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D E L L U N I T A P A S T O R A L E D I
N 579
18 NOVEMRE 2012
TENDETE BENE L'ORECCHIO, FORSE STA GI BUSSANDO Quasi alla fine dell'anno liturgico, mentre ci prepariamo a salutare l'evangelista Marco, la liturgia ci propone un brano del tredicesimo capitolo del suo vangelo. Un testo difficile, che non possiamo decodificare se non tenendo conto del suo genere letterario - quello apocalittico - e mettendo al centro della nostra lettura non la fine della creazione, ma il fine della sua storia. Ogni giorno facciamo l'esperienza drammatica del conflitto fra il bene e il male, percepiamo la fragilit e la bellezza dell'amore che ci abita, sentiamo in noi il desiderio di una giustizia che non troviamo negli umani tribunali, e ci chiediamo cosa rimarr di tutto questo, chi ne uscir vincitore, se davvero tutto l'amore gettato nei solchi dei giorni, dei mesi e degl'anni porteranno ad un raccolto abbondante. Questa la promessa radicata nel cuore. Questa la certezza della Parola che non passa, che non conosce la parola fine. Questa la speranza con cui lo Spirito infiamma la nostra passione di bellezza, desiderio di sfiorare l'eterno, ricerca di pienezza di vita. La storia, quella del mondo, la mia, la tua, nelle mani di Dio e l'ultima parola su di essa sar il trionfo del Risorto. L'universo lanciato verso quel punto. Quello il suo fine. Nulla andr perso. Il pi invisibile gesto d'amore verr ritrovato nel cuore di Dio, come un bicchiere d'acqua fresca, una mano stretta nel sigillo della pace, un'accoglienza incondizionata a chi si sente stretto nel morso della delusione. La venuta del Signore non porter distruzione o azzeramento, ma la sua eterna regalit. Fino alla fine, quella di Ges, una buona notizia. I nostri poveri cuori, i nostri gesti di amore dall'amore, non cadranno nel vuoto, ma saranno raccolti da Ges e consegnati nella mani del Padre. Lui sa. Lui non dimentica.
MIO
DIO
ECCOMI
Mio Dio, eccomi. Signore, quanto vorrei poterti dire cos, quanto vorrei potermi fidare di te al punto da presentarmi davanti a te cos come sono, senza preparare le parole, senza pensare a come sono vestito, senza timore di non essere accettato. Come vorrei, Signore, buttarmi nelle tue braccia con gli occhi chiusi, fare il grande salto, superare le acque che sotto si muovono e rumoreggiano ostili, incurante dell'abisso che ci separa, senza paura di essere risucchiato dai gorghi di morte, senza ali che mi sollevino in alto. Come vorrei Signore potermi affidare completamente a te al punto da dimenticare la distanza e il vuoto che si apre davanti ai miei occhi. Sono, Signore, ancora tutto impastato di paura, di pregiudizi, di dubbi, sono ancora troppo preoccupato di me e di ci che tu potresti dire, fare o pensare. Signore mio Dio, eccomi davanti a te, questa mattina: i miei vestiti li vedi, sono quelli di cui non ancora riesco a fare a meno, il mio cuore non ancora si apre stabilmente al tuo amore, le braccia sono contratte, incapaci ti tendersi verso di te, la mente non riesce ancora a farsi da parte perch il desiderio di studiarti, capirti possederti troppo grande. Signore mio Dio eccomi con tutte le imperfezioni di cui sono pieno, eccomi con tutte le contraddizioni che mi porto addosso, mio Dio eccomi con la mia incapacit di vivere la fede in modo semplice e sereno, mio Dio eccomi anche se non riesco a ritornare bambino, non riesco a ridiventare piccolo come quelli a cui hai promesso il regno dei cieli.. Mio Dio eccomi ancora tanto attaccato alla terra, a questa sponda del mare, cos tanto timoroso di prendere il largo, abbandonando le reti a terra, le mie sicurezze, lasciando la barca con cui sono abituato ad andare a pescare da solo, a prendere pesci destinati ad imbandire una mensa alla quale spesso dimentico d'invitarti. Mio Dio eccomi, con lo sguardo perso nel vuoto, rivolto al mare che tu mi inviti ad attraversare, a solcare con la tua barca, incominciando il cammino a piedi nudi, camminando sull'acqua, che pure si muove e mi ricorda l'insidia che si cela sotto di essa.
Mio Dio eccomi, con la paura a procedere fermo e saldo sulla strada che tu mi indichi. Ti vedo allargare le braccia, ti vedo guardarmi negli occhi, con amore, con autorevolezza. Mio Dio eccomi: Dio di amore, di misericordia, di giustizia, Dio padre e madre, Dio di tenerezza, Dio di compassione, Dio buono, Dio che mi stai aspettando, perch smetta di piangere e di avere paura. Mio Dio eccomi
VENERDI 23 ORE 16,30 - RITROVO DEL GRUPPO I COLORI DEL CIELO ORE 17, 30 - ORA DI ADORAZIONE ORE 21 PRIMO INCONTRO SUL TEMA LA FEDE OGGI NEI GIOVANI, PARTECIPERANNO DON BRUNO FREDIANI, ANDREA BEGLIUOMINI E SONIA RIDOLFI . ORE 21 - CORSO DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO SABATO 24 ORE 14,30 PULIZIA DELLA CHIESA ORE 16,30 CONFESSIONI ORE 18 MESSA FESTIVA DOMENICA 25 NOVEMBRE SANTE MESSE: A CAPEZZANO: ORE 7 - 9 - 11 ORE 10 A SANTA LUCIA - ORE 16 A MONTEGGIORI ORE 18,30 - GRUPPO FAMIGLIE
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