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www.al l enat ore.net - Magazine n.

15 Dicembre 2004

FOCUS

A R T I C O L O 1
Speciale giovani
La presentazione del
palinsesto mensile.
A cura di Robert o Bonaci ni

A R T I C O L O 2
Come allenare la
categoria
esordienti.
Principi, metodo-
logia e mezzi.

A cura di Mazzant i ni -Gui di

A R T I C O L O 3
Come allenare la
categoria
giovanissimi.
Principi, metodo-
logia e mezzi.

A cura di Gi orgi o Bravo

A R T I C O L O 4
Come allenare la
categoria allievi.
Principi, metodo-
logia e mezzi.

A cura di Cri st i ano Dani si

A R T I C O L O 5
Come allenare la
tattica con le
esercitazioni a
specchio.
Una proposta
alternativa per
allenare la squadra.

A cura di Fabi o Gi al l at i ni

A R T I C O L O 6
Attaccare con il 4-2-3-1:
gli sviluppi offensivi
dellEmpoli di Somma.
Gli schemi della squadra
toscana.

A cura di Massi mo Lucchesi

A R T I C O L O 7
Intervista a Roberto
Mattioli.
Idee e metodi del tecnico
della primavera della
Lazio.

A cura di Emanuel e Aqui l ani

A R T I C O L O 8
Come migliorare il
controllo di palla.
Analisi ed esercitazioni
per migliorare il gesto
tecnico.

A cura di Emanuel e Aqui l ani

A R T I C O L O 9
Allenare le capacit
coordinative del
portiere.
Teoria e pratica per
lallenamento del n1.

A cura di Cl audi o Rapaci ol i

A R T I C O L O 1 0
Virtus Senigallia: Mister
Antonio Censi.
Segreti e metodologie di
Mister Censi.

A cura di Robert o Bonaci ni

A R T I C O L O 1 1
I test per la valutazione
della resistenza del
calciatore.
Sotto la lente il test di
Lger ed il test
Coverciano.

A cura di Carl o Del Fi orent i no



S
O
M
M
A
RI
O
WWW.ALLENATORE.NET -
MAGAZINE una pubblicazione
mensile edita da edizioni
www.allenatore.net ed iscritta nel
registro Periodici del Tribunale di
Lucca con il n.785 del 15/07/03
Direttore Responsabile: Fabrizio
Ferrari; Coordinatore tecnico:
Roberto Bonacini
Luogo di stampa: Bozzano, via
Francalanci 418 (LU)
Provider-stampatore: I.NET SpA
(Web: www.inet.it) via Caldera
21/D - 20153 Milano
EDIZIONI
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SEDE: Via E.Francalanci, 418 -
55050 Bozzano (LU)
Partita IVA: 01781660467,
C.C.I.A.A. Lucca, R.E.A.
170681, Reg. Imp. 21776
Tel: 0584 976585
Fax: 0584 977273

Alla realizzazione
del presente numero
hanno collaborato:
Bonacini R.,
Mazzantini M., Guidi
F., Giallatini F.,
Del Fiorentino C.,
Aquilani E., Lucchesi
M., Danisi C., Bravo
G., Rapacioli C.

Speciale allenament o giovani.
A curadi ROBERTO BONACINI
La presentazione del palinsesto mensile.
I n questo redazionale di fine anno ho ritenuto prioritario non tanto fare il punto sui
campionati o su qualche tematica particolare emersa ultimamente, ne avremo il
tempo, ma dedicare qualche riga di Auguri.
Pertanto, anche se pu essere un po banale e retorico, ma Vi assicuro che fatto con
sincerit, auguro a tutti i nostri lettori (e in generale a tutti coloro che si imbattono in
queste righe) un Buon Natale e, considerando che ci rivedremo ai primi di Gennaio, un
buon nuovo anno.
Colgo loccasione, approfittando di questo spazio, per fare un ringraziamento a tutti
Voi che ci seguite e che continuate a dare fiducia a questo progetto, nel quale, da
parte nostra limpegno massimo e costante allo scopo di fornire sempre di pi un
prodotto di qualit.
Tanti auguri anche ai nostri autori; collaboratori questi ultimi che, chi pi famoso chi
meno (questo per noi fondamentale), ogni mese ci presentano argomenti e
tematiche importanti tratte dalla loro competenza e dalla loro esperienza.
E per finire, permettetemelo, un augurio, per la sua crescita, a WWW ALLENATORE
NET in generale e a WWW ALLENATORE NET MAGAZINE per un grande 2005 di
successo; le prospettive ci sono e noi siamo qui in prima linea per non deluderci e
deluderVi.
BUON NATALE E BUON ANNO
E come al solito veniamo a presentare il palinsesto mensile incentrato particolarmente
sul mondo dei settori giovanili.
Come sempre uno Speciale dedicato, seguito da una serie di Rubriche.

a ar rt ti ic co ol lo o
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N . 1 5 D I C E MB R E 2 0 0 4

RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

R R E E D D A A Z Z I I O O N N A A L L E E
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SPECIALE ALLENAMENTO GIOVANI

Mirko Mazzantini e Federico Guidi analizzano, anche con il supporto di unintervista, la
Categoria Esordienti.
Giorgio Bravo si occupa della Categoria Giovanissimi.
Daniele Danisi esamina invece la Categoria Allievi.
Fabio Giallatini ci presenta poi una serie di esercitazioni per allenare e organizzare
tatticamente la propria squadra, in modo efficace e redditizio: esercitazioni a
specchio.
E passiamo alle RUBRICHE
TATTICA - Massimo Lucchesi abbandona un attimo i campi di serie A per andare ad
analizzare le compagini di un sempre pi interessante campionato cadetto: questo
mese la sua analisi stata rivolta al lanciato Empoli di Mario Somma.
INTERVISTE Emanuele Aquilani ha intervistato Roberto Mattioli, Mister della
primavera della Lazio; un articolo che va ad arricchire ulteriormente lo studio mensile
sul Settore Giovanile.
SETTORE GIOVANILE Ancora Emanuele Aquilani, questo mese ha fatto gli
straordinari, ci permette un sempre utile ripasso, la tecnica di base sempre
importantissima, analizzando il gesto tecnico della guida/conduzione palla.
NUMERO 1 Claudio Rapacioli, un vero esperto, col suo articolo ci permette, oltre
che ad accrescere le nostre conoscenze sul ruolo e lallenamento del portiere, di
esaminare le capacit coordinative, importantissime per tutti (categorie e ruoli) ed in
particolare per il loro sviluppo in certe fasce di et.
FEMMINILE Roberto Bonacini questo mese ci parla del Senigallia con un intervista
a Mister Censi Antonio, approdato in questa stagione nella massima serie dopo un
brillante campionato (2003-2004) di serie A2.
SCIENZA & CALCIO Nel suo articolo Carlo Del Fiorentino ci parla in generale dei
test, ed in particolare di quelli di Lger e di Coverciano arricchendolo ulteriormente
con la sua esperienza e con le sue prove sul campo.


Come allenare la cat egoria
Esordient i.
A curadi MIRKO MAZZANTINI FEDERICO GUIDI
Tecnica e tattica. Principi, metodologia e mezzi.
Int roduzione.
L La categoria Esordienti senza dubbio una delle fasce di et pi difficoltose da
allenare per tutta una serie di motivazioni:
q il differente livello di crescita dei singoli (possiamo trovare allinterno del gruppo sia
ragazzi gi parzialmente formati sia ragazzi ancora nella piena fase adolescenziale);
q il differente grado di maturazione cognitiva e intellettiva dei ragazzi;
q il rapporto con tutta una serie di componenti che influiscono sul rendimento e sul
rapporto ragazzo-gruppo-allenatore (la scuola, la famiglia ecc).
Vi sono tuttavia anche innumerevoli fattori positivi che portano ad essere la categoria
Esordienti una delle pi affascinanti di tutto il settore giovanile; in primis senza ombra
di dubbio, lelevato livello di incidenza sulle qualit tecniche dei ragazzi e lelevato
numero di difficolt a cui ogni allenatore sottoposto quotidianamente, fanno si che vi
sia per lo stesso unimportante crescita professionale sia sotto laspetto delle
metodologie di allenamento sia sotto laspetto esperienziale.
Le metodologie di lavoro infatti devono essere pi varie possibili perch, e questo
secondo noi un aspetto fondamentale, il giovane esordiente deve essere
continuamente stimolato visto che il suo livello di attenzione tende ad abbassarsi se
costretto ad eseguire esercitazioni ripetitive e monotone.
altresi importante che gran parte del lavoro sia svolto in forma ludica e competitiva
cosi da ottenere il massimo impegno nello svolgimento della seduta da parte di tutto il
gruppo.
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Organizzazione dellallenament o.
Il focus di ogni allenamento sicuramente lallenamento della tecnica di base (quindi
lallenamento di tutti i fondamentali: calciare la palla, ricezione, guida, rimessa
laterale, colpo di testa, contrasto, tecnica del portiere).
Non di minore importanza altresi lallenamento della capacit coordinative che vanno
proposte di pari passo alla tecnica di base.
Consapevoli che ogni capacit richiama le altre, in particolare riteniamo che sono
altamente da curare le seguenti:
q equilibrio;
q orientamento spazio-temporale;
q adattamento e trasformazione;
q combinazione;
q differenziazione.
Lesperienza di un allenat ore per capire il lavoro sul campo-
Proponiamo adesso unintervista al Mister degli Esordienti B dell Empoli Calcio Simone
Bombardieri al secondo anno con il sodalizio empolese (sempre come allenatore della
categoria Esordienti B).

Come organizzi il lavoro annuale dal punto di vista della tecnica e della tattica
individuale?
Durante il corso della stagione vado a sviluppare tutte le gestualit tecniche attraverso
lutilizzo di una organizzazione per mesocicli portando avanti parallelamente,
attraverso il gioco situazionale, anche le capacit tattiche.
In ogni mesociclo mi prefiggo un obiettivo tecnico dominante ed uno associato di
natura coordinativa che sviluppo durante le otto sedute di cui dispongo.
La didattica prevede una progressione nelle esecitazioni che vanno dal facile al
difficile.
Come ti comporti quando ti viene assegnato un nuovo gruppo di ragazzi?
E il caso di questa stagione; nella prima settimana di lavoro parto da unanalisi della
situazione attraverso unattenta osservazione dei ragazzi, e quindi del gruppo, fatta
durante il periodo cosi detto di preparazione.
Sulla base di questo cerco di capire quali sono le lacune pi grosse dei ragazzi ed
successivamente imposto, previa consultazione con il mister dellanno precedente, il
mio lavoro sul campo.

Hai fatto svolgere qualche tipo di test oppure no?
Si abbiamo fatto tre tipologie di test:
q uno sullabilit tecnica che prevedeva un circuito di guida della palla;
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q un secondo di rapidit e agilit;
q un terzo sulla velocit.
Questi test vengono poi riproposti anche a Dicembre, prima della pausa natalizia, e a
fine anno .
Per scendere nel dettaglio mi descrivi il mesociclo del mese di Ottobre?
Nel mesociclo di Ottobre il fondamentale tecnico dominante stato la trasmissione
della palla a cui ho associato gli obiettivi coordinativi dellequilibro, di differenziazione
e di adattamento e trasformazione.
Il fondamentale della trasmissione della palla stato curato scomponendo lo stesso
nelle sue singole fasi curando il movimento dellarto calciante e di quello portante e
passando da una situazione globale ad una analitica per poi tornare ad una situazione
globale.

Scendendo ancora di pi nel particolare, come organizzi la tua seduta e a
quale metodo ti ispiri?
La mia seduta prevede sempre un gioco iniziale con una forte componente ludica.
Faccio questo per dare sfogo ai ragazzi che mi arrivano al campo subito dopo lattivit
scolastica e dopo aver percorso anche notevoli distanze in auto.
A seguire propongo sempre unesercitazione analitica dove concentro lattenzione dei
ragazzi sui particolari del gesto dominante.
La progressione in genere prevede poi di riportare il gesto in situazione, utilizzando ad
esempio utilizzando le situazioni di 2>1, di 2>2 e di 3>1.
Prima della partita libera spesso poi propongo un gioco a tema dove ovviamente mi
concentro sempre sul fondamentale in oggetto (in questo caso per esempio il gioco dei
10 passaggi).
E per quanto riguarda le capacit coordinative, proponi anche delle
esercitazioni specifiche?
Si, in particolare durante la fase analitica; ad esempio (sempre considerando il
mesociclo di ottobre) se lobiettivo coordinativo lequilibrio, lavoro con staffette sui
cerchi in posizione monopodalica oppure utilizzo giochi di equilibrio con la palla; se
invece lobiettivo la differenziazione propongo esercitazioni con palloni di peso e
misure diverse o passaggi a breve, media e lunga distanza.
Abbiamo capito che il tuo lavoro incentrato maggiormente sulla tecnica e
sulle capacit coordinative, ma come e quanto curi, se lo ritieni importante,
laspetto tattico?
Nella categoria Esordienti importante far capire al singolo i principi della tattica
individuale come lo smarcamento, il marcamento, la presa di posizione ecc
Utilizzo prevalentemente le situazioni di gioco semplici dall1>1 al 4>4 mentre penso
che sia meno importante curare in questa categoria i principi della tattica collettiva in
quanto laspetto dominante deve essere quello tecnico.
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Analizzo i movimenti basilari della tattica collettiva, difensivi e offensivi, durante la
partita di fine allenamento, fermando il gioco e spiegando di volta in volta le
situazioni.
Sottolineo per che non curo mai questi aspetti a secco in quanto non esiste tattica
migliore di un bambino che si alleni a dribblare e segnare.
Esempio di una sedut a di allenament o in det t aglio.
Categoria Esordienti
Allenamento n 12
Obiettivo specifico primario Ricevere (stop) Trasmettere (passaggio)
Obiettivo specifico secondario Capacit di equilibrio
Gioco iniziale Passa di precisione nelle porticine
Esercitazioni analitiche Tecnica di passaggio a coppie
Situazioni di gioco 1>1 e 2>2 con gli esterni
Gioco a tema Giochiamo in fascia con le sponde
Gioco libero Partita 8>8
Proposta per la seduta successiva Ricevere e trasmettere

Gioco iniziale
Passaggi nelle porticine 6>6 Rapidit (figura 1).
Esercitazioni analitiche
Tecnica di passaggio e controllo a coppie: passaggio dx, controllo sx; passaggio sx,
controllo dx; passaggio dx, controllo dx. (figura 2).

Fig. 1 Fig. 1

Fig. 2 Fig. 2
passaggio
controllo
passaggio

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Fig. 3 Fig. 3

Fig. 4 Fig. 4

Fig. 5 Fig. 5

Fig. 6 Fig. 6

Esercitazione per lequilibrio: staffetta per portare il cerchio fino oltre i conetti (figura
3).
Situazioni di gioco
1>1 con tiro in porta (figura 4); 2>2 con due esterni (figura 5).
Gioco a tema
Giochiamo in fascia con le sponde: le sponde non si disturbano e giocano a tre tocchi;
lobiettivo fare gol; se il gol proviene dallassist della sponda vale doppio (figura
6).
MI RKO MAZZANTI NI
Allenator e di base
Staff Tecni co Empoli F.C.
Allenatore Gi ovani ssi mi B Professi oni sti 91 Empoli F.C.

GUI DI FEDERI CO
Allenator e di base
Staff Tecni co Empoli F.C.
Allenator e Gi ovani ssi mi Nazi onali Empoli F.C.


Come allenare la cat egoria
Giovanissimi.
A curadi GIORGIO BRAVO
Tecnica e tattica. Principi, metodologia e mezzi.
Int roduzione.
Nel calcio, come del resto in tutte le altre attivit sportive, risulta di fondamentale
interesse la programmazione dellinsegnamento; questa si basa e/o viene sviluppata
tenendo conto di alcune variabili decisamente importanti.
Proprio per questa considerazione, a ragione, si pu definire la programmazione
dellallenamento come un percorso didattico che deve assolutamente tenere conto, da
una parte della situazione contingente in cui ci si trova ad operare, e dallaltra dove si
vuole andare a parare.
Punto di partenza e obiettivi sono dunque le linee guida di un cammino decisivo,
soprattutto quando si parla di attivit giovanile.
Le variabili, che oltremodo possiamo soddisfare la fase di programmazione di qualsiasi
disciplina sportiva sono:
q la categoria di riferimento;
q let dei soggetti da allenare;
q lambiente didattico;
q lambiente esterno;
q i fattori da allenare.
Scendendo nello specifico, considerando la categoria Giovanissimi, fondamentale
conoscere gli aspetti anatomici, fisiologici e psicologici di questi giovani calciatori di et
compresa tra i 12 e i 14 anni.
a ar rt t i ic co ol lo o
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Non bisogna dimenticare che i ragazzi di questo biennio, essendo a cavallo tra la fine
delle medie inferiori e linizio delle scuole superiori sono sottoposti a numerose
pressioni esterne come pu essere per esempio ed in particolare il mondo della scuola.
Da punto di vista condizionale bisogna poi focalizzare lattenzione sugli aspetti pi
importanti da allenare, considerando che questa et, rappresentata dal passaggio
dallinfanzia alla pubert e a livello tecnico ci consegna, a livello fisico e tecnico veri e
propri elementi da plasmare.
Un giovane uomo.
Il profilo psicomotorio di un calciatore che inizia la sua avventura nella categoria
Giovanissimi quello di un giovane di 12 anni che si prepara si festeggiare il 13
compleanno e quindi di un bambino che inizia ad affacciarsi al mondo degli adulti.
Due le variabili in gioco da considerare: da una parte che non tutti i ragazzi in questa
fase hanno gli stessi tempi di sviluppo; dallaltra che questa rivoluzione anatomica
decisamente la pi importante tra quelle che contraddistinguono la vita di un uomo.
La fase pre-puberale, sempre tenendo conto delle considerazioni fatte in precedenza,
dunque caratteristica pi peculiare del primo anno di attivit nella categoria
Giovanissimi, mentre la vera e propria fase puberale ha maggiore incidenza nellultimo
anno.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi che un giovane uomo si trova di fronte?
In primis laccrescimento staturale che non accompagnato da un parallelo sviluppo
muscolare, con scompensi di carattere motorio, psicologico e coordinativo.
Vizi di portamento, di postura, di corsa sono frequenti in questa fase; come anche
sbalzi di umore, squilibri emozionali fanno parte della norma.
In questo frangente critico diventa pertanto fondamentale, pi che in altre occasioni,
lapproccio didattico e lanalisi dellambiente esterno.
Passata la crisi pre-puberale il giovane entra a tutti gli effetti nella pubert, processo
che comporta il riequilibrio degli scompensi precedentemente emersi (statura,
sviluppo muscolare armonico, umore, emozioni, ecc) e che fa emergere nel soggetto
uno spirito critico verso lesterno, che prima non esisteva.
E classico dunque che allinterno di un gruppo di Giovanissimi, per lo pi al primo
anno di attivit, ci siano gi spiriti critici, calciatori apparentemente sviluppati e veri e
propri bambini, che conservano ancora le caratteristiche fisiche e psicologiche della
categoria inferiore.
Molto spesso anche il giudizio critico dellallenatore ha difficolt a discriminare le vere
e proprie potenzialit di un giocatore rispetto ad un altroPer esempio un giocatore
tecnico ma lento potrebbe poi velocizzarsi terminata la fase puberale, considerando
che magari la sua lentezza pu essere conseguenz a della disarmonia fisica, dovuta
proprio alla crescita.
Tutte queste variabili devono essere i punti di partenza di qualsiasi fase di valutazione
del talento e/o della programmazione di un allenatore della categoria Giovanissimi.

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La programmazione: premesse da cui part ire.
Ritengo sia fondamentale, per ottimizzare il lavoro e i risultati, poter lavorare su un
gruppo, seguendone levoluzione tecnico-tattica per un intero biennio.
Ancora pi importante, per le considerazioni espresse in precedenza e per la delicatezza
della fase attraversata dai giovani calciatori, poter lavorare con il gruppo a disposizione
per i due anni della categoria Giovanissimi.
Altrettanto fondamentale affidarsi ad un tecnico specializzato della categoria, sia per la
complessit delle problematiche sia per la sua capacit di affrontare unet decisamente
complicata.
Gli obiettivi della programmazione biennale devono tenere conto che i Giovanissimi sono la
prima categoria dove si affaccia il concetto di perfezionamento.
Abbiamo detto che questa fascia det molto delicata perch corrisponde al periodo di
scatto puberale nei soggetti maschi, con modificazioni ormonali che determinano una
serie di mutazioni fisiche, metaboliche e psicologiche; di questo bisogna tenerne conto in
fase di programmazione delladdestramento.
Molta cura dunque ai requisiti di tecnica specifica dei ragazzi, che risultano essere un
metro di valutazione retrospettivo del lavoro svolto nella categoria Esordienti, ma
soprattutto una fonte di ritorno dati per stabilire in prospettiva le capacit dei soggetti.
Graduale ma importante deve essere lintroduzione di concetti tattici, da sviluppare per lo
pi attraverso situazioni di gioco che vanno dal semplice al complesso.
Gli scompensi fisici dovuti alla crescita devono essere riequilibrati con esercitazioni tecnico-
coordinative, mentre dal punto di vista condizionale opportuno programmare un lavoro
organico generale che tocchi senza eccessivi approfondimenti tutte le capacit.
Grande spazio a mobilit articolare, stretching e ginnastica propriocettiva (con tavolette,
egg-ball, pedane in lattice gonfiabili, ecc), sia come mezzi di prevenzione sia come
strumenti per il miglioramento dellelasticit e dello stimolo neuromuscolare.
La filosofia.
Prima di iniziare la vera e propria attivit sul campo, fondamentale fissare una serie di
regole che siano poi utili durante la stagione sia nella fase di vero e proprio addestramento
sia nel cammino di crescita del gruppo
Questo bagaglio di codici, semplici ma funzionali allo scopo, possiamo chiamarlo filosofia.
I punti cardine della filosofia di un allenatore della categoria Giovanissimi possono quindi
essere:
q motivare, incoraggiare prima di castigare;
q non imporre soluzioni ma aiutare a risolvere i problemi;
q proporre situazioni di gioco e stimolare la ricerca delle soluzioni;
q provocare la ricerca di altre soluzioni;
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q rispettare il desiderio di divertimento dei ragazzi;
q non esaltarsi dopo i successi, non abbattersi dopo le sconfitte;
q sensibilizzare su una maggiore attenzione al perfezionamento tecnico;
q stimolare la capacit di inventare giocate imprevedibili.
La filosofia pu essere messa in pratica soltanto muovendosi in un clima operativo
stimolante, umile e orgoglioso, dove lallenatore non deve soltanto insegnare tecnica e
tattica, ma anche proporre regole di gruppo, regole alimentari e norme igieniche,
motivando i calciatori al loro rispetto, al rispetto dei compagni e alla necessit di
collaborazione.
Facciamo un esempio: un ragazzo di 13 anni pretende preparazione e organizzazione sia
dalla societ che dallallenatore, proprio perch, come prima analizzato, sente nascere in
lui quello spirito critico tipico dellet che sta attraversando.
Non tutte le societ posseggono potenzialit o mezzi economici per rispondere in pieno a
questo desiderio dei ragazzi, ma un allenatore serio deve poter battersi per ottenere il
massimo.
Un esempio di regole da rispettare pu essere quello di avere tutti un abbigliamento
uguale durante lallenamento: non necessario che la societ fornisca chiss quale
tenuta: una maglia bianca o blu non manca mai nei cassetti dei nostri ragazzi.
Gli obiet t ivi t ecnici.
Nellarco del biennio la programmazione dellattivit per la categoria in esame deve tener
conto di una serie importante di obiettivi tecnici, un gradino pi complessi di quelli messi
in archivio nei due anni di Esordienti (ma loro diretta e imprescindibile conseguenza).
Questi saranno:
q eseguire i gesti tecnici con buona destrezza e velocit;
q calciare con precisione con ogni parte del piede;
q saper imprimere alla palla le varie traiettorie;
q colpire la palla di contro balzo con ogni parte del piede;
q colpire di testa in elevazione con spostamenti in varie direzioni;
q eseguire passaggi fintando le intenzioni;
q colpire la palla al volo da traiettorie lunghe;
q effettuare efficacemente il contrasto;
q utilizzare i vari assist per la conclusione del compagno;
q cercare il gol di testa;
q concludere in porta in acrobazia.
Tutti questi obiettivi sono raggiungibili attraverso esercitazioni analitiche, secondo il
principio dal semplice al complesso e attraverso situazioni di gioco.
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Gli obiet t ivi t at t ici.
Abbiamo gi convenuto sullimportanza di puntare lattenzione nel biennio di Giovanissimi
sulla crescita tattica del gruppo, sia dal punto di vista individuale sia di squadra, non
dimenticando per che la tecnica sempre in funzione della tattica, ma che non ci pu
essere tattica senza tecnica.
Dunque importante non dare troppo spazio agli aspetti tattici, rubando tempo alla
crescita tecnica, che oltretutto in questa et risulta essere molto sensibile.
Sia per quel che riguarda gli aspetti di tattica individuale, che quelli di tattica di squadra,
gli obiettivi principali possono essere:
q saper utilizzare le variazioni del proprio ritmo di corsa;
q capacit di scelta della miglior soluzione in relazione alla zona di campo;
q saper giocare di prima intenzione (pensare prima);
q ripartire rapidamente alla conquista della palla;
q utilizzare il cambio di gioco;
q riuscire a liberarsi dalla marcatura avversaria;
q creare spazio ai compagni;
q attaccare gli spazi liberi;
q riuscire a creare superiorit numerica in attacco e in difesa;
q utilizzare con efficacia le situazioni di palla inattiva;
q adottare le contromisure al fuorigioco avversario;
q ritardare lazione degli avversari (temporeggiamento);
q pressare il portatore di palla avversario;
q raddoppiare la marcatura;
q scambiarsi velocemente la marcatura;
q effettuare il passaggio sulla corsa del compagno;
q fintare il passaggio;
q effettuare il velo;
q saper reagire alle finte avversarie.
Lo sviluppo armonico di tutti i precedenti obiettivi ci permette di allargare il bagaglio
tattico del giocatore che poi passer nella categoria Allievi ad una vera e propria attivit di
specializzazione del ruolo.
Nel biennio in considerazione ritengo sia utile e produttivo assegnare talvolta anche
compiti diversi ai giocatori, senza fossilizzarsi solo su un ruolo, ma gestendoli allinterno
delle loro caratteristiche peculiari in pi di un ambito.
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Ad esempio un buon centrale difensivo potrebbe essere schierato anche in un ruolo di
interno di centrocampo per farlo migliorare nella fase di costruzione, o viceversa per
implementare nel mediano la capacit di interdizione.
Gli obiet t ivi fisici.
Ai giovani calciatori che entrano nella categoria Giovanissimi, non si richiede solo pi
lallenamento e lo sviluppo delle capacit coordinative, come avvenuto nei due anni di
Esordienti, ma si deve iniziare a lavorare anche sulle capacit condizionali, che sono
soggette maggiormente allinfluenza dellaccrescimento.
Per le premesse fatte in precedenza, opportuno che la preparazione fisica si concentri
essenzialmente sul condizionamento organico generale, senza insistere molto su
approfondimenti specifici e ricorrendo ad esercitazioni per lo pi con lutilizzo della palla.
Nello specifico le linee guida devono essere: la forza non va allenata in maniera specifica e
soprattutto ricorrendo a carichi; devono invece essere sviluppati quei meccanismi
neuromotori che torneranno utili per lo sviluppo di questa capacit condizionale in futuro.
Lattivit aerobica pu essere gradualmente allenata, anche con esercitazioni a secco e
particolarmente con giochi a tema ed esercitazioni con la palla.
Non si deve infatti dimenticare che in questa et non esistono ancora meccanismi
enzimatici idonei a sopportare lavori di tipo lattacido.
Inoltre bisogna tenere conto che il diverso grado di crescita del nostro gruppo un
ulteriore ostacolo al lavoro fisico.
Allinterno di una rosa di 18/20 elementi alcuni possono essere gi avanti con la fase
puberale, altri magari ancora indietro.
E necessario, dunque, modellare il carico di lavoro, sia quantitativamente che
qualitativamente, per quei soggetti che presentano ritardi nella crescita.
Riguardo le capacit di resistenza, dunque, al calciatore della categoria Giovanissimi vanno
proposti lavori aerobici di intensit medio-alta, lavori con variazioni di ritmo e lavori di tipo
intervallato.
Le fasi della programmazione.
Riassumendo quindi sono quattro le fasi della programmazione vera e propria:
q analisi di partenza;
q scelta degli obiettivi;
q organizzazione dei contenuti;
q organizzazione dei metodi.
Analisi di partenza
E importante, come gi sottolineato, avere ben chiare le variabili di partenza, quindi
lambiente operativo (mezzi a disposizione, strutture, ecc), le caratteristiche individuali
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7 7
dei calciatori a disposizione (situazione familiare e scolastica, capacit tecniche, tattiche e
fisiche, infortuni gravi, ecc) e le dinamiche di gruppo (vincoli di amicizia, simpatie,
problematiche passate, ecc).
Scelta degli obiettivi
Oltre agli obiettivi tecnico-tattici scelta anche di quelli operativi e educativi.
Organizzazione dei contenuti
Organizzazione dei contenuti con impostazione della seduta e dello sviluppo
dellallenamento (macrocicli, microcicli, sedute).
Organizzazione dei metodi
Da deduttivi (imitativo, assegnazione dei compiti, libera esplorazione) a induttivi
(risoluzione dei problemi, scoperta guidata).
Il lavoro di t ecnica di base.
E opportuno proporre, nelle sedute di allenamento, esercitazioni analitiche e situazionali
che abbiano come finalit lincremento degli obiettivi tecnici in precedenza individuati.
Considerando che la tecnica di base comunque sviluppata fin dalla scuola calcio e che fin
da bambino il calciatore sente parlare di passaggio di interno piede, palleggio, controllo,
guida e altro, opportuno che nelle proposte alle varie categorie ci sia da parte
dellallenatore una ricca differenziazione di metodi e contenuti.
Sono certo che due giocatori posti luno di fronte allaltro allet di 10 anni riescono ad
effettuare una serie di passaggi di interno piede altrettanto bene di due di quattro anni pi
vecchi.
Ed pur vero che ai secondi debba essere chiesto qualcosa di pi per poter dare modo alle
loro qualit tecniche di progredire.
Ma daltro canto non tutti gli allenatori della categoria Giovanissimi hanno la fortuna di
poter allenare giocatori che provengono dalla scuola calcio.
E dunque fondamentale partire da unanalisi della situazione di partenza per stabilire bene
il livello di abilit tecniche del gruppo, isolare eventuali soggetti che palesano ritardi e
calibrare un tipo di allenamento in linea con le forze a disposizione.
Dal semplice al complesso si deve poi agire, rendendo pi allenante qualsiasi esercizio,
con vincoli temporali, situazionali e altro.
Per esempio, la ricerca di rapidit nellesecuzione o di precisione o di utilizzazione del gesto
in presenza di avversario o ancora con forte pressione coordinativa (difficolt percettive, di
equilibrio, in spazi ridotti, ecc) divengono delle vere e proprie possibilit di applicazione
della didattica.
Tutte le qualit tecniche, dal passaggio al tiro, dal dribbling al colpo di testa, devono
essere strutturate ricercando sia automatismi, sia esecuzioni in condizioni di adattamento
ambientale, quando cio si viene sottoposti a stimoli di varia natura; per questo motivo si
devono per forza di cose quasi abbandonare le esercitazioni analitiche in regime di stabilit
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8 8
didattica (cio senza rilevanti influenze esterne), in favore di quelle che tengono conto di
variabili didattiche quali la pressione temporale (si intende la rapidit di esecuzione del
gesto tecnico), la precisione, la presenza di avversario, il tutto in situazione e in regime di
condizionamento fisico.
Esercit azioni.
Esercitazione N. 1
In questa esercitazione (figura 1)ci prefiggiamo di allenare il passaggio di interno piede,
nonch il controllo e la copertura della palla con un esercizio strutturato in regime di
stabilit didattica, senza quindi forti influenze esterne.
Fig. 1 Fig. 1
A
A
A
B
B
B

Fig. 2 Fig. 2
A
B

Questo un tipo di metodologia
di allenamento delle qualit
tecniche adatto soprattutto alle
categorie pulcini-esordienti.
A passa a B che riceve e controlla
appena dentro al quadrato; copre
la palla al compagno che ha alle
spalle per poi ritrasmettere di
fronte portarsi dietro alla sua fila.
Esercitazione N. 2
In questa esercitazione (figura
2) ci prefiggiamo di allenare il
passaggio di interno piede,
nonch il controllo e la copertura
della palla con un esercizio che
presenta variabili tecnico
didattiche quali attivazione
cognitiva, precisione, pressione
temporale (rapidit di
esecuzione) in regime
condizionale e con la presenza di
avversario.
A e B si affrontano in un quadrato
con laiuto di quattro sponde che
restituiscono la palla al giocatore
dal quale la ricevono.
Questa proposta
particolarmente adatta alla
categoria Giovanissimi e Allievi.
Riassumendo dunque
opportuno che la proposta di
allenamento della tecnica di base sia fortemente condizionata e influenzata dalle variabili
esterne,per avvicinarsi sempre pi alla richiesta tecnica che il campo e la partita faranno al
nostro giovane calciatore.
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9 9
Il lavoro di t at t ica individuale.
Se dunque il lavoro di tecnica di base deve tenere ben presente questo tipo di variabili
oltremodo importante che anche quello di tattica, per raggiungere un obiettivo, deve
basarsi su una serie di premesse imprescindibili.
Anche qui lavorando dal semplice al complesso si devono incrementare le nozioni
importanti sulle quali costruire la vera e propria dimensione tattica di una squadra.
Troppo spesso per accade che il tecnico dimentichi di avere a che fare con un gruppo di
13/14 anni e che spinto dal nozionismo, dai numeri e dai moduli che ci bombardano
giornalmente su giornali e televisioni si trasformi in un novello paladino della tattica.
Possiamo insegnare il migliore 4-4-2, i suoi movimenti, diagonali, zona, ripartenze e cos
via ma perdere ugualmente le partite, perch il nostro difensore si posiziona davanti
allattaccante anzich tra lui e la porta, o perch la diagonale e rimane per i nostri
giocatori una retta che taglia un quadrato in due triangoli.
Due quindi le premesse, una a monte e una a valle: la prima, analisi di partenza delle
conoscenza tattiche individuali, individuazione degli obiettivi da sviluppare (lo schema
prima esposto pu essere un punto di partenza, ma deve essere calibrato sulle conoscenze
dei nostri allievi) e predisposizione di esercitazioni situazionali per raggiungerli.
La seconda di carattere pratico: troppo spesso sui campi si sentono allenatori urlare
schemi e movimenti che i giocatori neppure conoscono; quindi non dimentichiamoci che le
cose che vogliamo vedere sul terreno dobbiamo provarle e riprovarle in allenamento.
Ultima indicazione invece di carattere professionale: nessun allenatore, me compreso
ama perdere, resta per inteso che la finalit ultima di un allenatore della categoria
Giovanissimi non deve mettere davanti a tutto il risultato, ma il gioco, la manovra e la
ricerca di tutto ci che serve al ragazzo per aumentare il suo bagaglio tecnico/tattico in
situazione di grande pressione psicologica come la partita di campionato.
Attraverso il gioco, che non mai fine a se stesso, arrivano anche i risultati e sar quindi
importante spingere i nostri ragazzi a rischiare, cercare di fare in modo che siano sempre
in difficolt tattica.
Dalle difficolt impariamo a toglierci e a migliorare le nostre qualit.
Uno dei possibili modelli di programmazione del lavoro tattico pu seguire questa
progressione didattica:
q tattica individuale;
q tattica di reparto;
q tattica di squadra.
Gli obiettivi di tattica individuale possono essere quelli precedentemente esposti, mentre la
tattica di reparto o di squadra deve prescindere dalla scelta di un modulo.
Un modulo per me molto adatto alle premesse fin qui esposte e dunque alla categoria in
esame, pu essere il 4-3-3 proprio perch , per definizione, un modulo offensivo e
dunque particolarmente adatto ad allenare le qualit difensive dei nostri calciatori.
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10 10
Nel 4-3-3 tutti i giocatori devono essere molto attenti alla fase difensiva, a partire dagli
attaccanti e inoltre la difesa pu essere maggiormente in difficolt se qualcosa non
funziona nel filtro di centrocampo e attacco.
Proprio questa difficolt allenante per tutti i giocatori in campo.
Il passaggio dalla fase offensiva a quella difensiva infine una delle caratteristiche tattiche
che dobbiamo prefiggerci di allenare con particolare attenzione.
Fin da piccoli i giovani calciatori hanno innato lobiettivo di fare gol senza che nessun
allenatore gli abbia spiegato che questa la finalit del gioco.
Il pensiero difensivo invece una qualit da sviluppare con il tempo, e in questo biennio si
pu fare un vero e proprio passo in avanti per costruire un giocatore tatticamente gi in
grado di capire cosa fare in relazione al momento e alla porzione di campo occupata.

GI ORGI O BRAVO
I struttore Giovani Calciatori
Allenator e di base
Allenator e Gi ovani ssi mi Regi onali A.C. Asti


Come allenare la cat egoria Allievi.
A curadi CRISTIANO DANISI
Tecnica, tattica, principi, metodologia e mezzi.
Int roduzione.
L La categoria Allievi, oggetto di questo articolo, quella che prepara i giocatori verso ai
successivi campionati Berretti e Primavera tra i professionisti, e ai successivii campionati
Juniores tra i dilettanti, senza dimenticare che in alcuni casi vede anche gi il passaggio
diretto dellallievo alla Prima Squadra.
La categoria in questione comprende ragazzi di 15-17 anni che attraversano la
delicata fase delladolescenza dove appunto il giovane non pi un bambino ma un
individuo con diversi interessi ed aspirazioni;
Ci troviamo in unet dove i giovani calciatori sono anche chiamati a fare delle scelte,
scelte che a volte portano anche alla decisione di lasciare lattivit calcistica ( questa
infatti la categoria dove si registra il picco dellabbandono).
Considerando quindi quanto sopra esposto il ruolo dellallenatore diventa
fondamentale come figura di riferimento importante e determinante per i ragazzi.
E pertanto opportuno che il Mister cerchi di instaurare un continuo dialogo con gli
atleti e i rispettivi i genitori, che risulter poi indispensabile per seguire levoluzione
del giovane sotto gli aspetti calcistici, caratteriali e sociali.
Consigli import ant i.
Vediamo adesso in alcuni punti, cosa lallenatore deve fare per organizzare un lavoro
proficuo ed efficace che gli permetta sia di raggiungere gli obiettivi della categoria sia
di arginare il fenomeno dellabbandono:
A Ar rt t i ic co ol lo o
4
4

N . 1 5 DI CE M BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

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q cercare di spiegare sempre cosa si vuole ottenere e come ottenerlo (analisi del
compito);
q puntare alla correzione spiegando il perch degli errori senza limitarsi a rilevare
lerrore stesso (tolleranza dellerrore);
q puntare alla ricerca della prestazione come mezzo per raggiungere i risultati, senza
creare un clima che generi ansia da risultato;
q organizzare allenamenti divertenti, diversificati, stimolanti per combattere la noia,
senza perdere di vista gli obiettivi;
q creare un clima di rispetto e fiducia nel rapporto allenatore-giocatore per poi
ottenere di riscontro quello giocatore-allenatore;
q stabilire regole da rispettare, in prima persona, che siano comunque rispettabili, e
stabilire obiettivi dei quali bisogna portare i giocatori stessi a essere garanti;
q salvaguardare la coesione del gruppo; il giovane a questa et conta molto sul
gruppo per superare i propri problemi.
Let adolescenziale in cui opera rende complesso il lavoro dellallenatore che deve
essere motivato e determinato nel trasmettere una mentalit propositiva, positiva e
una coscienza a giovani calciatori che sono alla ricerca della propria identit.
Indicazioni per la programmazione del l at t i vi t .
Fino allet di 12 anni il calcio proposto in forma multilaterale; principalmente si
gioca e ci si diverte.
Dalla categoria Giovanissimi si comincia la vera fase agonistica; si organizzano
allenamenti pi completi e di durata superiore.
Dagli Allievi si deve anche cominciare a preparare il giovane al passaggio a categorie
pi competitive, facendo attenzione ad operare con la giusta gradualit.
Come in tutte le categorie del settore giovanile, anche negli Allievi, ritengo sia
importante cercare di sviluppare un gioco offensivo privilegiando:
q la tecnica individuale;
q la tattica individuale;
q il possesso palla;
q linstaurarsi di una mentalit vincente;
Questi quattro punti devono essere presi come obiettivi di partenza sui quali poi
costruire la tattica collettiva.
La seduta di allenamento deve essere simile alla gara, cercando di proporre situazioni
dove i ragazzi devono arrivare con la loro responsabilit alla scelta risolutiva.
Lallenatore deve operare con attenzione cercando di trasmettere il maggior numero di
soluzioni rispetto alle situazioni e fare in modo che sia il giovane giocatore a scegliere
di volta in volta quelle pi pertinenti ed efficaci.

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3 3
Tra i fondamentali quelli sui quali insistere maggiormente sono:
q presa di posizione;
q intercettamento;
q marcamento;
q smarcamento;
q passaggio;
q finta e dribbling.
Il lavoro ottimale mette in ordine:
q aspetti tecnici individuali;
q situazioni di gioco;
q attivit collettiva con progressione graduale.

Nella categoria Allievi, riguardo alla costruzione atletica, necessario iniziare a
proporre attivit condizionali che incorporino tutte le capacit fisico-atletiche.
La percentuale di questo tipo di intervento deve essere valutata considerando il livello
del proprio gruppo a disposizione e comunque tra il 20-30% del lavoro globale.
Le proposte sulla resistenza possono essere collocate al termine della seduta e quelle
lattacide o di forza subito dopo il periodo di messa in azione.
Importante anche lo spazio dedicato ai momenti di recupero individuali a seconda
anche dei reparti con i quali si lavora.
Ad esempio nella parte finale della seduta, alcuni giocatori divisi per ruolo, possono
essere fatti fermare per 15 minuti allo scopo di svolgere lavoro sulle carenze
individuali, relative ad abilit tecniche e tattiche.
Andando nel dettaglio per i difensori si possono organizzare per esempio attivit
sullanticipo e il contrasto, per i centrocampisti attivit sul passaggio, la copertura e il
sostegno e per gli attaccanti esercitazioni per la rapidit delle giocate negli spazi,
puntando alla precisione.
Praticamente si lavora con interventi specifici per ruolo e per reparto.
Esercit azioni per obiet t ivi.
Esercitazione N. 1
Tre giocatori disposti a triangolo con trasmissione palla in doppio scambio.
Fare attenzione che il giocatore al vertice del triangolo utilizzi entrambi i piedi per la
ricezione e il passaggio; ruotare le posizioni.




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4 4
Esercitazione N. 2 (figure 1 a/b/c)
1<1 per lattacco e la difesa della porta.
Il difensore calcia in vari modi (parabola, rasoterra ecc) la palla allattaccante che
controlla e d il via al duello.
Il difensore pu avere la possibilit di contropiede in conduzione palla oppure la
possibilit di concludere in una porticina;
In questo modo si allena anche la transizione individuale negativa per lattaccante e la
transizione individuale positiva per il difendente.
Ruotare i compiti.
D
1
A
Fig. Fig. 1/a

D
1
A
Fig. Fig. 1/b

D
1
A
Fig. Fig. 1/c

Questa esercitazione pu essere svolta su
corridoi lunghi e stretti (1/a) larghi e corti
(1/b) oppure secondo la fantasia di ogni
allenatore.
Variante 1: si pu prevedere il doppio
scambio attaccante-difensore-attaccante e
pressione sul controllo da parte del
difendente.
Variante 2: far svolgere l1<1 in fascia
finalizzato al cross (1/c).


Esercitazione N. 3 (figure 2 a/b/c)
Situazioni di 2<1 al limite dellarea per sviluppare la collaborazione in fase offensiva e
il temporeggiamento e il posizionamento in fase difensiva (2/a pagina successiva).


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5 5
Situazioni di 2<2 al limite dellarea per sviluppare la collaborazione nelle due fasi di
gioco (2/b).


D
1
A
Fig. Fig. 2/a
A

D
1
A
Fig. Fig. 2/b
A
D

D
1
A
Fig. Fig. 2/c
A
D
A

D
1
A
Fig. Fig. 3/a
A
D
A
A
A
A
D D

D
1
A
Fig. Fig. 3/b
A
D
A
A
A
A
D
D
D
A

Situazioni di 3<2 quando i concetti delle
precedenti esercitazioni sono stati
assimilati (2/c).

Esercitazione N. 4 (figure 3 a/b)
Attacco>difesa.
Situazioni di 6>4 (3/a) oppure di 7>5
(3/b) a seconda del modulo e sistema
adottato.


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6 6
Esercitazione N. 5 (figure 4 5 - 6)
Possesso palla in vari modi.
Fig. 4 Fig. 4
A
B
D
C

Fig. 5 Fig. 5
B
D
C
A

Fig. 6 Fig. 6
B
D
C
A

Situazioni di 7<7 pi due jolly che giocano
sempre con chi in possesso della sfera
(un punto ogni dieci passaggi consecutivi)
(figura 4).
Situazioni di 8<4 per il pressing (si
contano i palloni recuperati da parte dei
quattro); prevedere tre blocchi di lavoro
per la rotazione completa (figura 5).
Situazioni di 4<4 con quattro sponde
esterne che giocano con chi in possesso
di palla, liberamente o al terzo uomo
(figura 6).


Esercitazione N. 6
Partita ombra 11<0 per sviluppare i flussi di gioco che ogni allenatore ritiene
opportuni (figura 7 pagina successiva); in progressione inserire da prima 3, poi 5 e
infine 8 avversari.
Variante 1: si pu giocare con i reparti divisi per colore con giocata sempre al colore
diverso.
Esercitazione N. 7
Tutte le partite a tema utilizzabili per allenare vari obiettivi.
Ad esempio pu essere la partita a 4 porte avente lo scopo dir far comprendere a chi
in fase offensiva limportanza dello sfruttamento dei cambi di gioco, e a chi in fase
difensiva limportanza del comprendere il concetto di lato forte e lato debole
(figura 8 pagina successiva).

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7 7

2
Fig. 7 Fig. 7
9
3
4
5
6
7
8
10
11
1
G
B
A
F
E
D
E
F
F
C

A
E
D
C
B
Fig. 8 Fig. 8

Questi sono solo degli esempi; ogni allenatore in base alle proprie convinzioni,
esperienze e conoscenze pu decidere come operare, cercando sempre di stimolare in
positivo i propri giovani rendendoli protagonisti e responsabili nello svolgimento e
nellapprendimento.
Per concludere ritengo importante e fondamentale che lallenatore faccia attenzione a
rimanere aggiornato sui cambiamenti culturali della societ moderna, che corre molto,
per non rimanere distante dai suoi giocatori.


CRI STI ANO DANI SI
Allenator e Categor i a Pulci ni A.C. Coar ezza Somma Lomb. (VA)
Allenator e Pr i ma Squadr a A.C. Coar ezza Somma Lomb. (VA) Camp. I I I Cat.
Ha allenato anche le Categor i e Esor di enti , Gi ovani ssi mi , Alli evi e J uni or es


Come organizzare t at t icament e
una squadra del set t ore giovanile
at t raverso esercit azioni a
specchio.
A curadi FABIO GIALLATINI.
Una proposta alternativa per coinvolgere dal punto di vista tattico e in
maniera razionale e produttiva, il maggior numero possibile di giocatori.
Int roduzione.
L Lobiettivo primario di un allenatore di settore giovanile deve essere indirizzato
allaccrescimento del bagaglio culturale dei giocatori a disposizione, sia sotto il
profilo atletico e tecnico/tattico sia a livello individuale, di reparto e di squadra.
Poich spesso i tempi e gli spazi a disposizione sono molto limitati, la metodologia
verso cui indirizzarci deve essere rivolta a privilegiare quelle esercitazioni che
riescano a coinvolgere, in maniera razionale e produttiva, pi componenti allenanti e
il maggior numero possibile di calciatori; questa scelta avvalorata da numerose
esigenze e considerazioni.
Soffermiamoci, ad esempio, sul periodo di preparazione che si svolge durante il ritiro
estivo.
Normalmente si ha a disposizione un gruppo piuttosto consistente di giocatori che, allo
stesso tempo, devono essere valutati e addestrati.
Da un lato, infatti, la rosa deve ancora essere formata in via definitiva e nel pi
breve tempo possibile devono essere individuate le qualit migliori dei singoli e i
singoli con migliori qualit e potenzialit.
a ar rt t i ic co ol lo o
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Dallaltro lato, e contemporaneamente, devono essere dati degli input produttivi di
organizzazione di squadra; la situazione ottimale quella di arrivare a fine
preparazione con le idee ben chiare sulle scelte da fare e con un gruppo che ha gi
unidea sul come muoversi in campo.
Durante le sedute di allenamento annuale, inoltre, spesso si verifica che un allenatore
ha a disposizione praticamente due squadre: 8 difensori, 8 centrocampisti, 4
attaccanti, ad esempio; diventa problematico, e soprattutto poco serio, lavorare solo
sui presunti titolari (anche solo per reparto).
Infine, una mia personale convinzione, che sia sbagliato scegliere un modulo di gioco
a priori, senza prima aver conosciuto le caratteristiche dellorganico a disposizione;
preferibile, senza ritenerlo una perdita di tempo, elaborare esercitazioni analitiche e
riassuntive, di carattere universale, non mirate al ruolo specifico, in cui effettuare,
secondo criteri generali, una correzione dettagliata dellimpostazione tecnico-tattica
del giocatore.
In un secondo momento, acquisiti i concetti base generali, si pu poi dare spazio
anche alle stesse esercitazioni necessariamente modificate e specializzate.
Di seguito vengono analizzate alcune proposte atte a semplificare la soluzione di
questi problemi. Altre soluzioni, altrettanto produttive, possono essere elaborate e
sperimentate con un pizzico di fantasia e di intraprendenza.
Tali proposte prevedono lutilizzo di esercitazioni generali allo scopo di coinvolgere e
addestrare contemporaneamente i giocatori della rosa; in tali esercitazioni i gruppi di
lavoro effettuano movimenti simmetrici o opposti in relazione a deteminate cause
esterne (ad esempio i movimenti dellavversario, la posizione della palla ecc),
praticamente allo specchio.
Partiremo da una situazione analitica semplice per arrivare, progressivamente, alle
situazioni pi complete.
Esercit azioni.
Esercitazione 1
Due e due con due
Due porticine opposte che servono come punto di riferimento insieme alla palla.
Fig. 1 Fig. 1

Due giocatori in mezzo (casacca verde)
uno di fronte allaltro in un corridoio
delimitato (circa 8 metri per 12).
In una prima fase possono solo
scambiarsi il pallone; successivamente i
giocatori nel corridoio possono portare
liberamente palla.
Le coppie (gialli e rossi) allesterno del
corridoio si muovono disponendosi
correttamente in diagonale rispetto alla
palla e alla porta (figura 1).

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3 3

Chi difende si muove utilizzando:
q le corrette diagonali difensive su palla esterna;
q larco difensivo se la palla centrale;
q la salita quando la palla sale verso la porta opposta;
q larretramento se la palla scende verso la propria porta;
q lelastico quando il giocatore nel corridoio cambia fronte simulando una palla
coperta o una palla scoperta.
Curare la posizione di attacco alla palla da parte dei difendenti.
Chi attacca deve assumere il corretto atteggiamento per invitare gli avversari
allesterno del campo.
Curare la posizione di arretramento e di salita.
Chi arretra mette il corpo quasi perpendicolare rispetto alla propria porta.
Chi sale deve farlo allargandosi in leggera corsa diagonale.

Variante:
Attacco in profondit laterale.
Raddoppio e recupero della posizione in copertura del giocatore saltato.
Lesercitazione stata visualizzata, a puro titolo esemplificativo come tutte quelle che
seguiranno, su una met campo.
Dividendo la met campo in tre o quattro settori, ad esempio, potremmo formare pi
stazioni Due e due con due, coinvolgendo dai 18 ai 24 giocatori.
Esercitazione 2
I due verdi nel corridoio (giocatori jolly) danno palla ad una coppia esterna, ad
Fig. 2 Fig. 2
Linea di met
campo

esempio ai rossi, invitandoli ad un 4
contro 2 (verdi e rossi contro gialli).
I rossi non possono superare la met
campo (figura 2).
Palla in scarico i due difensori gialli
salgono, elastico su palla scoperta.
Stimolare il gioco di sponda degli
attaccanti.
Se i difensori gialli conquistano palla, si
cambia fronte di attacco (gialli e verdi
contro rossi).

A tempi prefissati cambiare i giocatori jolly.
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4 4
La fase successiva prevede lestensione a tre con le stesse modalit analitiche
precedenti.

Esercitazione 3
Tre e tre con tre
Due porticine opposte che servono come punto di riferimento insieme alla palla
(figura 3).
Fig. 2 Fig. 2
Linea di met
campo

Tre giocatori in mezzo uno di fronte
allaltro in un corridoio delimitato (circa
10 metri per 15).
In una prima fase possono scambiarsi il
pallone; uccessivamente i giocatori nel
corridoio possono portare liberamente
palla.
Le terne allesterno del corridoio si
muovono, rispetto alla palla e alla porta,
disponendosi correttamente in diagonale
su palla esterna, o a triangolo su palla
centrale.

Chi difende si muove utilizzando:
q le corrette diagonali difensive su palla esterna;
q il triangolo difensivo se la palla centrale;
q la salita quando la palla sale verso la porta opposta;
q larretramento se la palla scende verso la propria porta;
q lelastico quando il giocatore nel corridoio cambia fronte simulando una palla
coperta o una palla scoperta.
Curare la posizione di attacco alla palla da parte dei difendenti come in precedenza.
Curare la posizione di arretramento e di salita come in precedenza.
Variante:
Attacco in profondit laterale.
Raddoppio e recupero della posizione in copertura del giocatore saltato in seconda o
terza posizione.
Dividendo la met campo in due o tre settori, ad esempio, potremmo formare pi
stazioni Tre e tre con tre, coinvolgendo dai 18 ai 27 giocatori.
Esercitazione 4
I tre verdi nel corridoio danno palla ad una terna esterna, ad esempio ai rossi,
invitandoli ad un 6 contro 3 (verdi e rossi contro gialli).

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5 5
I rossi non possono superare la met campo (figura 4).
Fig. 4 Fig. 4

Palla in scarico i tre difensori salgono,
elastico su palla scoperta.
Curare la fase di possesso palla dei
rossi, in particolar modo lo scivolo e
lapertura della linea su palla che gira.
Stimolare il gioco di sponda degli
attaccanti.
Se i difensori gialli conquistano palla, si
cambia fronte di attacco (gialli e verdi
contro rossi).
A tempi prefissati cambiare i giocatori
jolly.
La fase successiva prevede lestensione a quattro con le stesse modalit analitiche
precedenti.

Esercitazione 5
Quattro e quattro con quattro

Lesercizio analitico si svolge con le stesse modalit precedenti.
In questo contesto occorre scegliere come schierarsi in diagonale (figura 5/a) e in
triangolo su palla centrale (figura 5/b).
Fig. 5a Fig. 5a

Fig. 5b Fig. 5b


Curare la posizione di attacco alla palla da parte dei difendenti come in precedenza.
Curare la posizione di arretramento facendo stringere i quattro con lo stesso tipo di
corsa precedente.
Curare la posizione di salita in leggera corsa diagonale.
Curare i meccanismi di elastico.
Variante:
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6 6
Attacco in profondit laterale.
Raddoppio e recupero della posizione in copertura del giocatore saltato in seconda o
terza posizione.
Dividendo la met campo in due settori, ad esempio, potremmo formare due stazioni
coinvolgendo 24 giocatori.
Esercitazione 6
I quattro verdi nel corridoio danno palla a quattro esterni, ad esempio ai rossi,
invitandoli ad un 8 contro 4 (verdi e rossi contro gialli).
I rossi non possono superare la met campo (figura 6).
Fig. 6 Fig. 6

Palla in scarico i quattro difensori
salgono, elastico su palla scoperta.
Curare la fase di possesso palla dei
rossi, in particolar modo lo scivolo e
lapertura della linea su palla che gira.
Stimolare il gioco di sponda degli
attaccanti.
Se i difensori gialli conquistano palla, si
cambia fronte di attacco (gialli e verdi
contro rossi).
A tempi prefissati cambiare i giocatori
jolly.
Successivamente quando queste situazioni sono state metabolizzate si passa ad una
fase che coinvolga pi giocatori o reparti.
Esercitazione 7
Analitico
Quattro giocatori si danno palla curando di scivolare (do palla e vado a coprire) sul
giocatore cui scaricano.
Su scarico centrale i laterali prima accennano a proteggere poi vanno larghi.
Altri 4 effettuano solo i movimenti di copertura.
Esercitazione 8
4 contro 4 con 3 porticine per lato (figura 7 pagina successiva).
La squadra che difende si preoccupa di recuperare palla solo con i movimenti curando
lanticipo sulle traiettorie o temporeggiando.
La linea della squadra senza palla rimane molto stretta.
La squadra con la palla cura la fase di scivolo; esterni molto larghi.
Su cambio di possesso la logica dei movimenti si inverte.
Una volta individuate le migliori caratteristiche individuali e le possibili assegnazioni
per ruoli, si passa alla situazione che coinvolge due reparti.
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7 7
Fig. 7 Fig. 7

Fig. 8 Fig. 8


Esercitazione 9
Difesa pi centrocampo contro difesa pi centrocampo
Analitico A
Quattro giocatori nel corridoio si danno palla.
Le due compagini si muovono allo specchio (figura 8).
Correzione analitica dellallenatore, secondo la logica vista in precedenza adattata al
reparto di appartenenza.

Analitico B
Mentre 8 giocatori schierati si danno palla, altri 8 giocatori si muovono con le
indicazioni tattiche precedentemente provate salendo se la palla viene data in scarico
e scendendo se viene data in appoggio.
Esercitazione 10
8 giocatori pi portiere contro 8 giocatori pi portiere
Curare gli aspetti di possesso palla desiderati.
Curare che il portiere venga utilizzato per i retropassaggi come un battitore libero.
Esercitazione 11
Centrocampo pi attacco contro centrocampo pi attacco
Analitico
Quattro giocatori nel corridoio si danno palla.
Le due compagini si muovono allo specchio (figura 9 pagina successiva).
Correzione analitica dellallenatore.
Esercitazione 12
6 giocatori contro 6 giocatori con 4 porticine (figura 10 pagina successiva).
Curare gli aspetti di possesso palla desiderati.
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8 8
La squadra che attacca si muove provando le sponde, gli incroci e i tagli desiderati
dallallenatore.
La squadra che difende recupera palla seguendo i movimenti e i criteri desiderati
dallallenatore.

Fig. 9 Fig. 9

Fig. 10 Fig. 10



Esercitazione 14 (riassuntiva)
Attacco ai colori (10>10) (figura 11)
Lallenatore chiama il colore da attaccare.

Fig.11 Fig.11

Fig.11a Fig.11a
Verde alto


Le squadre si dispongono rispetto al colore curando, secondo le direttive
dellallenatore ed il modulo scelto, le diagonali, i triangoli e i raddoppi (figure 11/a,
11/b pagina successiva).
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9 9
Fig.11b Fig.11b
Blu basso

Intervallando la chiamata di un colore
basso a uno alto si cureranno le
uscite veloci, lelastico difensivo e il
mantenimento delle distanze tra
reparti.
Esercitazione 15 (riassuntiva)
11> 11
Nella partita 11>11 a campo intero si
cureranno tutti i movimenti desiderati
dallallenatore secondo il modulo
prescelto; la correzione avr carattere
immediato.
Per lavorare sullattenzione, lallenatore potr periodicamente e durante lo
svolgimento dellazione, introdurre sul campo, in una posizione diversa rispetto allo
svolgimento del gioco, un nuovo pallone.
La squadra abbandoner lazione in svolgimento per rischierarsi in campo rispetto alla
posizione del nuovo pallone in campo e ricominciare una nuova azione di gioco.
Conclusioni.
Le esercitazioni proposte sono solo un esempio di come si possa lavorare dal punto di
vista della organizzazione senza trascurare nessuno dei componenti della rosa.
Numerose altre fasi di gioco possono essere elaborate lavorando sugli stessi principi
delle esercitazioni a specchio.
In particolare si pu lavorare:
q sul pressing, con una squadra che effettua possesso palla e laltra che, fissate le
situazioni in cui pressare, attacca il portatore e aggredisce le possibili traiettorie di
passaggio;
q sulla fase di attacco alla porta avversaria, con una squadra che elabora gli schemi
dellallenatore e laltra che effettua, in difesa passiva, i movimenti di non
possesso;
q sulle ripartenze, organizzando lattacco veloce degli spazi da parte di una squadra,
alla perdita del possesso palla avversario.
In ogni caso analizzato e proposto, va sempre premessa una fase di spiegazione ed
esercitazione analitica a cui deve seguire una fase di esercitazione pratica a tema.


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10 10
Anche in questo caso tocca a noi allenatori studiare a fondo il problema e trovare la
giusta soluzione liberando la nostra fantasia organizzativa.

FABI O GI ALLATI NI
Allenator e di base
Staff Tecni co S.S. Lazi o
Allenator e Alli evi Sper i mentali S.S. Lazi o
Ha allenato anche le Categori e: Pulci ni , Esordi enti , Gi ovani ssi mi e J uni ores





























At t accare con il 4-2-3-1: gli
sviluppi offensivi dellEmpoli di
Somma.
A curadi MASSIMO LUCCHESI
Le soluzioni offensive della squadra allenata dal tecnico laziale.

Nato a Latina, il 17 settembre 1963, Somma si fatto le ossa sulle panchine della
serie D. Con la Pro Cisterna ottenne una salvezza subentrando a quattro giornate dalla
fine e vincendo tutte le gare a sua disposizione. A Terracina consegu 35 punti in 18
gare, mentre a Lugo riusc a portare alla salvezza il Baracca pur partendo da 7 ad
inizio campionato. Lunica vera delusione Somma lha patita con lAlbalonga, squadra
alla quale il tecnico non riusc a regalare un gioco scintillante ed una impronta visibile.
Ma la vera ascesa di Mario Somma ha inizio due anni fa a Cava dei Tirreni. Malgrado le
contestazioni della piazza che non vedevano di buon occhio un tecnico che aveva
giocato tra le file dei nemici storici della Salernitana, Somma fu chiamato a prendere il
posto di Di Fusco dopo quattro giornate e riusc nellimpresa di vincere il campionato e
di fregiarsi del titolo di campione dItalia dilettanti malgrado laccordo con il presidente
del club campano prevedesse con un contratto particolare (1.000 euro in caso di tre
punti, compenso zero in caso di pareggio o sconfitta. Dopo la stupenda parentesi a
Cava dei Tirreni Somma accetta lArezzo, societ retrocessa in serie C2 e poi ripescata
in C1 che porta alla vittoria del campionato dopo una marcia trionfale. Il resto storia
attuale: dopo aver divorziato con lArezzo (sembra per incomprensioni con il DS
Fioretti) Somma approda sulla panchina dellEmpoli dove sta proseguendo lincredibile
ascesa iniziata nel 2002 a Cava dei Tirreni.
Ma quali sono i segreti del tecnico di Latina e quale il suo credo tattico?
In questo articolo cercheremo di tracciare un profilo della fase offensiva voluta dal
tecnico dellEmpoli.
Passando dallArezzo allEmpoli Somma non ha modificato n modulo n filosofia pur
prevedendo alcuni accorgimenti (legati alle caratteristiche dei giocatori) che rendono
gli sviluppi offensivi delle due squadre non propriamente eguali. Se infatti ad Arezzo
erano Abbruscato (centrattacco) e Serafini (trequartista) i principali finalizzatori della
manovra, ad Empoli Tavano (esterno dattacco a sinistra) il bomber principe della
squadra.
a ar rt ti ic co ol lo o
6
6

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COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
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T T A A T T T T I I C C A A
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2
La fase di cost ruzione.

Innanzitutto occorre evidenziare come la squadra di Somma sia molto brava nel
consolidare la palla appena recuperata. I due difensori centrali sono pronti ed attenti
a fornire sostegno al possessore ed il reparto di difesa e rapido nellaprirsi per favorire
il giropalla.
Una volta recuperata la sfera lazione dellEmpoli prevede due diverse tipologie di
sviluppo correlate al tipo di atteggiamento (aggressivo o meno) avversario.
Gli azzurri sono capaci infatti sia di giocare la palla a scavalcare il centrocampo
avversario che di optare per la manovra elaborata.
Nel primo caso il difensore centrale in possesso palla va alla ricerca della prima punta
che si muove incontro nello spazio liberato del trequartista che, a sua volta, si defila
sul lato cieco.
Se lEmpoli sviluppa questa giocata i mediani salgono a sostegno e lattaccante
laterale vicino al centravanti in ricezione solitamente taglia internamente per ricevere
la sponda.

Foto 1

Coda, centrale di destra, gira
palla su Busc in posizione di
laterale difensivo.
Foto 2
Il terzino dellEmpoli riceve
palla ed alza la testa per
cercare la punta di riferimento
che viene incontro nello spazio
liberato dal trequartista.
Il mediano non si abbassa a
ricevere la palla dal terzino
empolese per evitare di fornire
in ritardo il sostegno al
giocatore su cui indirizzato il
lancio lungo.


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3
Foto 3

Foto 4

Foto 5
Busc esegue il lancio per il
centravanti (Gasparetto)
mentre lesterno di destra
(Foggia) ed il mediano di
destra (Moro) accorciano in
zona palla.





Gasparetto riceve di petto e va
a cercare lo scarico in modo
automatico, dando i tempi
giusti alla manovra
dellEmpoli.






Foggia riceve palla da
Gasparetto ed a sua volta si
appoggia su Moro che pronto
a cambiar fronte per innescare
la giocate di catena che
andremo ad evidenziare in
seguito


Nel caso in cui latteggiamento avversario sia pi prudente, con le linee rivali attente a
presidiare le zone arretrate lEmpoli sviluppa gioco passando per i centrocampisti
centrali che organizzano una manovra a sviluppo prevalentemente orizzontale.



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4
La fase di rifinit ura.

Una delle caratteristiche salienti della squadra di Somma labilit nel portare gli
attacchi laterali. Spesso come difensori laterali del club toscano vengono schierati
Busc e Bonetto che nella loro carriera hanno frequentemente giocato da
centrocampisti esterni offensivi. Se i terzini devono avere spiccate attitudini offensive,
labilit ad inserirsi ed a portare la palla, gli attaccanti laterali del 4-2-3-1 empolese
devono essere bravi a convergere palla al piede per combinare con trequartista o
centravanti, andare alla conclusione da fuori, cercare lassist per la punta smarcatasi
sul palo lontano o giocare il filtrante sullinserimento del terzino. E proprio per
assolvere a tali funzioni Somma predilige schierare un attaccante mancino sullout di
destra ed un giocatore destro sulla fascia sinistra.
Una delle ragioni per le quali il gioco dellEmpoli efficace legata alla disposizione
dei propri attaccanti laterali. Costoro infatti, giocano con i piedi sulla linea laterale
garantendo la massima ampiezza al fronte offensivo del club toscano.
E proprio la difficolt delle difesa a zona nel chiudere con tempismo lattaccante sul
lato debole rende estremamente efficace i temi laterali sviluppati dalla squadra di
Somma.
Le chiavi che rendono vincente il gioco di Somma derivano:
1. dallabilit della squadra nel servire lattaccante laterale sul lato cieco con un
cambio fronte ad indirizzo prevalentemente orizzontale in modo che questultimo
possa ricevere per portar palla dentro al campo.
2. lo straordinario tempismo con cui i difensori si buttano in avanti (il movimento
viene iniziato non appena il centrocampista gioca il lancio a favore dellala)
In questo modo la squadra riesce a portar palla in zona di rifinitura (lattaccante
laterale una volta ricevuto il cambio fronte pu andare a giocare lassist per i tagli di
centrattacco o trequartista) o a creare la situazione di superiorit numerica in fascia
(difensore + attaccante laterale contro difensore avversario) per arrivare al cross.

Foto 6
Vannucchi in posizione di
trequartista riceve la palla.
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5
Foto 7

Foto 8

Foto 9
Il fantasista dellEmpoli
difende la palla dallag-
gressione dellavversario,
dando a questultimo le spalle,
ed a seguire effettua una
rotazione con il busto per
innescare Tavano disposto sul
lato debole.




Ancor prima che lattaccante
laterale emplese entri in
possesso di palla Bonetto sale
sovrapponendosi.
La scelta di tempo e la velocit
di Bonetto sono fondamentali
per permettere allEmpoli di
prevalere nel 2 contro 2 sugli
esterni avversari.



Una volta entrato in possesso
palla Tavano ha almeno tre
opportunit di gioco:
1 servire Bonetto che arriva
alla rifinitura tramite cross;
2 servire Vannucchi
inseritosi sul secondo palo;
3 condurre palla per linee
interne per arrivare alla
conclusione.

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6
Foto 10

A partire dalla figura a lato
possibile evidenziare un
ulteriore schema dattacco
dellEmpoli di Somma.
Moro, recuperata la palla va a
scaricare su Busc.
Foto 11

Foto 12

Il terzino dellEmpoli conduce
lungo la linea laterale andando
a forzare il 2 contro 2 nei
confronti della coppia
avversaria mentre Moro si
appresta a coprirgli le spalle.






Busc si appoggia quindi su
Foggia, venutogli incontro, e
corre in sovrapposizione.













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7
Foto 13


Il Mancino dellEmpoli ha
quindi almeno tre possibili
giocate:
1 il passaggio filtrante per
Busc che va al cross.
2 limbucata di prima
intenzione per Gasparetto che
si muove incontro e che va a
favorire la combinazione per
linee interne.
3 la conduzione dentro al
campo alla ricerca del cross
per Vannucchi che si inserisce
sul secondo palo.






Speciale allenament o giovani:
Mist er Mat t ioli Robert o e la
cat egoria Primavera.
A curadi EMANUELE AQUILANI
Sotto la lente dingrandimento la Lazio Primavera di Mister Mattioli
Roberto.
Mat t ioli Robert o: la carriera.
D Dopo aver chiuso la carriera di giocatore nella S.S. Romulea, storica e blasonata societ
dilettantistica della capitale, Roberto Mattioli inizia presso la stessa societ la carriera di
allenatore, collaborando per circa 10 anni e seguendo le squadre dalla categoria Esordienti
fino alla categoria Juniores; poi una breve parentesi nella societ del Tre Fontane e subito
il salto nei professionisti lavorando un anno alla Lodigiani.
Approda poi alla Roma dove allena per 6 stagioni operando nei campionati nazionali e
regionali e successivamente, nella stagione sportiva 2003/2004, alla Lazio con la squadra
Allievi Sperimentali.
Nella stagione in corso prende la guida della squadra Primavera.
Gli obiet t ivi, lo st aff e lorganizzazione.
Mister, quali sono gli obiettivi di questa stagione?
Il principale obiettivo societario e del sottoscritto quello di far crescere un gruppo di
giocatori utile per un futuro alla prima squadra.
La rosa molto ampia e gi pi di qualche elemento nellorbita della formazione di
Mimmo Caso.
Il mio compito quello di consolidare questo numero di giocatori intorno alla Lazio dei
grandi per avere cos a disposizione un parco giocatori che consenta, utilizzando il ricco
vivaio a disposizione, di non dover pi affrontare folli spese in campagna acquisti.
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7

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2 2
Come composto il suo staff?
Ho a disposizione il preparatore atletico, il medico, il fisioterapista, il massaggiatore;
ognuno per il proprio campo di competenza partecipa alla gestione della squadra.
Come lavora la Primavera della Lazio?
La squadra ad inizio stagione viene sottoposta ad una batteria di test per verificarne la
condizione atletica; nellarco della stagione questi test vengono poi ripetuti allincirca 4
volte.
Con lo staff si scelto una linea di lavoro dove le capacit condizionali vengono
allenate sempre con la palla, riducendo al minimo il lavoro a secco; questo allo scopo
di sfruttare al massimo il tempo disponibile.
Anche se si ha a disposizione un gruppo dalle caratteristiche tecnico-tattiche molto
evoluto, non viene trascurato il lavoro sulle capacit coordinative e sulla tecnica di
base.
La settimana tipo cos organizzata:
q luned lavoro in palestra;
q marted lavoro sulla resistenza;
q mercoled giorno riposo;
q gioved reattivit-velocit;
q venerd preparazione della gara che si gioca il sabato.
Premesso che il gruppo molto numeroso si formano, allinizio della seduta, 2
sottogruppi; uno lavora con me e laltro con il preparatore atletico.
La seduta di allenamento standard cos strutturata:
si inizia con una fase di riscaldamento basata principalmente sulla tecnica di base
(rapporto giocatore/pallone di uno a uno) dove si palleggia con tutte le parti
anatomiche del piede; sempre nella fase iniziale si inseriscono inoltre situazioni gioiose
per creare un clima ideale.
Lobiettivo tecnico-tattico che si sviluppa nasce dallanalisi e dallesame dgli errori pi
frequenti che emergono durante la gara; per esempio per migliorare gli errori nella
trasmissione e del controllo della palla o gli errori relativi a coperture errate si lavora
con esercizi di tecnica di base e di tecnica applicata specifici.
Nel dettaglio il lavoro del campo cosi strutturato:
q dopo il riscaldamento tecnico si passa a giochi introduttivi dove si corregge
laspetto tattico;
q nella parte centrale della seduta un sottogruppo svolge lavoro condizionale, laltro
lavora sugli aspetti coordinativi (aspetti che solitamente vengono trascurati
seguendo il gruppo tutto insieme); invertendo successivamente i gruppi; la stessa
organizzazione si adotta anche quando si lavora sullaspetto tattico (si lavora
alternando i gruppi);
q la fase finale della seduta lascia spazio ad una partita da strada dove non esiste
nessun vincolo e dove anche le porte vengono ricavate utilizzando materiale che si
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3 3
ha a disposizione; lobiettivo quello di giocare per il divertimento puro senza
obblighi particolari.
Come composto il gruppo e come organizzata la squadra?
La politica che si sta seguendo alla Lazio quella intrapresa nella stagione 2003/2004
dallattuale allenatore della prima squadra; Mimmo Caso che in quella stagione era
responsabile del settore giovanile e allenatore della primavera ha lavorato per costruire un
gruppo molto giovane allo scopo e con lobiettivo di formare giocatori in casa.
In questa stagione infatti la rosa molto ampia e comprende circa 38 ragazzi appartenenti
sia alla squadra Primavera sia alla squadra Berretti, squadra questultima che non stata
pi iscritta al campionato di categoria.
Questanno la squadra primavera stata pertanto costruita sul gruppo della stagione
passata e vi militano ottimi elementi gi nellorbita della prima squadra.
La Lazio Primavera impostata, nel modo di giocare, come la prima squadra, questo in
accordo con mister M. Caso allo scopo di creare un discorso di continuit; se infatti un
giovane si trova a lavorare anche con i grandi il passaggio di categoria non lo deve far
trovare con un ampio handicap tattico da colmare.
Ovviamente il discorso vale anche per gli aspetti condizionali e tecnici dove i ragazzi
svolgono un lavoro molto simile a quello della prima squadra, per non soffrire in nessun
modo leventuale salto in avanti.
Fig. 1 Fig. 1
3 2
6 5
8 4
7
10
11
9
1

Tutto questo lavoro facilitato anche
dal fatto che nel centro sportivo di
Formello i giocatori della serie A stanno
a stretto contatto con i ragazzi della
Primavera creando anche
collettivamente un rapporto extra
sportivo.
Se vogliamo parlare di modulo, quello
iniziale della Lazio primavera il 4-2-3-
1 (figura 1), molto camaleontico specie
in fase di possesso palla; durante la
settimana lavoriamo anche su altri
sistemi di gioco, seguendo quelli che
possono essere gli indirizzi dettati dalla
prima squadra; anche in questo caso, i giocatori chiamati in causa, allenandosi su gare
a moduli contrapposti (4-4-2>4-3-3, 4-2-3-1>3-5-2 ecc), sono pronti per affrontare
qualsiasi situazione tattica.
La squadra e la gara.
Come si prepara la Lazio baby alla partita considerando il modo di gestire la
gara, lintervallo, il dopo partita? Quali gli aspetti dove porre lattenzione
quando si parla dellavversario?
La gara nel suo insieme viene preparata il venerd nella seduta di rifinitura;
successivamente, nello spogliatoio, prima del fischio dinizio, vengono dedicati pochi
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4 4
minuti per un ripasso generale sui compiti di ognuno e sul lavoro da svolgere in fase
di possesso e non possesso palla.
Segue poi, circa 25 minuti prima del fischio di inizio, il riscaldamento pre-partita dove i
primi undici titolari entrano in campo con il preparatore atletico.
Nellintervallo lascio subito qualche minuto libero sia per far tranquillizzare i ragazzi e
sia per permettere al medico e al massaggiatore di effettuare le cure necessarie ad
eventuali infortunati; passato questo momento resto solo con la squadra e discuto
landamento della gara, correggendo eventuali errori nelle fasi di gioco e suggerendo
qualche mossa per colpire lavversario in eventuali sue carenze tattiche denotate nei
primi 45 minuti di gioco; sottolineo poi eventuali comportamenti negativi consigliando
il modo per non ripeterli.
I cambi abitualmente non li effettuo durante lintervallo, salvo se richiesti da una reale
necessit; sempre riguardo alle sostituzioni cerco anche di evitare di far entrare
qualcuno solo per un minuto, questo per essere in tutte le situazioni corretto e sincero
con i giocatori.
Nel dopo partita, anche in caso di vittoria, ritengo che deve esserci un esultanza
controllata, gestita in modo corretto e nel rispetto degli avversari; in caso di sconfitta
meglio non intervenire in nessun modo, allo scopo di evitare di dire cose che non
corrispondono a verit e cose che possono essere fraintese dai giocatori; il tutto viene
rimandato al primo allenamento settimanale.
Riguardo alle squadre da affrontare, solitamente non si conoscono;; solo se ci sono
giocatori avversari blasonati si cerca di predisporre delle contromosse per rendere
inefficaci le giocate del singolo; durante il corso della gara e durante lintervallo, come
detto precedentemente, si apportano poi tutte le correzioni tattiche necessarie per non
subire il gioco avversario.
La fase difensiva.
La squadra difende a uomo, a zona o in modo misto?
La squadra difende a zona e pertanto su queste basi si muove in funzione della palla,
Fig. 2 Fig. 2
5
3
6
2
4
8
11
10
7
9
1

riducendo gli spazi giocabili,
stringendo la marcatura sulluomo e
coprendo le possibili zone di campo
che servono come appoggio al
portatore di palla avversario.
Con il nostro modulo giochiamo
organizzati su 4 linee di reparti (4-2-
3-1); ogni linea deve essere
scaglionata in modo da coprire tutti gli
spazi che si possono creare appunto
tra le varie linee (figura 2).


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5 5
La squadra fa pressing e sa riconoscere la palla aperta da quella chiusa?
Non facciamo un pressing sistematico e la squadra sa riconoscere la palla aperta da
quella chiusa.
In fase di non possesso palla il nostro comportamento abituale il seguente: si
compattano le linee e si aspetta che lavversario commetta un errore nel controllo,
nella trasmissione o si metta in situazione di palla chiusa per andare a pressare sul
portatore di palla e per andare ad accorciare gli spazi nei pressi della zona dove circola
la sfera; su palla aperta molto importante il lavoro dei difensori in quanto se sono
attaccati e si trovano in inferiorit numerica devono scappare allindietro, in attesa
che il centrocampo recuperi, e decidere conseguentemente la strategia da adottare
per risolvere la situazione; in parit o superiorit numerica non si scappa ma si
aggredisce subito lavversario.
Quante linee di copertura adottano i quattro di difesa?
Abitualmente si difende su una linea.
In figura 3 vediamo un esempio di linea difensiva su palla esterna.
La squadra fa il fuorigioco?
Abitualmente non facciamo il fuorigioco, se non quando ci sono situazioni di eccessivo
pericolo come ad esempio un 2>2 centrale sulla linea dei difensori; in questo caso
questi ultimi devono aggredire insieme il portatore di palla cercando di mettere in
fuorigioco laltro attaccante (figura 4).
Fig. 3 Fig. 3
3
5
6 2
1

Fig. 4 Fig. 4
5
6
1


Ovviamente se la squadra riesce per tutto larco della gara a giocare corta e stretta,
lapplicazione del fuorigioco ne talvolta una conseguenza.
Abbiamo provato ad applicare il fuorigioco anche su palle inattive in zone lontane dalla
porta, salendo incontro al giocatore che calciava e lasciando i suoi compagni dietro la
linea difensiva, ma abbiamo trovato diverse difficolt nella gestione di queste
situazione.

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6 6
Le palle inat t ive.
Come vi difendete sulle palle inattive?
Sulle punizioni, nei pressi dellarea di rigore, oltre agli uomini in barriera chiesti dal
nostro portiere, gli altri giocatori marcano tutti a uomo.
Anche sui calci dangolo, oltre alluomo sul palo gli altri compagni marcano a uomo.
Importante sottolineare che sulle palle inattive, oltre a difendere, cerco di preparare i
giocatori alla ripartenza successiva (contropiede) mettendo se possibile 2 uomini sui
vertici dellarea ed uno vicino alla zona di battuta; questo perch spesso capita che la
palla giocata dagli avversari viene ribattuta nella direzione da dove arrivata e se si
pronti a recuperarla si pu sfruttare la ripartenza veloce; nella figura 5 vediamo
appunto una situazione di palla inattiva dove il nostro giocatore, sul vertice dellarea,
intercetta la palla e rilancia lazione di attacco.
La fase offensiva.
Quali sono i temi prevalenti in fase di costruzione (lancio lungo, azione
manovrata ecc)?
Abitualmente chiedo al portiere di iniziare lazione attraverso luscita della palla
sullesterno basso; quando per ci si trova obbligati a lanciare lungo, causa il pressing
alto avversario, la squadra inizialmente sale velocemente per poi fermarsi, quando la
palla arriva a terra; da questo momento si inizia a gestire la nuova situazione di
possesso e non possesso palla.
Se riconquistiamo il pallone dobbiamo subito indirizzare la giocata sugli esterni
cercando la trama di gioco provata in allenamento, rimanendo sempre ben equilibrati
per non essere colpiti in contropiede qualora si perda la palla.
Vediamo in figura 6 che il giocatore numero 7 perde palla in favore dellavversario 3;
da qui inizia un giro palla avente lo scopo di far pervenire sfera allesterno opposto.
Fig. 5 Fig. 5

Fig. 6 Fig. 6
5
3
2
7
7
A
B
6


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7 7
Quali sono i temi offensivi della sua squadra?
In fase di possesso palla richiedo di cercare subito lampiezza allo scopo di colpire sul
Fig. 7 Fig. 7
9
7
10
11
5
D
B
A
C

lato debole lavversario; chiedo anche
di sfruttare la prima punta posta
centralmente (giocatore boa) che ha
poi il compito di smistare i palloni o
sugli esterni che hanno attaccato lo
spazio o di servire il trequartista che si
propone in appoggio(figura 7).
La nostra azione offensiva coinvolge
quasi sempre 4 o 5 uomini e quando
non si riesce ad effettuare il tipo di
giocata precedentemente descritta,
allora si opta per la profondit,
sfruttando gli esterni di difesa che
vanno in sovrapposizione.

Si arriva alla conclusione per organizzazione collettiva o qualit individuale?
Solitamente un insieme di capacit individuali e organizzazione tattica collettiva.
Bisogna premettere che anche se non sempre si realizzano in partita le situazioni
provate in allenamento, la squadra deve sempre creare i presupposti perch questo si
verifichi.
Quando per esempio la squadra attacca e non riesce a costruire la manovra collettiva
provata in allenamento, o per abilit degli avversari o per difficolt nostre, si possono
sfruttare i nostri attaccanti (hanno facolt di giocata libera cercando linvenzione)
molto abili nell1>1, per creare superiorit numerica.
Mi spiego meglio: se ho la fortuna di avere un attaccante come De Sousa (andato in
gol anche con la prima squadra), se la formazione non gira dal punto di vista tattico
collettivo, posso sperare almeno che questultimo si inventi una giocata singola; ecco
che parte dei problemi per andare al gol sono risolti da un solo uomo.

EMANUELE AQUI LANI
Allenator e di base
Allenator e Pr i ma Squadr a Soci et Sempr evi sa (Roma) Campi onato I Cat.
Autor e del li br o La pr ogr ammazi one calci sti ca dai 6 ai 15 anni
Coautor e del li br o Pr i nci pi ed eser ci tazi oni psi coci neti che per i l calci o




Come analizzare il gest o t ecnico
della guida/conduzione palla e
migliorarlo.
A curadi EMANUELE AQUILANI
Un pratico ripasso della tecnica di base. Analisi generale degli aspetti
principali che caratterizzano un buona guida/ conduzione della palla.
Int roduzione.
N Nel gesto tecnico che analizziamo in questo articolo la condotta motoria primaria che
prendiamo in considerazione quella relativa al correre con la palla; lo schema
motorio della corsa in presenza di una palla da toccare e sospingere con i piedi diventa
una guida o conduzione della palla.
La guida della palla permette al giocatore di spostarsi in qualsiasi zona o direzione del
terreno di gioco consentendogli di avanzare verso la porta avversaria e/o di orientare
il gioco nello spazio pi favorevole al proseguimento dellazione.
Quando questa conduzione del pallone viene utilizzata per superare un difensore
prende il nome di dribbling, mentre quando usata per non farsela portare via
dallavversario viene definita difesa o copertura della palla.
Mantenere il pallone sotto il proprio controllo correndo a velocit elevata, variando
direzione ed eventualmente superando un avversario, rappresenta una delle doti pi
importanti del calciatore di buon livello tecnico.
Analizzando il gesto possiamo notare che la corsa si sviluppa a passi brevi e rapidi e
solo quando si ha molto spazio davanti a se il giocatore da dei colpi pi energici alla
palla.
Al momento del contatto con la sfera il corpo deve essere sopra al pallone.
Lo sguardo rivolto verso il basso deve tra un controllo e laltro alzarsi al fine di
esaminare la situazione circostante ed addestrarsi alla visione periferica.
a ar rt t i ic co ol lo o
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N . 1 5 DI CE M BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
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COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
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TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

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Modalit di conduzione della pall a.
Tre sono i modi principali di guidare la palla:
q conduzione di pieno collo piede;
q conduzione di interno collo piede;
q conduzione di esterno collo piede.
Pieno collo piede
In questo tipo di conduzione la spinta del pallone in avanti avviene con il piede
leggermente teso in basso e con lasse lungo orientato nella stessa direzione di corsa
del pallone.
In questo modo si riesce ad avere una corsa veloce ma un controllo palla non troppo
sicuro in quanto il pallone viene colpito con una superficie del piede relativamente
piccola.
Cosa analizzare e correggere:
q la testa deve rimanere alta in modo da vedere sia il movimento dei compagni sia,
con la coda dellocchio, la palla al fine di non perderne il controllo;
q il bacino deve rimanere diritto e rivolto verso la direzione della palla;
q il piede deve rimanere diritto impattando con la sfera in modo frontale.
Interno collo piede
Nel guidare la palla con linterno collo il piede della gamba di gioco ruotato verso
lesterno.
Il ginocchio, prima e durante il contatto con la palla, viene ruotato un po
esternamente rispetto allasse longitudinale del corpo.
La tecnica con linterno del collo piede indicata quando il pallone, che nella corsa
normale dovrebbe seguire una linea retta, esce per qualche motivo da questa linea.
Sar allora il piede corrispondente a rimettere sulla linea, davanti al proprio corpo, il
pallone.
Cosa analizzare e correggere:
q lerrore pi comune nel dosaggio della forza;
q la sfera, per non farsi anticipare, deve essere tenuta molto vicina al piede e
pertanto bisogna trovare lesatto rapporto appunto tra forza ed intensit;
q il piede deve essere generalmente sciolto e va solo irrigidito nel momento di
trasmissione della sfera o per concludere in porta;
q lanca e il bacino devono essere mobili e si devono adattare ai movimenti
improvvisi;
q lo sguardo deve essere diretto alternativamente verso il movimento dei compagni e
verso la palla (non solo quindi verso la sfera).

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Esterno collo piede
E il modo pi utilizzato per guidare la palla anche perch il pi sicuro e il pi facile
da eseguire.
Con la guida di esterno collo piede, mentre la palla viene condotta in avanti, il piede
rivolto allinterno e il ginocchio si avvicina allasse longitudinale del corpo.
Cosa analizzare e correggere:
q conducendo la palla di esterno deve ruotare solo il piede mentre il ginocchio deve
rimanere diritto;
q la testa, come per le altre modalit, va tenuta alta e non sulla palla;
q il piede sempre rilassato e tiene la palla sotto controllo al variare dellintensit di
corsa.
Gest o t ecnico e capacit coordinat ive.
In tutti i tipi di guida/conduzione palla, prima di rapportarsi con lattrezzo,
necessario creare le basi per una buona motricit generale.
Un gesto tecnico per essere funzionale ed economico deve partire sia da una ottimale
lettura della situazione sia dai cambiamenti che avvengono nellambiente.
Le percezioni legate al gioco del calcio sono di due tipi:
q esterocettive: che captano i messaggi provenienti dallambiente esterno (vista,
udito, tatto);
q propriocettive: che decodificano le informazioni provenienti dal nostro corpo.
La guida della palla vista sotto unottica coordinativa, coinvolge diverse capacit quali
per esempio quella di differenziazione, quella di combinazione dei movimenti e molte
altre.
Prima di sapersi muovere con la palla pertanto necessario sapersi muovere,
camminare, correre, saltare; sono questi gli elementi delle motricit umana che
permettono poi la formazione delle abilit.
Importante sempre ricordare che gli elementi tecnici pongono le loro basi sulle
capacit coordinative che ne regolano lesecuzione.
Per riassumere:
q superfici anatomiche per la conduzione: collo piede, interno piede, esterno
piede;
q spazio dove guidare la palla: avanti, indietro, destra, sinistra, diagonale;
q tempo (quando condurre la palla): dopo aver preso informazioni visive e/o
previa lettura della situazione di gioco;
q finalit del gesto tecnico: conquistare spazio in avanti, conquistare una posizione
favorevole per proseguire unazione, tirare in porta;
q modalit di esecuzione: cambio di senso, cambio di direzione, cambio di velocit.

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Norme da seguire per guidare la palla.
Le norme da seguire nel guidare la palla sono:
q il pallone deve essere colpito quando si trova allaltezza del piede di appoggio;
q la velocit, pur dovendo essere pi elevata possibile, non deve mai pregiudicare la
sicurezza del possesso palla;
q il busto deve essere sempre inclinato in avanti, allo scopo di coprire il pallone e
difenderlo dallintervento di un avversario;
q lo sguardo non deve essere costantemente rivolto al pallone, ma deve anche essere
alternativamente sollevato per esaminare la situazione circostante.
Gli errori da non commet t ere.
Gli errori pi comuni che si possono commettere nella guida della palla sono:
q corsa con lunghezza delle falcate troppo ampie;
q utilizzo della parte del piede meno adatta in relazione alla situazione di gioco;
q sguardo costantemente rivolto verso il basso;
q pallone sospinto con troppa forza.
Esercit azioni.
Le esercitazioni per migliorare il gesto tecnico riguardano:
q esercizi per il dominio della palla;
q giochi in guida del pallone;
q esercizi in regime coordinativo.
Esercizi per il dominio della palla
q guida della palla con le mani (tipo basket) e poi con i piedi prima in spazi ampi e
poi riducendoli gradatamente;
q guida della palla seguendo le linee del campo di calcio;
q guida della palla con stop (arresto) al segnale dellistruttore;
q guida della palla con cambio piede al segnale dellistruttore;
q guida della palla in slalom utilizzando diverse parti del piede e/o variando la
distanza tra i coni;
q guida di due palloni contemporaneamente.

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Giochi in guida della palla
Guardie e ladri
Quattro squadre composte da tre giocatori allinterno di un quadrato ben
dimensionato.
Si parte uno alla volta in guida della palla da un angolo del un quadrato. Scopo
dellesercizio raggiungere, lungo i 4 lati di guida, lavversario che precede per poi
consegnare la palla al compagno successivo con il medesimo compito.
La squadra che compie per prima tre giri si aggiudica 3 punti;
Tiro al bersaglio
I giocatori si muovono allinterno di un quadrato ben dimensionato.
Il compito quello di evitare di essere colpiti dalla palla lanciata da 3 giocatori
(tiratori); questi ultimi non possono colpire il bersaglio se chi guida la palla effettua
uno stop e si ferma.
Ogni due minuti cambia la terna di tiratori e vince chi al termine ha colpito il maggior
numero di bersagli.
Le case
In uno spazio ben dimensionato disporre alcuni cerchi (le case).
I giocatori allinterno delle case con la palla devono scambiarsi di posto in guida
pallone, evitando che i/il ladro/i entrino nella casa; chi perde il possesso della casa
diventa il ladro.
Esercizi in regime coordinativo per la guida della palla
Percorso tecnico con attrezzi:
q guida rettilinea seguendo una linea del perimetro del campo;
q guida a slalom tra coni;
q guida della palla con la suola, lateralmente tra paletti stesi a terra;
q guida della palla con la suola, tra coni allindietro;
q far passare la palla sotto un ostacolino e riprenderla dopo averlo saltato (utilizzare
numero 4 o 5 ostacolini) (capacit di equilibrio).

Slalom parallelo
Si formano due file di coni in parallelo; due giocatori eseguono lo slalom con lobiettivo
di arrivare insieme alla fine del percorso per poi scambiarsi la palla e tornare
velocemente, sempre in slalom, al punto di partenza; il primo che arriva guadagna un
punto.
Utilizzare modi diversi di guidare la palla (capacit di ritmizzazione).

Slalom parallelo e tiro
Si formano due file di coni in parallelo e si disegna con quattro coni un quadrato al
limite dellarea; due giocatori eseguono uno slalom tra i coni con lobiettivo di arrivare
il prima possibile alla fine del percorso e poter poi successivamente calciare in porta e
aggiudicarsi 2 punti; anche il secondo che arriva tira in porta e guadagna un punto.
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Utilizzare modi diversi di guidare la palla (capacit di combinazione motoria).

Palloni diversi
In un quadrato ben dimensionato, quattro giocatori posizionati con la palla su un lato
del quadrato guidano la palla verso il lato successivo dove lasciano la propria palla e
corrono velocemente a prendere quella successiva, che deve avere peso e dimensioni
diverse.
Cambiare tipo di guida secondo la dimensione e il peso della palla (capacit di
differenziazione).
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Fig. 1 Fig. 1

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Fig. 2 Fig. 2

2 > 1 per guida e tiro
Un giocatore in possesso di
palla parte da un cono distante
10 metri dalla porta allo scopo
di raggiungere, in guida del
pallone, un secondo cono per
poi girarvi intorno.
Contemporaneamente partono
anche un compagno ed un
avversario con il compito di
passare dentro una porticina
posta a 20 metri.
Lavversario deve transitare
davanti al portatore di palla
prima che questi calci in porta;
questultimo se libero potr
tirare, oppure passare al
compagno (che va al tiro)
(capacit di adattamento e
trasformazione) (figura 1).
Slalom opposto
Due giocatori in possesso di
palla, distanti 20 metri, partono
contrapposti con il compito di
raggiungere la parte opposta il
prima possibile.
A met strada sono posizionate
delle porticine allinterno delle
quali i due giocatori devono
transitare.

Chi parte dal comando decide dove passare; laltro si deve indirizzare alla porticina
lasciata libera.
Il comandante pu effettuare quanti cambi di direzione vuole ma solo prima di
attraversare la porticina (capacit di reazione motoria) (figura 2).
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Percorso con diversi tipi di guida
In uno spazio ben dimensionato tutti i giocatori guidano la palla.
Fig. 3 Fig. 3

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Fig. 4 Fig. 4

Allinterno sono sistemati vari
attrezzi: cerchi, coni, aste,
ostacolini ecc...
Il giocatore deve affrontare gli
attrezzi utilizzando i vari tipi di
guida della palla (capacit di
anticipazione motoria).
Guida nel triangolo
In un triangolo 3 giocatori
partendo dai vertici hanno il
compito di eseguire diversi tipi
di guida su ogni lato per poi
giungere contemporaneamente
sul vertice successivo.
Bisogna stimolare la loro
fantasia chiedendo sempre
guide diverse su ogni lato,
ricercando ladattamento con i
compagni (capacit di
percezione spazio-temporale)
(figura 3).
Guida seguendo lo
schieramento a figure
geometriche
Eseguire la guida della palla,
senza lasciare mai la forma
geometrica prefissata; in questo
caso un rombo.
Si possono cambiare le superfici
del piede da usare per la guida
(capacit di orientamento)
(figura 4).


Met odologia di insegnament o.
Qualsiasi modalit di insegnamento non si fonda su stili o metodologie di tipo univoco
ed assoluto.
La combinazione ed interazione tra due diversi stili di insegnamento litinerario da
privilegiare nellambito delle attivit motorie.
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Lo stile di insegnamento direttivo incentrato sullinsegnante e si riferisce ad un
approccio didattico di tipo deduttivo; lo stile di insegnamento non direttivo invece
incentrato sul bambino e si riferisce ad un approccio didattico di tipo induttivo.
Lo stile direttivo orientato verso scelte prevalenti di tipo sistematico
addestrativo e imitativo deduttivo, mentre lo stile non direttivo orientato verso
scelte prevalenti di tipo induttivo sperimentale e di approccio esplorazione
scoperta.
In tal senso, sicuramente possibile far corrispondere e convergere sullo stile di
insegnamento direttivo i metodi prescrittivo, misto e dellassegnazione dei
compiti, mentre su quello non direttivo invece, far convergere i metodi della
risoluzione dei problemi, della scoperta guidata e della libera esplorazione.


STILE DI
INSEGNAMENTO
ORIENTAMENTO PEDAGOGICO METODO DIDATTICO

DIRETTIVO

DEDUTTIVO
PRESCRITTIVO
MISTO
ASSEGNAZIONE DEI
COMPITI


NON DIRETTIVO

INDUTTIVO
RISOLUZIONE DEI
PROBLEMI
SCOPERTA GUIDATA
LIBERA ESPLORAZIONE


EMANUELE AQUI LANI
Allenator e di base
Allenator e Pr i ma Squadr a Soci et Sempr evi sa (Roma) Campi onato I Cat.
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Speciale allenament o giovani:
allenare le capacit coordinat ive
del port iere.
A curadi CLAUDIO RAPACIOLI
Le capacit coordinative del portiere: base indispensabile da cui partire.

Int roduzione.
Quando si parla di settore giovanile in una societ calcistica, si intendono tutti i
ragazzi tesserati per quel club che non fanno parte della rosa della prima squadra,
qualsiasi sia la categoria da essa disputata.
A seconda dellattenzione prestata e allinteresse dimostrato dai dirigenti alle categorie
dei giovani, ogni club pu annoverare tra le proprie fila un numero variabile di squadre
che coprono un arco det pi o meno ampio.
I sodalizi pi attenti, organizzati e oculati cercano di crescere tra le loro fila fin dalla
pi giovane et i futuri atleti che saranno poi la linfa sia umana sia economica nelle
stagioni future.
Perci spesso in ambito calcistico sono accomunati sotto la voce settore giovanile
bambini e ragazzi che vanno dai 7-8 anni dei piccoli amici
fino ai 17-18 delle categorie juniores o primavera nelle
squadre professionistiche.
Questo ci permette di comprendere quanto siano diverse le
esigenze e gli obiettivi a seconda dellet, perci non si deve
pensare di allenare tutti allo stesso modo, o peggio ancora
come i grandi.
Ogni fascia det necessita di una specifica pianificazione
delle attivit e dei contenuti mirati al raggiungimento degli
obiettivi propri della categoria.
a ar rt ti ic co ol lo o
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N. 15 DI C E MB R E 2004
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I I L L N N U U N N E E R R O O 1 1
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Per fortuna in questi ultimi anni quasi tutte le societ si sono dotate di preparatori
specifici per i portieri.
I loro compiti a seconda della categoria sono diversi, ma spesso per esigenze,
economiche, logistiche e temporali viene chiesto loro di allenare contemporaneamente
portieri appartenenti a diverse categorie e in gruppi numerosi.
Questo va a discapito della qualit del lavoro, lideale sarebbe disporre di un
preparatore dei portieri che curi le categorie fino agli esordienti compresi, un altro fino
agli allievi e un terzo che lavori con i portieri della juniores e della prima squadra.
Il numero ideale di giovani portieri da allenare contemporaneamente per seduta 3-4
e possibilmente con et abbastanza simili tra loro, ad esempio juniores e allievi, allievi
e giovanissimi, esordienti e giovanissimi o esordienti e pulcini.
Con tale numero e suddivisione, il preparatore pu svolgere un lavoro dinamico,
omogeneo e di ottima qualit.
Si pu comunque arrivare anche a gruppi di 6 portieri, i quali vengono suddivisi in due
sottogruppi di 3 portieri ciascuno che lavorano a giro.
Cos mentre i primi 3 riposano gli altri eseguono lesercitazione in successione e
viceversa.

Soprattutto nel settore giovanile, uno degli obiettivi da perseguire nellorganizzazione
delle esercitazioni il coinvolgimento del pi alto numero di portieri
contemporaneamente, assegnando loro dei compiti
specifici.
Possono fungere da raccattapalle, da attaccanti a
disturbo sia prima che dopo la parata, da obiettivi di
riferimento per i rilanci ecc.
Da non trascurare inoltre lopportunit che quando ci si
trova a lavorare con un numero elevato di portieri, si
possono organizzare sedute ricche di esercitazioni
situazionali, facendo interpretare da loro stessi il ruolo
degli attaccanti.
Tale opportunit permette di creare nel portiere un vissuto, che va ad accrescere il
bagaglio tecnico-motorio e pu risultare utile in fase di anticipazione.
Proponendo le esercitazioni in forma di gara si ottengono massima applicazione e
intensit e una riproduzione molto fedele della situazioni di gioco.
Tenere un livello di attenzione del gruppo sempre molto alto e per tutta la durata
dellallenamento abitua i portieri ad essere concentrati con continuit, questo si
rifletter in maniera positiva nellinterpretazione della gara.
Se il numero di portieri eccessivo e il loro livello eterogeneo, diventa difficile
individualizzare gli obiettivi e sta alla abilit e alla competenza dellistruttore proporre
un lavoro il pi possibile omogeneo ma con differenti attenzioni agli obiettivi specifici
dellet.


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Obiet t ivi generali.
Fino alla categoria pulcini ritengo debba essere svolta unattivit multilaterale che
privilegi la polivalenza e la polisportivit in forma ludica.
Lobiettivo principale lo sviluppo delle capacit coordinative
variando il pi possibile i mezzi e le proposte motorie.
Data la variabilit dei desideri dei bambini non penso sia
conveniente proporre allenamenti specifici per il ruolo del
portiere.
Ogni bambino deve essere spronato a confrontarsi con ruoli e
attivit diverse cos da comprendere quale sia quella che
preferisce e che pi lo diverte.
Ci permette di creare nel bambino unampia base motoria che gli sar di supporto
nelle sue attivit future sia che decida di proseguire nella pratica calcistica sia che si
dedichi ad un altro sport.
Inoltre queste conoscenze motorie, lo faciliteranno nellapprendimento di quelle
attivit che solitamente vengono praticate in forma collaterale come sci, tennis ecc.

A cominciare dalla categoria pulcini si pu iniziare lavviamento alla monosportivit in
questo caso al calcio, ma senza specializzare eccessivamente i bambini
nellinterpretazione di ruoli specifici.
Nelle proposte si possono inserire, con la collaborazione di un preparatore dei portieri
sedute ed esercitazioni che permettono di valutare i prerequisiti del ruolo e soprattutto
fare provare a tutti i componenti della squadra lemozione di essere il N.1.
Per chi si dimostra interessato e voglioso di interpretare il ruolo si pu iniziare, non pi
di una volta alla settimana, ad integrare il lavoro del gruppo con esercitazioni per lo
sviluppo delle capacit coordinative specifiche con lausilio di mirate esercitazioni di
tecnica di base.
Nella categoria successiva, gli esordienti, questo sar il tema principale di buona parte
delle sedute specifiche, che sono svolte almeno
due volte alla settimana e hanno come obiettivo
il consolidamento delle capacit coordinative
speciali.
Le esercitazioni devono essere sempre diverse
e proposte il pi possibile in forma ludica cos
da stimolare il bambino al confronto con nuove
difficolt.
Non deve essere abituato a saper fare quelle
poche cose, ma variando i parametri delle
esercitazioni (spazi, i tempi, disturbi pi o meno
passivi) deve abituarsi a situazioni sempre
nuove e diverse.

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Possono essere inseriti anche alcuni concetti tattici (difesa della porta, difesa dello
spazio) con lobiettivo di incominciare a creare un vissuto al portiere e a
responsabilizzarlo nei propri compiti, aiutandolo ad essere maggiormente concentrato
per tutto larco della gara.
A partire della categoria giovanissimi si riduce il tempo dedicato alle capacit
coordinative, e viene aumentato quello dedicato alle esercitazioni di tecnica specifica e
situazionali.
Le esercitazioni tecniche devono curare la massima qualit nellesecuzione del gesto
richiesto, senza per essere troppo assillanti.
Questa per i ragazzi unet critica, sono in crescita sia fisica che psicologica.
Sono soggetti a notevoli cambiamenti morfologici con il risultato che molte azioni
motorie che fino a poco tempo prima riuscivano tranquillamente ora possono
presentare maggiori difficolt.
In questa fase a livello psicologico, il ragazzo deve essere aiutato a non demoralizzarsi
per gli insuccessi motori, spiegandogli cosa gli sta accadendo, perch incontra
difficolt sconosciute precedentemente e che presto torner a rieseguire il tutto con la
stessa facilit.
Nelle categorie allievi e juniores lo sviluppo della tecnica specifica viene effettuata
richiedendo una velocit di
esecuzione maggiore, il pallone sar
calciato pi velocemente e i disturbi
nelle esercitazioni saranno sempre
pi diversi e dinamici.
Questo abitua il portiere a passare
da una fase maggiormente analitica
a quella situazione, dove deve
applicare quanto appreso in modo
corretto per tempi, e scelte.
In queste categorie compare anche
una componente condizionale
mirata allo sviluppo della forza,
della velocit e al mantenimento
della flessibilit, che da questa et
incomincia a calare.
Alle capacit coordinative viene riservato uno spazio ridotto, ma non vengono
comunque abbandonate.
Solitamente vengono allenate in fase di riscaldamento proponendo esercitazioni
ludiche che preparino il portiere alla seduta con una buona predisposizione e serenit
mentale.
A questo punto del percorso lallenamento pi simile a quello delle prime squadre
piuttosto che a quello giovanile.



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Da quanto precedentemente esposto, risulta evidente che non possibile allenare i
portieri giovani come i grandi, bisogna
creare le basi coordinative, sviluppare
le abilit tecniche, integrarle con
quelle tattiche e situazionali per poi
completarle con quelle condizionali.
Le esercitazioni proposte devono
essere strutturate con una
progressivit crescente di difficolt,
concentrando lattenzione su pochi
particolari esecutivi per ogni volta.

Uno degli obiettivi principali la
ricerca e leliminazione di tutti quegli
elementi di disturbo dei movimenti,
ricercando la massima qualit
esecutiva e la migliore economicit del
gesto motorio.
A tale scopo, soprattutto per le esercitazioni tecniche, ritengo che lutilizzo di mirate
progressioni didattiche permette un rapido ed efficace apprendimento della corretta
gestualit richiesta.
A livello metodologico ritengo sia efficace utilizzare tutti metodi didattici per
lapprendimento delle capacit coordinative. Per le esercitazioni tecniche, il metodo
prescrittivo penso sia quello maggiormente redditizio, mentre in fase situazionale opto
soprattutto per quello della risoluzione dei problemi.

Fasi e component i dello sviluppo del port iere.
Lanalisi sopra esposta dei vari obiettivi da sviluppare nel settore giovanile, ci
permette di comprendere come, in questo settore, esiste il tempo e la possibilit di
programmare un corretto processo formativo che porti al traguardo della prima
squadra un portiere abile, efficace e sicuro.
In questa fase occorre non avere fretta e sapere aspettare la maturazione fisica,
psichica e tecnica degli allievi, ricordando che non tutti hanno gli stessi tempi di
evoluzione, chi oggi meno pronto, domani potrebbe essere un campione.
E soprattutto importante non forzare nessuno rispettando le tappe di crescita di ogni
allievo, il quale, in base alle capacit, alla struttura fisica, pu raggiungere obiettivi
diversi dagli altri, che vanno comunque esaltati e sottolineati, ricordando sempre che
non obbligatorio diventare dei campioni.
Con il grafico sotto riportato vengono riassunte quelle che sono le varie tappe della
crescita dalla sua infanzia e le componenti che un portiere deve possedere fino al
completamento del percorso giovanile.



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Talento, Predisposizione e doti naturali Fattori Ereditari dai genitori
+
Schemi posturali \ Vengono sviluppati
Schemi motori di base autonomamente nei primi anni di
Capacit senso-percettive / vita del bambino
+
Insegnamento Qualit dellinsegnamento
Apprendimento Capacit di apprendimento
+
Capacit coordinative speciali Da sviluppare allinizio della pratica sportiva
Abilit tecniche Da sviluppare dopo i 10 anni
Capacit tattiche Da sviluppare dopo i 10-11 anni (Lettura Situazioni)
Capacit condizionali Da sviluppare dopo i 14-15 anni
Qualit psicologiche La testa, Volont, Spirito di Sacrificio, Continuit,
Personalit
=
















PORTIERE DI CALCIO
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diversa situazione di gioco
che si crea durante ogni
partita
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7
Le capacit coordinat ive speciali.
Le capacita coordinative per un atleta che pratica uno sport situazione come il calcio,
sono equiparabili alle fondamenta di un palazzo, senza le quali non pu essere
costruito.
Analizziamo ora le capacit coordinative speciali necessarie al portiere, dando per
scontate lassimilazione delle capacit senso percettive, degli schemi posturali e di
quelli motori di base che fanno parte di obiettivi elementari del movimento.
Le capacit coordinative si possono identificare come le capacit di anticipare,
organizzare, controllare e regolare il movimento per perseguire un obiettivo motorio
determinato.
Le capacit coordinative insieme a quelle senso-percettive e condizionali, sono alla
base degli apprendimenti e delle esecuzioni motorie
e sportive.
Linsieme delle capacit motorie permette di
realizzare gesti ed azioni sportive efficaci, su cui si
devono edificare le basi delle abilit di intervento del
portiere.
Pi sono sviluppate le capacit coordinative, maggiori
e pi varie sono le abilit motorie che possono
essere apprese.
Il calcio e in particolare il ruolo del portiere, ricco di situazioni imprevedibili e
necessita di una buona base coordinativa, per risolvere le variabili di gioco con
soluzioni creative e personali, in modo efficace.
Si dice che un compito motorio viene assolto quando vengono decodificati stimoli
esterni che richiedono una risposta motoria appropriata.
Detta risposta motoria viene organizzata relativamente allobiettivo previsto e
elaborata cos da soddisfare le seguenti condizioni:
reagire rapidamente agli stimoli situazionali;
orientamento del corpo in rapporto a tutti i riferimenti spaziali sia statici che
dinamici;
anticipare lobiettivo finale e le fasi intermedie che ne compongono lesecuzione;
confronto del risultato dellanticipazione con la memoria motoria allo scopo di
attivare attivit gi conosciute;
trasmissione degli impulsi agli organi motori differenziando il livello di forza in
relazione alle varie fasi dellattivit richiesta;
organizzare ritmicamente la risposta motoria;
regolazione lequilibrio sia statico che dinamico;
combinazione dei vari segmenti corporei implicati nel movimento con tempistica
simultanea o alternata;



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Ogni punto sopra elencato corrisponde unabilit coordinativa specifica che permette di
regolare il processo motorio richiesto.
Il grafico sotto riportato sintetizza la coordinazione del movimento




Secondo Hotz, oltre alle classiche capacit coordinative, pi avanti elencate, esiste
una capacit superiore che quella di apprendimento.
Egli sostiene che se manca una base di confronto con processi di apprendimento
precedente non possibile effettuare un controllo, n un adattamento e nemmeno
una trasformazione dellelemento richiesto.
Perci la capacit di apprendimento motorio andrebbe definita la pi importante delle
capacit coordinative.
Le capacit coordinative speciali per il ruolo del portiere sono:
CAPACITA DI ORIENTAMENTO SPAZIO-TEMPORALE
E la capacit di determinare e variare la posizione ed i movimenti differenti del corpo
nello spazio e nel tempo in relazione a punti di riferimento.
Per il portiere pu anche essere definita come la valutazione e lorientamento di se
stessi in rapporto alla palla, porta, avversari, compagni.
Lo sviluppo di questa capacit molto importante e permette di trovare sempre la
giusta posizione a difesa della porta o dello spazio e di fornire efficaci risposte tecniche
su cross e palle filtranti.
CAPACITA DI COMBINAZIONE
E la capacit di coordinare tra loro i movimenti di pi segmenti corporei, con
successioni o fasi singole al fine di realizzare un gesto finalizzato.
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Per il portiere estremamente importante accoppiare i movimenti al fine di fornire una
risposta tecnica precisa in ogni situazione.
(es. uscita alta, corsa in un senso e torsione del busto in un altro per afferrare o
respingere la palla).
CAPACITA DI DIFFERENZIAZIONE
E la capacit di esprimere in forma precisa ed economica unattivit gestuale, tra le
singole fasi di uno o pi movimenti delle varie parti del corpo.
Il senso del movimento permette di ricevere e percepire le informazioni visive, tattili,
acustiche e cinestetiche necessarie alla corretta esecuzione del gesto motorio.
Il portiere deve prendere coscienza delle sensazioni propriocettive e delle loro
differenze per migliorare la consapevolezza del proprio corpo indispensabile nel corso
dellattivit sportiva.
Nel portiere si esprime quando questi si muove con fluidit e in modo armonico e poco
dispendioso manifestando buona padronanza dei gesti tecnici che sono precisi ed
economici.
CAPACITA DI REAZIONE MOTORIA
E la capacit di eseguire rapide azioni motorie in risposta ad uno stimolo.
La variabilit e limprevedibilit degli elementi dinamici che caratterizzano le situazioni
di gioco, richiedono al portiere di risolvere con prontezza di riflessi i problemi motori
posti dalla partita.
Gli stimoli a cui il portiere deve reagire sono soprattutto visivi (movimenti della palla,
dei compagni, degli avversari), ma anche acustici (fischi dellarbitro, comunicazioni
verbali), cinestetici e tattili (contatto fisico con lavversario, palla o terreno di
gioco), vestibolari (adattamento dellequilibrio).
Le risposte che il portiere deve fornire devono essere rapide e tempestive.
CAPACITA DI EQUILIBRIO STATICO-DINAMICO
Riuscire sia in forma statica che dinamica a mantenere o a ristabilire una posizione di
equilibrio sempre ideale.
Lequilibrio ha diversi aspetti da quello statico per i cambi di senso o di direzione a
quello dinamico compiendo gesti tecnici con il pallone a quello di volo nelle parate in
tuffo o acrobatiche.
Una buona acquisizione degli schemi motori di base (Camminare, correre, saltare ecc.)
aiuta maggiormente il giovane portiere ad acquisire e consolidare la coordinazione
motoria di cui lequilibrio un aspetto essenziale.
CAPACITA DI RITMIZZAZIONE
E la capacit di esprimere un ritmo nelle azioni motorie cio di contrarre e decontrarre
i diversi gruppi muscolari, rispettando gli stimoli sensoriali.
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Far sentire il ritmo esecutivo di un gesto motorio prodotto dalla sequenzialit degli
appoggi in una azione di parata alla figura con spostamento, o di una uscita alta
oppure ancora per eseguire dei rilanci con i piedi.
La ritmizzazione del movimento facilita il processo di automatizzazione degli stessi.
CAPACIT DI ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE
E la capacit di trasformare o sostituire lazione motoria programmata nel corso del
suo svolgimento in base al variare della situazione.
La variazione di una situazione di gioco attesa o imprevista non deve cogliere di
sorpresa il portiere.
Se lazione motoria non deve cambiare radicalmente ma richiede solamente la
modifica dei parametri del movimento quali lo spazio, il tempo, la velocit, il ritmo e
lampiezza, si parla di capacit di adattamento.
Si parla invece di capacit di
trasformazione del movimento quando si
rende necessario sostituire lazione
motoria in corso con unaltra, come ad
esempio in un duello 1vs 1 lattaccante
cerca di dribblare il portiere con finte
provocando da questultimo una reazione
fatta di mosse e contromosse, oppure
lavversario finti un calcio di potenza e
poi esegua un tiro di precisione.
Lesecuzione dei gesti tecnici deve
adattarsi e trasformarsi non solo in
relazione ai comportamenti degli
avversari ma anche in funzione delle interferenze di tipo ambientale, quali le
caratteristiche del terreno e gioco e le condizioni climatiche.
La capacit di trasformazione dei movimenti dipende dalla precisione e dalla velocit
con la quale il giocatore recepisce le variazioni della situazione, nonch dallinsieme
delle esperienze acquisite.
Quanto pi e vasto il patrimonio di esperienze motorie, tanto maggiori sono le
possibilit di anticipare, adattare e
trasformare i movimenti con la possibilit di
individuare le scelte pi opportune.
Nel ruolo del portiere questa capacit deve
essere molto affinata e buona parte delle
esercitazioni in situazioni di gioco devono
avere componenti che la riguardano.
Nelle esercitazioni si introducono delle
variazioni semplici e prevedibili e
successivamemente sempre pi complesse,
con fattori di disturbo che richiedono
adattamenti a variabili di tempo e di spazio e
la trasformazione delle situazioni.
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CAPACITA DI ANTICIPAZIONE MOTORIA
Questa capacit permette di prevedere linizio, lo svolgimento e la conclusione di una
azione motoria organizzando in anticipo i movimenti richiesti ed efficaci.
Nel ruolo del portiere una capacit estremamente importante, e la base multilaterale
permette al giovane portiere di comprendere i movimenti.
Aver praticato ruoli diversi da quello del portiere permette al giovane N1 di
comprendere quali siano i movimenti degli avversari, e quindi di prevederne lesito.
Segnali fondamentali possono essere tratti dal modo in cui un giocatore si prepara a
calciare in porta o ad effettuare un cross, oppure osservando gli spostamenti degli
avversari ecc.
Questa capacit poco sviluppata nei portieri pi giovani in quanto mancano di
vissuto mentre in quelli pi anziani una delle doti pi presenti ed solitamente
definita esperienza.
FANTASIA MOTORIA
E la capacit di utilizzare le proprie risorse tecniche, cognitive, espressive in modo
personale, originale e creativo per risolvere
problemi motori, tecnici e tattici e che consente
di utilizzare le potenzialit individuali, gli spazi
e gli oggetti al di fuori degli schemi rigidi
imitativi.
E la risultante di tutte le capacit coordinative
possedute dal portiere, che si esprimono grazie
ad unattivit intellettiva divergente.
Di fronte a situazioni motorie problematiche, il
portiere che possiede fantasia motoria, trover
la situazione pi idonea elaborando strategie
individuali che derivano dalle capacit di
attivare molteplici funzioni cognitive.
La fantasia motoria una dote difficile da
sviluppare e che abbonda nei cosiddetti
portieri nati, pu essere favorita da esperienze multisportive che richiedono attivit
ricche di stimoli sempre diversi e che sollecitano tutte le capacit coordinative.
Per incentivare questa capacit importante che lallenatore utilizzi durante le sedute
metodi induttivi fra cui quello della ricerca, al fine di abituare i giovani portieri a
trovare soluzioni diverse allo stesso problema.
I metodi imitativi e addestrativi non facilitano lo sviluppo di un pensiero diverso e di
nuovi comportamenti motori creativi che possono portare alla scoperta di nuove
soluzioni ai problemi.


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Met odi e mezzi generali per lo sviluppo e il migliorament o delle
capacit coordinat ive.
Come precedentemente accennato, lapprendimento delle capacit coordinative deve
utilizzare metodologie e mezzi sempre diversi.
Allinizio, particolarmente nelle categorie piccoli amici e pulcini, i mezzi saranno di
carattere generale e successivamente sempre pi rivolti alla pratica del ruolo del
portiere di calcio.
Lo sviluppo delle capacit coordinative avviene in modo simultaneo e dipendente tra
loro ed possibile raggiungere ottimi livelli di apprendimento variando sempre gli
stimoli (spaziali, temporali, disturbi ecc.).
Le varianti possibili da apportare alle diverse esercitazioni possono essere:
variazione dellesecuzione del movimento (Partenze inusuali o aggiunta di
variazioni per lesercizio base);
variazioni delle condizioni esterne: esercizi con mutamento delle dimensioni
dellattrezzo usato (Palla pi grande, pi piccola, di forma diversa ecc.) o eseguiti in
condizioni ambientali inusuali (allenamento su Porta pi grande o pi piccola di
quelle solitamente utilizzate);
combinazione di abilit motorie gi automatizzate che vengono aggiunte
allesercizio base;
variazioni delle informazioni: esercizi dove si introducono e si richiedono aumenti
delle difficolt esecutive attraverso disturbi attivi o passivi o variazione dei
segnali di partenza (sonoro e non visivo, tattile ecc.);
controllo del tempo con variazione della velocit e del ritmo esecutivo (esercizi fatti
eseguire in modo rapido);
Mezzi estremamente importanti e comunque proponibili nellallenamento sia a livello
giovanile che di prima squadra, ovviamente con obiettivi diversi, sono le esercitazioni
di psicocinetica e di pre-acrobatica/acrobatica.
La psicocinetica allena i portieri alla continua ricerca di attenzioni, contromisure e
soluzioni da adottare in ogni specifica situazione e in ogni suo imprevisto mutamento.
Allenare questa capacit permette di unire, dal punto di vista motorio, il senso del
ritmo, la capacit coordinativa di adattamento e trasformazione del movimento con
aspetti tecnico-tattici.
Variare la risposta motoria in base allo stimolo permette di avere un portiere rapido di
pensiero, con una tempo di latenza molto basso tra il momento percettivo e quello
esecutivo dellazione.

Le doti acrobatiche e pertanto gli esercizi per
migliorarle sono indispensabili per il portiere. Queste
doti permettono al portiere di:


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eseguire dei fondamentali di tecnica podalica in condizione di
equilibrio precario o di acrobazia;
saper cadere con o senza palla in mano;
saper tuffarsi;
sentirsi pi agili e sicuri;
prevenire gli infortuni dovuti a atterraggi scomposti.
Il fatto di non temere le cadute servir al portiere per risolvere le situazioni di
atterraggio in vari gesti tecnici; inoltre disponendo di doti acrobatiche il portiere non
avr il timore di infortunarsi ed essendo pi sicuro potr disporre in maniera totale di
se stesso in tutte le circostanze.
Le sue azioni e la sua tecnica/tattica saranno pi sicure e conseguentemente pi
efficaci; possedendo un buon controllo del corpo in volo saranno pi efficaci nei tuffi
sia da fermo che in movimento, nelle presa alte.
Esercit azioni per lo sviluppo delle capacit coordinat ive speciali.
Vediamo ora alcune esercitazioni per le capacit coordinative precedentemente
analizzate.
CAPACITA DI ORIENTAMENTO SPAZIO-TEMPORALE
Esercitazione per lorientamento spaziale e per sentire la porta (figura 1).
Il portiere viene bendato e posto al centro della porta.
Lallenatore si pone fuori dal limite dellarea con un pallone tra i piedi e chiama il
portiere, il quale in relazione a quando ha udito deve assumere la corretta posizione
per difendere la porta.
1
Fig. 1 Fig. 1
M
NICOLA
A questo punto sono possibili alcune
varianti:
se il portiere non ha assunto una
posizione corretta lallenatore chiama
ancora il portiere che in base al nuovo
comando deve correggere la
posizione;
oppure da un comando al portiere di
togliersi la benda, trovare
rapidamente la posizione corretta e
parare il tiro che gli verr effettuato.





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Esercizio simile al precedente sempre con il portiere bendato; pu essere eseguito

1
Fig. 2 Fig. 2
1 2 3 1 2 3
1
2
3
CENTRO
SX
DX
ponendo dei riferimenti fissi e numerati e
in base al numero chiamato il portiere
deve assumere la posizione e la postura
corretta, ritornare nel punto di partenza,
oppure variare la posizione in base al
successivo comando effettuato (figura
2).
Si vedano inoltre tutte le esercitazioni
proposte nel numero 3 del novembre
2003 di questa rivista per quanto
concerne le esercitazione per la
valutazione delle traiettorie.

CAPACITA COMBINAZIONE
Per sviluppare questa capacit possiamo ricorre a esercitazioni che prevedono
labbinamento di due o pi gesti contemporanei o comunque eseguiti in rapida
successione.
1) Esercitazioni di pre-acrobatica seguite dal gesto tecnico sia alla figura che in tuffo o
con i piedi; capovolta e parata, oppure giravolta e parata oppure rotolamento
laterale e parata.
2) Esercitazioni di spostamento sui vari assi seguiti dallintervento tecnico. Corsa
allindietro salto e parata, corsa laterale arresto e parata.
3) Due portieri uno di fronte allaltro si passano il pallone con le mani allaltezza del
viso; lallenatore posto in mezzo appoggia un secondo pallone a uno dei due, che
gli deve essere ritornato con i piedi senza interrompere la trasmissione del pallone
con le mani;
4) Il portiere si fa passare il pallone interno al corpo allaltezza della vita, lallenatore
gli appoggia un pallone allaltezza della testa che gli dovr essere ritornato senza
interrompere il movimento; pu essere eseguito anche con i piedi, sia rasoterra, sia
balzato, sia al volo.
5) Il portiere palleggia il pallone con una mano, con laltra rende la palla al compagno
che gliela lancia lateralmente.
6) Il portiere con due palloni in mano li lancia contemporaneamente in alto, esegue un
giro su se stesso di 180, riprende quello pi basso con le mani e laltro lo controlla
con i piedi.
7) Il portiere palleggia liberamente con i piedi un pallone, senza perdere il controllo
della palla deve con le mani ricevere e rinviare allallenatore un pallone lanciato
allaltezza del viso.
8) Il portiere para in presa il primo tiro in tuffo laterale rasoterra o mezza altezza e
mentre sta concludendo la parata lallenatore gli tira un secondo pallone che deve
essere respinto con i piedi.

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CAPACITA DI DIFFERENZIAZIONE
1) Salti verso obiettivi posti ad altezze (ostacoli e panche di diversa altezza) o
distanze diverse (Balzi tra cerchi posti verticalmente, orizzontalmente o in modo
irregolare a 1 0 2 gambe).
2) Lanci a distanze diverse o uguali, eseguiti sia con piedi che con mani con palle di
forme e peso diverso.
3) Respinte con i pugni su obiettivi posti a distanze diverse.
4) Lancio verso lalto o palleggio alternato di due palloni, anche di peso diverso, uno
per ogni mano.
5) Tuffi su obiettivi a distanza diversa; lallenatore calcia un pallone in la porta verso
1
Fig. 3 Fig. 3
M
1
2
3
uno dei segmenti numerati come segue:
1 centrale;
2 leggermente laterale;
3 pi laterale.
Il portiere a seconda di dove indirizzata
la palla deve parare dichiarando il
segmento dove indirizzato il pallone
(figura 3).


CAPACITA DI REAZIONE MOTORIA
STIMOLO VISIVO
1) Listruttore con la palla in mano o tra i piedi vicino al portiere, esegue finte e/o
lanci da posizioni diverse, il portiere deve interpretare correttamente, muovendosi
solamente al momento giusto.
2) Lallenatore posizionato a distanza di tiro ha vicino a se 3 palloni di colore diverso.
A seconda del colore del pallone calciato il portiere deve effettuare un gesto tecnico
preciso e preventivamente concordato:
Rossa = Parata con i piedi
Bianca = Presa
Bianca e nera = Respinta
3) Tiri con coni posti davanti alla porta con lobiettivo di deviare il tiro
4) Tiri con avversari davanti che disturbano la visuale e che possono deviare la
traiettoria del pallone.



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STIMOLO TATTILE
1) Lallenatore lancia la palla contro il corpo del portiere che ha gli occhi chiusi, o
bendati, oppure girato di spalle; quando si sente toccare dal pallone deve
effettuare la parata ricercando nel minor tempo possibile il pallone.
2) Lallenatore di spalle al portiere che ha davanti a se a 5 mt.
di distanza 3 palloni uno destra uno a sinistra e lultimo
centrale; lallenatore tocca sul corpo il portiere che se si sente
toccato sul lato sinistro esegue un uscita bassa sul pallone di
sinistra, nella parte centrale quello di mezzo e a destra quello
corrispondente; come variante possibile invertire i palloni
laterali, se toccato a sinistra para e destra e viceversa.
3) Esercizi propriocettive per le mani da effettuarsi con portiere
bendato.

STIMOLO SONORO
1) Il portiere fronte alla porta e di spalle allallenatore. Lallenatore calcia, il portiere
recepisce il rumore della palla calciata o che rimbalza e deve eseguire la parata.

2) Si divide la porta in 6 settori, 3 superiori e 3 inferiori numerati da 1 a 6; Il portiere
in posizione di partenza volge lo sguardo alla porta e spalle al campo; lallenatore
decide in quale segmento calciare il pallone e chiama il segmento al portiere che si
deve girare nel modo pi economico e veloce verso il segmento chiamato e parare
il pallone.

E inoltre possibile combinare 2 oppure 3 stimoli contemporaneamente:
1
Fig.4/a Fig.4/a
M
1
Fig.4/b Fig.4/b
M
Il portiere in postura di parata girato spalle allallenatore e fronte alla porta che deve
difendere: lallenatore tira un pallone, se questo colpisce il portiere, egli dovr
attaccare uno dei due palloni posti alle sue spalle a circa 5 metri e che lallenatore
cercher di calciare (figura 4/a).
Se invece il pallone non tocca il corpo del portiere, questi dovr difendere la porta
impedendo che questo vada in fondo sacco (figura 4/b).

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CAPACITA DI EQUILIBRIO
EQULIBRIO STATICO
1) Sbilanciamenti del corpo su una o due gambe del corpo in avanti, dietro, destra,
sinistra e successivo gesto tecnico (Presa alla figura su una sola gamba).
2) Riduzione delle superfici di appoggio, tallone, avampiede e contemporaneo gesto
tecnico.
3) Riduzione degli spazi di appoggio, assi, tavolette propriocettive e gesto tecnico
(Palla in mano, presa alla figura o tecnica con i piedi su tavoletta).
EQULIBRIO DINAMICO
1) Camminare o correre (Avanti, incrociate, laterali, ritroso) su una linea o riducendo
le superfici o gli spazi di appoggio del piede.
2) Camminare o correre su tavolette propriocettive.
3) Correre ed arrestarsi su uno o due piedi o variare rapidamente direzione.
4) Spostamenti con occhi chiusi o bendati.
EQUILIBRIO DI VOLO
1) Saltelli a 1 o 2 piedi (Avanti, incrociati, laterali, ritroso) su una linea.
2) Saltelli con variazione dellasse longitudinale di 90 o 180 con partenza da fermo.
3) Saltelli su spazi di appoggio ridotti (assi, travi, tavolette propriocettive ecc.).
4) Salti verso il basso o verso lalto con lausilio di un trampolino elastico con giro di
90, 180, 270, 360 o pi; in una successiva fase possibile chiedere al
portiere, durante la fase di volo, di toccare un pallone che gli viene lanciato
dallallenatore durante la fase di volo.
CAPACITA DI RITMIZZAZIONE
1) Lavoro con le funicelle, variando il movimento e il tempo.
2) Corse o saltelli fra ostacolini o cerchi posti a
distanze uguali (con gli stessi tempi di
appoggio esempio: dx-sx salto, dx-sx salto)
oppure a distanze diverse.
3) Balzelli monopodalici alternando a 2,3,4
tempi per ciascun piede.




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4) Esercizi di skip combinati, ad esempio:
alto, basso, alto;
basso, dietro, calciato;
un colpo, doppio appoggio, colpo con laltra gamba.
Esercitazioni bilaterali per la presa alla figura su tutte le traiettorie di palla eseguite
senza soluzione di continuit.
CAPACIT DI ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE
1) Parata dopo aver saltato di corsa un ostacolino.
2) Parare un tiro che verr sporcato da un compagno o da un oggetto posto sulla
traiettoria.
3) Movimento di uscita (alta, bassa, piede ecc.) e poi parata.
4) Dopo uno spostamento laterale eseguire una parata alla figura ed unaltra
immediatamente dopo a terra.
CAPACITA DI ANTICIPAZIONE MOTORIA
1) Due giocatori posizionati tra il disco del rigore e larea piccola allaltezza dei pali si
passano al volo il pallone, il portiere si posiziona in rapporto al movimento della
palla.
Quando uno dei due giocatori decide di tirare il portiere deve essere gi pronto per
intervenire.
2) Come sopra ma con passaggi e conclusione di testa.
3) Un pallone posto sul disco del rigore viene calciato dallallenatore che partendo
con una corsa dritta sceglie allultimo momento se utilizzare il piede destro o
quello sinistro.
Il portiere sa che se lallenatore calcia di destro la palla va alla sua destra e
viceversa, perci di leggendo i movimenti dovr anticipare spostandosi o
tuffandosi per parare sul lato corretto.
FANTASIA MOTORIA
1) Da sviluppare concedendo nella parte finale di ogni esercitazione su fondamentali
tecnici soluzioni scelte personalmente dal ragazzo anche fuori dai gesti
tecnicamente codificati.
E estremamente importante poi discuterne lefficacia.
2) Tiri in porta con lobbligo di non utilizzare le mani per parare. Questo costringe il
portiere a trovare sempre soluzioni diversificate per ogni tiro effettuato



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Le diverse fasi di sviluppo delle capacit coordinative sono riassunte dal grafico sotto
riportato.




BI BLI OGRAFI A
Lapprendimento qualitativo dei movimenti A. Hotz Ed. S.S.S. Roma
La formazione del giovane calciatore Ferrante/ Cristi Ed. Correre
Lo sviluppo delle capacit coordinative nel giovane portiere atti dellincontro di
aggiornamento Apport Piacenza 22 marzo 2004 F. Marzolini
Evoluzione didattica e metodologica applicata alla formazione del giovane portiere di calcio S.
Capuano Ed. Nuova Phormos
Articoli vari rivista Nuovo Calcio M. Biffi
Guide pratique dellentrainement du gardien de but Puxel/ Lawniczak Ed. Amphora
Guida tecnica generale dei centri di avviamento allo sport C.O.N.I . Ed. S.S.S. Roma
Guida tecnica per le scuole di calcio F.I .G.C.
Le foto dei portieri dellI nter sono prese dal sito www.inter.it


CLAUDI O RAPACI OLI
Allenatore di base
Staff Tecni co Bresci a Calci o
Preparatore Porti eri Pri mavera Bresci a Calci o
Pr epar ator e Por ti er i Alli evi Nazi onali Br esci a Calci o


Virt us Senigallia: Mist er Censi
Ant onio.
A curadi ROBERTO BONACINI
Dalla A2 alla massima serie: Mister Censi Antonio ci parla del suo
Senigallia.
Il gruppo, il collet t ivo.
Q Quali qualit deve avere un buon allenatore?
Un buon allenatore colui che riesce ad inculcare il proprio credo tecnico-tattico e mentale
alla squadra.
Dal punto di vista tattico una qualit importante il saper leggere le partite.
Cosa pi importante per un allenatore: la competenza tecnica-tattica o una
buona capacit di comprensione e di intervento psicologico?
Lallenatore deve capire in fretta le problematiche del gruppo e della singolo calciatore per
poi essere in grado di risolvere il problema; tutte le altre cose vengono successivamente.
Che tipo di rapporto cerca di instaurare con la squadra?
Un rapporto che ha come base il rispetto delle parti.
Un buon gruppo, un buon collettivo cosa deve avere?
Un buon gruppo deve cercare di avere una medesima unit di intenti.
La preparazione precampionat o.
Preparazione precampionato. Durata e obiettivi da raggiungere?
Una preparazione deve sempre essere impostata considerando il calendario di gare che si
andr ad affrontare.
Per questo campionato (2004-2005), considerando che ci sono state tre partite di
campionato da Ottobre a Novembre e ci sono tre partite a Dicembre, abbiamo fatto una
preparazione atipica.
a ar rt t i ic co ol lo o
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1
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0

N . 1 5 DI CE M BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

C CC C A AA A L LL L C CC C I II I O OO O F FF F E EE E M MM M M MM M I II I N NN N I II I L LL L E EE E
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2 2
La preparazione iniziata il primo Settembre con cinque allenamenti a settimana per tre
settimane e quattro allenamenti per le seguenti due settimane alla ricerca di una forma e
di una condizione a breve-medio termine (per queste prime sei gare).
A dicembre verr riproposta una preparazione pi corposa che servir per il resto del
campionato.
La st agione agonist ica: gli allenament i.
Allenamento. Stagione agonistica, quanti allenamenti alla settimana?
Quattro allenamenti dal Luned al Gioved .
Allenamento. Mi descriva un attimo la settimana tipo di lavoro dal punto di vista
della preparazione fisica?
Il luned personalizziamo il lavoro atletico a seconda delle esigenze delle calciatrici per
prepararle in maniera ottimale al lavoro che andremo a svolgere in settimana.
Il marted curiamo la forza e la potenza.
Il mercoled generalmente giochiamo un amichevole con squadre maschili (dalla categoria
allievi in poi).
Il gioved svolgiamo lavoro sulla velocit-reattivit e ci dedichiamo alla parte tattica.
Allenamento. Durante uno degli allenamenti settimanali viene spesso inserita la
partita amichevole? Quali sono secondo lei le squadre da ricercare per trarre
benefici da queste gare (giovanili, dilettanti, amatori)?
Come gi accennato nella risposta precedente le squadre che ricerchiamo sono
principalmente quelle del settore giovanile categoria Allievi.
Allenamento. Come organizza e gestisce la preparazione tecnico-tattica della
squadra?
In accordo con il preparatore atletico vengono programmati i tempi per dividere e
organizzare il lavoro di competenza; ad esempio nei primi giorni di preparazione del
tempo viene dedicato al lavoro atletico ed il restante al lavoro tecnico-tattico.
Questa organizzazione viene poi modificata man mano che passano i giorni dove si arriva
ad 1/3 di lavoro atletico e 2/3 di lavoro tecnico-tattico.
La t at t ica generale.
Tattica. Avendo le giuste giocatrici con quale modulo preferisce farle giocare?
Con il 4-4-2 (figura 1 pagina successiva).
Tattica. Quali secondo lei i vantaggi e gli eventuali svantaggi di questo modulo?
Il vantaggio senzaltro quello di proporre un modulo tra i pi equilibrati.
Lo svantaggio emerge invece se la squadra non gioca corta e non sincronizza bene i
movimenti; in tal caso si perdono tutti i vantaggi che tale moduli pu offrire.


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3 3
2
Fig. 1 Fig. 1
9
3
4
5 6
7
8
10
11
1

Tattica. La scelta del modulo per lei deve
essere una scelta dettata dalle
caratteristiche dei giocatori a disposizione
oppure lei innamorato di un tipo di
gioco al quale adatta le giocatrici di cui
dispone?
Il modulo sempre valutato e scelto in base alle
caratteristiche generali delle giocatrici a
disposizione.
Tattica. Nellorganizzare il gioco a zona
preferisce partire dallanalitico (esempio
1>1, 2>1, 2>2 ecc.) por poi gradatamente
arrivare allorganizzazione di tutta la
squadra o viceversa partire con il
movimento di tutta la squadra e
conseguentemente analizzare i problemi di
tecnica e tattica individuale e tattica
collettiva di reparto?
Parto dallanalitico organizzando e allenando i
reparti per poi arrivare allorganizzazione di tutta la squadra.
La fase difensiva.
Fase difensiva. Come cerca di organizzare la squadra in fase difensiva?
La linea difensiva organizzata a quattro giocatori con tutti i movimenti a scalare in
verticale e orizzontale dettati dal gioco a zona (figura 2 e 3).
2
Fig. 2 Fig. 2
3
5
6
1

2
Fig. 3 Fig. 3
9
3
4
5
6
7
8
10
11
1

Fase difensiva.
Attraverso
quali
movimenti i
centrocampisti
si devono
integrare con
il reparto
arretrato a
formare il
blocco
difensivo?
I centrocampisti
esterni devono
scendere a
turno sulla linea
difensiva per
occupare lo
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4 4
spazio scoperto (figura 4).
Importante quindi sempre la sincronia e la coesione dei movimenti con un efficace
lettura del lato forte e lato debole (figura 5 e 6).
2
Fig. 4 Fig. 4
3
5
6
7
1

2
Fig. 5 Fig. 5
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3
4
5
6
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8
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11
1
LATO FORTE
LATO
DEBOLE
LATO
DEBOLE

2
Fig. 6 Fig. 6
9
3
4
5
6
7 8
10
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1
LATO FORTE
LATO
DEBOLE

2
Fig. 7 Fig. 7
3
5
6
1
N. 2 LINEE DI COPERTURA

Fase difensiva. Quali le sue idee sulle linee di copertura da adottare?
I difensori si devono coprire a vicenda creando due linee (figura 7).
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5 5
Fase difensiva. Come vi comportate quando riconoscete la palla aperta da quella
chiusa?
Con la palla aperta (scoperta) la squadra ha un atteggiamento attendistico e di copertura;
quando la palla viene chiusa vi la salita della squadra con applicazione di pressione e
pressing (figura 8 e 9).
2
Fig. 8 Fig. 8
9
3
4
5
6
7
8
10
11
1
PALLA SCOPERTA / APERTA
COPERTURA
COPERTURA

2
Fig. 9 Fig. 9
9
3
4
5
6
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1
PALLA COPERTA / CHIUSA

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Fig.10 Fig.10
9
3
4
5
6
7
8
10
11
1
1

Fase difensiva. Cosa ne pensa della tattica
del fuorigioco e dellelastico difensivo?
Penso che nel gioco moderno fatto di velocit e
verticalizzazioni (e profondit) di gioco, fuorigioco
ed elastico difensivo, se ben allenati e applicati,
siano fondamentali.
Fase difensiva. Nella sua organizzazione di
squadra in che modo le punte devono
partecipare alla fase difensiva?
Alla fase difensiva partecipa tutta la squadra;
anche le punte pertanto devono rientrare a turno
ad aiutare i compagni; un attaccante rimane
comunque alto come riferimento principale per
una ripartenza veloce (figura 10).
Fase difensiva. Quali le sue idee riguardo al
pressing e ai raddoppi di marcatura?
Come gi detto parlando di fuorigioco ed elastico
difensivo ritengo che anche pressing e raddoppi
di marcatura siano fondamentali per attuare in

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6 6
modo efficace il 4-4-2 e per organizzare un buon gioco collettivo.
La fase offensiva.
Fase offensiva. Come cerca di organizzare la squadra in fase offensiva?
Attraverso una organizzazione di gioco, fase di costruzione e rifinitura, che permetta di
mettere nelle migliori condizioni, in fase di conclusione, le calciatrici dotate di fiuto del
gol.
Fase offensiva. Possesso palla e movimento senza palla. Quali le sue idee?
Possesso palla e movimento senza palla sono estremamente interdipendenti.
Il movimento senza palla fondamentale per un ottimo possesso palla.
Fase offensiva. In fase di costruzione del gioco quali le tematiche principali che
preferisce (costruzione immediata, costruzione manovrata o costruzione mista)?
Non c un tema prefissato e a seconda della situazione tattica che ci troviamo di fronte
costruiamo il gioco con la tematica appropriata.
2
Fig.11 Fig.11
9
3
4
5
6
7
8
10
11
1
1
E
D
C B
A
F
E
E

Fase offensiva. Fase di rifinitura e
conclusione. Schemi precisi, estro dei
singoli. Cosa pi importante?
A parte qualche regola e principio
fondamentale, molta importanza riservo
allestro delle singole calciatrici.
Fase offensiva. Meglio verticalizzare il
gioco, allargare sulle fasce o un buon mix
di entrambi?
Dipende chiaramente dal contesto tattico e di
gara.
Quando c la condizione preferisco comunque
cercare la profondit e la verticalizzazione del
gioco (figura 11).
Fase offensiva. Mi pu descrivere 2 o 3
schemi che vorrebbe veder applicati sul
campo riguardanti la fase offensiva?
Schema n. 1; obiettivo mandare alla
conclusione o la punta 9 o il centrocampista
8 in inserimento (figura 12 pagina
succesiva).

Schema n. 2; obiettivo mandare alla conclusione il 9 o al cross in fascia il 7 (figura 13
pagina successiva).



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7 7
2
Fig.12 Fig.12
9
3
4
5
6
7
8
10
11
1
1
C1
B
A
C2

2
Fig.13 Fig.13
9
3
4
5
6
7
8
10
11
1
1
B
A
C2
C1


Le palle inat t ive.
Palle inattive. Quale importanza preparativa durante gli allenamenti?
Notevole importanza; gli dedichiamo il tempo necessario compatibilmente con gli
allenamenti che facciamo che non sono pochi.


I t est per la valut azione della
resist enza del calciat ore.
A curadi CARLO DEL FIORENTINO
Limportanza dei test: il test di Lger e il Test di Coverciano.

I t est at let ici.


I In questo articolo parleremo dei test atletici e di come essi siano utili per la
pianificazione dell allenamento e la valutazione dello stato di forma di un soggetto.
Ma partiamo da una corretta definizione di cosa un test di valutazione delle capacit
motorie e di come proporlo e considerarlo allinterno della pianificazione del lavoro di
una stagione agonistica.
Un test pu essere definito come un indicatore che non subisce linfluenza di altre
capacit motorie.
Esso non pu dirci tutto su quella capacit, ma ci fornisce un dato oggettivo su cui
possibile costruire-programmare lallenamento.
Il test uno strumento standardizzato di analisi e controllo, il cui risultato ci informa,
in modo rapido e preciso, sul livello raggiunto, nellespressione delle capacit motorie,
da un soggetto.
Affinch un test sia affidabile deve possedere come presupposti:
q la validit;
q lattendibilit;
q lobiettivit.
La validit riguarda lesatta individuazione di ci che si vuole misurare ed il grado di
precisione delle misurazioni.

Deve essere molto specifico; pi il test ampio, maggiori sono le probabilit di errore.
a ar rt t i ic co ol lo o
1
1
1
1

N . 1 5 DI CE M BRE 2 0 0 4
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: BONACINI ROBERTO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273

S SS S C CC C I II I E EE E N NN N Z ZZ Z A AA A & && & C CC C A AA A L LL L C CC C I II I O OO O
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2 2
Lattendibilit la possibilit di ottenere il medesimo risultato con lo stesso soggetto
nelle stesse condizioni.
Si devono quindi considerare sempre le condizioni di riproducibilit di un test come ad
esempio le condizioni atmosferiche, il luogo in cui si propone ecc e si deve cercare di
rilevare i dati del test in modo oggettivo, e sempre con il medesimo protocollo di
esecuzione.
Lobiettivit dipendente dal modo in cui loperatore addetto alla rilevazione influisce
sul risultato del test stesso.
Altra caratteristica importante che deve avere un test atletico quella della veloce
applicazione, in modo da poter essere proposto in modo semplice, rapido, consapevole
e senza appesantire troppo il lavoro di normale routine della squadra.
Vorrei adesso essere chiaro su un punto: non esistono test perfetti; il grado di
attendibilit infatti variabile in base a vari coefficienti, che spesso, tra gli addetti ai
lavori, fanno nascere feroci discussioni sulla validit o meno di un certo test.
Noi crediamo che sia importante proporre alla squadra un test almeno 2-3 volte
durante la stagione agonistica, valutando la variazione dei dati che abbiamo ottenuto.
In questo modo potremo confrontare i dati ed avere unidea precisa della capacit
fisica che vogliamo indagare (confronto dei dati).
Per fare un esempio, se ci pesiamo con una bilancia che ha un margine di errore di 2
kg in eccesso, ma lo facciamo sempre con quella e molte volte, dalla lettura dei dati
rilevati potremo osservare le eventuali variazioni del peso.
Se un test ben eseguito, cercando di ricreare le stesse condizioni di riproducibilit e
sempre con il medesimo protocollo, pu essere un valido aiuto per il lavoro del
preparatore atletico e dellallenatore.
Abbiamo preferito evitare la solita lista, dove vengono elencati molti dei test atletici
pi in voga, per sviluppare in questo articolo gli aspetti legati alla programmazione e
alla valutazione della forma fisica, aspetti che pi ci interessa approfondire.
Vediamo adesso due test atletici e in particolare di come li utilizzeremo nelle sedute di
allenamento sul campo.
Analizzeremo un test per la resistenza aerobica, il Test di Lger, ed uno per la
resistenza specifica, il test di Coverciano.
Il t est di Lger.
Il test di Lger ci permette di misurare in modo indiretto il massimo consumo di
ossigeno (VOmax); un test massimale e progressivo, molto conosciuto e
largamente usato utilizzando strumenti specifici o audiocassette che si trovano
facilmente in commercio.
Questo test si esegue percorrendo una distanza di 20 metri in modo progressivamente
crescente, fino a quando latleta non pi in grado di seguire la velocit imposta
dallesercizio.
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La velocit di corsa durante il test viene indicata da un segnale acustico (segnale che
deve corrispondere al cambio di direzione effettuato dallatleta).
La velocit di partenza di 8,5 km/h e viene incrementata di 0,5 km/h al minuto.
Dopo aver effettuato il test, procediamo nella raccolta dei dati e successivamente alla
loro lettura.
Nella tabella sottostante ne mostriamo un esempio.
I datti ottenuti si riferiscono al periodo di preparazione precampionato di una squadra
del CND; nella pagina seguente ne riportiamo la rappresentazione grafica.






























A questo punto possiamo costituire gruppi di lavoro omogenei creando 2, 3 o anche 4
batterie di giocatori.
In questo caso si optato per 3 gruppi, suddivisi nel seguente modo:
q gruppo 1: 13 - 13,5 km/h, numero 5 giocatori;
q gruppo 2: 14 km/h, numero 6 giocatori;
q gruppo 3: 14,5 - 15 km/h, numero 5 giocatori.

TEST LEGER (valori vel.in Km/h, VO2 max in
ml.min.-1.kg.-1)

27/07/ VO max
Alb 14 56,6
Ben 15 62,6
Cus 15 62,6
Dell' Am 13,5 53,6
Di Ba 13,5 53,6
Fall 14 56,6
Fior 14,5 59,6
Giu 14 56,6
Gom 13,5 53,6
Graz 14 56,6
Laz 13,5 53,6
Mos 14 56,6
Pel 13 50,6
Pie 14,5 59,6
Sal 14,5 59,6
Tos 14 56,6

Media: 56,6
Dev. Standard: 3,370831

Gian non es.
Par non es.
Bal non es.
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4 4
12
12,5
13
13,5
14
14,5
15
15,5
A
l
b
B
e
n
C
u
s
D
e
l
l
'

A
m
D
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B
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F
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L
a
z
M
o
s
P
e
l
P
i
e
r
S
a
l
T
o
s


Per quanto riguarda il carico di lavoro da proporre, noi di solito, durante la
preparazione precampionato, seguendo il principio della gradualit del carico,
arriviamo ad eseguire:
2x5x400 metri a navetta su 100 metri con recupero di 1 tra le prove e con recupero
di 2-3 tra le serie.
Iniziamo ad esempio con un 2x3x400 metri, per poi arrivare ad eseguire un 2x5x400
metri.; a questo punto aumentiamo lintensit.
Ma come utilizzare praticamente il valore riscontrato nel test per il lavoro sul campo?
Se dobbiamo compiere 400 metri. su un percorso di 100 metri a navetta, per
conoscere i tempi di passaggio utilizziamo la seguente tabella:
velocit
(km/h)

100mt. 200mt. 300mt. 400mt.
13,50 27 53 120 147
14,00 26 51 117 143
14,50 25 50 114 139
15,00 24 48 112 136
15,50 23 46 110 133
16,00 23 45 107 130
16,50 22 44 105 127
(da Universo Atletica, modificata)
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I giocatori che appartengono ad uno stesso gruppo si posizionano in linea alla
partenza e noi con il cronometro, controlleremo i tempi di passaggio e forniremo
indicazioni sullandatura di percorrenza della prova.
Questo lavoro pu essere eseguito anche durante il campionato naturalmente
variando la quantit e lintensit del carico in base alle esigenze e alle caratteristiche
della squadra.
Consigliamo di ripetere il test di Lger dopo 4-6 settimane.
Il t est di Coverciano.
Veniamo adesso al test di Coverciano, test utilizzato per la valutazione della resistenza
specifica.
Questo test atletico la cartina tornasole della forma fisica di un calciatore.
Esso permette di valutare quanto il nostro atleta sia in grado di mantenere alte
intensit di prestazione.
Concepito e messo a punto dallequipe del Prof. Marella a Coverciano, consiste
nellesecuzione di n. 11 scatti di 20 metri; il recupero tra le prove di 15.
Ecco un esempio:
2,7
2,8
2,9
3
3,1
3,2
3,3
n prove
t
e
m
p
i
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
p
u
l
s
T22/12/ P22/12/
T22/12/
3,13 2,94 3,16 3,02 3,07 3,1 2,98 3,06 3,25 3,04 3,11
P22/12/ 149 165 170 174 177 177 179 180 180 182 183
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

I dati del grafico si riferiscono ad un giocatore che ha eseguito il test con
cardiofrequenzimetro; questo strumento ci permette di valutare il carico interno
dellesercitazione.
Le frequenze cardiache sono state rilevate dopo circa 10 dallesecuzione delle prove.
Come possiamo notare non essendo facile, in un test, mantenere sempre un impegno
costante durante lesecuzione, questo deve essere ripetuto alcune volte in modo che i
giocatori siano in grado di eseguirlo correttamente.
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Dai dati ottenuti possiamo ricavare innanzitutto la velocit di base di un atleta in
situazione di gioco (con un tipo di impegno molto vicino a quello espresso in gara), e
successivamente formare dei gruppi di lavoro, creando delle fasce di livello a seconda
della velocit.
Questo test molto utile per considerare il grado di forma se, come precedentemente
accennato, viene ripetuto pi volte.
Vediamo un esempio:

Valutando la variazione dei dati si pu osservare in questo caso, dopo circa un mese
dallesecuzione del primo test, un buon miglioramento della condizione fisica
dellatleta.
In questo protocollo di esecuzione non stato previsto un rilevamento delle frequenze
cardiache dopo 1 e 4 dalla fine di esecuzione del test; ne raccomandiamo la
misurazione per avere un ulteriore importante dato che riguarda lo stato di forma del
soggetto.
Concludendo, merita ricordare che i test atletici sono fondamentali nel lavoro
quotidiano di preparazione fisica di ogni sport; ancora di pi se mediati sempre dal
buon senso e dallesperienza di chi li propone.

CARLO DEL FI ORENTI NO
Pr epar ator e Atleti co Pr ofessi oni sta
Nelle scor se stagi oni pr epar ator e atleti co per i l Settor e Gi ovani le del
Li vorno e per le Pri me Squadre di Massese e Vi areggi o

2,9
3
3,1
3,2
3,3
3,4
3,5
n prove
t
e
m
p
i
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
p
u
l
s
T24/11/ T22/12/ P24/11/ P22/12/
T24/11/ 3,21 3,34 3,35 3,25 3,31 3,25 3,33 3,43 3,31 3,47 3,45
T22/12/ 3,1 3,11 3,11 3,11 3,12 3,17 3,15 3,1 3,25 3,13 3,15
P24/11/
140 147 150 150 154 161 164 173 177 185 188
P22/12/ 140 156 165 171 176 174 178 181 185 186 188
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

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