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Le migliori tecnologie

disponibili per lIlluminazione


Pubblica




Roberto Menga

Area: Usi finali

Febbraio 2009

08004123
Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 1/99




CESI RICERCA S.p.A.






Via R. Rubattino 54
20134 Milano - Italia
Telefono +39 023992.1
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Capitale sociale 1 100 000 Euro
interamente versato
Registro Imprese di Milano,
C.F. e P.IVA 05058230961
N. R.E.A. 1793295


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ISO 9001: 2000 CH-32919

Contratto
Accordo di programma con il Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi dellart.
3 comma 2 del D.M. 23 marzo 2006 per le attivit di ricerca e sviluppo di interesse
generale per il sistema elettrico.
Piano Annuale di realizzazione 2008
Oggetto Le migliori tecnologie disponibili per lIlluminazione Pubblica
Area
Progetto
Deliverable
USI FINALI
Razionalizzazione dellIlluminazione Pubblica
n. 4.3

Note


La parziale riproduzione di questo documento permessa solo con l'autorizzazione scritta del CESI RICERCA.

N. pagine 99 N. pagine fuori testo 405
Data
28/02/2009
Elaborato
SSE Roberto Menga
Verificato
SSE Walter Grattieri
Approvato
SSE Walter Grattieri

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Verificato Grattieri Walter Bruno (SSE)
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Approvato Grattieri Walter Bruno (SSE)
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Copyright 2008 by CESI RICERCA. All rights reserved - Activity code A9083B \ 13003S


Indice


SOMMARIO............................................................................................................ 4
1 INTRODUZIONE................................................................................................... 5
2 DEFINIZIONE DELLO STATO DELLARTE.................................................. 8
2.1 Sorgenti luminose...................................................................................................... 8
2.1.1 Tecnologia basata sui LED............................................................................................. 13
2.1.2 Tabelle delle sorgenti luminose....................................................................................... 15
2.2 Apparecchi di illuminazione ................................................................................... 19
2.3 Sostegni ................................................................................................................... 25
2.3.1 Modo dinstallazione....................................................................................................... 25
2.3.2 Caratteristiche ................................................................................................................. 28
2.3.3 Disposizione dei supporti ................................................................................................ 29
2.4 Impianto elettrico .................................................................................................... 30
2.4.1 Tipologie di impianti....................................................................................................... 33
3 ANALISI DELLE PRESTAZIONI ..................................................................... 39
3.1 Sorgenti luminose.................................................................................................... 39
3.2 Apparecchi illuminanti............................................................................................ 39
3.3 Alimentatori ............................................................................................................ 47
3.4 Sistemi di regolazione/parzializzazione del flusso luminoso.................................. 48
3.4.1 Regolatori di flusso ......................................................................................................... 50
3.4.2 Alimentatore bi-regime elettromagnetico o elettronico .................................................. 51
3.4.3 Alimentatore elettronico regolabile................................................................................. 51
3.5 Sistemi di accensione e spegnimento impianti........................................................ 51
3.6 Sistemi di telecontrollo e telegestione..................................................................... 51
3.7 La telegestione punto-punto.................................................................................... 53
3.8 Telegestione e regolazione punto a punto............................................................... 53
3.9 Impianti di illuminazione valutati nel loro complesso............................................ 54
3.9.1 Ottimizzazione dei parametri geometrici ........................................................................ 55
3.9.2 Considerazioni dai calcoli di ottimizzazione geometrica................................................ 65
3.9.3 Approccio energetico ...................................................................................................... 66
3.9.4 Confronto tra due metodi: lottimizzazione del fattore di utilizzazione dellimpianto
e lottimizzazione dei parametri geometrici di impianto............................................. 67
4 MODALIT OPERATIVE PREVALENTI PER LA GESTIONE DEGLI
IMPIANTI ............................................................................................................. 77
5 CONFRONTI ESEMPLIFICATIVI ................................................................... 80
5.1 Azioni sulla sola alimentazione dei circuiti ............................................................ 80
5.2 Sostituzione lampade............................................................................................... 81
5.3 Sostituzione lampade e apparecchi ......................................................................... 85
5.4 Realizzazione ex novo dellimpianto con criteri innovativi.................................... 85
5.5 Esempio pratico....................................................................................................... 86
5.6 Conclusioni ............................................................................................................. 88
6 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI..................................................................... 99

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ALLEGATI
ALLEGATO 1 SCHEDE DEI PARAMETRI TECNICI DELLE SORGENTI LUMINOSE
ANALIZZATE
ALLEGATO 2 TABELLE COMPARATIVE DEI PARAMETRI DELLE SORGENTI
LUMINOSE SUDDIVISE PER POTENZA
ALLEGATO 3 SCHEDE DEI PARAMETRI TECNICI DEGLI APPARECCHI DI
ILLUMINAZIONE ANALIZZATI
ALLEGATO 4 ESEMPIO DI VALUTAZIONI DEL FATTORE DI UTILIZZAZIONE





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STORIA DELLE REVISIONI

Numero
revisione
Data Protocollo Lista delle modifiche e/o dei paragrafi modificati
00 28/02/2009 08004123 Prima emissione



SOMMARIO
Il presente rapporto costituisce il terzo dei sei rapporti (deliverables) previsti dal piano annuale di
realizzazione per lillustrazione dellattivit di ricerca svolta nellambito del progetto Razionalizzazione
dellIlluminazione Pubblica dellArea USI FINALI, una delle quattro Aree di ricerca definite
nellaccordo di programma triennale tra il Ministero per lo Sviluppo Economico e CESI RICERCA
S.p.A., stipulato il 21 giugno 2007.
Gli obiettivi e larticolazione del progetto sono descritti nel documento Piano Annuale di realizzazione
2008, Prot. CESI RICERCA n. 08002569 (Aprile 2008), integrato il 31 agosto 2008.
In questo rapporto sono descritte le migliori tecnologie, in termini di risparmio energetico, disponibili
oggigiorno per lilluminazione pubblica e presenti in forma consolidata sul mercato.
Il rapporto prende in considerazione dapprima lofferta di mercato dei prodotti inerenti lilluminazione
pubblica, attraverso una rassegna di ci che lintero panorama nazionale dellilluminazione offre, per
quanto riguarda le migliori tecnologie di sorgenti luminose, dei principali apparecchi di illuminazione e
relativi sostegni, nonch di impianto elettrico.
Viene successivamente effettuata una analisi delle prestazioni degli impianti di illuminazione, con lo
scopo di esprimere la bont dei singoli elementi costituenti limpianto stesso nonch quella di impianto
nel suo complesso, in funzione di esigenze e peculiarit di installazione.
Le prestazioni vengono anche valutate alla luce della risposta dei sistemi di regolazione e parzializzazione
del flusso luminoso e di sistemi di accensione degli impianti e di telecontrollo e telegestione.
Il rapporto inoltre fornisce dei confronti esemplificativi su alcuni impianti con tipologia di larga
diffusione, con lo scopo di evidenziare i vantaggi tecnici ed economici ottenibili operando sullimpianto a
diversi livelli via via pi complessi, e precisamente attraverso azioni sulla sola alimentazione del circuito,
ovvero sostituendo una o pi parti di impianto in caso di manutenzione straordinaria che nella necessit di
realizzare ex-novo un impianto con criteri innovativi.
Insieme vengono effettuate analisi di costi e benefici delle diverse azioni intraprese per ottenere il
maggior risparmio energetico.



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1 INTRODUZIONE
Nel presente Rapporto sono descritte parte delle attivit di Ricerca di Sistema svolte nellambito nel
Progetto Razionalizzazione dellIlluminazione Pubblica dellArea USI FINALI, una delle quattro
Aree di ricerca definite nellaccordo di programma triennale di Ricerca di Sistema (terzo triennio: anni
2006-2008) tra il Ministero per lo Sviluppo Economico e CESI RICERCA S.p.A., stipulato il 21 giugno
2007.
In particolare, lattivit qui di seguito descritta relativa al Deliverable 4.3 del PAR2008, dal titolo:
Le migliori tecnologie disponibili per lIlluminazione Pubblica,
e costituisce il terzo dei sei rapporti (deliverables) previsti nel progetto.
Il progetto in questione stato attivato a partire dallanno 2008, con riferimento a quanto stabilito dal
Ministero SE/Ufficio A1 (ex DGERM) nella lettera Prot. 0005891 del 28/03/2008.
Lobiettivo del presente lavoro quello di analizzare i possibili interventi effettuabili per la
razionalizzazione degli impianti di Illuminazione Pubblica (abbreviato con IP), al fine di conseguire la
migliore riduzione dei consumi energetici.
Le tematiche relative allilluminazione esterna sono di forte attualit e suscitano grande interesse, non
solo per tecnici e addetti ai lavori ma anche , e sempre di pi, per lopinione pubblica comunemente
intesa.
In tempi di crisi energetica e di cos alti costi dellenergia, lattenzione dei mass media si concentrata
molto sugli sprechi imputabili allilluminazione pubblica, trovando risonanza anche nella stampa non
propriamente tecnica; in realt la problematica non cos semplice e scontata come spesso viene
presentato in modo assai riduttivo e tralasciando di analizzare tutti gli aspetti della questione.
Pur premettendo che i consumi energetici in Italia imputabili allilluminazione pubblica rappresentano
ben poca cosa in valore relativo rispetto al valore complessivo dei consumi nazionali (i dati disponibili
sono attestati sul 2%, pari a circa 6 TWh/anno), esistono sicuri margini di miglioramento intesi a ridurre il
valore assoluto dei consumi per lilluminazione pubblica grazie a processi di innovazione tecnologica e
razionalizzazione.
Il settore dellilluminazione pubblica in questi ultimi anni stato notevolmente rivalutato dalle
Amministrazioni Comunali, in quanto strumento utile, se utilizzato in maniera professionale e
intelligente, per migliorare la qualit della vita urbana, e rendere pi attraente limmagine che la citt
offre ai suoi cittadini e ospiti.
Da una situazione quasi generalizzata in cui si praticamente gestito lesistente, limitandosi alla
realizzazione di interventi isolati e limitati, in relazione alle necessit contingenti, si passati ad una
tendenza in cui i problemi legati alla riqualificazione e allampliamento degli impianti, in ogni caso
necessari vista lobsolescenza della maggioranza delle installazioni, vengono affrontati in modo pi
razionale, ponendosi lobbiettivo di conseguire risultati esteticamente gradevoli e di forte impatto
comunicativo, congiuntamente al massimo contenimento dei consumi, al minor impatto ambientale e
allottimizzazione della gestione degli impianti nel tempo.
Il fiorire di leggi regionali che cercano di regolamentare la dispersione del flusso luminoso, le nuove
normative tecniche concepite a livello europeo, le molte possibilit offerte dalla tecnologia per migliorare
la qualit e lefficienza degli impianti hanno portato sempre pi alla ribalta le tematiche relative
allilluminazione esterna, specialmente in merito alla possibilit di ridurre i consumi energetici associati a
tale servizio.
Tale riduzione dei consumi deve per, in maniera imprescindibile, tener conto ed assecondare anche altre
esigenze che gli impianti di illuminazione esterni devono garantire.
Le tecnologie offerte per la IP devono infatti permettere di migliorare tutti quegli aspetti inerenti la:
- sicurezza per il traffico stradale veicolare per ridurre / evitare incidenti, perdita di informazioni sul
tragitto e sulla segnaletica in genere;

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- sicurezza fisica e psicologica delle persone; riducendo il numero di atti criminosi e soprattutto la
paura percepita che essi possano accadere frequentemente, a causa di una scadente illuminazione
degli spazi pubblici allaperto;
- sicurezza dal punto di vista elettrico ed antinfortunistico degli impianti;
- qualit della vita sociale con l'incentivazione delle attivit serali;
- migliore fruibilit degli spazi urbani secondo i criteri di destinazione urbanistica;
- valorizzazione delle emergenze architettoniche e ambientali durante la visione notturna,
aumentando l'interesse verso le stesse con scelta opportuna del colore, della direzione e
dell'intensit della luce, in relazione anche al contesto in cui sono inserite.
Questi obiettivi primari devono essere ottenuti cercando non solo di minimizzare i consumi energetici, ma
anche contenendo il pi possibile il flusso disperso, concausa dellinquinamento luminoso, l'invasivit
della luce e limpatto sullambiente dellintervento, ottimizzando i costi di esercizio e di manutenzione.
Pianificare quindi un intervento per migliorare lefficienza energetica nel campo dellilluminazione
pubblica non comporta solo la messa in gioco di considerazioni tecniche ed economiche: in primis
necessario rispettare la normativa in materia di sicurezza stradale e quindi considerare le necessit dovute
alla pubblica sicurezza, alla tutela del patrimonio artistico e alla incentivazione delle attivit sociali. Solo
dopo aver adempiuto a tali obblighi possibile rivolgere i propri sforzi allottimizzazione dei costi di
esercizio e manutenzione dellimpianto e al contenimento del flusso luminoso disperso.
Detto ci si pu facilmente comprendere come le variabili in gioco siano molte, in funzione sia delle
caratteristiche ambientali e delle necessit e peculiarit dellarea da illuminare, sia delle caratteristiche
degli impianti, sui quali si vuole intervenire, gi esistenti su tale area.
Affinch il presente lavoro di analisi possa concentrarsi su situazioni concrete e ipotesi reali, lattivit
descritta stata indirizzata su tre macro-aree di intervento della IP che si differenziano per caratteristiche
ed esigenze. Tali macro aree sono individuate nella Tabella 1 di seguito riportata.

Tabella 1 - Tipologie macro aree di intervento
MACRO
AREA
TIPO
DESCRIZIONE CARATTERISTICHE ESIGENZE
A.
Strade ad esclusivo o
prevalente traffico veicolare
- Velocit notevoli
- Lunghezze notevoli
- Difficolt di manutenzione
- Sicurezza stradale
- Elevata affidabilit
- Elevata efficienza
B.
Aree in contesto urbano con
traffico misto (veicolare +
ciclo-pedonale)
- presenza di persone
- presenza di attivit commerciali e
luoghi di aggregazione
- impianti inseriti in contesti
urbani, molte volte pregevoli per
arte e storia
- Sicurezza percepita
- ottima resa cromatica
- comfort visivo
- ottimo inserimento formale
degli impianti
C.
Grandi aree (piazze,
parcheggi, piazzali, ecc) con
traffico misto
- Superfici notevoli
- Limitazione nel posizionamento
dei punti luce
- elevata efficienza
- flessibilit delle possibilit di
installazione e delle ottiche
disponibili
Nelle macro aree di tipo A. rientrano anche le gallerie stradali e gli impianti sportivi outdoor, che,
presentando problematiche particolari, verranno solamente accennate, ma non approfondite, nel presente
lavoro.
Nelle aree di tipo B. rientrano oltre al traffico misto anche casi limite, in cui la destinazione duso
esclusivamente ciclopedonale, o solo pedonale.
Sempre nel caso B., ma anche eventualmente nel caso C (piazze), non si prenderanno in considerazione le
esigenze e le relative applicazioni dovute alla presenza di monumenti ed emergenze architettoniche, in

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quanto lilluminazione esterna monumentale ed architettonica esula dal presente lavoro e va valutata caso
per caso attraverso una progettazione illuminotecnica appropriata.

Lattivit di questo Rapporto si sviluppata secondo le seguenti fasi:
Definizione dello stato dellarte nellilluminazione pubblica;
Analisi delle prestazioni dei componenti ed impianti;
Azioni da intraprendere sugli impianti di illuminazione pubblica;
Confronti esemplificativi ed analisi costi/benefici.
Le attivit descritte nel presente rapporto sono state svolte con il contributo a cura del prof. Pietro
Fiorentin, del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, dellUniversit degli Studi di Padova, che si
avvalso della collaborazione dei consulenti, progettisti di impianti di illuminazione pubblica, ing. Anna
Busolini, arch. Maria Petener e ing.Giacomo Benassi.



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2 DEFINIZIONE DELLO STATO DELLARTE
Premesso che a monte di ciascun intervento di razionalizzazione di impianti di illuminazione pubblica ci
sia una progettazione professionale e curata, i risultati migliori in termini di risparmio energetico si
possono ottenere mediante limpiego dei materiali e delle apparecchiature pi adeguate allapplicazione
specifica, scelte ovviamente tra quelle che il mercato e la tecnologia mettono a disposizione.
Per questo motivo significativo presentare una rassegna di ci che offre lintero panorama nazionale
della pubblica illuminazione che includer:
- Tipologie principali di sorgenti luminose;
- Tipologie principali di apparecchi, in relazione alle varie categorie di impiego;
- Tipologie principali di sostegni, in relazione alle varie categorie di impiego;
- Tipologie di impianto elettrico.
Si cercher di indicare lo stato dellarte del settore, ma vista la velocit con cui la tecnologia propone
nuove soluzioni, si accenner pure a proposte innovative che gi si affacciano al mercato, anche se
talvolta sono ancora in attesa di una conferma della loro efficacia e delle loro effettive prestazioni, queste
ultime in continua e rapida evoluzione. Questa tematica riguardante le tecnologie illuminotecniche
emergenti, con particolare riferimento ai LED viene affrontata e approfondita diffusamente nella terza
parte dellattivit in cui articolato il programma previsto dal PAR 2008, introducendo in questo capitolo
comunque un breve richiamo.
2.1 Sorgenti luminose
Le sorgenti luminose utilizzate negli impianti di illuminazione per aree esterne devono possedere in
maniera imprescindibile alcune caratteristiche quali:
- efficienza luminosa elevata;
- elevata affidabilit;
- lunga durata di funzionamento;
- compatibilit ambientale (problema della presenza di sostanze nocive, dello smaltimento delle
sorgenti esauste, ecc.).
Inoltre nel caso di applicazioni legate allambiente urbano divengono prioritarie anche altre tematiche
relative a:
- tonalit della luce (temperatura di colore);
- indice di resa cromatica.
Nellambito di una classificazione delle sorgenti luminose basata sul modo con cui la luce viene generata,
si pu affermare che la vasta famiglia delle lampade a scarica nei gas ad alta densit, quella che
maggiormente risponde alle esigenze dellilluminazione per esterni; verranno quindi analizzate le molte
lampade adatte per lilluminazione esterna che rientrano in queste tipologie, sia quelle che ormai sono in
fase di dismissione in quanto sorpassate a livello di prestazioni, sia quelle di ultima generazione che le
stanno soppiantando. Si analizzeranno pertanto:
- lampade a vapori di mercurio ad alta pressione;
- lampade ad alogenuri metallici;
- lampade ai vapori di sodio a bassa pressione;
- lampade ai vapori di sodio ad alta e ad altissima pressione.
Inoltre sono state considerate anche le lampade a induzione basate, ancora, sulla scarica di gas, dove per,
la ionizzazione avviene senza la presenza di elettrodi ma grazie ad un circuito alimentato da un generatore
elettronico ad alta frequenza.
Per quanto riguarda lanalisi di ci che offre il mercato, ci si basati sui due principali produttori di
lampade a livello mondiale, specialmente nel campo delle lampade a scarica, che insieme coprono oltre il

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70 % del mercato: Osram e Philips.
Di seguito si riportano le schede relative ad ognuna delle tipologie di lampade sopra accennate, tenendo
conto per che allinterno di ogni tipologia, oltre ai modelli standard, vi possono essere anche molte
sotto-categorie, con particolari caratteristiche, e con prestazioni pi spinte sotto certi aspetti rispetto ad
altre. E questo ad esempio il caso delle lampade a vapori di sodio ad alta pressione, che esistono in pi
versioni di volta in volta mirate allesigenza di carattere prevalente:
- con efficienza maggiorata;
- a resa cromatica migliorata;
- con un contenuto nullo di mercurio;
- con vita media aumentata.

Tutte le tipologie di lampade analizzate e le varie sottofamiglie sono di seguito elencate nella Tabella 2.
Tabella 2 - Tipologie di lampade analizzate e le varie sottofamiglie
Philips Osram
Na ap rendim migliorato Na_ap_rm MASTER SON-T PIA Plus VIALOX NAV-T SUPER 4Y tubolare Edison
rendim migliorato MASTER SON PIA Plus VIALOX NAV-E SUPER 4Y ovoidale Edison
rendim migliorato - VIALOX NAV-TS SUPER 4Y tubolare doppio
rendim migl Hg free Na_ap_hgfree MASTER SON-T PIA Hg-Free - tubolare Edison
rendim migl Hg free MASTER SON PIA Senza Mercurio - ovoidale Edison
rendim migl Ra migl Na_ap_Ramigl MASTER SON-T Comfort - tubolare Edison
rendim migl Ra migl MASTER SON Comfort - ovoidale Edison
standard Na_ap_st MASTER SON-T VIALOX NAV-T (Standard) tubolare Edison
standard MASTER SON VIALOX NAV-E (Standard) ovoidale Edison
standard - VIALOX NAV-TS (Standard) tubolare doppio
vita media migl Na_ap_4Y - VIALOX NAV-T 4Y tubolare Edison
vita media migl - VIALOX NAV-E 4Y ovoidale Edison
sostitute Hg Na_ap_sub MASTER SON H VIALOX NAV-E Plug-in ovoidale Edison
Na aap altissima pressione Na_aap MASTER SDW-TG Mini - tubolare a spina
altissima pressione MASTER SDW-T - tubolare a spina
Na bp standard Na_bp_st SOX SOX tubolare baionetta
rendim migliorato Na_bp_rm MASTER SOX-E - tubolare baionetta
Hg ap vita media migl Hg_ap_4 HPL 4 HQL SUPER DE LUXE ovoidale Edison
Ra migl Hg_ap_Ra HPL Comfort HQL DE LUXE ovoidale Edison
standard Hg_ap_st HPL-N HQL STANDARD ovoidale Edison
Jm c compatte Jmc_c MASTERColour CDM-T POWERBALL HCI-TC tubolare a spina
compatte MASTERColour CDM-Tm Mini - tubolare prefocus
compatte MASTERColour CDM-TD POWERBALL HCI-TS tubolare doppio
non compatte Jmc_nc MASTER CosmoWhite CPO-TW - tubolare prefocus
non compatte - POWERBALL HCI-TM tubolare a spina
non compatte MASTER CityWhite CDO-TT POWERBALL HCI-TT tubolare Edison
non compatte - POWERBALL HCI-T tubolare a spina
non compatte - POWERBALL HCI-E ovoidale Edison
non compatte MASTER CityWhite CDO-ET POWERBALL HCI-E/P ovoidale Edison
Jm q ad arco Jmq MASTER MHN-SA - tubolare doppio/pref
ad arco - POWERSTAR HQI-TS ad a.c. tubolare a cavi
ad arco MASTER MHN-LA POWERSTAR HQI-TS ad a.l. tubolare a cavi
standard HPI-T POWERSTAR HQI-T tubolare Edison
standard MASTER HPI-T Plus POWERSTAR HQI-T tubolare Edison
standard - POWERSTAR HQI-E ovoidale Edison
standard MHN/W-TD POWERSTAR HQI-TS tubolare doppio/Fc
standard POWERSTAR HQI-T tubolare a spina
Ind standard Ind MASTER QL - ovoidale
*LEGENDA
Hg_ap vapori di mercurio ad alta pressione
Ind ad induzione
Na_ap vapori di sodio ad alta pressione
Na_aap vapori di sodio ad altissima pressione
Na_bp vapori di sodio a bassa pressione
Jm c ioduri metallici compatte
Jm c ioduri metallici non compatte
principio
funzio
namento*
tipologia
marca e modello
forma attacco
codifica
abbreviata
adotatta


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Per ogni sottocategoria si sono analizzate tutte le taglie disponibili, in quanto le potenze commerciali
variano molto in funzione del tipo di lampada e della tecnica costruttiva, come si pu osservare nella
successiva Tabella 3 in cui sono riportate, per entrambi i costruttori considerati, le potenze disponibili per
ogni tipologia di lampada.

Tabella 3 - Potenze disponibili per ogni tipologia di lampada considerata
Philips Osram Philips Osram Philips Osram Philips Osram Philips Osram Philips Osram
W 18 X X
20 X X
26 X
35 X X X X X
36 X
45 X
50 X X X X
55 X X X
60 X
66 X
70 X X X X X X
80 X X
85 X
90 X X X
91 X
100 X X X X X
110 X X
125 X X
131 X
135 X X
140 X
150 X X X X X X
165 X
210 X
220 X
250 X X X X X X X X
350 X X
400 X X X X X X
600 X X
700 X X
1.000 X X X X X X
1.800 X
2.000 X X
3.500 X
con tecnologia ceramica
con bruciatore al quarzo quarzo
ceramica
Jm
vapori di mercurio ad alta pressione
ad induzione
vapori di sodio ad alta pressione
vapori di sodio ad altissima pressione
vapori di sodio a bassa pressione
ioduri metallici
Induz
Na_ap
Na_aap
Na_bp
Hg_ap Induz Na_bp Na_ap
Na_aap
Hg_ap
LEGENDA
quarzo ceramica
Jm


La scelta di analizzare ogni singola potenza disponibile resa necessaria dal fatto che le prestazioni delle
lampade, allinterno della stessa famiglia, possono variare di molto da una taglia allaltra, specialmente
per quanto riguarda lefficienza.
Per ognuna delle potenze commerciali disponibili sul mercato, di ciascuna famiglia di lampade
considerate, stata quindi creata una scheda: tutte le schede sono riportate nellAllegato 1, e ciascuna
riporta le seguenti informazioni:

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1. Flusso luminoso emesso: dato dalla parte di radiazioni visibili, pesate con la visibilit
dellocchio umano in condizioni fotopiche, prodotte da una sorgente nellunit di tempo. L unit
di misura il lumen (lm).
2. Attacco: la parte di lampada che, inserita nel portalampada, la pone in contatto funzionale con i
punti terminali dellalimentazione elettrica. Gli attacchi sono classificati da una convenzione
internazionale e si identificano con delle sigle composte da due gruppi distinti di lettere e numeri
separati da una barra o trattino. La prima lettera maiuscola, seguita a volte da una lettera
minuscola, indica la tipologia di attacco (a vite o Edison, a spina, a baionetta, ecc.). Seguono una
o pi cifre che indicano in millimetri una lunghezza trasversale (ad esempio il diametro degli
attacchi a vite). Se dopo le cifre vi anche una lettera minuscola, questa indica il tipo di contatto
elettrico. Nel secondo gruppo vi sono solo numeri ed indicano rispettivamente la misura in
millimetri della lunghezza longitudinale dellattacco e del diametro esterno di elementi di
connessione tra attacco e bulbo, se presenti.
3. Efficienza luminosa (fotopica): definita come il rapporto tra il flusso luminoso emesso dalla
sorgente e la potenza da essa assorbita. Lunit di misura il lumen per Watt (lm/W). E uno dei
parametri pi importanti per la stima del consumo energetico, in quanto nelle lampade, anche in
quelle pi efficienti, lenergia elettrica assorbita si trasforma in parte in forme di energia diverse
dalla luce visibile, come le radiazioni UV ed il calore. Si deve inoltre precisare che lefficienza
luminosa varia anche in relazione alla curva di sensibilit spettrale dellocchio umano, anche
allinterno dello spettro nel visibile. Infatti le lampade con maggiore efficienza emettono energia
radiante a lunghezze donda vicine alla maggior sensibilit (
m
) dellocchio ovvero
m
=555nm
nella visione fotopica.
4. Indice di resa cromatica (Ra): quantifica la capacit di una sorgente di fare percepire i colori
degli oggetti illuminati, la quantificazione avviene per confronto con una sorgente di riferimento
e valuta lalterazione, o meno, del colore delle superfici illuminate percepito nelle due condizioni.
Diversamente da quanto avviene con lampade ad incandescenza, con le lampade a scarica si
possono verificare delle significative distorsioni cromatiche.
Il valore massimo dellindice di resa cromatica 100 e si verifica quando non vi differenza di
percezione del colore sotto la sorgente analizzata e con la sorgente di riferimento
5. Temperatura di colore: il parametro che descrive il colore apparente della luce emessa da una
sorgente luminosa. La temperatura del colore (CCT) definita come la temperatura di un corpo
nero (o Planckiano) che emette luce avente la stessa cromaticit della luce emessa dalla sorgente
sotto analisi. Questo parametro d informazioni precise sulla distribuzione spettrale dellenergia
luminosa solo per le sorgenti di tipo termico, mentre per le altre sorgenti luminose si parla di
temperatura isoprossimale di colore (o correlata). La temperatura isoprossimale di colore (o
correlata) viene definita come la temperatura del corpo nero il cui colore percepito pi si
avvicina a quello della sorgente osservata. La temperatura di colore si esprime in gradi Kelvin
(K).
6. Vita media: definita come il numero di ore di funzionamento dopo il quale il 50% delle
lampade di un congruo e rappresentativo lotto, funzionante in condizioni stabilite, si spegne. Il
test include sempre un ciclo di accensioni che varia in funzione del tipo di lampada. La vita
media viene comunemente chiamata anche vita utile e solitamente viene misurata in ore (h). Vi
sono molti fattori che influenzano la vita operativa di una lampada e sono legati alle condizioni
sfavorevoli di funzionamento, come la temperatura ambiente, il numero e la frequenza di
accensioni e, in caso di lampade a scarica, le sollecitazioni meccaniche.
7. Presenza Hg e Pb: presenza, tra i componenti delle lampade, di sostanze pericolose e nocive
quali mercurio e piombo. In merito allimpatto ambientale delle lampade, in questa sede tradotto
con la quantit di sostanze nocive contenute allinterno delle stesse, sarebbe interessante valutare
anche limpatto ambientale ed energetico legato allintero ciclo di vita delle lampade, dalla
produzione fino allo smaltimento delle stesse, tema questo che esula da questo lavoro.
Un completamento dellanalisi, da poter programmare quale secondo livello di studio, potr anche
comprendere il rilievo e il trattamento di altri dati quali:

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- gli assorbimenti delle lampade comprensivi degli accessori, quali alimentatore e accenditore, per
valutare lincidenza di tali accessori sul rendimento della lampada (queste informazioni non
vengono solitamente fornite dai costruttori nella documentazione abitualmente accessibile);
- la durata di vita media (anche queste informazioni per raramente fornite dai costruttori);
- gli spettri di emissione di ogni singola tipologia di lampada (in questo caso invece linformazione
viene abitualmente fornita dalle case costruttrici). Solo per le lampade agli ioduri metallici si sono
riportati in allegato alcuni spettri di emissione al fine di documentare la notevole variet di
possibilit tra le quali si pu scegliere.
Per permettere un primo confronto tra le varie tipologie, poich la mole della documentazione che ne
risulta notevole, sia a causa della frammentazione delle singole tipologie, che delle numerose potenze
commerciali disponibili, i dati sono stati organizzati in tabelle comparative, contenute allinterno
dellAllegato 2, in cui per ogni taglia commerciale disponibile sono riportate tutte le lampade presenti sul
mercato tra quelle analizzate, con le relative caratteristiche.
Infine, con lo scopo di fornire una valutazione sulle potenzialit ed efficacia di ciascuna tipologia di
lampade, e per definirne le applicazioni pi adatte, per cinque differenti intervalli di potenza, si sono
create altrettante tabelle riportate nel seguito che forniscono una indicazione schematica di quelli che
sono i pregi e i difetti di ciascuna tipologia di lampada, secondo i seguenti criteri:
Tabella 4 - Scala per pregi e difetti delle lampade
Giudizio Simbologia
efficienza
[lm/W]
comfort visivo
Ra
[-]
vita
media
[h]
impatto
ecologico
pessimo <= 60 <= 20 <5000
mediocre --- 60< <= 80 20< <= 50 5000< <=10000
discreto 1 80< <= 100 50< <= 80 10000< <= 20000 Hg
buono 2 100< <= 120 80< <= 90 20000< <= 30000 Hg ridotto
ottimo > 120 >= 90 > 30000 assenza

Chiaramente lefficienza il parametro fondamentale per ottenere lauspicato risparmio energetico, ma
deve essere possibilmente allineato anche con gli altri parametri: una sorgente dovrebbe presentare ottima
efficienza, bassi costi di manutenzione, legati ad una lunga vita media (insieme ad un limitato costo di
acquisto, che per non stato considerato), oltre a garantire un basso impatto ambientale, ovvero assenza
di sostanze nocive al suo interno. A proposito dellimpatto ecologico, valutato nellultima colonna della
tabella riassuntiva sopra riportata, occorre precisare che il giudizio fornito pu apparire alquanto deviante,
visto che la presenza generica di mercurio viene valutata discretamente, ma ci dovuto allassenza di
precise indicazioni fornite dalle case costruttrici a riguardo delle quantit di sostanze presenti nei singoli
modelli: nellimpossibilit di poter distinguere diversi livelli di presenza di sostanze nocive, si scelto di
indicare solo la presenza o meno del mercurio (la presenza di altre sostanze come il piombo molto spesso
non neanche specificata), e di evidenziare i casi in cui si cercato di ridurre i contenuti rispetto allo
standard, ma senza avere cognizione di causa dei contenuti esatti che non sono quindi confrontabili. La
valutazione con giudizio discreto della presenza di mercurio quindi in realt un giudizio di

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mediocrit, visto che in assenza dei dati quantitativi, non stato possibile distinguere diversi livelli o
meno di bont della sorgente luminosa rispetto limpatto che pu avere sullambiente.
Da questo punto di vista, attualmente la lampada al sodio bassa pressione, pur essendo figlia di una
tecnologia matura, resta ancora la migliore a livello di efficienza; inoltre la sua vita media buona, anche
se non eccezionale. Presenta per due grossi handicap: ha dimensioni notevoli, in particolare rispetto alle
altre lampade, fatto che non permette di ottenere ottiche con prestazioni particolarmente elevate, ma
soprattutto fastidiosamente monocromatica, priva di un minimo di resa cromatica.
Le sorgenti al sodio ad alta pressione rappresentano una valida alternativa, specialmente nella versione
Hg free (anche se non la configurazione con il rendimento migliore) che garantisce ottimi risultati,
mantenendo per, pur in maniera pi accettabile, una significativa deficienza per quanto riguarda il
comfort visivo.
Nelle applicazioni urbane, dove diventa invece fondamentale anche il comfort visivo, lideale sarebbe una
sorgente che oltre ai requisiti appena esposti, affiancasse anche una buona resa cromatica e una gradevole
temperatura di colore. La soluzione a tale problema viene, ad esempio, dalle recenti lampade a ioduri
metallici miniaturizzate della Philips, dette Cosmopolis (CPO), che allalta efficienza (che supera quella
del sodio alta pressione) associano una ottima resa cromatica e una calda ma brillante temperatura di
colore. Inoltre le ridotte dimensioni delle lampade permettono di ottenere ottiche con prestazioni
particolarmente buone, che fanno si che tale lampada rappresenti lattuale soluzione migliore per
lilluminazione pubblica dal punto di vista delle prestazioni. Tali lampade funzionano per solamente con
il reattore elettronico e ci comporta dei limiti nella eventuale regolazione durante le ore notturne centrali,
per permettere un ulteriore risparmio energetico quando il traffico stradale limitato, come illustrato nei
paragrafi successivi.
Le lampade ad induzione, nelle quali molte speranze erano state riposte, non hanno avuto lo sviluppo
sperato in quanto lefficienza limitata e il prezzo eccessivo non hanno compensato i pregi legati alla lunga
vita media e allassenza di disturbi durante il funzionamento.
2.1.1 Tecnologia basata sui LED
Anche se assenti nella tabella finale riassuntiva, in quanto non ancora presenti sul mercato con la stessa
diffusione capillare e con ampie variet di tipologie come accade per le lampade a scarica, un accenno
doveroso necessario dedicarlo alle lampade allo stato solido basate su LED, che sono in rapidissimo
sviluppo e i cui dati sono in continuo aggiornamento.
Negli ultimi anni lo sviluppo di dispositivi LED basati sulla tecnologia GaN, capaci di coprire un ampio
spettro di emissione dal verde fino allultravioletto, sta portando ad una rivoluzione nellindustria
dedicata allilluminazione, infatti lintroduzione di strutture ad elevata efficienza luminosa mira a
rimpiazzare le sorgenti bianche comunemente usate per scopi generali dilluminazione. Allo stato attuale
sono gi utilizzati per realizzare sorgenti luminose complesse LED che hanno unefficienza luminosa
superiore a 100 lm/W, mentre sviluppi di ricerca hanno gi raggiunto efficienze pari a 130 lm/W e
indicano un continuo e rapido aumento.
Il vantaggio nelladottare la tecnologia LED per lilluminazione generale, non appena sia assodata e
competitiva sotto il profilo tecnico, energetico ed economico la sua superiorit su altri tipi di sorgenti,
consiste soprattutto nel poter di disporre di unilluminazione a luce bianca con notevoli vantaggi
energetici di tipo indiretto legati alla possibilit di adottare normativamente livelli di luminanza nominale
pi bassi per il fatto che la visione avviene in modo efficace in condizioni mesopiche. Inoltre, verrebbe
decisamente migliorata la percezione dei colori, con vantaggi anche sotto il profilo della sicurezza, e
sarebbe eliminato del tutto dal campo dellilluminazione il pericolo di inquinamento da mercurio,
presente nelle attuali lampade a scarica.
Si tratta di sorgenti di ridotte dimensioni con una emissione luminosa essenzialmente nel loro semispazio
anteriore che sono diventate di interesse illuminotecnico da quando sono stati realizzati i primi LED di
potenza. La realizzazione di LED di potenza con emissione nelle lunghezze donda nel blu o ultravioletto
ha permesso infatti di realizzare in modo efficiente LED a luce bianca attraverso limpiego di fosfori. La

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stabilit della loro efficienza e del loro colore nel corso del loro impiego non ancora bene consolidata,
ma presenta una importante evoluzione positiva.
Essendo i LED alimentati normalmente in controllo di corrente, i prodotti sono suddivisi per i valori della
corrente nominale, tipicamente 350, 750 e 1000 mA. Considerando che la caduta di tensione su un LED
bianco a giunzione singola di circa 3,4 V, le corrispondenti potenze nominali sono di conseguenza 1,2,
2,5 e 3,4 W. I flussi luminosi per LED bianchi sono tipicamente di 40-100 lm per LED alimentati a
350 mA. Allaumentare della corrente c un calo di efficienza quantica e per esempio sono
commercialmente disponibili LED da 150 lm a 1A.
Esistono in commercio anche LED che, senza luso di un alimentatore dedicato, ma con lutilizzo
solamente due resistori, possono essere alimentati direttamente alla tensione di rete (110 V 240 V). Essi
consistono in serie di pi LED direttamente realizzate nello stesso chip operanti alternativamente su una
delle due semionde della tensione d rete.
Le migliori efficienze dei LED bianchi sono attualmente ottenute per temperature di colore molto elevate
(dellordine di 5700 K) che non permettono un loro impiego per una gradevole illuminazione dinterni;
essi si possono invece presentare vantaggiosi per lilluminazione esterna, in particolare lavorando a bassi
livelli di luminanza, per i quali locchio umano ha una maggiore sensibilit nel verde-blu. La loro
applicazione potrebbe permettere di adottare livelli di luminanza minori, pur mantenendo gli stessi
standard di sicurezza, rispetto allimpiego delle convenzionali lampade al sodio (per considerare le
sorgenti attualmente impiegate a maggiore efficienza luminosa) con emissione centrata sul giallo. Anche
se lattuale normativa per lilluminazione esterna considera gi la possibilit di ridurre i livelli di
luminanza in presenza di sorgenti con buona resa cromatica, sar necessaria ancora una ulteriore
sperimentazione prima che le sorgenti e i livelli di luminanza necessari per la sicurezza stradale possano
essere valutati direttamente sulla base delle condizioni di visione mesopiche.
Gli attuali LED bianchi sono normalmente suddivisi in tre grandi famiglie, quando si analizza la qualit
della loro luce: bianco freddo, bianco neutro e bianco caldo. Tutte le famiglie presentano un basso indice
di resa cromatica, che varia da 70 a 90. Tale prodotto non quindi ancora considerato molto interessante
per lilluminazione dinterni dove la resa del colore assume maggiore importanza. Unattivit di sviluppo
attualmente in corso mira al superamento di questo limite, fatto che porter ad un notevole impatto dal
punto di vista del risparmio energetico, quando la tecnologia LED potr essere pesantemente introdotta
nellilluminazione degli interni.
Per le sorgenti a LED, sia bianche che colorate, normalmente dichiarata una vita media dellordine di
20.000-50.000 ore di operazione. Si tratta in realt di un tempo stimato in condizioni operative molto
diverse da quelle nelle quali si troverebbero ad operare i LED se usati per scopi illuminotecnici. Un
esempio per tutti la temperatura di lavoro alla quale viene dichiarata la durata, pari a 25C per la
giunzione del LED. evidente che tale valore non potr essere mantenuto durante unoperazione con la
temperatura ambiente che pu superare i 30C e la necessit di disperdere nellambiente la potenza
dissipata allinterno del dispositivo. In particolare, proprio limpossibilit di mantenere bassa la
temperatura di giunzione porta ad una accelerazione del degrado del dispositivo se utilizzato nelle sue
condizioni elettriche nominali. Ricerche nel campo dei semiconduttori sono in atto per migliorare queste
prestazioni.
La possibilit di realizzare la luce bianca tramite la combinazione di tre o pi LED colorati non
attualmente conveniente da un punto di vista energetico per lilluminazione di esterni, il loro impiego pu
diventare interessante in particolari applicazioni di interni quali lilluminazione di opere darte, dove
richiesto almeno un buon indice di resa cromatica, se non una sorgente luminosa dedicata allopera
illuminata, o in applicazioni teatrali, dove pu essere importante potere variare la cromaticit, se non il
colore, della luce.
I produttori dominanti di LED di potenze interessanti per lilluminazione sono Philips, Cree, Nichia, ....
Altri minori produttori stano apparendo sul mercato presentando anche prezzi particolarmente competitivi
anche se non sempre le prestazioni che sono in grado di garantire eguagliano quelle dei maggiori.


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2.1.2 Tabelle delle sorgenti luminose
Prima di introdurre le tabelle di sintesi relative ai pregi e difetti delle varie sorgenti luminose (s.l.) distinte
per potenza si riporta di seguito la legenda per facilitarne la lettura delle stesse.

Legenda per lettura Tabelle Pregi e difetti da Tabella 5 a Tabella 9

Na s.l. a vapori di sodio
Hg s.l. a vapori di mercurio
Jm s.l. a ioduri metallici
Induz s.l. ad induzione elettromagnetica
bp bassa pressione
ap alta pressione
aap altissima pressione
standard standard
q a rendimento migliorato
4Y a vita media migliorata
Ra a maggiore resa cromatica
Hgfree senza mercurio
sub sostitute delle s.l. a vapori di Hg
ceramica a tecnologia ceramica
compatta compatta
non comp. non compatta
quarzo con bruciatore al quarzo



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Tabella 5 - Pregi e i difetti delle lampade
analizzate: potenza da 18W a 70W

Tabella 6 - Pregi e i difetti delle lampade
analizzate: potenza da 80W a 100W


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Tabella 7 - Pregi e i difetti delle lampade
analizzate: potenza da 110W a 150W

Tabella 8 - Pregi e i difetti delle lampade
analizzate: potenza da 165W a 250W


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Tabella 9 - Pregi e i difetti delle lampade analizzate: potenza da 350W a 400W

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2.2 Apparecchi di illuminazione
A livello di prestazioni gli apparecchi di illuminazione per esterni devono anzitutto rispondere ai
seguenti requisiti di carattere generale:
- buon controllo del flusso luminoso sia ai fini del conseguimento di un adeguato rendimento che
della prevenzione dellabbagliamento;
- grado di protezione adeguato per la sicurezza dimpiego anche in condizioni atmosferiche
sfavorevoli dovute al funzionamento continuato alle intemperie;
- permettere lagevole sostituzione delle lampade e delle relative apparecchiature di
alimentazione, viste le difficili condizioni in cui avviene la manutenzione (altezze notevoli e in
presenza di traffico);
- garantire un buon funzionamento ed una buona durata delle lampade e delle apparecchiature di
alimentazione;
- soddisfare le concomitanti esigenze di costo, durata ed estetica.
A differenza dellilluminazione per interni, in cui predominano aspetti legati alla grande variet di
esigenze estetiche e decorative, che conseguentemente producono unenorme quantit di tipologie, negli
esterni dominano le esigenze funzionali: tuttavia la gamma di apparecchi offerta dal mercato molto
vasta.
Per circoscrivere il campo, di seguito si analizza lofferta di mercato suddividendola in funzione
dellapplicazione, rifacendosi alla distinzione gi operata nel primo capitolo:

TIPO DESCRIZIONE APPLICAZIONE
A. apparecchi stradali Strade ad esclusivo o prevalente traffico veicolare
B.1 apparecchi da arredo urbano Aree in contesto urbano con traffico misto (veicolare e/o
ciclo-pedonale)
B.2 apparecchi per aree
residenziali
Aree in contesto urbano con traffico esclusivamente
ciclo/pedonale e aree verdi
C. apparecchi per grandi aree Grandi aree (piazze, parcheggi, piazzali, ecc) con traffico
misto

Per gli apparecchi raggruppati nella tipologia B relativa alle aree urbane, si fatta unulteriore
distinzione tra gli apparecchi idonei sia allilluminazione stradale che pedonale, B.1, e quelli invece
puramente residenziali, pur sempre in ambito pubblico, B.2, adatti alle aree verdi e percorsi
esclusivamente ciclo/pedonali.
Per quanto riguarda le grandi aree, il caso C., si sono considerati proiettori di medie dimensioni e
potenza fino ai 600 W, escludendo quelli di alta potenza, pari o maggiori di 1000W, in quanto
apparecchi espressamente studiati, salvo rare applicazioni, per aree di notevoli dimensioni, come ad
esempio gli impianti sportivi con necessit di riprese televisive, applicazioni che esulano dagli scopi del
presente lavoro.
Per decidere quali apparecchiature analizzare, affinch rappresentino una significativa rassegna di ci
che il mercato offre, ci si basati su una ricerca di mercato datata agosto 2007 effettuata dalla societ
Databank spa di Milano nellambito delliniziativa Competitors, in merito ai Corpi illuminanti. Tale
ricerca, che stata gentilmente fornita dalla Philips, in realt un documento, redatto da una societ
privata, proposto ai vari costruttori di apparecchi che desiderano conoscere il mercato in cui operano,
disponibile a pagamento, e non quindi pubblicabile, se non previa richiesta di autorizzazione.
Nella tabella 84 di tale ricerca, di seguito allegata in Tabella 10, sono riportati il volume di vendite e le
quote di presenza sul mercato in valore percentuale delle principali ditte presenti in Italia nel segmento

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dellilluminazione stradale, mentre nella tabella 85, anchessa riportata di seguito in Tabella 11, vi
sono i medesimi parametri riferiti al segmento dellilluminazione di aree urbane e verdi.
Tabella 10 Illuminazione stradale e grandi aree: consumo apparente e relative quote (da iniziativa
Competitors)

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Tabella 11 - Illuminazione di aree urbane e verdi: consumo apparente e relative quote (da iniziativa
Competitors)

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Facendo riferimento a tali tabelle si sono presi in considerazione i prodotti delle ditte presenti sul
mercato in maniera pi efficace, salvo alcune apparecchiature individuate tra la produzione di ditte
minori che rappresentano una novit o un unicum sul mercato.
Le tabelle rappresentano un primo passo verso lindividuazione di ci che offre il mercato, ma non sono
certo esaustive, perch ogni ditta, in esse segnalata, produce una vasta gamma di prodotti adatti
allilluminazione esterna.
Per le principali ditte sono stati quindi individuati solamente uno o al massimo due tra i prodotti proposti
in catalogo, privilegiando il modello che la casa produttrice spinge commercialmente in maniera
maggiore giustificandolo come al top della propria gamma, ed eventualmente considerando anche un
ulteriore prodotto proposto come valida alternativa in funzione del positivo rapporto qualit - prezzo.
Gli apparecchi analizzati sono i seguenti:
A. ILLUMINAZIONE STRADALE
Produttore Modello apparecchi illuminanti
DISANO Max
DISANO Tonale
PHILIPS Iridium
PHILIPS Selenium
FIVEP Oyster
AEC AEC2
AEC Lunoide
SBP Lyra
FAEL Match5-Way
THORN Oracle
THORN Orus
G.C. ILLUMINATION AG3
B.1 ARREDO URBANO STRADALE /RESIDENZIALE
Produttore Modello apparecchi illuminanti
IGUZZINI Lavinia
IGUZZINI Argo
DISANO Metropolis
DISANO Vista
NERI Morfomatic
AEC Logica
AEC Ecolo
SBP Kyro
PHILIPS City-Soul
THORN Dyana
B.2 ARREDO URBANO RESIDENZIALE
Produttore Modello apparecchi illuminanti
IGUZZINI Flaminia
DISANO Vista
AEC Triloga
SBP Hedo
MARECO Ki-ara

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C. ILLUMINAZIONE GRANDI AREE
Produttore Modello apparecchi illuminanti
DISANO Indio
PHILIPS Decoflood
PHILIPS Optiflood
FIVEP Area
THORN Contrast
THORN Areaflood

Per ogni apparecchio stata creata una scheda che ne riporta le caratteristiche principali, sia a livello
costruttivo che illuminotecnico. Tutte le tabelle relative agli apparecchi di illuminazione sono contenute
allinterno dellAllegato 3.
Le schede si differenziano leggermente a seconda del tipo di apparecchio, cio sono diverse nel caso si
tratti di un apparecchio stradale puro, ovvero di arredo urbano o per grandi aree, ma le caratteristiche
che in ogni caso sono state prese in considerazione sono le seguenti:
- grado di protezione IP: nel caso in cui coincidano, il grado di protezione del vano ottico e del vano
ausiliari sar espresso da un'unica coppia di cifre; in caso contrario le coppie di cifre saranno 2
separate da una sbarra;
- la tensione di funzionamento;
- i materiali costruttivi sia del telaio che della carenatura, distinguendo tra pressofusione di allumino e
un generico materiale plastico, visto che questultimo in realt presente in molteplici varianti;
- lo possibilit o meno di regolare il fuoco della lampada, con leventuale numero di posizioni
adottabili;
- la tipologia di lampade istallabili, suddivise per macro famiglie, ed eventualmente ulteriormente
suddivise per tipo di attacco: a vapori di mercurio, sodio alta pressione (attacco Edison o doppio
attacco), ioduri metallici con bruciatore ceramico (sia attacco Edison, che doppio attacco e a spina),
ioduri metallici tradizionali, fluorescenti, incandescenza, a induzione;
- il diffusore adottabile, sia esso vetro piano, vetro ribassato, coppa trasparente o coppa prismatizzata;
- le possibilit di istallazione, sia essa portata, sospesa, a sbraccio;
- le taglie disponibili, sia a livello dimensionale che di potenze di lampade istallabili;
- la disponibilit di varie tipologie di ottiche sullo stesso apparecchio (ad esempio: ottica stradale, per
ciclabili, per passaggi pedonali, diffondente, asimmetrica, ecc.);
- rendimento ottico dellapparecchio (LOR) definito per un determinato tipo di lampada, la Sodio alta
pressione tubolare, e una determinata potenza (100 W o 150 W, se non disponibile la taglia
minore), con lampada nella posizione pre-impostata dal produttore;
- il valore dellintensit luminosa massima e di quella corrispondente allangolo = 90.
Per quanto riguarda le curve fotometriche dei singoli apparecchi si preferito non riportarle sulle
schede, limitandosi a segnalare solo alcuni parametri caratteristici in determinate condizioni, perch la
casistica sarebbe stata eccessiva, visto che dipendono dal tipo di lampada, e inoltre le diverse possibilit
di regolazione della posizione della lampada, associate ai diversi diffusori adottabili, creano un numero
talmente elevato di combinazioni, specialmente in certi modelli, che si preferito rimandare alla
documentazione fornita dal produttore stesso, per i casi di specifico interesse.
La intensit luminosa a 90 stata riportata in quanto aiuta, insieme allintensit massima, a
caratterizzare sinteticamente la fotometria dellapparecchio e permette di dare un primo giudizio sulla
sua bont. Si segnala inoltre che la verifica di tale dato ormai richiesta da molte leggi regionali in tema
di dispersione del flusso luminoso verso lalto, mentre in merito allulteriore parametro della percentuale

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del flusso luminoso disperso, risulta molto difficile ottenere informazioni, anche se il dato auspicato
dalla nuova normativa europea Implementing Directive 2005/32/EC.

Occorre far notare come i dati fotometrici di apparecchi afferenti ad alcune case produttrici non siano
facilmente reperibili, sia nella documentazione cartacea che le stesse mettono a disposizione dei
progettisti, che sul relativo sito internet.
Inoltre, un valore aggiunto come quello di poter modificare il fuoco della lampada per adattare la
fotometria a diverse geometrie dinstallazione, molte volte non ben messo in evidenza nella
documentazione messa a disposizione, anche se disponibile.

Il rendimento dellapparecchio e le intensit luminose in determinate direzioni non sono per dati auto
consistenti per valutare la bont fotometrica dellapparecchio; infatti di fondamentale importanza
anche la valutazione nello specifico contesto in cui verr installato. Per tale ragione, nei paragrafi
successivi si presenter una valutazione di dettaglio di alcuni apparecchi, applicandoli in situazioni reali.

Al di l del valore illuminotecnico, che verr valutato pi nel dettaglio in paragrafi successivi, lanalisi
delle tabelle riportate consente per di identificare quali siano le diversit, specialmente a livello di
illuminazione stradale, tra apparecchi e modelli esteticamente molto simili:
- a livello di materiali costruttivi: materiale plastico, anzich pressofusione di alluminio. Cambia il
prezzo ma cambia anche laffidabilit nel tempo dellinvolucro della parte elettrica ed ottica (a tal
proposito sarebbe interessante considerare anche i vari sistemi di chiusura/apertura degli apparecchi, le
guarnizioni e la qualit del cablaggio elettrico);
- a livello di differenziazione delle taglie a seconda delle potenze installate: una sola taglia (o poche) o
molte taglie. Poter disporre di molte taglie sinonimo di qualit e ottimizzazione delle ottiche a seconda
dellaltezza di installazione, oltre che, specialmente a livello di arredo urbano, poter differenziare le
dimensioni a seconda dellaltezza di installazione; ci consente di ottenere risultati esteticamente pi
gradevoli, proporzionati e mirati rispetto a soluzioni unificate;
- fuoco fisso o fuoco modificabile: la possibilit di variare la posizione del fuoco della lampada permette
di ottimizzare il fattore di utilizzazione dellapparecchio in funzione della geometria di installazione
(altezza, sbraccio e posizione rispetto la carreggiata) e della larghezza della strada.

Nota: Sarebbe interessante analizzare come tali differenze, che si ripercuotono sulla bont o meno
dellapparecchio, influiscono sul prezzo commerciale a cui i corpi illuminanti vengono proposti, anche
se tale valutazione sarebbe ancora pi opportuna quando si andranno ad analizzare alcuni casi pratici
per vedere quanto incide sul costo totale di installazione prevedere un apparecchio di qualit.

Quanto stato e verr esposto per gli apparecchi illuminanti utilizzati nellilluminazione pubblica, vale
per unilluminazione diretta, in cui lapparecchio viene puntato verso la superficie che si vuole
illuminare (Figura 1 e Figura 2). Occorre per ricordare che vi sono sul mercato varie proposte per
utilizzare unilluminazione indiretta, analogamente a quanto avviene negli interni, anche in ambito
outdoor, ponendo al di sopra dellapparecchio, che viene rivolto verso lalto, una superficie riflettente
apposita che rimanda verso terra il flusso luminoso che intercetta (Figura 3).
Tale accorgimento finalizzato solamente a rendere pi morbido il risultato finale, con finalit
estetiche e di miglioramento del comfort visivo, per cui non verr preso in considerazione nellambito
stradale e di arredo urbano, mentre sarebbe pi interessante considerarne gli effetti applicativi in grandi
aree e a notevoli altezze.

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Figura 1 - Apparecchio a luce diretta

Figura 2 - Apparecchio a luce diretta
con pannello fotovoltaico

Va anche affermato con chiarezza che tali soluzioni non sono comunque competitive a priori sotto il
profilo energetico, a meno che non si pongano a confronto, come talvolta viene fatto dai costruttori,
realt non confrontabili tra loro (ad esempio perch impiegano diverse tipologie di sorgenti luminose).

Figura 3 - Esempi di sistemi a luce indiretta
2.3 Sostegni
Anche nelle tipologie dei sostegni utilizzati per lilluminazione pubblica, vi sono forti differenze legate
al tipo di applicazione: le varie caratteristiche, quali materiali, altezze e forme variano a seconda del
campo di utilizzazione, ma tali differenze sono dettate da ragioni quasi esclusivamente estetiche ed
economiche pi che da esigenze tecniche.
2.3.1 Modo dinstallazione
Il primo e pi grossolano distinguo che si pu effettuare riguarda il modo dinstallazione (Figura 4);
nellilluminazione pubblica le possibilit pi ricorrenti sono le seguenti:

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- a palo: il pi utilizzato, in varie modalit e varianti, in tutte le applicazioni, sia urbane che extra-
urbane, che nelle grandi aree;
- su sbraccio/mensola a muro: utilizzato quasi esclusivamente in ambito urbano, dove ci sono edifici
su cui ancorarsi; meno frequentemente, presente anche nelle grandi aree circondate da edifici, quando
vi sono vincoli o impedimenti nel posizionare pali;
- a sospensione (detto anche a tesata): meno frequente rispetto al passato, modalit finalizzata a porre
lapparecchio illuminante al disopra e centralmente allarea da illuminare, utilizzata esclusivamente in
ambito urbano, tendendo le funi di ancoraggio tra edifici posti uno di fronte allaltro o servendosi di pali
di sostegno;
- su torre faro: modalit utilizzata esclusivamente per grandi aree, ponendo a notevole altezza (si va in
media dai 10 ai 30 m circa) un gruppo di proiettori variamente orientati.
Raramente vi pu essere anche linstallazione:
- a plafone, ad esempio nei sottoportici dei centri cittadini;
- e a parete, nel caso che non vi sia interposizione di mensole di fissaggio tra apparecchi e
superfici su cui viene installato lapparecchio.


Figura 4 - Tipiche disposizioni per apparecchi stradali
Di seguito si riportano diverse immagini con esempi di modalit di installazione degli apparecchi
illuminanti.


Figura 5 - A sospensione o tesata

Figura 6 - Sbraccio a muro

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Figura 7 - Su palo, a testapalo

Figura 8 - Su palo, con sbraccio curvo


Figura 9 - Su palo da arredo urbano

Figura 10 - Su palina
Linstallazione dellapparecchio illuminante su PALO rappresenta la modalit pi utilizzata, nel seguito
pertanto vengono analizzate nel dettaglio tutte le varianti che vi sono nellinstallazione A PALO.
Inoltre, poich un modo dinstallazione che interessa tutte le applicazioni, sia quelle stradali, caso A.,
che quelle urbane, caso B., che le grandi aree, caso C., nella Tabella 12 a fianco di ogni variante
vengono anche indicati i casi in cui tale variante viene utilizzata.

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Tabella 12 - Tipologie di installazione su palo
Caso A. Caso B. Caso C.
Acciaio saldato X X X
Acciaio laminato X X X
Alluminio - X -
Vetroresina X - -
MATERIALI


Legno - X -
Conica X X -
Rastremata X X X
Cilindrica - X -
Quadrata - X -
FORMA
Poligonale X X X
Zincato X - X FINITURA
Zincato+ Verniciato X X -
In plinto X X X INFISSIONE
Su piastra - X -
ALTEZZE FUORI
TERRA
Varie, ma ve ne sono alcune
consigliate dalla norma UNI
EN 40
Dai 6 ai 12 m
circa
Dai 3 ai 9 m
circa
Oltre i 9 m
A testa palo X X X MODALITA'
FISSAGGIO
APPARECCHIO
Su sbraccio* X X
Nota * Nel caso in cui venga utilizzato uno sbraccio, le varianti della forma di tale sbraccio sono
innumerevoli, specialmente in ambito urbano in cui si rientra in prodotti da arredo, mentre in ambito
stradale si pu distinguere semplicemente tra sbraccio curvo e dritto. A volte lo sbraccio non un
elemento aggiuntivo ma ottenuto dalla curvatura del palo stesso (Figura 8).
Per quanto riguarda le sporgenze di tali sbracci, possono essere anchesse innumerevoli, da qualche
decina di centimetri fino a qualche metro, salvo rifarsi al consiglio della norma UNI EN 40 che prevede
di standardizzare le sporgenze in solo 12 possibilit (da 0,3 m fino a 4,5 m).
Gli sbracci possono essere anche pi duno sullo stesso palo. Anche nellinstallazione a testa palo
possibile installare pi di un apparecchio, mediante lapplicazione di un accessorio che non altro che
uno sbraccio di lunghezza minima, anche se in tale maniera lattacco dellapparecchio non pi a testa
palo, cio da sotto, ma laterale.
2.3.2 Caratteristiche
Per quanto riguarda pi nel dettaglio le varie possibilit individuate nella tabella precedente, si pu
osservare per i vari supporti le caratteristiche di seguito riportate:
MATERIALI: il pi utilizzato lacciaio; la vetroresina ha il vantaggio di consentire pali molto
leggeri di facile movimentazione e che creano meno problemi di sicurezza in caso di incidente,
ma presentano dimensioni maggiori nei diametri che rendono molto tozzo il sostegno;
lalluminio permette una maggiore lavorabilit del materiale che si traduce in una molteplicit di
forme ottenibili, molto apprezzate a livello di arredo urbano, ma, pur con maggior di garanzia di
durata nel tempo, presenta costi troppo elevati che non lo rendono appetibile sul mercato italiano
(diverso invece ad esempio il discorso in Francia dove molto utilizzato). Il legno utilizzato
solo in determinate applicazioni legate ad interventi di arredo urbano in aree verdi e contesti di
alto valore ambientale, in quanto presenta costi elevati e minor garanzie di durata nel tempo, pur
se trattato in autoclave.

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FORMA: attualmente la pi utilizzata la forma conica in lamiera saldata, anche se in passato si
preferiva il palo rastremato saldato, che aveva costi minori; i pali quadrati e cilindrici vengono
usati per lo pi per basse altezze e in arredo urbano, mentre quelli poligonali presentano
maggiore resistenza meccanica. Per larredo urbano vi sono inoltre numerosissime varianti e
combinazioni di forme che non possono essere catalogate. Da ricordare la differenza tra il palo
in lamiera saldata, e quello trafilato, di maggiore qualit, ottenuto mediante lavorazione a caldo
dellacciaio.
FINITURA: per garantire la tenuta nel tempo alla corrosione necessaria la zincatura a caldo
del sostegno, eventualmente associata alla verniciatura a polveri se si vuole un miglior risultato
estetico che duri nel tempo ( il caso dellarredo urbano e di impianti in ambito urbano).
INFISSIONE: Nella maggioranza dei casi viene predisposto il plinto in cui viene infisso il
sostegno, tranne nei casi in cui vi sono problemi a scavare sotto una certa profondit (ad
esempio per presenza di sottoservizi o rogge interrate) per i quali si prevede una piastra con
tirafondi. Inoltre nella sezione di incastro del palo opportuno proteggere il palo con una guaina
termorestringente o meglio ancora un manicotto in acciaio.
2.3.3 Disposizione dei supporti
In merito alla disposizione dei punti luce possono esserci varie possibilit dettate da esigenze
illuminotecniche e/o limitazioni, che determinano altrettante tipologie di impianto. Nella successiva
Figura 11 si riportano schematicamente le tipologie pi utilizzate.


Figura 11 - Disposizione dei pali
Nei tratti stradali rettilinei le tipiche disposizioni dei sostegni degli apparecchi illuminanti sono quelle:
- UNIFILARE - caso a) di Figura 11 => i centri luminosi sono disposti lungo un lato della
carreggiata. Tale disposizione la pi economica e va sempre utilizzata, quando si pu
realizzare la condizione L h (con L = larghezza carreggiata e h = altezza palo)
- BIFILARE o Affacciato (detto anche contrapposto) - caso b) => i centri luminosi sono disposti
lungo entrambi i lati della carreggiata alla stessa interdistanza;
- a QUINCONCE o alternato caso c) => i centri luminosi sono disposti lungo entrambi i lati
della carreggiata, ma sfalsati di mezza interdistanza;

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- BIFILARE centrale o Assiale caso d) => i centri luminosi sono disposti lungo lasse della
carreggiata, sullo spartitraffico che separa le due corsie di traffico. In questo caso il palo pu
essere dotato di due sbracci - caso e);
- a CATENARIA o a sospensione caso f) => i centri luminosi sono disposti lungo lasse della
carreggiata attraverso una tesata. Gli apparecchi dilluminazione sono sospesi sulla sede
stradale mediante funi di sostegno tesate tra due edifici. Qualora uno o entrambi i lati della
strada siano privi di edifici, se comunque indispensabile realizzare limpianto in sospensione,
si ricorre allutilizzo di pali detti pali tiro-fune.

2.4 Impianto elettrico
Il sistema elettrico di un impianto di illuminazione pubblica assolve le seguenti funzioni:
- alimentazione delle lampade con una caduta di tensione non superiore al 5%;
- protezione contro i cortocircuiti, i contatti diretti e indiretti, le scariche atmosferiche;
- inserzione e disinserzione del circuito di alimentazione tramite usualmente cellula fotoelettrica o
altro dispositivo come lorologio astronomico;
- regolazione del flusso (eventuale);
- telecontrollo dellimpianto (eventuale).
Degli ultimi tre punti (dispositivi di inserzione/disinserzione, regolazione flusso e telecontrollo) si
tratter pi approfonditamente nei capitoli successivi, mentre di seguito si fa il punto della situazione in
merito allalimentazione delle lampade e alla protezione dei circuiti.
Lalimentazione delle lampade pu avvenire in due modi:
- in serie;
- in derivazione.
Lalimentazione in serie (a corrente impressa) presenta il vantaggio di avere tutte le lampade percorse
dalla stessa intensit di corrente, mettendole cos in condizione di emettere tutte il flusso luminoso
nominale e di poter illuminare anche strade molto lunghe, con modeste sezioni di conduttori e un solo
quadro di comando, in tal modo assicurando maggiore flessibilit allimpianto qualora si richiedano
eventuali ampliamenti, che possono essere gestiti aggiungendo semplicemente nuovi centri luminosi.
Linconveniente pi grave dovuto al valore generalmente elevato della tensione di esercizio (fino a
6.000 V, limite imposto dalla Norma CEI 64-7, norma ancora in vigore solo per gli impianti in serie),
che impone particolari norme di sicurezza per evitare incidenti. Tale sistema era un tempo molto
utilizzato nelle grandi citt, con una rete molto estesa e prevalenza di lampade ad incandescenza, ma ha
subito un periodo di abbandono con laffermarsi delluso delle lampade a scarica in quanto vi erano
delle difficolt di inserzione degli apparati di stabilizzazione, ad eccezione di quei casi in cui gli oneri
per il rifacimento degli impianti non erano giustificati dai vantaggi tecnici conseguibili con la
trasformazione in impianti in derivazione. Cos alcune citt hanno continuato a mantenere i propri
impianti in serie, almeno in modo parziale ( il caso ad esempio di Napoli, Padova, Bologna), e vi sono
casi in cui gli impianti serie vengono riqualificati, mantenendo tale sistema di alimentazione, anche
grazie allelettronica che ha risolto i problemi di inserzione con lampade a scarica. In Italia il pi
importante produttore di dispositivi per il funzionamento in serie degli impianti di illuminazione la
OCEM.
Lalimentazione in derivazione (a tensione impressa) la tipologia maggiormente diffusa perch
presenta il vantaggio di avere circuiti di utilizzazione in bassa tensione con caratteristiche identiche a
quelle dei circuiti di distribuzione di uso comune. Tutte le lampade sono alimentate alla stessa tensione,
mentre la corrente di linea varia al variare del tronco della linea considerato. Pertanto il valore della
corrente varia tronco per tronco, aumentando a mano a mano che ci si avvicina alla sorgente di energia.
Appare quindi evidente che se si devono alimentare circuiti dilluminazione di strade molto lunghe si va
incontro a sezioni di conduttori rilevanti o necessario aumentare i punti di consegna dellenergia. A
tale proposito si rinvia a lavori pubblicati sullargomento, che dovrebbero essere aggiornati in accordo

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con le pi recenti disposizioni normative. Questi studi sono comunque finalizzati allottimizzazione
delle sezioni di conduttore e/o dei raggi dazione delle linee uscenti da ogni centro di alimentazione,
anche in relazione alle lunghezze limite derivanti dalla necessit di corretta protezione contro guasti
del tipo corto circuito.
Attualmente lalimentazione prevalente in derivazione, con tensione nominale 230V (e tensioni
massime verso terra, di 220 - 240 V). In passato, quando vi era una distribuzione su due distinti circuiti,
detti tutta notte e mezza notte, per effettuare gli spegnimenti alternati dei punti luce mediante le
linee, si distribuiva su doppio circuito monofase, col neutro in comune o separato, alternando le fasi per
lalimentazione dei punti luce presenti sulle varie linee in partenza dal quadro, ma ci creava spesso
problemi di equilibratura dei carichi, mentre ora, che la regolazione viene effettuata a livello di quadro o
punto luce (si veda il paragrafo 3.4), usualmente si utilizzano reti di distribuzione trifasi, in cui
lalimentazione avviene tra fase e neutro, alternando i punti luce sulle tre fasi.

Figura 12 - Schema tipico di alimentazione delle sorgenti luminose
Assai raramente vengono realizzate cabine di trasformazioni MT/BT per la esclusiva alimentazione
degli impianti di illuminazione stradale. Nel caso di impianti di notevole estensione, per ridurre le
sezioni dei cavi e il numero delle forniture, vi la possibilit, non utilizzata in Italia, ma abbastanza
usuale ad esempio in Francia, di prevedere reti di distribuzione in media tensione con trasformatori
MT/BT su singole tratte di estensione pi ridotta, o di distribuire in bassa tensione ma a tensione
maggiorata e ri-trasformare ad ogni singolo punto luce (si vedano ad esempio le proposte della ditta
AUGIER).

Figura 13 - Distribuzione in MT e trasformazione in BT per ogni singolo tratto

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Figura 14 - Distribuzione in BT con trasformatore elevatore a 950 V
e trasformazione alla tensione 220-240 su ogni singolo punto luce
Una valutazione comparativa sistematica dei vari sistemi di distribuzione, sotto il profilo energetico e
dei costi complessivi annui, non risulta che sia stata ancora fatta per la difficolt di comparare tra loro
soluzioni soggette a tecnologie, tradizioni, normative e leggi molto diverse tra loro.
Nel caso pi diffuso di distribuzione in BT, lalimentazione dellimpianto viene normalmente derivata
dalla pi vicina cabina di trasformazione o da un cavo della normale rete di distribuzione, ma la
soluzione tecnica dellallacciamento e dellubicazione dei punti di consegna e di misura quasi sempre
stabilita dallazienda distributrice con criteri non omogenei per lintero territorio nazionale (ad esempio
lEnel concede la fornitura esternamente alla propria cabina con punti di misura indipendenti, mentre
altre aziende prevedono la fornitura interna alla propria cabina, o, come negli impianti di propriet
SOLE, la fornitura spesso promiscua con la distribuzione a privati e sempre priva di misure). A tal
proposito bene ricordare che in Italia la situazione attinente la propriet e la gestione degli impianti di
illuminazione pubblica alquanto variegata: se infatti nella maggioranza dei casi gli impianti sono di
propriet dellente proprietario della zona su cui sono installati i punti luce (i Comuni entro il territorio
di loro pertinenza, o i proprietari di strade nelle aree esterne ai perimetri urbani come, ANAS, Province,
Autostrade, ecc, o ancora enti con grandi aree esterne come porti, autoporti, ecc), che oltre a possederli li
gestiscono, tramite proprio personale o mediante affidamento di appalto di manutenzione, vi sono anche
molte situazioni, al limite del paradossale, concentrate in alcune aree geografiche, in cui gli impianti
sono di propriet della societ SOLE del gruppo Enel, pur se situati su ambiti territoriali comunali, ma la
gestione e la manutenzione degli stessi demandata ai comuni stessi che devono pagare la fornitura di
energia per impianti che non risultano di loro propriet (anche se i costi di costruzione dellimpianto
sono stati pagati per l80% dal Comune stesso) e sono costretti a risarcire gli oneri della manutenzione
alla societ Sole, visto che non possono affidarla ad altri. In questo secondo caso in cui gli impianti sono
di propriet della Sole, le linee di alimentazione non sono autonome e completamente dedicate al
servizio di illuminazione pubblica, ma vi possono essere casi di commistione con le linee dedicate alle
utenze private, come pure i cavidotti in cui sono posate le linee sono il pi delle volte unici, utilizzati sia
per contenere le linee di illuminazione pubblica, che quelle della normale distribuzione. Nel caso invece
in cui la propriet e la gestione siano demandate al reale proprietario dellimpianto, sia esso un Comune,
o altro Ente, cavidotti, linee e quadri sono dedicati al solo servizio di illuminazione pubblica. Possono
fare eccezione le societ multiservizio create dai grandi Comuni che si dedicano anche alla distribuzione
di energia elettrica, dove pu esservi commistione per quanto riguarda le forniture.
Nel punto di consegna viene installato il quadro elettrico di comando, solitamente suddiviso in due vani,
uno per la fornitura denergia, e uno che contiene le apparecchiature di comando e controllo. Da esso si
dipartono le linee di alimentazione dellimpianto, che possono essere aeree (in rame o in cavo) o
interrate in cavo. Tranne casi particolari in cui si utilizza cavo aereo precordato, si ritiene ormai

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preferibile realizzare linee di alimentazione in cavo interrato, mentre la linea aerea in rame nudo non
pi utilizzata.
Anche se la norma prevede pure linterramento diretto, previa unadeguata protezione meccanica, oltre
una determinata profondit di interramento, minima di 50 cm, in realt ormai prevale linterramento
entro cavidotti in materiale plastico doppio corrugato, di tipo 750 in merito alla resistenza alla
compressione (CEI 23-46), che non hanno limitazioni per quanto riguarda la profondit di interramento.
Sono evidenti i pericoli che presenta un impianto, come quello di illuminazione pubblica, accessibile
non solo agli addetti al servizio, ma anche a tutti i privati cittadini.
Nei confronti dei contatti diretti si applica la regola generale in base alla quale tutte le parti attive
devono essere isolate o protette con involucri e barriere, ma per gli impianti di illuminazione pubblica si
applicano anche prescrizioni pi restrittive:
- se uno sportello, pur apribile con chiave o attrezzo, posto a meno di 2,5 m dal suolo e d accesso a
parti attive, questultime devono essere inaccessibili al dito di prova (IPXXB), oppure devono essere
protette da un ulteriore schermo, a meno che lo sportello si trovi in un ambiente accessibile
solamente alle persone autorizzate;
- la preoccupazione di un contatto diretto si applica anche agli apparecchi di illuminazione, in
particolare alle lampade che non devono diventare accessibili se non dopo aver rimosso un involucro
per mezzo di un attrezzo, a meno che lapparecchio non si trovi ad una altezza superiore a 2,8 m;
- per i componenti di un impianto di illuminazione esterna richiesto un grado di protezione almeno IP
33, anche se in molti casi sarebbe meglio avere almeno IPX4 (per componenti interrati IPX8, in
pozzetto con drenaggio IPX7).
Inoltre, ogni circuito in partenza dal quadro deve essere sezionabile, cio deve essere permessa
lapertura del circuito al fine di garantire la sicurezza delle persone che lavorano su o in vicinanza di
parti attive. Il sezionamento deve avvenire sui conduttori attivi: negli impianti di illuminazione pubblica,
che sono usualmente, come detto, alimentati direttamente in bassa tensione dal distributore, secondo
quindi un sistema TT, il conduttore di neutro da considerarsi attivo. Non vengono utilizzati veri e
propri sezionatori, ma dispositivi idonei al sezionamento, come interruttori automatici onnipolari,
conformi alla norma CEI 23-3/1 (uso domestico e similare) e interruttori differenziali.
La protezione contro i contatti indiretti pu avvenire per interruzione automatica dellalimentazione, nel
caso di apparecchi e componenti di classe prima, cio con isolamento principale e morsetto di terra,
(tutte le masse sono collegate a terra mediante conduttore di protezione e deve avvenire il
coordinamento tra il valore della resistenza dellimpianto di terra e il dispositivo differenziale affinch
questultimo interrompa il circuito in un tempo compatibile con la protezione del corpo umano), ma
sempre pi diffusa la protezione mediante lutilizzo di apparecchi in classe seconda, cio con isolamento
doppio o rinforzato, che non richiedono la messa a terra, anzi la loro messa a terra proibita, in quanto
le probabilit che sullinvolucro metallico siano riportate tensioni pericolose per linefficienza
dellimpianto di terra sono maggiori della probabilit che la messa a terra sia utile in caso di cedimento
dellisolamento doppio o rinforzato. La protezione con componenti in classe II permette anche di evitare
la denuncia dellimpianto di terra e le relative verifiche periodiche; inoltre, senza il dispositivo
differenziale, si evitano eventuali scatti intempestivi.
2.4.1 Tipologie di impianti
Nella costruzione delle linee di alimentazione elettrica degli impianti d'illuminazione pubblica, le
Societ di distribuzione dell'energia elettrica hanno normalmente adottato la tecnologia tipica di queste
reti sia per omogeneit dei componenti e delle caratteristiche costruttive, sia per conseguire economie di
scala.
Per soddisfare alle richieste di nuovi punti luce inoltrate dall'Amministrazione Comunale, le Societ di
distribuzione normalmente provvedevano alla loro alimentazione derivandosi direttamente dalle linee di
alimentazione presenti in loco. In questo modo non stata creata una rete di alimentazione al servizio
degli impianti IP, ma si sviluppata una sorta di ragnatela strettamente interconnessa alla rete di
distribuzione in bassa tensione.

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Per il fissaggio degli apparecchi di illuminazione, dove possibile, venivano utilizzate normalmente le
murature degli edifici, o in loro mancanza mediante pali di sostegno. Anche in questo caso, ed in
particolare negli impianti alimentati in linea aerea, si fatto ricorso ai sostegni gi utilizzati per ancorare
le linee di distribuzione in bassa tensione.
Queste soluzioni sono perfettamente coerenti nell'ottica delle strategie di un'Impresa che, oltre a
realizzare gli impianti di illuminazione, provveder anche alla loro gestione, mantenendone la propriet.
Per contro, si realizzato un regime di monopolio nella gestione degli impianti IP da parte delle Societ,
in quanto queste tipologie impiantistiche sono state considerate appendici delle reti di distribuzione b.t.
e, solo in tale ipotesi, rispondono agli aspetti antinfortunistici delle norme di sicurezza.
L'analisi che segue vuole fornire una panoramica delle varie situazioni impiantistiche presenti nei vari
comuni, limitandosi ai casi pi rappresentativi e che si possono trovare con maggiore frequenza, ma non
pu essere un'analisi esaustiva, in quanto anche per i singoli casi-tipo sono presenti moltissime variabili,
dovute a tempi e luoghi di esecuzione diversi.
Le varie tipologie impiantistiche presenti sono suddivise tra impianti con alimentazione in linea aerea ed
impianti in cavo interrato. Nel seguito si fornisce un breve cenno.
2.4.1.1 Impianti con alimentazione in linea aerea
Impianto con il quinto filo
Questa tipologia impiantistica caratteristica degli impianti IP pi datati. Normalmente sono presenti
nelle zone rurali, nelle piccole borgate o nei centri urbani.
Alla linea di distribuzione in bassa tensione costituta da 3 conduttori di fase pi il conduttore del neutro
viene aggiunto 1 conduttore derivato da una fase (quinto filo). L'alimentazione dell'apparecchio di
illuminazione avviene tra il conduttore di neutro che comune con la rete di bassa tensione e il quinto
filo (Figura 15).

Figura 15 - Impianto con quinto filo
Normalmente, questi impianti hanno solo una protezione generale sulla linea di bassa tensione utilizzata
principalmente per alimentare gli utenti dell'Ente, mentre per l'accensione e lo spegnimento si provvede
tramite un contattore azionato o da una linea pilota o da una cellula fotoelettrica.
Come detto in precedenza, la parte impiantistica era assimilata ad una linea di distribuzione, pertanto
priva del conduttore di terra; di conseguenza gli apparecchi di illuminazione non erano connessi ad una
rete di dispersione verso terra.
Alla luce di quanto esposto, gli impianti di illuminazione a cinque fili non possono essere riscattati
dall'Amministrazione Comunale, in quanto alla loro gestione pu solo provvedere il gestore della rete
b.t. e non sono consigliabili interventi di adeguamento alle normative relative agli impianti IP. Per

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questa tipologia impiantistica l'unica soluzione per il Comune quella di provvedere al rinnovo totale
degli impianti acquisendone la propriet, e disdettando gli impianti esistenti.

Impianto con l'apparecchio di illuminazione derivato direttamente dalla rete di bassa tensione
E una soluzione affine alla precedente, alla quale si ricorre solitamente per i punti luce isolati e
normalmente presenti nelle zone rurali, nelle borgate periferiche o nelle piccole frazioni. Dalla linea di
distribuzione in bassa tensione costituta normalmente da 3 conduttori di fase pi il conduttore del neutro
viene derivata direttamente l'alimentazione dell'apparecchio di illuminazione. Per l'accensione e lo
spegnimento si provvede tramite una cellula fotoelettrica (Figura 16). Anche in questo caso
l'apparecchio di illuminazione non collegato alla rete di dispersione verso terra. Questi tipi d'impianti
non possono essere riscattati dall'Amministrazione Comunale, in quanto alla loro gestione pu solo
provvedere il proprietario della rete di bassa tensione e non sono possibili interventi di adeguamento.
L'unica soluzione possibile quindi il rinnovo totale.

Figura 16 - Impianto con apparecchio di illuminazione derivato direttamente dalla rete di b.t.

Impianto con linea di alimentazione propria ma fascettata con la linea di distribuzione
Anche questa tipologia impiantistica caratteristica degli impianti IP pi datati.
Alla fune metallica utilizzata per il sostegno della linea di distribuzione in bassa tensione, costituta da 1
o 3 conduttori di fase pi il conduttore del neutro, viene fascettata anche la linea relativa all'impianto IP
formata da 1 conduttore di fase e dal conduttore di neutro. L'alimentazione dell'apparecchio di
illuminazione avviene in questo caso con una linea indipendente elettricamente dalla rete di bassa
tensione, ma ad essa solidale meccanicamente. Nell'ipotesi di riscatto di questo impianto da parte
dell'Amministrazione Comunale la commistione dei due circuiti elettrici che fanno capo a diverse utenze
non ammessa dalle Norme CEI, pertanto occorre renderle indipendenti prima dell'acquisizione
mantenendo le distanze previste dalle Norme CEI.
Questa tipologia di impianto elettrico, oltre a non essere conforme alle Norme CEI, viola anche le
prescrizioni contenute nella L.R n.17/2000 della Regione Lombardia in materia di efficienza energetica
e di riduzione dellinquinamento luminoso.

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Figura 17 - Impianto con linea di alimentazione propria ma solidale meccanicamente alla rete di b.t.
In via transitoria e nell'attesa della messa a norma dei circuiti, potrebbe essere stipulata una convenzione
per consentire la gestione provvisoria dell'impianto, per permettere al gestore entrante di avere il
consenso agli interventi manutentivi e la collaborazione del gestore uscente.

Impianto con linea di alimentazione propria e indipendente
L'alimentazione dell'apparecchio di illuminazione avviene da una linea indipendente dalla rete di bassa
tensione. Se la distanza tra le due linee elettriche inferiore a quelle convenzionali pu risultare
sufficiente stipulare una convenzione in deroga con l'Ente distributore.
Nell'ipotesi di riscatto dell'impianto da parte dell'Amministrazione Comunale occorre provvedere alla
connessione con la rete di bassa tensione tramite un punto di consegna dell'energia costituito dal quadro
dell'Ente erogatore, formato da contatore di misura e dal relativo interruttore di protezione, a valle del
quale sar presente il quadro di comando e protezione dei circuiti IP dell'utente.

Figura 18 - Impianto con linea di alimentazione propria e indipendente dalla rete di bassa tensione
Inoltre per ottemperare alle prescrizioni della l.r. 17/00 occorre sostituire l'apparecchio di illuminazione
con altro dotato di ottica antinquinamento luminoso.
2.4.1.2 Impianti alimentati con conduttori interrati
Nella realizzazione di impianti di illuminazione alimentati con linee posate nel terreno, occorre tenere
presente che esistono diverse tipologie impiantistiche che si differenziano per i materiali utilizzati ed il
tipo di posa, in relazione alla localit ed alla data di esecuzione degli impianti. Pertanto indispensabile
che prima di procedere al riscatto degli impianti, l'Amministrazione acquisisca dalla Societ di gestione

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tutte le caratteristiche tecniche dei materiali che compongono gli impianti, il tipo di posa dei conduttori e
il tipo di isolamento elettrico adottato (Classe 1 con impianto di terra - Classe 2 in doppio isolamento).
In particolare, occorre porre la massima attenzione al tipo di cavi utilizzati. Spesso venivano posati gli
stessi cavi impiegati per la costruzione di reti di bassa tensione e costituti da una formazione concentrica
con all'esterno una maglia metallica con funzione di neutro. Questi cavi non sono assolutamente
ammessi negli impianti di illuminazione pubblica.

Impianto con apparecchio di illuminazione derivato direttamente dalla rete di bassa tensione
A questa soluzione si ricorre solitamente per i punti luce isolati e normalmente presenti nelle zone rurali,
nelle borgate periferiche o nelle piccole frazioni.
Come per gli impianti con alimentazione in linea aerea, dalla linea di distribuzione in bassa tensione,
costituta normalmente da 3 conduttori di fase pi il conduttore del neutro, viene derivata direttamente
l'alimentazione dell'apparecchio di illuminazione. Per l'accensione e lo spegnimento si provvede tramite
una cellula fotoelettrica (Figura 16).
Questi tipi d'impianti non possono essere riscattati dall'Amministrazione Comunale, in quanto alla loro
gestione pu solo provvedere il proprietario della rete di bassa tensione e non sono possibili interventi di
adeguamento. L'unica soluzione possibile quindi il rinnovo totale.

Impianto con linea di alimentazione propria ma sotto la stessa protezione meccanica
Anche questa soluzione impiantistica utilizzata per gli impianti pi vecchi, nei quali l'alimentazione
dell'apparecchio di illuminazione avviene da una linea indipendente dalla rete di bassa tensione, ma
posata sotto lo stesso coppone o entro la stessa tubazione utilizzata per la protezione meccanica dei cavi
(Figura 19).
Nell'ipotesi di riscatto di questo impianto da parte dell'Amministrazione Comunale la commistione dei
due circuiti elettrici che fanno capo a diverse utenze non ammessa dalle Norme CEI, pertanto occorre
renderle indipendenti mantenendo le distanze previste dalle Norme CEI prima dell'acquisizione.

Figura 19 - Impianto con linea di alimentazione propria ma sotto la stessa protezione meccanica della rete di
bassa tensione.

Impianto con linea di alimentazione propria e indipendente
L'alimentazione dell'apparecchio di illuminazione avviene da una linea indipendente dalla rete di bassa
tensione (Figura 20).

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Figura 20 - Impianto con linea di alimentazione propria e indipendente dalla rete di bassa tensione
Nell'ipotesi di riscatto dell'impianto da parte dell'Amministrazione Comunale occorre, se gi non esiste,
provvedere alla connessione con la rete di bassa tensione tramite un punto di consegna dell'energia
costituito dal quadro dell'Ente erogatore, formato da contatore di misura e dal relativo interruttore di
protezione, a valle del quale sar presente il quadro di comando e protezione dei circuiti IP dell'utente.

Impianti promiscui
Oltre alle varie tipologie impiantistiche illustrate nei punti precedenti, per ogni caso si possono
riscontrare ulteriori situazioni di promiscuit negli impianti IP.
Ad esempio, negli impianti in linea aerea, gli apparecchi di illuminazione possono gi risultare di
propriet del Comune, mentre tutta la parte impiantistica di propriet della Societ di origine.


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3 ANALISI DELLE PRESTAZIONI
Lo scopo del presente capitolo quello di individuare dei criteri per attribuire degli indici di merito ai
vari componenti che costituiscono gli impianti di illuminazione pubblica:
- sorgenti luminose;
- apparecchi illuminanti;
- alimentatori;
- sistemi di regolazione /parzializzazione del flusso luminoso;
- sistemi di accensione/spegnimento degli impianti;
- sistemi di telecontrollo e telegestione.
Si cercher di individuare perci, dove ci risulti possibile, dei parametri che esprimano la bont sia dei
singoli elementi costituenti gli impianti, rispetto a quanto offerto dal mercato, sia di un determinato
impianto nel suo complesso, in funzione di quelle che sono le specifiche esigenze e peculiarit
dellistallazione.
3.1 Sorgenti luminose
Valgono le considerazioni fatte nel paragrafo 2.1 riguardo le caratteristiche delle varie tipologie di
sorgenti pi adatte per lilluminazione pubblica: lefficienza luminosa, espressa in lumen/Watt (lm/W),
il parametro fondamentale per determinare quali siano le sorgenti pi idonee ad essere utilizzate al fine
di conseguire il maggior risparmio energetico possibile, in quanto indica, per unit di potenza assorbita,
quale lampada emette maggior flusso luminoso. Come per gi spiegato nel capitolo dedicato alle
sorgenti luminose, lefficienza luminosa deve essere mediata con leventuale necessit di garantire
anche una pi o meno buona resa cromatica della sorgente, in quanto tale esigenza pu comportare
lesclusione di alcune tipologie di lampade, anche se molto positive dal punto di vista dellemissione del
flusso luminoso a parit di potenza assorbita.

Interessante anche vedere come le dimensioni e la posizione del bruciatore della lampada, che sono
diverse a seconda delle tecnologie costruttive, influiscano sul rendimento ottico degli apparecchi, ma per
questo si rimanda al paragrafo successivo sugli apparecchi stessi.

Inoltre nel paragrafo 3.9, relativamente agli impianti considerati nel loro complesso in funzione del
contesto in cui sono inseriti, si effettueranno delle valutazioni su quali siano le sorgenti luminose
ottimali per lilluminazione pubblica, tenendo conto dellopportunit offerta dalla normativa UNI 11248,
che permette di declassare la categoria illuminotecnica delle strade illuminate con luce bianca (Ra>60).
La ragione di tale declassamento sta nel fatto che, in base a numerosi studi, sembra essere la visione
mesopica quella che meglio si attua con lilluminazione stradale in ambito urbano, cio la funzione
visiva che viene attuata in presenza di livelli che sono di gran lunga inferiori alla luce diurna, ma ancora
significativamente superiori al buio completo. La visione mesopica facilitata con la luce bianca, dato
che con questo tipo di illuminazione pi elevata la quota di frequenze luminose percepite.
3.2 Apparecchi illuminanti
Come gi accennato nel paragrafo 2.2, per gli apparecchi illuminanti, specialmente quelli finalizzati
allilluminazione stradale, tipo A e B.1 secondo la codifica adottata in detto capitolo, non semplice ed
immediato individuare la bont illuminotecnica degli apparecchi presenti sul mercato, al di l della
valutazione di alcune caratteristiche che forniscono un indice di merito e sono sinonimo di qualit
dellapparecchio, quali le diverse taglie disponibili per lo stesso modello, i materiali costruttivi e la
possibilit di variare il fuoco della lampada, argomenti ai quali si gi accennato. Tuttavia, alcuni
elementi di valutazione quantitativa possono essere introdotti anche in questo caso.
Il rendimento ottico (Light Output Ratio L.O.R., rapporto tra il flusso effettivamente emesso
dallapparecchio e quello in partenza emesso dall'insieme delle lampade in esso installate) senzaltro

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un primo parametro da considerare, in quanto esprime la percentuale di flusso emessa dallapparecchio
rispetto a quanto emette nel complesso la sorgente luminosa. Viene espresso in forma percentuale (da 0
a 100) o in forma di coefficiente (da 0 a 1).
Un apparecchio con rendimento maggiore in grado di fornire una maggiore quantit di luce a parit di
consumo di energia. Questo non significa necessariamente che un maggiore rendimento corrisponda ad
un apparecchio "migliore": il confronto pu essere fatto solo fra apparecchi che abbiano caratteristiche
di emissione simili. Spesso infatti, inevitabile pagare con un minor rendimento un migliore controllo
della emissione. Il caso limite quello della lampada nuda che, pur avendo un rendimento pari al 100%,
non ha alcun controllo della emissione e dunque costituisce un pessimo esempio di apparecchio di
illuminazione.
Il LOR strettamente legato alla qualit della superficie interna riflettente, nei confronti
dellassorbimento della radiazione visibile, nonch agli effetti di schermatura che pu subire il flusso
luminoso legati alla tipologia di copertura esterna. Questi ultimi possono essere distinti principalmente:
in una riduzione dellapertura del fascio di emissione, caratteristica delle coperture con diffusore
di tipo piano (cosiddette in vetro piano), dovuta a condizioni di incidenza della radiazione con
angoli maggiori dellangolo di Brewster, relativo al passaggio aria- diffusore;
in una attenuazione dellemissione luminosa, caratteristica delle coperture in policarbonato,
dovuta allassorbimento della radiazione visibile determinato da questo materiale (coefficienti di
trasmissione medi 0,8).
Nel primo caso la limitazione del flusso luminoso di tipo fisico-geometrico; nel secondo legata
strettamente alle caratteristiche del materiale; entrambi i fenomeni sono stati schematizzati nella Figura
21.

Figura 21 - Assorbimento nellottica e nella copertura bombata in policarbonato
Il rendimento luminoso perci un indicatore di quanta parte del flusso luminoso lapparecchio riesca a
sfruttare grazie alla propria ottica e alla copertura esterna
Al rendimento occorre per affiancare anche un altro parametro, il fattore di Utilizzazione
dellapparecchio, affinch si tenga conto delle prestazioni che lo stesso in grado di fornire nello
scenario luminoso preso in esame: in particolare, ci si riferisce alla capacit dellapparecchio di
indirizzare la maggior quantit di flusso luminoso emesso effettivamente sulla superficie da illuminare.
Con questo parametro si riesce quindi ad inserire la geometria dello scenario come variabile nella scelta
dellapparecchio che consente di massimizzare lutilizzo del flusso luminoso emesso.
Si pu definire quindi il fattore di utilizzazione in illuminamento come rapporto tra il flusso luminoso
che, emesso da un apparecchio, incide sullarea desiderata, ed il flusso totale emesso dallo stesso

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u
E
tot

_
_ _
E
flusso utile
flusso utile flusso perduto
=
+
apparecchio. Definendo
u
il flusso luminoso utile incidente sullarea desiderata, in lumen [lm],
tot
il
flusso totale emesso dallapparecchio in lm, il fattore di utilizzazione in illuminamento risulta :


o anche, facendo riferimento alla Figura 22:















Figura 22 Schema dellarea illuminata
Mediante questo parametro, ed il rendimento ottico precedentemente citato, possibile definire
lefficienza di utilizzo del flusso luminoso, e quindi dellenergia. Si pu determinare un rendimento
totale, . .
tot E
L O R = , che introdotto nel processo di dimensionamento di un impianto di
illuminazione stradale permette di valutare lapparecchio che in merito alla particolare geometria dello
scenario, massimizza lefficienza energetica, rispettando i parametri illuminotecnici richiesti.

Sarebbe auspicabile quindi che venisse fatta per ogni apparecchio stradale, disponibile oggi in
commercio, una caratterizzazione del fattore di utilizzazione in illuminamento: con il termine
caratterizzazione si intende la definizione del fattore di utilizzazione per una qualsiasi geometria di
installazione dellapparecchio, riassunta allinterno di un parametro, funzione delle principali
dimensioni geometriche dello scenario luminoso.
Il parametro che consente di generalizzare il fattore di utilizzazione sulle geometrie di installazione
adimensionale, dato dal rapporto tra una dimensione geometrica misurata sulla larghezza trasversale
della carreggiata e laltezza alla quale installato il fuoco della sorgente luminosa rispetto al piano della
carreggiata.
La dimensione geometrica misurata in direzione trasversale la distanza tra la proiezione del fuoco sul
piano della carreggiata ed il margine della stessa: in questo modo vengono inclusi i contributi dovuti
alla larghezza della carreggiata, alla distanza della base del palo di sostegno dalla stessa, e alleventuale
sbraccio con cui installata la sorgente, in un unico termine.

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Rapportando tale termine con laltezza del fuoco si individua una certa configurazione di installazione,
definita da un preciso valore di questo rapporto: in tal modo tutte le condizioni di installazione della
sorgente che realizzano tale rapporto consentiranno di ottenere lo stesso fattore di utilizzazione in
illuminamento. Una caratterizzazione del fattore di utilizzazione per un dato apparecchio, pu essere
applicata a tutti quegli apparecchi che realizzano la medesima distribuzione delle intensit luminose nel
semispazio di emissione, ovvero tali per cui le loro fotometrie risultano uguali a meno di una costante
relativa al modulo delle intensit luminose.
Questo significa che, preso in riferimento un riflettore, la caratterizzazione del fattore di utilizzazione
per un apparecchio luminoso pu essere normalizzata, cio resa indipendente dalla potenza della
lampada montata. Perch questa affermazione risulti sempre vera, occorre per assumere che
lemissione diretta delle intensit luminose dalla lampada abbia la stessa distribuzione e che le
dimensioni della lampada e della zona di scarica, e la posizione del filamento rispetto al riferimento sul
riflettore interno, siano le stesse. Praticamente questo non possibile per la maggior parte delle lampade,
in quanto proprio queste condizioni, relative alla posizione della zona di scarica, alla distribuzione delle
intensit luminose emesse direttamente, cambiano al variare della potenza della lampada.
Quindi lassunzione che il fattore di utilizzazione sia il medesimo per una data caratterizzazione, a meno
che non siano verificate le caratteristiche precedenti tra due lampade di diversa potenza, pu essere fatta
solo se la lampada montata la stessa, e la fotometria realizzata dallapparecchio la stessa, ossia che
vi sia piena corrispondenza sia nella componente diretta che in quella riflessa delle intensit luminose.
Linstallazione della sorgente luminosa pu avvenire determinando una proiezione del fuoco interna o
esterna alla carreggiata (si veda Figura 23). La caratterizzazione del fattore di utilizzazione deve essere
distinta per queste due ultime condizioni, quando la distribuzione delle intensit luminose
dellapparecchio non simmetrica tra 0 180 C e 180 360 C , come accade per la maggior
parte degli apparecchi di illuminazione stradale.
Questa condizione implica infatti, che il fattore di utilizzazione associato ad un rapporto La/H, con La
distanza tra la proiezione del fuoco sul piano della carreggiata e il margine superiore (o anteriore) della
stessa, sia differente da quello associato ad Lp/H, con Lp distanza tra la proiezione del fuoco sul piano
della carreggiata e il margine inferiore (o posteriore) della stessa.
Con riferimento alla Figura 23 riportata di seguito, viene definita la modalit con cui avviene la
caratterizzazione del fattore di utilizzazione per le due differenti condizioni di proiezione del fuoco sul
piano della carreggiata.

Figura 23 - Geometrie di caratterizzazione
a. Proiezione del fuoco esterna alla carreggiata
Il fattore di utilizzazione pu essere definito con la relazione:

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2 2
2
2
m


=
1 2 E
=
dove
1
ed
2
sono i fattori di utilizzazione parziali legati ai flussi incidenti sulle superfici aventi
rispettivamente estensione Le ed Li lungo x .
La caratterizzazione avviene definendo
1
per rapporti Le/H,
2
per rapporti Li/H. Si ricorda che per
tale configurazione la presenza del marciapiede porta ad incrementare
2
rispetto ad una condizione in
cui esso sia alla stessa altezza della carreggiata.
Volendo considerare anche la presenza di uneventuale marciapiede nella geometria dello scenario
luminoso, esso comporta un aumento della frazione di flusso totale emesso che incide sulla superficie
esterna alla carreggiata di estensione Li lungo x. In termini di fattori di utilizzazione parziali, questo
comporta un aumento di
2
e quindi, a parit di tutte le altre condizioni geometriche di installazione,
una riduzione di
E
. Gli elementi geometrici che concorrono a determinare lentit nella variazione di
2

sono laltezza del marciapiede, laltezza del fuoco rispetto al piano della carreggiata e la larghezza Li:
definendo una data altezza del marciapiede possibile valutare, fissati H ed Li, la variazione relativa
di
2
tra le condizioni in cui il marciapiede abbia altezza nulla ed altezza non nulla. Risulta quindi :


dove
2-m
il fattore di utilizzazione calcolato con marciapiede rialzato rispetto al livello della strada.
Poich tale differenza dipende da H, Li, dalla distribuzione delle intensit luminose emesse,
possibile definire una caratterizzazione della variazione di
2
in funzione dei rapporti Li/H e di una
fissata altezza del marciapiede, per ciascun apparecchio luminoso. Questa caratterizzazione pu essere
utilizzata quindi per correggere il fattore di utilizzazione parziale
2
, definita la configurazione Li/H di
installazione della sorgente.
b. Proiezione del fuoco interna alla carreggiata
Il fattore di utilizzazione pu essere espresso con la relazione:
1 2 E
= +
dove
1
ed
2
sono i fattori di utilizzazione parziali legati ai flussi incidenti sulle superfici aventi
rispettivamente estensione La ed Lp lungo x .
La caratterizzazione avviene definendo
2
per rapporti La/H,
2
per rapporti Lp/H.
Lintervallo dei rapporti L*/H per la quale si definiscono i valori dei fattori di utilizzazione parziali
non stabilito con un particolare criterio; esso dovrebbe essere tale da permettere di avere dati
disponibili per le pi comuni condizioni di installazione.
Questo sistema di caratterizzazione risulta particolarmente interessante per quegli apparecchi che
presentano molte possibilit di istallazione: la posizione della lampada che pu avere due gradi di
libert, il riflettore interno pu essere previsto in numerose versioni, come pure il diffusore pu avere
diverse forme.

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Figura 24 - Tipologie di coperture esterne per apparecchi luminosi


Figura 25 - Possibili spostamenti della lampada lungo x-y

Figura 26 - Possibili rotazioni dell ottica su z

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Figura 27 - Possibili traslazioni dell ottica lungo x 3.2/4.3
E il caso ad esempio dellapparecchio stradale di fabbricazione PHILIPS, modello SGS253-
IRIDIUM, del quale si riporta, a titolo esemplificativo, una breve trattazione.
Tale apparecchio presenta 3 differenti coperture esterne, dove per ciascuna sono previste differenti
tipologie di riflettore interno il quale pu assumere a sua volta differenti posizioni di installazione; tutte
le differenti combinazioni di coperture, riflettore, posizione determinano diverse distribuzioni
dellintensit luminosa emessa dallapparecchio, che quindi necessitano di una propria caratterizzazione.
La presenza di un numero tanto rilevante di variabili di installazione rende assai difficile
lindividuazione di una combinazione ottimale; lideale sarebbe procedere preliminarmente con lanalisi
dei fattori di utilizzazione che danno unindicazione di quali siano le configurazioni pi adatte alle
proprie esigenze e quindi effettuare per ciascuna di esse una verifica illuminotecnica ottimizzata.
Di seguito, a titolo di esempio, viene riportato il significato delle denominazioni adottate da Philips per i
propri apparecchi:
1) copertura esterna:
_ FG: copertura piana in vetro. Nella pratica tale copertura non esattamente piana ma presenta una
leggera sagomatura a coppa;
_ GB: copertura avente una sagomatura intermedia tra la precedente ed una coppa;
_ PC: copertura a coppa in policarbonato;
2) ottica interna e posizioni: le ottiche disponibili sono CR, CX, OR, OX, TP, le quali posso assumere
differenti posizioni individuate da P1, P2, P3, P4, P5X, P6, P7, in differenti combinazioni, che vengono
riportate di seguito:
_ copertura FG:
ottica CR con posizioni P1, P3, P5X, P7 ;
ottica OR con posizioni P1, P3, P5X, P6 ;
ottica TP con posizioni P0, P1, P2, P3, P4, P5X, P6 ;
_ copertura PC :
ottica CR con posizioni P1, P3, P5X, P5X L-BACK, P5X L-FRONT, P5X L-FRONT-BACK, P7 ;
ottica CX con posizioni P1, P2, P3, P4, P5X, P6, P7 ;
ottica OR con posizioni P1, P2, P3, P4, P5X, P6 ;
ottica OX con posizioni P0, P1, P2, P3, P4, P5X, P6 ;
ottica TP con posizioni P2, P3, P4, P5X, P6 ;
_ copertura GB :
ottica CR con posizioni P1, P3, P5X, P7 ;
ottica CX con posizioni P1, P2, P3, P4, P5X, P6, P7 ;
ottica OR con posizioni P1, P2, P3, P4, P5X, P6 ;

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ottica OX con posizioni P0, P1, P2, P3, P4, P5X, P6 ;
ottica TP con posizioni P1, P2, P3, P4, P5X, P6 .
Sono state eseguite una serie di caratterizzazioni, organizzate in forma grafica, in modo che per ciascuna
combinazione copertura-ottica-posizione vi sia la valutazione del caso di proiezione esterna ed interna
del fuoco alla carreggiata.
Nel caso specifico si scelto un intervallo dei rapporti L*/H in cui calcolare i fattori di utilizzazione
parziali compresi tra 0 e 3, in quanto si sono assunte laltezza minima normalizzata dei pali di sostegno
di 3 metri, secondo la normativa UNI-EN 40, e come larghezza media di una strada quella di 9 m. Si
ricorda che questa assunzione su altezza dei sostegni e larghezza media della carreggiata non vincola ad
una particolare geometria di installazione i valori del fattore di utilizzazione calcolati, ma determinata
da fini pratici al fine di rendere disponibili dei dati per le condizioni di installazione pi comuni.
Il caso di proiezione interna, indicato dalla sigla IN, presenta due curve, relative ad
1
in funzione di
La/H ed
2
in funzione di Lp/H; il caso di proiezione esterna, indicato dalla sigla ES, presenta una
singola curva , che esprime h
1
in funzione di Le/H e h
2
in funzione di Li/H. In questo caso la curva
unica in quanto la distribuzione delle intensit luminose su cui definito il fattore di utilizzazione la
stessa.
Nelle pagine seguenti sono riportate, per motivo di spazio, due sole caratterizzazioni riferite alla
configurazione FG CR P7 e GB CX P7, indicative perch sono due esempi in cui si vede chiaramente
come le curve consentano di valutare quale apparecchio sia pi o meno adatto per uninstallazione con
proiezione del fuoco interna alla carreggiata, derivante ad esempio dalla necessit di installare lo stesso
con uno sbraccio, per la presenza di alberature ai margini della carreggiata; riportato inoltre, per
lapparecchio FG CR P7, il grafico che esprime la variazione del fattore di utilizzazione parziale
2
per
proiezione del fuoco esterna alla carreggiata, dovuta alla presenza di un marciapiede di altezza 20 cm.
Lintera trattazione effettuata per lapparecchio in questione contenuta allinterno dellAllegato 4.

Figura 28 - Configurazione FG CR P7


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Figura 29 - Configurazione GB CX P7


Figura 30 - Variazione fattore di utilizzazione parziale eta2
3.3 Alimentatori
Variazione fattore di utilizzazione parziale
2

Le lampade a scarica possono funzionare sia con alimentatori tradizionali ferro-magnetici che con
alimentari elettronici (ad esclusione delle recenti lampade Philips Cosmopolis CPO che funzionano
esclusivamente con alimentatore elettronico)
Gli alimentatori elettronici associano molteplici vantaggi:
- Stabilizzano la tensione e offrono una riduzione delle potenza assorbita dalla rete;
- Contribuiscono ad aumentare la durata delle lampade rispetto alle tradizionali soluzioni di
alimentazione con dispositivi elettromeccanici;

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- Garantiscono una elevata resa cromatica delle lampade unita ad una temperatura di colore
estremamente uniforme tra le varie lampade, grazie a sofisticati algoritmi di controllo delle
lampade stesse;
- Riducono il tempo di andata a regime della lampada;
- Garantiscono un funzionamento della lampada senza fastidiosi sfarfallii della luce;
- Hanno dimensioni ridotte e peso contenuto e minor ingombro rispetto ai reattori tradizionali;
- Sono in grado di escludere automaticamente lampade difettose, a fine vita, in modo da evitare
lemissione di radiodisturbi ed inutili stress elettrici ai componenti dellimpianto.
Lutilizzo dei reattori elettronici in Italia per lilluminazione esterna molto marginale, pur essendo
ormai riconosciuti da tutti i vantaggi derivanti dalluso di tali dispositivi.
Sul mercato sono presenti diverse tipologie di reattori elettronici e svariati produttori: sono presenti note
marche e piccoli e poco noti costruttori. Tutti enfatizzano i loro prodotti e affermano i vantaggi ottenibili
con il loro uso. Sul piano della funzionalit, ci che si attende dalluso del reattore elettronico
principalmente una maggior efficienza e durata di vita della lampada, ma chi pu garantire questo? E da
qui che nasce la diffidenza per un prodotto che ha ancora un costo elevato, e le cui prestazioni non sono
ancora ben normate. In mancanza di chiari riferimenti normativi costruttori di alimentatori e di lampade
si rinfacciano lun laltro i problemi applicativi; in particolare, si suppone che sia il costruttore di
lampade a doversi esprimersi in merito al corretto funzionamento delle sorgenti con tali dispositivi e ai
benefici che se ne posso trarre.
Risulta quindi difficile quantificare con i soli dati forniti dai costruttori, i vantaggi ottenibili da tali
dispositivi il cui prezzo si aggira sulle 80/120 per apparecchio (vi quindi unincidenza molto alta sul
costo dellapparecchio, specialmente se puramente stradale, il cui costo oscilla approssimativamente da
180 a 350 ). In media i costruttori parlano di una percentuale che va dal 5 al 10% di assorbimento
energetico in meno rispetto ai reattori tradizionali, grazie alla riduzione delle perdite dellalimentatore e
alla stabilizzazione della tensione che riduce le maggiori tensioni presenti in rete durante le ore notturne.
Per gli stessi motivi (carenze normative e mancato coordinamento tra i produttori di alimentatori e quelli
di lampade) risulta difficile indicare un parametro che permetta di individuare il prodotto di un
costruttore rispetto a quello di un altro presente sul mercato.
3.4 Sistemi di regolazione/parzializzazione del flusso luminoso
Nellesercizio degli impianti di illuminazione pubblica necessario tener presente che il maggior
volume di traffico si svolge, nelle aree urbane, nelle prime ore della sera al momento della chiusura
degli esercizi pubblici e della apertura dei luoghi di svago; il volume di traffico subisce poi una netta
diminuzione per riprendere eventualmente in maniera pi massiccia in prima mattinata, quando ancora
buio nella stagione fredda. Allo scopo di realizzare un consistente risparmio di energia, risulta
conveniente assicurare un livello di illuminamento pi elevato nelle prime ore della sera ed un livello
meno elevato nelle ore della tarda notte.
Tra i principali e pi efficaci sistemi attuabili per ridurre i consumi energetici degli impianti di
illuminazione pubblica, oltre alladozione di lampade pi efficienti e di apparecchi pi performanti,
sistemi che sono stati valutati nei paragrafi precedenti, vi quindi la possibilit di ridurre il flusso
luminoso e conseguentemente anche lassorbimento energetico durante le ore centrali notturne quando il
traffico veicolare si riduce notevolmente.
Per ottenere tale parzializzazione del flusso esistono varie soluzioni, cos riassumibili in sintesi:
1. spegnimento tutta notte mezza notte (metodo centralizzato, mediante suddivisione delle linee di
alimentazione in partenza dal quadro): gli apparecchi sono monolampada ma alimentati, di solito
alternativamente, da due linee di alimentazione distinte; ad una certa ora, quando si stima che il traffico
sia opportunamente diminuito, si spegne tutto il gruppo degli apparecchi afferenti ad una delle due linee
di alimentazione , detta di mezza notte, togliendo tensione a tale linea mediante consenso da orologio. E
il metodo utilizzato sugli impianti pi vetusti, prevalentemente con lampade al mercurio.

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PREGI: abbassamento del 50% della potenza installata nelle ore notturne centrali, funzionamento
garantito indipendentemente dalla qualit e dimensionamento delle linee.
DIFETTI: non garantisce mai luniformit di luminanza prevista dalla normativa UNI.
2. apparecchi bi- lampada (metodo centralizzato, mediante suddivisione delle linee di alimentazione in
partenza dal quadro): ciascun apparecchio dotato di due lampade alimentate da due distinte linee di
alimentazione; ad una certa ora, quando si stima che il traffico si sia opportunamente ridotto, si spegne
una delle due lampade, togliendo tensione su una delle due linee di alimentazione mediante consenso da
orologio.
PREGI: abbassamento del 50 % della potenza installata nelle ore notturne centrali, funzionamento
garantito indipendentemente dalla qualit e dimensionamento delle linee.
DIFETTI: emissione del flusso luminoso minore a parit di potenza installata di una equivalente
monolampada, sia a regime pieno che dimezzato, rendimento dellapparecchio illuminante minore
rispetto allequivalente monolampada.
3. regolatore di flusso (metodo centralizzato a livello di quadro di comando): apparecchiatura installata
a livello di quadro elettrico di comando, che da una certa ora in poi, quando si stima che il traffico
stradale si sia opportunamente ridotto, diminuisce il flusso luminoso emesso da ciascun apparecchio
illuminante alimentato da tale quadro, riducendo nel contempo lenergia assorbita.
PREGI: si mantiene luniformit prescritta dalla normativa, si stabilizza la tensione anche durante il
funzionamento normale, aumentando la vita media delle lampade e riducendo i consumi dovuti ad
aumenti di tensione tipici della rete elettrica nelle ore serali.
DIFETTI: tempi di pay-back elevati se il numero di punti luce afferenti al quadro basso, necessit di
avere a disposizione linee di alimentazione ben dimensionate e a regola darte per permettere il
funzionamento ottimale dellapparecchiatura, non compatibile con lampade al mercurio, per problemi di
accensione, e poco adatto a regolare le lampade agli ioduri metallici, per problemi di accensione sotto un
certo valore di potenza e viraggio del colore.
4. alimentatore bi-regime elettromagnetico o elettronico (metodo puntuale, punto a punto). Dispositivo,
che pu essere elettromagnetico o elettronico che viene inserito su ciascun apparecchio, il quale riduce
la potenza assorbita, secondo una percentuale prefissata, automaticamente dopo un certo numero di ore
di funzionamento.
PREGI: non necessit di interventi sulle linee, si mantiene luniformit prescritta dalla normativa, solo
nella versione elettronica si stabilizza la tensione anche durante il funzionamento normale, aumentando
la vita media delle lampade e riducendo i consumi dovuti ad aumenti di tensione tipici della rete elettrica
nelle ore serali.
DIFETTI: tempi di pay-back elevati, specialmente nella versione elettronica.
5. alimentatore elettronico regolabile: (metodo puntuale, punto a punto) Dispositivo elettronico che
viene inserito su ciascun apparecchio, il quale pu ridurre a piacere la potenza assorbita in maniera
indipendente ed entro un ampio intervallo di valori, mediante segnale proveniente da cavo pilota,
protocollo di trasmissione, onde convogliate o radio-frequenza.
PREGI: non necessita di interventi sulle linee, si mantiene luniformit prescritta dalla normativa, si
stabilizza la tensione anche durante il funzionamento normale, aumentando la vita media delle lampade
e riducendo i consumi dovuti ad aumenti di tensione tipici della rete elettrica nelle ore serali, possibilit
di personalizzare il singolo punto luce, con una regolazione indipendente rispetto al resto degli impianti,
per favorire ad esempio punti critici e pericolosi.
DIFETTI: tempi di pay-back elevati; se funziona ad onde convogliate o radiofrequenza, necessita di
intervento sul quadro di comando per installare apparecchiature a corredo che ne consentono il
funzionamento, e inoltre necessita di interventi sulle linee per la posa di cavo pilota o apparecchi per la
trasmissione del segnale.


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Il sistema 1. spegnimento tutta notte mezza notte, a causa delle disuniformit che crea, non compatibili
con quanto previsto dalla normativa vigente, e il sistema 2. apparecchi bi- lampada, per il fatto che
emette, anche in condizioni normali un flusso minore di quanto si pu ottenere da una singola lampada
di potenza di poco superiore (specialmente nella versione pi utilizzata 2 X 70W), non sono pi
applicabili, mentre gli altri tre consentono numerosi vantaggi, che si esaminano ora nel dettaglio.
3.4.1 Regolatori di flusso
Per le lampade a scarica utilizzate in illuminazione pubblica, per le quali occorre disporre una tensione
di alimentazione superiore al picco di riaccensione della lampada, al fine di evitare lo spegnimento della
scarica nel momento in cui tensione e corrente passano per lo zero, vi sono due tecnologie applicabili:
- regolatori ad onda sinusoidale: sono costituiti da trasformatori (booster) alimentati da un
autotrasformatore a spazzole (variac) e permettono variazioni continue di tensione (a contatti
striscianti o rotolanti), ma sono penalizzati da notevoli ingombri e costi, anche di manutenzione, a
causa dellelevata usura delle parti meccaniche. Oggi si risolve il problema con lutilizzo di
autotrasformatori a prese commutate elettronicamente (a gradini di tensione), riducendo cos i costi e
gli ingombri, e offrendo una regolazione morbida anche se discontinua.
Si prestano a questa regolazione le lampade a scarica, ma il risultato conseguibile non lo stesso per le
varie tipologie dato che strettamente dipendente dai valori minimi di tensione ai quali la lampada pu
continuare a funzionare: le lampade pi adatte ad essere regolate sono quelle al sodio alta pressione e
quelle ad ioduri metallici la cui tensione minima di funzionamento a regime ridotto si aggira sui 170-175
V (risparmio massimo ottenibile 50%).
Per le lampade a ioduri metallici occorre per precisare che labbassamento della tensione fino al limite
ammesso pu produrre dei viraggi di colore che causano una brusca diminuzione della resa cromatica
(risparmio massimo ottenibile 30%).
Un discorso a parte va fatto per le lampade a vapori di mercurio che ad una tensione inferiore a 190 V
(risparmio massimo ottenibile 30%) non possono avere un funzionamento regolare; esiste in ogni caso
sul mercato una apparecchiatura, applicabile allinterno di ogni apparecchio, per ovviare agli
inconvenienti descritti, ma si tratta pur sempre di un intervento oneroso, per altro su apparecchi che
montando lampade al mercurio sono evidentemente obsoleti, e oggetto di smantellamento in tempi
brevi.
Tra le principali ditte che propongono regolatori basati su questa tecnologia ricordiamo IREM,
Ottotecnica e Reverberi.
- regolatori a taglio di fase: provvedono al taglio simmetrico dei valori di picco, sia positivo, che
negativo, della tensione di alimentazione, lasciandola inalterata in prossimit del passaggio per lo
zero. Per quanto riguarda la corrente essa viene pilotata nellintorno dello zero di tensione in maniera
da non essere nulla. Sono caratterizzati di dimensioni molto limitate. Possono essere utilizzati anche
con lampade al mercurio, anche se riducono di molto lefficienza, mentre con le lampade al sodio alta
pressione necessario utilizzare accenditori elettronici, dato che gli accenditori muniti di starter
potrebbero essere attivati dalle armoniche introdotte dal controllo di fase che andrebbero ad
interagire con il condensatore ad alta frequenza posto allingresso dellaccenditore stesso. Non sono
utilizzabili con lampade al sodio bassa pressione e a luce miscelata.
Le principali ditte che propongono regolatori basati su questa tecnologia sono OCEM e Intelux.
Sono evidenti i vantaggi ottenibili, con entrambe le tecnologie:
- regolazione del flusso evitando pericolose disuniformit nel tempo;
- attuazione di consistenti risparmi di energia, che possono andare dal 30 al 50%;
- aumento della durata delle lampade, anche in funzione del fatto che tramite i regolatori possibile
assicurare in maniera automatica la stabilizzazione della tensione di alimentazione, sottraendo in tal
modo le lampade alle deleterie oscillazioni della tensione della rete di distribuzione;

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- sempre allo scopo di aumentare la vita delle lampade allatto dellaccensione e della regolazione, il
valore della tensione non viene fatto aumentare in maniera brusca, ma in maniera graduale in un
tempo lungo in modo da sollecitare meno i catodi delle sorgenti luminose.
3.4.2 Alimentatore bi-regime elettromagnetico o elettronico
Per le lampade al sodio alta pressione sono ormai presenti da anni reattori biregime tradizionali, mentre
quelli elettronici sono pi recenti ma anche tra essi comincia ad esserci una certa scelta.
Diverso invece il discorso per le lampade a ioduri metallici, che con la versione elettromagnetica
hanno un serio problema di viraggio del colore, specialmente se si vogliono ottenere risparmi energetici
che rendano conveniente ladozione di tali dispositivi; in questo caso solo ladozione di apparecchiature
elettroniche pu offrire una soddisfacente soluzione al problema.
Tra le principali ditte che propongono alimentatori biregime tradizionali ricordiamo RELCO, Tridonic
Atco mentre per i biregime elettronici Philips, Thorn, ecc.
3.4.3 Alimentatore elettronico regolabile
Gli alimentatori elettronici regolabili associano ai vantaggi dei reattori elettronici la possibilit di
modulare puntualmente il flusso luminoso mediante protocolli proprietari, sistema DALI, onde
convogliate o cavo pilota, a seconda delle singole case costruttrici.
Tra le principali ditte che propongono alimentatori elettronici regolabili ricordiamo Philips, Thorn,
Eligent del gruppo Sorgenia, Harvard Engineering PLC.
3.5 Sistemi di accensione e spegnimento impianti
Un'altra possibilit di risparmiare energia, che si affianca alla regolazione di potenza, lottimizzazione
degli orari di accensione e spegnimento. Riuscire infatti ad accendere gli impianti esattamente quando
serve, evitando di anticipare rispetto alle necessit di visione, permette di risparmiare preziosa energia
ogni giorno, cercando per di evitare di accendere troppo tardi quando ormai il compito visivo reso
gravoso a causa del calare delle tenebre. Stesso ragionamento vale per gli spegnimenti a fine nottata.
Ci si pu ottenere mediante fotocellule per laccensione che presentano per molti problemi di taratura,
e con luso di orologi installati su ogni quadro, con tutte gli svantaggi che questo comporta .Una
proposta comprovata migliorativa invece linstallazione di un orologio astronomico in ogni quadro di
comando. Lorologio astronomico contiene al suo interno un software che, sulla base dellinserimento
delle coordinate geografiche in cui si trova limpianto, determina in maniera molto precisa, con le
eventuali correzioni ambientali del caso, lesatta ora in cui il sole tramonta e sorge ogni giorno
dellanno. Ci riesce, rispetto ad un normale sistema con fotocellula o ancor pi rispetto allorologio
tradizionale, ad abbattere il consumo di energia di circa il 10%. Inoltre si somma il beneficio di avere
degli orologi tutti radio-sincronizzati e quindi fanno accendere gli impianti contemporaneamente e non
necessitano di revisioni continue legate ad aggiustamenti o al cambio dellora. Tutti questi vantaggi
garantiscono al contempo unaccensione ottimizzata quando effettivamente serve, visto che di solito
prevista la presenza anche di una fotocellula per garantire laccensione anticipata in caso di condizioni
meteorologiche sfavorevoli.
Tra le principali ditte che propongono orologi astronomici ricordiamo la THEBEN.
3.6 Sistemi di telecontrollo e telegestione
I guasti accidentali dovuti a cause non predeterminabili provocano il temporaneo annullamento del
livello di illuminamento rendendo inefficiente o solo parzialmente utilizzabile un impianto. A tali guasti
si deve poter far fronte con la massima rapidit ed perci necessario organizzare un servizio
dintervento efficace ed immediato legato possibilmente ad un sistema di pronta segnalazione dei guasti.
Se gi la numerazione in loco dei singoli punti luce presenti sul territorio comunale e ladozione di un
numero verde per la segnalazione da parte dei cittadini di problemi agli impianti, pu rappresentare un

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primo passo verso una migliore conduzione degli impianti, la soluzione ottimale quella di adottare un
sistema di telesegnalazione che riporta, in un posto centrale presidiato, ove fa capo la squadra di pronto
intervento, la segnalazione di disservizio, o la mancanza di tensione in una fase di uno qualsiasi dei cavi
BT uscenti dal centralino di comando, o lannullamento della corrente nel circuito, tutti dati provenienti
dalle singole periferiche poste nel quadro di comando tenendo sotto controllo le varie parti dellimpianto
di illuminazione pubblica.

Lattuale tecnica elettronica ha infatti messo a disposizione installazioni che permettono la segnalazione
del fuori servizio di un quadro di comando utilizzando normali vettori di trasmissione (ad esempio
tramite modem GSM o onde radio).
Con i dispositivi di telecontrollo, si possono effettuare da postazione remota (dalla sede del proponente
manutentore, o dallufficio comunale competente o qualsiasi altra postazione) le seguenti operazioni:
- controllo costante degli apparecchi in gestione con segnalazione immediata degli eventi in corso e
invio di messaggio SMS al telefono in dotazione alladdetto reperibile;
- programmare i cicli di lavoro e visualizzare lo stato di funzionamento dei singoli controllori
elettronici di potenza, compresi gli orologi astronomici;
- la ricezione dei dati di esercizio e la loro memorizzazione per creare un archivio storico
personalizzato dei parametri di maggior interesse indispensabile ai fini della manutenzione
programmata, e per analizzare la corretta efficienza dei componenti degli impianti ed eliminare le
cause che generano dispersioni, insufficiente rifasamento, consumi anomali, deterioramento
accenditori, ecc;.
- la raccolta dei dati di esercizio e, tramite opportuni software, la loro elaborazione per calcolare e
memorizzare il risparmio energetico ottenuto.
Il sistema infatti in grado di acquisire per ogni centralino centinaia di informazioni ON/OFF quali:
- stato interruttore generale
- stato interruttore ausiliario
- stato rel differenziale
- stato interruttore linea
- stato interruttori uscite protette
e molte altre ancora.
Lo stesso sistema pu ovviamente essere utilizzato anche per altri impianti e componenti non
strettamente legati allilluminazione: pompe di sollevamento, centraline di rilevamento ambientale,
segnaletica attiva, ecc.
La possibilit di creare archivi storici personalizzati dei parametri di maggior interesse ben si presta a
migliorare la lettura e la comprensione dei dati e dei problemi rilevati durante la manutenzione:
possibile cos comprendere il motivo dei vari interventi che si sono succeduti nel tempo e capire se sono
stati causati da problemi tecnici degli impianti o da mancanze dei materiali installati.
Il programma di gestione del sistema di telecontrollo e telegestione e il programma software per la
manutenzione, che vengono tra loro interfacciati, possono fornire un utile strumento per ottimizzare la
gestione degli impianti e il servizio offerto al cittadino, fornendo in qualsiasi istante un chiaro,
aggiornato e motivato quadro della situazione.
Le principali ditte che propongono sistemi di telegestione e telecontrollo a livello di quadro sono la
UMPI e la Reverberi.

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3.7 La telegestione punto-punto
E possibile anche effettuare il telecontrollo dei parametri elettrici dei singoli apparecchi, per operare un
monitoraggio continuo e completo delle caratteristiche funzionali del sistema.
Grazie alla gestione telematica, si ricavano informazioni real-time sullo stato dei singoli punti luce,
intervenendo in modo mirato dove si manifestano dei comportamenti anomali delle componenti vitali
dellimpianto (lampade e relativi dispositivi di alimentazione).
Con il telecontrollo del singolo punto luce, inoltre, possibile monitorare i parametri tipici della
lampade ed organizzare interventi di manutenzione straordinaria su gruppi di lampade riducendo al
minimo lo spreco di tempo dei normali controlli a vista effettuati dagli addetti alla manutenzione. Il
sistema di telecontrollo in grado di effettuare la comunicazione dei singoli sensori locali verso il loro
controllore centralizzato utilizzando o la tecnologia delle onde convogliate e sfruttando le linee
elettriche esistenti che collegano i vari punti luce, o la trasmissione su onde radio. Lintero sistema di
controllo pu essere supervisionato mediante lutilizzo di un PC centralizzato, collegato ai vari quadri di
gestione con GSM o onde radio. In base alle misure effettuate, il sistema in grado di ricavare le
informazioni riguardanti: le potenze attiva, reattiva e apparente, eventuali difetti delle lampade e dei
condensatori di rifasamento o dei fusibili di protezione, il tempo di alimentazione e di accensione delle
lampade, lindice di sfarfallio e la reale efficienza delle sorgenti. possibile ricavare questi dati per
singole lampade. La dotazione del sistema consente un controllo continuo e puntuale sullo stato di
funzionamento dei singoli punti luce. In questo modo si raggiunge lobiettivo fondamentale della
massima garanzia di sicurezza per gli utenti della strada con una drastica riduzione degli oneri di
manutenzione.
Se i punti luce installati lungo il tracciato sono dotati del modulo in grado di ricevere e trasmettere una
serie di informazioni sulle grandezze elettriche relative al singolo punto luce attraverso la tecnologia
delle onde convogliate, o la trasmissione radio, allora, si pu evitare linstallazione di circuiti dedicati. Il
sistema permette di telegestire da una centrale di comando il singolo punto luce offrendo numerosi
vantaggi: riduzione dei costi di installazione, pianificazione degli interventi con riparazioni mirate,
analisi circa lo stato e la vita delle lampade.
Il sistema quindi in grado di ricavare le seguenti informazioni, utili al gestore dellimpianto per una
corretta e tempestiva manutenzione:
Stato della lampada (on-off) / Tensione di rete / Tensione elettrica al bulbo della lampada /
Corrente di lampada / Corrente al condensatore / Fattore di potenza della lampada / Fattore di
potenza del condensatore / Tempo medio di accensione della lampada / Indice di sfarfallio.
Le principali ditte che propongono sistemi di telecontrollo punto a punto sono: Umpi, Thorn, e
Reverberi.
3.8 Telegestione e regolazione punto a punto
Al telecontrollo del punto a punto, e quindi alla telediagnostica di tutti gli eventi e le anomalie della
lampada (rifasamento insufficiente, assenza corrente, fusibile guasto, lampada in cortocircuito, lampada
in esaurimento) e al telecomando dello spegnimento e all'accensione del singolo punto, si pu associare
anche la riduzione puntuale del flusso luminoso, mediante installazione di un dispositivo apposito,
montato all'interno degli apparecchi illuminanti (previa verifica termica), o all'interno del palo, o nel
pozzetto, in accoppiamento con un reattore bi-regime elettromagnetico, che consente il
controllo/comando da remoto del singolo punto e la commutazione in due stadi di assorbimento di
potenza, attraverso la trasmissione ad onde convogliate.
Tale tecnologia ormai in uso da alcuni anni e si pu definire affidabile, ma il prezzo rimane ancora
alto, sia per la sola telegestione del singolo punto luce, che in abbinamento alla riduzione puntuale del
flusso (che viene ad incidere poco di pi). Porta per molti vantaggi e risparmi sia dal punto di vista
della gestione e manutenzione:
- elimina gli inutili costi dovuti alla ricerca dei guasti;
- permette di risparmiare sui materiali, grazie al controllo mirato degli elementi effettivamente guasti;

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- ottimizza la gestione del magazzino e degli automezzi;
- permette di risparmiare costi sull'organizzazione generale del servizio e sulla bolletta energetica;
- razionalizza l'uso delle lampade mediante parzializzazioni (spegnimenti e riduzione di flusso mirati
di ogni singolo punto luce);
- ottimizza i cicli di funzionamento;
- permette la programmazione personalizzata dell'orologio astronomico per l'accensione/spegnimento
puntuale degli impianti;
- riduce le accensioni diurne per ricerca guasti;
- riduce le dispersioni di linea per basso fattore di potenza (lampade non correttamente rifasate).
Tali vantaggi rendono quindi conveniente il sistema in situazioni particolari, come nei casi in cui la
manutenzione sia disagevole o il servizio offerto debba essere pienamente affidabile e di qualit (ad
esempio nei centri cittadini). Il costo del sistema pu essere poi ben assorbito nel caso in cui la gestione
degli impianti sia data completamente in esterno.
La regolazione del flusso puntuale con reattore tradizionale vantaggiosa quando il numero dei punti
luce non elevato (alcune decine), anche perch non associa la stabilizzazione del flusso, come invece
succede con i regolatori centralizzati, o quando la regolazione non si pu attuare su tutti punti luce
afferenti allo stesso quadro (ad esempio in incroci o rotonde), altrimenti risulta troppo costosa rispetto al
sistema centralizzato con regolatore.
Attualmente sta prendendo piede la possibilit di telegestire e telecontrollare gli alimentatori elettronici,
sia bi-regime che regolabili, di cui si parlato nei precedenti paragrafi, che garantirebbero anche la
stabilizzazione della tensione e costituirebbero quindi una alternativa ottimale.
Le principali ditte che propongono sistemi di telecontrollo e regolazione punto a punto sono: Thorn,
Reverberi, e ci risulta che siano in atto degli accordi per coordinarsi Umpi (telecontrollo) con Philips
(regolazione puntuale con alimentatore elettronico).
3.9 Impianti di illuminazione valutati nel loro complesso
Le apparecchiature e i componenti presenti sul mercato, devono essere analizzati per anche in funzione
della loro capacit di adattarsi alle esigenze e peculiarit specifiche dei singoli impianti. Si pensi ad
esempio alle variabili introdotte dalla larghezza della strada o dellarea da illuminare, dalla sua
estensione, dalla categoria illuminotecnica, dalle limitazioni che possono esserci sul posizionamento dei
punti luce, dai vincoli urbanistici che limitano le possibilit di istallazione, ecc.
Dal punto di vista teorico, un obiettivo, non di facile conseguimento, potrebbe essere costituito
dallindividuazione di indici di merito per i singoli impianti completi in ogni loro parte
(illuminotecnica, elettrica, stradale, opere civili e accessorie necessarie, ecc.). Ci consentirebbe un
agevole confronto tra soluzioni anche molto diverse tra loro dal punto di vista progettuale o realizzativo.
Allatto pratico possibile al momento la sola adozione di criteri progettuali che si basano
concettualmente su due possibilit:
- la prima, pi pragmatica, prevede lottimizzazione dei parametri geometrici dellistallazione
(interdistanza/altezza/sbraccio) mediante reiterate verifiche illuminotecniche effettuate con appositi
software che portano ad individuare la soluzione pi idonea, fissati determinati requisiti
illuminotecnici legati alla categoria illuminotecnica dellarea da illuminare;
- la seconda privilegia un approccio energetico, e si basa sulla scelta dellapparecchio che, per le
geometrie dello scenario luminoso in esame, massimizza il rendimento totale e quindi lutilizzo del
flusso luminoso, garantendo i parametri illuminotecnici richiesti.

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3.9.1 Ottimizzazione dei parametri geometrici
Per chiarezza di esposizione, si andranno a considerare dei casi pratici, immedesimandosi nel progettista
che incaricato di progettare limpianto di illuminazione di una data strada, deve individuare la soluzione
impiantistica ottimale. In questottica, sia per assicurare la qualit del risultato, sia per garantire dei
tempi di progettazione redditizi, risulta vantaggioso servirsi di software per le verifiche illuminotecniche
dotati di un sistema di ottimizzazione, cio capaci di individuare la configurazione migliore per quella
determinata conformazione stradale: scelto un apparecchio e la lampada che si vuole utilizzare, e fissata
la posizione in cui verr installato rispetto alla carreggiata, il programma deve essere in grado di
individuare i valori minimi della potenza, dellinterdistanza, dellaltezza del sostegno e della sporgenza
dello sbraccio per garantire quei parametri illuminotecnici fissati per la categoria illuminotecnica a cui la
strada considerata appartiene.
Da quanto risulta agli scriventi, sul mercato italiano tra i vari software illuminotecnici per illuminazione
pubblica disponibili, non tutti hanno la possibilit di ottimizzare i parametri geometrici dellimpianto, e
ne sono stati individuato solamente due, tra i pi utilizzati, che hanno la possibilit di ottimizzare la
posizione della lampada; anche se ci sembra un dettaglio di minor conto, in realt una chiara
indicazione della mancanza di volont di sfruttare appieno le potenzialit degli apparecchi, specialmente
di quelli che offrono diverse e numerose varianti ed opportunit di istallazione, introdotte allo scopo di
ottimizzare lefficienza degli impianti.
Nella tabella di seguito allegata si riportano alcuni dei software pi utilizzati in Italia per effettuare
verifiche illuminotecniche, indicando la possibilit o meno offerta dai sistemi di ottimizzare i parametri
dimpianto. Con sistema aperto si indica se sono importabili e verificabili anche fotometrie diverse da
quelle gi predisposte nel sistema: si nota che tutti i sistemi risultano aperti anche se alcuni lo sono pi
facilmente e anzi sono stati predisposti per facilitare limportazione di dati di varia provenienza, a
differenza dei software studiati da singole aziende produttrici quali la Philips, il cui programma
Calculux nato per i prodotti Philips ma permette di importare fotometrie esterne in determinati formati.

Tabella 13 - Software di calcolo pi utilizzati in Italia
Nome software
Ditta /
Associazione
Sistema
aperto
Ottimizzazione
parametri
geometrici impianti
Ottimizzazione
posizione della
lampada
Litestar Oxytech Si No No
Dialux DIAL gmbh Si Si Si
Calculux Philips Si Si Si
Easy Light -
Save the Sky
Cielo Buio Si Si No

Per verificare a campione lattendibilit dei dati ottenibili da tali software, si considerata una strada
larga 8 m con categoria illuminotecnica Me3c, e si inizialmente individuata col programma Calculux
quale era la posizione ottimale per un apparecchio Iridium FG CR, cio con vetro piano, come
prevedono la maggior parte delle leggi regionali contro linquinamento luminoso, e ottica CR che
dallanalisi dei fattori di utilizzazione sembrava essere la pi performante e si ottenuta come migliore
la posizione 4 con determinate risultanze in termini di luminanza e uniformit. Si poi proceduto col
medesimo apparecchio nelle stesse condizioni ad effettuare la medesima verifica illuminotecnica con gli
altri due software che permettono lottimizzazione dei parametri geometrici e i risultati, come si pu
vedere, sono in sintonia tra loro, ad esclusione del fattore di abbagliamento, ma ci causa di come
definito a livello normativo tale fattore, in quanto non univocamente individuabile, ma si presta a
diverse interpretazioni.


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Apparecchio IRIDIUM FC CR in pos.4 / lampada SAP 100 W / Hft = 8 m
PROGRAMMA DI
CALCOLO
Interdistanza
ottimizzata [m]
Lmed U0 Ul Ti
Calculux 28 1,03 0,42 0,74 8,0
Easy Light - Save the Sky 28 1,02 0,42 0,74 5,5
Dialux 28 1 0,4 0,7 9
3.9.1.1 Applicazione pratica
Un apparecchio come lIridium della Philips, ma anche altri tra quelli indicati nelle schede allegate al
capitolo 2.2, con varie possibilit di istallazione riguardo allottica/schermo/posizione della lampada, al
fine di poterlo sfruttare al suo meglio, necessita di un software che ottimizzi i vari parametri geometrici,
ma che individui la posizione ottimale della lampada.
Sfruttando il programma Calculux (by Philips Lighting) ad esempio, per la stessa strada del calcolo
precedente:
- Larghezza Carreggiata = 8 m
- 2 sensi di marcia, 1 corsia per ogni senso di marcia,
- Strada di Quartiere, tipo E
- Categoria illuminotecnica di riferimento: ME3c (Lm=1 cd/m2, U0= 0,4, Ul= 0,5, Ti < 15%)
- Coefficiente di manutenzione = 0,8
- Asfalto: classe di pavimentazione stradale normalizzata C2 (Q0 (coefficiente medio di luminanza) =
0,07 )
si considerano diverse casistiche per ciascun delle quali si cercato di ottimizzare la distanza tra i punti
luce (interdistanza). Le caratteristiche di impianto analizzate sono quelle dei 6 CASI di seguito riportati:
1 CASO: - installazione unilaterale
- a testa palo
- H altezza fuori terra OTTIMIZZATA

2 CASO - installazione unilaterale
- a testa palo
- H altezza fuori terra 1 m rispetto allottimizzata

3 CASO: - installazione unilaterale
- con sbraccio OTTIMIZZATO ( sporgenza rispetto allinizio della carreggiata )
- H altezza fuori terra OTTIMIZZATA

4 CASO - installazione unilaterale
- con sbraccio OTTIMIZZATO ( sporgenza rispetto allinizio della carreggiata )
- H altezza fuori terra OTTIMIZZATA + INCLINAZIONE OTTIMIZZATA*
rispetto allorizzontale


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5 CASO: - installazione unilaterale
- CON SBRACCIO OTTIMIZZATO( sporgenza rispetto allinizio della carreggiata )
- H altezza fuori 7 m (presenza di alberature)

6 CASO - installazione bilaterale
- CON SBRACCIO OTTIMIZZATO( sporgenza rispetto allinizio della carreggiata )
- H altezza fuori 7 m (presenza di alberature).
* Nota: In tutti i casi analizzati tranne il 4, si considera uninclinazione dellapparecchio nulla, al fine
di ridurre il flusso luminoso disperso verso lalto.
Nellanalisi dei risultati, oltre ai parametri geometrici dimpianto e quelli illuminotecnici ottenuti, per
determinare la bont o meno delle soluzioni individuate, si sono considerati anche altri fattori quali:
- il rapporto tra linterdistanza e laltezza di installazione, in quanto presente in molte leggi
regionali sulla dispersione del flusso luminoso verso lalto come parametro indicante la bont
dellinstallazione (ammessi valori >= 3,7);
- il rapporto W/m indicante la potenza installata per unit di lunghezza della strada considerata,
che significativo per individuare la bont dellinstallazione in relazione ai consumi energetici.
Come si pu osservare dalla tabella riassuntiva allegata, diverse geometrie dimpianto comportano
diverse posizioni ottimizzate dellottica.
Per i casi e apparecchiatura sopra esposti vengono effettuati i calcoli con le seguenti potenza di lampada:
- Tabella 14 apparecchio IRIDIUM con lampada SAP 100W
- Tabella 15 apparecchio IRIDIUM con lampada SAP 150W
Viene preso in considerazione anche lapparecchio Selenium per i calcoli esposti in:
- Tabella 16 apparecchio SELENIUM con lampada SAP 100W e SAP150W

Figura 31 Apparecchio Iridium (a sx) e Selenium (a dx) (Philips)
Per facilitare la lettura delle tabelle seguenti ogni caso esaminato stato individuato da uno specifico
colore:
Caso 1: Arancione
Caso 2: Giallo
Caso 3: Verde
Caso 4: Rosso
Caso 5: Azzurro
Caso 6: Viola


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Se inizialmente si considera lapparecchio con lampada al sodio ad alta pressione da 100 W, i risultati dei calcoli sono esposti nella tabella seguente:
Tabella 14 Calcolo con Apparecchio Iridium, lampada SAP 100W
posiz. H [m] sb [m]
interdistanz
a [m] interd/H
L med U0 Ul Ti
Eh
med Imax 90
consumi
[W/m]
A
p
p
a
r
e
c
c
h
i
o

I
r
i
d
i
u
m

S
G
S

2
5
3

o
t
t
i
c
a

C
R
L
A
M
P
A
D
A

S
A
P

1
0
0

W
VETRO
PIANO FG
Unilaterale
caso 1 4
H= ottimizzato sb=0 incl.=0 8 0 28 3,50 1,03 0,42 0,74 8,0 17,1 0,0 3,57
caso 2 1
H= 7m sb=0 incl.=0 7 0 27 3,86 1,01 0,45 0,60 6,7 18,5 0,0 3,70
caso 3 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. incl=0 8 2 35 4,38 1,01 0,41 0,61 10,8 14,7 0,0 2,86
caso 4 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. incl=ottimiz.= 0 " " " " " " " " " " "
caso 5 4
H= 7 sb=ottimizzato incl.=0 7 2 32 4,57 1,05 0,40 0,50 9,2 16,9 0,0 3,13
Bilaterale caso 6 3 H= 7 sb= ottimizzato incl.=0 7 2 27 3,86 1,20 0,44 0,53 8,4 19,5 0,0 3,70
caso 1 3
H= ottimizzato sb=0 incl.=0 8 0 29 3,63 1,02 0,49 0,66 8,8 17,4 1,3 3,45
caso 2 1
H= 7m sb=0 incl.=0 7 0 28 4,00 1,05 0,43 0,52 7,3 19,0 1,0 3,57
caso 3 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. 9 2 35 3,89 1,00 0,54 0,65 10,9 14,3 1,8 2,86
caso 4 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. incl=ottimiz.= 3 8 1 33 4,13 1,09 0,41 0,57 13,9 15,9 1,7 3,03
caso 5 5
H= 7 sb=ottimizzato incl.=0 7 2 30 4,29 1,26 0,43 0,51 12,8 19,5 1,5 3,33
Bilaterale caso 6 1 H= 7 sb= ottimizzato incl.=0 7 1 26 3,71 1,18 0,48 0,50 7,0 20,7 1,0 3,85
caso 1 5
H= ottimizzato sb=0 incl.=0 9 0 29 3,22 1,01 0,42 0,73 11,3 15,3 9,5 3,45
caso 2 3
H= 7m sb=0 incl.=0 7 0 28 4,00 1,11 0,40 0,69 14,5 18,4 14,5 3,57
caso 3 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. incl.=0 8 2 34 4,25 1,10 0,47 0,71 14,8 14,6 6,7 2,94
caso 4 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. incl=ottimiz.= 4 8 2 36 4,50 1,01 0,50 0,65 14,9 13,4 8,4 2,78
caso 5 5
H= 7 sb=ottimizzato incl.=0 7 2 32 4,57 1,15 0,42 0,51 14,7 17,1 9,5 3,13
Bilaterale caso 6 3 H= 7 sb= ottimizzato incl.=0 7 1,00 28 4,00 1,20 0,47 0,51 12,7 18,9 14,5 3,57
A
p
p
a
r
e
c
c
h
i
o

I
r
i
d
i
u
m

S
G
S

2
5
3

o
t
t
i
c
a

C
R
L
A
M
P
A
D
A

S
A
P

1
0
0

W
VETRO
PIANO FG
Unilaterale
VETRO A
PROFILO
RIBASSAT
O GB
Unilaterale
CON
COPPA
PC
Unilaterale

La tabella riportata, oltre ad evidenziare come variano le posizioni ottimali della lampada al variare delle geometrie dinstallazioni, permette di trarre anche altre
considerazioni, riferite al corpo illuminante considerato:
- il rapporto interdistanza /altezza non un parametro adatto ad indicare la bont dellimpianto, in quanto vi sono configurazioni che consumano meno ma hanno detto
rapporto pi basso;
- i risparmi maggiori si hanno avendo la possibilit di ottimizzare la sporgenza dellapparecchio rispetto alla carreggiata.



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Altro aspetto interessante vedere come cambiano le geometrie dimpianto allaumentare della potenza della sorgente luminosa considerata, ad esempio con una
lampada al sodio alta pressione da 150 W, anzich quella da 100 W considerata nel calcolo precedente. I calcoli producono i seguenti risultati:
Tabella 15 - Calcolo con Apparecchio Iridium, lampada SAP 150W
caso 1 3 H= ottimizzato sb=0 incl.=0 9 0 40 4,44 1,02 0,45 0,51 8,8 17,3 0 3,75
caso 2 3 H= 8 m sb=0 incl.=0 8 0 35 4,38 1,25 0,41 0,53 10,3 21,5 0 4,29
caso 3 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. incl.=0 9 2 44 4,89 1,17 0,41 0,5 11,9 17,1 0 3,41
caso 4 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. incl=ottimiz.= 5 9 1,5 45 5,00 1,50 0,43 0,50 12,3 16,1 0,0 3,33
caso 5 5 H= 7 sb=ottimizzato 7 2 32 4,57 1,75 0,42 0,5 11,3 28 0 4,69
Bilaterale caso 6 3 H= 7 sb= ottimizzato 7 2 28 4,00 1,82 0,43 0,51 10,7 29,6 0 5,36
caso 1 3 H= ottimizzato sb=0 9 0 41 4,56 1,03 0,48 0,51 12,2 17,2 1,4 3,66
caso 2 3 H= 8m sb=0 incl.=0 8 0 36 4,50 1,26 0,43 0,53 14,3 21,2 1,4 4,17
caso 3 7 H= ottimiz. sb=ottimiz. incl.=0 9 1,5 43 4,78 1,24 0,42 0,53 14,1 17,7 1,8 3,49
caso 4 7 H= ottimiz. sb=ottimiz. incl=ottimiz.= 5 9 0,5 44 4,89 1,12 0,43 0,52 14,9 16,6 1,6 3,41
caso 5 3
H= 7 sb=ottimizzato incl.=0 7 1 31 4,43 1,66 0,45 0,55 14,7 27,5 1,4 4,84
Bilaterale caso 6 3 H= 7 sb= ottimizzato incl.=0 7 1,5 28 4,00 1,89 0,45 0,51 13,1 30,4 1,4 5,36
caso 1 3 H= ottimizzato sb=0 incl.=0 9 0 40 4,44 1,07 0,45 0,51 10,7 17,9 18,8 3,75
caso 2 3 H= 8m sb=0 incl.=0 8 0 35 4,38 1,31 0,43 0,52 12,5 22,2 18,8 4,29
caso 3 7 H= ottimiz. sb=ottimiz. incl.=0 9 2 42 4,67 1,31 0,46 0,57 14,9 17,7 7,7 3,57
caso 4 7 H= ottimiz. sb=ottimiz. incl=ottimiz.= 4 9 2 44 4,89 1,20 0,45 0,50 15,0 16,4 7,8 3,41
caso 5 3 H= 7 sb=ottimizzato incl.=0 7 1 31 4,43 1,68 0,43 0,51 12,9 28 18,8 4,84
Bilaterale caso 6 3 H= 7 sb= ottimizzato incl.=0 7 2 28 4,00 1,89 0,42 0,51 14,1 30,3 18,8 5,36
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W
VETRO
PIANO
FG
Unilaterale
VETRO A
PROFILO
RIBASSA
TO GB
Unilaterale
CON
COPPA
PC
Unilaterale
Le prime considerazioni ottenibili sono le seguenti:
- ladozione della lampada di maggior potenza permette di aumentare le altezze e ci comporta un aumento delle interdistanze ottenibili e quindi un numero di punti
luce molto minore (-43% caso arancio, - 26 % caso verde: costi iniziali dimpianto minori, ed effetto estetico migliore), ma non a sufficienza per rendere i consumi
energetici minori di quanto succede con la lampada di minor potenza,
- anche con la lampada da 150 W non vi sono netti vantaggi nelladozione di un vetro ricurvo rispetto a quello piano;
- se fosse permessa, dalle leggi regionali sullinquinamento luminoso, uninclinazione minima dellapparecchio ( pi evidente con la lampada da 150 W che da 100
W), caso 4, ci comporterebbe in alcuni casi un risparmio sul costo iniziale dellimpianto (altezze e sbracci minori), e sui consumi.

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SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 60/99


Infine si analizzato (escludendo il caso in cui si ottimizza anche linclinazione dellapparecchio) come cambierebbero i parametri geometrici dellimpianto e di
conseguenza anche i consumi energetici se si adottasse un apparecchio sempre della Philips, ma pi essenziale, con ununica ottica con meno posizioni possibili della
lampada e meno costoso, e presente solo con vetro piano o coppa, chiamato Selenium, elencato anchesso tra gli apparecchi presi in considerazione del gruppo A nel
paragrafo 2.2. I risultati sono esposti nella Tabella 16 e le considerazioni sono esposte di seguito.
Tabella 16 - Calcolo con Apparecchio Selenium, lampada SAP 100W e SAP 150W
Pos. H [m] sb [m]
interdistanza
[m] interd/H
L med U0 Ul Ti
Eh med
Imax
90[cd/klm]
consumi
[W/m]
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0

W
VETRO
PIANO
FG
Unilaterale
caso 1 3
H= ottimizzato sb=0 9 0 27 3,00 1,01 0,43 0,78 4,9 19,4 0,0 3,70
caso 2 1
H= 7m sb=0 7 0 25 3,57 1,01 0,47 0,59 5,4 19,6 0,0 4,00
caso 3 5
H= ottimiz. sb=ottimiz. 9 2 34 3,78 1,02 0,44 0,58 5,5 17,6 0,0 2,94
caso 4 2
H= 7 sb=ottimizzato 7 1 28 4,00 1,09 0,41 0,58 7,0 20,7 0,0 3,57
Bilaterale
caso 5
H= 7 sb= ottimizzato n.c.
caso 1 5
H= ottimizzato sb=0 9 0 28 3,11 1,00 0,43 0,77 5,4 18,8 9,8 3,57
caso 2 3
H= 7m sb=0 7 0 26 3,71 1,01 0,47 0,58 5,6 19,2 14,0 3,85
caso 3 7
H= ottimiz. sb=ottimiz. 9 2 35 3,89 1,03 0,41 0,66 5,9 17,2 5,2 2,86
caso 4 5
H= 7 sb=ottimizzato 7 1 29 4,14 1,01 0,45 0,51 6,5 18,3 12,1 3,45
Bilaterale
caso 5
3 H= 7 sb= ottimizzato n.c.
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P
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VETRO
PIANO
FG
Unilaterale
CON
COPPA
PC
Unilaterale
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5
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W
VETRO
PIANO
Unilaterale
caso 1 2
H= ottimizzato sb=0 9 0 37 4,11 1,03 0,41 0,53 9,2 19 0 4,05
caso 2 1
H= 8 m sb=0 8 0 32 4,00 1,11 0,41 0,51 9,6 21,5 0 4,69
caso 3 4
H= ottimiz. sb=ottimiz. 9 2 39 4,33 1,24 0,43 0,51 11,2 18,5 0 3,85
caso 4 1
H= 7 sb=ottimizzato 7 1 29 4,14 1,41 0,42 0,51 10,4 26,7 0 5,17
Bilaterale
caso 5
1 H= 7 sb= ottimizzato 7 1 25 3,57 1,69 0,42 0,51 7,1 30,1 0 6,00
caso 1 2
H= ottimizzato sb=0 8 0 34 4,25 1,16 0,48 0,56 9,2 18,2 10,1 4,41
caso 2 1
H= 8m sb=0 8 0 34 4,25 1,16 0,4 0,51 10,9 21,4 10,1 4,41
caso 3 2
H= ottimiz. sb=ottimiz. 9 0 39 4,33 1,00 0,48 0,56 9,2 18,2 10,1 3,85
caso 4 1
H= 7 sb=ottimizzato 7 0 30 4,29 1,31 0,42 0,53 11,9 25 11,5 5,00
Bilaterale
caso 5
1 H= 7 sb= ottimizzato 7 1 26 3,71 1,53 0,44 0,51 9,9 27,6 11,5 5,77
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W
VETRO
PIANO
Unilaterale
CON
COPPA
Unilaterale

- Lapparecchio presenta dei problemi, in alcune configurazioni dimpianto, per garantire le prescrizioni normative, a meno che non si aumenti la potenza, a discapito
dei consumi;
- anche con questo apparecchio conviene adottare la lampada da 100 W piuttosto che quella da 150 W se si vogliono ottenere consumi energetici pi bassi, ma si
hanno difficolt ad ottenere i valori minimi del rapporto interdistanza/ H previsti dalle leggi regionali.

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Confrontando i due apparecchi Iridium e Selenium della stessa casa produttrice, ma di qualit diversa si
ottengono i seguenti risultati:
- lapparecchio pi economico meno performante, e comporta consumi maggiori, in certe
configurazioni anche molto alti, mentre i prezzi di listino differiscono dellordine del 36% , ma i
punti luce con apparecchi economici aumentano (da 3% fino anche al 15%, dipende dalla
configurazione dimpianto).

Sarebbe interessante fare un confronto, oltre a quello dellassorbimento energetico, anche dei costi,
maggiori, di installazione iniziali (pali pi alti e ad interdistanze minori), causati da qualche centinaio di
euro in meno per lacquisto dellapparecchio.

Tabella 17 - Confronto consumi per apparecchio Selenium e Iridium con SAP 100W
H [m] sb [m]
interdistanza
[m ] H [m] sb [m]
interdistanza
[m ]
9 0 27 8 0 28
7 0 25 7 0 27
9 2 34 8 2 35
7 1 28 7 2 32
7 0,5 25 7 2 27
consumi
[W/m]
consumi
[W/m]
+ 3,5% 3,70 3,57
+ 7,5% 4,00 3,70
+2,7% 2,94 2,86
+ 12% 3,57 3,13
+ 7,5% 4,00 3,70

Selenium lampada SAP 100 W Iridium lampada SAP 100 W


Risultati analoghi si sono riscontrati ad esempio anche confrontando apparecchi di qualit diversa e
prezzo diverso della ditta Schreder: Furyo e Ipso.


Se si adottasse una lampada a luce bianca agli ioduri metallici con bruciatore ceramico tipo CDO,
anzich il sodio alta pressione, come cambierebbe la situazione, ad esempio, con un apparecchio
performante come lIridium della Philips?
La risposta nella tabella seguente.


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Tabella 18 - Caso con utilizzo apparecchio Iridium e lampada con luce bianca CDO-TT
H [m] sb [m]
interdistanz
a [m] L med U0 Ul Ti
consumi
[W/m]
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0

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PIANO
Unilaterale
H= ottimizzato sb=0 0 n.s.
H= 7m sb=0 7 0 n.s.
H= ottimiz. sb=ottimiz. 7 2 28 1,03 0,41 0,65 11,0 3,57
H= 7 sb=ottimizzato 7 2 28 1,03 0,41 0,65 11,0 3,57
Bilaterale H= 7 sb= ottimizzato 7 2 27 1,05 0,45 0,50 10,6 3,70
H= ottimizzato sb=0
H= 7m sb=0
H= ottimiz. sb=ottimiz.
H= 7 sb=ottimizzato
Bilaterale H= 7 sb= ottimizzato
H= ottimizzato sb=0
H= 7m sb=0
H= ottimiz. sb=ottimiz.
H= 7 sb=ottimizzato
Bilaterale H= 7 sb= ottimizzato
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0
0

W
VETRO
PIANO
Unilaterale
VETRO A
PROFILO
RIBASSATO
Unilaterale
CON COPPA
Unilaterale


Dopo i primi calcoli, ci si dovrebbe subito fermare, in quanto i risultati non sarebbero soddisfacenti,
come si pu osservare dalle prime verifiche effettuate con lapparecchio a vetro piano. Con la lampada a
ioduri metallici a bruciatore ceramico, dallottima resa cromatica e dalla temperatura di colore
confortevolmente calda (2.800 K), poich presenta unefficienza luminosa minore (88 lm/W contro i
108 lm/W in una lampada da 100 W), non si riescono a garantire le prestazioni richieste da una categoria
illuminotecnica impegnativa come la ME3c con configurazioni dimpianto convenienti dal punto di vista
dei consumi.
Si pu risolvere il problema grazie allopportunit fornita dalla recente norma UNI 11248
1
che prevede
in caso di luce bianca la possibilit di declassare la categoria illuminotecnica di progetto e portarla
quindi da ME3c a ME4b, essenzialmente per strade in ambito urbano, essendo importante per la loro
percorrenza luso della visione periferica, a causa della complessit del contesto nel quale si trovano.
Le risultanze per lapparecchio con il vetro piano sarebbero quelle indicate nella tabella seguente:






1
La norma prevede, in merito alle variazioni della categoria illuminotecnica in relazione ai parametri di influenza, che con
indice di resa dei colori maggiore o uguale a 60 si pu ridurre la categoria illuminotecnica di una unit. Resa che
ottenibile con lampada a luce bianca.

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Tabella 19 - Calcoli con apparecchio Iridium a vetro piano e lampada CDO-TT
pos H [m] sb [m]
interdistan
za [m] interd/H L med U0 Ul Ti Eh med
Imax
90
consumi
[W/m]
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0

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PIANO
Unilaterale
3 H= ottimizzato sb=0 8 0 33 4,13 0,75 0,41 0,56 7,7 13,1 0,0 3,03
1 H= 7m sb=0 7 0 28 4,00 0,85 0,47 0,51 6,5 15,8 0,0 3,57
5 H= ottimiz. sb=ottimiz. 8 2 37 4,63 0,81 0,45 0,50 11,2 12,6 0,0 2,70
5 H= 7 sb=ottimizzato 7 1,5 31 4,43 0,96 0,40 0,52 10,4 15,7 0,0 3,23
3 Bilaterale H= 7 sb= ottimizzato 7 2 28 4,00 0,99 0,42 0,50 10,3 17,9 0,0 3,57
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1
0
0

W
VETRO
PIANO
Unilaterale
Confrontando con le prestazioni degli apparecchi con lampada al sodio alta pressione, i consumi energetici sono pi favorevoli alla configurazione con lampada a ioduri
metallici su strada di categoria declassata:

Tabella 20 - Confronto consumi fra lampada SAP e lampada CDO
H [m] sb [m]
interdistanza
[m ] H [m] sb [m]
interdistanza
[m ]
8 0 28 8 0 33
7 0 27 7 0 28
8 2 35 8 2 37
7 2 32 7 2 31
7 2 27 7 2 28
consumi
[W/m]
consumi
[W/m]
3,57 3,03
3,70 3,57
2,86 2,7
3,13 3,23
3,70 3,57
Iridium 100 W SAP-T Plus Iridium 100 W CDO-T
vetro piano

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Se oltre alla lampada a ioduri metallici con tecnologia ceramica, il contesto urbano in cui inserito limpianto richiede anche delle forme estetiche pi curate, proviamo
ad effettuare analoghe verifiche con un apparecchio, sempre Philips, modello City Soul appartenente al gruppo B1 del paragrafo 2.2, , cio da arredo urbano con
funzione stradale. I risultati dei calcoli sono illustrati nella successiva Tabella 21.
Tabella 21 - Calcoli con apparecchio City-Soul e lampada CDO 100W
Pos. H [m] sb [m]
interdistanza
[m] interd/H L med U0 Ul Ti Eh med
consumi
[W/m]
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0

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VETRO
PIANO
FG
Unilaterale
5
H= ottimizzato sb=0 8 0 33 4,13 0,77 0,45 0,56 7,7 13,1 3,03
3
H= 7m sb=0 7 0 28 4,00 0,85 0,45 0,51 6,5 15,8 3,57
8
H= ottimiz. sb=ottimiz. 8 2 37 4,63 0,81 0,41 0,50 11,2 12,6 2,70
6
H= 7 sb=ottimizzato 7 1,5 31 4,43 0,96 0,41 0,53 10,4 15,7 3,23
Bilaterale 8 H= 7 sb= ottimizzato 7 2 28 4,00 1,17 0,42 0,51 10,9 18,0 3,57
5
H= ottimizzato sb=0 8 0 32 4,00 0,75 0,41 0,50 12,0 13,3 3,13
3
H= 7m sb=0 7 0 29 4,14 0,79 0,43 0,55 6,2 14,5 3,45
6
H= ottimiz. sb=ottimiz. 7 1 35 5,00 0,75 0,41 0,52 8,4 12,3 2,86
4
H= 7 sb=ottimizzato 7 1 30 4,29 0,85 0,43 0,51 8,2 14,7 3,33
Bilaterale 5 H= 7 sb= ottimizzato 7 1 26 3,7 1,06 0,41 0,52 8,1 17,4 3,85
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0
0

W
VETRO
PIANO
FG
Unilaterale
VETRO
CURVO
PC
Unilaterale

Infine lo stesso apparecchio da arredo urbano stato attestato con le recenti lampade della Philips a ioduri metallici miniaturizzate Cosmopolis CPO (cambia lottica e
diventa OC):
Tabella 22 - Calcoli con apparecchio City-Soul e lampada CPO 60W
Pos. H [m] sb [m]
interdistanza
[m] interd/H
L med U0 Ul Ti Eh med
consumi
[W/m]
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Unilaterale
8 H= ottimizzato sb=0 8 0 28 3,50 0,78 0,43 0,74 6,1 12,8 2,14
5 H= 7m sb=0 7 0 27 3,86 0,75 0,45 0,61 6,9 13,4 2,22
11 H= ottimiz. sb=ottimiz. 8 1,5 33 4,13 0,75 0,43 0,61 6,8 11,9 1,82
10 H= 7 sb=ottimizzato 7 2 32 4,57 0,82 0,41 0,51 8,4 13,1 1,88
Bilaterale 6 H= 7 sb= ottimizzato 7 1,5 27 3,86 0,83 0,45 0,51 7,3 13,8 2,22
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PIANO
Unilaterale

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Confrontando le risultanze che si ottengono applicando lapparecchio stradale con la lampada al sodio
alta pressione o lapparecchio da arredo urbano con lampade a ioduri metallici, a tecnologia ceramica,
standard o miniaturizzate, e categoria illuminotecnica declassata, si ottengo risultati molto lusinghieri
dal punto di vista dei consumi energetici e dei costi di installazione, per gli apparecchi da arredo urbano,
specialmente con le nuove lampade CPO Cosmopolis.
Tabella 23 - Confronto lampade CDO 100W, CPO 60W e SAP 100W
H [m] sb [m]
interdistanza
[m ] H [m] sb [m]
interdistanza
[m ] H [m] sb [m]
interdistanza
[m ]
8 0 33 8 0 28 8 0 28
7 0 28 7 0 27 7 0 27
8 2 37 8 1,5 33 8 2 35
7 1,5 31 7 2 32 7 2 32
7 2 28 7 1,5 27 7 2 27
consumi
[W/m]
consumi
[W/m]
consumi
[W/m]
3,03 2,14 3,57
3,57 2,22 3,70
2,70 1,82 2,86
3,23 1,88 3,13
3,57 2,22 3,70
CITY SOUL 100 W CDO-T CITY SOUL CPO 60 W IRIDIUM 100 W SAP-T Plus
vetro piano


3.9.2 Considerazioni dai calcoli di ottimizzazione geometrica
Dallanalisi delle tabelle allegate ai calcoli illustrati nel paragrafo precedente appare chiaro che non
possibile individuare delle regole univoche e applicabili sempre e ovunque per il dimensionamento
ottimale degli impianti, in quanto molto dipende dalla situazione e dalle condizioni al contorno e dalle
esigenze dellintervento, siano esse rivolte al risparmio energetico o al contenimento dei costi iniziali di
installazione: occorre quindi rimandare ad una progettazione accurata che sia in grado di recepire
esigenze e problematiche di ogni singola situazione.
Si possono comunque trarre alcune conclusioni di carattere generale:
- fondamentale per abbassare i consumi la possibilit di agire sulla sporgenza dellapparecchio
rispetto la carreggiata, ed ottimizzarla;
- apparecchi performanti, di qualit, ben dimensionati, sia con il vetro piano che con il vetro curvo
sarebbero accettabili con prescrizioni in funzione del flusso luminoso rivolto verso lalto, basate sul
principio di non sprecare luce dove non serve; mentre limitazioni incentrate sulleliminazione di
emissione luminosa per bassi angoli rispetto lorizzonte, precludono diverse possibilit installative e
tornano a vantaggio solamente dellosservazione astronomica;
- adattamenti e forzature di apparecchi esistenti per renderli con emissione nulla a 90 sono deleteri
(vantaggi solo per losservazione astronomica ma non certo per il risparmio energetico);
- per ridurre i consumi opportuno adottare lampade con la minor potenza possibile, (ad esempio nel
caso considerato 100W anzich 150W), ma questo comporta, la maggioranza delle volte, un maggior
numero di punti luce, in quanto le interdistanze risultano essere minori, con minore rapporto interd/H
e costo di impianto pi elevato;
- se lobiettivo minimizzare i costi di impianto molto spesso conviene aumentare la potenza delle
lampade;
- se lobiettivo sono i minimi costi totali e necessario fare un calcolo economico esteso allintera vita
dellimpianto sommando costi di impianto e di esercizio;

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- luso di apparecchi pi economici comporta un risparmio sensibile sui costi dellapparecchio, ma fa
molto probabilmente aumentare i consumi, e i costi di installazione (pali pi alti e in numero
maggiore a causa delle minori interdistanze);
- le lampade al sodio alta pressione hanno unottima efficienza luminosa, ma non detto che dal punto
di vista dei consumi siano sempre le pi adatte ad essere utilizzate (diverso il discorso se si parla di
spettro migliore per losservazione astronomica);
- con il declassamento consentito dallelevata resa cromatica (Ra>60) si possono avere riduzioni dei
consumi e aumento delle interdistanze con conseguente riduzione del numero di pali;
- le lampade miniaturizzate Cosmopolis riducono ulteriormente i consumi in misura notevole, a fronte
di una riduzione delle interdistanze non eccessiva, ma lattuale costo di tali lampade e dei relativi
ausiliari elettrici fa aumentare notevolmente i costi di impianto.
3.9.3 Approccio energetico
Questo metodo parte dallidea di massimizzare il flusso luminoso prodotto dagli apparecchi istallati che
raggiunge la superficie stradale e fornisce un criterio di selezione degli apparecchi. Fissate le geometrie
dello scenario in esame, lapparecchio scelto, che massimizza lutilizzo del flusso luminoso emesso,
deve garantire che i parametri illuminotecnici soddisfino quanto richiesto dalla normativa per la
specifica tipologia di strada.
Dato che il rendimento totale dellimpianto dipende dalle condizioni di installazione dellapparecchio
attraverso il fattore di utilizzazione, ha senso valutare il rendimento totale per quelle altezze che
consentono di ottenere i parametri illuminotecnici richiesti. Si esegue un rapido dimensionamento
ottimizzato (vedi paragrafo precedente) per un solo apparecchio e, utilizzando il dato dellaltezza di
installazione cos ricavato, possibile individuare lapparecchio tra quelli disponibili che soddisfa al
massimo rendimento totale. Dimensionando poi limpianto con tale apparecchio si dovrebbe realizzare
la condizione di massima interdistanza di installazione, garantendo sempre i parametri illuminotecnici
richiesti. possibile che con un nuovo apparecchio le altezze di installazione ottimizzate possano
aumentare. Essendo cambiata la geometria si rende necessaria una nuova ricerca tra gli apparecchi
selezionati di quello che consente il massimo rendimento totale. Il processo pu assumere un carattere
iterativo con velocit di convergenza dipendente dal numero di apparecchi presi in considerazione. La
convergenza risulta normalmente rapida (2-3 iterazioni), in quanto il processo si basa sullesclusione
degli apparecchi che maggiormente disperdono il flusso luminoso, e questa propriet assume
maggiore importanza allincrementarsi dellaltezza di installazione.
Per rendere possibile questo approccio necessario disporre delle caratterizzazioni del fattore di
utilizzazione in illuminamento, per ciascun apparecchio preso in esame, in forma numerica, in modo tale
da implementare dei codici numerici che realizzano la ricerca del massimo rendimento totale per la
geometria di installazione; in questo processo di ricerca del massimo i parametri geometrici di
installazione invarianti per ogni apparecchio risultano laltezza e la larghezza della carreggiata, mentre il
parametro variabile di installazione dellapparecchio lo sbraccio.
Per meglio chiarire il procedimento, viene di seguito riportato nella Figura 32 un diagramma di flusso
relativo a tale approccio.

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Figura 32 Approccio energetico diagramma di flusso
Tuttavia bisogna precisare che tale criterio di dimensionamento pu talvolta fornire dei risultati che, se
confrontati con quelli ottenuti con un diretto dimensionamento ottimizzato tra la gamma di apparecchi
disponibili, sono parzialmente in apparente disaccordo: pu accadere che non vi sia congruenza tra
massimo rendimento totale e massima interdistanza di installazione, in quanto tale rendimento definisce
la quantit di flusso luminoso indirizzato sulla superficie da illuminare, ma non definisce come tale
flusso venga distribuito sulla stessa ai fini dei parametri di uniformit generale e longitudinale. Quindi
pu accadere che apparecchi che realizzano rendimenti totali maggiori di altri, a parit di altezza di
installazione, consentano interdistanze di installazione minori a causa del peggiore controllo
delluniformit.
Per questo motivo, con lapproccio energetico di dimensionamento si potrebbero quindi escludere
apparecchi che presentano rendimenti totali inferiori ma che in realt consentirebbero maggiori
interdistanze di installazione. Nel paragrafo 3.9.4.1 verr mostrato un esempio in cui si realizza questa
condizione di incongruenza tra massimo rendimento totale e massima installazione.
3.9.4 Confronto tra due metodi: lottimizzazione del fattore di utilizzazione dellimpianto e
lottimizzazione dei parametri geometrici di impianto
Nel presente paragrafo si intende effettuare un confronto tra i due metodi, introdotti nei capitoli
precedenti: quello basato sullottimizzazione del fattore di utilizzazione di impianto spiegato al capitolo
3.2, e quello che si avvale dei software di calcolo illuminotecnico per ottimizzare i parametri geometrici
di impianto, analizzato al capitolo 3.9.1, entrambi finalizzati a determinare la bont di uno specifico
impianto considerato nella sua complessit e nel suo contesto.
Per fare ci si considereranno dei casi pratici di strade e aree, applicando i due metodi ad alcuni
apparecchi, presi tra quelli elencati nel capitolo 2.2.
definizione dello scenario luminoso e vincoli di
installazione apparecchi: larghezza carreggiata,
distanza base del palo, sbraccio minimo/massimo
dimensionamento ottimizzato per un singolo
apparecchio
altezza di installazione
ricerca del massimo rendimento totale tra gli
apparecchi
dimensionamento ottimizzato per lapparecchio eventuale incremento dellaltezza di
installazione
soluzione di installazione con massimo rendimento
totale e massima interdistanza tra gli apparecchi

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Si effettueranno sia verifiche illuminotecniche, con il programma Dialux, cercando di individuare la
geometria dimpianto ottimale per ciascun apparecchio, a parit di condizioni, e si applicher
parallelamente anche il criterio di valutazione del fattore di utilizzazione.

Figura 33 - Apparecchi per traffico veicolare

Figura 34 - Apparecchi per arredo urbano e verde

Figura 35 - Apparecchi per grandi aree impianti sportivi
Per lottimizzazione dei parametri geometrici si proceder analogamente a quanto fatto nel capitolo
precedente, mentre per lanalisi del fattore di utilizzazione dellimpianto si effettueranno le seguenti
procedure:
- considerando una determinata strada con una data geometria, si prendano in esame diversi apparecchi (
A, B, C, ) (vedi ad esempio le figure riportate sopra), ciascuno caratterizzato da un proprio LOR, sui
quali sia montata la stessa sorgente luminosa; si consideri di disporre, per ciascun apparecchio, di una
serie di dati che definiscono il fattore di utilizzazione in illuminamento per diversi rapporti L/H
[larghezza carreggiata/altezza sorgente] sia in condizioni di proiezione del fuoco della lampada interna
rispetto alla carreggiata, che per proiezione esterna (poich le sorgenti non detto che abbiano
distribuzioni simmetriche su 0C 180 e 180 C 360 ; questo richiede di distinguere le serie di dati
del fattore di utilizzazione per proiezione esterna ed interna del fuoco). Si dimensioni limpianto di
illuminazione per uno solo degli apparecchi esaminati (apparecchio A), ottimizzando altezza, sbraccio,
interdistanza, e fissando la distanza tra base del palo e la carreggiata, in modo da soddisfare ai requisiti
illuminotecnici richiesti dalla classe di illuminazione della strada.
Si utilizzi ora il dato dellaltezza calcolato nel dimensionamento (H1) che consente di ottenere la
massima interdistanza (I1) e si calcoli il rapporto [larghezza carreggiata/altezza sorgente] e lo si utilizzi
per ricercare il massimo valore del prodotto tra [fattore di utilizzazione*LOR] = rendimento totale per
gli apparecchi in esame, sia per proiezione interna ed esterna alla carreggiata.
Lapparecchio che determiner tale prodotto massimo quello che garantisce la migliore condizione di
utilizzo dellenergia assorbita con i parametri illuminotecnici fissati: infatti se il massimo del rendimento
totale risulta per A, significa che questo gi lapparecchio ottimizzato, ovvero che a parit di flusso

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emesso dalla lampada, ne indirizza la maggior quantit sulla carreggiata; se il massimo risulta per B
significa che ci sar la possibilit di aumentare laltezza di posizionamento rispetto ad H1, e quindi
anche linterdistanza, rispettando comunque i parametri richiesti. Questo perch lapparecchio B
determiner per questa altezza H1 una maggiore quantit di flusso luminoso incidente sulla carreggiata
(quindi maggiore illuminamento e maggiore luminanza) rispetto allapparecchio A, e quindi con H1 ed
I1 determiner parametri illuminotecnici superiori a quelli richiesti, in quanto erano soddisfatti al limite
da A, che indirizzava meno flusso luminoso sulla carreggiata. Ripetendo quindi il dimensionamento con
lapparecchio B, risulteranno altezze maggiori ed interdistanze superiori rispetto ad A, garantendo
comunque i risultati illuminotecnici richiesti. La differenza nelle interdistanze e altezze risulta pi o
meno sensibile a seconda delle differenze del rendimento totale; non da escludere il caso che
lapparecchio che determina il rendimento totale massimo abbia fattori di utilizzazione minori rispetto
ad altri apparecchi: questo pu accadere se vi sono grandi differenze tra LOR degli apparecchi.
3.9.4.1 Illuminazione stradale
In concreto sono state prese come esempi significativi due strade:
1) una strada extraurbana secondaria di tipo C1, con categoria illuminotecnica di progetto ME3a (Lm=1
cd/m
2
, U0= 0,4, Ul= 0,7, Ti < 15%) con le caratteristiche geometriche minime previste dal DM 5
novembre 2001, in cui si ipotizzato di utilizzare solo apparecchi di tipo A, cio stradali, sia con vetro
piano, che con coppa se disponibili, con lampade al sodio alta pressione
2) una strada urbana di quartiere di tipo E, con la larghezza della carreggiata aumentata di mezzo metro
per corsia rispetto alle dimensioni minime previste dal DM 5 novembre 2001, con categoria
illuminotecnica di progetto ME3c (Lm=1 cd/m
2
, U0= 0,4, Ul= 0,5, Ti < 15%), in cui si ipotizzato di
utilizzare e confrontare sia apparecchi di tipo A, cio stradali, che di tipo B., cio con estetica da arredo
urbano, ma con funzione stradale, con vetro piano, sia con lampade al sodio alta pressione che con
ioduri metallici con bruciatore ceramico, tenendo conto che con tali lampade a luce bianca la categoria
illuminotecnica pu essere declassata a Me4b (Lm=0,75 cd/m
2
, U0= 0,4, Ul= 0,5, Ti < 15%)Per
entrambe le strade si ipotizzato:
- di installare il sostegno a 0,5 metri dallinizio della carreggiata (dalla banchina per le strade di tipo C);
- un asfalto di tipo C2;
- un fattore di manutenzione 0,8;
- una altezza minima del punto luce di 5,5 m come vuole il codice della strada.
Il problema maggiore che si riscontrato durante il confronto dei risultati ottenuti mediante le verifiche
illuminotecniche stata la difficolt di avere dati tra loro omogenei perch le lampade con cui sono state
calcolate le fotometrie di riferimento sono spesso diverse tra loro a livello di flusso emesso, certi
apparecchi non montano tutte le potenze disponibili di lampade o non sono disponibili alcune fotometrie
per poter effettuare le verifiche.
1) Strada tipo C1
Per questa strada sono state scelti tre apparecchi stradali tra quelli individuati nel gruppo A. del
paragrafo 2.2, tutti con lampade da 150 W sodio alta pressione (SAP), vista limpegnativa categoria
illuminotecnica attribuita Me3a:
- Iridium della Philips (sia nella versione vetro piano FG, che con la coppa PC);
- Kaos della AEC (esiste solo a vetro piano);
- Max della Disano (esiste solo a vetro piano).
Si sono inoltre verificate anche la Iridium con la lampada da 100 W e lapparecchio sempre Philips detto
Selenium, al fine di confrontare i dati ottenuti con quelli esposti nel capitolo precedente.

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Si ipotizzato che il sostegno, o meglio il punto luce, non potesse trovarsi a pi di 12 m di altezza, con
uno sbraccio massimo di 3 metri, la base del sostegno si ipotizza che si trovi a 2 m dalla carreggiata (0,5
m dalla banchina) e si considera che dall'attacco dell'apparecchio sul palo alla posizione del fuoco ci sia
una distanza di 0,5 m.
Tabella 24 - Categoria illuminotecnica ME3a

Dallanalisi dei risultati si pu osservare:
- innanzitutto vi una prima difficolt ad effettuare il confronto, perch le fotometrie degli apparecchi
Disano e AEC sono fornite per lampade al sodio standard, non a rendimento migliorato e ci comporta
un flusso minore di circa il 14%;
-confrontando apparecchi la cui sorgente emette lo stesso flusso luminoso, la distribuzione della potenza
per metro lineare di superficie risulta in accordo con il rendimento totale: apparecchi con maggiore
rendimento totale consentono una maggiore distribuzione della potenza e quindi minori consumi. Infatti
se si confrontano il rendimento totale e i W/m tra Max della Disano e Iridium PC CX P2 della Philips, ci
si accorge che non vi congruenza : Max presenta il maggior rendimento totale ma non il minor
consumo energetico. Questo dovuto alla minore quantit di flusso luminoso emesso dalla sorgente
montata su Max, che necessita quindi di minori interdistanze di installazione per garantire i parametri
illuminotecnici richiesti. I confronti vanno quindi effettuati a parit di flusso emesso dalla sorgente
installata, perch il rendimento totale dipende fondamentalmente dalle condizioni di installazione;
- in sintonia con i risultati ottenuti nel capitolo precedente, si ottiene che lapparecchio della Philips pi
spartano ed economico, il Selenium, ha rendimento minore, e infatti era risultato meno performante
rispetto allIridium.
Si pu notare, nel confronto tra il modello Iridium e Selenium, una sensibile differenza nellincremento
di soglia TI: il modello Selenium consente un migliore controllo dellabbagliamento, a spese per di una
sensibile riduzione del rendimento ottico, penalizzando quindi le interdistanze massime di installazione
a causa di un minore flusso emesso dallapparecchio verso lesterno. Questa caratteristica da attribuire
principalmente alla tipologia di ottica interna allapparecchio, la quale per ottenere un migliore controllo
dellabbagliamento riduce maggiormente le intensit luminose emesse per angoli 70 : Iriudium
presenta infatti per = 70 556 cd/klm, =80 45 cd/klm mentre Selenium rispettivamente 287 cd/klm e
16 cd/klm.
Questa attenuazione comporta quindi che lintensit del fascio luminoso emesso in direzione
longitudinale alla carreggiata sia minore, da cui deriva la riduzione del flusso luminoso emesso
dallapparecchio in termini di LOR.
Per quanto riguarda il fattore di utilizzazione, la differenza data dai due apparecchi, vista la particolare
limitazione allabbagliamento che Selenium determina, potrebbe essere causata dal fatto che
questultimo sia meglio predisposto per rapporti L/H pi elevati rispetto a quelli che si sono determinati
nella geometria in esame, in quanto potrebbe indirizzare maggiori quantit di flusso luminoso in
direzione trasversale alla carreggiata. Questa affermazione trova un riscontro nel fatto che

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lottimizzazione dellinstallazione per Selenium avvenuta con proiezione del fuoco esterna alla
carreggiata, che predilige quindi lutilizzo della distribuzione nel semispazio anteriore di emissione
rispetto a quello posteriore;
- lIridium, a livello energetico ma anche di rendimento si comporta meglio con lampada da 100 W di
potenza minore, rispetto al 150 W;
- vi una corretta congruenza tra rendimento totale massimo ed interdistanza massima. Questa
affermazione per pu essere fatta solo ragionando a parit di flusso luminoso emesso dalla lampada:
come si pu notare, il modello Max, pur presentando un rendimento totale superiore al modello Iridium,
consente di ottenere interdistanze minori di installazione a causa di un minore flusso luminoso emesso
dalla lampada; si ha infatti un differenza di 2500 lm.
Se invece si confrontano tra di loro apparecchi aventi lo stesso flusso luminoso emesso dalla lampada i
risultati sono congruenti.
2) Strada tipo E
Il confronto tra apparecchi stradali stato effettuato sia con lampade al sodio alta pressione da 100 W
per la categoria illuminotecnica di progetto Me3c, sia con lampade a luce bianca agli ioduri a tecnologia
ceramica sempre da 100 W ma con categoria illuminotecnica declassata a Me4b.
Per questa strada sono stati ripetuti calcoli con due dei tre apparecchi stradali utilizzati nel caso
precedente, la Iridium della Philips e la Kaos della Aec, mentre per la Disano non stata considerata la
Max in quanto non prevista con lampada da 100 W e al suo posto si quindi scelta la Tonale, nella
versione pi piccola. Sempre per la Disano poich la Tonale non prevista cablata con luce bianca,
stata considerata anche la Futura.
Si ipotizzato che il sostegno, o meglio il punto luce, non potesse trovarsi a pi di 9 m di altezza, con
uno sbraccio massimo di 2 metri.
Come risulta da tabella, in questo caso vi una corretta congruenza tra massima interdistanza e massimo
rendimento totale di utilizzazione del flusso luminoso; da notare che la ridotta differenza tra
tot
del
modello Selenium SGP 340 ed
tot
dei due modelli della casa Disano, a fronte di una sensibile differenza
tra le interdistanze di installazione, dovuta al fatto che i flussi luminosi emessi dalle due lampade sono
differenti: la lampada montata sul modello Selenium SGP340 emette 1000 lm in pi rispetto a quella
montata sui modelli di Disano.
Tabella 25 - Categoria illuminotecnica ME3c

Come si pu osservare stata verificata anche la Iridium con lampada di potenza maggiore, e anche in
questo caso, in accordo con quanto riscontrato nei paragrafi precedenti, si ottiene che rendimento totale
e consumi energetici sono meno performanti.

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Per quanto riguarda i confronti con lampade da 100 W permane, come nel precedente caso analizzato, la
difficolt legata ad avere flussi luminosi delle lampade diversi.
In generale si pu dire che in queste condizioni vi completa sintonia tra rendimenti totali e consumi
energetici: a rendimenti maggiori corrispondono consumi energetici minori.
Nel caso di utilizzo di luce bianca e conseguente declassamento della categoria illuminotecnica stradale,
si sono ottenuti i seguenti risultati:
Tabella 26 - Categoria illuminotecnica ME4b

Come si pu osservare nella tabella sopra riportata con le lampade a ioduri metallici, oltre a quelle da
100 W, sono stati fatti anche i confronti con quelle da 150 W in quanto gli apparecchi Disano non
prevedevano nessun modello cablato con la potenza pi bassa.
In questo esempio la categoria e le geometrie della strada risultano essere le medesime della precedente,
con la differenza che la classe illuminotecnica di riferimento la ME4b, la quale rispetto alla precedente
ME3c riduce il livello di luminanza media minima a 0,75 cd/m
2
: tale declassamento consentito dalla
normativa UNI 11428 quando sugli apparecchi siano installate lampade a luce bianca, ovvero con resa
cromatica maggiore o uguale a 60.
Dai dati riportati risulta che tra i modelli Kaos1, Iridium SGS253 e Futura, non vi congruenza tra
massime interdistanze e rendimenti totali: il modello Futura infatti presenta un rendimento totale
maggiore rispetto agli altri due apparecchi, per linterdistanza di installazione degli apparecchi per
questo modello inferiore rispetto agli altri due.
Questa condizione causata dal controllo qualitativamente inferiore che lapparecchio Futura ha sui
parametri Uo ed SR : si pu notare infatti che dai valori sottolineati in tabella, Uo ed SR giungono al
limite per interdistanze di 39 m, mentre per gli altri due apparecchi questi valori sono ancora superiori a
quelli minimi per interdistanze maggiori. Questo significa che a causa della minore qualit di controllo
di Uo ed SR determinata dal modello Futura, si ha la possibilit di collocare gli apparecchi con
interdistanze inferiori rispetto agli altri due apparecchi, nonostante il rendimento totale di utilizzazione
del flusso luminoso sia maggiore in assoluto.

Per la stessa strada e con le stesse condizioni, si sono utilizzati anche apparecchi da arredo urbano, tra
quelli individuati nel gruppo B.1. del capitolo 2.2:
- City Soul della Philips;
- Morfomatic della Neri;

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- Torpedo della Disano (e anche Iris, visto che, a differenza della Torpedo, aveva la fotometria calcolata
con la lampada al sodio a rendimento migliorato come gli apparecchi delle altre case produttrici).
Con le lampade al sodio si sono ottenuti i seguenti risultati:
Tabella 27 - Categoria illuminotecnica ME3c

Poich lapparecchio della Neri non prevedeva lampade da 100 W si sono confrontati anche gli
apparecchi con lampade da 150 W, ottenendo risultati molto anomali, in quanto lapparecchio con il
rendimento nettamente pi alto in realt permette interdistanze di molto inferiori a quello con il
rendimento nettamente pi basso.

Tabella 28 - Categoria illuminotecnica ME3c
DATI DI INSTALLAZIONE PARAMETRI ILLUMINOTECNICI
Interasse H sbraccio Lm Uo Ul TI SR
E L.O.R.
tot W/m
[m] [m] [m] [cd/mq] / / % / % % %
NERI >=1 >=0,4 >=0,5 <=15 >=0,5
_ Morphomatic serie 343 34 9 0 1,2 0,5 0,5 4 0,6 51,34 81,0 41,6 4,41
ottica 5 con basc.0
( sorgente NAV-T 150W )
17200 lm
DISANO
_Torpedo X=4,Y=-2 31 9 2 1 0,5 0,5 2 0,5 56,81 62,0 35,2 4,84
( sorgente SON-T 150W )
15000 lm
PHILIPS
_ City Soul CGP431 FG OR P8 45 9 2 1 0,4 0,5 11 0,6 45,11 74,0 33,4 3,33
(sorgente SON-TPP 150W)
17500 lm

Con le lampade a luce bianca, declassando la categoria illuminotecnica, con gli apparecchi per i quali
erano disponibili le fotometrie, si ottenuto:
Tabella 29 - Categoria illuminotecnica ME3c

Analogamente al caso precedente con le armature propriamente stradali, sono stati sottolineati i casi
anomali in cui al massimo rendimento non corrisponde linterdistanza maggiore.

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3.9.4.2 Illuminazione ciclo-pedonale
Come esempio significativo stato presa una pista ciclo pedonale, a due sensi di marcia, larga 4 m, con
categoria illuminotecnica di progetto S3, in cui si ipotizzato di utilizzare apparecchi da arredo urbano,
quali:
- Vista della Disano;
- Brallo della Disano, in quanto dotato di ottica specifica per piste ciclabili;
- City Soul della Philips.
Inoltre stato testato anche un apparecchio stradale, di tipo A, lIridium della Philips, in quanto dotato
di ottica specifica per piste ciclabili, anche se lottica presente sul data base della casa produttrice solo
per apparecchi con coppa (la stessa ottica comunque disponibile a richiesta anche sullapparecchio da
arredo urbano City Soul della stessa Philips).
Le lampade con cui sono state effettuate le verifiche sono a ioduri metallici con tecnologia ceramica, sia
standard che miniaturizzate, con potenze ovviamente pi basse rispetto ai casi precedenti riguardanti le
strade veicolari.
In generale stata rilevata una oggettiva difficolt a reperire le informazioni in quanto:
- le ottiche con lampade Cosmopolis sono previste solo da pochi produttori e quelli che le prevedono
non forniscono la maggioranze delle fotometrie disponibili a catalogo;
- nonostante si faccia un gran parlare di risparmio energetico, molto spesso le potenze disponibili a
catalogo sono molto alte, sproporzionate alle esigenze delle aree che solitamente si va ad illuminare con
questo tipo di apparecchi; inoltre tali potenze elevate creano anche difficolt ad ottener risultati
illuminotecnici che si mantengono entro i limiti previsti dalla norma (si veda come sono alti i risultai di
illuminamento ottenuti con lampade da 70 W, mentre nel caso considerato della categoria S3 non
avrebbero dovuto superare il limite di 11,25 lx).
Anche in questo caso il sostegno si ipotizza a 0,5 m dallinizio della pista, il fattore di manutenzione
0,8 mentre niente si dice sul materiale della sede stradale, visto che interessano risultati di
illuminamento, n si limita laltezza minima di installazione.
Tabella 30 - Categoria illuminotecnica S3



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Si pu osservare come con lottica specifica per piste ciclabili con lapparecchio Philips si riesca ad
ottenere interdistanze notevolissime, con rapporti rispetto allaltezza di quasi 8 volte: questa tendenza
diffusa nei moderni apparecchi specifici per ciclabili, cerca di allargare il pi possibile la distribuzione
longitudinale del flusso luminoso, ma ci pu creare seri problemi di abbagliamento. Nel caso
considerato se si calcolasse il Ti dellimpianto si otterrebbe il valore spropositato del 57%: pur vero
che nelle piste ciclabili labbagliamento, viste anche le minori velocit rispetto alle strade con traffico
veicolare, crea meno rischi, ma occorre almeno fissare un limite superiore affinch vi sia un accettabile
comfort visivo.
3.9.4.3 Illuminazione di rotonde
Visto il sempre pi frequente uso di rotonde in molti incroci stradali, sarebbe interessante individuare
quali siano le soluzioni pi adatte per illuminare queste zone, che si pongono a met strada tra
lilluminazione stradale e quella delle grandi aree.
Le intersezioni infatti, siano esse a pi livelli, o a raso come le rotatorie, sono i punti maggiormente
critici di una rete stradale e perci possono avvantaggiarsi dei benefici indotti da una corretta
illuminazione pi ancora dei tratti stradali rettilinei.
Daltro canto, il proliferare di rotatorie sulla rete stradale italiana, ha portato il mercato a proporre varie
soluzioni, a volte pi mirate ai contenuti estetici che a quelli tecnici. Per contro, attualmente in Italia non
esiste una normativa specifica per lilluminazione delle rotatorie, se non qualche accenno nellappendice
C della norma UNI 11248.
Chiaramente le casistiche sono innumerevoli, a livello geometrico e dimensionale, ma sarebbe
opportuno cercare di individuare la soluzione pi opportuna in base a determinati criteri, per poter
garantire un buon comfort visivo che va tutto a favore della sicurezza e nel contempo dei contenuti
consumi energetici.

Figura 36 - Esempi di illuminazione per rotatorie

Le possibilit di installazione sono infatti numerose:
- con torrefaro al centro del rond (magari associata ad antenna per radiocomunicazioni) con
proiettori asimmetrici o apparecchi a luce indiretta rivolti verso una superficie riflettente;
- con apparecchi stradali posti esternamente al perimetro stradale;
- con apparecchi stradali posti internamente al rond;
- con proiettori asimmetrici posti esternamente al perimetro, puntati nel verso del moto, ad
inseguire i veicoli transitanti.



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Figura 37 - Torri faro
3.9.4.4 Conclusioni
Lintroduzione del fattore di utilizzazione in illuminamento come parametro di comparazione tra
apparecchi di illuminazione, consente di valutare lefficienza di utilizzo dellenergia ottenuta
nellimpianto di illuminazione, e di caratterizzare le prestazioni degli apparecchi in funzione dello
scenario luminoso nel quale essi sono impiegati.
Il limite dellapproccio basato sul fattore di utilizzazione (attraverso il rendimento totale), di
considerare come prioritaria la massimizzazione del flusso luminoso che raggiunge la superficie
stradale, e poi prendere in considerazione le richieste sui parametri di uniformit generale Uo,
uniformit longitudinale Ul, rapporto tra gli illuminamenti SR, stabiliti dalla normativa in vigore. Ci
pu comportare, come in alcuni esempi considerati, che i risultati dellottimizzazione dei parametri
geometrici attraverso software di calcolo automatico possano essere in contraddizione parziale con le
conclusioni ottenute dallanalisi del parametro fattore di utilizzazione.
Dagli esempi precedenti inoltre possibile valutare un importante aspetto legato agli impianti di
illuminazione stradale e alle caratteristiche degli apparecchi, di carattere energetico, relativo al fatto che
in nessun esempio di dimensionamento ottimizzato si riescono ad ottenere rendimenti totali di utilizzo
del flusso luminoso maggiori del 50%; questi pochi esempi non possono fornire una panoramica
soddisfacente per affermare che i rendimenti di utilizzo del flusso luminoso siano tali nella maggior
parte degli impianti di illuminazione stradale, ma visto che le strade prese in esame sono le pi
frequentemente illuminate e che gli apparecchi utilizzati sono tra i pi venduti in commercio, possibile
affermare che queste condizioni di utilizzo del flusso luminoso non sono infrequenti. Questo significa
che vi possono essere ancora aspettative di miglioramento nelle prestazioni degli apparecchi di
illuminazione stradale.
Per il resto, anche analizzando apparecchi di illuminazione diversi dal modello Iridium della Philips
considerato nei capitoli precedenti, o apparecchi diversi da quelli prettamente stradali, sono state
confermate i risultati ottenuti nel capitolo 3.9.1.1. In merito al confronto di diversi apparecchi, sia
allinterno della produzione di ununica casa che di diverse case produttrici; occorre rimarcare la
difficolt nelleffettuare tale confronto, a causa dei dati incompleti o non omogenei messi a disposizione
dai costruttori.

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4 MODALIT OPERATIVE PREVALENTI PER LA GESTIONE DEGLI
IMPIANTI
Attualmente, la gestione degli impianti dilluminazione, in particolare per gli impianti relativi
allilluminazione pubblica, non svolta direttamente dallente proprietario, come avveniva nella
maggior parte dei casi nel passato, ma viene prevalentemente assegnata a societ, le Energy Service
Company (ESCO) dedicate principalmente a ristrutturazioni o riorganizzazioni finalizzate
allincremento dell'efficienza energetica degli stessi impianti, ovvero a ridurre il consumo di energia a
parit di servizio. I risparmi economici che si riescono a ottenere vengono utilizzati per ammortizzare i
costi d'investimento. Pi nel dettaglio la loro attivit mira a individuare e ridurre, se non eliminare,
sprechi e inefficienze, in particolare di tipo energetico, attraverso una modifica degli impianti e della
loro gestione, e ad un loro adeguamento normativo. Lattivit viene coperta da capitali di investimento
da soggetti terzi che permettono la realizzazione dei lavori necessari. Una volta messe a punto le
modifiche, la gestione e la manutenzione degli impianti rimangono alla societ per un periodo
concordato.
Con adeguamento normativo sintendono gli interventi minimi necessari a fare s che limpianto diventi
conforme alle prescrizioni normative, senza, per altro, modificare le sue caratteristiche morfologiche e
funzionali. Si tratta quindi di eseguire interventi che permettano la messa in sicurezza degli impianti, sia
dal punto di vista elettrico che meccanico ed eventualmente lo adeguino anche per quanto riguarda la
sua emissione di luce verso lalto (adeguamento a leggi sullinquinamento luminoso).
Si riportano di seguito, in maggiore dettaglio i compiti principali affidati ai gestori degli impianti.
- La societ deve realizzare la gestione, manutenzione ordinaria, programmata e straordinaria
degli impianti dilluminazione.
- Lesercizio e la conduzione comprendono tutti gli impianti gi esistenti e quelli eventualmente
istallati a seguito del contratto stipulato con il proprietario dellimpianto, comprese le
apparecchiature accessorie e le linee elettriche di alimentazione.
- Lerogazione del servizio va intesa come una funzione-obiettivo atta a garantire le prestazioni
finali desiderate e la continuit e qualit del servizio secondo parametri di riferimento
contrattualmente stabiliti. A tal fine vanno definite le ore di accensione che mediamente devono
essere fornite (ad esempio 4200 ore medie allanno). Le attivit sullimpianto prevedono la sua
accensione e spegnimento, normalmente eseguiti attraverso sistemi di tele gestione istallati
come modifiche sullimpianto stesso.
- La manutenzione ordinaria e programmata-preventiva degli impianti, linee elettriche di
alimentazione, quadri elettrici, sostegni e apparecchi di illuminazione a carico della ESCO. Ad
essa spetta anche la manutenzione straordinaria per la quale normalmente viene definito un tetto
di spesa massima per punto luce a carico della ESCO; la quota sopra la soglia viene coperta dal
proprietario dellimpianto. Particolare importanza riveste, a tal fine, il Capitolato Speciale
dAppalto nel quale dovranno essere ben definiti tutti gli oneri a carico del gestore e le modalit
di controllo da parte del proprietario.
- Normalmente al gestore viene anche richiesto di redigere un censimento dello stato iniziale
dellimpianto dilluminazione, includendo in esso i dati inerenti ai componenti di ogni centro
luminoso in una banca dati organizzata su supporto informatico. I dati sono inseriti in un
archivio cartografico informatizzato che deve essere mantenuto aggiornato a seguito
dellesecuzione di eventuali lavori di modifica della rete esistente o della realizzazione di nuovi
impianti.
- Gli oneri di progettazione, richieste di autorizzazione, licenze, finanziamento, fornitura,
trasporto e istallazione delle apparecchiature e impianti relativi a interventi volti a produrre una
migliore efficienza energetica e luminosa dellimpianto nel suo complesso e le economie
aziendali di gestione sono normalmente coperti da finanziamenti di enti terzi, ottenuti dal
gestore dellimpianto. Il gestore ha lonere e la responsabilit dei controlli e verifiche sui lavori
compiuti, incluse le operazioni di collaudo.

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- La realizzazione di nuovi impianti sempre sottoposta ad una autorizzazione dellente
proprietario, autorizzazione che di norma concessa per modifiche proposte dal gestore per le
quali sono riconosciute caratteristiche di miglioria nel funzionamento degli impianti, e nello
svolgimento del servizio, per leconomia del costo di gestione e della riduzione dei consumi
energetici.
- Il gestore ha lobbligo di approvvigionare, fornire e immagazzinare le apparecchiature e i pezzi
di ricambio necessari per il mantenimento degli impianti in condizioni di funzionalit e
mantenimento di servizio. Inoltre deve organizzare modi e forme per garantire il servizio di
pronto intervento nellambito della gestione del servizio di illuminazione.
- Il gestore dellimpianto si assume le responsabilit per eventuali danni provocati da interventi
eseguiti o mancanti sullimpianto.
- Rendiconti sugli interventi eseguiti devono essere presentati con cadenza regolare (es. annuale)
allamministrazione proprietaria dellimpianto. Inoltre il gestore dovr fornire indicazioni
riguardanti lefficienza energetica dellimpianto, indicando eventuali soluzioni dintervento
volte al miglioramento del rapporto tra efficienza, qualit ed economicit del servizio erogato.
Dal punto di vista del rapporto economico tra gestore e proprietario dellimpianto, nel caso di pubbliche
amministrazioni, la gestione viene presa in appalto a fronte di un importo annuo definito sulla base di
unasta
Le modifiche proposte sono svolte a cura del gestore e sono possibili tre situazioni:
1. se il ritorno dellinvestimento pu avvenire entro la durata contrattuale, in tal caso il gestore
provvede alle modifiche senza alcuna partecipazione economica diretta dellente proprietario,
salvo un riconoscimento aggiuntivo nellambito del canone annuo di parte (o tutto) del
risparmio atteso dai nuovi interventi proposti;
2. se il ritorno dellinvestimento si prolunga oltre il termine del contratto, il gestore provvede alle
modifiche con la partecipazione economica (totale o parziale) diretta dellente proprietario, da
concordare per lo specifico caso.
3. Se il ritorno dellinvestimento non avviene, in quanto lopera realizzata migliora il servizio, ma
non offre risparmi economici, il gestore provvede alle modifiche con la totale e diretta
partecipazione economica dellente proprietario, di entit da concordare per la specifica
modifica.
Al termine del periodo contrattuale tutti gli interventi realizzati, comprese le apparecchiature e parti
dellimpianto aggiunte, comprese quelle oggetto di finanziamento di terzi, restano di propriet dellente
che ha dato in gestione limpianto.
Il gestore dellimpianto deve garantire le prestazioni dellimpianto in condizioni di efficienza,
massimizzando il risparmio energetico e leconomia gestionale conseguibili. Esso recuperer gli
investimenti di efficienza energetica e gestionale trattenendo, per la durata del contratto, una quota parte
del risparmio economico atteso, secondo le previsioni fatte allatto dellofferta. La quota di risparmio
che compete allente proprietario pu essere, su sua opzione, trasformata in un incremento dei livelli di
illuminamento, per un valore corrispondente. Al contrario i costi addizionali dovuti ad un maggiore
consumo rispetto alle previsioni sono imputati solamente al gestore.
La ESCO potr ottenere quote di risparmio mettendo in atto azioni sia di tipo tecnico-energetico che
gestionale; ad esempio,
A) ridurre il consumo di energia elettrica grazie a interventi su impianti e reti e variazioni della
modalit di gestione:
- a mezzo della installazione di lampade ad alta efficienza luminosa;
- della installazione di regolatori di tensione/riduttori di flusso;
- della installazione di sistemi centralizzati di regolazione e di accensione/spegnimento;

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B) ridurre la potenza elettrica contrattualmente impegnata:
- a mezzo della installazione di lampade ad alta efficienza luminosa;
- della razionalizzazione dei punti di consegna;
- della riduzione dei consumi di energia attiva e reattiva;
C) stipulare un miglior contratto di approvvigionamento elettrico a mezzo:
- dell'ottimizzazione della tariffa di approvvigionamento sul mercato vincolato;
- della negoziazione del prezzo di cessione del kWh sul mercato libero;
- dell'autoproduzione dell'energia elettrica;
D) provvedere all'allungamento della vita media delle lampade a seguito di interventi sugli impianti a
mezzo:
- a mezzo della installazione di regolatori di tensione/riduttori di flusso;
- della installazione di lampade caratterizzate da una maggiore efficienza luminosa e durata nel
tempo.
Qualora dai risultati gestionali prodotti dal gestore, a consuntivo di ogni anno, si evidenzi il
conseguimento di un surplus di risparmio rispetto a quanto previsto dalla relazione economica
presentata allatto dellofferta dasta, tali maggiori economie saranno totalmente a beneficio del gestore,
in modo da incentivarlo sempre e comunque nel perseguire il miglioramento continuo dell'attivit
gestionale.
Il gestore, quale remunerazione del servizio erogato e del capitale investito ai fini della realizzazione
delle opere di messa in sicurezza/contenimento inquinamento luminoso/realizzazione nuovi impianti,
otterr la corresponsione di un canone annuo composto da:
A) Quota annua a compenso degli oneri per l'approvvigionamento di energia elettrica;
B) Quota a compenso degli oneri di esercizio e di manutenzione ordinaria e programmata-preventiva;
C) Quota forfettaria a compenso degli oneri di manutenzione straordinaria;
D) Quota di ammortamento dell'investimento relativo agli interventi di messa in sicurezza/nuovi
impianti.


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5 CONFRONTI ESEMPLIFICATIVI
Lo scopo del presente capitolo quello di fornire dei confronti esemplificativi su alcuni impianti con
tipologia di larga diffusione che evidenzino vantaggi tecnico economici ottenibili operando a diversi
livelli sugli impianti. Gli interventi ipotizzati sono quelli di seguito riportati:
- Azioni sulla sola alimentazione dei circuiti;
- Rinnovo degli impianti esistenti, sostituendo una o pi parti costituenti limpianto (sorgenti,
sorgenti e apparecchi, ecc.);
- Realizzazione ex novo dellimpianto con criteri innovativi.
A differenza di quanto fatto nel paragrafo 3.2, dove si era cercato di individuare una classe di merito tra
le apparecchiature presenti sul mercato dellilluminazione esterna, ora si vuole analizzare quali siano le
azioni che possono essere intraprese su impianti esistenti per ottenere il maggior risparmio energetico
possibile in funzione del rapporto costi/benefici. Per continuit saranno prese in considerazione le
apparecchiature descritte e analizzate nel capitolo 2.
5.1 Azioni sulla sola alimentazione dei circuiti
Lintervento limitato sulla sola alimentazione dei circuiti molto problematico da attuare nella realt.
Dando per ottimale lo stato del quadro e delle linee dal punto di vista della sicurezza elettrica (situazione
tutta da verificare, specialmente in impianti datati e su cui si sono sovrapposti vari interventi negli anni),
le azioni che si possono intraprendere sono le seguenti:
- inserimento nel quadro di un orologio astronomico che ottimizzi le accensioni, andando a ridurre di
circa l8 - 10 % le ore di funzionamento (si veda il capitolo 3.5): azione fattibile senza particolari
problemi e controindicazioni, con tempi favorevoli di pay-back, specialmente su impianti al di sopra di
una taglia minima, visto che il risparmio dipende dalla potenza installata;
- installazione di un regolatore di flusso per la riduzione della tensione, e conseguentemente dei consumi
fino ad un massimo del 50%, nelle ore centrali notturne (si veda il paragrafo 3.4): intervento che sulla
carta si fa presagire molto interessante, ma che nella realt difficilmente applicabile. Infatti, affinch
esso sia vantaggioso le lampade devono essere gi ad alta efficienza (quelle al mercurio hanno problemi
di accensione, salvo inserire un dispositivo su ogni apparecchio, ma ci fa aumentare di molto i costi), e
possibilmente tutte al sodio alta pressione, per poter regolare la tensione a livelli pi bassi (gli ioduri
sopportano riduzioni minori). Inoltre, affinch il regolatore funzioni nella maniera ottimale, le cadute di
tensione sulle parti terminali delle linee devono essere limitate, altrimenti vi sono problemi di
spegnimento delle lampade in coda alla linea. La maggioranza degli impianti di illuminazione pubblica
in Italia per, secondo una tendenza generalizzata, sono il frutto il pi delle volte di interventi
disorganici ed eterogenei, isolati e limitati nel tempo, in funzione quasi esclusivamente delle necessit
contingenti e delle disponibilit economiche e ci ha favorito il crearsi di una distribuzione elettrica per
niente efficiente e piuttosto caotica e squilibrata. Linserimento dei regolatori senza una
razionalizzazione delle linee di alimentazione diventa quindi, nella maggioranza dei casi, assai
problematico. Evitare di considerare tali impedimenti porta spesso al risultato che, al manifestarsi dei
primi problemi, i regolatori di tensione vengono by-passati e giacciono inutilizzati per anni.
Una prima verifica della bont della rete di distribuzione degli impianti pu essere fatta verificando che
il quadro di comando in questione sia effettivamente baricentrico rispetto alle varie linee che lo
alimenta, per poi effettuare una verifica delle sezioni delle linee stesse, soffermandosi con maggiore
attenzione su quelle che alla prima verifica risultassero svantaggiate perch troppo lunghe. Si fa
presente, infatti, che una distribuzione ottimale dovrebbe prevedere il quadro di comando posto
centralmente rispetto allarea alimentata, la quale dovrebbe rientrare in un cerchio di determinato raggio,
come accennato al paragrafo 2.4.
Una verifica delle linee di alimentazione, volta a limitare le cadute di tensione e le dispersioni, pu
contribuire ad abbassare le perdite di linea, ma la convenienza nel far ci, magari associato ad una

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razionalizzazione della distribuzione, come accennato al paragrafo precedente, dipende completamente
dallo stato in cui si trovano gli impianti.
Gli interventi sugli apparecchi illuminanti, quali linserimento di rettori elettronici, o reattori biregime,
siano essi elettromagnetici o elettronici, presuppongono un costo troppo alto con tempi di pay-back
eccessivi, in quanto al prezzo di tali apparecchiature, gi molto costose, occorre aggiungere lonere per il
personale e macchinari per effettuate i lavori su apparecchi esistenti, spesso gi obsoleti, posti in
posizione disagiata a causa dellaltezza di installazione. Stessa cosa vale per linserimento di dispositivi
di telecontrollo sui singoli punti luce, mentre avrebbe un senso telecontrollare il singolo quadro di
comando, ammesso che sia a norme, al fine di migliorare il servizio offerto alla comunit e nel
contempo abbassare i costi di sola manutenzione, non certo quelli legati ai consumi energetici.
5.2 Sostituzione lampade
Lanalisi e la quantificazione delle tipologie delle sorgenti luminose presenti, con lindividuazione di
quelle pi sfavorevoli rispetto allefficienza luminosa (quelle cio che a parit di assorbimento di
potenza emettono meno flusso luminoso), la procedura pi semplice e utilizzata per determinare
interventi minimali e urgenti che si possono effettuare al fine di ridurre i consumi energetici della rete di
illuminazione esterna: la soluzione pi immediata infatti quella di prevedere la sostituzione delle
lampade pi sfavorevoli dal punto di vista dei consumi con altre di pi moderna tecnologia che
garantiscono una migliore efficienza. La sostituzione permette di mantenere gli stessi flussi luminosi e
quindi gli stessi valori di illuminamento e luminanza pur abbassando le singole potenze installate.
Un possibile caso reale per ottenere una significativa riduzione dei consumi, in assenza di particolari
problemi legati alla resa cromatica e alla temperatura di colore (e quindi ad esempio in applicazioni
puramente stradali), quello della sostituzione di lampade al mercurio con altrettante lampade al sodio
alta pressione di minor potenza.
In realt lintervento solo apparentemente semplice e la sua attuazione richiede unanalisi pi
approfondita, con lo scopo anche di sfruttare a pieno leffetto dellazione di rinnovamento. Si deve
infatti tenere in conto che unazione di modifica di un impianto obbliga alla sua messa a norme rispetto a
quanto previsto dalla normativa UNI 11248. Per quanto riguarda i valori medi di luminanza e/o
illuminamenti, la situazione ottenibile con le nuove lampade al sodio non pu che migliorare, dato
laumento dei flussi emessi, ma nulla pu a priori essere detto sulle uniformit che potrebbero restare
lacunose rispetto a quanto previsto dalla norma.
La sostituzione pu comportare sia variazioni di potenza che di flusso installato, che possono essere di
entit minima o decisamente importanti a seconda dello stato dellimpianto sul quale si interviene e in
funzione delle prestazioni desiderate a valle dellintervento, come si pu vedere nella Tabella 31 di
seguito riportata. Una lampada al mercurio da 80 W pu essere sostituita da una lampada al sodio AP da
70 W, ottenendo un nuovo flusso per lampada di 6.600 lm, ovvero il 65% in pi di quello emesso da
una lampada al mercurio e con un risparmio di 12,5% di potenza installata. Daltro canto se la stessa
lampada al sodio da 70W sostituisse una lampada al mercurio da 125W si ottiene una lievissima
differenza di flusso luminoso in negativo del 1% ma con un importante risparmio di potenza pari al
44%.
Tabella 31 - Possibili sostituzioni di lampade a mercurio con lampade pi efficienti variazioni della
potenza e del flusso luminoso istallati
Da MERCURIO A.P. A SODIO A.P.
RIDUZIONE POTENZA
In WATT e %
VARIAZIONE FLUSSO
LUMINOSO %
80 W 50 W 30 W (-37,5%) + 10%
80 W 70 W 10 W (- 12,5%) + 65%
125 W 70 W 55 W (-44%) - 1 %
125 W 100 W 25 W (-20%) + 60 %
250 W 100 W 150 W (-60%) - 24%
250 W 150 W 100 W (- 40%) + 23%

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Da MERCURIO A.P. A IODURI
COSMOPOLIS
RIDUZIONE POTENZA VARIAZIONE FLUSSO
LUMINOSO %
80 W 45 W 35 (-44%) + 2%
125 W 60 65 (-52%) + 3%
250 W 140 110 (-44%) + 16%
Si aggiunga poi il fatto che la sostituzione molto probabilmente avverrebbe su un apparecchio obsoleto,
di cui non si conosce il comportamento fotometrico per poter fare delle verifiche illuminotecniche
relative alla sostituzione e dotato di unefficienza che sar sicuramente deprezzata al causa dellusura del
riflettore in ambiente inquinato come quello urbano.
Occorre inoltre tener conto che la sostituzione della lampada non indolore per il resto dellimpianto.
Pur considerando solamente lampade a scarica, come sono entrambe le lampade dellesempio citato,
importanti interventi sono necessari anche a livello di ausiliari elettrici (accenditore e reattore),
indispensabili per il loro funzionamento: diverse tipologie di lampade richiedono diversi tipi di ausiliari,
che quindi non sono intercambiabili.
Anche se la nuova attrezzatura non presenta un costo importante, richiede una consistente spesa a livello
di installazione: si ricorda che si agisce su apparecchi che si trovano ad altezze di vari metri da terra
(mediamente tra i 7 e i 10 m) e oltre al costo della manodopera si deve includere quello dellattrezzatura
per effettuare lintervento. Nel caso in cui la lampada si trovi allinterno di un corpo illuminante ormai
obsoleto, lintervento viene a costare pi del valore dellapparecchio stesso, senza tener conto che si
potrebbe agire, e quindi rischiare di fare un investimento, su unapparecchiatura il cui rendimento
ormai minimo, sia a causa del deterioramento dei materiali che la costituiscono, sia perch realizzata
decine di anni fa e quindi con prestazioni ormai ben superate dalle potenzialit offerte dalla attuale
tecnologia.
Sempre nellesempio della sostituzione con lampade al mercurio, esiste la possibilit di utilizzare
lampade al sodio speciali che non necessitano di modificare gli ausiliari elettrici, ma essa limitata dalle
poche taglie disponibili ed quindi applicabile solo in determinati e particolari casi, una volta valutato
che ci sia pi conveniente che modificare lapparecchio nel suo complesso.
Riassumendo, la sostituzione della sola lampada un provvedimento da valutare attentamente:
necessario verificare non solo il tipo di lampada installata, ma anche lo stato dellapparecchio allinterno
del quale si trova per decidere se opportuno o meno sostituire entrambi.
Per valutare e quantificare la convenienza di ammodernare un impianto esistente mediante la
sostituzione delle sorgenti luminose opportuno introdurre il calcolo del tempo di pay-back
dellintervento, mediante la definizione di costo orario totale dellimpianto, T, suggerita dalla CIE
(Commission Internationale de lEclairage):
T = D + C
lh
+ I + C
M
+ M [/h]
dove:
D= A/(B*H) = costo del materiale impiegato, lampada esclusa
A = costo del materiale per gli ausiliari elettrici
B= vita degli ausiliari
H ore di funzionamento annuo
C
lh
= E*F/H
V
costo della lampada in /h
E costo lampada
F numero lampade
H
V
vita utile espressa in h
I = costo dellenergia elettrica in /h dato dal costo del kWh per il totale della potenza installata e
diviso per mille

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C
M
= C
mh
+C
mh_sost
= costo di manutenzione in E/h
C
mh
= (C
MSOST
x 1/B)/H = costo di manutenzione ausiliari in E/h
C
mh_sost
= C
MSOST
/H
v
= costo di manutenzione lampada in E/h
Con C
MSOST
costo di manutenzione per la sostituzione delle lampade e/o ausiliari
M = 0,2x (D+ C
lh
+ L/C) = costo in /h per gli altri interventi

Ne deriva che il tempo di pay-back S
pb
calcolabile con la seguente relazione:
S
pb
= J / [(T
vs
T
ns
)xH]
con :
J = investimento iniziale
T
vs
e T
ns
= costo orario totale della vecchia e della nuova soluzione
H = ore annue funzionamento.
Di seguito si riporta la Tabella 32 in cui sono stati calcolati i costi orari di alcune lampade sia al
mercurio (da 80 e 125 W), che sodio alta pressione (da 70, 100 e 150 W), e anche a ioduri con
tecnologia ceramica miniaturizzate, Cosmopolis (da 60 e 90 W), e i relativi tempi di pay-back nel caso si
consideri di sostituire una lampada da 125 W al mercurio.
Come costo dellenergia (0,13244 /kWh) stato considerato il prezzo di riferimento applicato
dallENEL per gli impianti di illuminazione pubblica nellultimo trimestre del 2008.
I costi applicati, sia per quanto riguarda lenergia che gli interventi di adeguamento e riqualificazione,
sono IVA esclusa. Il motivo principale per cui stato escluso lonere dellIVA dovuto al fatto, che per
i lavori laliquota della IVA dipende dal tipo di intervento, ed diversa in funzione che si tratti di solo
adeguamento o inserito in un rifacimento completo.

Tabella 32 Costi totali e tempi di pay-back
COSTO ORARIO TOTALE DI UNA SINGOLA LAMPADA
HG 80 HG 125 W SAP 70 W SAP 100 WSAP 150 W CPO 60 W CPO 90 W
COSTI MATERIALI D'IMPIANTO
A1= COSTO DEL MATERIALE IMPIEGATO PER GLI AUSILIARI ELETTRICI /PL 12,85 12,85 15,88 25,70 28,73 123,98 124,74
B1= VITA DEGLI USILIARI ANNI (10 ANNI 60.000h) ANNI 10 10 10 10 10 10 10
D=COSTO DEL MATERIALE DELL'IMPIANTO IMPIEGATO IN /h (LAMPADA
ESCLUSA)
D= F*(A1/(B1xH)+A4/(B4xH)) /h 0,0003 0,0003 0,0004 0,0006 0,0007 0,0030 0,0030
COSTI ENERGETICI
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
POTENZA LAMPADA W 80 125 70 100 150 60 90
POTENZA REATTORE W 9,6 15 8,4 12 18 6 9
PERDITE TOTALI W 8,96 14 7,84 11,20 16,80 6,60 9,90
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 1 1 1 1 1 1 1
P
T
= POTENZA INSTALLATA DELL'IMPIANTO kW
0,10 0,15 0,09 0,12 0,18 0,07 0,11
C
kWh
= COSTO ENERGIA /KWh 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244
C
A
= COSTI ENERGIA ANNUO SENZA RIDUZIONE
CA=PT*C
Wh
*H 54,82 85,66 47,97 68,53 102,79 40,38 60,58
E
PR
= ENERGIA CONSUMATA SENZA RIDUZIONE
E
PR
=P
T
*C
Wh
*H KWh 413,952 646,8 362,21 517,44 776,16 304,92 457,38
S
R
=POTENZA RISPARMIATA IN VALORE % RISPETTO LA NOMINALE PER
EFFETTO DELLO STABILIZZATORE % 0 0 0,00 0,00 0,00 10,00 10,00
E
STAB
=RISPARMIO ENERGIA CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA
STABILIZZAZIONE
E
STAB
=H*P
T
*S
R
/100 KWh
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 30,49 45,74
I= COSTO DELL'ENERGIA IN /h
I=C
A
/H /h 0,0131 0,0204 0,0114 0,0163 0,0245 0,0096 0,0144




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Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 84/99


Cont. Tabella 22
COSTI MANODOPERA PER SOSTITUZIONE PROGRAMMATA LAMPADE E MANUTENZIONI
N
PERS
= NUMERO PERSONALE IMPIEGATO n 2 2 2,00 2,00 2,00 2,00 2,00
C
PER
= COSTO PERSONALE /h 25 25 25,00 25,00 25,00 25,00 25,00
C
MZ
= COSTO MEZZO /h 15 15 15,00 15,00 15,00 15,00 15,00
T
SL
= TEMPO SOSTITUZIONE LAMPADA min/LAMP 25 25 25,00 25,00 25,00 25,00 25,00
C
MSOST
=COSTO SOSTITUZIONE
C
MSOST
=(N
PERS
*C
PER
+C
MZ
)*T
SL
/60 / LAMP 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08
C
MhSOST
=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
C
MhSOST
=F*C
SOST
/H
V /h 0,0017 0,0017 0,0010 0,0008 0,0008 0,0015 0,0015
C
Mh
=COSTI MANUTENZIONE
C
Mh
=0,1xC
SOST
*F/H /h 0,0006 0,0006 0,0006 0,0006 0,0006 0,0006 0,0006
M=COSTI PER ALTRI INTERVENTI SULL'IMPIANTO
M=K
M
x(D+C
Mh
+C
MhSOST
+C
LH
) /h 0,0007 0,0007 0,0005 0,0005 0,0006 0,0020 0,0020
KM 0,20 0,20 0,20 0,20 0,20 0,20 0,20
COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE
E= COSTO DELLA LAMPADA 9,828 10,206 16,63 15,66 29,48 89,21 90,72
H
V
= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE h
16000 16000 28000 32000 32000 18000 18000
H
VR
= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE CON
REGOLATORE/STABILIZZATORE h 16000 16000 28000 32000 32000 18000 18000
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 1 1 1 1 1 1 1
C
Lh
=COSTO ORARIO LAMPADA SENZA RIDUZIONE
C
Lh
=F*E/H
V /h 0,0006 0,0006 0,0006 0,0005 0,0009 0,0050 0,0050

Cont. Tabella 22
COSTI TOTALI SOSTITUZIONE LAMPADE
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
C
hSOST
=C
Lh
+C
MhSOST
/h 0,002 0,002 0,00 0,00 0,00 0,01 0,01
C
ASOST
=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
C
ASOST
=H*F*(E+C
MSOST
)/H
V

9,69 9,79 6,56 5,61 7,42 27,13 27,49
C
ASOST_RID
=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
C
ASOST_RID
=H*F*(E+C
MSOST
)/H
VR

9,69 9,79 6,56 5,61 7,42 27,13 27,49
RISPARMIO NELLA SOSTITUZIONE LAMPADE CONSEGUITO PER EFFETTO
DELLA STABILIZZAZIONE
0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
COSTI TOTALI
T=COSTO TOTALE DELL'IMPIANTO IN /h
T=D+C
LhR
+C
Mh
+C
MhSOST
+M+I /h 0,015 0,022 0,013 0,018 0,026 0,015 0,020
TEMPO PAY-BACK SOSTITUENDO LA HG 125 W
J= INVESTIMENTO INIZIALE IN 69,51 78,36 95,21 250,19 252,46
TVS= COSTO ORARIO VECCHIA SOLUZIONE 0,0220 0,0220 0,0220 0,0220 0,0220
TNS= COSTO ORARIO NUOVA SOLUZIONE 0,0130 0,0181 0,0264 0,0152 0,0201
SPB=J/(TVS-TNS)*H= TEMPO DI PAY-BACK 1,830 4,771 IMPOS. 8,787 31,090
INVESTIMENTI
COSTO AUSILIARI 15,88 25,70 28,73 123,98 124,74
COSTO LAMPADA 16,63 15,66 29,48 89,21 90,72
COSTO APPARECCHIO 0 0 0 0 0
COSTO REGOLATORE O ALIMENTATOREx NUMERO APPARECCHI 0 0 0 0 0
COSTO POSA IN OPERA 37 37 37 37 37


Con caratteri blu sono stati indicati i dati inseriti, in nero quelli calcolati tranne i costi orari e quelli di
pay-back che sono stati evidenziati in rosso.
Come si pu osservare, per tutte le tipologie di lampade, tranne per la lampada al sodio alta pressione da
150 W che presenta una maggior potenza, i costi orari diminuiscono rispetto alle lampade al mercurio: le
lampade al sodio e i relativi ausiliari hanno dei costi di acquisto comparabili a quelli per le lampade a
mercurio e potenza minore, grazie alla maggiore efficienza, risultando cos pi vantaggiose, mentre le
lampade tipo Cosmopolis e i relativi alimentatori sono svantaggiate dagli alti costi di acquisto, che
riescono ad essere compensati solo in parte dalle ottime prestazioni energetiche.
Riassumendo, i costi di acquisto elevato comportano dei tempi di pay-back proibitivi per le lampade tipo
Cosmopolis, mentre molto pi positiva la situazione per le lampade al sodio alta pressione.

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E importante per tener presente che in queste considerazioni si valutato esclusivamente il costo
orario di un tipo di lampada rispetto ad unaltra, dovuto alla manutenzione ordinaria e al consumo
energetico; non si invece tenuto conto degli ulteriori vantaggi che si possono ottenere attraverso la
sostituzione del tipo di sorgente luminosa, fatto che verr trattato nei capitoli successivi e chiarito con
lesempio del paragrafo 5.5.
5.3 Sostituzione lampade e apparecchi
Con la sostituzione della lampada e del corpo illuminante, classificato come obsoleto, si ha un
conseguente aumento dellefficienza dellintero sistema e si pu affermare con sicurezza che pur
abbassando la potenza installata negli impianti, si possono garantire risultati illuminotecnici superiori.
Di pi, conoscendo il comportamento fotometrico del nuovo apparecchio si pu esattamente stimare
quale sar la situazione dei parametri illuminotecnici a sostituzione avvenuta: se il miglioramento cos
ottenuto non sufficiente a garantire i requisiti minimi previsti dalla normativa vigente (il problema
sono spesso le uniformit), sar necessario rivedere anche le interdistanze e rifare quindi ex-novo
limpianto. E questo un fatto non infrequente dato che le lampade al mercurio e i vecchi apparecchi
presentano efficienze ridotte rispetto a quanto attualmente disponibile, e conseguentemente le
interdistanze esistenti sono inferiori, anche di molto, rispetto a quanto invece si potrebbe fare con nuove
e pi moderne apparecchiature. Pu pertanto essere interessante verificare cosa accadrebbe effettuando
sostituzioni con potenze di lampade al sodio molto basse rispetto alle potenze esistenti, ottenendo il pi
delle volte risultati molto positivi in termini di risparmio energetico.
Lindividuazione del nuovo apparecchio pi adatto a sostituire lesistente, poich i parametri geometrici
(interdistanza/altezza/sbraccio e larghezza strada) di installazione sono fissati, pu essere effettuata
cercando corpi illuminanti in grado di soddisfare i requisiti illuminotecnici richiesti; quelli che per tali
condizioni di installazione massimizzano il rendimento totale. Teoricamente, il fattore di utilizzazione
risulta indipendente dalla potenza installata della sorgente, e quindi sufficiente ricercare lapparecchio
che massimizza il prodotto tra questultimo ed il rendimento ottico. Nella pratica per, poich al variare
della potenza variano le dimensioni della lampada e conseguentemente la posizione della zona di
scarica, necessario verificare per ogni taglia della potenza installata lapparecchio che massimizza il
rendimento totale.
Nel caso della sostituzione dellapparecchio i costi orari restano gli stessi, mentre aumentano
ovviamente gli investimenti iniziali, anche se occorre tener in conto che i costi di mezzi e manodopera
sono praticamente invariati; infatti il tempo necessario per lintervento comparabile, e lampada e
accessori costano meno se acquistati contemporaneamente allapparecchio. Dallanalisi dei costi orari
non si percepiscono i benefici ottenibili dalla sostituzione anche dellapparecchio (possibilit di
prevedere potenze minori e miglioramento delle interdistanze esistenti), effetto che invece apparir ben
chiaro nel caso pratico riportato.
5.4 Realizzazione ex novo dellimpianto con criteri innovativi
evidente che se si decide di rifare completamente gli impianti, specialmente se le loro condizioni
generali sono precarie (apparecchi obsoleti, sostegni deteriorati, linee aeree o con problemi di
isolamento e/o sottodimensionate), si possono sfruttare al meglio le opportunit offerte dalla tecnologia
e ottenere impianti altamente efficienti. Scegliendo un buon apparecchio illuminante con alto
rendimento e buon fattore di utilizzazione, e ottimizzando i parametri geometrici dinstallazione, si pu
ricercare la configurazione dimpianto che comporta i consumi minori. In base alle dimensioni e alle
caratteristiche dellimpianto si pu inoltre valutare se sia pi opportuno effettuare una regolazione
centralizzata a livello di quadro o puntuale con reattori biregime, possibilmente elettronici (si ricorda
che reattore elettronico sullapparecchio e regolatore di tensione sul quadro di alimentazione non sono
compatibili).
Il rifacimento degli impianti ovviamente comporta investimenti iniziali pi alti, ma in taluni casi i
vantaggi ottenibili sono tali da ripagare la spesa in poco tempo.

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Come si vedr nel paragrafo successivo, pu succedere anche che i risparmi energetici siano molto
rilevanti ma linvestimento da sostenere diventi invece talmente importante da non garantite tempi di
rientro accettabili. In questi casi importante valutare se deve essere valutato il solo risparmio
economico o sia prioritario un approccio basato sul basso impatto ambientale dellimpianto,
considerando tutti benefici in chiave ambientale (si pensi alla riduzione della CO2 legata alla minore
potenza istallata), che derivano da una minore necessit di produrre energia.
5.5 Esempio pratico
Si supponga di dover rammodernare un impianto di illuminazione pubblica esistente realizzato con 65
lampade al mercurio da 250W, con punti luce alti 8,5 m con sostegno dotato di sbraccio curvo sporgente
1,5 m, posizionati 0,5 m dal limite della carreggiata, a una interdistanza media di 35m, su una strada di
categoria ME3c larga 7 metri (lunga in totale 2.275 m). Come costo dellenergia (0,13244 /kWh)
stato considerato il prezzo di riferimento applicato dallENEL per gli impianti di illuminazione pubblica
nellultimo trimestre del 2008.
Si propongono sei diverse tipologie di soluzione:
Caso 1. Sostituzione delle sole lampade ed accessori
Supponendo di installare lampade al sodio alta pressione da 150 W si ottiene una riduzione della potenza
assorbita di circa il 40% e un aumento del flusso luminoso del 23%.
A fronte di un investimento iniziale di 6.188, il tempo di pay back, comprensivo degli oneri
manutentivi, di 1,4 anni, con una diminuzione del costo orario dellimpianto del 35,5 %.
La scelta della sostituzione mediante lampada da 150W praticamente obbligata, in quanto la taglia
inferiore da 100 W emette un flusso minore del 24% rispetto alla lampada esistente e mantenendo
lapparecchio esistente il risultato illuminotecnico finale sarebbe sicuramente peggiore rispetto a quello
di partenza.
Caso 2. Sostituzione del parco lampade + regolatore/stabilizzatore di tensione
Serve un regolatore di taglia pari a 16kVA (si ricorda che commercialmente le taglie disponibili dei
regolatori di tensione sono limitate).
Per sicurezza si consideri di ridurre la potenza del 40%, in quanto, poich si agisce su un impianto
esistente con linee che potrebbero avere problemi di caduta di tensione nei tratti finali e di perdite
consistenti, per evitare spegnimenti e malfunzionamenti preferibile non sfruttare le piene potenzialit
del regolatore che potrebbero invece portare a riduzioni di potenza fino al 50%.
A fronte di una spesa di 14.788 , con tempo di pay back pari a 2,64 anni, si otterr un risparmio
energetico di circa 17.057kWh annui, corrispondente a un risparmio economico annuo di 2.259 in
bolletta.
Caso 3. Sostituzione delle lampade ed accessori e degli apparecchi
Avendo la possibilit di sostituire anche lapparecchio di illuminazione, oltre la lampada, possiamo
verificare se c la possibilit, sfruttando il miglior rendimento del nuovo apparecchio rispetto a quello
esistente, di poter utilizzare lampade con potenza ancora minore rispetto ai 150W sodio alta pressione
considerati nel primo caso.
Poich i parametri geometrici (interdistanza/altezza/sbraccio e larghezza strada) di installazione sono
fissati, si pu procedere cercando la condizione di minima potenza installata sugli apparecchi in grado di
soddisfare i requisiti illuminotecnici richiesti; a questo proposito si pu ricercare lapparecchio che per
tali condizioni di installazione massimizza il rendimento totale. Si consideri quindi di utilizzare
lapparecchio Philips modello Iridium che stato analizzato nel paragrafo 3.2: dallanalisi delle
caratterizzazioni riportate in Allegato 4 si pu notare come lottica OR con copertura FG, GB e PC sia

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particolarmente indicata per installazioni con proiezione del fuoco interna alla carreggiata, in cui
lapparecchio sia sbilanciato verso il margine della carreggiata. Bisogna precisare per che tali
caratterizzazioni sono state ottenute con una sorgente SON-TPP 150W e che quindi non sono
teoricamente applicabili per potenze inferiori; analizzando la situazione per lampade SON-TPP 100W ,
risulta comunque che le tipologie di ottiche e coperture precedentemente definite sono indicate per
proiezione interna del fuoco alla carreggiata.
Il massimo rendimento totale per tale geometria risulta infatti per lapparecchio PC OR P6. Eseguendo
un dimensionamento con il software Dialux per tale apparecchio con una sorgente SON-TPP 100W si
ottengono i seguenti risultati illuminotecnici:
_ Lm=1cd/m
2
;
_ U0=0,6;
_ Ul=0,7;
_ TI=12%;
_ SR=0,5;
con un fattore di utilizzazione in illuminamento pari a 47,5 % e rendimento totale 38%, essendo il LOR
pari all80%.
Si otterr un risparmio in bolletta di 6.682 , e a fronte di un investimento iniziale di 20.290 con tempo
di pay back pari a 2,96 anni
Caso 4. Sostituzione delle lampade ed accessori e degli apparecchi pi limpiego del
regolatore/stabilizzatore di tensione
Unendo i benefici dellinstallazione del regolatore di tensione e della sostituzione dellapparecchio,
quindi con potenza della lampada ulteriormente inferiore rispetto al caso 2, i vantaggi aumentano:
- la taglia del regolatore di tensione scende a 11 kVA ( ma il costo cala solo di 500 ).
Anche in questo caso, in cui si agisce su linee esistenti, per sicurezza viene assunto un abbattimento
della potenza del 40 % durante la regolazione di tensione.
Si otterr un risparmio in bolletta di 8.188 , a fronte di un investimento iniziale di 28.690 con tempo
di pay back pari a 3,74 anni.
Caso 5. Rifacimento impianto con nuove interdistanze
Ipotizzando che la strada sia di categoria Me3c, dai calcoli riportati nel paragrafo 3.9, si pu dire che
con un buon apparecchio di illuminazione stradale le interdistanze si possono portare a 38 m con
lampade al sodio alta pressione da 100 W, o con lampade a ioduri miniaturizzate tipo Cosmopolis da 60
W luce bianca, declassando la categoria illuminotecnica, come permesso dallattuale normativa, le
interdistanze calano rispetto allattuale ma la potenza diminuisce di oltre il 75 %.
Ad esempio con lapparecchio Iridium tipo Philips, ottimizzando limpianto si ottiene:

Interdistanza Lmed U0 Ul Ti
SAP 100 W SGS253 CR pos. 7 38 1 0,4 0,5 11
CPO 60 W SGS253 FG pos. 1 33 0,75 0,4 0,6 7,5

Nel caso della sostituzione con lampada SAP 100 W si otterr un risparmio in bolletta di 7.024 a
fronte di un investimento iniziale di 48.730 , con tempo di pay back pari a 6,52 anni.
Mentre se si rif limpianto esistente con nuovi punti luce con lampade tipo Cosmopolis da 60 W, si
otterr un risparmio in bolletta di 8.556 a fronte di un investimento iniziale di 69.311 , con tempo di
pay back pari a 12,78 anni.

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Caso 6. Rifacimento impianto con nuove interdistanze e installazione di dispositivi di regolazione
del flusso luminoso
Rispetto al caso precedente, si considera anche la possibilit di introdurre un regolatore di flusso per le
lampade al sodio alta pressione, e degli alimentatori bi-regime per le lampade Cosmopolis.
Nel primo caso, con le lampade al sodio alta pressione e il regolatore di tensione si otterr un risparmio
in bolletta di 8.414 a fronte di un investimento iniziale di 57.129 , con tempo di pay back pari a 7,09
anni.
Nellaltro caso con lampade tipo Cosmopolis e alimentatori elettronici bi-regime, si otterr un risparmio
in bolletta di 9.119 a fronte di un investimento iniziale di 75.376 , con tempo di pay back pari a 13,78
anni.
5.6 Conclusioni
Per ottenere dati pi significativi si ipotizzato di effettuare la stessa casistica di interventi anche su
impianti con le stesse caratteristiche ma di dimensioni diverse, sia minori che maggiori: oltre ai 65 punti
luce considerati precedentemente, si sono analizzati anche i casi con 20, 40, 100 e 150 punti luce, che
riportati in funzione dellestensione dellimpianto, corrispondono ad avere considerato oltre al tratto
iniziale da 2.275 m, anche altri tratti rispettivamente da 700, 1.400, 3.500, 5.250 m.
Di seguito si riportano le schede, numerate da Tabella 33 a Tabella 37, utilizzate per il calcolo dei vari
parametri, (costo orari, risparmio energetico, tempo di pay.back, investimenti) per ciascuna consistenza
degli impianti.
I dati significativi di dette schede sono riassunti nelle tabelle che vanno dalla Tabella 38 alla Tabella 41.
I risultati ottenuti sono riportati in forma grafica in funzione della lunghezza del tratto su cui si
interviene.
Per quanto riguarda le tabelle numerate da Tabella 33 a Tabella 37 utilizzate per il calcolo dei costi orari
e del tempo di pay back, occorre precisare che esse sono analoghe alle tabelle riportate al capitolo 5.2
per le sole lampade e si basano sui medesimi principi, ma a differenza di questultime, tengono anche
conto della presenza di eventuali dispostivi per la parzializzazione del flusso luminoso nelle ore centrali
notturne, quali regolatori di tensione o reattori dimmerabili, che apportano benefici per quanto riguarda
lenergia consumata e i tempi di vita economica della lampada, con conseguente abbassamento dei costi
energetici e di manutenzione.
N.B. Come per la Tabella 32, anche in questo caso i costi applicati, sia per quanto riguarda lenergia che
gli interventi di adeguamento e riqualificazione, sono IVA esclusa. Il motivo principale per cui stato
escluso lonere dellIVA dovuto al fatto, che per i lavori laliquota della IVA dipende dal tipo di
intervento, ed diversa in funzione che si tratti di solo adeguamento o rifacimento completo.

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Tabella 33 - Valutazione intervento di sostituzione lampade strada con 20 punti luce e estensione 700 m
COSTO ORARIO TOTALE DI UN IMPIANTO SECONDO IL METODO DELLA CIE RIVISTO ED IL DALCOLO DEL PAY-BACK DI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
20 apparecchi (estensione 700 m)
Lampada
esistente
Caso 1.
Sostituz.
Lampada
Caso 2.
Sostituz.
lampada +
regolatore
Caso 3.
Sostituz.
apparecchio
+ lampada
Caso 4.
Sostituz.
apparecchio
+lampada+r
egolatore
Caso 5/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)
Caso 5/B.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(CP
O)
Caso 6/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)+regolator
e
HG 250 W SAP 150
SAP 150 W
+ REG SAP 100
SAP 100 +
REG
SAP 100
NUOVO
CPO 60
NUOVO
SAP 100
NUOVO+RE
G
COSTI MATERIALI D'IMPIANTO
A1= COSTO DEL MATERIALE IMPIEGATO PER GLI AUSILIARI ELETTRICI /PL 13 29 29 26 26 26 124 26
B1= VITA DEGLI USILIARI ANNI 10 10 10 10 10 10 10 10
D=COSTO DEL MATERIALE DELL'IMPIANTO IMPIEGATO IN /h (LAMPADA ESCLUSA)
D= F*(A1/(B1xH) /h 0,006 0,014 0,014 0,012 0,012 0,012 0,065 0,012
COSTI ENERGETICI
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
PC=POTENZA CONTRATTUALE IMPEGNATA stimata kW 8,008 4,805 4,805 3,203 3,203 3,043 2,076 3,043
POTENZA LAMPADA W 250 150 150 100 100 100 60 100
POTENZA REATTORE W 30 18 18 12 12 12 6 12
PERDITE TOTALI W 28 16,8 16,8 11,2 11,2 11,2 6,6 11,2
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 20 20 20 20 20 19 22 19
P
T
= POTENZA INSTALLATA DELL'IMPIANTO kW 6,16 3,696 3,696 2,464 2,464 2,34 1,60 2,34
C
kW
= COSTO POTENZA /KW 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CkWh= COSTO ENERGIA /KWh 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244
R= PERCENTUALE DI RIDUZIONE DELLA POTENZA % 0 0 40 0 40 0 0 40
H
R
= NUMERO ORE IN FUNZIONAMENTO RIDOTTO h 0 0 2500 0 2500 2500 0 2500
CA= COSTI ENERGIA ANNUO SENZA RIDUZIONE
CA=PT*CWh*H 3426,49 2055,89 2055,89 1370,60 1370,60 1302,07 888,44 1302,07
C
AR
= COSTI ENERGIA ANNUO CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
C
AR
=P
T
*((1-R/100)*H
R
+(H-H
R
))-H*PT*SR/100)*C
Wh 3426,49 2055,89 1771,98 1370,60 1181,32 1302,07 977,28 1122,26
EPR= ENERGIA CONSUMATA SENZA RIDUZIONE
EPR=PT*H KWh 25872 15523,2 15523,2 10348,8 10348,8 9831,36 6708,24 9831,36
ERR= ENERGIA CONSUMATA CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
ERR=PT*((1-R/100)*HR+(H-HR))-H*PT*SR/100 KWh 25872,00 15523,20 10274,88 10348,80 6849,92 9831,36 6037,42 6507,42
S
R
=POTENZA RISPARMIATA IN VALORE % RISPETTO LA NOMINALE PER EFFETTO
DELLA STABILIZZATORE % 0 0 10 0 10 0 10 10
E
STAB
=RISPARMIO ENERGIA CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA STABILIZZAZIONE
E
STAB
=H*P
T
*S
R
/100 KWh 0,00 0,00 1552,32 0,00 1034,88 0,00 670,82 983,14
ENERGIA RISPARMIATA CON REGOLAZIONE E/O STABILIZZAZIONE KWh 0,00 0,00 5248,32 0,00 3498,88 0,00 670,82 3323,94
I= COSTO DELL'ENERGIA IN /h
I=CAR/H /h 0,816 0,489 0,422 0,326 0,281 0,310 0,233 0,267


Cont.Tabella 33
COSTI MANODOPERA PER SOSTITUZIONE PROGRAMMATA LAMPADE E MANUTENZIONI
NPERS= NUMERO PERSONALE IMPIEGATO n 2 2 2 2 2 2 2 2
CPER= COSTO PERSONALE /h 25 25 25 25 25 25 25 25
C
MZ
= COSTO MEZZO /h 15 15 15 15 15 15 15 15
TSL= TEMPO SOSTITUZIONE LAMPADA min/LAMP 25 25 25 25 25 25 25 25
C
MSOST
=COSTO SOSTITUZIONE
C
MSOST
=(N
PERS
*C
PER
+C
MZ
)*T
SL
/60 / LAMP 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08
CMhSOST=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CMhSOST=F*CSOST/HV /h 0,045 0,027 0,027 0,027 0,027 0,026 0,037 0,026
CMhSOST_RID=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CMhSOST_RID=F*CSOST/HVR /h 0,045 0,027 0,018 0,027 0,018 0,017 0,037 0,017
CMh=COSTI MANUTENZIONE
CMh=0,1xCSOST*F/H /h 0,0129 0,0129 0,0129 0,0129 0,0129 0,0123 0,0142 0,0123
M=COSTI PER ALTRI INTERVENTI SULL'IMPIANTO
M=KMx(D+CMh+CMhSOST+CLH) /h 0,0162 0,0166 0,0166 0,0141 0,0141 0,0134 0,0478 0,0134
KM 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000
COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE
E= COSTO DELLA LAMPADA 10,2 29,5 29,5 18,1 18,1 18,1 89,2 18,1
H
V
= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE h 12000 20000 20000 20000 20000 20000 16000 20000
HVR= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE CON
REGOLATORE/STABILIZZATORE h 12000 20000 30000 20000 30000 30000 16000 30000
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 20 20 20 20 20 19 22 19
CLh=COSTO ORARIO LAMPADA SENZA RIDUZIONE
CLh=F*E/HV /h 0,017 0,029 0,029 0,018 0,018 0,017 0,123 0,017
C
LhR
=COSTO ORARIO LAMPADA CON RIDUZIONE
C
LhR
=F*E/H
VR /h 0,017 0,029 0,020 0,018 0,012 0,011 0,123 0,011







08004123
Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 90/99


Cont. Tabella 33
COSTI TOTALI SOSTITUZIONE LAMPADE
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
ChSOST=CLh+CMhSOST
/h 0,062 0,057 0,057 0,045 0,045 0,043 0,160 0,043
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
ChSOST_R=CLhR+CMhSOST_RID
/h 0,062 0,057 0,038 0,045 0,030 0,029 0,160 0,029
CASOST=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CASOST=H*F*(E+CMSOST)/HV
261,03 237,58 237,58 189,95 189,95 180,46 671,58 180,46
CASOST_RID=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CASOST_RID=H*F*(E+CMSOST)/HVR
261,03 237,58 158,39 189,95 126,64 120,30 671,58 120,30
RISPARMIO NELLA SOSTITUZIONE LAMPADE CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA
STABILIZZAZIONE
0,00 0,00 79,19 0,00 63,32 60,15 0,00 60,15
COSTI TOTALI
T=COSTO TOTALE DELL'IMPIANTO IN /h
T=D+CLhR+CMh+CMhSOST_RID+M+I /h 0,913 0,589 0,503 0,411 0,351 0,376 0,520 0,333
TEMPO PAY-BACK
J= INVESTIMENTO INIZIALE IN 1904,2 10504,2 6243,2 14643,2 15431,0 21476,7 23831,0
TVS= COSTO ORARIO VECCHIA SOLUZIONE 0,913 0,913 0,913 0,913 0,913 0,913 0,913
TNS= COSTO ORARIO NUOVA SOLUZIONE 0,589 0,503 0,411 0,351 0,376 0,520 0,333
SPB=J/(TVS-TNS)*H= TEMPO DI PAY-BACK 1,400 6,094 2,958 6,197 6,838 12,988 9,781
INVESTIMENTI
COSTO AUSILIARI 574,6 574,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO LAMPADA 589,7 589,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO APPARECCHIO COMPRENSIVO DI LAMPADE AUSILIARI 0,0 0,0 5443,2 5443,2 5171,0 9596,7 5171,0
COSTO POSA IN OPERA 740,0 740,0 800,0 800,0 760,0 880,0 760,0
COSTO REGOLATORE 0 8600 0 8400 0 0 8400
COSTO fornitura e posa in opera SOSTEGNI CON PLINTI e ADATTAMENTO DERIVAZIONI 0 0 0 0 9500 11000 9500




Tabella 34 - Valutazione intervento di sostituzione lampade strada con 40 punti luce e estensione 1400 m
COSTO ORARIO TOTALE DI UN IMPIANTO SECONDO IL METODO DELLA CIE RIVISTO ED IL DALCOLO DEL PAY-BACK DI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
40 apparecchi (estensione 1400 m)
Lampada
esistente
Caso 1.
Sostituz.
Lampada
Caso 2.
Sostituz.
lampada +
regolatore
Caso 3.
Sostituz.
apparecchio
+ lampada
Caso 4.
Sostituz.
apparecchio
+lampada+r
egolatore
Caso 5/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)
Caso 5/B.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(CP
O)
Caso 6/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)+regolator
e
HG 250 W SAP 150
SAP 150 W
+ REG SAP 100
SAP 100 +
REG
SAP 100
NUOVO
CPO 60
NUOVO
SAP 100
NUOVO+RE
G
COSTI MATERIALI D'IMPIANTO
A1= COSTO DEL MATERIALE IMPIEGATO PER GLI AUSILIARI ELETTRICI /PL 13 29 29 26 26 26 124 26
B1= VITA DEGLI USILIARI ANNI 10 10 10 10 10 10 10 10
D=COSTO DEL MATERIALE DELL'IMPIANTO IMPIEGATO IN /h (LAMPADA ESCLUSA)
D= F*(A1/(B1xH) /h 0,012 0,027 0,027 0,024 0,024 0,023 0,130 0,023
COSTI ENERGETICI
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
PC=POTENZA CONTRATTUALE IMPEGNATA stimata kW 16,016 9,610 9,610 6,406 6,406 5,926 4,153 5,926
POTENZA LAMPADA W 250 150 150 100 100 100 60 100
POTENZA REATTORE W 30 18 18 12 12 12 6 12
PERDITE TOTALI W 28 16,8 16,8 11,2 11,2 11,2 6,6 11,2
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 40 40 40 40 40 37 44 37
P
T
= POTENZA INSTALLATA DELL'IMPIANTO kW 12,32 7,392 7,392 4,928 4,928 4,56 3,19 4,56
CkW= COSTO POTENZA /KW 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CkWh= COSTO ENERGIA /KWh 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244
R= PERCENTUALE DI RIDUZIONE DELLA POTENZA % 0 0 40 0 40 0 0 40
H
R
= NUMERO ORE IN FUNZIONAMENTO RIDOTTO h 0 0 2500 0 2500 2500 0 2500
C
A
= COSTI ENERGIA ANNUO SENZA RIDUZIONE
CA=PT*C
Wh
*H 6852,98 4111,79 4111,79 2741,19 2741,19 2535,60 1776,88 2535,60
CAR= COSTI ENERGIA ANNUO CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
C
AR
=P
T
*((1-R/100)*H
R
+(H-H
R
))-H*PT*SR/100)*C
Wh 6852,98 4111,79 3543,97 2741,19 2362,64 2535,60 1954,57 2185,45
EPR= ENERGIA CONSUMATA SENZA RIDUZIONE
EPR=PT*H KWh 51744 31046,4 31046,4 20697,6 20697,6 19145,28 13416,48 19145,28
ERR= ENERGIA CONSUMATA CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
ERR=PT*((1-R/100)*HR+(H-HR))-H*PT*SR/100 KWh 51744,00 31046,40 20549,76 20697,60 13699,84 19145,28 12074,83 12672,35
S
R
=POTENZA RISPARMIATA IN VALORE % RISPETTO LA NOMINALE PER EFFETTO
DELLA STABILIZZATORE % 0 0 10 0 10 0 10 10
ESTAB=RISPARMIO ENERGIA CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA STABILIZZAZIONE
E
STAB
=H*P
T
*S
R
/100 KWh 0,00 0,00 3104,64 0,00 2069,76 0,00 1341,65 1914,53
ENERGIA RISPARMIATA CON REGOLAZIONE E/O STABILIZZAZIONE KWh 0,00 0,00 10496,64 0,00 6997,76 0,00 1341,65 6472,93
I= COSTO DELL'ENERGIA IN /h
I=C
AR
/H /h 1,632 0,979 0,844 0,653 0,563 0,604 0,465 0,520





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Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 91/99



Cont. Tabella 34
COSTI MANODOPERA PER SOSTITUZIONE PROGRAMMATA LAMPADE E MANUTENZIONI
NPERS= NUMERO PERSONALE IMPIEGATO n 2 2 2 2 2 2 2 2
CPER= COSTO PERSONALE /h 25 25 25 25 25 25 25 25
CMZ= COSTO MEZZO /h 15 15 15 15 15 15 15 15
TSL= TEMPO SOSTITUZIONE LAMPADA min/LAMP 25 25 25 25 25 25 25 25
CMSOST=COSTO SOSTITUZIONE
CMSOST=(NPERS*CPER+CMZ)*TSL/60 / LAMP 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08
CMhSOST=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CMhSOST=F*CSOST/HV /h 0,090 0,054 0,054 0,054 0,054 0,050 0,074 0,050
CMhSOST_RID=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CMhSOST_RID=F*CSOST/HVR /h 0,090 0,054 0,036 0,054 0,036 0,033 0,074 0,033
CMh=COSTI MANUTENZIONE
CMh=0,1xCSOST*F/H /h 0,0258 0,0258 0,0258 0,0258 0,0258 0,0239 0,0284 0,0239
M=COSTI PER ALTRI INTERVENTI SULL'IMPIANTO
M=KMx(D+CMh+CMhSOST+CLH) /h 0,0325 0,0333 0,0333 0,0281 0,0281 0,0260 0,0956 0,0260
KM 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000
COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE
E= COSTO DELLA LAMPADA 10,2 29,5 29,5 18,1 18,1 18,1 89,2 18,1
HV= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE h 12000 20000 20000 20000 20000 20000 16000 20000
HVR= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE CON
REGOLATORE/STABILIZZATORE h 12000 20000 30000 20000 30000 30000 16000 30000
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 40 40 40 40 40 37 44 37
CLh=COSTO ORARIO LAMPADA SENZA RIDUZIONE
CLh=F*E/HV /h 0,034 0,059 0,059 0,036 0,036 0,034 0,245 0,034
CLhR=COSTO ORARIO LAMPADA CON RIDUZIONE
CLhR=F*E/HVR /h 0,034 0,059 0,039 0,036 0,024 0,022 0,245 0,022


Cont. Tabella 34
COSTI TOTALI SOSTITUZIONE LAMPADE
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
ChSOST=CLh+CMhSOST
/h 0,124 0,113 0,113 0,090 0,090 0,084 0,320 0,084
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
ChSOST_R=CLhR+CMhSOST_RID
/h 0,124 0,113 0,075 0,090 0,060 0,056 0,320 0,056
CASOST=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CASOST=H*F*(E+CMSOST)/HV
522,05 475,17 475,17 379,91 379,91 351,42 1343,16 351,42
CASOST_RID=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CASOST_RID=H*F*(E+CMSOST)/HVR
522,05 475,17 316,78 379,91 253,27 234,28 1343,16 234,28
RISPARMIO NELLA SOSTITUZIONE LAMPADE CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA
STABILIZZAZIONE
0,00 0,00 158,39 0,00 126,64 117,14 0,00 117,14
COSTI TOTALI
T=COSTO TOTALE DELL'IMPIANTO IN /h
T=D+CLhR+CMh+CMhSOST_RID+M+I /h 1,826 1,179 1,006 0,822 0,701 0,732 1,039 0,649
TEMPO PAY-BACK
J= INVESTIMENTO INIZIALE IN 3808,5 12408,5 12486,4 20886,4 30049,9 42953,3 38449,9
TVS= COSTO ORARIO VECCHIA SOLUZIONE 1,826 1,826 1,826 1,826 1,826 1,826 1,826
TNS= COSTO ORARIO NUOVA SOLUZIONE 1,179 1,006 0,822 0,701 0,732 1,039 0,649
SPB=J/(TVS-TNS)*H= TEMPO DI PAY-BACK 1,400 3,599 2,958 4,420 6,537 12,988 7,773
INVESTIMENTI
COSTO AUSILIARI 1149,1 1149,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO LAMPADA 1179,4 1179,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO APPARECCHIO COMPRENSIVO DI LAMPADE AUSILIARI 0,0 0,0 10886,4 10886,4 10069,9 19193,3 10069,9
COSTO POSA IN OPERA 1480,0 1480,0 1600,0 1600,0 1480,0 1760,0 1480,0
COSTO REGOLATORE 0 8600 0 8400 0 0 8400
COSTO fornitura e posa in opera SOSTEGNI CON PLINTI e ADATTAMENTO DERIVAZIONI 0 0 0 0 18500 22000 18500



08004123
Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 92/99


Tabella 35 - Valutazione intervento di sostituzione lampade strada con 65 punti luce e estensione 2275 m
COSTO ORARIO TOTALE DI UN IMPIANTO SECONDO IL METODO DELLA CIE RIVISTO ED IL DALCOLO DEL PAY-BACK DI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
65 apparecchi (estensione 2275 m)
Lampada
esistente
Caso 1.
Sostituz.
Lampada
Caso 2.
Sostituz.
lampada +
regolatore
Caso 3.
Sostituz.
apparecchio
+ lampada
Caso 4.
Sostituz.
apparecchio
+lampada+r
egolatore
Caso 5/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)
Caso 5/B.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(CP
O)
Caso 6/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)+regolator
e
HG 250 W SAP 150
SAP 150 W
+ REG SAP 100
SAP 100 +
REG
SAP 100
NUOVO
CPO 60
NUOVO
SAP 100
NUOVO+RE
G
COSTI MATERIALI D'IMPIANTO
A1= COSTO DEL MATERIALE IMPIEGATO PER GLI AUSILIARI ELETTRICI /PL 13 29 29 26 26 26 124 26
B1= VITA DEGLI USILIARI ANNI 10 10 10 10 10 10 10 10
D=COSTO DEL MATERIALE DELL'IMPIANTO IMPIEGATO IN /h (LAMPADA ESCLUSA)
D= F*(A1/(B1xH) /h 0,020 0,044 0,044 0,040 0,040 0,037 0,210 0,037
COSTI ENERGETICI
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
PC=POTENZA CONTRATTUALE IMPEGNATA stimata kW 26,026 15,616 15,616 10,410 10,410 9,610 6,701 9,610
POTENZA LAMPADA W 250 150 150 100 100 100 60 100
POTENZA REATTORE W 30 18 18 12 12 12 6 12
PERDITE TOTALI W 28 16,8 16,8 11,2 11,2 11,2 6,6 11,2
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 65 65 65 65 65 60 71 60
P
T
= POTENZA INSTALLATA DELL'IMPIANTO kW 20,02 12,012 12,012 8,008 8,008 7,39 5,15 7,39
CkW= COSTO POTENZA /KW 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
CkWh= COSTO ENERGIA /KWh 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244
R= PERCENTUALE DI RIDUZIONE DELLA POTENZA % 0 0 40 0 40 0 0 40
H
R
= NUMERO ORE IN FUNZIONAMENTO RIDOTTO h 0 0 2500 0 2500 2500 0 2500
C
A
= COSTI ENERGIA ANNUO SENZA RIDUZIONE
CA=PT*C
Wh
*H 11136,08 6681,65 6681,65 4454,43 4454,43 4111,79 2867,24 4111,79
CAR= COSTI ENERGIA ANNUO CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
C
AR
=P
T
*((1-R/100)*H
R
+(H-H
R
))-H*PT*SR/100)*C
Wh 11136,08 6681,65 5758,95 4454,43 3839,30 4111,79 3153,96 3543,97
EPR= ENERGIA CONSUMATA SENZA RIDUZIONE
EPR=PT*H KWh 84084 50450,4 50450,4 33633,6 33633,6 31046,4 21649,32 31046,4
ERR= ENERGIA CONSUMATA CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
ERR=PT*((1-R/100)*HR+(H-HR))-H*PT*SR/100 KWh 84084,00 50450,40 33393,36 33633,60 22262,24 31046,40 19484,39 20549,76
S
R
=POTENZA RISPARMIATA IN VALORE % RISPETTO LA NOMINALE PER EFFETTO
DELLA STABILIZZATORE % 0 0 10 0 10 0 10 10
ESTAB=RISPARMIO ENERGIA CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA STABILIZZAZIONE
E
STAB
=H*P
T
*S
R
/100 KWh 0,00 0,00 5045,04 0,00 3363,36 0,00 2164,93 3104,64
ENERGIA RISPARMIATA CON REGOLAZIONE E/O STABILIZZAZIONE KWh 0,00 0,00 17057,04 0,00 11371,36 0,00 2164,93 10496,64
I= COSTO DELL'ENERGIA IN /h
I=C
AR
/H /h 2,651 1,591 1,371 1,061 0,914 0,979 0,751 0,844


Cont. Tabella 35
COSTI MANODOPERA PER SOSTITUZIONE PROGRAMMATA LAMPADE E MANUTENZIONI
NPERS= NUMERO PERSONALE IMPIEGATO n 2 2 2 2 2 2 2 2
CPER= COSTO PERSONALE /h 25 25 25 25 25 25 25 25
C
MZ
= COSTO MEZZO /h 15 15 15 15 15 15 15 15
TSL= TEMPO SOSTITUZIONE LAMPADA min/LAMP 25 25 25 25 25 25 25 25
C
MSOST
=COSTO SOSTITUZIONE
C
MSOST
=(N
PERS
*C
PER
+C
MZ
)*T
SL
/60 / LAMP 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08
CMhSOST=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CMhSOST=F*CSOST/HV /h 0,147 0,088 0,088 0,088 0,088 0,081 0,120 0,081
CMhSOST_RID=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CMhSOST_RID=F*CSOST/HVR /h 0,147 0,088 0,059 0,088 0,059 0,054 0,120 0,054
CMh=COSTI MANUTENZIONE
CMh=0,1xCSOST*F/H /h 0,0419 0,0419 0,0419 0,0419 0,0419 0,0387 0,0458 0,0387
M=COSTI PER ALTRI INTERVENTI SULL'IMPIANTO
M=KMx(D+CMh+CMhSOST+CLH) /h 0,0528 0,0540 0,0540 0,0457 0,0457 0,0422 0,1543 0,0422
KM 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000
COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE
E= COSTO DELLA LAMPADA 10,2 29,5 29,5 18,1 18,1 18,1 89,2 18,1
H
V
= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE h 12000 20000 20000 20000 20000 20000 16000 20000
HVR= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE CON
REGOLATORE/STABILIZZATORE h 12000 20000 30000 20000 30000 30000 16000 30000
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 65 65 65 65 65 60 71 60
CLh=COSTO ORARIO LAMPADA SENZA RIDUZIONE
CLh=F*E/HV /h 0,055 0,096 0,096 0,059 0,059 0,054 0,396 0,054
C
LhR
=COSTO ORARIO LAMPADA CON RIDUZIONE
C
LhR
=F*E/H
VR /h 0,055 0,096 0,064 0,059 0,039 0,036 0,396 0,036







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Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 93/99


Cont. Tabella 35
COSTI TOTALI SOSTITUZIONE LAMPADE
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
ChSOST=CLh+CMhSOST
/h 0,202 0,184 0,184 0,147 0,147 0,136 0,516 0,136
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
C
hSOST_R
=C
LhR
+C
MhSOST_RID
/h 0,202 0,184 0,123 0,147 0,098 0,090 0,516 0,090
CASOST=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CASOST=H*F*(E+CMSOST)/HV
848,33 772,14 772,14 617,35 617,35 569,86 2167,38 569,86
CASOST_RID=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
C
ASOST_RID
=H*F*(E+C
MSOST
)/H
VR
848,33 772,14 514,76 617,35 411,57 379,91 2167,38 379,91
RISPARMIO NELLA SOSTITUZIONE LAMPADE CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA
STABILIZZAZIONE
0,00 0,00 257,38 0,00 205,78 189,95 0,00 189,95
COSTI TOTALI
T=COSTO TOTALE DELL'IMPIANTO IN /h
T=D+CLhR+CMh+CMhSOST_RID+M+I /h 2,968 1,915 1,634 1,335 1,140 1,187 1,677 1,052
TEMPO PAY-BACK
J= INVESTIMENTO INIZIALE IN 6188,8 14788,8 20290,4 28690,4 48729,6 69311,1 57129,6
TVS= COSTO ORARIO VECCHIA SOLUZIONE 2,968 2,968 2,968 2,968 2,968 2,968 2,968
TNS= COSTO ORARIO NUOVA SOLUZIONE 1,915 1,634 1,335 1,140 1,187 1,677 1,052
SPB=J/(TVS-TNS)*H= TEMPO DI PAY-BACK 1,400 2,640 2,958 3,736 6,515 12,779 7,099
INVESTIMENTI
COSTO AUSILIARI 1867,3 1867,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO LAMPADA 1916,5 1916,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO APPARECCHIO COMPRENSIVO DI LAMPADE AUSILIARI 0,0 0,0 17690,4 17690,4 16329,6 30971,1 16329,6
COSTO POSA IN OPERA 2405,0 2405,0 2600,0 2600,0 2400,0 2840,0 2400,0
COSTO REGOLATORE 0 8600 0 8400 0 0 8400
COSTO fornitura e posa in opera SOSTEGNI CON PLINTI e ADATTAMENTO DERIVAZIONI 0 0 0 0 30000 35500 30000



Tabella 36 - Valutazione intervento di sostituzione lampade strada con 100 punti luce e estensione 3500 m
COSTO ORARIO TOTALE DI UN IMPIANTO SECONDO IL METODO DELLA CIE RIVISTO ED IL DALCOLO DEL PAY-BACK DI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
100 apparecchi (estensione 3500 m)
Lampada
esistente
Caso 1.
Sostituz.
Lampada
Caso 2.
Sostituz.
lampada +
regolatore
Caso 3.
Sostituz.
apparecchio
+ lampada
Caso 4.
Sostituz.
apparecchio
+lampada+r
egolatore
Caso 5/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)
Caso 5/B.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(CP
O)
Caso 6/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)+regolator
e
HG 250 W SAP 150
SAP 150 W
+ REG SAP 100
SAP 100 +
REG
SAP 100
NUOVO
CPO 60
NUOVO
SAP 100
NUOVO+RE
G
COSTI MATERIALI D'IMPIANTO
A1= COSTO DEL MATERIALE IMPIEGATO PER GLI AUSILIARI ELETTRICI /PL 13 29 29 26 26 26 124 26
B1= VITA DEGLI USILIARI ANNI 10 10 10 10 10 10 10 10
D=COSTO DEL MATERIALE DELL'IMPIANTO IMPIEGATO IN /h (LAMPADA ESCLUSA)
D= F*(A1/(B1xH) /h 0,031 0,068 0,068 0,061 0,061 0,056 0,325 0,056
COSTI ENERGETICI
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
PC=POTENZA CONTRATTUALE IMPEGNATA stimata kW 40,04 24,024 24,024 16,016 16,016 14,735 10,382 14,735
POTENZA LAMPADA W 250 150 150 100 100 100 60 100
POTENZA REATTORE W 30 18 18 12 12 12 6 12
PERDITE TOTALI W 28 16,8 16,8 11,2 11,2 11,2 6,6 11,2
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 100 100 100 100 100 92 110 92
PT= POTENZA INSTALLATA DELL'IMPIANTO kW 30,8 18,48 18,48 12,32 12,32 11,33 7,99 11,33
CkW= COSTO POTENZA /KW 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
C
kWh
= COSTO ENERGIA /KWh 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244
R= PERCENTUALE DI RIDUZIONE DELLA POTENZA % 0 0 40 0 40 0 0 40
H
R
= NUMERO ORE IN FUNZIONAMENTO RIDOTTO h 0 0 2500 0 2500 2500 0 2500
CA= COSTI ENERGIA ANNUO SENZA RIDUZIONE
CA=PT*CWh*H 17132,44 10279,46 10279,46 6852,98 6852,98 6304,74 4442,20 6304,74
CAR= COSTI ENERGIA ANNUO CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
CAR=PT*((1-R/100)*HR+(H-HR))-H*PT*SR/100)*CWh 17132,44 10279,46 8859,92 6852,98 5906,61 6304,74 4886,42 5434,08
E
PR
= ENERGIA CONSUMATA SENZA RIDUZIONE
E
PR
=P
T
*H KWh 129360 77616 77616 51744 51744 47604,48 33541,2 47604,48
ERR= ENERGIA CONSUMATA CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
ERR=PT*((1-R/100)*HR+(H-HR))-H*PT*SR/100 KWh 129360,00 77616,00 51374,40 51744,00 34249,60 47604,48 30187,08 31509,63
S
R
=POTENZA RISPARMIATA IN VALORE % RISPETTO LA NOMINALE PER EFFETTO
DELLA STABILIZZATORE % 0 0 10 0 10 0 10 10
ESTAB=RISPARMIO ENERGIA CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA STABILIZZAZIONE
ESTAB=H*PT*SR/100 KWh 0,00 0,00 7761,60 0,00 5174,40 0,00 3354,12 4760,45
ENERGIA RISPARMIATA CON REGOLAZIONE E/O STABILIZZAZIONE KWh 0,00 0,00 26241,60 0,00 17494,40 0,00 3354,12 16094,85
I= COSTO DELL'ENERGIA IN /h
I=CAR/H /h 4,079 2,447 2,110 1,632 1,406 1,501 1,163 1,294






08004123
Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 94/99


Cont. Tabella 36
COSTI MANODOPERA PER SOSTITUZIONE PROGRAMMATA LAMPADE E MANUTENZIONI
NPERS= NUMERO PERSONALE IMPIEGATO n 2 2 2 2 2 2 2 2
CPER= COSTO PERSONALE /h 25 25 25 25 25 25 25 25
C
MZ
= COSTO MEZZO /h 15 15 15 15 15 15 15 15
TSL= TEMPO SOSTITUZIONE LAMPADA min/LAMP 25 25 25 25 25 25 25 25
C
MSOST
=COSTO SOSTITUZIONE
C
MSOST
=(N
PERS
*C
PER
+C
MZ
)*T
SL
/60 / LAMP 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08
CMhSOST=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CMhSOST=F*CSOST/HV /h 0,226 0,135 0,135 0,135 0,135 0,125 0,186 0,125
CMhSOST_RID=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CMhSOST_RID=F*CSOST/HVR /h 0,226 0,135 0,090 0,135 0,090 0,083 0,186 0,083
CMh=COSTI MANUTENZIONE
CMh=0,1xCSOST*F/H /h 0,0645 0,0645 0,0645 0,0645 0,0645 0,0593 0,0709 0,0593
M=COSTI PER ALTRI INTERVENTI SULL'IMPIANTO
M=KMx(D+CMh+CMhSOST+CLH) /h 0,0812 0,0831 0,0831 0,0704 0,0704 0,0647 0,2390 0,0647
KM 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000
COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE
E= COSTO DELLA LAMPADA 10,2 29,5 29,5 18,1 18,1 18,1 89,2 18,1
H
V
= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE h 12000 20000 20000 20000 20000 20000 16000 20000
HVR= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE CON
REGOLATORE/STABILIZZATORE h 12000 20000 30000 20000 30000 30000 16000 30000
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 100 100 100 100 100 92 110 92
CLh=COSTO ORARIO LAMPADA SENZA RIDUZIONE
CLh=F*E/HV /h 0,085 0,147 0,147 0,091 0,091 0,083 0,613 0,083
C
LhR
=COSTO ORARIO LAMPADA CON RIDUZIONE
C
LhR
=F*E/H
VR /h 0,085 0,147 0,098 0,091 0,060 0,056 0,613 0,056




Cont. Tabella 36
COSTI TOTALI SOSTITUZIONE LAMPADE
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
ChSOST=CLh+CMhSOST
/h 0,311 0,283 0,283 0,226 0,226 0,208 0,800 0,208
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
C
hSOST_R
=C
LhR
+C
MhSOST_RID
/h 0,311 0,283 0,189 0,226 0,151 0,139 0,800 0,139
CASOST=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CASOST=H*F*(E+CMSOST)/HV
1305,13 1187,91 1187,91 949,77 949,77 873,79 3357,91 873,79
CASOST_RID=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
C
ASOST_RID
=H*F*(E+C
MSOST
)/H
VR
1305,13 1187,91 791,94 949,77 633,18 582,53 3357,91 582,53
RISPARMIO NELLA SOSTITUZIONE LAMPADE CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA
STABILIZZAZIONE
0,00 0,00 395,97 0,00 316,59 291,26 0,00 291,26
COSTI TOTALI
T=COSTO TOTALE DELL'IMPIANTO IN /h
T=D+CLhR+CMh+CMhSOST_RID+M+I /h 4,566 2,946 2,514 2,054 1,753 1,820 2,598 1,613
TEMPO PAY-BACK
J= INVESTIMENTO INIZIALE IN 9521,2 18121,2 31216,0 39616,0 74718,7 107383,3 83118,7
TVS= COSTO ORARIO VECCHIA SOLUZIONE 4,566 4,566 4,566 4,566 4,566 4,566 4,566
TNS= COSTO ORARIO NUOVA SOLUZIONE 2,946 2,514 2,054 1,753 1,820 2,598 1,613
SPB=J/(TVS-TNS)*H= TEMPO DI PAY-BACK 1,400 2,103 2,958 3,353 6,479 12,988 6,701
INVESTIMENTI
COSTO AUSILIARI 2872,8 2872,8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO LAMPADA 2948,4 2948,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO APPARECCHIO COMPRENSIVO DI LAMPADE AUSILIARI 0,0 0,0 27216,0 27216,0 25038,7 47983,3 25038,7
COSTO POSA IN OPERA 3700,0 3700,0 4000,0 4000,0 3680,0 4400,0 3680,0
COSTO REGOLATORE 0 8600 0 8400 0 0 8400
COSTO fornitura e posa in opera SOSTEGNI CON PLINTI e ADATTAMENTO DERIVAZIONI 0 0 0 0 46000 55000 46000




08004123
Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 95/99


Tabella 37 - Valutazione intervento di sostituzione lampade strada con 150 punti luce e estensione 5250 m
COSTO ORARIO TOTALE DI UN IMPIANTO SECONDO IL METODO DELLA CIE RIVISTO ED IL DALCOLO DEL PAY-BACK DI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
150 apparecchi (estensione 5250 m)
Lampada
esistente
Caso 1.
Sostituz.
Lampada
Caso 2.
Sostituz.
lampada +
regolatore
Caso 3.
Sostituz.
apparecchio
+ lampada
Caso 4.
Sostituz.
apparecchio
+lampada+r
egolatore
Caso 5/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)
Caso 5/B.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(CP
O)
Caso 6/A.
Nuovo
apparecchio
+
lampada(SA
P)+regolator
e
HG 250 W SAP 150
SAP 150 W
+ REG SAP 100
SAP 100 +
REG
SAP 100
NUOVO
CPO 60
NUOVO
SAP 100
NUOVO+RE
G
COSTI MATERIALI D'IMPIANTO
A1= COSTO DEL MATERIALE IMPIEGATO PER GLI AUSILIARI ELETTRICI /PL 13 29 29 26 26 26 124 26
B1= VITA DEGLI USILIARI ANNI 10 10 10 10 10 10 10 10
D=COSTO DEL MATERIALE DELL'IMPIANTO IMPIEGATO IN /h (LAMPADA ESCLUSA)
D= F*(A1/(B1xH) /h 0,046 0,103 0,103 0,092 0,092 0,085 0,484 0,085
COSTI ENERGETICI
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
PC=POTENZA CONTRATTUALE IMPEGNATA stimata kW 60,06 36,036 36,036 24,024 24,024 22,262 15,478 22,262
POTENZA LAMPADA W 250 150 150 100 100 100 60 100
POTENZA REATTORE W 30 18 18 12 12 12 6 12
PERDITE TOTALI W 28 16,8 16,8 11,2 11,2 11,2 6,6 11,2
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 150 150 150 150 150 139 164 139
PT= POTENZA INSTALLATA DELL'IMPIANTO kW 46,2 27,72 27,72 18,48 18,48 17,12 11,91 17,12
CkW= COSTO POTENZA /KW 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00
C
kWh
= COSTO ENERGIA /KWh 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244 0,13244
R= PERCENTUALE DI RIDUZIONE DELLA POTENZA % 0 0 40 0 40 0 0 40
H
R
= NUMERO ORE IN FUNZIONAMENTO RIDOTTO h 0 0 2500 0 2500 2500 0 2500
CA= COSTI ENERGIA ANNUO SENZA RIDUZIONE
CA=PT*CWh*H 25698,66 15419,19 15419,19 10279,46 10279,46 9525,64 6622,91 9525,64
CAR= COSTI ENERGIA ANNUO CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
CAR=PT*((1-R/100)*HR+(H-HR))-H*PT*SR/100)*CWh 25698,66 15419,19 13289,88 10279,46 8859,92 9525,64 7285,20 8210,19
E
PR
= ENERGIA CONSUMATA SENZA RIDUZIONE
E
PR
=P
T
*H KWh 194040 116424 116424 77616 77616 71924,16 50006,88 71924,16
ERR= ENERGIA CONSUMATA CON RIDUZIONE/STABILIZZAZIONE
ERR=PT*((1-R/100)*HR+(H-HR))-H*PT*SR/100 KWh 194040,00 116424,00 77061,60 77616,00 51374,40 71924,16 45006,19 47606,94
S
R
=POTENZA RISPARMIATA IN VALORE % RISPETTO LA NOMINALE PER EFFETTO
DELLA STABILIZZATORE % 0 0 10 0 10 0 10 10
ESTAB=RISPARMIO ENERGIA CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA STABILIZZAZIONE
ESTAB=H*PT*SR/100 KWh 0,00 0,00 11642,40 0,00 7761,60 0,00 5000,69 7192,42
ENERGIA RISPARMIATA CON REGOLAZIONE E/O STABILIZZAZIONE KWh 0,00 0,00 39362,40 0,00 26241,60 0,00 5000,69 24317,22
I= COSTO DELL'ENERGIA IN /h
I=CAR/H /h 6,119 3,671 3,164 2,447 2,110 2,268 1,735 1,955



Cont. Tabella 37
COSTI MANODOPERA PER SOSTITUZIONE PROGRAMMATA LAMPADE E MANUTENZIONI
NPERS= NUMERO PERSONALE IMPIEGATO n 2 2 2 2 2 2 2 2
CPER= COSTO PERSONALE /h 25 25 25 25 25 25 25 25
CMZ= COSTO MEZZO /h 15 15 15 15 15 15 15 15
TSL= TEMPO SOSTITUZIONE LAMPADA min/LAMP 25 25 25 25 25 25 25 25
CMSOST=COSTO SOSTITUZIONE
CMSOST=(NPERS*CPER+CMZ)*TSL/60 / LAMP 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08 27,08
CMhSOST=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CMhSOST=F*CSOST/HV /h 0,339 0,203 0,203 0,203 0,203 0,188 0,278 0,188
CMhSOST_RID=COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CMhSOST_RID=F*CSOST/HVR /h 0,339 0,203 0,135 0,203 0,135 0,125 0,278 0,125
CMh=COSTI MANUTENZIONE
CMh=0,1xCSOST*F/H /h 0,0967 0,0967 0,0967 0,0967 0,0967 0,0896 0,1058 0,0896
M=COSTI PER ALTRI INTERVENTI SULL'IMPIANTO
M=KMx(D+CMh+CMhSOST+CLH) /h 0,1217 0,1247 0,1247 0,1055 0,1055 0,0978 0,3564 0,0978
KM 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000 0,2000
COSTO ORARIO PER SOSTITUZIONE LAMPADE
E= COSTO DELLA LAMPADA 10,2 29,5 29,5 18,1 18,1 18,1 89,2 18,1
HV= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE h 12000 20000 20000 20000 20000 20000 16000 20000
HVR= VITA ECONOMICA STIMATA DELLE LAMPADE CON
REGOLATORE/STABILIZZATORE h 12000 20000 30000 20000 30000 30000 16000 30000
H= ORE DI FUNZIONAMENTO ANNUO h 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200 4200
F= NUMERO DELLE LAMPADE n 150 150 150 150 150 139 164 139
CLh=COSTO ORARIO LAMPADA SENZA RIDUZIONE
CLh=F*E/HV /h 0,128 0,221 0,221 0,136 0,136 0,126 0,914 0,126
CLhR=COSTO ORARIO LAMPADA CON RIDUZIONE
CLhR=F*E/HVR /h 0,128 0,221 0,147 0,136 0,091 0,084 0,914 0,084






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Rapporto SSE Sviluppo dei Sistemi Elettrici Pag. 96/99


Cont. Tabella 37
COSTI TOTALI SOSTITUZIONE LAMPADE
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
ChSOST=CLh+CMhSOST
/h 0,466 0,424 0,424 0,339 0,339 0,314 1,192 0,314
COSTO ORARIO SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
ChSOST_R=CLhR+CMhSOST_RID
/h 0,466 0,424 0,283 0,339 0,226 0,210 1,192 0,210
CASOST=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE SENZA RIDUZIONE
CASOST=H*F*(E+CMSOST)/HV
1957,69 1781,87 1781,87 1424,66 1424,66 1320,19 5006,34 1320,19
CASOST_RID=COSTO ANNUO PER SOSTITUZIONE LAMPADE CON RIDUZIONE
CASOST_RID=H*F*(E+CMSOST)/HVR
1957,69 1781,87 1187,91 1424,66 949,77 880,12 5006,34 880,12
RISPARMIO NELLA SOSTITUZIONE LAMPADE CONSEGUITO PER EFFETTO DELLA
STABILIZZAZIONE
0,00 0,00 593,96 0,00 474,89 440,06 0,00 440,06
COSTI TOTALI
T=COSTO TOTALE DELL'IMPIANTO IN /h
T=D+CLhR+CMh+CMhSOST_RID+M+I /h 6,849 4,420 3,771 3,081 2,630 2,750 3,873 2,437
TEMPO PAY-BACK
J= INVESTIMENTO INIZIALE IN 14281,8 22881,8 46824,0 55224,0 112890,2 160098,8 121290,2
TVS= COSTO ORARIO VECCHIA SOLUZIONE 6,849 6,849 6,849 6,849 6,849 6,849 6,849
TNS= COSTO ORARIO NUOVA SOLUZIONE 4,420 3,771 3,081 2,630 2,750 3,873 2,437
SPB=J/(TVS-TNS)*H= TEMPO DI PAY-BACK 1,400 1,770 2,958 3,116 6,557 12,807 6,545
INVESTIMENTI
COSTO AUSILIARI 4309,2 4309,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO LAMPADA 4422,6 4422,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
COSTO APPARECCHIO COMPRENSIVO DI LAMPADE AUSILIARI 0,0 0,0 40824,0 40824,0 37830,2 71538,8 37830,2
COSTO POSA IN OPERA 5550,0 5550,0 6000,0 6000,0 5560,0 6560,0 5560,0
COSTO REGOLATORE 0 8600 0 8400 0 0 8400
COSTO fornitura e posa in opera SOSTEGNI CON PLINTI e ADATTAMENTO DERIVAZIONI 0 0 0 0 69500 82000 69500




Tabella 38 - Riassunto modifica impianto - Costo Orario


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Tabella 39 - Riassunto modifica impianto - Energia Annua Consumata

Tabella 40 - Riassunto modifica impianto - Tempo di Pay Back


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Tabella 41 - Riassunto modifica impianto - Investimenti



Dallanalisi delle curve sopra riportate si possono trarre le seguenti conclusioni:
- i maggiori benefici in termini di riduzione dei consumi energetici si ottengono con il rifacimento
degli impianti, sia con apparecchi con lampade al sodio che permettono di migliorare le
interdistanze esistenti, ma ancor di pi con lampade tipo Cosmopolis, nonostante le campate si
riducano;
- i migliori risultati in termini di risparmio energetici comportano per contro maggiori
investimenti iniziali, con tempo di ritorno lunghi (circa 7 anni), che con lampade tipo
Cosmopolis diventano quasi proibitivi (oltre 14 anni);
- i tempi di ritorno dellintervento non dipendono in modo significativo dalla lunghezza del tratto
di strada sul quale si interviene nel caso di sostituzione delle sole lampade e di lampade e
apparecchi, e anche con lintroduzione di reattori elettronici (potrebbero esserci dei benefici
allaumentare della quantit dei punti luce se si riescono ad avere condizioni economiche
migliori dai fornitori), mentre con il regolatore di tensione i tempi migliorano allaumentare
della consistenza degli impianti;
- qualora i prezzi delle lampade tipo Cosmopolis venissero ridotti (fatto molto probabile dato che
si basano su una tecnologia relativamente recente), allora le soluzioni con tale tipologia di
lampade diventerebbero le pi convenienti da ogni punto di vista, sia economico che energetico
- ambientale.


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6 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] L. Fellin e S. Fiorini, La nuova illuminazione pubblica della citt di Udine, Luce n. 3, 1987
[2] F. Bianchi, G. Pulcini, Manuale di illuminotecnica, Roma, NIS, 1995;
[3] G. Moncada Lo Giudice, A. de Lieto Vollaro, Illuminotecnica, 2^ ed., Milano, MASSON
Editoriale ESA, 1996;
[4] M. Fauri e C. Collerone, Presente e futuro degli impianti di illuminazione pubblica a
corrente impressa, Automazione Energia Informazione n 4, AEI, 1998
[5] L. Fellin, G. Forcolini, P. Palladino, Manuale di illuminotecnica, Milano, Tecniche Nuove,
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[6] Norme funzionali e geometriche per la costruzione della strade, DM 9 aprile 2001
[7] M. Chieregato, M. Fauri, A. Lorenzoni, F. Savorana, Le ESCO e il mercato dellefficienza
energetica, ed. Progetto Leonardo Bologna, 2003
[8] UNI EN 13201-2 Illuminazione Stradale Parte 2: Requisiti Prestazionali, 2004
[9] UNI EN 13201-3: Illuminazione stradale. Parte 3: Calcolo e Prestazioni, 2004
[10] Corso base di illuminotecnica per esterni, Quaderno AIDI Maggio 2006
[11] Illuminazione esterna Guida Blu n. 6 - Impianti a norme CEI edizioni TNE febbraio
2007
[12] Andrea Benussi Lilluminazione come elemento primario del risparmio energetico
intervento alla giornata organizzata a Bologna dalla Thorn Al d dla ls nel marzo 2007
[13] Magnetici bi-regime o elettronici: quali alimentatori per le lampade?, Luce e Design n.7,
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[14] UNI 11248 Illuminazione stradale: Selezione delle categorie illuminotecniche, 2007
[15] A. Battistini e A. Portolani, Criteri di ottimizzazione globale in ottica di ciclo di vita di un
sistema di illuminazione pubblica, Luce n.2, 2008
[16] Luce bianca brochure tecnica della Philips, settembre 2008
[17] P.Palladino, Lezioni di illuminotecnica, Milano, Tecniche Nuove, 2002
Alcuni siti internet per la webliografia:
[18] www.philips.it Philips Lighting spa
[19] www.osram.it OSRAM GmbH
[20] www.voltimum.it Voltimum, progetto Europeo.
[21] www.disano.it - DISANO Illuminazione spa
[22] www.ors.regione.lombardia.it Regione Lombardia / Osservatorio Servizi Pubblica Utilit
/Energia

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