Sei sulla pagina 1di 87

www.allenatore.net - Magazine n.

13 Ottobre 2004

FOCUS

A R T I C O L O 1
Speciale Mesociclo.
La presentazione del
palinsesto mensile.

A cura di Roberto Bonacini

A R T I C O L O 2
Come allenare la
forza nel mesociclo.
Indicazioni, sugge-
rimenti per lallena-
mento della forza
nel gioco del calcio.

A cura di Giovanni Bonocore

A R T I C O L O 3
Come allenare la
velocit nel meso-
ciclo.
Considerazioni e
consigli pratici per
allenare la velocit
del calciatore.

A cura di Walter Bucci

A R T I C O L O 4
Come allenare la
resistenza nel me-
sociclo.
Esercizi e principi
per lallenamento
della potenza
aerobica.

A cura di Daniele Nervi

A R T I C O L O 5
La preparazione
atletica nel meso-
ciclo.
Come programmare la
preparazione condizio-
nale nel mesociclo ago-
nistico.

A cura di Cristian Mazzurana

A R T I C O L O 6
Difendere con il 4-3-3:
lAtalanta di
Mandorlini.
Principi e movimenti
difensivi del 4-3-3
nerazzurro.

A cura di Massimo Lucchesi

A R T I C O L O 7
Latleta motivato
vincente?
Limportanza della
motivazione nella
performance sportiva.

A cura di Fausto Garcea

A R T I C O L O 8
Come analizzare il gesto
tecnico del controllo
palla e migliorarlo.
Analisi degli aspetti
fondamentali che
assicurano una buona
ricezione di palla.

A cura di M.Mazzantini e E.Guidi

A R T I C O L O 9
Lallenamento del
portiere nel microciclo.
Un esauriente
programma didattico per
la programmazione
dellallenamento
settimanale.

A cura di Claudio Rapacioli

A R T I C O L O 1 0
Nello Marano racconta,
da un punto di vista
tecnico-tattico, la sta-
gione 2003/2004 alla
guida del Tavagnacco
Udine.
Intervista speciale al
mister friulano.

A cura di Roberto Bonacini

S
O
M
M
A
RI
O
WWW.ALLENATORE.NET -
MAGAZINE una pubblicazione
mensile edita da edizioni
www.allenatore.net ed iscritta nel
registro Periodici del Tribunale di
Lucca con il n.785 del 15/07/03
Direttore Responsabile: Fabrizio
Ferrari; Coordinatore tecnico:
Roberto Bonacini
Luogo di stampa: Bozzano, via
Francalanci 418 (LU)
Provider-stampatore: I.NET SpA
(Web: www.inet.it) via Caldera
21/D - 20153 Milano
EDIZIONI
WWW.ALLENATORE.NET
SEDE: Via E.Francalanci, 418 -
55050 Bozzano (LU)
Partita IVA: 01781660467,
C.C.I.A.A. Lucca, R.E.A.
170681, Reg. Imp. 21776
Tel: 0584 976585
Fax: 0584 977273

Alla realizzazione
del presente numero
hanno collaborato:
Bucci W., Nervi D.,
Lucchesi M., Bonacini
R., Rapacioli C.,
Mazzantini M., Guidi
E., Mazzurana C.,
Garcea F., Bonocore
G.

Speciale mesociclo.
A curadi ROBERTO BONACINI
La presentazione del palinsesto mensile.
F Finalmente iniziato
una frase non certo pronunciata da mogli e
fidanzate ma sicuramente da coloro che, a
forza di parlare di una palla che corre, che
si alza e che si insacca, devono a volte,
anche giustamente, fare i conti col gentil
sesso.
In tutti i modi il campionato iniziato per
davvero, con belle squadre al nastro di
partenza, con dei bei goal gi realizzati e in
generale con quel costume, quella
tradizione e quel fascino che accompagnano e girano intorno al mondo del calcio.
E proprio iniziato veramente il campionato e anche questo lo notiamo dai fatti e dalle
polemiche, negativi, che inevitabilmente anche questanno hanno detto: ci siamo
ancora.
E cos assistiamo al caso Cassano, al caso Totti/Capello, a pi o meno giustificati errori
arbitrali (Pieri in Bologna Roma), alla pressante e talvolta mal usata moviola (alla
ricerca di quel qualcosa che ogni tanto non esiste). Intendiamoci solo a volte, in
quanto quando lo strumento sbircia e scova il calcio di rigore o il fallo (ma dalla
posizione e alla velocit da dove e che vede larbitro) o ancora meglio il pugno o lo
sputo vigliacco, ben accetta.
Assistiamo poi ancora a squadre che non si sa se giocano o non giocano (Napoli), a
una gran voglia di fairplay (Udinese Brescia) e a monetine o accendini (e qui siamo
in Coppa) impazziti.
Nonostante tutto questo, e siamo solo allinizio, abbiamo il dovere di essere ottimisti,
di avere fiducia e di credere in questo sport, con la speranza di assistere finalmente ad
un bel calcio e a quello spettacolo che il gioco pi bello del mondo pu dare.
A Ar rt ti ic co ol lo o
1
1


N. 1 3 OT T OBRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

R R R R E E E E D D D D A A A A Z Z Z Z I I I I O O O O N N N N A A A A L L L L E E E E
w w w .al l enat or e.net

2 2
Gli auspici ci sono. Grandi campioni, giovani promesse, tecnici competenti;
campionato equilibrato, con squadre preparate e con la bella sorpresa delle provinciali
pronte da subito a farsi valere e a dimostrare che con la voglia, il lavoro e lumilt
(vedi anche Grecia Europei 2004) si pu anche e forse arrivare lontano; anche e forse
in quanto si appena agli inizi e pertanto affermazioni e convinzioni di oggi lasciano il
tempo che trovano.
Bella sorpresa, oltre alle squadre provinciali, anche e sempre www.allenatore.net
magazine. Dal mese di Ottobre cambia un po la veste e si arricchisce di nuovi
collaboratori/autori che vanno ad affiancare i vecchi, allo scopo di dare sempre pi
competenza e qualit alla rivista, analizzando al 100% il calcio con speciali e rubriche
mensili. Ma www.allenatore.net, oltre al magazine, tanto tanto altro. In vista nuove
pubblicazioni, nuovi stage di aggiornamento, un archivio dati/argomenti sempre pi
vasto e completo e altro ancora in cantiere.
Ne parleremo pi diffusamente nel prossimo numero andando ora a vedere cosa ci
riserva la rivista di Ottobre.
Lo speciale di questo mese, Speciale Mesociclo, propone quattro articoli che
analizzano in modo dettagliato lallenamento appunto mensile di una squadra di calcio.
Tre di questi trattano singolarmente e analiticamente una singola capacit
condizionale; il quarto, strutturato in forma pi generale, attraverso un mix dei diversi
mezzi di allenamento, analizza la programmazione e la strutturazione di un mesociclo
completo.
Giovanni Bonocore ci parla quindi della Forza, Massimo Bucci della Velocit, Daniele
Nervi della Resistenza e infine Cristian Mazzurana della programazzione generale del
mese agonistico.
La parte tattica di Ottobre riservata a Massimo Lucchesi. Nella rubrica Tattica il
nostro esperto ci parla e ci svela le tematiche di gioco e i segreti della fase difensiva
dellAtalanta di Mandorlini.
Ancora tanto materiale da leggere
Fausto Garcea esplora largomento motivazione evidenziando gli accorgimenti, utili
allistruttore di calcio, per ottimizzare il rendimento dellallievo.
Per il settore giovanile Mirko Mazzantini e Federico Guidi ci permettono un ripasso
sulla tecnica di base analizzando il gesto della ricezione e/o controllo palla.
Appuntamento poi fisso, e sempre atteso, con Claudio Rapacioli nella rubrica Il
numero Uno. Largomento preso in esame, collegandosi anche con lo speciale del
mese, riguarda la strutturazione del microciclo del portiere, attraverso tabelle di
allenamento alla portata sia di coloro che svolgono sei sedute settimanali sia di coloro
che di sedute hanno la possibilit di svolgerne molto meno.
Per finire, non per importanza, anzi, ma per strutturazione del palinsesto, lo spazio
riservato al sempre importante e crescente calcio femminile occupato dallarticolo di
Roberto Bonacini che attraverso unintervista tecnico-tattica ci fa conoscere e
apprezzare il tecnico friulano Nello Marano.

Come allenare la forza nel
mesociclo.
A curadi GIOVANNI BONOCORE Sett. Giov. EMPOLI F.C.
Limportanza della forza nel gioco del calcio. Principi generali ed
esempi pratici per conoscerla ed allenarla in modo corretto nel
mesociclo.
Profilo fisiologico del calciat ore.
B Bisogna osservare che il carico che un atleta deve sostenere durante unattivit
sportiva produce modificazioni profonde sul sistema biologico generale dellindividuo.
Atleti di endurance presentano un consumo di VO2 max molto elevato, mentre atleti
impegnati in attivit sportive, prevalentemente di forza esplosiva, presentano valori
altissimi nei test di valutazione della forza esplosiva.
I dati riguardanti le dimensioni del corpo e quelli relativi alla percentuale di grasso,
quando rientrano entro i limiti fisiologici, non sono di grande importanza per il
calciatore.
Importante i dati, da un punto di vista calcistico, riguardanti lanalisi (tale studio,
anche se non di facile realizzazione, stato fatto da pi autori) del reclutamento
muscolare e dellintervento dei vari tipi di fibre durante la contrazione muscolare.
Quando si effettua uno scatto o un movimento rapido le fibre per prime interessate
sono quelle veloci (FT); successivamente durante il recupero sono reclutate le fibre
lente (ST). Le fibre veloci FT producono acido lattico, mentre le fibre lente ST hanno
una funzione rigenerante e di purificazione.
Nel muscolo abbiamo un mosaico costituito sia da fibre veloci FT sia da fibre lente ST.
Ogni unit motrice costituita da un nervo motore e dalle miofibrille da questo
innervate. Generalmente le fibre veloci sono formate da poche fibre muscolari mentre
le fibre lente possono avere moltissime miofibrille. Le varie unit motrici sono
correlate con la frequenza di emissioni di treni di impulsi; questa frequenza bassa
per le fibre lente (10-50 i/sec) ed alta per le fibre veloci (30-80i/sec). Ci significa che
i muscoli lenti per raggiungere il massimo del loro potenziale non devono essere
a ar rt ti ic co ol lo o
2
2


N . 1 3 O T T O BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

S S S S P P P P E E E E C C C C I I I I A A A A L L L L E E E E M M M M E E E E S S S S O O O O C C C C I I I I C C C C L L L L O O O O
w w w .al l enat or e.net

2 2
stimolati con frequenze molto alte, cosa che invece avviene per le fibre rapide. Infatti
se per le fibre veloci la frequenza di stimolo non alta, nel momento in cui sono
raggiunte da un secondo stimolo hanno gi quasi completato la loro fase di produzione
di forza; pertanto, dato che si parte da una tensione bassa e non elevata,
linserimento del secondo stimolo in ritardo ai fini di sviluppare livelli elevati di
tensione. Al contrario le fibre lente ST hanno unattivit di sviluppo e decadimento
della forza che dura per un periodo molto lungo e pertanto quando arriva un secondo
stimolo successivo la tensione, su cui si inserisce, gi molto alta, favorendo una
produzione di forza massimale.
Abbiamo parlato di fibre lente ST; vediamo ora come queste fibre possono essere
distribuite, percentualmente, in discipline sportive differenti:
Atleti di discipline
caratterizzate da
attivit/distanze lunghe
Maratona, sci di fondo,
nuoto ecc.
Fibre lente 75%
Atleti di discipline
caratterizzate da attivit
esplosive
Pallavolo ecc. Fibre lente 45%
E vediamo ora, sempre percentualmente, la distribuzione di fibre lente ST e fibre
veloci FT nella disciplina del calcio:
Fibre lente 50%
Fibre veloci
(Jacobs 1982)
60%
Fibre veloci
(Apor 1988)
52%
Atleti della disciplina calcio Calcio ecc.
Fibre veloci
(Bosco)
55%

Osservando i dati, possiamo affermare che il calcio una attivit in cui sono
impegnate in modo rilevante entrambi i tipi di fibre (ST e FT).

w w w .al l enat or e.net

3 3
St udi o del l a prest azi one nel cal ci o.
Il calcio caratterizzato da sollecitazioni di tipo intermittente che sono in gran parte
di natura esplosiva.
Uno studio statistico condotto da Mombaerts (1991) dimostra che il 33% delle
sequenze o azioni durante una partita hanno una durata di 15 secondi (o meno), e che
il 50% delle pause di gioco hanno una durata inferiore ai 15 secondi. Ci lo spinge a
definire il calcio dalto livello come un gioco di tipo esplosivo.


Secondo Dufour (1990), dal passato ad oggi, il numero degli sprint brevi (10-15metri,
da 2 a 3 secondi) stato sempre in crescita.
Anno 1947 N 70
Anno 1970 N 145
Scatti a partita
Anno 1989 N 195
Interessantissimo inoltre lo studio che negli ultimi anni stato fatto, con lausilio
delle telecamere, allo scopo di registrare tutti gli spostamenti dei giocatori e le loro
velocit di movimento.
Il dato rilevante ha confermato come le variazioni di velocit al quale soggetto il
calciatore siano veramente elevate.
N 1000 variazioni di velocit in 90
minuti
N 11 variazioni di velocit al minuto
Dati medi relativi agli spostamenti e
alle variazioni di velocit del
calciatore (Colli 2003, mod.
Bonocore)
N 1 variazione di velocit ogni 5,5
secondi
Quindi il calciatore ogni volta che cambia velocit applica una forza, o per frenare o
per accelerare, coinvolgendo fibre muscolari di qualit che utilizzano glicogeno. E
chiaro quindi che la corsa del calciatore non potr mai essere economica, poich non
applica forza costante.
w w w .al l enat or e.net

4 4
Definizione della forza.
La forza definita in fisica la causa dello stato di quiete o di moto di un corpo. La
velocit invece una grandezza fisica, la cui misura, in prima istanza, scaturisce dal
rapporto tra lo spazio percorso da un corpo e il tempo impiegato a percorrerlo; si
esprime in metri al secondo(m/sec). La velocit quindi come leffetto dellapplicazione
di una forza che ne la causa (Vittori).
Vari t ipi di forza.
La forza muscolare, a seconda di come espressa, pu essere classificata in attiva e
reattiva.

Forza Attiva
E quel tipo di forza che si produce in un singolo ciclo di lavoro muscolare denominato
contrattile CONCENTRICO; si realizza con la muscolatura in stato di quiete come per
esempio quando un soggetto da seduto si alza in piedi.
Distinguiamo la forza attiva in:
q forza massima: la forza che permette, di spostare, da fermo, in un singolo
movimento e senza limitazioni di tempo, il carico massimo;
q forza massima dinamica: il modo di esprimere il pi velocemente possibile la
forza massima, usando un carico standard rappresentato dal doppio del peso del
corpo;
q forza esplosiva: si evidenzia quando la muscolatura, in condizioni di immobilit, si
contrae tanto velocemente da sembrare unesplosione.

Forza Reattiva
E quella forza che si produce in un doppio ciclo di lavoro muscolare: ciclo di
stiramento (lavoro eccentrico) e ciclo di accorciamento (lavoro concentrico); le due
fasi di lavoro, eccentrico-concentrico, possono succedersi in un tempo pi o meno
lungo. Quando si succedono in un tempo lungo si parla di forza esplosivo-elastica
(per esempio quando un salto verso lalto preceduto da un semipiegamento).
Quando le due fasi di lavoro si succedono in un tempo breve si parla di forza
eccentrico-riflessa (per esempio quando si effettua un salto in alto a piedi uniti
rimbalzando a terra). Lutilizzo di una o laltra espressione di forza dipende dalle
esigenze dellobiettivo che si vuole raggiungere.

w w w .al l enat or e.net

5 5
Mezzi di all enament o e cat egori a al l enat a.
Categoria Giovanissimi
Periodo della stagione: fase iniziale
Squatt didattico 3x15
Salita step conc+ecc. 2x15
Molleggio piedi 3x20
SJ + CMJ 3x10
Glutei corpo libero 3x15
Periodo della stagione: fase centrale
Squatt con bilancere scarico 3x10
Molleggio piedi 3x15
SJ con balzo 3x10
CMJ con balzo 2x10
Periodo della stagione: fase finale fine stagione
Squatt con leggero carico 3x8
Addutori con elastici 3x15
Glutei con cavigliere 3x15
Moleggio piedi con sovraccarico 3x10

Categoria Allievi
Periodo della stagione: fase iniziale
Squatt per ipertrofia 3x10
Salita step con bilancere 3x10
Molleggio piedi con sovraccarico 3x15
Periodo della stagione: fase centrale
SJ con bilancere 2x10
CMJ con bilancere 2x8
Circuiti di resistenza forza veloce (RFV) 15/15
Periodo della stagione: fase finale fine stagione
Squatt per ipertrofia 3x10
Moleggio piedi con sovraccarico 3x15
Adduttori macchina 3x15
Leg Curl macchina 3x12

w w w .al l enat or e.net

6 6
Categoria Juniores
Periodo della stagione: fase iniziale
Squatt per ipertrofia 4x10
Squatt per forza max dinamica 3x6
Periodo della stagione: fase centrale
Squatt per forza max dinamica 3x6
CMJ per forza esplosiva 3x10
Circuiti di resistenza forza veloce (RFV) 15/15
Periodo della stagione: fase finale fine stagione
Squatt per ipertrofia 4x10
Squatt per forza max dinamica 4x6


Categoria Prima Squadra
Periodo della stagione: fase iniziale
Squatt per forza max dinamica 4x6
Squatt per forza esplosiva 4x10
Periodo della stagione: fase centrale
Squatt per forza esplosiva 4x10
Periodo della stagione: fase finale fine stagione
Squatt per ipertrofia 4x10
Sqatt per forza max dinamica 4x6

Peri odi zzazi one del Mesoci cl o: fasi di cari co e scari co.
Squadre con due allenamenti settimanali
1^ settimana n. 2 sedute di forza
2^ settimana n. 1 seduta di forza
3^ settimana n. 2 sedute di forza
4^ settimana n. 1 seduta di forza






w w w .al l enat or e.net

7 7
Squadre con tre allenamenti settimanali
1^ settimana n. 2 sedute di forza
2^ settimana n. 3 sedute di forza
3^ settimana n. 2 sedute di forza
4^ settimana n. 1 seduta di forza


Squadre con quattro allenamenti settimanali
1^ settimana n. 3 sedute di forza
2^ settimana n. 2 sedute di forza
3^ settimana n. 1 seduta di forza
4^ settimana n. 3 sedute di forza


Squadre con cinque allenamenti settimanali
1^ settimana n. 1 seduta di forza
2^ settimana n. 2 sedute di forza
3^ settimana n. 3 sedute di forza
4^ settimana n. 2 sedute di forza




BIBLIOGRAFIA
Aspetti fisiologici della preparazione fisica del calciatore Bosco S.S.S
Calcio e potenziamento muscolare Cometti Calzetti & Mariucci Ed.
La pratica dellallenamento Vittori S.S.S











w w w .al l enat or e.net

8 8
Breve descrizione di alcune esercitazioni A cura della redazione.


SQUAT - In piedi, gambe divaricate alla larghezza del bacino; piedi paralleli separati
(alla stessa ampiezza delle spalle), con le punte rivolte in avanti e leggermente
allesterno; bilancere sulle spalle dietro la nuca appoggiato sul muscolo trapezio. La
presa deve essere un po pi larga della larghezza delle spalle (pu anche essere
variata se ci si rende conto che non confortevole). Il peso del corpo deve essere
distribuito ugualmente sui due piedi. In generale comunque ognuno deve adattare la
posizione di partenza in funzione della propria costituzione.
Inspirare e trattenere il respiro mentre si flettono le ginocchia e si abbassa
lentamente il corpo fino alla posizione di flessione sulle gambe. Mantenere i talloni a
contatto del pavimento per tutto il tempo. Nel caso i piedi si alzassero controllare che
il problema non sia o a livello delle spalle (blocco scapolo omerale, incapacit
meccanica di ruotare esternamente lomero, tensione dei rotatori interni dellomero),
per questo motivo avviene una modificazione delle curve naturali della schiena, o a
livello del bacino (il bacino non riesce a ruotare correttamente durante la discesa), o
a livello delle caviglie (blocco meccanico o insufficiente elasticit del tricipite surale).
Bisogna pertanto risolvere prima questi problemi e successivamente passare
allesecuzione dello squatt.
Durante lesecuzione le ginocchia devono andare leggermente in avanti, i glutei
devono muoversi leggermente verso dietro e quindi diritti verso il basso con il tronco
che deve inclinarsi in avanti fino a 45 della verticale. Tenere la colonna vertebrale
inarcata nella sua posizione normale fino al raggiungimento della posizione finale
dellesercizio (cosce quasi orizzontali). Gli occhi devono essere fissi in avanti.
Quando si raggiunge la posizione finale, mantenere il respiro mentre si cambia
lentamente direzione distendendo con forza (raddrizzandosi) le gambe mediante
lestensione delle articolazioni dellanca e del ginocchio. Quando si raggiunto il punto
darresto, mentre si risale, cominciare ad espirare e completare questa espirazione
quando si raggiunge la completa posizione eretta. Durante i piegamenti, mantenere
sempre la colonna vertebrale allungata e i muscoli addominali leggermente contratti

SJ - Lesecuzione corretta prevede un angolo di flessione al ginocchio di 90 gradi. La
posizione di partenza con le gambe divaricate alla larghezza del spalle, talloni a
terra, busto eretto il pi possibile (senza inarcare la schiena), sguardo in avanti e
mani sui fianchi (servono a localizzare lo sforzo sugli arti inferiori limitando al minimo
lutilizzo delle braccia). Dalla posizione di semi accosciata a 90 gradi, senza
effettuare contromovimento (senza molleggiare o ulteriori piegamenti sulle gambe),
il giocatore deve saltare pi in alto possibile (in verticale) a ginocchia estese evitando
di richiamare le gambe o di fletterle avanti. Arrivati a terra consigliabile cercare di
ammortizzare limpatto eseguendo dei saltelli.


CMJ - La posizione di partenza eretta con le mani sui fianchi, talloni a terra,
gambe divaricate poco meno della larghezza delle spalle e piedi paralleli. Si scende
con veloce piegamento delle gambe a formare un angolo di circa 90 e poi si esegue
un balzo massimale verso lalto a ginocchia estese evitando di richiamare le gambe o
w w w .al l enat or e.net

9 9
un balzo massimale verso lalto a ginocchia estese evitando di richiamare le gambe o
di fletterle in avanti. Arrivati a terra consigliabile cercare di ammortizzare limpatto
eseguendo dei saltelli minimi (2-3 balzi sulla punta dei piedi per ammortizzare il
ritorno a terra).

Molleggio sui piedi - Con il molleggio abbiamo lelevazione sulla punta dei piedi.
Lesercizio consiste semplicemente, con carico o senza, nel sollevarsi ritmicamente
sulle punte dei piedi riservando molto importanza alla completezza dellesecuzione. I
muscoli maggiormente coinvolti sono; tricipite della sura (gastrocnemio), il peroneo
breve e il tibiale posteriore. Lesercizio pu anche essere eseguito ricercando
lappoggio sul margine mediale o laterale del piede. Nel primo caso si accentua
lazione sul peroneo breve,
mentre nel secondo (appoggio sul margine laterale) particolarmente stimolato il
lavoro sul tibiale posteriore.
Se disponiamo di un calf machine possiamo operare in questo modo: posizionare le
spalle sugli appoggi del calf machine, portare il tallone allesterno della piattaforma
dappoggio, rimanendo a contatto solo con lavampiede. Spingere sulla punta del
piede e ritornare poi con il tallone nel punto pi basso possibile. Anche in questo
caso lesecuzione deve essere effettuata al massimi ritmo esecutivo e interrotta non
appena questo ritmo accenna a diminuire.

Glutei a corpo libero - Posizione di quadrupedia. E importante che in questa
postura ci sia una distanza adeguata tra le ginocchia e le mani; in questo modo si
evita di imporre alla colonna vertebrale un atteggiamento in cifosi o in iperlordosi.
Lesercizio si realizza estendendo progressivamente la coscia fino al punto che tronco
e arto inferiore si trovano in asse. Successivamente si richiama la gamba e si ripete
lesercizio.
I soggetti pi allenati, dalla posizione raggiunta precedentemente in estensione,
possono continuare lesercizio portando larto ancora pi in alto per alcuni gradi. In
questa fase una parte dellestensione realizzata anche dal tratto lombare della
colonna che progressivamente diminuisce il raggio di curvatura della lordosi
In questo esercizio il peso della gamba a rappresentare la resistenza contro la
quale lavorano i glutei.
Una variante dellesercizio appena descritto, semplice ma efficace, consiste
nellappoggiare i gomiti a terra invece delle mani. Questo permette di inclinare il
tronco in basso consentendo, nellestensione, di portare larto pi in alto, senza che
si verifichi alcun atteggiamento di iperestensione. Per aumentare lintensit
dellesercizio possono poi essere utilizzate le apposite cavigliere aventi lo scopo di
aumentare la resistenza.

Salita step con bilancere - Caricare il bilancere sulle spalle e quindi salire sullo
step (o un qualsiasi piano rialzato) spingendo alternativamente su di un arto per
volta. Espirare ad ogni estensione della gamba e curare la ritmicit dellesecuzione e
la corretta postura. Le ripetizione nellambito di ogni serie possono essere eseguite
alternando ad ogni estensione della gamba larto sinistro al destro o utilizzando
sempre lo stesso e poi invertire alla fine della serie. In questultimo caso si
w w w .al l enat or e.net

10 10
compie un lavoro con effetti pi localizzati sugli estensori della gamba, mentre nel
primo caso si fanno molte pi ripetizioni per serie e quindi il lavoro estende i suoi
effetti anche allapparato cardio-respiratorio.
I muscoli maggiormente coinvolti sono; erettori spinali, addominali, glutei,
quadricipiti, adduttori, tensore fascia lata e tricipite della sura.

Adduttori macchina o con elastici - Seduti alladductor machine, addurre
completamente le cosce ritornando poi in abduzione completa. Ripetere la sequenza.
Lo stesso esercizio pu essere svolto anche senza lausilio della macchina utilizzando
la resistenza creata da appositi elastici fissati agli arti; lesercizio sempre di
adduzione abduzione delle cosce.
I muscoli maggiormente coinvolti sono: grande adduttore, adduttore lungo e
ladduttore breve.





Come allenare la velocit nel
mesociclo.
A curadi MASSIMO BUCCI Sett. Giov. CHIEVO VERONA
Conosciamo la capacit condizionale che permette ai nostri calciatori di
arrivare sempre per primi rispetto agli avversari. Considerazioni e
consigli pratici per allenare la velocit nel calcio.
Velocit uguale forza.
La velocit un fenomeno che dipende da diversi fattori e principalmente dalla forza.
Per definizione la velocit nel moto rettilineo uniforme data dalla formula
Spazio/Tempo, ma sappiamo benissimo che nel calcio non esiste una velocit di
spostamento costante, per questo possiamo definire il moto di un giocatore di calcio
come accelerato e decelerato. Da qui possiamo affermare che la capacit di
accelerazione di un calciatore data dal rapporto tra forza e massa corporea (a=F/m).
Si pu dedurre quindi che a parit di massa, un atleta che esprime maggiore forza
sar quindi pi veloce.
Fat t ori che det erminano la velocit .
I fattori da cui dipende la velocit sono:
q muscolari;
q metabolici;
q neuromuscolari;
q genetici.
Il diverso numero e sezione di fibre di tipo FT o STt nei muscoli determina un diverso
estrinsecarsi della forza e quindi della velocit stessa. La sezione trasversa di un
muscolo direttamente proporzionale allo sviluppo di forza. Inoltre una miglior
a ar rt ti ic co ol lo o
3
3


N . 1 3 O T T O BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

S S S S P P P P E E E E C C C C I I I I A A A A L L L L E E E E M M M M E E E E S S S S O O O O C C C C I I I I C C C C L L L L O O O O
w w w .al l enat or e.net

2 2
velocit di scorrimento delle guaine connettivali favorisce lo svilupparsi della velocit
senza lopposizione di forze intramuscolari.
I fattori metabolici che incidono su prestazioni di velocit, sono la capacit di un rapido
smaltimento di cataboliti e di lattato prodotto nei muscoli e la continua disponibilit di
substrati del metabolismo anaerobico alattacido e lattacido.
Gli aspetti principali dal punto di vista neuromuscolare sono unalta velocit di
conduzione dello stimolo (pi velocemente arriva lo stimolo al SNC e a sua volta al
SNP prima si riesce ad eseguire il gesto), un alto reclutamento di fibre (permette di
esprimere pi forza), lallontanamento della fatica sinaptica (carenza di glucosio, di
enzimi, in attivazione di recettori), una miglior coordinazione intramuscolare. Su
questo punto mi vorrei soffermare per accentuare limportanza di questo aspetto
molte volte trascurato. E molto importante per un atleta riuscire ad esprimere alti
parametri di forza utilizzando la muscolatura agonista di un gesto, ma altrettanto
importante la contemporanea inibizione della muscolatura antagonista.
Per aumentare la velocit di un atleta dobbiamo quindi migliorare le sue prestazioni di
forza ed fornirlo di una buona coordinazione generale e specifica.
Lallenamento ci permette quindi di cambiare, anche se in modo limitato, il volume e
la coordinazione delle fibre, ma non pu cambiare la loro distribuzione percentuale.
Geneticamente un atleta pi o meno predisposto a prestazioni di velocit di alto
livello.
Possiamo concludere quindi che mentre le prime tre caratteristiche (muscolari,
metaboliche e neuromuscolari) sono allenabili e quindi migliorabili, non lo il quarto
fattore (genetica).
Allenament o della velocit .
Per velocit intendiamo la capacit di realizzare azioni motorie nel pi breve tempo
possibile (Schnabel, Tiess 1993).
Esistono diverse forme di velocit; in questo articolo prenderemo in considerazione la
velocit intesa come la capacit di spostarsi nello spazio nel minor tempo possibile.
E preferibile allenare la velocit con esercitazioni a secco, in quanto avendo bisogno di
prestazioni massimali e sovramassimali lutilizzo della palla da questo punto di vista
diventa un ostacolo.
La velocit allinterno del mesociclo pu essere inserita in ogni seduta dallenamento
rimanendo fondamentale per che il suo svolgimento non avvenga in condizioni di
affaticamento. Questo per evitare di incorrere in qualche infortunio, ma soprattutto
per evitare, in caso di stanchezza, lesaurimento o il calo delle risorse energetiche
sufficienti per allenarla in modo adeguato. La velocit di contrazione di un muscolo
direttamente proporzionale alla quantit di riserve energetiche disponibili. E per
questo che lallenamento mirato a migliorare la velocit deve essere svolto nella prima
parte della seduta e non quando i giocatori iniziano ad accumulare fatica. Di
conseguenza preferibile che lallenamento di questa capacit condizionale preceda
anche le esercitazioni che riguardano le altre altre forme di allenamento atletico.
w w w .al l enat or e.net

3 3
Constatato che per allenare la velocit ho bisogno di prestazioni massimali, ritengo
che sia fondamentale ricercare nei giocatori gli stimoli e le motivazioni giuste. Se un
giocatore si abitua a certi stimoli non si allena, in quanto fatica a svolgere gli
esercizi proposti con la necessaria intensit, non ricevendo stimoli allenanti. Bisogna
cercare di essere il meno ripetitivi possibile e proporre esercizi che invoglino i giocatori
a dare il massimo. Un metodo per ottenere ci, quello di proporre piani di lavoro
sempre diversi e stimolanti, sfruttando anche il fattore della competizione. Nessun
atleta quando messo in relazione ad un compagno disposto a fare la figura del
perdente di fronte alla squadra e cerca quindi di prevalere sullaltro. Consiglio inoltre
di inserire periodicamente esercizi in forma ludica per ottenere un buon allenamento
facendo divertire allo stesso tempo i ragazzi, di qualsiasi et essi siano, soprattutto in
periodi della settimana o della stagione in cui viene a mancare la necessaria
concentrazione e perch no, anche dopo una sconfitta, allo scopo di risollevare un po
il morale del gruppo.
Per ottenere prestazioni massimali negli allenamenti anche importante saper
proporre esercizi di facile apprendimento e dare ad essi la giusta progressivit nei
carichi e nella difficolt. Si inizier quindi con esercizi semplici e facilmente eseguibili
per arrivare poi a quelli pi complessi e difficili da svolgere, aumentando di
conseguenza il numero di variabili.
La velocit, a differenza delle altre capacit condizionali, non necessita di particolari
periodi di scarico. Per allenarla occorrono sempre prestazioni massimali e quindi con
un'intensit elevata. Posso eventualmente, nelle settimane cosiddette di scarico,
ridurre il volume delle esercitazioni (anche se non deve mai essere troppo ampio) e
allenarla in contesti differenti come per esempio nella forma ludica di cui abbiamo
parlato precedentemente.
Si consiglia di riservare in ogni piano di lavoro uno spazio per allenare questa capacit,
indipendentemente dallet e dalla categoria, tenendo sempre presente che:
q il volume delle esercitazioni non sia troppo ampio;
q venga dato agli atleti un recupero adeguato per non entrare in uno stato di
affaticamento;
q lintensit degli esercizi sia sempre molto alta.
Velocit e mezzi per allenarla.
Vediamo ora una serie di mezzi dallenamento che vanno a migliorare direttamente o
indirettamente la velocit di un atleta:
q sprint in piano sui 10-20-30mt.;
q sprint in salita su distanze brevi (esempio 10mt.);
q corsa in discesa con pendenze intorno al 5%;
q sprint con sovraccarico (esempio traino, paracadute, ecc);
q circuiti di tipo elastico-reattivo (esempio skip, appoggi, toccate, balzelli, ecc);
w w w .al l enat or e.net

4 4
q circuiti di agilit e destrezza (esempio slalom, corsa laterale, salti, capovolte,
rotolamenti, ecc);
q esercizi coordinativi;
q esercizi per migliorare la tecnica di corsa (schema crociato);
q ginnastica propriocettiva.
Microciclo di allenament o per cat egoria.
Giovanissimi e Allievi
(in squadre che svolgono 2 o 3 sedute settimanali)
q Seduta 1:
10 esercizi coordinativi;
3x4 circuiti elastico-reattivi.
q Seduta 2:
10 propriocettiva;
sprint in piano 3x5 10mt.
q Seduta 3:
10 tecnica di corsa;
3x4 circuiti di agilit e destrezza.
(In ogni esercizio previsto un recupero completo).
Juniores e prime squadre
(in squadre che svolgono 3 o 4 sedute settimanali)
q Seduta 1:
15 propriocettiva;
3x5 sprint con sovraccarico;
10 circuiti elastico-reattivi.
q Seduta 2:
15 esercizi coordinativi;
4x4 sprint in salita sui 15mt.;
2x5 sprint in piano sui 10mt. + 2x5 sui 20mt.
q Seduta 3:
10 circuiti di agilit e destrezza;
3x4 sprint sui 10mt. + 3x4 sui 20mt. + 3x4 sui 30mt.
w w w .al l enat or e.net

5 5
q Seduta 4:
10 skip vari sui 10mt. (frequenza alta di movimenti);
3x4 sprint brevi con reazione a stimoli.
(In ogni esercizio previsto un recupero completo).
Squadre professionistiche e Primavera
(squadre che svolgono 5 o 6 sedute settimanali)
Solitamente nella programmazione settimanale, viene inserita una seduta dedicata
allallenamento della velocit, ma in ogni piano di lavoro sono presenti esercitazioni
che riguardano direttamente o indirettamente questa capacit.






Come allenare la resist enza nel
mesociclo.
A curadi DANIELE NERVI
Dalla sua esperienza di campo Daniele Nervi analizza, in modo
approfondito e dettagliato, lallenamento nel mesociclo, di quella
capacit condizionale, la resistenza, che alla lunga, sia durante la
partita sia durante tutta la stagione agonistica, fa sentire il suo peso.
Int roduzi one.
I l calcio, come gioco di situazione, richiede un ritmo agonistico che molto pi
complesso di una specialit in cui i meccanismi di produzione dellenergia sono pi
costanti; e per questo che molto pi complesso pianificare la preparazione fisica nel
gioco del calcio.
Parlando in particolare della resistenza, ravvisiamo che le comuni azioni di gioco sono
caratterizzate da un continuo variare daccelerazioni massimali e submassimali, con
cambi di direzione, arresti, recuperi a velocit blanda, recuperi a velocit elevata,
recuperi di passo, allunghi ad andatura costante, salti, balzi, contrasti e spostamenti
improvvisi in ogni direzione e senso. La programmazione dellallenamento richiede
quindi un impegno danalisi, valutazione, comprensione e ricerca di una soluzione che
possa soddisfare pi obiettivi.
Capacit a erobi che ed anaerobi che.
Si tratta di due concetti fondamentali per lorganizzazione del lavoro. Il calciatore,
durante la sua prestazione (la partita), consuma energia. Questa energia, in termini
biochimici, attinta dallATP (adenosintrifosfato). Questultimo, durante il lavoro
muscolare, si trasforma in un sottoprodotto detto ADP (adenosindifosfato). LADP, in
s, non pu produrre altra energia. LATP, quindi, deve continuamente essere
risentitizzato attraverso il passaggio ADP-ATP. Evidentemente in questa riconversione
richiesta ulteriore energia, che per lappunto fornita dai meccanismi aerobici ed
a ar rt ti ic co ol lo o
4
4


N . 1 3 O T T O BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

S S S S P P P P E E E E C C C C I I I I A A A A L L L L E E E E M M M M E E E E S S S S O O O O C C C C I I I I C C C C L L L L O O O O
w w w .al l enat or e.net

2 2
anaerobici insieme. LATP pu essere paragonato al combustibile essenziale per
lesercizio fisico.
Si st ema anaerobi co al at t aci do.
Questo primo meccanismo energetico, ha la peculiarit di fornire elevatissimi valori di
energia nellunit di tempo. Daltra parte, per, la sua azione pu durare solo 7-8
secondi e non oltre. Dopo tale periodo di lavoro ad intensit massimale, necessario il
riposo perch si ripristini la sua potenzialit. Il sistema anaerobico alattacido nello
sport del calcio interviene: nelle accelerazioni massimali, nei balzi e salti, oltre che
nella quasi totalit delle azioni del portiere.
Si st ema anaerobi co l at t aci do.
Questo sistema, sebbene in potenza sia minore del precedente, genera un cospicuo
rifornimento energetico negli sforzi a ripetuta massimale che si protraggono fino a 1-3
minuti. Il meccanismo lattacido agisce sul metabolismo degli zuccheri (o glicidi) e per
questo motivo conosciuto anche come glicolisi anaerobica. Esso possiede una
caratteristica peculiare: nella produzione di energia, necessaria alla risintesi dellATP,
si costituisce acido lattico nei muscoli e nel sangue. Tale accumulo di lattato
responsabile della sensazione di fatica muscolare, la quale si accompagna alla perdita
di efficacia dei movimenti. Si pu osservare che durante una partita possono essere
raggiunte concentrazioni di lattato fino a 12mmol/l che testimoniano dellimportanza di
un adeguato miglioramento della potenza anaerobica lattacida.
Distinzioni allinterno del sistema anaerobico lattacido
q Capacit Lattacida - Corrisponde alla quantit di lavoro che si riesce ad effettuare
utilizzando come fonte di energia il solo meccanismo anaerobico-lattacido e,
pertanto, tollerare laccumulo di lattato nei muscoli e nel sangue.

q Potenza Lattacida E la quantit di energia prodotta anaerobicamente, nellunit
di tempo, dalla scissione del glicogeno. E' strettamente collegata al processo
energetico anaerobico alattacido nei cui confronti svolge un vero e proprio ruolo di
supporto. In condizioni di massima potenza anaerobica lattacida possibile
mantenere lo sforzo per poche decine di secondi.
Il miglioramento della capacit aerobica si effettua con lavoro prolungato e, quindi,
tale da comportare il giusto utilizzo della miscela energetica glicogeno-grassi.
Il miglioramento della potenza aerobica si effettua con lavoro in prove ripetute ove
le tensioni muscolari e la durata (quindi velocit esecutiva) portano molto vicino
alla soglia anaerobica (mai superiore per non accumulare lattato con conseguente
riduzione della attivit dei mitocondri cellulari, le centrali "energetiche" dove
avvengono le reazioni ossidative aerobiche).

w w w .al l enat or e.net

3 3
Si st ema aerobi co.
Questo sistema produce energia mediante un processo ossidativo. Ci sta a significare
che il sistema aerobico utilizza lossigeno che respiriamo (contrariamente ai
meccanismi anaerobici, che per lappunto agiscono in assenza di ossigeno). Nel calcio
la capacit aerobica ha unimportanza indiretta e si riconduce essenzialmente alla
rapidit dei tempi di recupero e al ripristino continuo della potenzialit del meccanismo
anaerobico.
Distinzione allinterno del Sistema Aerobico
q Capacit Aerobica (o resistenza aerobica) - Possibilit di protrarre a lungo il
lavoro grazie alla presenza ottimale delle sostanze energetiche (glicogeno
muscolare ed epatico).
q Potenza Aerobica E strettamente legata alla quantit di ATP (Adenosintrifosfato)
che il metabolismo aerobico del soggetto in grado di sintetizzare nell'unit di tempo.
Sono determinanti il massimo consumo di ossigeno (detto VO2 max), che la pi
grande quantit di ossigeno che si riesce a consumare nell'unit di tempo riferendosi ad
1 Kg. di peso corporeo (ovvero aumento dell'ossigeno nel sangue e maniera ottimale in
cui giunge ai muscoli), e la massima intensit di lavoro realizzabile al di sotto della
soglia anaerobica (massima intensit di lavoro che pu essere effettuata senza
ricorrere alla glicolisi anaerobica e, quindi, senza accumulo di lattato nei muscoli).
Responsabili del VO2 max sono principalmente:
q la ventilazione respiratoria;
q la gittata cardiaca (quantit di sangue pompata in un minuto);
q il trasporto periferico di ossigeno da parte dellemoglobina del sangue;
q la capillarizzazione muscolare;
q la differenza arterio-venosa della concentrazione di ossigeno;
q lattivit enzimatica a livello dei mitocondri delle cellule muscolari.
Il VO2 max raggiunge il suo valore naturale massimo intorno ai 16-17 anni per poi
diminuire progressivamente.
I processi di recupero.
Questo un argomento che non deve essere assolutamente sottovalutato nella fase di
progettazione del lavoro. Si deve sempre avere in mente il concetto che lallenamento
costituito dalla corretta alternanza tra lavoro e riposo. Il recupero contribuisce
esplicitamente allacquisizione della forma.
Prendiamo ora in esame alcune nozioni relative alla programmazione dei tempi e dei
tipi di recupero.
Il debito di ossigeno
Le attivit anaerobiche provocano da un lato il depauperamento delle scorte di ATP e
fosfocreatina (un composto fosforico ricco di energia che ha funzioni simili a quelle
dellATP), e dallaltro, producono laccumulo di lattato. Tale situazione organica
w w w .al l enat or e.net

4 4
richiede un quantitativo extra di ossigeno, che fornito mediante laumento della
frequenza ed ampiezza respiratoria, oltrech dalla gittata e frequenza cardiaca.
Ora teniamo presente questi due dati:
q il debito di ossigeno alattacido pagato nel giro di 2-3 minuti;
q la rimozione del lattato avviene con un ora di riposo.
Espressi oni di resi st enza ri chi est e durant e una part i t a di cal ci o.
Alcuni dati statistici di una partita di calcio:
q Minuti di gioco: 90
q Minuti di gioco effettivo 50-60 in cui il giocatore compie:
3 km di passo;
8 km di corsa.
Il problema capire quali sistemi di produzione di energia il giocatore utilizza in questi
11 km.
Fondamentalmente distinguiamo:
q accelerazioni massimali;
q corse a medie velocit;
q corse o camminate in regime aerobico.
Accelerazioni massimali
Il dato pi importante sono il numero di accelerazioni (massimali o submassimali) che
il giocatore solitamente esegue durante la partita. Queste sono sempre collegate alle
giocate importanti, che essenzialmente sono:
q accelerazioni con possesso di palla per superare lavversario;
q accelerazioni in fase difensiva;
q accelerazioni per smarcarsi;
q accelerazioni per impedire lo smarcamento dellavversario.
Evidentemente le accelerazioni massimali o submassimali utilizzano i meccanismi
anaerobici (alattacido e lattacido), poich da un punto di vista energetico richiedono la
produzione massima di energia nellunit di tempo.
Ecco quali sono le distanze che compiono di solito i calciatori durante la partita:
q le accelerazioni massimali sono su distanze da 7 a 15 metri;
q il numero delle accelerazioni massimali oscilla tra le 30 e le 60.
Corsa a media velocit
Indicativamente, queste corse a medie velocit si compiono su distanze da 15 a 30
metri e sono ripetute per circa 40-80 volte.
Nel contesto tattico della partita, queste corse a media velocit, si compiono per:
q scalare dei giocatori in fase difensiva;
w w w .al l enat or e.net

5 5
q spostamenti di compensazione in fase di attacco su azione manovrata;
q azioni di temporeggiamento;
q corse in cui il giocatore riprende la posizione originaria.
Corse o camminate in regime aerobico
Durante la partita, il giocatore compie dei tratti di corsa a bassa velocit e di passo
(suddivise in 200-300 frazioni) per un tempo complessivo di circa 30 minuti.
Landatura di questa corsa talmente lenta da indurre a pensare che investa la
capacit aerobica.
Da quanto sopra esposto, risulta che sostanzialmente il ritmo agonistico della partita
dipende dalla ripetitivit e dalla intensit delle accelerazioni massimali.
Una singola accelerazione massimale di 7-15 metri valutata da un punto di vista
energetico nel regime anaerobico alattacido. In ogni caso, il punto fondamentale della
questione, il ripetersi di questi sforzi ed il tempo di recupero a disposizione,
dipendente dalle situazioni di gioco.
Nella partita, il calciatore chiamato a produrre degli sforzi massimali anche quando
non ha recuperato completamente quello precedente; per questo motivo questi sforzi
massimali si collocano talmente ravvicinati tra loro che il sistema energetico spesso
cambia di qualit.
Frequentemente chiamato in causa il meccanismo lattacido, anche se le
concentrazioni di lattato non sono quasi mai molto elevate nel calciatore. Peraltro,
osserviamo che il calciatore durante la partita si trova alcune volte in stato di totale
debito di ossigeno e che in ogni caso chiamato dalla situazione di gioco a fornire un
ulteriore sforzo massimale. Quindi il meccanismo lattacido entra costantemente in
azione durante la partita, anche se a bassa intensit, con 2-3 picchi massimali nel
corso dei 90 minuti complessivi.
In ogni caso evidenziamo che la possibilit di ripetere degli sforzi massimali durante la
partita dipende dallefficienza del recupero che strettamente correlato alla potenza
aerobica.
Dopo aver detto tutto questo, possiamo valutare in modo pi appropriato quei 30
minuti di corsa a bassa velocit, la quale da una visione superficiale potrebbe far
supporre che il calciatore necessita di bassi livelli di potenza aerobica.
Il giocatore durante la partita, anche quando corre lentamente o cammina per il
campo, sta sollecitando i suoi meccanismi aerobici a lavorare a pieno ritmo per pagare
i debiti di ossigeno contratti durante le accelerazioni massimali. Ci si pu quindi
rendere conto che la partita di calcio in s costituisce un notevole stimolo sul
meccanismo aerobico, anche se agisce in modo indiretto, ovvero costringendo il
meccanismo aerobico a lavorare per conto del meccanismo anaerobico.
Espressioni della resistenza
Classificazione della resistenza in base alla durata dello sforzo:
q Resistenza a brevissimo termine (lo sforzo si mantiene entro i 10 secondi). La
capacit prestativa dipende essenzialmente dai meccanismi anaerobici alattacidi.
q Resistenza a breve termine (lo sforzo contenuto entro i 30 secondi). La
capacit prestativa dipende:
dai meccanismi anaerobici alattacidi;
dalla tolleranza al lattato.
w w w .al l enat or e.net

6 6
q Resistenza a medio termine (lo sforzo contenuto nei 10 minuti). La capacit
prestativa dipende essenzialmente:
dalla potenza aerobica;
dalla tolleranza al lattato.
q Resistenza a lungo termine (lo sforzo contenuto nei 30 minuti). La capacit
prestativa dipende essenzialmente:
dalla potenza aerobica;
dalle riserve di glicogeno;
dalla tolleranza al lattato.
q Resistenza a lunghissimo termine (lo sforzo superiore ai 30 minuti). La
capacit prestativa dipende essenzialmente:
dalle riserve di glicogeno;
dalla potenza aerobica;
dallefficienza della termoregolazione (ricordiamo che laumento di 1 grado della
temperatura corporea riduce del 30% la capacit della prestazione).
Mezzi allenant i ut ilizzat i.
q Lavoro Aerobico Intermittente con una variazione che si colloca circa al 70/80%
della velocit max.
E consigliabile creare dei gruppi omogenei (magari quelli creati dopo il V.A.M. Test
proposto dal Dott. G.Nicola Bisciotti, quindi con una Velocit Aerobica Massimale
abbastanza simile tra loro).
Ecco di seguito i vari tipi di Intermittente usati:
Intermittente 200/100 - Si alternano 200 in corsa lenta ed 100 in allungo.
Intermittente 130/30 - Si alternano 130 in corsa lenta e 30 in allungo.
Intermittente 100/100 - Si alternano 100 in corsa lenta ed 100 in allungo.
Intermittente 30/30 - Si alternano 30 in corsa lenta ed 30 in allungo.

q Ripetute su distanze medio/lunghe (600-1000mt.) a gruppi differenziati con
tempi di percorrenza diversi a seconda della V.A.M.
q Ripetute su distanze medio/brevi (100-400mt.) a gruppi differenziati a
seconda della V.A.M.
q Percorso Organico di Capacit Aerobica da 220mt.
q Percorso Organico di Potenza Aerobica da 140mt.
q Corsa in % della Fc Max: una corsa continua con ritmo in % (dal 95 al 110%)
della Fc Max (rilevata per ogni singolo atleta con il cardiofrequenzimetro al termine
del VAM Test).

w w w .al l enat or e.net

7 7
q Lavori con palla, a reparti o di squadra, con finalit atletiche di tipo Aerobico o
Lattacido.
Questi tipi di lavori per necessitano di una sperimentazione ed un monitoraggio
specifico con cardiofrequenzimetro per capire con quale meccanismo energetico
stiamo lavorando.
Questa parte sar probabilmente oggetto di un futuro articolo.
Periodizzazione dei lavori di t ipo aerobico alli nt erno del mesoci cl o.
Come gi detto in precedenza, lavorando nel settore dilettantistico da parecchi anni,
mi trovo ad impostare programmi dallenamento per soggetti che si allenano di sera,
dovendo di giorno lavorare o studiare.
Solitamente i giorni settimanali scelti per gli allenamenti sono: marted, gioved (solo
in rari casi il mercoled), venerd (nel caso di n. 3 allenamenti settimanali).
Di solito durante la settimana di carico si inseriscono i lavori organici nel primo giorno
di allenamento settimanale (marted). Pu capitare di programmarli anche nella
giornata di gioved (magari con un carico non eccessivo, per evitare di lasciare troppe
scorie), quando il marted si voglia lavorare sulla forza. Bisogna anche tenere
presente che a volte nella giornata di marted non tutti i giocatori hanno
completamente recuperato dopo lo sforzo della partita domenicale ed un lavoro di
forza nella giornata del Marted andrebbe a peggiorare ulteriormente la condizione
muscolare dellatleta.
Quindi se si propone un lavoro di forza, il carico non deve essere eccessivo.
Tra le varie soluzioni e opzioni pu poi anche capitare di inserire al marted tutti e due
tipi lavori (ovviamente prima quello di forza ed a fine allenamento il lavoro organico).
Fasi di carico e scarico nel Mesociclo
Solitamente utilizzo la proporzione:
q 3 settimane di carico
q 1 settimana di scarico
nella quale vengono effettuati lavori quasi interamente con palla ad intensit
medio/alta.
Lunica deroga alla proporzione 3 carico/1 scarico, quando nel periodo invernale, ci
si trova di fronte a campi molto pesanti, dove le 3 settimane consecutive di carico
possono risultare molto impegnative (ricordiamo sempre che siamo di fronte a
persone che lavorano tutto il giorno o ragazzi che studiano) e si pu correre il rischio
di aumentare il numero degli infortuni. In questo periodo utilizzo la proporzione 2
carico/1 scarico fino a quando le condizioni dei campi di allenamento non tornano a
livelli pi accettabili.
Per meglio capire come inserire in un Mesociclo tipo i vari lavori di Potenza Aerobica
con gli altri lavori di forza, velocit, reattivit ecc forse pi esplicativo, chiaro e
pratico riportare un vero mesociclo (con rapporto 3 settimane di carico ed 1 settimana
di scarico) da me strutturato nellanno 2002/2003 nella societ U.S. Caravaggio (Bg),
partecipante al Campionato di Eccellenza.

w w w .al l enat or e.net

8 8
SETTIMANA DI CARICO 1/3
Mar
17/09/02
Forza Veloce + Potenza Aerobica
min Tipo di lavoro

8 Analisi partita precedente
5 Corsa lenta continua
10 Stretching generale
2 Skip vari
25 Multibalzi in staffetta con partenza ed arrivo in accelerazione
[5+20+5mt] 3 x 5 MP= 4'00"
2 Skip vari ad intensit elevata
3 Stretching generale
45 Parte tecnico-tattica di media intensit
20 Tira e molla 50+50mt X 6 rip continue: medio forte. N2serie MP=
4'00"
5 Defaticamento e scarico colonna.
117
Gio
19/09/02
Resistenza alla Velocit
25 Riscaldamento con palla
10 Stretching generale
3 Skip vari
25 Navetta: 5+5mt/10+10mt/ X 5 serie MP=1'30"
45 Parte tecnico-tattica
3 Corsa lenta continua.
111
Ven
20/09/02
Velocit
20 Riscaldamento con palla + stretching
3 Skip vari
20 Accelerazioni max su 20mt: 2 X 5 rip R=1'00" MP= 3'00"
3 Stretching generale
45 Parte tecnico-tattica
5 Defaticamento e scarico colonna.
96
Dom
22/09/02
Campionato di Eccellenza Girone B Ore 15,30.
2a Giornata di Andata
Caravaggio - Pontirolese 2 - 1




w w w .al l enat or e.net

9 9
SETTIMANA DI CARICO 2/3
Mar
24/09/02
Forza Veloce + Potenza Aerobica
15 Corsa lenta continua + mob. Articolare
6 Stretching generale
3 Skip vari
25 Accelerazioni in staffetta con sovraccarico sui 25 mt. 3 X 5 MP=
4'00"
3 Stretching generale
50 Partitella su campo ridotto di buona intensit
12 Lavoro intermittente: 45"/15" + 40"/20"
2 Corsa lenta continua defaticante
116

Note: Lavoro intermittente ridotto da 15'00" a 12'00".
Fondo pesante per la pioggia.
Gio
26/09/02
Velocit
25 Riscaldamento con palla
10 Stretching generale
3 Skip vari
25 Prove di accelerazione con cambi di direzione, con aumento
progressivo della distanza:
5+6+7+8+9+10 mt X 3 serie MP= 3'00".
45 Parte tecnico-tattica
4 Corsa lenta defaticante e stretching generale
112

Note: Fondo leggermente allentato. Nel lavoro di cambi di direzione alcune
difficolt di equilibrio.
Squadra molto pi reattiva. Buona intensit per tutto l'allenamento.
Ven
27/09/02
Reattivit/Rapidit
20 Riscaldamento con palla + stretching
3 Skip vari
20 Percorso di reattivit, rapidit (accel.+slalom paletti+accel+skip
basso paletti + accel.) 2X5
3 Stretching generale
45 Parte tecnico-tattica
5 Defaticamento e scarico colonna.
96
Dom
29/09/02
Campionato di Eccellenza Girone B Ore 15,30.
3a Giornata di Andata
Tribiano - Caravaggio 1 - 0
w w w .al l enat or e.net

10 10
SETTIMANA DI CARICO 3/3
Mar
01/10/02
Potenza Aerobica
15 Analisi partita precedente
12 Corsa lenta continua + mob. Articolare
10 Stretching generale
5 Skip in varie forme con brevi accelerazioni
50 Parte tecnico-tattica
15 Intermittente: 30/30
8 Defaticamento e scarico colonna.
115
Gio
03/10/02
Forza Veloce
25 Riscaldamento con palla
10 Stretching generale
3 Skip vari
25 Percorso di Forza Veloce: ostacoli/navetta10+10/allungo 30mt.
all'80%del max. 2X5
3 Stretching generale
45 Parte tecnico-tattica
4 Corsa lenta defaticante e stretching generale.
115
Ven
04/10/02
Reattivit/Rapidit

20 Riscaldamento con palla + stretching
3 Skip vari
20 Percorso di reattivit, rapidit. 2X5 R= completi
3 Stretching generale
45 Parte tecnico-tattica
5 Defaticamento e scarico colonna.
96
Dom
06/10/02
Campionato di Eccellenza Girone B Ore 15,30.
4a Giornata di Andata
Caravaggio - Colognese 2 - 6









w w w .al l enat or e.net

11 11
S E T T I M A N A D I S C A R I C O
Mar
08/10/02
Test Aerobico
8 Analisi partita precedente
12 Corsa lenta continua + mob. Articolare
6 Stretching generale
3 Skip in varie forme con brevi accelerazioni
3 Stretching generale
40 Parte tecnico-tattica
5 Recupero con stretching generale
15 Yo-Yo Endurance Test ( livello 2)
6 Corsa lenta continua.
98
Gio
10/10/02

25 Riscaldamento con palla
10 Stretching generale
10 Skip vari con brevi sprint
3 Stretching generale
45 Parte tecnico-tattica di media intensit
4 Corsa lenta defaticante e stretching generale.
97

Note: Pioggia molto forte. Terreno pesantissimo.
Ven
11/10/02
Velocit
20 Riscaldamento con palla + stretching
3 Skip vari
20 Accelerazioni massimali: 10-15-20-20-15-10 mt X 2 serie R=
completi MP= 3'00"
3 Stretching generale
45 Parte tecnico-tattica
5 Defaticamento e scarico colonna.
96
Dom
13/10/02
Campionato di Eccellenza Girone B Ore 15,30.
5a Giornata di Andata
Casati Arcore - Caravaggio 2 - 4






w w w .al l enat or e.net

12 12
Indicazioni generali e t abelle sulla programmazione del lavoro di
resist enza.
Prima di impostare un lavoro organico, di qualsiasi tipo esso sia, si dovrebbe fare un
test per capire che tipo di giocatori abbiamo davanti e qual il loro motore aerobico.
Per fare dei gruppi di lavoro omogenei faccio effettuare il V.A.M. Test proposto dal
Dott. G.Nicola Bisciotti.
Attraverso questo semplice test si possono ricavare dati importantissimi per impostare
un piano di allenamento mirato ed il pi possibile differenziato:
q la V.A.M. (Velocit Aerobica Massimale) di ogni giocatore;
q la soglia Anaerobica;
q il VO2Max (ricavato con una semplice formula).
Avendo a disposizione questi dati possibile impostare e pianificare un programma di
allenamento mirato, magari dividendo i giocatori in gruppi (poich penso sia
impossibile creare un allenamento personalizzato per ogni giocatore) omogenei fra di
loro.
Presenter ora alcuni miei lavori di tipo organico proposti in questi anni di lavoro nel
settore dilettantistico. Dobbiamo sempre ricordare che ci troviamo davanti a giocatori
che per lavoro (e con le pi svariate tipologie di lavoro, pi o meno pesanti) o studio,
sono impegnati tutto il giorno, e si devono allenare di sera.
Quindi un piccolo consiglio che mi permetto di dare a chi lavora con i dilettanti di
usare moltissimo buon senso nel preparare i programmi di allenamento, nel stabilire i
carichi di lavoro e soprattutto essere pronto a cambiare al volo il programma
prefissato (o magari ridurne il carico) nel caso ci si rendesse conto che, vista la
condizione particolare generale di stanchezza di quella serata, eseguire il lavoro
prefissato potrebbe causare pi danni che il non farlo addirittura.
Lavori allenanti
I seguenti lavori sono quelli che propongo alla Prima Squadra, ma sono attuabili anche
nelle categorie giovanili Juniores ed Allievi senza nessuna controindicazione.
I lavori dovranno essere adeguati, nella determinazione dei carichi di lavoro, nel
numero delle serie e delle ripetizioni, nel calcolare i tempi di percorrenza ed i recuperi,
a seconda della categoria giovanile che si va ad allenare.
Precisazioni per chi opera nel settore giovanile.
q Categoria Juniores
Si possono mantenere praticamente invariati i carichi di lavoro, le serie, le ripetizioni, i
tempi di recupero proposti per la Prima Squadra. A scopo cautelativo si pu ridurre il
carico totale del 5/10% circa.

w w w .al l enat or e.net

13 13
q Categoria Allievi
Diminuire il carico totale proposto per la Prima Squadra del 15/20%. In caso di palese
difficolt da parte dei ragazzi si possono aumentare i tempi di recupero del 20% circa.
Percorso Organico da 220mt. (Capacit Aerobica)
20 mt.
C
o
r
s
a

l
e
n
t
a

2
0
m
t
.
C
o
r
s
a

l
e
n
t
a

2
0
m
t
.
A
llu
n
g
o
a
ll8
0
%
p
e
r
6
0

m
t
.

A
l
l
u
n
g
o

a
l
l

8
0
%

d
e
l

m
a
x
A
l
l
u
n
g
o

a
l
l

8
0
%

d
e
l

m
a
x
+ +

Da utilizzare nei
primissimi giorni del
Precampionato.
N Serie: 2
N Ripetizioni: 10/12
Recupero tra le
ripetizioni: 15/130
Recupero tra le serie:
400/500
Frequenza Cardiaca
rilevata: da 150 a
165 b.m.




Percorso Organico da 140mt. (Potenza Aerobica)
15 mt.
C
o
r
s
a

l
e
n
t
a

2
0
m
t
.
A
l
l
u
n
g
o

a
l
l

8
0
%

d
e
l

m
a
x
A
l
l
u
n
g
o

a
l
l

8
0
%

d
e
l

m
a
x
A
c
c
e
l
e
r
a
z
i
o
n
e

1
2
m
t
.
C
o
r
s
a

l
e
n
t
a

2
0
m
t
.
C
o
r
s
a

l
e
n
t
a

2
0
m
t
.
A
c
c
e
l
e
r
a
z
i
o
n
e

1
2
m
t
.
+ + + +

Da utilizzare nella
seconda parte della
fase Precampionato
dopo aver proposto il
Percorso di Capacit
Aerobica (lavoro n.1).
N Serie: 2
N Ripetizioni: 5/8
Recupero tra le
ripetizioni:
130/145
Recupero tra le serie:
400/500


w w w .al l enat or e.net

14 14
Tira e Molla 50+50mt. X 10 ripetute continue (Capacit Aerobica)
Sul campo di calcio (ipotizziamo la lunghezza di 100mt.) si alternano 50mt. in corsa
lenta e 50mt. in allungo all80% della max velocit. Arrivati in fondo al campo, si
effettua un cambio di direzione e si riparte con un altro 50mt. in corsa lenta ed uno in
allungo. Cos per n. 10 lati del campo.
Da utilizzare nei primissimi giorni del Precampionato.
N Serie: 4/6
Recupero tra le serie: 400/500
Frequenza Cardiaca rilevata: da 140 a 160 b.m.

Tira e Molla 50+50mt. X 6 ripetute continue (Potenza Aerobica)
Sul campo di calcio (ipotizziamo la lunghezza di 100mt.) si alternano 50mt. in allungo
al 50% e 50mt. in allungo all80% della max velocit. Arrivati in fondo al campo, si
effettua un cambio di direzione e si riparte. Cos per n. 6 lati del campo.
Da utilizzare nella seconda parte della fase Precampionato e durante lannata nella
programmazione dei vari mesocicli.
N Serie: 3/5
Recupero tra le serie: 400/500
Frequenza Cardiaca rilevata: da 155 a 180 b.m.

Tira e Molla 30+30+30mt. X 5 ripetute continue (Potenza Aerobica)
Sul campo di calcio (ipotizziamo la lunghezza di circa 90mt.) si alternano 30mt. in
allungo al 50% e 30mt. in allungo all80% della max velocit. Arrivati in fondo al
campo, si effettua un cambio di direzione e si riparte. Cos per n. 5 lati del campo.
Da utilizzare nella seconda parte della fase Precampionato e durante lannata nella
programmazione dei vari mesocicli.
N Serie: 3/5
Recupero tra le serie: 400/500.

Tira e Molla 20+20+20+20mt. X 3 ripetute continue (Potenza Lattacida)
Sul campo di calcio (ipotizziamo la lunghezza di circa 80mt.) si alternano 20mt. in
corsa lenta e 20mt. in accelerazione max. Arrivati in fondo al campo, si effettua un
cambio di direzione e si riparte. Cos per n. 3 lati del campo.
Da utilizzare nella seconda parte della fase Precampionato e durante lannata nella
programmazione dei vari mesocicli.
N Serie: 1/3
Recupero tra le serie: 500/600.

w w w .al l enat or e.net

15 15
Ripetute in linea su distanze medio-lunghe (Capacit Aerobica)


GRUPPO L
Tempo Recupero
dist rip. vel.Gr L min sec min sec
1.000 1 12,0 5 0 5 0
800 2 11,8 4 4 4 4
600 1 11,8 3 3 3 3
600 1 11,8 3 3 3 3
800 2 11,8 4 4 4 4
1.000 1 12,0 5 0 5 0
6.400 8 Totale Min/Sec 56 36

GRUPPO M
Tempo Recupero
dist rip. vel.Gr
M
min sec min sec
1.000 1 12,0 5 0 5 0
800 2 12,3 3 54 3 54
600 1 12,3 2 56 2 56
600 1 12,3 2 56 2 56
800 2 12,3 3 54 3 54
1.000 1 12,0 5 0 5 0
6.400 8 Totale Min/Sec 55 8

GRUPPO V
Tempo Recupero
dist rip. vel.Gr V min sec min sec
1.000 1 12,0 5 0 5 0
800 2 12,8 3 45 3 45
600 1 12,8 2 49 2 49
600 1 12,8 2 49 2 49
800 2 12,8 3 45 3 45
1.000 1 12,0 5 0 5 0
6.400 8 Totale Min/Sec 53 46
Esempio di seduta di
allenamento:
Da utilizzare nei
primissimi giorni del
Precampionato.
Come si nota nella
scheda allenamento
sopra esposta, sono stati
formati (con il V.A.M.
Test) n. 3 gruppi di
lavoro omogenei
(denominati Lento,
Medio e Veloce) con
delle velocit (appunto
la VAM) molto simili tra
di loro.
Ogni gruppo ha delle
velocit diverse e di
conseguenza dei tempi
di percorrenza e di
recupero diversi.
Recuperi = 1: 1.








w w w .al l enat or e.net

16 16
Ripetute in linea su distanze brevi (Potenza Aerobica)


GRUPPO L
Tempo Recupero
dist rip. vel.Gr L min sec min sec
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 18,0 0 20 1 20
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 18,0 0 20 1 20
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 18,0 0 20 1 20
200 1 15,0 0 48 1 36
18,0 0 0 0 0
15,0 0 0
2.300 19 Totale Min/Sec 18 36

GRUPPO M
Tempo Recupero
dist rip. vel.Gr M min sec min sec
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 19,5 0 18 1 12
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 19,5 0 18 1 12
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 19,5 0 18 1 12
200 1 15,0 0 48 1 36
19,5 0 0 0 0
15,0 0 0
2.300 19 Totale Min/Sec 17 42

GRUPPO V
Tempo Recupero
dist rip. vel.Gr v min sec min sec
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 21,9 0 16 1 4
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 21,9 0 16 1 4
200 1 15,0 0 48 1 36
100 5 21,9 0 16 1 4
200 1 15,0 0 48 1 36
21,9 0 0 0 0
15,0 0 0
2.300 19 Totale Min/Sec 16 48
Esempio di seduta di
allenamento:
Da utilizzare dopo i
primissimi giorni del
Precampionato dopo aver
svolto il lavoro di
Capacit aerobica.
Come si nota nella
scheda allenamento
sopra esposta, sono stati
formati (con il V.A.M.
Test) n.3 gruppi di lavoro
omogenei (denominati
Lento, Medio e Veloce)
con delle velocit molto
simili tra di loro.
Ogni gruppo ha delle
velocit diverse e di
conseguenza dei tempi di
percorrenza e di recupero
diversi.
Recuperi = 1: 2 per la
distanza dei 200mt.
1:4 per la
distanza dei 100mt.


w w w .al l enat or e.net

17 17
C.C.V.V.
Metodo studiato ed introdotto dal biomeccanico Carmelo Bosco (recentemente
scomparso) per migliorare la potenza aerobica negli sport di squadra, e
particolarmente nel calcio.
E costituito da rapide accelerazioni eseguite con sforzo massimale di 3 5 7 ,
seguite da pause di recupero attivo in cui si corre a velocit submassimale (per chi
non ha strumentazioni specifiche per determinarla, si pu intendere un buon allungo al
70/80% del max), che quella pi efficace a favorire lo smaltimento del lattato
prodotto durante le accelerazioni. Quindi da una parte si avr una produzione di
lattato e dallaltra si abituer lorganismo ad utilizzarlo, fenomeno che verosimilmente
avviene durante una partita vera e propria di calcio.
Ecco di seguito la tabella per eseguire il CCVV; stata apportata una piccola modifica
alla formula originale del Prof. Carmelo Bosco. E stato infatti inserito, allinizio ed alla
fine, 100 in corsa lenta, questo per iniziare e finire il lavoro (gi abbastanza
impegnativo) nel modo meno traumatico possibile.
da a velocit durata
0'00" 1'00" corsa lenta 1'00"
1'00" 2'40" allungo 1'40"
2'40" 2'43" accelerazione 3"
2'43" 3'13" allungo 30"
3'13" 3'18" accelerazione 5"
3'18" 4'38" allungo 1'20"
4'38" 4'45" accelerazione 7"
4'45" 6'25" allungo 1'40"
6'25" 6'28" accelerazione 3"
6'28" 6'58" allungo 30"
6'58" 8'00" corsa lenta 1'02"
Da utilizzare dopo i primissimi giorni del Precampionato dopo aver svolto il lavoro di
Capacit aerobica e durante lanno nella normale programmazione dei mesocicli.
Serie da 800/1200
N Serie: 1/2
Recupero tra le serie: 500/800.
Lavoro Intermittente
Lo scopo principale di questo metodo mantenere il consumo dossigeno il pi vicino
possibile al livello massimale e, contemporaneamente, ottenere un elevato ritmo di
sforzo per una certa durata.
La velocit di corsa ottimale, non avendo a disposizione strumenti specifici, si pu
individuare in un allungo all80% del max.
w w w .al l enat or e.net

18 18
E secondo me consigliabile, come gi detto precedentemente, suddividere la squadra
in almeno 3 gruppi omogenei per velocit.
Tipo di sforzo:
q intermittente 200/100 si alternano 200 in corsa lenta ed 100 in allungo
(Capacit Aerobica); solo nei primissimi giorni di precampionato;
q Intermittente 130/30: si alternano 130 in corsa lenta e 30 in allungo (Capacit
Aerobica); solo nei primissimi giorni di precampionato;
q Intermittente 100/100 si alternano 100 in corsa lenta ed 100 in allungo
(Potenza aerobica);
q Intermittente 30/30 si alternano 30 in corsa lenta ed 30 in allungo (Potenza
aerobica);
q Intermittente 15/30 si alternano 30 in corsa lenta ed 15 in allungo (Potenza
aerobica);
q Intermittente 15/15 si alternano 15 in corsa lenta ed 15 in allungo (Potenza
aerobica).

Durata: da 600 per i lavori di Potenza aerobica a 2000 per quelli di Capacit
aerobica.
N 1/3 serie a seconda del tipo di intermittente e del periodo.
Recupero tra le serie: 500/800.
Fartlek Svedese
Si alternano degli allunghi di 80-150mt., con delle corse a bassa velocit di circa 150-
200mt.
Durata: 2000/3000.
Da svolgere nei primissimi giorni di allenamento del precampionato.
Interval training
Si tratta di un mezzo di allenamento che investe principalmente il meccanismo
lattacido.
I giocatori devono correre una distanza (dai 100 ai 600 mt.) ad una velocit tale che i
battiti del cuore giungano al 95-100% della max frequenza cardiaca.
La prova va ripetuta nel momento in cui il giocatore si trova nuovamente in regime
aerobico.
Indicativamente il periodo di recupero tra una prova e la successiva deve essere
prolungata fino a quando le pulsazioni cardiache non sono scese al 70-75% della
frequenza max. E evidente che se accorciamo il tempo di recupero tra una prova e
laltra il lavoro diventer sempre pi a carico della capacit lattacida, mentre se
allunghiamo il tempo di recupero, aumenteremo lintensit delle singole ripetute ed il
lavoro effettuato sar maggiormente a carico della potenza lattacida.
Quindi i 4 elementi fondamentali dellinterval training sono:
w w w .al l enat or e.net

19 19
q intensit: aumenta col diminuire la lunghezza della distanza;
q distanza: pu oscillare dai 100 ai 600 mt.;
q tempo di recupero: in relazione allintensit dello sforzo ed alla lunghezza della
prova;
q numero delle ripetizioni: varia a seconda dellintensit dello sforzo ed alla
lunghezza della prova.
Esempio di seduta di Interval Training sui 100mt.:
Tempo: 16/17
Recupero: 100/120
N ripetute: 6/10.




La preparazione at let ica nel
mesociclo.
A curadi CRISTIAN MAZZURANA Sett. Giov. HELLAS VERONA
Principi, concetti ed esempi pratici per programmare lallenamento
condizionale nel mesociclo agonistico.
Organizzazione dellallenament o.

E cosa nota che la stagione sportiva viene suddivisa in cicli o periodi:
q periodo preparatorio;
q periodo agonistico;
q periodo di transizione.
In questo articolo ci vogliamo occupare di una fase particolare del periodo agonistico
(cio di quello che contraddistingue la maggior parte del tempo impiegato in una
stagione) della durata di un mese (da cui mesociclo) suddiviso quindi in 4 settimane di
lavoro (per convenienza chiamate microcicli).
Cos come per il periodo preparatorio, anche per quello agonistico dobbiamo analizzare
almeno tre punti:
q gli obiettivi;
q i carichi di lavoro;
q i mezzi di allenamento.
Gli obiettivi fondamentali del periodo agonistico sono:
q il raggiungimento;
q il perfezionamento;
q il mantenimento
della massima capacit di prestazione. Se il lavoro effettuato durante il ciclo pre-
agonistico stato programmato oculatamente e le tabelle che ci siamo prefissi sono
a ar rt ti ic co ol lo o
5
5


N. 1 3 OT T OBRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

S S S S P P P P E E E E C C C C I I I I A A A A L L L L E E E E M M M M E E E E S S S S O O O O C C C C I I I I C C C C L L L L O O O O
w w w .al l enat or e.net

2 2
state il pi possibile rispettate, avremo minori difficolt nel raggiungere in poco tempo
lo stato di forma ideale che ci consentir di affrontare nel migliore dei modi lintera
stagione sportiva. In ogni caso, aggiustamenti e perfezionamenti dei carichi di lavoro
immediatamente successivi a questo periodo sono ovviamente da considerarsi
necessari. Cos come, utile ricordare, il volume del carico di lavoro del ciclo
preparatorio scender sensibilmente mentre aumenter il lavoro relativo allintensit.
Allinterno del nostro mesociclo dobbiamo poi tenere conto dellalternanza dei carichi
di lavoro. Non si pu certo pensare ad un carico sempre crescente dallinizio alla fine
dellintera stagione sportiva (macrociclo). Ecco perch dopo un ciclo di costruzione in
cui il volume predominante, si passa ad una fase di mantenimento in cui
necessariamente ci saranno dei momenti (o microcicli) a carico elevato ma anche dei
momenti (o microcicli) cosiddetti di scarico. Per ci che riguarda i mezzi di
allenamento, essi saranno soprattutto a carattere speciale e il pi possibile simili alla
gara sia dal punto di vista tecnico che da quello fisico-atletico.
Ho pensato di semplificare le cose sottopononendo un esempio di mesociclo suddiviso
in 4 microcicli (A, B, C, D) composto ciascuno di tre allenamenti (1, 2, 3). Come si
potr notare, nel primo allenamento di ciascun microciclo, il lavoro atletico rivolto
soprattutto allo sviluppo della forza esplosiva, della velocit e della potenza aerobica;
nel secondo si d spazio alla resistenza lattacida e alla velocit; nel terzo
allesaltazione della velocit pura. In ciascun allenamento sono previsti momenti
dedicati alle esercitazioni di rapidit/reattivit e alle componenti coordinative.
Consi derazi oni sul mesoci cl o consi derando l a cat egori a al l enat a.
Il mesociclo in questione, rivolto alla categoria juniores, pu essere applicato con
alcuni accorgimenti anche ad una categoria superiore e ad una inferiore. Non a mio
avviso utilizzabile per i giovanissimi in quanto questa categoria non prevede un carico
di forza cos elevato e dove laspetto lattacido non deve essere esaltato se non con
lutilizzo del mezzo e per periodi di lavoro decisamente inferiori; si pu magari
apportare qualche modifica solo per ci che riguarda la potenza aerobica. Per la
categoria allievi si pu modificare il carico di forza sviluppandolo con quantit inferiori
e per solo due microcicli la settimana o al massimo tre, mentre sar utile ridurre
anche il minutaggio della potenza aerobica e sostituire linterval-training (le ripetute
su distanze predeterminate) con una Corsa con variazione di velocit (CCVV); per
laspetto lattacido opterei per lavori con la palla svolgendo percorsi situazionali. La
categoria superiore invece necessita di cambiamenti in rialzo dei carichi di lavoro.
Sicuramente saranno da aumentare il minutaggio della potenza aerobica (diminuendo
il tempo di percorrenza delle ripetute nellinterval-training), la quantit di multibalzi, le
serie dedicate al momento lattacido.
Mesociclo. Propost a prat ica di programmazione.
Microciclo A
Allenamento 1
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit su ostacolini bassi.
w w w .al l enat or e.net

3 3
q 15 PTT (Preparazione Tecnico-Tattica).
q 10 Forza esplosiva: sprint in salita con pendenza del 15% circa 3x5x10mt. (con
recupero tra una ripetuta e laltra di almeno 50 e di 2 tra le serie). Alla fine della
terza serie effettuare 5 allunghi sui 40mt. (max 8) sul piano con recupero di 20.
q 20 PTT.
q 10 Potenza aerobica CCVV: alternare nei minuti dispari (al 1, 3) 55 di corsa
lenta e 5 di sprint e nei minuti pari (al 2, 4) 52 di corsa lenta e 8 di sprint.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 2
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit/coordinazione con cerchi e paletti.
q 10 PTT.
q 5 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x20mt. (con recupero di 30 tra le
ripetute e di 2 tra le serie).
q 25 PTT.
q 15 Resistenza lattacida 1 < 1 (5x25): su un campo di 25x20mt. con 2 portieri e
palla sempre in gioco si alternano coppie nell1 < 1 per 5 volte ciascuna.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 3
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 10 Andature in skip ed esercizi di reattivit vari.
q 15 PTT.
q 10 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x15mt. (con recupero di 25 tra
le ripetute e di 2 tra le serie).
q 50 PTT.
q 10 Defaticamento.
Microciclo B
Allenamento 1
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit su ostacolini bassi.
q 15 PTT.
q 15 Forza esplosiva multibalzi: a) 6x4 balzi alternati frontali + velocit 10mt. ad
ogni serie (descrizione 1 a fine articolo); b) 3x4 CMJ non continuati + velocit
15mt. ad ogni serie (descrizione 2 a fine articolo); c) 6 x pliometria in caduta da
max 50cm. rimbalzando a terra sulle punte dei piedi (minor tempo di contatto
possibile) piegando al minimo le gambe e passando un ostacolo di max 20cm. +
velocit 15mt.; d) 6x4 balzi successivi su ostacoli di altezza variabile ma non
superiori ai 60-70cm. + velocit 20mt. (descrizione 3 a fine articolo); e) 4x5
balzelli successivi a piedi paralleli e gambe tese (minor tempo di contatto e max
w w w .al l enat or e.net

4 4
tempo di volo) su ostacolini max 20cm. + velocit 15mt.; f) 2x4 CMJ continuati +
velocit 20mt. (descrizione 4 a fine articolo).
q 5 Decompressione della colonna (esercizi in scarico) (descrizione 5 a fine
articolo).
q 15 PTT.
q 18 Potenza aerobica 2700mt. cos suddivisi: 1x300mt. + 1x400mt. + 1x500mt. +
1x600mt. + 1x500mt. + 1x400mt. sui tempi stabiliti in base ad un test di
resistenza (il recupero pari al tempo di percorrenza della ripetuta). Ad esempio
300mt. in 104-108, 400mt. in 125-130, 500mt. in 149-155, 600mt. in
210-218.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 2
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit con cerchi e paletti.
q 10 PTT.
q 5 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x20mt. (con recupero di 30 tra le
ripetute e di 2 tra le serie).
q 25 PTT.
q 10 Resistenza lattacida sui 50mt.: 6x(10mt. sprint + 40mt. recupero + 20mt.
sprint + 30mt. recupero + 10mt. sprint + 40mt. recupero + 20mt. sprint + 30mt.
recupero + allungo di 50mt.) con recupero di 130 tra le serie.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 3
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 10 Andature in skip ed esercizi di reattivit/coordinazione vari.
q 15 PTT.
q 10 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x15mt. (con recupero di 25 tra
le ripetute e di 2 tra le serie).
q 50 PTT.
q 10 Defaticamento.
Microciclo C
Allenamento 1
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit su ostacolini bassi.
q 15 PTT.
q 10 Forza esplosiva: sprint in salita con pendenza 12-15% 3x5x20mt. (con
recupero tra una ripetuta e laltra di almeno 55 e di 2 tra le serie). Alla fine della
terza serie effettuare 5 allunghi sui 40mt. (max 8) sul piano con recupero di 20.
q 20 PTT.
w w w .al l enat or e.net

5 5
q 10 Circuito a secco di potenza aerobica lungo il perimetro del campo (100x60):
10mt. sprint in linea + 50mt. corsa lenta + 15mt. sprint con cambi di direzione +
50mt. corsa lenta + 15mt. sprint a navetta (5+5+5mt.) + 50mt. corsa lenta +
20mt. sprint in linea + 50mt. corsa lenta + 30mt. sprint a navetta (10+10+10mt.)
+ 60mt. corsa lenta, quindi si ricomincia il percorso fino allo scadere dei 10.
Consiglio di far partire pi gruppi distanziati in modo da non ammassarsi tutti nelle
varie stazioni.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 2
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit/coordinazione con cerchi e paletti.
q 10 PTT.
q 5 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x20mt. (con recupero di 30 tra le
ripetute e di 2 tra le serie).
q 25 PTT.
q 15 Resistenza lattacida 2 > 2 (5x55): su un campo di 25x20mt. con 2 portieri e
palla sempre in gioco si alternano coppie nel 2 > 2 per 5 volte ciascuna.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 3
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 10 Andature in skip ed esercizi di reattivit vari.
q 15 PTT.
q 10 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x15mt. (con recupero di 25 tra
le ripetute e di 2 tra le serie).
q 50 PTT.
q 10 Defaticamento.
Microciclo D
Allenamento 1
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit su ostacolini bassi.
q 15 PTT.
q 15 Forza esplosiva multibalzi: a) 3x4 CMJ non continuati con spostamento pi in
lungo che in alto + velocit 15mt. ad ogni serie; b) 5 x pliometria in caduta da max
50cm. rimbalzando a terra sulle punte dei piedi (minor tempo di contatto possibile)
piegando al minimo le gambe e passando un ostacolo di max 20cm. + velocit
15mt.; c) 6 x corsa balzata (corsa effettuando dei balzi alternati pi in lungo che in
alto) sui 20mt. (descrizione 6 a fine articolo); d) 4x5 balzelli successivi a piedi
paralleli e gambe tese (minor tempo di contatto e max tempo di volo) con
spostamento in alto e in lungo + velocit 15mt.; e) 2x4 CMJ continuati con
spostamento laterale + velocit 20mt.
w w w .al l enat or e.net

6 6
q 5 Decompressione della colonna (esercizi in scarico).
q 15 PTT.
q 10 Circuito con la palla di potenza aerobica: nel campo costruire cinque stazioni di
cui una a met campo di forma circolare (il cerchio di centrocampo) e quattro negli
angoli: una rettangolare (30x15mt.), una quadrata (20x20mt.), una triangolare
(30mt. ogni lato), una esagonale (20mt. per lato) dove si sviluppa un possesso
palla in 3 > 2 quindi con 15 giocatori. La durata dellesercitazione di 30- 40
mentre il recupero si effettua in corsa lenta per un giro di campo completo fino a
sistemarsi nella stazione immediatamente successiva a quella appena occupata,
cambiando ogni volta i componenti del 3 > 2 in modo che ciascuno, alla fine delle
cinque stazioni, abbia fatto parte 2 volte del gruppo in inferiorit numerica. Ad
esempio: se i giocatori nella prima stazione sono A-B-C contro D-E, nella seconda
stazione avremo E-A-B contro C-D, nella terza D-E-A contro B-C, nella quarta C-D-
E contro A-B e nella quinta B-C-D contro E-A.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 2
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 5 Andature in skip ed esercizi di reattivit con cerchi e paletti.
q 10 PTT.
q 5 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x20mt. (con recupero di 30 tra le
ripetute e di 2 tra le serie).
q 25 PTT.
q 10 Resistenza lattacida a navetta 6x(10+10mt.) e 5x(20+20mt.). Si formano 5
gruppi di tre giocatori ciascuno. Il primo gruppo fa uno sprint di andata e ritorno
sui 10+10mt., poi parte il secondo gruppo e cos via fino allultimo gruppo, quindi
ricomincia subito il primo ecc. per un totale di 6 prove. Dopo un recupero di 2 si
effettua lo stesso tipo di lavoro sui 20+20mt.
q 15 PTT.
q 10 Defaticamento.
Allenamento 3
q 15 Riscaldamento generale (tecnica, mobilit articolare e stretching).
q 10 Andature in skip ed esercizi di reattivit vari.
q 15 PTT.
q 10 Velocit in linea e con cambi di direzione: 3x4x15mt. (con recupero di 25 tra
le ripetute e di 2 tra le serie).
q 50 PTT.
q 10 Defaticamento.




w w w .al l enat or e.net

7 7
Descrizione di alcune esercit azioni.
Balzi alternati: stacco con il destro, atterro sul sinistro, ristacco ecc.


CMJ non continuato: dalla posizione eretta a gambe divaricate la larghezza delle
spalle effettuare un piegamento veloce sulle gambe fino ad un massimo di 90 angolo
al ginocchio e spiccare un balzo verso lavanti-alto estendendo le gambe, quindi
ritornare a terra sullavampiede ammortizzando con balzelli minori.


Balzi su ostacoli: superare lostacolo portando il busto leggermente flesso in avanti
senza portare i talloni ai glutei ma avanzando con le ginocchia e atterrando
sullavampiede che d lelasticit necessaria per effettuare un balzo successivo.


CMJ continuati: come il precedente esercizio solo che non c interruzione. Avere cura
di atterrare con langolo al ginocchio come in figura per non causare danni articolari.


Esercizi di scarico e decompressione della colonna vertebrale.



Corsa balzata: da eseguire come per i balzi alternati solo che lo stacco viene fatto in
lungo pi che in alto proprio come fosse una corsa in lungo.

descrizione 1
descrizione 2
descrizione 4
descrizione 3
descrizione 5
descrizione 6

Difendere con il 4-3-3: lAt alant a di
Mandorlini.
A curadi MASSIMO LUCCHESI
I movimenti difensivi del 4-3-3 nerazurro.

Andrea Mandorlini, ex difensore di Torino, Atalanta, Ascoli, Inter (ha vinto proprio con
lInter lo scudetto giocando da libero), debutta in questa stagione in serie A nelle vesti
di allenatore dellAtalanta dopo le buone stagioni con Spezia, Vicenza ed Atalanta
appunto, riportata nella massima serie la scorsa stagione.

Il modulo tattico adottato da Mandorlini in questo primo scorcio di campionato stato
il 4-3-3 con cui si contrapposto, per la verit con poca fortuna, contro Juventus ed
Inter.

LAtalanta, malgrado le sconfitte rimediate contro le squadre di Torino e Milano,
riuscita comunque a far soffrire sia il team di
Capello che quello di Mancini, confermandosi
compagine organizzata ed in grado di ben
figurare nel massimo campionato.


Gli accorgiment i difensivi del 4-3-3 in
cont rapposi zi one al 4-4-2.

Il quadro tattico che si sviluppa dalla
contrapposizione tattica del 4-3-3 a riguardi del
4-4-2 quello riscontrabile in figura 1.
I 4 difensori del 4-3-3 devono vedersela con le
due punte centrali del 4-4-2 e fronteggiare gli
inserimenti laterali dei centrocampisti esterni
della squadra rivale.
In mezzo al campo i 3 centrocampisti (1 mediano
e 2 interni) del 4-3-3 sono in superiorit numerica
a ar rt ti ic co ol lo o
6
6


N . 1 3 O T T O BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

T T T T A A A A T T T T T T T T I I I I C C C C A A A A
2
Fig.1 Fig.1
9
5
4
3 6
7
8
10
11
1
11
10
9
8
7
6 5
4
3
2
1
w w w .al l enat or e.net

2 2
rispetto ai due mediani avversari mentre le ali sono impegnate a fronteggiare le
discese dei difensori esterni antagonisti.

Analizziamo adesso compiutamente gli accorgimenti tattici adottati dallAtalanta per
contrapporsi al 4-4-2 di Juve ed Inter (per maggiori dettagli sulle gare possibile
visualizzare i report presenti nella sezione Studios).

Il primo obiettivo della squadra di Mandorlini stato quello di togliere spazio agli
avversari mantenendo vicini i reparti.
Lo schieramento difensivo dellAtalanta utilizzato sia contro la Juventus che contro
lInter ha visto scendere in campo 4 difensori (oltre a Taibi in porta, hanno giocato
Rivalta-Gonnella-Natali-Bellini in difesa), 3 centrocampisti (Zenoni contro la Juve e
Mingazzini contro lInter + Albertini e Marcolini) e due giocatori dattacco (Gautieri e
Montolivo contro la Juve, Montolivo e Pi contro lInter) a supporto di ununica punta
(Pazzini contro la Juve, Budan contro lInter).


Foto 1


Foto 2

In ambedue la foto possibile visualizzare lo schieramento difensivo adottato dalla
squadra bergamasca.

Dopo aver evidenziato la capacit della squadra di schierarsi in modo corto e compatto
vediamo i movimenti difensivi attuati dalla squadra di Mandorlini in funzione del
possessore avversario.
w w w .al l enat or e.net

3 3
MOVIMENTI COLLETTIVI CON PALLA IN POSSESSO DI UN DIFENSORE CENTRALE.

LInter e la Juve avevano la possibilit di poter sfruttare il 2 vs 1 dei difensori centrali
nei confronti del centrattacco.
LAtalanta per prevenire tale eventualit cercava di mantenere i due attaccanti laterali
dentro al campo in modo da forzare la giocata avversaria verso la fascia (vedi Fig.2).
Nella foto 3 si vede Budan che attacca la palla con Montolivo e Pi piuttosto vicini ed in
grado di tamponare efficacemente il giropalla.


Foto 3

MOVIMENTI COLLETTIVI CON PALLA IN POSSESSO DI UN DIFENSORE LATERALE.

Una volta orientato il gioco sullesterno lAtalanta adottava due diverse risposte a
seconda sia della posizione in cui il ricevitore avversario veniva a prender palla sia
della dislocazione in campo degli uomini di Mandolini.
Con i ripiegamenti laterali di Montolivo e Pi sugli esterni, come mostra la foto 4,
latteggiamento dei bergamaschi era quello serrare la maglie del centrocampo che si
contrapponeva agli avversari secondo i classici movimenti del reparto a 5 giocatori.
Quindi con palla in possesso del terzino avversario erano Montolivo (o Gautieri) e Pi
ad uscire a pressione con Mingazzini (o Zenoni) e Marcolini orientati al controllo del
mediano avversario, il difensore laterale sul lato forte che accorcia sul centrocampista
esterno avversario ed Albertini a far filtro davanti la difesa (vedi Fig.3).


Foto 4
w w w .al l enat or e.net

4 4
Quando invece Montolivo, Gautieri o Pi andavano a chiudere centralmente sul
mediano avversario, leventuale apertura verso lesterno era di competenza di
Mingazzini (o Zenoni) a destra e Marcolini a sinistra. I due interni stringevano meno
verso il centro ed erano pronti ad aprire in fascia al momento dellapertura - vedi fig.4.

MOVIMENTI COLLETTIVI CON PALLA IN POSSESSO DI UN CENTROCAMPISTA ESTERNO.

Quando il centrocampista esterno riceve in posizione arretrata linterno di
centrocampo che si apre (vedi figura 5 a seguire). Quando invece il centrocampista
laterale avversario riceve in posizione avanzata e il difensore laterale a chiudere con il
centrocampista interno che accorcia in zona palla per portare il raddoppio (vedi Fig.6).


MOVIMENTI COLLETTIVI CON PALLA IN POSSESSO DI UN ATTACCANTE.

Qualora i centrocampisti si vedessero superati dalla palla diretta verso un attaccante
avversario priorit di costoro accorciare immediatamente verso la palla per limitare
al massimo la zona di ricezione di questultimo ed eventualmente poter raddoppiare.
Importante tatticamente il filtro davanti alla difesa operato da Albertini. I due
difensori centrali (Gonnella e Natali) non possono giocare in modo estremamente
aggressivo sulle punte rivali dovendo far attenzione ad impedire agli avversari di
ricevere in profondit. Ecco quindi che fondamentale diventa linterdizione del mediano
nerazzurro al fine di tamponare la palla addosso alle punte.

SCALATE DIFENSIVE

Le foto 5 e 6 mostrano il ricorso alla scalata difensiva atalantina per parare
lincursione interista sullout di sinistra.
Emre in posizione di interno sinistro (il turco veniva spesso a ricevere in tale zona di
campo per sottrarsi dal controllo del terzino destro Rivalta) viene sostenuto dal
movimento in sovrapposizione di Favalli.
Il turco appoggia quindi su Adriano, venuto a ricevere tra le linee, che pu aprire per il
laterale interista in fascia.
LAtalanta per fronteggiare utilizza il movimento in apertura di Rivalta che non si
fatto portar fuori zona da Emre.


Foto 5
w w w .al l enat or e.net

5 5


Foto 6

Nelle foto 7 ed 8 inoltre possibile apprezzare il lavoro tattico di Albertini che accorcia
immediatamente su Adriano e quello di Mingazzini che immediatamente si porta al
raddoppio una volta che il passaggio stato indirizzato verso Favalli.


Foto 7


Foto 8
w w w .al l enat or e.net

6 6

Nelle figure a seguire viene riportato graficamente quanto esposto in
precedenza.

2
Fig.2 Fig.2
9
5
4
3
6
7
8
10
11
1
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1

2
Fig.3 Fig.3
9
5
4
3
6
7
8
10
11
1
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1

2
Fig.4 Fig.4
9
5
4
3
6
7
8
10
11
1
10
11
9
8
7
6
5
4
3
2
1



2
Fig.5 Fig.5
9
5
4
3
6
7
8
10
11
1
10
11
9
8
7
6
5
4
3
2
1

2
Fig.6 Fig.6
9
5
4
3
6
7
8
10
11
1
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1

2
Fig.7 Fig.7
9
5
4
3
6
7
8
10
11
1
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1




Met t ere in difficolt una squadra che si difende con il 4-3-3.

Dopo aver visto come possa difendersi una squadra che adotta il 4-3-3 vado ad
analizzare alcuni possibili accorgimenti per poter mettere in difficolt tale sistema di
gioco.

Durante la fase di costruzione possibile utilizzare lincrocio dei centrocampisti
centrali (quello vicino alla palla si inserisce in avanti creando il buco per la ricezione
del compagno).
w w w .al l enat or e.net

7 7



Foto 9

La foto 9 mostra Stankovic inserirsci in avanti liberando lo spazio (zona gialla) per la
ricezione di Cambiasso.
E utile realizzare questo accorgimento quando i centrocampisti centrali avversari
godono di superiorit numerica e possono essere molto aggressivi.
La figura 10 a pagina successiva mostra il completamento della giocata.




Foto 10

Una seconda soluzione utilizzabile per creare difficolt al 4-3-3 quella di abbassare i
centrocampisti esterni in modo da poterli far ricevere agevolmente o, nel caso il
terzino avversario si alzi molto, creare i presupposti per lapertura profonda in zona
laterale per una punta.
Infine, come ha mostrato Stankovic a Bergamo, possibile superare il reparto
difensivo del 4-3-3 (che spesso non gode dellabbassamento a copertura del lato
debole di un centrocampista), con il cambio di fronte (Foto 11 e 12).

w w w .al l enat or e.net

8 8


Foto 11



Foto 12




COVERCIANO11/ 10/ 04

LA DIDATTICA DEI MODULI 4-3-3 E 4-3-2-1 :::

c on Massi mo Luc c hesi


TUTTE LE INFO ON LINE NELLA SEZIONE CORSI/EVENTI

Latleta motivato vincente?
A curadel Prof. FAUSTO GARCEA
Docente di Calcio per la materia Teoria, tecnica e didattica degli Sport di squadra presso
luniversit di Scienze Motorie di Firenze.
Istruttore nel Settore Giovanile del PISA CALCIO.
Limportanza della motivazione nella performance sportiva.

Int roduzione.
La squadra non apparsa adeguatamente motivata.
Gli avversari sembravano avere pi motivazioni.
Se quel giocatore trova le motivazioni giuste diventa imprendibile.
Quante volte abbiamo sentito frasi di questo genere?
Spesso si abusa del termine motivazione, servendosene in maniera impropria o
anche solo per giustificare semplicisticamente una prestazione non allaltezza.
Definizione
Innanzitutto cosa la motivazione?
Vediamo alcune delle decine di definizioni che si possono trovare in letteratura:
q E uno stato psichico nel quale si manifestano dei fattori stimolanti che tendono a
ridurre una tensione (Correl).
q E la conseguenza di uno stato organico di bisogno, che tende ad essere soddisfatto al
fine di ristabilire uno stato di equilibrio detto osmosi (teoria biologica di Cannon, Miller,
Hull).
q E la necessit per luomo di rendere esplicito il suo sistema energetico, dove le pulsioni
hanno il compito della ricerca di gratificazioni (Freud).
a ar rt ti ic co ol lo o
7
7


N . 1 3 O T T O BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

P P P P S S S S I I I I C C C C O O O O L L L L O O O O G G G G I I I I A A A A
w w w .al l enat or e.net

2 2
q E la conseguenza della spinta degli istinti (teoria etologica di Lorenz).
q E lagente psicologico, fisiologico e cognitivo che guida il comportamento individuale
verso uno scopo (C.O.N.I.).

Tipi di mot ivazione.
Esistono, generalmente, due tipi di motivazione:
q la motivazione primaria, per la quale un soggetto, svolgendo una determinata
attivit, nel nostro caso giocare a calcio o allenarsi, prova gioia e soddisfazione;
q la motivazione secondaria, quella che, tramite il processo dapprendimento
finalizzato, porta un soggetto al raggiungimento di un determinato target.
Nel primo caso, il calciatore non ha bisogno di essere stimolato o sollecitato
allimpegno, perch autonomamente produce sforzi tesi al miglioramento, anzi spesso
trova gratificanti gli sforzi stessi.
Nel secondo caso, lobiettivo rappresenta linput per applicarsi sia in allenamento che
in gara.
La prestazione diventa un mezzo per il raggiungimento del target. Questo pu essere
individuale, ma pu diventare collettivo: dal farsi apprezzare dal proprio allenatore e
dai compagni di squadra, al firmare un contratto importante, dal senso di
onnipotenza nel fare un goal, al vincere una gara o un campionato.
E chiaro che questi due tipi di motivazione spesso viaggiano insieme e luna spinta
essenziale per laltra.
Ovvio anche che carriere lunghissime come quelle di Baggio, Costacurta, Ferrara,
Maldini o Zola, per rimanere al presente, sono splendidi esempi di motivazione
primaria che pi primaria non si pu. Impossibile trovare un altro motivo oltre al
piacere di giocare per giocare, nel continuare a calcare i campi dopo avere vinto e
guadagnato il possibile e qualcosa di pi.
Nei campioni citati vi un qualcosa di intimo, di intrinseco, proprio come rileva
Martens, cui spetta la divisione, appunto, tra motivazione intrinseca e quella
estrinseca. Il calciatore motivato intrinsecamente non gioca per soldi, fama o gloria,
mentre lo fa il giocatore che lo estrinsecamente.
Interessantissimo, a riguardo, il pensiero di Bouet. Egli ritiene che la motivazione si
basi su due traini motivazionali: la lotta contro lavversario e la lotta contro la natura.
Questi traini sono supportati da altri cinque motori fondamentali, a mio avviso tutti
presenti nel calcio:
q il bisogno di movimento;
q laffermazione di s;
q la compensazione;
q laggressivit;
q laffiliazione sociale.
w w w .al l enat or e.net

3 3
Allenat ore psi col ogo.
Per qualsiasi essere umano, per, esistono dei momenti in cui le motivazioni, di
qualsiasi tipo siano, appaiono flebili, inconsistenti o, addirittura, non appaiono pi.
In questi casi quasi al limite, ma anche nel giornaliero processo dapprendimento, la
figura dellallenatore assume unimportanza fondamentale, perch, checch se ne
dica, sempre il mister che deve trovare la maniera giusta per fare scoccare la
scintilla.
Ed anche nei casi pi fortunati di unorganizzazione professionalmente allavanguardia
che preveda la presenza di altre figure specifiche, come lo psicologo, lo
psicoterapeuta, i motivatori appunto, ritengo sempre listruttore-allenatore il vero
filtro catalizzatore dellintervento.
At t ivit sport iva e mot i vazi one.
In et evolutiva le motivazioni allattivit motoria ad indirizzo sportivo possono essere
considerate di due tipi:
q motivazioni di I livello (gioco ed agonismo);
q motivazioni di II livello (biologiche; psicologiche; socio-culturali; psicopatologiche
e compensative).
Motivazione di I livello
Gioco
Il gioco presente in tutte le et dellessere umano: il bambino gioca per scoprire e
conoscere, ladulto gioca per rimanere bambino e continuare a mettersi in relazione
con il mondo esterno e con gli altri. Il giovanissimo calciatore, nelle sue performance
ludiche simbolizza, immagina di essere il campione preferito, nel contempo conosce le
regole e soprattutto impara a rispettarle.
Sapendo questo, listruttore dovr cercare di aiutarlo a maturare psicologicamente
evitando lautomatizzazione del gesto sportivo, mutandogli continuamente il ruolo e la
posizione di gioco per ignorare la specializzazione.
Inoltre, cercher di allontanare le negative sollecitazioni ambientali dal giusto
agonismo, utilizzando i feedback appropriati, rinforzando i comportamenti positivi e
correggendo allegramente quelli negativi ed infine, oggi pi di ieri, gestendo al
meglio le spesso egoistiche illusorie aspettative dei genitori del bambino-calciatore.
Il gioco vissuto in maniera serena permette lestrinsecazione della creativit, della
fantasia, aiutando lapprendimento, la conoscenza e la competenza. Sedute
dallenamento noiose, sempre uguali, con esercizi scimmiottati dal mondo degli adulti
sono la morte per linvenzione, per lidea intelligente che pu nascere quando si ha il
pallone tra i piedi.
Non a caso Piaget affermava che sviluppo del gioco e sviluppo dellintelligenza
viaggiano di pari passo, e se lo diceva lui
w w w .al l enat or e.net

4 4
Agonismo
Il nostro mondo basato ormai sullagonismo, ovvio che lo sport non pu rimanere
unisola a s stante, quindi, un tecnico deve tenere nella dovuta considerazione anche
la motivazione agonistica.
Lagonismo corretto rappresenta il vivere la competizione, non come guerra personale,
ma come confronto.
Lideale sarebbe riuscire a considerare lavversario non un nemico da combattere a
tutti i costi, bens il proprio banco di prova, lesame che mette a nudo pregi, limiti e
difetti.
Un tecnico serio e consapevole sapr preparare allagonismo il proprio giocatore e la
propria squadra a seconda dellet evolutiva e delle caratteristiche fisiche, caratteriali
e della personalit cui si trova di fronte. La gestione della spinta agonistica delladulto
non pu non essere differente da quella del bambino o delladolescente.
Lagonismo comunque esiste, non pu essere nascosto o dimenticato, anzi
rappresenta un giusto e positivo incanalamento dellaggressivit, altrimenti pericolosa
sia a livello sportivo che sociale.
Motivazioni di IIlivello
Senza soffermarsi in maniera approfondita su questultime, ritengo opportuno
sottolineare che esse sono la risultante della realt del soggetto, dellambiente in cui
cresciuto ed in cui vive, delleducazione familiare e sociale; in altre parole, la lettura
della storia del soggetto stesso.
Ed anche in questo caso un istruttore, un allenatore competente spesso riesce a capire
su quale tasto cliccare, se su quello puramente estetico, per latleta che ha bisogno
di sentirsi forte, preciso, equilibrato, oppure sul tasto successo, per il soggetto che
vuole migliorare s stesso, che non accetta di sentirsi inferiore agli altri, di avere
performance non allaltezza.
Magari il giocatore desidera essere integrato nel gruppo, oppure ha bisogno di
compensare qualche sentimento dinferiorit presunto o effettivo, ed allora la molla
motivazionale la voglia di riscatto, di sfuggire allemarginazione, di sentirsi uguale
agli altri, di essere accettati dagli altri.
Allenatore-psicologo dicevamo, che cerca, sperimenta, crea motivazioni valide per le
singole personalit del gruppo, in base allet, alla classe sociale di derivazione e
dappartenenza, al bagaglio di esperienze e cultura, al sesso.
Motivazione sportiva al femminile
Gi, una breve parentesi riguardo al sesso doverosa.
Mentre fino a pochi anni fa le differenze tra gli aspetti motivazionali maschili e quelli
femminili erano marcate e facilmente riconoscibili, adesso lo sono molto meno.
Pur essendo ancora maggiormente spinte da fattori socio-affettivi, come il bisogno di
aggregazione o il desiderio di divertirsi insieme alle coetanee, le calciatrici stanno
iniziando ad assumere alcune caratteristiche tipiche del mondo maschile. Limmagine
della donna moderna pi aggressiva, meno dolce e aggraziata, pi androgina, meno
mamma dalle forme tondeggianti.
w w w .al l enat or e.net

5 5
Il tecnico del calcio al femminile dovrebbe dare una mano, nel suo piccolo, affinch la
calciatrice assuma la consapevolezza dei propri bisogni senza scimmiottare
atteggiamenti e comportamenti, il pi delle volte negativi, del calciatore maschio.
Come operare ed i nsegnare.
Cosa fare con i piccolissimi
Divertire, perch abbiamo gi detto che la noia durante lallenamento uccide
lapprendimento.
Listruttore non pu mai dimenticare che rappresenta un modello da imitare, quindi deve
essere coerente, disponibile, entusiasta e collaborativo, se crede che questi siano i
messaggi da trasmettere.
Cosa fare con i piccoli
Si pu iniziare a invogliare gli allievi allautostima.
Si cercher di motivare attraverso un messaggio chiaro e deciso: se ti impegni ci
riesci.
Il divertimento ancora il motore del processo educativo, ma lagonismo inizia ad
affiorare e va accolto con la giusta misura. Assolutamente non il risultato, ma il senso
del miglioramento della performance deve rappresentare il target da raggiungere.
Cosa fare con i grandicelli
A questo punto, listruttore si fa un po da parte e lascia il campo allallenatore.
Si cerca di agire sulle motivazioni intrinseche e su quelle estrinseche a seconda delle
situazioni e del contesto in cui si opera. Si d fondo a tutte le proprie conoscenze per
esprimere al meglio le competenze. Si cerca di sviluppare, potenziare e consolidare lo
spirito di squadra, lavorando a fondo sui valori del singolo, del singolo integrato nel
gruppo e del gruppo stesso.
Il giocatorino adesso ha bisogno di essere informato costantemente del proprio
rendimento perch desidera autocriticarsi ed autovalutarsi prima di essere criticato e
valutato.
Il divertimento non deve mai mancare, perch la sua assenza durante le sedute
dallenamento risulta essere una tra le cause dabbandono precoce dellattivit
sportiva in et pre-adolescenziale e adolescenziale, tuttavia impegno e fatica, se
orientati verso target comprensibili, diventano pane quotidiano gradito.
Cosa fare con i grandi
Tutto quello che si fa con piccoli, piccolissimi e grandicelli.
A parte gli scherzi, esistono grandi e grandi.
A calcio giocano amatori, dilettanti e professionisti, quindi lallenatore di coloro i quali
si allenano alle nove di sera dopo una giornata di lavoro non potr agire sulle stesse
w w w .al l enat or e.net

6 6
motivazioni sulle quali punta il professionista superpagato che allena giocatori
professionisti superpagati, e viceversa.
Concludiamo riproponendo la domanda: atleta motivato = performance migliore?
Alle ultime Olimpiadi greche un certo Yuri Chechi ha provato a darci una risposta.





Come analizzare il gest o t ecnico
del cont rollo palla e migliorarlo.
A curadi M. MAZZANTINI F. GUIDI Sett. Giov. EMPOLI F.C.
Un pratico ripasso della tecnica di base. Analisi generale degli aspetti
principali che caratterizzano un buona ricezione della palla.
Int roduzione.
Il controllo di palla o ricezione del pallone uno dei gesti tecnici fondamentali del
gioco del calcio e come tale necessita di un allenamento continuo e specifico. La buona
riuscita di tale gesto, unitamente agli altri fondamentali (calciare, colpire di testa,
guidare la palla ecc), risulta decisivo per lesatto svolgimento delle azioni di gioco e,
di conseguenza, per il raggiungimento di quellobiettivo, il goal, che creandoci
emozioni, ci fa balzare in piedi allo stadio, ci fa urlare di gioia e che inevitabilmente ci
fa amare questo sport.
Il gesto tecnico del controllo di palla assume, oggi ancor pi di ieri, un importanza
fondamentale considerando lattuale importanza, sulla scia dei grandi club a livello
mondiale (Milan, Real Madrid ecc), riservata alla cultura del possesso di palla per la
quale chiaramente indispensabile avere piena e totale padronanza di questo
fondamentale.
Come effet t uare il cont rollo e la ricezione del pallone.
Il controllo della palla si pu effettuare con una molteplicit di parti del corpo e pu
essere:
q orientato (o a seguire) con lo scopo di proseguire velocemente un azione di
gioco;
q bloccato con lo scopo di addomesticare la palla sul posto.
E importante sottolineare come la ricezione della palla non mai un gesto fine a se
stesso ma sempre un gesto abbinato ad un successivo fondamentale (ricezione e
a ar rt ti ic co ol lo o
8
8


N. 1 3 OT T OBRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

S S S S E E E E T T T T T T T T O O O O R R R R E E E E G G G G I I I I O O O O V V V V A A A A N N N N I I I I L L L L E E E E
w w w .al l enat or e.net

2 2
tiro, ricezione e passaggio, ricezione e guida ecc...) ed pertanto in questa direzione
che va allenato.
Le parti del corpo con cui il regolamento permette di eseguire il gesto tecnico della
ricezione della palla sono:
q la testa
q il petto
q la gamba (interno piede, esterno piede, pianta del piede, collo piede e coscia).
In funzione di questo quindi possibile eseguire tutta una serie di controlli palla come
la:
q ricezione con la testa;
q ricezione con il petto;
q ricezione con la coscia;
q ricezione d interno piede;
q ricezione d esterno piede;
q ricezione con la pianta del piede;
q ricezione con il collo del piede.
Modalit e t ecnica di ricezione.
Ricezione con la testa
Per una corretta esecuzione di questo tipo di ricezione necessaria un impostazione
antero-posteriore delle gambe che si flettono al momento dellimpatto con la sfera; nel
medesimo istante importante che i muscoli del collo e delle spalle non siano rigidi al
fine di consentire il fondamentale effetto ammortizzante sulla palla in arrivo.
Ricezione con il petto
Limpostazione da tenere per tale gesto tecnico prevede che le gambe siano
leggermente divaricate e che il peso del corpo sia sostenuto leggermente stando sulle
punte dei piedi; il busto leggermente inclinato in avanti con azione delle spalle a
chiudersi nel momento dell impatto con il pallone; in questo modo la palla
immediatamente pronta per essere giocata poich la parabola della stessa muore sui
piedi del giocatore.
Ricezione con la coscia
In questo tipo di ricezione importantissimo il movimento ricevente che, in sequenza,
prima va incontro al pallone e successivamente, al momento dellimpatto, si ritira
velocemente allindietro. Esempio classico di utilizzo di questo fondamentale dopo il
rinvio del portiere.

w w w .al l enat or e.net

3 3
Ricezione con il collo del piede
Per una buona riuscita di questo tipo di ricezione deve essere sviluppata una marcata
sensibilit nel piede ricevente. In questo caso essenziale il movimento della punta
del piede che si alza verso lalto e al momento dellimpatto con la sfera si abbassa
verso il terreno rendendo cosi la palla immediatamente giocabile dal calciatore. Anche
in questo caso la gamba ricevente deve effettuare, in sequenza, un movimento
incontro indietro come gia osservato precedentemente.
Queste quattro tipologie di controllo (con la testa, con il petto, con la coscia e con il
collo piede) riguardano le ricezioni con palla che arriva da parabola alta.
Quelle che analizzeremo adesso riguardano invece controlli e ricezioni da effettuare sia
con palla che arriva da parabola alta, sia con palla ricevuta rasoterra.
Ricezione con linterno del piede (da parabola alta)
Fondamentale per questo tipo di ricezione il movimento del piede di appoggio che si
stacca leggermente dal terreno al momento dellimpatto con la palla da parte del piede
ricevente. Questultimo deve anche in questo caso andare leggermente incontro alla
palla per poi ritirarsi velocemente. La punta del piede deve essere poi rivolta verso
lalto in modo da aumentare la superficie dimpatto.
Ricezione con linterno del piede (da palla rasoterra)
E sicuramente uno dei controlli pi importanti per il gioco del calcio; il suo valore
ancor pi rilevante per determinate categorie di giocatori quali i centrocampisti e i
difensori centrali che, con il calcio attuale, sono sempre maggiormente costretti a
giocare in maniera velocissima il pallone allo scopo di eludere il pressing avversario.
Caratteristiche importanti per la buona riuscita di questo gesto tecnico sono: la punta
del piede rivolta verso lalto e il movimento della gamba ricevente; tale movimento
inizia andando a prendere il pallone davanti al piede di appoggio per poi terminare
dietro di esso, facendo in questo modo morire la sfera tra i piedi e proteggendola
dall attacco avversario.
Ricezione con lesterno del piede (da parabola alta)
La posizione del corpo in questo tipo di arresto sotto la palla ed necessario
compiere un movimento rotatorio di 180 gradi con il piede di appoggio che si stacca
leggermente dal suolo.
Ricezione con lesterno del piede (da palla rasoterra)
La postura di questo tipologia di controllo simile a quella della ricezione con linterno
piede. La differenza la troviamo nella gamba ricevente che effettua un movimento
diagonale (con il destro da sinistra verso destra e viceversa).
Ricezione con la pianta del piede (da parabola alta)
In questo caso il punto di arresto della palla davanti al piede di appoggio; la postura
del corpo in questo tipo di ricezione con la punta del piede rivolta verso lalto. Risulta
fondamentale ammorbidire larticolazione della caviglia per poter dare un leggero
schiaffetto alla sfera dopo che ha toccato il terreno. Lerrore pi evidente,
soprattutto nelle categorie pi piccole, quello di avere un impatto violento con la
sfera cosicch essa invece di rimanere davanti al giocatore, per potere essere
w w w .al l enat or e.net

4 4
immediatamente rigiocata, si allontana dando la sensazione di una scarsa sensibilit e
morbidezza.
Consigli import ant i per un buon cont rollo palla.
Come per tutti gli altri fondamentali del calcio senza ombra di dubbio necessaria un
attenta cura degli aspetti coordinativi. Per quanto riguarda il gesto del controllo della
palla sono di primaria importanza le capacit coordinative di equilibrio, di
combinazione e di orientamento spazio temporale (per la lettura delle traiettorie).
Partendo dal presupposto che la tecnica va sempre allenata, il lavoro che ogni singolo
allenatore deve portare avanti dipende dal contesto nel quale si trova a lavorare. E
chiaro che nelle fasce di et quali Pulcini ed Esordienti il lavoro tecnico sul controllo
dovr essere preceduto da un gran lavoro sulle gia citate capacit coordinative. Nelle
fasce pi grandi il lavoro di mantenimento e miglioramento della tecnica va svolto
inizialmente esercitandosi senza avversari (a secco) e successivamente
proponendolo in situazione di gioco.
Per un corretto ed efficace controllo di palla non va trascurata la respirazione; in ogni
tipo di ricezione infatti necessario espirare al momento dellimpatto con la palla; in
questo modo il corpo va allimpatto con la sfera in modo pi rilassato.
Un buon istruttore non tralascia poi nemmeno di osservare con attenzione la posizione
e il movimento del piede portante o di appoggio.
Un paragone che deve far riflettere tecnici e giocatori, al fine di comprendere gli errori
commessi nel gesto tecnico, e quello del calcio del pallone contro un muro o contro
una rete di recinzione. Notiamo infatti che se si calcia una palla contro un muro essa
rimbalza, al contrario di quanto accade, se si calcia violentemente il pallone contro la
rete dove limpatto della sfera viene ammortizzato. In questo esempio ci sono tutte le
particolarit che caratterizzano il controllo della palla. Gli errori pi frequenti infatti
sono quelli di assistere a ricezioni con giocatori troppo rigidi (esempio del muro) e che
non ammortizzano mai il pallone (esempio della rete di recinzione). L esempio sopra
riportato pu essere veramente importante al fine della memorizzazione di quelle che
sono le peculiarit fondamentali del controllo di palla.
Esercit azioni.
Proponiamo adesso alcune esercitazioni sia individuali che collettive per il
miglioramento e il perfezionamento del gesto del controllo della palla.
Esercitazione per il miglioramento del gesto tecnico del controllo della
palla ad aprire o a chiudere su palla rasoterra (figura 1).
Il giocatore numero 2 si trova allinterno di un quadrato di 3 mt. di lato; il numero 3
posizionato di fronte ad una distanza di 5 mt.; 3 trasmette la palla a 2 e nel contempo
chiama un colore; 2 ricevuta la palla deve effettuare una ricezione verso il colore
chiamato dal compagno. Lesercitazione continua ininterrottamente con 3 che prende il
posto di 2 e viceversa.
w w w .al l enat or e.net

5 5
Varianti:
q controllo con linterno piede;
q controllo con lesterno piede;
q controllo con palla proveniente da parabola alta ricevendo con il petto, con linterno
o con lesterno piede.
Fig. 1 Fig. 1
3 2
Rosso
4 5

Gioco a confronto per esercitare la ricezione su parabola alta (figura
2).
Si fronteggiano 2 squadre (rossi e gialli); i gialli effettuano un lancio nel quadrato dove
i compagni ricevono ed effettuano il tiro in porta. I rossi invece, si scambiano la palla
con passaggi a parabola alta dopo aver effettuato la ricezione. Devono effettuare 30
passaggi, al termine dei quali le due squadre invertono ruoli e compiti. Vince la
squadra che effettua pi goal nel tempo a disposizione, rappresentato dal tempo
necessario agli avversari per compiere i 30 passaggi. Anche in questo caso possiamo
lasciare alla discrezione dei giocatori la modalit della ricezione oppure renderla
obbligata e vincolante ad un certo tipo di controllo.
1
Fig. 2 Fig. 2
A
C
B

ROSSO
GIALLO
BLU
w w w .al l enat or e.net

6 6
Psicocinetica a 3 colori (figura 3).
Gruppo diviso in 3 gruppi contraddistinti da colori diversi (gialli, bianchi e rossi). I
giocatori si devono trasmettere la palla effettuando 2 tocchi obbligatori (ricezione e
passaggio) tra colori diversi, scambiandosi poi di posizione. Colui che calcia la palla
chiama il compagno ricevente.
Fig. 3 Fig. 3
Rosso
Bianco
B
A

Varianti:
q aumentare il numero dei palloni fino ad un massimo di 3;
q passare la palla (giallo) a un colore (rosso) e scambiarsi con laltro (bianco); in
questo caso il giocatore che calcia la palla chiamer non il giocatore ricevente ma
bens un altro compagno a caso purch di un terzo colore;
q con 3 palloni (il pallone 1 giocato rasoterra, il pallone 2 giocato con rimessa
laterale e stoppato di petto, il pallone 3 giocato di testa e ricevuto a piacere
(coscia, petto, testa, interno, esterno ecc).



Lallenamento del port iere nel
microciclo.
A curadi CLAUDIO RAPACIOLI Prep. Portieri Sett. Giov. BRESCIA CALCIO
Dalle sei sedute settimanali per le squadre professionistiche alle due
sedute per le categorie inferiori, un esauriente programma, didattico e
pratico, per allenare il nostro portiere nel microciclo.
D Dopo aver visto come programmare macrocicli e cicli, vediamo con il presente articolo
come possibile organizzare il microciclo del portiere.


Questo pezzo la normale prosecuzione di quello pubblicato nel mese precedente del
quale ne parte integrante e che consiglio di leggere per meglio comprendere la
filosofia sotto esposta.
Terminato il periodo della preparazione pre-campionato si entra nella vera e propria
fase agonistica, dove il risultato inizia ad avere un peso rilevante. Di questo risultato il
portiere deve essere sempre pi un protagonista
positivo al suo raggiungimento.

Oltre agli obiettivi (tecnici, tattici, condizionali) a
lungo termine che ci si prefissi allinizio della
stagione per ciascun portiere che alleniamo, ne esiste
uno con una collocazione temporale molto pi
immediata e ripetitiva: portare il nostro portiere nelle
migliori condizioni possibili a disputare la gara
settimanale.
Per fare questo necessaria una pianificazione attenta e ben strutturata del
microciclo, che tenga conto delle esigenze personali del portiere e di quelle del gruppo
squadra.
a ar rt ti ic co ol lo o
9
9


N. 1 3 OT T OBRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

I I I I L L L L N N N N U U U U M M M M E E E E R R R R O O O O 1 1 1 1
w w w .al l enat or e.net

2 2
A seconda della categoria dove si opera varia ovviamente il numero degli allenamenti
settimanali e di conseguenza i contenuti devono essere pi o meno ridotti e
sintetizzati.

Lanalisi inizia dal microciclo completo con un allenamento doppio nella giornata di
mercoled, adottato solitamente dalle societ professionistiche.

I microcicli composti da 5 e 4 sedute rappresentano unottima organizzazione per
svolgere un lavoro sufficientemente completo.


Lanalisi termina con i microcicli che sono
maggiormente utilizzati nelle realt giovanili e
dilettantistiche. Sono solitamente composti da 3 o 2
allenamenti settimanali, il minimo numero di sedute
con le quali si pu sperare di raggiungere
verosimilmente tutti gli obiettivi prefissati.


Ho volutamente tralasciato di illustrare la programmazione che prevede una sola
seduta settimanale, anche se purtroppo molto spesso adottata da numerose societ,
in quanto la considero, nella maggior parte dei casi, una scelta di facciata che risulta
quasi sempre poco allenante e insufficiente per sviluppare un fruttuoso programma di
allenamento specifico.

Nellesposizione dei programmi, la partita stata convenzionalmente indicata sempre
alla domenica. Nel caso la giornata di gara sia diversa, si deve riadattare la cronologia
degli allenamenti. Ad esempio la categoria Primavera gioca il sabato, il giorno di riposo
solitamente la domenica e gli allenamenti sono distribuita dal luned al venerd.

Si tenga comunque presente che nei primi giorni del microciclo si devono collocare le
sedute pi impegnative a livello di forza, mentre nella seconda parte si deve lavorare
principalmente sulla velocit e sulla brillantezza dei gesti.

Per quanto riguarda le esercitazioni condizionali a secco per la parte alta o per gli arti
inferiori, si faccia riferimento alle tabelle pubblicate nel numero 10 e 11 di questa
rivista.

Una serie di esercitazioni tecniche con componenti condizionali sono state trattate nel
numero 11.




w w w .al l enat or e.net

3 3
Mi croci cl o per chi svol ge 6 sedut e di al l enament o.
E il ciclo pi completo e permette di allenare tutte le componenti tecniche, tattiche e
condizionali con la possibilit di curare con la massima attenzione ogni minimo
particolare.
La forza viene toccata il marted (con le esercitazioni specifiche) e il gioved (con le
uscite alte).
Il mercoled viene dedicato alla trasformazione del lavoro del giorno precedente con
alcune componenti acrobatiche. Il venerd alla velocit pura di intervento, mentre il
sabato alla capacit di reazione.
La completezza del programma viene data anche dal tempo a disposizione per le
esercitazioni situazioni da svolgere con la squadra.
E il programma settimanale solitamente utilizzato dalle prime squadre
professionistiche.
Luned
q Riposo.
Marted
q Corsa lenta x smaltire la gara e rimettersi in moto 10-15 minuti oppure tecnica
podalica in forma dinamica a ritmo blando.
q Mobilit arti inferiori statica e dinamica.
q Esercizi di coordinazione e preparazione alla forza anche con lausilio della tavoletta
propriocettiva.
q Forza per la parte bassa. Carico e esercitazioni a seconda che si utilizzino
esercitazioni a secco o con componente tecnica.
q Lavoro con squadra.
q Scarico colonna vertebrale e addominali.
Mercoled mattina
q Posture e addominali.
q Forza per la parte alta.
q Mobilit parte alta e rapidit delle braccia o esercitazioni di destrezza con la palla.
q Skip vari e/o velocit con sprint.
q Lavoro con squadra.
Mercoled pomeriggio
q Riscaldamento con esercitazioni di destrezza con le mani o per la tecnica di presa
alla figura o tecnica podalica.
q Esercitazioni tecniche di adattamento a terra.
q Lavoro sulla porta con parate combinate (max 3-4) eseguite alla massima rapidit
con tempo recupero totale. Obiettivo la posizione e la copertura della porta, il gesto
tecnico (presa o deviazione). A seconda del periodo o delle necessit dei portieri.
q Situazioni e tiri in porta con la squadra.
q Partita con la squadra.
q Tecnica sui rilanci con piedi e mani.

w w w .al l enat or e.net

4 4
Gioved
q Riscaldamento con i piedi, esercizi di destrezza e tecnica fine.
q Situazioni per controllo e rilancio con i piedi, sia con avversari passivi che attivi e
con obiettivi statici o dinamici.
q Esercitazioni di tecnica di spostamento e coordinazione in approccio alle palle alte.
q Cross da tutte le posizioni per uscite alte con o senza avversari con vari tipi di
traiettoria, corta, lunga, tesa, parabola, ecc inserendo talvolta anche
combinazioni che prevedono tiri verso la porta prima o dopo lintervento in uscita.
q Un tempo della partita amichevole.
q Addominali.
Venerd
q Riscaldamento tecnico in destrezza con 1 o pi palloni sia con le mani che con i
piedi
q Skip vari.
q Rapidit con partenze a comando visivo, sonoro, tattile che possono essere seguiti
da un gesto tecnico.
q Esercitazioni in porta con 1-2 parate max dopo spostamento rapidissimo o partenza
variata.
q Situazione di gara con cross bassi dal fondo, situazioni 1>1, uscita bassa a seconda
del periodo o delle esigenza del portiere.
q Lavoro con squadra in situazioni gara: cross, tiri in porta, e partitella.
q Cross da tutte le posizioni con contrasto attivo, per fare gol da parte di tutti gli altri
portieri, anche del settore giovanile, presenti allallenamento.
Sabato
q Riscaldamento con esercizi di presa alla figura con varie traiettorie.
q Stretching e mobilit statica.
q Psicocinetica con palloni colorati, numeri, coni o cinesini colorati. Ricerca dello
stimolo di tutte le componenti della velocit e di tutte le capacit sensoriali.
q Reattivit con esercitazioni eseguite con palloni deviati da avversari, coni, palle da
rugby. Palloni calciati da breve distanza ecc.
q Situazioni tattiche con squadra in vista della partita del giorno dopo.
q Situazioni di palla inattiva con squadra.
Domenica
q Partita di campionato.





w w w .al l enat or e.net

5 5
Mi croci cl o per chi svol ge 5 sedut e di al l enament o.
E un ciclo completo e permette di allenare in modo abbastanza completo tutte le
componenti della prestazione del portiere.
Anche in questo caso la forza viene toccata il marted (con le esercitazioni specifiche)
e il gioved (con le uscite alte).
Il mercoled viene dedicato alla trasformazione del lavoro del giorno precedente con
alcune componenti acrobatiche. Il venerd alla velocit pura di intervento, mentre il
sabato alla capacit di reazione.
La completezza del programma viene data anche dal tempo a disposizione per le
esercitazioni situazioni da svolgere con la squadra.
E il programma settimanale solitamente utilizzato dalle categorie pi alte dei settori
giovanile professionistiche o dalle societ che partecipano al campionato di serie D.
Luned
q Riposo.
Marted
q Tecnica podalica in forma dinamica a ritmo blando come forma di riscaldamento.
q Mobilit arti inferiori statica e dinamica.
q Esercizi di coordinazione e preparazione alla forza anche in forma propriocettiva
con lutilizzo delle apposite tavolette.
q Forza per la parte bassa. Carico e esercitazioni a seconda che si utilizzino
esercitazioni a secco o con componente tecnica.
q Lavoro con squadra o trasformazione del lavoro precedente con esercitazioni
tecniche sulla porta con componenti di agilit, acrobatica.
q Scarico colonna vertebrale e addominali.
Mercoled
q Forza a circuito per la parte alta.
q Riscaldamento con esercitazioni di destrezza con le mani o per la tecnica di presa
alla figura anche sotto forma di trasformazione del lavoro precedente.
q Esercitazioni tecniche di adattamento a terra.
q Esercitazioni per le uscite basse anche susseguenti a skip o partenze rapide.
q Lavoro sulla porta con parate combinate (max 3-4) eseguite alla massima rapidit
con tempo di recupero totale. Obiettivo la posizione e la copertura della porta, il
gesto tecnico (presa o deviazione). A seconda del periodo o delle necessit dei
portieri.
q Situazioni e tiri in porta con la squadra.
q Partita con la squadra.
q Tecnica sui rilanci con piedi e mani.



w w w .al l enat or e.net

6 6
Gioved
q Riscaldamento con i piedi, esercizi di destrezza e tecnica fine.
q Situazioni per controllo e rilancio con i piedi, sia con avversari passivi che attivi.
q Esercitazioni di tecnica di spostamento e coordinazione in approccio alle palle alte.
q Cross da tutte le posizioni per uscite alte con o senza avversari con vari tipi di
traiettoria, corta, lunga, tesa, parabola, ecc
q Un tempo della partita amichevole.
q Addominali.
Venerd
q Riscaldamento tecnico in destrezza con 1 o pi palloni sia con mani che con piedi.
q Skip vari con o senza gesto tecnico successivo.
q Rapidit con partenze a comando visivo, sonoro, tattile con successivo gesto
tecnico.
q Esercitazioni in porta con 1-2 parate max dopo spostamento rapidissimo o partenza
variata.
q Situazione di gara con cross bassi dal fondo, situazioni 1>1, uscita bassa a seconda
del periodo o delle esigenza del portiere.
q Lavoro con squadra in situazioni gara: cross, tiri in porta, e partitella.
q Cross da tutte le posizioni con contrasto attivo, per fare gol da parte di tutti gli altri
portieri, anche del settore giovanile, presenti allallenamento.
Sabato
q Riscaldamento con esercizi di presa alla figura con varie traiettorie.
q Stretching e mobilit statica.
q Psicocinetica con palloni colorati, numeri, coni o cinesini colorati. Ricerca dello
stimolo di tutte le componenti della velocit e di tutte le capacit sensoriali.
q Reattivit con esercitazioni eseguite con palloni deviati da avversari, coni, palle da
rugby. Palloni calciati da breve distanza ecc.
q Situazioni tattiche con squadra in vista della partita del giorno dopo.
q Situazioni di palla inattiva con squadra.
Domenica
q Partita di campionato.






w w w .al l enat or e.net

7 7
Mi croci cl o per chi svol ge 4 sedut e di al l enament o.
E un ciclo settimanale abbastanza completo che viene utilizzato solitamente dalle
squadre giovanili dei settori professionistici o dalle prime squadre dilettantistiche di
alto livello (serie D o Eccellenza).
Rispetto al precedente, gli argomenti vengono maggiormente concentrati. La forza
viene allenata anche in questo caso il marted e il gioved. Il mercoled previsto il
grosso del lavoro tecnico e sulla porta mentre il venerd viene fatto un misto tra la
velocit di intervento e la capacit di reazione.
Luned
q Riposo.
Marted
q Riscaldamento tecnico con i piedi sia in forma statica che dinamica.
q Mobilit arti inferiori statica e dinamica.
q Esercizi di coordinazione e preparazione alla forza.
q Forza per la parte bassa. Carico e esercitazioni a seconda che si utilizzino
esercitazioni a secco o con componente tecnica.
q Lavoro con squadra.
q Addominali e scarico colonna vertebrale.

Mercoled
q Forza per la parte alta.
q Mobilit parte alta e rapidit delle braccia.
q Skip vari e/o velocit con sprint.
q Tecnica di presa alla figura o destrezza con 1 o pi palloni.
q Esercitazioni sulla porta con parate combinate (max 3-4) eseguite alla massima
rapidit con tempo di recupero totale. Obiettivo la posizione, la copertura della
porta, il gesto tecnico (presa o deviazione). A seconda del periodo o delle necessit
dei portieri.
q Situazioni e tiri in porta con la squadra.
q Partita con la squadra.
q Tecnica sui rilanci con piedi e mani.

Gioved
q Riscaldamento con i piedi, esercizi di destrezza e tecnica fine.
q Situazioni per controllo e rilancio con i piedi, sia con avversari passivi che attivi.
q Esercitazioni di tecnica di spostamento e coordinazione in approccio alle palle alte.
q Cross da tutte le posizioni per uscite alte con o senza avversari con vari tipi di
traiettoria, corta, lunga, tesa, parabola, ecc.
q Lavoro con squadra o un tempo di una partita amichevole.





w w w .al l enat or e.net

8 8
Venerd
q Riscaldamento tecnico in destrezza con 1 o pi palloni sia con mani che con piedi.
q Skip vari.
q Esercitazioni in porta con 1-2 parate max dopo spostamento rapidissimo o partenza
variata o componente reattiva o psicocinetica.
q Situazione di gara con cross bassi dal fondo, situazioni 1>1, uscita bassa a seconda
del periodo o delle esigenza del portiere.
q Lavoro con squadra in situazioni gara: cross, tiri in porta, e partitella.

Sabato
q Riposo.
Domenica
q Partita di campionato.

Nel caso il giorno di riposo non sia il sabato ma un altro giorno della settimana il
programma slitta ma mantiene i contenuti inalterati.































w w w .al l enat or e.net

9 9
Mi croci cl o per chi svol ge 3 sedut e di al l enament o.
E un ciclo settimanale che viene utilizzato solitamente dalle squadre dilettantistiche di
livello medio o medio alto. Questa settimana tipo prevede nella seduta del marted un
lavoro di forza, il gioved viene eseguito un mix tra forza e velocit mentre il venerd
vengono trattate la velocit pura e la capacit di reazione. Per completare la
programmazione settimanale potrebbe essere necessario integrare al termine di
alcune sedute, se il tempo e la situazione meteorologica lo permettono, alcune
esercitazioni che probabilmente non potrebbero trovare spazio nella normale seduta.
Luned
q Riposo.
Marted
q Riscaldamento tecnico con i piedi.
q Mobilit arti inferiori sia statica che dinamica.
q Esercizi di coordinazione e preparazione alla forza.
q Forza per la parte bassa. Carico e esercitazioni a seconda che si utilizzino
esercitazioni a secco o con componente tecnica.
q Lavoro con squadra.
q Addominali e scarico colonna vertebrale.
Mercoled
q Riposo.
Gioved
q Tecnica sui rilanci con piedi e mani.
q Skip vari e/o velocit con sprint.
q Lavoro sulla porta con parate combinate (max 3-4) eseguite alla massima rapidit
con tempo di recupero totale. Obiettivo la copertura della porta, il gesto tecnico
(presa o deviazione). A seconda del periodo o delle necessit dei portieri.
q Situazione e tiri in porta con la squadra.
q Partita con la squadra.
q Cross da tutte le posizioni per uscite senza avversari con vari tipi di traiettoria,
corta, lunga, tesa, parabola, ecc
Venerd
q Riscaldamento tecnico in destrezza con 1 o pi palloni sia con mani che con piedi.
q Skip vari.
q Esercitazioni in porta con 1-2 parate max dopo spostamento rapidissimo o partenza
variata o componente reattiva o psicocinetica.
q Situazione di gara con cross bassi dal fondo, situazioni 1>1, uscita bassa a seconda
del periodo o delle esigenza del portiere.
q Lavoro con squadra in situazioni gara: cross, tiri in porta, e partitella.
Sabato
q Riposo.
Domenica
q Partita di campionato.
w w w .al l enat or e.net

10 10
Microciclo per chi svol ge 2 sedut e di al l enament o.
E il ciclo settimanale minimo utilizzato da parecchie squadre di livello dilettantistico.
Siamo proprio al limite di sedute per poter svolgere una preparazione redditizia.
Nel primo allenamento viene sviluppata una seduta con una spiccata componente di
forza mentre il venerd viene eseguito un piccolo richiamo tramite le uscite alte ma
sviluppando particolarmente la velocit.
Per completare al meglio il programma ritengo sia necessario fermarsi al termine
dellallenamento con la squadra eseguendo alcune esercitazione per integrare quello
che nella prima parte della seduta non si trova il tempo di fare.
Luned
q Riposo.
Marted
q Riscaldamento tecnico con i piedi sia in forma statica che dinamica.
q Mobilit arti inferiori statica e dinamica.
q Esercizi di coordinazione e preparazione alla forza.
q Forza per la parte bassa. Carico e esercitazioni a seconda che si utilizzino
esercitazioni a secco o con componente tecnica.
q Lavoro con squadra.
q Addominali e scarico colonna vertebrale.
Mercoled
q Riposo.
Gioved
q Tecnica sui rilanci con piedi e mani.
q Skip vari e/o velocit con sprint con o senza gesto tecnico successivo.
q Lavoro sulla porta con parate combinate (max 3-4) eseguite alla massima rapidit
con tempo di recupero totale. Obiettivo la copertura della porta, il gesto tecnico
(presa o deviazione). A seconda del periodo o delle necessit dei portieri.
q Situazione e tiri in porta con la squadra.
q Partita con la squadra.
q Esercitazioni per le palle alte, uscite basse in attacco al pallone, situazioni 1>1.
Venerd
q Riposo.
Sabato
q Riposo.
Domenica
q Partita di campionato.

Nello Marano raccont a, da un
punt o di vist a t ecnico-tattico, la
st agione 2003-2004 alla guida del
Tavagnacco Udine.
A curadi ROBERTO BONACINI
Scopriamo in questa intervista la professionalit e la competenza
calcistica del Mister friulano, uno tra i tecnici pi preparati presente la
scorsa stagione nel massimo campionato nazionale femminile.
M Mister, il suo curriculum da allenatore?
Prima di passare al calcio femminile ho lavorato molto nelle scuole calcio e nei settori
giovanili; successivamente ho allenato entrambi (scuola calcio e femminile), per poi
dedicarmi negli ultimi anni al calcio femminile. Ecco comunque il dettaglio:
q 1991/1992 Comunale Lestizza cat. Pulcini;
q 1992/1993 Comunale Lestizza cat. Esordienti;
q 1993/1994 Buttrio cat. Pulcini;
q 1994/1995 Buttrio cat. Esordienti;
q 1995/1996 Comunale Lestizza cat. Pulcini;
q 1996/1997 Tavagnacco cat. Pulcini e serie C femminile;
q 1997/1998 Tavagnacco cat. serie C femminile;
q 1998/1999 Tavagnacco serie B femminile;
q 1999/2000 Tavagnacco serie B femminile;
q 2000/2001 Tavagnacco serie B femminile;
q 2001/2002 Tavagnacco serie A femminile;
q 2002/2003 Tavagnacco serie A femminile (richiamato ultime 3 giornate);
a ar rt ti ic co ol lo o
1
1
0
0


N . 1 3 O T T O BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

C C C C A A A A L L L L C C C C I I I I O O O O F F F F E E E E M M M M M M M M I I I I N N N N I I I I L L L L E E E E
w w w .al l enat or e.net

2 2
q 2003/2004 Tavagnacco serie A femminile (esonerato termine girone andata e poi
richiamato ultime 4 giornate).
Dal 1996 al 2000 responsabile provinciale FIGC Comitato di Udine prima come
delegato per lattivit scolastica e poi per lattivit di base.
Lallenat ore e il collet t ivo.
Quali qualit deve avere un buon allenatore?
Deve essere serio, preparato e paziente e deve sempre fare della professionalit il suo
punto di forza.
Che tipo di rapporto cerca di instaurare con la squadra?
Il rapporto con la squadra deve essere improntato alla massima chiarezza, alla
collaborazione, allequilibrio ed al rispetto reciproco. Inoltre tutti devono essere a
conoscenza del programma, degli obiettivi e del ruolo che ciascuno, per le sue
competenze, capacit e caratteristiche, riveste allinterno della struttura.
Un buon gruppo, un buon collettivo cosa deve e non deve avere?
Un buon gruppo, pur facendo tesoro delle individualit e delle personalit definite,
deve tendere ad essere una cosa sola. Perch il gruppo funzioni non si deve dar
luogo a frammentazioni in tante cellule che spesso, se non controllate, possono
minarne la serenit. In ogni caso sta nella bravura dellallenatore e del suo staff far s
che ci non avvenga e questo rappresenta sicuramente uno degli aspetti pi difficili
del lavoro di allenatore.
La preparazione e il periodo agonist ico.
Quanto durata la preparazione pre-campionato e quali gli obiettivi ricercati
in questa preparazione iniziale (ottenere risultati a breve termine con
previsione di un secondo periodo preparatorio, oppure risultati a medio lungo
termine)?
La preparazione durata quattro settimane: dal 16 Agosto a met Settembre.
Allinizio, nel corso della prima settimana, oltre al lavoro di verifica con vari test di
valutazione delle condizioni fisiche (Leger, Capanna, velocit lineare e a navetta sui
20mt., rilevazione del peso e plicometria con indicazione della massa magra e della
massa grassa, test di forza con macchine isocinetiche) si puntato sullo sviluppo
progressivo dello stato di forma con un lavoro di tipo generale.
Nella seconda settimana (ritiro a Paluzza localit in provincia di Udine a 600 metri di
altitudine) e nella terza settimana si puntato allo sviluppo ulteriore dello stato di
forma con un lavoro pi specifico, prima con mantenimento della quantit ed aumento
dellintensit, e successivamente con diminuzione della quantit ed aumento
dellintensit.
Poi si arrivati, a ridosso dellinizio del campionato, alla fase di stabilizzazione di
quantit ed intensit, avvicinandoci in pratica a quella che poi sarebbe diventata la
settimana tipo.
La periodizzazione dellintera annata stata comunque cosi scandita:
w w w .al l enat or e.net

3 3
q Periodo preparatorio o precampionato dal 16 Agosto a met Settembre (prima
del quale le giocatrici, dopo un periodo di completo riposo post-campionato, hanno
svolto un programma individuale pre-ritiro strutturato su venti sedute);
q primo periodo competitivo da Settembre alla sosta natalizia;
q primo periodo transitorio (richiamo e recupero) dalla sosta alla ripresa del
campionato;
q secondo periodo competitivo dal 6 Gennaio a fine Marzo;
q secondo periodo transitorio dovuto ad una sosta lunga per gli impegni ufficiali
delle squadre nazionali;
q periodo di riposo nella pausa estiva.
Quanti allenamenti alla settimana e in che orari sono svolti?
Tre o quattro sedute, dalle ore 19.15 alle ore 21.15.
Mi descriva un attimo la settimana tipo di lavoro dal punto di vista della
preparazione fisica?
La nostra settimana tipo strutturata su quattro sedute settimanali di cui tre in
campo, della durata di due ore circa, ed una facoltativa in palestra agli ordini del
preparatore atletico Prof. Sergio Tomadini (collaboratore esterno); queste sedute sono
condotte dal sottoscritto (mi occupo anche della preparazione fisica essendo
insegnante di Educazione Fisica) in collaborazione con il vice allenatore Ruggero Di
Giusto.
q Prima seduta (Luned) nel corso della quale met del tempo viene dedicato alla
parte atletica con interessamento ciclico settimanale delle componenti centrali e
periferiche della resistenza (potenza aerobica) e con esercitazioni di forza di tipo
esplosiva - elastica ed elastica reattiva;
q seconda seduta (Marted) prevalentemente basata sull'incremento delle qualit
lattacide (resistenza alla velocit e potenza lattacida);
q terza seduta in palestra (facoltativa di Mercoled) basata prevalentemente
su lavori individualizzati di ripristino fisiologico e/o recupero infortuni, lavori di
recupero della forza resistente o specifica oppure su un programma di ginnastica
propriocettiva come prevenzione infortunistica personalizzata. In alternativa (e
soprattutto nel periodo iniziale e finale del campionato) questa giornata viene
sfruttata per svolgere una partita amichevole;
q quarta seduta (Gioved) nel corso della quale vengono proposte sempre delle
esercitazioni di reattivit neuro-muscolare, rapidit, velocit e agilit;
q sabato partita di campionato.
Durante uno degli allenamenti settimanali viene spesso inserita la partita
amichevole? Quali sono secondo lei le squadre da ricercare per trarre benefici
da queste gare (giovanili, dilettanti, amatori)?
Quella degli amatori una categoria che si presta molto per le nostre esigenze e quindi
sovente incontriamo squadre di questo tipo. Delle categorie giovanili diciamo che si
possono incontrare squadre di allievi purch le partite vengano giocate privilegiando gli
aspetti tecnici e tattici e non solo quelli fisici che, soprattutto contro questi avversari, ci
w w w .al l enat or e.net

4 4
vedrebbero in difficolt dal punto di vista della forza e della velocit. In ogni caso sono
molto utili perch abituano a ritmi molto vicini a quelli delle partite di campionato.
Considerazioni t ecnico-t at t iche.
Nellorganizzare il gioco a zona preferisce partire dallanalitico (esempio 1>1,
2>1, 2>2 ecc.) por poi gradatamente arrivare allorganizzazione di tutta la
squadra o viceversa partire con il movimento di tutta la squadra e
conseguentemente analizzare i problemi di tecnica e tattica individuale e
tattica collettiva di reparto?
Io parto di solito da situazioni analitiche per poi arrivare a quelle globali.
Ritengo fondamentale lacquisizione dei principi dell 1>1 in fase di possesso e non
possesso e pongo molta attenzione in fase difensiva al posizionamento (soprattutto dei
piedi e del corpo) rispetto allasse palla-porta ed in fase offensiva al controllo della palla in
corsa, alle finte ed al cambio di velocit.
Utilizzo molto le combinazioni 2>1 e 2>2 finalizzandole: allaiuto reciproco; alla presa
di posizione rispetto alla palla, alla porta e agli avversari; allo smarcamento; alla
conquista dello spazio in avanti e alla conclusione a rete. Le esercitazioni per reparto e
quelle collettive vengono svolte prima senza la presenza di avversari e poi con
linserimento progressivo di avversari attivi.
Rispetto al passato, in cui avevo la tendenza a codificare solo la fase difensiva, ho
provato (con buoni esiti) a strutturare in maniera organizzata anche la fase offensiva
partendo o dalla rimessa con le mani o con i piedi del nostro portiere, o dalla
conquista palla dei nostri difensori o dalla conquista palla di nostri centrocampisti per
poi creare delle combinazioni che, con pochi passaggi, permettano di arrivare
rapidamente vicino alla porta avversaria e quindi ad una possibile conclusione a rete.
Il giocatore che in campo deve essere messo in condizione di saper sempre cosa
fare, non solo quando la palla gestita dagli avversari, ma anche quando la palla in
proprio possesso.
Chiaramente lascio sempre la possibilit alle giocatrici di essere creative e fantasiose
in zona dattacco di modo che, in base alla lettura delle situazioni di gioco, possano
cercare soluzioni alternative personali ed efficaci (e sovente accade che sono proprio
queste che fanno vincere la partita).
Quale modulo adottate solitamente?
Il modulo quello a zona mentre la dislocazione sul terreno di gioco quella che prevede
il classico 4-4-2 (figura 1 ). Ritengo questo sistema di gioco didatticamente pi semplice
da insegnare e pi facilmente assimilabile anche in campo femminile.
Quali secondo lei i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo modulo?
q Vantaggi - La squadra riesce a coprire in maniera compatta ed equilibrata tutti i
settori del campo sia in senso verticale che orizzontale. Inoltre si creano delle
catene di giocatori (esterno difensivo con esterno di centrocampo, difensore
centrale con centrocampista centrale ecc.) (figura 2 ) che favoriscono in maniera
quasi del tutto naturale lintercambiabilit dei ruoli e laiuto reciproco.
q Svantaggi - Risiedono nel fatto che se si poco dinamici e non si fa del movimento
senza palla e della velocit il punto di forza si diventa prevedibili e si finisce per
fare il gioco degli avversari.
w w w .al l enat or e.net

5 5
11
8
7
6 5
4
3
2
10
9
1
Fig. 1 Fig. 1

11
8
7
6 5
4
3
2
10
9
1
Fig. 2 Fig. 2

Utilizzate solo questo o a seconda
degli avversari o dellorganico a
disposizione utilizzate altri moduli?
Ci pu fare qualche esempio?
Utilizziamo anche alcune varianti. Lanno
scorso ad esempio sono stato richiamato
alla guida della squadra nelle ultime tre
partite. Cera ovviamente la necessit di
salvarsi e quindi ho dovuto approntare una
squadra pi offensiva. La scelta, tenuto
conto delle caratteristiche delle giocatrici a
disposizione e della posizione in classifica,
caduta sul 3-4-2-1 (figura 3) con il
quale abbiamo ottenuto degli ottimi
riscontri in quanto siamo riusciti a trovare
un assetto equilibrato e le giuste sincronie
nelle due fasi di gioco. Unaltra variante
che abbiamo inoltre utilizzato spesso
questanno stato il 3-4-1-2 con un
trequartista molto tecnico che giocava alle
spalle di due attaccanti (figura 4) molto
mobili ed abili a creare varchi per i suoi
inserimenti (figura 5) e bravi a liberarsi in
11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
Fig. 3 Fig. 3




w w w .al l enat or e.net

6 6
in area per ricevere i suoi passaggi filtranti e andare alla conclusione (figura 6 e 7).
11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
Fig. 4 Fig. 4

11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
Fig. 5 Fig. 5
A
C
B C
C

11
10
9
Fig. 6 Fig. 6
A
B
A B

11
10
9
Fig. 7 Fig. 7
A
A
A

11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
Fig. 8 Fig. 8

6
5
3
2
1
Fig. 9 Fig. 9

11
8
7
4
3
10
9
1
Fig.10 Fig.10
C
C B
A
C
A

Ovviamente ho potuto giocare in questo modo perch
disponevo di due esterni di centrocampo con polmoni
inesauribili che mi garantivano, con unazione a stantuffo
(figura 8), sia il sostegno alla difesa (figura 9), sia
lappoggio ai centrocampisti centrali e agli attaccanti
(figura 10).
Capita spesso o di rado di cambiare modulo
durante la stessa gara?
Certo! Pu accadere spesso e questo dipende: da come
sta andando la partita (se stai vincendo cerchi di rinfoltire
il centrocampo nella convinzione che gli avversari meglio
fermarli il pi lontano possibile dalla tua porta; se perdi
ovvio che tenti di rimediare dando pi peso allattacco)
oppure da come sono sistemati i tuoi avversari in campo.
w w w .al l enat or e.net

7 7
Faccio un esempio: se incontro una squadra disposta con un 3-5-2 e mi accorgo che pago
linferiorit numerica nella zona nevralgica del campo posso provare a contrapporre un 3-
4-1-2 che mi permetta in fase di non possesso di ristabilire la parit numerica col
trequartista che scala opportunamente (figura 11 e 12) e, al contempo, mi da la
possibilit, avviando celermente la fase di transizione positiva, di creare situazioni
offensive di 3>3 sicuramente pi vantaggiose per noi e pi rischiose per gli avversari
(figura 13).
11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
Fig.11 Fig.11

8
7
4
3
10
1
5>5 A CENTROCAMPO
Fig.12 Fig.12

11
10
9
3>3 IN ATTACCO
Fig.13 Fig.13

La scelta del modulo per lei deve
essere una scelta dettata dalle
caratteristiche dei giocatori a
disposizione oppure lei
innamorato di un tipo di gioco al
quale adatta le giocatrici di cui
dispone?
Un allenatore deve rispettare sempre le
caratteristiche dei giocatori che ha a
disposizione ma ha anche il dovere di
insegnare a vedere le cose da punti di vista
diversi e a prospettare soluzioni diverse
sempre nellottica di una collaborazione
reciproca e senza forzature estreme. Nel
gioco del calcio, dove le situazioni e i
riferimenti senso-percettivi variano
costantemente, i processi di assimilazione
accomodamento e adattamento sono
continui e interdipendenti e proprio per
questo inscindibili.
w w w .al l enat or e.net

8 8
La fase difensiva.
Generalmente con quanti giocatori difendete e come organizzata la squadra
in questa fase?
Sono convinto che tutti i giocatori in campo devono essere in grado di attaccare e di
difendere. Lattaccante che perde palla diventa il primo difensore cos come il
difensore che conquista il pallone diventa il primo attaccante e non deve buttare via
palla. chiaro che, nel momento in cui gli avversari ripartono, pi giocatori si hanno
sotto la linea della palla e pi possibilit si ha di recuperarne il possesso (linea della
palla figura 14). Quindi si cerca di fare in modo di avviare velocemente la fase di
transizione negativa mandando un giocatore (quello pi vicino al portatore di palla
avversario) a disturbarne lazione e dare cos modo agli altri di risistemarsi (figura 15
e successive rappresentazioni grafiche considerando il modulo 4-4-2).
In ogni caso (e questo lo proviamo spesso negli allenamenti della fase offensiva)
quando attacchiamo ci disponiamo preventivamente in modo da essere sempre pronti
al peggio.
11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
Fig.14 Fig.14
A

11
8
7
6 5
4
3 2
10
9
1
Fig.15 Fig.15
B
A
B
A
A

La fase offensiva.
Generalmente con quanti giocatori attaccate e come organizzata la squadra
in questa fase?
Vale lo stesso discorso precedente; non si pu attaccare solo con le due punte e la mezza
punta perch le difficolt agli avversari riesci a crearle col movimento sincrono di pi
giocatori. Di solito i miei due esterni ed uno dei centrocampisti centrali si uniscono agli
attaccanti (figura 16) e le combinazioni offensive che proviamo in allenamento molto
w w w .al l enat or e.net

9 9
spesso li vedono direttamente coinvolti non solo in funzione di appoggio o sostegno ma
anche per la conclusione a rete personale (figura 17 e 18).
11
8
7
6
5
4
3 2
10
9
1
Fig.16 Fig.16

11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
Fig.17 Fig.17
C
B
A
A
C
C
D

11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1 Fig.18 Fig.18
A
C
B
C
C
C
D

Meglio verticalizzare il gioco, allargare sulle fasce o un buon mix di entrambi?
Se si creano i presupposti per una verticalizzazione immediata (ad esempio squadra
avversaria sbilanciata, ampi spazi che possono essere attaccati da una punta veloce,
possibilit di creare superiorit numerica ecc) autorizzo le giocatrici a farlo
immediatamente (figura 19). Se invece la squadra avversaria si gi organizzata per la
fase difensiva ritengo sia inutile buttare la palla avanti nella speranza che accada qualcosa
e pertanto cerco di privilegiare una soluzione pi manovrata che preveda laggiramento
per vie laterali allo scopo di creare sia varchi temporanei sfruttabili sia per mandare al
cross gli esterni (figura 20).
Nel corso dellincontro sovente si presentano queste situazioni pertanto il mio compito
quello di mettere le giocatrici (attraverso allenamenti ed esercitazioni mirate e
indicazioni precise) nelle condizioni di capire quando va bene una soluzione e quando
invece pi funzionale optare per la seconda.
11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
COSTRUZIONE IMMEDIATA
Fig.19 Fig.19
A
C
B
C
C

11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1
COSTRUZIONE MANOVRATA
Fig.20 Fig.20
F
D
D
C
B
A
F
E

Possesso palla,
squadra corta,
saltare il
centrocampo. Quali
le sue idee?
La mia idea molto
semplice. Se abbiamo
noi il pallino del gioco
riusciamo a far s che
gli avversari ci creino
meno fastidi. Se
concediamo troppo agli
avversari chiaro che
aumentano per loro le
occasioni per metterci
in difficolt.
w w w .al l enat or e.net

10 10
Comunque non sempre il possesso dipende solo da te ma (e questo accade spesso nel
calcio femminile dove il divario tra alcune squadre notevole) pu dipendere anche dal
11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1 Fig.21 Fig.21
A

11
8
7
6 5
4
3
2
10
9
1 Fig.22 Fig.22

11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1 Fig.23 Fig.23
A

11
8
7
6
5
4
3
2
10
9
1 Fig.24 Fig.24
B
B
B

valore delle forze
in campo. In caso
di gara equilibrata
la squadra corta
permette una pi
facile riconquista
della palla
attraverso azioni
di pressing
(figura 21 e 22)
e di raddoppio
(figura 23 e 24) ,
e quindi rende
possibile laiuto
reciproco che
ritengo
importantissimo
nel gioco a zona;
per un giocatore in
campo sentire alle
proprie spalle la
presenza di un
compagno
confortante e
aiuta ad essere pi
tranquillo. Poi
chiaro che, se in
alcuni momenti
della gara ti
accorgi che sei
sovrastato a
centrocampo o
stai perdendo e
manca poco alla
fine, fai ricorso
anche al lancio
lungo a scavalcare la zona centrale. Ma questo rientra nellintelligenza calcistica o acume
tattico di ciascun giocatore e quindi nella sua capacit di pervenire ad una scelta
funzionale e di risoluzione di un problema in reazione al contesto di gioco creatosi.
Mi pu descrivere 2 o 3 schemi che provate e adottate poi in partita
riguardanti la fase offensiva?
q Dopo un giro palla da parte dei centrocampisti 10-8-4-7, lesterno destro 7 da inizio
allazione. Lattaccante 9 finta la corsa in profondit e torna a ricevere il passaggio
di 7; ricevuta palla 9 triangola al centro con 11 che venuto incontro gli restituisce
palla. A questo punto lazione viene rifinita da 9 con un passaggio sullesterno 10
w w w .al l enat or e.net

11 11
che si inserito con i giusti tempi sul lato cieco. I giocatori 8-4-7 si dispongono a
sostegno centralmente per bloccare leventuale transizione negativa (figura 25).
1
11
8
7
4
10
9
Fig.25 Fig.25
G
D
D
C
B
A
G
F
F
E
H

q In alternativa 9 dopo aver effettuato il
triangolo con 11, ritornato in possesso palla,
gioca in profondit per il taglio a convergere
dellesterno di centrocampo 7 che si
inserito con una corsa di sovrapposizione in
fascia (figura 26).
q Lesterno di centrocampo 3 gioca per il
centrale 4 che di prima intenzione passa a
10 che viene incontro dopo un
contromovimento dinganno. Ricevuta palla
10 scarica di prima intenzione per 8 che
sempre di prima lancia in fascia lesterno 7
che si sovrapposto. Cross in area di 7 con
11 che taglia sul primo palo, 9 che va sul
secondo e con lesterno 3 che, a sorpresa, si
inserisce centralmente (figura 27) (3-4-1-
2).

1
11
7
9
Fig.26 Fig.26
C
C
B
A
A
D
D

11
8
7
4
3
9
10
Fig.27 Fig.27
E
1
E
D
D
C
B
B
A
E
E

q Il trequartista 10 viene incontro a ricevere il passaggio di 8 dopo che i
centrocampisti hanno fatto girare la palla. 10 finta di ricevere palla e fa velo per
11 che si inserito alle sue spalle; 11 ricevuta palla di prima appoggia
centralmente (chiude il triangolo) per 8 che si inserito (sfruttando anche lo spazio
w w w .al l enat or e.net

12 12
creato in zona centrale da 9 con un movimento verso lesterno) e va alla
conclusione. I giocatori 3, 4 e 7 si dispongono a sostegno per bloccare un
eventuale transizione negativa (figura 28) (3-4-1-2).

q Dopo un giro palla tra i centrocampisti lazione parte dallesterno 7 che finta il
passaggio a 9, che dopo un contromovimento viene incontro, per poi passare
palla sul movimento di 10; 10 fa velo per 11 il quale ricevuta palla la rigioca,
chiudendo il triangolo, al centro per 10 che va alla conclusione. I giocatori 11 e
9 seguono lazione in area di rigore per intervenire su un eventuale ribattuta del
portiere; i centrocampisti accompagnano a sostegno lazione con i due esterni
pi alti e i due centrali pi bassi pronti a recuperare in caso di transizione
negativa (figura 29) (3-4-1-2).
1
11
8
7
4
3
9
10
Fig.28 Fig.28
D
C
B
A
F
E
E
F
G
G

1
11
8
7
4
3
9
10
Fig.29 Fig.29
D
C
B
A
F
F
E
D F

Le palle inat t ive.
Palle inattive. Quale importanza preparativa durante gli allenamenti?
Palle inattive a favore - Per ci che concerne le punizioni dal limite, avendo diversi
giocatori che offrono soluzioni sia di forza che di precisione, preferisco la battuta
diretta. Di solito metto quasi sempre un giocatore sulla palla spalle alla porta che si
sposta solo nel momento che il compagno sta per tirare; questo allo scopo di
nascondere la palla al portiere fino al momento della battuta (figura 30).
Nel caso di punizioni decentrate optiamo per la palla in mezzo; in questo caso (come
pure sui calci dangolo) salgono due difensori abili colpitori di testa che si muovono in
sincronia con gli attaccanti sfruttando i blocchi in area (spesso gli esiti sono positivi)
(figura 31). Sempre sui calci dangolo di solito prevedo un massimo di tre
combinazioni contraddistinte da segnali appositi e da movimenti precisi per liberarsi.
La prima prevede il lancio sul secondo palo (figura 32); la seconda palla prevede il
w w w .al l enat or e.net

13 13
lancio a centro area (figura 33) e la terza prevede uno scambio corto del battitore
con un attaccante staccatosi e venuto incontro. In questo caso le soluzioni sono due: o
il tiro cross del battitore verso il secondo palo (figura 34) oppure lentrata in area
palla al piede dellattaccante (questo nel caso in cui il difensore che lo ha seguito si
sposta marcando il battitore) (figura 35).

1
Fig.30 Fig.30
A
B

1
BLOCCO
Fig.31 Fig.31
A
A
A
B

1
BATTUTA SUL SECONDO PALO
Fig.32 Fig.32


1
BATTUTA A CENTRO AREA
Fig.33 Fig.33

1
Fig.34 Fig.34
A
B
B
A
C

1
Fig.35 Fig.35
A
A
C
B


Palle inattive a sfavore - sulle punizioni lascio al portiere il compito di scegliere quante
persone mettere in barriera ed sempre lestremo difensore a decidere se farsi
affiancare da un compagno sulla linea di porta. Sui calci dangolo di solito lattaccante
bravo di testa viene chiamato a fare il vertice mentre un'altro viene messo sul primo
palo. I difensori pi abili nello stacco marcano a uomo i colpitori della squadra
avversaria mentre un paio di giocatori vengono sistemati a zona.

Potrebbero piacerti anche