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Lultima sfida dei matematici Numeri primi La soluzione dei loro enigmi vale un milione di dollari Piergiorgio Odifreddi

La complessit del reale rende difficile, se non addirittura impossibile, una sua conoscenza esaustiva e ostensiva. Da sempre, dunque, si cercato di ridurlo e classificarlo, allinsegna del Divide et impera dei conquistatori: ad esempio, Platone insegnava nel Fedro che l'uomo deve necessariamente comprendere in funzione delle idee, procedendo da una molteplicit sensibile a un'unit intellettuale. In un progressivo percorso di semplificazione e astrazione, la rappresentazione della realt dunque stata ridotta dapprima a concetti, poi a ideogrammi, e cos via fino alle lettere dell'alfabeto che costituiscono un armamentario atto a rappresentare l'intera complessit del linguaggio, se non del pensiero. Naturalmente, il fatto che i simboli alfabetici siano ristretti a poche decine non impedisce loro di essere potenzialmente in grado di generare, combinandosi, una quantit illimitata di parole finite. Sembra comunque che non solo la sua rappresentazione, ma la stessa realt fisica sia riconducibile a un armamentario finito da cui essa pu essere ricostruita, a vari livelli: due esempi ormai entrati a far parte della cassetta degli attrezzi scientifici a disposizione di qualunque studente delle superiori sono, da un lato, il centinaio di elementi atomici che formano la tavola di Mendeleev, le cui combinazioni permettono di ricostruire tutte le molecole della chimica, e dall'altro lato, le decine di particelle elementari come gli elettroni o i quark, alle quali stata ridotta l'intera fisica subatomica. La situazione non diversa in matematica, dove anche i numeri interi possono essere ricondotti a una serie di mattoni fondamentali che permettono di ricostruirli tutti. Se l'operazione di ricostruzione l'addizione, allora c' addirittura un unico mattone, l'unit: ogni numero intero, infatti, si pu ottenere partendo dallo zero e aggiungendo un'unit, esattamente quel numero di volte (bench la cosa possa sembrare circolare, questa in realt una vera e propria definizione di numero intero proposta per la prima volta nel 1921 da Ludwig Wittgenstein nel suo famoso Trattato logico filosofico). Se invece loperazione di ricostruzione la moltiplicazione, le cose si fanno complicate, ma anche pi interessanti. Anzitutto, non ci vuol molto a capire che anche qui ci devono essere dei mattoni fondamentali, che sono semplicemente i numeri che non possono essere divisi per altri numeri, se non in maniera banale: cio, dividendoli per l'unit o per se stessi, cos ovviamente si pu sempre fare, con qualunque numero. Questi mattoni fondamentali si chiamano numeri primi, e ne sono esempi non banali (cio, diversi da 1) i numeri 2, 3, 5, 7, 11,13,... Di nuovo, non ci vuol molto a convincersi che ogni numero si pu scomporre in un prodotto di numeri primi. Infatti, pu succedere che quel numero non sia divisibile per altri numeri: allora primo esso stesso, e la cosa finisce l. Se cos non , quel numero dev'essere divisibile per altri numeri, ed dunque il prodotto di due fattori, ciascuno dei quali sar o primo, o divisibile: nel primo caso si raggiunto un mattone fondamentale che compone il numero di partenza, e nel secondo caso si pu ripetere la cosa e dividere a sua volta quel fattore in altri due fattori, e cos via, fino a quando rimangono soltanto mattoni fondamentali (cosa che deve succedere prima o poi, perch a ogni divisione i fattori diventano pi piccoli, e prima o poi il procedimento si esaurisce). Senza quasi accorgercene, abbiamo dimostrato un teorema importante dell'aritmetica: che ogni numero intero si pu scomporre nel prodotto di un numero finito di numeri primi. Ma negli

Elementi di Euclide, la summa della matematica greca, si dimostra ingegnosamente qualcosa di pi, che viene addirittura chiamato teorema fondamentale dell'aritmetica: precisamente, che la scomposizione in fattori primi di un numero unica, nel senso che comunque si proceda si arriva sempre agli stessi i fattori primi, a parte l'ordine. I numeri primi sono dunque veramente i mattoni dell'aritmetica, e la domanda pi ovvia che ci si pu fare, dato un numero, se esso sia appunto primo, oppure no. La risposta si pu sempre trovare, se si ha pazienza, perch basta provare a dividerlo per tutti i numeri minori, uno dietro l'altro, fino a che o si trova che uno di essi divide il numero, che allora non primo, oppure nessuno di essi lo divide, e allora esso primo. La cosa facile da dire ma lunga da fare: per numeri con poche centinaia di cifre diventa impossibile in un tempo inferiore alla durata dell'universo! Secoli, anzi, millenni di tentativi per rendere il procedimento meno lungo e laborioso, sono culminati nel 2002 in un metodo veloce e sicuro per determinare se un numero primo o no, trovato dai tre matematici indiani Manindra Agrawal, Neeraj Kayal e Nitin Saxena. Purtroppo, per, il loro i risultato non fornisce un metodo altrettanto veloce e sicuro per scomporre in fattori un numero che non primo. Lo farebbe, invece, una soluzione positiva al cosiddetto problema P=NP, il pi importante dell'informatica teorica, che costituisce anche uno dei sette problemi del millennio, per la soluzione di I due problemi da risolvere 1 Fattorizzazione Trovare un metodo veloce per determinare i numeri primi che compongono un numero che primo non significherebbe poter decodificare informazioni crittografate a prova di bomba 2 Distribuzione L'ipotesi di Riemann riguarda la distribuzione dei numeri primi. Riemann ipotizz che la loro distribuzione seguisse una particolare funzione. Trovarla consentirebbe di stabilire l'intervallo tra un numero primo e l'altro ciascuno dei quali il miliardario americano Landon Clay ha offerto un premio di un milione di dollari, e ai quali Keith Devlin ha dedicato un omonimo libro (Longanesi, 2004). Il motivo per cui l'informatica si interessa ai numeri primi, che la crittografia ha recentemente incominciato a usarli per produrre metodi di codifica delle informazioni a prova di bomba. 0 quasi, visto che questi metodi si basano tutti sull'assunzione che sia appunto impossibile trovare un metodo veloce e sicuro per determinare i fattori primi di un numero. E dopo il risultato dei tre matematici indiani le banche, le industrie, i politici e le spie di tutto il mondo hanno incominciato a tremare, perch se qualcuno riuscisse a fare il passo successivo, salterebbero i sistemi crittografici del mondo intero, usati dai bancomat alle carte di credito, dai telefoni alle e-mail. Nel 1994 un metodo del genere gi stato trovato da Peter Shor per i computer quantistici: dunque, un altro modo di risolvere il problema sarebbe di riuscire a costruirli, questi computer, che per ora esistono ancora soltanto sulla carta. Se il problema della fattorizzazione tipicamente pratico e informatico, quello di capire come sono distribuiti i numeri primi altrettanto tipicamente teorico e matematico. Il primo grande passo lo fecero, o almeno lo riportano, ancora una volta gli Elementi di Euclide, nei quali si trova la risposta alla domanda se i numeri primi siano finiti, oppure no: una domanda alla quale si potrebbe pensare di rispondere ovviamente s, visto che i numeri interi sono infiniti, ma che l'esempio delle infinite parole generate da un numero finito di lettere dimostra non essere cos banale.

La risposta di Euclide s, ma non ovviamente. Anzi, la sua dimostrazione uno dei gioielli della matematica, e consiste nel notare che, comunque si prenda un insieme di numeri primi, ce n' sempre un altro che non sta fra loro. L'idea di Euclide di moltiplicare tutti quei primi fra loro, e aggiungere uno: si ottiene cos un numero, che o primo, o non lo . Se lo , abbiamo costruito un nuovo numero primo. Se non lo , deve avere un fattore primo, che non pu essere nessuno di quelli di partenza: altrimenti, dividerebbe sia il loro prodotto, che il loro prodotto pi uno, e dunque la loro differenza, mentre invece nessun numero non banale pu dividere uno! Bench infiniti, i numeri primi non sono distribuiti uniformemente, e si diradano sempre pi: ce ne sono 25 fra i primi 100 numeri, 168 fino a 1000, 1.229 fino a 10.000, 9.592 fino a 100.000, eccetera. Determinare esattamente la loro distribuzione, costruendo un analogo della tavola di Mendeleev per gli elementi chimici, costituisce un altro dei problemi del millennio da un milione di dollari, la cosiddetta ipotesi di Riemann. E, insieme al problema P=NP, essa dimostra come i due problemi pi importanti e difficili della matematica e dellinformatica moderna riguardino in realt oggetti e concetti gi introdotti e affrontati dai Greci, facili da capire ma difficili da dominare, sui quali il pensiero si arrovella da millenni senza posa, a dimostrazione della sua insuperabile limitatezza, ma anche della sua indomita audacia.

la repubblica 3 febbraio 2010

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