo sia detto tra parentesi - che, nonostante il suo campo d azione compren desse una vasta zona della Ucraina meridionale, Machno di tanto in tanto facesse ritorno al villaggio natio di G u ljaj Pole, al quale come ogni capo banda contadino p rim itivo rimaneva attaccato ( c h a m b e r l i n , La r i v o luzione russa cit.). E g li visse dal 1884 J 934; dal19 2 1 in esilio. Si con verti allanarchismo appena ventenne.

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estrazione, specialmente quando appartenevano anchessi alla schiera dei perseguitati. Carmine Donatello (Croc co) nel 18 6 3 bandiva il seguente proclama (A . Lucarelli, I l brigantaggio politico delle Puglie cit., p. 13 8 ): Fuori dunque i traditori, fuori i pezzenti, viva il bel re gno di Napoli col suo religiosissimo sovrano, viva il vicario di Cristo Pio IX e vivano pure i nostri ardenti repubblicani fratelli [cio garibaldini e mazziniani, anchessi allopposi zione]. In tutto il Sud si nota di frequente una collaborazione fra repubblicani e borbonici contro i liberali moderati lo stesso Garibaldi rifiuta offerte di aiuto da parte di nu merosi briganti (G . D oria, Per la storia del brigantaggio in A rchivio storico delle provincie napoletane, n. s., x v ii, 1 9 3 1 , p. 390) - e alcuni ex soldati garibaldini, v e rosimilmente ribellatisi ai Savoia a seguito del cattivo trattamento inflitto al loro eroe, diventarono capi brigan ti di minor rilievo (Lucarelli, I l brigantaggio politico delle Puglie cit., pp. 82-83). C per qualche esempio di banditi italiani presociali sti con ideologia chiaramente di sinistra, giacobini o car bonari, nonch di banditi idealizzati dai giacobini di cit t, come Angiolillo. Si sarebbe tentati di credere che si tratti di figure per qualche verso eccezionali dal punto di vista sociale. Cos i banditi giacobini-carbonari del 18 1^ 1 8 1 8 , di cui parla Lucarelli, non sono contadini, per quan to la stragrande maggioranza dei briganti usuali fossero contadini, pastori o - il che poi la stessa cosa - ex solda ti. Gaetano Meomartino (Vardarelli), che fu accettato fra i carbonari con la sua banda nel 1 8 1 6 o 1 8 1 7 era un sella io; Ciro Annicchiarico, che entr a far parte della setta dei decisi, era un intellettuale di campagna, cio un prete di ceppo contadino e di idee giacobine, che si era dato alla macchia in periodo napoleonico per ragioni assolutamen te apolitiche, vale a dire per una lite a proposito di una donna. Per le sue convinzioni religiose di illuminismo millenaristico, cfr. A . Lucarelli, I l brigantaggio politico del Mezzogiorno d Italia 1 8 1 5 - 1 8 , pp. 12 9 - 3 1. N atural mente acquisire una ideologia politica relativamente mo

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CAPITOLO SECONDO

derna era molto pi facile per un intellettuale o un arti giano di paese classi che di norma non fornirono molti banditi - anzich per un capraio analfabeta o per un con tadino miserabile. Tuttavia, in difetto di dati pi comple ti di quelli attualmente disponibili e in considerazione d e llatmosfera politica confusa e complessa in cui spesso operarono i briganti, non il caso di formulare ipotesi ri gidamente assolute.

Capitolo terzo La Mafia

i. Fra il banditismo sociale, di cui al capitolo precedente, e i movimenti che esamineremo in questo capitolo, dei quali la Mafia siciliana il pi interessante e duraturo, non esiste una linea di demarcazione netta e precisa. E n trambi sono fenomeni straordinariamente prim itivi, non solo nel senso gi chiarito, ma anche in quanto tendono a scomparire non appena si sviluppano movimenti pi pro grediti. E ssi, nel loro insieme, sono scarsamente suscetti bili di adattamento. Laddove continuano a sussistere do po l avvento di movimenti moderni, quali le leghe conta dine, le associazioni operaie ed i partiti di sinistra, essi perdono ogni carattere di movimenti sociali. Le mafie termine che converr usare per una serie di manifestazioni corrispondenti - hanno un certo nume ro di caratteri particolari. Prim o, non sono mai puri e semplici movimenti sociali, con scopi e programmi speci fici. Costituiscono quasi dei punti di confluenza delle ten denze pi disparate che si agitano in seno alle societ che le esprimono: la difesa della intera societ contro le mi nacce al suo tradizionale modo di vivere, le aspirazioni delle varie classi allinterno della societ, le ambizioni per sonali e le aspirazioni di individui attivi. Esse quindi pos seggono un certo grado di fluidit, come i movimenti na zionali, dei quali costituiscono forse una specie di embrio ne. Dipende dalle circostanze che esse siano caratterizzate dalla nota di protesta sociale dei poveri, come in Calabria, o dalle ambizioni delle classi medie, come in Sicilia, o dal la pura e semplice criminalit, come nella Mafia america na. Secondo, sono in un certo senso disorganizzate. E ve

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C APITOLO TERZO

ro che alcune mafie sono, almeno sulla carta, centralizza te e hanno vere e proprie catene di comando e di ini ziativa, forse sul modello degli ordini massonici. M a la situazione pi interessante quella in cui una vera e pro pria organizzazione, peraltro molto prim itiva, sussiste o per lo meno esistita in un certo stadio di sviluppo soltanto a livello locale, come nella classica M afia sici liana. Quali sono le condizioni per effetto delle quali sorgo no le mafie? Non facile rispondere a questa domanda perch non sappiamo neppure quante ce ne siano o ce ne siano state. La M afia siciliana l unica associazione di questo tipo dellEuropa moderna, che sia stata ampia mente descritta e analizzata. Un altro fenomeno straor dinariamente simile si sviluppato recentemente nelle piantagioni di caff della Colombia, ma non se ne hanno finora notizie pubblicate con particolari '. A prescindere da riferimenti casuali ad associazioni a delinquere, socie t segrete di grassatori e loro protettori, e simili, non sap piamo quasi niente della situazione in altre zone e quel poco che sappiamo ci consente al massimo di affermare che esisteva una situazione da cui la Mafia poteva svilup parsi; non possiamo per dire se quella situazione abbia in effetti originato la M afia'. La mancanza di informazio ni non ci autorizza per a concludere per l inesistenza di un tale fenomeno. Cosi non vi alcun dubbio sullesisten za, come vedremo, di una associazione tipo M afia nella Calabria meridionale. M a, a prescindere da casuali riferi menti a queste associazioni segrete in Calabria e nel C i lento, sembra che in passato non se ne sia affatto notata
1 C fr. g . g u z m a n - o. f a l s bo rd a - e . u m a n a l u n a , La V b le n d a en Colom bia, I, Bogota 1962, pp. 1 3 1 , 170. 2 Cfr. in z u g a s t i , Bandolerismo cit., Introduzione, vol. I , i rapporti degli alcaesi sulla situazione della criminalit nelle zone di loro giurisdi zione nella provincia di Cordova, circa 1870 ; es. una societ segreta di grassatori a Baena, una sociedad de ladrones a M ontilla, qualcosa che as somiglia alla Mafia nel famoso pueblo di contrabbandieri di Benam ej e la sorda opposizione di Iznajar dove secondo l abitudine inveterata di questa citt, tutti questi delitti sono rimasti im puniti. Sono propenso ad aderire alla tesi del Brenan, secondo cui si tratta di una situazione da protomafia anzich da Mafia. Cfr. anche il capitolo v, su llanarchismo andaluso.

LA MAFI A

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l'esistenza II che meno strano di quanto possa appari re. Societ segrete costituite prevalentemente da conta dini analfabeti operano nelloscurit. Le classi medie cit tadine hanno sempre tenuto un atteggiamento di profon da indifferenza e di sovrano disprezzo per la vile umanit che giace ai loro piedi. Perci l unica cosa che ci resta da fare di concentrare la nostra attenzione su uno o due esempi di mafie note, sperando che possano eventual mente fare luce sulla situazione delle altre zone finora ine splorate. La Mafia meno conosciuta di quanto si possa suppor re. Per quanto i dati di fatto siano pacifici e vi sia un buon numero di opere utili, descrittive e analitiche ", la pubbli ca opinione stata fuorviata in parte dalla tendenza gior nalistica a romanzare e in parte dal mancato riconosci mento che quella che appariva ai piemontesi e ai lom bardi come "delinquenza siciliana, era in realt la legge di unaltra societ... di una societ sem ifeudale3. op portuno quindi riassumere ci che sappiamo su llargo mento. La parola Mafia sta a significare qui molte cose diverse. Primo, rappresenta un atteggiamento collettivo verso lo Stato e le sue leggi, non pi criminale di quanto lo sia il
1 g. a lo n g i , La Camorra, Torino 1890, p. 30. Lo studio sulla camor ra in Calabria (in A rch ivio di psichiatria, i v , 1 8 8 3 , p. 293) tratta sol tanto di u n organizzazione di delinquenza urbana a Reggio Calabria, ignorando del tutto l aspetto rurale del fenomeno, Va osservato come lo studio di tale genere di associazione sia stato coltivato soprattutto dalla scuola di criminologia dei positivisti italiani (Lom broso), il cui organo era l A rch ivio. 2 Le principali fonti di consultazione, oltre ad interviste personali in Sicilia, sono: n. c o la j a n n i , La delinquenza in Sicilia (1885); in., La S ici lia dai Borboni ai Sabaudi ( 1 9 0 0 ) ; A. c u t r e r a , La Mafia ed i mafiosi 1900); G. a lo n g i , La M a fia (188 7); g. m o n t a lb a n o , La M afia , in N u ovi argomenti, novembre-dicembre 1 9 ^ 3 ; inchieste ufficiali varie ed opere sulle condizioni economiche e sociali della Sicilia, fra cui l ottimo saggio di L. f r a n c h e t t i , C ondizioni politiche e am m inistrative della Sicilia 1 8 8 7 ) ; gli articoli di G . Mosca sul G iornale degli Econom isti del 19 0 0 e VEncyclopaedia of Social Sciences. La vasta mole di letteratura scienti fica ed approfondita su llargomento, apparsa nel periodo tra il 1880 ed il 19 10 . D opo la prima stesura di questo capitolo, sono uscite altre impor tanti opere, quali r. r o c h e f o r T , Le travail en S itile, Paris 1 9 6 1 ; M. pant a le o n e , Mafia e politica 19 4 3-19 6 2 , Torino 1 9 6 2 ; D d o lc i, Spreco, To rino 1 9 6 2 2. Le prime due opere contengono utili bibliografie. 3 e. se re n i, I l Capitalismo nelle campagne 1860-1900, Torino 1948, p. 187.

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c a p i t o l o t i :r z o

similare comportamento, diciamo, degli scolari verso il maestro. Un mafioso, nelle sue private dispute non invo cava lo Stato o la legge ma si guadagnava rispetto e sicu rezza conquistandosi una reputazione di forte e coraggio so e regolava le proprie vertenze con la lotta. Non rico nosceva altri obblighi se non quelli del codice di onore o di omert, la cui norma fondamentale vietava di dare in formazioni a llautorit pubblica. In altri termini la mafia (con la m minuscola, se usata in questo senso) consisteva in quel codice di comportamento che tende costantemen te a svilupparsi nelle societ in cui manca un efficiente or dinamento dei pubblici poteri o nelle quali le autorit sono considerate ostili, totalmente o parzialmente (per esempio nelle prigioni o fra gli strati sociali pi bassi), op pure insensibili alle cose che contano veramente (per esempio nelle scuole), o le due cose insieme. Si deve resi stere alla tentazione di stabilire un nesso di relazione tra un codice siffatto e il feudalesimo, le virt aristocratiche o cose del genere. Il suo impero pi completo e vincolante si aveva tra i souteneurs e i piccoli teppisti dei bassifondi di Palermo, di condizione quanto mai prossima ai senza legge o meglio a uno Stato alla Hobbes, in cui le relazio ni tra individui o piccoli gruppi sono simili a quelle tra po teri sovrani. stato esattamente osservato come nelle zo ne veramente feudali d ellisola l omert tendesse a signi ficare che era permessa soltanto la denuncia del debole o del vinto '. Laddove esiste una struttura di potere conso lidata, l onore tende a divenire appannaggio dei potenti. Nelle comunit senza leggi il potere raramente si di sperde nellanarchismo delle competizioni individuali ma si concentra attorno ai centri di forza locali. Forma tipica ne il patronato e tipico titolare il maggiorente o padro ne con il suo gruppo di aiutanti e dipendenti e la rete di influenza che gli si stende attorno e induce la gente a por si sotto la sua protezione. La Mafia, nel secondo signifi cato della parola, quasi sinonimo di protezione, riferita per pi ai seguaci (la bassa M afia) che ai padroni. Il sistema presentava alcuni aspetti certamente feudali, spe1 rp\x:rnt tft
Condizioni politiche

cit., pp, 2x9 21.

LA .MAFIA

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cialmcnte nei latifondi dellinterno; ed molto probabile che in Sicilia (dove le situazioni feudali vennero ufficial mente abolite solo nel x ix secolo e ancora oggi i suoi sim boli sopravvivono nelle battaglie tra cavalieri e saraceni dipinte sulle sponde dei carretti contadini) forme di fe delt feudale ne abbiano favorito la formazione. Questo per ne un aspetto minore, dato che la formazione di un patronato e la funzione dei suoi emissari pu aversi an che senza alcuna tradizione feudale. Ci che caratterizza va la Sicilia era la prevalenza generale di tale patronato e la virtuale assenza di qualsiasi altra forma di potere sta bile. La terza e pi usata accezione della Mafia non si distin gue agevolmente dalle precedenti: consiste nel controllo della vita della comunit mediante un sistema segreto (o meglio non riconosciuto ufficialmente) di bande. Sembra probabile che ad alcuni stadi della sua storia questo tipo di Mafia fosse, in teoria, una societ segreta organizzata gerarchicamente, con un capo nominale che si rivendica va una certa autorit sugli altri membri; in pratica, tutta via, non pot mai funzionare effettivamente in tal senso '. Probabilmente la pi chiara puntualizzazione della situa zione quella offerta dal rapporto del 1 9 3 1 del procura tore di Palermo: le associazioni dei piccoli centri di or dinario esercitavano la giurisdizione in essi e nei Comuni contermini; quelle dei centri pi importanti erano in re lazione fra loro e anche nelle province finitime, prestan dosi reciproco aiuto e assistenza \ Infatti, trattandosi di un fenomeno essenzialmente rurale allinizio, difficile credere che la Mafia abbia potuto essere centralizzata ge rarchicamente con lo stato delle comunicazioni quale era nel x ix secolo. Esisteva piuttosto una rete di bande locali cosche oggi pare si chiamino fam iglie), ora com
1 A lla domanda se la Malia sia mai stata una gerarchia eentral.jz.ua, : ancora difficile rispondere con esattezza. Ma per il decentramento de fac to di un gruppo de; genere, organizzato gerarchicamente, se pure solo in teoria, vedi la testimonianza di J . Valachi sulla cosiddetta Malia ameri cana. Da tale testimonianza si vede come il controllo diretto di Vito G e novese stille fam iglie che lo riconoscevano quale capo, fosse assai lim i tato. Una inchiesta recente ha dimostrato che quanto sussisteva dell uni t teorica, stato spezzato (cfr. c r isf.. in L espresso, 14 luglio iyb 3). 1Citato in MONTALBANO, La Mafia cit., p. 179 .

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C AP IT OL O TERZO

poste di due o tre uomini, ora molto pi numerose, ciascu na delle quali controllava un determinato territorio, di norma un comune o un latifondo, reciprocamente colle gate in vari modi. Ogni cosca sfruttava il proprio territo rio; talora per, come allepoca della transumanza delle greggi, le bande dei territori attraverso i quali passava il bestiame cooperavano. Le migrazioni dei mietitori e spe cialmente la possibilit che la vita del latifondo offriva di avvicinare avvocati in citt e di frequentare i numerosi mercati di bestiame e le fiere in tutta la regione, favoriva no ulteriori contatti fra i vari gruppi locali I membri delle cosche si riconoscevano fra di loro non tanto da segni convenzionali segreti o da parole d ordine quanto d allaspetto, dal vestito, dal modo di parlare e di comportarsi. Il loro particolare comportamento deter minato d allabituale atteggiamento di virilit jattante, dalla condizione di parassitismo e fuori legge ed desti nato, in una societ senza legge, ad affermare il potere dei lupi sulle pecore - e forse anche sui leoni - ed a tenerli separati dal gregge. I bravi nei Prom essi Sposi del M an zoni si vestono e si comportano in maniera molto simile ai picciotti siciliani di due secoli e mezzo dopo. D altro canto ogni banda, nei primi anni dopo il 18 7 0 , aveva ri tuali di iniziazione e parole d ordine singolarmente stan dardizzati, che per sembra siano in seguito caduti in di suso \ Che siano o meno nati, come sostiene Cutrera, nel le prigioni di Milazzo e poi divulgati attraverso canti po polari o letteratura tipo la Vita e coraggiose im prese del bandito Pasquale B ru n o , non saprei dire. per evidente che si trattava dei rituali di una fratellanza di sangue di antica tradizione mediterranea. Il rito culminante - ese guito di solito (salvo fosse impossibile, come nelle prigio ni) di fronte a llimmagine di un santo - consisteva nel bu care il pollice d elliniziato e con il sangue estrattone im1 a lo n 'g i, La M a fia c it ., p p . 70 sgg. 2 MONTALBANO, La Mafia cit. L a p i esaurien te d escrizio n e d i qu esti r i tu a li si ha a p ro p o sito d e g li sto p p a g lie ri d i M on reale e lo ca lit fin itim e e d ella fratellan za d i F av a ra (in p ro v in cia d i A g rig e n to ), e cen tri v ic in io ri in v arie opere, ad esem p io M on taib an o. S i ved a anche f . l e s t i n g i , L as sociazione della Fratellanza , in A r c h iv io d i p s ic h ia tria , v , 18 8 4 , pp. 4^2 sgg.

LA M A FIA

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trattare l immagine del santo, che poi veniva bruciata. Q uestultima azione pu darsi fosse destinata a legare il novizio alla fratellanza mediante la cerimonia di infrange re un tab: viene anche citato un rito consistente nello sparare con una pistola contro una statua di G es Cristo '. Lna volta iniziato, il mafioso diventava un compare e la parentela spirituale in Sicilia e in altre zone del M editer raneo, rappresentava una forma di parentela artificiale che comportava i pi gravi e solenni obblighi di aiuto re ciproco tra le parti contraenti. Anche le parole d ordine sembrano esser state standardizzate. Ci per non prova che l associazione fosse centralizzata poich anche la ca morra - organizzazione esclusivamente napoletana senza legami con la Sicilia - aveva riti di iniziazione basati su di una fratellanza di sangue di tipo similare*. A quanto ne sappiamo, pare che ciascun gruppo, per quanto standardizzato, vedesse in questi rituali un pro prio legame particolare, quasi come i bambini che adot tano a m o di linguaggio strettamente privato una comu ne formula convenzionale per storpiare le parole. pro babile che la Mafia abbia sviluppato qualche genere di coordinamento quasi nazionale, la cui direzione centrale - peraltro non nel senso rigoroso del termine - aveva se de a Palermo. Come vedremo, una tale direzione riflette va la struttura economica e politica e l evoluzione della Sicilia piuttosto che una vera e propria pianificazione del la criminalit. Sotto il regime borbonico o piemontese la Mafia (in rutti e tre i significati della parola), pur vivendo talora in _no strano rapporto di simbiosi con quei regimi, espresse parallelamente un proprio sistema di legge e di potere or ganizzato; erano questi in effetti l unica legge e l unico potere efficienti per i cittadini delle zone sotto l influen
1 m o n t a l b a n o , La Mafia cit., p . 1 9 1 . In sostanza questo il rito d ini ziazione della Mafia quale era ancora usato in America nel 1 9 3 0 ; tuttavia non si bruciava l immagine di un santo ma un pezzo di carta. Per par::colari in proposito, vedere la testimonianza resa da J. Valachi davanti i la Sottocommissione permanente del Senato per le investigazioni (N ew York T im es, 2 ottobre 19 6 3 j. Si veda in e . re id , M afia , pp. 143-44, una iniziazione a N ew Y ork z t . 19 17 ; a lo n g i, La Mafja cit., p. 4 1.

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CAP.UOJ.O JLKZ O

za della Mafia. In una societ quale la siciliana, in cui il governo ufficiale non poteva e non voleva esercitare un potere effettivo, era inevitabile o l'avvento di un tale si stema, con la comparsa del potere delle bande, oppure l avvento della alternativa al sistema stesso, rappresenta to dai corpi armati privati e delle guardie del corpo del1America liberista. Ci che distingue la Sicilia l esten sione territoriale e la coesione di un tale sistema di pote re, a carattere privato e parallelo a quello ufficiale. Il sistema non aveva per applicazione generale poich non tutti i settori della societ siciliana ne avvertivano in ugual maniera la necessit. Il codice deHomert non fu mai applicato, ad esempio, dai pescatori e marinai n si afferm compiutamenLe nelle citt - salvo che presso i pi bassi strati sociali; intendiamo le vere citt e non i grossi agglomerati in cui i contadini siciliani vivevano, nel cuo re di una campagna deserta, battuta dai briganti e forse anche malarica. Infatti gli operai delle citt, specialmen te in periodo di rivoluzioni - come a Palermo nel 17 7 3 e nel 18 2 0 e 2 1 - miravano ad organizzare proprie milizie cittadine o ronde finch lalleanza delle classi domi nanti, nel timore di sviluppi rivoluzionari, riusc ad im porre, dopo il 18 4 8 , la Guardia Nazionale, pi fidata sot to il profilo sociale, e successivamente corpi misti di poli zia e mafiosi '. D altra parte c erano determinati gruppi che avevano particolare necessit di disporre di difese pri vate. I contadini dei vasti latifondi dell'interno e i mina tori di zolfo avevano bisogno di qualcosa d'altro che le periodiche jacqueries per alleviare la propria miseria. Per i proprietari di determinati tipi di beni - il bestiame, che negli incustoditi recinti siciliani esposto alle facili razzie, cosi come avviene in Arizona; aranci e limoni, aneliessi incustoditi e facile richiamo di ladri nei frutteti della co sta - la protezione era questione di vitale importanza. E in effetti la Mafia si svilupp proprio in quelle tre zone; dominava la Conca d Oro, irrigata e a frutteti, con i suoi poderi fertili e spezzettati, le zone delle miniere di zolfo
' Cfr, in m o n t a l b a n o , La Mafia c it. p p . 19 4 - 5 7 , u n a n o t e v o le trattarione del problema.

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del centro-sud e i latifondi aperti dellinterno. Fuori di queste zone la Mafia era pi debole e tendeva a scompari re nella parte orientale dell'isola. erroneo credere che istituzioni d apparenza arcaica siano effettivamente molto antiche. Pu darsi invece che esse siano sorte di recente (per quanto costituite da mate riale antico o pseudo-antico) per scopi moderni, come ad esempio le cosiddette scuole pubbliche o l aspetto coreografico della vita politica inglese. La Mafia non una i s t ruzione medioevale ma del x ix e x x secolo. Il periodo della sua maggiore prosperit si ha dopo il 189 0 . Non v e dubbio che i contadini siciliani nel corso della storia ab biano vissuto, sin da quando la Sicilia divenne la terra ti pica del latifondo, sotto il duplice regime di un governo centrale, lontano e generalmente straniero, e di un regi me locale di schiavi e di signori feudali. Non vi dubbio neppure che essi erano abituati (n avrebbe potuto essere altrimenti) a considerare il governo centrale non come un vero Stato ma soltanto come una specie particolare di brigante, i cui soldati, esattori di tasse, poliziotti e tribu nali piombavano periodicamente su di loro. Conduceva no la loro vita isolata di analfabeti tra il patitone, con i suoi emissari e parassiti, e le proprie abitudini ed istitu zioni conservatrici. In un certo senso, quindi, qualcosa di simile al sistema parallelo dovette sempre esistere, come esiste in ogni societ contadina arretrata. Ci non era per ancora la Mafia, per quanto contenes se in s la maggior parte degli elementi grezzi, dai quali si svilupp la Mafia. Sembra infatti che la Malia, in senso sroprio si sia sviluppata soltanto dopo il i8 6 0 . L'uso del termine Mafia, nella sua accezione moderna, compare sol tanto nei primi anni successivi al i8 6 0 ; anteriormente, comunque, era stato circoscritto al gergo di un solo quar tiere di Palermo. Uno studioso di storia locale della Sici lia occidentale - che fu covo di Mafia - non ne trova trac cia di sorta nella sua citt prima del i8 6 0 Invece il ter
1 g. PiTRi-:, U si e costumi... del popolo i liano , I I I , 18 8 9 , pp . 287 5gg.; voce M afia n ell Encyclopaedia of Social Sciences. 2 S. NICASTRO, Dal Quarantotto al Sessanta in Mazzata, i 9 T3 ,P P - 80 -8 t

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CAP IT OL O TERZO

mine dal 18 6 6 viene gi usato correntemente da parte di M aggiorani, e, subito dopo il 18 7 0 , di uso comune nelle discussioni politiche. evidente che in qualche regione soprattutto, forse, nella provincia di Palermo - la Mafia dovette affermarsi in epoca ancora precedente. Non po trebbe esserci nulla di pi tipicamente mafioso della car riera di Salvatore M iceli, il padrone di Monreale, che por t le sue squadre armate a combattere contro i Borboni a Palermo nel 18 4 8 , poi fu perdonato e, nominato capitano d ellesercito borbonico intorno al 18 5 0 (tratto davvero caratteristico), port i suoi uomini in aiuto a Garibaldi nel i8 6 0 e fu ucciso mentre combatteva i piemontesi nel la rivolta palermitana del 18 6 6 E nel 18 7 2 la Mafia di M onreale era sviluppata a tal punto che si verific la pri ma di quelle rivolte, poi divenute endemiche, della gio vane M afia contro la vecchia M afia (aiutata dalla po lizia, che cercava cosi di indebolire l associazione) e ne deriv la setta degli stoppaglieri!. Tuttavia qualcosa di importanza quasi determinante dovette verificarsi nel sistem a parallelo dopo l abolizione ufficiale del feuda lesimo in Sicilia ( 18 12 - 3 8 ) e specialmente dopo la conqui sta da parte della borghesia settentrionale. Ma che cosa? Per rispondere a questa domanda siamo costretti a ricapi tolare le nostre cognizioni sulla composizione e struttura della Mafia nel suo stadio di maggior sviluppo. La prima caratteristica, di gran lunga la pi importante, consiste nel fatto che tutti i capi delle Mafie locali erano (e sono tuttora) persone facoltose, alcune ex feudatari di zone dellinterno, ma prevalentemente appartenenti alla classe media, agricoltori capitalisti e appaltatori, avvocati e si mili. Su questo punto esistono prove inoppugnabili Fin dalle su e origini rurali la Mafia portava in s i germi di una rivoluzione poich alla met del x ix secolo la terra di propriet della borghesia non superava in Sicilia il 1 0 % circa dellarea coltivata. La spina dorsale della Mafia era
1 c u t r e r a , La Mafia ed i mafiosi c i t . , p p . 1 7 0 -7 4 1 G io rn ale di Sicilia, 2 1 agosto 1 8 7 7 , citato da m o n t a l b a n o , La Mafia c it., p p . 1 6 7 - 7 4 . 1 c u t r e r a , La Mafia ed i mafiosi c it., pp. 7 3 , 8 8 -8 9 , 9 6 ; f r ANCHEITI, C ondizioni politiche c it., p p . 17 0 -7 2 . Il fenom en o del gangsterism o com e
espressione tip ica della classe m edia sbalord e turbo il F ran ch etti.

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no i gabellotti - appartenenti alla classe media pi ricca - , che corrispondevano ai proprietari feudali assenteisti un affitto globale per l intera propriet e subaffittavano ai contadini e praticamente erano diventati l effettiva classe dominante, al posto dei padroni. In effetti, nelle zone di Mafia, essi erano tutti, a quanto pare, mafiosi. Il sorgere della Mafia riflette cosi, nellambito del sistem a paral lelo, il trasferimento del potere dalla classe feudale al ceto medio rurale, una fase della nascita del capitalismo rurale. A llo stesso tempo la Mafia fu uno degli strumenti principali di questo trasferim ento; infatti se il gabellotto se ne serviva per imporre condizioni a fittavoli e mezza dri, se ne serviva anche per imporsi al padrone assentei sta. Un equivalente esatto di questo fenomeno si riscon tra nella cofradia de mayordomos (confraternita di fatto ri ) del dipartimento di Caldas in Colombia. Questi usano sistemi terroristici e intimidatori tanto nei confronti dei latifondisti quanto degli affittuari, al fine di assicurarsi il controllo delle zone coltivate a caff, del raccolto e dello smercio del prodotto. La M afia, per il fatto di trovarsi in mano a una classe che potrebbe dirsi di uomini d'affari, pot anche svilup pare una rete di influenze quali mai avrebbe potuto ave re se fosse stata soltanto una faccenda da tipi duri, con orizzonte limitato ai confini del comune di residenza. La maggior parte dei gabellotti aveva rapporti con Palermo, dove percepivano le loro rendite i baroni e i principi as senteisti, cosi come nel x v m secolo tutti i distretti irlan desi erano collegati a Dublino. A Palermo risiedevano gli avvocati (che di solito erano figli o nipoti istruiti della borghesia campagnola), che stipulavano i trasferimenti di propriet; i funzionari e i tribunali da orientare; i com mercianti che disponevano dei prodotti tradizionali, quali bestiame e grano, e dei nuovi prodotti ad alto reddito qua li aranci e limoni. Palermo era la capitale, dove per tradi zione avevano luogo le rivoluzioni, cio le decisioni fon damentali per la politica siciliana. quindi pi che natu rale che le fila locali della Mafia confluissero tutte l, co me pare sia stata la tendenza allinizio del secolo e proba bilmente di nuovo oggigiorno. Tuttavia significativo il

CAPITOLO TERZO

fatto che i capi nominali della O norata Societ continua vano a provenire dalla zona latifondista delPinterno, do ve forse ebbe origine la Mafia: don V ito Cascio Ferro, prima del fascismo, da Bisacquino, don Calogero Vizzini da Villalba, Giuseppe Genco Russo da M ussomeli L apparato di coercizione del sistem a parallelo, al pari della sua struttura politica e legale, non aveva una forma rigida n era centralizzato, ma raggiungeva ugual mente il proprio scopo di assicurare acquiescenza allinter no e potere allesterno - cio controllare la popolazione locale e logorare il governo straniero. Non facile fornire un quadro chiaro e conciso della sua struttura. In ogni so ciet miserabile e oppressa, quale la siciliana, esiste una vasta riserva potenziale di uomini risoluti, come di pro stitute. L uomo cattivo, secondo unincisiva espressio ne del gergo della malavita francese, affranchi: e l indi viduo non ha altro mezzo per sottrarsi ai vincoli di un v ir tuale servaggio se non quello di diventare sgherro o fuo rilegge. In Sicilia questa grande riserva era formata pre valentemente da tre gruppi : i soprastanti e le forze di po lizia privata (quali guardiani e campieri che sorvegliava no frutteti ed ovili); i banditi e i fuorilegge professiona li; e fra i lavoratori regolari, quelli pi forti e sicuri di s. E necessario convincersi che la migliore opportunit che si presentasse a un contadino o a un minatore per mitiga re l oppressione di cui era vittim a consisteva nel farsi una reputazione di duro o di amico di duri. Il normale centro di confluenza di costoro era l entourage del locale mag giorente, che ingaggiava uomini di fegato e senza scrupoli e proteggeva i fuorilegge, anche se erano soltanto motivi di prestigio che lo inducevano a farlo, per dimostrare il proprio potere. Cosi veniva a form arsi una rete locale di interessi fra proprietari, guardie private, pastori, banditi, bravacci e uomini di fegato. Quasi certamente furono due gli elementi che determ i narono l evoluzione di una situazione del genere e la sua trasformazione in Mafia. In primo luogo, il tentativo da parte del debole governo dei Borboni di costituire le Com1 p a n t a l b o n e , Mafia e politica c it ., p p . 3 4 , 45, 1 1 8 .

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pagnie armate, che falli, come la maggior parte dei tenta tivi di affidare la tutela della sicurezza pubblica allinizia tiva privata, fatti da governi deboli per tema di aggravi finanziari. Le Compagnie armate, dislocate in zone diver se, ognuna con propria autonomia, erano tenute a rispon dere in proprio per i furti e le rapine consumate nella pro pria zona. Ne conseguiva che, date le condizioni della Si cilia, l interesse preminente di ciascuna compagnia consi steva nellindurre la delinquenza locale a rubare altrove dietro promessa di accordare un diritto di asilo locale op pure nel contrattare privatamente la restituzione della re furtiva. Da un comportamento del genere ad una effettiva partecipazione delle Compagnie armate - i cui componen ti erano della stessa pasta dei briganti - allattivit crimi nale il passo era breve. In secondo luogo il crescente peri colo rappresentato dal malcontento nelle citt e nelle cam pagne, specialmente dopo l abolizione del feudalesimo. Il fermento era, come al solito, particolarmente vivo fra i contadini, impegnati in una lotta, che sarebbe poi diven tata perenne, contro la classe media rurale per il possesso delle terre pubbliche ed ecclesiastiche, delle quali la clas se media tendeva ad appropriarsi. In unepoca in cui le ri voluzioni ricorrevano con una frequenza impressionante - quattro o cinque in quarantasei anni - era perfettamen te naturale che i ricchi tendessero ad assoldare uomini per la difesa dei propri interessi - le cosiddette controsqua dre o adottassero altre misure per non lasciarsi sopraf fare dalle rivoluzioni; ed alle mene del mafioso niente giovava di pi di questa combinazione fra ricchi (terrieri) e gente decisa a tutto. I rapporti tra Mafia, picciotti o emissari e briganti era no quindi di una certa complessit. Come proprietari i capi-mafia non avevano interesse di sorta allattivit cri minale; avevano per interesse a mantenere un corpo di seguaci armati per fini di coercizione. D altra parte agli elementi assoldati si dovevano consentire ruberie e riser vare un determinato campo per l iniziativa individuale. I banditi, infine, rappresentavano un flagello quasi genera le, per quanto anche essi potessero occasionalmente servi re a rafforzare il potere dei padroni (il bandito Giuliano

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fu incaricato di sparare su di un corteo di contadini il pri mo maggio 19 4 7 ed noto il nome dellinfluente perso naggio palermitano che combin l affare). Tuttavia, in mancanza di un apparato del potere statale centrale, il banditismo non poteva venire eliminato. Da qui quella singolare soluzione di compromesso, che cos tipica del la Mafia: monopolio locale di estorsione controllata (che spesso assurge a vera e propria istituzione, al punto da perdere i propri caratteri di forza bruta) con eliminazio ne di ogni intruso. Il coltivatore di aranci della regione palermitana era costretto ad assumere un guardiano (di frutteti); se era ricco, poteva essere obbligato qualche vol ta a contribuire al mantenimento dei picciotti; se veniva derubato, poteva recuperare il suo avere decurtato di una percentuale, salvo che non fosse in rapporti particolari con la Mafia. Il ladro individuale era escluso Nelle formazioni militari della Mafia si pu riscontrare un identico miscuglio di lealt e sottomissione dei dipen denti e di profitto personale dei combattenti. Quando scoppiava la guerra, il padrone locale arruolava le sue squadre - composte prevalentemente, ma forse non esclu sivamente, di membri delle cosche locali. I picciotti si uni vano alle squadre, alcuni per seguire il padrone (quanto pi influente era il capo-mafia, tanto pi numeroso era il suo gruppo), altri per accrescere il proprio prestigio con l unico mezzo che gli si offriva, cio con bravate e violen ze, ma anche perch guerra significava guadagno. Nelle ri voluzioni pi importanti i capi-mafia pattuivano con i li berali palermitani una paga giornaliera di quattro tari per uomo, oltre ad armi e munizioni e la promessa di questa paga (per non parlare dei saccheggi di guerra) faceva mol tiplicare le squadre.
1 O pinione errata, tra le pi comuni, - tramandata in opere quali L 'u ltim a battaglia della Mafia d ellineffabile prefetto m o r i e la i a ed. di S icilia del g u e r c io - quella che confonde la Mafia con il banditismo. La Mafia manteneva l ordine pubblico con mezzi p rivati e, generalmente par lando, difendeva la popolazione proprio contro il banditismo.

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II.

Era questo, allora, il sistem a parallelo della Mafia. Non possiamo affermare che fosse stato imposto ai sici liani da qualcuno. In un certo senso venne espresso dai bisogni di tutte le classi rurali, e ne servi gli interessi in misura diversa. A i deboli - contadini e minatori - offriva quanto meno qualche garanzia che le obbligazioni sareb bero state rispettate 1 e che il peso tradizionale d ellop pressione non sarebbe stato sistematicamente aggravato; il terrore mitigava le tirannie tradizionali. E forse realiz zava anche un desiderio di rivincita, facendo si che i ric chi avessero qualche volta la peggio e che i poveri, sia pu re come fuorilegge, potessero combatterli. E , in certi ca si, poteva anche fornire il nucleo strutturale di una orga nizzazione rivoluzionaria o difensiva. (Sembra comunque che intorno al 18 7 0 ci sia stata una certa tendenza alla fu sione 2 fra associazioni e gruppi semimafiosi, quali la fra tellanza del centro zolfifero di Favara, i fratuzzi di Bagheria e gli stoppaglieri di Monreale). Per i feudatari era un sistema per salvare propriet ed autorit; per le classi me die rurali un mezzo per conquistarle. Per tutti costituiva un mezzo di difesa contro gli sfruttatori stranieri - gover ni borbonici o piemontesi - e di rivendicazione autono mista nazionale o locale. Finch la societ siciliana con serv un assetto essenzialmente statico e feudale e rimase soggetta a un potere esterno, la Mafia, con il suo carattere di cospirazione nazionale anticollaborazionista, le forni una base popolare genuina. Le squadre combatterono con i liberali palermitani (comprendenti l aristocrazia sicilia na antiborbonica) nel 18 2 0 , 18 4 8 e i8 6 0 . Si trovarono al la testa della prima grande rivolta contro la dominazione del capitalismo del Nord nel 18 6 6 . Il carattere nazionale,
1 C fr. n . c o l a J a n n i , G li avvenim enti d i Sicilia, Palermo 1894, cap. v , 1 proposito della funzione della Mafia come codice dei rapporti fra le d i verse categorie di minatori di zolfo, specialmente alle pp. 47-48 2 Non mi convince la tesi, sostenuta da M ontalbano, che il sorgere ci queste associazioni intorno al 1870 vada interpretato soltanto in termir.i di rivolta degli elementi giovani della M afia contro i vecchi; questo potr essere il caso di Monreale.

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e fino ad un certo punto popolare, della Mafia, ne accreb be il prestigio e le assicur la generale simpatia e l omer t. Si trattava ovviamente di un movimento complesso, comprendente elementi di reciproco contrasto. Pur se a malincuore, lo studioso deve resistere alla tentazione di una classificazione pi rigorosa dal punto di vista storico della Mafia in questo stadio del suo sviluppo. Cosi non pu condividersi la tesi di M ontalbano, secondo cui i pic ciotti, che allora formavano le squadre, non sarebbero stati veri Mafiosi con la M maiuscola, ma soltanto mafio si con la m minuscola mentre la vera Mafia sarebbe sta ta costituita dalle controsquadre, formazioni di parte pa dronale gi specializzate e agguerrite. Ci equivale ad ap plicare schemi validi per la M afia del x x secolo a u n epo ca cui tali schemi sono estranei '. In effetti dato supporre che la Mafia abbia realizzato i primi veri progressi sulla via della sua maggiore potenza (ed abuso) ponendosi quale movimento regionale sicilia no di rivolta contro le disillusioni d ellunit italiana dopo il i8 6 0 , pi efficiente del parallelo e contemporaneo mo vimento guerrigliero dei briganti nellItalia continentale del Sud. Essa, come abbiamo visto, aveva legami politici con l estrema sinistra, dato che i radicali garibaldini costi tuivano il principale partito italiano di opposizione. Que sto carattere della M afia mut poi per tre ordini di motivi. Primo, il sorgere di rapporti capitalistici nella societ isolana. L avvento di forme moderne di movimenti conta dini ed operai, che mutarono radicalmente l antica situa zione, in cui l odio di silenziose congiure si alternava a massacri sporadici, misero la M afia di fronte a uno stato di cose assolutamente nuovo. Per l ultima volta nel 186 6 essa si ribell con le armi contro le autorit. La grande ri volta contadina del 18 9 4 - i fasci siciliani - la trov dalla parte della reazione o, nella migliore delle ipotesi, in po sizione di neutralit. D el resto tali rivolte erano organiz zate da capi di nuovo genere - i socialisti del luogo le gati a nuove forme di organizzazione, i fasci o le associa zioni di mutua difesa, indipendenti dai picciotti. Comin
1 m o n t a lb a n o , La Mafia cit., p. 19 7.

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ci cosi a determinarsi quel rapporto, tipicamente moder no, di proporzionalit inversa tra forza della Mafia e atti vit rivoluzionaria. Fu anche osservato allora che il sor gere dei fasci aveva diminuito il dominio della Mafia sui contadini1. N ;1 iy o o Piana dei G reci, roccaforte sociali sta, per quanto al centro dellimpero della Mafia, aveva risentito notevolmente meno di altri centri linfluenza del la Mafia 2. Briganti e mafiosi prendono il posto di m ovi menti sociali soltanto nelle comunit politicamente arre trate e deboli. Nonostante questi cedimenti in singole lo calit, non vi dubbio per che la Mafia nel suo comples so fosse, durante questo periodo, ancora in fase di espan sione nella zona occidentale della Sicilia. Quanto meno ci sembra lo confermino le inchieste parlamentari del 18 8 4 e 19 1 0 La seconda ragione del mutamento degli origi nari caratteri della M afia da ricercarsi nel fatto che la nuova classe dominante delleconomia agricola siciliana, i gabellotti ed i loro collaboratori cittadini, scoprirono un modus vivendi con il capitalismo settentrionale. Manca vano motivi di concorrenza perch l economia siciliana non era interessata alla industria manifatturiera e taluni dei suoi prodotti pi importanti, quali gli aranci, difficil mente potevano venire coltivati nel N ord; la trasforma
1 E. c. c a lo n , La Mafia, M adrid 19 0 6 , I I .

2 Vedi in Cutrera la preziosa carta della distribuzione della Mafia. P ia na, per quanto apparentemente restia ad adottare form ule di organizzazio ne contadina, divent la grande roccaforte dei fasci del 1 8 9 3 e da q u elle poca sempre stata una fortezza del socialismo (e pi tardi del comuni Smo). Che in precedenza ci fosse stato un do m in io della Mafia possib ile arguire dalla storia della Mafia a New Orleans, la cui colonia siciliana, ar rivata in to rn o al 1 8 8 0 , comprendeva un notevole contingente di pianesi, a giudicare dalla ricorrenza di caratteristici cognomi albanesi: Schir, Lojacono, Matranga. I Matranga - membri degli stoppaglieri - controllavano il racket del porto ed ebbero un ruolo preponderante negli episodi di Mafia del 18 8 9 a New Orleans (r e id , Mafia cit., pp. 10 0 sgg.). Evidentem ente la famiglia continu n ellattivita mafiosa, poich nel 19 0 9 il tenente Petrosino della polizia di N ew Y o rk , poi ucciso a Palermo - presumibilmente dalla Mafia - indagava sulla vita di un membro della fam iglia {ib id ., p. 1 2 2 ) . Ricordo di aver visto a Piana nel 19 .53 la tomba monumenta le di un M atranga, rientrato di recente dagli Stati Uniti e trovato pochi anni prima ucciso per strada in circostanze che nessuno si preoccup di indagare. J a. D am iani, Inchiesta agraria, 1 8 8 4 , S icilia, v o l. I l i ; g. lo r e n z o n i, Inchiesta Parlamentare , 1 9 1 0 , Sicilia, v o l. V I, 1 - 2 ; specialm ente alle pp.
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zione del Sud in una colonia agricola del Nord commer ciale ed industriale non ledeva quindi gli interessi degli agrari siciliani. D altro canto l evoluzione politica del Nord forniva loro un sistema assolutamente nuovo e di valore inestimabile per la conquista del potere: il voto. La grande stagione del potere della Mafia - che preludeva per al suo declino - ha inizio con il trionfo del liberali smo nella politica italiana e si sviluppa con l estendersi dellaffrancamento. Per gli uomini politici del Nord, finita l epoca del con servatorismo seguito a llunificazione, il Sud non costitui va un problema. Esso poteva assicurare una maggioranza stabile a qualsiasi governo avesse opportunamente im piegato lo strumento della corruzione o delle concessioni di privilegi nei confronti dei capi locali capaci di garanti re la vittoria elettorale. Il che, per la Mafia, era un gioco da ragazzi. I suoi candidati riuscivano sempre eletti, quasi a llunanimit, in collegi che erano delle vere roccaforti della Mafia. I privilegi concessi e il prezzo pagato per la corruzione, anche se modesti dal punto di vista del Nord, data la miseria del Sud, sortivano ben pi grande risulta to ai fini del potere locale in una regione piccola come me t della Sicilia. La politica creava il potere del capo loca le; la politica lo accresceva e lo trasform ava in un grosso affare. La M afia ottenne questo suo nuovo potere non soltan to perch era in grado di fare promesse e minacce ma per ch, a dispetto dei nuovi rivali, era ancora considerata parte del movimento nazionale e popolare; proprio come i capi delle grandi citt degli Stati Uniti arrivarono al po tere non solo con la corruzione e con la forza ma anche perch rappresentavano per le migliaia di elettori immi grati i nostri: irlandesi per gli irlandesi, cattolici per i cattolici, democratici (e cio avversari dei grandi affari sti) in un paese di prevalente indirizzo repubblicano. Non a caso l apparato elettorale della maggior parte delle grandi citt americane, per quanto corrotto, apparteneva al partito tradizionale di opposizione, allo stesso modo che la maggior parte dei siciliani alimentava l opposizione a Roma, che negli anni successivi al i8 6 0 , si identificava

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con i garibaldini. Cosi la svolta cruciale nelle fortune del la Mafia si determin solo quando la Sinistra (o gli uomi ni che si fregiavano dei suoi slogan), dopo il 18 7 6 diven ne il partito governativo. In tal modo la Sinistra, come afferma il Colajanni, produsse in Sicilia e nel Mezzogior no, una trasformazione che non pot produrre altrove: l'asservimento completo delle masse al g o v e rn o 1. La organizzazione politica siciliana, cio la Mafia, divenne cos parte integrante del sistema governativo di favori speculando sul fatto che i propri seguaci, per la mancan za di contatti diretti e per la naturale loro ignoranza, tar dassero a rendersi conto che i propri voti non andavano pi alla causa della rivolta. Quando -se ne accorsero (co me ad esempio durante le sollevazioni degli anni seguenti al 18 9 0 ) era troppo tardi. La tacita alleanza fra Roma, con le sue truppe e le leggi marziali, e la Mafia, li aveva stretti in una morsa. E ra stato instaurato il vero regno della M afia. Ora essa costituiva una grande potenza. I suoi membri sedevano in Parlamento a Roma e affonda vano le mani nella parte pi ricca della greppia governati va: grandi banche, scandali nazionali. La sua influenza ora si estendeva oltre i confini vagheggiati dai capi locali di vecchio stampo, tipo M iceli di Monreale. A lla Mafia non si poteva resistere; ma essa ormai non era pi un mo vimento popolare siciliano come allepoca delle squadre del 18 4 8 , i8 6 0 e 18 6 6 .

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H a ora inizio il suo declino. In proposito, le nostre in formazioni sono ancora pi scarne di quelle che abbiamo sul periodo di splendore, poich durante l epoca fascista non fu pubblicato alcuno studio approfondito e successi vamente solo un numero molto esigu o2. Possiamo per
1 La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi (ed. 19.51), p. 78. 2 L o studio di gran lunga pi importante - e del quale mi sono avval so profcuamente - Funzioni e basi sociali della Mafia d i f . r e n d a , in Il movimento contadino nella societ siciliana , Palermo 1956 e m o n t a l b a n o , La Mafia cit.

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esporre in breve alcuni fattori determinanti nel corso pi recente della storia della Mafia. In primo luogo, il sorgere delle leghe contadine e del socialismo (successivamente comuniSmo), che rappresen tarono unalternativa alla Mafia per le classi popolari, che vennero cosi allontanate da un organismo che, sem pre pi apertamente e decisamente, si trasformava in una forza terroristica diretta contro le sin istre1. Cos i fasci del 18 9 3 , la recrudescenza delle agitazioni agrarie delle poca precedente la prima guerra mondiale e degli anni agitati successivi al 1 9 1 8 , si posero come pietre miliari sul cammino che separava la Mafia dalle masse. L epoca postfascista, con la guerra dichiarata fra Mafia e socialismo-comunismo - i massacri di Vil 1 alba (19 4 4 ), e Portella della Ginestra ( 19 4 7 ), il tentato assassinio del capo co munista siciliano Girolam o L i Causi, l uccisione di vari organizzatori sindacali - approfondirono la frattu ra 2. La base popolare che la Mafia possedeva fra i braccianti sen za terra, i minatori di zolfo, ecc., tendeva a diminuire. E si stono ancora, secondo Renda (organizzatore politico e stu dioso di valore), poche zone rimaste integralmente e sp i ritualm ente mafiose, ma lo spirito e le consuetudini del la Mafia sopravvivono ai margini dei grandi sentimenti popolari. La maggior parte delle province-chiave della Mafia, specialmente nelle campagne, registra voti socialisti e co munisti. evidente che l incremento dei voti dei partiti associati di sinistra dall 1 1 , 8 % del 19 4 6 al 2 9 ,2 % del 19 6 3 a Palermo e dal 2 9 ,1 % del 19 46 al 4 4 ,8 % del 19 6 3 nella provincia di Caltanissetta, segna il declino dellinfluenza della Mafia come forza decisamente avversa alle sinistre \ Le sinistre hanno dato ai siciliani unorganizza1 L o s te s s o p r e fe t t o M o r i, a o n o r d e l v e r o , a c c e n n a s p o r a d ic a m e n te a

questo fatto, 2 D el prim o e del terzo di questi delitti venne formalmente accusato Calogero V izzini, un capo mafioso, se non addirittura il capo della Mafia. D el secondo venne accusato G iu liano ( m o n t a l b a n o , La Mafia cit., pp. 186-87, cita il rapporto del generale dei carabinieri Branca del 1946. Cfr. m a x w e l l G o d protect me from my friends cit., per i rapporti tra la M a fia e Giuliano). 3 I dati delle elezioni fino al 1953 per le singole province sono tratti da e . c a r a n t i , Sociologia e statistica delle elezioni italiane , Roma 1 9 5 4 - I-;l

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;:one di ricambio, pi moderna, ed una certa protezione csretta e indiretta contro la Mafia, specialmente dopo il :9 4 5 , se non altro in quanto le forme pi gravi del terro rismo politico mafioso tendono ora a destare maggior preoccupazione a Roma. Inoltre, da quando la Mafia non e pi in grado di controllare le elezioni, essa ha perduto molto del potere che deriva dal clientelismo. In luogo del sistem a parallelo ora la Mafia, politicamente par lando, costituisce soltanto un gruppo di pressione molto potente. In secondo luogo vengono le scissioni interne della Mafia. Esse assumevano ed assumono due forme: le riva lit fra quelli dentro (di solito la vecchia generazione) e quelli fuori (di solito i giovani) in un paese a reddito limitato e ad alto livello di disoccupazione e la tensione tra la vecchia generazione di gabellotti ignoranti e gretti - superiori di poco (tranne che per la ricchezza) ai conta dini, in danno dei quali si erano ingrassati e quella dei loro figli di condizione sociale pi elevata. I giovani che diventano lavoratori dal colletto bianco o avvocati, le ragazze che trovano marito in una societ m igliore cio estranea alla Mafia - spezzano la coesione familiare della Mafia, su cui si fonda gran parte della sua forza. La tensione del primo tipo, tra vecchia e giovane M a fia di antica data: come abbiamo visto, si verific in fo r ma tipica a Monreale gi nel 18 7 2 . Il secondo genere di tensione lo vediamo a Palerm o gi nel 18 7 5 ma nelle zo ne latifondiste d ellinterno si sviluppato soltanto negli ultimi decenni '. Le rivalit sempre vive tra vecchia e giovane Mafia, producono quella che M ontalbano ha definito una strana dialettica: prima o poi i giovani ri soluti, che non possono risolvere il problema dellesisten za con il lavoro, perch lavoro non ce n , sono costretti a risolverlo in qualche altro modo, ad esempio con il de litto. M a le attivit criminali lucrose si trovano sotto il
percentuale complessiva dei voti socialisti e comunisti nelle quattro pro vince mafiose nel 1963 era del 37 .8 % contro il 4^ ,4 % dei democristia ni; la maggior parte dei voti residui era per l'estrema Destra (collegi elet torali di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta). 1 r e n d a , 1 1 m ovim ento contadino c it ., p . 2 1 9 .

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controllo dei mafiosi della vecchia generazione, restii a far posto ai giovani e costoro organizzano perci bande rivali, di solito ricalcando gli stessi schemi della vecchia Mafia; spesso in loro favore interviene l aiuto della poli zia, che spera cosi di indebolire la vecchia Mafia, e i giova ni mafiosi, per raggiungere questo stesso scopo, si valgo no della polizia. Prima o poi, se nessuna delle due fazioni stata in grado di sopprimere l altra - la maggior parte degli assassinii della Mafia il risultato di queste micidiali contese - vecchi e giovani si associano, dopo una nuova ripartizione della preda. Tuttavia opinione diffusa che la Mafia sia stata, sin dalla prima guerra mondiale, afflitta da dissensi interni straordinariamente acuti, verosimilmente dovuti a quel tipo di tensione familiare che abbiamo sopra descritto, tensione aggravata da effettive divergenze programmatiche, quali dovevano necessariamente sorgere in unisola, la cui fisionomia economica, sociale e criminale era muta ta con crescente rapidit. Un esempio di tali divergenze programmatiche ci viene dallAmerica. Col la Mafia ri fiut a llinizio di trattare con emigranti che non fossero siciliani e combatt notevoli battaglie contro i suoi rivali napoletani, i camorristi, quali ad esempio le famose lotte M atranga-Provenzano a N ew Orleans intorno al 18 8 0 ed altre battaglie del genere a N ew Y o rk intorno al 19 10 . Una ipotesi plausibile quella secondo cui la liquidazio ne della vecchia Mafia ad opera della giovane si sa rebbe verificata intorno al 19 3 0 , quando la vecchia orga nizzazione venne sostituita da una versione pi moderna, che, a differenza della antica fratellanza di sangue, era di sposta a collaborare con i gangster napoletani e perfino ebrei. nel quadro di tali dissensi che pu trovarsi la giu stificazione pi adeguata delle cause della sopravvivenza o meno della Mafia in seno al gangsterismo americano
1 Per le vecchie lotte, vedi r e id , Mafia cit., pp. 100, 146. Per la purga del 1 9 3 0 (non riportata da Reid o da Kefauver) c fr . t u r k u s & f e d e r , M urder In c ., London 1 9 5 3 . La testimonianza che un napoletano, J . Valachi, sia stato formalmente ammesso in una organizzazione prevalente mente siciliana e che ancora svolge i propri riti nel dialetto d ellisola, p a r e la p r o v a conclusiva che la Mafia americana ha decisamente infranto

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Pi avanti esamineremo le nuove prospettive affaristi che della Mafia moderna. In terzo luogo viene il fascismo. M ussolini, secondo la versione attendibile di Renda, si trov costretto a combat tere la Mafia dal momento che su questa si appoggiava il partito liberale antifascista (le elezioni del 19 2 4 a Paler mo avevano dimostrato le possibilit della Mafia liberale di opporsi al processo di affermazione politica del fasci smo). Le campagne fasciste contro la Mafia, pi che con tribuire al crescente suo indebolimento, lo resero eviden te e si risolsero puntualmente in quellidentico accordo tacito di collaborazione tra potentati locali e governo cen trale che si era verificato in passato. Sopprimendo le ele zioni per il fascismo certamente priv la Mafia del suo principale strumento per mercanteggiare la concessione di favori da parte di Rom a; il movimento delle camicie ne re forni a mafiosi scontenti e a mafiosi potenziali una ma gnifica occasione di usare l apparato statale per soppian tare i propri rivali gi affermati e in tal modo approfon di i motivi di discordia allinterno della Mafia. Le radici del movimento resistettero: dopo il 19 4 3 esso riemerse in pieno. Tuttavia i gravi colpi infertigli e i compromessi cui fu costretto produssero effetti sociali tuttaltro che trascurabili. I grandi mafiosi potevano abbastanza facil mente venire a patti con Roma. L unica conseguenza de rivatane alla maggior parte dei siciliani fu che sistem a parallelo e governo ufficiale entrarono a far parte di un unico complotto per opprim erli; pi che di una inversio ne di rotta si tratt di un passo avanti sul cammino inizia to nel 18 7 6 . I piccoli mafiosi, d altra parte, certamente ne scapitarono. Si perfino ritenuto che le campagne fa sciste provocarono l arresto di un lungo processo che tendeva ad inserire in misura sempre pi larga lo stato medio della Mafia nel sistema della grande propriet ter riera in qualit di piccoli e medi proprietari borghesi . Non perfettamente noto come sia rinata la Mafia do po il 19 4 3 . chiaro - secondo il rapporto Branca del
la tradizione fin dal 1 9 3 0 (deposizione di Valachi, in N ew Y o rk T im es, 2 ottobre 19 6 3 ) . 1 r k n d a , II movim ento contadino c it ., p . 2 1 3 .

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19 4 6 - che la Mafia aveva stretti legami con il movimen to separatista siciliano, cui andarono le simpatie alquan to avventate degli A lleati dopo l occupazione d ellisola, e forse anche con l antico partito della propriet e dello status quo, il partito liberale. Successivamente pare si sia affermata una tendenza verso i monarchici e i democristiani. Comunque il rapido declino dei voti liberali e indipendentisti, dal mezzo milione del 19 4 7 ai 2 2 0 0 0 0 del 19 4 8 , sta a significare qualcosa di pi di un semplice mutamento di tendenza degli elettori, considerato soprat tutto il fatto che in seguito il processo di indebolimento di quei due partiti fu molto pi lento. La maggior parte di questi voti perduti and ai democristiani, ma i monar chici - il fatto non irrilevante - non se ne giovarono af fatto e continuarono a progredire lentamente per alcuni a n n i1. stata avanzata l ipotesi assai attendibile, che il peso della Mafia nelle elezioni, oggi si riduca a llabilit di far cadere i voti preferenziali su un candidato piutto sto che su un altro neHambito della democrazia cristiana e della D estra; pertanto essa influisce soprattutto sulle lotte di fazione allinterno di quei partiti. Nel dopoguerra per la Mafia ha scoperto due nuovi generi di attivit economica lucrosa. Nel settore pi pro priamente criminale gli orizzonti di determinati raggrup pamenti della Mafia si sono certamente estesi in campo internazionale, in relazione allenorme profitto che si pu trarre dal mercato nero e dal contrabbando in grande sti le, in un periodo che certo passer alla storia come l epoca d oro della criminalit organizzata, ed anche in relazione ai forti legami tra la Sicilia e le forze americane di occu pazione, legami rinsaldati a seguito della deportazione in Italia di numerosi famigerati gangster americani. Non c e dubbio che parte della Mafia si sia dedicata con entu siasmo al traffico internazionale della droga. Non nep
1 I partiti del regime prefascista - liberali e monarchici - sono tuttora notevolmente forti in determinate zone, che possono forse valere quale indice approssimativo dell'influenza elettorale della vecchia M afia: a Trapani prevalgono su democristiani e soci al comunisti, a Part inico Mon reale - feudo della vecchia Mafia - prevalgono sui socialisti e comunisti. In tipiche /one di Malia, quali Corleone-Bagheria essi per sono stati su perati dulie sinistre e ancora di pi dai democristiani (elezioni del 1958I.

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pure da escludere - in pieno contrasto con l antico pro vincialismo - che i mafiosi siano disposti a collaborare ad attivit criminali organizzate altrove'. Ben pi importante nella storia della Mafia il siste ma con cui essa ha potuto resistere alla distruzione del suo principale sostegno, l economia latifondista. Le pro priet si sono dissolte e molti baroni hanno licenziato i loro campieri. Ma il ruolo di influenti personaggi locali ha permesso ai mafiosi di realizzare guadagni sul grande mercato delle vendite di terre ai contadini nellambito del le varie leggi di riforma. Si pu affermare - dice Ren da - ad esempio, senza tema di sbagliare che la quasi to talit della piccola propriet contadina sia stata negozia ta con l intermediazione di elementi m afio si2, alle cui mani quindi tendeva a rimanere attaccata buona parte dei terreni e beni di altro genere. Cos la Mafia ancora una volta ha avuto la sua parte nella creazione di una classe media siciliana e indubitabilmente sopravviver al tramonto della vecchia economia. A lla figura tipica del mafioso campiere si semplicemente sostituita quella del mafioso proprietario terriero e affarista. Il rapido moder nizzarsi della Sicilia, la urbanizzazione di Palermo, e l at mosfera generale di benessere economico in Italia, hanno dato modo alla Mafia di assumere il controllo di nuovi set tori dellattivit economica, specialmente nello sviluppo del mercato immobiliare cittadino e di varie forme di com mercio e distribuzione. Evidentemente ci ha approfon dito la frattura tra la vecchia Mafia tradizionale e agri cola e i giovani mafiosi dediti a pi moderne imprese criminali ed economiche, talvolta in combutta con ex gangster americani. Inoltre chiaro che la emigrazione in massa dalla Sicilia al Nord ha fatto s che le attivit della Mafia si estendessero al continente, specialmente a Milano e a R o m a 3.
1 L e gesta dei fuorilegge iti S icilia , in I l M essaggero, 6 settembre 1 9 5 5 , con il resoconto d ellassassinio a Palermo di un contrabbandiere di tabacco da parte della M afia su ordine di N apoli. ren d a, I l movim ento contadino cit., p. 2 18 . 3 pantai.f.O Ne, Mafia e politica cit., cap p . x i , x v i i - x i x ; M em oriale sulla M afia , in R in ascita , 12 ottobre 19 6 3, p p . 1 1 - 1 2 ; c. r i s e , in L'esp res so, 34 luglio 1963.

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In qual modo si sia modificata l'organizzazione della Mafia nel corso di una tale evoluzione, non sappiamo. P o trebbe ritenersi che sia diventata un organismo pi cen tralizzato, a seguito della autonomia regionale, che ha fat to di Palermo un centro ancora pi vitale per la Sicilia di quanto non lo fosse in passato, e anche in relazione alle varie tendenze m oderniste assunte dalla Mafia nella condotta degli affari. Sul grado di centralizzazione non vi sono che congetture personali e fin quando da fonte giornalistica si continuer ad additare, contemporanea mente e con la stessa certezza, nei pi svariati personaggi i capi della M afia, sar prudente limitarsi alla semplice considerazione che, se una direzione centrale esiste, essa quasi certamente si trova a Palermo e probabilmente nel le mani di avvocati.

IV .

La Mafia il fenomeno pi noto ma non l unico nel suo genere. Quanti altri ce ne siano di paragonabili ad essa non lo sappiamo, per il semplice motivo che argo menti del genere hanno attratto raramente l attenzione degli studiosi e sporadicamente quella dei giornalisti. (I giornali locali sono spesso contrari a pubblicare notizie che potrebbero pregiudicare il buon nome della regio ne, proprio come nelle stazioni balneari sono contrari a pubblicare troppe notizie di nubifragi). Per quanto la co siddetta Onorata Societ ( Ndranghita, Fibbia) sia da tem po nota a tutti nella Calabria meridionale e la stessa poli zia l abbia certamente notata fin dal 19 28 -29 , noi dobbia mo la sua conoscenza a una serie di eventi fortuiti verifi catisi nel 19 5 3 -5 5 . In quegli anni il numero degli omicidi nella provincia di Reggio Calabria si raddoppi. E , dato che le attivit della Fibbia avevano addentellati politici sul piano nazionale - l automobile di un ministro fu attac cata dai banditi, per errore secondo alcuni, e i vari partiti si accusarono a vicenda di servirsi dei fuorilegge locali il comportamento della polizia durante l agosto e il set tembre del T055 venne illustrato con insolita ampiezza

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dalla stampa nazionale. Cosi un dissidio interno allasso ciazione, in cui fu coinvolta la polizia, fece si che molti segreti venissero resi di pubblico dominio . Da tali con tingenze dipendono le nostre cognizioni sulle mafie non siciliane. L Onorata Societ pare si sia sviluppata in epoca pres sappoco contemporanea e sullo stesso modello dei car bo n ari2; infatti si dice ancora che la sua struttura e il suo rituale siano di tipo massonico. A differenza per dai car bonari, che erano unassociazione di borghesi con finalit di opposizione ai Borboni, l Onorata Societ si afferm piuttosto come associazione di mutuo soccorso fra perso ne che volevano difendersi d^l potere feudale, statale o poliziesco e da private riaffermazioni di potere. A somi glianza della M afia, anchessa subi una certa evoluzione storica. Sembra per che, a differenza della Mafia sicilia na, la Societ abbia conservato, molto pi spiccatamen te della Mafia, il proprio carattere d organizzazione po polare di autodifesa e di difesa del sistema di vita cala brese. Questa, almeno, l opinione dei comunisti, che, sotto tale riguardo, appaiono degni di fede, data la loro grande avversit ad organizzazioni di quel genere. L O no rata Societ cosi rimasta almeno sotto uno dei suoi vari aspetti u n associazione prim itiva, nonch prepolitica, composta da contadini, pastori, piccoli artigiani, operai non specializzati, i quali, in un ambiente chiuso e arretra to come quello di determinati villaggi calabresi - special
1 c. g u a r in o , Dai Mafiosi ai Cam orristi , in N ord e Su d , 13 , 195^, pp. 76-107. sostiene che a far scattare la trappola sia stato un membro del la societ, tal Serafino Castagna, uomo piuttosto inviso, il quale, dopo aver commesso di sua personale iniziativa diversi omicidi particolarmen te efferati, richiese l aiuto della societ per salvarsi. Avendone ricevuto un rifiuto, Castagna, vistosi perduto, scese a patti con la polizia. Nono stante la sua testimonianza fu per condannato ugualmente. C fr. anche G. c e Rv i g n i , Antologia della F ib b ia , ivi, 1 8 , 19 5 6 . 2 La mia tesi si fonda su g u a r in o , Dai Mafiosi ai Camorristi cit.; c e r v i g n i , Antologia della F ib b ia cit.; a . f i u m a n o e r . v i l l a r i , Politica e M a lavita, in Cronache m eridionali, 11, 1 0 , 19.5 5 > PP- 6 5 3 sgg., ma soprat tutto sui servizi giornalistici del settembre 19 55 e specialmente sugli ec cellenti articoli di R . Longone su l U nit tra i quali ha particolare va lore Leggenda e realt della mafia calabrese, del 10 settembre 19,5.5. Per un breve dibattito pubblicato dopo l uscita d elledizione inglese dei volume, cfr. La C.'ifohrc, a cura di Jean M eyriat, Paris i960, pp. s t v t ? -

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mente di montagna - , si batte no per ottenere quella con siderazione, quel rispetto e caella dignit, altrimenti ir raggiungibile da parte di nullatenenti e m iserabili (Lon gone). Cosi Nicola d Agostino di Canolo, che poi divent sindaco comunista del suo paese, viene descritto come un uomo che in giovent, come si dice da queste parti, si fa ceva rispettare. Naturalmente, egli era allora membro autorevole della Societ. (Come tanti altri contadini co munisti, egli fu convertito in carcere). Come abbiamo gi visto, la Societ riteneva doveroso aiutare non soltan to i propri membri ma anche tutti coloro che, secondo il costume locale, erano ingiustamente perseguitati dallo Stato, come ad esempio gli omicidi per vendetta di san gue. Naturalmente essa aveva anche la tendenza a costitui re, come la Mafia, un sistema parallelo di legalit, capace di far recuperare i beni rubati o di risolvere altri proble mi in maniera molto pi efficiente d ellapparato estraneo dello Stato. E , sempre al pari della Mafia e per motivi analoghi, l Onorata Societ tendeva a trasformarsi in un sistema di estorsione organizzata e di nuclei locali di po tere, che potevano venire assoldati da parte di chiunque ambisse, per i propri fini personali, raggiungere una in fluenza locale. L opposizione politica cita casi di capi lo cali nei cui confronti vennero sospese le misure di poli zia per il periodo elettorale perch potessero usare la loro influenza nella giusta direzione. Sono note le associazioni di tipo mafioso che mettono la loro influenza a servizio del miglior offerente - e cio prevalentemente al servizio degli interessi degli agrari ed affaristi del luogo e dei partiti governativi. Nella piana di G ioia Tauro, vecchio feudo di agrari (che i turisti attraversano in treno, recan dosi in Sicilia), pare che funzionari e autorit locali ri corressero ampiamente agli squadristi - squadre armate fornite dalla Societ - dal 19 49 -50 in poi, il che non deve meravigliare, dato che quellannata registr la punta mas sima delle agitazioni delle masse in Calabria per la rifor ma agraria. Sembra quindi che la Societ abbia potuto impadronirsi in larga misura delle leve locali tra datori di lavoro e lavoratori, il che costituisce una evoluzione di

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genere tipicamente m afioso1. Tale orientamento della Societ non ha per carattere necessariamente generale, dato che, nonostante le apparenti caratteristiche struttu rali di tipo gerarchico, sembra che ogni loggia locale della Societ conservasse larga autonomia di azione e qualcuna tendesse addirittura a stringere alleanze con le sinistre. La situazione viene ulteriormente complicata da riva lit private in seno alle logge e fra loggia e loggia, da ven dette di sangue e da altre complicazioni tipiche dellam biente calabrese. Fra gli emigrati in Liguria o in A ustra lia, la situazione della Societ ancora pi oscura e talora si colora di sangue J. Tuttavia certo che un processo di evoluzione dello stesso tipo della Mafia siciliana moderna, nella Societ non si verificato se non in misura limitata. Di conseguenza anche la Societ andata gradualmen te sparendo in molte zone con rafferm arsi di moderni mo vimenti di sinistra. Non vi stata una generale sua tra sformazione in forza di conservazione politica. A Gerace pare si sia praticamente dissolta; a Canolo - grazie allin fluenza esercitata dal d Agostino dopo la sua conversio ne - diventata un mero orpello e l appartenenza ad essa quasi oggetto di ridicolo; nei paesi a tendenza di sini stra dove essa riuscita a sopravvivere, non - o cosi si dice - che una forma alquanto sonnacchiosa di massone ria locale. M a - ed questo il punto essenziale - in nes sun luogo la Societ, a quel che ne sappiamo, si colletti vamente trasformata in organizzazione di sinistra, men tre, in alcune zone, diventata un gruppo di pressione di destra. Ci perfettamente naturale. Come abbiamo visto, nel processo evolutivo della Mafia domina una tendenza net tamente opposta al movimento sociale, indirizzata, nelli
1 fiu m an o-vi li.a r 1, Politica e M alavita cit., pp. 657-58. 2 Per un'indagine parallela dei due tradizionali fenomeni calabresi, il ratto della sposa (cfr. cap. 1) c lOnorata Societ, cfr. L a Nuova Stam pa del 1 7 novembre 1956. L episodio avvenne a JSordighera. Quanto alla Societ in Australia - fenomeno che i sociologhi australiani potrebbero utilmente approfondire - cfr. il caso di Rocco Calabro, capo della Fibbia a Sinopoli ed emigrato da tre anni a Sydney, che fu ucciso nel 1955 nel suo paese di origine pare a seguito di un dissidio con la Societ verificatosi a Sydney (Paese Sera del 7 settembre 19 55 e I l M essaggero del 6 k ! > ^ ). 11 20 To dei sinopolitani sono emigrati in A ustralia.

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potesi pi benevola, verso il gruppo di pressione politica e, nell'ipotesi peggiore, verso il sistema criminale di estor sione organizzata.' Numerose e profonde sono le ragioni per cui non possibile costruire un movimento nazionale 0 sociale sulle fondamenta della Mafia tradizionale, se non a patto di una sua profonda trasformazione dallin terno. Una prima ragione va ricercata nel fatto che la Mafia tende a rispecchiare la ripartizione non ufficiale del po tere in una societ oppressa: nobili e ricchi ne sono i pa droni soltanto perch essi detengono il potere effettivo nella zona. Perci, appena si verificano gravi fratture fra 1 detentori del potere e le masse - ad esempio con le agi tazioni agrarie - difficile che i movimenti nuovi possano inserirsi negli schemi della Mafia. D altra parte, quando l'organizzazione contadina socialista o comunista conqui sta una quota sufficiente del potere locale, non ha pi bi sogno di molto aiuto da parte di organizzazioni di tipo mafioso. La seconda ragione consiste nel fatto che gli obiettivi sociali dei movimenti di Mafia, al pari di quelli del bandi tismo, sono quasi sempre limitati, eccetto forse per quel che concerne l aspirazione all'indipendenza nazionale. Ma anche sotto tale riguardo quei movimenti hanno pi una funzione di implicita congiura a difesa della antica ma niera di vivere contro la minaccia di leggi estranee, che la funzione di strumenti di effettiva indipendenza per l'affrancazione dal giogo straniero. Nelle rivolte sicilia ne del x ix secolo l iniziativa venne dai liberali della citt e non dalla Mafia, i mafiosi si limitarono ad aggregarsi. In effetti la mafia, appunto in quanto fenomeno organizza tivo antecedente allavvento nelle masse di un minimo di coscienza politica e in dipendenza proprio dei suoi obiet tivi limitati e di natura difensiva, ha tendenza a caratte rizzarsi in senso riformista (per usare un termine anacro nistico) piuttosto che rivoluzionario. Si accontenta della regolamentazione dei rapporti sociali esistenti e non aspi ra a una radicale loro trasformazione. Pertanto il sorgere di movimenti rivoluzionari determina l indebolimento della Mafia.

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L ultima ragione deve vedersi nel fatto che essa tende alla stabilit sociale poich, nella propria incoerenza orga nizzativa ed ideologica, di solito incapace di esprimere un apparato di forza fisica che non sia allo stesso tempo uno strumento di criminalit e di privato arricchimento. In altre parole tende inevitabilmente ad agire a mezzo di gangster, perch incapace ad esprimere dei rivoluzionari professionali. I gangster per accampano una ipoteca sulla propriet privata, come i pirati sul libero commercio, di cui sono parassiti. Per tutte queste ragioni un movimento di tipo malioso ha possibilit minime di trasformarsi in un movimento sociale moderno, se non attraverso la conversione indivi duale dei singoli mafiosi. Ci per non significa che movi menti essenzialmente rivoluzionari operanti in determi nate condizioni storiche non possano esprimere un buon numero di regole di condotta e di istituzioni che richiami no quelle della Mafia.

A ppun ti sulla camorra L opportunit di questa breve nota discende dal fatto che spesso mafia e camorra vengono, come associazioni criminali, considerate sullo stesso piano. Non credo che la camorra possa considerarsi in nessun senso della paro la, un movimento sociale, anche se essa come tutte le forze capaci di spezzare le leggi degli oppressori, qualun que ne siano gli scopi - godette di una parte dellammi razione che i poveri hanno per i briganti e fu circondata di miti e celebrata nei canti popolari come una specie di selvaggia giustizia contro gli oppressori (Alongi, La Ca morra cit., p. 27). A meno che la generalit degli studiosi sia incorsa in equivoco, la camorra fu (e, nella misura in cui tuttora sus siste, probabilmente ancora ) unassociazione o confra ternita criminale di un tipo particolare non ignoto agli
1 Questa nota si fo n d a principalmente su a l o n g i , La Camorra cit,, opera non molto pregevole ma completa d i riferim enti alla letteratura precedente.

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storici; simile forse alla feccia di Basilea, che aveva costi tuito un proprio tribunale fuori della citt sul Kohlen berg o alia Cofradia del Monopodio, di cui parla Cervan tes in una delle sue N ovelas Ejem plares. E ssa non rappre sentava alcun interesse di classe o nazionale e neppure un coacervo di interessi di classe, ma soltanto l interesse pro fessionale di una lite di criminali. Le sue cerimonie ed i suoi rituali erano propri di una organizzazione destinata ad evidenziare il distacco del m ilieu dalla massa dei citta dini comuni; ne esempio l obbligo per aspiranti e novizi di consumare un determinato numero di delitti comuni, per quanto le attivit usuali della camorra si limitassero all estorsione. Il suo standard di m oralit (il concetto richiama i criteri di ammissione nelle normali corporazio ni di arti e mestieri) esigeva che gli aspiranti appartenes sero al mondo criminale; costoro dovevano possedere for za e coraggio, non avere sorelle o mogli dedite alla prosti tuzione, non essere rei di pederastia passiva (presumibil mente in quanto forma di prostituzione maschile), e non avere avuto mai rapporti di sorta colla polizia (Alongi, La Camorra cit., p. 39). Essa ebbe origine, quasi certamente, nelle carceri che di norma e in ogni paese creano fra i pri gionieri le camorre - raramente per costituite in forme cosi arcaiche. Non si sa con certezza quando il fenomeno sia com parso al di fuori delle mura delle carceri. La versione pili attendibile indica un periodo tra il 17 9 0 ed il 18 3 0 , a seguito, forse, delle varie rivoluzioni e reazioni napole tane. Una volta fuori dal chiuso delle carceri, il suo pote re e la sua influenza crebbero rapidamente, in gran parte grazie alla protezione dei Borboni, i quali - dopo il 1799 - vedevano nel Lum penproletariat di N apoli, e in tutto ci che ad esso apparteneva, gli alleati pi sicuri contro il liberalismo. Quando la camorra arriv a controllare v ir tualmente ogni settore della vita dei poveri a Napoli (per quanto essa traesse forse la maggior parte dei propri pro fitti dai vari rackets del gioco), divenne elemento sempre pi indispensabile per l amministrazione locale e conse1 a v f - i .a l l e m a n t , Das deutschc Gaunerthum , I, 18.58, p . 48 nota.

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uentemente accrebbe sempre pi il suo potere. Sotto Ferdinando I I funzionava praticamente come polizia se creta di Stato contro i liberali. Sotto Francesco I I venne patti con i liberali, speculando per, sotto mano, sulla minaccia di denunziarne qualcuno, a proprio libito. La camorra raggiunse la punta massima del proprio potere durante la rivoluzione del i8 6 0 , quando i liberali le affi darono in effetti la tutela dellordine pubblico a Napoli; compito da essa svolto con grande efficienza e zelo, dal momento che comportava come risultato principale l eli minazione della criminalit indipendente e distinta dalla organizzazione camorrista. Nel 18 6 2 il nuovo governo in traprese una serie di vigorose campagne contro di essa. Per quanto per fosse riuscito a sopprimere le attivit ma nifeste dellassociazione, non riusci a eliminare la camor ra, che pare sia sopravvissuta - e forse si sia rafforzata mediante il consueto sistema di darsi alla politica, cio di pattuire con i vari partiti politici il prezzo del proprio appoggio (Alongi, La Camorra cit., p. 32). Non vi prova alcuna che la camorra avesse un orien tamento politico di carattere generale al di l della cura dei propri interessi particolari, per quanto sia dato presu mere una certa propensione da parte sua, come di ogni de linquenza professionale, verso il sistema della propriet privata. A differenza della Mafia, una organizzazione qua le la camorra vive completamente al di fuori del mondo legittimo e viene quindi solo in maniera occasionale a con tatto con la politica e i movimenti di quel mondo. A l di fuori delle carceri il fenomeno pare sia stato cir coscritto alla citt di Napoli, per quanto si dice che, dopo il 18 6 0 , la camorra, o associazioni similari, si siano diffu se in altre province meridionali, quali Caserta, Salerno e Bari (ibid., p. i n ) , forse in dipendenza del miglioramen to delle comunicazioni. Data la sua concentrazione in ununica citt, fu per essa pi facile organizzarsi su basi piuttosto salde, centralizzate e gerarchiche. In ci, come abbiamo visto, essa si differenziava dalle varie mafie, a base pi decentrata. La sua storia recente oscura T a camorra come tale sembra sia scomparsa e in ogi. j questa espressione

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non pi usata se non per alludere genericamente a qual che associazione segreta a delinquere, confraternita o si stema di estorsione organizzata. Qualcosa di simile alla camorra per riapparsa nel Napoletano; tuttavia i suoi membri pare siano noti non come cam orristi ma come m agliari. Traffica prevalentemente in tabacco, benzina - con specializzazione in falsi buoni di prelevamento di benzina dai depositi della Nato - esenzioni di vario ge nere, ma specialmente opera sui mercati della frutta e ver dura, che pare siano in gran parte sotto il controllo dei trafficanti organizzati. Le bande - non si sa se di tipo ca morrista o di altro genere - sono potenti anche in altre zone, ad esempio nella regione di Nola e nel territorio dei senza legge del Salernitano, tra Nocera Inferiore, Angri e Scafati, che pare siano sotto il controllo di certo V itto rio Nappi (o stu d ente)1. In conclusione, se la camorra costituisce argomento di vivo interesse per i sociologi e gli antropologi, rientra nel lo studio dei movimenti sociali legittim i, in contrap posizione cio ai movimenti di lestofan ti, solo in quan to a Napoli i poveri tendono a idealizzare i gangster in un modo che richiama vagamente il banditismo sociale. Non vi prova alcuna che camorristi o magliari abbiano mai meritato qualsiasi forma di idealizzazione.
1 g u a r in o , D ai M afiosi ai Camorristi cit.

Capitolo quarto Il millenarismo I : Lazzaretti

Di tutti i movimenti sociali esaminati in questo libro, il millenarismo quello meno inquinato di primitivismo. Infatti l unico suo carattere veramente prim itivo ester no ad esso. L essenza del millenarismo, la speranza di un cambiamento completo e radicale del mondo che si riper cuoter nel millennio, un mondo purificato di tutti i suoi difetti, non conosce le limitazioni del prim itivismo. pre sente, quasi per definizione, in tutti i movimenti rivolu zionari di qualsiasi tipo; lo studioso quindi potr trovare elementi m illenaristici nelle idealit di ciascuno di es si. Ci non significa che tutti i movimenti rivoluzionari siano millenaristici in senso stretto e tanto meno che sia no prim itivi, il che toglie al libro del professor Norman Cohn parte del suo valore infatti impossibile com prendere appieno la storia delle rivoluzioni moderne se non si in grado di valutare le differenze fra movimenti rivoluzionari prim itivi e moderni, nonostante la comu nanza d ellideale di un mondo completamente nuovo. Il tipico movimento millenaristico di vecchio modello ha in Europa tre caratteristiche principali. Prim o, un pro fondo e totale rifiuto del perverso mondo attuale e unan sia ardente di un mondo diverso e migliore; in una paro la, rivoluzionarismo. Secondo, una ideologia del tutto standardizzata di genere chiliastico, quale descritta ed
1 T h e search fo r the M illen n iu m , 19 57. Questo studio erudito di mol ti movimenti m illenaristici medievali viziato, a mio parere, dalla ten denza a interpretare fenomeni m edievali in termini di movimenti rivolu zionari moderni e viceversa, procedimento, questo, che non agevola la comprensione n degli ussiti n del c o m u n iS m o moderno.

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analizzata dal professor Cohn. Anteriorm ente allavvento del moderno rivoluzionarismo laico, l ideologia pi im portante di questo genere il messianesimo giudaico-cristiano. In ogni caso i classici movimenti millenaristici, bench non limitati a regioni d influenza ebraico-cristiana, v i sono senza dubbio incoraggiati; infatti una religione la quale sostenga che il mondo cosi co m e potrebbe un gior no finire, anzi certamente finir, per essere poi compietamente rifatto, naturalmente millenaristica, cosi come di sicuro le altre non lo sono. Tuttavia non ne consegue ne cessariamente che i movimenti millenaristici, anche se chiaramente influenzati dalla tradizione ebraico-cristiana, siano chiliastici in senso strettamente ebraico o cristiano '. Terzo, i movimenti millenaristici hanno in comune una iondamentale incertezza sul modo in cui effettivamente si realizzer la nuova societ. difficile precisare meglio questultimo punto, perch ia gamma di tali movimenti va da atteggiamenti di mera passivit fino alladozione di sistemi che rasentano i me todi rivoluzionari moderni - e in effetti, come vedremo, vengono assorbiti nei movimenti rivoluzionari moderni. Tuttavia la questione pu forse venire chiarita nel modo seguente. I movimenti rivoluzionari moderni hanno - in modo implicito ed esplicito - idee determinate e assolu tamente precise sulla maniera in cui la vecchia societ debba venire sostituita dalla nuova, la pi importante del le quali riguarda ci che possiamo chiamare il trasferi mento di potere. La vecchia classe dominante deve veni re scalzata dalle sue posizioni. Il popolo (o la classe o gruppo rivoluzionario) deve intraprendere e realizzare de
1 D i recente la letteratura sul millenarismo e il messianesimo si m ol tiplicata, bench per lo pi tratti del fenomeno nei paesi coloniali extraeuropei. Tra i contributi pi importanti vi sono: A rchives de Sociolo gie <ies R eligio n s , 5 , 19 .58 ; v. l a n t e r n a r i , M ovim enti religiosi d i lib er t e d i salvezza dei p opoli oppressi, M ilano i 9 6 0 ; w . e . m u e h l m a n n , Chiltasmus und Nativtsmus, Berlin 1 9 6 1 ; M illenn ial Dreams in A ction, in Com parative Studies in Society and H istory, Suppl. I I , Den Haag 1 9 6 2 ; e la tesi del professor M 1. p. de q u e i h o s , M ovim cntos messianicos: tentativa de classificago sociologica , Sao Paulo 1 9 6 2 , finora inedita T ut te le opere sopra citate furono pubblicate dopo l'uscita del mio vo lume ir inglese. L ultima contiene pregevoli critiche alle mie argomenta zioni nel presente capitolo e nel seguente.

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terminate misure, la ridistribuzione delle terre, la nazio nalizzazione dei mezzi di produzione e quantaltro sia. A tal fine decisivo lo sforzo organizzato dei rivoluzionari, e vengono sviluppate teorie organizzative, strategiche, tattiche, ecc., talora molto elaborate, per agevolarli nel loro compito. Il genere di imprese compiute dai rivoluzio nari consiste, diciamo, nell'organizzare dimostrazioni di massa, erigere barricate, marciare sui municipi, innalzare il tricolore, proclamare la Repubblica una e indivisibile, nominare governi provvisori, lanciare proclami per u n as semblea costituente. (Questa, grosso modo, la lezione che molti di loro hanno imparato dalla Rivoluzione fran cese. Naturalmente questa non l'unica procedura possi bile). M a un movimento millenaristico pu ro opera in modo del tutto diverso, in relazione sia alla inesperienza dei suoi membri o alla limitatezza dei loro orizzonti, sia allinfluenza delle ideologie e dei pregiudizi millenaristici. I suoi seguaci non sono artefici di rivoluzioni. Aspettano che la rivoluzione si faccia da s, per rivelazione divina, per annunzio dallalto, per miracolo - aspettano che av venga in un modo o nell'altro. Compito degli uomini pri ma che avvenga questo mutamento riunirsi, prepararsi, osservare i segni del destino che matura, ascoltare i pro feti che predicono l avvento del grande giorno e forse ri correre a determinate iniziative rituali per l ora della de cisione e del mutamento, o purificarsi, spogliandosi delle scorie del basso mondo attuale per potere entrare nel nuo vo mondo in splendente purezza. Fra i due estremi dei millenarista pu ro e del rivoluzionario politico pu ro trova posto ogni genere di posizioni intermedie. E in ef fetti su tali posizioni intermedie si trovano i movimenti millenaristici esaminati in questo libro: i lazzarettisti pi vicini a uno degli estremi, gli anarchici spagnoli teorica mente molto pi vicini all'altro estremo. Quando un movimento millenaristico si trasforma in movimento rivoluzionario moderno (o ne assorbito), conserva la prima delle caratteristiche che abbiamo pi sopra esposto. Di solito perde invece la seconda, almeno fino a un certo punto, sostituendovi una teoria moderna - cio laica in genere - della storia e della rivoluzione:

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nazionalista, socialista, comunista, anarchica o di altro ti po. Infine innesta sulle fondamenta del suo spirito rivolu zionario una soprastruttura di politica rivoluzionaria mo derna: un programma, una dottrina relativa al trasferi mento di potere e soprattutto un sistema di organizzazio ne. Non sempre ci facile, ma i movimenti millenaristici si differenziano dagli altri movimenti trattati in questo li bro per il fatto che non presentano fondamentali ostacoli strutturali alla modernizzazione. In ogni caso, come ve dremo, la loro integrazione nei movimenti moderni rivo luzionari, o anche riform isti, ha avuto esito positivo. L in teresse che presentano per lo storico del x ix o x x secolo si appunta sul processo attraverso cui tale integrazione si attua ovvero sulle ragioni per cui talora l integrazione stessa non si verifica. L argomento verr trattato in que sto capitolo e nei due seguenti. Non sempre facile identificare l essenza logico-politica dei movimenti millenaristici, poich l assoluta loro spontaneit e la mancanza di una efficiente strategia o tat tica rivoluzionaria fa s che la logica della loro posizione rivoluzionaria venga esasperata fino a llassurdit o al pa radosso. E ssi sono illogici ed utopistici. Dato che raggiun gono il loro massimo sviluppo in periodi di straordinario fermento sociale e tendono ad esprimersi con il linguag gio di una religione apocalittica, il comportamento dei lo ro membri spesso contrasta con gli schemi normali. fa cile quindi che costoro siano degli incompresi, come W il liam Blake, che fino a poco tempo fa era comunemente considerato non un rivoluzionario ma soltanto un eccen trico, mistico e visionario '. Per esprimere la propria cri tica radicale nei confronti del mondo attuale, essi potran no, come gli anarchici millenaristici spagnoli, rifiutare di sposarsi fino a llavvento del mondo nuovo; per dimostra re il proprio disprezzo per i semplici palliativi e le riforme marginali, essi potranno (sempre come gli scioperanti an dalusi al principio del x x secolo) rifiutarsi di chiedere pa ghe migliori e altri benefici, anche se sollecitati a farlo dal
1 II prim o assertore della tesi moderna stato j. Blake, a Man without a M ask, London 1944.
b r o n o w s k i,

W illiam

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le autorit. Per esprimere la propria convinzione che il nuovo mondo debba essere fondamentalmente diverso dal vecchio, essi potranno, come i contadini siciliani, cre der che in qualche modo perfino il clima potr trasform ar si. Il loro comportamento potr essere estatico ad un pun to tale che gli osservatori ne parleranno in termini di iste rismo di massa. D altra parte il loro programma effettivo potr essere tanto vago da far sorgere negli osservatori il dubbio se ve ne sia uno. Chi non riesce a comprendere quale sia la forza che li anima - ma anche qualcuno che riesce a rendersene conto - potr essere tentato di inter pretare il loro comportamento in termini di assoluta irra zionalit o di patologia o, nel migliore dei casi, in termini di reazione istintiva a condizioni di vita intollerabili. P ur senza esaltarne o diminuirne l importanza, ritenia mo che la logica e anche il realismo - se pu usarsi una ta le espressione - dei movimenti millenaristici debbano im porsi alla considerazione dello storico, poich altrimenti i loro aspetti rivoluzionari riescono di difficile compren sione. A l riguardo viene a determinarsi una situazione ca ratteristica, nel senso che chi non veda in essi motivo d in teresse non in grado di farne una analisi approfondita, mentre chi ne valuti l importanza (specialmente se si trat ta di movimenti sociali prim itivi) spesso incapace di esprimersi in termini comprensibili ai pi. In modo parti colare riesce difficile (ma necessaria) la comprensione di un utopismo o im possibilism o - comune a tutti i rivo luzionari, prim itivi o meno, eccettuati soltanto quelli pi evoluti che produce anche nei pi moderni un senso di pena quasi fisica quando ci si convinca che l avvento del socialismo non eliminer tutti i dolori e le tristezze, gli amori infelici o i lutti, n risolver o avvier a soluzione tutti i problemi; sensazione, questa, che si riflette nella vasta letteratura delle disillusioni rivoluzionarie. Prim o, l utopismo probabilmente un espediente so ciale necessario per provocare quegli sforzi sovrumani, senza i quali non pu realizzarsi nessuna grande rivoluzio ne. Dal punto di vista storico le trasformazioni prodotte dalle Rivoluzioni francese e russa appaiono straordinarie, ma avrebbero mai i giacobini intrapreso la loro opera sol

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tanto per trasformare la Francia dellabate Prvost nella Francia di Balzac e i bolscevicbi per cambiare la Russia di Cechov in quella di Chruscv? Probabilmente no. Per es si era essenziale credere che la parola definitiva delluma na prosperit e d ellumana libert verr pronunziata do po il loro esito vittorioso In essi ovviamente non ci sa r questa convinzione, anche se il risultato della rivoluzio ne sar ugualmente positivo. Sotto un secondo aspetto l utopismo pu diventare un espediente sociale. In fa tti m ovim enti sociali e rivoluzio nari costituiscono la prova che al m ondo non esiste quasi nulla che non possa venire da essi mutato. Se ai rivoluzio nari occorresse una prova che la natura umana pu esse re m utata - che cio non esiste nessun problema sociale insolubile - basterebbe osservare i mutamenti che nella natura umana si verificano nellambito di certi movimenti sociali e in certi momenti: un altro uomo io avevo sognato un cialtrone ubriaco e vanaglorioso eppure lo evoco nel canto; lui pure ha rinunciato alla sua parte nella commedia occasionale; lui pure, a sua volta, stato cambiato, trasformato nellintimo: nata una terribile bellezza. questa consapevolezza di un mutamento radicale, non come aspirazione ma come fatto reale - almeno tempora neo - che ispira il poema di Yeats sulla insurrezione irlan dese del 1 9 1 6 e risuona, come una campana, alla fine di questi versi: tutto mutato, profondamente mutato. Una bellezza terribile nata. Libert, uguaglianza e soprattut to fraternit diventano realt in quelle fasi delle grandi rivoluzioni sociali descritte dai rivoluzionari che le vivo no in termini normalmente riservati allamore romantico; vivere in quellalba era felicit, ma essere giovani era proprio il paradiso. I rivoluzionari non soltanto s im
1 m . g i l a s , ha nuova classe , Bologna 1 9 5 7 , p. 4 0 , tratta questo punto in maniera interessante. Questo libro di un rivoluzionario disilluso im portante per la luce che proietta sulla psicologia rivoluzionaria (e su quel la dello stesso autore) e per pochissime altre cose.

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pongono un livello di moralit pi elevato di quello degli altri uomini, eccetto i santi, ma, in quei particolari mo menti, lo pongono effettivamente in pratica, anche se ci comporta notevoli difficolt tecniche, come nei rapporti fra i sessi . In quei momenti la loro una versione in mi niatura della societ ideale, in cui tutti gli uomini sono fratelli e sacrificano tutto al bene comune senza abbando nare la propria individualit. Se questo possibile all'in terno del loro movimento, perch non potrebbe esserlo dovunque? Per le masse estranee alllite rivoluzionaria, il sempli ce fatto di diventare rivoluzionari e di riconoscere il p o tere del popolo sembra talmente miracoloso che ogni altra cosa appare ugualmente possibile. Uno studioso dei fasci siciliani ha giustamente posto in evidenza questa considerazione logica: se un grande movimento di masse potesse spuntare d im provviso dalla terra, se migliaia di uomini potessero venire scossi dal letargo e d allapatia se colare con un solo discorso, come potrebbero gli uomini dubitare d ellimminente verificarsi di eventi grandiosi e sconvolgenti? G li uomini erano stati profondamente cam biati e si erano visibilmente trasformati. Tra essi lavora vano uomini eletti, che nella vita avevano seguito i detta mi di una societ giusta - povert, fraternit, sanit o qualsiasi altra cosa - : anche gli scettici potevano veder li; e questo era unulteriore prova della forza concreta del l ideale. Vedrem o l importanza politica di questi apostoli rivoluzionari tra gli anarchici dei villaggi andalusi, ma qualsiasi osservatore dei movimenti rivoluzionari moder ni ben ne conosce l importanza in seno a. ciascun m ovi mento e la pressione da essi esercitata sulllite rivoluzio naria, perch si adegui a un ruolo di moralit esemplare: non gi guadagni pi alti o vita migliore, ma lavoro pi duro, purezza, sacrificio della felicit privata (quale
1 g i l a s , La nuova classe cit., p. 169 : F ra gli uom ini e d o m e dej mo vimento esiste un rapporto chiaro, modesto e cordiale, in cui la premura cameratesca diventata passione al di fuori dei sensi ecc. G i as, senza dubbio riferendosi al periodo della guerra partigiana, sottolinea l'ir p o r ranza del momento storico (a lla vigilia della battaglia decisiva per i po tere, quando difficile separare le parole dagli atti) per osservi- an che, acutamente, che questa la morale di una setta.

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viene intesa dalla vecchia societ) al bene pubblico. E quando avranno fatto la loro ricomparsa le vecchie e usua li regole di condotta - ad esempio, dopo il trionfo di un regime rivoluzionario - gli uomini non ne trarranno la conclusione che i mutamenti, cosi ansiosamente attesi, siano irrealizzabili per lunghi periodi o allinfuori della ri stretta cerchia di esseri straordinariamente devoti alli dea; concluderanno invece che c stata ricaduta neller rore o tradim ento. E ssi infatti hanno avuto la prova pratica della possibilit, della realt di rapporti ideali tra esseri umani: quale argomento pi convincente di que sto? I problemi che si pongono ai movimenti millenaristici sono, o sembrano, semplici nei momenti inebrianti di ascesa e di progresso, mentre presentano corrispondenti difficolt nei periodi successivi alle rivoluzioni o alle in surrezioni. Poich nessuno dei movimenti trattati in questo libro si mai trovato finora dalla parte del vincente, non pro blema che ci riguardi quello di sapere cosa succeda quan do quei movimenti scoprono che la loro vittoria non vale a risolvere effettivamente tutti i problemi umani. Ci ri guarda invece la loro sconfitta perch essa li pone di fron te al problema di conservare il rivoluzionarismo come for za permanente. G li unici movimenti millenaristici che elu dono questo problema sono quelli assolutamente suicidi, poich per essi la morte di tutti i loro membri rende il problema stesso meramente accademico . D i solito dalla sconfitta deriva un complesso di dottrine a spiegazione del mancato avvento del millennio e del perch il vecchio mondo pu continuare ancora per un po : non erano stati interpretati nel modo giusto i segni del nuovo destino op pure era stato commesso qualche altro errore. (Fra i testi1 II pi noto, ma non l unico, del genere fu il movimento di Antonio
il Consigliere nelle foreste del Brasile nel 18 9 6 - 9 7 , che forni materia al capolavoro letterario di e u c l y d e s da c u n h a , O s Sertes. La citt ribelle

di Canudos, combatt letteralmente fino allultim o uomo. Quando fu cat turata, non era rimasto in vita un solo difensore. I l professor M . I. P . de Queiros di Sa Paulo tuttavia mi informa che Da Cunha ha esagerato le tendenze suicide di quel movimento. Esso esistette in forma pacifica per un lungo periodo, e sarebbe probabilmente continuato se non si fossero frapposte le difficolt della politica locale e nazionale.

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moni di G eova sorta una vasta letteratura esegetica per spiegare come la mancata fine del mondo alla data origir.-iriamente prevista non invalidi la profezia). Riconoscere che il vecchio mondo continuer vale riconoscere che b i sogna viverci. M a come? Alcuni millenaristi, come del resto alcuni rivoluziona ri. in effetti rinunciano tacitamente al loro rivoluzionari imo e accettano de facto lo status quo, tanto pi se lo sta tus quo diventa pi sopportabile per il popolo. Qualcuno r'u anche diventare riformista o forse, passata l ebbrez za del periodo rivoluzionario, scoprire che le sue effettive aspirazioni non esigono affatto una trasformazione cosi radicale quale egli aveva immaginato. Oppure - ed pi rrobabile - essi possono rifugiarsi in una vita intensa e segreta di movimento o di setta, incuranti dei traffici del restante mondo e solleciti soltanto per qualche rivendica zione essenziale delle speranze e forse del programma millenaristico: per esempio il pacifismo e il rifiuto di pre stare giuramento. A ltri per si comportano diversamen te. Possono ritirarsi per aspettare la prossima crisi rivo luzionaria (per usare u n espressione non-millenaristica), che certamente porter con s la distruzione totale del vecchio mondo e l avvento del nuovo. Naturalmente ci si verifica con grande facilit laddove i presupposti econo mici e sociali della rivoluzione hanno carattere endemico, come nellItalia meridionale, dove ogni mutamento poli tico, indipendentemente dal settore di provenienza, pro vocava nel secolo x ix le rituali marce dei contadini con tamburi e stendardi per l occupazione delle terre ", oppu re in Andalusia, dove, come vedremo, in un periodo di circa sessanta o settantanni si verificarono ondate rivolu zionarie millenaristiche a intervalli di circa dieci anni. A l tri infine, come vedremo, conservano del vecchio fuoco quanto basta per inserirsi o per trasformarsi in movimen ti rivoluzionari di genere non-millenaristico anche dopo lunghi periodi di apparente tranquillit. In ci, precisamente, consiste l'adattabilit del millena
1 Cfr. a. l a c a v a , La rivolta calabrese del 1S4 S, in A rchivio storico Jc llc Provincie Napoletane, n. s., 19 4 7-4 9 , pp. 44,5 sgg., .544, 55-2.

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rismo. I movimenti riform isti prim itivi si dissolvono con facilit in una societ moderna, se non altro perch l o biettivo di assicurare una equa regolamentazione dei rap porti sociali all'interno delle strutture esistenti e la imme diata attuazione di condizioni di vita tollerabili o confortevoli presenta problemi di complessa specializzazione tecnica, che possono essere molto meglio risolti da orga nizzazioni e movimenti adatti alle specifiche esigenze di societ moderne: le organizzazioni cooperative di merca to rispondono meglio dei Robin Hood al compito di assi curare ai contadini eque remunerazioni. L obiettivo fon damentale dei movimenti social-rivoluzionari rimane pe r molto pi fermo per quanto possano variare le condi zioni concrete di lotta, come risulta dal confronto fra la critica che i grandi utopisti o gli scrittori rivoluzionari muovono alle societ esistenti e i rimedi specifici o le ri forme che propongono. I millenaristi (come vedremo nel capitolo sui fasci siciliani) possono facilmente mutare l a bito prim itivo di cui vestono le proprie aspirazioni con l abito moderno della politica socialista e comunista. P er altro, come abbiamo visto, anche nei rivoluzionari mo derni pi lontani dal millenarismo esiste u n aliquota di im possibilism o che li apparenta ai taboriti e anabatti sti, parentela del resto mai da loro smentita. L incontro tra millenarismo e modernit pu quindi avvenire facil mente e, una volta avvenuto, il movimento prim itivo pu trasformarsi in movimento moderno. Intendo esaminare tre diverse fasi del movimento mil lenaristico e il loro adattamento alla politica moderna: i Jazzarettisti della Toscana meridionale (dal 18 7 5 circa in poi), gli anarchici dei villaggi andalusi (dal 18 7 0 al 19 3 6 ) e i movimenti contadini della Sicilia (dal 18 9 3 in poi). Nei secoli x ix e xx questi movimenti hanno avuto carattere prevalentemente agrario, per quanto non sia a priori impossibile una loro caratterizzazione urbana, quale ebbero talora in passato. ( I lavoratori delle citt, in epoca attuale, hanno per acquisito forme pi moderne di ideo logia rivoluzionaria). Dei tre movimenti che ho scelto i lazzarettisti rappresentano un esemplare da laboratorio di una eresia medievale millenaristica, che sopravvive in

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_na zona arretrata dellItalia contadina. G li altri due sozo esempi della caratterizzazione millenaristica che as sumono i movimenti sociali tra i contadini endemica mente rivoluzionari di zone molto povere e arretrate. L'interesse prevalente degli anarchici deriva dal fatto che essi ci mostrano un millenarismo completamente avulso dalle tradizionali forme religiose, anzi sotto un profilo di ateismo militante e di anticristianesimo. E ssi costitui scono altres la prova della debolezza politica di movimen ti millenaristici trasform atisi in movimenti moderni im perfettamente (e cio inefficientemente) rivoluzionari. I fasci siciliani, per quanto molto meno m oderni sotto certi aspetti (i loro membri infatti hanno abbandonato l i deologia tradizionale solo in minima parte), ci consento no, in maniera particolarmente evidente, di studiare il fe nomeno dellassorbimento del millenarismo in un movi mento rivoluzionario moderno, il partito comunista. Resta solo da osservare che la mia esposizione appena abbozzata e sperimentale e che, per quanto ne sia stato molto tentato, ho evitato ogni paragone con i movimenti millenaristici extraeuropei, che di recente hanno richia mato l attenzione di qualche studioso molto v a le n te1. I motivi per i quali ho resistito a questa tentazione sono stati brevemente esposti nellintroduzione. I l Salvatore del M onte Amiata. La singolare astrazione dei movimenti millenaristici ha spesso indotto gli osservatori a negare loro carattere non soltanto rivoluzionario ma anche sociale. Questo proprio il caso di Davide Lazzaretti, il M essia del Monte A m iata2. Si assume, ad esempio da parte del Barzellotti
1 p e t e r WORSLEY. The Trum pet Shall Sound, London 19 5 7 [trad. it. La tromba suoner, Torino 19 6 1], uno studio di prim ordine sui cargo cults del Pacifico. [Cfr. l a n t e r n a r i , M ovim enti religiosi d i libert e di salvezza dei p opoli oppressi cit.]. 2 II mio interesse per questo movimento fu suscitato dal professor A m brogio D onini, che ha intervistato i lazzarettisti tuttora esistenti e raccol to alcuni loro scritti inediti. O ltre alle notizie attinte da lu i, mi sono ri fatto alla completa monografia contemporanea di uno studioso locale, Bar zellotti, e a varie altre opere. A lcuni studi m inori sui lazzarettisti sono

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che i lazzarettisti rappresentarono un movimento pura mente religioso. Questa tesi . in ogni caso, avventata. L comunit che espressero eresie millenaristiche non sonc di quelle in cui possa tracciarsi una netta distinzione tra cose religiose e laiche. Non ha senso discutere se una set ta sia religiosa oppure sociale, poich comunque essa sar sempre ed inevitabilmente ambedue le cose. anche evi dente, per, che i lazzarettisti si appassionavano di poli tica. L a loro bandiera recava lo slogan L a Repubblica e il Regno di D io oppure L a Repubblica il Regno di D io , secondo le varie versioni, poich l Italia era in quel l epoca una monarchia. M arciando in corteo, essi cantava no - forse riecheggiando i canti della guerra italiana di li berazione del 18 59 -6 0 : Andiam per la fede La patria a salvare, Evviva la Repubblica, Iddio e la libert l. E lo stesso M essia cos si rivolgeva al suo popolo, riceven done risposta: C he cosa volete da me? Io porto la pace e la miseri cordia. Volete qu esta? E d il popolo, sempre eguale, ri spose a gran voce: S , la pace e la misericordia. Siete contenti di non pagare pi ta sse ? E d il popolo esultante accompagn la sua affermazione col plauso pi entusiasta. Siete contenti della Repubblica? E d il popolo, sen za neppure comprendere il significato della parola, rispo se unaltra volta: s! M a non crediate che questa sia quella Repubblica del 49; ma pensate ch la Repubblica di Cristo. Dunque gri date tutti con me: E vviva la Repubblica di D io \ Non c da sorprendersi se le autorit del regno d Italia,
usciti dopo che io avevo terminato il mio testo, ad esempio: J. SEGUY, D avid e Lazzaretti et la s e d e apocalyptique des giurisdavidici, in A rch i ves de Sociologie des R eligio ns, } , 1958. 1 e. l a z z a r e s c h i , D avid Lazzaretti, il M essia d e llAm iata, Bergamo 19 4 5, p 248. 2 I b id ., p. 2 3 8 .

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estinto dalla Repubblica di D io, consideravano i lazzaret_ i r i come un movimento sovversivo. Il Monte Am iata si trova allestremit sudorientale delli Toscana, ai confini con l Umbria e il Lazio. Il lazzaret^ m o era, ed tuttora, ambientato parte in zona monta gnosa, molto arretrata, di pastorizia e agricoltura - in mi sura minima anche mineraria - e parte nella pianura co rner, la maremma, di pressoch pari arretratezza; pare per che la maggior parte delle forze lazzarettiste sia ve duta dalle montagne. La zona era estremamente arretrata sia dal punto di vista economico che da quello culturale. I due terzi circa della popolazione di Arcidosso, il centro principale della regione, era composto da analfabeti, per essere precisi il 6 3 % dei suoi 6 4 9 1 abitanti G li abitanti erano contadini proprietari o mezzadri, scarseggiavano il bracciantato e l industria. Che gli amiatini fossero terri bilmente poveri o soltanto m olto poveri pu essere materia di discussione; quel che invece certo che l av vento dellunit italiana cominci a immettere questa zo na estremamente arretrata nel circuito economico dello stato liberale italiano e a creare una notevole tensione ed irrequietezza sociale. Il brusco ingresso del capitalismo moderno nella so d e r contadina, di solito sotto l aspetto di riform e liberali o giacobine (introduzione di un libero mercato delle terre, laicizzazione delle propriet ecclesiastiche, ripartizione delle terre comuni, leggi forestali ecc.) ha sempre prodot to in quella societ l effetto di un cataclisma. Quando ci si verifica allim provviso, come risultato di una rivoluzio ne o di un vasto mutamento di leggi e di politiche, di una conquista o simili, senza essere stato adeguatamente pre ceduto dallevoluzione delle forze sociali locali, i suoi ef fetti risultano quanto mai inquietanti. Sul M onte Am iata la maniera pi appariscente con cui il nuovo sistema so ciale si sovrapponeva al vecchio erano le tasse; come del resto era altrove. La costruzione delle strade, iniziata nel 18 6 8 , fu pagata con i tributi locali e le citt e i paesi della zona ne sopportarono il peso. A Castel del Piano, Cini1 l a z z a r e s c h I j D avid Lazzaretti, il Messia dell'A m iata cit., p. 262.

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giano, Roccalbegna e Santa Fiora l ammontare delle so pratasse provinciali e comunali era pi del doppio dellim porto delle tasse erariali e ad Arcidosso era tre volte tan t o 1. Si trattava principalmente di tasse sui terreni e sui fabbricati. Non c da meravigliarsi che gli esattori di San ta Fiora si lamentassero che alcuni negozianti rifiutavano di pagare perch Lazzaretti aveva promesso loro r.hp non avrebbero pi pagato tasse 2. Anche qui, come dappertut to, l introduzione della legge piemontese quale legge co mune a tutta l Italia, cio di un rigido codice di liberali smo economico, gett la societ locale nella confusione3. Cosi la legge forestale, con la pratica abrogazione dei di ritti consuetudinari di libero pascolo, di legnatico e simi li, si abbatt tragicamente sui piccoli proprietari margi nali ed esacerb i loro rapporti con i maggiori proprietari terrieri \ Cosi naturale che Lazzaretti predichi un nuo vo ordine di cose, in cui propriet e terra vengono distri buite diversamente, fittavoli e mezzadri godono di una maggior quota di p ro d o tto 5. (La lotta per una maggiore quota di prodotto rimasta fino a oggi il tema dominante d elleconomia agricola d ellItalia centrale e forse la ra gione principale per cui quella regione una delle pi sal damente comuniste, nonostante la pratica mancanza di la tifondi ed industrie. La provincia di Siena, in cui rientra parte del M onte Am iata, vanta la pi alta percentuale di voti comunisti in tutta Italia, il 4 8 ,8 % nel 19 5 3 ). Esiste vano quindi condizioni favorevoli per un movimento di agitazione sociale. E , a causa dello straordinario isolamen to di quellangolo di Toscana, un tale movimento fu por tato ad assumere una forma piuttosto prim itiva. Torniamo ora a Davide Lazzaretti. E ra nato nel 18 3 4 e faceva il carrettiere, viaggiando su e gi per la regione. Bench proclamasse di avere avuto una visione allet di
1 B A R Z E L L O T T i,

M onte Amiata e il suo profeta , M ilano 19 0 9 , pp. 77-78-

2 l a z z a r e s c h i , D avid Lazzaretti, il Messia dell'A m iata cit., pp. 282-

283. 3 Per una m igliore trattazione generale del problema, cfr. E. s e r e n i , II capitalismo nelle campagne 18 60 -1900 , Torino 1949; il libro tratta in cidentalmente dei lazzarettisti alle pp. 1 14 - 1 5 . 4 BARZELLOTTi, M onte Amiata e il suo profeta cit., p. 79. 5 I b id ., p . 256.

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;uattordici anni - nel 18 4 8 , l anno della Rivoluzione se ne parlava come di un materialista, per non dire un be stemmiatore, fino alla conversione, avvenuta nel 1868 . L a data significativa perch coincide con uno degli anni i i grande fermento popolare in Italia. Il raccolto del 18 6 7 era stato cattivo, era in corso una crisi industriale, e, so prattutto, la tassa sul macinato, imposta quellanno dal Parlamento, aveva fatto aumentare i prezzi dei generi ali mentari e creato grave malcontento negli ambienti rura l i -. In tutte le province, salvo dodici, l imposizione di cuesta tassa suscit disordini; il risultato fu qualcosa co n e 2 5 7 morti, 10 9 9 feriti e 3788 a rresti1. Pi che natu rale, quindi, che in quellanno un contadino attraversasse una crisi intellettuale e spirituale. Per di pi l'incomben te conflitto franco-prussiano, e le sue possibili (poi dive nute effettive) conseguenze per il Papato, commossero profondamente le coscienze cattoliche. Lazzaretti a quel rempo era papalino, nonostante la sua predicazione aves se alcune intonazioni di sinistra e repubblicane, naturali oer un uomo che aveva combattuto come volontario nel l'esercito nazionale nel i8 6 0 . I papalini, in opposizione il governo ateo, in quellepoca incoraggiavano in ogni ca so le agitazioni agrarie - i disordini furono particolarmen te intensi nelle province ex papali e si faceva uso di slo gans di ispirazione cattolica - , e si diceva anche che pro teggessero il Lazzaretti della prima maniera, la cui predi cazione poteva fare da contrappeso alla influenza laica li berale. Certamente egli godette per un lungo periodo di rempo dellappoggio semiufficiale della Chiesa. Lazzaretti, acquistata nella zona la fama di santuomo dopo il 18 6 8 , cominci a elaborare le proprie dottrine e profezie. E gli era convinto di essere un lontano discen dente di un re francese (la Francia in quellepoca era il principale sostegno del Papato). Sul finire del 18 7 0 nei Rescritti profetici, intitolati anche 11 risveglio dei popoli, egli previde l avvento di un profeta, capitano, legislatore e riformatore di leggi, un nuovo pastore del Sinai, che sa
1 N. r o s s e u . t , M azzini e Bakunin ( 18 6 6 -18 7 2 ) , Torino 19 2 7 ; per una iisam ina generale della situazione, pp. 2 1 3 sgg. 2 s e r e n i , II capitalismo n elle campagne cit., p. i n .

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rebbe sorto a liberare i popoli allora gementi com e schia vi sotto il dispotico potere del mostro dellambizione, del l ipocrisia, delleresia e dellorgoglio. Un re, cui sarebbe toccato il compito di riconciliare la Chiesa con il popolo italiano, discender dai monti, seguito da mille giovani, tutti di sangue italiano, e questa sar chiamata la milizia dello Spirito Santo e avrebbe restaurato l ordine morale e civile Presto cominci a fondare colonie comuniste sul M onte Am iata, dove i fedeli costruirono per lui una chie sa e una torre. Ci port allaccusa di attivit sovversive ma Lazzaretti riusc ad evitare la condanna grazie ad alcu ni influenti sostenitori locali. Da allora si lasci sempre pi alle spalle la vecchia orto dossia. Nel corso di vari digiuni e viaggi svilupp gradual mente la versione definitiva della propria dottrina. Egli, Lazzaretti, doveva essere il re ed il M essia. Il Signore avrebbe costruito sette citt sacre, una sul M onte Am ia ta e le altre in diversi paesi e luoghi adatti. Fino ad allora c era stato il Regno della Grazia (che egli identificava con il pontificato di Pio IX ), sarebbero poi venuti il Regno della Giustizia e quindi la Riform a dello Spirito Santo, terza e ultima et del mondo. Grandi sciagure sarebbero state il presagio della liberazione definitiva degli uomini per mano di D io 2, ma lui, Lazzaretti, sarebbe morto. G li studiosi del pensiero medievale, e delle dottrine di G ioac chino in particolare, si renderanno conto del sorprenden te parallelismo fra questa dottrina e quelle della tradizio nale eresia popolare. Il momento cruciale arriv nel 18 7 8 . A llinizio dellan no morirono V ittorio Emanuele e Pio IX e di qui - secon do Lazzaretti - avrebbe avuto fine la successione dei pon tefici. inoltre opportuno ricordare che incombeva sul l Italia la crisi agricola. Dal 18 7 5 si era verificata una ca duta dei prezzi del grano e dei salari e pur non essendovi alcuna ragione particolare per la scelta del 18 7 8 , dato che fu il 18 7 9 lanno veramente catastrofico in Italia e in di verse altre regioni di Europa - la depressione degli anni
1 BARZELLOTTi, M onte Amiata e il suo profeta c it ., p p . 193 - 94 2 Ib id ., pp. 28, 23^-36. D i solito ci si aspetta che la terza et sia quel la della Libert.

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rrecedenti aveva ormai convinto i contadini toscani che ; segni e i presagi della fine del mondo, stavano per avve rarsi. Lazzaretti ritorn dalla Francia, dove aveva trovato dei protettori facoltosi, e si proclam M essia. N atural mente, quando ne inform il Vaticano, fu scomunicato. Ma sul Monte Am iata la sua influenza era enorme. Da lui accorrevano in folla uomini e donne, al punto che le chie se del luogo rimanevano vuote Egli annunci che sareb be sceso dalla montagna nel giorno precedente la A ssun zione, il 14 agosto. Si riun una folla di 3000 persone, non sappiamo quanti per osservare e quanti per sostener lo. I suoi seguaci indossavano le speciali divise comprate e fatte confezionare da lui per la Legione italiana e la Milizia dello Spirito Santo. Venne issata la bandiera iella Repubblica di Dio. Per vari motivi la discesa dal monte fu rimandata al 18 agosto. In quel giorno i lazza rettisti scesero al canto di inni dalla montagna ad Arcidosso e incontrarono i carabinieri, che ingiunsero loro di tornare indietro. Lazzaretti rispose: se volete pace, vi porto pace, se volete piet, avrete piet, se volete sangue, eccomi. Dopo un confuso scambio di parole, i carabinie ri aprirono il fuoco e Lazzaretti fu tra i morti. I suoi prin cipali apostoli e leviti vennero processati e condannati; la corte tent invano di dimostrare che essi volevano sac cheggiare le case dei ricchi e scatenare una rivoluzione ter rena. Naturalmente non era vero. E ssi stavano erigendo la Repubblica di D io, la terza e ultima et del mondo, im presa ben pi importante che saccheggiare le case dei si gnori Pastorelli. Solo, come era stato dimostrato, i tempi non erano maturi. Sembr cosi che per i lazzarettisti fosse arrivata la fine, salvo per i pi fedeli discepoli, che tirarono ancora avan ti; l ultimo mori nel 19 4 3 . Infatti un libro scritto in quel l anno parla dell ultimo dei giurisdavidici. C per un epilogo. Quando nel 19 4 8 ci fu un attentato alla vita di Togliatti, leader comunista italiano, in diverse zone i co munisti credettero che fosse arrivato il grande giorno e cominciarono subito ad assaltare i posti di polizia e a im
1 BARZELLOTTI, M onte Amiata e il suo profeta c it ,, pp. 256-57.

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padronirsi del potere con altri mezzi fin quando non in tervenne l azione moderatrice dei capi. Tra le varie zone in cui si verificarono queste rivolte c era Arcidosso. Pi tardi un esponente comunista che teneva l un comizio, spinto dalla propria mentalit storicistica, non pot resi stere alla tentazione di richiamarsi al profeta Lazzaretti e al massacro del 18 7 8 . Dopo il comizio diversi partecipan ti alla riunione lo presero da parte e gli esternarono tutta la loro gioia per quello che egli aveva detto. Erano lazza rettisti: ce n erano parecchi nella zona. Naturalmente, poich erano contro la polizia e contro lo Stato, stavano dalla parte dei comunisti. Certamente anche il profeta sa rebbe stato dalla stessa parte. Ma fino a quel momento es si non avevano saputo che la nobile opera di Davide Laz zaretti fosse apprezzata dagli stessi comunisti. Il movi mento millenaristico originario aveva cosi continuato ad esistere in forma sotterranea (i movimenti contadini han no capacit di esistere anche a livello cosi ridotto da riu scire impercettibile agli osservatori cittadini). Era stato assorbito da un movimento rivoluzionario pi vasto e pi moderno. La rivolta di Arcidosso del 1 9 4 8 fu una nuova, e in certo senso riveduta edizione della discesa dal Monte Amiata. Chi furono o chi sono i lazzarettisti? C om naturale, pochi erano i ricchi, ma pochi anche i nullatenenti. Il nu cleo centrale sembra si trovasse fra piccoli contadini, mez zadri, artigiani e simili dei piccoli paesi di montagna. E cosi ancora oggi, nonostante i contadini appartenenti al la setta, come spesso accade, abbiano cercato di prospera re nelle faccende terrene ed abbiano raggiunto una agia tezza superiore alla media, cosicch oggi tra loro si conta no molti ricchi, rispettati dai propri concittadini. L espe rienza infatti dimostra che le eresie pure di tipo medieva le al giorno d oggi hanno forse meno presa sui nullatenen ti, i quali puntano decisamente ai movimenti socialisti e comunisti, che sui piccoli contadini in lotta per lesisten za, operai agricoli, artigiani di paese e simili. La loro con dizione li spinge nello stesso tempo avanti e indietro: ver so una societ nuova e verso il sogno di un passato puro, l et delloro o i bei tempi passati; e forse la setta mil-

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lenaristica esprime questo dualismo. In ogni caso le va rie sette eretiche, germogliate nellItalia meridionale, in unatmosfera che ricorda il rivoluzionarismo dei contadi ni al tempo di Lutero pi che di Lenin, sembrano dimo strare questa tendenza, per quanto non possiamo esser ne certi finch non sar stato seriamente iniziato lo stu dio, cosi necessario, delle eresie contadine del Sud (dalle pi antiche comunit valdesi o dalla Chiesa dei fratelli cristiani alle pi moderne della chiesa pentecostale, av ventisti, battisti, testimoni di G eova e Chiesa di Cristo) In ogni caso Chironna Evangelico, la cui autobiografia fu scelta da Rocco Scotellaro come tipica di tal genere di contadini, un operaio agricolo e mezzadro nato da una modesta famiglia di piccoli coltivatori diretti I famosi ebrei di San M eandro sembra appartengano ad analoghe classi sociali; il promotore era piccolo proprietario terrie ro e numerosi esponenti erano artigiani (calzolai, ec c.)5. I pentecostali, secondo la signora Cassin, hanno un segui to speciale fra gli artigiani; gli organizzatori sindacali del la confederazione generale italiana del lavoro ( c g i l ) della provincia di Foggia ritengono che l organizzazione dei protestanti sia composta principalmente di piccoli conta dini, una setta di ortolani, come mi stato detto da uno di essi \ Ma i lazzarettisti non hanno affinit soltanto con il so cialism o o con il com uniSm o. Il ferm en to religioso appe na uno degli aspetti del rivoluzionarismo endemico tra i contadini del Sud, anche se tende ad acquistare un ruolo
1 Uno studio dettagliato su un notevole gruppo di contadini converti tisi a llebraismo quello di e l e n a c a s s in , San N icandro , Paris 19 57, che contiene un prezioso materiale sul fermento religioso nel M onte G ar gano, lo sperone d Italia, ed una mappa della distribuzione delle co munit pentecostali in Italia. Opera altamente illuminante. A proposito delJa natura dei pentecostali e delle altre chiese, il cui richiamo si fatto pi intenso dopo la guerra, cfr, la descrizione generale delle sette ameri:ane dei cotonieri nel capitolo v ili. 2 r o c c o s c o t e l l a r o , Contadini del S u d , Bari 1 9 5 .5 : v ^ta di Chironna Evangelico. 3 c a s s i n , San Nicandro cit., purtroppo indica soltanto la situazione sociale di cinque fra i venti e pi membri maschi della comunit. 4 Sono grato al signor Lucio Conte e ad altri membri della federazione provinciale di Foggia della c g i l nonch a vari membri d el partito comu nista di San Nicandro per le informazioni fornitem i sulla composizione sociale e le opinioni politiche degli appartenenti alla setta nel 1 9 5 7 .

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di preminenza laddove non abbia ancora assunto une spressione politica o l abbia rinnegata (sempre che possa al riguardo ritenersi probante l esperienza del Monte Gargano). Cosi il protestantesimo realizz i primi impor tanti progressi dopo il 19 2 2 , cio dopo la sconftta delle leghe contadine, il trionfo del fascismo e la fine della emi grazione in America. M i risulta, inoltre, che nel Foggia no c motivo di ritenere che il settarismo sia alquanto piti forte ai margini del Tavoliere che nelle pianure di for te e antica tradizione socialista. Tuttavia in una situazio ne quale quella dellItalia meridionale, per un eretico reli gioso praticamente impossibile non allearsi con i movi menti laici anticlericali ed molto difficile non simpatiz zare in qualche modo con i rivoluzionari; non si pu quin di tracciare una linea netta di separazione tra contadini socialcomunisti e contadini militanti in sette religiose. M i risulta che la grande maggioranza degli ebrei convertiti di San Nicandro hanno votato per il partito comunista (il co mune roccaforte delle sinistre), ed i comunisti locali (al cuni dei quali sono imparentati ai protestanti) li conside rano quasi tutti dei nostri. Numerosi protestanti sono anche comunisti militanti ed esistono casi di testimoni di G eova eletti segretari delle Camere del lavoro o, con non poco imbarazzo delle gerarchie del partito, delle sezioni locali. Tuttavia questa tendenza dei contadini eretici a le garsi anche ai movimenti di sinistra non deve venire rife rita al millenarismo religioso politico puro, qual il lazzarettismo. Esso si presenta come un fenomeno piuttosto ec cezionale almeno n ellEuropa occidentale e meridionale, per quanto ulteriori ricerche frutterebbero forse la scoper ta di altri esempi da collocare a fianco del Messia del M on te Amiata.

Capitolo quinto Il millenarismo I I : gli anarchici andalusi

Il lettore inglese ha a sua disposizione unopera che co stituisce una cos eccellente introduzione allo studio della Spagna e dei movimenti anarchici spagnoli, che non vi nulla di meglio che richiamarsi ad esso; alludo al libro The Spanish Labyrinth di G erald B ren a n 1. Il presente capitolo, anche nei punti che non si fondano direttamente sullopera di Brenan, non che una versione leggermente ampliata e dettagliata di una trattazione sulla quale ben pochi studiosi potranno non trovarsi d accordo. stato detto che l Andalusia la Sicilia della Spagna2; molte delle osservazioni relative a quellisola (ad esempio quelle che si trovano nei capp. il e v) valgono anche per essa. L Andalusia costituita pressappoco dalla piana del G uadalquivir e dalle montagne che la racchiudono come in una conca. Considerata in generale, una regione la cui popolazione concentrata in agglomerati chiamati pueblos, con una campagna spopolata, dove i contadini
1 Questo capitolo si basa principalmente su llopera di Brenan {Cam bridge i9 6 0 ) e su alcune opere della sua bibliografia, specialmente su Hstoria de las agitacines campesinas andaluzas, M adrid 1929 di j. d i a z d e l m o r a l , opera superiore ad ogni elogio da parte dello studioso dei movimenti sociali prim itivi. Degno di menzione ci appare inoltre People of the Sierras cit. di p i t t - r i v e r s , monografia antropologica sul pueblo di Grazalema, Esso contiene u tili osservazioni sul movimento anarchico lo cale, ma non tiene sufficientemente conto del fatto che questa cittadina non era semplicemente anarchica, ma costituiva uno dei centri principali c i tale movimento riconosciuto come tale d allintera Spagna. Cosi, l auto re non si preoccupa d i spiegare le ragioni per le quali Grazalema sia sta ta un centro del movimento tanto pi importante di altri pueblos, n d i illustrare le origini e il dinamismo del movimento stesso; ci toglie al* l'opera in questione parte del suo valore, almeno da un punto di vista storico. 2 a n g e l m a r v a u d , La question sociale en E spagne , Paris 19 10 , p. 4 2 .

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vanno a vivere per lunghi periodi in ricoveri e baracche, lasciando le mogli al paese. V i sono vaste propriet im produttive e trascurate dai proprietari, e la popolazione composta da braceros o lavoratori a giornata, senza ter ra e di condizione quasi servile. Era insomma il classico paese latifondista, per quanto ci non significhi che nel se colo scorso, la totalit di esso fosse coltivata in vaste pro priet e fattorie; parte di esso era diviso in piccole azien de concesse in affitto con contratti a breve scadenza. Sol tanto una minima parte - piccole isole politicamente con servatrici in un mare rivoluzionario - era costituita da piccole propriet e da poderi affittati con contratti a lun ga scadenza. A Cadice le propriet superiori ai 250 ettari coprivano nel 1 9 3 1 il 5 8 % della superficie della provin cia; vi erano tra esse tre propriet con una media di 10 000 ettari, 32 con una media di quasi 5000 e 2 7 1 con una media di circa 900. In tre distretti amministrativi della provincia i latifondi occupavano dal 77 al 9 6 % del la superficie totale. A Siviglia vaste propriet occupava no il 5 0 % della superficie totale; tra esse ve ne erano 13 con una media di circa 7000 ettari, e 10 4 con una media superiore ai 2000. U n analoga situazione, seppure legger mente pi attenuata, si riscontrava a Cordova. Inutile di re che le grandi propriet comprendevano in genere i ter reni migliori. Il quadro generale pu essere schematica mente completato con l osservazione che nelle province di H uelva, Siviglia, Cadice, Cordova e .Tan, 6000 gran di proprietari terrieri detenevano almeno il 5690 del red dito tassabile; il resto era diviso tra 2 5 8 0 0 0 proprietari minori, mentre circa l 8 o % della popolazione rurale non possedeva terra a ffa tto 1. Possiamo osservare incidental mente che l Andalusia, come l Italia meridionale, subi nel secolo scorso, se non addirittura dal tempo dei mori,
1 b re n a n , T h e Spanish Labyrinth cit., pp. 1 1 4 sgg.; cfr, anche le mappe a 332-35 e inoltre L a reforma agraria en Espana, Valencia 19 3 7 ; Spain: T h e distribution of property and land settlem ent , in International R e v iew of Agricultural Econom ics, 19x6, n. 5, che fornisce la percentuale dei proprietari terrieri per ogni centinaio di abitanti rurali dediti a lla gricoltura, cio meno di 17 nelPAndalusia occidentale, e meno di 20 nelTAndalusia orientale; mentre nella vecchia C astiglia sono circa 60 (pp. 95 sgg.).

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un processo di disindustrializzazione, essendo incapace di competere con i suoi concorrenti settentrionali e stra nieri. Divenne cosi esportatrice di prodotti agricoli e di mano d opera non specializzata che cominci ad emigrare verso il nord industrializzato, mentre i suoi abitanti rima sero legati quasi esclusivamente ad u nattivit agricola estremamente povera e malsicura. Esiste una vasta letteratura unanime nel dipingere con i pi spaventosi colori le condizioni economiche e sociali di costoro. Come in Sicilia, i braceros lavoravano quando cera lavoro per loro, e quando non c era pativano la fa me, e cosi in una certa misura fanno tuttora. Da uno stu dio della loro alimentazione mensile ai primi del nostro secolo, risulta che essi vivevano quasi esclusivamente di pane nero (da un chilo a un chilo e mezzo al giorno), un po d olio, un po di aceto e legumi secchi conditi con sa le ed aglio. Il tasso di mortalit nei pueblos delle colline del cordovese alla fine del secolo scorso, andava dal 30 al 3 8 %o. A Baena, il 2 0 % delle morti, nel lustro dal 1896 al 19 0 0 , furono causate da malattie polmonari e quasi il 1 0 % da malattie per iponutrizione. A l principio del nostro secolo l'analfabetism o andava dal 65 al 5 0 % della popolazione maschile nelle varie province andalu se; quasi nessuna donna delle campagne sapeva leggere. Non occorre procedere oltre in questa triste descrizione; baster osservare che alcune zone di questa infelice regio ne sono tuttora le pi povere d ellEuropa occidentale1. Non da stupirsi che questa zona divenisse decisamen te rivoluzionaria, non appena una certa coscienza politica cominci a risvegliarsi in Andalusia. Grosso modo il ba cino del G uadalquivir e le zone montuose a sud-est di es so, cio in particolare le province di Siviglia, Cadice, C or dova e Malaga erano generalmente anarchiche. Le zone minerarie occidentali e settentrionali (Rio Tinto, Pozoblanco, Almadn ecc.), centri di socialismo operaio deli mitavano da una parte la zona anarchica; la provincia di Jan, politicamente meno progredita e soggetta allinflus
1 M : \ r v a u d , La question sociale en E Spagne cit., p p . 1 3 7 , 4 5 6 - 5 7 ; F. v a l v e r d e Y p e r a l e s , H istoria de la V illa de Baena, Toledo 1 9 0 3 , pp.

282 sgg.

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so tanto del socialismo castigliano che delle idee anarchi che andaluse, form ava il confine dallaltro lato; Granada, in cui il conservatorismo era pi forte - per lo meno, ove i contadini erano pi sottomessi - chiudeva il terzo lato. Tuttavia, poich le statistiche relative alle elezioni in Spa gna non forniscono un quadro fedele della composizione politica di questa zona, in parte perch gli anarchici si astennero dal partecipare alle elezioni fino al 19 3 6 (e al cuni di essi possono essersene astenuti anche allora), in parte perch il risultato delle elezioni veniva alterato per l influsso dei proprietari terrieri e delle autorit, questo quadro sar necessariamente pi impressionistico che fo tografico '. L anarchismo rurale non aveva seguaci soltan to fra i braccianti senza terra. Diaz del M oral e Brenan hanno dovuto infatti constatare come tanto i piccoli pro prietari quanto gli artigiani vi svolgessero un ruolo alme no altrettanto importante, se non maggiore, per il fatto di essere economicamente meno vulnerabili e socialmen te meno sottomessi. Chiunque abbia visto un pueblo di braceros in cui, a eccezione dei signori, dei capi delle fat torie e di altre persone nate per com andare, soltanto gli artigiani e i contrabbandieri rivelano nel passo quell indefinibile segno del rispetto per se stessi, non avr difficolt a comprendere. La rivoluzione sociale si inizia in Andalusia poco dopo il 18 5 0 . Si citano esempi precedenti il famoso villaggio di Fuenteovejuna si trova nellAndalusia si trovano tuttavia scarse tracce di movimenti rivoluzionari di ca rattere spiccatamente rurale prima della seconda met del secolo scorso. Il fatto di Fuenteovejuna (14 7 6 ) non era dopo tutto che una particolare rivolta contro l eccessi va tirannia di un singolo signore, che era stata inoltre con certata insieme ai cittadini di Cordova, per quanto la leg genda e il dramma sorvolino su questo punto. Anche le
1 Cosi nelle elezioni del 19 36, nella provincia di Cadice, si riscontr ovunque la maggioranza per il fronte popolare ad eccezione di una parte della costa occidentale e della zona montuosa nei pressi di Ronda che, precisamente, comprendeva alcune tradizionali e leggendarie roccaforti d ellidea anarchica, e ove fu presumibilmente adottata la politica d ella stensione. H o preso le cifre dai risultati pubblicati sul D iario de C adiz del 1 7 febbraio 1936.

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-volte per fame del x v n secolo, le cui tinte risultarono iccentuate dal separatismo andaluso, sembra abbiano avu to carattere urbano piuttosto che rurale e riflettono la di sintegrazione d ellimpero spagnolo di quel tempo e le pi vaste rivolte contemporanee in Portogallo e in Catalogna piuttosto che una vera e propria agitazione rurale. In ogni caso, vi sono scarse tracce di un movimento improntato a un vero e proprio millenarismo contadino, seppure senza dubbio unaccurata ricerca potrebbe scoprirne qualche traccia. I contadini andalusi soffrivano la fame come tut~ i contadini nei periodi preindustriali, e tutto lo spirito rivoluzionario che albergava in essi trovava il suo sfogo m un culto eccezionalmente fervente del banditismo so ciale e del contrabbando; di: Diego Corrientes, brigante andaluso che derubava i ricchi e soccorreva i poveri Forse si esternava anche in un attaccamento fanatico alla Chiesa cattolica militante, la cui Santa Inquisizione colpi va gli eretici, anche se ricchi e potenti, i cui teologi spa gnoli, come il gesuita M ariana, spalleggiavano la rivolta di Fuenteovejuna, scagliandosi contro i ricchi e propo nendo radicali riforme sociali, e la cui vita monastica in carnava talvolta il loro prim itivo ideale comunista. Ho udito con le mie orecchie un vecchio aragonese parlare con .ammirazione dellordine in cui si trovava suo figlio: li centro c il com uniSm o, sapete. M ettono tutto in comu ne, e ognuno prende ci che gli serve per vivere. La Chiesa spagnola, conservando questo eccezionale carat tere popolare che faceva si che i preti delle parrocchie si battessero come capi guerriglieri alla testa del loro gregge nelle guerre di Francia, certamente forni un efficace sfo go di sentimenti che altrimenti avrebbero potuto diveni re rivoluzionari in un senso spiccatamente laico. Verso il i8 6 0 si ha notizia di bande contadine vaganti e persino di villaggi che si impadroniscono del pot1 A proposito del ruolo del bandito nella struttura di un moderno pue blo andaluso - cfr. p i t t - r i v e r s , P eople o f the Sierras cit., cap. x n . Per le correlazioni geografiche tra anarchismo nel latifondo e zone d i banditismo, ;:r . b e r n a l d o d e q u i r o s , E l Bandolerism o , p p . 25 0 -.5 1.

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re Il primo movimento rivoluzionario indigeno che at trasse in modo speciale l attenzione fu la rivolta di Loja e Iznajar nel 1 8 6 1 , molti anni prima delFavvento degli apostoli di Bakunin. (Ritengo tuttavia che vi siano tracce di un influsso massonico carbonaro di sinistra n ellinsur rezione di L o ja ) 2. Il periodo delle agitazioni internazio nali e repubblicane tra il 1868 e il 18 7 3 vide ancora altri movimenti: il cantonalism o , cio la richiesta dellindipen denza da parte dei villaggi, caratteristica di tutti i movi menti rurali spagnoli, a Iznajar e Fuenteovejuna; la ri chiesta di divisione delle terre a Pozoblanco e Benameji questo pueblo tristemente famoso, i cui cittadini inizial mente erano dediti in gran numero al contrabbando, do ve i banditi avevano spesso praticamente assediato i ric chi e nessun delitto veniva punito dallo Stato poich nes suno si curava d in form arlo3. Quando i figli di Bena m eji (che ancora svolgono il loro ruolo leggendario di individualisti che si fanno rispettare nelle romanze gi tane di G arcia Lorca) aggiunsero alla rivolta individuale la rivoluzione sociale, ebbe inizio una nuova era della po litica spagnola. L idea anarchica, diffusa dagli emissari della corrente bakuninista dellinternazionale, apparve sulla scena politica. Cos come in altri paesi europei, a par tire dal 18 7 0 si verific una rapida espansione dei movi menti politici di massa. Il nerbo del nuovo movimento ri voluzionario risiedeva nelle classiche province latifondiste, specialmente in quella di Cadice e nella parte meridio nale di quella di Siviglia. Cominciarono allora a costituirsi le roccaforti d ellidea anarchica andalusa: Medina Sidonia, Villam artln, Arcos de la Frontera, E 1 Arahal, Bornos, Osuna, E l Bosque, Grazalem a, Benaocaz. Il movimento decadde verso il 18 8 0 - non tanto nella provincia di Cadice quanto altrove - si risvegli di nuovo
1 T h e agrarian problem in Andalusia, in International R eview of A gricultural Econom ics, x i, 1920, p. 279. 2 It mio amico Victor Kiernan, dalla cui profonda conoscenza degli avvenimenti spagnoli della met del secolo scorso ho attinto abbondanti informazioni, mi ha detto che si accenna a questo fatto (forse senza fon damento) n ellopera di n. d ia z y p f r e z , La Francmasoneria Espanola. 3 z u g a s t i , Bandolerism o cit., Introduzione, v o l. I ., pp. 2 3 9 -4 0 . Izna jar. un altro dei centri propulsori della rivoluzione sociale aveva, secondo la stessa fonte, una legge d i omert straordinariamente rigorosa.

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dopo il 18 8 0 per nuovamente morire. I primi scioperi generali di contadini si verificarono in questa epoca nella zona di Terez, che era, allora come pi tardi, il caposaldo di notevoli forze anarchiche. Nel 18 9 2 il movimento scop pi di nuovo culminando nella marcia, facilmente repres sa, di molte migliaia di contadini su Terez. Un altro risve glio si verific al principio del nostro secolo, questa volta sotto le insegne dello sciopero generale, tattica che prima di allora non era stata adottata sistematicamente come mezzo per fomentare rivoluzioni sociali. Negli anni 19 0 119 0 3 , scioperi generali di contadini si verificarono in al meno sedici pueblos, principalmente nella provincia di Cadice '. Questi scioperi rivelano notevoli caratteri mille naristici. Dopo un altro periodo di quiete, il pi vasto movimento di massa di cui si abbia memoria fino a quel tempo, fu causato, si ritiene, dalle notizie della rivolu zione russa penetrate fino a questa remota regione. Per la prima volta in questo periodo bolscevico, Cadice ce dette a Cordova il proprio primato fra le province anar chiche. La repubblica ( 19 3 1 - 1 9 3 6 ) vide l ultimo di que sti grandi risvegli con la conquista del potere da parte di molti pueblos anarchici, nello stesso anno 19 3 6 . Tutta via, a eccezione di M alaga e della zona di confine della pro vincia di Cordova, la zona anarchica cadde sotto il domi nio di Franco quasi dai primi giorni della rivoluzione, e anche le regioni repubblicane vennero presto conquista te. Il 19 3 6 -37 segna dunque la fine almeno di questo pe riodo della storia del movimento anarchico andaluso. evidente come in gran parte dellAndalusia il fer mento rivoluzionario delle campagne si trovasse allo stato endemico da prima del 18 7 0 e divenisse epidemico a in tervalli di circa dieci anni. egualmente evidente come nella prima met del secolo scorso non si verificassero movimenti di una forza e di un carattere paragonabile a quelli che avvennero in seguito. Le ragioni di ci non sono
1 Nella provincia di Cadice: Arcos, A lca li del V alle, Cadice, Jerez, La Linea, M edina Sidonia, San Fernando, V illam am n. Nella provincia di Si viglia: Carmona, Morn. Nella provincia di Cordova: Bujalance, Castro del Rio, Cordova, Fernn Nunez. Nella provincia di M alaga: Antequera. N'ella provincia di Jan : Linares.

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facili da scoprire. Lo scoppio delle rivoluzioni non era soltanto l effetto delle pessime condizioni di vita, poich tali condizioni sono in un certo senso migliorate seppure soltanto in quanto sono state eliminate le catastrofiche carestie come quelle verificatesi nel 1 8 1 2 , nel 1 8 1 7 , nel 18 3 4 -3 5 , nel 18 6 3 , nel 186 8 e nel 18 8 2 . L unica autenti ca carestia (se si eccettuano alcuni episodi verificatisi in seguito alla guerra civile) fu quella del 19 0 5 . In ogni mo do, la carestia aveva normalmente l effetto di smorzare piuttosto che di stimolare i movimenti sociali quando era in atto, per quanto il suo avvicinarsi accrescesse l agita zione. Quando la gente ha fame, troppo intenta a cercare del cibo per occuparsi di altre cose; altrimenti si muore. Le condizioni economiche ovviamente determinarono il tempo e l andamento periodico dello scoppio delle rivo luzioni - ad esempio i movimenti sociali tendevano a raggiungere la massima intensit nei mesi pi difficili del l anno, cio da gennaio a marzo, quando i braccianti han no meno lavoro (tanto la marcia su Jerez del 18 9 2 che la rivolta di Casas Viejas nel 19 3 3 si verificarono ai primi di gennaio), e da marzo a luglio, quando il raccolto del l'annata precedente esaurito e i tempi sono pi magri che mai. Tuttavia il sorgere del movimento anarchico non era soltanto un indice del crescente disagio econo mico. Inoltre esso rifletteva soltanto in maniera indiretta i movimenti politici esterni. I rapporti fra i contadini e la politica (che affare dei cittadini) sono peculiari in ogni caso; tutto ci che si pu dire che la vaga notizia di un cataclisma politico, quale una rivoluzione o una nuo va legge, o di qualche avvenimento relativo al movimen to internazionale operaio che sembrasse annunziare l av vento di un nuovo mondo - l internazionale o la scoperta dello sciopero generale come arma rivoluzionaria - su scitava uneco tra i contadini, qualora i tempi fossero maturi. La migliore spiegazione possibile che l avvento della rivoluzione sociale fosse connesso allinstaurazione di rapporti capitalistici di ordine legale e sociale nelle cam pagne del meridione nella prima met del secolo scorso. I diritti feudali sulla terra furono aboliti nel 1 8 1 3 e tra

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quella data e la rivoluzione del 18 5 4 , la battaglia per ot tenere liberi contratti agrari prosegui ininterrottamente. Nel 18 5 5 questa battaglia era vinta; la generale liberazio ne della propriet civile ed ecclesiastica (Stato, Chiesa, terre incolte ecc.) era stata riaffermata, mentre si davano direttive per la loro vendita sul libero mercato. Da allora le vendite continuarono senza interruzione. appena ne cessario soffermarsi sulle inevitabili disastrose conseguen ze di questa rivoluzione economica senza precedenti sulla popolazione rurale. La rivoluzione sociale fu una natu rale conseguenza di ci. Una particolarit dellAndalusia la trasformazione, estremamente netta e precoce della rivolta sociale e del fermento rivoluzionario, in uno spe cifico movimento di rivoluzione agraria e sociale, con una chiara coscienza politica sotto la guida di capi anarchici; difatti, come rileva B ren an ', nel i8 6 0 l Andalusia pre sentava le stesse caratteristiche di fermento prim itivo e confuso che si potevano riscontrare nel meridione d Ita lia. Questo pu aver dato origine alla combinazione ita liana di brigantaggio sociale e rivoluzionario-borbonico e di occasionali jacqueries, oppure alla combinazione sici liana di ambedue questi elementi con la Mafia, che era es sa stessa un complesso amalgama di banditismo sociale, banditismo dei proprietari terrieri e autodifesa generale contro i forestieri. evidentemente alla propaganda de gli apostoli d ellanarchia, che riunirono in un unico mo vimento le saparate rivolte di Iznajar e Benam eji, di Arcos de la Frontera e di Osuna, che si deve questa lineari t di direttrici politiche. Del resto gli apostoli dellanar chia si erano spinti fino allItalia meridionale, ma senza ottenere affatto la stessa reazione. Si potrebbe osservare che alcune caratteristiche della Chiesa e dello Stato in Spagna contribuirono in ugual mi sura a determinare la particolare situazione andalusa. Lo Stato non era uno Stato di stranieri come in Sicilia (dei Borboni e dei Savoia) o nellItalia meridionale (dei Sa voia); era spagnolo. Ribellarsi contro un sovrano legitti mo richiede sempre una coscienza politica molto maggio1 b ren an ,

The Spanish

Labyrinth c it ., p. 156.

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re di quanta ne sia necessaria per respingere uno stranie ro. Inoltre lo Stato spagnolo possedeva in ogni pueblo un emissario diretto, efficiente e onnipresente, e ostile ai con tadini, la guardia civil costituita nel 18 4 4 principalmente per eliminare il banditismo; essa vigilava sui villaggi dal le sue caserme fortificate, si aggirava per le campagne in coppie armate; i suoi componenti non erano mai figli del pueblo. Brenan osserva giustamente che ogni guar dia civile forniva nuove reclute per l'idea anarchica, e con l'aumentare del numero dei gruppi anarchici, anche la guardia civile diventava pi numerosa '. M entre lo Sta to costringeva i contadini a caratterizzare le proprie rivol te in senso antistatale, anche la Chiesa li abbandonava. Non questo il luogo per analizzare l evoluzione del cat tolicesimo spagnolo a partire dalla fine del secolo x v m \ Tutto ci che possiamo dire che, nel corso della sua lot ta senza speranza contro le forze del liberalismo econo mico e politico, la Chiesa divenne, non soltanto una fo r za conservatrice-rivoluzionaria, come tra i piccoli pro prietari di N avarra e di Aragona (che costituirono il ner bo del movimento carlista), ma una forza conservatrice tout court , in quanto si accord con le classi facoltose. Il fatto di essere la chiesa dello status quo, del re e del pas sato, non vale a far perdere aH'istituzione il suo collate rale carattere di chiesa dei contadini. Ma il fatto di essere considerata la chiesa dei ricchi lallontana definitivamen te dai contadini. Quando i banditi sociali divennero ban doleros protetti dai ricchi cacicchi locali, e la chiesa di venne la chiesa dei ricchi, il sogno dei contadini d ellav vento di un mondo libero e giusto dovette trovare una nuova espressione. Questa fu loro fornita dagli apostoli d ellidea anarchica. L ideologia del nuovo movimento contadino era infat ti anarchica; o, per darle una denominazione pi precisa, comunista libertaria. In teoria, il suo programma econo1 Ad esempio, prima della rivolta di Casas V ieias {19 3 3 ) soltanto quat tro guardie civili erano di fazione nel villaggio; attualmente (19.5) pare che ve ne siano da dodici a sedici. : Anche su questo punto la trattazione di Brenan , come al solito, concisa chiara e acuta.

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mico mirava a mettere in comune la propriet; in prati ca, e negli stadi prim itivi quasi esclusivamente, mirava al reparto, cio alla spartizione dei terreni. Il suo program ma politico era repubblicano e antiautoritario; tendeva cio a un mondo in cui il pueblo autogovernato fosse l u nit sovrana, e dal quale fossero escluse tutte le forze estranee come i re, gli aristocratici, la polizia, gli esattori delle tasse, ed altri agenti del potere centrale, in quanto rappresentanti dello sfruttamento dell uomo sulluomo. Nelle particolari condizioni d ellAndalusia tale program ma era meno utopistico di quanto possa sembrare. I v il laggi si governavano tanto economicamente che politicamente alla propria maniera prim itiva, con un minimo di vera e propria organizzazione amministrativa, governativa e disciplinare; sembrava quindi ragionevole ritenere che autorit e Stato fossero intrusioni superflue. Infatti, per ch l eliminazione del distaccamento della guardia civile, di un sindaco nominato dal governo e di una serie di fo r malit ufficiali, avrebbe dovuto produrre nel pueblo il caos e non invece la giustizia? Tuttavia descrivere le aspi razioni degli anarchici come un complesso di precise esi genze politiche ed economiche potrebbe indurci in errore. Ci che essi volevano era un nuovo mondo morale. L avvento di questo mondo doveva verificarsi alla lu ce della scienza, del progresso e d ellistruzione; tutte co se nelle quali i contadini anarchici credevano con fervo re appassionato, respingendo la religione e la Chiesa, co me ogni altra cosa che avesse attinenza col mondo malva gio d elloppressione. Non sarebbe stato necessariamente un mondo di prosperit e di benessere, poich il massimo grado di benessere che i contadini andalusi potessero con cepire era poco pi del pane quotidiano per tutti. I pove ri dei paesi preindustriali vedono nella societ giusta non un sogno di ricchezza universale, ma unequa ripartizione dell'austerit. M a tale regime dovr essere libero e giu sto. Questo ideale non tipico dellidea anarchica. D ifatti se il programma che esaltava le menti dei contadini sici liani e di altri contadini rivoluzionari avesse potuto es1 O r . n. 5 dell'appendice.

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sere attuato, il risultato sarebbe stato senza dubbio simi le alla situazione di Castro del Rio nella provincia di C or dova, nell'intervallo tra la conquista del potere e l occu pazione da parte dei soldati di Franco: espropriazione delle terre, abolizione del denaro, uomini e donne al la voro senza propriet e senza retribuzione prendendo ci che era loro necessario dal magazzino del villaggio (m et tono tutto in comune, e ognuno prende quello che gli serve) in un clima di formidabile esaltazione morale. I bar del villaggio erano chiusi. Presto non ci sarebbe sta to pi caff nel magazzino del villaggio e i militanti desi deravano che ogni altra droga si esaurisse. Il villaggio era isolato, e forse ancora pi povero di prima: ma era libero e puro e coloro che non erano fatti per la libert venivano uccisi . Se questo programma recava l insegna del bakuninismo, era perch nessun altro movimento politico mo derno aveva espresso le spontanee aspirazioni di contadi ni arretrati con maggiore sensibilit e fedelt del bakuninismo, che deliberatamente subordin la propria dottri na a tali aspirazioni. Inoltre il movimento anarchico spa gnolo, in misura maggiore di qualsiasi altro movimento politico dei nostri tempi, venne elaborato e diffuso quasi esclusivamente da contadini e piccoli artigiani. Come os serva Diaz del M oral, esso, a differenza dal marxismo, non attraeva praticamente alcun intellettuale e quindi non ebbe alcun teorico importante. I suoi adepti erano predicatori ignoranti e profeti da villaggio. La sua lette ratura era formata da giornali e da opuscoli che, nella migliore delle ipotesi, spiegavano al popolo teorie elabo rate da pensatori stranieri: Bakunin, Reclus, Malatesta. Non esiste alcun serio teorico spagnolo d ellidea anarchi ca, tranne una sola eccezione, ma un galiziano. Si trat tava di un movimento composto quasi esclusivamente da gente umile. Non ci si deve dunque stupire che esso ri flettesse con tanta fedelt le aspirazioni e gli interessi del pueblo andaluso. Era forse fra tutti il pi vicino al loro rudimentale ri voluzionarismo, nel suo rifiuto totale e assoluto di que1 f . b o r k e n a u , T h e Spanish C ockpit} 1 9 3 7 , p p . 1 6 6 sgg.

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sto malvagio mondo di oppressione, che si esprimeva nel la caratteristica passione, quasi senza precedenti, degli anarchici per bruciare le chiese, e che probabilmente ri flette l amara delusione dei contadini per il tradimento della causa dei poveri da parte della Chiesa. La G u ide bleu per la Spagna del 19 3 5 scrive con straordinaria fac ciatosta: M alaga una citt di idee progredite. Il 12 e il 13 maggio 1 9 3 1 vi furono bruciati 43 tra chiese e con venti. Alcuni anni dopo, un vecchio anarchico, contem plando quella stessa citt in fiamme, ebbe con Brenan la seguente conversazione:
C h e cosa ne pensate? egli chiese. Io dissi: Stanno bruciando Malaga. Certo, - rispose, - la stanno bruciando. E io vi dico che non sar lasciata pietra su pietra, non una pianta e ne p pure un cavolo vi crescer pi, affinch non vi sia pi mal vagit nel m ondo '.

E l anarchico coscienzioso non soltanto voleva distrug gere il mondo malvagio - per quanto in genere non rite nesse che per fare ci fossero necessari molti incendi e molte uccisioni - ma respingeva immediatamente questo mondo. Tutto ci che l'andaluso aveva in s di tradizio nale doveva essere abbandonato. Egli non pronunziava pi la parola D io e non aveva nessun rapporto con la re ligione, era contrario alle corride, si asteneva dall'alcool e anche dal tabacco (nel periodo bolscevico, nel m ovi mento entr persino una corrente vegetariana) e per quan to ufficialmente sostenesse il libero amore, stigmatizzava in realt ogni promiscuit sessuale. Invero, sembra persi no che in tempo di sciopero o di rivoluzione praticasse unassoluta castit: un modo di agire che fu in genere ma le interpretato dagli osservatori estranei \ Era una rivolu zionario nel senso pi completo che i contadini andalusi potessero concepire, e come tale condannava tutto quan5 b r e n a n , The Spanish Labyrinth c it., p. 18 9 . 2 Ib id ., p. 1 7 5 e m a r v a u d , La question sociale en Espagne cit., p. 4} osservano che durante lo sciopero generale di Morn nel 1 9 0 2 , i matri moni furono rimandati fino al giorno del reparto ; ma attribuiscono ci soltanto ad un eccesso di ingenuo ottimismo.

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to avesse attinenza col passato. Si trattava, in pratica, di un assertore del millenarismo. Fortunatamente disponiamo almeno di uneccellente storia degli aspetti millenaristici del movimento anarchi co nei villaggi, nellinterpretazione di un dotto e sensibi le avvocato del luogo; si tratta dell'imponente Wistaria de las agitadnes campesinas andaluzas di J . Diaz del M oral, che inizia la sua trattazione con gli eventi del 19 20 . La sintesi che segue basata principalmente su Diaz del M oral e su poche altre fonti meno importanti, completa ta da un mio breve studio di una singola rivoluzione di villaggio, quella di Casas Viejas (Cadice) nel 19 3 3 . Il movimento anarchico di villaggio pu essere diviso in tre parti: la massa della popolazione locale, la cui atti vit intermittente e si esplica quando l occasione lo ri chiede; il gruppo dei predicatori locali, capi e propagan disti - i cosiddetti operai coscienti (obreros conscientes) chiamati oggi retrospettivamente quelli che avevano delle idee, la cui attivit era continua; vi erano poi i fiancheggiatori: capi nazionali, oratori, giornalisti e simili influenze esterne. Nel movimento anarchico spagnolo questo ultimo gruppo aveva unimportanza estremamen te ridotta. Il movimento respingeva qualsiasi organizza zione, o comunque ogni organizzazione rigidamente di sciplinata, e rifiutava di prendere parte alla politica; di conseguenza aveva pochi capi di importanza nazionale. La sua stampa consisteva in un gran numero di modesti fogli, scritti per la maggior parte da obreros conscientes di altri villaggi e citt, il cui intento non era tanto quello di tracciare una linea di azione politica - dato che il mo vimento, come abbiamo visto, era scettico nei confronti della politica - , quanto di ripetere e diffondere la difesa della V erit, combattere l Ingiustizia, e creare quel senti mento di solidariet che faceva si che il ciabattino di un villaggio andaluso tosse conscio di avere dei fratelli im pegnati nella stessa lotta a M adrid, e N ew Y o rk , a Barcel1 La fonte pi autorevole in materia il D iario de C adiz di quel tempo. Tutti i giornali e i libri nazionali e stranieri, senza alcuna ecce zione, ne alterano alquanto la storia. H o anche parlato con alcuni soprav vissuti alla rivoluzione nel villaggio stesso.

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-ona e Livorno, e Buenos Aires. L e pi attive forze ester ne erano costituite dai predicatori e dai propagandisti am bulanti i quali, disprezzando tutto fuorch l ospitalit, si aggiravano per il paese predicando la buona novella o fon dando scuole locali nei grandi nomi nebulosi dei classici .nitori di scritti fondamentali: Kropotkin, Malatesta. T u t tavia se uno o due uomini potevano raggiungere una rino manza nazionale attraverso i loro viaggi di propaganda, essi venivano ugualmente identificati col loro villaggio. I n abitante del villaggio aveva la stessa probabilit di conquistare una simile reputazione, poich ogni lavorato re cosciente considerava la propaganda incessante, ovun que fosse svolta, come suo preciso dovere. Secondo le lo ro idee, ci che influiva sull'uom o, non erano gli altri uo mini, ma la verit, e l'intero movimento si imperniava sul la propagazione della verit da parte di chiunque fosse ar rivato a possederla. Infatti, avendo ricevuto la straordi naria rivelazione che gli uomini non devono pi essere po veri e superstiziosi, come potevano astenersi dal comuni carla agli altri? G li obreros conscicntes erano dunque, piuttosto che organizzatori, educatori, propagandisti e agitatori. Diaz del M oral ci ha dato una splendida descrizione del loro ti po; erano forse pi spesso piccoli artigiani di villaggio e piccoli proprietari, che braccianti senza terra, per quanto questa circostanza non sia del tutto provata. Leggevano e si coltivavano con un entusiasmo appassionato. (Anche ora, quando si chiedono agli abitanti di Casas Viejas le loro impressioni sui primi attivisti, ormai quasi tutti mor ti o dispersi, accade spesso di udire frasi come questa non faceva che leggere e discutere). V ivevano di que ste idee. Il loro pi grande piacere consisteva nello seri vere lettere o articoli per i giornali anarchici, spesso pieni di paroioni e di frasi altisonanti; estasiati dalle meravi glie delle moderne conoscenze scientifiche acquisite, che erano ansiosi di comunicare agli altri. Se particolarmente dotati, essi acquistavano quella specie di eloquenza popo lare che nell'Inghilterra del x v n secolo moltiplic gli opu scoli e i trattatelli. Jos Sanchez Rosa di Grazalema (na to nel 18 6 4 ) scrisse opuscoli e dialoghi tra il lavoratore e

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il capitalista, novellette, sermoni sul modello delle anti che sacre rappresentazioni, favorite dai frati spagnoli (per quanto, come naturale, con un contenuto del tutto diver so) che venivano recitate in parte anche im provvisate nelle fattorie e negli alloggiamenti dei lavoratori nei gran di latifondi, in cui gli uomini occupati lontano dai loro villaggi passavano la settimana. L influenza di costoro sui villaggi non derivava da una posizione sociale, ma soprattutto dalle loro virt di apo stoli. Coloro che per la prima volta avevano portato ai lo ro compagni la buona novella, forse leggendo ad alta voce dei giornali ai colleghi analfabeti, potevano giungere a go dere della fiducia quasi cieca degli abitanti del villaggio, specialmente se la devozione puritana della loro vita fa ceva fede del loro valore. In definitiva, non tutti poteva no avere la forza di rinunziare al fumo, all'alcool e alle donne e di resistere alla pressione della Chiesa, per il bat tesimo. il matrimonio e il funerale religioso. Uomini co me M. Vallejo Chinchilla di Bujalance, o Ju sto H eller di Castro del R io avevano - come scrive Diaz del Moral un ascendente sulle masse, paragonabile a quello dei gran di conquistadores sui loro uom ini. A Casas Viejas il vec chio Curro Cruz (detto sei d ita), che incit il popolo alla rivoluzione e venne ucciso dopo una sparatoria di do dici ore con le truppe regolari, sembra avere esercitato un analoga funzione. Era nella natura delle cose che il piccolo gruppo degli eletti fosse estremamente compatto. Il caso di Casas Viejas, ove rapporti personali e familiari legavano il gruppo dei capi anarchici, pu essere conside rato tipico: la nipote di Curro Cruz, M aria (la liberta ria), era fidanzata a Jo s Cabanas Silva ( il pulcino), capo dei giovani militanti; un altro Silva era segretario d ellunione dei lavoratori. Le famiglie Cruz e Silva furo no decimate nella repressione che segui. G li obreros conscientes provvidero alla continuit della direzione del mo vimento, In genere il villaggio li considerava semplicemente co me i suoi cittadini pi influenti, la cui parola era determi nante in ogni campo; dallopportunit o meno di assiste re alle rappresentazioni di un circo ambulante (gli attori

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III

ambulanti impararono presto che occorreva essere racco mandati al capo del villaggio) a quella di fare una rivolu zione. Naturalmente per le rivoluzioni si facevano sol iamo se il villaggio stesso lo voleva; infatti gli obreros ccnscientes non ritenevano che la pianificazione dellagita zione politica facesse parte delle loro funzioni, ma soltan to la propaganda, cosicch si ricorreva allazione soltanto cuando un particolare sollevamento dellopinione pub blica del villaggio, della quale essi stessi facevano par te, la rendevano non solo consigliabile, ma praticamente inevitabile. (Lo sviluppo del sindacalismo anarchico, con una maggiore organizzazione e una pi marcata politica sindacalista, venne poi a compromettere questo affida mento alla spontaneit totale; tuttavia noi non ci occu piamo ora della decadenza e della fine dei movimenti anarchici di villaggio, ma del loro periodo di massimo splendore). In pratica risulta che ci si verificava ad in tervalli di circa dieci anni. Per quanto riguarda il villag gio tuttavia, accadeva in genere o quando qualche ele mento della situazione locale costringeva allazione, op pure quando una corrente esterna veniva a ravvivare la fiamma delle latenti idee rivoluzionarie. Talvolta una no tizia, un evento straordinario, una cometa, interpretati come un segno che il tempo era venuto, penetrava nel v il laggio. Poteva essere il primo arrivo degli apostoli bakuninisti intorno al 18 7 0 , o qualche vaga notizia della rivo luzione russa; o la notizia che una repubblica era stata proclamata, o che era in discussione una legge di riforma agraria: Al principio dellautunno scorso [1918]... nella mente dei contadini andalusi, si form la convinzione che fosse stata creata qualche cosa che essi chiamavano la Nuova legge. Essi ignoravano chi l avesse decretata, dove e quan do, ma tutti ne parlavano Prima dei moti di Casas Viejas erano circolate voci di ogni specie; il tempo era venuto, duecento pueblos erano
1 c. b e r x a ld o de QuiROS, E l espartaquismo agrario andaluz, Madrid

1 91 9. P. 39-

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gi p as sati al c o m u n iS m o , le te rre s t a v a n o p er e s se re d i v i se, e cosi via. (Q u e s t a ultim a v o c e fu p r o b a b ilm e n t e s u s citata da lla n o tiz ia che un v a s t o la t i fo n d o d e lle v i c i n an ze e ra in effetti s o g g e t t o alla r i f o r m a a g raria , s econdo u n a le g g e re c e n t e m e n t e a p p r o v a t a ). I n tali m o m e n t i l id ea an arch ic a e n d e m ic a a s s u m e v a c a r a t t e r e e p id e m ic o . D ia z d e l M o r a l ha d e s critto m ir a b i l m e n t e tale f e n o m e n o :

Coloro che vissero in quel periodo dal 19 18 al 19 19 , non dimenticheranno mai quello spettacolo straordinario. Nei campi, nelle capanne e nei cortili, ovunque i contadini si riunissero a parlare, per qualsiasi scopo, uno soltanto era l argomento delle conversazioni, sempre discusso con se riet e fervore: la questione sociale. Quando gli uomini si riposavano dal lavoro, durante la sosta per fumare, duran te il giorno e dopo il pasto serale, il pi istruito leggeva ad alta voce manifesti e giornali, mentre gli altri ascoltavano con profonda attenzione. Venivano quindi le perorazioni che confermavano quello che si era appena letto, e una se rie interminabile di discorsi in lode di esso. Vi era qualcosa che non riuscivano ad afferrare, alcune parole che non co noscevano. Talvolta le loro interpretazioni erano infantili, talvolta maliziose, a seconda della personalit dell'indivi duo ; ma alla fine tutti si trovavano d accordo. E come avrebbe potuto essere altrimenti? Ci che avevano appena ascoltato, non era forse quella pura verit che avevano sen tito per tutta la vita, sebbene non fossero mai stati capaci di esprimerla? Leggevano in ogni momento. Non vi erano limiti alla curiosit di questi uomini e alla loro sete di co noscenza. Leggevano persino mentre cavalcavano le loro bestie, lasciando penzolare redini e cavezza. Preparando il cesto della colazione, non mancavano di mettervi dentro qualche cosa da leggere... vero che per il 70 o l8o? di essi erano analfabeti, ma questo non costituiva un ostacolo insuperabile. L'analfabeta, pieno di entusiasmo, comprava il suo giornale e se lo faceva leggere da un compagno. Quin di si faceva segnare da costui l'articolo che pi gli era pia ciuto. Chiedeva poi ad un altro compagno di rileggergli l articolo segnato, e dopo alcune letture, lo sapeva a me moria ed era in grado di ripeterlo a chi non lo avesse anco ra letto. Esiste una sola parola per definire ci: frenesia (p. 190).

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In questo modo, la buona nuova si trasmetteva spon:aneamente da un individuo allaltro: In poche settimane, il nucleo originale di 10 o 12 adepti si era trasformato in uno di 200; e in pochi mesi praticamente tutta la popolazione lavoratrice, presa da ardente proselitismo, propagava fanaticamente la fiamma dellidea le. I pochi che se ne astenevano, per timidezza o per amore della tranquillit o per timore di perdere la pubblica con siderazione, erano assediati da gruppi di convinti sulla montagna, mentre aravano il campo, nei loro casolari, nelle taverne, nelle strade e nelle piazze. Venivano soffocati di ragionamenti, di imprecazioni, di disprezzo, di ironia, fin ch non acconsentivano. Era impossibile resistere. Una vol ta conquistato il villaggio, lagitazione si diffondeva... ognu no era un agitatore. Cosi la fiammata si appicc facilmente a tutti i villaggi infiammabili. In ogni caso, l opera del propagandista era facile. Bastava che leggesse un articolo di Tierra v Libertad o di E 1 Productor, perch i suoi ascoltatori si sentissero improvvisamente illuminati dalla nuova fede. Ma come si sarebbe verificato il grande mutamento? Nessuno lo sapeva. A lla fine, i contadini si convinsero che sarebbe in qualche modo avvenuto, a condizione che tut ti gli uomini si dichiarassero simultaneamente per esso. Questo fu fatto nel 18 7 3 , ma il mutamento non avvenne. Nel 18 8 2 essi costituirono l'U nione, e le ragazze canta vano: Tutte le belle ragazze hanno in casa una scritta che dice in lettere doro: morir per un unionista !. Ma l'unione falli. Nel 18 9 2 marciarono sulla citt di J e rez. se ne impadronirono e uccisero alcune persone. Ma vennero facilmente dispersi. In seguito, intorno al 19 0 0 , giunse in Andalusia notizia delle discussioni internazio nali sullo sciopero generale, che agitavano in quel tempo i movimenti socialisti; ritennero dunque che lo sciopero
1 Todas las ninas bonitas I tienen en casa un letrero ! con letras de ero que dicen ; Por un asocado m uero (b e r n a ld o de q u ir o s , E l espartaquismo agrario andaltiz cit.; p. io).

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generale costituisse la soluzione. (In effetti, la scoperta di questo nuovo metodo brevettato di attuazione degli idea li millenaristici, probabilmente riusc a scuotere i villag gi dalla loro apatia). Questi scioperi erano del tutto spontanei e compatti; anche le cameriere e le bambinaie delle case signorili si astenevano dal lavoro. Le taverne erano vuote. Nessuno formulava petizioni o richieste, nessuno cercava di con durre trattative, per quanto talvolta le autorit riuscisse ro a fare esprimere ai contadini una domanda di aumento di paga e a concludere un accordo di qualche genere. Ma tali sforzi erano irrilevanti. Il villaggio scioperava per qualcosa di molto pi importante di un aumento delle pa ghe. Dopo circa due settimane, quando ormai era eviden te che nessuna rivoluzione sociale era scoppiata in Anda lusia, lo sciopero cessava improvvisamente, compatto l ul timo giorno come il primo, e ognuno tornava al lavoro e a llattesa. In effetti, come osserva acutamente Diaz del M oral, i tentativi da parte degli anarchici e di altri capi di usare di questi scioperi per il rafforzamento della organiz zazione o per il raggiungimento di scopi limitati e precisi incontr opposizioni o scarso entusiasmo: i contadini vo levano scioperi messianici (p. 358). Non facile analizzare questi scioperi e altre iniziati ve analoghe che furono talvolta attuate. certo che furo no rivoluzionari: loro unico obiettivo era l avvento di un mutamento fondamentale e totale. E ssi erano millena ristici nel censo indicato dalla presente trattazione, in quanto non erano strumenti diretti di rivoluzione; gli uomini e le donne di Lebrija, Villam artm o Bornos, ab bandonavano gli attrezzi di lavoro non tanto per rovescia re il capitalismo, quanto per dimostrare che erano pron ti per questo rovesciamento, che doveva verificarsi in qualche modo, ora che avevano dimostrato la loro pron tezza. D altra parte, ci che somigliava al millenarismo pu talvolta essere stato soltanto un riflesso della mancan za di organizzazione, dell'isolamento e della relativa de bolezza degli anarchici di villaggio. E ssi ne sapevano ab bastanza da rendersi conto che il comuniSmo non poteva essere instaurato in un solo villaggio, per quanto fossero

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convinti che, una volta introdottovi, avrebbe funzionato. Casas Viejas fece questo tentativo nel 19 3 3 . I suoi abitan ti tagliarono le linee del telefono, scavarono fossati attra verso le strade, isolarono le caserme della polizia; quin di, al riparo dal mondo esterno, inalberarono la bandiera rossa e nera dellanarchia e si accinsero a dividere le ter re. Non fecero alcun tentativo di diffondere il movimento e non uccisero nessuno. Ma quando arrivarono le trup pe da fuori, seppero di essere stati sconfitti e il loro capo ordin loro di darsi alla macchia, mentre egli e i suoi im mediati seguaci combatterono allultimo sangue, asserra gliati in un casolare, e furono uccisi, come del resto certa mente si attendevano. A meno che il resto del mondo non imitasse l esempio di questo villaggio, la rivoluzione era perduta; e non era in loro potere influire sul resto del mondo, se non forse per mezzo dellesempio. Nelle par ticolari circostanze, ci che aveva l aspetto di una dimo strazione millenaristica, era forse soltanto la meno dispe rata delle tecniche rivoluzionarie a loro disposizione. Nes sun villaggio rifuggi dal fare una vera e propria rivolu zione - strappando il potere ai funzionari locali, alla po lizia e ai proprietari terrieri - ogni qual volta vide una possibilit di riuscita; ad esempio, nel luglio 19 3 6 . C o munque, anche se fosse possibile trovare una spiegazio ne logica, piuttosto che storica, del comportamento ap parentemente millenaristico del movimento anarchico dei villaggi spagnoli, essi non avrebbero agito in quel modo, se la loro idea del grande mutamento non aves se avuto quel carattere utopistico, millenaristico, apoca littico, che tutti i testimoni gli hanno concordemente ri conosciuto. Essi non vedevano nel movimento rivoluzio nario l impegno ad una lunga guerra contro i suoi nemi ci, con una serie di campagne e di battaglie culminanti nel la conquista del potere nazionale, a cui seguirebbe l in staurazione di un nuovo ordine. Essi vedevano un mondo malvagio destinato a finire rapidamente, seguito dal gior no del mutamento, che avrebbe dato inizio a un mondo giusto, in cui coloro che si trovavano in fondo si sarebbe ro trovati in cima e i beni della terra sarebbero stati equa mente distribuiti tra tutti. Senorito, - disse un giovane

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operaio a un signore, - quando verr il gran giorno? Q uale gran giorno? Il giorno in cui tutti saremo ugua li, e la terra sar distribuita tra tutti. Appunto perch il mutamento sarebbe stato cos radicale e apocalittico e anche su questo punto tutti i testimoni sono concordi - essi ne parlavano cos liberamente, in pubblico, con assoluta ingenuit, anche davanti ai possidenti, con tran quilla esultanza '. Tale era infatti la forza d ellidea millenaristica che, se il suo avvento si fosse verificato, neppu re i possidenti avrebbero potuto tenerle testa. Il suo av versario sarebbe stato il risultato non tanto di una lotta di classe - poich la lotta di classe apparteneva in defini tiva al vecchio mondo - , quanto di qualche cosa di ine sprimibilmente pi grande e universale. Il movimento anarchico rurale spagnolo forse l esem pio pi saliente di un moderno movimento di massa mil lenaristico o semimillenaristico. I vantaggi e svantaggi politici che esso implica possono perci essere facilmen te studiati. I vantaggi consistevano nel fatto che esso esprimeva l effettivo modo di sentire delle masse conta dine con maggiore fedelt e efficacia di qualsiasi altro mo derno movimento sociale e poteva quindi a volte ottene re, senza sforzo, una unanimit di azione manifestamen te spontanea, che non poteva non produrre una profon da impressione sugli osservatori. Ma gli svantaggi erano insormontabili. Proprio perch l agitazione sociale mo derna pervenne ai contadini andalusi sotto una forma che trascur del tutto di insegnare loro le necessit del l'organizzazione, della strategia, della tattica e della pa zienza, le loro energie rivoluzionarie furono compietamente sprecate. Una tale agitazione, durata circa settan tan n i, esplodendo spontaneamente in vaste zone del re gno, a intervalli di pressappoco dieci anni, sarebbe ba stata a rovesciare regimi ben pi solidi dei traballanti go verni spagnoli del tempo; eppure in pratica il movimen to anarchico spagnolo, come ha osservato Brenan, non
1 151-knaldo d e q u i KOS, E l cspartaqutsmo agrario analuz c it ., p. 3 9 ; Diaz d e l m o r a l , l i istoria de las agilacincs campesirias a/idaluzas c it., p. 207.

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rappresent mai per le autorit nulla di pi che un ordi nario problema di polizia. Non poteva fare nulla di pi: poich la rivolta contadina spontanea per sua natura lo cale, o, nella migliore delle ipotesi, regionale. Perch di venga generale, necessario che ogni villaggio entri in azione simultaneamente, di sua propria iniziativa e per .ini ben precisi. La sola volta che il movimento anarchico spagnolo si avvicin a questo punto, tu nel giugno 19 3 6 , quando il governo repubblicano incit alla resistenza contro i fascisti; ma, per quanto concerneva il movimen to anarchico, questo invito veniva da una entit che esso 'i era sempre rifiutato per principio di riconoscere, e non era quindi preparato a valersene. Il riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla pura spontaneit e dal messiane simo avvenuto per gradi. La sostituzione del sindacali smo anarchico, che prevedeva vagamente un'organizza zione e una politica sindacale, allanarchia pura aveva gi segnato una tappa verso l organizzazione, la strategia e la tattica; ma ci non era sufficiente a inculcare n la disci plina n la disposizione ad agire sotto precise direttive, di un movimento basato sulla fondamentale convinzione che entrambe le cose fossero indesiderabili e inutili. Inoltre nella disfatta che lanarchismo dimostrava e dimostra la propria impotenza. Nulla pi facile che in staurare un'organizzazione illegale, in un villaggio tutto concorde. Piana degli Albanesi in Sicilia costituisce, co me vedremo, un chiaro esempio di ci. Ma quando la fre nesia millenaristica del villaggio anarchico si placa, non resta altro che l esiguo gruppo degli obreros conscientes, i soli veramente convinti, di fronte a una massa delusa, che attende il prossimo grande momento. E se anche questo piccolo gruppo viene disperso, per morte o emi grazione dei suoi membri o per il controllo sistematico della polizia, non resta pi che l amara consapevolezza della sconfitta. forse vero, come osserva Pitt-Rivers, che, dopo la guerra civile, il movimento anarchico andalu so ha cessato di svolgere qualsiasi ruolo attivo, mentre quella scarsa attivit illegale che ancora esiste, viene svol ta dai comunisti, la cui importanza era in precedenza tra

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scurabile Se questo vero, non c da stupirsene, poich un movimento contadino del tipo anarchico incapace di organizzare una resistenza alla repressione veramente effi ciente e al controllo sistematico che, i governi spagnoli prima di Franco, non si erano mai preoccupati di esercita re, preferendo che le occasionali rivolte divampassero e poi morissero isolate. Il classico movimento anarchico dunque una forma di movimento contadino praticamente incapace di un ef fettivo adattamento alle moderne condizioni, per quanto sia un prodotto di queste ultime. Se una diversa ideolo gia avesse penetrato le campagne andaluse intorno al 18 7 0 , avrebbe potuto trasformare la spontanea e instabile sediziosit dei contadini in qualcosa di assai pi form idabi le, in quanto pi disciplinato, come il comuniSmo talvolta riuscito a fare. Ma ci non accaduto. Quindi la storia del movimento anarchico, esempio quasi unico tra i mo derni movimenti sociali, segna un fallimento continuo e senza rimedio; e, a meno che non si verifichino imprevisti mutamenti storici, probabile che venga ricordato nei li bri insieme agli anabattisti e a tutti gli altri profeti, che, per quanto armati, non seppero che cosa fare delle loro armi, e furono sconfitti per sempre.
1 P eople of the Sierras cit., p. 223. C i sembra in pii rie dovuto al fat to che i nuclei di resistenza armata sulle sierras dietro G ibilterra, che so pravvissero alla guerra civile o furono ricostituiti nel 1944-46, sono stati probabilmente ritorniti di anni, di equipaggiamento, e forse di uomini, dai comunisti, che vi provvedevano molto pi elicacementc degli anarchi ci. Sulla ineficienza dei guerriglieri in Andalusia dopo la guerra civile (e per il ritorno di questi alla tradizione dei bandoleros) cfr. T. c o s s i a s , La lucha contra el M a qu is en L s paria, M adrid 19.56, pp. 73-76.

Capitolo sesto Il millenarismo I I I : i fasci siciliani e il com uniSm o nelle campagne

Questo studio sui fasci siciliani e sa alcune delle loro conseguenze politiche ha lo scopo di fornire una descrizio ne completa del processo per il quale un movimento socia le di carattere prim itivo viene assorbito da un altro di ca rattere prettamente moderno. I contadini siciliani (cosi come altri italiani del Meridione) non si sono infatti arre stati allo stadio intermedio di anarchia rurale, ma, ogni qual volta sono giunti a superare lo stato di prim itivismo, nanno in genere aderito agli organizzatissimi movimenti socialista o comunista. Cosi l essenza del millenarismo contadino, manifestatosi in Andalusia sotto le forme rudi mentali di organizzazioni anarchiche di villaggio, in Italia e venuto a inserirsi in un quadro politico molto pi com plesso. Ci non significa che il singolo contadino della Si cilia o della Lucania, socialista o comunista - entrambi i partiti sono marxisti rivoluzionari in Italia - abbia sulla politica un punto di vista personale molto diverso da quel lo del suo fratello andaluso. Significa invece che la storia politica del villaggio e del movimento a cui appartiene diversa, perch la causa che egli serve lo spinge a diverse e pi complesse attivit; come, ad esempio, il voto e la ge stione di cooperative agricole, l occupazione forzata delle terre e gli scioperi generali. La ragione per la quale il movimento rivoluzionario contadino italiano - caso quasi unico tra i movimenti con tadini dell'Europa occidentale - debba essersi posto fin dagli inizi sotto l egida del marxismo, non facile a dirsi. In ogni modo, indubbio che gli apostoli del bakuninismo si siano dedicati a llevangelizzazione del Meridione

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CAPITO LO SE S T O

d Italia con lo stesso fervore di cui avevano dato prova in Spagna. Pine, essi ottennero qualche successo soltanto presso i giovani intellettuali del Sud, brillanti e acuti in gegni che, allora come ora, il M eridione produceva in ab bondanza. Certo non un caso che i grandi nomi del mo vimento anarchico italiano siano degli intellettuali, per lo pi appartenenti alla cosiddetta lite rivoluzionaria, come Errico M alatesta e Carlo Galler; mentre i grandi nomi del movimento anarchico spagnolo provengono dal popolo e sono tuttaltro che dei teorici. Per quanto ne sappiamo, nel Meridione d Italia, zona di rivoluzionari smo endemico, non si sono mai verificate gravi sollevazio ni anarchiche. Il pi celebre tentativo degli anarchici di suscitare una rivolta, quella del 18 7 7 a Benevento, si ri solse in un insuccesso per difetto di sincronizzazione con lo stato di malcontento dei contadini. Se tale sincronizza zione si fosse verificata, i contadini di Letino e di G allo non avrebbero risposto all'invito del nobile M alatesta a procedere allesproprio dei terreni con questa osservazio ne cosi giudiziosa e contraria allo spirito spagnolo: la nostra comunit non pu difendersi da tutta l'Italia. Q ue sta non una sommossa generale. Domani i soldati saran no qui e saremo tutti fucilati. E si che, quando i tempi erano maturi, pi volte i contadini del Sud si sono mossi per espropriare i terreni. Forse, per il momento, la migliore spiegazione di tale fenomeno la seguente. Nella Spagna meridionale, come abbiamo visto, prima della met del secolo scorso non vi era traccia di movimenti rivoluzionari attivi nelle campa gne; di conseguenza, come abbiamo visto, i propugnatori d ellanarchia costruirono dal nulla. Il movimento con tadino andaluso nacque cosi sotto l influsso della loro ideologia. Nel Regno delle Due Sicilie, invece, ancor pri ma d ellavvento di qualsiasi ideologia moderna, esisteva gi, nelle campagne, un prim itivo fermento rivoluziona rio allo stato endemico. Ogni impulso politico provenien te d allesterno, tanto liberale (come nel 18 2 0 -2 1, nel 1848-49 o nel 1859-60), che filoborbonico (come nel 17 9 9 ), produsse una vasta messe di jacqueries. G li anar chici arrivarono prima che i contadini si fossero resi con-

FASCI SICILIANI E IL COMUNISMO AGRARIO

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:o dellinadeguatezza delle varie ideologie precedenti banditismo, mafia, ideologie filo-borboniche o garibaldi ne - e quindi in un momento in cui essi non sentivano al cuna urgente necessit di una nuova fede. Quando infine .a sentirono, l ondata anarchica era gi in fase decrescen te, e la n uova ideologia predominante era ormai il so cialismo rivoluzionario di Stato, con un profondo substra to m arxista; fu dunque a questultimo che essi aderirono '. Vi sono altre differenze, che soltanto una conoscenza estremamente approfondita della storia e della sociolo gia della Spagna e del Regno delle Due Sicilie potrebbe permetterci di analizzare in modo esauriente. Comunque, ;0 scopo che mi propongo non quello di cercare una spie gazione di tali differenze, di cui mi limito a prendere atto. La Sicilia una terra troppo vasta e multiforme perch si possa procedere, in questa sede, a una sintesi, per quan to sommaria, dei suoi problemi agricoli e sociali. Ai no stri fini sar sufficiente prendere nota delle notevoli analo gie generali rispetto a llAndalusia, insieme ad alcuni altri elementi. Innanzi tutto, la Sicilia sempre stata economi camente e socialmente pi arretrata delle altre regioni d I talia. Il regime feudale vi perdur ufficialmente fino al 1 8 1 2 , ma leffettiva abolizione legale di esso non si comp prima del 18 3 8 , o addirittura del 18 6 2 . A causa delloccu pazione inglese, le riforme radicali introdotte dai francesi nel continente subirono, per la Sicilia, delle dilazioni e del le modifiche. Vaste zone, specialmente n ellinterno della regione, erano, e continuarono ad essere anche dopo le ri forme ufficiali sancite dalla legge, sotto il controllo dei baroni latifondisti e del loro seguito di intendenti e di guardiani armati, coltivati da braccianti o da vassalli affit tuari, per la maggior parte a cereali o a pascolo. Come ab biamo visto nel capitolo sulla Mafia, la nuova borghesia rurale, faceva uso dei sistemi, legali o illegali, dei proprie tari terrieri feudali, e contemporaneamente dei pi mo1 M i riferisco alla maggior parte O di Italia meridionali: 11 caso eli re gioni come la Romagna, dove le ideologie anarchiche ebbero una notevole
influenza, alq u an to d ive rso , e non pu essere paragon ato, sotto l'a sp etto econom ico, p o litico o sociale, a q u ello d e l M erid io n e o a q u ello d e liA n d alusia.

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derni sistemi commerciali del capitalismo agricolo. Il pa drone, il suo campiere armato e il gabellotto comandava no: il contadino obbediva passivamente '. In secondo luo go, i contadini siciliani erano oppressi dalla miseria, igno ranti e sfruttati; e anche in relazione al tenor di vita dellepoca, la indigenza di questa classe era generale. Ba sti dire che intorno al 18 7 0 , tra le parecchie migliaia di abitanti di Piana dei G reci, soltanto quattro famiglie era no considerate appartenenti alla classe dei galantuomi n i o boiardi, e soltanto sei famiglie appartenenti alla borghesia, cio che esercitassero il commercio dei cereali o che tenessero in affitto propriet che erano in preceden za feudali, ecc. \ In terzo luogo, la Sicilia si trovava allora, e in una certa misura ancora si trova, in una situazione in cui a un latente fermento rivoluzionario contadino, e a una lotta di classe a stento repressa, corrispondeva l as senza quasi totale di un ordine pubblico garantito dalla legge, specialmente nelle zone d ellinterno, che nessun go verno era mai riuscito a sottomettere a qualcosa che somi gliasse a u n amministrazione efficiente . Come abbiamo osservato, le forme tradizionali assun te dal malcontento dei contadini furono estremamente prim itive, e praticamente prive di qualsiasi contenuto ideologico, programmatico od organizzativo. In ogni tem po. i contadini hanno odiato i padroni, i loro intendenti e la borghesia; i berretti - i contadini siciliani usavano il tradizionale berretto a calza, o berretto frigio, dei paesi mediterranei - odiavano i cappelli . Nei periodi in cui la
1 II capitalismo nelle campagne cit . <1 i i sf.kfni (p p . 1 7 5 -881 offre un b rev e ma efficacissim o q u ad ro , che pu essere com p letato su Ha scorta d i va ri rapporti e in ch ieste co n tem po ran ei, com e ad esem p io, q u ella d i Son ni no e F ran ch e ! ti del 18 7 6 . Q uesti d u e irrep ren sib ili lib era li toscani fu ro n o aspram ente accusati dagli in dign ati pro p rietari terrieri lo cali, e di conseguenza un clic dai g io rn a li, di fom en tare la lo tta d i classe. C fr . 0. p r o c a c c i. Le elezioni del 1 S - 4 e l'opposizione meridionale , M ila n o 19 5 6 ,

p p . j 8-7<j.
* p . v ii.t. a r i . Lettere m eridionali. T o rin o 18 8 5 , p. 27. * L a frequen za d e lle ven d ette di san gue una d e lle cause p ii nei pali ilei l a ltissim a percen tuale di o m icid i. C tr. co i. a i a n n i . La delinquenza in Sicilia c it., p. 3 9 . U na in dicazion e del l'im p ortan za del fenom eno nei pe rio d i preced en ti data ila Ila seguen te enum erazion e dei m oven ti d eg li o m icid i processati n e ll'iso la nel 1 8 ^ 4 ( k . j . a . m i t t f r m a i f r . Italienische Zustande , H eid e lb erg 18 4 4 , p p . 12 8 -2 9 ): to tale d eg li o m icid i: 64; rapin a o a ltri m o ven ti econ om ici: 1 8 ; g elo sia, a d u lte rio , ecc.: 1 6 ; ven d etta: v k

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rivoluzione era allo stato latente, si idealizzavano brigan ti e mafiosi, che sembravano incarnare la vendetta e le aspirazioni dei contadini contro Io sfruttamento padrona le. (Cosi come in Italia meridionale, l epoca d oro di que sto brigantaggio stato il ventennio posteriore allunifi cazione ). In tempo di rivoluzione, e cio ogni qual volta una delle grandi e cronicamente sediziose citt dell'isola Palermo, Catania o Messina - dava il segnale, i contadini insorgevano con cieca e selvaggia violenza, occupando le terre comuni, saccheggiando i municipi, gli uffici delle im poste, gli archivi comunali, le case e i ritrovi della nobil t. In una sua novella intitolata L ibert , Verga ci ha dato una mirabile descrizione di una di queste jacqueries Il x ix secolo un continuo succedersi di queste sommosse; nel 18 2 0 . nel 18 3 7 , nel 18 4 8 , nel i8 6 0 e nel 186 6 . Il moeimento dei fasci, oltre ad essere il pi esteso, anche il primo che possa essere definito come un movimento orga nizzato, con dei capi, u nideologia moderna e un program ma; questo, in effetti, il primo movimento contadino che si distingua da una semplice reazione spontanea dei contadini Le ragioni precise che portarono allo scoppio di u n al tra sommossa dei contadini, nel 18 9 1-9 4 , esulano dal nostro argomento; ci che ci interessa, infatti, non sono tanto le cause che dettero origine ai fasci, quanto la forma che, nellambito di essi, assunse lattivit rivoluzionaria dei contadini siciliani . Ci limiteremo a osservare che gli effetti abituali dellinstaurazione di rapporti di natura ca pitalistica risultarono accentuati dalla crisi mondiale del lagricoltura degli anni intorno al 18 8 0 , ancor prima che
1 D. m a c k s m i t h . T h e p e a s a n ts r e v o lt o f S i c i l y in i8 6 0 , in S c r it t i in o n o re d i G i n o L n z z a tt o , M ilan o 19 5 0 ; S. p . ro m an o , M o m e n t i d e l R i s o r g im e n t o in S ic il i a . M essin a-F iren ze 19 5 2

2 Questo studio sui fasci si fonda p rin cipalm en te s u llopera di

co

l a ta n n i, G l i a v v e n im e n t i i n S i c i l i a cit.; A d o lfo r o s s i , L a g it a z io n e in S ic ilia , M ilano 1894; e sul numero speciale di M ovim ento operaio,

n. s., novembre-dicembre 19 5 4 , sui fasci siciliani. Dopo l uscita del pre sente volume stata pubblicata una storia del movimento ottima ed esau riente: s. r . r o m an o , S t o n a d e i L a s c i s i c i li a n i , Bari 19 5 9 3 D i tutta la letteratura su lle cause dei fasci, cito soltan to i tre a rtico li apparsi sul G io r n a le d egli E c o n o m isti , I, 18 9 4 , specialm en te q u ello , eccellente, d i e. l a lo g g ia . J M o t i d i S i c i l i a . C fr . anche F. v o lic i it in g , L a q u e s t io n e m e r id io n a le (N a p o li s. d .), pp . 2 0 4 - 11.

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l emigrazione in massa, destinata a divenire una caratteri stica peculiare dell'isola, riuscisse a mitigarli, se pure in parte. In effetti, il periodo dei fasci segna l inizio delle migrazione in massa; questa la ragione per la quale non si verificarono altre rivolte di contadini di una certa entit fin dopo la prima guerra mondiale. Questo movimento si risolse nella fondazione e nello sviluppo di leghe di con tadini (i cosiddetti fasci), per lo pi capeggiate da sociali sti, in sommosse e in scioperi agricoli di entit tale da met tere in allarme il governo italiano, inducendolo ad adotta re speciali misure militari che riuscirono facilmente a sof focarlo. Non si trattava, in effetti, di un vero e proprio movi mento insurrezionale. A differenza dei moti del 18 2 0 , del 18 4 8 , del i8 6 0 e del 18 6 6 , che erano, in sostanza, dei ten tativi compiuti dai liberali o dai patrioti italiani o sicilia ni di rovesciare dei governi e impadronirsi del potere, i fasci rimasero sempre un movimento diretto ad ottenere particolari miglioramenti economici, per quanto, nelle in tenzioni di coloro che vi aderirono, tendessero a scopi molto pi vasti. Tuttavia, considerarlo come un semplice movimento riformista sarebbe un errore paragonabile a quello di considerare il cartismo ! un movimento diretto unicamente ad ottenere delle riforme parlamentari. Esso occupa infatti nella storia della Sicilia una posizione sotto alcuni aspetti analoga a quella del Cartismo. La direzione del movimento venne dalle citt e dai la voratori delle citt stesse. Come noto, gli anni successivi al 18 8 9 segnarono in tutta l Europa un rapido sviluppo dellinfluenza e della propaganda socialista; le teorie e la propaganda della Seconda Internazionale furono portate in Sicilia tanto dagli intellettuali di idee radicali quanto dagli artigiani, che si accinsero a costituire nelle citt as sociazioni di sinistra, societ e organizzazioni di mutuo soccorso: queste furono i fasci. Tuttavia, a causa d ellat mosfera, rivoluzionaria allo stato endemico, questi ultimi
1 [M o v im en to dem ocratico in glese che m irava ad estendere il potere p o litico a lle classi lavo ra trici (18 3 7 -4 8 ). I l nom e d e riva dal program m a, P e o p le s C h a r te r , p u b b lica to d a g li aderenti a tale m o vim en to nel 18 3 8 ].

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51 diffusero in tutto il paese e divennero organizzazioni adatte a tutti gli scopi, aperte a tutte le categorie di sici liani malcontenti, compresi i contadini, per quanto i fasci rurali venissero in genere fondati molto pi tardi di quel li cittadini. L'organizzazione in quanto tale non era igno ta ai contadini siciliani, che tuttora vivono, per la mag gior parte, piuttosto che in villaggi, in vaste comunit, in seno alle quali ciascuna classe ha per antica tradizione la sua confraternita religiosa, con scopi solamente funerari; faceva eccezione la borghesia, che non ne aveva la neces sit economica, e che forse le riteneva incompatibili con il proprio individualismo. Piccole associazioni contadine si erano inoltre costituite qua e l negli anni intorno al 188 0, per quanto, in genere, non fosse possibile trasfor mare in fasci questi tipi di organizzazioni primitive . Osserviamo pertanto che, per quanto concerne i fasci, assolutamente da escludere un iniziale contenuto reli gioso o sociale. Si trattava di organizzazioni di carattere economico, ispirate dalla propaganda socialista, e i con tadini le conobbero come tali. Le loro istanze non aveva no nulla a che fare col millenarismo. Quasi invariabilm en te esse esigevano la riforma del sistema municipale e l a bolizione di tasse e dazi - , in parte per le ragioni gi illu strate nel capitolo sui lazzarettisti, in parte a causa del si stema, enormemente diffuso, di accaparramento delle ca riche municipali da parte di qualsiasi fazione della bor ghesia che esercitasse il controllo sul governo lo cale\ N el le zone pi arretrate i contadini chiedevano la spartizione dei latifondi; nelle zone pi progredite la riforma dei con tratti agrari, tanto per i braccianti che per i mezzadri e gli affittuari. G li scioperi che si verificarono, e che furono co ronati dal successo, erano diretti a questultimo scopo. Le sommosse e le dimostrazioni meno organizzate, verificate-

1 F. r e n d a , O rigin i e caratteristiche del m ovim ento contadino della Sicilia O ccidentale , in M ovim ento operaio, n. s., maggio-agosto 1 9 .5.5 , pp. 619-67. L autore descrive le confraternite della propria citt durante il periodo fascista: la Confraternita del Purgatorio, che reclutava i mae stri artigiani, e quella dell'Im m acolata, formata soprattutto da contadini. 2 Tra la vasta letteratura che denunzia la politica municipale siciliana, cfr. specialmente: L e condizioni economiche e sociali della S icilia , di G. a l o n g i , in A rch ivio di psichiatria, x v , 1894, p. 229, specialmente pp. 242 sgg.

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si per lo pi nei centri meno progrediti, erano principal mente dirette contro la municipalit e le tasse Non vi alcuna prova che i capi del movimento mirassero a una conquista immediata del potere. Non vi era dunque nessun elemento particolarmente atto a incoraggiare il millenarismo tra i contadini. Pure, si deve tenere presente che coloro che aderirono a questi movimenti avevano una mentalit di tipo prettamente medievale. Cosi, sebbene gridassero A bbasso le tasse, spesso gridavano anche V iva il re e la regina! , saldi nel la tradizionale convinzione che il re, se soltanto sapesse quali ingiustizie vengono commesse in suo nome, non le tollererebbe2. Ugualmente naturale sembrava loro por tare crocifissi o immagini di santi in testa alle processioni, tenere crocifissi con candele accese davanti, nella sede del fascio, e trattare i capi socialisti in visita come vescovi; uomini e donne si prosternavano a terra e cospargevano di fiori il loro cam m ino . Tutto ci sembrava tanto pi naturale, in quanto una delle pi notevoli caratteristiche dei fasci, come di ogni altro movimento rivoluzionario, era l attiva partecipazione di folti gruppi di contadine Non vi dunque da stupirsi se le grandi, commoventi spe ranze rivoluzionarie che i contadini riponevano nei fasci venivano espresse nella tradizionale forma millenaristica. indubbio che ci su cui si appuntavano le speranze dei contadini fosse la rivoluzione, con una nuova societ comunista, regno della giustizia e delluguaglianza. Che cosa intendete per socialism o? chiese un giornalista set tentrionale ai contadini di Corleone, uno dei capisaldi del movimento. L a rivoluzione, risposero in coro alcuni di essi. M ettere tutte le propriet in comune e mangiare tutti allo stesso m odo, risposero degli altri. Una conta dina di Piana dei G reci espresse le comuni aspirazioni con sorprendente chiarezza*. Tutti devono lavorare. Non ci
' Vedi l utile tabella dei m oti, in la lo g g ia , / M oti d i Sicilia cit. Per quanto concerne l assenza di sommosse nei centri in cui i fasci erano pi forti, cfr. ib id .. p. 2 12 . 2 COLAJANNI, G li avvenim enti in Sicilia cit., p. 186. 5 r o s s i , L'agitazione in Sicilia c it., pp. 7 , 10 . 4 Ib id ., pp. 69 sgg., 86. Le opinioni della contadina sono riportate, in modo pi completo, nel n. 3 d ellappendice.

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devono essere n ricchi n poveri. Tutti devono essere uguali. Non necessario dividere le case e i terreni. T u t to deve essere messo in comune e il reddito deve essere distribuito equamente. Questo non far nascere litigi od egoismi, poich vi sar la fratellanza (i membri dei fasci si chiamavano fratelli) e coloro che agiranno contro la fratellanza saranno puniti. Non che un simile modo di sen tire fosse una novit; ma ci che fino allora non era stata che un'aspirazione segreta e senza speranza, sembrava ora realizzabile, poich i contadini avevano avuto una rivela zione, che degli uomini nobili e buoni avevano recato lo ro; uomini che un contadino di Canicatti definiva angeli discesi dal Cielo. Eravam o al buio, e ci hanno rischiara ti ' E ra stato loro rivelato che l unione fa la forza, e che con l organizzazione si poteva creare una nuova societ. Non fa dunque meraviglia che i contadini andassero ai fa sci non solo per organizzarsi, ma anche per istruirsi: Non andiamo pi in chiesa, - diceva una contadina di Piana dei G rec i, - ma al fascio. L dobbiamo istruirci, l organizzarci per la conquista dei nostri diritti1. Non sarebbe dunque del tutto esatto definire questo come un movimento millenaristico, n in senso lazzarettista n in senso anarchico. La dottrina dei fasci non era millenarismo, ma politica moderna. Tuttavia, nelle parti colari condizioni della Sicilia, doveva necessariamente avere una marcata impronta millenaristica per il semplice ratto di essere rivoluzionaria. E ra, come gli studiosi del movimento non si stancavano di ripetere, una nuova reli gione. questo un popolo prim itivo, reso fanatico da una nuova tede, scrive il Rossi. Pi tardi, nellInchiesta parlamentare ufficiale si legger quanto segu eJ: ... e il contadino ne fu colpito e credette veramente che una nuova religione si fosse inaugurata, la vera religione di Cri sto, gi travisata dai preti alleati ai ricchi. E in molti paesi, abbandon i preti...
1 r o s s i , L'agitazione in Sicilia cit., p. 38. 1Ib id ., p. 10. 1 Inchiesta parlamentare, v o l. V I , 19 10 ; c. lo r e n z o n i , Sicilia, parte I I, p. 633.

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Era logico che la dottrina socialista non potesse trovarsi in conflitto con la vera fede di Cristo. G es, diceva la con tadina di Piana, era un autentico socialista, e voleva esat tamente quelle stesse cose per cui si battono i fasci; ma i preti non lo rappresentano come dovrebbero, specialmen te quando praticano l'usura.. Dopo la fondazione del fa scio, i preti si scagliarono contro di esso dal confessionale, dichiarando che i socialisti erano scomunicati. Ma i conta dini risposero che i preti avevano torto, e, in segno di pro testa, disertarono la processione del Corpus D o m in i1. Inoltre, qua e l, gruppi di ribelli cristiani dissidenti ven nero a ingrossare le file dei fasci. A Bisacquino, il cappel lano della chiesa della Madonna del Balzo, padre Loren zo, era chiamato il Socialista perch, mentre dava ai contadini i numeri per il lotto, diceva apertamente che gli aderenti al fascio non incorrevano nella scomunica, e che san Francesco era stato uno dei primi e dei pi grandi so cialisti, che aveva, tra l altro, abolito il denaro. Alcuni de cenni addietro, un esponente della borghesia locale, S. D i mino, prete spretato, aveva fondato a G rotte, fra i mina tori di zolfo, una Chiesa evangelica, che era riuscita a con solidarsi malgrado l accanita opposizione ecclesiastica. Ora, tutti i minatori evangelici divennero socialisti, e fon darono il circolo Savonarola, ove Dimino predicava lo ro il socialismo cristiano \ Non da stupirsi che alcuni uo mini di chiesa ritenessero che la parola di Dio predicata dagli intellettuali socialisti fosse anche la parola della re ligione. La nuova religione non signific dunque, come in A n dalusia, una netta rottura con la vecchia, per quanto sia probabile che, se i socialisti avessero svolto unintensa propaganda antireligiosa, sarebbero riusciti, come gi gli anarchici, a scristianizzare una parte dei contadini. Vi fu rono dei contadini che, invece di portare i bambini a bat tezzare in chiesa, li portavano al fascio. Tuttavia, la reli gione restava sostanzialmente al di fuori del movimento, se non per il fatto che, istintivamente, i contadini espri Rossr, L'agitazione in Sicilia cit., p. 70. 2I b id ., pp. 89-90.

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mevano le loro aspirazioni in termini religiosi. L impor tante era creare un nuovo mondo: L avvento del nuovo mondo, senza miseria, senza fame e senza freddo era un fatto sicuro, perch era voluto da Dio. E si trattava di un avvento imminente. Quasi per in canto. sorgevano i fasci in tutto il palermitano: bastava un discorso di Barbato o di Verro perch le coscienze si sve gliassero dal letargo di secoli. Come dubitare, dunque, del la prossimit dellevento? '. E la diffusione del nuovo vangelo si comp nella stessa atmosfera di fanatismo che abbiamo gi osservata in A n dalusia. La seguente frase del Rossi potrebbe riferirsi tan to alla campagna cordovese che alla Sicilia: In certe regioni, si era diffuso una specie di contagio; le turbe erano invasate dalla credenza che fosse imminente un nuovo regno di giustizia \ Come in Andalusia, non era del tutto chiaro il modo in cui questo nuovo mondo sarebbe venuto alla luce, n, co me abbiamo visto, i capi del movimento avevano, almeno per il momento, piani rivoluzionari per tradurlo in atto: per quanto n essi n i fasci si trovassero obbligati allat tesa millenaria, o al rifiuto di richiedere e di accettare quelle concessioni minori atte ad alleviare provvisoria mente le penose condizioni dei contadini. Il movimento fu sconfitto. Ma, a questo punto, la storia della Sicilia e quella d ellAndalusia assumono direzioni diverse. Poich in Spagna il ciclo dellattesa, della preparazione e dello scoppio di nuovi moti millenaristici riprese, ammettendo solo a un ritmo lento e incerto le ingerenze politiche e or ganizzative. Ma in alcune zone della Sicilia, le dottrine non anarchiche del socialismo riuscirono a salvare qual che cosa dal naufragio della disfatta. Sorsero qua e l dei movimenti contadini permanenti, capaci di sopravvivere a lloppressione e di sfruttare anche i periodi non rivolu zionari. Pu essere interessante illustrare tale fenomeno con l esempio di una comunit rurale particolarmente tur
1 g a n c i . Il movim ento dei lu s c i c it., p 8 7 3 . : r o s s i . f.\ifiitJzione ni Sicilia c it., p p . 6-7.

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bolenta, quella di Piana dei G reci (ora Piana degli A lba nesi) . Piana fu fondata alla fine del xv secolo, quando alcune trib albanesi, scampate alla conquista turca, vennero a rifugiarsi in Sicilia. La comunit, che tuttora il centro pi orgogliosamente albanese dellisola, e conserva la pro pria lingua e il rito greco cattolico (uniate ), ancora com posta dai discendenti dei primi fondatori; infatti la popo lazione locale praticamente'tutta contenuta entro un nu mero ridottissimo di nomi di famiglie, la cui genealogia risale al secolo x v , sono quelli delle nobili famiglie alba nesi; Matragna, Stassi, Schir, Barbato, Lojacono . G li albanesi stabilitisi in Italia sono sempre stati assai turbo lenti, probabilmente perch lo sforzo costante dei signori locali per ridurre i privilegi da essi ricevuti allatto del lo ro insediamento, i continui tentativi della Chiesa per tra sformarli in cattolici romani, e la singolarit delle loro concessioni di terre, che, dopo l abolizione del regime feu dale, fece si che i loro villaggi si trovassero in una situa zione critica, inaspriva i loro rapporti con le autorit. F or se a questa situazione contribu anche la tenacia con la quale mantenevano compatto il loro gruppo nazionale. Comunque sia. Piana era considerata un focolaio di ribel lione gi molto prima del 18 9 3 . L indole degli abitanti - diceva a Rossi un moderato locale - cos facile alla ri bellione, che ogni volta che si verificano tumulti o rivolu zioni, a Palermo o nel continente, a Piana, trascendono su bito a gravi eccessi Assai d frequente davvero, anche prima di allora, Trevelyan la definisce la roccaforte del la libert della Sicilia occidentale, poich i pianesi erano
1 Questa descrizione frammentaria del movimento di Piana si basa principalmente su informazioni raccolte nel paese stesso, grazie alla gen tilezza del sindaco onorevole Michele Sala, e su vari resoconti di giornali e di fonti secondarie. Per buona sorte, Piana, che si trova abbastanza v i cino a Palermo, stata ampiamente descritta da giornalisti e altri osser vatori che l hanno visitata. 2 I Matranga, gli Schir e i Barbato vengono menzionati come fam i glie n obili originarie da P. p. r o d o t , in D el riio greco in Italia, I I I , Roma 1 7 6 3 e da v. d o r s a , in Sugli A lb a n esi , Napoli 1847. S u llantica co munit cfr. anche a m ic o e s t r a t e l l a , Lcxic. Sicu l., I I , 11 s. v. p. 83 (P ian a Graecorum ). E inoltre: B reve cenno storico d elle colonie gre co-albanesi in Sicilia, in Roma e lO riente, I I I , 1 9 1 1 - 1 2 , p. 2 6 4 . 3 r o s s i , L agitazione in Sicilia cit., p. 3 2 .

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insorti molto prima che Garibaldi sbarcasse coi M ille a Marsala; e gi molti anni addietro, il luogotenente gene rale aveva dovuto riferire al re, a Napoli, che Piana, in sieme ad altre zone, aveva una popolazione bellicosa e sempre pronta a fare rivoluzioni Per quanto concerne le cause di tali rivoluzioni, tutti gli studiosi sono concordi; uno di essi, il V illari, ha de scritto. nelle sue Lettere m eridionali, le spaventose condi zioni degli abitanti, e la loro grave situazione economica nel 18 7 8 . Piana si trovava, e ancora si trova, sulle alture cerealicole tenute a latifondo. Intorno al 18 9 0 , la sua po polazione era per la maggior parte composta da braccianti senza terra e da affittuari proletarizzati in seguito ai moti dei fasci, mezzadri e lavoratori a giornata si erano fusi in un unico strato di poveri e, a giudicare dalle cifre ri portate dal La Loggia, le paghe erano ancora pi basse che ai tempi descritti dal Villari . Il paese non aveva una forte tradizione di organizzazioni contadine, per quanto, nel 18 9 0 , avesse una piccola associazione di circa cento membri \ La politica locale, se si eccettuano i tempi di ri voluzione, era dominata dalle famiglie della borghesia che si contendevano il controllo della municipalit, dal terro re dei mafiosi e dei campieri, e dal cieco odio di classe dei berretti per i cappelli. I fasci spazzarono il paese come l onda di una mareg giata. Per buona sorte, uno dei loro leader nazionali - e forse il pi abile - era un pianese, il dottor Nicola Barba to, un medico poco oltre la trentina. E n tro quindici gior ni - disse al Rossi il suo informatore moderato - Barbato divenne il vero padrone del distretto. A llavvento, piut tosto tardivo, del fascio (aprile 18 9 3 ), tutta la popolazio ne adulta, uomini e donne, tranne i ricchi, vi ader in massa. Secondo i calcoli della polizia, il numero degli iscritti ammontava a 2800, cio a pi del doppio di quelli di tutti gli altri fasci della provincia, se si eccettua quello di Palermo *. L organizzazione locale era cosi perfetta che
1 r. g u a r d to n e , II dom inio dei Borboni in Sicilia ( 1 83 0- 61 ) , Torino 15107, I I , p. 56. 2 la l o g g ia , I M oti di Sicilia c it., pp. 2 15 -16 . 3 r en d a , O rigine e caratteristiche cit., pp. 637-38.

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non si verific alcuna rivolta di una certa entit, nonostan te l'uccisione di uno o due dei membri pi influenti del fa scio, presumibilmente ad opera dei proprietari terrieri, che minacciavano di morte i militanti. L organizzazione sopravvisse allarresto di Barbato. Nonostante il fatto che, come abbiamo visto, le aspira zioni dei pianesi fossero di carattere pressoch millenari stico, e lo stato d animo nel quale aderirono al fascio fos se estremamente esaltato - le donne vi partecipavano con un fervore particolare - il movimento che li accolse era piuttosto realistico, e diede loro utili e proficue lezioni di politica non millenaristica; organizzazione, e, per il pre sente, elezioni. Cos come in altre localit, il fascio pre sent sollecitamente candidati per il consiglio municipale, e a farne eleggere un buon numero. Quando Rossi chiese in che modo pensavano che si sarebbe verificato l'avvento del socialismo, la contadina da noi gi citata in diverse oc casioni mostr di avere, come al solito, delle idee molto chiare in proposito. A lle prossime elezioni, i fasci avreb bero conquistato la maggioranza a Piana, poich tutti i votanti, eccetto gli ex padroni, erano dalla loro parte. O v viamente, questo per il momento significava solo che la municipalit avrebbe potuto proteggere un poco i citta dini contro gli abusi e l eccessivo potere dei signori. M a, a suo tempo, i fasci avrebbero eletto dei consiglieri provinciali, dei deputati, e quando a Roma vi fosse stata una maggioranza socialista, tutte le leggi vessatorie sa rebbero state abolite '. Per quanto era in suo potere, Pia na si attenuta a questo programma. Il consiglio munici pale e il deputato al Parlamento divennero socialisti gi prima dello scoppio della prima guerra mondiale, e, in se guito, comunisti; nel 19 5 3 , il partito comunista vi otten ne la maggioranza assoluta dei voti, senza contare i socia listi. Ci che pi conta, che i pianesi non soltanto conser varono la loro organizzazione, ma la ampliarono. Una le ga di contadini sopravvisse al fascio, con un numero di membri fluttuante, ma sempre considerevole: 600 nel
1 r o s s i , L agitazione in Sicilia c it., p . 7 4 .

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1906, 10 00 nel 19 0 7 , 400 nel 19 0 8 A partire dal 18 9 3 , inoltre, i leader socialisti si adoperarono attivamente per l'impianto di aziende agricole collettive, considerate non soltanto come centri sussidiari del movimento contadino, ma anche come nuclei della nuova societ in seno alla vec chia; era questa una forma cooperativistica che, come naturale, attirava i contadini molto pi di altre forme me no ambiziose di cooperazione agricola. Essi prendevano in affitto terre dai gabellotti, le coltivavano in comune e si dividevano i frutti ". Naturalmente, Piana ebbe una di queste aziende fin d allinizio, e la conserv attraverso tut te le vicissitudini politiche ed economiche clic seguirono .il 18 9 0 , con una tenacia veramente eccezionale. Nel 19 5 3 essa contava 750 membri, su circa 2000 famiglie, esclusi vamente socialisti o comunisti. Dal tempo dei fasci, dunque, i pianesi avevano conser vata intatta la lo r o triplice fedelt: al co m u n iS m o , agli al banesi e alla Chiesa greca; a tale attaccamento aveva na turalmente conferito nuovo vigore la conversione della terra natale di Scanderberg alla causa che i pianesi aveva no abbracciata gi tanto tempo prima di Enver Hoxha. Dal maggio 18 9 3 , mai una volta, neppure sotto il fasci smo, avevano tralasciato di recarsi in processione a un re moto passo di montagna, Portella della Ginestra, per te nervi il comizio del primo maggio e ascoltare i discorsi pronunciati dalla pietra del dottor Barbato, una roccia dallalto della quale quella nobile figura aveva una volta arringato il popolo. indubbio che durante il fascismo si facessero soltanto processioni simboliche; tuttavia, i pia nesi insistono nell'affermare che qualcuno ha sempre cele brato il p r i m o m a g g i o in quel luogo. Nel 19 4 7 , la Mafia ingaggi il bandito G iuliano perch aprisse il fuoco con tro tale dimostrazione: ci che egli fece, uccidendo una quindicina di persone, e suscitando uno scandalo politico su piano nazionale che ebbe fine soltanto nel 19 5 6 , con la condanna dei membri superstiti della banda per questo massacro. Per l attivit politica delle sinistre, questa zona
i .o r k n zo n i . Sicilia cit., p. 663. 2 Italy: C ollective Farms, in International R eview of Agricultural Econom ics, v ili, 19 18 , pp. 617-30, specialmente p. 62b.

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stata sempre estremamente pericolosa, anche se, come abbiamo visto in uno dei precedenti capitoli, fin dallepo ca dei fasci, a Piana la Mafia sempre stata assai meno po tente che in qualsiasi altra localit della provincia. I pia nesi non hanno cessato di essere rivoluzionari, anche se oggi la loro ideologia non potrebbe essere definita millenaristica, e neppure, di per s, sediziosa, e anche se, pur essendo tuttora molto poveri, le loro condizioni sono ora ben lungi dalla disperata indigenza dei primi anni dopo il 18 9 0 . La forza della loro organizzazione bastata, per se stessa, a conquistare loro numerosi vantaggi. M a lo spiri to originario non si indebolito al punto di divenire me ramente riformista. Questo spirito pu assumere forme imprevedibili, come nel 19 4 3 , quando, in seguito alla ca duta del fascismo, essi costituirono, mi risulta, per pochi giorni, una repubblica indipendente, finch il partito co munista non li convinse dellinopportunita di tale inizia tiva. Ancora oggi, ogni volta che si sente parlare di dimo strazioni nelle campagne, occupazioni dirette di propriet e simili in qualsiasi zona della Sicilia, la partecipazione dei pianesi pi che sicura. Il loro prim itivo entusiasmo millenaristico si trasformato in qualche cosa di pi dura turo: una fedelt costante e disciplinata a un moderno movimento sociale rivoluzionario. Il loro esempio dimo stra come il millenarismo non rappresenti necessariamen te un fenomeno temporaneo, ma possa, in condizioni fa vorevoli, costituire la base di una forma di movimento estremamente resistente e tenace . Abbiamo dunque illustrato le cause e la natura del mil lenarismo contadino, insieme ai rapporti che lo legano ai moderni movimenti sociali. Dobbiamo ora considerare la funzione da esso svolta nei movimenti rurali; poich in effetti esso ebbe una funzione pratica, che vale a giustifi care la presenza di unatmosfera millenaristica intorno a
1 Una magnifica esposizione, fatta da un abitante di Piana, che mostra chiaramente come si combinino le idee politiche con il tono di un predi catore anabattista del Cinquecento, pubblicata in Inchiesta a Palermo di p a n il o do lci (Torino 19 56, pp. 383-87).

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molti moti rivoluzionari, che altrimenti non avrebbero nulla a che fare con il millenarismo. Esso fece s che delle masse popolari, fino allora disorganizzate, si organizzasse ro quasi simultaneamente su un piano nazionale. Tutti i movimenti sociali si espandono a sbalzi; nella storia di ciascuno di essi si riscontrano periodi in cui la mobilitazione di masse fino allora indifferenti riesce straordinariamente, e spesso vertiginosamente, rapida e facile. Quasi sempre questa espansione assume la forma di un contagio; un propagandista arriva in un luogo, e in breve tempo tutta la regione ne contagiata; qualcuno co stituisce o ricostituisce unassociazione di mestiere disor ganizzata, e nello spazio di poche settimane essa letteral mente inondata di nuovi membri; scoppia uno sciopero, 0, meglio ancora, uno sciopero ottiene successo, e in pochi giorni centinaia di fabbriche che si tenevano in contatto con i primi scioperanti scioperano a loro volta '. N ellam bito di un paese o di una citt, il contagio si sviluppa fa cilmente, dato che uomini e donne si trovano in stretto contatto personale; nei paesi progrediti le notizie vengo no diffuse dalla stampa, dalla radio e dalla televisione, e le comunicazioni sono facili. Ma nei paesi arretrati, esse sono lente e irregolari. Le difficolt di organizzare un mo vimento su scala nazionale sono ironicamente sttolinea te d allesperienza siciliana riguardante l organizzazione della prima celebrazione del primo maggio, nel 18 9 0 : se non fosse stato per il nervosismo delle autorit, che face vano presente ai funzionari locali la necessit di impedire che, in quel giorno, si verificassero disordini - notizia che si diffuse rapidamente di bocca in bocca - molti socialisti locali spesso non avrebbero neppure saputo che l Interna zionale aveva dato ordine di fare una dimostrazione. Ma unatmosfera di forte esaltazione facilita notevolmente la diffusione delle notizie. Schiere di uomini e donne porta no allora le liete novelle dovunque possono, poich, come abbiamo visto per l Andalusia, in tempi millenaristici tut ti diventano propagandisti. Contadini di Piana dei G re
1 H o illustrato alcuni aspetti di questa discontinuit in Economic Fluctuations and some Social M ovem ents, in Econom ic H istory R e v iew , s. I I , v, 1, 1952.

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ci e di San Giuseppe Iato - scriveva un giornale della pro vincia di Trapani - sono venuti per la mietitura nelle con trade di Paceco e descrivono l entusiasmo di l e infiam mano i nostri contadini . L entusiasmo circonda anche il pi piccolo progresso organizzativo di unatmosfera di invincibilit e di fiducia in un prossimo trionfo, e nulla pi contagioso del successo. A questo modo, un movi mento pu mobilitare quasi simultaneamente le masse di una vasta zona; e questa una mossa di enorme importan za politica, poich sei villaggi che si muovono simultanea mente esercitano un impulso molto maggiore, e da un punto di vista politico incomparabilmente pi efficace, che se effettuassero lo stesso movimento a intervalli, per esempio, di un anno. Il millenarismo, infatti, non la semplice, commovente sopravvivenza di un passato ormai remoto: invece un fenomeno estremamente utile, di cui i moderni movimenti politici e sociali possono servirsi con profitto al fine di estendere la loro sfera di influenza, e di imprimere le loro dottrine nelle menti di coloro che vi aderiscono. Poich, come abbiamo veduto, se non so stenuto da un giusto ordine di idee, per quanto concerne l organizzazione politica, la strategia e la tattica, e da un programma appropriato, il millenarismo inesorabilmen te condannato. Da solo, esso pu sussistere, nel migliore dei casi, come un flusso sotterraneo di credenze in una de terminata setta, ad esempio nel lazzarettismo, o come un gruppo di capi in potenza, o una predisposizione a perio diche insurrezioni, come in Andalusia. Si tratta di un mo vimento che pu essere, e certamente sar sempre, ogget to del pi appassionato interesse per chiunque abbia a cuore i destini dell'um anit; ci non toglie che, come gi vedemmo, esso sia perpetuamcnce sconfitto. Nondimeno, qualora venga posto al servizio di un mo vimento moderno, il millenarismo non soltanto pu dive nire politicamente efficace, ma pu divenirlo senza perde re quello zelo, quella fede ardente in un nuovo mondo, quella generosa esaltazione che lo contraddistinguono an
1 s. COSTANZA, I Fasci dei lavoratori nel Trapanese, in M ovim ento operaio cit.. p. 1028 nota.

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che nelle sue forme pi prim itive e aberranti. Non. pos sibile leggere la testimonianza di gente simile allanonima contadina di Piana, senza sperare che il loro spirito non vada perduto.

Capitolo settimo Il mob cittadino

Finora ci siamo occupati quasi esclusivamente di mo vimenti sociali i cui membri e i cui programmi erano egualmente prim itivi. Invero, per uno strano capriccio della storia che i banditi, i mafiosi, i lazzarettisti, i socia listi rurali della Sicilia e gli anarchici rurali dellAndalusia si sono trovati a vivere nei secoli x ix e x x , invece che nel x iv . E ssi erano legati a un modo di vita molto pi arre trato; fu per loro una tragedia che un nuovo mondo, per loro non del tutto comprensibile, li travolgesse verso un futuro contro il quale tentavano di lottare a forza di illu sioni e di violenza. Passiamo ora ad occuparci delle forme prim itive di movimento sociale presso coloro che apparte nevano al nuovo mondo cittadino dellindustria e del ca pitalismo moderno. In questo campo, come naturale, non troveremo un prim itivismo altrettanto marcato; pu re, se ne trover sempre una certa misura, dato che la pri ma generazione dellattuale popolazione industriale era allora tuttaltro che avvezza a un genere di vita cosi nuo vo e tumultuoso. Essi impararono, alla fine - per la G ran Bretagna, collocherei questa svolta cruciale intorno al 18 5 0 - ci che si pu chiamare le regole del gioco della moderna societ industriale; i moderni movimenti operai rappresentano il risultato pi impressionante e pi diffu so di questa loro educazione. Non si deve tuttavia dimen ticare che in tutti i paesi, il nucleo iniziale della mano d o pera industriale fu costituito, come il popolo americano, da una prima generazione di immigranti provenienti da societ preindustriali, anche se in realt non si erano mai mossi dal loro luogo di nascita. E , come tutti gli apparte

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nenti a una prima generazione di immigranti, essi guarda vano tanto al passato quanto allavvenire. Comunque, prima di trattare del primitivismo tra le classi che caratterizzano la moderna societ capitalistica, sar opportuno parlare di alcuni movimenti che stanno tra il vecchio e il nuovo: di quelli, cio, delle grandi citt preindustriali. I pi caratteristici movimenti di tali centri sono e furono le corporazioni artigiane, un tipo di orga nizzazione che appare universalmente diffuso, in ogni luo go e in ogni tempo, ovunque vi sia una citt preindustria le. La natura di tali corporazioni e il ruolo da esse svolto nella politica cittadina sono abbastanza noti da rendere inutile una dissertazione sullargomento. Anche i legami che uniscono tali corporazioni (e organizzazioni analoghe) e i successivi movimenti urbani di operai specializzati so no altrettanto noti In generale, la discriminazione socia le nellambito di un mestiere, o tra un mestiere e l altro, diede origine ad organizzazioni modellate sullo schema delle pi antiche corporazioni o confraternite, ma che tut tavia esprimevano gli interessi specifici di gruppi partico lari, specialmente dei lavoranti; e, in seguito, buona par te della struttura tradizionale pass - le modalit di que sto trapasso sono ancora, qua e l, oggetto di controver sia - ai primi sindacati di operai specializzati del periodo industriale. Inversamente, alcune delle pi antiche orga nizzazioni di lavoranti - come i Compagnonnages france si o i G esellenverbnde tedeschi - prima di cedere il pas so alla pi moderna struttura del sindacato, assunsero, al l inizio del periodo industriale, alcune funzioni caratteri stiche di questultimo :. Alcuni aspetti della sopravviven
1 L opera Industrial Organization in the Sixteenth and Seventeenth Centuries di G. u n w in , rimane la migliore trattazione su llargomento per l Inghilterra. . . . L articolo di s c h o e n l a n k , G esellenverbnde, nelle prime edizioni del Handworterbuch der Staatswissenscbajten e Le Compagnonnage di M. ST-LtON, costituiscono le pi urili basi per questo studio. Per un arti gianato particolarmente tradizionale, illustrato anche da Unwin, cfr.: G. d e s m a r l/ , L e Compagnonnage des Chapeliers Bruxellois, Bruxelles 1909, e J. v i a l, La Coutume C hapelire , Paris 19 4 1. Per l assunzione di alcune funzioni sindacali da parte dei compagnonnages, cfr. per esempio e . todt e H. r a d a n t , Z ur F riihgeschichte der deutseben Gewerkschaftsbewegung 1800-1849, Ost. B erlin, 1950.

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za di queste tradizioni verranno esaminati nel capitolo sul rituale dei movimenti sociali. Ugualmente conosciute sono le attivit politiche dei la voranti e degli operai specializzati cittadini nel periodo preindustriale; o meglio, il fatto che essi fossero, da un punto di vista politico, estremamente attivi e coscienti, generalmente noto. Chi dice calzolaio dice radicale, e lo stesso avveniva per gli altri piccoli artigiani. Per quanto i loro movimenti possano avere avuto unimpronta di prim itivism o, in complesso devono essere considerati come i raggruppamenti pi moderni e progrediti del pro letariato operaio, e come quelli pi propensi ad adottare nuove ideologie, - in genere varianti dellideologia giaco bina. Qui, tuttavia, ci che a noi interessa non tanto questa corrente centrale della politica e d ellorganizzazione dei lavoratori nelle citt. Ci occuperemo invece di qualche co sa che, pu essere definito, piuttosto che come una cor rente, come un perenne vortice nella vita cittadina. Usan do la classica espressione inglese, possiamo chiamarlo semplicemente il mob, poich una delle pi appariscenti caratteristiche del fenomeno, che colpisce a prima vista gli osservatori, appunto la sua estrema m utabilit'. Il mob pu essere definito come il movimento di tutte le classi proletarie cittadine al fine di ottenere, mediante un'azione diretta (cio mediante insurrezioni o ribellioni), riform e di natura economica o politica; questo movimen to non era ispirato da nessuna ideologia particolare; o, se pure esprimeva in qualche modo le proprie aspirazioni, lo faceva in termini tradizionalisti e conservatori (come il mob per la Chiesa e per il R e), Si trattava di un m ovi mento prepolitico, e, come tale, prim itivo nella nostra ac cezione del termine. comunque assai strano che, per quanto in tutti i tempi si sia fatto un gran parlare del mob e delle sue sommosse, e ne sia stata fatta severa condan
1 Spero che da quanto segue risulti chiaro che non ogni sommossa cit tadina una sommossa del mob, e che del pari non ogni grande assembra mento di cittadini costituisce un mob, nel senso in cui questa parola vie ne usata nel presente capitolo. La chiarificazione non ci appare inoppor tuna, dal momento che pochi termini sono stati usati pi indiscrimina tamente di questo.

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na, questo movimento sia stato cosi poco studiato. T utta via, in molti paesi si stanno ora intraprendendo seri studi su queste rivolte; cito in particolare quelli del dottor George Rude, che ha lavorato su materiale francese e in glese, e alla cui profonda conoscenza dei moti del x v m secolo io devo moltissimo. Tale forma di agitazione deve essere studiata oggi, se si desidera comprenderla appieno, dato che, in molte parti del mondo, essa ha gi da lungo tempo cessato di essere quel metodo corrente, e persino comunemente accettato, di azione popolare che era una volta '. Il mob come fenomeno sociale ha mostrato una tendenza a scomparire, cedendo il passo, in molti luoghi, alla classe operaia industriale. Inoltre, in seguito alla R i voluzione francese e al sorgere dei movimenti socialisti le pubbliche autorit, specialmente nelle grandi citt e nelle capitali, sono divenute molto pi guardinghe, in fat to di assembramenti e disordini, di quanto lo fossero pri ma; e forse in conseguenza di ci, nel corso degli ultimi centocinquantanni, l apparato dellordine pubblico si fatto sempre pi vasto ed efficiente, anche nei paesi in cui l azione dello Stato riguardata con maggiore diffidenza. Soltanto al di fuori dellEuropa occidentale si possono an cora trovare dei normali cittadini di grandi citt che ab biano qualche esperienza di rivolte e di mob preindu striali. Il fatto che il mob sia un fenomeno prepolitico non si gnifica necessariamente che esso sia privo di idee politi che esplicite o implicite. vero che spesso si insorgeva senza alcuna idea, vale a dire, in generale, contro la di soccupazione e per una diminuzione del costo della vita - dato che, nellepoca preindustriale prezzi da carestia e disoccupazione tendevano normalmente a coincidere e, di conseguenza mercati, commercianti, e tributi locali come, ad esempio, i dazi, ne costituivano, in tutti i paesi, gli obiettivi naturali e quasi immutabili. I napoletani, che, durante la rivoluzione del 16 4 7 , cantavano:
1 Per il diritto tli ribellione ctr. h a i.lv v A H istory of the English P eople it: 1 S 1 ; , I, pp. 93 sgg. L. T. H O B S H A W M , Econom ic Fluctuations and some Social M ove ments, in Econom ic H istory R ev iew , I I , v , I, 19 52, p.

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Sui viveri non ci fu mai gabella non ci fu mai n dazio ne dogana 1 esprimevano un'aspirazione alla quale quasi tutte le classi indigenti delle citt avrebbero fatto eco. Poich, per il fat to che la massa dei poveri delle citt, anche in tempi nor mali, viveva ai limiti delle necessit di sussistenza, e che ogni aumento dei prezzi o della disoccupazione li precipi tava nella catastrofe, assai di frequente le loro sommosse non erano altro che reazioni automatiche e inevitabili a tali mutamenti. A Parigi, durante la rivoluzione france se, l andamento dei prezzi dei viveri costituiva, come noto, un barometro infallibile dellagitazione delle masse. Comunque, l attivit e le idee del mob non si limitavano a delle pure e semplici sommosse contro il carovita. Nelle sue manifestazioni, infatti, si ritrovavano in ge nere almeno due - o forse tre - altre idee. In primo luogo il mob chiedeva di esser preso in considerazione. In gene re, il mob non insorgeva soltanto per protesta, ma perch sperava, cosi facendo, di ottenere qualche cosa. Esso pre sumeva che la rivolta avrebbe impressionato le autorit, e che forse le avrebbe indotte a fare qualche concessione immediata; poich il mob non era un puro e semplice as sembramento di persone raccolte a caso per il persegui mento immediato di un fine particolare, ma una entit permanente in quanto riconosciuta, bench di rado fosse stabilmente organizzata come tale. Pure, lo era talvolta, ma le forme permanenti di organizzazione della plebs diverse dalle corporazioni artigiane - debbano ancora es sere studiate, come, ad esempio, le confraternite religio se delle citt europee, o i vari pangs della Cina. In secon do luogo, le attivit del mob, qualunque ne fossero lo biettivo ufficiale, una ideologia o l assenza di qualsiasi teo ria, erano sempre dirette contro i ricchi e i potenti (se pu re non necessariamente contro il capo ufficiale dello Stato o della citt). Durante i moti anticattolici di Gordon i di stretti con pi vasto contingente di popolazione cattolica se la cavarono quasi a buon mercato. Il maggior numero

1 m. s c h i p a . La cosiddetta rivoluzione di Masaniello, in A rchivio Storico delle Provincie Napoletane, s. I I , pp. n , 7.3.

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delle case distrutte si trovava, con una sola eccezione, in distretti ove il gruppo dei cattolici era esiguo. Tra i 13 6 cittadini che chiesero risarcimenti, in seguito ai moti, e di cui conosciamo la professione, 33 erano Pari, ambasciatori o gentiluomini, 23 erano professionisti o preti, 29 era no osti e simili, 33 commercianti, rivenditori o negozian ti, 15 probabilmente artigiani, e soltanto quattro salaria ti'. I viennesi insorti contro l esecuzione del re di Fran cia, nel 17 9 3 , diressero la loro furia contro i nobili fran cesi emigrati '. I lazzaroni napoletani, che incarnavano la quintessenza del mob, furono strenui difensori della Chiesa e del re, e, nel 17 9 9 , antigiacobini ancora pi accaniti. Cosi, cantavano canzoni che si scagliavano con tro tutte le classi dirigenti, le quali, a loro avviso, avevano tradito il re, specialmente nobili e frati; saccheg giavano imparzialmente le case dei realisti, e chiamavano giacobino e nemico del re chiunque possedesse una pro priet, o, pi semplicemente, chiunque andasse in carroz za Questo andazzo ha talvolta suscitato in osservatori prevenuti - e quasi tutti gli osservatori, di qualsiasi indi rizzo politico, non hanno considerato il mob classico con eccessiva simpatia - la tentazione di descriverlo come un branco di lumpenproletari e di criminali in cerca di bot tino \ Ed effettivamente, non c dubbio che i depravati e i delinquenti, cosi numerosi nelle grandi citt, si appro priassero di tutto ci di cui queste misere popolazioni, co me sa chiunque abbia trascorso anche solo poche ore a
5 GKORGE rudi-. Th e G o rdon Riots, in Transactions of the Rovai H i storical Society, s. v., v i, 1956. Rude ha poi continuato i suoi bellissimi studi con W ilkes and Liberty, O xford 1962. r. h. ro se , in The Priestley riots o f 17 9 1, ci fornisce ora un resoconto completo di unaltra importan te sollevazione inglese di questo periodo, ma rimane ancora da studili re la rivolta di Liverpool del 1776. e. Thompson, in T h e making o f the E n glish w orking class (London 1963, pp. 19 , 62-78), analizza anche a fondo il fenomeno del m ob per la Chiesa e per il R e. 2 Sono grato, per queste notizie, al dottor Ernst Wangermann. 3 In Curiosit Storiche di n. c ro c e (Napoli 19 19 ), a pp 136-37, sono citati alcuni versi. Per il saccheggio delle case dei realisti, nel 1860, cfr, cro ce, Storia del Regno d i N a p o li , Bari 19 25, p. 224, e La R ivoluzione napoletana del 1779-, m a fff.i. La vita dei briganti. 4 C fr. F. BRANCA!0, O rigin i e carattere della rivolta palermitana del 1886, in A rchivio Storico Siciliano, s. I l i , v, 1952-53, I, pp. 13 9 sgg. per alcuni rapporti consolari francesi che smentiscono apertamente tale interpretazione.

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Napoli o a Palermo, hanno estremamente bisogno. Tutta via, come vedremo, il mob non era, in sostanza, una ban da di individui del genere. Il terzo fattore costante era forse l ostilit verso i fore stieri; cio verso i non cittadini. Una sorta di campanili smo istintivo sembra essere una caratteristica costante del classico mob. Le rappresentazioni popolari di Vienna, dal 17 0 0 al i8 6 0 , che, rivolgendosi al comune pubblico su burbano forniscono un magnifico specchio di quelle opi nioni popolari che di solito rimangono inesprcsse, riflet tono con estrema chiarezza questo intimo orgoglio del cit tadino. I lazzari napoletani avrebbero difeso la gloria del la loro citt contro i disprezzati provinciali anche a costo di dare il loro appoggio ai giacobini. Chi, dunque, faceva parte del mob? Il nerbo di esso era costituito da quella classe che nel continente viene comunemente chiamata popolino (menti pettple o popolo minuto), e specialmente dagli abitanti di certi antichi quartieri con un marcato spirito di coesione, come Fau bourg St-Antoine a Parigi, Trastevere a Roma, o Mercato a Napoli. Era un insieme di salariati, piccoli proprietari, e di inclassificabili poveri cittadini '. Per quanto concerne la citt di Napoli, dove questo gruppo era forse pili co sciente della propria entit collettiva, sotto il nome di laz zari o lazzaroni, e dove stato pi di frequente accusato di annoverare principalmente mendicanti e lumpenproletari, possediamo su di esso una documentazione assai esauriente. Secondo Goethe, i lazzari erano semplicemen te popolo minuto o disoccupati. Un cronista, citato da Croce, che scriveva durante la rivoluzione del 17 9 9 , ce ne d una descrizione assai pi precisa. Ne facevano parte i facchini - una classe che, anche in altre citt, soleva ca peggiare le som m osse' - , e probabilmente i portuali, gli apprendisti e i lavoranti dei pi umili mestieri: cordai, fabbri, lattonieri, magnani, stagnini, conciatori di pelli,
1 c rudi-:, Th e M otives of popular insurrection during the French R evolution , in B u lletin Institute H istorical Research, x x v i, 1 9 5 3 , P55 notn. lb., I..a taxation populaire de mai 1 7 7 5 , in Annales Ilistoriques de la Revolution Friin^aise, aprile-giugno 19 56, p. 38.

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sarti c calzolai. G li artigiani della lana e della seta, gli in tagliatori di legno, gli orafi, gli argentieri, i gioiellieri, e persino i servitori di case ricche, si consideravano supe riori ai lazzari . Naturalmente, si deve aggiungere lo stuo lo dei venditori ambulanti, dei piccoli rivenditori di tutte le specie, e di coloro che vivevano di espedienti, di cui le citt preindustriali abbondavano. I lazzari si identificava no dunque, in sostanza, col popolo minuto delle altre cit t, distinguendosene soltanto per la loro maggiore coesio ne; essi infatti eleggevano ogni anno dei capolazzari ed erano fanaticamente attaccati al culto napoletano di san Gennaro, come i loro pari, a Palermo, osservavano il cul to della patrona della citt, santa Rosalia. Essi assursero a classe riconosciuta durante la rivoluzione del 16 4 7 , che port temporaneamente al potere uno di essi, il pesciven dolo M asaniello; questa non fu n la prima n l ultima, ma certamente la pi impressionante delle numerose som mosse di questa citt :. Per lo meno, il nome di lazzari ap pare per la prima volta nel 16 4 7 , per designare i partigia ni di Masaniello, e, per quanto dal 16 5 0 al 17 5 0 esso sia poco usato, pi tardi riappare ed definitivamente fissato nelluso comune dalla loro contro-rivoluzione del 17 9 9 s. Sembra che, a Roma, il popolo minuto indigeno, forse per antica tradizione, fosse assai meno dedito allartigianato, e che preferisse dedicarsi ai mestieri di macellaio, barcaio lo, carrettiere, pescatore, facchino, conciatore di pelli, selciatolo, o di venditore ambulante di merci varie, la sciando, come riferiscono alcune fonti, i vari mestieri arti gianali ai forestieri venuti a Roma in cerca di fo rtu n a 1. Non c dubbio che tra di essi la percentuale di lumpenproletari fosse assai alta. E ra bassa, invece, in una grande citt del Nord come M ilano, ove, tra la popolazione ma
1 b. cuori:. I lazzari, in Variet ili storia letteraria t* civile, Bari 1935* I , pp. iS y s p s . Cltr., a questo proposi ro, s c i u p a , La cosiddetta ri colazione d i Afisaniello eie., in A rchivio Storico delle Provincie Napoletane, n. s., voli. Il e I I I . e inoltre il suo La niente d i M asaniello, ivi, voli. I, X X X V III. XXXIX. J h. c r o c i, Variet intorno ai lazzari, in N ap oli N obilissim a, xiv , 190^, pp. 140, 1 7 1 , 190. J s i l v a g n i , La C o rte cit., da 1. d a l pani:, in S to ria d e l la vo ro in Ita lia 17 0 0 1 8 1 5 , M il a n o 1 9 4 3 , p. 10 2 .

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schile, vi erano circa 27 000 operai e piccoli negozianti, e soltanto 2500 tra mendicanti, oziosi, vagabondi, carce rati, con le loro donne In ogni modo, pacifico che il mob fosse costituito dal le classi povere della citt, e non soltanto dalla feccia. A s sai spesso, anzi, i gruppi rispettabili della citt, come le corporazioni artigiane, vi collaboravano, o addirittura si univano ad esso, come nei moti del 17 7 3 a Palermo, o nei moti del 17 9 0 a Bologna, ai quali presero parte non solo persone di bassa e vile estrazione, ma anche membri dell artigianato \ Un simile nucleo di ribelli in potenza, e spesso in atto, esisteva in ogni citt di una certa importanza, in cui la po lizia e l'esercito fossero fiacchi. Tuttavia, vi erano alcune citt in cui il mob aveva un'importanza particolare, ed era contrassegnato da una sua propria conformazione prepo litica; erano queste le classiche metropoli preindustriali, in genere delle capitali, che vivevano a spese della corte, del governo, della Chiesa o dellaristocrazia che vi risie devano. La maggior parte di tali citt si trovava n ell'E u ropa meridionale, dato che la combinazione di queste ca ratteristiche si riscontrava per lo pili in citt la cui esisten za si protraeva ininterrottamente da epoca anteriore al l alto M edioevo, e che non avevano mai avuto regime repubblicano. G li esempi pi caratteristici di questa tradizione citta dina sono rappresentati da citt come Roma, Napoli, Pa lermo, e forse anche Vienna o Istambul, grandi citt imo da tempi remoti, che sempre furono governate da un prin cipe. In tali citt il popolino viveva con i suoi governanti in uno strano rapporto, in cui confluivano in parti uguali ele menti di parassitismo e di ribellione. Il loro modo di pen sare, se tale la definizione esatta, pu essere enunciato con chiarezza nel modo seguente. compito del sovrano e della sua aristocrazia provvedere al sostentamento del popolo, sia col fornirgli lavoro, ad esempio proteggendo

1d a i.

p a n e , Storia del lavoro in Italia c it ., p . io o . 2 Ib id ., pp. Z7<), 323.

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gli artigiani locali, spendendo generosamente e facendo elargizioni come si conviene a un principe o a un gentiluo mo, sia attirando nuove fonti di lavoro e di lucro, come, ad esempio, il movimento dei turisti e dei pellegrini. Ci tanto pi necessario, in quanto questi centri di corti principesche non sono, in genere, delle citt industriali, essendo spesso troppo grandi perch le industrie locali forniscano lavoro sufficiente; infatti, come spesso stato osservato, le pi grandi citt preindustriali erano in gene re cosi vaste in quanto centri amministrativi e residenza di una corte. Naturalmente, come nel caso di Roma, il po polino poteva spingersi fino ad avversare l'industrializza zione, poich i suoi componenti la consideravano al di sot to della loro dignit di cittadini, e preferivano non avere unoccupazione fissa. Comunque, se per qualsiasi ragione l abituale tenore di vita delle popolazioni fosse stato com promesso o ridotto, era dovere del principe e della sua ari stocrazia distribuire soccorsi e mantenere basso il costo della vita. Se costoro adempivano a questo dovere, potevano con tare sullappoggio effettivo ed entusiastico del popolo. In vero, per quanto cenciosa e miserabile, la plebe identifi cava se stessa con lo splendore e la grandezza della citt, che spesso, se pure non necessariamente, identificava a sua volta con la persona del sovrano. Cosi, Vienna era la corte imperiale, Roma era il Papato, e, con ogni probabi lit, i Borboni di Francia furono male consigliati a prefe rire alla lealt tumultuosa, ma effettiva, dei loro parigini la tranquillit di Versailles, dove, se era pi facile domare le sommosse, i vantaggi politici della residenza regale era no ridotti al minimo. Nulla di pi facile, dunque, per il popolino, che identificarsi con la citt e i suoi governanti. Per quanto povero e diseredato, esso non subiva uno sfruttamento diretto da parte della corte borbonica o pa pale, ma ne era invece il parassita, partecipando, se pure in minima parte, a quel generale sfruttamento da parte delle citt, delle province e delle campagne - fondamento di tutta l economia urbana preindustriale dei paesi Mediterranei - , come pure allo sfruttamento del resto del mon do attraverso il commercio, i turisti e i pellegrini. Cosi, i

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governanti e questo popolo di parassiti vivevano in una specie di simbiosi. Non si sentiva neppure la necessit di tenere queste due classi separate, come nelle citt moder ne. La tradizionale metropoli medievale o assolutista non ha quartieri eleganti; come si pu tuttora osservare in al cuni rioni di Roma o di Palermo, e nei pi antichi quartie ri di Parigi - ma non in quelli posteriori alla rivoluzione i tuguri e i mercati a llaperto fiancheggiavano i palazzi. La citt era ununit culturale. assai probabile che la tacita convenzione per la quale l aristocrazia di Vienna, di Vene zia o di Napoli proteggeva il teatro dialettale e parlava una versione solo leggermente corretta dell'idioma popo lare del luogo, e non un particolare linguaggio sofisticato, esprimesse questa fondamentale comunanza di interessi di tutta la citt contro gli sfruttati campagnoli o forestie ri. Non facile, ai nostri tempi, immaginare un imperato re che conversa con i suoi arciduchi nellequivalente vien nese di un cockney solo leggermente corretto, come fece ro gli Absburgo fino alla fine. Purch, dunque, il sovrano compisse il suo dovere, la plebe era pronta a difenderlo con ardore. In caso contra rio, continuava a fare sommosse finch quel dovere non fosse stato adempiuto. Di tale meccanismo erano ben con scie ambedue le parti; e finch il normale attaccamento del popolo alla citt e ai governanti non fu sostituito da un altro ideale politico, o finch il mancato adempimento del loro dovere da parte dei governanti fu soltanto tem poraneo, ci non fece sorgere gravi problemi politici, a parte qualche sporadica distruzione di propriet. La per petua minaccia di ribellioni faceva si che i governanti con trollassero i prezzi, dessero lavoro ed elargizioni, e pre stassero ascolto al loro fedele popolo anche su altre que stioni. Poich le rivolte non erano dirette contro il siste ma sociale, l ordine pubblico poteva rimanere, rispetto a quello odierno, straordinariamente rilassato. A l contrario, il popolo era assai soddisfatto d elleflicacia di questo mec canismo al fine di esprimere le proprie esigenze politiche, e non cercava altro, dato che ci che chiedeva era poco pi dello stretto necessario per vivere, un po' di divertimento e il riflesso della gloria del principe. Un mirabile quadro

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di questa situazione stato tracciato per la citt di Parma, ove il rozzo proletariato, che viveva dei sussidi concessi dalla beneficenza ducale, non desistette mai dalle sue sante insurrezioni, alzando barricate e tirando mattoni, pur rimanendo sinceramente affezionato alla sua amata duchessa Di conseguenza, i parmensi ebbero la pi gran de difficolt ad adattarsi ai nuovi sistemi politici della fine del secolo scorso, cio alle elezioni e ai sindacati, di cui non riuscivano a comprendere la necessit. Ancora nel 18 9 0 , quando gi intorno ad essi' tutti si erano orientati verso i nuovi sistemi, i parmensi, malgrado i leader rifor misti delle loro associazioni di lavoratori, facevano anco ra delle sommosse, e nel 18 9 5 , quando M ilano e la Rom a gna votarono per le sinistre, Parma non lo fece. Il popolo non era ancora pervenuto a considerare il voto come unarma politica seria. A questo proposito, significativo il fatto che nel 18 9 8 , soltanto nelle campagne si organiz zavano scioperi, oltre che sommosse: nella citt di Parma ci si limitava alle sommosse. Comunque, l'ondata nazio nale delle insurrezioni di quellanno, che ebbe unimpor tanza cruciale per lo sviluppo del socialismo italiano, por t anche i parmensi a schierarsi colle sinistre, per quanto, anche allora, Parma rimanesse unisola massonico-radicale in una regione socialista; vale a dire che il suo sposta mento a sinistra fu determinato dalla piccola borghesia, piuttosto che dalla classe operaia. Questo ritardo politico della citt (non industriale) ri spetto alle campagne, non era e non una caratteristica esclusiva di Parma. Si tratta invece di un fenomeno assai diffuso nelPItalia meridionale fino ai nostri giorni, ben ch nel corso d ellultimo decennio sia cominciato lo spo stamento a sinistra nelle elezioni delle grandi citt cosi, come abbiamo visto nel capitolo sulla Mafia, nelle prime elezioni dopo la caduta del fascismo, i voti ottenuti dalle sinistre a Palermo, Messina e Catania, erano meno della met di quelli delle zone rurali, per quanto, da allora, il loro numero sia quasi raddoppiato. Nelle stesse elezioni (19 4 6 ) a Roma i voti apolitici, compresi quelli per il par
1 b. RiGuzzi, Sindacalismo e riform ism o nel Parmense, Bari 19 3 1.

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tito monarchico, furono notevolmente pi numerosi che in qualsiasi altra provincia del Lazio; a Napoli, furono al quanto pi numerosi che in qualsiasi altra zona della Cam pania Nella provincia calabrese di Cosenza, nel 19 5 3 , le sinistre ottennero pi del doppio dei voti dei monarchici neofascisti: ma nella citt di Cosenza ottennero soltanto il 159 in pi Non per caso che uno dei partiti monar chici, rappresentato principalmente da un armatore mi liardario e demagogo assai influente nella citt, sia risul tato a Napoli pi forte che in qualsiasi altra grande citt d Italia. Nel 19 5 6 vi ottenne un numero di voti quasi tri plo di quello dei comunisti. Tuttavia, questa mancanza di interesse da parte dei proletari delle grandi citt per la politica moderna - che si risolve, quando votano, in una specie di conservatorismo - , non soltanto il risultato delle particolari simbiosi di cui sopra, ma pu anche deri vare semplicemente da debolezza o da mancanza di qual che cosa che - come le grandi fabbriche o una solidariet artigiana o paesana - li aiuti a consolidare le loro opinioni politiche. Uno dei fatti pi noti della storia politica della citt di Londra il voto apolitico dellE ast End fino agli albori del nostro secolo, quando pass al partito laburista senza attraversare lo stadio precedente della coscienza po litica, costituito dal liberalismo radicale. Le antiche circoscrizioni di artigiani e piccoli negozianti, specialmente quelle situate a sud del Tam igi, pervennero molto prima a una coscienza politica, cio al radicalismo, e ad esso ri masero fedeli molto pi a lungo, passando al partito labu rista soltanto intorno al 19 2 0 . Nondimeno, la simbiosi del mob con coloro contro i quali periodicamente si ribellava non era necessariamen
1 I voti dati al partito monarchico o al partito qualunquista (neofa scista) sono giustamente considerati dagli studiosi del Meridione d Italia come indicatori d ellassenza di i:na coscienza politica piuttosto che come voti politici. Un basso nuni<-:\> di voti per la democrazia cristiana o per il socialcomunismo contraddisnngue quella che stata definita la zona grigia eieI risveglio politico, cos come un cervellotico spostamento da un candidato estremista al laltro. C fr. s c o t e l l a r o , Contadini del Sud cit., pp. 31-32. 2 Sono grato al signor Nino Cavatassi, segretario della federazione del p c i di Cosenza, che mi ha fornito le cifre delle elezioni provinciali, sud divise per citt e villaggi.

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te il fattore essenziale della sua politica. Il mob si ribella va, ma talora faceva anche delle vere rivoluzioni, anche se venivano fatte apparire come controrivoluzioni. Il mob era povero; lo ro erano ricchi; la vita era dunque fon damentalmente ingiusta verso i poveri. Questa la sostan za del loro atteggiamento, che espresso nelle parole di innumerevoli ballate popolari (in tutto il mondo sem pre lo stesso, il povero ha sempre torto a Londra come a Siviglia; Sono rinchiuso in una cella perch non ho de naro; con una chiave d oro non v e porta che non si apra) che idealizzavano la ribellione anarchica di briganti o ban diti da strada, divenuti fuorilegge in seguito a contrasti con un gran signore o con lo Stato, che sempre venivano traditi e sempre traevano la propria rivincita. Le idee ri voluzionarie insite nel mob erano di carattere prim itivo; erano cio, a modo loro, l equivalente cittadino di quello stadio di coscienza politica rappresentato nelle campagne dal banditismo sociale. Come il banditismo, quando si ma nifest come un fenomeno di carattere apertamente poli tico, generalmente lo fece in una forma che pu essere definita come un legittimismo barricadiero; ad esempio, nei paesi assolutisti, come il mob per la Chiesa e per il R e. V ale la pena di soffermarsi un istante ad analizzare que sto legittimismo popolare, poich le idee che ne costitui scono il sottofondo non sono una prerogativa delle gran di citt, ma sono state largamente condivise da tutte le popolazioni prepolitiche. I movimenti contadini della Russia zarista fino agli inizi del nostro secolo erano pro fondamente compenetrati da queste idee, che, in sintesi, possono essere espresse come segue '. In primo luogo, il sovrano (o una istituzione come la Chiesa) simbolizza e rappresenta in un certo senso il po polo e il suo modo di vivere, cosi come pu apparire ad una pubblica opinione incolta. Pu essere malvagio, cor rotto o ingiusto, o piuttosto, tale pu essere il sistema di governo che rappresenta; ma finch la societ sulla quale
1 M. c h e r n ia v s k y , in Tsar and People (N ew Haven 19 6 1), esamina in forma brillante i presupposti e i miti del realismo popolare in Russia.

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esercita il potere rimane stabile nelle sue tradizioni, esso rappresenta la norma di vita. Questa legge, tranne che in circostanze particolarmente fortunate, non certo molto favorevole alla massa del popolo; carestia, epidemie, pe stilenze, guerre, assassini, morti im provvise, miseria e in giustizia sono sempre presenti o in agguato dietro lango lo; pure, questo il destino d elluomo. Tuttavia, se que sto ordine stabilito, per quanto duro e ingrato, veniva a essere minacciato d allesterno o d allinterno, il popolo, a meno che il sovrano avesse causato o tollerato in una mi sura maggiore del consueto la miseria, le ingiustizie e i lutti (e a meno che, secondo il detto cinese il mandato del cielo fosse scaduto), gli si stringeva intorno, in quan to egli rappresentava, in un senso simbolico e quasi magi co, loro stessi o almeno la personificazione dellordine sociale. Cosi i castigliani si strinsero intorno ai borboni per combattere lo straniero invasore. Questo non , per se stesso, un movimento sociale vero e proprio; ma se la sfida allordine tradizionale assume la forma di nuove for ze sociali distruttrici, il legittimismo pu dissimulare una rivolta in massa contro le ingiustizie del nuovo ordine, una specie di luddismo politico. I legittimi monarchi e le istituzioni come le Chiese possono non vedere di buon occhio un simile movimento. L imperatore Francesco I d Austria guardava con sospetto al legittimismo rivolu zionario del suo popolo, osservando giustamente: O ra sono patrioti per me, ma un giorno potrebbero esserlo contro di m e. Dal punto di vista di unistituzione pret tamente conservatrice, la disposizione ideale l obbedien za, non l entusiasmo, qualunque ne sia la natura. Non un caso che lo slogan di ogni principotto tedesco fosse Ruhe ist die erste Birgerpflicht (la tranquillit il pri mo dovere del cittadino). In secondo luogo, il sovrano (un'istituzione per sua for tuna remota) rappresenta la giustizia. P er quanto sia evi dente che i signorotti locali, i funzionari, il clero e altri sfruttatori succhiano il sangue del popolo, ci probabil mente avviene perch il monarca ignora i misfatti com messi in suo nome. Se soltanto Io zar o il re di Francia sa pessero, senza dubbio percorrerebbero il paese in lungo

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e in largo fulminando col loro occhio d aquila i disonesti funzionari, e dispensando la giustizia al loro fedele popo lo. Questo atteggiamento viene espresso da una serie di leggende popolari, come quella, cosi cara alle masse, del re che si aggira in incognito per il paese, allo scopo di sma scherare le ingiustizie e di dispensare la giustizia, attribui ta a tutti i sovrani, da Hrn al-Rashd a llimperatore Giuseppe I I . La remota distanza alla quale si trovano i re (o i papi) salvaguarda la loro reputazione. Naturalmente, per, appena le ingiustizie e le sofferenze patite dal popo lo sono deposte direttam ente ai loro piedi, tale reputazio ne svanisce. Nessuno si muover pi per difendere un mo narca ingiusto, per quanto legittimo - per un Nicola I I dopo tre anni di massacri - poich un monarca ingiusto la negazione della regalit. U nistituzione meno persona le, come la Chiesa, resiste meglio alla scoperta della falli bilit; tuttavia, come abbiamo visto a proposito del mille narismo, anchessa minacciata dalla scoperta, egualmen te disastrosa, che non si tratti della vera Chiesa, ma di una congiura degli oppressori per mantenere i poveri nel l ignoranza. Il cristiano devoto, ma fieramente anticleri cale, una figura familiare nella storia delle rivoluzioni europee. I movimenti per la Chiesa e per il R e sono dunque autentiche proteste sociali, per quanto assumano caratte re rivoluzionario soltanto in quella che ho definito come la loro fase luddista. Il loro scopo , in genere, quello di salvaguardare la norma tradizionale dei rapporti sociali, il che implica u n accettazione della gerarchia tradizionale, per quanto il sogno secolare di una societ veramente e completamente libera, nella quale non vi siano n cap pelli n berretti (per usare l espressione siciliana) esploda a tratti in massacri selvaggi. Esso diviene follia rivoluzionaria soltanto in periodi rivoluzionari. Presu mendo che questo movimento avesse una teoria costitu zionale, si potrebbe spiegare ci che lo distingue dal legit timismo reale dicendo che questultimo implica soprattut to un monopolio dellobbedienza; il legittimismo popola re implica invece alcuni servizi, reali o immaginari, che il re rende alla giustizia, o che potrebbe rendere se altri non

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glielo impedisse. I movimenti popolari per la Chiesa e per il R e esprimono dunque delle critiche e pongono delle condizioni; e in verit, poich in fondo non si preoc cupano di ci che il re o la Chiesa ne possano pensare, ne tengono ben poco conto. Nel 1 588, i parigini non si preoc cuparono di sapere se Enrico I I I approvasse il movimen to insurrezionale da essi suscitato in suo nome. I napole tani e i parmensi non esitavano un istante a ribellarsi con tro il sovrano quando ritenevano che mancasse al suo do vere di fornire loro quel modesto sostentamento a cui pensavano di avere diritto. I cittadini di Dublino, nelle opere di Sean O 'C asey, non si preoccupano di sapere se la Chiesa approvi la loro ribellione - in effetti, i rapporti tra la Chiesa e la fratellanza repubblicana irlandese, le cui origini risalgono al secolarismo e al deismo del x v m se colo, sono sempre stati piuttosto vaghi. Essi non riusciva no a concepire che la Chiesa potesse non essere dalla par te d ellIrlanda. Non vi dunque da stupirsi d ellim prov viso abbandono dei loro sovrani da parte dei sudditi legit timisti, che, nel corso degli ultimi quarantanni, ha ridot to la monarchia, nel 1 9 1 4 una istituzione quasi universale dellEuropa centrale, orientale e meridionale, a una tra scurabile anomalia politica. Il popolino, dunque, insorge per la giustizia sotto le insegne del re e dello zar, come nella terribile jacquerie della citt di Napoli nel 17 9 9 , o in molte altre sommosse rurali in cui i contadini, siano essi della Sicilia o della re gione del Volga, non possono credere che le forze dello Stato si siano mosse per annientarli, dato che essi credo no in buona fede di agire secondo i desideri del proprio sovrano. N on sparate su di noi, - gridavano i contadini di Bezdna al generale Apraksin, facendosi il segno della croce, - state sparando su Aleksandr N ikolaevic, state spargendo il sangue dello z a r 1. E ssi non pensavano a uno zar reale, o a qualsiasi reale sovrano, ma allo zar idea le del popolo legittimista, figura che non ha riscontro nel la realt. O ve, come a Napoli, il re non sia un personaggio
1 Per questa interessantissima sommossa, vedi r . l a b r y , A utour du M o itijk , Paris 1 9 2 3 , e f . v e n t u r i , I l populism o russo , Torino 19 .52 , ba sato sui pi recenti studi sulla Russia.

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cosi lontano da essere personalmente sconosciuto e ;rr.c:noscibile, la mancata adesione al legittimismo, come lo in tendevano i governanti, risulta ancora pi evidente. I laz zari erano legati soltanto a un re - una repubblica imper sonale era infatti qualcosa che sfuggiva alla loro compren sione - , non gi a un re borbonico. Invero, in seguito alla conquista francese, essi non ebbero difficolt a trasferire la loro lealt al generale francese Championnet, che sti mavano migliore del re che se ne era andato e causa del suo modo di fare pi democratico. Buona parte della reputazione di volubilit del mob dovuta a questo em pirismo. Esso vuole un re che faccia il proprio dovere, co me deve farlo il suo santo; a questa condizione, uno vale l altro. Per i lazzari era dunque logico, dopo la sconfitta, fare una dimostrazione contro san Gennaro e trasferire temporaneamente la loro devozione a santA n ton io'. In fondo, tuttavia, il mob non era legato a nessun re, governante o sistema; erano queste semplici etichette po litiche apposte a movimenti privi di qualsiasi programma positivo, ad eccezione dellodio per i ricchi e di un certo ideale di uguaglianza di sapore larvatamente anarchico. Neppure l anarchia poteva costituire una soluzione positi va. Un villaggio di contadini potrebbe sperare di svolge re la propria vita col semplice consenso della comunit, se soltanto lo Stato, la legge e i ricchi che lo sfruttano e si ingeriscono nelle sue faccende, venissero eliminati. Ma una citt non pu sperare di governarsi a questo modo. L unica soluzione che lidea anarchica prim itiva sia in gra do di proporre per le citt e la loro distruzione; proposta che, come gi vedemmo, pu essere accolta con entusia smo dai contadini anarchici, ma che, per la loro stessa si tuazione, i poveri delle citt non possono approvare. Oc corre che qualcuno provveda all'organizzazione della cit t e al suo sostentamento. In essa l uguaglianza, se pure esiste, si riduce a quella specie particolare rappresentata dal voto o da uguali possibilit, o da qualche altra cosa del genere; non sarebbe mai la semplice uguaglianza di coloro che coltivano in comune la terra, in uno spirito di 3 cro ce,
I la z z a ri c it., pp. 1 9 7 - 9 8 '

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fratellanza, e magari procedono a una periodica ridistri buzione di essa. Il mob dispone dellarma della ribellione. questa unarma notevolmente efficace, poich, vivendo nelle capitali, si ha unidea assai pi precisa di ci che si gnifica il governo, il potere e la conquista del potere, di quella che possono averne i contadini di remoti villaggi. Tuttavia il mob non poteva fare nulla pi che ribellarsi periodicamente contro il destino umano per poi placarsi, preferendo una tacita accettazione del governo - qualun que esso fosse - e dei suoi datori di lavoro, e battendosi per ottenere vantaggi immediati di scarsa importanza. Non si preoccupava gran che della bandiera sotto la quale insorgeva. Nel corso degli ultimi due secoli, non vi trac cia di movimenti millenaristici tra i classici mob delle grandi citt, dato che a questa massa riusciva eccezional mente difficile concepire l idea di un mondo nuovo e per fetto. Nondimeno, a poco a poco il mob mut indirizzo, se questa affermazione non troppo precisa e categorica. Qualora, ai fini del nostro studio comparativo, ci si limiti al basso popolo delle citt assolutiste o di tradizione asso lutista del M eridione, si potranno osservare gli stadi successivi di tale evoluzione dalla Rivoluzione francese in poi. A partire dalla Rivoluzione francese, infatti, il menu peuple di Parigi, qualunque fosse Io scopo che si prefig geva, insorse sempre sotto gli auspici delle sinistre. Il bas so popolo viennese, che intorno al 17 9 0 era lealista ed antigiacobino (con la caratteristica eccezione dei calzolai che erano filofrancesi perch i francesi erano contrari alla re ligione ), nel 1848 era rivoluzionario. A ttraverso uno stu dio delle rappresentazioni di periferia, possiamo localiz zare in modo ancora pi preciso questo mutamento del l atmosfera politica popolare tra il 18 3 0 e il 18 4 8 '. In Spagna, gli eroi le cui gesta venivano cantate nei caff-con certo di Siviglia e Barcellona, dopo la met del secolo
1 II dottor Ernst Wangermann ha tratto questa informazione dagli archivi. : 0. r o m m k l , D ie A U tviencr V o lksk o m d ie , Wien 19 5 2 , l'opera classica su llargomento; Johann Nestroy il tipico attore-autore delle rappresentazioni popolari anteriori al 1848.

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scorso, a giudicare dal testo delle coplas (canzoni) e dalle memorie dei cantanti, erano generali di idee liberali P er sino a Napoli, roccaforte del proletariato filoborbonico, nel i8 6 0 i Borboni attesero invano una seconda edizione della sommossa dei lazzaroni del 17 9 9 . I lazzari non si mossero. In effetti, da qualche anno la camorra era venu ta a patti con i liberali, e Garibaldi conquist le classi po vere napoletane come conquistava i cuori di tutta la gen te umile. Cosi, se la sommossa del 18 6 6 a Palermo era an cora per santa Rosalia, era anche per Garibaldi e la R epubblica, poich la citt aveva da lungo tempo preso l abitudine di sollevarsi insieme o anche prima dei suoi li berali. Ci non implica che il mob meramente prepolitico o favorevole alle Destre avesse cessato di esistere, per quanto ora, assai di frequente, pi che come una forza di chiaratamente tradizionalista, agisse come sospinto da una demagogia di tendenze apertamente di sinistra - anti semita come a Vienna, anticlericale e anticapitalista come a Barcellona - che sembrava adattarsi al complesso degli elementi conservatori. in questo spirito che Alejandro Lerroux, l imperatore del Paralelo reclut i suoi uo mini nel Barrio Chino, malfamato quartiere di tuguri e bordelli nel centro della vecchia Barcellona, per la setti mana tragica in cui imper il mob anarchico, nel 1909 2. Perch avvenne questo cambiamento? In parte, senza dubbio, perch il mob procedeva empiricamente, e i regi mi per la Chiesa e per il R e erano in via di decadenza. Nei tuguri delle citt non troveremo certamente l ostina to tradizionalismo dei contadini vandeani, dei carlisti ara gonesi e navarrini che si battevano per una causa persa. La causa di ci era in parte nel fatto che con i movimenti rivoluzionari della nuova epoca era apparso un nuovo ge nere di eroe, che parteggiava per il popolo e spesso pro1 Silverio, il padre del flamenco , forma d arte generalmente apolitica, aveva, ne] suo pi antico repertorio, unelegia dedicata a lleroe repub blicano Riego: cfr. d e m o f il o , E l canto Flam enco, Sevilla 1 881 , p, 194. Il menestrello f e r n a n d o e l d e t r i a n a , in A rte y artistas flamencos , M a drid 19 5 2 , pp. 85-89, narra come conquist i! pubblico di Barcellona, ostile ai canti andalusi, componendo un tango sulle gesta del generale Prim. 2 b re n a n , T h e Spanish Labyrinth cit,, p. 34. Questo movimento fu ta citamente tollerato dal governo perch anticatalano.

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veniva anche dal popolo, campione, e forse anche mirag gio. di una societ libera, e non soltanto ordinata. G a ri baldi, la cui capacit di incarnare l ideale del campione del popolo aveva del miracoloso (egli resta tuttora l uo mo che ha suscitato da solo le pi vaste dimostrazioni di massa che Londra abbia mai visto) ne costituisce forse il pi vivido esempio. M olto prima che gli italiani del Sud avessero abbandonato il loro tradizionale rivoluzionari smo, egli li conquist nonostante la loro incomprensione delle vere cause a cui prestava il suo nome, forse perch, come il Mack Smith ha giustamente osservato, egli stesso era un uomo semplice, dalle idee ancora rudimentali, e sa peva per istinto come trattare con i poveri di mentalit prepolitica. Il mob era tradizionalista soltanto per man canza di qualcosa di meglio, ed era appunto questo che i nuovi movimenti, giacobino, nazionalista, socialista, sem bravano promettere, anche se in un modo vago. evidente che essi non potevano assorbire compietamente il mob. La facilit con la quale questo insorgeva, rese allinizio pi agevole il compito dei rivoluzionari, ma tale vantaggio fu annullato da una quasi totale incapacit di comprendere che l agitazione sociale non si esaurisce quando la sommossa ha ottenuto il suo scopo immediato, e che la disciplina necessaria. Quasi tutti i movimenti socialisti o comunisti moderni preferirebbero, se potesse ro scegliere, la disciplinata stolidit di un piccolo distret to minerario alla turbolenza di tre grandi citt come P a lermo. Invero, con alcune eccezioni, quasi fin dal princi pio la vera forza dei moderni movimenti operai risiede non gi nelle capitali non industrializzate, ma nelle pro vince; nei dipartimenti del Nord e del passo di Calais, nella Germ ania centrale, nel G alles, nellInghilterra del Nord, a Torino e a M ilano. L epoca d'oro dei movimenti rivoluzionari del proletariato urbano stata quella del giacobinismo e del primo radicalismo. Ma anche nelle sue roccaforti, il classico mob ha subito una sensibile decadenza. In primo luogo, l industrializza zione ha sostituito al popolino la classe operaia industria le, la cui essenza stessa l organizzazione, e una perma nente solidariet, mentre quella del vero mob era costitui

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ta da brevi e intermittenti sommosse. In secondo luogo, il mutamento delle condizioni economiche ha eliminato la carestia periodica combinata a un'alta percentuale di di soccupazione, sostituendovi una forma di crisi economica che non produceva, come reazione automatica e inevita bile, le sommosse per il pane. Infine, la crescente sensibi lit dei governi ai disordini nelle capitali in seguito alla Rivoluzione francese, e probabilmente anche l evoluzio ne compiutasi nellurbanistica durante il secolo scorso, tendente a separare i ricchi dai poveri in quartieri diversi e ad allontanare entrambi dai centri commerciali e politi ci, rese pi difficile lo spontaneo accendersi delle rivolte e delle insnrrezioni, anche ove ne permanessero le cause. L osservatore che conosca soltanto Londra, Parigi o B er lino della fine del secolo scorso trover difficolt a com prendere la vera essenza del mob. Soltanto qualora per corra a piedi, ad esempio le vie di Palerm o, ove i Quattro Canti formano ancora il cuore della citt, e veda, a breve distanza dai palazzi e dagli uffici del governo, i mercati e i tuguri, sentir nel suo intimo tutto il significato del gri do il popolo insorto! ai tempi dellautentico m o b 1. Pochi rimpiangeranno la sua fine. Raramente i difen sori dello status quo hanno menato vanto per il solido tra dizionalismo del mob come hanno fatto per quello del movimento conservatore contadino, anche quando ne hanno tratto vantaggio. Esso ha rappresentato in comples so una forza che ha ritardato la conquista delle grandi cit t non industriali da parte del movimento operaio; e l in flusso favorevole da esso esercitato in alcuni luoghi non stato tenuto in alcun conto. Neppure gli anarchici, che lo gicamente sostengono la ribellione prim itiva e spontanea, anche se ha effetti negativi, sono stati molto propensi a idealizzarlo. La trasformazione del popolino delle grandi capitali in una classe operaia moderna ha portato ad una perdita di colore locale, ma chiunque abbia visto l orripi lante spettacolo del sottoproletariato napoletano sar pro1 A proposito d ellinfluenza che ebbe su ll urbanistica il timore delie rivoluzioni cfr. l opera di Haussmann a Parigi, e, per quanto riguar da Vienna, H. b e n e d i k t , D ie w irtschaflliche E n tw icklun g in der FranzJo scp h-Z eit , Wien-Munchen 19 58 , pp. 46-47.

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penso a considerare con indulgenza persino Stoke-onTrent M a, con tutti i suoi inconvenienti, il mob pur sempre un fatto storico; esso costituisce forse la forma di agitazione sociale l cui ininterrotta esistenza pu essere fatta risalire pi addietro nel tempo, poich tuttaltro che assurdo riconoscerlo nelle fazioni degli azzurri e dei verdi nei circhi dell 'antichi c. E poich, forse senza ren dersene pienamente conto, esso ha svolto un ruolo impor tante nellevoluzione politica del mondo moderno, prima di cedere il passo a movimenti pi evoluti e ad altri rag gruppamenti del proletariato, lo storico ha il dovere di cercare di comprenderne l essenza, per quanto anche que sto, come altri movimenti sociali prim itivi, diffcilmente possa destare la sua simpatia.
1 (Squallido cittadina industriale inglese!.

Capitolo ottavo Le sette operaie 1

I. La Rivoluzione americana c la Rivoluzione francese del x v m secolo costituiscono, forse, i primi movimenti poli tici di massa nella storia del mondo, che abbiano espresso le proprie ideologie e aspirazioni in termini di razionali smo laico invece che in quelli tradizionali della religione. Questo fenomeno segna una cosi profonda evoluzione nel la vita e nelle opinioni del popolo, da rendere difficile la valutazione della sua natura anche per coloro che sono cresciuti in unepoca nella quale la politica agnostica, qualunque siano le convinzioni individuali degli uomini politici e dei loro elettori. II moderno movimento operaio deriva, sotto due diversi punti di vista, da questa epoca. In primo luogo, perch la sua ideologia dominante, il so cialismo (come pure il comuniSmo e l anarchia che appar tengono alla stessa famiglia) lultimo, estremo derivato d ellilluminismo e del nazionalismo del x v m secolo; in secondo luogo perch le stesse classi lavoratrici, sue so stenitrici, figlie di unepoca senza precedenti, erano, pro babilmente, meno influenzate dalle religioni tradizionali di qualsiasi altro gruppo sociale, ad eccezione di alcuni
1 Uno studio ottimo e molto compie to sul protestantesimo c la classe operaia inglese nel periodo della prima industrializzazione esiste ora. Thompson, T h e making of the l i n gl is h w orking class cit. Il saggio di K. s. INCm s, Churches and the w orking classes in Victorian Un gland, London 1963, contiene un capitolo assai utile sul Misere ito della salvezza, il cui fondatore era un ex cartisra. ma per il resto non molto importan te; inoltre la critica al presente capitolo ivi contenuta inaccettabile. V i ceversa larticolo di T. Dunbain sulle leghe di lavoratori agricoli del 18 7 3 ( l3ast & Present. 26, 1963) illum ina molti altri lati del problema e tra lalt rei porta l'attenzione sugli aspetti m illenaristici degli aderenti al le leghe.

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gruppi circoscritti o di lite, come gli intellettuali bor ghesi. Ci non significa che i lavoratori fossero, o siano, per la maggior parte, agnostici o atei. Significa soltanto che il passaggio universale o individuale dal villaggio alla citt, o dalla condizione di contadino a quella di operaio, ha, generalmente, portato a una netta riduzione dell'in fluenza delle religioni tradizionali e delle chiese. Le in chieste compiute sulle tendenze e sulle pratiche religiose della classe operaia dal 18 4 0 al 19 5 0 , hanno rivelato, qua si senza eccezione, che questa classe, rispetto alle altre, caratterizzata da una forte dose d indifferentismo religio so '. Anche le eccezioni sono spesso pi apparenti che rea li, poich i gruppi eccezionalmente religiosi, tra le classi operaie - nellEuropa occidentale, si tratta normalmente di cattolici romani - rappresentano spesso delle minoran ze nazionali come gli irlandesi in Gran Bretagna e i polac chi nella Germania imperiale, per i quali la propria reli gione particolare un emblema, come un altro, della pro pria nazionalit. E anche costoro, per quanto pi religio si dei loro compagni, lo sono, in genere, assai meno di quanto lo siano in patria i loro correligionari non appar tenenti alla classe operaia. Per quanto concerne i leader e i militanti dei movimenti socialisti, essi sono stati, prati camente, fin dal principio, non soltanto indifferenti nei ri guardi della religione, ma, in genere, dichiaratamente agnostici, atei e anticlericali. La caratteristica forma moderna di movimento delle classi operaie , dunque, di un laicismo completo, se non militante. Tuttavia non sarebbe credibile che le forme e gli atteggiamenti della religione tradizionale che, da tem po immemorabile, avevano accompagnato la vita del po polo minuto, potessero, allim provviso, cadere nel nulla. Nei primi stadi di movimenti sociali e politici, anche di carattere pi spiccatamente laico, spesso si osserva una specie di nostalgia per le vecchie religioni, o, forse pi pre cisamente, una incapacit a comprendere nuove ideologie
1 La prima di queste grandi inchieste c il censimento religioso del l In ghilterra e del G alles nel 19 5 1; recentemente i m igliori studi, posteriori al 19 4 1, sono costituiti dalle opere di Le Bras e della Scuola cattolica francese di sociologia religiosa.

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che esulano dagli schemi delle vecchie, magari con degli di trasformati o di statura pi ridotta, magari con delle tracce di vecchi culti e riti. La stessa borghesia illuminista aveva la propria religione massonica e la rivoluzione fran cese, il culto della Dea Ragione e d ellEssere Supremo. Un esempio ancora pi tipico, citato ultimamente da A l bert Soboul, rappresentato d allintroduzione del culto, secondo gli schemi tradizionali, di nuovi santi e martiri anche miracolanti, da parte dei rivoluzionari militanti: Perrine Dugu nel Sarthe, che sali al cielo con ali tricolo ri, e sulla cui tomba gli ammalati guarivano e, tra i sancu lotti parigini, M arat, Lepeletier e Chalier Spesso le for me prim itive di socialismo, nellepoca delle comunit uto pistiche, assunsero l aspetto di nuove religioni (come il sansimonismo) o di settarismo profetico (come quello di W ilhelm W eitling). La capacit dei movimenti secolari di suscitare nuovi culti si mantenne a lungo, perfino il posi tivismo di Auguste Comte aveva la sua religione dellu manit. Tuttavia, se si eccettuano gli stadi iniziali, questi fenomeni sono singolari, piuttosto che importanti. In e f fetti i nuovi movimenti socialisti assolvevano, per i loro membri, molte delle funzioni proprie delle religioni tra dizionali, dando luogo a manifestazioni analoghe. I socia listi spagnoli si rivolgevano l uno a llaltro, nella corri spondenza, il titolo di correligionario. Tuttavia, queste analogie sociologiche esulano d allambito della nostra trattazione. Il movimento socialista operaio perfetta mente moderno nel suo laicismo. La pi importante eccezione a questa regola generale, costituita dalle sette operaie dei paesi anglosassoni \ La storia delle ideologie dei movimenti operai inglesi non certo completamente diversa da quella relativa ai paesi del continente. Come quelli del continente, i movimenti operai e socialisti inglesi eran dominati dalla tradizione laicistico-radicale che forni i pi influenti pamphlettisti da
1 Sentim ent religieu x et cultes populaires pendant la R evolution , in A rchives de Sociologies des R eligions, n. 2, luglio-dicembre 1956. Non voglio dire che sim ili sette non esistano altrove, tuttavia mi sembra pi opportuno trattare quasi esclusivamente dei fenomeni inglesi. Essi sono, in ogni modo, i pi importanti.

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Tom Paine a Bradlaugh e Blatchford, e, in pratica, tutti i teorici del movimento, dagli economisti del lavoro spenceriani, owenisti ed o brienisti, ai marxisti ed ai fa biani, e la maggior parte del suo impulso politico. V i so no luoghi, specialmente Londra, ma anche alcune delle al tre citt, in cui l agitazione operaia e artigiana ha una tra dizione che risale a prima della rivoluzione industriale, ove il militante operaio religioso o settario sempre stato una curiosa anomalia. Il laicismo costituisce la trama ideo logica che unisce la storia dei movimenti operai, dai gia cobini di Londra e da Place attraverso gli antireligiosi owenisti e i loro collaboratori, gli ugualmente antireligio si giornalisti e librai, attraverso il libero pensiero dei ra dicali seguaci di Holvoake che affluivano alla H all of Science di Bradlaugh, alla federazione socialdemocrati ca e ai fabiani di Londra con la loro dichiarata avversione per la retorica di cappella. A Londra, persino un rivolu zionario, fondamentalmente religioso come George Lansbury, dovette svolgere la sua carriera in unorganizzazio ne atea e marxista come la s d f , poich neppure il clerica le partito laburista indipendente era riuscito a prendervi piede. Non si pu tuttavia negare che nel complesso in G ran Bretagna sussistessero degli intimi legami tra la re ligione tradizionale e i movimenti operai; legami assai pi forti e duraturi che in molti altri paesi. Fin nel 19 2 9 , di 249 membri laburisti del Parlamento, sulle cui convin zioni religiose uno studioso tedesco condusse uninchie sta, otto soltanto si dichiararono agnostici o atei '. Da al lora, non si pi fatta alcuna inchiesta del genere. M olto si discusso sui precisi rapporti tra la religione tradizionale e i movimenti operai, per quanto, in genera le, sulla base di una documentazione insufficiente, e con l intralcio di pregiudizi politici o settari'. Prima di tratta
1 r. l in d e n , Soziaiism us und R eligion, Leipzig 19 3 2 . 2 La tesi di H alvy, secondo la quale l avvento del metodismo imped la rivoluzione in Gran Bretagna, stata la base della maggior parte di que ste trattazioni. Per un esame critico, vedi il mio M ethodism and the threat o f R evolution in Britain, in H istory T od ay, febbraio 19 5 7. La maggior parte del materiale stato raccolto da storici metodisti n ellintento di il lustrare il contributo portato dai loro gruppi al movimento operaio, e spe cialmente da R . Wearmouth, che ha pubblicato una serie di volum i sul-

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re delle sette operaie come tali, sar opportuno riassume re ci che conosciamo sui rapporti generali tra la religione e le classi lavoratrici inglesi nel periodo posteriore alla ri voluzione industriale Il periodo dellindustrializzazione per la G ran Breta gna (circa 17 9 0 -18 5 0 ) segn uno dei pi importanti mu tamenti religiosi; esso vide, infatti, il sorgere del non conformismo protestante come religione di massa. Le set te erano state numerose e influenti, durante il rivoluzio nario secolo x v ii, ma nel corso del x v m avevano perso considerevolmente terreno. I vecchi dissenzienti, gli indipendenti, i battisti, i presbiteriani inglesi, gli unitari e i quaccheri, erano poco pi che modeste comunit della media e piccola borghesia rispettabile, intaccate qua e l dalle forme del deismo e del razionalismo. Il risveglio me todista prima della Rivoluzione francese, non aveva an cora convertito stabilmente un gran numero di persone; i suoi membri erano allora meno di 60 000. N el 1 8 5 1 , la situazione era radicalmente mutata, poich il censimento religioso di quellanno rivel che la Chiesa ufficiale d In ghilterra manteneva a mala pena la sua supremazia sopra le sette protestanti dissidenti nel complesso del paese, mentre era, con una sola eccezione, nettamente superata da esse nelle citt e nelle regioni industriali. Questa straordinaria conversione in massa al settarismo prote stante si verific soprattutto nel periodo tra il 18 0 5 e il 18 5 0 . Cosi i metodisti crebbero da circa 10 7 0 0 0 nel 18 0 5 , a quasi 600 000 nel i 8 5 t , senza contare i 12 5 000 metodisti calvinisti del G a lle s'. Evidentemente, queste conversioni coincidevano con periodi di tensione economico-sociale. G li anni che videro la pi rapida espansione
l argomento, dai quali ho largamente attinto per la compilazione di que sto capitolo. Negli ultimi tempi, laffermazione : I l laburismo inglese deve pi a W esley che a M arx , stata pi spesso fonte di confusione che d i luce. 1 Questa sintesi si fonda principalmente sul censimento religioso del 1 8 5 1 . e sulle statistiche relative ai membri delle varie sette religiose. 2 W esleyani e kilham iti nel 180 5, wesleyani, kilham iti, metodisti p ri m itivi, associazione metodista wesleyana e riformatori metodisti wesleya ni nel 18 5 1. La mancanza di statistiche adeguate per le sette dissenzienti meno centralizzate rende difficile ottenere per queste analoghe cifre. Per dati approssimativi vedi quelli del censimento del 18 5 1.

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metodista furono quelli dellepoca giacobina (17 9 3 -9 5), gli ultimi anni, di crescente tensione, delle guerre napoleo niche (r8 o 5 -r6 , e specialmente 18 1 3 - 1 6 ) gli anni del R e form Bill e della Poor Law ( 18 3 1- 3 4 ) , che registrano il pi rapido ritmo di sviluppo annuale, e cosi via. Ugual mente significativo il fatto che tale progresso rallentasse e si arrestasse temporaneamente per tutte le sette dal 18 5 0 al 18 5 5 , l unico periodo del secolo che registr una netta diminuzione del numero dei loro membri. Furono questi gli anni che segnarono anche il declino del carti smo e del radicalismo. Risulta, qui, evidente lo spiccato parallelismo tra l evoluzione della coscienza religiosa, so ciale e politica. Non sappiamo in questa massa di nuovi convertiti quanti fossero lavoratori, dato che n le statistiche con temporanee n gli annali delle sette stesse forniscono dati indicativi della composizione sociale del gruppo dei loro aderenti. Tuttavia, qualora si accetti il fatto - assai proba bile - che le attrattive del non conformismo diminuisco no quanto pi si sale dalla zona di confine tra la borghesia e le classi lavoratrici verso l alta borghesia, o quanto pi si scende da questa linea alle infime profondit della mi seria, evidente come molti lavoratori prendessero parte a questo vasto movimento religioso. Certamente molti di essi furono spinti al non conformismo nel corso dei perio dici e semisterici risvegli, cosi caratteristici nel prote stantesimo del x ix secolo, nel corso dei quali si compiro no o si iniziarono i maggiori aumenti del numero degli ap partenenti alle sette: 17 9 7 -18 0 0 ; 18 0 5-8 0 7; 18 T 5 -18 ; 18 2 3 -2 4 ; r 8 3 i- 3 4 ; 18 4 9 ; 18 5 9 e 1904-905. Praticamente tutte queste conversioni avvenivano ver so sette d elluno o dellaltro tipo; l aumento della comu nit cattolica fu dovuto, infatti, allimmigrazione dei cat tolici irlandesi piuttosto che alla conversione di gruppi non cattolici; e la conversione di alcuni dei pi ricchi non conformisti alla Chiesa d Inghilterra era un fenomeno di elevazione sociale, non gi di conversione religiosa. Q ua le fu il ruolo svolto dalle sette cristiane nella vita della prim itiva classe lavoratrice industriale? G li strati del proletariato sui quali essa esercitava mag

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gior presa, erano in gran parte quelli pi rozzi e di pi re cente formazione. La classe degli artigiani specializzati in una citt preindustriale come Londra aveva un suo de terminato modo di vita e di agitazione politica (giacobino e radicale), per quanto, come naturale, anche questo spesso si fondasse su una versione riveduta e corretta di un precedente settarismo protestante rivoluzionario Le citt industriali, come Sheffield, erano painiste e oweniste; in esse il nucleo dei non conformisti era costituito da gli artigiani e dai piccoli industriali. Ma le nuove zone in dustriali - villaggi trasformati rapidamente in citt indu striali - non avevano un tenore di vita adeguato alla nuo va epoca e, ci che pi conta, nessuno sentiva la responsa bilit di creare una qualsiasi forma di comunit umana, eccetto, forse, gli albergatori. Alcuni di questi agglomera ti, cos come molti dei pi antichi distretti minerari, erano abitati soprattutto da una popolazione indigena che si svi luppava con il suo alto tasso di natalit formando centri rigidamente isolati, chiusi o compatti, in cui uomini e don ne attingevano alle sole risorse spirituali di cui potessero disporre; le consuetudini preindustriali e la religione. So no questi i luoghi che videro nascere i canti popolari degli albori dellindustrializzazione, che pi tardi si sarebbero perduti nellondata dellurbanesimo e d ellemigrazione; canti dei minatori, dei tessitori, dei marinai. A ltri erano agglomerati misti di indigeni e di immigrati raggruppati intorno a una o due industrie principali. Un terzo gruppo nel quale la disorganizzazione sociale era anche maggiore, era costituito da numerosi agglomerati di emigranti in citt come Londra e nelle citt portuali, nelle quali la gente viveva di una indefinibile variet di occupazioni, e specialmente di quelle non specializzate. In tali citt, me die o grandi che fossero, non sarebbe stato possibile ri creare la vita preindustriale adattandola alle nuove circo stanze, come si faceva nei villaggi in d ustriali2.
1 Le osservazioni che seguono sulla religione delle classi operaie non si riferiscono a questi pi antichi gruppi di artigiani, anche se alcuni di essi erano, a modo loro, settari. Per uneccellente descrizione di una simile comunit vedi l . y . s a u n d e r s , Scottish Democracy 18 15 -18 5 0 , Edinburgh 1950, p, 12 7. 1 La m igliore trattazione da me conosciuta sulla religione delle clas-

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In tutte queste zone la vita delle classi lavoratrici era misera, meschina, sordida, bestiale, breve e soprattutto malsicura, e le religioni che queste classi si sceglievano rispecchiavano tale situazione. Il loro culto era estremamente fervente. ( Il fervore delle associazioni religiose un compenso per la mancanza di sicurezza sociale, dice il Pope). Visioni di splendore, del giudizio finale e del fuoco dellinferno per i malvagi balenavano dinanzi agli occhi di coloro che cercavano un appoggio per portare il fardello delle loro sofferenze; la potenza suggestiva delle prediche sul fuoco d ellinferno, sui miracoli e simili reca vano un diversivo nella loro vita. Una signora, parlando delle filande di Courtauld nellEssex intorno al 18 4 0 os serv il bisogno di eccitamento che le ragazze avvertiva no quando non erano costrette al lavoro; In mancanza di altro, l entusiasmo religioso fornisce talvolta questo eccitamento Sono assetati di sangue, diceva un mi nistro della sua congregazione. Soltanto i pi poveri e so cialmente meno organizzati si trovavano forse a un livel lo cosi basso che neppure la religione poteva toccarli, per quanto l Esercito della salvezza si sforzasse di avvicinarli. Si trattava dunque di una religione puramente emoti va, priva di un contenuto teologico o intellettuale. La ca ratteristica delle sette religiose operaie che esse furono create per gente incolta, cosicch gli unici criteri della fe de e della salvezza erano la passione e la moralit; concet ti che si trovano alla portata anche dei pi ignoranti. T u t te le sette che facevano proseliti tra la nuova classe ope raia industriale (distinta da quella pi antica o dagli arti giani in migliori condizioni economiche) hanno tentato di diventare magniloquenti. La seguente osservazione di Pope vale anche per la G ran Bretagna: Accettano semsi operaie agli albori d ellindustrializzazione M illhands and Preachers , Y a le 19 42, di l . po pe , che parla di Gastona, nella Carolina del N ord, tra il 1900 e il 1939. Per quanto il mio studio riguardi le condizioni d ellInghilterra, la religione di questi poveri montanari trasformatisi in operai ha delle analogie cosi marcate con quella dei settari del x i x secolo che citer di tanto in tanto il Pope per meglio descriverla. 1 m a r y m e r r y w e a t h e r , Experience o f Factory L ife , London 186 25, p. 18 . C fr. Pope, M illhands and Preachers c it., pp. 89*91 per l'esprimersi del risveglio religioso nei festeggiamenti della comunit: L e riunioni religio se sono quasi l unico divertimento che abbiam o (p. 89).

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plicemente le nozioni [teologiche] provenienti da una grande variet di fonti e le riuniscono insieme senza cu rarsi della loro coerenza. Per queste stesse ragioni tale religione era anche democratica; le congregazioni parteci pavano al culto assai pi attivamente che altrove per mez zo del canto corale, dei discorsi, delle testim onianze, per mezzo della predicazione laica (compresa quella delle donne) e degli innumerevoli comitati e uffici della Chiesa. E ra questa una democrazia religiosa in seno alla comuni t, poich una delle principali caratteristiche della setta era che forniva a una comunit lavoratrice, una sua pro pria coesione e scala di valori, mediante le quali il pove ro poteva sentirsi superiore al ricco. La povert divenne infatti un segno della grazia, l austerit un segno di virt, di rigore morale, in confronto alla rilassatezza di costumi del reprobo; una nuova gerarchia spirituale veniva cosi a sostituire quella del mondo secolare, e a inserirsi nelle istituzioni della comunit che altrimenti sarebbero state quasi del tutto inesistenti'. D altronde, ed questa la singolarit delle sette ope raie inglesi, in genere la setta trattava i problemi dei pro letari eludendoli o piuttosto risolvendoli non per l intera classe, ma per l individuo o per un gruppo scelto di pri vilegiati (da ci deriva probabilmente la incorreggibile tendenza di queste sette esaltate a frantumarsi in una mi riade di conventicole indipendenti e rivali). Dalla religio ne ci si aspettava davvero un aiuto, magari soltanto per mezzo di una specie di magia o di superstizione 1 che po tesse in qualche modo mitigare la sorte a cui erano sog getti; per esempio, influire sulla prosperit o sui sistemi della loro fabbrica o della loro miniera. Ma le condizioni economiche erano volute dal destino; era quindi inutile lottare contro di esse. L essenziale era la salvezza d ellin dividuo: nella teologia degli operai di fabbrica il mondo
1 Nella Chiesa della Santit d i Gastonia la gerarchia era la seguente: salvati, santificati, battezzati nello Spirito Santo, battezzati n ellacqua, p r i m a , seconda e t e r z a benedizione ecc. ( p o p e , M ill hands and Preachers cit., p. 1 3 7 ). L a loro religione intimamente connessa alle lotte e alle vicissitu dini quotidiane di una vita malsicura e serve a interpretare e trasforma re gli avvenimenti: "la sua azione muta le circostanze {ib id ., p. 86).

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un grande campo di battaglia sul quale Dio e il demonio si contendono ogni singola anima. Il "sangue di C risto e la lettura della Bibbia favoriscono la vittoria di D io (Pope). Per quanto concerne la politica, gli adepti traeva no in genere soltanto due elementi dalla loro religione: la sopportazione e una specie di vendetta spirituale, in quanto si attendeva lo scatenarsi della collera divina, come nelle molte sette che si diffusero durante la crisi del 19 3 0 , descritta nel Brynm aw r di H ilda Jennings ', o come presso i lookers di cui G w yn Thomas ha scritto nei suoi mirabili romanzi ambientati nel G alles del Sud. Ambe due questi elementi hanno trovato una classica espressio ne nel dramma di Gerhart Hauptmann l tessitori , una versione storicamente esatta dei moti luddisti della Slesia nel 18 4 4 ; a questo punto non vi nulla di meglio che ci tare da questa notevole opera drammatica due discorsi pronunciati da un vecchio adepto: A te, potente Iddio, noi non possiamo esprimere abba stanza la nostra gratitudine per averci conservato in grazia tua anche questa notte... e Tu hai avuto compassione di noi, o Signore, la tua bont giunge tanto lontano e noi sia mo poveri peccatori, indegni di una tua sola parola, tanto siamo colpevoli e cattivi. Ma tu, Padre celeste, ci guardi con occhio pietoso e ci difendi per amore del tuo caro Fi glio, nostro Signore e Salvatore, Ges Cristo. E se talvolta ci scoraggiamo, nelle prove che tu ci mandi, nei castighi - anche se talvolta il fuoco purificatore troppo cocente non farci troppo caso, perdona le nostre colpe. Concedici pazienza, Padre celeste, affinch dopo questi dolori possia mo partecipare alla beatitudine eterna. Amen E ancora: Dammi retta, Gottlieb! Non dubitare della sola cosa che rimane a noi poveri. Per cosa mi sarei rotto il filo della schiena al telaio per pi di quarant anni? E sarei stato tran quillamente a vedere come quei l si rimpinzano dogni be ne di Dio e fanno dogni erba un fascio e fan quattrini del la mia fame e dei miei dolori? Perch mai? Perch avevo

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je n n in g s , Brynm aw r , London 1 9 3 4 , p . 124 . 2 [/ tessitori, atto V , trad, di Enrico G agliardi, M ilano 1894]-

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una speranza. Su tanta miseria ho qualche cosa di mio [...] Tu hai la tua parte qui io al di l, questo mi son detto. E mi sono lasciato squartare, tanto ne son sicuro. C e stato promesso. Verr il giorno del giudizio universale, ma i giu dici non saremo noi. Mia la vendetta, ha detto il Signore, nostro Dio '. In effetti la frase oppio dei popoli una definizione tu ttaltro che inesatta dello spirito della maggior parte di queste se tte 1. Il nucleo delle religioni operaie era fo r mato da quelle che Troeltsch ha definito sette non ag gressive, i cui membri erano persuasi che il vero creden te dovesse volgere le spalle al mondo per guardare soltan to alla gloria d elleterna salvezza, assicuratagli dalla con versione. I W alworth Jum pers, una setta evidentemente proletaria del cui estremismo mistico possediamo una de scrizione3, arrivavano a credere fermamente di morire al momento della conversione, che li faceva rinascere alla vita eterna, quindi per l avvenire sarebbero stati immor tali. II. L e sette operaie vere e proprie si distinguono da que ste forme religiose in quanto sono essenzialmente attive. Non soltanto i membri del gruppo provengono principal mente dai salariati, ma l intera setta intimamente legata ai movimenti operai e sindacali, attraverso la teoria, l or ganizzazione o le attivit degli aderenti. Inoltre, vi in esse la ricerca di una dottrina religiosa e di una organizza zione che rispecchi non soltanto il destino, ma le aspira zioni collettive della nuova classe. Questa forma estrema si riscontra per difficilmente. Il solo autentico esempio
1 [/ tessitori, atto V , trad. cit.]. 2 Evidentem ente, la leligione delle Chiese operaie appare indifferen te alle condizioni economiche dei fedeli. In realt essa in parte il pro dotto di quelle particolari condizioni; distogliendo l attenzione da esse, la religione ne costituisce indirettamente la sanzione ( p o p e , M illhands and Preachers cit., p. 9 1). opportuno ricordare che questo autore un cri stiano profondamente contrario a ll interpretazione economica della sto ria . * c. m. d a v i e s , U northodox L ondon, 18 7 3 , I , pp. 89 sgg.

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che io conosca di una setta di questo tipo, formata da la voratori con una chiara coscienza di classe, costituisce un fenomeno tardivo ed effimero, la Labour Church, per quanto sia forse possibile scoprire degli altri esempi. Ci che pi comunemente si riscontra la parziale trasform a zione di una setta non aggressiva in una setta operaia, sotto la pressione dellagitazione sociale dei suoi membri. In forma attenuata questo fenomeno assai diffuso; i wesleyani delle classi operaie e altri troncarono ogni rap porto con il conservatorismo per partecipare ad attivit luddiste, radicali e cartiste '. Nonostante il loro ascetismo (che implicava un atteggiamento ostile verso i sindacati) i predicatori delle Chiese di Dio e delle Chiese della Sacra Pentecoste di Gastonia, durante gli scioperi del 19 2 9 pre sero spesso le difese degli scioperanti, semplicemente per ch le loro chiese si identificavano in tutto con la classe lavoratrice. Tuttavia esistono pochi esempi di sette in cui l attivit sindacale sia divenuta sistematica invece che ec cezionale. L esempio pi conosciuto rappresentato dai metodisti prim itivi \ I metodisti prim itivi si distaccarono dai wesleyani ver so la fine delle guerre napoleoniche, cio a llinizio del pe riodo delle conversioni in massa nellindustria. (Un grup po molto simile a questo, i cristiani della Bibbia, molto forte nellInghilterra occidentale e poi nel Kent, se ne di stacc poco prima). La ragione ufficiale di queste scissioni era una divergenza di opinioni su ci che si pu chiamare democrazia religiosa. Il wesleyanismo, come noto, ri mase arm inianista3, nella sua teologia, centralizzato e ge rarchico, e poich il predicatore era nettamente distinto dal laico di organizzazione sacerdotale, inoltre, per quan to concerne la politica, decisamente conservatore. Per
1 C fr. R. w ea rm o u th , M ethodism and the W orking Class M ovement 18 00 -18 50, e il mio articolo M ethodism and the threat of Revolution in Britain cit, 2 O ltre ai documenti della setta, ho consultato: h . b , k e n d a l l . H i story o f the P rim itive M ethodist Church, 2 voli., 1906; t o w n s e n d -w o r k m a n -e a y r s , N ew H istory of M ethodism , 2 vo li., London 1909, e inoltre le opere di R . Wearmouth. J [ cosi chiamato da Jacopo Arm inio un movimento di reazione con tro le dottrine di Calvino, formatosi in Olanda al principio del secolo x v ii, che ebbe come risultato la creazione della Chiesa dei dimostranti].

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quanto avesse preso piede come una fede non intellettua le, che si rivolgeva direttamente a ciascuno in una forma em otiva, senza alcuna discriminazione di classe, non era, pure nel suo entusiasmo, del tutto priva di inibizioni. Co s, quando gli evangelisti americani di frontiera inventa rono il sistema del camp meeting alla fine del x v m seco lo, che uno di essi port in Inghilterra pochi anni dopo, i veri wesleyani non lo accettarono per diffidenza nei ri guardi di queste dimostrazioni di massa di estasi religio sa, in cui enormi folle erano portate a un isterismo collet tivo e a conversioni in massa, non disgiunte, secondo lo pinione dei cinici, da forme assai meno sante di sfogo emotivo. I metodisti prim itivi, il cui soprannome di de clam atori allude allo stile delle loro prediche, accolsero questi meeting con entusiasmo. Inoltre essi insistevano sulla necessit della predicazione laica, e sul diritto delle donne a predicare; questo un altro motivo di dissenso e un segno quasi infallibile di tendenze istintivamente radi cali '. In tutto il corso della sua esistenza, questa setta eb be di gran lunga la pi alta percentuale di predicatori lai ci. Per quanto la politica vera e propria non avesse a che fare, almeno coscientemente, con questo argomento, tuttavia probabile che l anticonservatorismo vi abbia avuto la sua parte. Abbiamo notizia di almeno una seces sione in quella che doveva essere la roccaforte del metodismo prim itivo, in seguito alla riforma parlamentare e alla questione controversa se i predicatori dovessero o meno rinunciare, come i primi cristiani, a qualsiasi ricom pensa per la loro predicazione evangelica; a un certo pun to il nuovo gruppo si spinse quasi fino ad aderire ufficial mente al radicalismo . Evidentemente, la predicazione dei prim itivi non trat tava deliberatamente di teologia, ma il carattere della lo ro religione era severo e implacabile. Qualunque ne sia il contenuto preciso, la religione del povero e dellindifeso deve comportare uno spiccato contrasto tra lo splendore
1 j . B e n n e t t, The H istory of Dissenters during the lust 30 Years, Loncion 1839, pp. 3 1 - 3 4 2 M onthly R epository, vol. V , 1820, p. 560; w h arm o u th . M etho dism and the W orking Class M ovem ent 18 00-1850 cit., pp. 2 1 1 - 1 2 .

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dellanima redenta e la bruttura del reprobo tra le fiam me; una combinazione che era forse espressa meglio dalla dottrina della predestinazione e della dannazione predi cata dal calvinismo. Tra una setta pi mite e una pi se vera, le masse sceglievano invariabilmente la pi severa (come ad esempio, nel Lancashire, i battisti particolari di rigorosa osservanza calvinista, piuttosto che i calvinisti m oderati)'. Sar forse opportuno osservare che questo non derivava dalle condizioni particolari dei proletari, da to che vi erano altri gruppi ugualmente poveri e indifesi. Queste sterili e tragiche forme di religione attiravano egualmente altre persone che vivevano isolate nelle dif ficolt, nellincertezza, nella miseria, come i contadini dei M onti Allegheny o d ellInghilterra settentrionale e occi dentale (ove erano in prevalenza metodisti prim itivi), la gente di frontiera e soprattutto i pescatori che, sia come metodisti prim itivi a Grim sby o a Yarm outh, che come membri di molte altre sette severe in Norvegia o in O lan da aderirono a questa religione apocalittica con uno zelo contro il quale neppure l attrattiva del comuniSmo (in Norvegia e in Islanda) poteva competere. La religione dei lavoratori in genere una variante particolare di un setta rismo molto pi diffuso: quello delle classi lavoratrici povere, preindustriali siano o no proletarie. La nuova setta, che si manifest come tale soltanto per gradi, fu designata fin dal principio come un culto quasi esclusivamente delle classi lavoratrici. Basta infatti guar dare le fotografie delle sue prime cappelle nellopera di Kendall, o leggere i loro discorsi, per abbandonare qual siasi dubbio in proposito. La topografia religiosa della G ran Bretagna estremamente complessa, e spesso i pri m itivi non riuscirono a penetrare in regioni che erano state precedentemente conquistate da unaltra setta che vi adempiva la stessa funzione, come ad esempio i w e sleyani nella Cornovaglia, nel Dorset, nel W est Riding e nel Lincolnshire. Essa divenne quindi in un certo senso una religione regionale. I suoi capisaldi erano situati nel
1 r. mal le y , Lancashire, its Puritanism and Nonconform ity, Manche ster 1869, I I , pp. 482-84.

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nord, specialmente a Durham, nellest, specialmente a Norfolk, e nella zona povera di piccole industrie decrepi te nel W est Midlands, e nei villaggi della valle del Tamigi. (Sia detto per inciso che nel G alles del Sud, contrariamente allopinione comune, nessun genere di metodismo aveva preso piede, dato che nella predicazione dei battisti o dei congrezionalisti locali si trovavano gi abbastan2a elementi apocalittici; nel G alles del Nord predomina va una setta quasi nazionale, quella dei predicatori meto disti calvinisti che predicavano in gallese). Come le altre sette, seppure in un modo pi accentua to i prim itivi si diffusero con maggiore rapidit tra il 1 8 1 5 e il 18 4 8 , nel periodo del maggiore fermento sociale e della rapida industrializzazione. Nella seconda met del secolo il loro impeto and scemando, per quanto facesse ro dei notevoli progressi in zone di recente industrializ zazione in cui mancava la struttura antiquata del lavoro specializzato, come nellE ast End di Sheffield, considerato separatamente dalla zona d ellantico artigianato dei coltellinai Nella sua qualit di setta operaia essa era particolarmente sensibile alle fluttuazioni periodiche e ai mo vimenti della disoccupazione che in genere giustificava ogni variazione nel numero dei suoi membri soprattutto in termini econom ici'. N e llultimo quarto del secolo, se non prima, questa setta aveva perso quasi ovunque il suo dinamismo. I prim itivi non erano soltanto una setta operaia; erano soprattutto una setta operaia di villaggio; fatto che sta to ampiamente illustrato e commentato. forse questa la ragione per cui questo movimento pi forte in alcune zone agricole e minerarie, ove i lavoratori vi hanno pro babilmente trovato un contenuto rivoluzionario pi mar cato di quello che i loro confratelli cittadini fossero nor malmente disposti ad accettare. Risulta infatti che l in cendio nei fienili compiuto nel 18 3 0 dai lavoratori del Berkshire fosse colpa dei declamatori; poich tutti di

1 C fr. T h e Beehive, 15 giugno 1867. : r . w f .a r m o u t h , M ethodism and the W orking Class M ovement 18 50 Ip o o , p . 1 0 1 .

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cono, fa ci che vuoi, non peccato In ogni zona, il nerbo di questa setta non risiede nelle citt industriali di media grandezza e tanto meno nelle grandi citt, cosi inoS D i t a l i verso la religione delle classi operaie ma nei centri tra la cittadina e il villaggio. Questo spiega la ragione per la quale nel 18 5 0 il numero delle cappelle dei orim itivi fosse una volta e mezzo quello dei ministri wesleyani (ri spettivamente r 555 e 10 3 4 ) per quanto i loro proseliti fossero meno di un terzo di quello dei wesleyani. Cosi, nel 18 7 3 -7 4 , i prim itivi contavano meno di settecento membri a Newcastle-on-Tyne, ma ottocento a Shotley Bridge, e settecento a Thornley, che erano soltanto dei villaggi. Ci si imbatte continuamente in villaggi in cui la massa della popolazione deve avere appartenuto a questa setta: W angford (Suffolk), Rockland (N orfolk), Docking (N orfolk), Brinkworth (W iltshire), Motcombe (Dorset), Minsterlev (Shropshire). Si sarebbe dunque portati a concludere che le sette operaie costituiscono un fenomeno proprio di una fase embrionale dellindustria lizzazione, e che le condizioni a esse favorevoli tendono a scomparire con lo sviluppo dei moderni schemi urbanisti ci e della grande industria manifatturiera. Probabilmente ci in parte dovuto al fatto che i prim itivi, come tutte le sette operaie, erano pi efficienti nelle piccole congre gazioni, in seno alle quali era possibile attuare un sempli ce sistema democratico tra i fedeli, ottenendo il massimo grado di partecipazione dei laici. Non si deve dimenticare che si tratta di una setta di attivisti; fino al 18 5 3 ebbe sempre nelle sue file circa il dieci per cento di membri che erano effettivamente dei predicatori, fssi o viag gianti \ Questa tendenza allattivit individuale pu contribui re a spiegare la caratteristica pi sorprendente dei prim i tivi, cio gli stretti rapporti che li legano al sindacalismo. In effetti, non sembra eccessivo considerarli principal mente una setta di quadri sindacali. Quando nel T844 Lord Londonderry espulse i suoi minatori scioperanti,
1 Royal Commission on the Poor Law s, Parliam ent P apers, X X XIV o f 1834, Rural questions 53: Sutton W ick, Berks. : C fr. censimento religioso del 18.51, L X X X II.

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due terzi dei prim itivi metodisti del distretto di Durham rimase senza tetto. Praticamente nel x ix secolo, tutti i capi dei minatori del Northumberland e di Durham ap partenevano alla setta: Hepburn, Burt, Fenwick, John W ilson, W illiam C raw ford, John Johnson, Peter Lee. Erano straordinariamente forti anche in altri distretti car boniferi, ove pure erano assai meno numerosi. I capi di minatori dello Yorkshire come Parrot e Cow ey, quelli delle Midlands come Enoch Edw ards, A lbert Stanley, Sam Finney, quelli del Derbyshire, come Barnett Kenyon, Tovn di Cleveland, Tom Cape del Cumberland, erano tutti metodisti prim itivi. L o stesso si dica per le associa zioni di lavoratori agricoli; si affacciano qui spontanei al la mente i nomi di Joseph Arch, George Edw ards, E d w in G ooch; ma vi furono delle zone, quali il N orfolk, ove l associazione spuntava in pratica come una diretta propaggine della setta. Questa tendenza sindacalista del la setta tanto pi sorprendente in quanto le altre sette - ad esempio i wesleyani - furono assai meno feconde di capi sindacalisti; pare infatti che i soli capi importanti del secolo scorso di provenienza weslevana siano stati H enry Broadhurst, muratore. Ben Pickard, minatore dello Y o rk shire, e Arthur Henderson, e ci nonostante il fatto che i wesleyani fossero cinque volte pi numerosi dei prim i tivi. Soltanto in zone remote come il D orset, essi svolse ro un ruolo analogo; tre dei sei martiri di Tolpuddle era no predicatori laici wesleyani. opportuno osservare che rari erano i rapporti diretti tra il metodismo prim itivo e i movimenti operai. La dot trina prim itiva, per quanto simpatizzante con la causa del radicalismo, della riform a, d ellastinenza totale e di altri movimenti delle sinistre, non lo era in misura maggiore del rimanente dei gruppi non conformisti, e lo era forse meno di alcuni gruppi di vecchi dissidenti, ad esem pio dei congregazionalisti e degli unitari. I capi della set ta erano ovviamente favorevoli ai sindacati e, in determ i nate circostanze, agli scioperi, ma non pi di quanto ci si potrebbe aspettare da una setta i cui membri ricorrevano con tanto entusiasmo agli uni e agli altri. Tra di essi si ri scontrano difficilmente tracce di idee collettivistiche po

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litiche ed economiche, per quanto il loro storico metta in evidenza, a mio parere giustamente, che il sorgere del mo vimento della temperanza, e della forma pi estremista di esso, l astinenza totale, cominci ad aleggiare sulla so ciet e sulle chiese levigando i rigidi contorni dellindivi dualismo e fondendo gli uomini tra di loro in una coscien te comunanza d in te ressi 1. In effetti, se non fossimo a conoscenza d ellintima relazione esistente tra i prim itivi e l organizzazione dei lavoratori, non sarebbe facile dedur re questa circostanza da un semplice studio delle loro dot trine e della loro organizzazione. Che cosa dunque faceva di essi una setta di carattere cosi spiccatamente operaio? In primo luogo, a mio avvi so, la generale rispondenza della particolare tecnica della loro evangelizzazione alla mentalit delle classi lavoratri ci a cui si rivolgeva; in secondo luogo, la predicazione del l ebraismo del Vecchio Testamento, che rese tutti coloro che le prestarono orecchio simili agli antichi profeti, gen te orgogliosa che si rifiutava di inchinarsi nel Tem pio di Rim m on. del tutto evidente che nella dottrina meto dista prim itiva non vi fosse nessun elemento, atto a sco raggiare l organizzazione per la difesa della classe lavora trice; vi erano anzi molti elementi favorevoli ad essa. In terzo luogo, la loro organizzazione. I l W earmouth ha de scritto particolareggiatamente i numerosi elementi che i movimenti operai attinsero dal metodismo, e per quanto egli calchi le tinte, si tratta di un fatto indiscutibile. La cappella, specialmente la piccola e indipendente cappella di villaggio, era in realt una scuola di organizzazione preordinata al raggiungimento di qualsiasi obiettivo e tan to tra i minatori che tra i salariati agricoli si nota spesso come il sindacato abbia fatto proprie le formule della set t a 2. Soprattutto la natura antigerarchica della setta forni va un meccanismo di prim ordine per la scelta e l adde stramento dei capi e dei quadri. Privo di istruzione, a cau sa dellassenza di ogni sanzione sociale contro i suoi tenta
1 k e n d a l l , H istory of the P rim itive M ethodist Church c it., I , p. 474.

2 Un sim ile documento, appartenente ai salariati agricoli di N orfolk si trova riprodotto nel mio libro L abours Turning Point, London 1948,

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tivi di emergere, il predicatore laico poteva distinguersi tra i suoi compagni, e la pratica della predicazione gli con feriva fiducia in se stesso e spigliatezza. Ancora oggi non difficile trovare, specialmente tra i minatori, il capo di un sindacato che sia nel tempo stesso predicatore laico. Il metodismo prim itivo non era dunque fatto su misura per lavoratori con una precisa coscienza di classe; poche sette importanti lo erano, ed anche queste erano di scarsa effi cienza. Ma ovunque il metodismo prim itivo prese piede fra i lavoratori, l opportunit della sua tecnica non pote va mancare di trasformarlo in una scuola di dirigenti sin dacali . Tuttavia le sette e il movimento operaio - specialmen te per quanto concerne i militanti e i capi del movimento - erano collegati anche per un'altra via; attraverso il pro cesso di conversione, cio per l improvvisa e prepotente emozione della rivelazione del peccato e della ricerca della grazia, che il metodismo nella sua qualit di dottrina della rinascita delluomo gi adulto, favoriva. ( significati vo che unaltra setta della rinascita, quella dei battisti fosse probabilmente, dopo quella dei metodisti prim itivi, la setta che ebbe pi seguito tra i lavoratori manuali). La coscienza e l attivit politica di un gran numero di capi dei movimenti operai si inizi al momento della conver sione o poco dopo. Arthur Henderson si converti alla re ligione allet di sedici anni: la conversione segn l ini zio della sua vita Fenwick, Batey (segretario dei lavo ratori delle miniere), Reid (rappresentante del Fondo per manente di soccorso per i minatori del Northumberland e di Durham), Peter Lee, dei minatori di Durham, P ar rott, dei minatori del M idland, Samuel Jacks di D ew s bury, Bioor, capo dei Staffordshire Underground Firemen, Kenyon, dei minatori del Derbyshire, George Edw ards,
1 Q u elli tra i lavoratori che hanno una naturale tenden2a al coman do trovano nella Chiesa praticamente il solo mezzo di esercitare questa lo ro tendenza; ci contribuisce a spiegare la ininterrotta popolarit delle "testim onianze nelle quali alcuni fedeli hanno la possibilit di parlare in pubblico, e il numero relativamente grande di funzionari e di comitati che si trovano nelle chiese operaie ( p o p e , M iilbands and Preachers cit., p. 89). 2 w e a r m o u t h , M ethodism and the W orking Class M ovem ent 1S50iono cit., p. 274.

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capo del sindacato bracciantile del N orfolk, sono tra quel li che fecero l esperienza della conversione tra i dodici e i ve n tanni (non erano quindi, come molti altri sindacalisti, nati in seno a una setta religiosa). J . H . Thomas, ferrovie re, si converti alla Chiesa battista poco prima dei ventanni, e Fred M esser, membro laburista del Parlamento, al l et di ventun anni. Le conversioni a unet pi avanza ta, come quella di John W ilson, minatore di Durham, sembra siano state meno frequenti. Non erano infrequenti invece quelle in giovanissima et chiamate dei fanciulli predicatori. George Dallas, un bracciante che divenne pi tardi capo sindacalista e membro del Parlamento, a diciassette anni insegnava nella scuola religiosa della do menica. C. Simons, anchegli membro del Parlam ento, a sedici anni era gi predicatore laico; W illiam J . Brow n, del Sindacato dei funzionari pubblici, A . J . Cook e A r thur Horner, minatori del Galles meridionale, iniziarono tutti la loro carriera come fanciulli predicatori. Aggiungo che estremamente difficile trovare delle statistiche esau rienti sullargomento. La sola seria inchiesta svolta sulla religione dei membri laburisti del Parlamento, quella di Franz Linden, non del tutto esauriente, e non compren de unadeguata rassegna dei vari capi sindacalisti. Queste osservazioni possono quindi essere errate; tuttavia le cifre appaiono tanto pi sorprendenti, qualora si consideri che molti membri della classe lavoratrice erano nati in una setta e quindi o non avevano bisogno di conversione, o non davano rilievo a un avvenimento del genere. In mancanza di ulteriori dati biografici, esitiamo ad esa minare troppo da vicino queste conversioni. Tutto ci che possiamo dire che esse segnarono un im provviso muta mento dellatteggiamento del singolo nei riguardi dell'e sistenza in generale, cio tanto della sua attivit di ogni giorno, che della sua vita spirituale; l atteggiamento ca ratteristico dei membri delle sette operaie essenzialmen te pratico, e non gi mistico, o, se lo , il misticismo resta subordinato alle attivit terrene. Non dunque sorpren dente che la conversione producesse, riflettesse o forse in coraggiasse quel genere di attivit altruistica che propria del militante operaio. Poich, allora come ora, colui che

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svolge seriamente la propria attivit di militante, in un certo senso vi si consacra rinunciando ad altre attivit, spesso in apparenza pi attraenti, comprese le attivit lu crose. Naturalmente, un certo genere di conversione as sai comune nei movimenti operai. In quelli inglesi, tutta via, di carattere eminentemente arcaico, tale conversione era in genere del tipo religioso tradizionale, quando non era una conversione politica che assumeva una veste reli giosa. A questo punto poniamo incidentalmente la questione se vi fosse qualche differenza, per quanto concerne la reli gione, tra i quadri e la massa degli appartenenti alle sette operaie. probabile che cosi fosse, ma non ne abbiamo le prove. Una inchiesta sui membri laburisti del Parlamento nel 1 9 2 9 non ha portato ad alcuna conclusione. Dei 249 membri che dichiaravano le loro convinzioni religiose, sol tanto quarantasette erano anglicani, percentuale ovvia mente molto al di sotto di quella nazionale, cinquantuno erano metodisti di diverse specie, quarantadue vecchi dis sidenti (indipendenti, battisti, unitari, quaccheri), dicias sette presbiteriani, tre ebrei, diciotto cattolici, otto agno stici o atei, e il rimanente cristiani senza precisa denomi nazione, per la maggior parte tendenti probabilmente ver so sette dissidenti. Tuttavia, i membri laburisti del P ar lamento provenivano in genere da zone in cui la Chiesa anglicana contava un numero eccezionalmente esiguo di fedeli, come nel N ord, nel G alles e in Scozia; il loro grup po quindi, non pu riflettere esattamente la composizione religiosa del complesso della popolazione. Non sembra in fondata l opinione che i quadri operai fossero pi propen si degli altri ad aderire a ideologie religiose o laiche. Cos il positivismo francese e il secolarismo anglosassone, ri spettivamente alla met e alla fine del secolo scorso, di vennero per un certo tempo una specie di religione per gli attivisti e i capi di associazioni sindacali, per quanto avessero scarso seguito tra le masse '. M a la questione de ve essere lasciata in sospeso.

1 r . GOETZ-GIREY, L a p en se syndacale frangaise, 19 4 8 , P- 2 4 - I l tipografo K eufer e il decoratore Isidore Finance, due colonne del riform ism o, erano ambedue positivisti.

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I metodisti prim itivi erano il prodotto dello stadio ini ziale d ellindustrializzazione. La prova della lunga durata d ellattivit delle forze creatrici di sette operaie data dalla storia di una delle poche sette operaie create inten zionalmente come tali; si tratta della Labour Church di Joh n T revor, fondata a Manchester nel 1 8 9 1 Come c e ra da aspettarsi, la Labour Church non ebbe lunga dura ta. La sua funzione principale fu quella di facilitare il pas saggio dei lavoratori del Nord dal liberalismo radicale al partito laburista indipendente; una volta adempiuta que sta funzione essa scomparve rimanendo soltanto in alcune citt come un utile punto d incontro neutrale del sociali smo in senso lato per i differenti gruppi delle sinistre. Ma ci che straordinario nella Labour Church non il fatto che venisse eliminata, ma che un fenomeno di questo ge nere possa essere apparso naturale in Inghilterra alla fine del secolo scorso. II fondatore di questa Chiesa, John T revor, ha descrit to l'evoluzione della propria idea e della propria Chiesa in una verbosa ma interessante autobiografia \ Riassum ia mo brevemente che era nato da unambiziosa famiglia del la bassa borghesia, in una piccola setta di battisti profon damente compenetrati dal terrore del fuoco delPinferno, del genere che tende a separarsi da congregazioni pi. grandi onde assicurarsi della purezza dei veri credenti, se parando i puri eletti dai reprobi. Dopo un periodo di pie tismo infantile egli perse la fede verso il 18 7 5 , ma la ri trov in seguito, dopo un periodo di incertezze, sotto la forma di un deismo estremamente mitigato. Dopo il 188 0 alle sue perplessit di natura teologica venne ad aggiun gersi una coscienza sociale. Coadiuvato da Philip Wicksteed egli cerc di essere accolto nella setta Unitaria, ma deluso da tutte le religioni organizzate fond la Labour Church. La teologia di questa Chiesa diffcile da spiega
1 G li unici adeguati resoconti dati alle stampe di questo strano m ovi mento si trovano nell'opera di H . f e l l i n g , Origins of the Labour Party , 1954 e in iNGLis, Churches and the w orking classes in Victorian England cit. L e presenti note si fondano sul giornale di questa Chiesa, il Labour Prophet (1892-98), sui documenti delia Labour Church di Birmingham e su molto altro materiale biografico contemporaneo. 2 M y Quest for G o d , 1898.

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re, in quanto praticamente inesistente. Certamente non era una setta cristiana nel senso tradizionale. Quanto a Trevor la sua professione di fede la seguente: Dio con il movimento operaio. Cosi ci stato predet to... Il grande movimento religioso del nostro tempo il movimento per l emancipazione delle masse lavoratrici. I lavoratori rispettano le chiese molto pi di quanto le chie se rispettino i lavoratori. E siccome necessario ai lavora tori se vogliono ottenere la loro salvezza (che comporta la salvezza di tutta la societ), essere indipendenti da qualsia si partito politico, anche necessario che essi, se vogliono mantenersi torti nella vita religiosa, comprendano che pos siedono una religione loro propria che pu renderli indipendenti dalla particolare dottrina di qualsiasi chiesa, per quanto liberale possa essere '. Purch il movimento laburista avesse una sua propria religione, non importava molto quale fosse, e Trevor, convinto che essa avrebbe dovuto restare indipendente, senza n preti, n parroci, n credo, n tradizione, n B ib bia certamente non si preoccupava di definire i dogmi. Tuttavia, come stabilivano i principi della Labour Church Union, non si trattava di una religione di classe, ma di una religione che serviva a unire i membri di tutte le classi la voratrici per la abolizione della schiavit commerciale . In effetti, le chiese che rapidamente si diffusero non condividevano in pratica n la teologia di Trevor n il suo rifiuto a formare una religione di classe. E sse accoglieva no soprattutto lavoratori cresciuti nellatmosfera delle sette protestanti dissidenti, per cui era inconcepibile che una scissione politica ed economica dal capitalismo non portasse anche a una secessione religiosa. A Bradford, ove da lungo tempo si era parlato di costituire una Chiesa separata, ci non fu fatto finch molti leaders non con form isti della citt non ebbero manifestato u n aperta av versione alla candidatura del socialista Ben T ille t 3. A Plym outh ci si domandava perch [membri della L a bour Church] non sono andati ad ascoltare la predicazione
1 Labour P rophet, 189 2, p. 4. 2 f e l l i n g , O rigins of the Labour Party cit., p. 14 3 . 3 Labour Proph et, 189 2, p, 64.

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del Vangelo nelluna o nellaltra delle Chiese? Perch tan to i non conformisti che la Chiesa di Stato hanno bestem miato e vituperato nelle loro prediche il Falegname di N a zareth. esortando il popolo a contentarsi dello stato che D io aveva voluto assegnare lo r o 1. Seth Ackroyd, della Labour Church di H ull, un segatore a macchina gi weslevano di grande energia morale, si espresse chiaramente in questi termini: I lavoratori pensano che le Chiese cristiane (cosi come la stampa ufficiale) siano state assoldate dai capitalisti; il ministro che parli liberamente rapidamente allontanato per far posto a un altro che far commercio del suo mini stero e della sua coscienza. Vediamo cosi che le organizza zioni ecclesiastiche sono entrate a far parte del sistema di concorrenza capitalista; e poich esse sono governate se condo gli interessi dei datori di lavoro, necessario che i lavoratori abbiano una Chiesa loro propria, e un loro pro prio servizio che sar per essi un ritrovo familiare nel gior no festivo, e la cui influenza svilupper ci che vi di mi gliore e di pi nobile nella loro personalit. L'unica sal vezza dei lavoratori sta nellunione, ma affinch questa unione sia effettiva, necessario avere una personalit. Quindi una Chiesa del lavoro, plasmatrice di tale persona lit, indispensabile per il vero bene dei lavoratori '. A quanti siano cresciuti in unatmosfera dissidente, nulla sembrer pi naturale che formare unaltra setta sul modello tradizionale, e la Labour Church, con le forme di culto abituali delle sette dissidenti - sermoni, inni, bande di ottoni e gite di fanciulli - esprimeva la nuova ideologia socialista in termini familiari alla loro esperienza. Questo fenomeno ebbe sempre portata ridotta; per quanto simili Chiese si diffondessero rapidamente nel Nord. Penso che il numero complessivo dei loro membri fosse di duemila intorno al 18 9 5 , mentre in precedenza doveva essere sta to maggiore. Tuttavia queste Chiese non erano frequen tate soltanto dai loro membri; cosi, verso il 18 9 0 si tro vano delle congregazioni di parecchie centinaia di persone
1 Labour P rophet, 189 3, p. 8. 2 s. a c k r o y d . L abours Case fo r a Labour Church , phet, 189 7, pp. 1-3.

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in piccolissime Chiese, e nel 18 9 2 la Chiesa di Birm ing ham ordin cento libri di inni. Nel momento di massimo sviluppo del movimento vi erano simili Chiese in ventiquattro localit, sedici delle quali nel Lancashire e nel W est Riding. Le pi numerose erano Manchester e B rad ford, con circa trecento membri, per quanto la prima su bisse un rapido declino; H alifax, Leeds, Hyde e Birm ing ham. con cento-centotrenta membri le seguivano in ordi ne di grandezza. M olte di queste Chiese erano le propag gini di associazioni operaie laiche, in genere del partito laburista indipendente. Bolton, Bradshaw, Farnworth e M orlev erano in effetti governate d allesecutivo locale del partito di cui sopra, mentre la Chiesa di Plymouth era una emanazione del sindacato dei gassisti La maggior parte di esse decadde quando l energia dei loro attivisti venne ad essere assorbita da unorganizzazione socialista emi nentemente laica; poich anche sul piano ideologico la propaganda di altre organizzazioni socialiste e del C la rion - il cui editore, Blatchford, doveva divenire un pro pagandista del libero pensiero - neutralizzava quella del settarismo operaio tradizionale. Verso la line del secolo le Chiese non erano pi un movimento vero e proprio. Il loro erede principale fu il partito laburista indipendente; per quanto una piccola corrente di idee dissidenti indu giasse ancora nelloratorio, non si trattava pi di una set ta operaia, ma di un partito politico laico. Il maggiore in teresse storico che le Chiese presentano dato dal fatto che esse costituiscono una delle forme di organizzazione elaborata dai lavoratori del Nord nellintento di scinder si, sul piano politico come sul piano ideologico, dal par tito liberale.

III.

Non diffcile scoprire le ragioni dello straordinario sviluppo delle sette operaie nelle isole britanniche. Esso fu il coronamento o la condanna d ellopera del pioniere
1 Labour P rophet, 1 894, p. 1 2 7 .

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sociale, poich l ironia della storia vuole che il pioniere ri voluzionario lasci sussistere, d ellordine contro cui insor ge, molto di pi di quanto non lascino i suoi successori. L ideologia dei movimenti politici operai deriva da quella dei suoi predecessori rivoluzionari borghesi; la maggior parte dei movimenti socialisti, prima di elaborare teorie proprie, ha attraversato uno stadio di giacobinismo di si nistra. Ma solamente nelle isole britanniche la rivoluzio ne borghese fu combattuta e vinta prima che l ideologia laica raggiungesse il proletariato o le classi medie. La di chiarazione dei diritti d elluomo e del cittadino apparve al popolo britannico non gi rivestita della toga romana e della prosa illuministica della fine del x v m secolo, ben s sotto le spoglie dei profeti del Vecchio Testamento e nel linguaggio biblico di Banyan: la Bibbia, il P ilg rim s Progress e il Book of M artyrs di Foxe furono i testi sui quali gli esponenti della classe operaia inglese appresero l abc della politica, se non anche l abc della lettura. Per la massa, dunque, esprimere le proprie prim itive aspirazioni in un linguaggio religioso era altrettanto naturale che per gli oratori e per i giudici americani continuare ad espri mersi nelle frasi ritmiche della prosa del x v m secolo, quando altrove esse erano gi da tempo sparite dalluso comune. Nulla infatti lascia su un popolo unimpronta pi profonda delle grandi rivoluzioni che quel popolo ha attraversato. Inoltre, per quanto la rivoluzione dellq sette dissidenti del secolo x v n fosse fallita, e lo stesso fondamento socia le delle loro ideologie fosse stato in gran parte distrutto, esse costituirono un fenomeno ufficialmente riconosciuto. V i sarebbe stata da allora in poi in Inghilterra una specie di religione, che non si identificava con lo Stato n con qualsiasi altro potere, se pure non era in aperto contrasto con essi. Anche l anticlericalismo rivoluzionario, fenome no quasi universale del periodo della rivoluzione borghese e dei primi movimenti operai, non era dunque necessaria mente scismatico o antireligioso. Ci che nella Francia del x ix secolo era volterriano, nellInghilterra dello stesso pe riodo era non-conformista; fatto, questo, che ha indotto gli osservatori superficiali a trascurare le notevoli analo

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gie tra le manifestazioni politiche dellanticlericalismo nelluno e nellaltro di questi paesi. Inoltre la setta non era soltanto un'espressione organizzata di dissenso, ma una forma estremamente elastica di organizzazione popo lare, adatta a tutti gli scopi, compresa l agitazione sociale per obiettivi di natura pratica. Non vi era nulla di pi na turale del fatto che i gruppi dei primi lavoratori industria li adottassero una forma cosi opportuna e di cosi facile at tuazione, poich nessuno aveva fatto loro conoscere l esi stenza di una forma migliore. E chi avrebbe potuto farlo? I gruppi di artigiani, e di operai delle citt preindustriali - Londra, Sheffield, N or wich e simili - avevano lentamente plasmato le loro par ticolari forme di associazione artigiana dalle pi antiche societ di lavoratori, e la loro forma specifica di giacobi nismo agnostico dai resti dello spirito settario del x v i i se colo; oppure conservavano tra di loro un nucleo partico larmente resistente d ellappassionato e intellettualistico puritanesimo degli egualitari, della specie che M ark R uth erford ha ritratto nella figura di Zachariah Coleman in The R evolution in Tanner's Lane-, non un predicatore fa natico n un fautore del risveglio religioso, ma un calvini sta moderato, appassionato lettore di Bunvan e di M ilton, forte ragionatore e repubblicano convinto. E forse da que sti piccoli gruppi di militanti non privi di cultura deriva rono sette del genere della Rational Society degli oweni sti, che fondarono la cooperativa di Rochdale '. Ma accan to a questi gruppi con una lunga e continua tradizione di coscienza politica e sindacale, vi erano le masse di lavora tori che affluivano nelle citt dalle campagne, e le masse dalle quali si svilupp un proletariato agricolo o un pro letariato o un quasi proletariato industriale in villaggi iso lati dal mondo della politica radicale; masse indifese, ignoranti, e spesso ancora pi incolte dei loro predecesso ri vissuti prima dellindustrializzazione. Il loro scontento era di natura prepolitica; quindi la propaganda dei radica li e dei liberi pensatori delle citt, anche quando riusciva a raggiungerle, non aveva molta presa su di loro. In In c. d . il. c o l i :, A Century of Cooperation , 1 9 4 4 , capp. m - i v ,

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ghilterra i minatori del Nord rimasero per la maggior par te lontani dal cartismo, anche quando il ritmo del loro malcontento particolare era in fase con quello dei movi menti generali. G li operai della Francia settentrionale ri masero estranei alla rivoluzione del 18 4 8 , scioperando e ribellandosi soltanto per questioni salariali o per ostilit verso gli immigrati belgi; tra di essi l'idea repubblicana riusci ad affermarsi alquanto solo a partire del 1 8 5 1 . In genere questi gruppi venivano evangelizzati da apostoli venuti dallesterno, che insegnavano loro il modo di agire quando erano pronti a seguirli; ma non erano invece ab bastanza maturi per elaborare delle importanti organizza zioni operaie loro proprie. Cosi gli uomini della Prima In ternazionale intorno al 18 7 0 , i socialisti marxisti verso il 18 9 0 , e i comunisti (come negli stabilimenti cotonieri di Gastonia nel 19 29 ) divennero i primi organizzatori; e spesso la loro attivit aveva come risultato la conversione unanime e definitiva alla nuova fede delle masse a cui pre dicavano la nuova dottrina. L avvento dei sindacati socia listi ed il successo elettorale socialista in molte zone di re moti e dimenticati villaggi industriali e miniere dovette avvenire con straordinaria rapidit; nel 18 8 6 , si scriveva che nella zona di Liegi i lavoratori aborrivano i sociali sti ; ma poco dopo il 18 9 0 l 8 o a di essi - e nella vallata di Vesdre il <.)O crc - diedero il voto ai socialisti \ Tuttavia ci pot verificarsi soltanto nelle zone in cui l industria lizzazione si comp con tale ritardo, che queste zone arre trate poterono essere conglobate in un preesistente e gi attivo movimento moderno entro un periodo assai breve. In G ran Bretagna, ove la industrializzazione si era com piuta gi da tempo, spesso si dovette costituire un certo tipo di movimento operaio assai prima che formazioni moderne fossero in grado di dirigere le masse lavoratrici fornendo loro unideologia e un programma. In queste condizioni la setta operaia dovette riempire il vuoto, in mancanza di qualcosa di meglio \ Non doveva

1a. s w a i n E, H cim arbeit in der G ew ekrindustrie von L uettich , Jahrbuch tur Nationalokonom ie, s. I l i , 1896, p, 218. * Attraverso i miei studi di teologia giunsi presto alla convinzione clic le condizioni sociali del popolo non erano conformi ai disegni di D io. Le

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superare molti ostacoli politici, dato che le sue ideologie politiche non differivano da quelle dei movimenti operai laici e radicali, e quando ne differivano, i settari le assimi lavano rapidamente allo schema della democrazia radica le. II settarismo non impediva di collaborare con i radicali laici e con i socialisti, n di apprendere qualcosa da essi; Zachariah Coleman era pronto a collaborare coi suoi con temporanei senza Dio, cosi come i minatori del G alles me ridionale, quasi tutti appartenenti a sette dissidenti, segui rono il libero pensatore Zephaniah W illiam s nella som mossa di N e w p o rt'. Coloro che lottavano per la stessa causa combattevano insieme; ci favori, in seguito, il ten tativo della Labour Church di unificare tutti i gruppi del movimento politico operaio, bench i dissidi di setta con tinuassero sempre. La setta operaia fu dunque facilmente assorbita nella corrente generale delle attivit delle sini stre, ottenendo cosi il triplice inestimabile vantaggio di esprimere la protesta sociale dei lavoratori nel linguaggio familiare e possente della Bibbia, di fare ci con metodi alla portata dei lavoratori pi ignoranti e meno qualifica ti, e di fornire loro, come si visto, un patrimonio inesti mabile di nozioni e di esperienze. Nondimeno, la setta aveva dei limiti. Da un punto di vista sociologico, tendeva, come tutti i raggruppamenti del genere, ad abbandonare il carattere di setta riservata a una unica classe di lavoratori, tanto pi facilmente in quanto in teoria non era vincolata a una comunit di clas se, bens a una di veri credenti senza discriminazione di classe. A meno che non provvedesse a salvaguardare la propria purezza mediante secessioni periodiche - come fe cero in molte citt alcune piccole sette operaie prive di qualsiasi influenza - tendeva inevitabilmente a produrre
gravi ingiustizie subite dai miei genitori e le terribili sofferenze da me sopportate n ellinfanzia bruciavano la mia anima come un ferro rovente. M olte volte giurai a me stesso che avrei fatto qualche cosa per migliorare le condizioni della mia classe ( g . e d w a r d s , From Crow-Scaring to W est m inster [ed. 19 5 7 ], p. 36 ). Edw ards, capo del sindacato lavoratori agricoli della contea di N orfolk, si convert al metodismo prim itivo nei 18 6 9 e divenne un sindacalista militante contemporaneamente a llavvento di J o seph Arch. 1 d . w i l l i a m s , Jo h n Frost, 19 3 9 , p p . 15 0 e 3 2 4 per le relig io n i dei
d im o stran ti.

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una messe di confratelli che facevano carriera e adottava no le opinioni della borghesia; e in genere costoro ten devano a occupare i posti direttivi, nellambito della con gregazione come nellambito nazionale. Soltanto le co munit pi compatte, come ad esempio i villaggi di mi natori, in seno alle quali l ascesa sociale non era possibile se non attraverso l azione coordinata dei lavoratori, rima sero in parte immuni da questo inconveniente. Da un pun to di vista teologico, risentiva dello svantaggio proprio di tutte le sette cristiane, cio che le loro scritture obbli gano alla ribellione e, nello stesso tempo, (attraverso san Paolo) allaccettazione del governo esistente come moral mente buono. Questa ambiguit della dottrina, cristiana pu certamente essere eliminata da unesegesi o da una casistica adeguate; rimane per sempre un ostacolo alla formulazione di una solida dottrina sociale rivoluzionaria. Risentiva infine della natura frammentaria della propria dottrina; poich, come abbiamo visto, raramente, nelle sue forme attive, elabor un programma organico di azio ne politico-sociale, ma in genere attu simili programmi elaborati a llesterno. Le sette operaie non produssero grandi teorici. Le teorie radicali e socialiste da esse scatu rite provenivano dal patrimonio, razionalizzato e pervaso da ideologie giacobine, dei vecchi dissidenti del x v n seco lo (unitari, quaccheri, con tracce di congregazionalismo) che andarono a perdersi nel complesso della tradizione ra zionalistica giacobina. Non esisteva un socialismo cristia no operaio di una certa importanza, ma soltanto il tipo corrente di socialismo elaborato da pensatori laici e tra dotto nella terminologia familiare della Bibbia. La setta operaia contribu dunque molto meno di quan to ci si sarebbe potuto aspettare in rapporto alla loro im portanza numerica allevoluzione del movimento laburi sta inglese; tanto che il loro contributo pratico si riduce a poco pi di qualche limitata attivit organizzativa e pro pagandistica, e a un lavoro preparatorio presso alcuni gruppi di minatori e di agricoltori, la cui portata assai diffcile da valutare. Come abbiamo visto, essa perse ogni importanza alla fine del secolo scorso, eccetto forse, per le ragioni esposte nel paragrafo precedente, in quanto una

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forma di tradizione che contribu a consolidare la tenden za, gi assai forte, moderata e riform ista nel movimento laburista inglese. Essa rimase a lungo un campo di adde stramento per i quadri del movimento operaio; era que sta la loro principale funzione pratica, come giustamen te scrisse Seth Ackrovd di H ull. Questi quadri non erano necessariamente moderati; abbiamo visto che un rivolu zionario nato come il comunista Arthur H orner si era fo r mato nellatmosfera di tale setta. Tuttavia, anche questa funzione tramonta a partire dal 18 8 0 ; le organizzazioni marxiste e, dai primi del nostro secolo, i movimenti per l istruzione degli adulti, assorbirono la maggior parte di queste funzioni, ad eccezione di uno o due gruppi specia lizzati. Cosi le sette operaie si esaurirono, per quanto il loro spirito sia tu ttaltro che spento in zone come il G a l les sudoccidentale o in alcuni remoti villaggi agricoli. E s se si addicevano forse maggiormente alla prima fase radical-democratica del movimento operaio, e si estinsero in sieme a questo tipo di coscienza politica delle classi lavo ratrici.

Capitolo nono Il rituale dei movimenti sociali

I. Tutte le organizzazioni umane comprendono una par te di cerimonie e di riti; i movimenti sociali moderni, in vece, sono stranamente privi di un rituale deliberatamen te predisposto. Ufficialmente, ci che unisce i loro mem bri il contenuto e non la forma. Lo scaricatore di porto o l intellettuale che ottiene la tessera del suo sindacato o della sua associazione professionale (purch questo sia un atto di libera scelta) sa, senza bisogno di particolari fo r m alit, di impegnarsi a determinate attivit e a un deter minato comportamento, come ad esempio alla solidariet nei confronti dei suoi compagni. Colui che entra a far par te di un partito comunista si impegna a un complesso di attivit intense e impegnative, paragonabili, almeno per alcuni membri, a quelle a cui ci si impegna entrando ne gli ordini religiosi. Eppure, costui o costei compie tale at to senza altra cerimonia che quella di ricevere un pezzo di cartoncino a scopo puramente utilitario, sul quale si at taccano periodicamente delle marche. O vviam ente, questo non vale a escludere il rituale dai sindacati e dai partiti politici; qualora esso non sia previ sto nei piani dei loro fondatori o dei loro capi, esso ca pace di crearsi spontaneamente se non altro per la tenden za degli esseri umani a rivestire di riti e di formalit i re ciproci rapporti. Le dimostrazioni, il cui scopo originario era, nei movimenti operai, quello utilitaristico di dimo strare agli avversari la forza della coesione delle masse la voratrici e di incoraggiare con questo mezzo i loro soste nitori, divennero cerimonie di solidariet il cui valore, dal punio di vista di molti partecipanti, sta tanto neH'c>pci'i-

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meritare la propria unit quanto in qualsiasi fine pratico che si possa cercare di ottenere. Sorge cosi una complessa strumentazione rituale: stendardi, bandiere, inni corali e cosi via. In organizzazioni il cui spontaneo sviluppo me no inibito dal razionalismo di quanto lo siano i movimen ti operai, l ansia di creare un rituale pu produrre una fio ritura simile a un sottobosco tropicale. I Congressi dei partiti americani ne costituiscono forse l esempio pi si gnificativo. Ma il fatto che gli uomini attribuiscano un contenuto rituale alle proprie azioni, cosi che in alcuni partiti comunisti l annuale distribuzione delle tessere co stituisca unoccasione molto pi solenne di quanto com porterebbe il semplice acquisto di un nuovo pezzo di car toncino, di secondaria importanza. Ci che mantiene compatti i comunisti l ideologia del partito a cui aderi scono, cos come ci che mantiene uniti i membri del par tito democratico americano non sono le grottesche mani festazioni dei loro congressi quadriennali. N ei movimenti sociali europei prim itivi la forma svol ge un ruolo assai pi importante, per quanto sia evidente come ai loro membri non venga neppure in mente la mo derna distinzione tra forma e contenuto. Nessuno dei due pu sussistere senza l altro. Tali fenomeni sono familiari agli studiosi del M edioevo. I sudditi devono fedelt al re, ma se il re non compie alcune form alit necessarie, ad esempio quella di farsi incoronare e ungere a Rheim s, i suoi diritti e i loro doveri sono molto pi discutibili. Sol tanto un fabbro pu entrare a far parte d ellassociazione della sua categoria; ma se non vi entrato nella esatta forma richiesta e nel tempo e nel luogo stabilito, con le speciali domande e risposte, non un membro effettivo e i suoi diritti possono essergli negati, cosi come egli pu ri fiutare di compiere i suoi doveri. Non essere stato battez zato o unito in matrimonio col giusto rituale o al momen to designato dal rituale stesso, pu ancor oggi compro mettere l appartenenza di un individuo a una comuni t religiosa. Questo eccessivo formalismo pu avere, e in realt ha sempre avuto, una giustificazione razionale, per lo meno qualora esso concerna dei sistemi legali, special mente di quelli basati sulla tradizione o sul diritto consue

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tudinario. Si pu sostenere che il conformarsi scrupolo samente alla tecnica della procedura garantisca l efficacia della legge, per quanto a volte la condanna di alcuni cri minali possa essere stata invalidata a causa di irregolarit formali nel loro processo. Si pu anche argomentare che in societ composte da gente incolta, o nelle organizzazio ni gestite da persone di scarsa intelligenza, come molti eserciti, che anche una leggerissima deviazione dalla pro cedura tradizionale rigorosamente stabilita possa portare a un allontanamento sempre crescente dalla pratica tradi zionale o addirittura al caos e alla confusione. Non di me no, buona parte di questa cura meticolosa nellattenersi alla lettera del rituale non , in pratica razionale secondo il nostro modo di pensare. L argomento che gli ebrei ven gano circoncisi perch la circoncisione porta dei vantaggi di natura medica, non certo quello per cui i genitori ebrei di tutti i tempi hanno fatto circoncidere i loro figli. In questo formalismo dei movimenti socialisti prim i tivi si possono distinguere diversi elementi. In primo luo go vi l importanza delle forme vincolanti di iniziazione. N elle associazioni volontarie come i movimenti sociali, l iniziazione assume la forma di una cerimonia compiuta da uomini e donne capaci di operare una scelta cosciente (quindi non prima della pubert) da qui proviene la pra tica del battesimo degli adulti a preferenza di quello dei bambini fra le sette rivoluzionarie del x v i secolo. L ini ziazione, secondo i termini del rituale che le proprio, pu servire a legare intimamente il membro allorganiz zazione, ad esempio inducendolo a infrangere tabu di va lore universale, come nel caso delle confraternite di indi vidui coscientemente al di fuori della societ, come quel le dei ladri '. Inoltre essa crea generalmente una partico lare atmosfera di solennit e di magia allo scopo d'im pri mere nella mente del candidato l importanza del passo che sta per compiere, oppure (questo probabilmente uno stadio posteriore degenerato) allo scopo di impressionar lo con le sanzioni alle quali lo esporrebbe una mancanza di
1 Das deut sche Gaunerthum cit,, fornisce alcuni esempi interessanti seppure sgradevoli data la natura del caso. C fr, anche il cap. n .

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fedelt. Il candidato pu essere messo alla prova o esami nato in diversi modi. La vera e propria iniziazione culmi nava in un atto rituale come l imposizione delle mani, e in genere conteneva un giuramento solenne o una dichia razione fatta dal candidato che lo vincolava per sua pro pria volont. In secondo luogo, vi il cerimoniale delle riunioni pe riodiche, che di tanto in tanto servono a riaffermare l'u nit dei membri: assemblee, processioni, atti di culto in comune e simili. In terzo luogo, troviamo ci che si pu chiamare il rituale pratico che permette ai membri di adempiere alle loro particolari funzioni, come i segni di ri conoscimento formali e segreti, la parola massonica la stretta di mano dei frammassoni, le parole d ordine ecc. Viene poi il simbolismo, l elemento pi importante e pili suggestivo. Nelle organizzazioni prim itive esso servi va a unire la forma al contenuto. Il simbolismo che tro viamo abitualmente nei movimenti moderni - il distinti vo, la bandiera, le figurazioni simboliche, ecc. - non che una espressione fievole e degenerata del vero simbolismo. vero che per gli attuali socialisti e comunisti una ban diera rossa, una stella a cinque punte, una falce e m artel lo (che simboleggiano, credo, l unione delloperaio alla gricoltore) pu essere u n espressione sintetica del suo mo vimento, del suo programma, delle sue aspirazioni, delle sue conquiste, della sua coesione e del suo potere em oti vo, con l'evocare tutto ci. M a nei movimenti prim itivi, come nelle cattedrali gotiche, si pu trovare un intero universo di simboli e di allegorie, in cui ogni singolo ele mento corrisponde e realmente rappresenta un parti colare, grande o piccolo, di una complessa ideologia, di un movimento. Le elaborate insegne allegoriche, le inte stazioni delle lettere dei sindacati inglesi del secolo scor so rappresentano una versione alquanto mitigata di tale fenom eno2. Il simbolismo massonico forse il tipo pi conosciuto di un simile universo estraneo alle religioni
1
d

. KNOOP

G.

jo n e s ,

The G enesis of Freem asonry, Manchester

1947 ; PP- 96-107.

2 L emblema del sindacato dei portuali (1889) viene particolareggia tamente descritto nel mio L abour's Turning P oin t, London 1948; pa-

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ufficiali, e anche, per i nostri fini, il pi influente. straor dinario vedere quale inopportuna ingenuit entr nel pas sato nella elaborazione di questi complessi simbolismi, ciascun elemento dei quali poteva assumere un significato diverso per i membri dei vari gradi d ellorganizzazione. La maggior parte di questo simbolismo aveva scarsa portata per quanto concerne le funzioni di una organizzazione, in quanto movimento sociale, poich queste ultime sono sempre state in ogni circostanza concrete e limitate. Quan do era stato tratto da organizzazioni e da tradizioni del passato, la maggior parte di questo simbolismo rimaneva soprattutto come un elemento em otivo usato dai m ovi menti sociali per scopi molto meno elaborati di quelli per cui era stato originariamente creato.

II.

In quali movimenti sociali del secolo scorso possiamo aspettarci di trovare un simile prim itivism o? Innanzi tut to in organizzazioni che, essendo o dovendo essere segre te, o avendo degli scopi rivoluzionari estremamente am biziosi, imponevano ai loro membri un grado eccezionale di coesione; in secondo luogo in organizzazioni che, deri vando da istituzioni e tradizioni pi antiche, conservava no legami eccezionalmente tenaci con il prim itivismo del passato. In altre parole, da una parte gli ordini e societ rivoluzionarie segrete, d allaltra i sindacati e le societ di mutuo soccorso, specialmente quelle derivate dalle asso ciazioni di artigiani specializzati indipendenti. La catego ria delle societ che possiamo chiamare massoniche , co stituisce un legame tra questi due gruppi. Naturalmente questa classificazione non esaurisce tutte le varie combi nazioni possibili. L organizzazione dei primi sindacati, le societ di mu tuo soccorso, cosi come le norme consuetudinarie e le con venzioni non ufficiali dei lavoratori nei loro luoghi di lagine 87-88. V i molto da dire a proposito del simbolismo dei prim i sin dacati inglesi, alcuni emblemi dei quali si possono ancora ammirare.

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voro, rivelano indubbiamente numerose tracce di prim i tivismo. Poich praticamente tutte queste manifestazio ni finivano in bevute, la pi completa enumerazione di tali cerimonie in Gran Bretagna (per quanto piuttosto po vera di particolari non riguardanti l alcoolismo) si deve a llopera di zelanti apostoli della temperanza come John Dunlop ', ansiosi di mettere in guardia il pubblico con tro i molteplici ostacoli che si opponevano alla sobriet del cittadino britannico. Consideriamo dunque l iniziazione, che pu essere ini ziazione a un mestiere (come quando l apprendista divie ne artigiano) o a una organizzazione (come quando l arti giano diviene membro della sua associazione o compagnonnage, spesso come conseguenza necessaria della pri ma iniziazione) o a un nuovo lavoro e residenza (come quando un artigiano arriva in una citt forestiera). Q ue sto rituale degli inizi rimase quasi universale in G ran B re tagna nella prima met del secolo scorso. Cosi, tra i fab bricanti di carrozze, il nuovo apprendista era accolto con un determinato cerimoniale, e ogni nuovo genere di lavo ro in cui si cimentava veniva ugualmente celebrato; il nuovo operaio doveva solennizzare con apposite cerimo nie la propria ammissione, il passaggio da un banco allal tro d ellofficina, la prima visita della moglie delloperaio a llofficina, il suo matrimonio e la nascita di ogni figlio. Tutto veniva celebrato e il nuovo socio del datore di la voro era obbligato ad offrire una cena agli operai. Al principio della stagione invernale ciascuno riceveva u n o ca. A lla consegna di una carrozza il cocchiere del cliente riceveva un regalo; l operaio ultimo arrivato nellofficina diventava connestabile e riceveva una mazza presenta tagli con grande cerimonia. Talvolta, ma non sempre, si usava bagnare i vestiti nuovi. E cosi via. Questi usi erano in genere comuni a tutti i mestieri. Qualora si tenga presente questa diffusa pratica di ce lebrare con cerimonie ogni inizio, oppure ogni formale mutamento nella vita d ellindividuo, risulter pili agevole
1 A rtificial and Com pulsory D rinking Usages o f the U nited K ingdom , in varie edizioni sempre pi compiete.

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comprendere la cerimonia pi solenne che segnava l ini ziazione di una persona in un particolare gruppo dei suoi compagni, stabilita allo scopo di sottolineare gli elementi distintivi dagli altri gruppi e di vincolare il nuovo mem bro con i pi forti legami possibili. Questo cerimoniale riuniva in s il timore reverenziale, l elemento d ellesame del candidato e quello della sua istruzione ai misteri del l associazione, e naturalmente culminava in una forma estremamente solenne di dichiarazione - generalmente un giuramento - e in una cerimonia che simboleggiava l adozione del candidato da parte del gruppo. I pi elaborati rituali di questo tipo sembra siano stati quelli delle associazioni degli artigiani francesi (compagnonna ges) per quanto esse non facciano altro che seguire uno schema che diviene sempre pi familiare allo studioso del rituale di tali societ La particolarit dei compagnonna ges stava nel fatto che non erano soltanto associazioni di mestieri particolari, ma confraternite che accoglievano varie specie di mestieri, per quanto sembri che originaria mente si siano sviluppati nel settore d elledilizia, e che abbiano per questo molto in comune con i primi stadi della massoneria. Pare che allorigine vi siano state due principali confraternite rivali fra loro: gli enfant s du p re Soubise (originalmente carpentieri, mentre pi tardi accolsero altri mestieri connessi con l edilizia) e gli enfants du maitre Jacques (in origine selciatori, carpentieri, falegnami e magnani, e pi tardi una pi vasta gamma di I mestieri); una terza, quella degli enfants de Salom on , per quanto vantasse origini antichissime, pare sia stata una propaggine tardiva delle due prime, che non si svilupp completamente fino al secolo scorso, ed era riservata prin cipalmente alle varie categorie di operai delledilizia I l rituale segreto d elliniziazione a tali gruppi aveva del
1 Per una esauriente descrizione di queste ultime cfr.: o f f i c e d u t r a , L es associations professionnelles ouvrires, 4 voli., specialmente il v o l . I (1894), c a p . t i , p p . 90 s g g . Per d e l l e i n f o r m a z i o n i c o m p l e t e c f r . r . l e c o t t , Essai bibltographique sur les compagnonnages de tous les de voirs du Tour de France et Associations ouvrires form e in itiatique, Paris 19 5 1. 1 L articolo a s s a i documentato compagnonnage nel Larousse du x ix e s ie d e , d l e s a t t a c o m p o s i z i o n e d i q u e s t i g r u p p i .
v a il

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le cerimonie veramente straordinarie. Per prima cosa il candidato veniva sottoposto alla preuve de travail, probabilmente per mostrare la propria abilit nel mestie re. La cerimonia vera e propria cominciava per tempo la sera e doveva concludersi a mezzanotte. Prim a di quel l'ora il candidato veniva condotto tre volte nella stanza d elliniziazione per compiere varie form alit, e per tre volte ne era ricondotto fuori. In questa stanza i confra telli erano disposti in cerchio intorno a lui, mentre i tre funzionari gli stavano di fronte. Veniva introdotto dal rouleur con tre colpi di mazza. La stanza era addobbata con un baldacchino bianco e conteneva un altare sul quale stava un crocifisso con sei torce (risparmiamo al lettore la spiegazione del significato simbolico di tutto ci). Su llal tare era posato un pugnale la cui punta era avvolta da un nastro rosso, simbolo del sangue che il candidato era pron to a versare piuttosto che rivelare i segreti della confra ternita. La tovaglia, che come vedremo aveva un ruo lo importante nelle cerimonie delle riunioni periodiche, era stesa di fronte allaltare, con sopra un vassoio sul qua le stavano i futuri colori del candidato nella confrater nita; su un altro la scelta dei nom i della societ, tra i quali avrebbe dovuto scegliere il proprio - generalmente una combinazione simbolica del luogo d origine con l al lusione ad alcune qualit morali o di altro genere - e una bottiglia contenente il vino con cui doveva essere battez zato. Indi il candidato dichiarava la propria volont di partecipare a uno scambio rituale di domande e di rispo ste. Veniva quindi sottoposto a tali prove dopo essere stato bendato. Queste prove consistevano in burle, in giudizi di D io o in pratiche umilianti e ridicole di vari generi (quel le dei carpentieri di Soubise erano particolarmente bruta li) e in prove morali come la richiesta di abbandonare la propria famiglia o la propria religione, di commettere un delitto per la confraternita, o di uccidere un uomo; pro va questa che veniva simulata con tale abilit che il can didato bendato spesso continuava a credere per qualche minuto di avere veramente immerso il pugnale nel cor po di qualcuno. Superate queste prove, egli pronunciava

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il giuramento di custodire sempre fedelmente i segreti della confraternita: Vorrei piuttosto, e l avrei meritato, che mi si tagliasse la gola, che il mio corpo fosse bruciato e le ceneri gettate al vento; prometto di trafiggere col mio pugnale il cuore di chiunque si renda spergiuro; che lo stesso sia fatto a me se divenissi tale. V i era anche, talvolta, una prova del sangue: si faceva sprizzare il sangue del candidato che con esso firmava, o almeno se ne toglieva una goccia simbolica e il candidato fingeva di firmare con esso. Talvolta si faceva anche la prova del fuoco spegnendo una candela accesa contro il capezzolo sinistro del candidato. Il giuramento veniva ripetuto tre volte. Quindi il can didato riceveva il suo nome nella societ, sceglieva tra i presenti un padrino, una madrina e un prete ' e veniva battezzato con del v in o 2. L unico elemento che manca a questa iniziazione quello d ellinformazione sulla natura generale della socie t, distinta dai suoi segni segreti di riconoscimento e si mili. Le iniziazioni degli artigiani tedeschi, per quanto conservassero in genere gli altri elementi in una forma meno elaborata e formale, mantennero molto a lungo questo particolare elemento. Cosi, tra i tipografi, il batte simo si era ridotto alla fine del secolo scorso a poco pili dello scherzoso rituale della traversata d ellequatore sul le navi; tra i falegnami le prove erano diventate nullaltro che un gioco chiassoso, e l imposizione di un nuovo nome era cosa assai semplice; anche i contrassegni segre ti erano molto meno complicati. Tuttavia Y H obelpredigt divenne forse pi lungo con l abbreviazione del resto del rituale; simili discorsi vengono riportati a proposito di gran parte delle altre confraternite Questi sermoni era1 Nel x ix secolo costui era chiamato semplicemente testim on io, ma dai resoconti della met del x v n secolo - poco prima d e llufficiale condan na teologica d elliniziazione al compagnonnage, avvenuta nel 365.5 - risul ta che questo personaggio veniva chiamato cure. 2 Associations profeisionnelles ouvrires, I, pp. 1 1 7 - 2 4 . 3 w. k r e b s , A lle H andiverksbruche , Basel 19 33, cap. i v . M olti altri s e r m o n i s o n o r i p r o d o t t i i n r . w i s s e l l , Des alten H andw erks R echi und C ciL'oh nh t , 2 v o l i . , Berlin 1929-39.

II . R I T U A L E D E I M O V I M E N T I S O C I A L I

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no un misto di retorica e di catechismo, spesso assai cor rotto, dato che l antico rituale delle prove su cui si basa vano era stato dimenticato; i consigli pratici allartigiano che entrava a farne parte si erano spesso trasformati qua si in una burla. Nella migliore delle ipotesi essi assomi gliavano a una fiaba dei fratelli G rim m ; nella peggiore - quando ad esempio venivano pronunciati da un padri no piuttosto alticcio - erano altrettanto noiosi dei sermo ni protestanti dai quali probabile abbiano attinto la lo ro popolarit, almeno come parodie. Cosi, tra i bottai te deschi, si diceva al nuovo membro che, sul punto di la sciare la citt, doveva soffiare su tre piume, una delle qua li sarebbe volata a destra, unaltra a sinistra e l altra an cora dritta in avanti. E gli avrebbe dovuto seguire quella del mezzo. Sarebbe cosi arrivato a uno stagno ove avreb be trovato una quantit di rane gracidanti arg, arg, arg (male, male, male). Malgrado questo avvertimento avreb be dovuto proseguire; probabile che questo sia la trac cia di un incontro rituale molto pi serio di un incontro con le ranocchie. Sarebbe poi giunto a una ruota di muli no che girando direbbe (in modo onomatopeico, almeno in tedesco) torna indietro, torna indietro; avrebbe poi passato tre cancelli, incontrato tre corvi, dei mugnai, dei contadini con le loro mogli, e cosi via. In ogni caso si do manda al candidato che cosa avrebbe fatto, e gli si danno consigli su ci che avrebbe dovuto fare Col sorgere della massoneria, altro ramo della stessa famiglia di rituali delle confraternite di artigiani, la ten denza delle associazioni artigiane a subire l influenza mas sonica fu naturalmente molto marcata. Per lo meno in Gran Bretagna, ove il compagnonnage preindustriale non si era certamente sviluppato in un gruppo di organismi specializzati come nel continente, l influenza massonica molto accentuata, anche quando non detto espressamen te, come nel caso degli O d dfellow s, di essere stati origi nariamente istituiti secondo i principi m assonici; . Su que! k. HEUT.NBfcRCER, G cschicbte der Bottcher-, Killer- und Schafjerbewe&ung, s. I. 1 928. O d d fellow s M agazine, I, Munches re r 1829 . p. 146. Per le socie t di mutuo soccorso, vedi i>. h . g o s d e n , Th e fr ie n d ly S o r d i r f in Vngland i S n - 7?. M .inchester 19 6 1.

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sti u ltim i e ra n o e v id e n te m e n te m o d e lla ti i g iu ra m e n ti e le c e rim o n ie d e lle p rim e o rg a n iz z a z io n i o p e ra ie , co m e , ad e se m p io l in iziazio n e d e i c a rd a to ri di la n a '. L e in iz ia z io n i co m p iu te in In g h ilte r r a e ra n o in g e n e re m o lto m en o te rr ib ili di q u e lle fr a n c e s i, e p e rsin o un a d e lle p i b ru ta li ch e , cosa assai s tra n a , a p p a rtie n e a l l asso cia z io n e p e r fe t ta m e n te le g a le e in n o cu a d e g li O d d fe llo w s , b en p o ca co sa in c o n fr o n to a lle p ro v e a ffro n ta te d ai ca n d id a ti al co m p a g n o n n a g e

Il candidato allassociazione, prima di essere introdotto nella sala della loggia veniva accuratamente bendato e, do po avere oltrepassato i guardiani esterni e interni, sentiva un terrore strano e misterioso pervadere i suoi sensi, a cau sa del solenne, mortale silenzio che ivi regnava. Tosto l u dito, appena intorpidito, gli veniva risvegliato con terrore dal tintinnio di grandi catene di ferro, e dal suono di voci umane inintelligibili. A questo stadio delliniziazione, se il neofita non era gettato e fatto rotolare fra i cespugli, o im merso fin sopra la testa in una grande tinozza \ gli veniva tolta la benda dagli occhi, e la prima cosa che riusciva a ve dere era la punta di una spada sguainata puntata contro il suo cuore. Appena riusciva a distogliere lo sguardo dal suo terribile guardiano e dalla sua spada, quasi sempre i suoi occhi si posavano su una grande immagine della morte, il cui ghigno sinistro avrebbe fatto gelare il caldo sangue del le sue vene, mentre tutta la stanza era piena di simboli sa cri e profani, il cui significato pochi erano in grado di spie gare.
V a le fo rs e la pen a di o s s e r v a r e in c id e n ta lm e n te ch e la c o n v in z io n e d e i g o v e rn i in gle si d e l p rim o O tto c e n to , se co n d o la q u a le le in iziazio n i e i g iu ra m e n ti s e g re ti d o v e v a n o n e c e ssa ria m e n te e sse re di n a tu ra s o v v e r s iv a , e ra e r r a ta. G l i e s tra n e i c o n tro i q u a li la c o n fr a te r n ita ritu a le sa l v a g u a rd a v a i su o i se g re ti n on e ra n o so lta n to i b o rg h e s i, n
1 Citato in Attem pts at G en eral Union ( 1 9 5 3 ) di G. D. H. c o l e , cfr. n. 5
deH 'appen dice.

2 s . t . d a v i e s , O d dfello w sb ip , its History, Constitution, P rinciples and Finances, W itham 18.58. 3 Per sim ili sinistre burle (probabilmente derivate dai prim itivi ritua li di prove) tra i prim i frammassoni, cfr. k n o o p -j o n e s , T h e G enesis of Freemasonry cit., pp. 209, 249-50.

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sempre i governi. In Francia erano in generale i membri dei compagnonnages rivali, con i quali i confratelli si tro vavano in permanente stato di guerra; nelle societ di mu tuo soccorso inglesi chiunque non facesse parte del grup po, l appartenenza al quale era contrassegnata principal mente dal possesso dei segreti. Soltanto qualora tutte le organizzazioni di lavoratori, in quanto membri di una classe particolare, intraprendessero attivit viste di mal occhio dai datori di lavoro e dalle autorit, l'iniziazione e il giuramento vincolavano i membri deliberatamente con tro questi ultimi. Non vi era dunque inizialmente una di stinzione tra le societ che dovevano necessariamente es sere segrete, e le altre che non avevano questa necessit, ma soltanto tra le attivit di confraternite nelle quali i membri erano legati da un vincolo di solidariet, alcu ne delle quali erano secondo la legge, mentre altre non lo erano. Anche i rituali delle assemblee periodiche si sono con servati in modo molto pi completo nel continente che in G ran Bretagna, ove nel secolo scorso non ne rimanevano che scarse vestigia, se si eccettua il rituale riguardante l elemento pi importante di ogni associazione artigiana; lo scrigno o arca, nel quale si conservavano gli atti e altri oggetti propri della societ. Possediamo scarse tracce dei rituali delle assemblee, come quelli dei carpentieri irlan desi ove il padre dellofficina presiedeva la riunione e suonava il chiodo tre volte (cio batteva un utensile per produrre un suono), per significare che la corte era adunata; o quelli dei tipografi ove il padre della cappel la adunava i membri intorno a s per amministrare la giustizia sulla pietra solenne della tipografia. Ma ci nulla in confronto al rituale dei fabbri tedeschi che dise gnavano un circolo dei m em bri, una figura somiglian te al diagramma di un salvagente o di un pneumatico, ad eccezione del fatto che il circolo esterno veniva lasciato aperto. Si scrivevano i nomi di tutti i presenti tra i due cerchi, quindi si chiudeva il cerchio esterno per significa re la presenza di tutti i confratelli ad ogni assemblea. D o po il pagamento della quota si disegnava un altro circolo, e il gesso, generalmente conservato nello scrigno ( L a d e )

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veniva ricollocato dentro '. Eppure il rituale di questi fab bri ferrai era meno elaborato di quello dei compagnons francesi, che pronunciavano un giuramento sacro di riu nirsi {faire la monte de chambre), quando vi fosse un nu mero determinato di membri in ogni citt, alle due preci se di ogni domenica, meno che a Parigi ove le possibilit di altri divertim enti giustificavano le disposizioni per le quali era permesso adunarsi soltanto due volte al mese. G li atti rituali obbligatori di tali assemblee erano cosi nu merosi e complicati da suggerire che essi rappresentasse ro uno stadio d ellevoluzione delle societ, in cui queste ultime non avevano nulla di meglio da fare. I compagnons dovevano vestire correttamente, con le giacche abbotto nate fino al terzo bottone a sinistra, secondo l uso della confraternita, ma senza ricercatezza. Il tovagliolo era steso dinanzi al prem ier en ville, il pi vecchio artigiano della citt, nella posizione prescritta. Sopra di esso, al cen tro, stava una bottiglia di vino con due bicchieri posti uno alla destra e uno alla sinistra del presidente; quello di destra era pieno a met di vino e conteneva una fetta circolare tagliata dalla crosta superiore di una pagnotta (era espressamente prescritto che fosse la crosta superio re) chiamata pavilion, quello di sinistra, la coppa della fratellanza era vuoto. Tra i due bicchieri doveva stare un coltello con la punta nascosta in un pezzetto di pane. A ltre croste (questa volta tagliate in quadrato ma sem pre dalla crosta superiore) erano collocate in ogni angolo del tovagliolo \ Tutte le confraternite avevano cerimonie pubbliche ge nerali oltre a quelle delle assemblee periodiche riservate agli iniziati. Si trattava in genere di cerimonie religiose, almeno nei paesi cattolici, in cui si facevano invariabil mente processioni di vario genere nel giorno del santo della confraternita; san Giuseppe per i carpentieri, san t Anna per i falegnami, santEligio in estate per i mani scalchi, santEligio in inverno per i fabbri, san Pietro per i magnani, san Crispino per i calzolai - e in genere anche
1 E. b a s n e r , G eschicbte der deutscken Schm iedebew egung , Ham burg 19 12 . 2 Associations professionnelles ouvrires , p. 10 3 nota.

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nei giorni solenni e festivi. Queste processioni e cerimo nie annuali ricorrenti in giorni fissi rimasero nelluso uni versale in G ran Bretagna e i regolamenti delle societ di mutuo soccorso dei villaggi contenevano in genere i pi complicati provvedim enti in vista di esse. In che misura esse riflettessero ancora le antiche feste dei Santi, una questione che potrebbe essere studiata dagli appassionati di antichit locali. Comunque, in Francia questi rituali pubblici religiosi furono osservati meno strettamente col procedere del secolo scorso. I rituali pratici che comprendono in genere i contrasse gni segreti per il riconoscimento, come il controllo e la parola d ordine, il segno e il contrassegno, la parola d or dine per i viaggiato ri1 avevano una giustificazione razio nale molto pi evidente. Nei primi tempi della confrater nita i confratelli erano per la maggior parte analfabeti; e anche se non lo erano, la proibizione di tenere documenti scritti ai fini della sicurezza (i compagnons li bruciavano ogni anno, mescolando le ceneri al vino che bevevano) ob bligava la societ a fare uso di contrassegni non scritti. Anche qualora non vi fosse stata nessunaltra ragione, il rischio costante che degli estranei potessero usufruire il legittimamente dei vantaggi della societ rendeva indi spensabile l uso di un sistema di riconoscimento dei con fratelli legittim i: i documenti delle associazioni artigiane inglesi pullulano di provvedim enti contro coloro che re clamavano abusivamente l ospitalit dei gruppi locali. Dobbiamo ricordare che tutti questi gruppi considerava no il fatto che gli operai si spostassero da un luogo allal tro; i confratelli di una citt dovevano avere perci mez zi sicuri per riconoscere i forestieri; come al solito questo rituale di riconoscimento andava dallutile al fantastico, dalle forme pi semplici a quelle assai complicate dei com pagnonnages, la cui descrizione occupa tre fitte pagine, e dal prosaico al folcloristico e poetico. Non necessario descriverli dettagliatamente in questa sede. N oppor tuno dilungarsi sul simbolismo, sulle insegne e sulla teo logia di tali organizzazioni. E ssi erano oggetto di orgo
1 G eneral L a w s o f the Ancient O rder o f Foresters , Bolton 1865.

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glio e di edificazione per i membri, mentre destavano lo stupore e l ilarit degli estranei. Per quanto riguarda i pi vasti movimenti sociali, le associazioni artigiane trasmi sero o inventarono una grande variet di sistemi che face vano appello allemotivit delle masse, ai quali questi mo vimenti poterono attingere nei casi di necessit . V i un solo aspetto che vale la pena di sottolineare; la pratica, senza dubbio derivata dallantica tradizione artigiana, di classificare i membri in una gerarchia analoga a quella, per quanto spesso pi elaborata, di apprendista, artigiano e maestro operaio. Per quanto il rituale delluna e dell'altra forma fosse un fenomeno universale, le organizzazioni operaie aventi un rituale alquanto complicato erano assai pi rare di quanto si possa pensare, eccetto che fra gli artigiani ap partenenti a mestieri tradizionali e a organizzazioni che non avevano come scopo principale unazione collettiva economica o politica, come le societ di mutuo soccorso, gli ordini conviviali di carattere semi-massonico e simi li. Anche fra i mestieri preindustriali il rituale non era un fenomeno universale, per quanto tendesse a m anifestar si ovunque fiorissero societ artigiane con funzioni analo ghe a quelle dei sindacati. Nel i7 9 r in Francia, soltanto ventisette mestieri facevano parte di compagnonnages e - ad eccezione di specialisti come i cimatori o, in Inghil terra, i pettinatori di lana - essi apparivano pi deboli nei gruppi di carattere pi marcatamente proletario, co me ad esempio quello degli operai tessili. I movimenti so ciali moderni che si trovavano al di fuori di questi am bienti ormai antiquati tendevano ad adottare il rituale specialmente al fine pi utilitaristico di difendersi dagli attacchi dei nemici. Per questa ragione, ad eccezione del le grandi societ di mutuo soccorso rituali a carattere apo litico e di altre organizzazioni del genere, le caratteristi che organizzazioni con un alto contenuto di rituale erano probabilmente di modeste dimensioni. L atmosfera del secolo scorso non era propizia al rituale, a meno che non
1 Cfr. a d esempio o. k a r m i n , L'influcnce du sym bolism e maqontiique sur le sym bolism e rvolutionnaire , in R evu e H istorique de la R evolu tion Fran?aise; I , 19 10 , pp. 17 6 sgg.

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si trattasse di un rituale apolitico. Tra i sindacati inglesi i giuramenti segreti e simili caddero rapidamente in disu so, e gi nel 18 3 0 erano molto pi rari di quanto gli os servatori ostili fossero disposti ad ammettere . Tra gli artigiani tradizionali il rituale cadde in disuso, forse a cau sa d ellurbanizzazione; alla fine del secolo scorso si osser v che a Parigi il compagnonnage era pi forte tra gli ar tigiani reclutati in piccole citt di provincia, come i co struttori di carrozze2. G li stessi compagnonnages furono scossi da una secessione razionalista che guadagn terre no in seguito al 18 3 0 , quando una insurrezione di giovani artigiani contro il tentativo dellassemblea costituita dei confratelli di monopolizzare i privilegi del compagnonna ge rese pi forte il richiamo del senso comune. Una con fraternita aperta di artigiani venne formata dai dissidenti di tutti i devoirs e gli ispiratori di questo gruppo elim i narono tutte quelle consuetudini che, per quanto nel M e dioevo fossero giustificate, non lo sono pi ai nostri gior ni 3. A lla fine del secolo, circa il 4 0 % degli artigiani or ganizzati in compagnonnages piuttosto che in sindacati - un piccolo gruppo che contava meno di diecimila mem bri - avevano aderito a questa organizzazione aperta. In fine l organizzazione rituale operaia non era pi che una sopravvivenza destinata rapidamente a scomparire.

in . Se la confraternita rituale non fosse stata nulla pi di questo, non varrebbe la pena di trattarne diffusamente, Tuttavia, il periodo che va dal 17 8 9 al 18 4 8 segn una evoluzione delle organizzazioni rituali che riveste una no tevole importanza per la storia dei movimenti sociali co me per la storia mondiale. Per tutto il periodo delle tre rivoluzioni francesi, la confraternita rivoluzionaria segre ta costitu la forma di gran lunga pi importante di orga
1 C fr. Je relazioni del Select Committee of Combinations of Workmen 1838 , a proposito della rarit dei giuramenti. 2 Associations professionnelles ouvrires , I I , p. 802. 3 Larousse du x ix e sicle cit., p. 769.

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n izzazio n e d e lla so c ie t in e v o lu z io n e d e llE u r o p a o c c i d e n ta le ; e sp e sso il su o c o m p lic a to ritu a le la fa c e v a so m i g lia re p i a u n o p e ra liric a ita lia n a ch e a u n 'a sso cia z io n e riv o lu z io n a ria . In a ltri p a e si s im ili c o n fr a te r n ite h an n o c o n se rv a to u n im p o rta n z a p o litic a , e alcu n e so n o an co ra in v ig o r e . I lo ro e le m e n ti r itu a li n on so n o d u n q u e d i in te re sse p u ra m e n te arc h e o lo g ic o . N o n q u e s ta la sede o p p o rtu n a p e r u n co m p e n d io s to ric o d e lle c o n fr a te r n ite se g re te , a rg o m e n to e strem am e n te c o m p le sso e d ifficile , a tra tta re il q u a le n on m i se n to su ffic ie n te m e n te p re p a ra to . tu tta v ia e v id e n te co m e tu tte te n d e sse ro a ra g g ru p p a rs i in u n u n ica fa m ig lia , in p a rte in fo rz a d e lla co m u n e d iscen d e n za da g r u p p i m as so n ici d e l x v m se c o lo , in p a rte a cau sa d e lla re c ip ro c a e m u la z io n e 1 e in p a rte p e rch il m o n d o d e i c o s p ir a to ri, s p e c ia lm e n te n ei lu o g h i d a s ilo in te rn a z io n a li in cu i g li e m ig ra ti si riu n iv a n o ( G in e v r a , B r u x e lle s , P a r ig i, L o n d ra ) era un p ic c o lo m o n d o u n ito , e in un ce rto se n so c o o p e ra n te , m a lg ra d o i fe r o c i e in te rm in a b ili d iss id i s c o p p ia ti in sen o a e sso . U n a p ro v a d i ci c o s titu ita d a lle is titu z io n i n o n u fficia li d e l tip o d e lla c o rte d o n o re d in an zi alla q u a le g li e m ig ra ti p o r ta v a n o le lo ro c o n tro v e r s ie p e rs o n a li, e d a lla p ra tic a di p a ssa re in fo rm a z io n i a p ro p o s ito di n o ti ag e n ti di p o liz ia ai g ru p p i r iv a li \ M o lto si d isc u sso a p ro p o sito d e i ra p p o rti tra la m a s so n e ria , o le c o n fr a te r n ite filo m a sso n ic h e , e i m o v im e n ti r iv o lu z io n a ri, s p e c ia lm e n te d a p a rte d i co lo ro ch e p re d i lig o n o u n a v is io n e e s a lta ta d e lla s to ria ; n on si tra tta q u in d i d i un p ro b le m a ch e u n o s to ric o co scie n z io so p o ssa a f fr o n ta r e co n e n tu sia sm o . L a m a sso n e ria d e l x v m seco lo ci a p p a re , p iu tto s to ch e co m e u n un ica o rg a n iz z a z io n e con u n a d o ttrin a e un p ro g ra m m a d e te rm in a ti, co m e u n c o m p le s so d i g r u p p i d ifficili a d e fin ire , n o n o sta n te a v e sse ro
1 C fr. F. v e n t u r i , II populism o russo, Torino 1 9 5 2 , I , p. 5 8 7 per l'ispirazione tratta dai russi dal babouvismo, il Report of the Sedition Com m ittee 19 18 , Calcutta 1 9 1 8 (meglio noto sotto il nome di R ow latt R eport), per ci che i terroristi bengalesi attinsero dai narodniki russi, e Chittagong Arm oury R aiders: Rem iniscences, Bom bay 19451 di K a lpa na D utt, per ci che essi attinsero d allesercito repubblicano irlandese. 2 Per un esempio della corte d onore vedi e , i l CARR, T h e Rom antic E x iles (p. 1 2 7 d elled. Penguin).

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tu tti u n o ste sso sch em a o rg a n iz z a tiv o e ritu a le e u n a c o m u n e c re d e n za n ei v a lo ri deH illu m in is m o . R ie s c e q u in d i d iffic ile so ste n e re la te o ria d i u n a co sp ira z io n e m asso n ica d e l tip o p i lo sco . D a ltro n d e , la ste ssa sim p a tia d e i m as son i (o d i a ltri g r u p p i m o d e lla ti su l lo r o sta m p o ) p e r le id e e ch e tro v a ro n o e sp re ssio n e n e lla riv o lu z io n e a m e ric a na e n e lla riv o lu z io n e fra n c e s e , fa c e v a d i m o lti d i e ssi dei r iv o lu z io n a r i; in o ltre , l o rg a n iz z a z io n e m a sso n ica re n d e v a fa c ile a lle lo g g e o ai g r u p p i p i v a s ti t ra s fo rm a r s i in c e n tri p o litic i o g ru p p i d i p re s s io n e , c re a re o fa v o r ir e f r a te rn it riv o lu z io n a rie o s u b ire a lo r o v o lta d e lle in filtra z io n i da p a rte d i q u e s te u ltim e . L a m a sso n e ria in flu p r o fo n d a m e n te s u lle riv o lu z io n i fra n c e s e e a m e rica n a , e nel 17 9 8 , in Ir la n d a , e ra n o tan te le lo g g e a ffilia te a g li United

Irishm en, ch e le a u to rit rite n n e r o c h e v i fo s s e u n in tim o le g a m e tra le d u e o rg a n iz z a z io n i. Q u a lo r a n on e s is te ss e ro a ltr e o rg a n iz z a z io n i, ad e se m p io in se g u ito a lla sco n fitta d i un m o v im e n to r iv o lu z io n a rio , le lo g g e m a sso n ich e te n d e v a n o a d iv e n ire il r ifu g io d e i rib e lli. C o s i n e lle p r o v in ce fra n c e s i d o p o il 18 3 4 , l o p p o siz io n e re p u b b lic a n a si r i fu g i p e r la m a g g io r p a rte n e lle lo g g e c o n tro la v o lo n t d e l G r a n d e O rie n te A l n u o v o rid e s ta rs i e d e s p a n d e rs i d e llag ita z io n e riv o lu z io n a ria , a ssa i sp e sso la m a sso n e ria c re a v a o r d in i riv o lu z io n a ri m a g g io rm e n te s p e c ia liz z a ti, p i o m en o sim ili ad e ssa , a p a rte alcu n e v a r ia n ti n e l r itu a le e n el sim b o lis m o . Q u e s te o rg a n iz z a z io n i c o n se rv a ro n o p a rtic o la ri ra p p o r ti con la m a sso n e ria , a lcu n e sta c c a n d o sen e p u r m a n te n e n d o co n essa m o lti le g a m i, a ltre v a le n d o si d e lla m a sso n e ria co m e di u n a zo n a d i re c lu ta m e n to p e r i lo ro m e m b ri, e a d o p e ra n d o si a c o n v e rtire le lo g g e . C o s i, p are ch e g li illu m in a ti d i W e is h a u p t, fo rm a tis i n e l l a tm o s fe ra m a sso n ica , a b b ia n o c o n v e rtito un a p a rte d e i g r u p p i m asso n ici a lle lo ro id e e riv o lu z io n a rie (s o p r a ttu t to , se m b ra , a ttra v e rs o il rito d e i te m p la ri sco zze si), d an d o co si o rig in e a u n a se rie d i c o n fr a te r n ite se g re te n e l p e rio d o n a p o le o n ic o e d u ra n te la R e sta u ra z io n e , m o lte d e lle q u a li r iv e la v a n o un a te n d en za a re n d e rs i in d ip e n d e n ti d a l la m a s so n e ria ; i fila d e lfi (che d iv e n n e ro a lo ro v o lta la cul' G.
perreu x

A n temps des socts secrtes, Paris 1 9 3 1 , pp. 365 sgg.

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la di societ segrete e di compagnonnages venuti a trovar si sotto il loro influsso), i T ugendbiinde, gli adelfi, i car bonari . Il tentativo di Napoleone di assoggettare la mas soneria al controllo del governo che, al principio del seco lo scorso, fu la causa del passaggio di numerosi massoni a llopposizione politica, favori, come era naturale, tali tendenze. Non si pu certamente negare che molti, e for se la maggior parte, dei rivoluzionari e dei cospiratori an cora esistenti nel periodo dal 17 8 9 al 18 3 0 , avessero un sottofondo di idee massoniche, e conservassero, per quan to riguarda l organizzazione, una mentalit massonica. Ci vale soprattutto per uno dei principali cospiratori di questepoca, Filippo Buonarroti ( 17 6 1 - 18 3 7 ) a proposito del quale possediamo ora pi esaurienti inform azioni2. Questo sottofondo comune delle confraternite segrete, insieme allambiente che le circondava, pu spiegare la lo ro costante tendenza ad alimentare vaste cospirazioni in ternazionali, o a creare un'autorit coordinatrice al di so pra delle singole confraternite e logge, composta general mente di iniziati di grado superiore a quelle delle organiz zazioni ordinarie. Questa pratica avr certo contribuito notevolmente a creare la forte tradizione internazionali sta dei movimenti socialisti posteriori, cio la convinzio ne che tutti questi movimenti dovessero essere idealmen te coordinati e diretti da un Internazionale; per quanto l ideale di una Internazionale che riunisse tutti i vari grup pi di ribelli venisse presto abbandonata 3. A i suoi tempi, Buonarroti, aveva a che fare non soltanto con la massone ria, il babouvismo e la C a r b o n e r i a , ma dominava i n o l t r e 1 H o attinto queste informazioni da G li illu m inisti d i W eishaupt e l idea egualitaria in alcune societ segrete del Risorgim ento, di c. f r a n c o viCHj in M ovim ento operaio, luglio-agosto 1952, Tali argomenti sono stati contestati da altri studiosi specializzati; i quali, per, non hanno una relazione diretta, n in un senso n in un altro, con il contenuto di que sto capitolo. ; Per la bibliografia ormai ampia, del Buonarroti, cfr. e . e i s e n s t e i n , F ilip p o M ichele Buonarroti, H arvard 1959. 3La prima Internazionale (1864-73) sembrava incarnare idea le, per quanto i blanquisti se ne mantenessero fuori; tuttavia, la difficolt di coordinare fra di loro i m arxisti, i mazziniani, i proudhonisti, i bakuninisti e una quantit di altri rivoluzionari e gruppi di sinistra si rivel insormontabile. Tutte le internazionali seguenti, ad eccezione di quelle per gruppi determinati, come quella delle Cooperative sono state domi nate da ununica ideologia.

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uno dei pi noti di questi fantomatici accentramenti di co spiratori; quello dei Perfetti e Sublimi M aestri la cui ge rarchia aveva tre gradi, il pi alto dei quali era quello del Sublime E letto; aveva anche un G rand Firmament a P a rigi, e aveva concluso degli accordi per riconoscere i gra di di alcune confraternite affiliate. Si dice che i carbonari italiani, alcuni fra i massoni francesi, i Tugendbunde te deschi e i decabristi russi fossero legati ad esso '. Le idee dei Perfetti e Sublimi M aestri furono riprese dalla Carbo neria universale democratica che pochi anni pi tardi for mava l oggetto della sua attivit. Secondo gli studi del dottor Dakin, unaltra organizzazione del genere, ma di carattere massonico pi spiccato, il cui quartier generale aveva sede a G ibilterra, appare attivamente impegnata nel movimento filellenico intorno al 18 2 5 , lanciandosi in una serie di pittoresche imprese di cappa e spada. In se guito, le energie dei ribelli internazionali furono assorbi te e trasfuse in un pi vasto e pi ordinato internaziona lismo, e soltanto rivoluzionari romantici di stampo antico come Bakunin continuarono a stringere alleanze segre te di questo genere. Quale sia stata la loro efficienza an che nei periodi di pi intensa attivit, non facile a dirsi. La classica c o n fr a te r n ita se g re ta era un g r u p p o di lite
g e ra rc h ic a m e n te o rd in a to con un a p e sa n te z a v o rra d i r i tu ale p e r l in iz ia z io n e e p e r a ltre circo sta n z e , s im b o li, un v o c a b o la r io ritu a le , c o n tra s se g n i, p a ro le d o rd in e , g iu r a m e n ti e sim ili. Il ca n d id a to v e n iv a sce lto co n o g n i cu ra e, d o p o l a m m issio n e , a v a n z a v a p r o g re s siv a m e n te a t tr a v e r so tu tta u n a g am m a d i g ra d i, c ia sc u n o d e i q u a li c o m p o r ta v a u n a m a g g io re re s p o n s a b ilit e un m a g g io r g ra d o di in iz ia z io n e , fin ch , se la fo rtu n a l a s s is te v a , e n tr a v a (o p iu tto s to era ch ia m a to p e r c o o p ta z io n e ) n el p i e le v a to di tu tti i circo li d ir e ttiv i d e llo rg a n iz z a z io n e . M a r x , ch e non n u triv a u n e c c e ssiv a s im p a tia p e r q u e sto g e n e re d i co se , ne p a rla v a co m e d i un a u to r ita r is m o s u p e r s t iz io s o ; e la fr a s e ci se m b ra a p p ro p ria ta . Le v e re e p ro p r ie fu n z io n i p o litic h e d e lla c o n fr a te r n ita e ra n o d u p lic i. In p rim o luo1 FRANC0V1CH, G li illum inisti di Weishaupt c i t . , p. 5 8 4 ; b e r n s t e i n , Buonarroti, Paris 1 8 4 9 , pp. 1 6 7 - 6 8 , 1 7 8 ; j. w i t t , Les socts secretes de France et d 'Ita lie, Paris 1830 , p p . 6-7 , 9,

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go, ciascuno degli iniziati, che era anche membro di varie organizzazioni generali formate da non iniziati, cercava di influenzare queste ultime nella direzione desiderata dalla confraternita. La confraternita stessa, non sempre, e nep pure di frequente, agiva attraverso un movimento pi va sto che si identificava esattamente con la sua politica, ma pervadeva - per usare unespressione cara ai fabiani qualsiasi organizzazione che le sembrasse adatta allo sco po. In secondo luogo, in tempo di insurrezione mirava a suscitare agitazioni per mezzo eli piccoli gruppi di zelanti iniziati che, come si sperava, avrebbero trascinato con lo ro le masse, e sarebbero riusciti in qualche modo a impa dronirsi del potere. Quando i tempi non erano ancora ma turi per le insurrezioni, la confraternita fomentava le agi tazioni, compiva atti terroristici per proprio conto e si de dicava ad altre attivit idonee a preparare la rivoluzione. Il pi chiaro esempio dellattivit (non rituale) di una si mile confraternita, cio dato dalla pi duratura tra esse: la Fratellanza repubblicana irlandese, meglio conosciuta sotto il nome di feniani, che rimase attiva dal 18 5 0 fino ai nostri tempi .
L e so cie t se g re te riv o lu z io n a rie , g iu sta m e n te p e rs e g u i tate d a llo S ta to , d o v e v a n o n a tu ra lm e n te p re n d e re p r o v v e d im e n ti ai fini d e lla lo ro sicu re z z a ; e p e r q u e ste so cie t , ch e d isc e n d o n o dal g r u p p o d e lle c o n fr a te r n ite a rtig ia n e m a sso n ich e , n u lla p i n a tu ra le ch e a d o tta re a tal fin e i r itu a li d i q u e ste u ltim e . C o m e ab b ia m o v e d u to , d u n q u e , i ritu a li p ra tic i fu ro n o c re a ti a sco p o u tilita r io , co si com e l o rg a n iz z a z io n e g e ra rch ica d e lle so c ie t se g re te p e r la q u a le i m e m b ri di un g ru p p o n on c o n o sc e v a n o q u e lli d e g li a ltri g r u p p i, e i g ra d i in fe r io r i c o n o sc e v a n o s o lta n to l 'i d e n tit d e i lo ro s u p e rio ri im m e d ia ti. T u t t a v ia e v id e n te ch e il d o v e r s i d ife n d e re d a lla le g g e v a le v a a g iu stific a re so lta n to in p a rte q u e lle sib iz io n ism o di tra v e stim e n ti, ch e in re alt n u o c e v a a lla se g re te zza. L a g e n te d i p o liz ia D e la
1 Non sembra chc esista un esauriente resoconto storico a proposito d e ll i r b . Per il giuramento di questa associazione cfr. T h e Irish R epublic, London 1 9 3 7 , di d. m a c a r d l e , p. 64. Le sue analogie con gli schemi con tinentali sono state spesso sottolineate, per esempio da d . c . p o l l a r d , in T h e Secret Societies of Irelan d, London 1 9 2 2 , pp. 46, 4 9 ; non stato tuttavia finora possibile stabilirne l'origine precisa.

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H o d d e o s s e rv a ch e le co n fra te rn i io fra n c e s i d iv e n n e ro v e ra m e n te se g re te q u an d o la ma- - dei lo ro m e m b ri d iv e n n e p ro le ta r ia , c io , dal p u n to di v ista d e l p o liz io tto , a n o n im a, e le riu n io n i e b b e ro lu o g o n e lle stan ze in te rn e dei p u b , e non pi n e gli a d d o b b a ti lo cali d e lle lo g g e , il cui a r re d a m e n to e ra in g e n e re tro p p o in g o m b ra n te ed e la b o ra to p e r e sse re alla p o r ta ta dei p o v e r i. I lu n g h i e co m p lic a ti ritu a li dei c a rb o n a ri, d i cui ci re sta ta m e m o ria ', se m b ra v a n o in v iti p e rm a n e n ti alla p o liz ia . L a n o m e n c la tu ra fa n ta stic a d e lle c o n fr a te r n ite e ra tutt a ltro che p ra tic a , a d i f fe re n z a di q u e lla d e lle o rg an izzazio n i riv o lu z io n a rie p o s te rio ri, ch e si son o in g e n e re p re o c c u p a te di sc e g lie re n o m i in d ic a tiv i d e lle lo ro id e o lo g ie e d e l lo ro p ro g ra m m a . L e n u m e ra z io n e d e lle c o n fr a te r n ite e siste n ti in P u g lia p u fo rs e is p ira re un a m a to re di lib r e tti di o p e re liric h e , m a d ifficilm e n te un a u te n tico rib e lle : c a rb o n a ri di v a r ie d e n o m in a z io n i, m ae stri s u p re m i, m u ra to ri p e r fe t ti, fila d e lfi, e d e n n isti, e lle n is ti, p a trio ti e u ro p e i, d e c isi, p u g n a la to li, sc a m ic ia ti, in n o m in a ti, illu m in a ti, p e lle g r in i b ia n c h i, tre c o lo r i, q u a ttro c o lo ri, se tte le tte re , o tto le tte re , se tta dei cin q u e , san G io v a n n i B a ttis ta , S o c ie t d e l V e n e r a b ile , le an im e d e l p u r g a to r io , la c ip o lla , la to m b a ce n tra le , S o c ie t d e lle s ta g io n i, la b e lla C o s ta n tin a ecc. \ I l pi se rio fr a i riv o lu z io n a ri d i p ro fe s s io n e , il B la n q u i, c o s titu u n a S o ciet d e lle sta g io n i la cu i u n it d i b ase e ra la se ttim a n a (sei u o m in i con un cap o ch ia m a to domenica)-, q u a ttr o s e ttim a n e fo rm a v a n o un m ese co m a n d a te da Luglio, tre m esi un a s ta g io n e , so tto la g u id a d i prim avera, e q u a ttr o stag io n i u n an n o , il cu i cap o a v e v a il n o m e s o rp re n d e n te m e n te in c o lo re di agente rivoluzionario . E v id e n te m e n te , il ritu a1 A d esempio sgg.
,

perkeu x

A u temps des socits sacre te s cit., pp. 3 7 1

2 a . l u c a r e l l i , 7 m oti rivoluzionari nel 1848 nelle P uglie, in A rc h i vio Storico delle Provincie Napoletane, n. s., x x x i, 1947-49, pp. 436437. La pili completa descrizione dell'atm osfera della Carboneria che costi tuisce il pi noto fenomeno del genere si trova n ellanonimo M em oirs of the Secret Societies of the South of Italy particularly the C arbonari , John M urray, London 1 8 2 1. Si crede che l autore sia un certo Bertholdi, che gli esperti in materia per il periodo in questione dicono si fosse ac curatamente documentato; difatti il libro assai ricco di informazioni. 3 DE LA h o d d e , H istoire des socits secretes et du parli rpublicain, Paris 18.50, p. 2 17 .

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le delle confraternite aveva una funzione sociologica di stinta dalle necessit pratiche di unagitazione illegale. O l tre a essere un gruppo politico, la confraternita era quin di anche qualcosa di simile a una setta religiosa.
IV.

Prima di considerare le ragioni del loro eccessivo appa rato rituale, sar opportuno tratteggiare in b reve il pro cesso di decadenza della confraternita rituale. L epoca d o ro di queste confraternite, che le vide come ununica fa miglia, compatta almeno da un punto di vista teorico, si concluse con ogni probabilit con i moti del 18 3 0 . pro babile che le cospirazioni del 1830-48 abbiano preservato in parte l originale struttura Carbonara; tuttavia il sorge re di gruppi di particolare carattere nazionale e sociale in d ebol la loro coesione. Fuori d ellEuropa occidentale le confraternite segrete rivoluzionarie conservarono la loro importanza, o meglio assunsero importanza in periodi cor rispondenti a quello tra il 17 8 9 e il 1848 nella storia dei paesi in cui si affermarono. Alcuni degli esempi pi carat teristici si riscontrano nellAsia del x x secolo - ad esem pio il movimento terroristico bengalese, il cui rituale ri sentiva poco o nulla della tradizione dellEuropa occiden tale, attingendo invece la propria ispirazione dalla reli gione ind e specialmente dal culto della dea Kali, che, ol tre a fomentare la rivoluzione, si batteva per la costruzio ne di un tempio in un luogo lontano dalla contaminazio ne delle citt moderne, e finora quasi mai calpestato dal piede delluomo; in unatmosfera pura ed elevata, perva sa di calma ed energia e per la fondazione di un nuovo ordine di devoti, alcuni m em bri del quale dovevano essere sanvasi , e la maggior parte celibi, che sarebbero ritornati all'eremitaggio dopo compiuta la missione di liberare l In dia . Tuttavia, nella quasi totalit dei gruppi rivoluziona5 C fr. i! Rotolati R eport, che cita l opuscolo Bhatvani Man dir del 1905. I l legame tra l attivit rivoluzionaria e la castit rituale si manten ne solido. K A I.PA N A d u t t ( C biltagong A rm oury Raiders cit.) scrive come il terrorista Su ri yn Sen passasse la notte nuziale sotto la sorveglianza di un santo uomo, e non coabitasse mai con sua m oglie (1918-28).

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ri si osserva una decadenza del rituale, specialmente in quelli che tendevano verso i movimenti socialista e labu rista, come alcuni dei pi decisamente rivoluzionari; i ter roristi del Bengala si convertirono in gran parte al comu niSmo intorno al 19 3 0 , mentre sembra che i comunisti ir landesi derivino in gran parte da defezioni d allesercito repubblicano irlandese verso le sinistre. A sua volta la de cadenza del rituale automaticamente indebol l attrattiva esercitata dalle confraternite.
Q u e s ta d e cad e n za si m a n ife s ta so tto m o lte fo rm e . A d e se m p io , s ig n ific a tiv o che la S o c ie t d e lle sta g io n i di B la n q u i, d o p o le p rim e sco n fitte , si ric o s titu is s e so tto u n a n o m e n c la tu ra m o lto pi s o b ria (a g e n ti riv o lu z io n a ri, cap i g r u p p o , m e m b ri). Il c e rim o n ia le ille g a le d e g li u ltim i b la n q u is ti, com e q u e llo d e lla m a g g io r p a rte d e i n a ro d n ik i ru s si, p a re non sia s ta to n u lla p i d i q u a n to ci s i p o ssa a s p e t ta re d a un g ru p p o d i riv o lu z io n a ri p ro fe s s io n is ti d a lle id ee sa ld e , p e r q u a n to fo rs e p o litic a m e n te e rr a te , c o s tre tto ad a g ire c o n tro la le g g e ; tu tta v ia d ifficile fa r e d e lle a ffe rm a zio n i c a te g o ric h e su un a rg o m e n to co si o sc u ro M a il pi c h ia ro e se m p io d e lla e ffe ttiv a d e cad e n za d i u n a o rg a n iz zazio n e ritu a le an che il p i s ig n ific a tiv o , in q u a n to c o n cern e le o rig in i del m a rx is m o ; .

N el 18 3 4 , quando i n Francia l attivit rivoluzionaria legale dovette ancora una volta cessare, sorse a Parigi una Lega dei fuorilegge ( Bund der Geachtcten) sorta dai fram menti di una Societ popolare germanica; una vasta orga nizzazione di massa di emigranti tedeschi, priva, per quan to ne sappiamo, di qualsiasi particolare elemento rituale. (Dobbiamo tuttavia tenere presente che il nucleo degli emigranti tedeschi era costituito da lavoratori viaggianti gi appartenenti alla tradizione del compagnonnage). La lega aveva l usuale struttura a piramide e una nomencla tura di sapore carbonaro: H tten (corrispondente alle vendite C a r b o n a r e ) , Bergc (montagne), dicasteri e la Na1Per questn sommaria forma di iniziazioni cfr. Les Conspirateu, s , di c u f . n u , P-iris 1850, p. 20 e n. 13 d ellappendice. Particolari tratti da D ie Com ninnisi envcrschu'ijrungcn des tie unzchnten Jahrhunderts , Berlin 19 5 3, di w e r m u t i i e s t i e b e r , e varie bio grafe di M.irx, a.

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tionalhitte (la capanna nazionale); pi tardi questa no menclatura veniva sostituita da unaltra di tenore quasi militare, come tende, campi, fuochi (Brcnnpunkte). Una netta separazione esisteva tra i due gradi inferiori e i due superiori. Vi erano certamente dei riti di iniziazione, al meno per la ammissione al Berg, ma gi l importanza del rituale stava scemando. Cosi, mentre a Parigi i candidati venivano bendati, le sezioni tedesche lasciarono cadere questa formalit. Naturalmente si faceva uso di segni di riconoscimento e di parole d ordine, costituiti talvolta da domande e risposte rituali, probabilmente tratte dalle pra tiche dei compagnonnages e della massoneria, oppure da semplici parole astratte come virt civica. V i era un giuramento, per quanto alcuni osservatori ritengono che non fosse nulla pi di una dichiarazione solenne, dato che non era espressa in forma religiosa. Dai fuorilegge deriv alla fine la Lega dei giusti che si trasform, a sua volta, sotto l influsso di M arx e di E n gels, in quella lega dei Comunisti per la quale fu scritto il famoso Manifesto. I comunisti non erano pi una con fraternita del vecchio tipo. M arx, che era fondamental mente contrario alle confraternite (egli si rifiut sempre di entrare a far parte di una qualsiasi di esse), provvide a ci e sentenzi espressamente l eliminazione dalle loro re gole, di qualsiasi autoritarismo che fosse basato sulla su perstizione. La nuova organizzazione, democratica ma centralizzata, eleggeva tutti i suoi funzionari, che erano soggetti a essere deposti. A i Imi pratici, si trattava di un'organizzazione prettamente moderna. Abbiamo dun que un esempio del ciclo completo di transizione da una quasi Carboneria, rappresentata dai Fuorilegge, a un'organizzazione a base assolutamente razionale. L inte ro processo si svolse tra il 18 3 4 e il 1846. Per quale ragione le confraternite rituali decaddero e scomparvero? La spiegazione pi semplice costituita dalla scoperta che il rituale non soltanto era superfluo, ma poteva anche costituire un intralcio. Il rituale aveva due principali funzioni pratiche: legare intimamente il mem bro alla confraternita a salvaguardarne i segreti; tuttavia non era indispensabile a nessuno di questi due scopi. G i

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molto tempo prima il Bruto di Shakespeare aveva detto: No: niente giuramenti. Se non bastano o sono motivi inefficienti il nostro volto duomini, la pena dei nostri cuo ri, le offese di questa et, tronchiamo finch siamo in tem po: ritorni chi vuole al caldo del suo letto,... avremo noi bisogno di altro sprone che non sia la nostra stessa causa, per sollecitarci a mettere ordine? '. G li uomini forti e devoti avrebbero costituito i segreti in ogni modo; i deboli li avrebbero traditi nonostante qualsiasi giuramento. Ci che teneva uniti i membri non era il giuramento, ma la causa comune; e, per quanto ci non si possa affermare categoricamente, sembra che per sino in numerose confraternite tradizionali il giuramento fosse divenuto poco pi che una dichiarazione solenne, e che da esso sia stato eliminato quel rito di infrangere un Tab che talvolta abbiamo riscontrato in esso. I rituali pratici erano utili alla sicurezza, ma la vera forza delle re gole di sicurezza proprie delle cospirazioni sta nella loro logicit. Apprenderle sotto forma di rituale pu effettiva mente nuocere alla loro efficacia. Non dunque straordi nario il fatto che tra i terroristi indiani dei primi del no stro secolo, le regole per le attivit segrete modellate su quelle dei russi, fossero di carattere meramente pratico, e che le idee religiose espresse in pubblicazioni come l opu scolo Bbawam M andir tosto svanissero in un secondo pia no, mentre soltanto i giuramenti e i voti venivano ricor dati. Non di meno, questa spiegazione meramente utilitari stica della decadenza dei rituali non ci appare sufficiente. Si pu in effetti dare unaltra spiegazione del fenomeno. Le classiche confraternite rituali erano per la maggior parte composte da coloro che De la Hodde chiama intel lettuali disoccupati e da altri membri im puissants del l alta e media borghesia \ Esse trovavano un forte appog gio in un altro gruppo praticamente declassato - e per sua natura amante delle divise e delle cerimonie - gli ufficiali 1 [G iu lio
rin o 196 4 ].

Cesare , atto I I , scena

I,

trad, di C esare V ic o L o d o v ic i, T o

2 ilis to ire

(ics socits secretes et du parti rpublicain c it ., p. 1 3 .

2 l8

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d ellesercito e i sottufficiali. La rivoluzione per cui questi uomini si battevano era in un certo senso qualcosa di arte fatto, imposto d allesterno a coloro che ne avrebbero do vuto trarre beneficio. Le masse come tali non avevano quasi nessun peso nei loro calcoli Essi erano nazionali sti, quando la massa dei loro concittadini non lo era anco ra: l isolamento dei carbonari e dei mazziniani delle citt, dalla massa dei contadini italiani, costituisce l esempio quasi leggendario di tale fenomeno. Erano razionalisti almeno dal punto di vista ideologico, se non da quello or ganizzativo - quando ancora le masse potenzialmente ri voluzionarie erano rimaste fedeli alla religione tradiziona le. (Per un paradosso, il libero pensiero era forse assai pi diffuso tra i conservatori moderati o tra i liberali). La li berazione d ellumanit dalla tirannia, come un vago idea le, non derivava direttamente, neppure secondo il modo di pensare di costoro, dagli interessi di una classe o di un gruppo particolare. Il fatto che a nostro avviso essi difen dano o rappresentino una classe particolare, non significa che essi lo abbiano fatto deliberatamente. La strategia e la tattica delle confraternite classiche, erano dunque quelle di gruppi di lite autoselezionati che imponevano la rivoluzione a una massa inerte e cionondi meno ad essi riconoscente, o che, nel migliore dei casi, trascinavano allazione, sul loro esempio e dietro loro ini ziativa isolata, una massa passiva come nella rivoluzione della Pasqua 1 9 1 6 a Dublino. Persone che agivano isola te, trovavano i rituali simboleggiami la loro unit e la lo ro coesione spirituale, non soltanto opportuni, ma indi spensabili. Quanto pi grande era la distanza reale o im1 Questa opinione naturalmente soggetta ad alcune restrizioni, spe cialmente qualora si considerino i diversi indirizzi politici perseguiti con vario successo dalle diverse logge di tanre confraternite. Alcune eccezio ni a questa regola generale si allacciano alla mente di ogni studioso, spc d a l men te per quanto concerne le societ del M eridione d Italia. Non si pu tuttavia dubitare della sua generale validit. I programmi rivoluzio nari di queste confraternite, come vengono dettagliatamente descritti ad esempio nellappend ice V I dei M em oirs of the Secret Societies, erano in sostanza gli stessi del classico pronunciamento; in effetti i tradizionali colpi di mano militari della penisola iberica, che sempre si sono fondati su confraternite segrete di ufficiali e soldati, riflettono ancora questa forma.

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maginaria che separava il gruppo dal resto del popolo, tanto pi esso era propenso a creare simili convenzioni interne. Tuttavia la radicale trasformazione verificatasi intorno al 18 3 0 , per lo meno in una parte del movimento rivolu zionario, fu costituita dal declino del cospiratore borghe se e d allavvento del cospiratore operaio, con l affermarsi di una teoria proletaria della rivoluzione. I blanquisti co stituiscono un classico esempio di questo fenomeno. La dottrina della loro iniziazione, cosi' come ci stata riporta ta da De la Hodde per il 18 3 4 , era gi assai chiara. Che cosa il governo? Un insieme di traditori, che agisce nel l interesse di un piccolo gruppo di sfruttatori: aristocrati ci, banchieri, monopolisti, grandi proprietari e tutti gli al tri sfruttatori dei loro simili. Che cosa il popolo? L in sieme dei cittadini che lavorano e che sono condannati al la schiavit. Qual il destino del proletario sotto il gover no dei ricchi? Quello di un servo e di uno schiavo. ne cessaria una rivoluzione sociale o sufficiente una rivolu zione politica? Una rivoluzione sociale. E poco dopo si ve rific un mutamento nella composizione dei membri delle societ. L e recrutement qui s tait fait dans les mauvaises couches de la bourgeoisie va soprer exclusivement dans les bas-fonds de la classe populaire La Lega dei giusti era a sua volta un ramo di composizione operaia di staccatosi dai fuorilegge (se si possono chiamare ope rai gli artigiani specializzati tedeschi). Questo ramo era formato principalmente da sarti, tipografi e calzolai.
1 L a nassance d e la R p u b liq u e en j v r ie r 18 4 8 , B ru x e lle s 18 5 0 , d i D e la H o d d e , in dica le p ro fe ssio n i d e i qu attro agenti rivolu zion ari d e lla Societ d elle stagio n i a partire dal 18 3 9 ; uno stip e tta io , un doratore, un in ciso re d i ram e, e lu i stesso, g io rn alista (e, possiam o aggiu n gere, spia d e l la p o lizia). A l b e r t , l o p eraio che en tr a far p arte d e l govern o p ro v v i sorio n el fe b b ra io 18 4 8 , vi giun se attraverso la So ciet des n o u v elles saison s, ered e d i q u ella d e lle saisons. L a Societ com u nista rivo lu zio n a ria a v ev a , secondo D e la H o d d e , com e su o i p rin cip a li m ilita n ti un b arb iere, un sarto, un m eccanico e un o spaccapietre. L a So ciet dissen ziente (d e lle n u o ve sta gio n i) con tava tra i suoi capi due sarti, un ex sold ato, un fa b b ri cante d i o g g etti in p aglia, un m ercante di v in i e un m edico (pp. 1 0 , 15 16 ) . L a ttrattiva che il b lan q u ism o esercit in seguito su gli in te lle ttu ali, specialm en te sugli studen ti non d eve farci d im en ticare il fatto che esso sia stato in o rig in e un m o vim en to m o lto p i sostan zialm en te pleb eo d e lle co n fratern ite segrete in to rn o al 1820.

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A questo punto, si potrebbe pensare che un tale muta mento nella composizione dei membri accentuasse il ca rattere rituale delle organizzazioni, a causa dellinclinazio ne che generalmente si riscontra nelle persone ignoranti e politicamente impreparate, verso manifestazioni violente, come i giuramenti e le cerimonie segrete. In effetti (per lo meno nelle organizzazioni blanquiste) le formule del ca techismo per iniziati, divennero pia rudi e vivaci, quando la (proletaria) Societ delle stagioni, si sostitu alla (bor ghese) Societ delle famiglie. Tuttavia, come gi vedem mo, questo catechismo era un documento politico perfet tamente razionale. Ma tali lievi mutamenti nello stile del le organizzazioni segrete, non tolgono il fatto che la loro evoluzione in senso proletario segnasse la decadenza di quel rituale di cui non avvertivano pi uneffettiva neces sit, Il rivoluzionario proletario (o l intellettuale che ten deva a identificarsi con esso) non sentivano infatti la ne cessit di formule romantiche. Entram bi, secondo la teo ria rivoluzionaria, si muovevano nella direzione e nellam bito della corrente storica del proletariato. Se era un ope raio, non faceva che compiere in modo pi efficiente ci che egli e gli altri lavoratori, che avessero una coscienza di classe, consideravano fosse la strategia adatta alla pro pria situazione sociale. Per dei lavoratori con una coscien za di classe, sarebbe stato assai pi difficile astenersi dal collaborare o dal simpatizzare con il m ovim ento. Se invece si trattava di un intellettuale bastava che conside rasse la situazione dei lavoratori per sentirsi, per quanto individualmente al di fuori della loro classe, partecipe di una collettivit naturale. I gruppi di lite cessarono di es sere unit isolate nella lotta e divennero, secondo la frase di Lenin, l avanguardia di un vasto esercito. Forse questa avanguardia doveva ancora essere creata, ma l esercito era gi pronto. La storia stessa che lo aveva plasmato lo avrebbe consolidato, assicurandone il trionfo. M arx non era contrario alle confraternite segrete, soltanto a causa della sua naturale e comprensibile avversione per le azio ni politiche maldestre e im provvisate, e quindi anche nei riguardi di persone del tipo di Mazzini, ma perch il suo genere di movimento creava una pi forte carica emotiva

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tra un pi vasto numero di persone, rispetto a quelle che erano capaci di suscitare le societ segrete di stampo mas sonico. A llo stato attuale delle nostre cognizioni non pruden te spingere oltre le nostre considerazioni. M olto lavoro resta ancora da compiere dagli studiosi (che vanno distin ti dai curiosi), sulle societ segrete rivoluzionarie degli ul timi centocinquantanni in tutto il mondo, prima che ci sia consentito di spingerci oltre, in uno studio generale del fenomeno nelle sue grandi linee. Rimangono da chia rire i rapporti coi movimenti di liberazione nazionale, in quanto distinti da quelli per l emancipazione sociale, i le gami che le uniscono a varie tradizioni locali e gli elemen ti da esse attinti da tradizioni occidentali, e inoltre i loro contatti coi movimenti prim itivi da noi illustrati nei capi toli precedenti. Ci che fin qui stato detto si riferisce al le confraternite che furono qua e l assorbite direttamen te o indirettamente dai moderni movimenti operai e so cialisti, ma non necessariamente ad altre organizzazioni similari. Questo assorbimento avvenne con notevole facilit; molti dei loro membri, purch fossero dei veri rivoluzio nari, si trasferirono ai movimenti non rituali e vi svolse ro ruoli direttivi, come si pu constatare seguendo le v i cende dei membri originari della Lega dei giusti e dei gruppi blanquisti di cui abbiamo notizia. Il carattere di cospirazione segreta nellorganizzazione di cui furono i pionieri, continu ad essere utile, spogliata del suo con tenuto rituale, ogni qualvolta la situazione richiedesse una devozione assoluta e una pericolosa attivit contro la legge. I bolscevichi di Lenin devono molto pi di quanto siano mai stati disposti ad ammettere, a llesperienza e ai metodi di lavoro della tradizione buonarrotista e a quello dei narodniki, per quanto Pantiritualismo marxista abbia fatto del suo meglio per creare unatmosfera di deliberata ed estrema praticit e sobriet, anche in attivit di cap pa e spada , che, come indica il loro nome popolare, ten dono a controbilanciare con una certa dose di romantici smo la estrema tensione alla quale sono sottoposti coloro che vi partecipano. Le antiche confraternite decaddero,

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dato che nella politica non vi era pi posto per le congiu re, a eccezione di alcune situazioni circoscritte che ancora davano luogo qua e l ad attivit del genere al quale le confraternite erano solite dedicarsi. In effetti, il tempo ha in genere risolto il problema delle confraternite. Esse era no prim itive in quanto rappresentavano una forma pre coce e immatura di organizzazione rivoluzionaria, e dove vano in qualche modo ricercare un compenso alla loro mancanza di una chiara strategia, di una tattica e di veri e propri programmi politici. Ogni qualvolta i movimenti ri voluzionari abbiano oltrepassato questo stadio, le confra ternite diventano superflue, e spesso vengono sommerse, come i blanquisti dopo la Comune, in pi vaste attivit, parlamentari o meno, che collaborarono alla causa rivolu zionaria. Tuttavia, il loro prim itivismo era in gran parte fortuito; esso risultava dalla combinazione di una forma particolare di attivit isolata di lite, con una quantit sto ricamente determinata di elementi ideologici e organizza tivi. A differenza di altri movimenti prim itivi, illustrati in questo libro, esse appartengono alla storia, piuttosto che alla preistoria, dei moderni movimenti sociali, per quan to rappresentino i primissimi albori di tale storia.

Appendice Documenti in versione originale e testimonianze dirette

1 . L ettera di P asq u ale T an te d d u , fu o rileg ge e b an d ito (Sard egna,

1954 )

2. Il b rigan te V ardareU i aiuta i po v eri (P u g lie. 18 17 ) 3. Interrogatorio di un brigante borbonico (Italia meridionale, su bito dopo il i860) 4. D o n ato M an d u zio sm aschera un fa lso apostolo (San N ican d ro , su b ito d o p o il 1930)
y U n a contadina parla d ella societ giusta (P ia n a d e i G re c i, 1893)

6.

Una comunit contadina incontaminata dalla citt (Ucraina, 19 18 )

7. I co n tadin i diffidano del go vern o (U crain a, 19 17 ) 8. Il vo lere dello Z a r (U crain a, 1902, 190.5) 9. C o llo q u io con G io v a n n i L o p ez, calzolaio (C a lab ria , 19 5 5 ) 10 . Due sermoni per gli scioperanti (Carolina del Nord, 1929) i r . U n u n io n ista del L in co ln sh ire : Jo se p h C h apm an (A lfo rd , 1899) 12 . I d e c is i raccom andano un co n fratello (L ecce, P u g lie , 18 17 ) 13 . G iu ra m en ti segreti (G ra n B retagn a, 1830-40; N a p o li, 181.5-20; P a rig i, 1834).

Attraverso la documentazione qui raccolta non intendo il lustrare tutti gli argomenti sviluppati nel testo ma solo aiuta re il lettore - se mai nc avesse bisogno - ad immedesimarsi nei pensieri e nelle convinzioni dei ribelli primitivi de scritti in questo libro. Nella ricerca di queste testimonian ze non ho seguito alcun criterio sistematico ma mi sono li mitato a riprodurre quei documenti, che nel corso delle varie mie ricerche sull'argomento, mi sono apparsi pi significati vi. Uno di questi documenti consiste nella registrazione di un'intervista effettuata mediante un colloquio di unora. L utilit di questi documenti per il lettore pu consistere tanto in una mera lettura a lini di rievocazione di atmosfera e di suggestione quanto in un esame analitico soggettivo, alla luce delle argomentazioni del testo, di cui i documenti stessi rappresentano un'illustrazione da vari punti di vista. I nn. i, 6-9 e r i rispondono forse meglio alle esigenze di un esame approfondito. Il n 1 illustra le imprese alla Robin Hood, le gocentrismo e l'ardore dell'isolato campione e vendicatore dei poveri; il n. 3 la fede Chiesa e re e la magia. 1 1 n. 4 ci porta nellatmosfera di fervore religioso in cui fiorirono il millenari smo e le sette operaie. Il n. 5 (il documento sotto vari aspetti pi importante) una chiara esposizione delle idealit dei ri voluzionari contadini; il n. 6 descrive la realizzazione di tali ideali I nn. 6 e 7 illustrano la profonda diffidenza dei rivolu zionari contadini per le citt. 11 n. 8 ci mostra la fiducia nel re giusto e il disegno millenaristico della nuova legge, a lungo attesa, e del manifesto a caratteri doro, che istitui sce la libert; chiarisce anche la potenza distruttiva dei rivo luzionari primitivi. Nel n. 9 il lettore pu rendersi conto del linterpretazione sociale della Bibbia, dellanticlericalismo e del senso profondo delluguaglianza nonch del singolare bi nomio amor fraterno - inesorabilit (cfr. anche i nn. 5 e n ) .

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APPEN DICE

Il n. io ci mostra una coscienza politica estremamente imma tura e un'interpretazione della religione, fondamentalmente ultraterrena (fautrice della prevalente importanza della sal vezza dellanima e della superiorit di Dio sui ricchi della ter ra) ma risolta in termini di protesta sociale. U n . n contiene spunti millenaristici (cfr. anche i nn. 5 e 9), avversione per preti e professori aridi c sterili, accenna all'esclusione dal millennio di quanti non sono guidati dallo spirito di Dio ed allo sdegno per l'ineguaglianza sociale; il tutto peraltro prati camente ammorbidito in unaria di modesto riformismo. Il n. 12 illustra aspetti pratici delle associazioni segrete nel pe riodo del loro maggior iulgore. Il n. 13 , ci mostra alcuni giu ramenti segreti e il tramonto del ritualismo.

i. Lettera di Pasquale Tanteddu, fuorilegge e bandito.


r . c a g n e t t a , Inchiesta su Orgosolo, in N u o v i A rg o m e n ti , settem bre-ottobre 19 5 4 , pp. 2 0 9 - 11. P asq u ale T an ted d u era nato ad O rgo so lo nel 19 2 6 . F in dal 19 4 9 fu u n fu o rileg ge . V en n e condannato in contum acia nel 19 5 3 dalla C o rte di assise di C a g lia ri per i m assacri d i V illag ra n d e e sa v e ru la , im putato d e llom icid io d i sci ca ra b in ie ri, ten tato o m icid io di a ltri n o ve ca ra b in ie ri, due rapin e, associazione a d elin q u ere, ecc. V en n e a sso lto, sem pre in con tu m acia, d a ll accusa di o m icid io in persona di N ico l , G io v a n n i e A n to n io T ara s, riten u ti co n fid en ti d e lla p o lizia. L a taglia pagaia nel 19 5 4 per la sua cattura fu di cin q u e m ilio n i. I l do ttor C a g n etta, che ha com piu to u n approfo n d ita in ch iesta sociolo gica su l p osto, d escrive T an teddu com e u n b an d ito m olto p o po lare a O rgo so lo , p oich opin io n e gen erale che e g li, a differenza p e r esem p io di Sa lva to re G iu lia n o , non ha m ai co m m esso d elitti con tro i " p o v e r i e n on ha m ai vo lu to d ive n tare servo dei "p a d r o n i" .

Fonte,

Caro Cagnetta, informatomi del tuo soggiorno ad Orgosolo per denunciare alla opinione pubblica tramite la stampa la nostra tragica si tuazione, non essendo possibile farmi intervistare personal mente da te, per evitare qualche spiata o simili grattacapi, mi faccio scrivere da altri, non sapendo purtroppo neppure fir mare, e ti indirizzo la presente lettera, al fine di chiarire tutte le menzogne che ripetutamente vengono inserite nelle colonne di giornali, che non ho visto un giornalista, buffoni! e che cir colano nella bocca di tanti sfaccendati, che cianciano appro fittando della mia triste condizione di fuorilegge analfabeta. Anzitutto voglio che tu dia bella forma letteraria e corretta ai fatti che mi appresso di sottolineare.

DOCUM ENTI E T EST IM O N IA N Z E

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Voglio partire dalle prime persecuzioni. La prima volta venni accusato di rissa, avevo sedici anni ed ero servo pasto re. Mentre eravamo nellovile un compagno non so per quale pretesa abusando delle forze mi trascin alle gambe in mezzo la stanza: essendomi trovato col coltello in mano al fine di impaurirlo e lasciarmi andare, mossi la mano e, come s spo stato, la punta del coltello gli buc la schiena. Venni arrestato, ed assolto dopo sei mesi di carcere dal Tribunale dei minoren ni di Cagliari. Nel 1945 fui accusato di un furto di cavalli da un altro ra gazzo che dopo le torture subite dai carabinieri fu costretto a fare il mio nome e di un altro compagno. Nel 1947 mentre nella Corte di Nuoro assistevo un dibat timento mi vidi preso aHimprovviso a spintoni da un carabi niere, col supposito che facevo bordello. Cercai di insistere, dicendo che ero abbastanza calmo, vistomi insistere il carabi niere si avvent addosso. Fui acciuffato allora da un nugolo di poliziotti che mi tradussero alle carceri. Accusato di reato di oltraggio e violenza, dopo quattro mesi di carcere, fui con dannato a quattordici mesi di reclusione. Espiata la pena lavoravo in casa con un branco di pecore di nostra propriet e curavo linaffiatura di qualche orto col mio fratello pi grande Pietro. Lui aveva fatto il partigiano, aveva capita la vera situazione dello sfruttamento e oppressione dei ricchi contro a noi, poveri. Ed il fatto di esser tali fece andare in bestia i proprietari, come le spie, del paese. E nel 1949 sia mo stati ricercati solo per questo io e mio fratello al confino di polizia. Abbiamo cercato di sfuggire perch sapevamo di es sere innocenti. Ma vistici uccel di bosco i mariscialli, spalleg giati dai ricchi, cercarono di imputarci ogni reato che allora succedeva. Il pi fedele beneamino fu il maresciallo Loddo, che ad Orgosolo per due o tre anni ebbe pieni poteri di fare il santo Inquisitore, confinando tutti quelli che manife stavano di sottrarsi al suo giogo e minacciando il confino ai pregiudicati senza carattere e pagandoli per collaborare con loro. Fecero tante montature criminali fino a giungere alla fa mosa strage di sa verula dove perdettero la vita tutti quei poveri carabinieri che forse ignoravano i folli piani dei mariscialli Loddo, Ricciu e Serra, i capi Inquisitori del Nuorese. E come per ogni altra strage vennero accusati i fratelli Tan teddu. Ed anche se tutti gli altri capi di accusa attribuitimi dal Loddo in numero di una diecina mi furono liberati dai giudizii, per questultima, in base ad un accusatore il pi in fame che la storia della Sardegna ricordi, il famigerato Mereu

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APPEN DICE

Sebastiano, degno servo dei Mariscialli assetati dingiustizia e disordine, ini colpito all'ergastolo per ricevere il premio del la benemerita dal sicario siciliano Mario Sceiba (come lo ha dato a Luca dopo che hanno ucciso a tradimento il loro ca ro amico e massacratore di lavoratori. Salvatore Giuliano). Questo infame confidente, che riusc di incriminare tanti one sti cittadini, disse di avermi riconosciuto di una foto che ave vo fatto in gruppo quando ero ragazzo, e in una occasione che ero inalato di febbre perniciosa deperito al punto che nessun orgosolese riusciva a conoscermi. Mi meraviglio come i Giu dici abbiano voluto dare credito a un elemento cosi sfondato, e spero che si possa lare giustizia nellAppello. Sia per sa verula che per Villagrande perch sono inno cente e non voglio scontare colpe infamemente attribuitemi. Ed proprio dall'agire sporco del metodo vile e criminoso dei carabinieri che il paese vive in un conflitto muto e terro ristico. E per ogni delitto cercano di fare il mio nome. Infatti la cosidetta polizia, che non sta facendo altro che sporchizia, cerca di braccarmi con tutti i mezzi. E non po tendo prendere a me se la prende con i miei parenti. Forse credono che dopo avere arrestato mio fratello, un ragazzo in censurato dedito alla custodia del gregge, la mia sorella, che dopo la morte della mia povera Madre rimase sola in casa, e il mio povero Babbo, un uomo vecchio e paralitico, che io pos sa essere indotto a presentarmi. O pure se fossi - e non lo sono - un criminale, vedendo tante ingiustizie diventassi un agnello. La prova che non sono un assassino data dal fatto che se lo fossi, per ci che mi viene fatto dovrei uccidere ogni giorno almeno dieci poliziotti, o sia di quella ridicola marmaglia che Sceiba ha mandato nelle nostre campagne, che chiedono bo nifica, tecnica, trattore e non poliziotti, mitrie e spie. Che se non sar proprio destinato a morire non mi prenderanno mai neanche se ne mettono diecimila. Abborrisco la vita del latitante, ma per galera preferisco cento volte la morte. Soffro molto alla testa se mi chiudono, e allora certo morirei. L unico mio desiderio di vedere abolito il confino, le ta glie, la disoccupazione, lo sfruttamento dei lavoratori e vede re cosi il nostro martoriato paese in via di pace serena e di ci vile progresso. Pasquale Tanteddu

DOCUM ENTI E T EST IM O N IA N ZE

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2 .

Il brigante Vardarclli aiuta i poveri.


F o n te .
A. L u c a re lli,

11

b rigan taggio p o litic o d e l M ezzogiorn o.

a) D e M atteis, giudice del T rib u n a le di A n d ria , rife risce al pro cu ra tore generale di T ra n i, n fe b b ra io 1 8 1 7 .

Nel partirsene Don Gaetano Vardarelli a cavallo chiam il Massaro e ordin che allistante si fosse distribuito per ogni operaio di quella Masseria un perrozzo di pane di un rotolo e mezzo, e questa distribuzione che ascendeva al numero di cento, non essendosi potuto fare momentaneamente per tut ti, perch manc il pane, Don Gaetano impose al Massaro che avesse adempiuto il giorno appresso al resto della distribu zione: altrimenti al suo ritorno, uno di questi operai che non avesse avuto il pane, lo avrebbe massacrato egualmente che fece a due Massari di altre masserie.
b) G a etan o V a rd a re lli scrive al sindaco di A te lla :

Io, Gaetano Vardarelli, vi ordino e vi comando di chia marvi tutti i proprietari della Comune di Atella e fargli sen tire che facessero spicolare tutt'i poveri, altrimenti saranno da me abbrugiati, e dico come dico. Gaetano Vardarelli, Comandante della Fulminante a cavallo
c) G aetan o V ard a relli scrive al sindaco di F o ggia:

Signor Sindaco, vi compiacerete partecipare a tutti code sti proprietari in mio nome che non facessero mangiare la spi ca delle di loro masserie agli animali neri, ma bens a farla spi colare a poveri, e se loro sono sordi a questo mio ordine, io gli brucier tutti i loro averi. Tanto eseguirete, e con stima vi saluto, e vi dico che se io avr qualche ricorso, che voi non farete eseguire i miei ordini, voi sarete responsabile. Li 30 giugno 18 17 . Io, Vardarelli

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APPEN DICE

Interrogatorio di un brigante borbonico.


Ponte, m a f f e i , Brigand L ife m Italy, London 1 8 6 5 , vol. I I , pp. 1 7 3 1 7 6 [trad, dal l originale in inglese], g iu d ic e Con questa convinzione, perch tu e i tuoi com pagni non vi siete arresi? Non sapevate che l odio dell'intera popolazione metteva in continuo pericolo la vostra vita? Tu sai che il paese di Sturno, terrorizzato da voci tendenziose sul numero dei briganti che laccerchiavano, non fece a tempo a liberarsi dei due ruffiani che vi erano penetrati che si mise di nuovo sotto la protezione dell'esercito di Vittorio Emanuele e benedisse il suo nome e l unit d Italia. b rig a n te Noi combattevamo per la fede. g iu d ic e Cosa intendi per fede? b rig a n te La santa fede della nostra religione. g iu d ic e Ma tu certamente sai che la nostra religione con danna i ladrocini, lincendio di case, gli assassinii, le crudelt e tutti i misfatti empii e barbari, di cui ogni giorno si macchia il brigantaggio e di cui tu stesso ed i tuoi compagni vi siete re si responsabili. b rig an te Noi combattevamo per la fede e ci aveva bene detto il Papa e se io non avessi perduto una carta che veniva da Roma voi vi sareste convinto che noi combattevamo per la fede. g iu d ic e Di che genere di carta si trattava? b rig a n te Era una carta stampata, quella che veniva da Roma. g iu d ic e Ma qual era il contenuto di quella carta? b rig an te Diceva che i veri briganti sono i piemontesi, che hanno portato via il regno a Francesco II, che loro sono scomunicati e noi siamo benedetti dal Papa. g iu d ic e In nome di chi era scritta quella carta e che fir me cerano? b rig an te La carta era un ordine di Francesco II, ed era firmata da un generale che aveva anche un altro titolo che non ricordo, come non ricordo il nome. C era attaccato un na stro, con un sigillo. g iu d ic e Di che colore erano il nastro e il sigillo, e che cosa era impresso sul sigillo? b rig a n te II nastro era bianco, come il lino, e il sigillo era bianco e portava impresso Francesco II, si parlava di Roma...

DOCUMENTI E TEST IM O N IA N ZE

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g iu d ic e Non possibile ammettere o supporre che il Pa pa possa benedire tali nefandezze o che Francesco II possa umiliare la propria dignit di re ordinando uccisioni, estor sioni e incendi, anche se, con tali sistemi disonorevoli, possa sperare di recuperare la corona; quello che hai detto deve es sere falso. b rig a n te Avete portato i bersaglieri e sto per essere fu cilato, ebbene poich so che sto per morire, vi dico che quella carta lavevo e che cera scritto proprio tutto quello che vi ho detto e se avete arrestato con me anche qualcun altro dei miei compagni, vi convincerete allora che non ho mentito. g iu d ic e Non mi meraviglio che tu tenga legato sul petto con una stringa un pezzo della corona di Francesco II, come una medaglia, perch tu, quando uccidi ed esigi taglie e de predi, credi di combattere per lui. Ma incredibile che tu, nel perpetrare queste nefandezze, possa volere a testimone e, ose rei dire, se non fosse una bestemmia, a complice dei tuoi de litti la Vergine benedetta, portando sul tuo petto queUimmagine insudiciata della Madonna del Carmine. Basta questo per convincermi che la tua religione pi empia e malvagia di quella dei diavoli, se i diavoli hanno una religione. Questa la beffa pi infernale che si possa fare a Dio! b rig an te I o e i miei compagni abbiamo la Vergine come nostra protettrice e se io non avessi perduto il documento con la benedizione, certamente non sarei stato tradito. Informato che lora della esecuzione era prossima, rispose: Confermer tutto quello che ho detto al confessore, che spe ro mi sar concesso.

4-

Donato Maniuzo smaschera un falso apostolo.


r .l e n a c a s s i n , San Nicandro, H isloire d une conversion, P a ris 19 5 7 , pp. 28-30. D on ato M an duzio fu il fon datore cd il capo di una piccola com u nit di co n vcrtiti a llebraism o a San N ica n d ro , in p ro v in cia d i F o gg ia , P u g lie. L a co m u nit fu fon data in torn o al 19 3 0 e da a llo ra la m aggior parte dei suoi m em bri em igrata in Israele. 11 g io vane che si recato da M an duzio (p resu m ib ilm en te sotto l influsso di letteratu ra d istrib u ita da m ission ari pro testan ti) con vin to di essere il cavallo bian co d e ll A p o ca lisse ( E io v id i e o sservai un cavallo b ian co: e co lui che gli stava in groppa aveva un arco: e sul capo gli stava una corona: e procedeva co n q u istan d o e and an do a co n q u ista r e , R iv elaz io n e 6 .2). S i pensa che egli stia ch ieden do a M an duzio, n o v e llo C risto , di entrare in R o m a, che G eru salem m e. I l p arallelo con re P ip in o tratto dai R eali d i Francia, una raccolta di raccon ti ca va l leresch i m olto p o p o lari n e ll Ita lia m erid ion ale e ch e, sia detto per

Fonte,

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APPEN DICE

inciso, era la principale lettura profana di D avide Lazzaretti. L episo dio illustra il fermento apocalittico, intenso ma appena incipiente, in una societ contadina a struttura feudale.

Una sera, era gioved', venne da lui un giovane e gli chiese se quella era la casa di Israele, Dichiar di essere un inviato del Signore, venuto ad annunziare il prossimo avvento del Regno dei cieli, ed aggiunse Io sono il Cavallo Bianco. Manduzio era sospettoso e guardingo ma il giovane continu a parlare della Bibbia e del popolo eletto finch a Manduzio non rimase che invitarlo a cenare e a dormire, come avrebbe fatto il patriarca Abramo in una situazione del genere. Il gior no dopo il giovane dichiar che Donato era un Dottore della legge e che essi dovevano scrivere al Rabbino di Roma di mandarlo a chiamare a Roma. I sospetti di Donato aumenta rono e per mettere alla prova il giovane lo invit a scrivere lui stesso a Roma... Il giovane scrisse la lettera. Quella sera gi co minci a manifestarsi la sua malizia. Manduzio gli chiese allimprovviso chi il vero Figlio di Dio? e il giovane - in ossequio al motto colui che ha fiele nello stomaco non pu vomitare zucchero - rispose senza esitare Ges Cristo. Donato allora rispose che, secondo Isaia 56.4-5, tutti coloro che osservano il Sabato e la legge sono figli del Signore. Dopo questo incidente, che ebbe luogo venerd sera, Donato preg Dio di manifestargli con una visione la verit sullo sconosciu to; e quella notte egli vide un albero e su di esso una ragazza con una roncola. Gli mostr un ramo secco e gli disse di ta gliarlo perch era marcio. Donato cominci a tagliare il ramo e la visione spari. Donato riflett: la visione era chiara: biso gnava mandare via il giovane. La mattina del sabato, come d'uso, il piccolo gruppo di Fratelli e Sorelle si radun nella casa di Manduzio: una lam pada ad olio illuminava la cerimonia. Arriv il giovane, e, vi sta splendere la lampada, grid: non c pi bisogno di lam pade perch arrivato il Messia. Manduzio gli rispose che mentiva ma che, se fosse stato un uomo buono, Dio lo avreb be perdonato. Il giovane replic che il cattivo era lui, Mandu zio, che gli negava fiducia. A questo punto intervennero i Fra telli e le Sorelle per chiedere a Donato di lasciare in pace il giovane, che credesse o facesse quel che voleva. Manduzio an not nel diario come in quel momento avesse capito che i fi gli di Israele erano capaci di uccidere il vero profeta per se guire il cattivo pastore che aveva trasgredito la Legge (iR e 19 .14). Ma limmagine che gli si affacci spontaneamente al la mente fu quella del Re Pipino, quando, accortosi del tradi

DOCUM ENTI E T EST IM O N IA N Z E

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mento di Elisabetta, che aveva preso nel letto il posto di Ber ta, voleva gettare nel fuoco la traditrice e le due figliolette che aveva avuto da lei, ma quelli che gli stavano intorno glie lo impedirono.

5-

La societ giusta.
Fonte. Ad o l f o r o s s i , L agitazione in Sicilia, M ilano 1 8 9 4 , pp. 69 sgg. Parla una contadina di Piana dei Greci (in provincia di Palermo),
intervistata da un giornalista settentrionale durante la rivolta conta dina del 1 8 9 3 .

- Vogliamo che come lavoriamo noi, lavorino tutti. Che non vi siano pi n ricchi n poveri. Che tutti abbiano del pa ne per s e per i figli. Dobbiamo essere uguali. Io ho cinque bambini e una sola cameretta, dove siamo costretti a mangia re, a dormire e a far tutto, mentre tanti signori hanno dieci o dodici camere, dei palazzi interi. - E cosi vorreste dividere le terre e le case? - No, basta metterle in comune e distribuire con giustizia quello che rendono. - E non temete che, anche se si arrivasse a questo colletti vismo, non venga fuori qualche imbroglione, qualche capo in gannatore? - No, perch ci deve essere la fratellanza e se qualcheduno mancasse ci sarebbe il castigo. - In quali relazioni siete coi vostri preti? - Ges era un vero socialista e voleva appunto quello che chiedono i Fasci, ma i preti non lo rappresentano bene, spe cialmente quando fanno gli usurai. Alla fondazione del Fascio i nostri preti erano contrari e al confessionale ci dicevano che i socialisti sono scomunicati, Ma noi abbiamo risposto che sba gliavano e in giugno, per protestare contro la guerra che essi facevano al Fascio, nessuno di noi and alla processione del Corpus Domini. Era la prima volta che succedeva un fatto simile. - Le autorit e i signori accusano alcuni Fasci di accogliere nel loro seno anche pregiudicati per reati commessi. Ne avete iscritti voi? - Si. Ma non sono che tre o quattro su qualche migliaio di soci. E noi li abbiamo accettati per migliorarli, perch se han no rubato qualche po di grano lo hanno fatto unicamente per

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APPEN DICE

che spinti dalla miseria. Il nostro presidente ci ha detto che lo scopo dei Fasci di dare agli uomini tutte le condizioni per non delinquere. In mezzo a noi i pochi pregiudicati sentono di appartenere'ancora alla famiglia umana, ci sono riconoscen ti di averli accettati come fratelli malgrado le loro colpe e fa ranno di tutto per non commetterne pi. Se fossero cacciati anche dal popolo, commetterebbero altri delitti, La societ dovrebbe anzi ringraziarci se li ammettiamo nei Fasci. Noi siamo per il perdono, come Cristo.

Una comunit contadina incontaminata dalla citt.


F o n te . N e s t o r m a c h n o , L a re v o lu tio n russe en U k ra in e. M a rs 1 9 1 7 A v r il 1 9 1 8 , P a ris 19 2 7 , p p . 297-99. L a com u nit ap parten eva al g ru p p o di q u elle fo n d ate a G u lja j-P o le , rocca forte di N esto r M achn o, n el l U crain a m erid io n ale, fra il D n ep r e il D o n , a nord del m ar d A z o v . M ach n o (d alle cu i m em orie tratto qu esto brano) era un anarchico d i estrazion e paesana, che possedeva n o te vo li d o ti di capo m ilita re e le cui fo rm azion i con tadin e, in d ip e n d e n ti sia dai b o lsce vich i che dai b ian ch i (m a a llea ti ai p rim i, con tro i secon di) eb b ero un ru o lo d e cisi v o n ella guerra c iv ile in U crain a. L u i stesso ci d escrive , con n o te v o le p recision e, le caratteristich e d e llanarchism o con tadin o. L e sue in teres santi m em orie, salvo ch e per il prim o v o lu m e, sono d is p o n ib ili solo in lin gu a russa. P u rtro p p o la storia d e l M ac h n o vstin a stata scritta esclusivam en te da a p o lo g e ti, che l'h a n n o idealizzata e su b lim a ta , o d a d e tra tto ri, che l hanno d en ig rata. L a m ig lio r trattazion e d i qu esto m o v im en to ancora q u ella d i P . A r sin o v , in ru sso , tedesco, fran cese e italian o ( p . a r s i n o v . S to ria d e l m o v im en to m a ch n ovista 1 9 1 8 - 1 9 2 1 , N ap o li 19.54. p u b b licata per la prim a v o lta n el 19 2 2 ). I p o m es c ik i sono g li aristocratici e la ricca b orghesia terriera. I ku la k i sono i co n ta d in i in d ip e n d e n ti ricch i. Sc h o d y (trad o tto con assem b lee d i v illa g g io ) sono le perio d ich e riu n io n i d e lla co m u nit d e l v il lag g io al com pleto.

In ognuna di queste comunit c era qualche contadino anarchico ma la maggioranza dei membri non lo era. Nondi meno, nella vita della comunit, il comportamento di costoro era improntato a quel solidarismo anarchico di cui sono capa ci, nella vita comune, soltanto quei duri lavoratori, la cui na turale semplicit non sia stata ancora corrotta dal veleno poli tico delle citt. Infatti le citt emanano un tanfo di menzo gna e di tradimento, che riesce a contaminare perfino molti di coloro che si considerano anarchici. Ogni comunit comprendeva dieci famiglie di contadini ed operai, per un totale di cento, duecento o trecento membri. Per disposizione del Congresso regionale delle comuni agri cole ogni comunit riceveva unidonea estensione di terra,

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quanta cio potessero coltivarne i suoi membri, nelle imme diate vicinanze della comunit, ricavata dalla propriet gi ap partenente ai pomesciki, donde venivano tratti anche bestia me ed attrezzi agricoli. Cosi i liberi lavoratori si mettevano allopera, al canto di inni di libert e di gioia, che rispecchiavano lo spirito della Rivoluzione e quello dei lavoratori che erano morti per essa 0 che avevano combattuto lunghi anni per il grande ideale della giustizia, che deve trionfare sulliniquit e diventare la fiaccola dellumanit. Essi seminavano ed accudivano ai loro orti, pieni di fiducia in se stessi e ben fermi nel proposito di non permettere mai agli antichi proprietari di riprendersi quella terra che i contadini avevano appena strappato dalle mani di chi non l'aveva mai lavorata... Gli abitanti dei borghi e dei villaggi circostanti non ave vano ancora conquistato una piena coscienza politica e non si erano ancora liberati dal servaggio dei kulaki. Perci erano gelosi dei comunardi e, pi di una volta, esternarono il pro posito di riprendersi tutto quello - bestiame ed attrezzi - che 1 comunardi avevano tolto ai pomesiiki per dividerselo tra loro. I liberi comunardi possono sempre ricomprarlo da noi in seguito, dicevano... Tuttavia questa opinione era giudi cata con severit nelle assemblee generali di villaggio dalla maggioranza assoluta dei lavoratori, che vedevano nelle comu nit agrarie il germe fecondo di una vita sociale nuova, la qua le, quando la Rivoluzione avesse attinto il vertice della pro pria marcia trionfale, avrebbe continuato a svilupparsi e ad accrescersi, incoraggiando lorganizzazione di una societ ana loga nellintero paese o almeno nei villaggi e nei borghi della regione.

7-

I contadini diffidano del governo.


F o n te , m a c h n o , h a re v o lu tio n ru sse en U k ra in e c i t . , p p . 166 -67. P e r qu an to G u lja j-P o le non fosse poi cosi isolata, le n otizie della R iv o lu zione d ottob re non vi giun sero che alla fine di novem bre o a gli in izi d i dicem bre. L a sfiducia nei g o vern i, di cui cenno in qu esto brano, non im ped ai con tadin i di accogliere con fa \ fc le n otizie d ella R iv o lu zion e, specialm en te n elle regio n i di Z a p o ro z e e d e lla costa del m ar d A z o v , p o ich v ed evan o n ella R iv o lu z io n e l a v a llo ed il co n so lid a m ento d e ile loro con qu iste di terra d e llagosto 1 9 1 7 [ib id ., p. 16 5 ). L a p rin cip a le form azion e riv o lu zio n a ria a G u lja j-P o le era co stitu ita da g li anarch ici (onde era p re v ed ib ile l assoluta sfiducia dei b o lsce v ich i); per in d u b ita b ile che sen tim en ti del genere di q u elli riflessi nel b ra

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A PPEN D ICE

no seguente debban o essere st.iti largam ente co n d ivisi dai co n tadin i non po liticizzati, nel cui anim o secoli di o ppressione avevano alim e n tato u n o stilit passiva e rassegnata verso tutte le au to rit estranee a l la com u nit del villa g g io .

La massa dei duri lavoratoli ucraini, e specialmente dei contadini dei villaggi di condizione servile, nel nuovo gover no socialista-rivoluzionario (del novembre 19 17 ) non videro granch di meglio di qualsiasi altro governo del genere di quelli la cui esistenza si era manifestata loro solo al momento in cui depredava i contadini con le tasse, reclutava soldati o si inseriva con qualche altra azione violenta nella dura vita di quelli che lavorano. Era frequente afferrare i discorsi con cui i contadini esprimevano la propria vera opinione sui regimi prerivoluzionari e rivoluzionari. Sembravano scherzosi ma in realt erano estremamente seri e sempre pieni di sofferenza e di odio. Dopo che ci siamo sbarazzati del pazzo (durak) Nikol'ka Romano, - dicevano, - un altro pazzo ha cercato di prenderne il posto, Kerenskij, ma anche lui ha dovuto andar sene. Chi far adesso il pazzo a nostre spese? Il signor Le nin? Erano queste le loro domande. Ed altri dicevano: Noi non possiamo fare a meno di qualche "pazzo (e con la paro la durak intendevano sempre il governo). Le citt non hanno altro scopo che questo. lidea ed il sistema delle citt che cattivo. Esse favoriscono l esistenza del durak, il governo. Cosi dicevano i contadini.

8.
Il volere dello Zar. 1. Poltava 1902.
Fonie.
Isto ricesk ij V e s tn ik , ap rile 13 0 8 , rip ro d o tto in M oujik, P aris 19 2 3 .

Resoconto dei disordini agrari nel gubernija d i Pollava, in R . l a b r y , Autour du

L intero nostro villaggio prese parte al saccheggio della propriet Cernigov. Fu compiuto con tale rapidit che a mez zogiorno era tutto finito. I contadini fecero ritorno a casa can tando, pieni di gioia. Eravamo a tavola. Avevamo appena mandato gi la prima cucchiaiata di minestra che (io ricevetti un) biglietto... ci informava che alle tre anche noi avremmo subito il saccheggio... Non era ancora scoccata l ora fatale che si present il fattore ad annunziare che i contadini stavano per arrivare... - Perch siete venuti? - chiesi loro.

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- Per avere il grano, per chiederti di darci il tuo grano, risposero insieme molte voci. - Cio, siete venuti a saccheggiare? - A saccheggiare, se lo preferisci, - rispose dalla folla un ragazzo che fino allora era rimasto in silenzio. Non potetti trattenermi dal ricordare loro come li avessi trattati per tanto tempo. - Ma che possiamo farci? - risposero diverse voci. - Non lo stiamo facendo per noi, ma in nome dello Zar. - Questo l ordine dello Zar, - disse una voce tra la folla. - Quest'ordine dello Zar l'ha diffuso in tutti i distretti un generale, - disse un altro. Infatti allinizio dellagitazione si era diffusa nella popola zione la voce che era arrivato da Pietroburgo un generale, un emissario dello Zar, con la missione di bandire al popolo un proclama scritto a caratteri d oro... Si diceva che falsi ser genti di polizia circolassero per i villaggi, distribuendo al po polo cosiddetti decreti. 1 contadini sono inclini a credere tutto ci che giovi al loro interesse. Cosi accettavano le dice rie sul preteso generale. Nessuno dei miei vicini lo ha visto: ma l ha visto un tale o un altro tale ed bastato questo perch tutti credessero nella reale esistenza di questi impostori e del la loro missione. - Comunque, barin, - dicevano i vicini, - se non darai nul la ai tuoi contadini, verranno a prenderselo gli estranei. Se invese si sapr che sei stato saccheggiato, non verranno. Noi non vogliamo farti del male. Ma gli altri, chi lo sa cosa po trebbero farti? 2. Cernigov 1905.
Fonte. I disordini agrari nel gubernja d i Cernigov nel 1905, in Istoriceskij V estn ik, lu glio 1 9 13 , riprodotto in l a b r y , A utour du M oujik cit.

Durante la fase pi violenta della rivolta ed anche dopo la fine del movimento, l'atteggiamento dei contadini nei con fronti delle autorit rimase assolutamente corretto. I funzio nari non avevano timore a mostrarsi nelle campagne, specialmente giudici istruttori e sostituti procuratori, obbligati a spostarsi attraverso l intera provincia per motivi del loro uf ficio. Quanto poi ai membri della polizia, costoro, salvo rare eccezioni, non si fecero mai vedere nei villaggi durante i sac cheggi. I buoni rapporti tra contadini e magistrati sono con fermati con estrema evidenza dagli avvenimenti del villaggio

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di Recki, nel distretto di Gorodnja, dove si verificarono con temporaneamente il saccheggio della fattoria di propriet Enko e un pogrom contro gli ebrei. Durante il saccheggio della fattoria, i rivoltosi si avvicinarono alla abitazione del magi strato inquirente del luogo, che alloggiava in una delle case di Enko, ma la risparmiarono. Si udirono voci tra la folla: Il giudice uno dei nostri, lavora per una crosta di pane. L a bitazione non venne toccata... Una grandissima parte di quelli che prendevano parte alle sommosse si rifiutavano di considerare criminali, anche in mi nima parte, le proprie azioni, poich, secondo il loro punto di vista, non facevano che rivendicare i diritti loro concessi. Cre devano perfino di contribuire, con le sommosse, al trasferi mento delle terre dalle mani dei proprietari alle proprie, rea lizzando cosi i diritti che erano stati loro riconosciuti. Solo co si si pu spiegare perch, nel saccheggio delle propriet, essi distruggessero, con furia particolare, aranceti e giardini - che per loro non presentavano utilit di sorta - e quadri e mobi lio delle abitazioni, in una parola tutto ci che essi considera vano non necessario per la vita ma segno di agio e di lusso. Risparmiavano invece il bestiame ed avevano cura di non di struggere le scorte di grano. Molti contadini erano convinti di essere autorizzati ad ap propriarsi dei beni della nobilt e degli ebrei da proclami im periali. Che questa fosse la loro convinzione dimostrato con particolare evidenza da quanto accadde nel villaggio di Kussiey, nel distretto di Gorodnja... Il 26 e 27 ottobre alcuni con tadini fecero ritorno a Kussiey dal villaggio di Dobrjanka, tra sportando il bottino ricavato da un pogrom contro gli ebrei. Tutti furono allora convinti che una legge nuova permettesse a chiunque di prendersi quel che voleva dove voleva. L esi stenza di questa nuova legge fu enunziata con certezza e con fermata da due contadini di ritorno dal lavoro dai paraggi di Cernigov, Vasilij Sinenko e Kiril Evtusenko. Costoro affer marono che i pogrom contro nobilt ed ebrei si erano verifi cati nel gubernija di Kiev e in altre province proprio in base a quella legge... L atteggiamento tenuto dai saccheggiatori nei confronti degli ordini delle autorit illustrato dal caso che segue, emerso dallistruttoria giudiziaria e confermato nel processo. Subito dopo il pogrom di Repki la polizia arrest e tradusse alle carceri di Cernigov settanta contadini colpevoli di avervi preso parte. Al trasporto dei prigionieri da Repki a Cernigov, su una distanza di trentatre verste, furono comandate soltan

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to due guardie campestri disarmate, per giunta contadini del lo stesso villaggio, molto probabilmente immischiati nella fac cenda. Quando il convoglio si ferm per la notte a met stra da, a Rojcenskij, tre prigionieri dissero alle guardie che ave vano ancora delle faccende da sistemare a casa, fecero ritorno a Repki la stessa notte, appiccarono il fuoco alla casa del con tadino Fdor Redkij, che si era opposto al pogrom ed aveva informato le autorit; poi, per non rimanere indietro, prese ro un carretto e raggiunsero i compagni. In carcere riferirono l accaduto.

Colloquio con Giovanni Lopez, calzolaio.


F o n ie .
R egistrazio n e di E . J. H obsbaw m nel settem bre

19 5 5 a San

Giovanni in Fiore, Calabria, nella bottega del Lopez.

Giovanni Lopez, calzolaio, di San Giovanni in Fiore, di circa 50 anni. Sono nato nel 1908, nella mia vita ho fatto una cinquanti na di mestieri: guardiano di capre, sbrigafaccende, sacresta no, servitore, calzolaio, non posso neppure contarli tutti. Mio padre mori quando avevo sette od otto mesi e noi eravamo molto poveri, veramente molto poveri. Diventai guardiano di capre intorno ai sei anni, e mi convinsi che i ragazzi sono gli schiavi ed i servi di tutti. Poi mi presero i preti, diventai sa crestano e fimasi con loro per anni. Poi ne ebbi abbastanza dei preti e li lasciai. Mi dissero: meglio che tu impari un mestiere. Cosi trovai un bravuomo, che mi prese con s, mi insegn il mestiere di calzolaio e mi dette un salario decente. Penso che avevo ragione. Il Signore ha detto: mangerai il pane con il sudore della fronte, e non con le mani pulite co me i preti, ecco perch meglio fare il ciabattino; per so an cora un po di latino e posso quindi discutere coi preti. Ho fatto il servizio militare, ma dopo sono sempre rimasto qua, a San Giovanni. Ero figlio unico, ora sono sposato con due figli; il maschio falegname ed ha una bella bottega, per fino col motore elettrico, la femmina si sposer a Natale. A l lora rester solo con mia moglie. Mio padre e mia madre era no socialisti tutti e due. Dovete capire, a quei tempi non cera il partito comunista. Conservo ancora le loro tessere ed i loro ritratti a casa, dove li ho tenuti nascosti durante il fascismo. Naturalmente io sono comunista. Il Signore disse: cacciate dal tempio i profittatori. Mi piace quello che 1 preti dicono

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ma non quello clic fanno. Se tu mi dicessi che questa suola di cuoio e io scoprissi invece che di cartone, direi che sei un bugiardo. La Bibbia va d accordo con il comuniSmo. Conosci la parabola della vigna. Il Signore disse: dar a lui quanto ho dato a te. Questa la prova che dovrebbe esserci ugua glianza. Se piove, dico che dovrebbe piovere per tutti. Ma se piove per me, operaio o calzolaio, e non per te, benestante o autorit, allora mi ribello. Guarda che non mi sto lamentan do, Sono un buon calzolaio, lavoro per i carabinieri di qui e per i cantonieri. Il governo mi lascia lavorare perch sono un buon calzolaio e non perch sono comunista. Il nostro paese, San Giovanni, un bel paese, bene attrez zato. Abbiamo quattro mulini, venti o venticinque anni fa ci hanno dato l'elettricit e lo scorso giugno abbiamo avuto an che il telefono. C e un gran movimento e brava gente, il sin daco un bravuomo, un capomastro. Eravamo schiavi e ora siamo liberi. Guarda tutti quei ritratti che ho al muro: Stalin, Togliatti. Li ho ritagliati dai giornali. Sotto il fascismo non avremmo potuto avere questo. La libert una gran cosa. Io vado d'accordo con la gente, anche con quelli che erano fasci sti e che ora stanno rispuntando fuori. Non porto loro ranco re, perch noi comunisti vogliamo soltanto il benessere e la felicit di tutti gli uomini. Vogliamo la pace, perch la guerra non porta mai nulla di buono. La ragione per cui discuto con i preti che loro dicono si pace, ma con la spada, e io non so no daccordo. Io sono per la pace con tutti, ma non con i la dri e gli imbroglioni. Tagliate loro le mani, dico. 10. Due sermoni per gli scioperanti di Loray, nella Carolina del Nord, 1 9 2 9 .
Io n ie
p o i !', D allo C h arlotte O b se rv e r e

dal

B a l t i m o r e S u n , citati

da

M itlk iw d s and P reach ers c it .

i. Non ho mai implorato aiuto. Non ho mai chiesto aiu to a nessuno. Sarei quasi morto di fame se qualcuno non mi avesse aiutato, ma nessuno di Lorav mi ha aiutato; laiuto venuto da qualcuno di fuori. Ci furono acclamazioni... Ma, - disse, - non dovete pen sare che questa lotta per ottenere qualcosa da mettervi addos so e da mangiare vi porter in cielo, perch cosi non sar. Voi dovete essere solo dei buoni soldati per il Signore, come Io siete mentre lottate e faticate per vivere. Si, alcuni di voi si

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sentono bruciare, ma non dimenticate che c' un posto che brucia ancora pi di questo che vi attende e che conduce al l'interno . Il predicatore ordin che alzassero la mano quelli che era no stati salvati dal sangue di Cristo; soltanto una diecina al zarono le mani. Egli raccont delle sue esperienze, varie e nu merose, e ricord di aver visto tre compagni uccisi sul colpo. Dopo essersi riferito ai testi sacri, osserv molto sottilmen te: Non vorrei trovarmi nei panni di certuni della contea di Gaston, che conosco, i quali derubano Iddio. Questo provo c grandi applausi. 2. Gli scioperanti, rifugiatisi sulla montagna, oggi sono tornati. II. J. C r a b t r e e , ministro della Chiesa di Dio, inginoc chiato su di un vecchio bancone, salvato dalla distruzione del quartier generale degli scioperanti, ha invocato l'aiuto di Dio sullo sciopero. iMentre il vecchio pregava, un gruppo di scio peranti stava a testa china e, come egli si avvicinato, una dozzina di essi si associato all'amen... Poi il fratello Crab tree si messe.) a predicare. Liberami, o Signore, dalluomo perverso; tienimi lontano dall'uomo violento. Chiamo Dio a testimoniare chi stato violento in questo sciopero, - ha detto il predicatore. - Ma dobbiamo sopportare. Paul e Silas hanno dovuto tarlo, e ora essi cantano intorno al grande tro no bianco. Tra pochi giorni anche voi andrete cantando per le strade di Lorav con un buon salario. I poveri sono vicini al Signore. Ges Cristo stesso nacque a Betlemme in una vec chia capanna. Fu percosso, trafitte' con le lance ed alla (ine in chiodato ad una croce. E per che cosa.' Per il peccato. il pec cato la causa di questi disordini. Il peccato del ricco, di chi c red e di essere ricco... Tutti i ricchi che si trovano in mezzo a questa folla, alzino la mano. Io alzo la mia per primo. Mio padre possiede l'inte ro mondo. Egli possiede ogni collina di questo mondo ed ogni zolla di queste colline.

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11.

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Un unionista del Lincolnshire: Joseph Chapman.


k f x c: r u s s a i . T h e R e v o lt o f the F ie ld in L in e s (Lincoln shire ( uuntv Committee of the National Union of Agricoltura! Wor kers), pp i? 7 , 138 . Il brano tratto da un opuscolo pubblicato da Chapman nel 1899. Si fece metodista prim itivo nel 1836 (a quattor dici anni).

F o n ti'

Sono stato tra i Primitivi del distretto di Alford per oltre trenta anni, Ho lavorato come predicatore per la causa di Cri sto... Quando comparve ad Alford la prima unione sindacale, mintcressai moltissimo ad essa... Non essendo stipendiato, di giorno lavoravo per vivere e di notte andavo a tenere discorsi per l'unione... Nell'anno 1872 nata l'unione sindacale. Io, Joseph Chapman, con Joseph Arch e William Banks di Bo ston abbiamo dato la nostra eloquenza, il nostro cervello, il nostro cuore, la nostra influenza per il progresso dellunione. Noi non crediamo, che signori e dame, preti e mogli di preti debbano essere considerati sacri e i contadini soltanto stracci. Pensiamo che non sia giusto che l ozioso segga a banchetto ed alloperoso rimangano crosta e briciole. Oso affermare che ab biamo fatto di pili noi in Inghilterra per l'emancipazione de gli schiavi bianchi che tutto il clero moderno messo insieme... Credo che non sia lontano il momento in cui Dio mander al la sua Chiesa nuovi apostoli e profeti, che faranno visita ai poveri vecchi e si informeranno come possano vivere con i tre scellini alla settimana che passa loro la parrocchia, spese per carbone e luce a parte, e protesteranno energicamente contro tale crudelt e pregheranno intensamente Dio perch uccida o converta i professori aridi e sterili. Avverto i presagi della grande unione che si verificher quando il principe, il borghe se ed il contadino si uniranno e collaboreranno per il bene co mune. E tutti guidati dallo spirito di Dio. Cosi sar un giorno e sar grande come il mondo intero, il mondo unito.

D O CU M ENTI E T EST IM O N IA N ZE

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12.

I decisi raccomandano un confratello.


Fon ie M em oirs ot the Scerei Societies of the South of Italy, parti cularly the Carbonari, London 1 8 2 1, pp. 130 , 132 .

S.D.S. (La Decisione Salentina [loggia]. Salute) n, 5 Gran Massoni L.D.D.T.G.S.A.S.D.C.I.T.D.U. ecc. (La Decisione [loggia] di Giove tonante spera di muovere guerra ai tiranni delluniverso ecc.), II mortale Gaetano Callieri un Fratello Deciso, n, 5, ap partenente alla Decisione di Giove tonante, estesa sulla faccia della terra, per sua Decisione, ha avuto il piacere di apparte nere alla Decisione Salentina Repubblicana. Invitiamo, per ci, tutte le Societ filantropiche ad offrirgli il loro forte brac cio e ad assisterlo nei momenti di bisogno, essendo egli arri vato alla Decisione di avere libert o morte. Datato il giorno 29 ottobre 18 17 . Firmato . . . . Pietro Gargaro (il Gran Maestro Deciso n. 1) Vito de Serio, Secondo Deciso Gaetano Caffieri, Registratore del Morto
Le lettere L .D .D .T . ecc. e qualche altra iniziale sono scritte col san gue. 1 quattro puntini sopra il nome del Gran Maestro stanno ad in dicare il suo potere di emettere sentenze di morte. Sugli angoli supe riori del foglio figurano due teschi con la scritta Tristezza c M o r te , sugli angoli inferiori due gruppi di ossa incrociate, legate insieme da un nastro, con la scritta T errore e L u tto e due timbri: i fasci e il berretto frigio su una testa di morto fra due scuri; e un fulmine che, partendo da una nuvola, colpisce una corona e una tiara. La log gia agiva a Lecce, in Puglia.

13Alcuni giuramenti segreti.


1. La Corporazione dei cardatori di lana.
F o n te C haracter, O b jec ts and E ffec ts o f T rades U n io n s, L o n d o n

1S 34 , p. 66.

Io, A. B., cardatore di lana, trovandomi alla presenza au gusta del potente Iddio, dichiaro volontariamente che perse

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verer nella lotta per sostenere una fratellanza, denominata Societ di mutuo soccorso fra operai delle manifatture tessili e di altre industrie, e dichiaro solennemente e prometto che non mi opporr mai ai suoi tentativi di difendere i salari, ma l assister lino al limite delle mie possibilit, in tutte le occa sioni giuste e legittime, per ottenere una paga adeguata al no stro lavoro. E chiamo Dio a testimone di questa mia solenne dichiarazione, che cio n speranze, n paure, n ricompense, n punizioni e neppure la stessa morte mi indurranno mai, di rettamente o indirettamente, a dare informazioni su alcunch che riguardi questa loggia, o ogni altra loggia della societ; n lo scriver, n far in modo che si scriva, su carta, legno, sab bia, pietra o qualsiasi altro mezzo che possa farlo sapere, a meno che non ne sia autorizzato dalle autorit dell'associazio ne. E non permetter mai che denaro appartenente allassocia zione venga diviso o preso per qualsiasi altro scopo che non sia l'uso della societ o il sostegno della professione. Perci, Signore, aiutami e mantienimi fedele a questa solenne pro messa; e se mai dovessi rivelare parte di questo solenne giura mento, possa la societ cui appartengo giustamente disprez zarmi finch io viva, e possa ci che ora sta davanti a me tra scinare la mia anima in un perenne abisso di disperazione. Amen. 2. Il giuramento dei carbonari.
T onte. M cvio trs o f the Secret So c ie tie s o f the So u th o f h e y .

1S21,

P-

Io, N. N., prometto e giuro sullo statuto generale dell'Or dine e sopra questa spada, strumento vendicatore dello sper giuro, di mantenere scrupolosamente il segreto della Carbo neria; di non scrivere n disegnare n dipingere nulla che la riguardi, senza prima averne avuta autorizzazione scritta. Giu ro di aiutare i mici Buoni Cugini in caso di bisogno, per quan to possa, e di non fare mai nulla contro l onore delle loro fa miglie. Io acconsento e desidero, se mi dovessi rivelare sper giuro, che il mio corpo venga tagliato a pezzi, poi bruciato e le mie ceneri sparse al vento, affinch il mio nome venga ese crato dai Buoni Cugini in ogni parte della terra. Cosi D i o mi aiuti.

D OCUM ENTI E TEST IM O N IA N ZE

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3. Il rituale del giuramento delle Stagioni in sintesi (1834).


Fonie.
A.
chenu

Les conspirateurs , Paris 18.50, p. 20.

Copreaux, in qualit di padrino, mi bend gli occhi e mi venne letto il seguente formulario: - Sei repubblicano? - Lo sono. - Giuri odio alla monarchia? - Lo giuro. - Se intendi diventare membro della nostra societ segre ta, sappi che devi obbedire a qualsiasi ordine dei tuoi capi. Giura ubbidienza assoluta. - Lo giuro. - Ti proclamo quindi membro della Societ delle stagioni. Arrivederci, cittadino, ci rivedremo presto... - Eccoci qui, - disse Copreaux, - ora tu ci appartieni. An diamo a bere per darti il benvenuto.

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