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Ripresa di un film porno. Una biondina piuttosto magra si fa sodomizzare senza riguardo
da un tipaccio, quindi da un altro quindi da un terzo. I maschi fanno la coda senza alcuna
umanità, cazzo in mano. Le lacrime le fanno colare il trucco. Difficile confondere le sue
grida con grida di piacere. Tra il secondo ed il terzo tipo, che la scuote come un sacco, lei
vacilla ed i suoi occhi si rovesciano. Stacco del montaggio. Sequenza seguente, nuova
inculata, con in più tre mani ficcate nella sua vagina, che la frugano senza riguardo.
Quando il suo partner si ritira, lei ha un mancamento. Una mano la raddrizza per una
spalla e le piazza il viso sul cazzo. Deve succhiare, e ingoiare tutto. Intervista backstage di
questa ragazza. Le lacrime non sono ancora del tutto asciutte: - D: «Se uno sconosciuto ti
mettesse il cazzo nella bocca per strada, ti disturberebbe?». «Perché, credete che io li
conosca, gli uomini con cui ho appena girato? Non li avevo mai incontrati prima delle
riprese. Quindi se uno sconosciuto venisse nella mia bocca, no, non mi disturberebbe». E
quindi un sorriso per la cinepresa, tanto più atroce in quanto si hanno ancora nella
memoria le smorfie di dolore della scena precedente. E aggiunge: «Ma non dimenticate
mai che a me piace. Adoro il sesso, sono una vera puttana e mi piace». Davvero le piace
essere sbattuta e sodomizzata da tutti questi bruti? O è solo la tesi ufficiale? O peggio:
non è che finisce per crederlo? E che pensare di quelle che diranno che gli piace con cani
o muli? Dopo la schiavitù volontaria, ecco la tortura volontaria, ultimo orrore moderno.
Ancora backstage. Un'altra attrice, anche lei con il viso bagnato di sperma. «Di che cosa
hai paura?». «Di diventare un animale. Io non sono più un essere umano. Mi sento come
un animale». Stessa domanda posta ad un'altra ragazza, mentre succhia un vibratore
fluorescente. Si Toglie il vibratore dalla bocca, e di colpo il suo sguardo cambia. Spento.
Fisso. Perso. «Di che cosa hai paura?». «Di diventare nulla. Ed in seguito meno di nulla».
Sempre backstage. Ha 24 anni al massimo. Racconta la sua esperienza di ex-attrice
porno e scoppia in lacrime. Parla di Cookie dicendo "lei", come se si trattasse di un corpo
estraneo, come se non potesse raccontare in prima persona. Poiché Cookie è lei. Cookie
doveva girare una doppia penetrazione. Si è messa a pisciare sangue. È stato necessario
tagliare. I produttori e gli altri attori hanno dato dei kleenex a Cookie perché si pulisse,
dandole della stronza perché aveva fatto sprecare pellicola. Dopo cinque minuti di pausa,
la ripresa è ricominciata e le hanno fatto finire la scena. È pagata per quello, no? Lo ha
scelto lei. Cookie dice ancora, sempre parlando di se stessa in terza persona: «Cookie
aveva un'emorragia che richiedeva un ricovero di urgenza». Cookie non è certamente la
sola ad essere stata ricoverata dopo una ripresa. Le storie saltano fuori. Una ragazza
condannata alla sedia a rotelle dopo una gang bang. Un'altra ha passato sei mesi
all'ospedale. Come racconta Raffaella Anderson nella sua terribile testimonianza, "Hard":
«Prendete una ragazza senza esperienza, [...] lontana da casa, che dorme in hotel o sul
set. Fatele fare una doppia penetrazione, un fist vaginale, con contorno di un fist anale, a
volte le due cose allo stesso tempo, una mano nel culo, a volte due. E ti ritrovi una
ragazza in lacrime, che piscia sangue a causa delle lesioni, e che generalmente defeca
sull’uccello perché nessuno le ha spiegato che occorre farsi un clistere. Ad ogni modo,
non è grave, la merda fa vendere. Dopo la scena (che non hanno il diritto di interrompere,
tanto nessuno le ascolta), le ragazze hanno due ore per riposarsi. Poi ricominciano le
riprese».
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