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IO, EDITORE DI PERIFERIA, STAMPO SU CARTA RICICLATA

A quanti di noi sarà capitato di scrivere una lettera, magari d’amore, per una amico, di lavoro, e dopo aver
scritto le prime 2 righe, non trovando più le parole giuste, aver accartocciato il foglio gettandolo per terra.
Questa scena richiama parecchi film, momenti visti in tv. Quanti di noi però si son soffermati su quel foglio,
su cosa c’è dietro, su come, dove, con quanto viene prodotto quel foglio. Da editore non potevo non farmi
questa domanda. Ciò che ho scoperto è scritto in questo mini dossier dedicato alla carta riciclata, o meglio,
un elogio della carta riciclata.

Parto dal mio caso, dal mio mestiere, l’editoria. Mi sarà capitato almeno centro volte di sentire frasi del
tipo, non stampo su carta riciclata perché non si trova, perché è meno pregiata, perché non piace al
pubblico, perché costa troppo, perché le certificazioni non sono sempre vere, perché stampare su carta
riciclata un libro non cambia certo la situazione climatica mondiale. Di tutte queste cazzate appena
elencate quella che mi fa arrabbiare di più è l’ultima, ovvero, stampare su carta riciclata non risolve i
problemi climatici del mondo. L’intento di queste pagine è proprio quello di dimostrare, agli editori in
primis, quanto può essere vantaggioso pubblicare un libro su carta riciclata, per l’aria, l’acqua e anche la
propria azienda.

Come casa editrice abbiamo pubblicato in circa 10 mesi 3 volumi su carta riciclata, circa 3000 copie, la
domanda che ci siamo posti è una domanda molto semplice, cos’è cambiato grazie a queste pubblicazioni?

Ecco alcuni dati, che hanno come fonte i maggiori siti ambientalisti a livello nazionale e internazionale
(Wwf, Legambiente, Greenpeace). Per produrre una tonnellata di carta da cellulosa vergine occorrono 15
alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kWh di energia. Per produrre una tonnellata di carta riciclata bastano, 0
alberi da abbattere, 1.800 litri d’acqua e 2.700 kWh di energia. Per produrre 1000 copie di un libro
occorrono 500 chili di carta. Mezza tonnellata. Facendo gli opportuni calcoli abbiamo scoperto che:
stampando su carta riciclata 3 libri, abbiamo salvato dall’abbattimento 21 alberi di foreste vergini alti
almeno 10 metri, probabilmente faggio o gelsi da carta. Pari ad una zona grande quanto l’area di rigore di
un campo di calcio. Abbiamo evitato l’utilizzo di 1.314.600 litri d’acqua, pari a 657.300 bottiglie d’acqua da
due litri. Risparmiato 14.700 kWh di energia. E questo è già un grandissimo risultato, un enorme risultato.
Prima di capire la ricaduta di questa nostra azione sull’ambiente e l’ecosistema, calcolando i benefici avuti
dal salvataggio di 21 alberi, vorrei rispondere alle fatidiche frasi fatte stupide poste da un casino di editori
che pensano solo al profitto.

Frase fatta numero uno. La carta riciclata non si trova. Balla più grande di questa non c’è. Attualmente tutte
le tipografie hanno dei fornitori di carta che nel proprio catalogo offrono anche carta riciclata certificata.
Vorrei sottolineare che c’è una grande differenza tra la carta riciclata e la carta che proviene da foreste
gestite in modo responsabile. La prima è il reale riutilizzo di carta, di rifiuti che vengono trasformati
nuovamente in prodotti, evitando l’abbattimento di alberi. La seconda invece, anche se evita
l’abbattimento di alberi provenienti da foreste vergini, produce nuovi rifiuti, abbatte lo stesso gli alberi. Noi
come casa editrice preferiamo usare la carta riciclata, amiamo quel colore grigiastro spesso macchiato di
nero, ci piace pensare che in quei fogli sono rinchiuse lettere d’amore, notizie vecchie e tutto quello che per
altri non serviva più.

Frase fatta numero due. La carta riciclata è meno pregiata, si rompe facilmente. Altra stronzata, il pregio
alla carta l’attribuisce chi la compra e non chi la vende. La carta riciclata non si rompe facilmente, oggi
esistono carte riciclate di tutte le grammature, molto resistenti.
Frase fatta numero tre. La carta riciclata non piace al pubblico. Non è assolutamente vero. Numerosi
sondaggi dimostrano che i lettori preferiscono comprare libri stampati su carta riciclata, i lettori sono
sensibili e attenti ai temi ambientali, differentemente da quanto vogliono farci credere le grosse cartiere.

Frase fatta numero quattro. La carta riciclata costa troppo. Minchiata gigantesca. Come casa editrice
possiamo fornire preventivi di libri di 250 pagine, la differenza tra carta riciclata e non riciclata è appena di
50 euro per 1000 copie. 1000 copie è la tiratura standard delle piccole-medio case editrici. 50 euro non
sono praticamente nulla. Oltre a dar benefici all’ambiente, l’azienda ne guadagnerà dal punto di vista del
marketing, la politica verde aziendale attira sempre di più clienti e lettori. Insomma è quasi una pubblicità.

Frase fatta numero cinque. Le certificazioni non sono sempre vere. Ormai in Europa esistono organizzazioni
sovranazionali che garantiscono le certificazioni per la carta riciclata e gestita in modo responsabile. Basti
pensare al marchio Forest Stewardship Council, diventato ormai una garanzia internazionale.

Frase fatta numero sei. Tanto non cambierà nulla. Dopo il primo assaggio continuiamo ad elencare i
benefici che si possono donare all’ambiente stampando su carta riciclata. Vogliamo darvi altri dati,
partendo dall’acqua. Le maggiori foreste vergini che vengono sfruttate per l’industria della carta sono in
Congo, Cina, Messico, Nigeria, Indonesia, Brasile, India e Thailandia. A molte delle popolazioni locali, spesso
indigene di questi paesi, viene sottratta acqua dei fiumi, potabile, per produrre carta. Popolazioni in
notevole difficoltà anche dal punto di vista agricolo, sempre meno acqua viene loro concessa per le
coltivazioni. Molte cartiere comprano pezzi di fiume, oppure deviano corsi. I controlli sull’utilizzo dell’acqua
nei paesi elencati è molto scarso e ognuno fa quel che vuole. Per soli 3 libri abbiamo parlato di un risparmio
di un milione mezzo di litri d’acqua. Figuriamoci cosa potrebbe fare una grossa casa editrice che 3 libri li
pubblica al mese.

Secondo aspetto: l’energia. Abbiamo compreso che dietro quel foglio di carta gettato appallottolato per
terra c’è un dispendio di energia spaventoso. I paesi produttori di carta sono poveri o in via di sviluppo e
l’energia che producono non è energia pulita, molto spesso derivante da carbone. Quindi consumare
energia in questi paesi per la produzione di carta significa inquinare l’aria e l’ambiente. Energia che
potrebbe essere utilizzata per il fabbisogno delle comunità locali.

Ora però passiamo al punto fondamentale di questo mini dossier, ovvero, il salvataggio di alberi. Ormai ci
siamo abituati a vedere questi pali coperti di verde circondare l’ambiente in cui viviamo. Ma sempre di
meno ci vengono elencate le straordinarie capacità degli alberi, che molto spesso cancellano o attutiscono i
nostri giganteschi orrori ambientali. Un albero, per esempio, con il suo ciclo di vita distrugge ben 700 chili di
CO2, ovvero l’anidride carbonica prodotta da un’auto percorrendo 15.666 km. Un albero medio produce
circa 4 kg e mezzo di ossigeno al giorno, basti pensare che una persona ha bisogno di 16 kg di ossigeno in
un giorno, quindi una persona ha bisogno di 3 alberi e mezzo per respirare. Paradossalmente bruciamo 16
kg di ossigeno consumando un litro di benzina con la nostra auto. Il fabbisogno d’ossigeno di un uomo
viene bruciato in 20 km da un auto. Ma un albero no solo ha la capacità di produrre ossigeno, ma ha la
straordinaria capacità di assorbire CO2, che noi umani produciamo a dismisura. Un albero assorbe al giorno
15 milligrammi di CO2 per ogni dm quadro, 0,3 tonnellate per ettaro all’anno. Si calcola che la fotosintesi
pareggi le 1000 tonnellate di ossigeno utilizzate al secondo dalla respirazione umana. Numeri
impressionanti. Un faggio, spesso abbattuto per produrre carta, di 100 anni, assorbe in un’ora 2,5kg di CO2
e produce 1,7 kg di ossigeno. L’Italia produce 670 milioni di tonnellate di C02, servirebbero quindi 1340000
km quadri di boschi per compensare il nostro impatto sull’ambiente, ovvero 4 volte il territorio nazionale. O
si inverte rotta o siamo fottuti. Da un pino di un diametro medio e alto 15 metri si ricava un metro cubo di
legno, che si traduce in 159 risme di carta, ossia 79000 fogli di carta. Secondo Greenpeace gli italiani sono
tra i più alti consumatori di carta del mondo, 200 kg ovvero 80 risme. Questo significa che una famiglia
composta da 4 persone si “mangia” 2 alberi. Se calcoliamo che da 100 fogli si riciclano l’80-90% di questi,
possiamo affermare che 200-220 risme di carta riciclata equivalgono al salvataggio di un albero.

Dopo questa carrellata impressionante di dati vogliamo riportare al locale, al personale, a noi il raggio di
azione. Pubblicando 3 libri su carta riciclata abbiamo salvato 21 alberi. Questo significa che i nostri 21 alberi
(calcolo effettuato su un faggio di 100 anni) producono 856.8 kg di ossigeno al giorno pari al fabbisogno
di ossigeno giornaliero di 53 persone. E abbiamo assorbito 60 kg di C02. Tratte queste prime conclusioni ci
siamo proposti di pubblicare sul nostro sito un prospetto che indichi l’acqua risparmiata, l’energia
risparmiata, gli alberi salvati, l’ossigeno prodotto e l’anidride carbonica assorbita, in un anno. Ci siamo
anche posti l’obiettivo di calcolare la nostra carbon footprint, o meglio impronta di carbonio, la quantità di
carbonio che produciamo. Abbiamo prodotto la nostra carbon footprint partendo da 2 componenti
indispensabili per una casa editrice, ovvero un pc e un’automobile per spostarsi nelle varie presentazioni e
consegne di libri. Ecco altri dati. Usare il Pc per 32 ore (assumendo un consumo di 60 watt) significa
emettere 520 gr di C02. Un Opel Corsa, 3 porte, a benzina, dalla potenza di 44 Kw, che consuma 6,3 litri di
benzina per 100km su percorso urbano, emette nell’aria circa 115 grammi di C02 per Km. Fatti gli appositi
calcoli abbiamo stabilito che, ragionando per difetto, utilizziamo il pc per tutta la durata della nostra
giornata lavorativa circa 7 ore. 7 ore moltiplicato per i giorni lavorativi, 2100 ore all’anno. Produciamo
quindi con l’utilizzo di un pc 7,5 kg di C02 annui. Con l’assorbimento di 60kg di C02 di un solo giorno dei
nostri 21 alberi salvati abbiamo compensato le emissioni del nostro pc per 8 anni. 8 anni in un solo giorno
d’assorbimento. Percorriamo annualmente con l’automobile circa 10000 km, producendo 1150 kg di C02
all’anno. 1150 kg di CO2 saranno compensati dai nostri 21 alberi in soli 19 giorni.

Tutto questo appare semplicemente pazzesco, eppure noi dalla nostra Scampia abbiamo solamente alzato
la cornetta chiamato il nostro tipografo che dista appena 8 km dalla nostra sede, quindi i nostri libri sono
stampati quasi a km 0, e gli abbiamo detto che volevamo stampare su carta riciclata. Lui in breve tempo ci
ha fornito certificazioni e due preventivi con la differenza di 50 euro. Con quei 50 euro, abbiamo fatto tutto
quello che avete appena letto, oltre a farci una pubblicità immensa e tanti sostenitori tra gli amici
ambientalisti. La nostra tipografia del Corso Malta ci ha proposto carta riciclata Revive Pure Natural e noi ci
siamo informati su questa tipologia di carta e abbiamo scoperto che: l’azienda Polyedra che produce questa
carta è danese, della città di Odense e che utilizza i seguenti criteri di produzione per la carta.

Tutta la gamma di carte Revive Pure è prodotta esclusivamente con fibre riciclate al 100%. Processo di
sbiancatura senza utilizzo di cloro (TCF). I risultati di stampa sono perfetti sia in bianco/nero sia a colori;
l’elevata opacità della carta consente di stampare su grammature leggere senza rischio di trasparenze.
Revive Pure Natural può essere stampata in laser, inkjet e digitale. Polyedra garantisce che la cartiera
produttrice della gamma Revive Pure Natural è orientata alla sostenibilità e che il suo processo produttivo
è a basso impatto ambientale. Polyedra garantisce che la cartiera produttrice della gamma Revive Pure
Natural adotta una politica dei trasporti eco-responsabile, ottimizzando la logistica e tenendo in
considerazione il relativo impatto ambientale. La cartiera è impegnata nel minimizzare le distanze tra il
produttore della cellulosa, la cartiera stessa e i clienti su tutto il territorio europeo, incoraggiando tecniche
di guida responsabile che possano impattare positivamente sui consumi di carburante e a promuovere, allo
stesso tempo, il trasporto della carta via ferroviaria e marittima (laddove possibile).
Polyedra garantisce che la cartiera produttrice della gamma Revive Pure Natural è stata valutata e
controllata da una società accreditata specializzata nel calcolo dell’impronta di carbonio. Nel calcolo
dell’impronta di carbonio convergono tutte le fasi del processo di produzione: dalla produzione della
cellulosa al trasporto della stessa in cartiera fino alla produzione della carta, tenendo in considerazione i
consumi energetici, i rifiuti prodotti e le emissioni inquinanti emesse in acqua e in atmosfera. Tutti i
materiali utilizzati per l’imballo di Revive Pure Natural (l’involucro del pacco, il termoretraibile e la fascetta
di plastica) possono essere riciclati o inceneriti per ricavarne ulteriore energia. Nessuna sostanza classificata
come cancerogena, mutogena o reprotossica (CMR) è stata utilizzata come materia prima.
Polyedra garantisce che la cartiera produttrice della gamma Revive Pure Natural è impegnata nel
soddisfare tutti i requisiti richiesti dalla normativa europea REACH (Registration, Evaluation,
Autorisation and Restriction of Chemicals).

Dopo aver letto questo mi è venuta in mente soltanto una parola: wow. Grazie tipografia del Corso Malta,
con una semplice telefonata sono entrato in contatto con una grande azienda europea ecosostenbile. Non
so quanti di voi leggendo le brevi righe che descrivono i metodi utilizzati da Polyedra hanno notato poche
parole che spesso costituiscono uno dei gonfaloni degli oppositori della carta riciclata. Processo di
sbiancatura senza utilizzo di cloro (TCF). Molti sostengono che riciclare inquini. Che il processo di
sbiancatura a base di cloro sia inquinante e in effetti lo è. Ma la tecnologia moderna ha in pratica eliminato
questo problema sostituendo il cloro con agenti non inquinanti. Inoltre la sbiancatura non è più totale
come in principio, il pubblico non richiede più carta finemente bianca, anzi il grigio-giallo della carta riciclata
è diventato di moda, bello, vintage e spesso viene preferito al bianco riflettente dei fogli stra sbiancati. Per
questa ragione la sbiancatura risulta col tempo sempre meno inquinante.
Ma ci sono altri aspetti che vanno affrontati in questo nostro dossier. Non possiamo non citare il problema
disboscamento e le sue relative conseguenze. Pensare che gli alberi utilizzati per la produzione di carta
provengono dalla lontana Indonesia ci fa avvertire meno il problema del disboscamento. E come se
dicessimo a noi stessi: “Non è un problema mio, è un problema troppo distante affinché io possa
occuparmene”. Niente di più falso, le zone disboscate sono in gran parte localizzate nei polmoni verdi del
nostro pianeta Indonesia, Cina e Brasile, la riduzione di queste aree comporta un aumento del CO2 nell’aria
e di conseguenza maggior effetto serra. Sempre di più si abbattono alberi, si brucia la vegetazione
sottostante per fertilizzare il terreno e si piantano nuovi alberi da carta, spesso totalmente in contrasto con
la flora locale. Tutto ciò è un problema enorme anche per gli animali che vivono in queste zone, ma di ciò
parleremo in modo più approfondito in seguito. Disboscare significa effetto serra, desertificazione, erosione
del terreno, frane, inquinamento di ecosistemi acquatici, sottrazione di risorse per le popolazioni indigene.
Noi però vogliamo riportare il problema a livello locale in Italia. Dove il disboscamento sta causando
numerosi danne, non solo dal punto di vista climatico, delle falde acquifere, ma soprattutto agli animali. Il
60% degli uccelli nidificanti in Italia subirà conseguenze per il restringimento delle zone riproduttive e di
sosta. Su 262 specie animate 15 rischiano l’estinzione, tra cui l’airone bianco maggiore, il gabbiano corso, il
picchio dorso bianco, la pernice sarda, l’uccello delle tempeste. Soltanto il 22% non subirà conseguenze.
Come casa editrice abbiamo deciso di adottare uno di questi animali a rischio estinzione nel nostro paese,
ovvero l’uccello delle tempeste, il più piccolo uccello marino europeo. Avvieremo progetti, insieme alle
note associazioni ambientali per la salvaguardia di questo animale. In Indonesia, l’Orango, cugino degli
esseri umani non se la passe meglio. Il discorso Indonesia è molto lungo, complesso e importante per il
nostro pianeta, per tale ragione abbiamo deciso di allegare a questo mini-dossier il fascicolo “Tigri di Carta”
prodotto da Terra, in merito alla questione indonesiana e agli orango. Consigliamo a tutti la lettura perché
riguarda molto da vicino la nostra nazione. Uno dei giganti della carta mondiale, Asia Pulp & Paper
responsabile di vari crimini ambientali, proprio in Indonesia, è tra i partner e fornitori della nota azienda di
carta italiana Pigna. Pigna ha già denunciato più volte Terra per diffamazione dopo la pubblicazione del
fascicolo, ma Terra è riuscita sempre a smontare le accuse dimostrando che nel fascicolo non c’è niente di
diffamatorio, anzi. In “Tigri di Carta” tutto è spiegato minuziosamente. Per tale ragione, e in attesa di un
chiarimento di posizione da parte di Pigna, abbiamo deciso di avviare un boicottaggio a tutte le aziende che
utilizzano carta proveniente dal colosso Asia Pulp & Paper. Chiediamo a tutti i lettori di questo dossier di
inviare una mail al Gruppo Pigna invitando l’azienda a non acquistare più carta da Asia Pulp & Paper.
Ulteriori informazioni sul nostro sito.
Come ci insegna Legambiente, pensare globalmente e agire localmente. Ultimo punto di questo dossier è
dedicato alle frane. La nostra casa editrice è situata in una regione che circa 12 anni fa ha vissuto una delle
più grandi tragedie italiane del dopoguerra, la frana di Sarno. Migliaia di litri di fango hanno sommerso
Sarno, Quindici e dintorni uccidendo 137 persone. La montagna è collassata anche per il disboscamento.
Ecco che un problema così lontano diventa vicino, a portata d’occhio, che ti tocca, ti fa male. Ecco che
rimboscare diventa necessario. Fino ad ora abbiamo analizzato le conseguenze derivanti dalla stampa di
libri su carta riciclata, gli alberi salvati da tali gesti. Ma cosa potrebbe succedere in una regione come la
Campania se gli alberi si piantassero. Se ognuno di noi si creasse il proprio carbon sink, pozzo di carbonio.
Ovvero area verde capace di assorbire le proprie emissioni. Da questa considerazione parte un’azione
concreta. Da questo dossier lanciamo una campagna di pressione alle case editrici campane affinché
pubblichino libri soltanto su carta riciclata. Una campagna che sarà gestita attraverso una cyber-petizione.
Chiediamo inoltre a tutti gli editori di piantare un albero per ogni libro stampato. Con circa 20 euro (spesso
il prezzo di un libro) si possono acquistare e piantare splendidi alberi nostrani. Possiamo insieme, con poco,
creare un bosco cittadino. Chiediamo inoltre a tutti i lettori di consultare la guida in allegato creata da
Greenpeace relativa agli editori ecosostenibili. Non acquistate libri da case editrici che non attuano
politiche di gestione verdi. Speriamo che questo dossier possa essere l’inizio di un percorso comune, di
un’azione collettiva dal basso. Che sia di sostegno a realtà e persone che si battano per il nostro pianeta,
per la flora e la fauna, per l’acuqa, per la nostra biglia azzurra. Tutte le notizie relative ai progetti raccontati
in questo dossier possono essere recepite sul sito www.marottaecafiero.it

Viva l’editoria libera, indipendente, dal basso e verde

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