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United Nations geoscheme for Asia:

North Asia

South Asia
Central Asia

East Asia
Southwest Asia

Southeast Asia 2009

IL PENSIERO DELL‟Asia
MERIDIONALE

Ajith Rohan J.T.F.


28/11/2009
PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

INDICE

INDICE .................................................................................. 2
PREFAZIONE ....................................................................... 3
Il rinascimento globale ....................................................... 3
L‟Asia meridionale e mondo nuovo .................................. 5
Il limite del nostro contributo ............................................ 7
L‟augurio............................................................................ 9
INTRODUZIONE................................................................ 10
Gli effetti dell‟illuminismo dell‟Asia e dell‟Europa ........ 10
Due continenti verso complementarietà........................... 11
Visione panoramica della civiltà dell‟Asia meridionale. . 14

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PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

PREFAZIONE

Il rinascimento globale
Se il nostro tempo si può definire come l‟epoca del
dialogo e del riconoscimento, altrettanto vero- simile
è se diciamo che questo è un altro rinascimento, non
in un area geografica limitata, ma nell‟intero mondo.
Da questo punto di vista, questa tavola rotonda è un
ottimo contributo per la conoscenza e per
la costruzione di una mentalità nuova, possibilmente
flessibile, accogliente e necessariamente rispettosa
della libertà e della “dignità della diversità”:
(riteniamo il fattore diverso inviolabile e
indiscutibile: noi nasciamo e moriamo da soggetti
dissimili pur riconoscendo e condividendo un mondo
comune). Non intendiamo un neo- rinascimento che
abbia bisogno di ritornare ad un tempo migliore
rispetto al nostro, per attingere ai valori, ai modi e alle
conoscenze, ma come propone la tavola rotonda, è
necessario rivalutare ciò che abbiamo vissuto per poi
riuscire a reinterpretare i principi universali con un
etica di riconoscimento e di rispetto. Questo
rinascimento non scaturisce come una reazione al
potere di qualcuno, di qualche paese o di continente
ma, ciascun soggetto, gruppo, comunità, paese e
continente prendono coscienza del cammino fatto nei
corsi della propria storia, non come un individuo
isolato, ma come i soggetti in relazione, nel
riconoscimento e nel rispetto di coloro che hanno

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contribuito ad arricchire le proprie esperienze di vita.


In questo modo possiamo evitare la discontinuità della
propria storia connessa alle altre culture. In questo
processo bisogna dare la precedenza al riconoscimento
dei propri punti forti e deboli e sul piano SPEC (socio-
politico-economico-culturale) riconoscere come si è
collaborato o dominato con le strategie nascoste di
altre culture e religioni; vale a dire, questo
rinascimento consiste in un esame fatto seriamente e
severamente. Noi non possiamo dimenticare nulla e
non abbiamo bisogno di un ritorno a un tempo come
accadde nel rinascimento in Italia. Noi intendiamo
con questo “rinascimento globale” a favorire
un‟autocritica che dà possibilità poi di uscire dal
proprio mondo verso uno universale per confrontarsi,
valutarsi reciprocamente, in vista del riconoscimento
dei propri pregi e difetti insieme agli altri per
ricostruire un mondo più umano. In quest‟epoca,
queste discussioni, dibattiti, incontri dovrebbero
essere piattaforme per formare un mondo che non
ripete gli stessi errori, come le guerre, le strategie
nascoste per sfruttare altre nazioni, le dominazioni sul
piano SPEC, ma aiutarsi a vicenda per superare le
difficoltà insieme agli altri.

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L’Asia meridionale e mondo nuovo


Proprio per la sua diversità in tutti gli effetti, l‟India ci
porta un numero maggiore di laureati in un anno, e
allo stesso tempo di analfabetismo. Ora l‟Asia è
diventata la produttrice della maggior parte degli
intellettuali nel mondo. In Asia c‟è uno spazio ampio
per la stampa, e si è la possibilità di avere
informazioni di qualità E liberamente. D‟altra parte vi
è un controllo dell‟uso dell‟internet, come in Sri
Lanka e in Cina. Secondo la nostra diretta conoscenza
di ciò che controlla il governo dello Sri Lanka
riguardo a internet, ci risulta che essa interessa l‟etica
comune del paese; vale a dire, il governo filtra, gli
immagini e non lascia entrare i siti pornografici.
Anche se l‟Europa pretende, di essere molto libera,
essa è sempre limitata e controllata in tutti gli effetti
(per esempio le telefonate effettuate sono registrate e
riascoltate per una terminologia specifica). D‟altra
parte, per quanto concerne la correttezza e la
corrispondenza delle notizie, rispetto alla stampa
Italiana, che funziona per accordi tra i giornali,
riscontriamo più libertà di espressione e possiamo
trovare organismi di qualità, per esempio, The
Economist, Times, Newsweek, News Magazine, Far
Eastern Economic Review, Asiaweek, India Today,
Frontline e altre riviste della formazione e della
ricerca ecc. ci sono molto più informazioni a livello
nazionale e internazionale. Invece noi vediamo che in
Europa persiste il pericolo della circolazione delle
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notizie controllate, accordate tra i giornali e le agenzie


che le manipolano. Per poter essere democratici, e
vivere secondo un‟etica del riconoscimento e del
rispetto della libertà, necessariamente bisogna
superare L‟attuale “gatekeeping” delle notizie
altrimenti, prima o poi, l‟Europa e gli Stati Uniti
d‟America e altri paesi di filo occidentale, rischiano di
essere provinciali. Ora non mancano le prime
segnalazioni di questi pericoli, per esempio: nessuna
delle università Italiane è entrata nella classificazione
internazionale delle migliori università nella lista di
primi cento. Gli studenti di USA che studiano in Italia
(religiosi e laici) hanno un concetto di un impero degli
Stati Uniti d‟America. Hanno avuto una formazione
rigidamente controllata e limitata di informazioni.
Sanno solo ciò che l‟autorità ha raccomandato. Noi
personalmente abbiamo l‟esperienza diretta di una
scuola di USA situata a Roma, che segue tutti libri di
testi americani. Cioè, questi testi partendo dal testo di
religione per arrivare alle scienze naturali, storia e
matematica sono quasi la stessa cosa, vale a dire,
contengono la catechesi americana. Gli studenti di
questa scuola in lingua inglese, sono di diverse
nazioni, culture e religioni, ma tutti devono imparare e
seguire solo questi testi e la religione cristiana. Forse
questo è la democrazia, la libertà, l‟etica del
riconoscimento e rispetto che parla degli USA?

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Il limite del nostro contributo

Noi ci limiteremo all‟Asia meridionale in generale e


trattiamo in modo particolare lo Sri Lanka, ad hoc per
il nostro lavoro. Noi sappiamo che l‟Asia occupa un
terzo del mondo geografico. In Asia vive anche 60%
di tutta l‟umanità. L‟India, per esempio ha più abitanti
di tutta l‟Africa e di tutta l‟America Latina. La nostra

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esperienza diretta della religione della cultura è


questa: religione e cultura sono legate ,sono in parte
necessariamente complementari e d‟altra parte
inseparabili. La vita spirituale è elemento
indispensabile alla conoscenza non solo dell‟Asia
meridionale ma di tutto il continente. Anche se nei
paesi socialisti come Cina, Vietnam, Corea del Nord,
Cambogia e Myanmar hanno soffocato la religione a
forza di resistenza al partito unico e totalitario (anche
questo fattore non deriva direttamente da questi paesi
ma da Karl Marx e dalle idee e delle strategie
distruttive e dominanti politiche dei colonizzatori
occidentali), in generale, in Asia non è possibile
trattare l‟uomo e i popoli ignorando le religioni che
loro praticano. Vale a dire, senza la religione che
praticano i popoli dell‟Asia, noi non possiamo trattare
l‟identità nazionale ed etnica, o di SPEC. Infine
bisogna affermare che le culture e le religioni hanno
uno sfondo catalitico comune in Asia meridionale,
cioè, “l‟arte di vedere”, ossia “Darshana”. Il
“Darshana” a sua volta assorbe anche ciò che si
definisce in occidente come “filosofia”. Ciò vuol dire,
anche se quest‟ultima fa parte dell‟insieme, Darshana
non si limita come in occidente solo come “amore per
il sapere”, ma per lei tutta l‟esistenza umana dovrebbe
galleggiare su di essa. Senza “Darshana”, non si può
raggiungere nulla.

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L’augurio
Scrivendo queste parole riguardo l‟Asia cosa
cerchiamo di affermare, negare, o indifferentemente
lasciare andare? Forse raccogliamo le informazioni
per colpirla e dominarla? Forse vogliamo costruire un
mondo di pace che dialoga e lavora per un mondo
comune rispettando la sua costituzione naturale della
diversità? Come ci ha chiarito gli intenti della “tavola
rotonda”, «Occidente, culture e religioni:ospitarsi,
ascoltarsi nel „villaggio globale‟». Ora sappiamo che
tra noi vi è un atmosfera che fa dimenticare quelle
irritazioni che distruggono la pace e il dialogo sincero
tra le persone, di culture e di fedi diverse. Quindi,
esotismi forzati, culturalismi riduttivi e superficiali,
strategie politiche e economiche nascoste, nazismi,
pregiudizi, arroganze culturali, imperialismo nascosto
o limitarsi alle pedanterie degli accademici frustrati e i
pensieri trascurati che appiattiscono tutto a poche
righe indifferentemente alla situazione ma
considerando solo il guadagno proprio.

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INTRODUZIONE

Gli effetti dell’illuminismo dell’Asia e dell’Europa


L‟illuminismo Europeo ha in parte determinato la fine
del potere temporale ed un effetto particolare sulla
spiritualità, in generale della chiesa nella parte
occidentale e nelle colonie nord nordamericane, e poi
negli Stati Uniti d‟America. Queste culture hanno
cominciato a muoversi stimolate dal pensiero
illuminista verso un pensiero razionale e scientista,
che come gli autori di questa corrente di pensiero
credevano e affermavano, dirada le nebbie
dell‟ignoranza dello spirito umano garantendo una vita
migliore e illuminata. Tutto ciò chiaramente è legata
alle reazioni contro la politica, intesa come potere e
autorità della chiesa (potere temporale spirituale).
L‟immediato risultato era di separarsi completamente
dalla Chiesa, quindi, dalla fede cattolica. Possiamo
dire chiaramente che, questo non avvenne in sud
dell‟Asia, per esempio, dopo Buddha, che è illuminato
e, come Egli stesso ha detto, che è l‟essere, l‟uomo
che ha raggiunto il massimo livello di vita felice in
questa vita, quindi il “Nirvana”. Questo status di
“Nirvana” è una forma di affermazione
dell‟importanza dell‟esistenza dignitosa sulla terra
proprio perché, Essa non è una dimensione che un
essere umano dovrà sperare al di là, dopo la morte, ma
che essa è qui, hic et nunc.

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PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

D‟altra parte, possiamo affermare che da nessun


movimento filosofico, religioso, spirituale o da
rivoluzione politica, economica, sociale e culturale,
non avvenne alcuna separazione dalla vita religiosa in
generale in Asia meridionale. Invece possiamo dire,
che, c‟è stata sempre un‟ affermazione del valore della
vita spirituale e religiosa , mentre la parte che riguarda
il potere assoluto e temporale dei sacerdoti e di altri
personaggi è stato diffidato, e loro dovevano
riformarsi e adeguarsi alle nuove prese di coscienza
dei loro seguaci, in generale ai nuovi schemi pratici.
Questi principi non sono stati mutati nemmeno dalle
invasioni musulmane che distruggono i monasteri e
delle grandi università dei buddisti e infine accelerano
il ripiegamento su se stessa, quindi,il ritorno al
pensiero Vedica. Questo piegamento poi diventa uno
dei punti importanti per formare la “religione hindu”.

L’Asia e l’Europa: due continenti verso


complementarietà?
Credo che sia opportuno far notare un fatto sul piano
comparativo: mentre noi possiamo vedere chiaramente
l‟Asia come un insieme di culture che hanno dato la
nascita a maggior parte delle Grandi religioni del
mondo, l‟Europa ha presentato sul piano strategico e
conoscitivo i sistemi politici come, democrazia,
repubblicanesimo, diversi idealismi (es. anarchismo,
cosmopolitismo, femminismo, liberalismo, marxismo,
fondamentalismo, socialismo), dittatura,

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conservatorismo, nazionalismo, federalismo,


totalitarismo, paternalismo, welfare e così via. In
questo modo ha contribuito anche con le guerre calde
e fredde tra nazioni e continenti. Ha inoltre,
utilizzando il proprio potere economico e politico,
originato le armi di distruzione, tenendo presente gli
errori commessi contro i propri simili, proposto anche
un documento dei “diritti umani” però senza tener
conto delle altre nazioni, culture, religioni e civiltà che
hanno esercitato da più di due mila anni ciò che hanno
ricavato dai propri errori (non diciamo crimini)
soprattutto durante la riformazione degli Stati Uniti
d‟America. Secondo il nostro avviso, per esempio, la
libertà di pensiero per la prima volta nella storia
umana è stata insegnata, praticata e valorizzata da
Buddha. Fino ad ora nessuno ha mai trattato il
soggetto umano in quanto uomo libero e degno di
rispetto e riconoscimento. Questo tipo di
insegnamento che rispetta e valorizza l‟uomo in
quanto uomo, noi in occidente, in questi dibattiti,
incontri e nelle pubblicazioni, cerchiamo di
trasmettere e di realizzare. Tutto ciò segnala la
mancanza dei dialoghi sinceri e un confronto.

Ribadiamo ora ciò che abbiamo detto nella prefazione:


per un rinascimento mondiale abbiamo bisogno del
dialogo con tutti ove si riconoscono i valori nuovi, che
a loro volta aprono gli orizzonti nuovi e allargano la
visione del mondo. Dobbiamo però dare il merito a

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PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

chi lo deve. In questo modo solo possiamo costruire


una comunità internazionale che rispetta la
democrazia, cioè la sovranità delle nazioni che non
rischia con l‟idealismo che scaturisce soprattutto dalla
paura di essere minacciato dagli altri, vale a dire,che
esso è una forma di chiusura che non apre all‟auto-
critica. Come pensavano in Europa per esempio su ciò
che ha detto John Rawls in A Theory of Justice (1971)
per quanto concerne la libertà e l‟uguaglianza come
una minaccia alla comunità, è in parte una posizione
errata. Secondo il nostro avviso la libertà e l‟
uguaglianza non sussistono senza uno sfondo comune
che le danno la possibilità di esistere nella vita
quotidiana. Per esempio, per qualcuno l‟Europa
sembrerebbe un continente non cristiano, ma in realtà
la cultura di base è necessariamente costituita dalla
reinterpretazione dell‟impero decaduto da parte della
religione cattolica e non potrà essere mai qualcosa
d‟altro. L‟Europa sarà sempre sulla base del pensiero
: greco-romano-ebraico-cristiano (GREC). Che cosa
succede per un pensiero o una novità che viene da una
cultura o civiltà diversa in un pensiero di base forte
come quello europeo? Un assorbimento si digerisce
Se viene reinterpretato. Questo è successo anche per
l‟insegnamento di Gesù. Tutto ciò prova che la libertà,
L‟uguaglianza, l‟etica del riconoscimento E del
rispetto reciproco non annulla la comunità, il gruppo,
la nazione, il continente invece queste vengono
arricchite e formate (cfr. Gutmann A. Cmunitarian

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PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

critics of liberalism, Philosophy and Public affairs, 14,


3, 1985, pp. 308-322). Un altro fatto che scaturisce da
tutto questo è che : nessuno dovrebbe pretendere di
essere il salvatore del mondo e dei soggetti umani. Se
qualcuno vuole un mondo condiviso con altri diversi,
in uno sfondo costituito da un etica di riconoscimento
e di rispetto della libertà, bisogna dare attenzione ai
principi condivisibili, comprensioni e pratiche comuni
universalmente valide. Questo esige un dialogo
sincero, quindi, senza le strategie SPEC nascoste,
senza le gerarchie di SPEC superiori e inferiori e
senza le pretese di avere le verità in mano. In questo
modo solo possiamo riformare in maniera adeguata e
coerente dei concetti di comunità, nazione, continenti,
e cultura. Così, le persone che appartengono a diverse
culture, fedi, comunità lavoreranno per formare e
arricchire un mondo comune.

Visione panoramica della civiltà dell’Asia


meridionale.
È vero che noi non possiamo trattare un'unica civiltà
per l‟Asia meridionale perché nello sfondo del quadro
vi è un mosaico di civiltà sulla base delle religioni e
dei Darshana che hanno le partenze e i principi
condivisi. Ma, la civiltà scaturita sulla terra di India ha
contributo per le riformazione e modellazione delle
altre culture nell‟Asia meridionale. Come ben
sappiamo che sulle rive del fiume Indo nascono le

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PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

civiltà urbane perfettamente organizzate. Le ripetute


invasioni di popolazioni indoeuropee (Arya), che
provengono da Asia centrale introducano alcuni
aspetti, religioso – spirituali, costumi e delle nuove
conoscenze. D‟altra parte Alessandro Magno aprii le
porte direttamente alla cultura occidentale con gli
scambi e dialoghi i nuovi arricchimenti alla civiltà
nata in India. Le invasioni arabe e formazioni di alcuni
regni musulmane influenzano e mantengono queste
fino alle separazioni dall‟India (Pakistan). In questo
modo, possiamo affermare che alle radici della
religione Hindu, sia lo sfondo inevitabile in parte
determinato da Darshana che a sua volta non ha mai
cambiato le sue radici fondamentali continentali. Dal
punto di vista storico, ci sono diversi grandi periodi di
sviluppo e ritorni ai fondamenti per esempio durante
l‟imperatore Ashoka tutta l‟India divenne buddhista
ma dopo le dispute per quanto concerne dei concetti
come zero, Nirvana, samsara ecc. da parte di alcuni
monaci buddhisti come Nagarjuna, Vasudeva ecc. il
buddhismo Theravada si ritira in altri paesi come Sri
Lanka, Myanmar e Thailandia. Nonostante queste
avvenimenti fatali affermiamo con certezza che, tutti
questi processi e procedimenti necessariamente si
sono stati catalizzati da uno unico sfondo costituito da
un “Darshana” e una spiritualità comune e non come i
sistemi politici e strategici come accade esplicitamente
in occidente nel corso della sua storia fino ai giorni
nostri. Sono i cammini esistenziali di salvezza. Questo

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fattore è un comune che si condividono in tutti paesi


dell‟Asia meridionale.

Innanzitutto, possiamo sostenere che le terre dell‟Asia


meridionale stati favoriti a una vita diversa da tutte le
altre parti del mondo proprio per la generosità della
natura. Essa ha continuato sempre a produrre cibo in
abbondanza dando più spazio all‟uomo dell‟Asia a
pensare e produrre le nuove conoscenze allo scopo di
conoscere la propria natura e d‟intorno. Vale a dire il
mondo non è mai stato un campo di battaglia per la
sopravivenza, quindi, per il potere, per la ricchezza e
per il dominio. Non dovevano nemmeno sfruttare la
natura e delle forze del mondo naturale. Nell‟Asia
meridionale in questo modo scaturisce un pensiero che
si impegna a scoprire un vivere proprio perfetto che
non scontra con la natura ma si armonizza con essa.
Le persone si sono impegnate alla ricerca della verità
dell‟esistenza. Le foreste e le montagne hanno
provveduto il cibo necessario alle persone che
contemplavano in solitudine; mentre la campagna e la
città hanno sempre provveduto il cibo necessario agli
uomini che si isolavano per la ricerca della verità. In
questo modo possiamo dire che in Asia meridionale
fino ai giorni nostri la sicurezza della vita, la ricchezza
delle risorse naturali, maggior libertà dai pericoli e dai
disagi, un distacco radicale dalle cure dell‟esistenza e
l‟assenza dei disagi politici hanno favorito e stimolato
la ricerca della verità e non la lotta per la

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sopravvivenza e alla trasformazione della natura. In


questo modo possiamo verificare che dagli albori delle
culture e civiltà dell‟Asia meridionale in generale un
grande ardore spirituale, le conoscenze profonde che
diventano il “Darshana” (filosofia) ossia “vedere” il
mondo. Tutto ciò diventa lo sfondo radicale e la
catalisis della vita quotidiana. Vale a dire, tutte le
culture dell‟Asia meridionale hanno questo sfondo
catalitico che a sua volta non nega mai l‟amore
all‟intelletto e alla sua pratica. Non vi è un ceto
sociale che impreca e disprezza queste nature,
soprattutto perché, lo sfondo catalitico della vita e la
gerarchia dei valori scaturiti dalle stesse nature che
abbiamo detto.

In uno sfondo catalitico culturale e religioso noi non


possiamo trovare la ricerca della verità distaccata dalla
vita pratica o dalla pratica spirituale come un affare
privato. La contemplazione non appartiene ad un ceto
sociale che hanno tutto e poi non avendo altro da fare
si sceglie o contemplare o fare politica ecc. invece è la
natura di tutti. D‟altra parte la teorica-pratica che
difficilmente possiamo definire con il termine
“filosofia” che a sua volta in occidente ha tentato
sempre non sapendo cosa veramente, essa sia,
rifugiarsi e avere sostegno in altre discipline come:
politica, etica, teologia naturale o fondamentale,
storia, sociologia, retorica, e oggi si tenta di essere
ermeneutica o a ridursi al linguaggio e alla

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PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

comunicazione, nell‟Asia meridionale non si è ridotto


mai a un'altra disciplina o ha cercato dei sostegni dalle
altre discipline, invece essa si è collocata sulla base
del pensiero di qualsiasi tipo. Senza questa capacità di
“vedere” uno non può imparare nulla. Vale a dire nel
pensiero dell‟Asia meridionale noi abbiamo le altre
discipline che si ispirano a quest‟arte del “vedere”
(Darshana) e si appoggiano a lei per essere sicuri. Essa
è la scienza fondamentale che guida tutto il resto.
Come dice Kautilya che : «la lampada di tutte le
scienze, il mezzo per effettuare tutte le opere, e il
sostegno di tutti i doveri» è “Darshana” (cfr.
BhagavadGita, X 32). Kautilya scrisse un trattato
sulla‟economia (arthashàstra) politica che non si è
mai distaccata né da “Darshana” né dalla spiritualità.
Ma ha reso evidente la responsabilità sociale e etico-
morale dell‟economia e della politica per “Darshana ”
e per la spiritualità.

In Asia meridionale vi è questa convinzione radicale


che “Darshana” sia l‟unico modo umano possibile che
fa da catalisis e catalizzatore per comprendere il
mondo, universo e vita. come noi sappiamo ogni
cultura, nazione e civiltà ha la propria mentalità, una
visione del mondo e un orientamento intellettuale.
L‟Asia del sud, nonostante le esperienze vissute sotto
le vicende negative politiche europeo e le sue derivate
lotte e le guerre civili (che ancora continuano) essa
conserva la sua identità originale. Nelle grande città

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PENSIERO DELL‟Asia MERIDIONALE – Ajith Rohan J. T. F.

noi possiamo verificare interrelazione tra la modernità


e la tradizione in vista di sviluppo a livello SPEC e
verso “Darshana” e la spiritualità. I popoli
mantengono radicalmente le proprie radici tradizionali
e quelli SPEC insieme i tratti psicologici che
costituiscono le loro peculiari eredità. Questa libertà
lei manterrà sempre. Per esempio, nello Sri Lanka noi
possiamo vedere un popolo che mantiene una
formazione altamente qualificata dalle scienze
sperimentali ma essa non oltre passa o sotto valuta la
propria cultura invece mantiene i principi
fondamentali del suo “Darshana” e spiritualità di
Buddhista Theravada. Come abbiamo detto che la
teoria e pratica nel pensiero dell‟Asia meridionale non
sono due estremi distaccati, ma sono intrecciati in
parte in maniera complementare e d‟altra parte
radicalmente sono uniti nel “Darshana”. Ogni pensiero
è percepito dal cuore umano affretta a viverlo.

Le religioni e le culture in Asia, in generale non sono


organizzate secondo una strategia politica alla maniera
delle chiese cristiane. Così per qualcuno che ha la
mentalità di una religione organizzata può sembrare
che le religioni dell‟Asia siano frammentarie e
discontinue. In questo modo, non si potrebbero
comprendere con un quadro panoramico completo.
Proprio per quest‟aspetto ciò che è accaduto in Europa
con l‟illuminismo non è accaduto in Asia. Innanzitutto
la religione non è mescolata con la politica e

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l‟esercizio del potere e il denaro. Invece la politica


necessariamente legata alla religione almeno sul piano
pratico, essa tende a chiedere i consigli, pareri e
l‟approvazione dalle autorità religiose. Questi ultimi,
sono necessariamente devono benedire, consigliare e
criticare senza parzialità. I fedeli sono attenti a questi
fatti e le autorità religiose dovranno agire con
responsabilità. In altre parole, la politica può
cambiare, ma la religione e la cultura rimangono al
centro dell‟esistenza del popolo.

La filosofia politica dell‟Asia è centrata sulla


liberazione spirituale del sé, sull‟etica e morale e
leadership. La politica non è tanto concentrato
sull‟esercizio del potere per governare ma definire la
responsabilità sociale e etico – morale (cosa uno può
fare, non fare e salvaguardare questa vita). vale a dire,
la filosofia politica dell‟Asia meridionale in generale
non si preoccupa molto dell‟economia o del benessere
ma del “Dharma”, vale a dire sulla virtù e la
liberazione e raggiungere il “Nirvana”. Invece la
filosofia politica occidentale è legata all‟esercizio del
potere e la relazione tra lo stato e l‟individuo.

CONTINUA

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