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Osservatorio Balcani e Caucaso Il libro, che non mi risulta essere stato tradotto in italiano, descrive le avventure e le impressioni del viaggio che lAutore ha compiuto con altri tre compagni, fra i quali anche una donna, su quattro piccole canoe lungo il corso del fiume Drini, dalle sorgenti al mare. La spedizione ha provato molte emozioni nella profonda forra del fiume, incassato tra le montagne tra le quali ha il suo letto, discendendone tutto il percorso da Ohrid fino a Ulcinj e continuando la navigazione nella Drinassa e nella Bojana, alla foce della quale gli sportivi entrarono nellAdriatico, dopo un tragitto di circa 280 chilometri. Il corso del fiume venne interamente percorso navigando sulle canoe, ad eccezione di brevi tratti a causa delle rapide della corrente. LAutore, evidentemente uno sportivo entusiasta ante litteram del rafting e precursore di questo sport oggi diffuso, fa osservare che il miglior modo per visitare lAlbania offerto dallusare canoe pneumatiche pieghevoli. Interessanti alcune osservazioni dellAutore. Il Karohl scrive che in Albania i vari costumi orientali resistono al tempo: in Albania il viaggiatore sicuro, perch viene considerato come ospite e perci si considera soggetto ai sacri diritti dellospitalit. Fa notare, anche, che nei villaggi lungo il corso del Drini vige ancora lora allorientale secondo la quale si considera il giorno da un tramonto allaltro; e perci unora dopo il tramonto luna, mentre lora prima del tramonto segna le 23. Anche per il ragguaglio dei pesi continua tuttora in molte localit luso dei pesi allorientale anzich in chilogrammi. Il copricapo bianco rimasto quello dei tempi omerici, sottolinea Karohl. Karohl fa inoltre presente che se altre usanze importate dallOriente sono ancora abbastanza diffuse tra i musulmani e luso dellora e dei pesi allorientale in via di sparizione allinfuori dei villaggi pi appartati, il copricapo bianco invece diventato molto diffuso. LAutore nota inoltre che, per i cenni di assenso e di diniego, gli albanesi scuotono la testa per affermare una cosa, mentre per negarla abbassano il capo, scambiando quello che per gli occidentali s e no. LAutore afferma che, allepoca, questo modo di espressione era diffuso anche presso le popolazioni di altri Paesi balcanici che erano stati sotto la dominazione ottomana. Karohl conferma con ammirazione che lalbanese ha un suo proprio grande senso di dignit e anche i pi poveri mostrano una sicura dignit che conferma il comportamento spirituale. "Lalbanese continua ad allevare i fanciulli alla maniera spartana e pur con il freddo essi si vedono circolare scalzi e con la sola camicia: per questo che lalbanese si tempra alle pi dure stagioni, spiegandosi cos come nel nord dellAlbania possa vivere una gente forte, sobria e guerriera come era nei tempi preistorici: la cosa avviene del resto in molte parti della penisola balcanica, come ad esempio nel Montenegro". La fatica dei campi non molto praticata dagli albanesi, che si mantengono tradizionalmente pastori: questo spiega a detta dell'autore perch il popolo non tenga a vivere che un giorno per laltro, lavorando quanto pu bastare per la giornata, dato che il giorno dopo sempre incerto per le possibilit della guerriglia o 2/3
Osservatorio Balcani e Caucaso contro un aggressore vicino o per combattere un attacco di briganti o cadere vittima della vendetta: questo modo di pensare stato trasmesso da sempre da padre in figlio. Agli albanesi pare impossibile opinione dellAutore che lera della guerra debba ritenersi sparita, o sia per sparire: quindi bisogna vivere alla giornata, col destino. Limpressione ricevuta da Karl Karohl sullAlbania stata quella di un Paese bello, abitato da un popolo fiero: in esso persistono come fondamento dellonore lamicizia e la vendetta del sangue. Inoltre conferma pi volte le sue considerazioni generali sul Paese: i panorami albanesi sono stupendi tanto nelle sterminate pianure quanto nelle eccelse montagne incise da fiumi che si perdono dentro gli abissi; i laghi sono meravigliosi e le coste ricche di paesaggi floristici di grande attrattiva. E prevede per lAlbania un grande futuro turistico sia nelle zone montane che in quelle costiere. Una previsione molto intuitiva per lepoca, che certamente rappresenta uno stimolo per oggi e per il futuro. In verit, se il materiale geografico della pubblicazione scarso, perch il libro descrive unimpresa tipicamente sportiva condotta durante la magra estiva del Drini e sempre per via dacqua, il volume ricco di molte illustrazioni, originali e ben scelte, utilissime anche per il geografo, e si legge assai volentieri. La novit dello sport (la canoa), di cui Karl Karohl stato allepoca un campione, di per se stessa attraente. I tentativi precedenti di v. Hahn e di Steinmetz erano stati soltanto parziali ed avevano percorso solo alcuni tratti del fiume. Lesplorazione dellAutore e dei suoi compagni si pu dire perfettamente riuscita dal lago di Ohrid fino alla foce. Alcuni recensori hanno osservato allepoca che limpresa doveva considerarsi unicamente sotto laspetto sportivo, mentre la pubblicazione contiene anche unutile messe di considerazioni antropogeografiche, non soltanto lungo il corso idrografico del Drini e della sua valle, ma per tutto lambiente albanese. Il geologo prof Mario Mariani nel Bollettino della Societ Geografica Italiana pubblicato nel 1940 scrisse: "La discesa del pi importante fiume albanese in canoa impresa che dal lato geografico va perci ripetuta, anche per saggiarne le eventuali possibilit in fatto di navigazione, di irrigazione e di utilizzazione idroelettrica".
URL
www.balcanicaucaso.org/ita/aree/Albania/Un-impresa-sportiva-nell-Albania-del-1939-98317
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