Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
“È Maya, il velo ingannatore, che avvolge gli occhi dei mortali e fa loro vedere
un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella
rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del Sole sulla sabbia, che il
pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomi glia alla corda
gettata a terra che egli prende per un serpente” (Schopenhauer, "Il Mondo
come Volontà e Rappresentazione").
I mass-media sono stati creati e poi sviluppati per essere utilizzati come formidabili strumenti di propaganda,
come cassa di risonanza di decisioni prese al vertice.
Goebbels, che fu tra l’altro uno dei più fervidi sostenitori della
persecuzione degli ebrei, che ideò la famigerata "notte dei
cristalli", organizzò oceanici e sterminati raduni di massa,
affidando all’esteta del III Reich, Albert Speer, l’incarico di
creare la giusta ambientazione, le giuste geometrie, improntate
a mettere in rilievo l’idea di grandezza e di dominio; da questo
punto di vista il raduno di Norimberga del 1934 rappresentò la
massima espressione della megalomania e della maestosità
voluta dal potentissimo ministro della propaganda.
Ma l’occasione più ghiotta, per far conoscere, agli occhi del mondo, la potenza e la
grandezza del III Reich, fu rappresentata dalle olimpiadi di Berlino del 1936, la cui
documentazione venne affidata di nuovo, dal ministero della propaganda, a Leni
Riefensthal, che, in quell’occasione, superò sé stessa, creando lo straordinario
"Olympia", in cui si evidenziò la morbosa attenzione per ogni particolare volto ad
esaltare il culto della perfezione fisica, incarnata nel mito della pura razza ariana.
RADIO DAYS
Si stima che alla vigilia del secondo conflitto mondiale negli Stati Uniti vi
fossero duecento apparecchi ogni mille abitanti, in Inghilterra e Germania
circa centoventi e in Unione Sovietica una trentina.
In Italia il primo giornale radio andò in onda nel 1929, e la radio fu subito
utilizzata come strumento per creare consenso attorno al regime. Venne poi
creato il "Giornale Radio", un radiogiornale che rivisitava i fatti del giorno in
ottica fascista e che si ripeteva ad intervalli regolari durante l’intera giornata
(celebri divennero le "Cronache del Regime" di Forges Davanzati e il
"Commento ai Fatti del Giorno" di Mario Appelius).
WHY WE FIGHT
Da poco coinvolti nel II° conflitto mondiale, gli Stati Uniti si resero subito conto che la guerra, ben lungi
dall'essere di breve durata, avrebbe causato un'immane perdita di uomini
e richiesto duri sacrifici alla nazione. Queste ragioni convinsero il
Dipartimento di Stato della necessità di dover combattere una guerra di
propaganda sul fronte interno, tesa a giustificare agli occhi degli americani
l'enorme impegno loro richiesto.
NEWS MANAGEMENT
Il russo Serghei Ciacotin ha definito questa ingegneria del consenso mass-mediatico "lo stupro delle folle",
stupro reso possibile dalla diffusione su larga scala dei mezzi di comunicazione di massa.
SAZIARE LA BELVA
La guerra era cominciata con la diffusione acritica di una falsa notizia: l'attacco a un cacciatorpediniere
statunitense da parte di unità siluranti nord-vietnamite nel Golfo del Tonchino, il 5 agosto 1964. Ma dopo la
svolta del Tet, la stampa cominciò a investigare sulla genesi del conflitto, finché nel 1971 il "New York
Times", nonostante i furibondi tentativi di Nixon per impedirlo, rese note le carte segrete del Pentagono, che
rivelavano l'inganno perpetrato ai danni dell'opinione pubblica americana.
La "sindrome del Vietnam" divenne quindi l'ossessione di una superpotenza che mal digeriva la sconfitta
militare, e la convinzione da parte del governo USA di non aver saputo controllare e piegare ai suoi fini
l'apparato dell'informazione.
VIRTUAL WAR
Alla vigilia della Guerra del Golfo, le parole del presidente Bush furono
"Non sarà un altro Vietnam".
Gli specialisti della già citata Hill & Knowlton girarono a Hollywood falsi filmini amatoriali sul Kuwait liberato,
fecero raccontare alla figlia adolescente dell'ambasciatore kuwaitiano presso le Nazioni Unite (assente da
anni dal suo paese) di come i soldati iracheni toglievano i neonati dalle incubatrici, impedirono che venissero
visti i 200 mila iracheni uccisi, fecero recitare più volte ai marines la scena della riconquista dell'ambasciata
americana a Kuwait City, facendo calare i soldati sui tetti dell'edificio quando la capitale era libera da due
giorni.
D'altra parte, molti giornalisti, salvo poi fare atto di pubblica contrizione, si prestarono senza troppo
recalcitrare alla manipolazione, quando poi non ne furono gli artefici. Reporter della Cnn prelevarono da uno
zoo e poi impeciarono il cormorano intriso di petrolio che commosse tutto il mondo, si fecero riprendere in
studio bardati con maschere antigas senza che ci fosse alcun pericolo di contaminazione, mentre fotografi
dell'agenzia Reuter misero in vendita fotografie scattate durante la guerra Iran-Iraq del 1983.
Durante la guerra nell'ex-Jugoslavia, l'informazione si è messa spesso al servizio di odi etnici e nazionalisti,
creando cliché semplicistici e manipolatori: i serbi oppressori, i croati fascisti, i musulmani indifesi o
fondamentalisti.
L'apparente facilità di accesso a molte fonti può ingenerare l'illusione di avere un canale diretto con la realtà,
ignorando che dietro ogni notizia che arriva a noi c'è un "gatekeeper", un Caronte che decide cosa far
traghettare.
(DIS)INFO INTELLIGENCE
"Nel corso dei secoli, i paesi imperialisti hanno goduto di una sostanziale immunità. Si sono commesse
moltissime atrocità, ma sempre da qualche altra parte … e gli orrori che si compiono altrove non esistono”
(Noam Chomsky, "Power and Terror").
INFORMATIONS OPERATIONS
Durante la prima Guerra del Golfo, la storia dei neonati strappati alle
incubatrici da soldati iracheni fu l'ennesima dimostrazione del principio
secondo cui una bugia ripetuta tante volte finisce per essere accettata come
verità (ne sanno qualcosa Goebbels e Berlusconi, ndr).
In questo contesto, le "psyop" "sono ideate per trasmettere indizi e informazioni selezionati, allo scopo di
influenzare le emozioni, gli stimoli, le motivazioni e iil comportamento. L'inganno militare confonde gli
avversari, portandoli ad agire in base all'obiettivo dei suoi artefici".
In pratica, si dice sul documento citando lo stratega militare cinese Sun Tzu, "tutte
le operazioni di guerra sono basate sull'inganno".
La vicenda dei neonati strappati alle incubatrici dai soldati iracheni ha contribuito
alla creazione del sostegno pubblico alla prima Guerra nel Golfo Persico. Al
momento della sua diffusione, la storia venne largamente creduta e non vi fu
alcuna smentita fino alla fine della guerra. In seguito, alcuni giornalisti e
organizzazioni umanitarie hanno svolto delle indagini, giungendo alla conclusione
che si trattava di un falso. Il fatto venne considerato gravissimo negli ambienti
stessi delle pubbliche relazioni, eppure parte del pubblico crede ancora che sia
vero.
Dopo il 2 agosto 1990, data dell'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, gli Stati
Uniti dovettero fare dietro front alla svelta. Per circa un decennio, sino ad allora,
Saddam Hussein era stato un alleato degli Usa, nonostante le condanne dei
gruppi internazionali per i diritti umani. La Hill & Knowlton, in quel periodo la più grande agenzia di pubbliche
relazioni del mondo, fu l'ideatrice della massiccia campagna messa in atto per convincere gli americani ad
appoggiare una guerra di liberazione del Kuwait occupato dall'Iraq ("Citizens for Free Kuwait Files with FARA
After a Nine-month Lag", O'Dwyer's FARA Report, Vol. 1, N. 9, ottobre 1991).
Gran parte del denaro per finanziare la campagna in favore della guerra proveniva dal governo kuwaitiano
stesso, che sottoscrisse un contratto con la H&K nove giorni dopo l'entrata
dell'esercito di Saddam nel paese. La Hill & Knowlton creò il gruppo
"Citizens for a Free Kuwait", una classica operazione di propaganda ideata
per celare la sponsorizzazione del governo kuwaitiano in combutta con
l'Amministrazione Bush senior. Durante i sei mesi successivi, il governo
kuwaitiano stanziò circa 12 milioni di dollari per il Citizens for a Free
Kuwait, mentre il restante finanziamento ammontava a 17.861 dollari e
proveniva da 78 singoli donatori. Praticamente, tutto il budget del gruppo -
10.800.000 dollari - andò come compenso alla Hill & Knowlton. I
documenti archiviati al Dipartimento di Giustizia Usa dimostravano che 119
funzionari della H&K dislocati in 12 uffici in tutti gli Stati Uniti lavoravano
per conto del Kuwait. L'agenzia organizzò le interviste agli esponenti
kuwaitiani, la celebrazione del "Giorno di Liberazione Nazionale del
Kuwait" e altre manifestazioni pubbliche, la distribuzione di notizie e kit
informativi, e collaborò alla diffusione presso giornalisti influenti e l'esercito
Usa di oltre 200.000 copie di una mini guida di 154 pagine sulle atrocità
compiute dall'Iraq, intitolata "The Rape of Kuwait" (Lo stupro del Kuwait,
ndr). Le dimensioni della campagna Hill & Knowlton misero in soggezione
persino l'O'Dwyer's PR Services Report, una delle maggiori pubblicazioni
nel settore delle pubbliche relazioni. L'editore Jack O'Dwyer scrisse che la
Hill & Knowlton "ha assunto un ruolo senza precedenti come agenzia di
pubbliche relazioni nella politica internazionale".
La H&K ha impiegato un'incredibile varietà di tecniche e accorgimenti per la creazione di un'opinione
pubblica favorevole al sostegno degli Usa al Kuwait. Tra le tecniche rientravano le esaurienti conferenze in
cui venivano descritte le torture e le altre violazioni dei diritti umani compiute dal regime iracheno, e la
distribuzione di migliaia di magliette con lo slogan "Free Kuwait" e adesivi nei campus universitari in tutti gli
Stati Uniti.
La storia dei bambini tolti dalle incubatrici veniva ripetuta in continuazione. La raccontò il Presidente Bush.
Fu raccontata durante le testimonianze al Congresso, nei talk show in TV, alla radio e al Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite. Persino Amnesty International riportò la denuncia in un rapporto sui diritti
umani del dicembre 1990, dichiarando che "oltre 300 neonati prematuri sarebbero deceduti dopo essere stati
tolti dalle incubatrici portate via dai soldati iracheni" ("Iraq/Occupied Kuwait: Human Rights Violations Since
August 2, 1990", Amnesty International, 19 dicembre 1990).
Successivamente, anche gli investigatori di Amnesty International non trovarono "prove credibili" che
confermassero la storia e smentirono il loro precedente rapporto. Middle East Watch, un'altra organizzazione
che difende i diritti umani, svolse un'ulteriore indagine, concludendo che la storia fosse una mistificazione.
Era servita a coprire un altro evento drammatico: 5.000 persone uccise dal gas di Saddam, nel villaggio dei
curdi iracheni di Halabja nel 1988, il 75% donne e bambini. Ma percgé si voleva coprirlo (cover-up)? Perché
si erano utilizzate armi chimiche mentre l'Iraq riceveva sostegno economico e militare dagli Stati Uniti.
"La posizione dell'America su Halabja è vergognosa", dichiarò Joost R. Hiltermann di Human Rights Watch,
l'organizzazione che ha svolto indagini approfondite sulla vicenda di Halabja. Il Dipartimento di Stato Usa
aveva persino "dato istruzioni ai diplomatici di riferire che parte della responsabilità ricadeva sull'Iran" (Joost
R. Hiltermann, "America Didn't Seem to Mind Poison Gas", International Herald Tribune, 17 gennaio 2003).
La comunità internazionale smise di raccogliere gli appelli per una ferma condanna dell'Iraq in seguito
all'attacco al World Trade Center.
Una ricerca nel database delle notizie di LexisNexis mostra che negli Stati Uniti la vicenda di Halabja è stata
menzionata in 188 articoli durante il 1988 (l'anno in cui si è verificato il fatto). E' Sta tuttavia citata raramente
nell'anno successivo: in 20 articoli nel 1989 e solo in 29 nel 1990, l'anno in cui Saddam invase il Kuwait.
Nell'intervallo di tempo tra l'invasione del Kuwait, 2 agosto 1990 e la fine dell'operazione "Tempesta del
Deserto", 27 febbraio 1991, vi sono stati soltanto 39 riferimenti a Halabja. Nel decennio successivo, la
media è stata di 16 riferimenti l'anno. Durante le elezioni presidenziali del 2000, sono stati soltanto 10. La
vicenda non è ricomparsa sui media statunitensi fino al settembre 2002, quando l'Amministrazione di George
W. Bush ha iniziato la pressione pubblica per la guerra in Iraq. Tuttavia, sono stati molto pochi i giornalisti
che hanno avuto il coraggio di ricordare che Saddam aveva commesso le atrocità peggiori mentre il padre
dell'attuale Presidente lo ricopriva di aiuti finanziari.
La più importante componente della campagna di paura e di disinformazione, naturalmente, è la CIA, che,
segretamente, retribuisce autori, giornalisti e critici dei media attraverso una ragnatela di fondazioni private
ed organizzazioni di facciata che “sponsorizza”.
"The Sum of All Fears" (“L'Estate del Terrore”), diretto da Phil Alden
Robinson, che descrive lo scenario di una guerra nucleare, ha
ricevuto l'approvazione e il supporto economico sia del Pentagono,
che della CIA (Samuel Blumenfeld, "Il Pentagono e la CIA arruolano
Hollywood", Le Monde, 24 luglio 2002).
Espressa dal National Security Strategy (NSS), la dottrina della "guerra difensiva" preventiva e della "guerra
al terrorismo" contro al Qaeda costituiscono le due essenziali colonne portanti della campagna di
propaganda del Pentagono. L'obiettivo è presentare l' "azione militare preventiva", cioè la guerra, come atto
di "autodifesa" contro due categorie di nemici, gli "stati canaglia" ed i "terroristi islamici": "La guerra contro i
terroristi di portata globale è un'impresa di durata indeterminabile. L'America agirà contro queste minacce
che stanno profilandosi, prima che prendano forma completamente. Gli stati canaglia ed i terroristi non
cercano di attaccarci utilizzando mezzi convenzionali. Sanno che tali attacchi fallirebbero. Invece essi si
affidano ad azioni di terrore e, potenzialmente, all'uso di armi
di distruzione di massa (...) Gli obiettivi di tali attacchi sono le
nostre forze armate e le nostre popolazioni civili, in violazione
di una delle principali norme della legge di guerra. Come è
stato dimostrato dalle perdite dell'11 settembre 2001, vittime
civili in massa sono l'obiettivo specifico dei terroristi e queste
perdite saranno esponenzialmente più gravi se i terroristi
entreranno in possesso ed useranno armi di distruzione di
massa. Gli Stati Uniti hanno a lungo mantenuto l'opzione di
azioni preventive per contrastare una seria minaccia alla
nostra sicurezza nazionale. Più grande la minaccia, maggiore
il rischio della inattività, e più irresistibile il fatto di
intraprendere azioni anticipatorie per difenderci, (...). Per
bloccare o prevenire tali atti ostili da parte dei nostri avversari,
gli Stati Uniti, se necessario, agiranno preventivamente".
(National Security Strategy, White House, 2002)
Il crimine perfetto.
Fonti:
- "L'immagine della guerra non è la guerra Dal cavallo di Troia al cormorano del Golfo: breve storia delle
false notizie durante i conflitti", di Renata Tinini;
- "La madre di tutte le bugie", di John Stauber, http://www.disinformazione.it. Estratto del libro "Vendere la
guerra" (La propaganda come arma d'inganno di massa, NuoviMondiMedia 9 che rivela tutti i retroscena
dell'aggressiva campagna di pubbliche relazioni e disinformazione promossa dall'Amministrazione Bush per vendere al
mondo la guerra all'Iraq e al terrorismo internazionale. Stauber è il fondatore e il direttore del "Center for Media &
Democracy", un istituto che analizza la propaganda condotta dalle multinazionali e dai governi. Insieme
a Sheldon Rampton pubblicano su "PR Watch", l'osservatorio Usa sull'industria delle pubbliche relazioni. In
Italia, sempre per NuoviMondiMedia è uscito anche "Fidati! Gli esperti siamo noi - Come la scienza corrotta
minaccia il nostro futuro", sulle strategie impiegate dalle pubbliche relazioni per creare molti dei cosiddetti
“esperti”, i cui volti appaiono nei programmi d’informazione e nei comitati scientifici, pagati profumatamente
per fornire le loro “opinioni” atte a modificare la percezione della realtà e a creare consenso.
http://www.globalresearch.ca/
http://www.prwatch.org/
http://www.globaloutlook.ca/
http://www.hrw.org/
http://www.nuovimondimedia.com/
http://www.lexisnexis.com/