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Come coltivare lorto senzacqua

Published on May 27, 2013 in MONDO PARALLELO

Il cippato di ramaglie fresche una tecnica di coltivazione innovativa ideata in Francia. I vantaggi sono davvero sorprendenti: completa assenza di irrigazione, lavorazioni ridotte al minimo, nessun trattamento chimico, ottima qualit dei prodotti. Per introdurre il cippato in Italia appena uscito il libro Lorto senzacqua.
AAM Terranuova)

di

Jacky

Dupety

(tratto

dalla

rivista

Ci siamo insediati nella fattoria di Pouzat, a Livernon nella regione del Midi-Pirenei, il primo luglio 1999. Per essere autosufficienti dal punto di vista alimentare abbiamo realizzato un grande orto, seminato alcuni appezzamenti a cereali (grano e orzo) e avviato un piccolo allevamento di pecore e galline. Il tutto applicando le pratiche dellagricoltura biologica. Fino al 2003 le cose sono andate abbastanza bene, ma dopo la torrida estate di quellanno sono cominciati a venirmi numerosi dubbi su come affrontare le profonde variazioni climatiche in corso. Quellanno non ho potuto mietere il grano, le spighe erano praticamente prive di chicchi, anche lorto diede risultati poco soddisfacenti nonostante la grande quantit dacqua utilizzata per bagnare le piante. Ho cominciato a chiedermi se non era il caso di cambiare regione. Anche i miei vicini hanno cominciato ad affrontare la questione della loro sopravvivenza economica in seguito alle mutate condizioni climatiche. Purtroppo il 2003 non fu che il preludio di una lunga serie di annate caratterizzate da gravi irregolarit climatiche, che a memoria duomo non si erano mai verificate in quella zona con conseguenze cos disastrose. Gli anni successivi furono contrassegnati da stagioni fuori dalla norma: unalternanza dinverni lunghi e secchi e di periodi molto piovosi. Allorizzonte non intravedevo nessun spiraglio in grado di migliorare la situazione, fino a che, quasi per caso, consultando il sito del comitatoJean Pain a Bruxelles non lessi del Brf, acronimo che in francese indica il metodo del cippato di ramaglie fresche. Dopo aver scorso le prime righe ebbi la sensazione di leggere qualcosa che gi conoscevo. Ma per la miseria! Comera possibile che nessuno avesse ancora pensato di applicare in agricoltura gli stessi principi che regolano in natura la vita di un bosco?! Preso dallentusiasmo, in poche settimane credo di aver letto tutto il materiale disponibile sullargomento. Via via che leggevo sentivo emergere dentro di me il grande desiderio di applicare quel metodo sui miei campi.

2004:

LE

PRIME

ESPERIENZE

Con impazienza, ma al tempo stesso con la calma profonda di chi sa ci che deve fare, nel febbraio 2004 organizzai il primo cantiere di taglio e di cippatura. In una settimana, 500 metri quadri della conca, laddove la terra pi profonda (da 30 a 40 cm), furono arricchiti con ramaglie frantumate, raccolte dallettaro bosco di propriet della fattoria. Non sapendo come organizzare il cantiere, con otto amici decidemmo di raccogliere le ramaglie, sminuzzarle e spandere il cippato, tutto contemporaneamente: cinque di noi si occupavano del taglio, due della cippatura e uno della distribuzione sul terreno. I mesi di febbraio, marzo e aprile passarono tranquilli, ma sapevo che unalchimia invisib ile stava trasformando in oro ci che di solito siamo abituati a considerare inutile scarto. Tutti i giorni, con qualche dubbio ma con segreta fiducia, andavo sul campo e vi passavo lunghi momenti cercando di capire che cosa stesse succedendo sotto i miei piedi. Quel piccolo apporto di materiale organico sarebbe stato davvero capace, come sapevo, di permettere la coltivazione di ortaggi su un altopiano altamente carsico come questo? Il 14 maggio, con laiuto di un trattore e di un erpice, procedetti allincorporazione superficiale del cippato. Subito dopo avviai le semine e i trapianti: barbabietole, carote (impensabile prima coltivarle in un terreno cos pietroso), insalate, zucche, zucchine, patate e tanti altri ortaggi ancora. Il 31 maggio le insalate germogliarono. Ma la cosiddetta fame di azoto ci mise il becco, e tutte le piante cominciarono a ingiallire. Quale angoscia! Anche se si trattava di un fenomeno ampiamente previsto, molti dubbi e tanta ansia vennero a galla. Verso la met di giugno, dopo aver resistito con difficolt alla tentazione di intervenire, cominciai ad avvertire i primi cambiamenti: sui pomodori apparvero delle gemme e contemporaneamente anche i cuori delle insalate cominciarono ad assumere latteso colore verde. Che sollievo!

IL CIPPATO

Arriv luglio: 26 millimetri di pioggia in tutto il mese e quasi 39 gradi per pi giorni consecutivi. Langoscia affiorava di nuovo: sar obbligato ad annaffiare?. Tutte le sere controllavo il meteo e al mattino, sotto un cielo perfettamente blu, mi domandavo chi fosse il pi stressato tra me e il mio orto. Ma in questi casi bisogna resistere e continuare a lasciare lannaffiatoio dov. Poi venne il momento del raccolto. Lemozione era intensa e perfettamente allaltezza del gusto dei frutti e delle verdure. I primi pomodori San Marzano furono essiccati nel forno per il pane e rivelarono un sapore dolce che non aveva niente da invidiare a quello dei pomodori secchi prodotti in zone pi vocate. A quel punto dellanno matur il progetto di trattare con il cippato tutto lappezzamento di circa due ettari. Decisi che il 2005 sarebbe stato un anno rosso di pomodori. Immaginai quindi una produzione di 600 piantine. Ero consapevole, e anche i vicini me lo dicevano, che si trattava di un

investimento impegnativo per un altopiano carsico come il mio, e in pi senza irrigazione, trattamenti preventivi (tranne lortica) e sotto un sole che in piena estate si faceva sentire. 600 PIANTINE DI POMODORI

Fu un lavoro impegnativo mettere a dimora 600 piantine. Sul campo trattato nel 2004 non cera pi il timore di subire la fame di azoto. Il cippato, i funghi, i lombrichi e tutto il mondo invisibile avevano conquistato il territorio e vivevano in simbiosi. A giugno lessenziale era stato fatto e, proprio come per il trapianto, non c stata alcuna irrigazione. Dalle 600 piante coltivate ricavai 1300 chili di pomodori. Una resa assai lontana da quella di una coltura convenzionale e anche biologica, ma vanno considerate le condizioni assai difficili, i pochi interventi manuali di diserbo, potatura (io non elimino le femminelle) e irrigazione (mai effettuata). Una parte del raccolto fu messa ad essiccare e commercializzata, unaltra venduta ai ristoranti e lultima, a fine stagione, trasformata in concentrato e conserva. Gli ultimi pomodori furono raccolti il 15 novembre, allarrivo del primo gelo. Anche le zucchine mi sorpresero moltissimo: con la semina diretta non ebbi da fare altro che la raccolta e su 12 piante raccolsi 190 chili di zucchine commercializzabili, cio di lunghezza inferiore a 30 cm. Quellanno mangiammo zucchine fino a gennaio, e questo prova la maggiore percentuale di materia secca, fondamentale per una lunga conservazione. FINALMENTE UNA PERIZIA

Alla fine del 2005 fui contattato da lEnsbana di Digione, la scuola nazionale superiore di biologia applicata alla nutrizione e allalimentazione, per un gruppo di lavoro sul cippato di ramaglie fresche. Oltre a un lavoro di sintesi dei documenti e delle testimonianze, lo scopo era anche quello di valutare la sostenibilit economica di questa tecnica. Nel caso specifico venne analizzato il costo di produzione delle zucchine. In Francia, il costo minimo al metro quadro per la coltura delle zucchine in serra di 5 euro (50.000 euro per ettaro). Con il metodo del Brf stato valutato un costo di 20 euro alla tonnellata e, essendo la resa al metro quadro di 0,026 tonnellate, il costo per la coltura di 0,52 euro al metro cubo, cio 10 volte meno che in agricoltura convenzionale. Tra laltro non era stato preso in considerazione il costo, per la coltura convenzionale, dellammortamento degli impianti di irrigazione e di annaffiatura, il che non poco. In conclusione, il dossier elaborato dal gruppo di studio evidenziava i seguenti vantaggi per la coltura delle zucchine, che evidentemente si possono estendere al metodo del cippato di ramaglie fresche in generale: Costo molto ridotto per lavvio della coltivazione; Nessun costo per lutilizzo di concimi, diserbanti e irrigazione; Nessun trattamento fitosanitario; Produzione superiore in qualit e, nel caso delle zucchine, in quantit; Minore impiego di manodopera.

CALENDARIO DEI LAVORI 1 anno Novembre: taglio della legna (per uso riscaldamento o potatura), cernita delle ramaglie con diametro inferiore a 7 cm. Dicembre: cippatura dei rametti e spargimento veloce (spessore 3 cm). 2 anno Febbraio: incorporazione del cippato nei primi centimetri di terreno. Fine Marzo: prime semine. Giugno: trapianto di fagioli, pomodori, melanzane e altri ortaggi. Agosto: trapianto di cavoli, porri, semina di rape, radicchio e altri ortaggi. 3 o 4 anno Novembre: nuovo spargimento di cippato.

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