Sei sulla pagina 1di 173

CATTANEO·

STATIUNITI D'ITALIA

DI,",VMP"_""'V.

V~NC:VL" .

---

« Quando i mazziniani fanno evviva all'unita bisogna rispondere facendo evviva alii Stati Uniti d'rtalia. In questa formula, Ia sola che sia compatibile colla liberta e coll'Italia, vi e la teoria e vi e la pratica: tutte Ie question! possibili vi stanno g ia sciolte can un gigantcsco esempio, di cui la Svizzera offre it compendio ad uso interno di qualsiasi provincia italiana che voglia avere in seno la pace

e Ia liberta ».

-A

. .' -~ ! •. "!

J?~

:~)f':~

·'·<::~~{i

.~

;;'.'.:~

r.'

" .. >:'.

:1 ',"

EDIZIONI CHIA}..!TO]{F

I

r .

I

Cattaneo.

.-_- :\

TORINO

I ....

l

-

" 'v~,j

, ,

I

« CrTTA DEL SOLE))

COLLEzrONE Dr SCRITTI rot.rncr

5

J.

i\

, J

fl

CARLO CATTANEO

STATI

UNITl

D'ITALIA

a cnra di

NORBERTO BO'BBIO

CHIANTORE TOR I ,V 0 1945

·~ ..



INTRODUZIONE

...

NOTE ALL'INTRODUZIONE

...

..

,>

,1:

\/ \;

.','

'"

Le grandi crisi aprono inaspettati spiragli sulla storia degli uomini e delle idee: volti che nella lora apparente sanita nascondevano alla vista un germe di rnalertia mortale, ,oggi appaiono consunti, recanti il pal.

.Iore del .disfacimento ; edifici che sembravano nella loro esteriore saldezza sfidare I'urto ,del tempo, oggi ecricchiolano 0 crollanocome castelli di carta. Lacrisi e il mo.mento in cui l'accumularsi dei piccoli debiti differiti e non mai pagati, produce 'il Ialli'ment; irreparabile; e il punta in cui la piC'~ cola deviazione non arrestata a tempo si allarga in una apertura smisurata, che nessun passo d'uomo e pili in grado ' di varcare . Osservata attraverso questi n'uovi spiragli, anche .la storiaide] pensiero del nostro Ri.

, ,

, I

9

: :.: ~

.~., .:

f

;;::.

f'. - !

sorgimento, che abbiamo arnato raffigurar'ci come storia di uornini immuni e di costruzioni solidissime, oggi, nella crisi, "si spoglia di tutte le sue decorazioni pompose, e sioffre a pili profondi scandagli, e quindi a nuove, pili spregiudicate valutazioni, Ma se uomini e istituzioni vi sono che a questa spietata distruzione resistono per una interiore vitalila, del loro pensiero 0 della lora struttura,

,di essi non possiamo non tener conto per r opera ricostruttiva, ad essi dobbiarno gettare r area di quel ponte che ci consenta di riunirci al passato, per ritrovare Ia forza e " il conforto .di una tradizione, senza Ia quale ogni avanzamento ~ un passo nel buio, ogni dottrina corre pericolo di risolversi in un vaneggiamento,

Uno dei pilastri pili sicuri di questa ponte proteso al disopra della palude, alia ricerca di una tradizione, e' indubbiarnente Carlo Cattaneo. Uorno di v~lonta rettilinea e 'di pensiero straordinariamente lucido e robusto, in lui non vi sonosquilibrii. ne quindi gerrni degenerativi; aIui nessuno potrebbe, senza violare la verita storica, attribuire colpe per i nostri errori 0 imputare responsabilita per le nostre colpe, La crisitattuale non 10 sornrnerge, rna anzr 10 pone in pili

10

netto risalto : e ci da Ia possibilita di rrusurare pill esattarnente Ia vigoria e la sanita, Ia chiarezza e la solidita della sua intelligenza ferrea e positiva, perche in lui non vi e' motivo decadentistico che possa averlo

)ogorato, non vi e cenno di una degenerazione .che possa ~endere pericoloso un piu assiduo e pid stretto contatto con Ie sue ope;e; in lui oggi ritroviamo una posizione di pensiero che possiamo definire utile al lavoro, che d,obbiamo intraprendere, di adeguamento della cultura alIa vita, della scienza all' azione, di liberazione dai rniti -vecchi e nuovi di una cultura corrotta, lavoro che ha bisogno anzitutto di un netto e han~o ab, bandonoda parte nostra dena rnentalita spe,

_ culativa (si pensi all' ontologismo teologico del Gioberti e al romantieisrno misticheggiante del Mazzini) per una nuova e pili ternprata rnentalita positiva.

Ora, appunto, Ia caratteristica del pen_ siero del Cattaneo, multilorme senza essere enciclopedico, generale rna non mai generico,si rivolga easoallo studio della storia, della linguistica, dell' economia, ch~ sono i tre_carnpi preferiti della, sua indagine, e in una parola Ia positivita ; e per positivita voglio dire che il suo pensiero non parte se

lntroduzlone

non dai fatti particolari e non arriva se non a conclusioni utili alla pratica, 0, in altre parole, che la sua scienza non e mai disgiunta da una tecnica, il suo abita a meditare non mai sciseo daUa sua inclinazione a costruire, siano i suoi dati le diversita e affinita linguistiche delle lingue degli antichi popoli europei e i suoi risultati la form.u1a~, zione di una teoria sulla fonnazione dei popoli della moderna Europa I, presupposto del suo atteggiamento politico liberale ed europeo, siano ancora i suoi dati le costumanze giuridiche e le notizie economiche e statistiche sulla produzione agricola della pianura lombarda, e Ie conclusioni, 0 il progetto di bonifica del piano di Mogadino 2. 0 la proposta di una riforma agraria in Irlanda 3. Positivita, si badi, che non si lascia mai sedurre daU'ambizione di trasformarsi in una teoria 0 rneglio in una metahsica del posi, tivo, vale a dire in positivismo, ond'e' parso a taluno che il Ca:ttaneo Fosse in filosofia un dilettante 0I, mentre la sua sobrieta metafi-, sica era ~1 frutto della serieta d,elle sue aspirazioni scientifiche, del suo' amore disinteressato per la verita, che non si vuol lasciare impngionare, in sistemichiusi, in' formule precostituite.

12

I I:

....

Introdu zione

Non gia che egli nonavesse, il che del resto sarebbe impossibile, la sua 610s06a, vale a dire, bene 0 male, le sue forrnule; e neppure che alcune delle sue formule non fossero le formule stesse assunte dalla Elosofia positivistica, quali, ad esempio, la considerazione della filosofia come nulla pili che unascienza generale " 0 l' assunzione del fatto come il criterio del vera 6 ; rna, in prime luogo, egli non le adoperava come chiavi di interpretazione della realta universale, come ipotesi 0 principi speculativi; in secondo Iuogo, il suo bagaglio di formule non era tanto quello del positivista che si stesse in lui' ridestando, quanto piuttosto dell'illuminista che in lui, allacciato, attraverso Romagnosi suo maestro, ai riformatori "lombardi, dai -Verri al Carli, al Beccaria, se ne stava assopito. ll1umi~ista rinato nel secolo dello storicismo, rna illuminista sotto certi aspetti .. genuine, per la incondizionata Iiducia nella potenza rischiaratrice e civilizzatrice dell' intelligenza che squarcia le tenebre dell'igno~ ranza e della superstizione e distrugge a poco 'a poco la barbarie dell' uorno primitive 1, per la concezione ottimistica dell.' uomo 'e della storia 5, per 10' schietto entusiasmoda discepolo diretto degli enciclopedisti di Ironte

13

..

lnfroduzione

ad ogni scoperta scientihca 0 innovazione tecnica ., 'per la convinzione che progresso tecnico e progresso civile dovessero procedere di pari passo, per un radicato atteggiamento riformistico, che faceva consistere il progresso nella liberazione deIl'uomo dalle istituzioni oppressive e cristallizzate, e quindi Ia liberta nella riforma delle istituzioni.: e se

,positivista pate sembrare, 10 fu per quel tanto che il positivisrno accolse e riprodusse dell'illuminismo, unendo I'Ottocent& al Setteeento al disopra dell' idealismo trascendentale edell' ontologismo spiritualistico. Ne si pensi che qui si prenda if termineilluminista nel suo senso strettamente cronologico, sf da ' far apparire il Cattaneo come uomo in ritardo rispetto al suo seeolo: egli Eu, culturalmente, uorno modernissimo, anzitutto perche quellafiducia nella ragione illumi-nante e nel progresso civile 10 stimolava alIa 'continua ricerca del nuovo,: ad un atteggiamento costantemente progressivo, onde la

sua cultura scientificae filosofica, in un paese ancor sotto certi aspetti arretrato rispetto ad. altri paesi europei, non era ne affatto, pro;., vinciale ne affatto antiquata, permettendogli di proporre, da veto uomo europeo, al1' Assemblea Federale elvetica la ferrovia del Got-

14

Introduzion~

tardo 10, di fare uno studio comparativo tra l'agricoltura inglese e la lombarda ", di mettere a raflronto Schiller con Alfieri I', di diseutere la .Storia unioersale dell' evo antico del Leo 0 gli scritti politici di Lassalle 13 ; in secondo luogo, perche quel che di superato poteva rappresentare la filosofia dell'i]. Iuminismo settecentesco rispetto al suo se· colo - l' adorazione dell' astratta ragione, la concezione meccaniea della natura e deistica di Dio, la teoria dei diritti naturali e delle state di natura - non' aveva trovato alcun postonella sua mente positiva e concreta, avida di nuovo sapere, smaniosa di tissere .sempre al corrente con Ie 'novita e le

'scoperte, inattaccabile quindi d~ quel residuo metafisico che nella concezione deistica di .Dio e meccenicietica del mondo l'illuminismu portava can se, e pronta ed agile nell' abbandonare ad una ad una Ie scorie: di ogniricorrente rnitologizzare che arresta it processo della ricerca e ostacola ogni progresso civile, Per la stessa ragione on de il Cattaneo non fu positivista, rna scienziato

positive, puo dirsi ora che piuche razionalista fu uomo di ragione. Come tale, fu pensatore moderno ed ~uropeo in un ambiente di cultura sovente poco disposto ad acco-

15

lnfroduzione

gliere Ie novita e chiuso in pregiudizi territoriali, e proprio per questa scrittore ed animatore, a cui oggi, in una crisi di veechiezza e di provincialismo nazionalistici, possiamo ricollegarci con maggiore fiducia che non ad altri scrittori, magari piu insigni, rna pure racchiudenti in se qualche germe di quella decrepitezza 0 di quellinvizzi-

"mento di cui oggi soffriamo. .

Ma uomo del suo tempo i1 Cattaneo fu, soprattutto perche dal suo tempo as~o~b1 il gusto e la passione per la storia. La sua teoria' fondamentale .:_ la quale spiega il sup atteggiamento scientifico e politico meglio che non una lunga esposizione - la teoria del· progresso indefinito dell' umanita ", fu un naturale prodotto del secolo della storia ; mentreil secolo precedente ~ cosi intende . il Cattaneo - dominato da' una logica astratta [razionalismo, appunto, opposto a spiegazionerazionale dei fenomeni storidi], partiva da una' critica radicale delle . istituzioni del' tempo e giungeva ad una faUace instaurazione ah imis senza transazioni' ne gradi, il secolo XIX riconosce il progresso graduale delle istituzioni, sa cogliere il val ore delle consuetudini e delle tradizioni, oppone ad un rivoluzionarisrno astratto un saggio rifor.

16

;'-'.

;~i~JIlO l~.·E questa idea del progresso ind'e'finite, mentrericonferrnava, nonostante l' antitesi da lui stesso stabilita, la sua mentaiita illurninistica, se pur d'un illominismo: corne s'e detto, rigenerato ed integrato in . una visione non piii astratta rna storica' del-

'Tincivilimento, 10 staccava ancora una volta dal positivismo, proprio perche il progresso indefinito, opera dell'intelligenza creatrice e dena libera volonta, non=si puo confondere conlevoluzione biologica, e 10 differenziava ancor meglio dall~ storicisrno idealistico.,

«.,. che con la sua dialettica imprigionava .la storia e sfociava inevitabilmente in una filo. sofia della storia sovrapponente l'idea al fatto H. La verite. e che il Cattaneo, comenon fu ne positivista ne razionalista, non fu nemmeno storicista, rna soprattutto storico, scienziato della. storia", tendente a portare la sua rnentalita di uomo positivo e di ra- , gione pur nell'immenso ~ ancora in gran parte imperscrutato mondo della storia lS ; onde, mosso dal proposito di recare agli studi storici quegli immensi benefici the il metodo positive aveva recato alle scienze naturali '", finiva per lasciarsi dietro le spalle la filosofia della. storia per gettare Ie prime fondamenta di una sociologia positiva 20.

17

2. - CATTANEO.

La positivita del Cattaneo non sta, solo, come si e detto, nel fondare il sapere esclusivamente sui dati di esperienza, rna anche nel non disgiungere mai il sapere dalla sua possibile applicazione, anzi nel considerare la scienza unicamente in Iunzione della sua 'utilita individuale e sociale. La civilta e un prodotto del pensiero umana che spezza [e catene deU'ignoranza e della superstizione : della civilta di un' popolo sono dunque responsabili primamente e la filosona e la scienza. « Una barbara politica» vien dettata da « una barbara scienza i 21; e allinverso; Ie discipline sperimentali sono queUe· che « fanno la potenza e la gloria delle rnoderne nazioni, e sole dividono dall'evo me- . dio il modemo, e daU'lndia e dalla China stanziali e assopite la - vigile e solerte Europa » 22. La filosona e la scienza sono chiamate a prornuovere il bene pubblico; e se nel promovimento del bene pubblico, secondo il Cattaneo, risiede il compito xlella politica, nlosofia e scienza, lungi dall'essere accademiche esercitazioni 0 sterili ricerche, hanno riflessi pratici immediati e precisi.". Nella personalita del Cattaneo, daU' abito scientifico all'abito politico non c'e saito. La politica e quell' opera di civilta a cui la

18

Introduzion~

scienza non puo essere estranea; lascienza a sua . volta e quella suprema manifestazione . dell'umano ingegno che nonpuo non deter- . minare 10 sviluppo e 1a direzione della poli- . tica. Cattaneo scienziato e Cattaneo. politico sono tutt'uno, perche l'uno nonpuD essere senza,l'altro, sempreche sintenda per scienza la scienza sperimentale, e per politica non gia Ia ragion di state 0 I' arte di governo, rna Ia scienza del bene pubblico. Erede, anche per questo rispetto, della tradizione illurninistica, e discendente diretto degli illuministi lombardi, ten de a riportare la politica a scienza, in modo che non vi sia una scienza politica, rna tutte le scienze nelle loro applicazioni sociali diventino inevitabilmente politiche: l'economia. la statistiea, Ie scienze giuridiche, e persino l'ideologia 0 la filosofia hanno un contenuto politico; si tratta soltanto di prenderne in esame Ie applicazioni, non di racchiuderle nella loro sterile purezza , La migliO'T politica,. per un uomo come il Cattaneo, e quella che si fa prornovendo una scienza utile, lao .quale non puo non trasformarsi in civilta e in benessere : e se Ia politics non ha di mira la civilta 0 il benessere,

e machiavellismo, ragion distato, abilita diplomarica, non politica degna di uomini e

"

f

r

I

19

IntToduzione

popoli civili, Oggi diremmo che lapolitica del Cattaneo e costruttiva, perche tende non a cornbinare rna a edificate, e se dobbiamo gettar ponti al passato, proprio-per questo il Cattaneo e tal pilastro su cui possiamo appoggi are con sicurezza il nostro arco ..

Positivo e razionale, dominate daIl'idea del progresso continuo e illimitato dellaumanita, Cattaneo e necessariamente scrittore anti~ivoluzionario e riforrnatore. Condanna . in filosofia l' astrattismo logico degli illuministi "', che sboccano inevitabilmente in una

. rottura rivoluzionaria, cosi come disapprova il rivoluzionarismo del Mazzini. Com' e noto, ancora aHa vigilia delle Cinque giornate, egli era contrario ad ogni tentative insurrezionale, e riteneva che il miglior partitofosse . quello di accettarele - riforme promulgate

dal Coverno di Vienna, allargandole e raffermandole in uno spirito di operosa e progressiva liberla os. Prim~ del '48, la sua attivita di pubblicista e di scrittore politico sinserisce perfettamente nel programma dei moderati, . dai quali dovevano su] terrene teorico e pratieo tenerlo lontano divergenze radieali e profonde, rna ai quali 10 univano aspirazioni e intendimenti concordi per it conseguirnento di quelle riforme sociali ed ,

20

e~ono~i~he in cui egii· f~cev~ coneistere « sua.u ipolitica ". II programma mocl~rato. 'del resto, si riallacda,~a a quel rifomiism.O settecentesco, di ~~i il Cattaneo eraunod~i piii genuini discendenti, ed~veva avutoper massimorappresentante in Comb:ardia. neL periodo' della Restaurazione, i1 Romagnosi. di cui il Cattaneoera discepolo. n rnoderatis~o era, rispetto al programma mazzinia-

. no della rivoluzione permanente e' della iniziativa popolare, un programma mi~imo; e non-c'e dubbio che i1 Cattaneo. almeno sino al '46. e successivarnente wncora, aspirasse ad accontentarsi del poco per non perdere il . - tutto. II programma moderato prendeva le mosse dane teorie libero-scarnbiste per propugnare )' abolizione delle barriere doganali i

e Cattaneo fu, in economia, pugnace e fervida assertore delliberismo, e nemico d' ogni impaccio al libero uso e al libero scambio dei beni"'. Nel programma moderato rientrava 10 sviluppo delle ferrovie; e it preble-

. rna delle ferro vie fu uno dei temi prediletti dal Cattaneo ". La conereta istituzione' che i moderati caldeggiavano era la lega doganale italiana; e il Cattaneo eta favorevole all'annessione del Lombardo-Veneto insieme con l'Austria all'unione doganale tede-

'..:';

2L

l nirodu zione

sea 20. Dalla lega doganale derivava una delle richieste pili urgenti dei rnoderati, la unificazione dei pesi e delle misure : ed anche ad essa il Cattaneo dedicava la sua attenzione 30. In complesso, come vedremo meglio, il suo stesso federalismo, pur cosi lontano daIl'idea della confederazione degli stati ita[iani proposta dai moderati, era in parte il prodotto diun atteggiamento moderato ed intimamente progressivo e riformatore.

Moderato rispetto alIa via da seguire e ai mezzi da adottare per mggi ungere il fine della liberazione deU']talia da vecchie ed estranee istituzioni, moderato il Cattaneo non f:u rispettoalle idee: e cio appunto 10 distingueva dagli uomini del COSt dettoprogramma moderato, per il Quale egii anzi nutri sernpre diffidenza e sfiducia. Se 10 studio della storia che corne la natura non fa salti, se l'abito scientifico e positivo 10 conducevano necessariarnentea detestare ogni improvvisazione ed ogni azione istintiva e mal preparata, e facevano quindi di lui un riformatore, il netto e schietto laicismo che 10 stesso studio della storia determinava, e la spregiudicatezza . teoretica che il continuo sforzo di disinteressata ricerca del vero gli procurava, gli davano quella indipendenza

22

lntroduzione

d'idee e quella scioltezza che gli consentivano d' essere, nella critica delle istituzioni e degli eventi, nella esposizione delle sue idee sociali e pelitiche, un radicale. E il suo radicalismo consisteva nell' accettare e u~I propugnare integralmente e senza riserve quella idea liberale, la cui applicazione i progressi della scienza sembravano aver reso inevitabile : e derivava dalla convinzione che il progresso della scienza e il progresso dena liberta fossero intimarnente legati in modo che non si potessero separate senza uccidere 10 stesso progresso : il che egli compendiava nel motto, assunto a sirnbolo della sua convin7ione e della sua lotta, . di « Iibertae verita )1. Chi era ancora avvi-

luppato nei lacci di una metahsica ontologica, non poteva cssere concretarnente libe rale, rna poteva tutt'al piu considerare Ia liberta come un espediente, che si poteva dare 0 togliere, 0 con cui 51 poteva scendere a qualche compromesso. II Cattaneo, la cui mentalita illuministica e positive 10 distogIieva da ogni vissuta esperienza religiosa, e 10 faceva difJidente verso ogni atteggiamento di mistica accondiS'cendenza, poteva contrapporre l' oscurantismo 'delle chiese al rischiaramento delle scienze, e attribuire al

23

.'

i, I. l :

1

i I

1

"

}

lnlroduziorce

pnmo il regno delluomo suddito e al secondo il regno dell'uomo libero. Percio la liberta non era per il1! un mezzo di governo, rna r atmosfera stessa in cui solo era possibile alla civi!ta e al progresso di respirare. D' altra parte, proprio per quella sua costante astensione da cgnintteggiamento rnetahsico e per la sua natura antiromantica, il suo liberalis~o non ebbe mal tono 0 calore di una religione della liberta, ne fu accompagnato da quegli accenti passion ali 0 entusiasrici che caratterizzarono il restaurato liberalismo " allinizio del suo secolo, rna Iu pur sernpre . rattenuto nel pili rigido ambito della scienza applicata . al benessere e a1 miglioramenro dei popoli, conformemente al principio che liberta fosse (( l' esercizio della ragione )l 31. ' Non dogma, ne espediente, la 'libertci intesa comeliberazione graduale ed intelligente dai legami che attorno an'uomo sociale pongono la barbarie e l'ignoranza, e la mona e nello stesso tempo l'indizio del progresso. Non si puo quindi con essa venire a patti, rna la dove si presentano le sue richieste, bisogna accoglierle senza deviazioni, e 180 dove Ie richieste aneora non si sana presentate, bisogna senza ambagi promuoverle, 11 liberalismo e insomma, per il Cattaneo, prima di

24

s

lnfroduzione

tutto ed esclusivamente fiducia nella liberla, vale a dire fiducia che la liberta generi altra liberta, , e ad una maggiore estensione di Iiberta corrisponda una maggiore diffusione di civilta. « Le menti libere sono in eterno moto; non possono .essere unanimise non

- nella verita, Val phi il dubio d'un' filosofo che tutta 1a marta ,dottrina d'un mandarino e d~ un frate». E ancora : « DaU'attrito perpetuo delle idee s'accende ancora oggidl la fiamma del genio europeo » '2. E quantopiu sa1da ela fede, tanto meno impaziente deve esser l'attesa, e tanto meno incauta l'azione. La liberta e tanto di se diffusiva da attuarsi senza bisognodi interventi_ violenti, La fede nella liberta e insomrna nel Cattaneo il presupposto del suo atteggiamento non rivoluzionario. F ede nella liberta e rifor~ismo in lui a'identificano in una unica speranza:' nel trionfo non lcintano del regno degli uomini e dei popoli liberi.

lnsomma.ti] Cattaneo di tanto si allontana per it suo riformismc dana predicazione rivoluzionaria dei mazziniani, di altrettanto si scostaper it suo radicalismo dal programma" dei moderati ". Agli uni e agli~ltri era inviso, se pur dagli uni e dagli altri stimato per la sua dottrina; ed entrambi avversava,se

25

f

,.

lruroduxione

pur ne riconosceva a tratti I' efficacia dell' opera 0 l' altezza del sentire. I giudizi sulI' uno e I' altro partite sono spesso aspri e ingiusti ; rna egli ben s" accorgeva d' essere, nella sua posizione che era ugualrnente antitetica ai due partiti maggiormente rappresentativi del pensiero del Risorgimento. sempre pili isolato; e pili acuiva le punte della sua critica, piu si avvolgeva nel suo isolamento. Per i moderati ha quasi sempre parole di scheme, se non di spregio 34: Gioberti giudicava con im, pazienza poco meno che un retore fasti-. diose ,., e avversava come spregiatore della repubblica •• ; il D'Azeglio scherniva come il principale faccendiere del Re :17. Ma il suo cattivo genio e il conte di Cavour, col quale Ie relazioni sono cattivissime sia per rnotivi e rancori di carattere rneramente personale '" , sia per una profonda avversione alia sua azione politica, in cui vede soltanto l'abilita di intrigo, r astuzia e la van ita, non Ie grandi virtu costruttive; il suo ardore polemico contro il Cavour si sfoga soprattutto in re1azione alla questione della cessione di Nizza e della Savoia'"; e ogni qualvolta gli aecade di nominarlo emette giudizi severissimi , ora ironici ora addirittura sprezzanti e ingiuriosi ":

D'altro canto, del Mazzini egli stimava alta-

26

: ,J

-,

-,

lniroduzione

menteil valore umano, meno la idea politica : mentre aveva parole di elogio per la sua opera di propugnatore e di formatore della coscienza nazionale, talora difIidava, o addirittura si sdegnava, del suo unitarismo in cui fiutava essenzialmente due perieoli: un' amhizione dittatoria 0 cesarea che conduceva a risultati antiliberali, e un pretesto per cornpromessi degradanti con la monarchia 0 col Papa che indebolivano l'azione repubblicana 41~ Ma quel ehe piu ripugnava . al suo . temperate equilibrio di riformatore

era, ~ei mazziniani, "Pinclinazione all'agita- _ zione sterile, all' azione per l' azione 42. Ed ecco che il Cattaneo, mettendo il dito sulla piaga della retorica giobertiana e dell' attivismo mazziniano, indicava lucidamente i germi della crisi mortale che oggi SI spalanea paurosamente tra la sterilita di una cultura verbosa e l'inconcludenza di una azione tumultuosa e istintiva, tra un sapere che non si trasforma mai in tecnica [metahsica oggettiva, ontologismo speculative, ecc.) e un fare impulsive ehe non si trasfonde mai in costruzione duratura (politicantismo, settarismo, ecc.).

T utte Ie richieste del pili puro liberalismo

27

l'

! .:

I

I

!

,

l

Infroduzione

il Cattaneopresenta e difende negli sparsi suoi scritti. In economia, questo liberalismo . si traduce, come s'e detto, nell'sflermazione del libero scambio e nel ripudio di ogni forma di protezionismo statale. E aggiungiamo, ora, nella difesa della proprieta .privata: tra i principi che egli considera benefici alla agricoltura dell'alta Italia, enumera

« ii promuovimento della piena e libera proprieta» ", e costantemente ritorna sul pensiero che la pro prieta privata e un fondarnento della privata econornia e della pub-. blica felicita. Quando gli accade dincontrarsi can qualche teoria dei prirni socialisti (ha di mira soprattutto i sociali~ti'francesi Saint-Simon e Proudhon), la sua polemica e intransigente e sdegnosa u. In materia religiosa, 11 suo laicismo, talora ispirato ad un protestantisrno liberate, sempre intonato ad un severo anticlericalismo "; richiede la tolleranzadi tutte le fedi e difende istituzionalmente il matrimo~io civile 46. SuI' terreno politico il liberalismo del Cattaneo si manifesta nell' aborrimento di ogni' dispotismo, in cui vede fermi da secoli i popoli orientali, e di ogni aperta 0 larvata dittatura (di qua una delle principali, ragioni di dj.ffi~denza verso Mazzini); nella preferenza data

28

Infroduzione"

. I "AlIa forma repubblicana su quella monar"" chica, checonsidera pur sernpre Inconciliebile can la liberta dei popoli 41; in un patriottisrno. risoluto :e sincere 48, in~offerente di ogni boria nazionalistica, centro cui agita aovente lasua sferza 49, comprensivo dei 'meriti delle altre nazioni, curioso dei loro progressi >I" e desiderosodi imitarli senza piaggeria, inteso ad un programma che 81 puo definire di nazionalismo politico e di cosmopolitisrno culturale. In ordine al problema del Risorgimento italiano, infine, il suo radicalismo liberale si dispiega nella polemica contro il Piemonte e Carlo Alberto 51, a cui attribuisce la maggioreresponsabilita delfallimento deU'insurrezione .lombarda ed in genere della prima guerra d' indipendenza .. ; se pure, in questa .polemica, confluiscono oltre ai motivi politici e ideali del suo- liberalismo repubblicano, fondato su valutazioni storiche specifiche intorno alla storia del-

. l'Italia··. ragioni di natura puramente con'tingente, quali 81 fondano sulla constata. zione della arretratezza della struttura politico-sociale del Piemonte in confronto di quella della Lombardia e di altre regioni . d'ltalia, 0 addirittura psicologiche, quali

" derivano da una," fierezza e da un orgoglio

29

Iniroduzione

schiettamente municipali : e si £issa, diremo cosi, nel motivo determinante della sua azione di patriota, vale a dire nella tesi che la liberta debba andare innanzi alla indipendenza M, essendo che 1a liberta, una volta conquistata, non puo non generare per la fecondita stessa delle libere istituzioni l' indipendenza, mentre questa senza liberta significa unicamente cambiar di padrone. Ma per entro tutte queste affermazioni e appli,cazioni del principia di linerta, quasi direi al disapra di eeso, come necessaria conse.guenza ·e sintesi, sta II principia federali~· stico .. Federalismo europeo e Iederalismo nell' ambito di ciaseuno stato nazionale, sono per COSI dire il punta di partenza e il punto di arrivo del liberalismo di Carlo Cattaneo.

II nome del Cattaneo, infatti, e legato. nella storia del Risorgimento alia fortuna 0 meglioalla s.fortuna del federalismo. Ed egli fu, come egli stesso negli ultimi a~ni della sua vita si esprimeva, (I veramente e incorreggibilmente » federalista 55. Il federalismo nonfu nel suo pensiero un aspetto secondario, rna fu quasi come un punto d'incontro di tutte Ie sue esperienze culturali, il fuoco in cui convergevano i raggi delle sue ricerche, delle sue aspirazioni, dei suoi senti-

30 .

lnirodazione

menti, Nell862 diceva celiando ad un. deputato palermitano: (( Vedete ch'io sono Iederale anche nei miei studi », alludendo alle ricerche che aveva intrapreso e che avrebbe desiderata condurre a termine sulle varie regioni d'ltalia. E aggiungeva : « Perche questa e la sola forma d' unita che sia possibile colla liberta, calla spontaneita, colla natura: d'una unita chinese a russa 0 francese nulla mimporta. 10 vagheggio una famiglia unita colla lingua, colla. fratellanza, ,cogli interessi e sopratutto call' amicizia, ~on uri' amicizia non arrogante ne avara molto meno colle stringhe, colle catene, c;gli· odii c~me furono Sicilia e Napoli, Sardegna e Piemonte » 5.. Come si vede, il federalismo era ·affermato in funzione eli liberta' ancor piil chiaramente altrove diceva: (I II 'federali.~o e la. teorica della Iiberta, r unica pos- . sibile teorica della liberta » 51. E in altre

. occasioni meglio specificava iI nesso che

". univa liberta e federalismo nel modo seguente : ( Liberta e repubblica; e repubblica e plural ita, ossia federazione» ~8. Repub~ blica era il termine unitivo tra liberta e fede~ razione : rna mentre la premessa e Ia conclusione erano elementi .esaenziali, il termine medic, essendo a servizio di quelli, era ele~

31

lntrodazione

menta secondario. Voglio dire che il Cattaneo, liberale e federalista per co_nvinzione.

e quindi per essenza, era repubblicano per reazione e quindi per accidente, tanto da ammettere, per un verso, il federalismo in seno all'impero asburgico, e da condannare:

per altro verso, la repubblica acc.entrata del Irancesi 0 dei mazziniani. Com' egli stesso scrisse in un passo contenente un indubbio riferimento autobiografico: (( E molti v' erano . che avevan sortito dalle mani del creator~ .

il dono d' un' anima repubblicana; pure, non

10 avevano mai seritto, e forse nemmanco erano a ciodeliberati in se medesimi, e certo nori si erano giurati in fazione repubblicana. Ma quando, per oneste ripulse date.a i~por" tuni incettatori, si v.edevano addltah . all~ genti come repubblicani, non avevano .pOI

.la vilta di negarlo; anzi tal ora per magnanirno sdegno se ne vantavano»~·. 11 Iedera- . [ismo era dunque una questione di principio, . la repubblica (( di magnanimo sdegn~));. co- ....• sicche il federalismo del Cattaneo 81 dlffe- .. renzi~va daquello neoguelfo, non tanto perche era repubblicano e non monar~hico, . quanta .s·oprattutto perche, =v=. per 1 neoguelfi la confederazione era un meZZO per assicurare l'indipendenza e la liberta, la fe-

32

] n trod uzione

derazione repubblicana del Cattaneo era il fine stesso della rivoluzione italiana, il porro unum ei necessarium del nuovo stato nazionale. E del resto, soltanto di [ronte _ a questa considerazione del federalismo come principio e non come espediente, si spuntava l'accusa degli unitari, che il federalismo fosse, nei confronti de1l'unitarismo, municipalismo conservatore, accomodamento alIo status quo. Non gia che, da un punta di vista' strettamente psicologico, nel federa. lismo cattaneano non avesse il suo peso l' amore fervido, la sollecitudine attenta per la terra e per la storia lombarda, un certo diffidente provincialismo del milanese, orgoglioso dei fasti e della ricchezza, dell'intelligenza e dellalacrita dei suoi concittadini, e timoroso che nel gran mare dellu, nita andasse dispersa Ia pura e fresca corrente di civilta che la sua terra in conjronto di altre serbava. Ma anche questo (( orgoglio municipale » 60, che andava d'altronde d'accordo can quel che di moderato vi era nelI' atteggiamento riforrnatore, aveva se mai funzi;;ne soIamente stimolatrice, _ perche Ie ragioni probanti e determinanti dell' idea Fe" derale, il Cattaneo traeva da quella idea li-

. berale che cosf limpidamente dava la misura

33

3 .. CATT ... ME.O.

IniroJuzionc

della sua personalita di pensatore e di scrittore; tantoche, di fronte a questa fondazione ideologica del [ederalismo, perdevano gran parte del lora valore, nella concezione del Ca:ttaneo, gli argomenti storici e geografici, vale a dire meramente contingenti, con cui il federalismo Italiano di tutte Ie tenderize, e ricorrente soprattutto nei periodi di crisi 0 di scetticismo e d'insuccesso del. problema nazionale ", cercava di dimostrare la sua maggior validita nei confronti dell' idea uni-

'II

taria, Non mancano qua e la nel Cattaneo,

ben sintende, riferimenti all' argomento principe del federalismo italiano, quale si desume dalla storia d'ltalia divisa in vari stati per tradizioni, costumi e leggi diversi, e non riducibili ad unita se non a scapito delle loro caratteristiche individuali : ne sfugge al Cattaneo, COSl elegance scrittore di cose geografiche, l' argomento tratto dalla natura varia del suolo, del clima, dei prodotti italici, ripugnanti ad una qualsiasi uniforrnita legislativa e istituzionale. Ma il fonclamento del federalismo, ripeto, non e per il Cat!!,,-neo ne storico ne geografico, bensi schiettamente ideologico: sta nel principio secondo cui 10 stato unitario, in quanta tale, non puo non essere autoritario, e quindi ana fine cesareo

34

lntroduzione

e dispotico, perche l'unita e, di per se stessa, soffocatrice delle autonornie , della libera iniziativa, in una parola della liberta, e solo .la phrralita dei centri politici 0 meglio l'unita pluralistica e non indifferenziata, l'unita nella varieta e non gia I'unita senza distinzioni , SOnG l'unica reale garanzia della liberta, l;unico arnbiente in cui puo prosperare la societa nella 0 direzione del progresso civile.

E tanto poco probanti sono gli argomenti

o storici e geograhci, che il principio federali. stico per il Cattaneo trascende i confi;r del problema italiano, e diventa problema politico generale, valido in Italia e fuori d'Italia, nell' ambito nazionale e nell'ambito internezionale. Uno dei bersagli piu frequenti della sua polemica e 10 stato unitario francese, ed anche per la Francia, modelIo degli stati accentrati, auspica una soluzione federalistica, corne sola salvaguardia della sua liberta GOo. E' nato altresi che il Cattaneo riconosceva a1 colosso austriaco un'unica possibillta di sopravvivere : nella trasforrnazione da stato unitario a stato federale, quale era ai tempi di Maria Teresa; e vedeva in questa trasformazione. che ana soglia 0 della rivoluzione quarantottesca gli sembrava imminente, i1 pnrno passo verso lindipendenza

35

[nirodusion«

del Lombardo-Veneto, una indipendenza che non Fosse disgiunta dalla liberta .3. Infine, il principio federalistico diventa~a nel pensiero del Cattaneo principio unihcatore di tutti i popoli europei, e pure degli stati occidentali progressivi can quelli orientali stazionari : e nel ribadito aborrirnento della guerra di conquista, e quindi di ogni imperialismo sopraffattore, nell' elogio della libera agricoltura, dei liberi traffici e della libera scienza, che soli potevano dare origine alIa solidarieta dei popoli civili 04, il patto federale fra le nazioni era visto come il naturale sbocco di una politica internazionale, fondata sulla scienza positiva e sul principio della liberta.

« E' tempo - diceva - che le discordi tradizioni delle genti si costringano ad un patto di mutua tolleranza e di rispetto e d' arnista, si sottomettano tutte al codice J'un'.unica giustizia, e aHa luce d'una dottrina veramente universale )) .S.

Del resto il federalismo, COSl inteso, in funzione di liberta, non era una scoperta del Cattaneo. Bisognerebbe chiudere gli occhi di fronte alla tradizione pill coerente dell' idea liberale, per non ricono~ere che il liberalismo e nelle sue origini, nei suoi sviluppi storici e nella sua logica interna, essenzial-

36

', __ "

"_

Inlroduzione

mente federalistico. Un vasto movimento federale era stato suscitato in Francia, nel periodo della Convenzione nazionale, in contrasto con la tendenza centralizzatrice dei Giacobini, dagli uomini della Gironda •• , nei quali la storiografia liberale del" tempo esa]tava i rappresentanti pill puri ed i rnartiri dell' idea liberale. Beniamino Constant, che iI Cattaneo mostra di conoscere ad apprezzare .7, affrontando il problema di un ( potere municipale n , come potere distinto dagli altri poteri dello stato, e indipendente daI potere esecutivo, riconosceva doversi introdurre neIl'amministrazione dello state ( un po' di federalismo », intendendoper Iederalismo non gia la teorica dello stato federale, rna pili correttamente la teorica dell' autogoverno locale, e paragonava la liberta degli enti locali, in tutto cio che non riguarda gli interessi generali, alIa liberta di cui doveva godere l'individuo nella sfera degli interessi individuali. Anche il Sismondi, largamente letto in Italia, fissava l'attenzione sullimportanza del libero comune nella compagine dello stato, indicandolo come una scuola di scienza sociale e di patriottismo e come avviamento aHa democrazia GS. Nel 1835 e nel 1840 uscivano rispettivamente la prima e la

Inirodueione

seconda parte della Democrazia in America del T ocqueville, che gettava uno sguardo penetrantissimo suI meccanismo del pili potente e libero tra gli stati federali moderni, rivelandone i segreti ed esaltandone Ie virtu.

E nel Cattaneo, profondamente educato aIle .idee liberali del tempo, la compenetrazione del principio federalistico, a cui mantiene fede per tutta l~ vita e che agita in ogni occasione, negli scritti e nelle lettere, nei colloqui congliamici e coi discepoli, come la propria onorata handiera, con tutta la sua personalita di pensatore e di scrittore, e tanto pro fonda che si e potuto dire, con .un'iperbole che non e un travisamento rna solo una sottolineatura della realta, che tutte Ie sue indagini filosofiche e sociologiche 10 conducessero al federalismo, fossero un prearnbolo del Iederalismo "'. In realta, il suo abito di. scienziato positivo, d'indagatore di fatti sociali e storici, la sua passione per la ricerca ernpirica e induttiva, sia nel campo della linguistica e della economia, sia nel campo della storia in generale, 10 rendevano particolarmente attento a q uella varieta del costume che si cela sotto l' apparente uniformita della legge,a quella diversita delle istituzioni che viene sacrificata nel corso del

38

. -.~

... 1- .... 1

·c

.,

,i

,.

Infroduzione.

tempo all'unita di una egemonia,e 10 invitavano a considerare che come la vera. scienza della natura consiste nel rispettare l~ difformita, traendone la legge, rna non .. gia nel Forzarle nell'unita artificiosa del sistema, cosi la vera scienza della societa, laquale soltanto si traduce in politica progressiva, deve fondar~' quella sola unita che e cornpatibile con la conservazione delle distinzioni. 0 se vogliamo, il principio [ondamentale della federazione, secondo cui non vi.e vera unita che non sia nutrita di distinzioni. secondo cui I'unita trascendente Ie distinzioni e dispotica, e solo.e compatibile can la liberta I'unita che riconosce Ie distinzioni, era I' applicazione pratica di queI concetto di unita che presiedeva alIo sviluppo in sen so sperimentale di tutte le scienze, era infine quello stesso concetto di unita che a lui.. non positivista, faceva accogliere la concezione della filosofia propria dei filosofi positivisti, cioe come scienza delle scienze, 0 insomma come unita non rnetaernpirica e vuota, rna come connessione di quel che di comune e quindi unificabile vi e nella distinzione del reale; unit~ infine che si contrapponeva proprio al « politico panteismo »,» di cui accusava il Mazzini, « nel quale, per virtu metafisica

.'

39

r'·":···

..

,



dell'unita, persone e cose venivano In un sol vortice tramestate e assorte » 10. In tal modo, l'indinazione agli studi positivi, attraverse i quali il Cattaneo, dal 1835 al 1848. nei COS! detti anni della preparazione, aveva avuto campo di approfondire Ie piu diverse materie e dar prova della ammirevole versatilita e della vigoria del suo ingegno, aveva costituito quasi come una predisposizione al federalismo, che ancor vagarnente e solo a grandi Iinee disegnato prima dello scoppio rivoluzionario, era costretto poi a prender forma pili precisa e a riernpirsi di un contenuto dottrinale pili concreto a contatto can le correnti politiche in latta aperta e v~e. mente in quel prirno e acerbo aprirsi della passione nazionale, trasformandosi in ideologia pertinacemente sostenuta e in programma ben definito cl'azione nel decennio da! '48 al '59; e infine, pur mantenendo intatto il suo valore ideologico, adattarsi al fatto cornpiuto dell' unita e convergere verso la riforma militare e amrninistrativa, dopa il '60.

Oggi, volendo definire il federalismo del Cattaneo, non solo nella sua origine dottrinale e storica e nelle sue aspirazioni ideologiche, rna anche nel suo contenuto

40

• s __

I

I I

"I

Iniroduxione

politico, giuridico, economico, nelle sue note distintive nei confronti di altre dottrine fede., ralistiche e antifederalistiche, il che non e stato di solito compiuto se non ad accenni laconici 0 a non eloquenti sottintesi, non si puo non tener conto di questa suo svolgimento graduale e necessario da idea in forme a programma di azione e di riforrne, onde .giova, per una pili attenta indagine, studiare il pensiero federalistico del Cattaneo nei tre diversi mornenti teste menzionati. COSt vedremo nella prima fase, che va sino al '48, it concetto federalistico dispiegarsi in una ideologia normativa di una generale politica europea : nelia fase intermedia, che comprende glianni tra il '48 e il '60, l'idea federalistica, ormai maturata, essere applicata principalmente al problema della guerra di insurrezione nazionale: nell'ultima fase, dopa il '60, trasformarsi in principia generatore di riforme militari e amrninistrative nel nuovo stato italiano: tre diversi aspetti di un" unica idea, che si adatta al turbinoso e rapido svolgersi degli eventi,

Avanti 10 scoppio dell'insurrezione lornbarda, l'idea federalistica, non aneora rnaturata a contatto con l' azione politica, era

41

"

j-;,.

~. ! ..

! 1 {

r, r I i

~.

/ntroduzione

discesa da un generico federalismo europ~o, che si poteva forse pill propriamente chIa~' mare cosmopolitismo e qualche volta a~che umanitarismo, a1 concetto della federazlOne austriaca, come primo passo vers~, lindipendenza del Lombardo~Veneto. CIa 1a fede-

, It me garanzia di li-

raztone era acco a co

b t' rna la soluzione federale non era . er a, . 'I I' b ' ancora applicata a tutta 1 :a ia, , ensi

soltanto ana parte che soffnva dlIetta~ mente della dipendenza da uno st~to accentrato e autoritario, come era ll~pero

b' tanto meno si era affacclata Ia

u u~~o;e , '

difficolta pili grave per un. fe~e.rahsta It~-

liano, la trasposizione del pnnclplO fede~ah~ stico da uno stato plurinazionale, c~m era

to I'Austria ad uno stato nazlOnale,

appun , .' 1

L' l' . ne del principio federallsuco a ~ .

app lcaZ10 .

l' Austria significava, come appate chiato dal

Programma del Cisalpino, scritto n~lla n~t~e del 17 marzo 1848, e dai passi dell ~rchtv!O triennale in cui il terna e tipreso, untcarnente il trionfo del principia di nazionalita: « Se~ nonche. in questa conAitto di lingue, , ogm popolo s'accorse d'avere la sua; ogm, na-

. 1 1a coscienza di se rnedeslma;

zione co se .

cornprese il segreto del suo ess~r~; VIde che

la libertil delle altre era condlzlOne neces-

42

..

l

Jrtftoduzione

saria della sua)~ [pag, . 131): In quest' ordine di idee, .il· Cattaneo considera I' unita del]' Austria come una, delle ragioni della sua decadenzae della impossibilita di tenere a freno i popoli nel secolo delle nezionalita. e ritenendo che ]' unica via. di salvezza per I' A~stria sia quella di trasformarsi in Federazione di popoli, condanna la riforma costituzionale austriaca che istituisce un parlamento centrale, dove accadra che i rappresentanti delle diverse nazionalita non s'jntendano fra di loro, e giunge a porre ben chiara l' alternativa a cui si deve avviare 1a politica internazionale : « 0 I' autocrata d'Ecropa 0 gli Stati Uniti d'Europa )) ", II cosmopolitismo generico degli anni di preparazione, nel memento dell'urto col problema nazionale. si determina in questo concetto degli Stati Uniti d'Europa, a cui dkforza il profondo sentirnento antirnilitaristico e antimperialistico proprio dellilluminista liberale e del libera1e illuminato: « QueI giorno che l'Europa potesse, per consenso repentino, farsi tutta simile alIa Svizzera, tutta simile all' America" quel giorno ch' ella si scrivesse in fronte Stati Uniti d' Europa, non solo ella si trarrebbe da questa luttuosa necessita delle battaglie, degli incendi e dei patiboli,

43

In lroduzlone

1;

rna ella avrebbe lucrato cento mila rnilioni )) ". II concetto della federazione italiana non e ancor nato; ne potevanascere per derivazione diretta dal propugnato federalismo austriaco ~a, perche qui federazlone voleva dire nazionalita, mentre nazionalita italiana . voleva dire, se mai, unita e non federazione. L' esperienza quarantottesca del Cattaneo sbocca esclusivamente nell' affermazione solenne dello stato federale europeo. Le sue Memorie suIl'insurrezione si chiudono con queste parole: « Avremo pace vera, quando

. avremo Ii Stati Uniti d'£uropa)) H,

Perche si chiarisse nella mente del Cattaneo il concetto della Iederazione italiana

. occorreva una esperienza politica, nuova e fortissima, Quale fu il fallimento dellinsurrezione lombarda a malgrado, 0 come ritenne il Cattaneo, a causa dell'intervento piemontese. 11 quale, a giudizio del Cattaneo, avendo da un lato paralizzato col timore di un nuovo padrone I'jniziativa popolare, e avendo dall'altro ostacalato, per una reazione di naturale gelosia, il contributo degli altri principi italiani, aveva insegnato al popolo due cose: anzitutto, che la soluzione del problema nazionale non poteva essere

44

Inlroduzione

che popolare e quindi repubblicana; in secondo luogo, che il popolo avrebbe dato

. tanto maggior contributo di audacia e di armi alla lotta, quanto piu sarebbe stato sicuro di non perdere con la conquistata indipendenza la propria individualita e [e proprie istituzioni naturali. II primo insegnarnento, c~m'e chiaro, conduceva alla repubblica, il secondo aHa federazione: « fuori del diritto federale sarerno sempre gelosi, discordi e inlelici » 10. Repubblica e f~de~azione si venivano COSl affe~ando come il presupposto della futura rivoluzione italiana. L'una si contrapponeva al programma unitario piemontese, l'altra al programma ugualmente unitario e cesareo dei mazziniani ; onde il Cattaneo ebbe pi6 volte a ripetere che non intendeva « meglio Ie fusioni repubblicane che le regie 1) 76, E di fatti l'urto reale, di Fronte a cui il suo liberalismo nazionale si era venuto concretando in un programma rigidamente federalistico, era state provocato dall'avvenuta fusione della Lombardi a, col Piemonte durante la prima campagna d'indj~ pendenza. Percio it suo programma Iederale, pili che antiunitario , fu « antifusionario », perche fusione a detta sua era in fondo con-

. fusione, e la confusione non poteva non ge-

45

lntroduzione

nerare se non debolezza ed errori. « Ti ripeto - scriveva a1 Ferrari - che bisogna contrapporre la federazione alla fusione e non allunita, e mostrare che un patto fra popoli liberi e la sola via che puo avviarli alla concordia e alla unita : rna ogni fusione conduce al divOIZio,' all' odio» T1.

Ma anche di Fronte alla mutata situazione dei rapporti di forza e delle speranze, il concetto di una federazione italian a si venne determinando nel pensiero del Cattaneo gradatamente, ne ebbe chiara ed irrevocabile formuIazione se non in sede di postuma e corrucciata rillessione sugli avvenimenti quarantotteschi, a cui aveva assistito e di cui in parte era stato iI protagonista. Aneora durante i mesi della guerra austro-piemontese,. la sua posizione nella lotta non e tanto, determinata dana sua idea federalistica, quanto dal suo atteggiamentorepubblicano, che mira diritto aIlo scopo immediato del. problema della nazionalita, considerato come il problema dicui iI secclo XIX dovra dare presto a tardi una soluzione. In una mente, come quella del Cattaneo, non volta allideologismo, rna positiva, l' opinione ~i f~rma reagendo ad un' esperienza concreta: e la prima esperienza e per lui indubbiamente Tinea-

46

lntroduzlone

pacita della monarchia piemontese a condune felieemente la guerra, onde la prima e immediata reazione e il repubblicanesimo. Ancor durante la guerra, infatti, il suo programma e assai pili vicino al programma mazziniano di quello ehe sara di poi, e dal Mazzini 10 distaccano assai pili questioni di metoda (egli vede pur sempre nel Mazzini un alleato del Governoprovvisorio lombardo) che di principio ; e cio e provato dal fatto che iI dissidio scoppiato nel famoso colloquio del 30 aprile 1848 verteva soprattutto sulla questione pratica relativa aU' opportunita di ricorrere agli aiuti francesi e sulla condotta da tenere nei confronti del Governo provvisorio 78; ne si deve dimenticare che aneora neU'agosto e settembre dello stesso anno, scrivendo Ie Memorie sull'insurrezione, eleggeva a motto quelle stesse parole del Tasso H halia e Roma » (accolte pure in altro scritto Per fa Sicilia), in cui si riassumeva, 10 VO. lesse 0- no il Cattaneo, ne Fosse e non ne fosse consapevole, il pensiero mazziniano 1"; e che nella conclusione delle stesse, mentre aperta era la professione di fede repubblicana e la proclamazione degli Stati Uniti d'Europa e della italiana nazionalita, ancora soltanto abbozzato era tuttavia il disegno

47

In!roduzione

della soluzione federalistica; la quale, poi, aneora nel 1850, nelle Consideraziotii all vo~ lume dell'Archivio triennale, in pagine che pur Iurono citate ad esempio di quella soluzione, essendo esclusivamente incardinata sui due enti estremi del municipio e della nazione, e non ammettendo alcuna colleganza intermedia, finiva per essere presentata in modo da richiamare alla mente la dottrina, gia da' tempo affermata dal Mazzini, e da lui propugnata.costantemente per tutta la vita, del comune e nella nazione come i due· unici termini dello stato Italiano repub61icano demoeratieo e unitario so; a meno che non si volesse scorgere, ponendo I' aecento sul primo termine, una netta e cruda manilestazione di municipalismo,

Soltanto in sede di rillessicne pili pacata e rnatura intorno agli avvenimenti, il Cat. taneo, useito dall' azione, ne disposto a rientrarvi, chiari a se e attorno a se, e predispose ai fini dell' azione futura, il suo programma Federalistico. Mentre si veniva raffermando nell' opinione dei pili j] giudizio che il '48' e il '49 avessero rappresentato 11 fallimento della guerra federaIe, e quindi si dovesse ~preparare la guerra unitaria, il Cattaneo, partendo dall' opposta opinione che il falli-

48

, .

lntrodtizione

mento del '48 Iosse dovuto all'intervento regie e al (( fusioni~mo )), traeva pure la conseguenza opposta che l'unica via d'uscita fosse la guerra Iederale. Ed e proprio in vista della guerra federale che il suo fede~ ralismo si venne precisando, e acquisto maggiore determinatezza e vigore ideologico.

Invano si cercherebbe nei pochi scritti del Cattaneo in cui del problema federalistico si parla di proposito, una determinazione della federazione dal punta di vista giuridico e amministrativo. lnvano si chiederebbe al Cattaneo una teoria della federazione di cui potesse valersi il giurista 0 I' uomo . di stato. n suo castante modello sono gli Stati Uniti d'America e la Svizzera; e alla grande e alIa piccola federazione rinvia : « Solo al modo della Svizzera e degli Stati Uniti puo accoppiarsi unita e liberta )) (pag. 138) S1, E non fu certamente ultima ragione del dehnitivo maturare in lui del1'idea fed~ralis.tica, il suo esilio a Lugano su] finire del '48 e il sog- . giomo che ivi si protrasse sino alIa fine della vita tra l' amorevole attenzione degli abitanti e la stima riguardosa del Governo. Ma Iors' anche perche nella sua patria adot, tiva il federalismo si respirava nell' aria, egli non seese rnai a farlo oggetto di studio.

t IF

,

·;·.: .• ···1'

:".

';.

49

lntrodazicn«

rigoroso nelle sue ragioni storiche, nelle sue istituzioni e nel suo possibile trapiantamento, nonostante le insistenze degli amici 8.. rna si limite a invocarlo come un rimedio miracoloso 0 a propugnarlo come un programma d'azione. « Per me- egli dice dogrnaticamente - la sola possibil forma d'unita tra liberi popoli e un patto federale. n potere debb' essere limitato; e non puo essere lirni- - tato se non dal potere ))8'. I cenni storici all'Italia federale e repubblicana sono .lampi improvvisi in tina appassionata perorazione:

« Anche ]a repubblica romana, quando divente repubblica italiana, cesso d' essere, La liberta si rifugio tra i federati di Corfinio, e perf sotto Ie spade unitarie di Mario, di Silla, di Cesare, ch'erano tutti dittatori e imperatori; poco importa se a nome dei patrizi 0 dei plebei » ". 0 scorci rapidissimi di doquenza concisa e vigorosa: « Vedo l'ltalia, non appena e per la prima volta una, schiava di Tiberio, ferocemente schernita da Nerone j lao vedo inerme, imbecille, derelitta, dal disertore Costantino ai vandali, ai Goti, ai papi. II primo raggio di sole e il patto di Pontida 85, E tosto sfolgora al mondo la vittoria di Legnano: poche spopolate citra dettano in Costanza la pace al possente e prode

50

lntroduzione

irnperatore, che se ne va crociato a cere are in Asia la morte n "'. II concetto della federazione italiana si chiarisce in quanto si ricollega all'Italia comunale; e del res to l' antico comune e simbolo della liberta italiana per tutti i teorici della repubblica, dal Ferrari al Montanelli. Della futura repubblica federale italiana perno avra da essere il municipio, per designare il quale il Cattaneo accetta a sfida l'espressione dispregiativa del Gioberfi, « repubblichette )) j e queste tutte insierne costituiranno il « repubblicone », secondo il principio che « tra la padronanza municipale .e .l'unita nazionale non si deve frapporre alcuna sudditanza 0 colleganza intermedia » (pag, 146), .

A questo repubblicone composto di re. pubblichette, non importa se anche minuscole, purche libere e indipendenti, il Cattaneo dara il nome di Stati Uniti d'ltalia 01, E dal memento che questa parola viene proclarnata, essa diventera il principia sintetico del suo programma, la formula che dow vrebbe distinguere la sua fede politica da ogni altra: « Quando i mazziniani fanno evviva all'unit£! bisogna rispondere facendo evviva alIi Stati Uniti d' ltal!«. In questa formula, la sola che sia compatibile colla li-

I

!

51

I:

r

Introduzione

berta e coll'Italia, vi e la teoria e vi e la pratica: tutte le questioni possibili vi stanno gia sciolte con un gigantesco esernpio, di cui Ia Svizzera offre il compendia ad usa interno di qualsiasi provincia italiana che voglia avere .in seno le pace e la liberta»". Di fronte all'obiezione piii grave mossa dagli . uriitari, che la federazione sia principia .idoneo esclusivamente agli stati plurinazionali. e che I'unita della nazionalita italiana implichi di per se stessa l'unita della stato, rio sponde adducendo esempi di mancata coni. spondenza fra unita statale e unita nazionale a linguistica: (( No, qualunque sia Ia cornu. nanza dei pensieri e dei sentimenti che una lingua propaga tra le [amiglie e le co· muni, un parlamento adunato in Londra non fara rnai contenta l'America; un par. lamento adunato in Parigi non fad. mai contenta Ginevra; le leggi discusse in Na" poli non risusciteranno mai la giacente Sicilia. ne una maggioranza piernontese si credera in debito mai di pensar notte e giorno a trasformar la Sardegna. 0 potra reno dere tollerabili tutti i suoi provvedimenti in - Venezia a in Milano)) (pag. 160). £ ancora : (( In un paese di popoli COS! diversamente educati, come l'Italia, e possibile dare anche

52

lntroduzione

a dieci siaii un solo principe 0 una sola presidenza a altra qualunque rappresentanza unica in faccia all' estero; rna nellinterno bisogna rispettare Ie istituzioni d' ogni popolo ed anche la sua vanita i ".

La federazione, ancora una volta. non e che 10 sviluppo logico del principio che la Iiberta si conserva, come disse il Machia-

. velli, tenendovi sopra le mani, impedendo la formazione di leggi da parte di parlarnenti Iontani dai soggetti a cui Ie leggi sono destinate, conservandociascun popolo presso di se, in sede locale. i propri usi, le proprie costumanze, le proprie leggi. Soltanto a chi non sa cogliere nella federazione altro che un espediente politico per il raggiungimento dell'indip~ndenza, questa formula degli Stati Uniti d'Italia puo parer contrastante can quell' altra degli Stati Uniti d'Europa, rna, appunto, per il Cattaneo, la federazione non' e instrumenium regni, rna l'unica possibile « teorica della liberal. »: come tale eben applicabile a due diverse situazioni, quella europea e quella italiana, che sembrerebbero, a guardarle non dal punta di vista della maggior liberta, rna unicamente da un punto di vista politico e diplornatico, contrastanti. Ese la guerra del '48 era fallita, perche non

..

53

lntrodueione

vi avevano concorso popoli Iiberi, rna' principi inetti, aveva per 10 me no dimostrato che quel che di alto e- di provvido si poteva

. cornpiere era stato compiuto non dai prfncipi rna dai popoli, Milano insorta, Roma repubblicana, Ven~zia ultimo baluardo dell'indipendenza; e doveva insegnare per il futuro che per metter -mano alIa guerra bisognava metter prima mano alla Iiberta,

Al Cattaneo, alieno da ogni presa d~ posizione ehe non andasse diritta aIlo scopo, importava soprattutto che i popoli attraverso la liberta 0 la speranza della Iiberta fossero portati a quella guerra santa che solo i popoli liberi 0 per difendere la propria liberta sanno combattere; protagonista delle Cinque giornate di Milano, voleva che Ia nuova guerra Fosse Ie Cinque giornate non di Mi-: lano soltanto, rna d'halia: guerra del populo. combattuta dal popela non irrigimentato in eserciti di principi e di cortigiani, rna arruolato nelle formazioni di una nazione armata, In questa sede il suo federalismo aveva accenti assai pio. chiari e pio. risolu'ti che non nella discussione meramente giuridica ed istituzionale. Confutando la tesi dei mazziniani che la guerra del '48 Fosse stata un tentative di guerra federale 90, ribadiva

···.1

Introduzione

ehe guerra unitaria era stata e appunto per questo fallita ", e che la nuova guerra avrebbe dovuto essere, essa, la vera guerra federale. E per guerra federale intendeva quella guerra che sarebbe nata sotto l' auspi, cio di uri patto, ( d'una promessa di combat. tere ognuno per tutti e tutti per ognuno » .~. Questo patto di guerra e il vero patto Iederale, la base dell'unione e della fratellanza che non tollera ne egemonie ne predominii. « Non vogliono capire - spiega. - che it patto federale e applicato per combattere tutti insieme, ehe 11 g1uramento del GrUtli e quello della lega grigia furono patti di guerra e non di governo» '3. Solo un patto di tal sorta che implica 1a promessa di reciproco aiuto ed esclude ogni ri valita, aumentera il numero dei combattenti, e fara di una riazione un esercito in armi, « Hai visto - scrive al Macchi - la repubblichetta di Vaud che alla dimanda di nove battaglioni risponde .offrendone oeniicinque I ... E Vaud fa duecento mila anime, poco pili della provincia di Pavia I Di questa misurale repubbliehe d'Italia potrebbero dare piu di tremila battaglioni I » ", Ma ogni patto presuppone la liberta di contrarre: il patto di guerra presuppone che ogni popolo sia padrone a

54 , 55
,.:4
~~ lniroduxione

casa sua. Ed ecco allora che il pnmo passo sara quello della insurrezione generale, e della conquista da parte di ciascun popolo della propria liberta : « II faut que dans ehaque etat de l'Italie le peuple, en sinsurgeant.. proclame imrnediatement sa souverai-· nete, qu'ilnomme son assemblee, qu'i! la surveille, qu'il organise lui-rnerne sa propre

liberte » ".

Di fronte agli avvenimenti del '59, la posizione del Cattaneo, corne del resto aeeadde ai pili grandi protagonisti del '48, fu assai meno netta, e quindi pili inefhcace ed effimera. La guerra del '59 intanto si presentava come I' antitesi della guerra federale ehe egli aveva predicate, Cia nonostante, egli non Fu tra gli oppositori, anzitutto perche riteneva che ilprimo dovere degli italiani Fosse quello di eombattere ad ogni eosto e approfittando di ogni occasione : « Ogni qualvolta sioffra . un caso di guerra giova sempre ai figli seendere in campo, mostrarsi arrnigerie valo- . rosi... I pop ali inermi e prigionieri, i popoli ai quali un nemieo ingeneroso e turpe ha destinato l'infamia, devono abbracciar qualsiasi opportunita di guerra. Se non possono aver la guerra per la liberta, ebbene , frattanto abbiano la guerra per la guerra»

56

/' .I

. ~

JI

"11' ! t

. It ", t

lntroduzione

[pag. 172) Oil; rna in questa aecettazione della guerra per se stessa c' era non so Quale tonalita patetiea 0 entusiastica ehe non si eonfaceva ne al carattere ne alla mentalita di un uomo che voleva la guerra, si, rna prima di tutto la preparazione ana guerra, ehe aveva

, predicate, sin dall' ormai lontano Programma del Cisalpino, di armarsi per combattere, non gia di combattere per eombattere e senza essere armati ; 0 se vogliarno, vi era anche un elemento di politica realistica che era una contraffazione della sua fierezia quarantottesca, che se mai aveva peccato di motalismo 0 di intransigenza rivoluzionaria ". Del resto, un atteggiamento siffatto si spiegava in parte come un atto di risentita opposizione al Mazzini, il quale, disposto ad accordarsi con Ia monarchia riel '48, in opposizione recisa al Cattaneo, andava ora predicando la politica della linearetta, cioe I'asteneione dalla guerra fran/3o-piemontese U:In secondo luogo, ancora in opposizione .. a] Mezzini, . egli non vedeva di malocchio l'intervento 'di Napoleone III, perche riteneva che Napo, leone rappresentasse il bonapartismo, vale a dire 10 spirito repubblicano e militare in Italia, e Ia tradizione.imperiale francese, vale a dire sotto ~;_aspetto I'unione della

57

I.

/ n irotlu zione

F raneia e dell' I talia, si trattasse dellimpero di Carlo Magno 0 del grande Napoleone"; e quindi non temeva da lui ne ingerenze ne egemonia, Ma per uno spregiatore di re e odiatore & dispotismi, questi argomenti erano per lo meno Iorzati 100, come era ingenue il pensareche se la casa di Savoia. prendendo l'iniziativa della guerra nazionale, si sarebbe Iatta padrona d'Italia, prendendola Napoleone, sarebbe diventato suseitatore di repubbliche. Cosf che, vicino pili.a Mazzini ehe al Piemonte nel '46, si veniva a troyare oggi nelle file dei piemontesi e del conte di Cavour, lontanissimo invece da Mazzini,

. il quale, non del tutto fuor di proposito scriveva in quei giorni : « Nessuno, tranne pochi raggiratori senza principi, qualche patrizio lombardo, abborrente da ogni moto di popolo, e i l~ro organi nellastampa torinese,

- e bonapartista in I talia» 101.

Quel che importa, egli non smenti mai il suo programma federale, e vi tenne fede con sacra ostinazione fino a che vide in Italia una qualche possibilita di moto 0 di trasformazione. Ma tale programma. data la rnaturita raggiunta dana politica unitaria -piemonw tese, non poteva orrnai che dare debolissimi e presto spenti bagliori. Si rallegrava, con un

58

I ntroduzione

cornpiacimento in cui non mancava una parte di orgoglio personale, del programma federalistico che Napoleone III suggeriva 0 faceva suggerire in .ltalia, quando scriveva o face va serivere: « Ce n'est done pas I'unite absolue qu'Il faut poursuivre en Italie; c'est runion federative)) ,.~. Ma questo Federalismo era una Lega italiana con la presidenzadel Pontefice: cio che, nonostante la . rievocazione del grido di Viva. Pio IXlan. ciato nel . 48. non dove va eerto rispondere al programma federalistico dei suoi amici (si pensi a Ferrari) e dei suoi discepoli; e nemmeno, oseremmo dire, .al programma di chi gia nel '48 aveva seritto: « L'ltalia non potrebbe esser una col Pontefice Re,. peroc-: che si e fatto esperimento ehe non puoessere nostro capitano chi vuo! essere sae~rdote e padre dei nostri nemici» (pag. 137). Altri incitamenti 0 entusiasmi federalistiei. che ancor qua e la .si rivelano, sono voei tosto soffocate di chi prediea nel deserto loa. Ma egli predichera sino aU'ultimo, e sin che vi sara un moto acceso in Italia, rimarranno vive Ie sue speranze, Consigliere di Garibaldi a Napoli nel '60, deputato, suo magrado, al Parlamento italiano riel '67, la e qua porta con dignita 18 sua divisa di federalista; la e

59

;

·"1

In irodu ziorie

qua la piu piccola esca accende Ia grande fiamma della sua fede federalistica. Nel Iuglio del '60, scriven do al Crispi sulle cose siciliane, insinua che « i Siciliani potrebbero fare un gran beneficio all'Italia dando alI' annessione il vero senso della parola, che non e assorbirnenio, Una gregge non e una pecora sola » : e ribatte il suo chiodo: « La mia formula e Stati Uniti, se volete Regni Uniti; l'idra di molti capi che fa pero una bestia sola. Per essere amici bisogna che ognuno resti padrone in casa sua »: e ancor pili incisivamente : « Congresso comune per le cose comuni , e ogni .fratello padrone in casa sua. Quando ogni fratello ha casa sua, le cognate non fanno liti )) ,.4. E a Napoli, a fiancodi Garibaldi, suo consigliere ed amrniratore, in quel brevissimo periodo della sua permanenza, si batte centro l'annessione immediata in favore dell' assemblea degli stati, e si ritrae non appena l' annessione edecre. tata. Infine, ancora nel '67, recatosi a Firenze per prendere parte la prima volta in vita sua ai lavori della Camera dei Deputati, di Ironte alIa crisi ministeriale che apre la via ad un nuovo ministero Rattazzi, si riaccende il suo entusiasmo: {( T utte le censorterie - scrive alIa moglie - sana in "gran

60

lntroduzione

decadimento. Le idee federaliprendono Forza : e alla testa di questo movimento e Torino. 5i puo dire che il rinnovamento dell'ltalia comincia adesso )) 105.

Ma se l'ltalia non si e formata federativa~ mente, cioe attraverso l' auspicato patto fe.

. derale, i prindpi federalistici non sana percio stesso da rigettare, appunto perche il Iederalismo· e per il Cattaneo questione di principio e non soltanto di fatto: e la questione di principio e pur sempre a lui, uomo di scienza pili che d' azione, maggiormente accessibile che la questione di fatto; e ad essa si dedica dalle pagine della sua rivista, svolgendo i due temi cardinali del nuovo state che dovrebbe sorgeie sulle ravine dell' antico, il tema della riforma militare e quello della riforma amministrativa.

II vigoroso reggitore del Consiglio di guerra nelle Cinque giornate e un acuto studioso di cose militari 106. Can una rara ehiarezza riconosce e ribatte che i1 porro unum del Risorgirnento Italiano e il problema militare. A~miratore del genio napoleonico, difen. sore delle poche glorie militari italiane 1"7, e spregiatore senza reticenze della molta ignavia, non tralascia occasioneper sostenere la

61

lnlroduzione

l' !'-

importanza decisiva di una rieducazione militare italiana 1".; rna il problema militare aflronta e risolve can quegli stessi presupposti di govern a libero con cui e affrontato e risclto i1 problema federale. La « nazione armata» del Cattaneo e il federalismo sotto l' aspetto militare, cioe e la teo rica della liberta applicata all' esercito. AlIa formula della federazione « ognuno padrone in' casa

. sua » , corrisponde l'altra formula, non meno nota e fortunata, della nazione armata: « Militi tutti, soldato nessuno » 109. Anche qui Ia suggestione della Svizzera e della grande re, pubblica federale americana e decisiva. Can entusiasmo egli esclama alla fine di un suo scritto : « La Iegge federale svizzera [ Un milione di cittadini soldati » "". Centro gli eser· citi stanziali delle grandi nazioni, strumenti di oppressione dei popoli, meccanismi di. spendiosissirni e inefhcaci, germinatori di' vizi, massa inerte di manovra degli intrighi diplomatici e delle ambizioni territoriali, dello spirito insaziato di conquista delle grandi potenze, egli sostiene e difende l'istituzione dell'esercito popolare, che e quel modo di difesa « il quale, armando il massimo di forze gratuite e il minimo di forze costantemente assoldate, tanto meno ne pro-

or'

''':.

62

lntroduzione'

dighi negli intervalli della pace quanto pm ne possa accumulare nei terribili istanti della guerra » 111; i vantaggi dell' esercito popolare non so no solo d'ordine pratico e tecnico, minor aggravio finanziario e maggior impeto nel combattimento, rna anche e soprattutto d' or. dine morale, perche « mentre e irresoluto e inefhcace al1e guerre ambiziose e invasive, e tanto piii poderoso nelle guerre d'incolpabile difesa» 1 L2. Convinto che l' ordinamento dell'esercito debba anch'esso seguire il progresso delle istituzioni civili, d' altro lata esige dalle istituzioni civili, in primo luogo dane istituzioni di cultura, un maggiore interessamento per il problema militare, onde la proposta che l'insegnamento militare sia introdotto nelle scuole di tutti i gradi: « T utte le scale devono preparare l'adolescenza al fine supremo di tutti i nostri pensieri: la difesa della patria. T utte le ecole devono avere aspetto militare » 11> • Questa compenetrazione tra istituzioni .civili e militari e l' espressione stessa di quel principia, secondo cui I'eser-

. cito non e un apparato esecutivo dello stato,' rna e, nella stato nazionale, la stessa nazione armata, pronta in ogni occasione alla propria difesa. E se I'Italia anch'essa deve pur mettersi su questa strada, ha gia l' esempio. da

""""-

·1

1

63

lnlroduzione

segurre, 0 addirittura il simbolo in cui esaltarsi: it grande e pro de condottiero dei Mille, colui per cui il Cattaneo, cosi sobrio nell' ammirazione e cosi tenace nel demolire gli uomini, anche pili grandi, del suo tempo, adopera parole, davvero insolite nella sua bocca, come le seguenti: ([ Cet homme est plus puissant que Ie Pape et les trois empereurs. La chemise rouge est un signe de justice et de redemption comme jadis la croix du Christ » 11", Garibaldi e un po", per il Cattaneo, la pietra di paragone degli uomini del Risorgimento: la sua nobile generosita si contrappone al calcolo cavouriano ; iI suo disinteresse all' ambizione dittatoria mazziniana. Egli non e ne il diplornatico ne I'apostolo : rna il condottiero del popolo, Di qua, nel Cattaneo, quella riverenza per il generale, cos I contrastante con la sua consueta irriverente spregiudicatezza nel giudicare uomini 'e cose. E soprattutto Garibaldi e l' esercito del popolo, Si leggano queste righe, cosi nette ed efhcaci : (( Dall'un capo, un povero marinaio senza patria, can due navi inerrni e un migliaio di giovani capitati a caso, puo sfidare un re che ha centocinquantamila soldati, un pontefice che ha centocinquanta milioni di credenti, una potenza

64

I~troduzione

che fa paura al mondo. Dall'altro capo, chi tiene in sua mana una nazione volente e Ii-" dente, un parlamento, un esercito, un tesoro, un credito, sta miserarnenta confitto in una politica che non dev' essere la guerra e non puo essere la pace, che non devessere il mota e non puo essere la quiete, e si riduce ad un'alleanza, a cui per forza dorigine gia spuntano le ale della conquista » "".

Quanto alIa riforma amministrativa, se l'Italia non e nata come federazione, a causa della conclamata egemonia piemontese, puo diventarlo mediante unaperta, libera e moderna riforma amministrativa. II programma

"massimo dello stato federale si riduce, a contatto colla realta, al programma minirno del. l'autonomi"a legislativa e amministrativa della regione. E al decentramento, dopo il '60, i! Cattaneo dedica passione e studi, sernpre pili convinto che il teatro della sua lotta non e l' azione politica, rna Ia scienza, convinto tanto da pensare per prima cosa,' appena liberata la Lombardia dopo il trattate di Villafranca, a riprendere la pubbli; cazione del Poiitecnico, come primo suo dovere e come suo principale contributo alia organizzazione della nuova Italia che sta per sorgere. In .linea di principio il suo pro-

65

f>, • CATTASIW.

fnlroduzione

gramma federale non e mutato, Nel '62, scrivendo al Bertani, asserisce che « 1a federazione e la sola unita possibile in Italia »: e cosi definisce il suo vecchio e sempre nuovo concetto : « la federazione e la pluralita dei centri viventi, stretti insieme clallinteresse comune, dalla fede data, dana coscrenzc nazionale 1) "6. Anche sul piano polernico il nuovo federalisma non differisce dan' antico : il federalismo oggi come sempre e in fun-· zione antipiemontese. « II Piemonte, essendo il solo centro organizzato e oioenie, e pill forte di tutta 1a massa; padroneggia; prodiga; a6usa; rende odiosa ai popoli l'idea nazionale; nnira col far sospirare il passafo. Per raffrenarlo e bilanciarlo, bisogna dar vita libera agli altri centri. Bisogna, nel nome della concordia e della vera unita Iibera e morale, costituirsi protettori delle· autonomie » 117. A queste autonomie tiene Iisso 10 sguardo. Gia nel luglio del 1859, esponeva a grandi Iinee il suo programma . di riforma amministrativa: « II mio voto e che ogni stato d'ltalia muti la sua legielazione e amministrazione da se medesimo, e solo in quanto possa sostituirvi a!J:re Ieggi assol utamente ed evidentemente· migliori : e che Ie nuove Ieggi siano, quanto pill si puo , UDl-

66

\

{

i

.j

J

introduzione

formi in tutta l'Italia, e percio premeditate in un consiglio comune ». Opera di confusione e principia di discordia e « il portare improvvisamente da state a state intere legislazioni, in gran parte antiquate e difettose, e intere gerarchie d'uomini incogniti e inesperti delle persone e dei precedenti » "'. II pericolo piu segnalato e Ia cosiddetta piemontizzazione d'ltalia: il rimedio, l' autonomia dellesingole regioni, 0 meglio degli stati, E su questo peri colo e su questo rimedio si soffermera con analisi paziente e con eloquente polemicanelle prefazioni al nuovo Politecnico e in una larga documen-

- tata interessante discussione sui vari progetti di legge comunale e provinciale.

L'estensione tii urr'unica legislazione a tutte le regioni italiane produce due inconvenienti assai gravi: anzitutto , in ogni legislazione particolare vi sono istituti e leggi pill avanzati di quelli che Ia legge nuova imporrebbe, e la lora soppressione andrebbe a scapito del progresso di ciascuna regione e della concordia generale; in secondo luogo, in ogni regione, data la yarieta storica e geografica d'ltalia, vi sono bisogni peculiari a cui mal potrebbe provvedere una Jegge generale ed uniforme. II rimedio non potra es-

67

lniroduxione

sere ehe uno solo: ogni stato dovra avere assemblee legislative proprie, can cui-provvedera in forma assolutamente autonoma ai bisogni locali; e se congresso comune degIi stati vi sara, a questo sara devoluto il compito di provvedere a quells riforme che siano realmente progressive. « Tutto cia che dev' essere commune, dev' essere assolutamente e altarnente progressivo: il ritorno dell'ltalia suI campo della legislazione dev'esser degno dell' antica sua grandezza e maesta » [pagina 185). Mail maggior beneficia della riorganizzazione dell'Italia su basi liberali e democratiche, verra dalla moltiplicazione e dalla vivificazione del comune: « i eomuni sono la nazione; sono la nazi one nel pili intimo asilo della sua liberta » (pag. 246). Con. tro i vari progetti di riforma amministrativa, presentati tra il '59 e il '64, che propongono fra l'altro l'aggregazione dei piccoli comuni, dimostra con un confronto Ira la situazione della Lombardia e quella della Sicilia, che il piccolo cornune e centro di prosperita e di progresso, che invece di spegnerlo bisogna promuoverne la formazione; e paragenando, per suggestione degIi istituti arnericani, il comune ad una societa di diritto privato, afferma che il pili efficace provve-

68

)

dimento di una nuova legge comunale dovra esser queUo di « assicurare la piu libera diffusione del diritto municipale su tutta la superhcie dell'ltalia )) ~ag. 276); e sara questa vera opera di decentramento, di « quel dicentramento di cui molti ei credono, e tutti si vantano.d'avere unanime desiderio, rna di cui nessuno ha trovato ancora la prima parola » (pag. 276). Qui, dove 1'idea federale scende dal piano ideologico al piano pratico dell 'attuazione , il Cattaneo. cosi eloquente con le cifre e can gli aridi schemi, rivela la sua capacita di scienziato e di storico, possiamo dire, con l' espressione a lui cara, di filosofo civile, assai meglio che nel disegno generale di un programma; e in questo senso il federalismo, non come astratta e antistorica ideologia, non corne espediente politico, rna come garanzia istituzionale della liberta e della democrazia, sopravvive sino ad oggi, con aspetto e lusinga di modernita, msreme col BUO infaticabile propugnatore.

lnirodazione

/

II quale non fu uomo d'azione, corne del resto l'altro paladino del federalismo, Giuseppe Ferrari; rna fu bensi uomo capace di azione 11', vale a dire di sicuro intuito dei moventi e dei nessi dei fatti grandi e pIC-

69

lntroduxione

coli, di energico contegno nei rapporti personali ed umani, pronto nel valutare una situazione, fermo nella condotta, deciso nella esecuzione. Per quant6'? esempio di probita e di riserbo, non si Fosse mai faHo predicatore di azione, non rnanco di scendere nell'azione in occasioni memorabili ed ecceziona1i; se pur, uomo non dazione rna di studio, I'azione, anche quella che parve discendere naturalmente da un suo precostituito disegno, fu a lui provocata dane insistenze degli amici a daUa urgenza dei fatti, pili di quel che egli stesso non l' avesse provocata; ed egli si trovo, riluttante e diffidente, trascinato in quella ribalta a lui non familiare, in cui riuscf pur a cornportarsi da padrone, rna da cui si ritrasse sempre assai presto. quasi si trovasse a disagio nell' ambente non suo C} 6utasse i pericoli di quelle cornpromissioni che nell' azione sana inevitahili e a lui parevano degradazioni 0 ba9~ sezze. Al contrario dell' amico suo Ferrari, che tumultuoso predicatore d'azione, teorico, storico ed evocatore di rivoluzioni, non scese mai nelle piazze, e se qualche azione campi, Eu azione piu di maneggi daesiliato 0 di intrighi parlamentari" che di risolutiva efficacia: il Cattaneo, equilibrate, prudente,

I~'

..•. " .. ' .... - .•. -.: ..• " -

I

I

! I

I i

70

In iroduzione

ponderato riformatore, all' azione rivoluzionaria pur diede lampi del suo consiglio e della sua energia, ne venne meno or qua or laall'impegno e alla responsabilita di una azione risolutiva, l\1a uomo d'a:z:ione. ripeto, come pur piacque alla agiogra6a del Risergimento rafhgurarlo, traendone l'immagine da que! fantastico quadro in cui egli can la fronte eretta e il braccio teso rifiuta l' arrni, stizio al parlamentare di Radetzky a nome degli insorti, uomo d'azione assolutamente non Fu.

Dovunque gli fu affidato un incarico 0 una missione, per onorihca ed alta che fosse, egli si trasse or sdegnosamente or can modi cortesi in disparte, sl che la sua carriera politica consistette principalmente in un curriculum di cariche non accettate ,... E i soliti mati vi cheegli adduce sana come una nota costante del suo carteggio. Motivi generali e ( la po~ litica e odio, e latta perpetua» 12,1; motivi tratti da1 suo ingegno e dalla sua natura: « 10 son natoe lungamente vissuto agli studi; e non alla politica » "2; motivi piii ideali, di coerenza aIle proprie opinioni, come quando gli fu offerta la candidatura aHa costituente T oscana: « vi protesPo nuovamente ch' io non posso accettare altra rappresentanza che

71

..

lnlroduzione

quella del mio paese e per canto de' mrei cittadini, quando tempo fosse; e ancora non desidero d' esservi chiamato, poiche Ie posizioni cospicue e teatrali mi ripugnano : "'; a come quando, pochi giorrri dopo l'insur. rezione milanese, rifiutava di far parte della commissione per 10 studio della legge elettorale, non avendo questa accolto 1a sua proposta di dare pubblicita ai dibattiti. Non e uomo di azione : 10 dichiara pili volte egli stesso: « 10 non sana pronto ad agire nella - minima maniera, e percio non posso essere alli ordini di chi rni appel1asse all'azione») 124. E' uomo di studio: « Non tiratemi in pohtica : lascia temi a' miei studi » 125, esclama subito dopo la liberazione della Lombardia. Sottraendosi aIle preghiere degli amici che 10 vogliono tirare in politica, d'altro non si preoccupa chedi ridar vita al suo Politecnico: « Ma il rnio parlamento io me 10 tengo meglio in casa , Trattero volentieri le questioni utilitarie; molto mal volentieri la politica }) '20.

Gli interventi del Catt~neo nell' azione sono brevissimi, rapidi, occasionali, soprattutto occasionali. Cede all'azione soverchiato dalI~ necessita, a dalla convinzione dellanecessita.: rna cede, non va innanzi all'azione.

72

.....

InfroduzionB

Dal '18 marzo al 5 agosto 1848, le sue due apparizioni sulla scena della lotta, al prin-

· cipio come animatore del Comitate di. difesa . e poi di guerra, aHa fine come consigliere

· inascoltato dei duri a rnorire, corrispondono

· ai momenti in cui l' arco teso della insurrezione coperta e della insurrezione aperta si spezza, e da luogo qua alla crisi rivoluzionaria, la. alIa crisi controrivoluzionaria. Ma ogni qualvolta evocaquelle sue gesta, par quasi che scuotendo il capo ne voglia svela;e il misero e facile segreto: « Sappiate dunque, mio Modena, ch'io non aveva rnai fatto il politico: Torto 0 ragione, era COSL A veva sempre atteso a cose pill, alIa 'mana e pili pronte a friggere. Se mi avvolsi nel diavolezzo dei cinque giorni, fu per lei sdegno. che mi fece Ia dappocaggine dei maggiorenti e dei lora barbieri, e perche mi vi tlro per i panni que} buttafuori di Cernuschi e mi mise in punto di far l' eroe per are quarantotto )) 107. E quelle altre due volte che si avviluppa nel roveto della politica, con Garibaldi a Na.poli per meno di un mese nel '60,e al Parlamento fiorentino per altrettanto tempo nel '67, sente la puntura delle spine, e arretra, non dico sanguinante, rna indolenzito e sconrento, Nel decennio fra Ie due guerre, quando

73

... i

In ttoduziotl e

piu impetuosa e impaziente e ]' azione degli esuli nella concitata preparazione di nuovi eventi, nella formazione di nuovi orientamenti d' opinione, nel risveglio di nuove energie, egli esule, rappresentante acclamato di una delle correnti piii significative del mota rivoluzionario, che pur ha i suoi fedeli e i suoi seguaci smaniosi di agire e desiderosi di far argine al repubblicanesimo mazziniano, si ritrae nel (( fondo di deserto » di Castagnola, si dedica all'insegnamento della filosofia nel liceo di Lugano, e ritorna, sollecitato e stimolat~ dall'intelligente attivita della Tipografia Elveticade1 Repetti"', alIa sua occupazione preferita: gli studio E quivi e ispiratore di grandi iniziative editoriali, molto probabilmente della stessaraccolta dei Documenti della guerra Santa; promotore, fondatore e costruttore egli stesso della pili ricca e ardita e ampia raccolta di carte, documenti, opuscoli della rivoluzione quarantottesca, I' A rchivio iriennale, che assorbe per lungo tratto di tempo gran parte delle sue occupazioni letterarie er,mche delle sue preoccupazioni pelitiche, e in cui sfoga passione di storico e passione di parte, affetti e rancori, e si eleva daIl'ingrato lavoro del raecoglitore dalla mano felice alla incisiva valu,

! ~ .

j'"'

74

lniroduzione

tazione della storico dall' occhio penetrante; animatore e consigliere a sua volta di nuove opere e di nuovi studi, che diane un contributo di chiarimento all' opera di reeente chiusa e agli eventi futuri 129. Soltanto nei primi mesiche seguono immediatamente la caduta di Milano, nell'esilio di Parigi, e tra i personaggi attivi della ernigrazione repubblicana: accetta di far parte, insieme con Lodovico Frapolli, rappresentante del Governo provvisorio lombardo presso il governo di-Parigi, e con Lizabe Ruffoni, segretario dell'Associazione nazionale italiana, di una deputazione nominata daIla Giunta di insurrezione nazionale, co_stituita dal Mazzini, con l'incarico di chiedere ral Bastide, ministro degli esteri della Repubblica fran. cese, di prendere l'ii-tiziativa per un' alleanza tra la Francia, 1a Svizzera e l'Italia repubblicana ra o j e - accetta pure dal Mazzini 1'incarico di far giungere a destinazionedue indirizzi che iI Mazzini rivolse, I'uno all' Assemblea nazionale francese. l' altro al Go-verno Irancese, a nome degli esuli lombardo-

veneti, nel settembre del- '48, per otten~re dalle potenze mediatrici del conHitto austropiemontese che la questione veneta non Fosse disgiunta- dalla questione lombard-a e Fosse

75

· .'~

lniroduzione

riconosciuta la indipendenza del LombardoVeneto "". Eppure anche a Parigi la sua principale occupazione e quella di scrivere Ia storia della insurrezicne, e appena ha terminato il lavoro se ne viene via lasciando che 1 politici si accapiglino : (( Saremo costretti a rigettarci in un terribile cornbattimento, e pur troppo siamo in disaccordo tra noi stessi : io desidero ardentemente di non essere costretto a mischiarmi nella latta civile che sta per accendersi )) 132.

Il disaccordo serpeggiava fra gli stessi esuli repubblicani, che faranno e disfaranno gruppi , manifesti, combinazioni, alle quali il Cattaneo, ritiratosi in Isvizzera, vorra essere estraneo nonostante le pressioni dellamico Ferrari. I federalisti repubblicani facevano capo principalmente a due gruppi: quello di eapolago, che nella fueina del Repetti, sotto l'influsso del Cattaneo, abbandonati gli intrighi, il settarismo e le cospirazioni, svo]geva attivita culturale ; e il gruppo di Parigi, non omogeneo e disorientato, dove si congiungevano, rna non si fondevano, il Iederalismo dottrinario di Ferrari, I'intransigente fedelta cattaneana di Cernuschi, il conciliazionisrno un po' vanitoso, fortemente tinto di democratismo e socialismo alIa Lamen-

76

lntroduzione

-,

nais, del Montanelli. il riserbo teorico e politico del Manin. I quali, spinti da una veL leita dazione, soprattutto allorehe venivano agitati daUa feb bre dell' antimazzinismo t cercavano di tanto in tanto di attrarre a loro la genialita e la 'luciclita del Cattaneo, rna ne avevano sempre aperte 0 larvate ripulse, Finalmente, messi in iscacco dalla costituzione, nel luglio del '50, del Comitate democratico europeo, ispirato e in gran parte diretto dal Mazzini, il quale, in uno, dei suoi manifesti (agosto 1851), denunciava apertamente il pericolo del federalismo, non soltanto monarchico rna anche repubblicano lOa; punti sul vivo dalle dichiarazioni del mazziniano Comitato nazionale italiano, che sembrava tendesse alla monopolizzazione dell'idea repubblicaa e dell'attivita insurrezionale, si costituivano in associazione e gruppo attivo promovendo, attraverso il. Lamennais, il Comitato franco-iberico~italiano, che si proponeva 10 scopo di attivare la solidarieta delle riazioni latine per il raggiungimento delle principali mete additate da una democrazia sociale di ispirazione lamennaisiana. Nel Manifesto di questa Comitato, che usciva il 17 agosto sul National, vi era una parte riguardante I'Italia, la quale conteneva i

77

v

ft

~ ~.

lniroduzione

quattro punti fondamentali del federalismo repubblicano "". Certamente, non lontano da essi era il pensiero del Cattaneo; il quale pero, pur sollecitato dal Ferrari ad apporre la sua firma ad un indirizzo di risposta che cornincia con queste parole: « V otre voix nous appelle a I'action JJ, risponde, ed e e sara la sua risposta invariabile a tutti gli inviti COSl Iatti : « 10 non sono pronto ad agire nella minima maniera, e : percio non posso essere alIi ordini di chi mi appellasse all'azione » 135; e mettendo fuori tutta la sua suscettibilita di uorno di studio, infastidito dagli inventori di iniziative nuove, si erge contro la proposta del Ferrari di costituire un comitato pubblico per la diffusione delle idee federalistiche, ribadendo: « Un comitato pubbllco mi sembra una contraffazione e una scimrnieria di do ch~ vogliamo combattere, cioe della pretesa di rappresentare e governare senza mandato tutta la nazione » "", Infatti, il comitato neo-latino, unico conato d'azione federalistica, non aveva ne seguito ne favore, come. aveva ben previsto il Mazzini 107; e il gruppo federalistico, che trovava la sua ragion dessere non tanto in unazione positiva, quanto nella polemica antirnazziniana las, a poco a poco SI veniva assotti-

\.'.

" ,

.,

" I'

.~

78

.:'.t;

"." .

: i

lniroduzione

gliando: Cernuschi abbandona la vita politica, e cornincia la sua fortunata e mirabolante carriera finanziaria; Ferrari, dopa il colpo di stato di Luigi Napoleone, si rinchiude nel silenzio degli studi: Montanelli, il pili attivo, divide Ia passione politica can Ie Muse a cui si abbandona, scrivendo poemi

e drammi; Marrin professa la sua conversione a] piernontesismo sul finire del '55 can la famosa dichiarazione di sacrihcio e di abnegazione del partite repubblicano alIa causa nazionale. Ma c'e una fortezza che non si lascia smantellare: Cattaneo. Non mai pronto all'azione degli uomini di partito, dei cercatori di popolarita, 0, nella rnigliore delle ipotesi, degli apostoli, la sua azione e quella di una coerenza che non si spezza, di una fedelta aIle idee che non soffre incrinature: non e l' azione di un settario ne di un fanatico, rna dell'uomo di pensiero. Se non vi' . saranno pili d' ora innanzi ne gruppi, ne c~mitati, ne partiti di federalisti, il federalismo s'inca~na in lui; ed a lui ricorreranno, in lui si rifugeranno, i discepoli devoti come Mauro Macchi 0 i fedeli dispersi come Agostino Bertani. II Iederalismo e Cattaneo, g'identifica can lui. E COn lui attende ostinatamente la sua ora.

79

lniroduxione

Ma questa non doveva venire ne allora ne poi. E' diffuso il giudizio secondo cui I'Idea federalistica non ebbe seguito, perche Ie manco una organizzazione attiva, un centro propulsore di idee direttive, e fu sostenuta da uornini di pensiero e non d' azione: e un giudizio infondato. II federalismo fu dottrina d'intellettuali e non principio d' azione, perch6 non era, per 10 meno in ltalia, frutto del tempo, rna era sotto certi aspetti idea troppo vecchia e sotto altri idea troppo nuova, SI che non trove tra i suoi sostenitori se non- politici che vedevanotroppo vi~ cino 0 intellettuali che vedevano troppo lontano; e quindi non ebbe organizzazione, perche non poteva averla, e qualsiasi organizzazione che Fosse sorta per la buona vo-. lonta di pochi, sarebbe stata destinata al sicuro insuccesso. Quanta al primo aspetto, era nel giusto il Ferrari, quando osservava: « Sfortunatamente il lato debole deUa fede~ razione e appunto d' essere desiderata in cattivo sense dai retrogradi )) "'; COSI, come per il secondo aspetto, aveva ragione il Cattaneo di affermare: « Il male non si e che il principio federativo nonabbia una rappresentanza, ma bensi che non sia ancora popolarmente spiegato e popolarmente com-

80

" ' ..

, ..

, . , .

........

\.

,~rt

.;¥

, .. ~ I ,It:

.,' '.'

:}~.~.:'.~

-,'.'.: •. ;.,

.'

:J, .

.I,':,

lniroduzione

preso. Siccome viene contrapposto aUa pretesa unita, si cade facilmente a crederlo un principia d'isolamento e di separazione » 140. Che cosa fece il Cattaneo per spiegare PO" polarmente il concetto federativo? Qual giudizio si dovrebbe .dare di lui, se si volesse stabilire un raffronto tra l'infaticabile e inesa~ribi1e attivita del Mazzini per rendere popolare Fidea della unita repubblicana, e rim" mobilita del Cattaneo? '" Eppure, anche questa immobilita ha una giustihcazione, di cui forse it Cattaneo stesso non si rendeva canto: ed e che egli a~rebbe potuto esplicare tutta l'attivita di cui era capace per spiegare popolarmente il federalisrno, rna il Fe" deralismo popolare non sarebbe diventato, perche non dipendeva dagli uomini ne dalle organizzazioni di far maturare un" idea che non era in accordo coi tempi.

11 federalismo repubblicano comprendeva una questione di metodo e una questione di principio, Per la prima si differenziava dalI'unitariemo mazziniano, perche riteneva che l'insurrezione dove-sse esser diretta, anziche da un comitate unico dotato. di ' poteri eccezionaii. daHe varie assemblee locali che sarebbero spontaneamente sorte nei luoghi deL l'insurrezione. La questione di metodo non

J

81

6. - CATTANRO.

lniroduzione

cinteressa piii : runo e l'altro metodo non ebbero mai modo di essere messi in azione, essendo che gli eventi si svolsero con quel terzo rnetodo , che gli unitari e i federalisti, entrambi per diverse ragioni, aborrivano, e nell' acciecamento del loro aborrimento ritenevano inattuabile: quello della conquista regia e delle annessioni , C'interessa la questione di principia: ed e qui che il Iederalismo presenta Ie due facce, l'una volta verso il passato e l' altra verso l' avvenire : on de un giudizio sul federalismo e quindi sul Cattaneo, che quelle due Iacce rivela, non si puo dare se non sceverando quello che in esso era residuo del passato e quello che erainvece anticipazione del futuro~ Passate, era il concetto di uno state federale italiano, nel senso strettamente tecnico della parol a , vale a dire di uno state che risultasse storicamente daIl' aggregazione successiva di stati diversi, e desse luogo ad uno state di stati: passato, perche altra giustificazione non aveva che quella della storia italiana, che e storia di stati indipend.enti e divisi, ne riusciva a liberarsi dall'abitudine di considerare nello stato italiano non I'unita della nazi one rna la varieta degli stati. Purtroppo, proprio questa era la rnanifestazione

82

·1

1 '[

lntroduzione

piii vistosa del federalismo, contro cui il Cattaneo aveva un bel ripetere che il suo federalisrno non era contro l'unita, rna contro la fusione; rna egli stesso la veniva convalidando, anzitutto can la formula degli Stati Uniti d'Italia, in secondo Juogo col continuo trarre esempio dalla Svizzera e dagli Stati Uniti d'America che erano, nel senso proprio della parola, stati federali, rna di fronte ai quali si poteva ripetere col Mazzini che erano esempi mal probanti, perche « questa [l'A· merica] rappresenta la sola unita possibile tra i paesi di un continente intern, quella [Ia Svizzera] Iormata per aggregazioni successive, rappresenta la sola unita possibile tra popoli di lingua, di razza, e di credenze diverse )) 142 •. Concetto passato, e per un repubblicano, aggiungiamo,contraddittorio, perche gli stati italiani erano quello che erano, cioe stati monarchici ° sottoposti a monarchic ; e quindi il federalismo, 0 accettava la situazione storica, e allora rirnaneva impigliato nelle reti delle vecchie divisioni assolutamente arbitrarie, 0 la voleva frasformata in senso repubblicano, e allora anche Ie vecchie e arbitrarie divisioni dovevano essere sconvolte. Ma in quale direzione, con quale criterio ~ E 'per quale ragione, gli stati monar-

"

83

lniroduzione

chici, scomponendosi, avrebbero dovuto dar luogo ad altrettante repubbliche, e non al frazionarnento delle repubblichette, 0 alla unita del repubblicone? Che il Cattaneo, stretto dalla logica del federalismo, dovesse far buon viso al cattivo gioco delle repubblichette, si puo intendere; rna e indubitabile pure che Ie repubblichette rappresentavano proprio la faccia del federalismo volta ad un passato pill passato di quello sognato dagli stati rnonarchici indipendenti. E se la cornpagine politica italiana doveva scornporsi, non c'era ragione, per la logica, certamente, almeno in questo caso, pili Iogica dei rnazziniani, perche ricomponendosi non dovesse dar luogo allo stato unitario.

Ma il federalismo ha pure il suo aspetto di modernita, proprio perche non e soltanto la dottrina della stato federale, -rna e anche la « teorica della liberta », che del modello dello stato federale si serve come di schema normative. E il Cattaneo ben 10 intende; e il federalismb. come gia si e detto, e per il Cattaneo la pill valida garanzia della liberta civile e di quella politica. La preoccupazione del Cattaneo, comune al pill schietto liberalismo, era che 10 stato unitario, proprio in quanto tale. Fosse inevitabilmente oppres-

84

,'!,

,~ .

lnirodazioru:

sivo, perche livellatore delle differenze, di. spotico perche accentratore , L'antidoto era la molteplicita dei eentri, autonomi non solo amministrativamente, rna anche legislativemente; e questa autonomia prendeva 6gura giuridica dello stato federale, rna avrebbe potuto prendere, con 10 stesso diritto, la 6- gura dello stato unificato su base regionale. Percio, per quanto possa sembrare un paradosso, 10 stato federale nel senso proprio della parola non era essenziale alIa domina del federalismo come teorica della liberta. Essenz,iale nel pensiero politico del Cattaneo non e tanto la formula proposta, quanto la meta ch'egli voleva raggiungere, cioe la rnaggior liberta possibile, civile e politica, insierne con i mezzi indicati, cioe una certa autonornia legislative delle regioni, 0 se vogliamo pure usare il SUO. linguaggio Iederalistico, degli stati. La quale autonomia, mentre era, da un lato, garanzia di liberta, nel . sensa liberale della parola, oioe di liberta civile, diventava nel suo sense pili maturo e certamente pill moderno, incremento di Ii-

. berra politica, nella direzione di una genuina democrazia, poiche una maggior partecipazione dei cittadini alIa cosa pubblica era da questa molteplicita dei centri autonomi pre-

85

In!roduzione

supposta e promossa. COSl il federalismQ, se per la sua faccia volta verso il passato poteva semhrare una tappa gia superata dagli unitari democratici, per Ia sua faecia volta verso il futuro era una tappa da questi non aneora raggiunta. H Cattaneo non era affatto Iavorevole allademocrazia del suffragio universale che . sembrava allora Tunica autentica democrazia. E ne affrontava i propugnatori con gli argomenti del piu rradizionale. conservatorismo: ( Certo li altri che vogliono gia fin d' ora abbandonare le sorti dei popoli al suffragio universale commettono nella misura del tempo un assai grave e assai fu-

. nesto errore. La misura del tempo e la scienza delle rivoluzioni II 142. Eppure nella natura stessa del federalismo Iiberale c' erano tutti i presupposti per un avanzamento democratico degli stati assai pili ehe non nella teo- , rica del suffragio universale. lasciata in balia degli stati aceentratori.· Quelche non era del tuttochiaro allora e oggi evidentissimo:

il suffragia universale e un espediente, non

e il principio della demoerazia, la quale progredisee non tanto in proporzione dell' estendersi meramente quantitativa del suflragio, quanto proporzianalmente al moltiplicarsi delle istituzioni di autogoverno. L'espediente

86

I n!roduzione

del suffragio universale chiude l' esperimento democratieo nella forma della democrazia indiretta; il federalismo, se per federalismo s'intende il moltiplicarsi deHe istituzioni di autogoverno, rappresenta il principia del~ I'unico metodo, che non sia puramente ideologico come quello propugnato dal Rau~ seau, di democrazia diretta. 51 che oggl, fatti esperti degli errori del democratismo degli stati aecentrati, ci sembra di poter precisare la formula del Cattaneo, affermando: il federalismo ela teorica della liberta e della democrazia. n che val q'uanto dire che delle due teoriche ottocentesche del federalismo liberale e dell'unit~risma democratico, la piu viva oggi e la prima: per 10 rneno in ordine al problema della configurazione dello stato, che, se si guarda al problema sociale, tutte e due erano allar fuor dena rotta. Ma della prima, anche rispetto al problema della trasforrnazione. della societa e non soltanto dello stato, ci possiamo oggi servire e ci stiamo .servendo; rnentre della seeonda diffidiamo come di un ingannevole miraggio. Per chi vuo] progredire, :il federalismo nell~ su~ faccia volta verso il futuro e una teonca dt progresso; la democrazia degli stati accentrati h~ gia dato i suoi frutti e sono per la

87

Introduzione

maggior parte frutti avvelenati. Ed e una teorica del progresso, perche e u'rla teorica di quell'unico ideale in nome de] quale si cornpie e si matura ogni conquista civile s la Iiberta,

Forse che -non potrernmo incidere sulle porte del tempio della pace, che oggi si e riaperto, ·Ie parole mirabili e solenni con cui ,j] Cattaneo· definisce la liberta dei moderni per distinguerla da queUa degli antichi? Ecco: non e anche la nostra Iiberta, come quella proclamata da] Cattaneo, « una Iiberta. che . non guarda indietro come quella delli Spartani, ne pensa solo a morire come quell a di Catone, rna guarda neI futuro impavida e serena, perche si aspetta di vivere e trionfare )) ? , •• *.

*. A differenu. di Giuseppe Ferrari, it quale ne La FederaziOne repubblicana, pubblicata a Capolsgo dalla Tipografis Elvetica nel 18SI, riunf il suo pensiero

Infroduzionc

federalistico in unarnpia esposizione storica e teorica, i! Cattaneo, assai meno forte teorico di quel che f055e geniale suscitatore didee, non dedico al Iederalismo, lui che del federaliamo italiano dovev" essere riconosciuto come il piu temuto e rispettato propugnatore, per I'in, discusso caposcuola, null'altro che pagirie frammentarie e ·incomplete frammezzo alia mole davvero gigantesca

·.dE!lIa sua opera di scrittore, Can 10 stesso buon diritto

con cui si e cercato di mettere in luce. nell'/nfroduzione, . che tutta I'opera del Cattaneo conduce alia Iederazions, ora ~i ·puo qui tranquillamente affermare che non vi e nessuno scritto de] Cattaneo che riguardi in modo ape. cinco ed esclusivo il problema federativo. Sono conci-

.. iati bran; di lettere ad amici, pacati ragionamenti nelI'opera del filosofo e delletterato, eloquent! appelJi in indirlzei politici, serrate dimostrazioni negli scritti di polemics storica : il federalismo e ora oggetto di perorazione, ora di critica, ora di esposiziorie ecientifica, ora di incitamento; rna il federalismo, quasi come il punto di riferimento di tutti i problemi, non e quasi mai di per se stesso il problema trattato. lnvano si cercherebbe in tutta I' opera del Cattanec uno scritto che potesse chiarnarsi, can qualche fondamento,. uno scritto suI federalisma: iI quale, insornma, ) .. dove si fa strada tra le vicende della storia universale 0 gli eventi politic] della storia contemporanea, e sempre una professione

d·i Iedo, raramente un oggetto di studio. '

Orbene, siccome per l'appunto a causa di questa frammentarieta e dispersione dl un pensiero pur .cosi aostenzialmente' unitario, sui federalismo del Cattaneo non vi sono idee ne diffuse ne chiare! ne e facile a chi non s'immerga net grande mare della SUa opera .e.cquistarne brevemente, con una certa esattezza, notizia, e .

89

In!roduzione

parso opportune, da un lata, neli'/ntroduzione, lasciare

it massi mo spazio a tutti quei peaai dell'Epi.tolario in cui vi fosse qualche spunto relativo al problema Iederativo, elall'altro, r-iurrirc in una pubbJicazione complessiva quegli scritti 0 parte di scritti che valessero nel loro insieme a dare unidea dell'entita e dello svolgimento di quel pensiero 'in ordine all'argomento in questione, di guisa che questa raccolta riuscisse ad esserc un quadto dineieme, valevole di per se stesso a dare una conoscenza del pensiero politico del Cattaneo nelle tre [asi indicate sopra, e una docurnentazione persuasiva di quanta rieU'/ntroduzione si e venula affermando. Per. quel che riguarda il titolo, can cui questa raccolta 0, stata presentata, none propriamente il titolo di nesauno degli scritti qui raccolti, rna apparira giustilicalO pienamente, ave si consideri che a proposito di questa formula" Stati Uniti d'ltalia», egli stesso ebbe a dire che essa equivaleva ad una pubblica firma, essendo un punta notorio della sua Iede politico (Sp. E., II, palO· 32}. Una breve raccolta antologica di passi relativi ai problemi fed"ralistici si trova in Le .piu bel1e pagine di Carlo Cattaneo, scelte da G, Salvemini, Milano, Troves, 1922, pp. 85.89. Silloge 9.i frammenti eattaneani e il libra dal titolo II pensieto di Carlo Cattaneo, scelto dalle miglioti sue paginc a cura di E. Rebora, Carabba, Lanciano, 1925, in cui del f"deralismo toceano i Iramrnenti 354·358

e 410-413.

Di dove gli scritti che seguonO siano stati estratti, ap-

pare da' questa breve e schernatico elenco: Programma del Cisalpino (1847), starnpato riel vol. 11 dell'Archivio triennale, poi in Sp. E., I, pagg. 122"125; Per Ia Sicilia (1848), in Sp. E., l, pagg , 141·143; 11 nurnero e la'Volonii [il titolo e mio] (1850). estratto dalle Considera-

f t

J

j,

r V

:!

90

L I

In trodu zion e

zioni al 1 vo], dell'Archivio iriennale, ristampato in S~. E., I, pagg. 268-272; 11 dititto [cderale [il titolo e nuo] (1855), estratto dal Proemio alII! vol d ll'A h" tri I . . e rcrolD

:::;n~ e,. n~t~mpato in ss. E., I, pagg, 399A04; Agli

a . Itallam II"! ~on~ra (1859), stampato in Sp. E .• II, p ss. 163-169; L ordlnamenio del Regno [il titolo e mio (r~60), ."stratto dalla Prefu2;ione 81 vol. IX del Polite~ cnr~o, r.lsta~pato in Sp. E., II, pag-g. 275.281 ; La rilorma I~glslutwa [II titolo 0, mio] (1861), eatratto dalla Pre/azrone al vol. X del Poliiecnicc, ristampaio in Sp E

III 303 ~"6 . . .,

• pagg. -J\}; Nazione armata bbl' .

Politeenico X (1861) .' . ,pu icato In

" , rrstarnpato m Sp. E .• pagg. 309-

325; Sullo legge eomunal.e e provinciale (1864) tt

1 tt bbl' ' qua ro

e ere pu Icate su fl diritto, ristampate in Sp. E III

pagg. 74-97. ., ,

~ saggi citati sono stati riprodotti dalla raccolta d I" Scritii politid ed epistolario di cui pur .. eg I I . d ' . st nconoscono

b~bl~ravi h eliCdien%e; rna nelle : condizloni attuali delle

I iotec e e egli al"Ch' . . I

I lVI, ogm a Ira ricerca ci 0, stata

prec usa. II testo dunque non 0, critico·· di ci . hi d

. ,e [CIa S l C te e

vema. al.leUore, can l'avvertimeno cheal desideri di non nnviare pili oltre [a pubbl' . di . 0 I o' ,. . lca%lone I queste pagine

ggl COSI vive, abbiamo posposto I'ambizion '1

del rigore filologico. eel gusto

91

[ efr. Sui principio islorico delle lingue europee, in Otf'ere, I, pagg, 145-192. [Per uniformare e quindi semplificare [e citaziorri. gli scritti del Cattaneo sono citati COn riferimento esclusivo 0 ai sette volumi delle Opere edite eel inedite, raccolte da Agostino Bertani, Firenze, Le Monnier (citate come Opere}, 0 ai tre volumi degli Scritt! politici ed epistolario, pubblioati da Gabriele Rcsa e Jessie White Mario, Firenze," Barbera (ciiati come St», E.), 0 ai primi Ire 'volumi 'degli Scritti completi edit! ed inedlti, a cura di Arcangelo Ghisleri, Milano, edizioni Risorgimento (eitati come Scritti completi). 5i ricorre a diversa citazione solo ne] caso di scritti non eontenuti in nessuna delle su menzionate raceolte].

" Cfr. Su la boniiicazione del piano di Mogaelino. in Opere, V~ pagg. 1-62.

s Cfr, D' alcune instituzioni agrarie dell' alta Ita/ia app/icobili a sollieoo dell'Irlanda, in Opere, IV, pagine 285-358. 5i vedano gli altri due saggi dedicati aIl'Irlsnde : Su /0 .tato presente de/l'lr/ancIa e Sui di.astr; del/'I~landa negli anni 1846.1847, in Opere, 111, pagine 332 e 368.

95

Note all'lntroduzione

• G. GE:NTILE. Le origini della fi/osofia conternporanea in Ila/ia, Messina, Principato, 1931, pagg. 2 e 5egu~nti.

o Questa tesi, infatti, si trova ribadita qua e la in tutti I suoi scnttt filosofici : dr. specialrnente Un invito alii amatori della filosofia, in Opere, VI, pagg. 244-261, dove sl invita la filosofia a mettersi sulla strada della scienza sperimentale, battuta con tanto successo dalle scicnze,

o Cfr. Logica. in Opere, VB, pagg. 471 e "egg.

1 L'antitesi barbarie.civiltt.. si risolve iutta, seeorido il Cattaneo, nell'antitesi ignoranza-intelligenza. Cfr., tra I'altro, Del peneiero come principio d'ecotlomia pub. blica. in Opere, y, pagg. 362·397.

a Mette in clriara luce l'ottimismo del Cattaneo, che fa tuttuno col suo liberalismo, A. LEVI, 1/ positivismo politico di Carlo Cattaneo, Bari, Laterza, 1938, pall'. 84.

'J In questo entusiasmo ai esprirne rnegjio che in· ogni altro atteggiamento teorico e pratieo la persorialita del Cattaneo: e fu appunto queato entuslasmo che diede vita c corpo alla maggiore delle sue opere: II Politecnico. L' ammirazlone per i progressi della scienza e della tecn ica costituisce generalmente il rnaggior argomento delle Prejazioni apposte ad ogni volume della rivista.efr. per Ia prima aerie (1839.1844) i Frammenti di Bette pre/azioni, in Opere, y, pagg. 325-361; per la seconda serie efr. Sp .. E., Il, pagg.· 188, 267, 299, 306 .. Il maggiore inno alla scienza, scritto dal Cattaneo, e n Manifesto alia seconda aerie del Politeenico (Sp. E., II, pall'. 1m.

96

Note all'/ntroduzione

]II efr. All'assemblea [ederale elverica, in Opere, V. pagg. 226.233: Sullo [errooia delle A Ipi elvetiche al. l'Europ« centrale, in Opere, V, pagg. 233-251. 5i sa quanto abbia preoccupato e amareggiato il Cattaneo Ia questione~ del traforo del Gottardo: dr. per un'Informazione riassuntiva A. MONTI, La mente e il cuore di Carlo

CaHan eo, in Pen.iern e azion e, Milano, Corbaccio, 192~

t

pagg , 199-209.

II efr• Dell' agricoltura inglese poragonola alia riosira, in Opere, IV, pagg. 358·396.

tu cr.: II Don Carlo di Schiller e il Filippo di AI. fieri, in Opere, I. pagg. II-59.

IJ Cfr. Dell'evo antico, in Opere, III, pagg. 25·S4: e Recensioni d,. quciiro Opuscoli del Lassallc, in Sp. E., III, pagg. 309·335.

,. La tesi e a!fermata III polernica con la teoria vichiana dei corsi e ricorsi nel saggio Su la scieriza nuoVa di Vico in Opete, VI, pagg, 73·115, e poi ripetuta costantemente negli scritti filosofici e non filosofici.

" Su la scienzu nuoVa di Vico, cit., pagg. 74 e segg.

'" Per un giudizio sintetico sullo Hegel, clr. ancora Su lo scienza nuova di VieD, cit., pag. 103; per una critica della dialettica efr. Psicologia, in Opere. vq. pag. 212 e segg , Del resto, quel che fosae la sua opposizione irreducibile all'idealismo tedesco 10 dice sin troppo bruscarnente questo giudizio : «Noi portiamo fer- . ma opinione, che i nomi di Kant, di Fichte, di Schelling avranno Era poco presso quella nazione [Ia Germania] autorita non maggiore di" quella che ebbero in Italia dopo Galileo e Vico i nomi gia quasi adorati del Fi·

97

7 .• C.ATT,u,SO.

Note all'/n!roduzione

cino, del Mirandolano, 0 dell'Aquinate x , (1/ Kosmos di Alessandro Humboldt, in Setitti compleii, L pag, q2),

" Per la vastita degli interessi storici del Cattaneo ., veda il volume lfl delle Opere, dedicato appunto ai sagg; storici : e la preziosa operetta Notizie natural; e cillili su fa Lombardia, lniroduzione, in Opere, IV, fegg. 181-285. Sulla storiografia scientifica del Cattaneo cfr. B. CROCE, Stotia della storiograiia italiana nel seseco XIX, 1I ed., Bad, Laterza, 1930·, L .pagg, 212-220,

18. Cos! espone sinteticamente il suo programma di lavoro : e Ecco dunque vasto e nuovo argomento : 10 sviluppo istorico del perisiero universale : narrare per quali impulsi e con quale procedimento 10 stesso genere umano, ch'errl! tuttavia nelle selve d'un emisferio, abbia potuto in altro ernisferio tessere intorno a se rampia tela delle leggi, dei riti, delle scicnzc, delle arti, e siasi talmente inviluppato in questa sua [attura, che non se ne possa pili sciogliere per torn are £111£1 prirniera selvatichezza » (Su la scicn za nuova di Vieo, cit., pag', 79), 5i osservi che il suo programma e quello di « narrare » : scienza descrittiva, dunque, e non metafisica ipotetica 0 scienza speculativa.

I. Di questa, che e uriidea ricorrente, si veda il partieolare svolgimento in Considerazionl 8111 principiodelia filosofia, in Opere, VI, pagg. 115-142.

eo Lo studio teoretico piu tenacemente perseguito dal Cattaneo Iu , come e noto, la « peicologin delle menti aascciate », la quale dovrebbe essere il presupposto di ogni sociologia positiva,

21 Co~mologia, in Opere, VB, pag. 91.

98

.~. }

Note oll'lruroduzione

22 Considerazion; sui principio della /iloso/ia, cit" pall'. 141.

2" Dei riileasi politici e immediati della filosofia e della scienza, secondo ilCattaneo, vogliarno qui dare per )0 meno un esempio. La dove egli delinea la natura della ideologia 0 dottrina delle idee, chc potrebbe sembrare Ja pili astratta, delle parti della fil0801la, afferma: « L'ideolozia e utile ai governi; poiche l'i5tituto [oro e appunto quello di promuovere il continuo sviluppo delle idee, Col preparare le idee d'un popolo, si dispone la sua ragione ad aderire alle buone leggi e 1£1 sua volonta a desiderarle, e cOSI si ottiene un consenso libero e onorevole in luogo d'una obedienza servile e for. zata » (ldeologia, in Opere, VI!, pall', 239); e poco pili oltre: « Lo studio dell'ideologia tende dunque a render I'uomo pill avveduto, pili saggio e pili urnano » (p. 240).

24 Su la scienxa nuoVa di VieD, cit" pag. 74.

25 Dell'insurrezione di Milano 'lei I84B e della suecessilla guerra, Memorie, Lugano, Tipografia della Svizzera italiana, 1849, pag. 27 e segg ,

I

;1

10 Per le notizie sui programma moderato mi valgo nel nota libro di R. CIASCA, L'origine del programma per· I'oolnione nazionale italiana nel 1847-4B, Milano, Albrighi e Segati, 1916,

27 La libcrta ecoriomica e it motive ispiratore del pensiero eccnomico e aocials del Cattaneo, a comindare dalla sua opera giovarrile : Ricerche economiche sulle jnterdizioni israelitiche imposi« dalla legge civile <lgii lsraeliii, in Opere, IV, pagg" 24· r 81. F ra gli scritti pili significativi sull'argomento 5; veda il saggio critico

99

I I

I

'I

I

I

Note all'lntroduzione

sui List, Dell' economia nazionale di Federico List, in Opere, V, pagg. 141-206. SuI liberalismo del Cattaneo vedi il gia citato libro di LEVI, II posilioismo politico d,' Carlo Cat/aneo, cap. V.

28 Gia sin dal 1836, il Cattaneo aveva dedicato la sua attenzione aHa questione della ferrovia Milano-Venezia colle Ricerche sui pTogctlo di una sirada di ferro da Milano a Venezia, in A nnali universali di stati-

o stica, XLVIII (1836), pagg. 283-332; e vi ritornb su in seguito con vari articoli polernici pubblicati sul Politeen/co, IV (1841). Si veda anche una seeie di lettere, .purtroppo monche e mal cucite, in Sp. E., I, pp. 71-74.

au efr. Nolizie su la lega daziaTia in Germania, in Opere, V. pagg. 125·141.

xu Cfr. Delle correzioni da [arsi alla base del aistema melrico, in Poliiecnico, III (1840), pall', 285.

31 Let!era " P. Maestri, gennaio 1854, in Sp. E., II, pag, 66,

32 Le origini italiche iII ustrate co! Ii bri sacri dell' a~tica Persia, in Opere, II, pagg. 291-292. II legame indiasolubile fra progresso tecnico e progresso civile, fra scienza e liberta, e uno dei temi ricorrenti in tutta I' opera del Cattaneo. Cito uno Ira i brani pid significativi "No, quando le nazioni tendono d'ogni part" verso la comunanza dei viaggi, dei commerci, delle scienze, delle leggi, delle urnanita ; quando i] vapore trae sulle terre e sui mari le moltitudini peregririanti nel nome della pace e della Fratellansa : quando I,,: parola vibra veloce nei fili elettrici da un capo altaltro dei continenti, non e pill tempo d'architettare una giustizia e una liberta

100

,';'-

Note all'lntToduzione

che sia privilegio d'Americani 0 d'Europei, di papisti 0 di protestanti, E tempo che Ie discordi tradizioni delle genti si costringana ad un patto di mutua tolleranza e di rispetto e d' amista, si sottomettano tulte al cod ice di un'unica giuetizia, e alia luce d'una dottrina veramente universale. E tempo clie Ie arbitrarie e anguste divinazioni dei pensatori primitivi, perpetuate nei Iibri di sacerdozi rivali e nernici, cedano aile costanti rivelazioni della scienza viva, esp loratrice dell'idea divina nell'illimitato universo » (Sp, E., 1, png , 376'.

33 La distinzione della posiaione del Cattaneo da quella delle due correnti princip ali del Risorgimento e delineata con ch iarezza dal Salvatorel1i, il quale considera il Cattaneo come il principale rappresentante, in. sieme col Ferrari. del «Iiberalismo radicale ». Cfr. 11 pensiera politico iialiano dal 1700 al 1870, II ediz., Torino' Einnudi, 1941, pag. 339 e segg,; e Pens/era e azione del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1943, pagina 126 e segg.

3. Ecco un gludizic sintetico sull'opera dei mcderati, nel Manifesto dell'Archivio triennale: «Tutta Italia fu ben chiamata a udire e applaudire le scaltrezze colle quali il Balbo, lAzeglio, il Durando, il Gioberti snervavano e snaturavano, fin dalle origini, la rivoluzione d'Italia, sicche trascorse con 51 poco frutto per lei quella grande e secolare opportunita c.ella caduta di Metternich e di Luigi Filippo » (Sp. E., I, pag. 224).

a s Esponendo il metodo usato nel pubblicare alcuni opuscoli nell'Archivio triennal~, cos 1 si esprime.e • In nessun caso ne abhiamo fatto rimpasto; ma solo abbiamo ommesso le parole superfine. Vogliamo dire:

101

No!e oll'lrurodusiaru:

tulto quel Iarcime di gloriosi aggettivi e d'avverbi, eoi quali gli scrittori di questa rivoluzionc ambirono piuttosto mostrarsi eontemporanei di Gioberti, che posteri di Machiavello" (Proemio al II volume dell'Archivio triennale, in Sp. E., I, pag. 278). E in una lettera al Fenari: • Sarebbe nostro proposito di divulgare in Italia anche gli altri tuoi scritti, che nnora rimasero quasi ignoti alia gioventu, pasciuta quasi solo delle amplifieazioni del Gioberti e simill» (Sp. E .• II, pag. 16). E ancora in una lettera al Macchi: «Ho letto quasi. dico quasi , e con orribile tedio, il Rinnovamento» (Sp. E" II, pag, 47),

". «Questo codardo vezzo d'accumulare infamia sul nome repubblicano venne coltivato dar Gioberti, che immagino daccoppiare nelle ignare menti la repubblica e I'Austria » (Considerazloni al I volume dell'Archivio triennale, in Sp. E., I, pag , 273),

:17 In una letter" a Cernuschi: • Che bella lega di principi avevano in mente quegli imbroglioni : messer d' Azeglio il prirno r. (Sp, E., II, pag. 19). Parlando degli intrighi di Carlo Alberto nelle altre regioni d'Ita[ia, con riferimento agli stati pontifici: «Questa era la provincia soprattutto del pittore e letterato Taparelli, detto vulgarmente il .marchese d' Azeglio ; e fa meraviglia: poiche era figlio e fratello di gesuiti » (Considerazioni a] I volume deU'ATchivio triennale, in S». E., I. pag. 255). E altrove « la volpe ariatocratica » (ibidem. in Sp, E., I, pag. 245); e ancora ironicamente «i1 grande agitatore s (Con3iderazioni al II volume dell'Archivio irlennale, in Sp. E., pag. 338).

a. 5i lamenta in una lettera al Brofferio (9 dicembre 1859), ehe it Cavour gli abbia tolto I'Incaricc di segre-

:102

I 1

1

j

, ,

j

I

! I !

Note al/'/nlroduzionc

tario dell'Istituto Lombardo, e i diritti di membro pensionato, onde trova modo di comrnentare : «10 non ho rna; ammirato quella sua politica d' ostentazione, che provocava il nernico senza armare il popolo e che si ridusse a corniuciar. la guerra collabbandonare Ie pili Fertili provineie e disarmarle» (Sp, E, II, pag. 183). Le stesse lagnanze, aggravate, in una lettera a Ubaldino Peruzzi (I'> luglio 1860, in Sp_ E., II, pag:258); e piu diffusamente Ad un arnica (Sp. E., p ag'g , 347-349); in una lettera successiva ad A, Bertani del 24 gi ugrio 1M!. parla ironicamente della « gratitudine» di Cavour (Sp, E.., lJ, pag, 345),

"" Sp, E., II. pagg. 244, -281; III, p ag'. 313, dove parla di «qucll'astuto mal veggente al cui genio le citra d'ltalia vanna erigendo are votive ».

.0 Sp. E" II, pag. 316; III, pagg. 178, 192, 198, 199, 223. 248, 263. Eppure tra Cavour eCattaneo quante sorniglianze d'intenti, d'interessi, di studi si potrebbero trovare! Si vedaanehe qui il Iibro gia citato del Levi, pag. 135, nota 3,

<l Non e qui possibile abbracciare in sintesi la totalita delle relazioni pelitiche tra Cattaneo e Mazzini, le quali comprendono episodi drammatici come il burrascoso colloquio del 30 aprile a ,Milano, in cui a Cat· taneo avrebbe mormorato che iI Mazzini era un veriduto, ed cpisodi commoventi come Ia visita del Ma.zzini a Cattaneo morerite (efr. A. MONTI, Un dramma Ira gli esuli, Milano, R. Caddeo, 1921; ed episodl meno noti come ['Incarico che il Cattaneo ebbe dal Mazzini insicme con Frapolli e Ruffoni di prendere J'iniziativa di un'alleanza fra la Francia, la Svizzera e I'ltalia re-

103

f·~·:.··';

,.

!

Note all'lntToduzione

pubblicana, a nome della Giunta d'insurrezione nazjonale [su cui una eerie di lettere del Cattaneo al Maz. zini, in Sp., E., I, pag, 185 e segg.); 0 come l'Iniziativa del Cattaneo di curare a Lugano un' edizione degli scritti del Mazzini, episodic anche questo illustrato dal Monti, in Pensiero e azione, cit., pag, 18B e segg. Qui importa indicate alcuni giudizi che pubblicamente il Cattaneo ebbe a dare del Mazzini: un giudizio in generale sulla Giovine !talia e suI Mauini in Con.ideTa. zioni al I volume dell'Arclzivio triennale (Sp. E., I. pag. 249 e segg.}, dove si condanna Ja sua irnpopolarita, e gia si accerma aile due principali critiche: «La sua fede era. dittatoria, cesarea, napoleonica a : «Nel 183 r Giuseppe Mazzini non rivolse le prime sue parole al popolo, rna sf ad un giovane congiurato divenuto re lJ; ecosl nel 1847 ai rivolse a Pia IX! «E anche queste erano parol e di vita dette ad un cadavere ». Un altro giudizio pili oltre nello stesso scritto(Sp. E" l , pag. 262 e segg.), dove vi .. iI pill alto elogio per Mazzini: «Ecco cio che I'ltalia deve a Mazzini. Egli fu il precursore del Risorgimento»; rna dove si ribadisce pure la precedente condanna de; mazziniani : • Ma cotesti nuovi republicani, purtroppo erano propensi sernpre a sperare pill nellesercito regio che nella guerra'di popolo, perch" la scola loro era scaturita p rirnamente dal]'idea napoleonica n , E ancora, sernpre nello stesso scritto (Sp. E., pag. 272), nell'elogio e implicito il biasima: "II regno ehe Mazzini voleva, era uri regno quale [a Francia aveva sperato da Napoleone, quale Roma antica ave va sperate da Cesare: non regno di schiavi decorati, e di prelati oppressori, e di gesuiti eredipeti, di giudicl venali, di gendarmi, di censori, di spie : rna regno di eittadiniarrnati e deliberenti . il regno del

104

, . .11·'

.;

J

"

Note all'Intreduzione

merito presieduto da un ·eroe ». Interessante per un ralFronto tra Cavour e Mazzini, 10 scritto Saooia e Nizza, in Sp. E .• II, pag. 244.

••• Gli uomini dell'azione perpetua, logorati da lunga pezza nelle misere e false prove»: Ii chiama riel Proemio al III volume dell'AT"hivio tTiennale (Sp. E., I. pag. 394);' e conclude : «Ecco qual; sono, nel di vero delle opere. gli ultimi aneliti di una impotente agitazione l A gende nihil agit" (ibidem). Quante al Mazzini, questi ebbe inalteratamente grande stima pet il Cattaneo : in una lettera al Bastide del 9 agosto 1 B4B chiama il Cattaneo: e I'homme le plus eminent de la Lombardie » (Sp. E., I, pag. IB4): e in una lettera al Cattaneo de] 10 dicembre 1844 gli mostra la pi" alta deferenza e gli chiede consigli (Sp. E., I, pag, 214). Nell'appello A gli italiani, scritto nel 1853 dopo gli insuccessi dei mati milanesi del febbraio, rifacendo la storia del Comitato nazionale Italiano e dei tentatlvi fatti per riunire in una sola aasociazione tutti. > gli esuli erninenti, it Mazzini Tifed.ce, pill' addolor .. to che indispettito, i suoi rapporti con Cattaneo. per cui non naseen de, pur tra il rammarico di non .doverlo pili eontare tra gli amici, l'ammirazione: «Cattaneo, ora avo versissirno senza ch'io possa indovinare iI perche, rispose rnagnificando, dichiarando che bastavamo, che la tradizione dell'unico potere popolarmente legale era in noi, che ogni accessione avrebbe gua.tata I'mtegrita del eancetto, e ch' egli aiuterebbe a ogni modo; e poco dopo m'inviava una forma di cedola, quasi interamente adottata, per l'Imprestito nazionale » (Ediz. nuz., Ll, pag. 23). E quando lancia Ia pill aspra accusa, nella stesso appello, al federalism,!, si arresta reverenternente

105

Note all'Introduzione

di fronte al nome di Cattaneo: «E duolmi che un ingegno potente di anal isi e di nozioni pratiche come quel di Cattaneo si lasci sospettare di siflatta follia » [pag, 42).

'" Saggi di economia rurale, a cura di L. Einaudi, Torino, Einaudi. 1939. pag. 201.

H .11 cornunismo e quella doltrina che «demolirebbe la r icchezza senza riparare alla poverts : e sopp rimendo fra gli uornlni I'eredita, e per consegucnza la famiglia, ricaccerebbe il lavorante nell'abiezione delli antichi sch iavi , senza natali, e senza onore » (Seritti completi, I, pag. 100). Per una critica piu arnpia del socialisrno con. allusione al Proudhon, cfr, Seritti cornpiet;, II. pagg, 135-136.

'5 Il p ensiero religiose de] Cattaneo non e atato ancora approfondito. Cfr. La leiiera seftirna ai libe,i elettori del 26 giugno 1867 (Sp. E., JI[, pagg. 255-262); la quale riprende un'j den, gio. accennata nelle Considerazioni al II volume dell'Archivio triennale (5p, E .• J, pag, 375) e nell'artleolo 11 dew del marzo 1855 (Sp. K, II. pagg; 76-78), centro il Papato e in difesa della Chiesa come istituzione repubblicana. Per il suo anticlericalismo si veda anche Un brindi3i (1858), a dire iI vera di poco buon gusto (Sp. E., II, pagg , 123-124).

." Cfr. Let/era al rev. Don Benedetto Codelagl«, diccmbre 1855. in Sp. E., II, pagg, 87-90.

'17 «Signori - egli diceai membri del Governo provo visorio - Ie Famiglie regnanti son tutte straniere, Non vogliorio essere di nessuna nazione : ai fanno interessi a parte. disposte sempte a cospirare colli stranieri contra

106

r

Note all' I ntrodudone

i loro popoli » (Dell'insurrezione di Milano, cit., pagina 58).

•• «La patria - diceva a proposito dei severi giudizi anti italiani del Ferrari - e come la madre. della quale il lil.:lio non puo parlara come di altra donna» (Su la ~eierf~a nuova di Vieo, cit .. in Opere, VI, pag. 110); e subito dopa: «E a] cospetto delli stranieri non si rinriovera J'esempio di quel vizio tutta italiano, di dir mal" del suo paese quasi per una escandescenza di amor patrio » (ibidem, pag, 110).

•• «A questa grande e non difficile studio dei dialetti devono can correre lutti gli studiosi delle diverse parti dTtalia, non per boria nazionale ...• ma per scmplice e schietto desiderio di conoscere la verita, come si verra manifestanda; poiche i figli di una illustre patria debbana star contenti e gloriosi "Ila sernplice e nuda verita» (S.ul principio isiorico dell« lingne europee, cit., pag , 192).

,;0 Nel confronto tra Schiller e Alfieri, egli applica questa suo principio direttivo anche ne! campo degli studi Ietterari, e con equilibrate giudizio si esprime : " Se non e lodevole che la gioventu nostra adori Ie case straniere, e assai piu turpe e darmcso che al tutto Ie ignori " (II Don Carlo di Schiller. cit" pag. 59),

"I Cam' e noto, le M emorie sull' insurrezione sana in parte un libello, uno dei piii vivi e incisivi Jibem del nostro Risorgimento, centro la monarchia p iemontese, e in particolarc contra la politica militare di Carlo Alberto: intorno al quale si veda pure un ritratlo segnato a linee eflicacisaime, se pur can animo di sdegnata parzialita, in Considerazioni al I volume dell' A rchioio triennale (Sp. E., I, pag. 254 e segg.],

107

Note aU'/nlrodudone

52 Accusa il popolo di aver ceduto I'iniziativa al-

"l'eBercito regia, e in questa accusa risuona la sua tesi prediletta, che il pOPe>IQ per mantenere la libertA debba tenervi sopra Ie mani: • Essa [I'ltalia] dimentico che I'arte della Iiberta e I'arte della diffidenza; che liberta e padronanza: e padronanza non vuo] padrone. Diede le redini a chi non voleva che il carro aridasse. Ri, nuncio ai principi I'iniaiativa, appunto quando, dopo lant'anni, stava per metter le mani sulla vittoria » (5p. E., I. pag, 26S).

53 Cattaneo divide con tutti i movimenti repubblicani italian] la convinzione, anzitutto che il carattere profondo degli italiani sia repubblicano: in secondo luogo che la piu gloriose storia d'Italia sia storia di repubbliche e non di re: «Ma questa e proprreta della nostril. nazione, che l'animo republicano vi a'Incontra in tutti gli ordini , che anzi la genuina fonte della vera nobilt" italiana, non della ribnttezzata di anticamera e polizia, sta nei consessi decurionali delle antiche republiche murricipali e e pare an>:; che fuori di codcsto modo di governo la nostra nazione non sappia operare case grandi I' (Consideraxioni al I volume dell'Archivio triennale, in Sp. E., I. pag. 263): e ancora, altrove : «T utte le istituzioni in ltalia hanno da tremila anni Una radiee cii republica; Ie corone non vi ebbero rna; gloria. Rome, I'Etruria, la Magna Greeia, I. Lega di Pontida, Venezia, Genova, Amalfi, Pisa, Flrenze, ebbero dar principia republicano gloria e potenza, MenIre in Franda il vocabolo di republica SUOna tuttavia straniero, nella istoria d'Italia riaplende ad ogni pagina : a'intreccia aile memorie del patriziato e della chiesa : sta nelle tradlzioni delle genti piu appartate. Gridar la

108

. " .-

·Note ail·lntrod~%j.)ne

republiCa ~"ile' Valli diBergamo 0 del Csdore e COlli ·na~urale_ca"me gridare in Vandea viva il· ref» (Dell·in.urrezione~ cit" pag, 9!»,

-,

u Gi~ subito all'iniziodella ~u~ Memorie aul!'inaurrezi~~; spiega ehe mentre la parte retrograda 'mirava al!'indipendenza e percil> sperava in Carlo. Alberto, Ill. :parte progreeeista, in cui egll, ai pone, mirava alia liberta per via delle graduali riforme ..

as Letiera Q Don Giulio Curioni, 18 maggio 18M, . in Sp . .E., Ill, pag. 62,



.,. Lettera.a Saverie Friscia. 18 maggie 1862. in Sp.

E .• 11, pagg. 362-363.

"' Leiiera a L. Frapolli, 29 dlcembre 1851, in 5p. E., II, pag, 42.

H Leiiera all'ing. Tenlolini, 24 aprile 1852, in Sp.

E .. II, pag. 48.

.10 Consideraxioni al I volume dell'Archivio triennale, in SP. E., I, pag. 273. II passo e il suo significato son~ stati messi in rilievo dal Levi nel suo libro giB citato, pag. 112.

so Questa espressione e usata dal10 .le880 Cattaneo a proposito della letteraturadia!ettale: «.;: dunque parte del nostro orgoglio municipale che la sferza troppo presto cad uta di mano a Porta, non giaccia inerte al suolo » (Della satin" in Opere, I. pag, 129).

0' Questa tesi, secondo cui ['ideale federale rappresenterebbe un principia di reazione all'unitarismo in crisi pili che un movimento autonomo e ideologicamente Iondato, to sostenula da A. MONTI, L'idea /ederaUstica

109

Note all'lntroduzione

nel Risorgimenio italiano, Bari, Laterza, 1922. Ma il Monti, dedicando assai poca attenzione al Cattaneo, traseura il nesso tra federalismo e liberalismo, e si 80f[erma esclusivarne nte sui cosiddctti argomenti storici e geogta~ci.

.2 «AIl'ombra del seguito della gendarmeria. il governo prefettizio della Francia, a colpi di telegrafo, fa manovrare ottan tasei teatrini di q uattrocentornila marionette cadauno, Finch .. i dipartimenti non si trasjorrneranno in cantoni, COJ:l. amministraaioni proprie, la liberta in Francia sara sempre un assurdo, perch .. chi aspetta gli ordini da Parigi, non e libero a Versailles» (da una letter .. inedita citata da M, REVELLI,ZUCCANTE, Carlo Cattaneo e la nazione armata, in Riolsta d'Italia, XXIV (192 f), I. pag. 272). Analogo concetto e analoghe espressioni anche in Considerazioni al I volume delI'Archioio iriennale (5p. E., I. pag. 275).

r.' Cfr. DeIl'insuJ'rezicmC!, cit., pall'. 6 e segg.: e Considerazioni al I volume dell'Archioio trierinale in Sp. E., I, pag, 237 e segg. E ancora piu incisivarnente "L'Austria non volle esscre una federaziane di popali sereggenti; non volle essere una f~derazione comrnerciale, presieduta splendidamente da Una Fam ig[ia di dogi ereditari. Ebbene, che divcnne ora l'Austria! DiVenne una federazione (semprc una federazione) di satrap; rnilitari, che tengono la mana sui tributi delle provincie, e lasciano agli arciduchi una banea vuota, un titolo svanito, e Is responsabijita di quanto d'atroce si commette in lora ncme » (ibidem, pagg. 247-248).

•• ([ E i papoli civili, traviati da tradizioni barbare, divisi da superstizioni cieche e da pill cieche ambizioni, !ii consumano in guerre interrninubi]j per usurpare un

110

Note oll'lntroduzione

palma di terra alle nazioni vicine, E non pensano che la terra e sopratutto la vedetta dell'intelligenza; e che alla vera gloria dei popoli pensanti non e mestieri di vasta superhcie : e pill valgono i pochi campi occupati daUe rnura della libera Atene e della libera Firenze, che non l'imperio d'Attila e Carlo Magno II (Cosmologia, in Opere, VI[, pagg. 70-70. In particolare, conlro la Francia: «Gloriosi pregiudizi spingono quella nazione a conquistar pill volentieri can molto sangue e denaro moltissimo le capraie dei Cabili, ehe non a prosperare pacilicamente iI suolo della patria » (Dell' agrlcoltura inglese paragonala alla nostra, in Opere, IV, pagg. 365-366). Parlando della riforrna agraria: «Opera questa di civilta e dumanita, di cui gli antiehi non ebbero presentirnento : e a cui sarebbe tempo di appellare del tutto Ie grandi naziorri , ritraendole dalle tristi illusioni della corrquista militare » (ibidem, pagina 359).

'.< Considerazioni al IJ volume dell'Arichioio triennale, in Sp. E., I, pall'. 376.

O. Clr. H. WALLON, La reoolution du 31 mai et le federalisme en 1793, Paris. Hachette, 1886.

.7 Lo difende dalle accuse del Rosmini, In 11 dottor Cattaneo a/ signor don Antonio s-i;« Rosmiui, in Opere, VI, pag. 161. Del Constant si veda Principee de politique, in Cours de politi que constitutionnel. Paris, 1861. I, pagg. 98 e segg ; ; 282 e segg.

es S. DE SISMONDI, f:tudes sur les constitutions des peup/es libres, 8ruxelJes, 1839, pag , 74 e segg,

rs REVELL! ZUCCANTE, Carlo Cattaneo e /" nazione armata, cit., pag. 266.

111

Note all'lnlroduzione

,0 Proemio al 1I! volume dell' Archivio triennale, in Sp. E., r, pag. 396.

,j Considerazioni al I volume dell'Archivio triennate, in Sp. E., I, pag, 249.

,2 La fortuna di questo principio, d'altronde, non fu m.inore del successivo. Il suo diacepolo prediletto, Mauro Macchi. gli scrive it 22 luglio 1851 da Genova: e Sempre pili. mi compinccio craver continuato per sette meai a starnpare ogni giorno in testa a] gj orrrale il Suo grande e [econdo concerto delli Stati Uniti' d'Europa, che can imrnensa sodisfazionevedo COSI penetrato ornai nella mente di tutti i pensatori, e diffusa ogni d( ~ili., e riprodotto nei manifesti del Cornitato di Londra, e nei discorsi dei montagnardi dell' Assernblea francese. Esso formera il programma politico della secorida meta del nostro secolo. E certo, se non saremo colti da morte imrnatura, [0 vedrcma cornpiuto », (F. U. SAFFIOTTI, Letiere inedite di Mauro Macchi a Carlo Cattaneo (1842- 1867), in Rassegna storica del Rieorgimenio, XlI (1925), pag. 752. Su questo argomenta cfr. F. MOMICI.1ANO, Carlo Cattaneo e g/i Siaii Uniti d'Europa, Milano, Treve.,· 1919.

73 Era opinione del resto comune al pensiero liberale e riformatore. quello che riponeva l'unica possibile sal-. vezza dell' Austria nel dar vita ad una confederasione. Cfr. L'Austria e la Lombardia [senza nome d'autare, ma Cesare Correnti), Italia, 1847. II edizione, pagg. VI, VII. 15, 161 e "egg.

,. Dell'insurrezione, cit., pag. 306.

n Proemio a1 III volume dell'Archioio trienn(lle, in s». E., '[, pag , 408.

112

Note all'lntroduzione

;. Letiera a F. Restal/i, 17 febbraio 1849, in Sp. E., II, pag. 1. E altrove: ([ 10 trove fusionari tanto i mazziniani quanta gli Azegliani: quelli stanno a questi come i corp i franchi aU'esercitD; (Lettera a G. Ferrari, 27 ottobre 1851, in 5p. E., n. pag. 39). cs. pure Lettera a R. Griffini, 5 marza 1849, in Sp. E., II, pag , 7.

17 Lettera a G . Ferrari, cit. I pag. 39.

,. Di questa colloquia il Cattaneo parla nella Errata cortige ai misteri repubblicani, in Sp. E .. II, pag. 37.

7. Questa stesso delta del Tasso sara assunta a motto dal Mazzini in uno scritto di parecchi anni posteriore. pubblicato su Pensiero e azione, del 3 febbraio 1860, dal titolo appunto lialia e Roma (Ediz. Naz., LXIV, pagg. 297-307). Ma il programma dell'Italia unifieata nella terza Roma, nella Roma del popolo, era programma mazzirriano gia nel '48 cornpiutarnente Iorrnato.

80 E proprio l' esame di questo passo suscito I' oaservazione del MontaneUi, che in soatanza tra il programma di Cattaneo federalista e quello di Mazzini unitaria, non c' era in fando differenza alcuna (Introduzione ad alcuni appunti stonci suI/a ritloluzione d'IfD.lia, Torino, 1851, pag. 130 e segg.). Ma se e vero che la linea di generidtil su cui SJ mantiene-il Cattaneo puo far sorgere il dubbia intorno alla autenticita del BUD federalisrno, e pur vero ehe il Cattaneo ste.sO ci Iomiace un' eloquente risposta a questa obiezione, - con evidente

, allusione alia critics del Montanelli, 1ft. dove dice: • N6 giova ilIudersi col ~ire che, per poco che si aggiunga. e per poco che si tolga, la 'federazione viene bel bello a confondersi eoll'unita;poiche in tutte le faece~de del mando il passaggio da cosa a eosa si fa per gradi : e

113

S •• CUTANEO.

Note all'ln!roduzione

talmente per gradi si precede dalla pianta all'animale e dalla Iog lia al fiore e al frutto, che la scienza non PUD additare il punta ove n passaggio avviene » [pagina 158). Quanta al Mazzirri, il suo programma di cornune e nazione si trova gia chiuramente formulato sin dal 1~35 nell'articolo NationaliM: nnitaires ot jedera.

lis!es (Ediz. "az., VI, pag. 24). '

.. E proprio dana confutazione di questi esempi prendevano Ie masse 'gli unitari, [ossero repubbLicani come il Mazzini (v. nota 142) a monarchici come il La Farina (v. Annotazioni, pag. 294).

82 Carlo Pisacane, dopo avergli esposto La difficolta di risolvere questa COSI • imbrigliata »' questione, come quells che divideva federalisti ed unitari, aggiungeva: ' «Rende!e al paese questo grandi"simo servizio, diradate le tenebre che involgono [a questione ; niuno 10 puo meglio di voi, e tutti 10 de.iderano» (Lettera a Carlo Cattaneo, in Sp. E., Ill, pag. 55).

.3 Lettera ad un amico siciliano, 1860, In Sp. E., II, pag. 256.

Hoi Leiiera all'lng: T entolini, cit., Sp. E., It pag , 48.

85 Altrove attenua I'Importanza dena Lega di Pan. tida e dena battaglia di Legnano in M o.nifeato dell' AT· chioio triennale, in Sp. E., I. pag. 22f1.

8. Leiiera ad un amico ,ieiliano, cit., pag, 257.

., Per quanta negli, scritti pubblicati dal Cattaneo immediatamente dopa il '48 non appaia ancora questa formula, nel 18S I, a proposito del Messaggio al ComUs democratique "/ranfais, espagnol, italicn, prega il Fer-

114

Note all'l1!trodudone

rari di apporvi qualche breve modificazione adducendo a pretesto che « la frase ~tats Vnis d'ltalie equivale per me ad una pubblica firma, essendo un punta notorio della mia Iede politica» (Sp. E., II, pag. 32). In una precedente [etfere a Cernuschi del 1850, non ancora la formula ma jJ concetto: « Stati Uniti to una gran parola che puc. sciogliere molti problerni e in Italia e in tutta Europa» (citata da REVELL! ZUCCANTE, cp. cit. pag. 265 • "nota 4); la formula si ritrova poi in una lettera a A. Bsrtani (5 dicembre 18>9); e ancora in una lettera a Francesco Crispi (18 luglio (860): «La mia formula e Stati Uniti, ae volete Regn; Uniti : l'idra di molti cap i che fa perc una bestia sola» (Sp. E., II, pag, 263). La' formula e raccolta dai Eederelisti repubblicani: infatti il Broflerio, in risposta al Moni/esto mazziniano del Comitato democratico europeo dell'agosto 1851, commentava nella Voce del deseno del 17 agosto : «Unita vogliamo noi pure, ma non smembramento e decapitazione; vogliarno I'unita degli Stati Uniti d'A· merica, non quella dell'Inghilterra che opprime la SeQ· zia e l'Irlanda, non quella della Russia che schiaccia la Polonia. Noi facciamo vote per gli Stati Uniti d'ItaIia.. non solo, ma per gli Stati Uniti dEuropa ».

•• Leiiera a Mau~ Macchi, 26 dicembre 1856, in Sp. E., II, p , 95. Questa lettera e in rispoata ad una del Macchi, scritta in data 22 dicernbre, e in cui iI Macchi ai lamenta can il maestro della mentalita dammatica de; mazzinianl (efr. SAFFIOTTI, Letterll; inedite ecc., cit.; pag. 762 e segg.].

.9 Leftera a Cristojoro Negri, 27 febbraio 1854, in Sp. E., pag. 68.

115

Note all'Inlroduzione

"" • Non vogliono capire che la guerra del '1848 fu intzapresa senza patto da chi I'ha guidata e non fu federale. Mazzini vaneggia guando in uno degli uItim; suui manifesti la chiama guerra federale e consiglia di non ritentare l'infausto esperirnenro s (Lettera a G. Ferrari, 27 attobre 1851, in 5p. E., lI,pag. 3B). E altrove : «E come rnai li uomini gravi hanno osato scrivere che la guerra del 1848 fu guerra federale? Ira tutti quell; che comandavano allora ll eserciti chi segno questo patto Fcderale a E. quando? E dove z E in che termini?» (Lettera a L. Frapolli, 6 novernbre 1851, in Sp. E., II pag. 42)_

01 ~ In luogo di federalione, ben vi Iu tra iI Piemonte e Ia Cisalpina la fusione regia, tra la Toscana e Roma la fusione repubblicana » (Lettera a Frapolli, cit., pag. 42).

r a Leiiera a G. Ferrari, cit., pag, 38, E altrove parla dell" «solenne promessa di combattere ognuno per tutti e tutti per ognuno, come vuole il buon diritto federale» (Lettera a Frapolli, cit., pag. 42).

~~:i Lettera a Ferrari, cit., pag, 38,

\}.J Lettera a M. Macchi~ cit., pag. 95.

9r. Au -Comrte democratique [rancais, espagnoi. ita. lien, cit., pag, 32.

uc Un'esposizione chiara dellatteggiamento del Cattaneo di fronte alia guerra franco-piemontese 3; trova in tre lettere al Bertani, non raccolte in s.p. E., rna pubbliea!e da J. White Mario, in Agostino Bertani e i 8UO; tempi, Firenze, Barbera, 1883, pagg. 300, 302 e 303, e sopm!tutto nell' ultima del 24 febbraio. Insiste perche i .

116

Note all'lntroduzione

rep ubbliean i prendano parte alla guerra, confusi can gli altri, non in battaglioni distinti; e conclude! «Chi vuol farsi soldato, un giorno 0 I'altro potra combattere ariche per la liberta, rna frauanto si faccia "oldato 1) [pag, 305). «Se non saremo ancor liberi e padroni come gli Svizzeri, sarerno almeno r iapettati come .i Russi" (pall" 306}. Dopo qualche mese (31 maggio 1859), in una lettera ad altro suo [edele umico e discepolo, it Macchi, ribaclisce la stessa tesi : «Se poi ti basta conoscere i miei desideri e i voti, ti diro che vedo volentieri i g iovani ptendere in qualungue modo e a qualungue pili tristo p atto le arrni ... Chi la dura la vince. Alrneno d'un popolo di soldati il mondo parlera con rispetto » (5p. E., 1I, pall'. 109). Cfr. anch e Savoia e Nizza, in Sp. E., II, pagg. 249-50.

"

[I

97 Ancora neila: terza lettera a Bertani, dtata: «Ma credo che !'Italia debba giovarai di tutte Ie congjunture e di tutte [e ambizioni e le astuzic altrui, per arrnarsi ed agguerrirsi e farsi valere » [pag, 3(6).

"" [nfatti, dopo le vibrate dichiarazioni sopra ripertate, la solita polemica antimazziniana: «Dico questa, perch" ha vista un numero del Pensiero e azione, e mi aspetto una crociata contra tutti quelli che andranno ad espotsi alla mitraglia fuor della linea retta D (ibidem, pag. 306).

"" Que.te ragioni iI Cattaneo espose in una Letiera ad Anatole Brenier (S",. E., II, pagg. 108-114), in cui spiegava i motivi che gli Iacevano ritener Fosse giovevole alia stesso .imperatore di prendere l'iniziativa di sU8citare,cominciando dagli stati romani, una repubblica [ederale in ltalia, Cfr. anche una seconda lettcra

117

Note all'lntroduzione

allo stesso in Sp. E., II, pagg. 158-163. Nel measaggio AgIi esuli italiani, cit., riprende con vigore i due argomenti favorevoli a Napoleone Ill: K Ma come mai non vedete che l'unico vincolo tra la Francia e I'Italia sta nel nome del Bonaparte, nella lora origine, nel 10m inesorabile destino, nel nome stesso dellimpero s L'jrnpero dei Bonaparte non e la Francia, e Ia Francia e l'haHa in qualsiasi nodo unite; egli e nato dal sangue della vittoria sui confine delle due patrie, a Montenott", a Marengo» [pag. 174). Cfr. anche S(tl)oia e Nizza, in Sp. E., II, pag, 250.

lou Gia sin dal '52 il Cattaneo ave va dovuto riporre le sue speranze in Luigi Napoleone, se il Pisacane in una Iettera del 9 luglio 1852 a lui indirizzata manifestava il suo disaccordo sulla funzione napoleonica del nuovo Napoleone, e soprattutto aulle sue capacita militari (Episfolario, a cura di A. Romano, Milano, 1937, pagg. 139-140).

101 Ediz. naz .. LXIL pag. 229.

102 Due volte si trova nel suo epistolario lusinghiero accenno allo scritto Napoleon III et l'ltalie, in cui 5i propugna il programma federali.tica italiano: in una Letiera a Cristofaro Negri, Lugano, 28 giugno 1859 (Sp. E., II, pag. 173); e in un'altra Ad un amico, 12 luglio 1859 (Sp. E., II, pag. 176). Si tratta dell'opuscolo di La Gueroniere, pubblicalo a Parigi (Dentu] nei prirrii del '59, ispirato e corretto, come si riteneva, dall'imperatore stesso, E nel quale si diceva: « L'unita italiana rron potrebbe costituirsi che dopo lunghissirni sforzi, pet OPera della grandezza militare 0 della tirannia rivoluzionaria. Daile Alpi alia Sicilia, la Penisola italiana presenta differenze profonde, rese sensibili da divisioni

118

Note all'Infroduzione

nelle quali e riprodotta I' originalits primitiva» (pagina 45). Osservazioni, come ognun vede, particola~. mente gradite all'orecchio del Cattaneo; contro le quali, [nvece, pro!estava fieramente it Mazzini BU Pensiero e azione del 15 febbraio 1859 (Ediz. naz., LXII, pagine 199-209).

100 Al Bertani, che gli scriveva di un certo progetto per spingere all'azione nell'Italia centrale, rispondeva : • Arrischiate, accettate : rifate a vote> universale le quattro assemblee sovraue ; poi fate un Congresso federale in Roma - Stati uniti d'ltalia; e avete un rnodella bello e grande, e tutte Ie questioni gia sciolte dall'esernpio e dalla prntica di ottant'anni)1 (Sp. E" 11, pag. 182), Ed ecco iI grido di entusiasmo di ch: v~de la storia can gli occhi della propria fede: «L arrivo degli studenti francesi, tedeschi e spagnoli al camp~ di Garibaldi e un immortale avento, e il Grutli degli Stati Uniti d'Europa" (da unaltra lettera a1 Bertani, citata da REVI'.LL! ZVCCANTI'., op, cit" pag, 280),

,., Leftera a F. Crispi, 18 luglio 1860. in Sp. E., 11, pagg. 263-264,

105 Leitera alia moglie, 12 aprile 1867, in Sp. E" Ill. pag , 207. E jJ giomo dopo riconfermava: «5i p~o dire ehe il Piemonte, per sentimento di vendetta, asprra alia repubbilca. Insomma, cara rnia, soUo alia superficie dell'unita vi e un Forte movimento Iederale » (Sp. E.,

in, pag. 208).

11)0 Nel I volume del Politeenico, egli gia affrontava uno dei suoi argomenti preferiti, recensendo ampiamente la prima parte, re!ativa alii> guerra, della opera, di A. ZAMBELLI, Delle differenze politiche ira i popoli

119

Note all'lntroduzione

"",

Note all'/ntroduzio,!e'

aniichi e moderni (Milano, Bravetta, 1839); recensione poi ace alta col titolo dl Della milizia antica e moderna, in Opere, III, pagg, 304-331.

Fatto dell'ltalia un orfanotrofio ... ~ Voi organizzate l'Italja per dipartimenti, aUa Irancese. Voi I a organizzate per, clubs come i Giacobini ».

]07 Si veda l'ampio studio L'antico eserciio italiano, in Politeenico. VIIl (1860), pagg. 72-105; ristampato in Sp. E., II. pagg. 198·237.

117 Ibidem. pag. 364.

r t a Letiera ad un amico, 12 Iuglio 1859, m Sp. E., II, pag, In.

iua Cfr. Prefazioni al vol, IX e X del Poliiecnico (1860 e 186!), in Sp. E., II, pagg. 270 e 301.

I]" II Mazzini, spregiatore della «d"bolissima» frazion" federalistica del partite repubblicano, rna grande amrniratore del Cattaneo, dava un giudizio perspicace quando in una lettera scritta a nome de) Comitato Nazionale diceva: «Qual utile sperate voi dunque pei preparativi dell'azione da uornini come Ferrari, Cattaneo a Brolferio? Pei prepara+ivi, dieiamo: I'szione si varra sempre d'uomin] come Cattaneo» (Ediz. na::., XLVIII, pag. 29).

]0" Con.iderazioni a) I vol, deU'Archivio trienna/e, in Sp. E., I, pag, 275.

,II" L' antico esercito italiano, cit., pag. 237,

III Dalla Prefazione al volume VIIl (1860) del Poliiecnico, in Sp. E" II, pall'. 198.

112 Dalla Prefazione al volume IX (1860) del Polt. iecnico, in Sp. E., Il, pall'. 269.

"" Gia 1'8 aprile '48 rifiuta di far parte della Corn-. missione per 10 studio della legge elettorale : rifiuta di entrare nella rappresentanza del Parlamento piernontese e di esser c":ndidato alia Costituente toseana (Sp. E., II, pall'. 6); rifiuta it posto di ministro delle Finanze della Repubblica rornana (Sp. E., Il, pall'. 7); e persino I'incarico direttore del Liceo di Lugano nel '52 (Sp. E., II, pall'. 50); rifiuta la candidatura a deputato offertagli dagli operai genovesi (Sp. E., II, pag. 158): rifiuta la proposta fattagli cla Brofferio di esser nominata min istro della Pubblica istruziorie ne! ministero Rattazzi del '59 (Sp. E., II, pag. 185); rifiuta i1 seggio al Par!amento ne] '60 (Sp. E., II, pag. 240).

110 La nUoVa legge del publico insegnatnento, in Opere, II, pagg. 369-380. Cfr. anche Sui rioTdinamento deg/i siudii scientific! in Italia, in Opere, II, pagine 381-400.

114 A /a Nation [rancaise, in Sp. E., II, pag , 371.

L'ammirazione per la gonerosita del general" fa riscontro, n el pcnsiero del Cattaneo, at dispregio per la rnentalita calcolatrice del Cavour.

110 Dalla PTejazione al volume IX del Politecnieo, cit., pall" 270.

i ie Letteru ad A. Bertoni, maggio 1862, in Sp. E., II, pag , 364. Nei termini di una sua veemente sfuriata agli amici, serive tra I' altro: «II vostro plebiscita ha

m Letteta alia moglie, 17 ottobre 1848, In Sp. E:, I, pall'. 204.

120

121

Note all' Introduzio~e

I~~ Savoia e Niz;zaJ in S». E., II. pag. 141.

,", Leiiera a R. Griffini, 5 maTZO 1849. in Sp. E., II, pag. 6.

, •• Let!eta a C. Ferrari, ciL, pag. 32.

l~;i Leitera ad Uti ernico, cit .• pag, 175.

n. Letlera a C. Ferrari, 12 aprile 1860, In Sp. K,

II. pag. 240.

m Lettera a C. Modena, cit .. pagg, 26·27. Una phi ampia e ricca autogiustihcaaiorie si trova nella lunga letters a Bertani del 24 febbraio 1859, gia dU;ta. e val Ia pena di riportarla per intero: «10 mi misi in quei giorni [Ie Cinque giornate] ad aiutare, non perche avessi acquistato fede in una guerra senza soldati, rna perche il dado era tratto, e neceasitava impedire un disastroso fiasco. Ma pur vedeva chiaro, e deploravo fino aile elfeltive lacrirne, quella fatal Furia vostra, che ci ave va cacciati innanzi prima che I'esercito romano, il solo che potesse essere veramente nostro, Iosse in punto di darci braccio, per poco che Fosse. E fu quello il segreto di tutte le nostre sventure » (pagg. 304·30S}.

12. Per la storia della Tipografia Elvetica di Capo. lago e per i rapporti tra essa e il Cattaneo, soprattutto per que! che riguarda la preparazione dell' Archioio triennale, dr. R. CADDEO, La Tipogra/id Eloefic~ di Capo/ago, Milano, Alpes, 1931. In particolare, sulle iniziative editoriali del Cattaneo. efr. anche MONTI, La menf~ e il cuore di Carlo Cattaneo, cit., pagg. 181·199.

1H II Cattaneo fu incitatore prima e poi giudice e correttore severo dell' opera ?i Carlo Piaacane, La guerra

122

,.,

, ,

1 <,

+

,

,.

Note all'/ntroduzione

combaffuta in Ifalia nel 1848-49. di cui it primo volume fu steso j n gran parte a Lugano nell'anno 1850 sotto I'influsso diretto del Cattaneo, come si legge in N. RosSELLI,Carlo Pisacane nel RiBorgimento italiano, Torino. Bocca, 1932, pag. liS.

130 Cfr. una serie di lettere del Cattaneo a Mauini In Sp. E., I, !lagg. 185 e segg.;e M. MENGHINI, Lod;" vieo Frapolli e Ie sue missioni dlplomafiche a Parigi (1848"1849), Firenze, Le Monnier. 1930, pag. 24.

1'-11 Per i due indirizzi cfr. Ediz, naz., XXXVIII, pagine 221 e 233; per l'opera svolta dal Cattaneo, dr. le due lettere al Mazzini del 13 e del 16 settembre 1848. in Sp. K, I. pagg. 185 e 187.

182 Letfeta' alia rnoglie, Parigi 17 ottobre 1848, 1U .Sp. E., r, pag. 204.

133 « Pas de federalisme: hornogeneite, adhesion, unite politiques, completes, absolues, C'est Ie federalisme royal qui vous a tues, en 1848. Condamne pour toujours, a Milano et it Novara, il ne reviendra plus. Mais, gardez-vous egalement du federalisme republi" cain; il vous tuerait pax l'anarchie, comme I'autre par la negation de la souverainete duo Peuple)) (Agli ita· liani, in Ediz. nax., XLVI, pag. 102).

J", I quattro punti riguardanti l'Italia affermano:

J) che non vi puc. essere altra forma di govemo ehe quells repubblicana : 2) non 5i' riconosce a nessun par- ' tito il diritto di parlare a nome della "nazione italian a prima che la nazione stessa si sis data i suoi rappresentanti (tesi del Cattaneo}; 3) durante 18 rivoluzione non vi, e altro governo legittimo 10k quello di Roma,

123

~~"-- ,

Note all'Lniroduzione

momentanearnente sospeso, e quegli altri clie si stabilirannc spontaneamente sul medesimo principia [tesi del Montanelli); 4) la rivoluzione italian a non PUQ andar disgiunta dalla rivoluzione [rancese (tesi del Ferrari e del Montanelli). II manifesto ai trova pubblicato in Appendice all'/ntroduzione del volume XLVI degli Scritti editi e inediii del Mazzini (Ediz. naz.), seguito da una rettihca del Comitate stesso sui paragrafo riguardante l'ltalia (pagg. XCVII-CXVI).

13" Letlera a G. Ferrari, cit., pag. 32. I tentativi di azione dei gruppi federalistici sono stati ilIustrati dal Monti nel libra gia citato, Un dramma tra gli eeuli, e successivamente nel capitola Speranze e conati [ederalisliei dal 1851 al 1854. in Pensiero e axiene,cit., pagine 135-149. Quanto ai rapporti del Cattaneo col Ferrari. Eurono rapporti di intesa rispetto all'idea. di malinteso per quel che rlguarda l'azione. II Ferrari ebbe anche pill tardi )'irnpressiane di essere astaeolato nelI'azione dalla Freddezza, 0 peggio astilita, del Cattaneo. Si veda una letteradel Ferrari a M. Cavalieri, del dicembra 1861, un'altra a F. Cardani del 22 giugno 1'867. e ancora una terza aUo stesso del dic~mbre 1867, in cui giunse a dire: «Cattaneo deve essere a Firenze, rna inasprito e mio avversario eoperto, come al solito » (A. MONTI, G. Ferrari e la politica interna delIa'de8tra. Milano, edizioni Risorgimento, pagg. 165, 221 e 227).

13. Lettera a C. Ferrari. 27 ottobre 1851. in Sp. E.,

II. pag. 38.

'" 7 II q uale aveva detto seccamente in una lettera a

P. Giannone del 24 luglio 1851:. _ Non faranno se non qualche indiri%zo» (Edi::. naz., XLV, pag, 315).

124

~.

I .~ .•. '

;-

,

Note all'/ntroduzione

1 •• II colpo pill grave al federalismo fu data dal Mazzini col Manifeoto del Co~itato nazionale Italiano ernanato da Londra il 31 setternbre ISS 1. il quale met~ teva in stato di accusa iI federallsrnocon Frasl come Ie seguenti: «La rivoluzione sara repubblicana; e perche repubblicana, unitaria. II popolo e uno: il federalismo, quando non e voluto da condizioni territoriali e da diversita di razze, di lingua, 0 di religione, e teorica d'aristocrazie, di principati, di ambizioncelle 10- cali » ; f.( Una Iega, unaccozzagfia <Ii stati e provincie non e patria : e un fantasma di patria » (Ediz. nax" XLVI. pag, 128). A g'uisa di comrnentatrio a questa manifesto. fu pubblicato da E. Lavelli e P. Perego, gazzettieri sedicenti mazziniani, un igrrobile libello scandalistico e pettegolo contro i repubblicani federalisti, in apologia servile e cortigianesca del Mauini, J misieri repubblicani e 1a ditta BrOi/erio, Cattaneo, Cernuschi e FeN"ari, Torino, tipografia. Ferrero e Franco, 1851; sul Cattaneo vedi pagg. 10. 12-13, 48-51, il quale, scrivendoneal Macchi. commenta: g Ho visto la fagiuolata dei due .enfanta terriblee » (Sp .. E., Il, pag. 33) e stende una Errata-corrige, per rintuzzare le rnaldicenze scritte dai due Jamigerati libellisti sul con to del F~rrari (Sp, E., n. pagg. 34.38).

1a s Letiera a M. Cavalieri, Parigi 17 lugl]o 1860 .. in MONTI, Giuseppe Ferrari e la politic a intern a della destra, cit., pag. 133.

140 Let/era a G . Ferrari, cit., pag, 38. E in una lettera al Cernuschi (pubblicata in Sp. E., II. pag. 20, 'senza data. rna 24 [uglio 18(1): «ll fatto e che la federazione non e intesa, perche mai ebbe quasi 'propaganda. Non vi e religione senza predicatore».

125

Note all'lnfroduzione

H' Gli en/ants terribles dei Misteri repubblicani non avevano torte quando esclamavano : • D'altronde, qual e c il sistema svilupputo sufficientemente da un Ferrari, 0 da un Brofferio, 0 da un Cattaneo che pure e l'Ercole dei federalisti? Noi ci inchiniamo dinnanzi a quelle venerande front; sotto Ie qual. fermenta la rivoluzione urriversale : rna vorrernmo un po' pregare gli oracoli di compiacerai di spiegare a noi marmaglia profana le loro immense teorie e farcele pienamente capite» [pag. 10).

142 Agli italiani, in Ediz. nuz., LI, pas. 39.

143 A Pietro- Maestri, gennaio 1854, in Sp, E., 11, pag. 64.

'" A Pietro Maestri, cit., pag. 63.

126

STATI

UNITI

D'ITALIA

~' ...

...

PROGRAMMA DEL CISALPINO 1

Notte del 17 marzo 1848.

Viva Pio IX! •

II tempo ha vinto.

Go che pochi giorni addietro era meno che una speranza, era unsogno, oggi e un fatto: un fatto splendido, vasto, universale. T utta l' ltalia, tutta la Francia, tutta la Germania, la Danimarca, Ia Boemia, si sono trasformate ad occhio veg-

gente in sessanta giorni 3 tI

. II 12 di gennaio " a mezzodi, andavano al palazzo del vicere di Sicilia Ie donne palermitane vestite a bruno a prendere la risposta fatale;' e tornando repulse e dolenti, davano ai fratelli e agli sposi il segno del combattimento, Si combatteva

129

9. - CATTANEO.

Carlo Cattaneo

e si vinceva tosto in Sicil,ia, E, pochi giorni ,dopo, in Francia '. E, pochi giorni dopo, nell' antico e inviolate nido della schiavini, in Vienna ", 5i vinceva senza com" battere, a Baden, a Stoccarda, a Monaco, a Buda 1, Era una guerra sola, un solo riemioo , dovunque vigilante, dovunque armato, dovunque a fronte degli inermi: e il premio della vittoria era da per tutto il medesimo : la libera parola: i giudizi

. in pubblico; le finanze palesi: la fede reciproca tra govemanti e governati. Qua il principato ereditario, - cola un comitate elettivo; 11 chiamano la repubblica e il regno; cose d'opinione, di tradizione, di forma; rna, in sostanza, la cosa pubblica per tutti e da per tutto,

Da per tutto ove il terremoto politico scoteva il suolo, si vedevano, come talpe snidate, sbucare dai loro nascondigli gesuiti, rosminiani, ignorantelli, pettegole del Sacro Cuore, abbandonando ai vitto- . riosi le ricchezze male acquistate e le vestigia d'urr'arcana morale, Da per tutto

130

Stafi Unifi d'Ifalia

Ie polizie si mostravano impotenti, ignare, eieehe, ostinate a cerear fra Ie tenebre le cagioni eLi quel moto che veniva dalluniversal luce del sole; da per tutto la diplomazia 'restava eonfusa e scornata; da per tutto cader le baionette, e svanire come bolle di sapone e frastullo di ragazzi le bombe.

Senonche, in questa conRitto di lingue, ogni popolo s' accorse d' avere la sua; ogni nazione colse Ia coscienza di se medesima; comprese il segreto del suo essere: vide che la liberta delle' alire er~ condizione necessaria alia sua,

E allora, in tutte, un pari odio contro il vecchio astuto, che col ministerio del baslone rimoveva quellimmenso guazzabuglio di gente e di cose ",

Onde, sulla piazza della Corte, a Vienna, si videro nella folia Tedeschi e Polacchi, Italiani e Boemi, Magiari e.Dalmati muoversi allo stesso assalto, come se avessero una sola patria; si udi vociferare nella stesso tempo: Viva l' lialia e

·131

Carlo Cattaneo

Viva lp._ Po ionia, Viva il Tirolo e Viva l'Ungheria. Ognuno voleva esser se medesimo; ognuno voleva serbare nitidi e vivaci ~ colori della sua bandiera; rna non nel contrasto dell' odio e della reciproca servi(u, bensi nella pura luce della liberia e dell'amore. Viva Pio IX, che getta fra Ie genti il segno di questa pace!

51, ognuno abbia d' ora in poi la sua lingua, e secondo la lingua abbia la sua bandiera, abbia la sua milizia : guai agli inermi l Abbia la sua milizia ;ma la ratienga eniro il sacra claustra della pairia, affinch6 I' obbedienza dei popoli sia spontanea e legittima, e quindi debba serbarsi legittimo e giusto il comando, Oltre aI limite del giusto non v'e pili obbedienza.

Queste patrie tuiie libere, tulle armaie, possono vivere l'una accanto all'altra, senza nuocersi, senza impedirsi, Anzi, nel nome d'un principia comune a tutte, possono avere un pegno di reciproca [ede, un' assicurazione invincibile contro ogni forza che Ie minaccia.

132

Stati Uniti d'ltalia

Dio santo! quale immensa colluvie di eserciti copriva l'Europa I In molti luoghi, non l' uno, non il due, rna il tre per eento delle popolazioni : erano piil di due rnilioni di soldati, divoranti in ozio forzato Ie fatiche dei poveri fratelli; Ia pili parte trasportati in terre straniere, comandati in lingue altrui, per derisione armati, prigioni carcerieri d 'altri prigioni. Diecimila gendarmi, nel solo regno di Napoli, spaventavano notte e giorno i popoli; pattuglie zoccolanti Ia notte per le strade rompevano i sonni del giusto; Ie madri e .le spose spiavano alla finestra tremando se 10 sciagurato drappellc oltrepassava Ia porta. T utta irta di lance cosacche e tartare I'merme Polonia. Luigi Filippo aveva chiuso Parigi in un cerchio di ferro 0; e, postasi Ia chiave in tasca, attendeva a spartire tra i . guardiani e i prevarieatori la mercede della pubblica vergogna.

T utte queste forze,· tutte queste arti, sono dileguate come nebbia. I soldati erano maschere di nemici: non erano pezzi

133

Carlo Cattaneo

di ferro fuso, erano uornini: era no parte di popolo, parte centesimale di popolo; e, gettati come gocce d' acqua sopra 1a tazza, vi si confusero, facendoia colma e traboccante.

Con quanta sapienza di geografia e di linguistica non si erano trasposti i soldati italiani in Vienna, i ted~chi in Ungheria, i tedeschi, i polacchi, gli ungheri, tutti i popoli dell'impero, in Italia! In questa nodo gordiano, in questo intreccio d'odii nazionali, le nazioni non si dovevano mai confondere, anzi dovevano provocarsi e attizzarsi a una vita di dispetto e di rabb!«. Alcuni accusarono a torto la politica metternichiana daver voluto germanizzare I'Italia e la Polonia. Sci per una qualche magia l'impero si Fosse potuto germanizzare, cib vuol dire che la lingua dei soldati e dei popoli sarebbe divenuta Una sola al di la e al di qua delle Alpi e dei Carpati. E, a11ora, come porli a fronte? come rendere insensibili i soldati all' amore e aIle lagrime dei popoli? Oh no;

134

Stfl/i Uniti d' /ta/ia

Ie nazionalita dovevano, come fili di vario

. colore, intrecciarsi senza confondersi; dovevano accostarsi, per prendere nell'op~ POSlZIone maggior vigore e contrasto. 11 nome germanico non era state mai cosi odiato in Cracovia 10 e in VeneZiia:' la germanizzazione diveniva ogni giorno piii ripugnante e impossibile. E poiche sotto il mantello officiale della lingua latina in Ungheria' Ie differenze delle genti rimanevano dissimulate, si promosse a poco a poco e con aflettata ritrosia che la lingua' dei Magiari fosse lim posta come lingua officiale anche aglri Slavi, ai Rumeni e ai Sassoni. E quindi eccitate in seno all'Ungheria e alla Transilvania discordinazio~ naIita; impedita per tant~ l'insensibile fusioneche il commercio e il tempo tacitamente avrebbero addutto in quel caos di popoli, accozzati e non associati ancora. Divide ei impera.

Non si vedono nella Svizzera e nel Belgio diverse lingue esistere senza odii, . in una sola provincia, in un sol cantone?

135

Carlo Cattaneo

Non gia che questo associarsi, in qualunque modo che i tempi vollero e predisposero, dehha dividerci da chi piu ci somiglia; rna diremo che il tempo potra indurre paoifiche ~ volontarie combinazioni che rendano sempre pili semplici le cose, e pill conformi aile preparazioni e ai decreti della natura. Ma godiamo frat tanto i doni del tempo presente, riservando il futuro al futuro.

lntanto, consigl: concordi e mani armate.

II paese deoe essere del paese, Viva 1 tltalia! Viva Pio IX I

136

i.-

PER LA SICILIA '.

,.

Amico. O'accordo a quanta mi ragionate della Sicilia, rispondo sempre colle parole di Torquato Tasso: ltalia e Roma 2.

E' manifesto che la Sicilia, volendo far da se, non puo aspirare a miglior sorte di Malta e delle lsole loniche. V re 'soli f 3 Quando poi non voglia restar sola ne soggiacere nuovamente a Napoli, deve aggregarsi alIa universa ltalia in Roma '.

L'ltalia non potrebhe esser una col pontefice re, perocche si e Fatto esperimento che non puc essere nostro capitano chi vuol esser sacerdote e padre dei nostri

. . ~

.nemlCl .

Ne parimenti l'Italia potrehbe esser una con altro qualsiasi principe, perch'e

137

Carlo Cattaneo

Laonde, chi non vuole la repubblica come termine supremo, la adotti come necessario transite da] diritto parnimoniale al diritto nazionale. Quando la repubblica avra diveIto daIle eoscienze Ie radici del diritto antico, vedrassi forse, come nei Paesi Bassi, un regno nuovo 11. La cattedra del pontefiee, dopo un intervallo di repubblica, potra forse divenir trona di reo L'Italia sara giunta allunita regia per la via del1a liberta.

E un intervallo di liberta e pur necessario per conquistare I' indipendenza; ana quale sotto bancliera di principe mal 8' arriva; perche i principi d'ltalia, non altrimenti del pontefice, tremano di rimanersi . in faccia al popolo, senza patrocinio di armi straniere. Dunque Ital~a e Rama.

140

IL NUMERO E LA VOLONTA

E ora vogliamo far cenno di quella unita nazionale, a cui molti generosi parvero quasi posporre la liberta. Certo.: chi miri a qual mole straniera si dovesse far fronte, non si fara meravigliache sembrasse necessario contrapporvi tutta l'Italia. 0 almeno quella maggior parte che SI potesse, e quanta pili si potesse saldamente unita, E anche in cia si vede, come nel rimanente, l' effetto della nazional reazione contro I' artificiale centralita straniera. Ma i pili andarono errati, giudicando che la forza militare si misurasse a numero di popolo', e immaginandosi d'aver finito la guerra, quando fossero riesciti a stivare sotto la predella d'un trono dodici 0 quin-

141

Carlo Cattaneo

dici milioni di gente. Poteva~o ben vedere come il regno di Napoli Fosse il doppio quasi del Piernonte, e non Fosse pi6 forte. E il Piemonte doppio della Svizzera, e non diviso, rna saldamente stretto in una sola mano, e non pero a lunga pezza 51 forte. E dopo la cabala che si compie colla [arsa dell' Urbino il 29 maggie 3, il Piernonte che dettava la fusione col pretesto d' esser piu valida a spacciar la guerra, si trovo da quel momento piu debole, per timore ch '~bbe Torino di perdere ivantaggi di regia sede e le briciole della regia mensa. e per timore ch 'ebbe la cortedi non aver braccio a infrenare la improvvisa folIa dei nuovi sudditi, non ancora ben maceri e fracidi nel gesuitico lezzo. E quindi si lasciarono ir perdute, in giugno, Ie gu~ttro provincie venete prima d' aver le acquistate; e in luglio, al prime infortunio, si lasciarono andar perdute l'altre provinoie e i ducati 4, E il 5 agosto ai generali di corte parve mala grazia nei Milanesi chenon si sottomettessero subito e di buona

142

SiaN Uniti d'Italia"

voglia ai barbari, quando COSl pareva e

. piaceva a Sua Maesta ". Sembrava quasi che l' abbandonare vilmente la guerra poco importasse. Chi dooeoa oolere, non uoleva. Ora. il primo principio di forza nelle cose umane e la volonia, e non il numero degli uotnini che da quella volonta si: pende. E non fu il numero dei battaglioni, che poi condusse, senza contrasto, gli Austriaci in Mortara, intercidendo l' esercito piemontese dal regno: "e che poi Ii condusse con minor contrasto ancora in Alessandria ., quando pareva bello agli .eroi di corte andar piuttosto a malmenar Genova,perch6 voleva continuata virilmente la guerra 1. Due volte cadde il regno che aveva i milioni d~ sudditi; intanto che Venezia, sola, e povera, e levatasi esangue dal sepolcro, duro combattendo /in~h'ebbe pane". E in altri tempi, Venezia stessa con angusto dorninio , aveva durato contro tutta Italia e tutta Europa congiuratagli contro dal pontefice; e aveva durato piu .secoli contro l'imperio ottomano.

"':

143



Carlo Cattaneo

Pur s' udirono fra noi molti deridere 'con Gioberti le repubblichette? E purtroppo , per male cure di lui rnedesimo, Venezia era rimasta sola e povera repubblichetta di centomila abitanti. Ma aveva quell' animo che i satelliti regi non poterono infondere alla Sicilia oenii oolie piu popolosa. Uti dirhinutivo non e una ragione, direbbe il savio Bentham. E hi Svizzera medesima non e forse un fascio di ventidue repubblichette? anzi, diciam pure, di venticinque? E se dimani il Vallese e F riburgo si suddividessero come Appenzello e Basilea 10, forse verrebbe rimossa 1a cagione di qualche discordia: e certamente non perderebbe la patria un sol difensore, Le repubblichette svizzere bastano alla loro difesa; e 1'1 talia che potrebbe avere dieoi volte piu armati, con ben maggior riparo di lagune e di maremme, e di humi e d'isole e di fortezze e .di navi, l'ltalia non basta 11. Convien dunque, come facevano i nostri antichi, cercare altrove che nel numero il principia"

144

S tali U niti J'ltalia.

della forza; riporlo soprattutto nella uoIon to. ; cioe in questo, che chi comanda abbia la medesima volonta, 0 a parlar piu mondano e piu vero, i tnedesimi inieressi di chi obbedisce. Non son~ i sol dati ne le armi, ne Ie navi, ne il huon volere del popolo, che mancarono al re di Napoli per difender I'Italia; rna i suoi, interessi non erano quelli della nazione; ne tali

• erano quelli del papa; e COS! dal pili. al meno, quelli d'ogni altro potentato d'Italia. E' vano e puerile il lagnarsi ch' essi abbiano fatto cia che avevano naturalmente a fare; come fu vano epuerile 10 sperare che avrebbero fatto Iuor della loro natura. E qui fu l'errore. fondamentale « di quel ridicolo amoreggiarsi [ra principi e popoli » , nel quale gli innamoraii era no solo da una parte. Qui fu l' errore deIl'iniziativa permessa ai principi, e del comando Iasciato ai loro satelliti. Qui fu l' errore dell' unita, da conseguirsi col persuadere un principe « di codarda e {iacca natura }) a divenir magnanimo e delibe-

145

10. - CATTAl<~O_

Carlo Cattaneo

rata. Chi e nato a far le grandi irnprese, non aspetta che altri 10 consigli e 10 incalzi.

II numero delle parti non importa, purche abbiano tutte egual padronanza e liberta: e luna non abbia titolo a far servire a se alcun ' altra, tirandola a se, e distraendola dal nodo generale. Tra la padronanza municipale e la unita nazionale non si deve frapporre alcuna suddi-, tanza 0 colleganza interrnedia, alcun partaggio, alcun Sonderbund '". ISonder~ bundi dell'ltalia sono quattro: il borbonico di otto milioni e pili; r austriaco di sei, e se 10 si considera anche arbitro dei ducati, poco meno di nove; il sardo & cinque 0 poco meno; il pontificio di tre. Queste segreganze sono tutte nemiche tra loro: Ie prime, perche asp ira no a ingrandirsi a spesa delle altre; l'ultima, perche sa d' essere insidiata da tutte. E COSl hanno tutte interesse a guerreggiarsi, e godono empiamente dell' altrui sventura edell' altrui disonore. Qual pili grato adulatore

146

'{

.,

f

i >.

Stati Unit; d'Iialia

aHa corte di Torino di colui che maledlice a1 bombardator di Messina? .'3 Qual pili lieto suono al re di Napoli che quello delle infamie del Lamarmora a Genova? 1< E COS] la Sicilia maledice a Napoli: e la Sardegna eIa Ligura maledicono a Torino' e Ii popoli sono maledetti dai popoli per colpa dei Ioro padroni. Le discordie, che tantosi vantano, delle repubbliche del media evo, erano della medesima natura' perche nessuno alIora si era posto in mente di col1egar Ie citta in nazione; e di pili visoffiava per entro il pontefice da una parte, e vi aveva bracoio I'imperatore daJI'altra; perche i prelati e baroni abitavano le repubbliche come jorestieri, pronti a sconnetterle e turbade, non a obbedirle e difenderle. Onde anche Ie repubbliche erano costrette a fare come i tiranni; e si procuravano sicurta e potenza, assoggettando a se Ie citta vicine, e togliendo loro ]a sovranita, Pisa era nemica a Genova, principalmenle perche ambedue voIevano signoreggiar la Sardegna. Nessuno

, I " ':

147

Carlo Cattaneo

pensava a que' tempi che i Sardi pure erano italiani e fratelli, e che dovevano unirsi alIa madre ltalia, non coll'obbedire a Genova e a Pisa, rna col seder seco loro, eguali e padroni, nel congresso di' Roma. Gli odii delle repubbliche provenivanodalla conquista, dana [usione, non dalla libertC1.

E anche Ie repubbliche svizzere, nate a caso e a caso collegate come Ie nostre, avevano aliora sudditi svizzeri, e l[ opprimevano, e ne facevano pretesto di ambizioni e di guerre. Ma questi sono errori dei secoli andati; e ora dIe son tutte eguali; ne alcuna repubblica svizzera potrebbe mai trovar modo d' imporre i suoi rnagistrati alia repubblica vicina; .Ie altre, tutte si opporrebbero; non potrebbe il tutto consentire che alcuna parte si frapponesse fra esso e uneltra parte; ne alcuna parte avrebbe 'forza 0 speratiza di riluttare a1 tutto. Con siffatto principio, e colla nuova coscienza di fratellanza e di nazionalita ~he l' esperienza dei secoli e la

148

Stat; Uniti d'Italia

scuola della sventura, e le ingiurie degli stranieri infusero all'Italia, nulla sarebbe a temersi se fossero Ie repubbliche pur minute come nella Svizzera. Tanto maggiore sarebbe lin loro Ia necessita di abbracciarsi, affine di proteggersi in terra e in mare, contro le colossali potenze del secolo, ,e di esercitare il cornrnercio fraterno in pill vasto campo, e di deliberare leggi uniformi e' strade e monete, e di accomunarsi i diritti privati, s~lva sernpre la iniera padronanza d' ogni popolo 'in casa sua. Insegno Machiavelli che un popolo, per conservare Ia Iiberta, deve ieneroi sopra le mani. Ora, per tenervi sopra Ie mani, ogni popolp deoe ienersi in casa sua la sua liberta. E poiche, grazie a Dio, la lingua nostra non ha solo i diminuiioi, diremo che quanta meno grandi e meno ambiziose saranno di tal modo Ie repu~blichetie, tanto pill saldo e forte sara il repubblicone, foss' eglti pur vasto, non solo quanta l'Italia, rna quanto la immensa America.

r

149

IL DIRITTO FEDER ALE 1

I padri nostri videro bene nella religione del Dio Termine la sicurta e santita dei beni domestici e della societa municipale: rna non seppero valersene ana sicurezza e santita d' altri beni pili sublimi ed' altra pur necessaria e. piu vasta 50- cieta, Che importerebbe mai la ineguale ampiezza delle giurisdizioni, in seno ad unItalia tutta libera e tutta armata? 5iffatte distribuzioni non sarebbero mai di maggiore inciampo che non siano in seno aIla Chiesa i vescovati e gli arcivescovati. In cinquecento e pili anni dacche fu pro ferito il giuramento del Crutli 2, mai Svitto

150

Stat; Uniti d'/talia

non penso a dolersi che Untervaldo e Uri volessero essere, al pari di lui, padroni in casa loro. Mai la vasta Virginia e la Pensilvania non insidiarono per amore di maggior concordia gli Statio venti 0 trenta o cinquanta volte men vasti, di Rhode Island e di Delaware. I conhni delle giurisdizioni, quali Ii feee la lunga serie degli eventi, rappresentano da lungi una diverStita d' origini felioemente obliterate dalla lingua cornune; e rappresentano dappresso la varieta delle Iegislazioni; dei co-

. .

stumi, dei dialetti, e l'abitudine di mo-

versi intorno a certi nodi naturali di comrnercio. II turbare d',irriprovviso e senza necessita quest'ordine di movimenti e di funzioni, a cui tutti i calcoli delle famiglie sono coordinati, e piii grave dan no che non si creda; rende amare ai popoli Ie primizie della liberta: e in procinto di guerra, dissipa Ie loro forze e i loro pensieri. NeI volume si vede, come gli abitanti della Lunigiana, staccati poco prima

·U

. ~

I

I

"

!

I

I

;

151

lL DIRITTO FEDERALE 1

I padri nostri videro bene nella religione del Dio Termine la sicurta e santita dei beni dornestici e della societa municipaje ; rna non seppero valersene alIa sicurezza e santita d'altri beni piusublimi e d' altra pur necessaria e pili vasta societa. Che 'importerebbe rnai la ineguale ampiezza delle giurisdizioni, i~ seno ad un ' I talia tutta libera e tutta armata? Siffatte distribuzioni non sarebbero mai di maggiore inciampo che non siano in seno alla Chiesa i vescovati e gli arcivescovati, In cinguecento e piu anni dacche fu profe- . rito il giuramento del Grlitli', mai Svitto

'150

I I

Stati U niti d'Italia

non penso a dolersi che Untervaldo e Uri volessero essere, al pari di lui, padroni in casa lora. Mai la vasta Virginia e la Pensilvania non insidiarono per amore di maggior concordia gli Stati, venti 0 trenta a cinquanta volte men vasti, di Rhode Island e .di Delaware. I confini delle giurisdizioni, quali Ii fece la lunga serie degli eventi, rappresentano da lungi una diversita d' origini felicemente obliterate dana lingua comune: e. rappresentano dappresso Ia varieta delle legislazioni; dei costumi, dei dialetti, e l'abit~dine di moversi intorno a certi nodi naturali di commercia. II turbare d'~mprovviso e senza necessita quest' ordine di movimenti e di funzioni, a cui tutti i calcoli delle famiglie sana coordinati, e pili grave danno che non si creda ;rende amare ai popoli Ie primizie della liberta: e in procinto di guerra, dissipa le lora forze e i loro pensieri. Nelvolume si vede, come gli abitanh della Lunigiana, staccati poco prima

151

s:

Carlo Cattaneo

dalIa T oscana e aggiunti a Parma', Sl lagnassero delle insolite leggi: (( Corre il sesto mese dacche siamo in una posizione sommamente deplorabile » . Le varieta quasi familiari degI,i Stati nulla tolgono aIla coscienza naziona]e, rivelata a se stessa e ogrii giorno viepiu stimolata; e se anche alcuna cosa Ie togliessero, converrebbe pure, rimosso ogni ostacolo ai conhni, lasciare al commercio, al tempo, aIle idee, e aIle mnovazioni deliberate in comune, I'ufficio di cancellar tali tradizioni senza danno e seriza dolore.

Ma riel 1848 non si trattava gia della lenta opera delle legislazioni, bensi dell'urgente e ardente guerra straniera, alIa quale irnportava recar subito da tutte Ie parti d'ltalia la maggior sornrna di gente e di danaro. Nella recente guerra SVlZzera " quando il cantone di Vaud pose in armi il dieci per cento della sua popolazione, gli altri cantoni che non fecero altrettanto, non poterono pero averne timore o sospetto; anzi applaudirono con· tutto

152

. :~

Stati Unili d'/talia

l' animo al generoso esempio che accresceva Ie forze comuni, Tale e l' effeUo del principio federale e fraterno. A quella prima campagna il Piemonte apporto da 40 a 50 mila uomini, ossia l' uno per cento del suo popolo, ch'e quasi un quinto della nazione. Se la sacra potenza d'un Patto avesse mosso tutta Italia a rispondere al primo invito di Milano combattente e fare altrettanto (e non era gran prodigio, era la decima parte di quanta pote fare la repubblichefta di Vaud), avremmo av~to ~n breve termine di tempo 250 mila uomini, e fra essi un quajsiasi numero di veterani stranieri, ehe d t ogni parte si of ~ frivano. lnoltre in guerra non e tanta la difficolta di far gente e armarIa e adde~ strarla, quanta di traslocarla e provvederla. Perloche i popoli che sono pili vi~ cini al campo di battaglia possono facilmente opporre al nemico masse maggiori , COS] pate Como, colle forze d'una parte sola della provincia e di pochi Ticinesi, conquidere un presidio di 2000 soldati 5.

! I.

-

I

--

'.'

.. ~

153

,

r

-!

I

"

: t·

Carlo Catianeo

E Brescia, nel 1797, aveva potuto dare 5000 fanti, 600 cavalieri e i cannonieri di una batteria che Bonaparte le aveva d~nata; il che faceva allora circa il due per cento di quella provincia", E non solo la vicinanza e la comodita, rna ~l pili vicino e pili fiero pericolo doveva chiamar pili gente all' armi nella ribelle Brescia e nella ribelle Milano che non nel Piemonte; il quale era chiarnato a combattere per comando di principe e per onor comune e dover di nazione, e per assicurare dall' oppositore straniero la riforrna delle sue istituzioni e il suo progresso; rna non aveva a ternere confische e supplizi e altre barbare vendette,. Or bene, se per federale accordo si Fosse mossa tutta ltalia a fare quanto il Piemonte, se il Lombardo-Veneto e i Ducati avessero faUo pi<i ancora, la parte di forze che il Piemonte avrebbe mostrata in campo sarebbe stata appena un quinto 0 un sesto del tutto. Ma la sua preminenza militare sarebbe allora svanita; allora la spada d'ltalia non sarebbe

154

Stati Uniti d'ltalia

stata una sola; allora ad un solo principe non si sarebbero potute aggiudicare Ie spoglie dello straniero e quelle d~i congiunti di P~ifma e di Sicilia 7, Dal principia dell' egemonia _. veniva per logica conseguenza che al Piemente dovesse tornar m~Ies~ ogni rnaggioranza di soldati e di generali che non Fosse de' SUOl, eppero ch 'esso dovesse escluder dal campo tre quarti delle forze nazional i . Tale e la differenza pratica tra il principio della fede- ~azione e queUo dell'egemonia, tra quello dell' eguaglianza e quello della preminenza, tra quello delI'emulazione e quello della gelosia! Ognuno vede che questa

. fallace politica veniva fomentata nel governo piemontese dal propos ito suo mop, portuno d'acquistar a primo tratto nuove provincie: e che questo proposito ,non avrebbe potuto giustificarsi ne tampoco prodursi alIa luce dell' opinion pubblica, se l'unione non Fosse parsa a molti, non usurpazione, ne insidia, ne porno della

. ,

155

Catlo Cattaneo

I,',

~

discordia, come semb~o ai Parmigiani *, rna un pratico avviamentd allunita: insomma, se I'idea dell' unita non avesse di lunga mano preoccupate Ie menti. A questa dunque si cleve riferire e imputare tutta quella tenace catena d' errore, di di-

"sordine e cli meravigliosa impot~n~a. E gia prima che 1 "insurrezione , avesse prjncipio, un profetico scritto, benche con inutile e ingrata veracita, ne aveva arnrnonito l' ltaIia: (( L 'hypothese de r unite s' attacherait necessairement a un prince, a une famille royaje; elle inspirerait a' tous Ies princes menaces l'alliance de l' Autriche; elle envelopperait l' ceuvre de l"independance dans Ie mystere d'une cour; la di~

r: * (( Per quattro 0 cinque giorni le coose co-

minciarono a meraviglia e il popolo In _festa esprimeva con canti di giubilo .la con<:lUl~tata liberta Sennonche, avendo gh Austriaci abbando~ato Piaeenza, questa citta si disgiunse da noi· e Pontremoli feee 10 stesso pretessendo per causa di tal separazione la presenza del duca in Parma. Tale separazione fu il porno della diseordia gittato fra noi ». (Oal Ventidue Marzo, giornale del governo provvisorio, del 7 aprile) 0

156

Stati Uniii d'ltaUa

.scorde serait dans Ie camp avant le com-

o bat » *.

Che se il Piemonte solo o quasi solo, rna con deliberata e audace strategia, e col favore immenso dei popoli, avesse saputo ripetere intorno a Mantova i prodigi del gran capitano', e vincere con cinquantamila soldati, vincere con una sola spada, e a profitto d'un solo, e trap ass are dalI'unione d'una 0 daltra provincia ad una improvvisa e gloriosa unita: non credano gli esuli che avrebbero percio ton data Ia

-'liberta. Pur troppo 10 dimostra I' esempio della Fr~ncia 'e della Spagna, a cui la li .. berta sanguinosarnente conquistata sfugge eternamente di mano, per effeHo· delle immani forze accumulate in mano ai goverrri, mentre viceversa nella Svizzera e nell' America, ove ogni singolo po polo

, ;

,

i

.* FERRARI, Revue Independante del 10 gennaio 1848. Si not; bene: gennaio. [Si tratta della scritto dal titolo : La revolution et les reformes en Italie, ristamp. in Opuscoli politici e leiterari, Capolago, Tipografia e1vetica, 18521.

157

··f ~

Carlo Cattaneo

1'#

I··~.~ .. ~

i

tenne ferma in pugno Ia sua padronanza, la liberta, dopo un primo acquisto, non ando piu perduta. Tale e la virtu dei principii, fuor dei quali ogni sforzo di valore e di sacrihcio e vano.

Ne giova illudersi col dire che questi non siano principii: son principii anche essi di diritto; sana per 10 meno principii di politica: e la politica e la necessaria tutrice del diritto; e principia e tutto cio che genera inevitabil serie di conseguenze. Ne giova illudersi col dire che, per poco che si aggiunga, e per poco che si tolga, la federazione viene bel bello a confondersi coIl' unita [.; poiche in tutte Ie faccende del mondo il passaggio da cosa a cosa si fa per gradi; e talmente per gradi si procede dalla pianta all' animale e dalla foglia aI fiore e al frutto, che 1a scienza non puo additare il punto ove il passaggio avviene. Non per questa aIcuno cambiera mai j] fico colla Foglia a la pecora coll'erba che la pasce, ° la paterna presidenza di Washington colla truce dittatura

,;r

J '

~--

158

1

r

I, \,

\,

t

I

I

''I

i. i

J

Stati Uniti d'ltalia

di Cavaignac [I E' I' antico sohsma del cumulo.

Sempre III preda a preciprtose astrazioni, vedono neI mondo gIi' individui: poi le famiglie, ed e gran ventura; poi vedono anche il comune, ossia l'aziencla unita cl'un centinaio forse di famiglie, e nel piii de' casi, combinazione pressoche domestica e privata. Poi chiudono gli occhi per tutti gli altri internodi e ricapiti . dell' umaria societa; balzano d' un tratto alla nazione, ch'e quanta dire, alIa lingua 12. Ignorano 10 Stato e Ie sue necessita. Dunque se una medesima lingua domina Ie Isole Britanniche. Ia Pensilvania, Ia California, I'alto Canada, la Giamaica, l' Australia, per essi v'e solamente a far somma d'un maggior numero di famiglie e di comuni. Dunque il parlamento britannico non ha da far leggi: il congresso americana sogna d' aver leggi da fare; tanto e piu superflua una legislazione provinciale per i fratelli della Pensilvania e i venturieri della California:

.. ~

i

"

159

. Carlo Cattaneo

,

I'algido Canada, la torrida Giamaica nOl~ debbono aver leggi proprie , che rispondano ai luoghi e aIle tradizioni e aIle varie mescolanze degli uomini e aHa varia loro coscienza; l' Australia debbe aspettare in etemo ogni provvedimento d~' suoi antipodi, perche parla la stessa lingua, e fa secoloro una sola nazione !

No, qualunque sia la comunanza dei pensieri e dei sentimenti che una lingua propaga tra Ie famiglie e Ie cornuni, un parlarnento adunato ,in Londra non fara mai contenta l' America; un parlamento adunato in Parigi non fara mai contenta Ginevra; Ie leggi discusse in Napoli non risusciteranno mai la giacente Sicilia, ne una maggioranza piemontese si credera in debito mai di pensar notte e giorno a trasformar 'la Sardegna 1 3, 0 potra rendere tollerabili tuttii suoi ·provvedimenti in Venezia 0 in Mil~no. Ognipopolo puo avere molti interessi da trattare in comune con altri popoli: rna vi sono interessi che puo trattare egli solo, perche egli solo Ii

160

Stati Uniti d'ltalia

sente, perche egli solo Ii intende. E v'e inoltre in ogni popolo anche la coscienza del. suo essere, anche la superbia del suo nome, anche la gelosia dell' avita sua terra. D~ la il diritto Iederale, ossia il diritto dei popoli; il quale debbe avere il suo.luogo, accanto al diritto della nazione, accanto al diritto dell' umaniia.

Uomini frivoli, dimentichi della piccolezza degli interessi che li fanno parlare, credono valga per tutta confutazione del principio federale andar ripetendo che e' il sistema dellevecchie repubblichelte ".

. J~isponderemo ridendo, e additando loro al di la d' un Oceano l'immensa America, e al di Ia d' altro Oceano il vessillo stellato sventolante nei porti del Giappone.

11. . CATTANEO,

i ,I

l

161

.J

{

:t

1

!

{

!

1 {

t

!

i

r

I

I J l

1

AGLI ESULI IT ALI ANI IN LONDRA 1

10 maggio 1859.

Voi richiamate i repubblicani d' Italia alIa via diretia, alIa bandiera; all' eierna inoiolabiie moraliia. (( Puo. - voi dite - un popolo senza nuocere al suo diritto soggiacer rassegnato e fremente a una prepotenza di circostanze avverse;· non puo levarsi in armi can un programma

dimezzato e diverse » ", COSl sia, Equal

e dun que il vostro programma intero?

II vostro programma intero e : Unita e Republica.

Pure, a detta vostra, (( seguireste nelI' arena la monarchia piemontese, purche tendesse in modo esplicito all'unita ita-

liana » ",

163

Carlo Cattaneo

Il vostro programma non sarebbe pili dunque Unitii e Republica, rna Unita e Monarchia.

II vostro programma sarebbe dimezzato; perche avreste espunta la republica. Sarebbe diverso; perche avreste intromessa Ia monarchia. Senonche Ia monarchia, voi dite, sarebbe solo l'impresa delr oggi. La republica sarebbe dunque !'impresa riservata in petio per if dimani. Questa vi pare I' eierna inviolabile mora-

lita?

Voi ,invitate a seguir oggi la monarchia

piemontese. Ma dimani, « emancipate il paese, intendete che al popolo d'ltalia intero spetti statuir legalmente e liberamente intorno aIle sorti della nazione )) '. Adunque si porra in voto aUora, se si debba avere in ltalia la repubblica 0 Ia monarchia. Or ben si sa che una nazione veramente e perfettamente emancipata potrebbe aHora e sempre statuire e fare quanto meglio le paresse, on de il patto sarebbe superfluo. Ma il farlo e farlo espli-

1164

S taU U niti J'ltalia

cito prima di emanciparsi, I'imazinare che volontariamente 10 accettino quelli che de- . vono combattere per emanciparla, benche

. il patto non possa loro essere utile ne gradito, e discorso vano.

Era altra cosa in marzo f 848, quando il regno incalzato alle spalle dalla repu-blica francese, stretto ai fianchi dalla republica svizzera ringiovanita nel sangue, abbagliato an viso dagli incendi di Milano che prima di sorgere gli aveva mandato il laconico invito 0 passaie 0 republica", precorso oltr' Adige dalla inaspettata republica veneta, doveva subire quella forzata guerra per vivere e poteva aver solo da pronta vittoria speranza di vita. Eppure I' Associazione italiana in Parigi aveva dichiarato pochi giorni avanti non prehggere a' suoi sforzi il trionfo determinate d'una . o d' altra forma governativa •.

. " E ancora il 28 marzo, Mazzini, Giannone e Canuti si presentavano al governo "francese in nome di quell' associazione 1, dicendo solamente e puramente: « II suo

165

Carlo Cattaneo

scopo, signori, e 10 scopo che predicarono e previdero tutti i grandi italiani da Ar~ naldo da Brescia fino a Machiavello, da Dante fino a Napoleone, che e nostro come vostro, I' unificazione politica della periisola )). Anora era atto generoso e cortese dire al regno: Se vuoi meritar di vivere, vieni e vinci con noi : unificata la nazione, vedra essa poi se puo farti grazia di pili Tunga vita: in ogni caso avrai fine onorato. Ma oggi, che il Piemonte. anziche mettere innanzi come allora Ia ciancia del jar da se, gode cl'essere alleato e ausiliario e quasi accessorio allimpero francese, credete voi da senno ch' ei vorrebbe o ch' ei potrebbe lasciar che l'intero popolo d' Italia staiuisse legalmenie e liberamente le sorti della nazione e Ie sue, la republica 0 la monarchia? Non ha gia l'impero francese, ancora avanti di mostrarsiall'aperta lucedel sole, dato il primo sentor di vita e di volonta, atterrando la republica in Roma?

Ogni essere ha il suo destine e la sua

166

StaW Unifi d'ltalia

legge. Ma poniarno pure che la Francia e I'Europa tutta dovessero Iasciar sola sul campo l'[talia e libera di fare come le piacesse nella guerra e dopo.

Poniamo che l' Austria, minacciata nuovamente a tergo dall'Ungheria, assalita in Vienna stessa dal popolo, esterrefatta come alIora dall'insurrezione delle capitali di tutti i regni e affrontata con piu vera e spontanea e deliberata volonta dal Piemonte, fosse finalmente respinta 01- tr' Alpi, Ebbene, credere voi da senno che la monarchia vittoriosa, avvezza a capitanare tutte le Forze della nazione e dopo avere emancipata e unihcata I'ltalia, VOlrebbe deporre Ia spada del coman do e il cirniero del trionfo innanzi all' urna dei voti?

Se voi credete che il vostro re, circondato daIl' ammirazione e dalla gratitudine dei popoli volesse e potesse sottoporsi ai suffragi e, che, ricusato da un sol voto, di un solo voto di maggioranza potesseandar contento come Cincinnato all'aratro, che

167

- ; I

~ I

-l

Carlo Cattaneo

Ia non romana rna Iongobarda 0 franca sua prosapia non tocco mai ; credetevoi che generali e prelati e cortigiani e cortigiane non sorgerebbero da ogni parte a gridarlo re? Credete voi ch' egli e tutta la sua stirpe starebbero irremovibili nel gran riiiuto? Allora davvero voi credete imrnemori e ingrati i popoli e mostruosamente generosi e virtuosi ( reo

Cose siffatte il mondo non ha visto maio Timoleone e Doria e Washington. non erano re, ne i loro cittadini avevano pensato mai d' essere sudditi di loro 0 di chicchessia. Vi fu qualche re che discese dalla reggia aUa solitudine: rna nessuno mai balzo nello stesso tempo dal ,trono i suoi figli, nessuno ne] discendere diede un calcic al trono. Sardanapalo si arse colla sua reggia, quando era gia vinto e non era pili reo

Se dunque la maggioranza vorra il re, voi avrete fin d'oggi tradita Ia republica: se la maggioranza non vorra il re, voi avrete fin doggi decretato la guerra civile.

168

Statl Uniti d' [talia

V oi volete la monarchia per avere Ia vittoria e volete la vittoria per avere la republica. La monarchia e dunque cosi necessaria alia vittoria !

Dunque voi avete preso ad aver piu fede neIle guerre regie che non in queUe del popolo. Volete valervi del re per poi scartarlo. E' un pensiero disonorevole per Ia republica, odioso alla monarchia che per natura sua vuol che i patti siano concessioni sempre revocabili, assurdo a tutti poiche tutti ben sanno che in reti siffatte non si pigliano ire.

Or son dieci anni tutti i governi dtEu_ ropa erano nemici aUa causa dItalia. Una nave Inglese intimava a Genova di subire il giogo di Novara .; il Piernonte, che aveva abbandonato due' volte Venezia combattente,trovava ben arrni per costringer Genova e rninacciar Livorno e Roma '. La Francia lasciava passeggiar impunernente Ie armi russe suUa Theiss, Ie prussiane fino alIa frontier a svizzera, aiutava }' Austria e i Borboni di Napoli e

169

Carlo Cattaneo

di Spagna a rimettere il papa in Roma 10. 11 ferreo consenso di tutti i governi s'jrnponeva aU'ltalia come un faUo ineluttabil~.

Mirate ora qual poco tempo basta a mutare la faccia delle cose. I due eserciti, che sono an cora accampati sulla terra di Roma, stanno in atto di affrontarsi: il gran prete, che si credeva fosser venuti veramente per amor suo, non sa piu con che scongiuro frenarli, Ii prega solo di andere altrove a trucidarsi e almeno non turbargli i sormi. In questo caos di ambizioni, di rancori, di sospetti, tutti i governi affilano Ie armi, s' accingono a far sangue,e quasi non sanno .chi sara dimani il loro nemico; frattanto fanno mc~tta di bombe e di acqua ragia per ardere Ie loro citta infaIlibilmente nemiche e ribelli. Una nimista calcolata, guardinga, implacabile atteggia a sfida sui lidi d'Inghilterra e di Francia due poteri giganti. A questa Ii abbiamo sempre aspettati; a questo or son giunti. Possono dissimulare; possono. temporeggiare ; non pos-

170

Stati Uniti d'/tatia

sono ingannar se, ne altrui. Si odiano a morte.

E voi, anziche consolarvene, ve ne date travaglio? T ernete per l'Italia sacrifici inuiil! di sangue, dis/atte, oergognee It Vorreste dunque che suUa terra d'Italia combattessero due eserciti stranieri, e che fraUanto l' ltalia stesse placida sull' erba come imbelle vacca in mezzo ai tori? Son questi li onori che destinate alIa patria? V oi temete ad un tratto i sacrifici di sangue inutile, Ie inutili disfatte? Da quando in poi? Non e questa un' accusa che s' aggrava sul vostro passato, quando in onta ail' ~perto consigho dei migliori e all' aperto volere dei piii precipitaste despoticamente poche intrepide vittirne a intempestivo e sterile sacrihcio?

Ogni qual volta si offra un caso di guerra giova sempre ai popoli scendere [n campo, mostrarsi armigeri e valorosi. In questa valle di lacrime e di sangue i popoli solo colle armi in pugno possono farsi stimare e farsi ternere, Lasciate dun-

171

Carlo Cattaneo

, -,

que combattere chi vuol combattere. Li armati e i Iiberi possono accettare la guerra, possono ricusarla, Ma i popoli inermi e prigionieri, i popoli ai quali un nemieo ingeneroso ~ turpe ha destinato l'infamia, devono abbraceiar qualsiasi opportunita di guerra. Se non possono aver la guerra per la liberta, ebbene, fraUanto abbiano la guerra per la guerra I Se uno sa d' aver due nemiei e codesti due nemiei

. .

stanno per assalirsi, egli puo gettarsi a

occhi chiusi sull'uno 0 sull'altro. Che importa? La meta della vendetta in ogni modo sara fatta.

Un solo dubbio e lecito: se due vi han mosso guerra, e ora son nemici fra loro, quale fra i due vi convenga assalire.

Or qui potete voi dubitare un istante?

Da una parte sta l' Austria. II nodo e gia troneato. Chiunque sta contro l' Austria, non badate a scrupoli, can quello potete in tutta coseienza star voi 12.

E inoltre da una parte sta la vostra bandiera, quella bandiera che nel 1848 ] ,

., i

172

Stati U niti d' lialia

popolo mando gia vittoriosa al re, nel cui retaggio e rirnasta !a.

E inoltre da quella parte. sta un altra bandiera, sorella a questa, madre di que. sta. E fu bandiera di l,iberta. per un altro popolo, e fu sempre bandiera di lutto e di morte all' Austria; e caccio essa per la prima volta il papa di Roma or son pili di sessant'anni, e chiamo essa per la prima volta i nostri popoli a liberta. Bandiera ad ogni vento, pur troppo, se voi volete, rna bandiera di popolo e bandiera sovra ogni altra possente e gloriosa.

Ma chi la porta, dite voi, affoga la liberra in Francia, (( e I' opinione in Francia gli cresee avversa ogni giorno pin, e peroio egli tende adaffascinare colla gloria Ie menti vogliose di liberta. » 14. Dunque voi distinguete tra la Francia e il capo della Francia. Una stessa mano trae sul campo la Francia e l'ltalia; l'ltalia volente e la Francia ritrosa; e la Francia si fa avversa ogni giorno pili, Avanti, adunque, avanti prima ehe tornata libera, e ricaduta nel

, 'I;;' )-l'

i\;;

. \ .r-

173

Carlo Cattaneo

I

l

superboe villano egoismo di tutti i popoli liberi, la Francia si penta di fare allAustria una guerra non sua, e un'altra volta la lasoi arbitra delle nostre sorti.

Ma come mai non vedete che I'unico vincolo tra la Francia e I'Italia sta nel nome dei Bonaparte, nella Ioro origine, nel loro inesorabile destino, nel nome stesso dell'impero? L'impero dei Bonaparte non e la Francia, e la Francia e l'ltalia in qualsiasi nodo unite: egli e nato da! sangue della vittoria suI confine delle due patrie, a Montenotte, a Marengo.

L'jmpero senza I'Italia e uri ludibrio, unimposturavSi compiano i suoi destini.

V oi preferite dare il trono d' ltalia alIa .Casa di Savoia. Savoia 0 Bonaparte, 0 ambedue, che importa a voi? Siete voi fondatori di regni 0 di republiche?

Credete voi nel finale trionfo della liberta in Europa? Avete questa fede 0 non l' avete? Ebbene adunque mirate al futuro e non badate aIle fugaci nebbie del momento.

174

l

_I

L'ORDINAMENTO DEL REGNO I

:~

",:'

Dopo Ie considerazioni del senatore Matteucci suU'ordinamento del nuovo regno, non ci udiremo pili dire che in certe nostre opinioni siamo soli. E percio vogliamo ripetere a certi giornali cie che a proposito dei disastri sull' Irlanda abbiamo detto (( a quei dabbene scrittori e dabbene lettori e dabbene legislatori, che sperano, colla sola assemblea generale di tutta Italia, e senza Iegislazioni speciali, poter trasformare d' un tratto la Sardegna 0 la Sicilia 0 10 Stato Romano » 2.

Qual campo e qual forma possano avere codeste legislazioni speciali dei singoli· stati, . coordinate all'autorita· del parlamento generale della nazione, e per rIta-

175

Carlo Cattaneo

I,ia questione di vita e di morte, corne per I' America e la Svizzera e la Germania e la Scandinavia. In tutte Ie popolazioni nostre si e destata la coscienza che l'attuale ordinamento, fatto gia per uno stato e non per pili stati uniti, non basta ad appagare i loro bisogni e i modestissimi loro voti.

La dottrina d' assoluto accentramento, Iormulata or son quasi trent' anni da un grande cittadino, e ora posta inanzi da' suoi avversarii come cosa propria 3, stringe tutta I' azione legislative in un solo parlamento. Da questo, come nell'antica costituzione data novecento anni fa dagli Ottoni <I, si baIza senza intermezzo ai rnunicipii, ch' erano allora Ie. attuali provincie. Ma non si bada per nulla che Ie provincie sono da secoli aggruppate in sistemi legi .. slativi, sovra principii capitalmente diversi, rappresentanti nei singoli stati dena penisola e nelle tre isole ordini molto diversi di civilta. Perleche, rnentre negli Stati Romani, in Sardegna, in Sicilia, in

176

S!ati Uniti d'ltalia

Corsica, sopravivono molte tradizioni del medic evo, la T oscana in molte case, la Lombardia in alcune altre, sono veramente alI'avanguardia del progresso. II Piemonte, afferrando I' egemonia militare, doveva porsi in grado di precedere anche call' egemonia ci~ile. Ma gli uomini che si fecero per dodici anni arbitri delle cose, paghi d' esercitar la potenza e non curanti di farsene strumento di progresso, si lasciarono sopragiungere dagli eventi. Quindi la necessit~ d' applicare in fretta e in furia Ii pieni poieri a riparare i danni dell'ostinata inerzia, e di moltiplicare li atti legislativi, intantoche non vi erano i legis-· latori •. Ma il Piemonte, anche addensando in sei mesi i progressi dun secolo; si trove inferiore in diritto penale alIa T 0- scana, in diritto civile a Parma, in ordini comuna1i alia Lombardia G; ebbe 1a disgrazia d'apportare ai popoli, come un benehcio, nuove leggi ch 'essi accolsero come un disturbo e un danno. Li assennati riputarono un vituperio che it

177

12. - CATTA"~O.

Carlo CattaneO

popolo preferisse le leggi austriache aIle qtaliane, e non si avvidero che il vituperio era che le leggi italiane potessero apparire peggiori delle austriache. Ogni mutazione di Ieggi, che non sia un vero miglioramento, e un danno; perche sospende il rapido corso delle transazioni, diffonde una dubiezza unriversale, rende insufficienti tutte le cognizioni pratiche, costringe gli uomini a rifar da capo tutti i loro giudizi e calcoli.

Cio che dioiamo den' amministrazione vale per r autorita paterna, per l' egua.glianza dei fi_gli neUe eredita, per tuttd r ordine della famiglia e dena possidenza. La riforma che vien prescritta agli ossequiosi nostri legislatori non arriva an cora francamente al Cod ice Napoleone; il quale alia fine e gia pili antico d'un mezzo secolo, ne vi sana penetrate nemmeno tutte Ie dottrine economiche di quel tempo. E anche noi siamo uomini ; e vita nostra durante, la ragione umana non ha sempre dormito; e chi crede alIa ragione, deve

178

Stati Uniti d'llalia

pur credere ch'essa, vegliando, qualche cosa abbia trovato.

Nel sistema penale poi Ii assennati non videro ch' esso e un' appendice e un supplemento alia morale; e che il supplemento non puo essere il medesimo, ove la mo-: tale dei popoli e diversa. Le pene non possono esser le medesime cola dove il rispetto alle persone e agli averi e passato in abito, e cola "dove per indomite tradizioni Ie strade sono dominate dai malandrini, 0 i campi sono invasi da pastori facinorosi, a Ie famiglie hanna la sanguinosa eredita della vendetta.

E qui pure non solo tutte le conquiste d'un secolo oi vengono negate, rna non ci si concede nemmeno d'alzarci all'antico Iivello. segnato da Beccaria. Quando .noi svegliammo da] sonno d'un secolo i1 tetro argomento della pena di morte T, non fu perche, fra tante care e preziose vite che si spengonoogni df suI campo di bat- " taglia, ne importasse gran fatto della vita di qualche malvagio. Ma Ie. morte e 1]

179

Carlo Cattaneo

punto eapitale di tutto l' ordine delle pene; sicche non e dato abolirla, senza un profondo rinovamento di tutta l'istituzione sociale, E questa e il fine a cui miriamo; ed e un fine alto e grande di progresso e dumanita. Ma v'e chi non si vergogna di scrivere che «I' attaccar di fronte la pena di morte e umiliante per la coscienza umana ». Vi sono i casisti del patibolo,

i quali dimandano se « non sarebbe un metodo pit! sicuro e pit! prudente quello d'abolire la pena d1 morte, caso per caso ». V' e chi alia T oscana, in seno a cui da un secolo la pena d~ morte e divenuta impratieabile, dimanderebbe per fayore che si Iasciasse aneora profanare dal earnefiee, « collo scopo costante e sincero di pervenire alIa totale abolizione in una epoca che si puo sperare non lontana ». Abbiamo dunque fatte Ie rivoluzioni per far peggio degli antiehi despoti? E quando verra quest' epoca? E a quali segni potranno riconoseerla i popolij E in faccia ai cadaveri viventi, dissepeUiti dagli orridi .

:180

Stati Uniti cl'Ita/ia

sotterranei d,i Palermo e di Napoli, non e lecito insultare a quei filantropi ehe da cento anni consacrarono studi e cure e viaggi e salute (lord Ebrington perdette per febbre carceraria la vista) a trasformare !'inferno del carcere e della galera, risonante di catene e di Hageni - e di bestemmie, e divorato dag},i animali irnmondi, dal lezzo, dal tifo, dane lascivie, in case di lavoro ecl'insegnamento e di lettura, con tutte Ie condizioni umanamente possibili di salubrita, di quiete, e diremo anche, d'invidtiale dignita, E ora dobbiamo udircinire che per essere umani si /inisce per dioeniar crudeli. A questo . modo si mette in sospetto e in odio ai popoli eio che vi e di pili saeroe santo nel mondo; poiche ,i] principio penitenziario mira a trasformare, per quanto puo sperarsi, l' antica e perpetua scuola del delitto e dell'infamia in una scuola d'industria ed' ordine e in uri ravvivamento della ragione e della coscienza, Ed e un dolore per noi, che abbiamo sempre dato larga

.....

18.1

;

, .

i

I

Carlo Cattaneo

parte dei nostri studi a sl grave argomento, vedere come si possa prodigare il denaro e l'ingegno in questa triste impresa di suscitare ostacoli aIle piu solenni opere di ragione e d'incivilimento e avvelenare e imbarbarire 1'opinione *.

E qui siamo condutti a mentovare ancora l' antica e· gloriosa legislazione toscana, e percio di nuovo Ie considerazioni del senator Matteucci sull' ordinamento del nuovo regno. Nota l'iIlustre scienziato che cia non consiste « Del creare delle provincie: perche esse esisiono naturalmente ». . E fin qui egli ben si appone. Le provincie esistono; e l'accentramento non esisie; ed e aneora sogno di fantasie che vedono nella futura Itali~ una Francia, anzi una China; ove ogni cosa ragionevole debba piovere sull' armento dei popoli da un unico Olimpo, giu giu fino alIa nomina del sindaco dei villaggi di cento anime. Ma egli rimase troppo addietro

* V. Pereeoeranza.

'182

'j"'P

!

4c,

r

i

Statl Uniti d'/talla

« nello stabilire che queste provincie 0 centri, di trenta, quaranta 0 cinquanta mila abitanti 0 piii, esercitino Ie funzioni amministraiioe » .

Prima di tutto, se v' e in Italia un ente sociale che si chiama 1a provincia di Pisa o di Cremona, v'c anche un altro ente pin grande e non meno reale, che si chiama la T oscana, la Lombardia, la Sicilia. E ognuno di codesti stati 0 regni uniti non e un corpo meramente amministraiiuo, rna comprende un intero edificio legislaiioo, L'aecentramento potrebbe modificarlo pin 0 meno; potrebbe sconnetterIo; e mutando una parte e non urr'altra che fosse. coordinata a quella, introdurvi la contradizione, e mutar l'ordine in caos, se nello state medesimo non vi Fosse un organa legislativo capace di riparare ad ogni siffattto disordine e di cogliere anzi l'occasione ad un nuovo atto di progresso. Ma l' accentramento, vita nostra durante, non potrebbe intrudere, in quel complesso di provincie che da secoli costituisce uno

183

(

Carlo Cattaneo

stato, un nuovo modo di ereditare e di possedere e di contrattare e di vivere nella famiglia e nel commune; ne senza gravi danni e turbamenti e sdegni.

Ne crediamo che sarebbe lecito a togliere ad alcuno di codesti stati quelmassimo grade di progresso che gia in alcuna cosa avesse raggiunto, pel mero pretesto di rendere uniforme per tutti uta legge meno ragionevole e meno civile. Ne erediamo che, se in uno di questi stati le influenze retrograde fossero pili tenaci e imperiose, esso avesse il diritto di costringere tutti Ii altriregni a portare in pace il rnedesimo danno. E viviamo in tempi di rivoluzione e d'ardenti e precipitosi affetti, e percio e somma ternerita l'imporre, in nome dei pregiudizii e del regresso e della servilita, quei sacrificii che popoli intelligenti e generosi possono sopportare solamente nel nome della ragione, del progresso e della gloria nazionale.

Postoche il gravissimo oggetto non sia ne merarnente provinciale ne meramente

184

/."

/

Stati Uniti d'ltalia

amminisirativo, noi crediarno tanto piu necessario'di segnalare questa punto Iondamentale al senatore Matteucci, e di richieder 10 in cia del parer SlUO, com' egli ci richiese tutti del nostro. Non si tratta

- di dicentrare, poiche l' accentramento ancora non esiste, rna di coordinare la vera e attual vita legislative d~gli stati italiani a un principio di progresso commune e nazionale. T uiio ~io che dev' essere COm- . mune, dev' essere assolutamente e altamente progressive): il ritorno dell 'halia suI campo della legislazione dev' esser degno dell'antica sua grandezza e maesta, Ma la vita legislativa dei variiregni non puo rimanere interamente e violentemente soppressa. 11 coordinare i due ordini legislat[~i dellintera unione e dei singoli stati e problema che, grazie a Dio, n<?n e cos! nuovo nel mondo vivente den~ nazioni come alcuni, piuttosto monomani che unitari, vanno imaginando.E non e opera di dissoluzione e di dsicordia, rna e necessaria e impreteribile condizione di con-

185

Carlo Cattaneo

cordia e d'amista. A quali estremi la confusione dei popoli conduca, troppo tremendamente si mostra nella profonda e cancrenosa inimicizia dei Siciliani e dei Napolitani e cl'altri. Che se l'Austria, nel dare clue nomi e due amrninistrazioni distinte al Regno Lombardo Veneto, s'ima~ gino di dioidere e imperare, oramai debb' essersi amaramente persuasa d' aver fatto contrariocammino.

Ne ogni state puo aver solamente un potere legislativo ogni qualvolta si tratti di ferrovie, di navigazioni, d'irrigazioni, d' asciugamenti, di fondazioni industriali e d'altre coseper avventura comuni a pili provincie. Le pianure della Sardegna non si potrebbero ridurre ad alta cultura, finche sovrastasse lora dai monti la vaga pastorizia, e un 'ordinate stabulazione non si propagasse anche cola, come parte cl'un medesimo disegno. A cia non basta votar

" leggi in consiglio, bisogna poter delegare mano amministrativa.

Dtuna cosa fra tutte siamo grati aIril~

186

/ .. ~'

-

!

1

r

f

t

I

!

,

l

r

!

Stati Unit; d'Ilalia

lustre Matteucci. Egli rivendica interamente e assolutamente dan' arbitrio ministeriale Ie scienze : gli stud; a chi siudia. Fa cordoglio il pensare come la nostra liberta siasi inaugurata call' abbandonar tutti gli interessi delle scienze alIa mente angusta e al superstizioso beneplacito di un profano 5, L'estremo grado d'avvilimento, a cui possa calare una nazione, e la servitu dell'insegnamento. Che resta omai di libero alluomo, quando gia il suo pensiero e schiavo? In Francia, anche sotto ai despoti, I'universita fu sempre libera. In Italia,· anche nell'abiezione del seicento, si parIo sempre cli cia che non si temeva di chiamare la republica delle lettere. Oramai siamo alIa China.

I molteplici consigli Iegislativi, e i loro consensi e dissensi, e i poteri amministrativi cli mdte e varie origini, sono condizioni necessarie di liberta. La liberta e una pianta di molie radici. Et un £atto che, rnentre la natura francese, tanto calunniata, si mostra idonea in Ginevra e m

187

".

.,. ,

Carlo Cattaneo

Losanna aHa pili larga e popolare liberta, Ie fu sempre impossibile conservarla lungamente ~n Parigi tra I'unita delloatato e l'unita della chiesa. Quando ingenti forze e ingenti ricchezze e onoranze stanno raccolte in pugno d' un ' autorita-centrale, e troppo facile costruire 0 acquistare la maggioranza d'un unico parlamento. La liberta non e pili che un nome; tutto si fa come tra padroni e servi.

188

r

'_; ...... , J

~~\:.~~.

LA RIFORMA LEGISLA TIV A l

Per quanto alIa riforma legislativa, e un fatto deplorabile, che, in dieci e piu anni di vita parlamentare, il Piemonte non ebbe la forza di sollevarsi colle sue Ieggi penali e civili dalla trista fossa del 1814, nemmeno all' altezza di cio che avevano fatto i despoti di T oscana e di Parma, di Napoli e di Vienna. La Sardegna, ove giacciono desolate' tante fertili campagne quante in Lombardia varrebbero ad alimentare tre milioni di popolo, e un colossale monumento della impotenza d'un parlarnento generale a provvedere a tutte le necessita legislative dei singoli stati. Diciarno siaii e non regioni; perche dob-

189

Carlo Cattaneo

biamo mirare al complessivo delle leggi e consuetudini legali, per cui tutto il modo di pcssedere la terra e di coltivarla e di goderla e di tassarla e radicalmente e interamente diverse. E pertanto non si puo mutare efficacemente, se non con riforme che altrove sarebbero inutili e assurde; sicche ad uomini d' altri staii parrebbe

. opera perduta. Onde irreparabile incuria da un lato; e dall'altro, danni e rancori.

E percio e nostra ferma fede che, senza un ' assemblea locale che almeno raccolga tutti i consigli provinciali e tutti i deputati e senatori dell 'isola , essa rirnarra sernpre in una condizione indegna del secolo e indegna della nazione,· inhno a . che altri si faccia prohtto dei nostri errori e delle avversioni de' popoli. E la stessa necessita crediamo sia da riconoscersi ancor piu in Sicilia e Napoli, non perche siano regioni, vocabolo troppo indeterminato, rna perche sono statio E che cosa e adunque uno stato, se Napoli non 10 e? Diciamo che debbono essere assemblee

~190

• ~~.-.- ~I--- ..

StaH Uniti d'ltalia

legislative; poiche ci pare soverehia disinvoltura il dire che non saranno leggi da deliberarsi, rna soloregolamenti da accortdarsi. Ma l'idea poi di metterli in vigore quando, seniilo if consiglio di staio, ricevano la reale approvazione, eire r approvazione del ministro, e affatto illegittirna e incostituzionale!

Una legislazione e un sistema; e uninnnita catena di conseguenze dedu·tte da pochi principii, giusti ° inglusti. Ne il legislatore Ie deduce egli tutte; rna il compratore e il vendi tore , I' accusatore e il difensore, il giudice e il reo, varino tutti deducendo conseguenze; vanno per anni e per secoli tessendole in una rete tenacissima di precedenti e di consuetudini e di aspettative; Ie quali sopravvivono Iungamente alle leggi. A lato ad una legislazione surge una giurisprudenza. Chi adottasse il codice Napoleone, adotterebbe implicitamente sessant anni di giurisprudenza; e nessun divieto varrebbe a impe-' dirlo; poiche nei casi dubbi, I 'opinione , 0 -

191

>1

Carlo Cattaneo

almena la memoria, guiderebbero sempre

t la ragione del giureconsulto, la coscienza del giudice, l'intenzione dei contcaenti. No, non si tratta di fare a piacimento una raccolta di fiori, rna di costruire un sisterna, Chi saccinge « a togliere dalle varie legislazioni italiane cia che v' ha di meglio », con questo detto ha gia virtualmente condannato, in faceia ana legge to~ scana, da capo a fondo, tutte Ie altre scale penali, tutti Ii altri codici,

Ma si conceda pure che un parlameato nazionale di pili stati, che in faUo vera sono legislativamente distinti, possa aver I' animo e I'ingegno e gli studi da rinnovare maestrevolmente tutte quante le presenti [egislazioni d'ltalia,~nza che le nuove leggi possano riescire peggiori delle antiche. Con cia non si concede che siffatta impresa possa compiersi in un anno, o in altri dieci 0 in venti; tanto pili the un parlamento non e un magistrate di Iunzioni continue e perenni. Or, se in una od altra [egislazione vi sono flagranti

192

Stati Uniti d'ltalia

mali da togliere, dovranno i popoli aspettare la venuta di tutta una legislazione futura? Sara dunque necessaria far leggi locali; far leggi per quello stato e non per Ii altri, ehe non ne hanno bisogno. Sara dunque necessaria deputarvi legislaiori. Ne si possono abbandonare siffatte Case al beneplacito d'un consiglio ministeriale, che forse non se ne darebbe nemmen pensiero.

A molti, solleciti solo delle apparenze, pare pili gran cosa dogni altra ]'unifor~ mila, una uniformita da mandarini; la quale, pur troppo vediamo in fatto, non e poi la concordia ne la potenza! II pili grave loro pensiero e quello di dare sulle case vecchie una mano di bianco, Pare loro gran fatto ribattezzare li anziani in priori, e i podesta oggi in sindaci e dimani in gonjalonieri, corrotto vocabolo Iongo~ardo che vuol dire bandierai. In questa vasta Italia, tutta coperta dalle ulceri d~l despotismo e del monacismo, in faceia

193

13. ' CATTANKO.

Carlo Cattaneo

a tutta 1a scienza sociale del seco1o, abbiamo a1tro a pensare!

A popoli, oramai Iiberi e armati, che hanna da secoli un ordine di leggi e di costumanze affatto proprio, non si puo addossare dun tratto e senza alcuna necessita un ordine affatto insolito, massime quando debb' essere inevitabilmente accompagnato da gravezze crescenti, e quando Ie nuove leggi, pur troppo, non sono precorse dalla pubblica persuasione duneccellenza che non hanna. E ad ogni modo, e sempre un turbamento grave che arresta quasi il corso della vita civile.

E ogni popolo crede valere quanto un altro; ed ha una coscienza della sua dignita: la quale e pure una virtu, e il germe di molte virtu.

. Alcuno teme, alcuno affetta di temere, che i popoli, se si lasciano al complesso delle lora consuetudini e alIa cura dei loro savi, hnche all'arbore d'una comune legislazione nazionale sia dato il tempo_ di nascere e crescere, debbano disgregarsi.

(1 • ~. "

:~ ....

I~':;: .. ·····

·

.

·

..

·

:

~. " :;~.: "

194

•. l

Stat! Uniti d'ltalia

Ma I' aggregazione dei popoli fu ben opera lora. I ministeri e i parlamenti non pensarono a ricomporre 1a patria, rna piuttosto diedero l' esernpio di mutilarla. F u ben per forza spontanea che l'immensa Napoli, nei giorni della dittatura, fra Ie prossime tentazioni del potere antico, si vide, quasi senzarnagistrati, per certo senza soldati, prodigiosarnente quieta. E ora, coi soldati, e coi gendarmi, e colle navi da guerra, e colle "espulsioni, e colle manette, e colle ferite, non e quieta!

II moto centrifugo sceseinteramente dalle sfere officiali. Chi detta I' armessione incondizionaia '. chi mise in questione d • un tratto tu tte le leggi e tutta la vita civile, ravvivc Ie morte speranze delle dinastie rivali .

IE gravemente vi contribui' ]' offesa fatta allacoscienza dei popoli dalle scortesie senza necessira prodigate al dittatoree ai volontari 3. Le quali ci ridestano dal fonda della memoria la torbida imagine di tempi

195

Carlo Cattaneo

infausti: exceptusque brevi osculo et nullo sermone, turbre seroieniium immixtus est. Poscebatur are vulgi dux Agricola [4

L thalia non poteva offrire al mondo esernpi dantica virtu, senza farlo testimonio degli antichi vizi,

NAZI ONE ARMATA

Non vi e chi non nconosca che fra il nuovo agitarsi delle nazioni, fra la scettica incertezza delle paci e delle alleanze, 5·010 colle arrni puc, l'Italia incutere rispetto e timore. Ma intorno a1 modo e alIa misura dell' armamento if dissidio delle opinioni e immense.

Noi, testimoni nella prima adolescenza del come riescissero insufficienti aUa prova Ie norme d' ordinanza militare che Napoleone avea prefisse al suo regno di Ita]ia. non' abbiamo mai potuto conhdare in quelle, assai pili anguste e arretrate, che il Piemonte e Napoli s'erano impostinelle restaurazioni del 1814. del 1815, del

. ."" .

182 J • e che nelle splendide occasioni del

197

Potrebbero piacerti anche