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Istituto Tecnico Commerciale Lorgna Pindemonte Vasilca Alina Classe 5^E

Per non dimenticare

a.s. 2012/2013

Per non dimenticare


Irena Sendler Langelo di Varsavia

Storia: La storia del lager di Treblinka

Inglese: School in Poland during the Second World War

Diritto: Diritti inviolabili delluomo

Italiano: Saba Il teatro degli artigianelli

Indice

Premessa Il percorso che ho intenzione di intraprendere con questo lavoro prende spunto da un link trovato per caso su Facebook. Il link conteneva alcune notizie sulla vita di Irena Sendler. Prima di allora non avevo mai sentito nominare questo nome e ho cominciato a fare qualche ricerca per capire di pi su chi fosse e cosa avesse fatto. Sono rimasta colpita dal suo coraggio; ho subito pensato che non fosse giusto che una persona cos buona e coraggiosa rimanesse sconosciuta e ho deciso di concentrare gli argomenti della mia tesina sulla sua figura e gli avvenimenti avvenuti in quel periodo. In storia ho deciso di portare la descrizione del lager di Treblinka, il lager dove venivano deportati gli abitanti del ghetto di Varsavia. In diritto parler dei diritti inviolabili delluomo, che purtroppo sono stati violati durante i regimi tota litari. In italiano commenter la poesia Il teatro degli artigianelli di Umberto Saba, poesia scritta dopa la liberazione di Firenze. Per quanto riguarda inglese, ho deciso di parlare della scuola in Polonia durante la seconda guerra mondiale. Nonostante listruzione fosse vietata e punita con la morte, alcuni professori hanno avuto il coraggio di continuare a insegnare di nascosto. Ho scelto questo percorso per non lasciar dimenticare. Per non dimenticare quello che successo e per non scordare che tra tutte quelle persone cattive ci sono state alcune che hanno rischiato la loro vita per gli altri. Non possiamo fare finta di niente. Non possiamo evitare di parlare di questo argomento perch triste. Se triste per noi adesso, per quelli che hanno vissuto in prima persona come sar stato?

Irena Sendler

La famiglia e la formazione. Nata a Varsavia il 15 febbraio 1910, proveniva da una famiglia polacca della periferia operaia di Varsavia. Trascorse la sua infanzia a Otwock; fin da piccola frequentava coetanei di origine ebrea, e a 5 anni era in grado di parlare yddish. Dopo la morte del padre, nel febbraio del 1917, si trasfer con la madre a Varsavia. Il padre, Stanisaw Krzyanowski, era medico, e fra i suoi pazienti vi erano parecchi ebrei poveri di cui si prendeva cura gratuitamente. Egli mor di tifo, avendo contratto la malattia mentre assisteva malati che altri suoi colleghi si erano rifiutati di curare. Molti di questi ammalati erano ebrei: dopo la sua morte, i responsabili della comunit ebraica di Varsavia offrirono un sussidio alla famiglia come segno di riconoscenza, pagando cos gli studi di Irena. Pur essendo di confessione cattolica, la ragazza speriment fin dall'adolescenza una profonda vicinanza ed empatia con il mondo ebraico. Da ragazza, Irena entr nel movimento scout e durante gli anni universitari contrast la discriminazione degli studenti ebrei: la sua opposizione alla ghettizzazione degli studenti ebrei le cost la sospensione dall'Universit di Varsavia per tre anni. Fece parte dellAssociazione della Giovent Polacca Democratica e del Partito Socialista Polacco. Terminati gli studi, cominci a lavorare come assistente sociale nelle citt di Otwock e Tarczyn. Il suo impegno durante la Seconda Guerra Mondiale. Tornata a Varsavia, gi da quando i nazisti occuparono la Polonia (nel 1939) cominci a lavorare per salvare gli Ebrei dalla persecuzione: con altri collaboratori, riusc a procurare circa 3.000 falsi passaporti per aiutare famiglie ebraiche e a reclutare famiglie ed istituti per ospitare in incognito bambini ebrei. A lei erano chiare gi da allora le conseguenze delle politiche razziali della Germania di Hitler. Quando scoppia la Seconda Guerra mondiale ha 29 anni e lavora come assistente sociale per lAmministrazione comunale, dove con il supporto del direttore del dipartimento soccorre gli ebrei oggetto di ogni tipo di discriminazione da parte dellautorit{ nazista occupante. Nellautunno del 1940, a Varsavia, viene recintato il Ghetto e quasi 400.000 ebrei sono trasferiti al suo interno in condizioni igieniche precarie, aggravate dalla mancanza di cibo e medicine: si moltiplicano le epidemie e il tasso di mortalit altissimo. Nel 1942 nasce lorganizzazione segreta Consiglio per laiuto agli ebrei (Zegota) e Irena ne diventa subito una delle principali attiviste come responsabile del dipartimento infantile, con il nome in codice di Jolanta. 2

Il movimento clandestino di cui faceva parte la Sendler, la egota, incaric la donna delle operazioni di salvataggio dei bambini ebrei del Ghetto. Cera la necessit{ di reclutare fidate famiglie per i bambini, si dovevano procurare documenti falsi e soprattutto, si doveva organizzare levasione dei bambini dal Ghetto. Come dipendente dei servizi sociali della municipalit, la Sendler ottenne un permesso speciale, un lasciapassare, per entrare nel Ghetto di Varsavia in quanto operatrice ufficiale del Dipartimento contro le malattie contagiose, alla ricerca di eventuali sintomi di tifo (i Tedeschi, infatti, temevano che una epidemia di tifo potesse diffondersi anche al di fuori del Ghetto stesso). Ufficialmente entra per la disinfestazione, in realt organizza una rete di soccorso procurando cibo, generi di conforto, vestiti. La sua libert di muoversi dentro le mura le permetteva di convincere i genitori dei bambini a farli uscire dalla prigionia del Ghetto e a farli vivere presso istituti religiosi e famiglie amiche con una nuova identit{. Lobiettivo era di evitare perlomeno ai bambini gli stenti del Ghetto e di ricongiungerli con i loro genitori in futuro, una volta superato quel difficile periodo. Alla decisione dei tedeschi di liquidare il Ghetto, assieme ad altri membri della Resistenza inizi ad organizzare il trasferimento dei bambini. I bambini pi piccoli vennero portati fuori dal Ghetto dentro ambulanze o altri veicoli. Spesso i piccoli venivano addormentati con sonniferi e rinchiusi in un sacco o in una cassa per passare nella parte ariana, facendo credere agli uomini della Gestapo che si trattava di morti per tifo. Altri metodi e stratagemmi furono escogitati e messi in opera: alcuni bambini venivano nascosti dentro le ambulanze che uscivano dal Ghetto insieme a Irena Sendler; lei stessa li nascondeva in borsoni e valigie (non veniva perquisita a fondo in quanto si sapeva che lavorava a contatto con malattie contagiose); si utilizzavano cunicoli segreti e le possibilit che offriva il grande Palazzo di Giustizia, che era situato come unenclave nel mezzo del Ghetto di Varsavia. In altre circostanze, Irena si spacci per un tecnico di condutture idrauliche e fognature, entrando nel ghetto con un furgone, riusc a portare fuori alcuni neonati nascondendoli nel fondo di una cassa per attrezzi, o alcuni bambini pi grandi, chiusi in un sacco di juta. Nel retro del camion teneva anche un cane addestrato ad abbaiare quando i soldati nazisti si avvicinavano: i soldati temevano il cane e il suo latrato copriva il pianto dei bambini. Dopo luscita dal Ghetto i bambini venivano raccolti in centri di assistenza, dove imparavano ad adattarsi al nuovo ambiente, e poi assegnati a famiglie, orfanotrofi o conventi: la Sendler forniva ai bambini dei falsi documenti con nomi cristiani e li portava nella campagna, dove li affidava a famiglie cristiane, oppure in alcuni conventi cattolici come quello delle Piccole Ancelle dell'Immacolata a Turkowice e Chotomw. Altri bambini vennero affidati direttamente a preti cattolici che li nascondevano nelle case canoniche. I circa 1000 bambini fatti scappare dal Ghetto con queste modalit si sommano ad altri circa 1500 ai quali era stata cambiata lidentit{ prima che gli ebrei fossero definitivamente rinchiusi nel Ghetto. Ladozione di nuove identit erano necessarie per celare i nomi ebrei dei bambini e anche per evitare ripercussioni sui loro parenti qualora fossero stati scoperti. Irena Sendler scriveva, aggiornava e manteneva le liste su carta velina, dove annotava i nomi veri dei bambini accanto a quelli nuovi. Sapendo di dover proteggere queste liste dalla scoperta da parte dei nazisti e al fine di poterle utilizzare successivamente, per il ricongiungimento dei bambini ai propri genitori a guerra conclusa, le pose dentro bottiglie e vasetti vuoti di marmellata e li sotterr sotto un albero di melo in un giardino di conoscenti a Varsavia. La vita futura di questi bambini, la speranza di poterli un giorno riconsegnare ai loro genitori era legata a queste liste nascoste nei vasetti. Il 20 ottobre 1943 venne arrestata dalla Gestapo: per farla parlare per tre mesi fu sottoposta a pesanti e brutali torture, ma non rivel la propria attivit. Le vennero spezzate le gambe tanto da rimanere claudicante per tutta la vita e bisognosa del bastone per camminare. 3

Lei non nomin i suoi collaboratori e non rivel mai il nascondiglio delle liste dei bambini nonostante la sua abitazione fosse stata perquisita a fondo. Le liste dei bambini nascoste nei vasetti interrati rimasero al sicuro. Condannata a morte, fu trasferita nel terribile carcere di Pawiak per lesecuzione, ma venne salvata dalla rete della resistenza Polacca, che a sua insaputa - riusc a corrompere con una grossa somma di denaro un ufficiale tedesco che avrebbe dovuto condurla alla fucilazione. Il suo nome venne cos registrato insieme con quello dei giustiziati, e lei stessa lesse la notizia della sua morte nei volantini affissi a Varsavia. Nei mesi rimanenti della guerra visse in clandestinit e nell'anonimato, con il nome di Klara Dabrowska, e partecip allinsurrezione di Varsavia, lavorando come infermiera nel Punto Sanitario. Anche se non poteva pi entrare nel Ghetto continu ad organizzare i tentativi di salvataggio di bambini ebrei: non noto esattamente quanti ne abbia salvati, ma complessivamente ammontano a circa 2.500. La vita della maggior parte degli ebrei fin a Treblinka. Dei 450.000 ebrei rinchiusi nel Ghetto soltanto circa 1.000 sopravvissero allOlocausto. I pochi genitori rimasti furono riuniti con i loro bambini dopo la guerra utilizzando le liste nascoste nei vasetti di marmellata. La sua lista custodita allo Yad Vaschem, il memoriale dellOlocausto in Israele. Gli anni successivi al conflitto. Terminata la guerra e l'occupazione tedesca, i nomi dei bambini vennero consegnati ad un Comitato Ebraico, che riusc a rintracciare circa 2.000 bambini, anche se gran parte delle loro famiglie erano state sterminate a Treblinka e negli altri lager. Questo permise ai bambini di scoprire le proprie origini e ai pi fortunati di ricongiungersi con le famiglie originarie. Irena ha continuato a prendersi cura dei ragazzi rimasti senza famiglia, mettendoli in case-famiglia o trovando loro famiglie affidatarie o adottive. Dopo la guerra entr nel Centro di Aiuto Sociale della capitale. Contribu a creare orfanotrofi, un Centro di assistenza per le madri e i bambini in difficolt, alcune istituzioni a sostegno delle famiglie disoccupate. Nel 1965, Irena Sendler venne riconosciuta dallistituto Yad Vashem di Gerusalemme come una dei Giusti tra le nazioni, con riconoscimento della Medaglia. Soltanto nel 1983, dopo lunga attesa, il governo comunista le diede il permesso di viaggiare all'estero per ricevere il riconoscimento in Israele e piantare il suo albero. Nel 1991 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Israele. Mor il 12 maggio 2008 a Varsavia.

Il lager di Treblinka

Con loccupazione della Polonia, a Varsavia, viene recintato il Ghetto e quasi 400.000 ebrei sono trasferiti al suo interno per essere poi trasportati nel lager di Treblinka. La stazione di Treblinka si trova a una sessantina di km da Varsavia. Quattro km separano la stazione dalla cava. L venne eretta la principale fabbrica della morte delle SS, degna copia di Auschwitz. Il lager di Treblinka era diviso in due campi: il n. 1, dove lavoravano prigionieri di varie nazionalit, in special modo polacchi, e il n. 2, per gli ebrei. Il n. 1 campo di lavoro forzato sorgeva proprio accanto alla cava, a ridosso del bosco. Funzion dal 1941 al 23 luglio del 1944. Venne raso a suolo quando i prigionieri sentivano gi in lontananza il rombo sordo dellartiglieria sovietica. La superficie del lager era divisa in rettangoli uguali: baracche in fila perfetta, strade cosparse di sabbia e costeggiate da betulle. Cerano vasche di cemento per oche e anatre, lavatoi con tanto di gradini per il bucato, servizi per il personale tedesco (una panetteria modello, un parrucchiere, un garage, una pompa di benzina con la sua bolla di vetro, depositi vari). I prigionieri erano soprattutto i polacchi che contravvenivano alle leggi del Governatore generale. Si trattava, normalmente, di violazioni di poco conto, giacch in caso contrario la pena non era il lager, ma la morte. Delazioni, calunnie, una battuta casuale per strada, consegne non rispettate, un carro o un cavallo rifiutati ai tedeschi, laudacia di una ragazza nel negarsi alle avances di una SS, neanche veri e propri atti di sabotaggio in fabbrica, ma il solo sospetto della loro eventualit{ condussero migliaia di polacchi a varcare lingresso nel campo. Stipati di vittime, i treni vi giungevano da ogni punto cardinale, da oriente e da occidente, da nord e da sud, dalla Polonia, dalla Germania, dalla Cecoslovacchia, dallAustria, dalla Bulgaria e dalla Bessarabia. I treni arrivarono a Treblinka per tredici mesi, ogni convoglio aveva sessanta vagoni e su ogni vagone era scritto un numero col gesso: 150, 180, 200. Il numero delle persone che trasportava.

Dal 15 giugno 1942 allagosto del 1943 dalla stazione di Treblinka transitavano quotidianamente da uno a tre convogli che portavano al campo n. 2 Il totale di coloro che vi furono condotti nellarco di quei tredici mesi si aggira intorno ai tre milioni di persone. Nessuno di coloro che entr nel campo n. 2 ha mai fatto ritorno a casa. Entro la primavera del 1942 quasi tutta la popolazione ebrea della Polonia, della Germania e delle province occidentali della Bielorussia era rinchiusa nei ghetti. Le prime tradotte da Varsavia arrivarono in luglio. Alle vittime veniva detto che le mandavano in Ucraina a zappare la terra. Potevano portare con s venti chili di bagaglio e cibarie. Per tutto il tragitto dai due ai tre giorni i prigionieri non ricevevano acqua. Per un sorso dacqua le guardie chiedevano cento zloty, ma una volta incassato il denaro era difficile che lacqua comparisse. In Europa non si sapeva nulla di Treblinka, e fino allultimo le vittime credevano di essere condotte a lavorare, tanto pi che i tedeschi non facevano che descrivere loro le comodit e i vantaggi della nuova vita che li attendeva. Alcuni treni scaricarono gente convinta di finire allestero, in paesi neutrali: visti e p assaporti erano stati pagati fior di quattrini alle autorit tedesche. Un giorno a Treblinka arriv un treno di ebrei inglesi, canadesi, americani e australiani che la guerra aveva sorpreso in Europa, in Polonia. Dopo tanto brigare e non senza lesborso di ingenti somme di denaro per ungere chi di dovere, pensavano di avere strappato lautorizzazione allespatrio in paesi neutrali. I treni dallEuropa arrivavano senza scorta, con il personale ferroviario dordinanza, i vagoni letto e le carrozze ristorante. I passeggeri avevano con s valigie e bauli voluminosi, e grosse scorte di cibo. Difficile dire cosa fosse peggio: andare incontro alla morte fra torture tremende sapendo di essere prossimi alla fine, oppure, ignari di tutto, guardare fuori dal finestrino di un vagone di prima classe mentre dalla stazione di Treblinka avvisano il lager che il treno era arrivato e comunicano il numero dei passeggeri che trasporta. Quale ultimo inganno per coloro che giungevano dallEuropa, in fondo al binario che conduceva al lager della morte era stata allestita una vera stazione. Accanto alla banchina sulla quale, a gruppi di venti, venivano scaricati i vagoni cerano la biglietteria, il deposito bagagli, il ristorante e cartelli ovunque: Per Bialystok, Per Baranowicze. Unorchestra suonava allarrivo dei convogli, e i musicisti erano tutti ben vestiti. Alla porta, un addetto in divisa da ferroviere ritirava i biglietti e indirizzava i passeggeri verso lo spiazzo esterno. Cera qualcosa di tremendo, di angosciante in quel piazzale calpestato da milioni di piedi. Lo sguardo ansioso dei nuovi arrivati coglieva subito dettagli preoccupanti. Sul terreno ramazzato in gran fretta, probabilmente qualche minuto prima dellarrivo dellennesimo scaglione, restavano comunque oggetti sparsi: un fagotto di vestiti, valigie aperte, pennelli da barba, pentole smaltate. Perch il binario finiva dentro la stazione? Doverano i binari per Bialystok, Siedlice, Varsavia?

Sul piazzale della stazione lansia dura solo qualche istante, un paio di minuti forse, fino a quando tutti i passeggeri non si sono radunati. Scandendo ogni parola, lUterscharfrer invita i nuovi arrivati a lasciare il bagaglio sullo spiazzo e a recarsi ai bagni con i soli documenti, i gioielli e il necessario per lavarsi. Intanto sul piazzale della stazione duecento addetti con al braccio fasce color del cielo (la squadra azzurra), svelti, silenziosi, slegano i fagotti, aprono ceste e valigie, tolgono le cinghie ai portaplaid. Si seleziona e si stima quanto lasciato dallultimo lotto di vittime. Bisogna avere occhio per scegliere in pochi minuti fra quelle migliaia di oggetti, per stimarli, selezionare quelli da spedire in Germania e destinare al rogo gli altri. A quel punto il piazzale veniva ramazzato alla meno peggio ed era pronto ad accogliere un nuovo lotto di condannati. Le donne e i bambini venivano separati dagli uomini. Dentro la baracca femminile c la parrucchiera: nude, le donne vengono rasate a zero. un momento strano, psicologicamente: le addette hanno poi sostenuto che di solito quella rasatura ante mortem convinceva le vittime che davvero sarebbe andate a lavarsi. Perch le rasavano? Per illuderle? No, perch la Germania aveva bisogno dei loro capelli. A utilizzarli era la Marina militare; i capelli servivano a riempire materassi e altro, o a fare corde per sommergibili. Gli uomini si spogliano fuori. Dal primo scaglione del mattino ne vengono scelti un centocinquanta-trecento tra i pi forti e robusti: verranno usati per seppellire i cadaveri, e verranno uccisi, di norma, il giorno seguente. Nude, le vittime vengono condotte a uno sportello, la cassa, dove sono invitate a consegnare documenti e preziosi. Qui nellarco di qualche minuto si passa dalla speranza alla disperazione, da visioni di vita a visioni di morte. I tedeschi strappano loro di mano sapone e asciugamani e li dispongono in fila per cinque. La strada coperta di sabbia bianca, e i primi della fila distinguono sulla rena smossa le tracce recenti di altri piedi scalzi. I tedeschi la chiamavano la strada senza ritorno. Il tragitto dalla cassa al luogo dellesecuzione richiede qualche minuto in tutto. Spronate dai colpi, stordite dalle grida, le vittime arrivano su un terzo piazzale e per un istante si fermano, interdette. Le porte della casa della morte si spalancano lentamente e sulla soglia compaiono due aiutanti del capo. Le SS hanno liberato i cani che, ben addestrati, si avventano sulla folla, addentano e lacerano quelle carni nude. A questo punto compare Kurt Franz, uno dei comandanti di Treblinka. Ha al guinzaglio il cane Barry che era addestrato a scagliarsi sulle vittime e a strappare loro i genitali. Le altre SS urlano, picchiano con i calci dei fucili e spintonano le donne verso le porte spalancate delle camera a gas. Gli abitanti del Wolka, il paese pi vicino a Treblinka, raccontano che a volte le urla delle donne erano cos strazianti che lintero paese, sconvolto, scappava nel bosco, lontano, pur di non sentire quelle grida lancinanti che trafiggevano gli alberi, il cielo e la terra.

E che, di colpo, si zittivano, per ricominciare altrettanto improvvise, altrettanto tremende, e penetrare di nuovo delle ossa, nel cranio, nellanima..tre, quattro volto al giorno. In origine le camere a gas erano tre e piccole. I primi treni arrivarono durante i lavori di costruzione, e poich le camere a gas non erano ancora pronte, i passeggeri furono ammazzati allarma bianca, con asce, martelli e bastoni. Immediatamente si pass a costruire pi camere. Settecento prigionieri lavorarono per cinque settimane alla nuova fabbrica della morte. Le camere a gas, dieci in tutto, erano simmetriche, disposte sui due lati di un ampio corridoio in cemento. Ognuna, come le tre originarie, aveva due porte: la prima dava sul corridoio e serviva per spingere dentro i vivi; la seconda, parallela alla prima e aperta nel muro opposto, serviva a sgomberare i cadaveri gasati. Dentro le camere a gas il processo di eliminazione durava dai dieci ai venti minuti. I modi dello sterminio erano tanti. Uno prevedeva luso dei gas di scarico del carro armato che fungeva da generatore per la stazione di Treblinka. Il secondo metodo, il pi diffuso, era quello di aspirare tutto lossigeno dalle camere stagne con delle apposite pompe. La morte sopraggiungeva per mancanza di ossigeno. Dopo venti, venticinque minuti i complici di Schmidt controllano dallo spioncino e le porte che danno sulla banchina si spalancano. In tuta da lavoro e con le SS che li incitano urlando, altri prigionieri procedono allo scarico. Le SS esaminano i cadaveri senza smettere di chiacchierare. Se qualcuno, ancora vivo, geme o sussulta, viene finito con un colpo di pistola. I cadaveri vengono caricati sui carrelli e scaricati in enormi fosse. La fossa rimane in attesa. Altri venti vagoni raggiungono la stazione di OberMajdan. E altre tre- quattro mia persone si ritrovano sul piazzale con le loro valigie, i loro fagotti e le sporte di cibo. Restano in attesa. Unattesa che non dura mai troppo a lungo. Sul finire dell inverno del 1943 a Treblinka arriv Himmler con un gruppo di alti funzionari della Gestapo. Himmler esamin personalmente il lager e prima di partire diede al comando del lager un ordinamento che lasci tutti di sasso: procedere seduta stante alla cremazione dei corpi gi sepolti, tutti quanti, portare fuori dal lager le ceneri e i resti e spargerli sui campi e lungo le strade. Secondo nuove disposizioni, inoltre, i corpi delle future vittime non andavano sepolti, ma bruciati direttamente. A cosa si dovevano lispezione di Himmler e quellordine categorico e importantissimo, tanto da essere impartito personalmente? La ragione era una soltanto: Stalingrado, la vittoria dellArmata Rossa. L operazione di incenerimento non ingranava: i corpi non volevano saperne di bruciare. Ma si trov presto un rimedio. Dalla Germania arriv una SS, un uomo tarchiato sulla cinquantina, un esperto del settore. Fu lui a dirigere i lavori per la costruzione dei forni. Si trattava di forni-rogo, giacch n il crematorio di Lublino, n il pi grande crematorio del mondo sarebbero stati in grado di incenerire una tale quantit di corpi in un lasso di tempo tanto breve. L estate del 1943 fu unestate caldissima per quei luoghi. 8

Niente pioggia, niente nubi n vento per diverse settimane. Il lavoro di incenerimento dei corpi ferveva. Erano quasi sei mesi che i forni lavoravano giorno e notte, ma solo la met dei cadaveri era stata bruciata. I detenuti addetti allincenerimento non reggevano allorrenda tortura morale e fisica- e ogni giorno si registravano dai quindici ai venti suicidi. Molti andavano incontro alla morte violando deliberatamente le norme di disciplina perch a Treblinka essere condannati a vivere era molto peggio che essere condannati a morire. Ceneri e resti venivano portati fuori dal lager. A caricarli sui carri e a spargerli lungo la strada erano i contadini che i tedeschi reclutavano nel paesino Wolka. I contadini trasportarono cenere dalla primavera del 1943 allestate del 1944. La procedura impegnava venti carri ogni giorno, e a ogni carro toccavano dai sei agli otto carichi quotidiani ( centoventi-centotrenta chili di cenere ogni volta). Per quanto strano, nella vita di Treblinka un giorno di gioia ci fu davvero. Artigiani, carpentieri , muratori qualificati utili ai tedeschi, panettieri, sarti e barbieri messi a loro servizio ordinano la sommossa. Nelle baracche spuntarono le armi: asce, coltelli, bastoni. Per nasconderli nelle baracche durante le perquisizioni ci vollero pazienza, astuzia e abilit{ fuori dallordinario. Misero insieme un bel po di benzina per dare fuoco agli edifici del lager. Per pro curarsela furono necessari sforzi sovrumani, mente lucida e un grandissimo coraggio. Scavarono un grosso tunnel sotto la baracca dellarmeria tedesca. Portarono via venti granate, una mitragliatrice, carabine e pistole. La rivolta venne fissata per il 2 agosto. Il segnale fu un colpo di pistola. La sacra impresa fu coronata da successo. Nel cielo si lev una nuova fiamma che non era quella greve e grassa di fumo dei cadaveri che ardevano, ma il fuoco vivido, ardente e impetuoso degli incendi. Il 2 agosto il sangue delle SS bagn la terra di Treblinka, un cielo azzurro rovente di luce celebr in trionfo lora della vendetta. Treblinka era in fiamme; dopo aver salutato in silenzio le ceneri del proprio popolo, gli insorti fuggirono oltre la recinzione di filo spinato: SS e polizia si lanciarono allinseguimento. Centinaia di cani fiutarono le loro tracce. I tedeschi chiamarono in soccorso laviazione. Si combatt nei boschi e nelle paludi, e gli insorti che oggi possono raccontarlo sono giusto un pugno. Dopo quel 2 agosto Treblinka smise di esistere. I Tedeschi incenerirono i cadaveri rimasti, smantellarono gli edifici in muratura, tolsero il filo spinato e finirono di bruciare quello che restava delle baracche.

I macchinari della casa della morte vennero smontati, caricati e portati via, i forni distrutti, le scavatrici trasferite altrove, le tante, gigantesche fosse furono riempite di terra, la stazione demolita fino allultimo mattone e, per finire, anche i binari furono rimossi e portati via. Il terreno del lager venne seminato a lupini e uno dei carcerieri ci costru la sua casetta. Che adesso non c pi, bruciata anchessa. Che cosa speravano i Tedeschi? Di far sparire le tracce del massacro di Treblinka? Ma comera possibile ridurre al silenzio migliaia di testimoni che avevano visto arrivare da tutta Europa treni su treni di condannati a morte? Comera possibile ridurre al silenzio chi era sopravissuto e aveva visto in azione linferno di Treblinka dai primi giorni della sua nascita al 2 agosto 1943, lultimo della sua esistenza? Oggi neanche il suolo di Treblinka vuole essere complice dei crimini commessi da quei mostri e sputa fuori le ossa dei morti, le loro cose, quelle che gli uomini di Hitler avrebbero voluto nascondere per sempre.

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I diritti inviolabili delluomo


Dopo le discriminazioni razziali compiute dai regimi totalitari la Costituzione italiana, riconosce e garantisce i diritti inviolabili delluomo. Lart. 2 parla dei diritti inviolabili delluomo che furono negati dai regimi nazisti e fascisti. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili delluomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalit. Luso dei termini riconosce e garantisce indica che la Costituzione ritiene che tali diritti appartengono alla persona umana in quanto tale e non derivino dallo stato e che il compito dello stato sia quello di garantirne il rispetto. I diritti della persona umana vengono definiti inviolabili questa formula non significa che essi non possono mai essere limitati ma vuol indicare che essi fanno parte integrante e costitutiva dello stato italiano e che pertanto non possono essere aboliti nemmeno attraverso la modificazione della Costituzione. I diritti di libert sono infine considerati sia come diritti dei singoli di fronte allo stato, sia come diritti nelle formazioni sociali ove luomo svolge la sua personalit. Questo riferimento alle formazioni sociali ha due significati. Esso vuol dire, innanzi tutto, che le formazioni sociali, in quanto tali, hanno come gli individui singoli, propri diritti e una propria sfera di libert rispetto allo stato. Ma significa anche che i diritti degli individui sono tutelati anche allinterno delle formazioni sociali. I diritti della persona possono essere, infatti, minacciati non soltanto dallo stato, ma anche da altre comunit, gruppi, associazioni in cui essa inserita e che sono investiti di un certo grado di autorit su di lei. Con quella espressione larticolo 2 della Costituzione dimostra di voler tutelare le persone contro gli abusi che le formazioni sociali possono commettere nei loro confronti. Lart.2 fa unaffermazione generale senza indicare quali sono i diritti di libert. Questi diritti si trovano nellart. 13 e seguenti. Art.13 La libert personale La libert personale inviolabile. Non ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, n qualsiasi altra restrizione della libert personale, se non per atto motivato dell'Autorit giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessit ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorit di Pubblica sicurezza pu adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorit giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libert. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva. Limitazioni della libert: Dopo aver affermato che la libert personale inviolabile e quindi non sopprimibile nemmeno attraverso la revisione costituzionale lart. 13 fissa in modo rigoroso le garanzie che circondano questa libert: Essa pu essere limitata nei casi e nei modi previsti dalla legge (riserva di legge) E soltanto per atto motivato dallautorit giudiziaria (riserva di giurisdizione). 11

Di conseguenza lautorit di polizia non pu arrestare una persona (o restringere in altro modo la sua libert) se non in seguito a un provvedimento del giudice (emesso sotto forma di ordinanza), che deve indicare in modo esauriente i motivi della decisione. Questa la regola generale ma la stessa Costituzione prevede uneccezione: In casi eccezionali di necessit ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l autorit di polizia pu limitare la libert di una persona senza un precedente ordine del giudice; in questo caso deve informare entro 48 ore lautorit giudiziaria che entro le successive 48 ore deve provvedere a convalidare la decisione dellautorit di polizia. Se questo non avviene, il provvedimento si intende revocato e resta privo di ogni effetto. Attualmente la legge ammette solo due casi in cui lautorit di polizia autorizzata procedere allarresto senza lordine di un giudice: 1. Il caso della flagranza -> quando una persona colta nellatto di compiere un reato 2. Il caso del fermo di indiziati ->quando vi fondato sospetto di fuga da parte di una persona rispetto a cui ricorrono sufficiente indizi de reato. La presunzione di non colpevolezza e le misure cautelari La restrizione della libert personale assume un carattere diverso se viene disposta dopo che limputato sia stato riconosciuto colpevole al termine di un processo e condannato a una pena detentiva, oppure se viene disposta prima del giudizio. Questultima situazione particolarmente delicata poich, come stabilisce lart. 27 c.2 della Costituzione limputato non considerato colpevole fino alla condanna definitiva. Il codice di procedura penale stabilisce infatti che la restrizione della libert contro una persona in attesa di giudizio pu avvenire solo se c un concreto pericolo che essa possa: Darsi alla fuga; Inquinare le prove; Reiterazione del reato; In questi casi il giudice non deve necessariamente provvedere allarresto dellimputato, ma pu utilizzare, a seconda delle necessit, le seguenti misure cautelari: Divieto di espatrio; Obbligo di presentazione alla polizia; Divieto o obbligo di dimora in un determinato luogo; Arresti domiciliari; Custodia cautelare in carcere; questultima misura pu essere disposta soltanto quando le altre risultino inadeguate. Poich la restrizione della libert in attesa di giudizio pu protrarsi anche molto a lungo a causa della lentezza dei processi la Costituzione affida alla legge il compito di fissare i limiti massimi della carcerazione preventiva. Una volta trascorsi questi limiti di tempo, senza che il processo si sia concluso, limputato viene automaticamente scarcerato e il processo prosegue con limputato a piede libero. In questo caso di condanna il periodo di tempo gi trascorso in carcere viene detratto alla pena da scontare. I termini massimi per la custodia cautelare sono stabiliti dal codice di procedura penale. Essi variano a seconda della gravit del reato, ma non possono comunque superare i 4 anni. Contro il provvedimento di custodia cautelare ammesso il ricorso al Tribunale della Libert.

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I diritti delle persone private della libert La costituzione si preoccupa di garantire il rispetto di alcuni fondamentali diritti umani per le persone poste in stato di detenzione. innanzi tutto vietata qualsiasi forma di tortura. Inoltre le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanit e devono tendere alla rieducazione del condannato. Ai medesimi principi di civilt giuridica si ispira la norma contenuta nellart.27 c. 4 della Costituzione secondo cui non ammessa la pena di morte. In Italia, purtroppo, non ancora stato introdotto il reato di tortura. Art. 17-18 Le libert di riunione e di associazione I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorit, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumit pubblica. Per la libert di riunione lart. 17 della Costituzione stabilisce un unico limiti: che le riunioni si svolgano pacificamente e senza armi . Per il resto i cittadini possono riunirsi in piena libert. Se le riunioni si svolgono in luogo aperto al pubblico (cio in luogo chiuso, ma accessibile a chiunque come un teatro, un cinema, ecc.) gli organizzatori non devono chiedere nessun permesso n dare alcun preavviso. Per le riunioni in luogo pubblico (in una piazza, in una strade, ecc., come avviene per i cortei e le manifestazioni allaperto) gli organizzatori devono semplicemente dare un preavviso ( ma non chiedere lautorizzazione) alla polizia che pu vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza e di incolumit pubblica. Mentre le riunioni sono incontri momentanei e occasionali, le associazioni sono forme organizzative stabili. Lart. 18 della Costituzione prevede la pi ampia libert associativa qualsiasi siano gli scopi e la natura dellassociazione. In particolare, per formare unassociazione, non richiesta alcuna autorizzazione. Soltanto tre tipi di associazioni sono vietati dalla Costituzione: 1. Le associazioni che perseguono fini che sono vietati ai singoli dalla legge penali, cio le associazioni per delinquere; 2. Le associazioni segrete; 3. Le associazioni che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare. Art. 21 - La libert di manifestazione del pensiero Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non pu essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si pu procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorit giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorit giudiziaria, il sequestro della stampa periodica pu essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, 13

che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'Autorit giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto. La legge pu stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. Lart. 21 c.2 vieta ogni forma di controllo preventivo ( autorizzazioni e censure) da parte dello stato sul contenuto di libri e giornali, che possono quindi essere diffusi liberamente. Sia lautorizzazione sia la censura sono controlli effettuati dallo stato in via preventiva. Si tratta degli strumenti tipici dei regimi autoritari: essi in genere pretendono di esaminare qualsiasi pubblicazione prima di concedere il permesso per la sua diffusione e si riservano il diritto di imporre tagli o modifiche. La libert di manifestazione del pensiero non per illimitata. Lo stesso articolo 21, allultimo coma, stabilisce che sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le manifestazioni contrarie al buon costume. Per buon costume si intende la sensibilit diffusa nella societ in relazione alla sfera sessuale. Si tratta di un criterio molto vago e soprattutto assai variabile nel tempo e in rapporto alla mentalit degli individui: in definitiva toccher al giudice il compito di valutare se una pubblicazione o un film sono da considerarsi contrai al buon costume. Inoltre, anche se la costituzione non lo dice espressamente, la libert di manifestazione del pensiero non pu spingersi fino al punto di ledere i diritti fondamentali della persona e altri interessi protetti dalla Costituzione. Il codice penale infatti configura alcuni reati dopinione, ossia reati che possono essere commessi attraverso lespressione di opinioni. Tra di essi: Reati din ingiuria, diffamazione, calunnia; Reati di vilipendio; Segreto di stato; Segreto istruttorio; Istigazione a delinquere. Le pubblicazioni che infrangono tali limiti possono essere soggette a sequestro, ma solo su ordine del giudice e solo nei casi stabiliti dalla legge. In caso di urgenza, il sequestro pu essere effettuato direttamente dallautorit di polizia, salvo convalida successiva del giudice. Il problema della concentrazione dellinformazione Oltre ai limiti giuridici posti alla libert di opinione, vanno considerati i limiti di fatto. La Costituzione garantisce a tutti il diritto di esprimersi liberamente, ma ci non significa che tutti ne abbiano la concreta possibilit. Il problema particolarmente rilevante per i mezzi di comunicazione di massa ( i media): giornali quotidiani, riviste ad alta tiratura, cinema, radio ,televisione. Dati gli alti investimenti di capitale che sono necessari in questi settori, essi finiscono per essere dominati da un numero limitato di grandi aziende che di fatto determinano lopinione pubblica. Perch esista uneffettiva libert di opinione occorre che tali centri di informazioni siano sufficientemente numerosi, in concorrenza tra di loro e che sostengano punti di vista contrastanti. Non detto che queste condizioni si realizzino sempre: possono infatti crearsi situazioni di monopolio dellinformazione che costituiscono, nelle societ contemporanee, la pi grave minaccia alla libert di manifestazione del pensiero. Ci pu accadere, per esempio, quando pi testate giornalistiche o pi reti televisive, formalmente indipendenti, appartengono a un unico proprietario. 14

Umberto Saba

Un autore della letteratura italiana, colpito dalle leggi razziali, fu Umberto Saba. Umberto Saba nacque a Trieste nel 1883. La madre apparteneva ad una famiglia ebraica di piccoli commercianti e tradizionalmente legata agli affari e alle pratiche religiose. Il padre discendeva da una famiglia della nobilt veneziana e abbandon la vita coniugale prima ancora che il figlio nascesse. Grazie al padre tuttavia Saba ottenne la cittadinanza italiana. Ben presto il bambino venne messo a balia presso una contadina slovena di nome Peppa Sabaz, che, avendo perso il proprio figlio, riversa sul piccolo Umberto tutto il suo affetto e la sua tenerezza. Appena adulto, rinunci al cognome paterno Poli per chiamarsi Saba, che in ebraico significava pane, in omaggio alla madre e alla nutrice slovena, alla quale fu molto legato. Trascorre grave la sua infanzia non felice: privo della figura paterna e diviso nel suo amore tra la madre adottiva ed una madre naturale austera e severa. Emozioni che risuoneranno presto nella preziosa malinconia della raccolta Il piccolo Berto. Frequent gli studi grazie allaiuto economico di una ricca zia ma pi tardi fu costretto da ristrettezze finanziarie a interromperli per lavorare in una ditta commerciale di Trieste. Nel 1908 fece il servizio militare a Salerno e a Firenze, venendo cos a contatto con il vivace ambiente letterario fiorentino. Lanno successivo spos Carolina Wlfer, la Lina del Canzoniere, che sar la sua musa ispiratrice e lo aiuter a trovare un senso religioso nella vita. Convinto irredentista si arruol nella prima guerra mondiale ma, ritenuto inabile alle fatiche, non fu mai inviato al fronte. Finita la guerra, si stabil a Trieste e per vivere apr, insieme a un amico, una libreria antiquaria, un luogo aperto agli amici.Ma in seguito alla promulgazione delle leggi razziali antiebraiche (1938) ebbe difficolt a pubblicare le sue opere e fu costretto a vivere nascosto tra Roma e Firenze, protetto da amici, tra cui anche il poeta Montale. A partire dal 1929 cominci a sottoporsi a sedute di psicanalisi per curare i disturbi nervosi che lo tormentavano. 15

Finita la guerra, dal 1945 in poi, fu di nuovo nella sua citt, afflitto da crisi nervose che divennero sempre pi frequenti. Tuttavia in questo periodo si fece pi fervida anche la sua attivit poetica. Nel 1956, in gravi condizioni di salute, fu ricoverato in una clinica di Gorizia dove la notizia della morte di Carolina lo prostr ulteriormente. Mor nellagosto del 1957.

Teatro degli artigianelli


Falce martello e la stella d'Italia ornano nuovi la sala. Ma quanto dolore per quel segno su quel muro! Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo. Saluta al pugno; dice sue parole perch le donne ridano e i fanciulli che affollano la povera platea. Dice, timido ancora, dell'idea che gli animi affratella; chiude: "E adesso faccio come i tedeschi: mi ritiro". Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro rosseggia parco ai bicchieri l'amico dell'uomo, cui rimargina ferite, gli chiude solchi dolorosi; alcuno venuto qui da spaventosi esigli, si scalda a lui come chi ha freddo al sole. Questo il Teatro degli Artigianelli, quale lo vide il poeta nel mille novecentoquarantaquattro, un giorno di Settembre, che a tratti rombava ancora il canone, e Firenze taceva, assorta nelle sue rovine. Nel 1944 scrive la poesia Il teatro degli artigianelli con la quale vuole descrivere i sentimenti provati dopo la liberazione di Firenze. La lirica listantanea di un momento storico di fondamentale importanza. LItalia divisa in due: a Nord i nazisti occupano il territorio, contrastati dai partigiani, a Sud gli Alleati stanno avanzando. 16 Firenze appena stata liberata e la gente si ritrova a teatro per festeggiare, parlare, discutere, stare insieme e godere di quella libert e quella familiarit che, per tanto tempo, era stata loro negata dal fascismo e dalla guerra. 16

La poesia si apre con un simbolo: la bandiera rossa del Partito comunista, segno di vittoria e di ritrovata libert. Ma quanto dolore costato il fatto di poter esporre in pubblico quel simbolo. Il presentatore dello spettacolo un mutilato di guerra che cammina con le stampelle. Parla con voce timida perch il fascismo e la guerra sono ancora vicini. Conclude con una battuta comica dicendo di ritirarsi cos come hanno fatto i tedeschi. Tra un atto e laltro c una pausa. La gente si aggira per il teatro, beve qualche bicchiere di vino, amico delluomo perch fa dimenticare i dolori e le sofferenze. Qulacuno, appena tornato o dalla prigione, o dallesilio, si scalda al vino come chi ha freddo si scalda al sole. In questi gesti semplici e in questa volont di condivisione riscopre il prezioso piacere della libert. Questo spettacolo rappresenta quanto vide il poeta nel settembre del 1944, mentre ancora qualche cannone sparava a Firenze che pareva assorta e ammutolita nel constatare la sua distruzione, nel contemplare le sue rovine. Lultima strofa serve a indicare la verit del racconto perch viene indicata la data precisa, indica le vicende a cui stato partecipe in un preciso momento storico.

La capra
Ho parlato a una capra Era sola sul prato, era legata. Sazia derba, bagnata alla pioggia, belava. Quelluguale belato era fraterno al mio dolore. Ed io risposi, prima per celia, poi perch il dolore eterno, ha una voce e non varia. Questa voce sentiva gemere in una capra solitaria. In una capra dal viso semita sentiva querelarsi ogni altro male, ogni altra vita. Nella poesia La Capra , Saba esprime la condizione universale del dolore e dellangoscia della vita. Il poeta incontra una capra, legata, sazia e bagnata dalla pioggia, che bela. Belava proprio il verbo che chiude la strofa ed posto in netta evidenza, poich lazione che permette a Saba di riflettere sul dolore universale, come si legge nella strofa successiva: Quelluguale belato era fraterno al mio dolore. Viene cos posta una comunanza della condizione esistenziale delle creature: la capra esprime la stessa angoscia del poeta, che risponde al suo gemito accorato, prima per gioco, poi per empatia. 17

Il belato della capra esprime ogni altro male della vita ed quindi espressione della sofferenza che accomuna ogni essere vivente. Il lessico del componimento colloquiale e quotidiano, anche se presenta alcuni termini colti e letterati, come celia, querelarsi . La struttura della poesia discorsiva e paratattica e prevale la coordinazione. Nella descrizione della capra, il poeta tende a presentare lanimale in forma umanizzata; un celebre esempio laggettivo semita, usato da Saba in quanto il volto della capra gli ricordava quello di alcuni ebrei.

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School in Poland during the second world war


After the Polish defeat in the Polish Defensive War of 1939 and the subsequent German and Soviet occupation of Polish territory, Poland was divided into the areas directly incorporated into the Reich, areas directly incorporated into the Soviet Union and the German-controlled General Government. According to Nazi racial theories the Slavs needed no higher education and the whole nation was to be turned into uneducated serfs for the German race. The only schools that remained opened were trade schools and courses for factory workers.On the territories incorporated into the Reich, education in Polish was banned and punished with death. Throughout Polish territory the Germans abolished all university education for non-Germans. All institutions of higher education were closed. Their equipment and most of the laboratories were taken to Germany and divided among the German universities while the buildings were turned into offices and military barracks. However, many teachers, professors and educational activists organized underground courses all around the country, reviving the tradition of Flying University from the times of partition of Poland. Those who survived the A-B Action and were not sent to concentration camps actively started to give lectures to small groups in private apartments. The attendants were constantly risking deportation and death. Most of the underground education was organized by the Secret Teaching Organization (Tajna Organizacja Nauczycielska, TON), which took care of the underground primary and secondary level education. The net of underground university faculties spread rapidly and by 1944 there were more than 300 lecturers and 3,500 students at various courses at the Warsaw University alone. Underground Law and Social Sciences faculties, as well as Humanities, Medical, Theological, Mathematical and Biology faculties were kept alive at Stefan Batory University in Wilno (now Vilnius) from 1939 till 1944 with lectures, seminars and exams.The main universities included the University of Lww, Warsaw University, Stefan Batory University in Wilno and Jagiellonian University in Krakw. A new University of Western Lands (Uniwersytet Ziem Zachodnich) was created in Warsaw, with branches in Kielce, Jdrzejw, Czstochowa and Milanwek. The latter university was composed mostly of the professors of Adam Mickiewicz University of Poznao and included 17 different units, among them the faculty of medicine and surgery. Almost 10,000 students received master's degrees at the secret universities and several hundred others received doctorates. Secret printing houses that sprung up across Poland shortly after the war started, provided the facilities of secret learning with handbooks and scripts. The professors organized a net of secret high schools, trade schools and special courses of forbidden subjects, such as the Polish language, history and geography. A special case were the secret talmudic schools organized in ghettos. Until 1944 there were more than a million secret high school students in Poland. At least 18,000 students passed their final school exams and received their certificates. This led to a bizarre situation in which students of formally non-existent colleges entered formally non-existent universities. Most of these certificates were issued on pre-war forms with the dates forged to indicate either 1938 or 1939. These were later accepted by post-war Polish universities. There was also a net of secret military colleges in most major cities. Until 1944 most of Armia Krajowa regiments had their military schools for NCOs while the regional headquarters organized officer courses and special training. The Szare Szeregi (the underground Polish Scouting Association) opened its own NCO school in Warsaw nicknamed Agricola.Religious education and training also took place. Prominently, the Roman Catholic Church operated underground seminaries for the education of priests. One well-known seminary was run by the Archbishop of Krakw, Cardinal Sapieha and trained future cardinal and pope, John Paul II (Karol Wojtyla). 19

Bibliografia: Diritto pubblico - L. Bobbio, E. Gliozzi, L. Lenti www.consiglioveneto.it L inferno di Treblinka Vasilij Grossman http://en.wikipedia.org GAOT+ - Marta Sambugar , Gabriella Sal http://balbruno.altervista.org

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