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21 novembre 2011

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I bossoli trovati in via Bramante 15: sul corpo per sono stati trovati solo sei fori

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I milioni di evasione scale delloperazione Pulcinella

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Venerd 11 novembre, Vivacqua era sicuramente in centro a Muggi

37MILA

Gli euro trovati nella sua casa di Pregassona

Le aziende di sua propriet in Brianza: due a Lissone e una a Desio, dove stato assassinato

Un siciliano in terra di Ndrangheta


Affari e amicizie tutte da decifrare di u scimmiuni diventato Fratello Paolo
Per Paolo Vivacqua le mani sporche erano una vera e propria ossessione. Retaggio degli anni difficili a Ravanusa. A lavorare in quellofficina angusta e polverosa dove, allora diciannovenne, smontava pezzi dauto che rivendeva per poche lire. Gli anni verdi bruciati nella miseria, e poi in viaggio verso il nord. In Brianza. Tra Carate, Desio, Nova Milanese e Lissone dove altri siciliani come lui avevano messo radici. E infine Muggi. Gi perch qui, nella citt guidata da Pietro Zanantoni, che dalla scorsa primavera Paolo Vivacqua trascorreva buona parte del suo tempo. Era di sicuro a Muggi, in piazza Garibaldi, l11 novembre, venerd. Tre giorni prima dessere ucciso. Lui, partito con le pezze nel sedere e indicato dai compaesani come uscimmiuni per via della stazza e della camminata, allimprovviso era diventato ricco. Villa con piscina a Carate, ufficio a piano terra in un condominio alla periferia di Desio dopo aver lasciato laltro in via Majorana 14 a Lissone in cui aveva domiciliato la Ramit srl specializzata in commercio metalli e rottami ferrosi che aveva sede anche in via Puglia 2 a Canicatt. E la Giada srl. Entrambe finite, nel 2008, nellinchiesta Pulcinella della Guardia di Finanza di Brescia. Maxi frode da 180 milioni di euro nel settore del commercio dei rottami metallici, commesso mediante lemissione di annotazioni in contabilit di fatture per operazioni inesistenti, spieg il pm Antonio Chiappani. Il processo stava per aprirsi. Undici i mandati darresto e 28 indagati. Paolo Vivacqua lunico a non finire in carcere. Ha residenza Svizzera, a Pregassona. Si legato a Gian Andrea Tavecchia, vecchia conoscenza della magistratura italiana, e al lissonese Paolo Castoldi, ha interessi nella Blackstone Merchant Investment SA, societ con capitale di 100.000 franchi nata sulle ceneri della Luxor Consulting & Services, il cui scopo sociale linvestimento di capitali in valori mobiliari e immobiliari; lacquisto e la gestione a nome proprio di titoli azionari, lassunzione di partecipazioni in societ. La Magistratura romana che scopre che proprio nella Blackstone Tavecchia ha messo parte di quei 3 miliardi e 400 milioni ricevuti da Sviluppo Italia per dare vita alla One Com che avrebbe dovuto produrre, a Piombino, 30mila esemplari al giorno di Dante, cellulare di nuova generazione, e invece bollato da Terzo Mondo. Gli altri finiscono nella Lgt di Vaduz. Anche Castoldi ha pendenze con la giustizia: con altre 21 persone inquisito per associazione a delinquere finalizzata alla frode ai danni dello Stato e dellUnione Europea, truffa, malversazione ai danni dello Stato, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. E unendosi a questi due compagni di merende da cui rileva la Blackstone diventandone amministratore, che Paolo Vivacqua si sente un uomo arrivato. Adesso s che ha le mani pulite. Il suo incubo svanisce. Pu tornare a Ravanusa e dimostrare ai compaesani daver fatto fortuna. Ha soldi, tanti soldi che investe nellanonima societ svizzera di cui ha modificato cos loggetto sociale: riciclaggio, recupero, preparazione ed il commercio allingrosso di cascami e rottami metallici, di metalli ferrosi e non, la consulenza e la vendita di tecnologie nel campo ecologico. A giugno dello scorso anno, cede la societ a Pamela Tavecchia, intensifica i viaggi a Eda, in Camerun dove intende aprire unazienda per la vendita di pezzi di ricambio. Laggi lo chiamano fratello Paolo per la sua generosit: per confermare la propria fama, regala venti moto ad un sacerdote. Pier Attilio Trivulzio

LA CURIOSIT / 1

Fuochi dartificio quando ritornava E un cuore doro per le parrocchie


Ci teneva Paolo Vivacqua a far sapere ai suoi concittadini che al Nord aveva fatto fortuna. E per annunciare il suo arrivo in paese, raggiunta la casa in periferia che laveva visto crescere, faceva partire i fuochi dartificio. La sua era una presenza scoppiettante scritto nel mensile Lu Papanzicu (la cicala) che nel luglio dello scorso anno gli aveva dedicato un servizio. Ravanusa un paese di 12mila anime e sette chiese. Alla parrocchia di Santa Croce aveva donato un organo, a quella di San Giuseppe una vetrata. Che, a breve, dovrebbe fare bella mostra. Laveva promessa ma non sappiamo se Vivacqua laveva gi pagata, dice il sindaco Armando Savarino. Donazioni anche alla chiesa di San Michele, al Santuario di Maria Assunta, a quella dedicata a padre Pio. Si era altres fatto carico di pagare la palificazione dei tre chilometri di strada che dallo stadio porta al Monte Saraceno. Serviva lilluminazione, il Comune senza soldi e la Provincia latita. E allora lui srotola un gran fascio di pezzi da 500 euro e copre la spese per quei pali su cui lEnel attaccher i fili. A chi gli chiedeva un aiuto, allungava almeno un arancione da 50 euro. O un verdone da 100.

Sopra Paolo Vivacqua mentre controlla il cantiere in cui verr collocato il Cristo Redentore, inaugurato il 2 novembre. Qui a lato con gli amici e colleghi daffari Enzo Infantino e Calogero Licata Caruso, allo stadio per i Mondiali di calcio del 2010 in Sudafrica. Pi sotto il dehor del bar La Piazza di Muggi dove negli ultimi sei mesi stato visto spesso. Nelle foto in basso, lultima a destra lo ritrae durante il viaggio in Camerun dove voleva aprire un centro di rottamazione

LA CURIOSIT / 2

Quellinsulto alle Forze dellordine E smettetela di rompere i c...


Forse i giorni di carcere fatti per via di quel giro di fatture false lo avevano fatto sentire ancora pi forte. Tutto sommato i suoi guai con la giustizia erano piccoli guai. Forse anche per questo aveva assunto un atteggiamento di superiorit che lo portava a guardare, senza timore, tutti dallalto in basso. Anche gli uomini in divisa. Ed a lanciare frecciate e battute. Poco felici. Com accaduto venerd 11 novembre attorno alle 13.30 in piazza Garibaldi a Muggi. Paolo Vivacqua, in compagnia di unavvenente ragazza bionda, se ne stava dentro al bar della piazza a parlare con due amici che da sempre laccompagnano e con i quali stato lo scorso anno in Sud Africa a vedere i mondiali di calcio, quando la porta si aperta ed entrato un uomo in divisa per ordinare il caff. Vivacqua si interrompe, scruta luomo, dapprima sorride alla ragazza che laccompagna e poi il suo viso cambia espressione: si fa duro e rivolto alluomo lo apostrofa cos: Abbottonati la giacca e mettiti il cappello, buffone. E smettila di rompere i.... Momenti di tensione. Luomo in divisa si sente gelare il sangue ma non replica. Non si gira a guardarlo. Fa come se non avesse sentino. Anche se laria pesante luomo in divisa finisce il suo caff, paga e lascia il locale.

ALLA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELLA STATUA REGALATA, PAOLO ERA STRANAMENTE ASSENTE

Larcivescovo: E uomo troppo chiacchierato... E la Chiesa su di lui pose il veto


Quando alla fine dello scorso anno croll il muro di cinta del cimitero di Ravanusa qualcuno, sollecitamente, chiam a Desio il benefattore Paolo Vivacqua. Per informarlo dellaccadimento. Senza pensarci sopra un solo minuto il rutamat rispose: Non vi preoccupate, ci penso io. Prese laereo e allindomani, dopo essere rimasto qualche minuto a contemplare quel muro crollato, sincontr in municipio col sindaco Armando Savarino e con lassessore Lillo Gattuso e quindi di corsa in via Olimpia con il titolare della Gps Stucchi, Michele Gattuso, al quale chiese di preparargli una grande statua del Cristo Redentore. Identica a quella che vedi dallaereo quando atterri a Rio de Janeiro specific - Tanto alta che da lontano tutti la possano vedere. La voleva imponente. Di certo non poteva sapere che quella sarebbe stata lultima sua azione benefica. E che neppure avrebbe visto lopera finita. Non aveva per fatto i conti col veto dellarciprete Emanuele Casola. E uomo troppo chiaccherato. Sarebbe meglio non fosse presente, mand a dire ai politici. E infatti il 2 novembre era lunico assente alla cerimonia. A Ravanusa non torner pi. Il suo corpo rester a Desio.

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