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BOLOGNA
TESI DI LAUREA
in
FOTOGRAMMETRIA T
CANDIDATO
ANNA CALAROTA
RELATORE:
Prof. Antonio Zanutta
CORRELATORE
Ing. Maurizio Serpieri
Introduzione
Capitolo I
PARTE TEORICA
1.1 IL PRINCIPIO FOTOGRAMMETRICO..8
1.1.1
La fotogrammetria convenzionale.9
1.1.2
Area based24
1.2.2
1.2.3
1.2.4
Capitolo II
PARTE SPERIMENTALE
2.1 DESCRIZIONE DELL'ARCO D'AUGUSTO..36
2.1.1
Storia ed evoluzione.36
2.1.2
2.1.3
2.1.4
2.2.2
2.2.3
2.2.4
2.2.5
INTRODUZIONE
Lavvento e la diffusione di fotocamere digitali e di nuove tecnologie nell'ultimo decennio
hanno permesso alla fotogrammetria di mettere a punto innovazioni nelle tecniche di rilievo metrico
digitale per la realizzazione di modelli geometrici tridimensionali dettagliati nel campo architettonico
dei Beni Culturali.
La fotogrammetria uno dei campi della Geomatica, questultima ha come finalit lo studio del
rilievo geometrico tramite monitoraggio strutturale e documentazione del patrimonio culturale, in
modo che sia di supporto a eventuali restauri futuri.
Un altro utilizzo della fotogrammetria nel campo dei Beni Culturali l'integrazione di tecniche
diagnostiche non invasive e la riproduzione metrica in alta precisione di opere d'arte grazie alla
creazione di un database per la visualizzazione ed esplorazione in realt virtuale. Il risultato finale
del rilievo fornisce uninformazione completa sull'oggetto dinteresse in termini di posizione, forma,
geometria, caratteristiche radiometriche e di colore; trattandosi di prodotti tridimensionali, realizzati
per la maggior parte dei casi con tecnologie image-based (fotogrammetria digitale) e/o range-based
(laser a scansione) possono fornire un modello metrico ad altissima fedelt.
La presente tesi tratta la sperimentazione di un software di fotogrammetria digitale low-cost e
la procedura automatica di orientamento e restituzione delle immagini. Questa procedura automatica
resa possibile da sempre pi disponibili software open source o low-cost, per applicazioni sia
professionali che amatoriali, sempre pi popolari e numerosi. Il recente e significativo miglioramento
di hardware ed algoritmi come la Structure from Motion (SfM) permette alla fotogrammetria di
riemergere come tecnologia competitiva. I risultati in termini di caratteristiche geometriche e
precisione metrica sono paragonabili a quelli di laser a scansione per molte applicazioni terrestri
ed aeree.
L'oggetto della sperimentazione larco dAugusto di Rimini, edificato in Onore di Cesare Ottaviano
(Augusto) nel 27 a.C.. Costituisce la porta orientale che collega la citt di Rimini a Roma attraverso
la via Flaminia. Loggetto di studio pertanto di grande interesse sia storico che archeologico.
Il modello metrico tridimensionale dellarco dAugusto di Rimini viene confrontato impiegando lo
stesso data set ottenuto con la moderna tecnica SfM (Structure from Motion) con il modello metrico
ottenuto dall'Ing. Maurizio Serpieri, nella tesi di laurea in Ingegneria Civile eseguita nell'anno
2004/2005: Rilevamento fotogrammetrico digitale non convenzionale e analisi strutturale agli
elementi finiti dellarco dAugusto di Rimini.
Il
rilievo
fotogrammetrico
eseguito
venne
realizzato
utilizzando
tecniche
denominate
non convenzionali, termine riferito sia alla strategia di esecuzione delle prese fotogrammetriche
che allattrezzatura adoperata, che alla procedura di rilievo topografico adottata ed al software scelto
per risolvere i problemi di orientamento e di restituzione dei fotogrammi stessi.
Il rilevamento stato eseguito da terra mediante una camera amatoriale digitale a bassa risoluzione,
eseguendo prese convergenti attorno allarco e definendone mediante misure dirette di distanza un
sistema di riferimento per la scalatura dei prodotti vettoriali e raster ottenuti.
Sono state applicate in sequenza procedure interamente automatiche grazie allutilizzo del software
di fotogrammetria a basso costo denominato Agisoft Photoscan che sono: lallineamento delle foto;
lestrazione delle caratteristiche; la correlazione; lorientamento e la ricostruzione tridimensionale
delloggetto. In virt delle operazioni sopra citate si ottenuto un modello vettoriale tridimensionale,
opportunamente scalato sulla base di una misura di distanza.
Lintervento manuale tecnico reso necessario in un momento preparatorio per la modifica degli
istogrammi dei valori di grigio in modo da esaltare il contrasto dellimmagine rendendola in tal
modo pi nitida e definita. In seguito per la creazione le masks, scartando le caratteristiche rilevate
nelle regioni immagine mascherate delle aree di interesse; la eliminazione degli outliers della nuvola
di punti sparsa e densa e per la georeferenziazione del modello stesso.
Lanalisi del modello vettoriale ottenuto viene realizzata impiegando un software open source,
denominato CloudCompare, permettendo di eseguire in tempi brevi lo studio geometrico e le
procedure di misura sul modello 3D, in modo da confrontare le distanze omologhe estratte dal
modello ottenuto nel 2005 impiegando procedure semi-automatiche di orientamento e di restituzione.
Il primo capitolo tratta la parte teorica della tesi, ovvero la differenza tra fotogrammetria
convenzionale e non, soffermandosi sulla seconda ed analizzandola nel dettaglio; illustrando le
tipologie di camere impiegate in fotogrammetria e le procedure di correlazione automatiche usate in
fotogrammetria non convenzionale. Infine si descrive il software usato per la realizzazione del
modello metrico tridimensionale dellarco: Agisoft Photoscan.
Nel secondo capitolo si tratta la storia dell'arco di Augusto di Rimini, con i relativi restauri
che ha subito negli anni, descrivendo anche il rilievo fotogrammetrico eseguito dall'ing. Maurizio
Serpieri nel 2005.
Si descrive anche la procedura operativa utilizzata per la realizzazione del modello tridimensionale
con il software Agisoft Photoscan e le procedure operative per lo studio geometrico della struttura
con il software CloudCompare; in modo da facilitare la creazione di un modello 3D anche per chi
non esperto di fotogrammetria.
Infine viene illustrato il miglior prodotto ottenuto dopo svariate prove effettuate in laboratorio con il
relativo studio geometrico e confrontato con quello ottenuto da Serpieri.
CAPITOLO I
la presa;
l'orientamento;
la restituzione.
La prima fase viene definita come la presa, ovvero il passaggio da punti oggetti a punti immagini.
Mentre la seconda l'orientamento, corrisponde alla determinazione dei parametri di trasformazione,
ricostruendone il fascio di rette proiettive e determinandone i parametri di orientamento incogniti
attraverso i punti fotogrammetrici di appoggio. I parametri di orientamento convenzionalmente
vengono suddivisi in parametri di orientamento esterno ed in parametri di orientamento interno. La
terza fase del processo fotogrammetrico la restituzione che determina le coordinate oggetto dei
punti collimati, infatti cos possibile ricostruire la geometria dell'oggetto in tre dimensioni (3D).
L'acquisizione di immagini fotografiche pu avvenire attraverso l'utilizzo di diverse tipologie
di camere fotogrammetriche:
Camere metriche;
Camere semi-metriche;
Camere amatoriali.
Le camere metriche sono apparecchiature appositamente costruite per scopi fotogrammetrici,
usate solitamente per la presa aerea classica. Sono dotate di costosi obiettivi in grado di limitare la
distorsione radiale, in queste camere la legge di variazione (curva di distorsione) deve essere nota.
I parametri di orientamento interno vengono periodicamente verificati e calibrati. I risultati delle
operazioni di calibrazione sono contenuti nel relativo certificato di calibrazione allegato alla camera.
A differenza delle camere metriche, quelle semi-metriche non sono state progettate per scopi
fotogrammetrici, ma sono state adattate a questo uso successivamente. Non tutti i parametri di
orientamento interno sono stabili ed affidabili ed l'obiettivo meno complesso rispetto alle camere
metriche presentando distorsioni pi pronunciate, anche in questo caso, deve essere nota la relativa
legge di variazione.
Infine le camere amatoriali, ovvero quelle di uso comune, appartengono alla fotogrammetria
che viene definita con il nome di non convenzionale(monoscopica). In questo caso, i parametri di
orientamento interno non sono noti. I suddetti parametri vengono calcolati con l'autocalibrazione,
oppure mediante procedura apposita, [8].
Le informazioni metriche dell'oggetto rilevato per la creazione di un modello tridimensionale,
possone essere ottenute attraverso due metodi:
convenzionale;
non convenzionale.
I parametri di orientamento interno (P.O.I.) definiscono la posizione del centro di proiezione relativo
al piano dell'immagine, sono:
la posizione del punto principale PP (o,o) piede della perpendicolare al piano del quadro,
passante per il centro O di presa.
Figura 1.1 Per definire la posizione del centro di presa O, necessario che sul piano della lastra sia definito un sistema
di assi cartesiani ( x , y ) che materializzate dalle quattro marche fiduciali incise sui bodi del fotogramma allatto della
presa, e un asse z normale al piano della lastra, [13].
10
Mentre i parametri di orientamento esterni (P.O.E.) che definiscono la posizione ed assetto della
camera al momento dello scatto nel sistema di coordinate oggetto sono:
11
Le relazioni analitiche che consentono di passare dalle coordinate immagine dellimmagine originale
alle corrispondenti coordinate oggetto si ricavano dalle equazioni di collinearit.
Figura 1.3 I due triangoli simili OAC e OBP formati consentono di scrivere le relazioni analitiche che
condurranno alle equazioni di collinearit.
Considerato che i due triangoli OAC e OBP sono simili, possible scrivere le seguenti relazioni:
12
Per passare dal sistema di riferimento X', Y', Z' a quello X, Y, Z si introduce una matrice di rotazione
spaziale R in modo tale che:
Figura 1.4 - Trasformazione delle coordinate del punto P dallo spazio (X,Y,Z) allo spazio immagine
(, ) secondo le leggi della geometria proiettiva centrale.
13
Sfruttando le propriet delle matrici di rotazione si ricavano i valori delle coordinate nel sistema
cartesiano X, Y, Z:
14
Tali equazioni evidenziano che per ogni punto immagine esistono infiniti punti oggetto, quindi
impossibile ricostruire la geometria spaziale di un oggetto a partire da un solo fotogramma.
A causa del notevole costo richiesto dalla strumentazione necessaria (camere metriche e
restitutori), ed alla necessit sia di personale altamente specializzato e sia di ottenere prese
stereoscopiche, che richiedono operazioni di presa lunghe e laboriose; l'impiego della
fotogrammetria terrestre tradizionale nel rilievo architettonico degli edifici rimasto limitato, [43].
15
Figura 1.5 Comparazione tra la presa stereoscopica (a sinistra) e presa monoscopica (a destra).
Questo ramo della fotogrammetria, la monoscopica, viene convenzionalmente suddivisa sulla base
del dato primario, ovvero limmagine:
analitica;
digitale.
La fotogrammetria monoscopica analitica prevede che loperatore scelga i punti necessari alle
operazioni di orientamento e di restituzione, e collimandoli ne misura le coordinate.
Mentre la fotogrammetria monoscopica digitale costituisce l'ultima frontiera della moderna
ricerca, atta a ricercare soluzioni migliorative del processo fotogrammetrico, sia da un punto di vista
della precisione metrica, sia del contenimento dei costi, aumentando le procedure automatizzate.
Nelle fasi di orientamento e di restituzione, l'operatore pu avvalersi sia di procedure manuali che di
procedure automatiche definite con il nome di Image Matching. In termini di software, la sostanziale
novit la possibilit di individuare automaticamente punti caratteristici omologhi.
Gli automatismi fotogrammetrici digitali hanno assicurato notevoli vantaggi. L'utente che non
possiede nozioni di fotogrammetria pu approcciarsi alla fotogrammetria pur non essendo un
fotogrammeta. La fotogrammetria monoscopica digitale amplia il bacino di utenza, diffondendo l'uso
della tecnica fotogrammetrica, producendo a costi minori.
16
Gli svantaggi del software riguardano soprattutto l'aspetto della progettazione rendendola pi
impegnativa; di fatto bisogna utilizzare tecniche statistiche sofisticate, e l'utente non esperto pu
utilizzare la tecnica in modo errato.
La differenza fra i due tipi di fotogrammetria monoscopica analizzati precedentemente,
dipendono direttamente dal tipo di camera utilizzata. Nel caso della analitica si fa riferimento a
camere fotografiche analogiche, mentre nel caso della digitale, si fa riferimento a camere
fotografiche digitali.
17
18
Ogni elemento discreto che costituisce un'immagine digitale, viene associato ad un numero
intero positivo detto Numero Digitale (DN). Tale numero contiene le informazioni della banda
spettrale (radianza) rilevata. La digitalizzazione prevede che l'immagine fotografica venga
trasformata in elementi areali di dimensioni finite (pixel) ed associandone ad ognuno il numero che
ne rappresenta la radiometria della porzione di immagine contenuta. Ogni Pixel pu essere visto
come elemento di una matrice, e quindi individuato univocamente da due numeri interi che ne
rappresentano la posizione del pixel all'interno della matrice:
indice di riga;
indice di colonna.
Il pixel ha quindi una posizione fissata a priori che non pu variare nel tempo.
Ad ogni elemento della matrice corrisponde:
un pixel;
una coppia di coordinate, riferite alla matrice, che identifica il pixel (coordinate immagine);
19
E' possibile utilizzare unimmagine digitale a scopo fotogrammetrico definendo la relazione fra
la posizione del pixel ed il sistema di coordinate immagine. La dimensione del pixel (dpix)
e la loro numerosit viene utilizzata per definire precisione ed accuratezza dellimmagine
delloggetto fotografato. Le dimensioni del pixel in un'immagine digitale sono indicate in termini di
densit di campionamento che ne definiscono la Risoluzione, ovvero il numero di pixel contenuti in
un'unit di lunghezza.
Per la valutazione delle attrezzature la risoluzione dovrebbe esser propriamente valutata in pixel per
pollice DPI (Dots Per Inch) :
La prima fase costituita dall'acquisizione che corrisponde alla modalit con la quale vengono
generate le immagini digitali che come trattato precedentemente pu avvenire in maniera diretta
tramite macchine digitali o indiretta attraverso scanner fotogrammetrici.
La seconda viene definita come compressione, in questa fase le immagini digitali quantizzate
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vengono definite nella dimensione del Byte, richiedendo l'utilizzo di schede di memoria per la
memorizzazione, che consentir di poterle elaborare su un computer.
Nella terza fase del trattamento delle immagini prevede il pretrattamento e ripristino.
Le due procedure sono volte a migliorare l'aspetto delle immagini digitali (enhancement) o volte a
recupero di immagini degradate (restoration).
Il primo ha come obiettivo quello di ottenere unimmagine con caratteristiche migliori rispetto a
quella originale. Mentre il secondo ha lo scopo di rimuovere o minimizzare il degrado introdotto
nellimmagine nella fase di acquisizione.
Successivamente al pretrattamento e ripristino, la quarta fase rappresentata dalla segmentazione,
ovvero quelle operazioni che permettono di suddividere le immagini in aree significative.
La quinta ed ultima fase del trattamento delle immagini costituita dalla visualizzazione, tecnica
utilizzata per presentare le immagini.
Per risolvere problemi specifici, come variare la distribuzione dei valori di grigio e contrasto,
si usano tecniche per la manipolazione dell'immagine.
Queste tecniche vengono suddivise in due grandi gruppi:
21
Nellasse delle ascisse si hanno i possibili valori che ogni pixel pu assumere; nelle ordinate vi sono
invece le frequenze, ovvero il numero di pixel relativo ad ogni valore di grigio. Se limmagine di
buona qualit cromatica, listogramma dei valori di grigio pu assumere una forma a campana tipica
della distribuzione Gaussiana, che copre tutta lampiezza disponibile dei valori radiometrici.
La conoscenza dellistogramma dei valori di grigio utile per procedere ad espansioni o riduzioni di
scala. Loperazione di espansione della scala dei livelli radiometrici risulta vantaggiosa per esaltare il
contrasto dellimmagine rendendola in tal modo pi nitida e definita, [44].
22
la prima fase prevede la selezione di una porzione di immagine di una delle due da correlare;
la terza prevede il calcolo della posizione in 3D nello spazio oggetto della entit in esame;
Tra le fasi del processo di Image Matching precedentemente citate, la pi difficile da risolvere
il problema della ricerca di entit coniugate, quindi la seconda fase.
In questa fase, possono essere evidenziate diverse problematiche una fra queste viene definita come
occlusione, ovvero la presenza di un ostacolo tra il punto presa ed l'oggetto da rappresentare
tridimensionalmente. La soluzione delle occlusioni viene ottenuta disponendo ulteriori fotogrammi
dello stesso oggetto da differenti posizioni di presa. In questa fase pu evidenziare un secondo
problema dato dal numero eccessivo di operazioni che pu essere risolto restringendo lo spazio di
ricerca delle entit coniugate.
Il terzo problema che pu essere evidenziato quello dell'ambiguit risolto adottando entit
campione pi caratteristiche.
I metodi pi semplici che permettono di ridurre lo spazio di ricerca delle entit coniugate sono:
la geometria epipolare;
l'approccio gerarchico.
La geometria epipolare descrive le relazioni ed i vincoli geometrici che legano due immagini della
stessa scena catturata da due fotocamere con posizioni ed orientamento distinto.
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Il secondo metodo per ridurre lo spazio di ricerca delle entit coniugate la correlazione VLL
(Vertical Line Locus), ovvero la ricerca delle corrispondenze ristretta alle epipolari generate
dallintersezione dei piani principali contenenti la linea verticale passante per il primo oggetto e le
due immagini.
Infine il terzo metodo rappresentato dall'approccio gerarchico che ricerca le corrispondenze lungo
un tratto s, ripetuta su ogni livello, partendo da quello a risoluzione pi grossolana verso quella a
risoluzione pi fine, [45].
24
25
26
Figura 1.7 Workflow generale per la risoluzione della SfM (Roncella; 2007).
27
1.2.4.1 Le features
Le features, ovvero lidentificazione delle corrispondenze sulle immagini, si ottiene attraverso
lestrazione di elementi (solitamente puntuali) con alto grado di probabilit di essere riconosciuti su
diversi fotogrammi. Utilizzando operatori di interessi (detectors) possibile analizzare tutta
limmagine esaminando i valori radiometrici nel dominio spaziale del fotogramma, individuando
delle features dove tali valori assumono caratteristiche peculiari.
Individuato un numero considerevole di elementi interessanti (Interest Points), si individuano delle
corrispondenze putative in relazione a criteri geometrici e radiometrici, fornendo una prima
catalogazione di corrispondenze omologhe sui diversi fotogrammi, stimando una geometria di presa
preliminare eliminando le corrispondenze sbagliate (Roncella; 2007).
E importante sottolineare che fino a questo punto si ricorso esclusivamente alla struttura del
segnale radiometrico (analizzato per mezzo di operatori di interesse), senza ricorrere allutilizzo di
alcun parametro iniziale per vincolare la geometria di presa. La geometria di presa viene quindi
definita dalla efficienza degli algoritmi nellindovinare gli accoppiamenti preliminari e dalla
successiva fase di filtratura delle corrispondenze errate. Le stime della geometria individuata non
verifica strettamente le condizioni reali del blocco fotogrammetrico. La ricostruzione reale del
blocco e delle scena si ottiene grazie alla conoscenza dei parametri di orientamento interno.
La geometria interna al fotogramma infatti permette una ricostruzione conforme del blocco e
delloggetto considerato.
28
I detectors devono essere in grado di rilevare gli IPs, secondo i seguenti criteri per la ricerca:
analisi di luminosit, quindi sulle derivate del contenuto radiometrico nella matrice
immagine;
La maggioranza delle tecniche nella SfM, sono basate sugli operatori tipo-Hessian (Linderberg;
1998) o su quelli di tipo-Harris (Harris-Stephens; 1988).
Questultimo operatore, il tipo-Harris rileva lati ed angoli usando un campionamento di dimensioni
fisse che scansiona limmagine alla ricerca di cambiamenti geometrici, considera una porzione di
immagine che comprende il punto in esame e ne calcola la similarit con le porzioni vicine. Prevede
la rilevazione di lati ed angoli allo stesso modo di un campionatore di dimensioni fisse che scansiona
limmagine per ricercare cambiamenti geometrici. I movimenti del campionatore e le coordinate 2D
di ciascun IP vengono registrate qualora il campionatore ne determini una variazione. La
determinazione delle variazione geometriche rappresenta un ostacolo. Il problema viene risolto
grazie allauto-cross correlation che in grado di minimizzare la somma delle differenze quadrate
dellintensit tra zone successivamente campionate dellimmagine. Ovviamente si denota la
limitazione di questo operatore in relazione allapertura del campionatore, infatti se larea estesa
alcuni cambiamenti possono essere tralasciati, ed al contrario possono esser rilevati come punti
interessanti alcuni punti che non lo sono.
Diversamente loperatore tipo-Hessian si fonda sullutilizzo della matrice Hessiana e generalmente
lalgoritmo pi utilizzato quello SIFT (Scale-Invariant Feature Trasform).
Gli algoritmi come:
SIFT (Lowe;1999-2004);
SURF (Bay, Ess et al.; 2008);
ASIFT (Morel and Yu;2009).
utilizzano le varianti dei detector di tipo-Hessian, poich gli operatori Harris non sono invarianti
rispetto alla scala ma solo alla rotazione. Sicuramente nei detector Hessian si possono riconoscere
vantaggi secondari alla localizzazione del campionamento (che ne garantiscono robustezza rispetto
ad occlusione e diffusione) e secondari al carattere distintivo (che ne garantiscono il riscontro in
29
ampi database di caratteristiche); inoltre alcune implementazioni sono efficienti in termini di tempo
e tutte in termini di numerosit di features rilevate.
Si definiscono detector di tipo Hessian poich si fondano sul principio della rilevazione delle
caratteristiche tramite lutilizzo della matrice Hessiana. La matrice Hessiana, una matrice quadrata
di derivate parziali al secondo ordine di una funzione a valori scalari. Nelle immagini la funzione
rappresentata dalla distribuzione di intensit radiometrica in scala di grigi.
30
molto pi grande di features dalle immagini, il che riduce il contributo degli errori causati da queste
variazioni locali sullerrore medio di tutte le feature.
Lalgoritmo in grado di formine risultati eccellenti quando le immagini sono acquisite con elevate
sovrapposizioni (circa 80%) e seguendo schemi di presa con geometrie prestabilite.
Loperatore SIFT invariante alla scala, alla rotazione e allilluminazione, ha la capacit di estrarre
ed associare punti di interesse anche in condizioni lontane dallipotesi di presa normale.
Ricerca i punti su regioni ampie dellimmagine superando i problemi di occlusione e deformazioni
prospettiche. La principale caratteristica che lo distingue da altri operatori di interesse la
robustezza. Con il termine robusto si intende far riferimento alla capacit di estrarre ed associare
punti di interesse.
Lindividuazione dei punti dellimmagine invarianti a cambiamenti di scala vengono ricercati con i
features stabili su tutte le scale possibili, usando una funzione Gaussiana nota come spazio-scala. Per
ogni scala vengono calcolate le differenze fra gaussiane adiacenti i cui massimi vengono
memorizzati come punti di interesse (keypoints).
La ricerca di questi punti nello spazio delle scale anzich sulle immagini originali fa s che i
keypoints estratti non coincidano ne con spigoli ne con discontinuit radiometriche ma che si
localizzino in prossimit degli stessi. Lindividuazione di ogni keypoints avviene tramite un
descrittore, ovvero un vettore di numeri, che indipendentemente da rotazioni, variazioni di sala e
cambiamenti di illuminazione, sar capace di descrivere i gradienti radiometrici nellintorno del
interest points. In base alla distanza euclidea fra questi vettori n-dimensionali infine possibile
individuare keypoits omologhi fra le immagini, (Lingua et al.; 2008).
31
A causa dei tempi di elaborazione molto elevati del matching completo di tutte le combinazioni tra
caratteristiche su due immagini, sono stati ottenuti risultati eccellenti grazie alla ricerca approssimata
dei nearest neighbors (Snavely, Seitz et al.; 2006). Nella prevalenza dei codici SfM (Structure from
Motion), viene utilizzato un database ANN tramite il metodo Balanced Box-decomposition (Arya,
Mount et al.; 1998) o il Best Bin First descritto in (Beis and Lowe; 1997).
Le features di ogni coppia di immagini vengono inserite, quelle di una delle due, in un struttura di
dati k-dimensionali (Friedman, Bentley et al.; 1977) e quelle dellaltra immagine sono usate come
interroganti.
La conformazione di una struttura di dati ad albero, viene affidata ai descrittori delle features,
ovvero a k-ipotesi discriminanti stabilite a priori in un database. Durante la ricerca del nearest
neighbors, le ipotesi vanno a creare classi di dati, consentendo una forte contrazione nella numerosit
delle features totali da equiparare. Iniziando la procedura con il confronto tra vettori descrittori
madre (root), si accetta o meno il confronto con classi di vettori sempre pi piccole (leaves).
Laffidabilit del matching con lANN varia in funzione della dimensione del database, infatti la
percentuale di corrispondenze corrette rispetto alla totalit effettiva poco inferiore e decresce
leggermente allaumentare del numero di caratteristiche del database, (Lowe; 2004).
Testare tutte le altre corrispondenze nei confronti del modello trovato, ovvero controllare che
i punti rilevati siano nella geometria con un determinato livello di confidenza fissato a priori;
32
Il modello stimato ragionevolmente valido quando la maggioranza dei punti rientrano nei
livelli di confidenza, mentre quelli al di fuori vengono scartati come outliers;
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34
soluzione finalizzata alla creazione di modellazioni tridimensionali, basata su immagini digitali che
possono essere prese da qualsiasi posizione e operando in condizioni controllate e non. In condizioni
non controllate si automatizza l'orientamento anche di un grande set di immagini, la tempistica di
questo orientamento strettamente correlato con il numero di immagini impiegato.
Sugli algoritmi di matching interni impiegati da Agisoft PhotoScan si hanno poche informazioni,
[32]. E' un software ad interfaccia grafica sviluppato dalla Agisoft LLC, che viene utilizzato in
ambiente Windows, rappresenta a pieno tutti gli step del processo fotogrammetrico e supporta
lhardware nelluso combinato di CPU e GPU grazie alle schede OpenCL per il calcolo delle depth
map.
La Structure from Motion si compone nel calcolo delle feature matching tra le foto appartenenti
al chunk, qui rileva i punti nelle immagini rispetto alle variazioni di illuminazione e del punto di
vista, generando un descriptor per ciascun punto, basato su una regione localizzata attorno ad esso.
Per la determinazione delle corrispondenze tra le fotografie viene utilizzato un algoritmo simile allo
SIFT (Scale-Invariant Feature Trasform) ed in una fase successiva si effettua la risoluzione dei
parametri di orientamento interni ed esterni. Agisoft Photoscan utilizza un algoritmo grezzo per la
determinazione del posizionamento approssimato delle camere e poi raffina il calcolo impiegando il
budle adjustment. Per la ricostruzione a nuvola densa di punti della superficie, utilizza un approccio
a viste multiple con la fusione di mappe di profondit. Photoscan prevede un filtraggio degli outlier
che pu essere impostato su tre livelli (moderate, mild, agressive) indicando quindi la presenza di un
fattore di regolarizzazione.
Nel capitolo successivo verr illustrato il procedimento operativo per la creazione di un modello
tridimensionale utilizzando questo software, descrivendo dettagliatamente ogni comando e il suo
contributo al miglioramento del modello tridimensionale.
35
CAPITOLO II
2.1 DESCRIZIONE DELLARCO DAUGUSTO
Larco dAugusto venne innalzato nel 27 a.C., su volere del Senato e del Popolo romano in
onore di Cesare Ottaviano (Augusto), figlio adottivo di Cesare che fece lastricare a nuovo la via
Flaminia, curandone il restauro cos come di tante altre importanti strade dItalia.
La porta monumentale dingresso orientale alla citt di Rimini, sorge nel punto nel quale finiva la via
Flaminia, eretta in sostituzione di una porta urbica pi antica. Come recita liscrizione ancora
leggibile, l'arco fu posto a celebrare la generosit del nuovo principe Augusto, che aveva provveduto
a migliorare le condizioni della Flaminia a proprie spese. Rimini una delle citt fondate dalla
repubblica dei Romani, poich era molto importante sia dal punto di vista militare, politico che
mercantile.
Larco sorge nel luogo di una pi antica Porta Romana che venne demolita, spianata e ricoperta
con 3 metri di calcestruzzo per far spazio al nuovo arco. La facciata si estende per 14,9 metri di
larghezza, 4,10 metri di profondit ed unaltezza prossima ai 17,5 metri. E composta da svariati
caratteri simbolici, attirando tuttoggi lattenzione per le sue anomalie nelle proporzioni che non
rispettano le regole del Vetruvio. Conseguentemente ad interventi di demolizione dei corpo adiacenti
eseguiti nel 1937, oggi larco si presenta isolato.
36
Figura 2.1 Iscrizione ancora leggibile sullattico dellarco del prospetto verso Roma
Larco sorge nel luogo dove sorgeva una pi antica Porta Romana che venne demolita, spianata
e ricoperta con 3 metri calcestruzzo per far spazio al nuovo arco. Il nuovo arco costruito di blocchi
di pietra dIstria un tempo spesso m. 4,10 ed altro m. 10,23, oggi a causa di vari restauri per il
degrado prodotto nel tempo e da rotture prodotte da sismi, la sua facciata larga m. 14,90 ed alta m.
17,50 fino alla base dei merli ghibellini del medioevo.
Esistono svariate ipotesi ricostruttive dellesistenza delle torri ai lati dellarco, una di queste fa
riferimento al tempo dAugusto dove larco era affacciato da due torri lapidee di forma quadrilatera
affiancate dalle mura che si suppone esistessero gi dalla prima met del III sec. a.C.
37
Figura 2.2 Ipotesi ricostruttiva delle torri laterali dellarco. Interpretazione di G.A. Mansuelli, 1942, [28].
Ancora oggi su di queste torri non si hanno testimonianze dirette se non quella dello storico Luigi
Tonino, questo ha scritto svariati saggi dove ha descritto gli scavi intorno all'arco, constatando
lesistenza di una zona lapidea delle mura, inferiore a quella laterizia. Esso trov la prova
dell'esistenza dei resti delle torri quadrilateri lapidee, sottostanti alle torri poligonali laterizie
dell'epoca successiva. Secondo questa ricostruzione le torri quadrilatere lapidee formate da blocchi di
arenaria preesistenti alla costruzione dellarco, sono state mantenute fino alla costruzione delle
successive torri poligonali laterizie a pianta eptagonale.
38
Figura 2.3 Ricostruzione dellarco dAugusto con a lato le torri quadrilatere lapidee. Ricostruzione secondo il
Mansuelli, 1960 [29]. Scala disegno 1:200.
Figura 2.4 Torri laterizie a pianta eptagonale, costruite successivamente alle lapidee quadrangolari. Ricostruzione basata
sugli scavi archeologici fatti da Tonini e dallAurigemma.
39
Queste ricostruzioni sono supposizioni, di fatto noi possiamo solo dire della reale esistenza delle torri
quadrilatere e delle torri a pianta eptagonale, senza sapere il loro aspetto e altezza, daltronde
esistono solo i riscontri di scavi archeologici fatti dal Tonini e dallAurigemma, [4; 5; 37; 38; 39].
I resti attuali delle torri, tranne che per lo strato pi antico, sono state ridotti da vari restauri nel
tempo effettuati sui palinsesti murari. Nel corso dei secoli i resti delle torri laterizie a pianta
eptagonale erano state inglobate nelle strutture edilizie che si erano addossate allarco fino a toccarlo.
I torroni dellarco dAugusto sono andati perduti nellintento di esaltarne la qualit trionfale,
sventrando la zona intorno allarco per isolarlo dal resto, cos come impose Mussolini, nonostante le
opposizioni da parte di studiosi e dalla Soprintendenza dei Beni Culturali.
Ancora oggi sono visibili le fronti interne delle torri in pietra in opera poligonale corrispondenti alle
estremit del parametro in pietra dellarco.
Figura 2.5 Larco dAugusto cos come si presentava nel 1937, anno dello sventramento della zona intorno allarco
voluta da Mussolini. In questa foto si possono distinguere le ultime testimonianze dei due torroni laterali allarco.
Prospetto verso Roma.
40
Figura 2.6 Resti del torrione lato mare, dopo lo sventramento del 1937. Prospetto verso Roma.
Figura 2.7 Resti del torrione lato monte, dopo lo sventramento del 1937. Prospetto verso Roma.
41
Il sistema ad arco costituito da elementi che vengono chiamati conci, il principale quello
posto pi in alto detto concio a chiave. Il concio a chiave per effetto del suo peso tende a cadere in
verticale, e in caso non sia permesso il suo peso si ripartisce per mutuo contrasto tra i due conci che
lo affiancano sui due lati, con due forze perpendicolari alla superficie di contatto. Questi due conci, a
loro volta trasmettono questa forza sommata al proprio peso ai conci seguenti. In questo modo i
conci vengono soggetti tutti alla medesima sollecitazione: ossia quella di compressione.
La sollecitazione di compressione nel caso degli archi, non perfettamente verticale, ma inclinata
verso
lesterno
sollecitazione
dellarco.
detta
Tale
pressoflessione,
causa
di
questa
archi
necessitano
di
sostegni
2011).
Lo scarico del carico derivante dal peso della struttura dellarco sulle fondazioni, che crea uno stato
tensionale del terreno, viene effettuato attraverso gli enormi piedritti, dove i romani per escludere la
possibilit di cedimento del sottosuolo, hanno studiato un riporto di oltre un metro di terreno per
l'esigenza di bonifica ambientale. Questa soluzione non era sufficiente poich rendeva la struttura pi
sensibile a cedimenti, perci lapparato di fondazione viene costruito tramite una fondazione a platea
lapidea composta da tufi legati da calce e lapillo siliceo. Le dimensioni delle fondazioni sono di 3
metri al di sotto del terreno, 15 metri di lunghezza e 7 metri di larghezza.
42
piedritti in primo
inserendo
timpani
in
prosegu per
esterni
dei
corsi
ventitre-
su
cui
posa
lattico.
Le
parti del fusto sono semplicemente applicate e tenute a posto con grappe.
Gli elementi decorativi sono stai ricavati in gran parte dai blocchi stessi della struttura: le
modanature dello zoccolo, gli elementi principali della trabeazione, gli spioventi del frontone, le
cornici dellattico, i clipei.
43
Nel corso degli anni, sono state formulate molte ipotesi sul reale aspetto che avesse larco
DAugusto prima del restauro della parte superiore in epoca medievale con una merlatura ghibellina.
Purtroppo non si hanno immagini raffiguranti larco cos come si presentava in origine allepoca di
Augusto, molti autori nel corso dei secoli si sono cimentati nel rispondere a questo quesito.
Solo dopo il rinvenimento dei reperti di una moneta con la raffigurazione del presunto arco e un
piede di una statua nei dintorni dellarco, conservati oggi al museo civico di Rimini, si ha una
testimonia dellipotesi di una serie di statue situate al di sopra dellarco in epoca romana. Una delle
ipotesi viene fatta da Luigi Nardi, commissionato da Bartolomei Borghesi, basandosi
sullidentificazione dellarco raffigurato nel rovescio di due denari in argento dellimperatore
Augusto. Le teorie di Bartolomeo Borghesi, ripresero nel 1825 basandosi sulla moneta in argento di
L. Vinicius del 17 a.C., restituita dallopera di Luigi Rossini del 1836, [34]. La restituzione fatta da
Luigi rossini in relazione con la ricostruzione, dellarco con il gruppo plastico soprastante, di
Maurizio Brighenti. Luigi Tonini nel 1848, ripropone anchesso lesistenza del gruppo plastico, ma
lo studioso Guido Achille Mansuelli nel 1940, espone dubbi rilevanti sullesistenza di questa
monumentale decorazione e dellesistenza raffiguranti larco. Ancora oggi non sono ancora emersi
documenti archeologici per avvalorare lesistenza sullarco del gruppo plastico.
44
Figura 2.11 Luigi Rossini, Restauro e dettagli dellarco dAugusto di Rimini, incisione, in Gli archi onorari e funebri
degli antichi Romani, Roma (1836), tav. XIII. Esemplare della biblioteca Classense, Ravenna. Questa figura si basa
sullimmagine monetale, quindi del tutto ipotetica.
45
Figura 2.12 F. Orlandi, Arco dAugusto di Rimini secondo illustrazioni del prof. Maurizio Brighenti, olio, 1827.
Raccolte Pancastelli, Biblioteca di Forl. Elaborazione, estesa anche allambiente urbano, dalla ricostruzione di
Maurizio Brighenti (1825).
46
47
Figura 2.13 Larco dAugusto negli anni 1950-60. Prospetto verso Roma.
48
Figura 2.14 Piedritto a lato mare prima dellultimo restauro del 1996. In questa fotografia, scattata negli anni Ottanta
sono ben visibili le grappe metalliche adoperate a fine di stabilit e compattezza del paramento lapideo e lo stato di
degrado superficiale causato da terribili patine di colore scuro.
49
Figura 2.15 Piedritto a lato monte rima dellultimo restauro del 1996. Le grappe metalliche posizionate sia sui
parametri lapidei dei due fronti e sia sullarcata sono serviti per garantire stabilit e compattezza ai blocchi di
rivestimento dellarco.
50
Nel 1916, vennero aggiunte tante altre grappe metalliche a causa anche questa volta di un
terremoto. A seguito di questo sisma vennero anche ricomposti quasi tutti i merli ghibellini, nonch
rimaneggiata la disposizione dei blocchi dellepigrafe. Lepigrafe infatti non era messa nella
disposizione corretta e solo a Giuseppe Gerola nel 1912, che la decifr e fu riordinata, [22].
Altra modifica importante allassetto strutturale del monumento avvenne nel 1936-38, qui la
situazione urbanistica venne completamente sconvolta a causa dei lavori di isolamento dellarco, per
volere di Mussolini. Nellintento di esaltare la qualit trionfale del monumento vennero distrutte e
perse per sempre buona parte delle antiche torri laterali e delle mura romane; nonostante le proteste
della Soprintendenza dei Beni Culturali di allora, furono inesorabilmente distrutte con la perdita di
elementi importanti per la ricostruzione della storia cittadina.
Figura 2.16 Fronte verso Roma dellarco dAugusto agli inizi del Novecento, prima dellisolamento dellarco. Si pu
notare laddossamento che ha subito larco nel corso del tempo.
51
Figura 2.17 Fronte verso Rimini dellarco dAugusto nellanno 1920. Anche da questo fronte larco ha subito, con il
passare degli anni un addossamento da parte delle strutture circostanti.
52
Figura 2.18 Fotografia del 1937, anno in cui avvenne lo sventramento della zona attorno allarco per mano di
Mussolini. In questa fotografia si possono notare che gli edifici nelle vicinanze dellarco sono stati distrutti e gli ultimi
resti delle torri laterizie altomedioevali.
53
Figura 2.19 e 2.20 Demolizione del torrione laterizio medioevale a lato monte, febbraio 1937.
54
Lisolamento ha portato ad una rotazione, inclinazione e sconnessione della spalla lato mare
modificando lequilibrio statico del monumento. La causa di questa alterazione del quadro staticostrutturale da imputare allassenza della spinta di contrasto fornita dalle torri laterizie medievali.
Ad amplificare la situazione di dissesto strutturale ne 1944 ha partecipato anche il brillamento di
una mina tedesca piazzata nella base della spalla lato mare.
Figura 2.21 Particolare del basamento danneggiato dallo scoppio di una mina nel 1944. Il danno che lesplosione ha
arrecato alla base del piedritto dellarco a lato mare visibile in questa fotografia. Il brillamento della mina ha creato una
fessurazione nella strutture ed lasportazione di parte delle murature interne e del rivestimento lapideo della parte
inferiore.
la Soprintendenza alle antichit di Bologna, per risolvere i problemi statico-strutturale che nel
giro di poco tempo si erano aggravati in maniera considerevole, avanz la richiesta al Provvedimento
Regionale alle Opere Pubbliche dellEmilia-Romagna, che la Sezione Autonoma del Genio civile di
Rimini avanzasse tempestivamente concrete proposte per la realizzazione di lavori per migliorare la
situazione in cui si trovava il monumento. I lavori di consolidamento e restauro vennero messi nelle
mani delling. G. Rinaldi e P. Arias nel 1947, [33; 1].
55
L'ing. Rinaldi, dopo un rilievo accurato ed uno studio di verifica di stabilit dell'arco e del piedritto
danneggiato, giunse alle seguenti conclusioni:
La spinta totale sulla sezione della pianta, al livello del piano di campagna dei piedritti,
portava una sollecitazione massima di 20,5 Kg/cm2.
Se tale notevole sollecitazione, in relazione alla natura del materiale costruttivo componente
il nucleo murario del piedritto, era sopportabile nel periodo antecedente al danneggiamento,
in seguito a questo, non era pi sopportabile senza grave pericolo per la struttura e perci si
richiedevano lavori di consolidamento particolari.
Dagli accertamenti era risultato che all'interno della struttura muraria le malte dei nuclei dei
piedritti dell'arco presentavano dei processi di disgregamento, ed era necessario provvedere
ad un cementazione per evitare una ulteriore disgregazione.
A conclusione degli studi fatti, la Sezione Autonoma del genio Civile propose i seguenti lavori:
Cementazione allinterno dei nuclei murari di tutta la struttura mediante iniezioni di cemento
sotto pressione, eseguite con perforazioni a mezzo di sonde rotative, senza intaccare il
rivestimento lapideo.
Demolizione dei puntellamenti provvisori e sistemazione e ricostruzione della struttura di
rivestimento della base minata.
Nel caso in cui il processo di cementazione della struttura muraria non avesse dato gli sperati
risultati, costruzione di due contrafforti in laterizio per centrare, sul piano di base dei piedritti
e ridurre le sollecitazioni unitarie sul terreno da 20,5 Kg/ cm2 a soli 5 Kg/cm2 circa.
Nel 1996-98 ebbe luogo lultimo restauro architettonico, realizzato dallarchitetto Pier Luigi
Foschi, [20]. Con questo ennesimo restauro si voluto ridonare lo splendore che si celava al di sotto
di dannose ed antiestetiche patine superficiali. Ma ancora pi importante per migliorare la situazione
di cementazione della portante muratura a sacco nascosta dallesteriore rivestimento lapideo, sono
state iniettate nel nucleo strutturale dellarco delle resine consolidanti.
56
Le prese sono state effettuate con l'obbiettivo zoom Nikkor 4X della fotocamera nella posizione
grandangolare, con una distanza focale pari a c = 29 mm. Non stato possibile adoperare l'obbiettivo
zoom della Nikon in posizione teleobbiettivo poich non sono noti i parametri di calibrazione che ha
portato a numerosi problemi. Per avere una precisione di 2 cm stato necessario eseguire prese
57
molto ravvicinate all'arco che non ha permesso di inquadrare il monumento nella sua interezza, se
non inclinando di molto l'asse delle prese rispetto all'orizzontale (circa 24).
Non disponendo di un carrello elevatore o di un teleobiettivo calibrato si cercato di intervenire sulla
precisione del rilevo fotogrammetrico migliorando la precisione dei punti da rilevare effettuando
innumerevoli prese fotografiche, in modo che ogni punto della struttura da rilevare venga
visualizzato in media su 10 fotogrammi, aumentando cos la ridondanza delle misure.
Per ridurre al minimo le occlusioni prospettiche stata utilizzata una scala, guadagnando quota e
permettendo di migliorare le precisioni medie del rilievo. Le prese fotogrammetriche sono state
eseguite da postazioni definite intorno all'arco in modo da avere una sovrapposizione dei fotogrammi
del 60%, per migliorare l'orientamento relativo dei fotogrammi e la ricostruzione del modello
tridimensionale dell'arco.
La calibrazione della camera stata eseguita in laboratorio utilizzando il modulo Camera Calibrator
del software PhotoModeler Pro 5, che ha fornito i valori qui di seguito riportati.
Figura 2.23 Parametri di calibrazione della camera amatoriale digitale Nikon Coolpix 5400.
58
Figura 2.24 Planimetria della zona intorno all'arco e indicazione della posizione ed assetto delle prese
fotogrammetriche.
59
Figura 2.25 Vista dall'alto dell'arco d'Augusto con indicazione della posizione ed assetto delle prese eseguite.
60
target
tape
adesivi:
sono
dei
target
tape
3.80
da
terra.
La
Svolgendo 25 misure in totale tra i target tape si cercato di compensare al massimo il fatto
di non aver misure sulla sommit dell'arco, difatti la propagazione della varianza delle
coordinate dei punti rilevati stata minore delle aspettative.
Il filo a piombo: stato utilizzato tre volte in tre diverse postazioni, in modo da avere la
definizione di tre linee verticali su cui indirizzare lasse z del sistema di riferimento locale.
Questo stato legato all'estremit di una barra in plastica e vincolata mediante la pressione
esercitata dalle mani di un operatore sull'altra estremit. Il filo a piombo stato diviso in due
campi di lunghezza nota, mediante tre palline di colore bianco sistemate sullo sviluppo del
filo, le tre palline sono state pensate appositamente per essere collimate facilmente, cos da
determinare poi la posizione spaziale nel sistema di riferimento prescelto.
61
1:100 con un errore massimo di circa 2 cm, ha determinato una scala del fotogramma di circa 4 volte
la scala finale, considerando un errore di graficismo di 0,2 mm.
Per la copertura fotografica in pianta delloggetto, la serie di immagini quella tradizionale con
scatti successivi a distanze tra 1/31/4 della distanza oggetto (Z), in modo da garantire un
ricoprimento tra loro di almeno il 60%.
62
63
2. Add Photos:
3. Intelligent Scissors:
64
facendo clic sul primo vertice di contorno. Le maschere possono anche essere sia importate
che esportate cliccando semplicemente sul comando corrispondente.
Figura 2.29 Contorno della mask tracciato sulla foto tramite il comando Intelligent Scissors.
65
Figura 2.30 - Mask ottenuta tramite il comando, la regione di foto di colore bianco sar quella effettivamente
utilizzata per la creazione della nuvola di punti.
66
4. Align Photos: tramite questo comando PhotoScan affina la posizione della telecamera per
ogni foto e costruisce la nuvola di punti sparsa del modello. E consigliabile impostare i
seguenti parametri nella finestra di dialogo :
Precisione: High, l'impostazione di precisioni sempre maggiori aiuta ad ottenere una stima
della posizione della fotocamera sempre pi precisa.
preselezione della coppia: Disabled (disabilitato).
vincolare le caratteristiche di maschera: Yes, (attiva nel caso in cui nelle aree sono state fatte
le masks prima del trattamento), se questa opzione attivata vengono scartati caratteristiche
rilevate nelle regioni immagine mascherate.
punto limite: 40000, il numero indica il limite superiore di punti caratteristici su ogni
immagine per essere presi in considerazione durante la corrente fase di elaborazione.
67
5. Build Dense Point Cloud: basandosi sulle posizioni stimate della telecamera, viene calcolato
automaticamente linformazione di profondit per ogni macchina fotografica in modo da
combinarli in una singola nuvola di punti densi. Selezionando il comando da Batch Progress,
consigliabile usare i seguenti parametri:
qualit: Ultra High, esso specifica la qualit di ricostruzione desiderata. Impostazioni di
qualit superiore possono essere utilizzate per ottenere forme geometriche precise e nuvole
dettagliate, ma richiedono pi tempo per l'elaborazione.
profondit-filtro: Agressive (aggressivo), nella fase di ricostruzione della generazione di nube
densa, il software calcola mappe di profondit per ogni immagine. Si utilizza questo
parametro se larea che deve essere ricostruita non contiene piccoli dettagli significativi,
quindi ragionevole scegliere la modalit aggressiva per poter lasciare fuori la maggior parte
dei valori errati (outliers).
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6. Build Mesh: basandosi sulla nuvola di punti densa stato possibile tramite questo comando la
creazione del modello mesh poligonale. Selezionando questo comando in Batch Progress
sono stati impostati i seguenti parametri consigliati:
dati di origine: Dense Cloud, specifica la fonte per la procedura di generazione di mesh,
questo comando generer un output di alta qualit basato sulla nuvola di punti densa
precedentemente ricostruita.
numero di poligoni: High, specifica il conteggio massimo delle facce delle mesh finale.
classi di punti: specifica le classi della nuvola densa da utilizzare per la generazione di
mesh.
69
7. Place
Markers:
vengono
marcatori
utilizzati
per
l'impostazione di un sistema di
coordinate,
per
l'allineamento
misurare
ottimizzare
delle
distanze
foto,
volumi
guidato
la
marcatore visibile. Le proiezioni dei marcatori definite automaticamente sulle singole foto
possono essere ulteriormente perfezionate manualmente. La superficie del modello 3D
ricostruito necessario per l'approccio guidato. Il posizionamento guidato del marcatore
accelera la procedura di posizionamento.
Quando la geometria costruita, si apre una foto dove un target tape adesivo visibile nella
foto e facendo doppio clic sullicona nel riquadro foto. Tramite lo zoom si mette il
segnapunto nel punto corrispondente dellimmagine utilizzando il comando Create Markers
dal menu di scelta rapida di foto disponibile con il tasto destro del mouse. E necessario
controllare e nel caso sia necessario posizionare lindicatore per fornire la massima precisione
trascinandolo semplicemente.
70
8. Scale Bar: comando necessario per limpostazione nel panel Ground Control, una misura
di distanza nota tra due Markers individuati manualmente. E' la rappresentazione di qualsiasi
distanza all'interno della scena, un pratico strumento per aggiungere i dati di controllo
solidali al suolo o con il tuo progetto, procedura operativa:
facendo doppio clic sulla casella accanto al nome della barra di scala appena creato, si pu
immettere la lunghezza nota della barra in metri.
9. Update:
(effettivamente consiste solo nella scalatura del modello). Dopo aver regolato i marcatori
sulle foto, non verr aggiornato il sistema di coordinate automaticamente. Deve essere
aggiornato utilizzando questo strumento.
10. Ground Control Settings:
Per ottimizzare l'allineamento delle foto nella finestra del dialogo impostazioni di controllo di
terra specificare la precisione presupposta di ground control settings, come pure la precisione
presupposta di proiezioni di marcatore sulle foto di origine e indicare la macchina fotografica
relativa alle coordinate del dispositivo GPS (se presente), [41].
71
11. E necessaria lesportazione della nuvola di punti dal software Agisoft PhotoScan, per la
realizzazione di sezioni e per misurazione delle distanze tra i diversi punti della nuvola nel
software CloudCompare. Si pu accedere tramite File > Export Points, da qui si aprir la
finestra di comando dove si specifica la cartella ed il formato per lesportazione:
OBJ_LAS_LAS.
diversi per
memorizzare i dati, con la conseguenza che il formato di un fornitore non era sempre compatibile
con tutti i pacchetti software utilizzati dai potenziali clienti. Mentre nel file di testo ASCII si
72
memorizzavano i dati con informazioni scritte come una serie di valori separati da virgole. A causa
della ricchezza di informazioni contenute nei dati LiDAR, il file ASCII diventava molto grande, con
la conseguenza che erano file pesanti e la loro memorizzazione poteva garantire solo una quantit
relativamente piccola di informazioni.
Il nuovo formato LAS un formato binario che memorizza i metadati LiDAR e tutte le
informazioni contenute in una nuvola di punti 3D in una forma relativamente compatta. I vantaggi
nellutilizzo di questo sono relativi alle dimensione pi piccole dei file, alla facilit di utilizzo dei
dati ed in generale una grande versatilit. Permette infatti di assegnare ogni punto della nuvola ad
una classe, ci consente di archiviare tutta la nuvola di punti conservando lintegrit
dellinformazione geospaziale acquisita, e di creare prodotti derivati a pi alto valore aggiunto dal
dataset stesso, senza alterare la consistenza della nuvola di punti stessa, [21].
73
Con licona
questa visualizzer principalmente la distanza tra i due punti selezionati e inoltre la distanza
algebrica lungo le direzioni X, Y e Z e le distanze nei piani XY, XZ e ZY.
Figura 2.36 Misura effettuata tra due punti tramite il comando Point picking.
74
Figura 2.37 Si pu notare lestensione del riquadro orientamento con gli interruttori, che pu essere
modificato con esso o tramite la finestra di dialogo modificando direttamente i comandi XYZ.
75
una polilinea su una nuvola di punti fare click sul tasto sinistro del mouse per creare un nuovo
vertice e click destro per interrompere la polilinea. Un secondo click sullicona disattiva la
modalit polilinea, rendendo accessibili gli altri strumenti.
Figura 2.39 Creazione di una polilinea per la realizzazione di una sezione verticale della nuvola di punti con il
comando Extract sections.
Extract points
along active sections. Questo per ogni sezione/polilinea, estrarr tutti i punti allinterno di
uno spessore da specificare.
76
Figura 2.40 Finestra di comando dellicona Extract points along active sections.
77
Successivamente a questa serie di prove rimuovendo le foto ritenute non indispensabili alla
creazione del modello, ovvero quelle con zoom elevati e quelle effettuate con prese troppo lontane
rispetto allarco.
Sono state quindi eliminate le foto denominate:
41 ZOOM MAX;
DSCN 3000;
DSCN 3003;
DSCN 3009;
DSCN 3025;
DSCN 3027;
DSCN 3028.
Questo nuovo database di immagini composto da 141 foto stato modificato in relazione
allistogramma dei valori di grigio attraverso il software Photoshop.
L'istogramma rappresenta il metodo pi veloce per avere un quadro immediato della distribuzione
radiometrica delle immagini. Se limmagine di buona qualit cromatica, listogramma dei valori di
grigio pu assumere una forma a campana tipica della distribuzione Gaussiana che copre tutta
lampiezza disponibile dei valori radiometrici, in caso contrario si pu modificare con loperazione
di espansione della scala dei livelli radiometrici per esaltare il contrasto dellimmagine rendendola in
tal modo pi nitida e definita.
78
79
Figura 2.42 Foto n33 al termine delle modifiche allistogramma dei valori di grigio, effettuate tramite il software
Photoshop. Prospetto verso Rimini.
80
Figura 2.43 Istogramma dei valori di grigio della foto originale n33
Figura 2.44 Istogramma dei valori di grigio della foto n33, al termine delle modifiche effettuate tramite il software.
81
Al termine dell'operazione di modifica dell'istogramma dei valori di grigio delle foto del
database a disposizione vengono importate le foto sul software Agisoft Photoscan utilizzando l'icona
del comando Add Photos. La mascherazione delle foto tramite il comando inteliggent scissors utile
per scartare nelle operazioni successive le caratteristiche rilevate nelle regioni immagine mascherate.
Tale operazione effettuata interamente manualmente tramite il tracciamento dei contorni dell'arco
con una polilinea composta da segmenti.
Una volta create le masks utilizzando il comando Align Photos si ottiene la nuvola di punti
sparsa, con limpostazione di un grado di precisione High, vincolando le caratteristiche di maschera,
vengono impiegate in totale 00:14:36 ore. Al termine dell'elaborazione avendo ricavato un numero di
116528 punti, si resa necessaria unaccurata rimozione manuale degli errori grossolani,
selezionandoli direttamente sulla nuvola di punti sparsi ed impiegando complessivamente unora di
tempo. Loperazione manuale precedentemente citata ha portato ad una varizione del numero di
punti da 116528 a 112635 punti per la successiva procedura di densificazione.
Figura 2.45 Nuvola sparsa di 116528 punti, ottenuta dal calcolo tramite il comando Align Photos, prima della
rimozione manuale degli errori grossolani. Prospetto verso Rimini.
82
Figura 2.46 Nuvola sparsa di 112635 punti, al termine dell'operazione di rimozione manuale degli errori grossolani.
Prospetto verso Roma.
Nella finestra di dialogo del comando Build dense, per l'ottenimento della nuvola densa di
punti, si richiesto un elevato grado di qualit Ultra High e un grado di calcolo delle mappe di
profondit per ogni immagine Agressive. Il tempo di elaborazione del computer stato di 06:03:07
ore, al termine del quale sono stati ottenuti 36178318 punti. Anchesso richiedendo lintervento
manuale di selezione diretta sugli errori grossolani, ove sono state necessarie 4 ore, ricavando infine
35708544 punti.
Figura 2.47 Nuvola di punti densa di 36178318 punti, ottenuto dallinvio del comando Build Dense, antecedente alla
operazione di rimozione degli errori grossolani. Prospetto verso Roma.
83
Figura 2.48 Nuvola di punti densa di 35708544 punti, ottenuta dopo la rimozione degli errori grossolani. Prospetto
verso Rimini.
Il comando Build Mesh, imponendo un conteggio massimo High delle facce delle mesh
finale, ha impiegato unelaborazione di 00:25:12 ore , e ottenendo 7141707 faces.
Figura 2.49 Nuvola di punti di 7141707 faces, meshatura ottenuta al termine dell'elaborazione inviata tramite il
comando Build Mesh. Prospetto verso Roma.
84
85
Figura 2.52 Rappresentazione della disposizione dei due markers nel modello 3D, della relativa distanza di 9,18 m e
dellerrore calcolato dal comando Update di 0,018 m.
86
Una volta ottenuto un modello scalato, tramite il comando Ground Control Settings si
impostato un sistema di riferimento.
La realizzazione di prospetti e sezioni, effettuata grazie allesportazione della nuvola di punti
dal software Agisoft PhotoScan al software CloudCompare in formato OBJ_LAS_LAS.
I termini orizzontali e verticali relativi al sistema di coordinate relativo ottenuti attraverso la
procedura di scalatura del sistema relativo. Si tratta quindi di sezioni perpendicolari all'asse Z e di
profili perpendicolari al piano XY. Con orizzontale e Verticale si fa infatti riferimento alla Verticale.
Nel rilievo la verticalit non stata determinata in modo rigoroso.
Una volta entrati nellarea di lavoro del software CloudCompare notando che le coordinate locali di
origine del sistema di riferimento comprendevano valori negativi, per il trattamento si preferito
creare un nuovo sistema di riferimento di coordinate positive.
Figura 2.53 Confronto numerico tra i due sistemi di coordinate locali, negativo a sinistra e quello nuovo positivo a
destra.
87
88
89
90
91
Lo studio geometrico delle sezioni, sia orizzontali che verticali, che si effettua utilizzando
rispettivamente i comandi di Cross Section ed Extract Section, permettono di ottenere sezioni
dellarco dAugusto in pochissimo tempo e con un livello di precisione in relazione alla nuvola di
punti esportata.
Per le sezioni orizzontali effettuate con il comando Cross Section, si ricorso alla modifica
numerica delle dimensioni della scatola (larghezza, profondit ed altezza) con i campi X Y Z,
imponendo unaltezza della scatole nella direzione Y di 0,05 m. Successivamente per
lestrazione di pi sezioni si utilizza Extract mutiple slices, che automatizza lestrazione di
sezioni successive. Modificando il parametro Gap ed impostandolo a 5 m, possibile ottenere
nel complesso tre sezioni orizzontali dellarco.
92
Figura 2.62 Inquadramento delle sezione orizzontali sul modello tridimensionale. Prospetto verso Rimini.
Figura 2.63 Inquadramento delle sezione orizzontali sul modello tridimensionale. Prospetto verso Roma.
93
Figura 2.64 Inquadramento della posizione in cui sono state realizzate le sezioni orizzontali nel modello
tridimensionale dellarco. Prospetto verso monte.
94
Figura 2.65 Inquadramento della posizione in cui sono state realizzate le sezioni orizzontali nel modello
tridimensionale dellarco. Prospetto verso mare.
95
Lo studio geometrico vertical reso possibile grazie al comando Extract section che permette
di tracciare delle polilinee sulla cima della nuvola di punti, in modo da estrarre le relative
sezioni. Per la generazione della nube a sezioni, si utilizza il comando Extract points along
active sections, che estrae tutti i punti allinterno di uno spessore di 0,05. Da questo studio si
ottengono complessivamente due sezioni verticali mostrate nelle figure seguenti da 2.66 a
2.70, con i colori verde e nero.
Figura 2.66 Le sezioni verticale di colore verde e nero vengono mostrate in concomitanza con quelle orizzontali di
colore bianco, rosso e blu. Dallimmagine si nota che la polilinea delle sezioni non completa, questo dato dal
numero di punti trovati sulla nuvola. Difatti maggiore sar il numero di punti esportato sul software CloudCompare,
migliori saranno le estrapolazioni delle sezioni dalla nuvola di punti e quindi una migliore determinazione delle
misure sulle sezioni.
96
Figura 2.67 Sezioni orizzontali e verticali nel modello 3D dellarco. Prospetto verso Rimini.
Figura 2.68 Sezioni orizzontali e verticali nel modello 3D dellarco. Prospetto verso Roma.
97
Figura 2.69 Inquadramento della posizione in cui sono state realizzate le sezioni orizzontali e verticali nel modello
tridimensionale dellarco. Prospetto verso monte.
98
Figura 2.70 Inquadramento della posizione in cui sono state realizzate le sezioni orizzontali e verticali nel modello
tridimensionale dellarco. Prospetto verso mare.
99
Figura 2.71 - Monografia dei punti 1827, 1828, 1829. I punti 1827 e 1829 corrispondono nel modello tridimensionale
creato con il software Agisoft PhotoScan ai markers denominati 6 e 7, unica misura con il quale stato scalare il
modello. Prospetto dell'arco vero Roma.
100
Figura 2.72 - Monografia punti 1821,1822, 1823, 1824. Prospetto dell'arco verso Rimini.
Figura 2.73 - Monografia dei punti 62, 62. Prospetto lato monte.
101
Figura 2.74 - Monografia dei punti 48, 49. Prospetto lato mare.
102
103
Figura 2.76 - Monografia del prospetto verso Rimini contenente le misure dell'arco ricavate dalle sezioni effettuate con il
software CloudCompare.
104
105
Dalla tabella in figura (2.71) , si nota il confronto numerico delle misure tra due target tape,
prese con lausilio della cordella metrica a destra e a sinistra misurati direttamente sul modello
tridimensionale utilizzando il software CloudCompare con il comando Point picking. La misura che
pi si discosta quella rilevata tra i due punti 1822 e 1823 che ha prodotto un errore di 0,016 m.
Figura 2.77 - Tabella delle differenze tra le misure prese tramite cordella metrica tra due target tape nel rilievo metrico
effettuato da Serpieri e le misure effettuate direttamente sul modello tridimensionale generato tramite il software
Photoscan.
Per quanto riguarda le misure effettuate direttamente sulle sezioni si pu notare dalla tabella
in figura (2.72), che i valori si discostano in modo elevato da quelli rilevati. Questo errore causato
dalla incertezza nel ricavare dalla nuvola di punti le distanze omologhe ottenute dai prospetti CAD
presentati da Serpieri. Tali differenze non risultano pertanto significative.
Figura 2.78 - Tabella delle differenze tra le distanze misurate sulla nuvola di punti e le stesse ricavate dai disegni CAD
presentati da Serpieri.
106
2.2.5 Analisi strutturale dellarco: un possibile utilizzo del modello vettoriale creato
Il modello vettoriale dellarco pu essere utilizzato oltre che per lo studio geometrico dello stesso
anche per una stima agli elementi finiti del suo comportamento strutturale in assetto statico e/o
dinamico. Tale attivit non per stata affrontata specificatamente nel corso della presente tesi.
Si tratta in ogni caso di un aspetto ingegneristico di grande attualit in quanto non sono ancora
definite le procedure da attuate per importare in modalit automatica densi modelli vettoriali
allinterno dei comuni software commerciali di analisi agli elementi finiti.
Il modello delle azioni esterne, definisce i carichi che agiscono sulla struttura, venendo definiti
dallapplicazione di forze che possono essere statiche o dinamiche.
Per lo studio dellanalisi strutturale, possibile utilizzare vari tipi di software commerciali o
scientifici. Una semplice indagine stata realizzata da Serpieri nellambito della sua tesi di laurea.
Il metodo F.E.M. (Finite Element Method), fornisce una soluzione approssimata di sistemi di
differenziali alle derivate parziali o ordinarie, che si tramuta nella simulazione dei comportamenti e
problemi fisici-meccanici della struttura. Il metodo tramuta un sistema differenziale di equazioni
qualunque, in uno algebrico risolvibile tramite matrici.
Per importare le geometrie a nuvole di punti rilevate tramite fotogrammetria allinterno dei software
dedicati per le analisi numeriche strutturali F.E.M necessario possedere una superficie meshata,
quindi opportuno trasformare preventivamente la nuvola densa di punti in entit superficie (e volumi
chiusi) tramite operazioni di meshatura.
Importata la geometria meshata allinterno dei software per lanalisi strutturale necessario definire
il sistema di forze esterne, vincoli interni ed esterni che agiscono sulla geometria, nonch il
comportamento reologico e meccanico dei materiali. Definito tutto ci possibile valutare la risposta
della struttura sotto le pi svariate tipologie di azioni, statiche e dinamiche, valutando anche quello
che oggi pi preme alla soprintendenza dei beni culturali: la valutazione di vulnerabilit sismica
degli edifici e monumenti.
Tramite la valutazione di vulnerabilit sismica si arriva a definire il grado di sicurezza e vulnerabilit
della struttura per un dato sisma di riferimento definito dalla normativa italiana N.T.C. 2008 per la
zona sismica in cui sorge ledificio.
Un indice di vulnerabilit sismica pari o maggiore di 1 indica una struttura non vulnerabile, per
indici inferiori si ha invece una capacit di resistere della struttura inferiore a quanto richiesto dalla
normativa sismica per la zona in questione.
107
Ottenuto un modello numerico strutturale, partendo dallesatta geometria fornita dalla restituzione
fotogrammetrica, possibile valutare e indagare situazioni critiche allinterno della struttura,
fessurazioni e meccanismi di distacco. Con la definizione esatta della geometria possibile indagare
luoghi di concentrazione di tensione, punti critici ove magari necessario intervenire, valutare
linfluenza dellazione sismica sulle diverse parti del monumento e notare se vi sono elementi locali
ad elevata criticit che andrebbero collegati o preservati (es. pennacchi, muri snelli, situazioni a
sbalzo, porzioni mal collegate ecc)
Lanalisi numerica strutturale F.E.M. dei monumenti ed edifici in genere permette oggi (grazie anche
a PC sempre pi potenti, algoritmi non lineari, definizione di comportamenti meccanici tipo
muratura molto complessi) di avere informazioni dettagliate sullo stato tensionale/deformativo della
struttura, nonch valutare lo stato fessurativo dei materiali non resistenti a trazione (es. muratura), e
quindi poter valutare con maggiore accuratezza le zone ove si possono riscontrare problemi a seguito
di eventi sismici e soprattutto valutare con quale intensit sismica si innescano le prime fessurazioni,
problemi, crolli o distacchi e in quali porzioni della struttura.
Nei casi in cui la geometria importante per il mantenimento dellequilibrio della struttura (es. archi
e volte) necessario restituire e portare entro il modello numerico strutturale una geometria il pi
possibile simile alla reale situazione di fatto; diversamente lanalisi strutturale risulterebbe
grossolana ed errata.
Ad oggi le tecniche fotogrammetriche, ed in particolare la SfM, sono in grado di restituire con
precisione complesse geometrie, che sono poi facilmente e prontamente utilizzabili nei modelli
strutturali F.E.M. con costi, tempi e sforzi molto bassi.
Tutto ci un enorme vantaggio nellottica di far collaborare la disciplina fotogrammetrica con la
scienza e tecnica delle costruzioni.
108
CONCLUSIONI
Nellambito della presente tesi, allo scopo di sperimentare una procedura automatica di
orientamento e restituzione implementata in un software di fotogrammetria digitale a basso costo,
una serie di attivit puramente sperimentali sono state attuate.
Oggetto della sperimentazione stato il rilievo dellarco dAugusto di Rimini eseguito nel 2005
nellambito di una tesi di laurea in Ingegneria civile. Tale rilievo fotogrammetrico venne realizzato
da terra, mediante una camera amatoriale digitale a bassa risoluzione, eseguendo prese convergenti
attorno allarco e definendo mediante misure dirette di distanza, un sistema di riferimento per la
scalatura dei prodotti vettoriali e raster ottenuti. Tale rilievo stato realizzato utilizzando tecniche
gi allora denominate non convenzionali. Il termine non convenzionale comunemente riferito sia
alla strategia di esecuzione delle prese fotogrammetriche, che, allattrezzatura adoperata, alla
procedura di rilievo topografico adottata e al software scelto per risolvere i problemi di orientamento
e di restituzione dei fotogrammi stessi. Lo stesso data set stato impiegato nellambito della presente
tesi, per sperimentare una metodologia di restituzione interamente automatizzata, implementata in un
software commerciale a basso costo.
Applicando in successione, delle procedure interamente automatiche (allineamento, estrazione delle
caratteristiche,
correlazione,
orientamento,
ricostruzione
tridimensionale
delloggetto),
109
La validazione del modello vettoriale stata realizzata confrontando distanze omologhe estratte dal
modello ottenuto nel 2005 impiegando procedure semi-automatiche di orientamento e di restituzione.
I risultati evidenziano una buona corrispondenza, con differenze contenute negli errori caratteristici
della tecnica di rilievo adottata. Le fonti di errore che affliggono la consistenza metrica del modello
ottenuto, sono il risultato di molteplici fattori che si sommano e a volte si compensano tra loro.
Come fonti di errore si ricorda ad esempio, la tipologia della fotocamera adottata ( ottica fissa o
variabile; calibrata o amatoriale; la distanza di presa; la risoluzione e la dimensione del sensore CCD
(Charger Couplet Device); la dimensione del pixel sulloggetto Ground Sampling Distance (GSD);
la geometria delle prese; la ridondanza; il ricoprimento; la tipologia dellappoggio topografico
adottata; la qualit delle immagini; il contenuto radiometrico delle stesse; la disparit tra immagini
successive; gli algoritmi di correlazione, ecc..
E stato dimostrato come, con lavvento di nuovi ed efficaci algoritmi di correlazione
automatica, derivanti dalla fusione della fotogrammetria digitale con la Computer Vision, oggigiorno
sia possibile la realizzazione in tempi brevi di modelli tridimensionali ad alta risoluzione,
fondamentale per la conoscenza e la documentazione dei Beni Culturali. Le nuove tecnologie
image-based, proprie della Geomatica, permettono di avere uninformazione completa sull'oggetto di
interesse, con costi sempre minori in termini di software e strumentazione utilizzata.
Lo sviluppo della tecnologia avvenuto nellultimo decennio abbinata alla ricerca di nuovi algoritmi
di restituzione automatica, ha radicalmente modificato la disciplina della fotogrammetria, rendendola
semplice da attuare ed alla portata di tutti.
Di fondamentale importanza anche da un punto di vista ingegneristico la comprensione degli errori
connessi alle varie procedure di calcolo e la significativit dei risultati ottenuti. Tali valutazioni non
sono sempre ovvie e richiedono competenza e sensibilit nella gestione dei dati e nella esecuzione
delle varie fasi che caratterizzano il rilievo fotogrammetrico.
110
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RINGRAZIAMENTI
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno creduto in me ed incoraggiato.
Ringrazio innanzitutto il professor Antonio Zanutta, Relatore per i preziosi insegnamenti trattati nel
suo corso di laurea triennale di Fotogrammetria T e le numerose ore dedicate alla redazione dalla
mia tesi, ma soprattutto intendo ringraziarlo per la cortesia dimostratami ed i suoi ottimi consigli in
grado di diradare i miei dubbi durante la stesura di questo lavoro.
Un ringraziamento anche al Co-Relatore Ing. Maurizio Serpieri per i suoi utili suggerimenti e per
avermi fornito dati indispensabili per la realizzazione della tesi.
Vorrei esprimere la mia sincera gratitudine a tutti i miei colleghi di corso e le persone per me
importanti per aver condiviso insieme questa meravigliosa esperienza ricca di soddisfazioni e gioia,
dubbi e paure.
Infine desidero ringraziare i miei genitori per il sostegno economico e i miei fratelli per essermi stati
vicini in ogni momento.
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