Sei sulla pagina 1di 4

L’assemblea di stasera ci sembra inopportuna e ribadiamo che avrebbe dovuto essere convocato un

direttivo all’indomani delle elezioni. L’analisi del voto, a nostro avviso, è un compito che spetta in
primo luogo a chi ha gestito tutta la campagna elettorale, per operare una prima valutazione del
flusso dei voti, una comparazione cioè tra le ultime elezioni e l’attuale orientamento dell’elettorato
e per verificare l’efficacia delle strategie adottate. Purtroppo a 3 settimane dall’esito elettorale non è
stato convocato l’organo rappresentativo più alto e, nonostante le continue sollecitazioni, il
coordinatore ha fatto orecchi da mercante, persistendo nella sua ormai evidente volontà di
accentuare la prevalenza di un gruppo di membri del coordinamento su un altro.
Tuttavia, avendo stasera per la prima volta l’opportunità di un chiarimento e di una discussione, non
ci sottraiamo a questo compito ed esponiamo il nostro punto di vista che, fino a prova contraria,
crediamo sia importante al pari di altri punti di vista esistenti nel partito.

Il dato uscito dalle recenti elezioni è purtroppo negativo. Il partito nazionale si è fermato al 26%,
ben lontano da quel 32% delle politiche del 2008, quando Veltroni si propose come unica alternativa
credibile al centro-destra. In quel momento molti di noi, provvisti di una buona dose di ottimismo,
sperarono che si realizzasse il sogno di vedere sconfitto Berlusconi e al tempo stesso di poter
raccogliere sotto un unico cartello identitario le istanze di cambiamento che la società civile faceva
alle forze del centrosinistra.
Purtroppo così non è stato, e sappiamo cosa la nostra recente storia ci ha consegnato: un partito
svuotato dei contenuti iniziali, tentennante sulle grandi questioni etiche e morali e sulla laicità dello
stato, soprattutto opaco nella linea politica da tenere su argomenti fondamentali quali la sicurezza,
la solidarietà, il lavoro e l’ambiente, i partners politici coi quali condividere gli obiettivi. La voce
del PD non è stata univoca, le identità pregresse del partito non si sono ancora amalgamate, la
strada da prendere non è stata ancora segnata.
Speriamo che questa ennesima lezione sia servita a comprendere che un grande partito, quali noi
vogliamo che sia il PD, abbia come prioritarie preoccupazioni quelle di: essere vicino alle esigenze
degli Italiani, dare delle risposte chiare e determinate alle scelte dell’attuale Governo, entrare nel
cuore dei problemi per affrontarli con nettezza e determinazione.
Siamo dell’idea che piuttosto che di un nuovo segretario di questa o quella corrente o fazione, il PD
debba perseguire una politica comprensibile, con obiettivi chiari e senza remore di sorta, tesa a
elaborare proposte innovative e lucide. La classe dirigente che verrà dovrà essere, perciò, frutto di
un graduale ma deciso ricambio generazionale per dare quanto più spazio possibile a quei giovani
dirigenti che sono veramente capaci di portare linfa fresca e buone idee, rispondenti a un futuro che
è alle porte e che richiede competenze all’altezza dei tempi.
Le potenzialità del partito sono enormi, ci sono al suo interno uomini e donne responsabili,
preparati per affrontare le difficoltà e superarle. Abbiamo fiducia in un Pd rinnovato e vincente.
Continueremo a lavorare per questo.

Detto questo, non possiamo quindi non prendere atto che il clima generale ha influenzato
negativamente anche il voto locale. La flessione ha toccato anche le realtà territoriali, soprattutto nel
sud, dove il partito democratico nazionale non ha dato molti contributi per arginare la deriva
nordista del governo Berlusconi. Anche nella nostra regione purtroppo l’emorragia di voti è stata
notevole. Nel nostro Comune, poi, la perdita dei consensi si aggira intorno al 35%: un partito che
nel 2008 raggiungeva circa 3.200 voti, oggi alle europee ne registra solo 2.100, con una perdita
secca di 1.100 voti, che sono una enormità in un elettorato già di per sé esiguo. La perdita alle
provinciali è ancora più rovinosa, il partito non supera il 12% e scende sotto il livello di guardia,
prendendo una china pericolosa alla quale bisogna urgentemente mettere un riparo.
Pur volendo cogliere nella flessione generale il motivo di fondo della sonora sconfitta locale, non
possiamo però non rilevare che il PD a Vico Equense non è stato, comunque, assolutamente in
grado di incidere sulla realtà locale, non ha saputo radicarsi, non ha saputo dare segnali forti per
combattere o arginare lo strapotere della Giunta di Gennaro Cinque.
E non possiamo nemmeno esimerci dal sottolineare che le forti divergenze nate nel partito
all’indomani del I congresso cittadino si sono acuite nel tempo e hanno contribuito in modo
determinante ad allontanare gli elettori e i simpatizzanti che avevano condiviso con noi il grande
entusiasmo alla nascita del partito, subito dopo le primarie del 2007.
Di questo non può non farsi carico l’attuale dirigenza, che, proprio in occasione delle ultime
elezioni, ha inferto dei colpi ferali al già precario equilibrio che esisteva nel partito.
La designazione del coordinatore, l’avv. Umberto Morelli, che abbiamo voluto in modo
determinante, si è rivelata in questi mesi un errore fatale, dal momento che questi non ha favorito
alcuna iniziativa per sciogliere i nodi più intricati che aggrovigliano il nostro partito. Anzi,
disattendendo il mandato per il quale era stato chiamato dall’assemblea costituente, il coordinatore
ha aggravato quella che comunemente e impropriamente viene definita “la spaccatura” all’interno
del PD.
Tentiamo di essere più chiari elencando una serie di punti sui quali, a nostro avviso, il nostro
coordinatore è rimasto colpevolmente impassibile e immobile o si è fatto promotore di iniziative
incaute a tutto svantaggio del partito.

1. La designazione del coordinatore, voluta e determinata in modo unitario, così come l’unica lista
formata per la composizione del coordinamento cittadino, non hanno aiutato ad avviare un
percorso politico condiviso, anzi si ha l’impressione che siano state l’inizio della
moltiplicazione di scontri e di polemiche che hanno paralizzato l’attività politica.
2. La costituzione dei gruppi di lavoro su aree tematiche, voluta dal gruppo dirigente nella sua
interezza, non ha mai avuto sbocchi, rimanendo di fatto solo sulla carta. Non ci sono state
iniziative, da parte del coordinatore, per promuovere la partecipazione di quelli che avevano
dato una libera adesione.
3. Il PD è stato in questi mesi del tutto assente dalla scena politica locale. Unico argomento a cuore
di qualcuno è stato quello del dimensionamento scolastico, cavalcato sull’onda di una spinta
popolare. In realtà tutta la questione del problema si è sviluppata a livello localistico, limitata
cioè ad alcune frazioni e nessuna proposta è stata fatta in merito a quello che poteva essere un
dimensionamento sostenibile, alternativo alla proposta del Sindaco. Né si è affrontata in modo
più generale la politica delle strutture scolastiche. Le uniche azioni messe in essere sono state
quelle che in altri casi vengono definite da alcuni membri del direttivo, improduttive e sterili, e
cioè i ricorsi ai vari enti, tra cui il TAR. La via giudiziaria, dunque e ancora, e non quella
propositiva.
4. Le grandi tematiche relative allo scempio del territorio, Faito compreso, alle spiagge libere
diventate terra di nessuno, alle aree di verde pubblico lasciate in assoluto stato di degrado, alle
strade dissestate nonostante l’enorme spreco di denaro pubblico per metterle in sicurezza, alla
proliferazione dei project financing per opere faraoniche ma sostanzialmente inutili, non hanno
rappresentato per il partito materia di dibattito e di proposte condivise con i cittadini per uno
sviluppo sostenibile, equilibrato e diverso da quello proposto dalla Giunta e dal Sindaco.
5. A tutt’oggi non abbiamo ancora un gruppo consiliare unitario che rappresenti il PD in Consiglio
Comunale, nonostante l’argomento sia stato più volte sollecitato in direttivo. Questa è una delle
cause che ha indotto un consigliere comunale a depositare la tessera del Pd in segno di
provocazione, al fine di accelerare una discussione e trovare una soluzione.
6. I ripetuti appelli alla collaborazione fatti da un consigliere comunale del pd che si è scontrato
duramente con la maggioranza nei consessi cittadini, a volte in assoluta solitudine, sono caduti
nel vuoto. Il coordinatore non ha mai preso una posizione ufficiale, anche in situazioni piuttosto
delicate e serie che avrebbero dovuto essere sostenute da tutto il partito. A questo proposito si
ricorda che la Giunta Cinque si è sempre dimostrata profondamente ostile e sorda a qualunque
opposizione, rifiutando in passato persino la consegna a tutti i Consiglieri degli atti pubblicati
all’albo. Se non altro, oggi, molte situazioni incresciose non si verificano più. L’aver dato fiato
alle trombe attraverso una dura protesta e attraverso la stampa per quanto accadeva in Comune è
perlomeno servito a ottenere il rilascio degli atti in tempo utile per la discussione in consiglio
comunale. Tutto ciò è accaduto nella assoluta indifferenza del partito e soprattutto del
coordinatore.
7. Arriviamo al capitolo elezioni. La gestione della fase preliminare alla scelta del candidato nel
nostro collegio provinciale è stato il colpo di grazia al partito e la conferma definitiva della
inadeguatezza dell’attuale direzione politica. L’aver detto sì ad una candidatura che tutti nelle
sedi ufficiali hanno dichiarato di non condividere, coordinatore compreso, in quanto non
rispondente al profilo indicato in un documento approvato all’unanimità dall’assemblea degli
iscritti, ha determinato la dispersione e la perdita di un numero consistente di voti, che solo in
parte sono rientrati sulla candidatura della Lista Nicolais (vedi i dati di Vico e Gragnano).
8. Il coordinatore ha condotto una campagna elettorale tutta incentrata sul candidato alla provincia,
dimenticando che si votava anche e soprattutto per il Presidente Nicolais e per il Parlamento
Europeo. Ha inoltre organizzato iniziative evitando deliberatamente il coinvolgimento
dell’intero gruppo dirigente. Questo assurdo comportamento ha determinato il fallimento di
tutte le manifestazioni elettorali, alle quali non hanno partecipato gli elettori e i cittadini ma gli
iscritti e i rappresentanti politici del collegio, nonostante che ogni manifestazione si concludesse
con pizze e birre offerte gratis.
9. Molto sgradevole è stata la frequente indicazione a terzi su blog e facebook, della spaccatura
presente nel partito, indicando come traditori della patria coloro che semplicemente hanno
cercato di far confluire quanti più consensi possibili al candidato Presidente Nicolais.
10. In questo contesto ci ha molto amareggiato la lettera inviata dal coordinatore al Commissario
Morando, resa inopinatamente pubblica su un blog locale. In essa si indica come “il problema”,
non la mancanza di democrazia e di confronto all’interno del partito, il problema non è il fatto
che ai diversi giovani presenti nel nostro partito e nel coordinamento non venga dato alcuno
spazio politico, il problema non è il fatto che ormai ogni decisione del PD venga presa al di
fuori del coordinamento, ma per il coordinatore il problema è il fatto che TRE giovani hanno
preferito Italia dei Valori al PD. Tra l’altro va osservato che il coordinatore nel periodo che
descrive era estraneo al partito e quindi.relata referet (riferisce per sentito dire). Molto più
equilibrati gli interventi di Morando e soprattutto di Guglielmo Allodi in una riunione
successiva convocata dallo stesso coordinatore, che, forse contrariamente a quanto sperato, non
hanno richiesto nessuna “santa inquisizione”, ma semplicemente di condurre una campagna
elettorale serena, equilibrata e dignitosa e di essere quanto più cauti possibile.
11. In occasione del Forum dei giovani, nato in piena campagna elettorale, ci sono state delle
disparità di trattamento tra i nostri giovani candidati, tutti ancora da discutere e verificare.
12. Questo processo all’esclusione ha tenuto alla porta, per tutto il tempo della campagna elettorale,
quasi fossero degli estranei, molti dirigenti del PD, guardati con sospetto se si presentavano alle
manifestazioni del candidato provinciale.
13. Durante la campagna elettorale la sede del PD è rimasta sempre e incredibilmente chiusa.
Hanno fatto la muffa i manifesti per le campagne europee. Persino la scelta dei rappresentati di
lista non è stata discussa, ma gestita direttamente dal coordinatore.

Tutto quanto esposto ha fatto male al PD di Vico Equense ben più che il limitato consenso al
candidato (iscritto al PD e già membro del coordinamento) della lista Nicolais.. Ha disorientato gli
elettori, stufi di beghe che disturbavano perfino la campagna elettorale, li ha allontanati ancora di
più. E in tanti non hanno votato né per il Pd né per la Lista Nicolais, hanno preferito altri partiti o si
sono astenuti dal voto.

Nonostante questa botta elettorale, il coordinatore continua ancora oggi ad escludere una parte
fondamentale del partito facendo scelte personalistiche sia su chi deve affrontare dei problemi
importanti come la nuova legge regionale per l’edilizia, sia sulle modalità di discussione interne al
partito, evitando di riunire il direttivo come viene da più parti sollecitato.
In questo ultimo mese il partito è addirittura diventato virtuale, avendo il coordinatore scelto di
comunicare solo via e-mail, pur sapendo benissimo che non tutti posseggono un indirizzo di posta
elettronica e non ricevono un bel niente.
Eppure, ancora tanti cittadini sono pronti a dare il proprio contributo di tempo, di passione e di
professionalità per la crescita ed il radicamento del partito democratico sul territorio.
Tanti iscritti e tanti potenziali elettori ci avvicinano quotidianamente manifestandoci le loro
preoccupazioni per le sorti del nostro partito. Ci rimproverano che non facciamo tutto il necessario
per farlo crescere e ci spronano a ritrovare quell’entusiasmo manifestato in passato. Tanti giovani
sono pronti a diventare protagonisti del progetto politico del PD sottraendo tempo alla professione,
alla famiglia e al relax.

Siamo fermamente convinti che il progetto del PD di Vico Equense vada portato avanti, ma con
altrettanta convinzione riteniamo di dover lavorare soprattutto per ripristinare la serenità all’interno
del partito. Il partito nella sua interezza e pur nella sua diversità, che non è elemento negativo se
diventa costruttiva, ha il dovere di riprendere a partecipare attivamente alla vita politica della nostra
città e di avviarsi serenamente al congresso per aprire una fase nuova e vincente..
Di tutto questo e, di altro, speriamo di poter parlare al più presto in un direttivo che, in questa sede,
cogliamo l’occasione di chiedere con determinazione.

Documento sottoscritto dai seguenti membri del coordinamento:


Belforte Roberta
Cilento Marialaura
Cannavacciuolo Michele
Cardone Pasquale
Dilengite Raffaele
Morvillo Giovanna
Strano Claudio
Taranto Mario
Arianna Verde

Potrebbero piacerti anche