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ROBERT LOUIS STEVENSON

LA FRECCIA NERA
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Prologo
John Riparatorti
Un pomeriggio di tarda primavera, la campana del castello di Moat-House a Tunsta
ll prese a suonare a un'ora davvero inconsueta. Dappertutto, vicino e lontano, n
ella foresta e nei campi lungo il fiume, i contadini si affrettarono ad abbandon
are il lavoro per avvicinarsi alla sorgente del suono; mentre nel borgo di Tunst
all un gruppo di povera gente gi si chiedeva il motivo di quell'insolito appello.
A quei tempi, sotto il regno del vecchio Enrico VI, il villaggio di Tunstall, no
n era molto diverso da oggi: poche case di quercia massiccia, disseminate in una
lunga vallata verde che saliva dal fiume; in basso una strada che attraverso un
ponte saliva dalla sponda opposta fino a scomparire nel bosco, verso Moat-House
e pi su all'abbazia di Holywood; e proprio al centro del borgo sorgeva la chiesa
circondata da tassi. La foresta di olmi e querce verdi correva lungo i versanti
della valle, facendo da cornice al paesaggio. Nei pressi del ponte, proprio vic
ino a una croce di pietra piantata su una piccola altura, una mezza dozzina di d
onne e un uomo d'alta statura in camiciotto rosso, si stavano chiedendo cosa fos
se accaduto. Mezz'ora prima un messaggero era passato per il villaggio e senza n
eppure scendere da cavallo, tanta era la fretta, aveva bevuto un boccale di birr
a; ma ignorava egli stesso il motivo della sua venuta: portava soltanto delle le
ttere sigillate da Sir Daniel Brackley a Sir Oliver Oates, il curato che si occu
pava del castello in assenza del signore.
Ma ben presto l'attenzione dei contadini fu attratta da un cavallo al galoppo ch
e, sbucando dalla foresta e balzando sul ponte roboante, portava Mastro Richard
Shelton, pupillo di Sir Daniel. Egli almeno avrebbe saputo qualche cosa; e tutti
gli si avvicinarono per salutarlo e chiedergli delle spiegazioni. Si ferm volent
ieri: era un ragazzo non ancor diciottenne, dagli occhi grigi e dal volto abbron
zato; indossava un giubbotto di pelle di daino con collo di velluto nero, cappuc
cio verde in testa e un arco a tracolla. A quanto pareva, il messaggero aveva po
rtato delle grosse novit: era imminente una battaglia e Sir Daniel ordinava che o
gni uomo in grado di tirar d'arco o portare alabarda si recasse al pi presto a Ke
ttley se non voleva mettere alla prova la sua severit; ma quanto al nemico da com
battere, o al luogo della battaglia, Dick non sapeva nulla. Presto sarebbe arriv
ato Sir Oliver in persona e Bennet Hatch, che proprio in quel momento si stava a
rmando, avrebbe preso il comando del drappello.
- E la rovina di questa nostra terra, - disse una donna. - Se i signori fanno la
guerra, i contadini sono costretti a mangiare radici.
- Ma assolutamente no - rispose Dick; - chiunque ci seguir ricever sei pence al gi
orno e gli arcieri dodici.
- Se portano a casa la pelle, sicuro! - replic la donna; - ma... e se dovessero m
orire, caro signore?
- Cosa c' di meglio che morire per il proprio signore? - replic Dick.
- Io non mi riconosco in nessun signore - intervenne l'uomo dal camiciotto roso.
- Io ho seguito i Walsingham e cos abbiamo fatto tutti da Brierly in gi, finch, du
e anni fa, venuto Condlemas. E adesso dovrei mettermi dalla parte di Brackley! Q
uesto opera della legge! o vi sembra naturale? E ora con tutto il rispetto per S
ir Daniel e per questo Sir Oliver... che sa pi di legge che d'onest... io non rico
nosco nessun signore, tranne il povero re Enrico VI, che Dio lo abbia in gloria!
... disgraziato!... che non in grado di distinguere la sua mano destra dalla sin
istra.
- Voi siete un calunniatore, amico - replic Dick. - Diffamare cos il vostro padron

e e il re mio signore, mettendoli nello stesso mazzo! Ma il re Enrico, sia lodat


o Iddio!, s' rimesso sulla via della ragione e presto sistemer ogni cosa. Quanto a
Sir Daniel, avete del fegato, a parlare cos alle sue spalle! Ma io non sono un p
ettegolo e tanto basti.
- Non parlo male di voi, Mastro Richard, - rispose il contadino. - Siete ancora
un ragazzo; ma quando sarete un uomo vi troverete le tasche vuote. Non aggiungo
altro: che i santi aiutino chi sta vicino a Sir Daniel e che la Vergine protegga
i suoi scudieri!
- Clipsby, - lo interruppe Richard, - voi dite cose che l'onore non mi permette
di udire. Sir Daniel mio buon padrone e protettore.
- Bene, allora volete piuttosto aiutarmi a sciogliere un enigma? - replic Clipsby
. - Per chi parteggia Sir Daniel?
- Non saprei, - rispose Dick, arrossendo, poich il suo protettore, in quel period
o di continui sconvolgimenti, non aveva fatto che passare da una parte all'altra
, traendone ogni volta qualche beneficio.
- Certo, - esclam Clipsby, - n voi n nessun altro, perch, in verit, costui uno che va
a letto Lancaster e si alza York.
Proprio in quell'istante gli zoccoli d'un cavallo fecero rimbombare il ponte e l
a gente, voltandosi, vide arrivare al galoppo Bennet Hatch, un uomo brizzolato,
dalla faccia abbronzata, pesante la mano e arcigno l'aspetto, armato di spada e
di lancia, in giaco di cuoio ed elmo d'acciaio; era un uomo di potere, da quelle
parti, essendo il braccio destro di Sir Daniel in pace e in guerra e inoltre, a
quei tempi, per volere del suo padrone, balivo della centuria.
- Clipsby! - esclam. - Subito a Moat-House! E disperdete anche tutti gli altri sf
aticati! L'arciere vi dar giaco ed elmo. Dobbiamo essere in sella prima del copri
fuoco. Badate! chi arriver per ultimo avr da Sir Daniel quello che si merita! Bada
te bene! Lo so che siete un fannullone. - Poi, volgendosi a una delle donne: - N
ance, in paese il vecchio Appleyard?
- Sicuro, - rispose la donna. - E certamente nel suo campo.
Cos il gruppetto si disperse, e, mentre Clipsby attraversava il ponte senza frett
a, Bennet e il giovane Shelton salivano insieme per la strada che passava per il
villaggio e portava alla chiesa.
- Vedrete, il vecchio brontolone... - disse Bennet. - Perder pi tempo a lamentarsi
e a borbottare di Enrico V di quanto non ce ne voglia a ferrare un cavallo. E s
olo perch ha combattuto le guerre di Francia!
La casa alla quale si dirigevano era l'ultima del villaggio e sorgeva isolata in
mezzo ai lill; tutt'intorno si stendeva il prato aperto, che saliva fino al marg
ine della foresta.
Hatch scese, gett le briglie sullo steccato, e attravers il campo a piedi insieme
a Dick, dirigendosi verso il vecchio soldato sommerso dai suoi cavoli fino al gi
nocchio, vangando e canticchiando tra s una canzone. Era vestito tutto di cuoio,
tranne il cappuccio e la pellegrina che erano di lana nera, con legacci scarlatt
i; aveva una faccia che somigliava a un guscio di noce sia per il colore che per
le rughe; ma i vecchi occhi grigi erano ancora abbastanza limpidi, e la vista e
ccellente. Forse era sordo o forse non riteneva degno d'un vecchio arciere di Ag
incourt far caso a novit di cos poco conto; fatto sta che n i furiosi rintocchi del
la campana n il sopraggiungere di Bennet e del giovane che lo accompagnava sembra
vano distrarlo minimamente: continu a vangare ostinatamente, canterellando con vo
ce stridula e tremula:
Cara signora, vi prego abbiate piet di me.
- Nick Appleyard, - disse Hatch, - Sir Oliver vi saluta e vi ordina di salire en
tro un'ora a Moat-House per assumere il comando.
Il vecchio alz lo sguardo e sogghign: - Salve, padroni miei! E, di grazia, dove si
ete diretto Mastro Hatch?
- A Kettley con quanti possiamo provvedere d'un cavallo, - rispose Bennet. - C' b
attaglia in vista, da quelle parti; e il mio signore ha bisogno di aiuto.
- Gi, - riprese Appleyard. - E a me, che guarnigione lascerete?
- Vi lascio sei validi uomini e Sir Oliver, - continu Hatch.
- Non baster per mantenere la posizione - disse Appleyard; - sono troppo pochi. S
arebbero necessari quaranta uomini.

- Ma siamo qui proprio per questo, vecchio brontolone! - rispose l'altro. - Chi
se non voi potrebbe farcela con una guarnigione simile?
- Gi! quando siete messo alle strette vi ricordate del vecchio, - lo rimbecc Nick.
- Non uno di voi che sappia montare un cavallo o usare l'alabarda; e quanto a t
irar d'arco, poi... per San Michele! se ritornasse il vecchio Enrico V, si mette
rebbe dritto in piedi a farsi saettare a un soldo al colpo!
- No, Nick; c' ancora qualcuno che sa tirare bene, - disse Bennet.
- Tirare bene! - grid Appleyard. - Un buon colpo come lo intendo io? Ci vuole occ
hio, sapete, e una buona testa! Ora, ditemi quale sarebbe, secondo voi, un tiro
lungo, Bennet Hatch?
- Beh, - fece Bennet guardandosi intorno; - da qui alla foresta.
- Si, lunghetto, - ammise il vecchio, guardando dietro di s; poi port la mano sopr
a gli occhi e rimase a guardare fisso.
- Che cosa state guardando? - chiese Bennet con una risatina. - Vedete forse Enr
ico V?
Ma il vecchio continuava a guardare verso il colle, in silenzio; i raggi del sol
e inondavano i campi in declivio; qua e l qualche pecora bianca vagava brucando;
il vasto silenzio era rotto soltanto dai rintocchi lontani della campana.
- Allora, che cosa vedete, Appleyard? - chiese Dick.
- Mah!... gli uccelli... - rispose.
Infatti si vedeva abbastanza distintamente, sopra le cime degli alberi del bosco
che scendeva nel campo, e terminava con due verdissimi olmi a un tiro d'arco da
loro, uno stormo d'uccelli che ondeggiava in disordino, ora da una parte ora da
ll'altra.
- Allora, che cosa significano quegli uccelli? - chiese Bennet.
- Eh! - rispose Appleyard; - voi siete un soldato abbastanza esperto, Mastro Ben
net. Gli uccelli sono una buona sentinella; in terreno boscoso segnano la prima
linea di combattimento. Guardate ora; se fossimo in guerra, l potrebbero esserci
degli arcieri nascosti a spiarci, mentre noi stiamo qui senza sospettare niente.
- Suvvia, vecchio brontolone! - esclam Hatch; - gli uomini pi vicini a noi sono qu
elli di Sir Daniel, a Kettley; qui siete al sicuro come nella Torre di Londra; e
vorreste spaventarci per quattro passeri e quattro fringuelli!
- Sentitelo! - grugn Appleyard. - Quanti furfanti non darebbero i loro mozzi orec
chi pur di infilzare con una freccia uno di noi due! Per San Michele! Sapete mio
caro che ci odiano come due pestifere puzzole!
- In realt, odiano Sir Daniel, - rispose un po' pi calmo Hatch.
- Gi, odiano Sir Daniel, e ogni uomo che lo serve, - rimbecc Appleyard, - e in pri
mo luogo Bennet Hatch e il vecchio Nicholas, l'arciere. Sentite, ora: se laggi, a
l margine del bosco, ci fosse un buon tiratore al quale offrissimo un buon bersa
glio, come siamo noi ora, per San Giorgio! chi sceglierebbe tra noi due?
- Voi, scommetto quello che volete! - rispose Hatch.
- Il mio mantello contro una cintura di cuoio, che sceglierebbe voi! - url il vec
chio arciere. - Voi avete incendiato Grimstone... e non ve lo perdoneranno mai,
caro mio! Quanto a me, grazie a Dio, presto sar in un bel posticino, al sicuro da
frecce e da cannoni e da tutte le loro diavolerie! Io sono vecchio e mi avvio v
erso una dimora dove c' un letto pronto che mi aspetta. Ma voi, Bennet, dovrete r
estare sulla breccia, e se arriverete alla mia et senza essere stato impiccato, v
orr dire che il vecchio onesto spirito inglese sar morto e sepolto.
- Toccherebbe a voi, invece, che siete il pi stupido brontolone della foresta di
Tunstall! - ribatt Hatch, visibilmente irritato dalle previsioni del vecchio. - T
ornate alle armi prima che giunga Sir Oliver, e smettete di parlare a vanvera se
potete! Se aveste blaterato tanto con Enrico V, le sue orecchie sarebbero state
pi piene delle sue tasche.
Si ud nell'aria un ronzio, come d'un enorme calabrone; e il vecchio Appleyard, co
lpito in mezzo alla schiena da una freccia che lo trapass da una parte all'altra,
cadde lungo disteso con la faccia tra i cavoli. Con un grido Hatch si butt in av
anti. Poi, a carponi, si lanci di corsa verso la casa per cercare un riparo, ment
re Dick Shelton si era nascosto dietro un cespuglio di lill e puntava l'arco vers
o il punto della foresta da cui era giunta la freccia.
Non si muoveva foglia; le pecore continuavano a brucare tranquillamente; gli ucc

elli si erano calmati. Ma sul campo giaceva il vecchio, con tre spanne di frecci
a nella schiena, mentre Hatch rimaneva nascosto dietro lo steccato e Dick attend
eva carponi dietro il cespuglio.
- Vedete niente? - url Hatch.
- Nulla, - rispose Dick.
- E una vergogna lasciarlo l per terra! - esclam Bennet, cauto e pallido in volto.
- Tenete d'occhio il bosco, Mastro Shelton... fate molta attenzione! Che i sant
i ci assolvano! ... stato un bel tiro!
Bennet prese il vecchio arciere sulle ginocchia. Non era ancora morto; contraeva
i muscoli della faccia e apriva e chiudeva gli occhi meccanicamente, e aveva l'
aspetto orribile d'un uomo che soffre atrocemente.
- Mi sentite, vecchio Nick? - gli chiese Hatch. - vete un ultimo desiderio... pr
ima di lasciarci... fratello?
- Estraete la freccia e lasciatemi spirare, nel nome di Maria! - rantol il vecchi
o. - Ho finito di servire la vecchia Inghilterra... Forza, estraetela!
- Mastro Dick, - preg Bennet, - venite qui a dare un forte strattone. Morir in pac
e, povero peccatore!
Dick depose l'arco a terra e tirando con forza estrasse la freccia: uno zampillo
di sangue usc dalla ferita; il vecchio arciere si alz quasi in piedi, lev un'altra
invocazione a Dio e cadde a terra stecchito. Hatch, inginocchiandosi fra i cavo
li, cominci a pregare con fervore per la pace della sua anima; ma era chiaro che
aveva la mente altrove e, pur pregando, non cessava di tenere d'occhio il punto
del bosco da cui era partita la freccia. Quando ebbe finito si rialz e, toltosi d
a una mano il guanto corazzato, prese ad asciugarsi la faccia pallida e ancora s
udata per il terrore.
- Eh, - sospir, - la prossima freccia toccher a me.
- Chi stato, Bennet? - domand Richard, stringendo ancora la freccia tra le dita.
- Dio solo lo sa! - rispose Hatch. - Io e lui abbiamo cacciato via dalle loro ca
se e dai loro poderi pi di quaranta cristiani. Lui ha pagato, e ora, forse fra po
co, sar il mio turno. Sir Daniel tira troppo la corda.
- E una freccia strana, - fece Dick osservando il dardo.
- S, strana davvero! - grid Bennet. - Nera e con le penne nere. Una freccia malede
tta! perch una freccia nera, dicono, morte certa. E c' una scritta! Pulite via il
sangue. Che cosa si legge?
- " Appulyaird da parte di John Riparatorti", - lesse Shelton. - Che cosa signif
ica?
- Uhm! Questa faccenda non mi piace, - rispose l'altro, scuotendo la testa. - Jo
hn Riparatorti! E' il nome di un furfante pericoloso per tutti quelli che stanno
in alto! Ma perch rimaniamo qui a fare da bersaglio? Prendetelo per le gambe, mi
o bravo Mastro Shelton; io lo prender per le spalle e lo porteremo nella sua casa
. Sar un colpo tremendo per il povero Sir Oliver; diventer pallido come uno stracc
io e incomincer a pregare come un mulino a vento.
Sollevarono il cadavere del vecchio arciere e lo trascinarono nella casa dove av
eva sempre abitato solo; per non sporcare il materasso lo stesero sul pavimento,
cercando di comporne le membra meglio che poterono.
La casa di Appleyard era pulita e spoglia. C'erano un letto con una coperta azzu
rra, una credenza, un grande baule, un paio di sgabelli pieghevoli, un tavolo ri
baltabile e, appesa al muro, tutta l'armeria del vecchio soldato, col suo arco e
la sua corazza.
Hatch cominci a guardarsi intorno con curiosit.
- Nick aveva denaro, - disse. - Doveva avere da parte una sessantina di sterline
, nascoste da qualche parte. Vorrei poterle trovare! Quando si perde un vecchio
amico, Mastro Richard, non c' consolazione migliore che ereditare. Guardate quel
baule: scommetterei non so quanto che contiene un bel mucchietto d'oro. Era buon
o a guadagnare e pi ancora a mettere da parte, il vecchio arciere! Ora il Signore
dia pace all'anima sua! E' andato in giro ottant'anni, sempre in piedi e sempre
guadagnando; ma ora, povero brontolone, lungo e disteso e non ha pi bisogno di n
iente; e se il suo gruzzolo va a finire nelle mani di un amico, sar pi felice, cre
do, lass in cielo.
- Via, Hatch! - esclam Dick. - Un po' di rispetto per quei suoi occhi impietriti

per sempre! Vorreste derubarlo proprio davanti al suo cadavere? Risorgerebbe com
e Lazzaro!
Hatch fece parecchi segni della croce; ma intanto aveva ripreso colore e non era
facile smuoverlo dai suoi propositi; e si sarebbe avventato sul baule, se non s
i fosse udito lo stridio del cancello e subito dopo la porta di casa non si foss
e aperta per far entrare un uomo di circa cinquant'anni, alto e robusto, dalla f
accia rubiconda, in cotta e abito neri come gli occhi.
- Appleyard, - disse il visitatore entrando, ma poi di colpo si ferm esclamando:
- Ave Maria! Santi del paradiso, aiutateci! Che nuova questa?
- Brutta nuova per Appleyard, Sir Oliver, - rispose Hatch calmo e tranquillo. Infilzato sulla porta di casa e spedito proprio ora a quella del purgatorio. Si!
Se vero quanto dicono, l non gli mancher n carbone n candele.
Sir Oliver si diresse verso uno sgabello e ci si abbandon sopra, pallido e triste
.
- E un castigo! Ah quale grave disgrazia! - singhiozz; e cominci a sciorinare preg
hiere su preghiere, mentre Hatch, toltosi l'elmo in segno di rispetto, si era in
ginocchiato.
- Oh, Bennet, - disse il prete, appena si riprese. - Cosa pu esserci dietro? Chi
pu essere stato?
- Ecco la freccia, Sir Oliver. Il nome scritto sopra, - rispose Dick.
- Ah! - esclam il prete. - Che cosa orribile! John Riparatorti! Un vero nome da l
ollardo! E in inchiostro nero per giunta, come per malaugurio! Signori, questa s
ciagurata freccia non mi piace affatto. Ma necessario che ci consigliamo. Chi sa
r stato? Provate a pensarci, Bennet. Chi pu essere, fra i tanti neri nemici, che c
i sfida cos apertamente? Simmel? No, di sicuro!... I Walsingham? Neppure, non son
o ancora arrivati a tanto; sono sicuri che presto, se i tempi cambieranno, avran
no la legge dalla loro. Potrebbe anche essere Simone Malmesbury... Bennet, voi c
he cosa ne pensate?
- E voi, - rispose Hatch, - che ne pensate di Ellis Duckworth?
- No, Bennet, mai e poi mai! Lui proprio no! - esclam il prete. - Dal basso non p
roviene mai alcuna rivolta... cos almeno sono concordi nell'affermare tutti gli s
torici prudenti; la ribellione procede sempre dall'alto verso il basso; e quando
Dick, Tom ed Harry li prendono nel loro esercito, bisogna guardare dall'alto pe
r veder qual il signore che ne trae un guadagno. Sicuramente Sir Daniel, essendo
passato di nuovo dalla parte della Regina, deve essere malvisto dai signori di
York. Il colpo, Bennet, partito di l... come e perch, non lo sappiamo ancora; ma l
a causa della disgrazia sta proprio qui.
- Ascoltatemi, Sir Oliver, - disse Bennet, - gli animi sono talmente accesi in q
uesto paese, ch'io stesso per lungo tempo ho sentito odor di bruciato e cos quest
o poveraccio di Appleyard. E poi, col vostro rispetto, l'animo della gente cos ma
lvagiamente disposto verso di noi, che non ha bisogno di essere attizzato n da Yo
rk n da Lancaster. Ascoltate il mio semplice parere: voi, che siete chierico, e S
ir Daniel, che naviga con tutti i venti, avete usurpato i beni di molta gente e
altrettanta ne avete oppressa e impiccata. Dovreste pagare per tutto questo male
, ma alla fine, non so come, riuscite sempre ad avere la legge dalla vostra e cr
edete di aver risolto tutto. Ma lasciatemelo dire, Sir Oliver; l'uomo che voi av
ete depredato e battuto il pi arrabbiato, e, prima o poi, quando perder la calma,
imbraccer l'arco e vi pianter un metro di frassino nelle budella.
- No, Bennet, avete torto. Non ve la prendete se vi correggo, - continu Sir Olive
r, - voi siete un brontolone, un chiacchierone; avete una bocca pi grande di tutt
i e due orecchie; siate prudente, Bennet, siate prudente!...
- No, non dico altro; pensatela come vi pare! - rispose Hatch.
Il prete si alz dallo sgabello e da un astuccio che portava al collo estrasse cer
alacca e candela, stoppino e acciarino, e sigill con lo stemma di Sir Daniel il b
aule e la credenza, mentre Hatch lo osservava sconsolato; e cos uscirono dalla ca
sa con un certo timore e salirono a cavallo.
- A quest'ora dovremmo essere in cammino, Sir Oliver, - disse Hatch, aiutando il
prete a salire tenendogli la staffa.
- Gi, - rispose il parroco, - ma le cose sono cambiate, Bennet. Adesso non c' pi Ap
pleyard, pace all'anima sua, a difendere il presidio. Dovrete restare voi, Benne

t. E fondamentale che io abbia un uomo capace di farmi sentire sicuro, in questo


tempo di frecce nere. "La freccia che vola nella luce del giorno", dice il Vang
elo; il resto non melo ricordo; eh! sono un prete pigro, sono troppo preso dagli
affari umani. Ebbene, proseguiamo, Mastro Hatch. I soldati dovrebbero essere or
mai arrivati alla chiesa.
Continuarono a procedere verso la chiesa, col vento che sollevava i lembi del ma
ntello del prete, e alle loro spalle iniziarono ad alzarsi ammassi di nubi che v
elavano il sole ormai al tramonto. Oltrepassate tre delle case disseminate del v
illaggio di Tunstall, svoltarono a una curva e comparve loro davanti la chiesa,
circondata da dieci o dodici case e alle cui spalle, vicino ai campi, si estende
va il cimitero. Davanti al cancello si erano raccolti una ventina di uomini, chi
gi in sella, chi alla testa del cavallo, variamente armati e montati, alcuni con
lance, altri con alabarde, altri ancora con archi, alcuni con cavalli da aratro
ancora sporchi di fango. Erano gli ultimi del paese, gli avanzi per cos dire, po
ich gli uomini migliori e i migliori equipaggiamenti erano gi sul campo con Sir Da
niel.
- Non siamo messi male, sia lodata la santa croce! Sir Daniel non potr essere che
contento, - osserv il prete, contando mentalmente la truppa.
- Chi va l? fermatevi, se siete dei nostri! - grid in quel momento Bennet, verso u
n uomo che era fuggito nascondendosi dietro i tassi del camposanto; ma l'individ
uo, sentita la voce, senza pi curarsi d'esser visto, corse a gambe levate verso l
a foresta. Gli uomini al cancello, che fino a quel momento non s'erano accorti d
ella presenza dell'intruso, si riscossero e si gettarono all'inseguimento. Quell
i in piedi cominciarono a montare in sella; gli altri si lanciarono subito, ma e
rano costretti a fare il giro del cimitero cosicch la preda sarebbe sicuramente s
fuggita loro. Bestemmiando a gran voce Hatch cerc di saltare la siepe, ma la best
ia si rifiut, mandandolo a gambe all'aria; e sebbene il cavaliere fosse di nuovo
in piedi in un baleno con le briglie gi in mano, ormai era passato il tempo neces
sario perch il fuggitivo potesse far perdere ogni traccia agli inseguitori.
Il pi sagace di tutti era stato Dick Shelton che, invece di perdere tempo in tent
ativi vani, si era tolto l'arco di spalla, l'aveva teso e vi aveva incoccato una
freccia; e ora, mentre gli altri gi desistevano, si gir verso Bennet chiedendogli
se dovesse tirare.
- Tirate! tirate! - url il prete con impeto sanguinario.
- Mirate, Mastro Dick! - si raccomand Bennet. - Tiratelo gi come una mela marcia.
Il fuggitivo era ormai quasi salvo ma l'ultimo tratto di prato era assai ripido
e l'uomo non poteva correre abbastanza velocemente. Tuttavia il bersaglio era di
fficile, sia per la penombra del crepuscolo sia per i movimenti scomposti del fu
ggiasco. E mentre tendeva l'arco, Dick sent quasi un senso di piet che gli fece va
gamente desiderare di sbagliare il colpo. Ma la freccia parti.
L'uomo inciamp e cadde, mentre Hatch e gli inseguitori esultavano levando un coro
di evviva. S'erano illusi, per, troppo presto: l'uomo era si caduto agilmente, m
a altrettanto agilmente si era rialzato, e, voltatosi indietro, agit il berretto
in segno di scherno, scomparendo poi in un attimo nel bosco.
- Che il diavolo se lo porti! - grid Bennet. - Che gambe da ladro! Come corre, pe
r San Banbury, come corre! Per la vostra freccia l'ha colpito, Mastro Shelton. V'
ha rubato il colpo... che non possa aver mai pace!
- Ma per quale motivo si trovava vicino alla chiesa? - chiese Sir Oliver. - Sosp
etto ci sia sotto qualcosa. Clipsby, buon uomo, scendete da cavallo e cercate un
po' fra i tassi.
Clipsby part, ma fu immediatamente di ritorno sventolando un foglio di carta.
- Uno scritto conficcato nella porta della chiesa con una freccia, - disse, porg
endolo al parroco. - Non c'era nient'altro, signor curato.
- Ah! per la Santa Madre Chiesa! - grid Sir Oliver; - un sacrilegio. Se si tratta
sse della volont del re o del signore del castello... passi! Ma che un mascalzone
qualunque osi attaccare messaggi alla porta della chiesa, proprio un sacrilegio
! E c' chi stato bruciato vivo per molto meno. Ma cos' questa roba? Il giorno se n
e sta andando, c' poca luce. Caro Mastro Richard, voi che avete gli occhi buoni l
eggete, vi prego.
Dick Shelton prese il foglio e lesse ad alta voce. Erano una ventina di versi sa

tirici assai rozzi, senza rime, scarabocchiati grossolanamente e privi di ortogr


afia, i quali, migliorati alquanto, dicevano:
Nella cintura avevo quattro frecce nere, quattro, per i soprusi che ho sofferto,
quattro per altrettanti mascalzoni che pi volte m'hanno oppresso.
Una partita, ha centrato il bersaglio: il vecchio Apulyaird morto.
Una per Mastro Bennet Hatch
che incendi Grimstone, mura e tetti.
Una per Sir Oliver Oates
che a Sir Harry Shelton tagli la gola.
Per Sir Daniel, pronta la quarta e sar un gioco da ragazzi.
Ad ognuno la sua, una freccia nera a ogni cuor nero. Inginocchiatevi pure a preg
are! Siete tutti dannati ladroni!
E ve lo dice John Riparatorti Che se ne sta nel Bosco Verde
Insieme alla sua allegra brigata.
Postilla: abbiamo altre frecce e buona corda di canapa per gli altri del vostro
seguito.
- Ahim! Per la misericordia e per tutte le grazie cristiane! - gemette Sir Oliver
. - Signori, questo un mondo malvagio che diventa ogni giorno peggiore. Giuro so
pra la Santa Croce che sono tanto innocente della disgrazia di quel buon cavalie
re, sia in atti che in propositi, quanto pu esserlo un marmocchio non ancora batt
ezzato. Del resto non gli stata tagliata la gola; anche qui cadono in errore: e
ci sono ancora testimoni attendibili che possono provarlo!
- Questo discorso non ha senso, signor parroco! - disse Bennet. - Non quadra aff
atto.
- No, Mastro Bennet, non cos, - ribatt il prete. - E statevene al vostro posto, am
ico. Sapr ben dimostrare la mia innocenza. Io non voglio per nulla al mondo perde
re la vita per un malinteso. Ne posso trovare quanti volete, per dimostrare la m
ia innocenza. Non c'ero nemmeno a Moat-House, io, in quel momento! Prima delle n
ove mi avevano mandato a sbrigare alcune faccende...
- Sir Oliver, - lo interruppe Hatch, - visto che volete continuare, io prender al
tri provvedimenti. Goffe, suonate il buttasella!
E mentre la tromba suonava, Bennet avvicinatosi al curato sbalordito gli sibil fo
rte qualche cosa all'orecchio.
Dick Shelton vide il prete lanciargli un'occhiata sbigottita. In realt aveva una
buona ragione, poich Sir Harry Shelton era suo padre naturale; ma non disse una p
arola, n fece alcun movimento.
Hatch e Sir Oliver discussero un po' sui cambia-menti di piano e decisero di las
ciare dieci uomini di riserva, non solo per presidiare Moat-House ma anche per s
cortare il prete attraverso il bosco. Inoltre, poich anche Bennet doveva rimanere
, il comando veniva affidato a Mastro Shelton. A dire il vero, non c'era altra s
celta; gli uomini erano degli zoticoni, e per giunta inesperti di guerra, mentre
Dick non solo era stimato dal popolo ma era anche coraggioso e serio, nonostant
e la giovane et; inoltre, pur cresciuto in quelle rozze campagne, aveva imparato
a leggere e scrivere da Sir Oliver, mentre Hatch lo aveva istruito nelle armi e
nei rudimenti dell'arte del comando. Bennet era stato sempre gentile e serviziev
ole; era uno di quegli uomini spietati verso i nemici, ma inguaribilmente fedeli
e benevoli verso gli amici. Cos, mentre Sir Oliver entrava nella casa pi vicina a
scrivere con la sua bella e veloce calligrafia un rendiconto degli ultimi avven
imenti per Sir Daniel Brackley suo padrone, Bennet s'avvicin al suo pupillo per a
ugurargli buona fortuna.
- Se tenete alla vostra pelle, Mastro Shelton, - gli disse, - dovete fare il gir
o lungo, intorno al ponte! Fatevi precedere da un uomo fidato, per attirare i co
lpi; e, finch non avrete superato il bosco, siate cauto. Se i furfanti vi piomban
o addosso, galoppate a pi non posso; non serve a nulla affrontarli! E andate semp
re avanti, Mastro Shelton! Non tornate indietro, se tenete alla pelle; non c' spe
ranza d'aiuto a Tunstall, ricordatevi! E ora, poich andate in guerra col re, ment
re io resto qui mettendo a repentaglio la vita, e soltanto i santi possono dire
se ci incontreremo ancora, voglio darvi i miei ultimi consigli per il resto del
cammino. Guardatevi da Sir Daniel, non ci si pu fidare; e non abbiate fiducia nep
pure nel prete: non cattivo, ma succube della volont altrui; Sir Daniel lo usa qu

ando e come vuole. Fatevi rispettare ovunque andiate e cercate amici fedeli, ric
ordatevelo. E pensate sempre a Bennet Hatch. Non esiste in terra un peggior furf
ante di lui! E allora... buona fortuna!
- Dio sia con voi, - gli rispose Dick - siete sempre stato un buon amico e non c
esser mai di dirlo.
- E... Mastro Shelton... ascoltatemi - aggiunse Hatch con una certa reticenza. Se questo Riparatorti dovesse infilzarmi con una freccia potreste, ehm, potrest
e forse offrire una moneta d'oro, magari una sterlina, per la mia povera anima..
.perch probabile che me la passer male in purgatorio.
- Sia fatta la vostra volont, Bennet, - rispose Dick. - Ma cosa vi viene in mente
, mio caro? Noi ci incontreremo di nuovo, e in un luogo dove avrete pi voglia di
birra che di messe.
- Che Dio lo voglia, Mastro Dick! - rispose l'altro. - Ma ecco che arriva Sir Ol
iver. Se fosse cos svelto d'arco com' di penna, sarebbe un ottimo soldato.
Sir Oliver diede a Dick una busta sigillata con la scritta; "Al mio onorevolissi
mo signore, Sir Daniel Brackley, sia la presente consegnata d'urgenza".
E Dick, conservandolo nella tasca interna della giacca, ordin di partire e prese
la strada del villaggio, verso Uccidente.

Libro primo
I due ragazzi
Capitolo primo
Alla locanda del Sole di Kettley
Quella notte Sir Daniel e i suoi uomini si trovavano, ben alloggiati e al sicuro
, a Kettley; ma il cavaliere di Tuns tali era uno di quegli uomini che trovano o
vunque modo di guadagnare, e anche allora, all'una di notte, era pronto a lancia
rsi in un'avventura che poteva fare la sua fortuna o rovinarlo, era ancora svegl
io a mettere sotto torchio quei poveri contadini. Si occupava specialmente di er
edit contestate; comprava i diritti del pretendente che aveva meno probabilit, poi
, grazie ai favori dei grandi signori che attorniavano il re, si procurava una s
entenza favorevole, oppure, in caso fosse andata troppo per le lunghe, s'impadro
niva con le armi del maniero contestato, confidando nella propria influenza o ne
lla competenza legale di Sir Oliver. Kettley era una delle propriet che si era ac
caparrato in quel modo anche se per vincere l'opposizione dei feudatari avevi co
ndotto da quella parte le sue truppe appunto per mettere a tacere lo scontento.
Alle due del mattino, Sir Daniel sedeva in una stanza della locanda, accanto al
camino, poich a quell'ora tra le paludi di Kettley soffiava un vento freddo. Tene
va a portata di mano un boccale di birra. S'era tolto l'elmo a visiera e sedeva
con una mano che sosteneva la testa calva e minuscola; con il volto scuro se ne
stava ravvolto in un mantello rosso sangue. Dalla parte opposta, una dozzina di
uomini montavano la guardia alla,porta o dormivano sdraiati sulle panche; un po'
pi vicino un ragazzo di dodici o tredici anni se ne stava sdraiato sul pavimento
avvolto in un mantello. In piedi, di fronte a lui, stava l'oste del Sole, un uo
mo grande e grosso.
- Attento, caro oste, - disse Sir Daniel, - obbedite sempre i miei ordini e io s
ar sempre il vostro buon signore; a capo dei borghi pretendo uomini fidati, e con
estabile sar Adam-a-More; pensateci bene. Se si dovessero scegliere altri uomini,
ci non vi gioverebbe affatto; anzi, sarebbe a vostro svantaggio. Per quelli che
hanno versato tributi ai Walsingham, prender un buon provvedimento.... e anche un
o per voi, caro oste.
- Mio buon cavaliere, - rispose l'oste - vi giuro sopra la santa Croce che se pa
gai i Walsingham lo feci perch fui costretto. Buon cavaliere, non amo affatto que
i farabutti dei Walsingham; erano spiantati come ladri, mio buon cavaliere. Date
mi un signore grande come voi; e chiedete ai vicini se non sono anima e corpo pe
r Brackley.

- Forse, - replic seccamente Sir Daniel. - E allora pagherete due volte.


Una smorfia di disappunto comparve sulla faccia dell'oste; ma si trattava soltan
to di un brutto tiro della sorte che poteva facilmente colpire un proprietario i
n quei tempi di disordini; cos fu quasi contento di essersela cavata tanto a buon
mercato.
- Selden, portate qui il vostro uomo! - grid il cavaliere.
E uno dei suoi subordinati gli condusse un povero vecchio, pallido come uno cenc
io e tutto tremante, come se fosse affetto dalla febbre malarica.
- Messere! - chiese Sir Daniel. - Come vi chiamate?
- Se alla signoria vostra non dispiace, - rispose l'uomo, - mi chiamo Condall...
Condall di Shoreby, al vostro servizio.
- Girano cattive voci sul vostro conto, - replic il cavaliere. - Siete un tradito
re, mascalzone; praticate l'usura in tutto il paese. E per di siete sospettato d
ella morte di parecchie persone. Come fate ad avere tanta superbia? Ve la far pas
sare... Vi sistemer io!
- Onorevolissimo e riverito signore! - grid il poveruomo; - qui deve esserci un m
alinteso, col vostro rispetto. Io sono solo un disgraziato che non ha fatto mai
male a nessuno.
- Il vicesceriffo mi ha riferito che siete un furfante! - disse il cavaliere. "Pigliatemi quel Tyndall di Shoreby" mi ha detto.
- Condall, mio buon signore; Condall il mio povero nome, - rispose lo sciagurato
.
- Condall o Tyndall non fa differenza, - rispose bruscamente Sir Daniel. - Siete
in mio potere e dubito fortemente della vostra onest. Se tenete alla vostra pell
e, scrivetemi immediatamente un'obbligazione per venti sterline.
- Per venti sterline, mio buon signore! - grid Condall. - E una vera follia! Tutt
o quello che possiedo non arriva neanche a settanta scellini!...
- Condall o Tyndall, - sogghign Sir Daniel, - sono disposto a correre il rischio.
Scrivete venti e quando avr racimolato quanto potr, sar per voi un buon signore e
lascer correre il resto.
- Ahim! Mio buon signore, non possibile; io non so scrivere, - rispose Condall.
- Ah! - esclam il cavaliere. - Se cos non c' rimedio. Eppure avrei potuto risparmia
rvi, se la mia coscienza avesse avuto degli scrupoli. Selden, portatemi questo v
ecchio mascalzone all'olmo pi vicino e appendetelo delicatamente per il collo, in
modo che possa vederlo passando a cavallo. Addio, buon Mastro Condall, caro Mas
tro Tyndall; presto sarete in paradiso; buon viaggio dunque!
- Oh! Mio amabilissimo signore, - rispose Condall, tentando di abbozzare un sorr
iso ossequioso; - se voi potete tanto, come a voi si addice, cercher di fare tutt
o il possibile per obbedire ai vostri benevoli comandi.
- Amico, - riprese Sir Daniel, - adesso scriverete quaranta. Suvvia! Siete tropp
o furbo per avere da parte solamente settanta scellini. Selden, fateglielo scriv
ere bene e fatevi apporre le firme dei testimoni.
A questo punto Sir Daniel, che era davvero un cavaliere gaio, il pi gaio di tutta
l'Inghilterra, bevve un sorso di birra e rovesci indietro la testa sorridendo.
Nel frattempo il ragazzo che dormiva per terra cominci a muoversi e a stiracchiar
si; poi si alz prontamente in piedi, guardandosi intorno tutto impaurito.
- Qui, - esclam Sir Daniel; e mentre l'altro, obbedendo ai suoi ordini, si avviav
a verso di lui lentamente, Sir Daniel gett di nuovo indietro la testa, ridendogli
in faccia. - Per la Santa Croce! - grid; - che bel giovanotto!
Il giovane si fece paonazzo di collera e i suoi occhi neri fiammeggiarono d'odio
. A vederlo in piedi, era pi difficile dargli un'et; aveva la faccia liscia come q
uella di un bambino, anche se l'espressione sembrava un po' pi matura; inoltre er
a insolitamente slanciato e piuttosto goffo nei movimenti.
- Mi avete chiamato, Sir Daniel? - disse - L'avete fatto per prendervi gioco del
la mia condizione?
- Suvvia, lasciatemi ridere, - rispose il cavaliere. - Lasciatemi ridere, mio ca
ro, ve ne prego. Se poteste vedervi, vi assicuro che voi stesso ridereste per pr
imo.
- Orbene, - esclam il ragazzo, tutto rosso in viso, - risponderete anche di quest
a, quando dovrete rispondere di tutte le altre. Ridete, finch potete!

- Suvvia, mio buon cugino! - rispose Sir Daniel, con una certa seriet. - Non pens
ate che io vi prenda in giro, se non giusto per ridere un po', come si usa tra p
arenti e amici. Vi far fare un matrimonio di mille sterline, vedrete! Insieme a m
olti altri favori. Vi ho preso un po' bruscamente, a dire il vero, come volevano
i tempi; ma d'ora in poi vi servir con amore e gentilezza. Diventerete la signor
a Shelton... Lady Shelton, in fede mia! Il giovanotto promette bene. Su, non dov
ete adombrarvi per un riso onesto; una buona risata guarisce la malinconia! I fu
rfanti non ridono mai, caro cugino... E voi, mio buon oste, portate da mangiare
per mio cugino Mastro John. Sedete, caro mio, e mangiate.
- No, - replic Mastro John; - poich mi costringete con la forza a rimanere in ques
ta locanda, non toccher un tozzo di pane e digiuner per la salute della mia anima.
Ma vi prego, caro oste, portatemi una tazza d'acqua; vi sar assai grato della vo
stra cortesia.
- Avrete la dispensa, via! - grid il cavaliere. - Sarete assolto, in fede mia! Me
ttetevi il cuore in pace, dunque, e mangiate.
Ma il ragazzo era ostinato. Bevve una tazza d'acqua e, avvoltosi di nuovo nel ma
ntello, si sedette in un angolo a rimuginare.
Un paio d'ore dopo, il villaggio fu scosso da un grido d'allarme e da un gran fr
astuono di armi e di cavalli; poi uno squadrone di cavalleria si schier davanti a
lla porta della locanda, e Richard Shelton si present sulla soglia tutto ricopert
o di fango.
- Salve, Sir Daniel!
- Accidenti! Dick Shelton! - esclam il cavaliere; nel sentire il nome di Dick; l'
altro ragazzo gli lanci uno sguardo incuriosito. - Che ne stato di Bennet Hatch?
- Vi prego, signor cavaliere, di leggere questo messaggio di Sir Oliver che spie
ga tutto, - rispose Richard, consegnandogli la lettera del prete. - E consentite
mi di consigliarvi di recarvi in fretta e furia a Risingham poich, venendo qua, a
bbiamo incontrato un messaggero che cavalcava furiosamente portando certe letter
e. Da quanto diceva, il conte di Risingham si troverebbe in grande pericolo e av
rebbe bisogno urgente di voi.
- Che dite? In pericolo? - rispose il cavaliere. - Se cos ci affretteremo sedendo
ci, mio buon Richard. Considerando come vanno le cose in questo povero regno d'I
nghilterra, chi va pi adagio va pi sicuro. Il ritardo, dicono, genera pericolo; ma
si dice anche che sia la fretta a rovinare gli uomini; ricordatevelo, caro Dick
. Ma vediamo, prima, che bestiame mi avete portato. Selden, una torcia, qui alla
porta!
Sir Daniel usc a gran passi in strada e ispezion le sue nuove truppe alla luce sca
rlatta della fiaccola. Era un uomo poco simpatico e un padrone poco amato; ma co
me condottiero era assai stimato da chiunque seguisse il suo stemma: il suo slan
cio, il suo provato coraggio, la sua attenzione ai bisogni dei soldati, i suoi s
tessi scherzi grossolani erano incredibilmente apprezzati da quelle canaglie in
elmo e spada.
- Ehi! per la Santa Croce! - grid; - chi sono questi poveri diavoli? Storti e cur
vi come archi, secchi come arpioni. Amici, voi dovrete formare la prima linea! P
osso risparmiarvi, cari miei! Guardate quel vecchio furfante in sella a quel pez
zato! Un montone di due anni a cavallo di un porco avrebbe un aspetto pi marziale
. Ohi! Clipsby, ci siete anche voi, vecchio caprone? Ecco un uomo che posso perd
ere senza rammarico; andrete davanti a tutti, con un occhio di toro dipinto sull
a schiena; sarete il miglior bersaglio per gli arcieri; sarete voi a mostrarmi l
a strada, messere!
- Vi indicher qualunque strada, Sir Daniel, fuorch quella di cambiar bandiera, - r
ispose seccamente Clipsby.
Sir Daniel scoppi in una sonora risata.
- Bravo! Ben detto! Avete in bocca una buona lingua! Vi perdono per il vostro sp
irito. Selden, badate che abbiano da mangiare, uomini e bestie!
Il cavaliere rientr nella locanda.
- Ora, mio caro Dick, - disse, - mangiate! C' della buona birra e del prosciutto!
Mangiate, mentre io leggo.
Sir Daniel aprila lettera; via via che leggeva, la fronte gli si faceva sempre p
i scura. Quando ebbe finito, sedette per qualche minuto a riflettere. Poi fiss neg

li occhi il suo pupillo.


- Dick, avete visto questi versacci?
Il ragazzo annui.
- Recano il nome di vostro padre, - prosegui il cavaliere; - e il nostro povero
parroco accusato da un pazzo di averlo ucciso.
- Lo ha negato con tutte le sue forze, - rispose Dick.
- Negato? - grid il cavaliere con voce stridula. - Non badategli. Ha la lingua lu
nga; chiacchiera come una gazza. Un giorno o l'altro, se si presenter l'occasione
, Dick, vi informer meglio io di questa faccenda. Fu fortemente sospettato un cer
to Duckworth, ma erano tempi burrascosi e non era possibile avere giustizia.
- accaduto a Moat-House? - chiese Dick con il cuore in tumulto.
- Accadde tra Moat-House e Holywood, - rispose Sir Daniel in tono calmo, ma lanc
iando al ragazzo un'occhiata furtiva piena di sospetto; poi aggiunse:
- Ora, sbrigatevi a mangiare; dovete tornare a Tunstall con un biglietto.
Il volto di Dick si adombr.
- Di grazia, Sir Daniel, - grid, - mandate uno di quei contadini. Vi scongiuro, l
asciatemi prendere parte alla battaglia. Sar di grande aiuto, ve lo assicuro.
- Non ne dubito, - rispose Sir Daniel, sedendosi a scrivere. - Ma questa volta,
Dick, non c' onore da conquistare. Io rimarr a Kettley finch non avr sentore di come
sta andando la guerra, e poi andr a unirmi al vincitore. Non gridate alla codard
ia; semplicemente saggezza, Dick; questo povero regno scosso a tal punto dalle r
ibellioni, e il nome e i sostenitori del re cambiano cos spesso, che nessuno pi ce
rto del domani. Gli scriteriati si precipitino pure a testa bassa, ma le persone
prudenti siedono da una parte ad aspettare.
Detto ci, Sir Daniel gir le spalle a Dick e, sedutosi all'altro capo del lungo tav
olo, si mise di nuovo a scrivere facendo smorfie di ogni tipo poich quell'affare
della freccia nera non piaceva affatto.
Intanto il giovane Shelton mangiava di buon appetito, quando avverti un colpo al
braccio e sent una voce dolcissima che gli bisbigliava nell'orecchio.
- Non fatevene accorgere, vi supplico, - disse la voce, - ma, per piet, insegnate
mi la strada pi veloce per andare a Holywood. Vi supplico, mio buon ragazzo, date
conforto a una povera anima disgraziata in estremo pericolo; aiutatela a trovar
e un rifugio.
- Prendete il sentiero che passa accanto al mulino; - rispose Dick, con il medes
imo tono di voce; - vi porter a Till Ferry; arrivato l chiedete di nuovo.
E senza girare la testa si rimise a mangiare, ma con la coda dell'occhio segui i
l ragazzo che Sir Daniel chiamava Mastro John e lo vide uscire furtivamente dall
a stanza.
- Ma pensa, - pens Dick, - giovane come me... e mi ha chiamato "mio buon ragazzo!
". Se mi fossi accorto che era lui, avrei preferito vederlo impiccato, quel masc
alzone, piuttosto che rispondergli. Comunque... deve attraversare la palude... L
o raggiunger e gli tirer le orecchie.
Mezz'ora dopo Sir Daniel consegn a Dick la lettera, con l'ordine di portarla di g
ran carriera a Moat-House. E di nuovo, mezz'ora dopo la partenza di Dick, entr in
gran fretta un secondo messaggero inviato dal conte di Risingham.
- Sir Daniel, - cominci il messaggero - avete perduto un grande onore, in fede mi
a! La battaglia ricominciata questa mattina prima dell'alba e abbiamo battuto l'
avanguardia e disperso l'ala destra del nemico. Soltanto il centro resiste ancor
a. Se avessimo avuto le vostre truppe, li avremmo buttati tutti dentro il fiume.
Perdinci, signor cavaliere, non vorrete mica esser l'ultimo? Non si addice al v
ostro buon nome!
- Veramente stavo per mettermi in marcia in questo preciso istante, - grid il cav
aliere. - Selden, suonate la tromba. Signore, sar con voi immediatamente. Non son
o nemmeno due ore che arrivato il grosso delle mie truppe, signor messaggero. Ch
e volete? Spronare un buon rimedio, ma fa morire i cavalli. Svelti, svelti ragaz
zi!
Intanto la tromba risuonava gaia nell'aria mattutina, e tutti gli uomini di Sir
Daniel si riversarono nella strada principale e si misero in riga davanti alla l
ocanda. Avevano dormito senza togliersi le armi, e coi cavalli sellati, sicch, ne
l giro di dieci minuti, un centinaio di cavalleggeri e di arcieri, ben equipaggi

ati e ben disciplinati, erano gi in ordine e pronti a partire. La maggior parte d


i essi indossava la divisa di Sir Daniel, rosso scura e azzurra, il che rendeva
la parata assai vistosa. I meglio armati partirono prima; mentre in coda, quasi
nascosti, venivano i magri rinforzi della sera innanzi. Sir Daniel contemplava o
rgoglioso la sfilata.
- Ecco i ragazzi ideali per le imprese difficili, - comment.
- Sono piuttosto in gamba, davvero, - rispose il messaggero. - E ci non pu che aum
entare il mio rammarico che non siate partiti prima.
- Ebbene, - disse il cavaliere; - che volete? La botte piena e la moglie ubriaca
? - e mont in sella. - Ma come! - grid. - John! Joan! Per la santa croce, dov' anda
ta? Oste, dico, dov' la ragazza?
- La ragazza, Sir Daniel? - grid a sua volta l'oste. - Io non ho visto nessuna ra
gazza.
- Ragazzo, allora, imbecille! - grid il cavaliere. - Non ve ne siete accorto che
era una ragazza? Quella dal mantello rosso? Quella che ha cenato con l'acqua, fa
rabutto! Dov'?
- Ma, che i santi ci benedicano! Voi stesso la chiamavate Mastro John! - rispose
l'oste. - Orbene, non pensavo che ci fosse niente di male. Se ne andata. L'ho v
isto... cio l'ho vista... nella stalla, pi di un'ora fa... Stava sellando un caval
lo grigio...
- Per la santa croce! - grid Sir Daniel. - La ragazza valeva cinquecento sterline
, e forse anche di pi.
- Signor cavaliere, - osserv il messaggero, alquanto alterato, - mentre voi ve ne
state qui a sbraitare per cinquecento sterline, laggi ci stiamo giocando il regn
o d'Inghilterra!
- Ben detto! - replic Sir Daniel. - Selden, prendetevi sei balestrieri e datele l
a caccia! Costi quel che costi: basta che al ritorno me la facciate trovare a Mo
at-House. Ficcatevelo bene in testa! E ora, signor messaggero, in marcia!
Capitolo secondo
Nella palude
Erano quasi le sei, in quel mattino di maggio, quando Dick prese la strada di ri
torno cavalcando attraverso la palude. Il cielo era azzurro terso, una dolce bre
zza faceva girare le ali dei mulini; a quelle forti folate i salici della palude
ondeggiavano argentei, come un campo di grano. Aveva cavalcato tutta la notte,
ma aveva un cuore sano e un corpo robusto.
Il sentiero scendeva sempre pi nella palude, al punto che gli sembr di perdere di
vista tutti i punti di riferimento circostanti, ad eccezione del mulino di Kettl
ey che sorgeva su di una collinetta alle sue spalle e, lontano all'orizzonte, la
punta estrema della foresta di Tunstall. A destra e a sinistra, non si vedevano
che distese di giunchi e salici ondeggianti, specchi d'acqua increspati dal ven
to e insidiosi acquitrini verde smeraldo che attirano e illudono i viaggiatori.
Il sentiero attraversava in linea retta il pantano. Era alquanto antico, e il ba
samento era stato costruito dai soldati romani. Ma col passare degli anni si era
abbassato, cosicch ogni tanto, per qualche centinaio di metri, era sommerso dall
'acqua stagnante.
A circa un miglio da Kettley, Dick trov il sentiero interrotto; tutt'intorno cres
cevano giunchi e salici, come piccole isole sparse che ingannano l'occhio. L'int
erruzione, pi lunga di tutte le altre, era tale che un viaggiatore inesperto si s
arebbe facilmente smarrito, e Dick pens con un certo rincrescimento al ragazzo ch
e aveva cos poco 'saggiamente indirizzato. Quanto a s, una sola occhiata indietro,
al mulino che ora appariva nero nell'azzurro terso del cielo e una avanti, alle
alture della foresta di Tunstall, bastarono ad orientarlo; e prosegui tranquill
amente con l'acqua fino alle ginocchia del cavallo, come fosse stato su una stra
da maestra.
Ma a met del guado, quando aveva gi intravisto il sentiero che risaliva asciutto d
all'altra parte, sent un forte rumore alla sua destra e vide un cavallo grigio im
merso nel fango che lottava disperatamente contro la morte. Di colpo, quasi aves

se intuito che s'avvicinava un soccorso, la povera bestia incominci a lanciare ni


triti strazianti; roteava gli occhi iniettati di sangue e pazzi di terrore, si c
ontorceva e si rotolava freneticamente nella melma, mentre nugoli di insetti gli
giravano intorno ronzando all'impazzata.
- Ahim, - pens Dick, - sar morto quel povero ragazzo? Questo il suo cavallo... una
brava bestia! Ehi, mio buon compagno, se gridi cos pietosamente, far per te tutto
ci che un uomo pu fare per aiutarti. Vedrai che non ti lascer l, ad affondare pian p
iano nel pantano!
Puntato l'arco, trafisse la testa dell'animale con una freccia.
Poi, dopo aver compiuto quest'atto di brutale piet, riprese il cammino un po' pi l
ento, cercando con attenzione qualche segno dello sventurato viaggiatore passato
di l prima di lui.
- Avrei dovuto spiegargli meglio, - pens; - temo sia affondato nel pantano.
Ma proprio mentre era immerso in tali riflessioni, una voce grid il suo nome da u
na parte del sentiero. Si gir di scatto e scorse il volto del ragazzo che spuntav
a da un folto di giunchi.
- Siete voi? - url tirando le redini. - Vi siete nascosto cos bene che vi sono pas
sato accanto senza vedervi. Al vostro cavallo che affondava ho abbreviato l'agon
ia; se foste un cavaliere un po' pi misericordioso, l'avreste dovuto fare voi ste
sso. Ma uscite da quel nascondiglio; qui non c' nessuno che possa farvi del male.
- Mio caro ragazzo, - rispose l'altro, risalendo sul sentiero; - io non ho n armi
n avrei la forza necessaria per usarle, se le avessi.
- Perch mi chiamate ragazzo? - grid Dick. - Mi pare che non siate pi vecchio di me.
- Caro Mastro Shelton, - rispose l'altro - vi prego di perdonarmi. Non volevo of
fendervi. Invece, faccio appello con tutta l'anima alla vostra benevolenza e cor
tesia, perch ora mi trovo pi a mal partito che mai, avendo perduto la strada, il m
antello e pure il cavallo!... Avere frustino e speroni e non aver cavallo!... E
soprattutto, - soggiunse poi, dando un'occhiata malinconica al suo vestito, - e
soprattutto esser cos infangato!
- Bah! - esclam Dick, - tante storie per un tuffo? Sangue di ferita o fango di vi
aggio... ecco gli ornamenti dell'uomo!
- Allora io lo preferisco disadorno, - osserv il ragazzo. - Ma, vi prego, cosa po
sso fare? Vi prego, caro Mastro Richard, aiutatemi col vostro buon consiglio. Se
non arrivo a Holywood sono rovinato.
- Su, forza, - disse Dick smontando di sella; -vi dar molto pi che un semplice con
siglio. Prendete il mio cavallo mentre io correr al vostro fianco, e quando sar st
anco ci daremo il cambio; cos, un po' correndo e un po' cavalcando; faremo pi pres
to tutti e due.
E cos fecero, e cominciarono a correre quanto permetteva la strada.
- Come vi chiamate? - chiese a un tratto Dick.
- Chiamatemi John Matcham, - rispose il ragazzo.
- E che cosa andate a fare a Holywood?
- Cerco rifugio da un uomo che mi perseguita. Il buon abate di Holywood un forte
sostegno per i deboli.
- E come siete capitato al seguito di Sir Daniel, Mastro Matcham? - continu Dick.
- Ha abusato della sua forza! - grid l'altro. - Con la violenza mi ha trascinato
via dalla mia casa, mi ha conciato in questo modo, mi ha fatto cavalcare con lui
finch non ne potevo pi, mi ha schernito al punto di farmi piangere, e quando cert
i miei amici presero a darci la caccia, temendo di essere costretto a restituirm
i, mi us come scudo dietro la sua schiena per sfuggire ai loro colpi! Cos fui colp
ito al piede destro e ora non posso camminare che zoppicando. Oh, ma un giorno l
a pagher!
- Volete sparare alla luna con un fucile di sambuco? - disse Dick. - E un cavali
ere eccellente e ha una mano di acciaio. Se sapesse che ho favorito la vostra fu
ga, sarei spacciato.
- Oh, mio povero ragazzo! - rispose l'altro; - gi, vero, siete il suo pupillo. In
un certo senso lo sono anch'io, o almeno cos dice lui; inoltre, ha contrattato i
l mio matrimonio... non so precisamente che matrimonio... ma certamente un esped
iente per opprimermi.
- Basta con questo "ragazzo"! - grid Dick.

- Devo forse chiamarvi "ragazza", caro Richard? - domand Matcham.


- Non parlarmi di ragazze! - rispose Dick. - Per me possono andarsene tutte al d
iavolo!
- Parlate come un ragazzino, - disse l'altro. - Sono sicuro che pensate a loro p
i di quanto non siate disposto ad ammettere.
- Nient'affatto, - rispose seccamente Dick. - Non mi passano nemmeno per la ment
e! Che il diavolo se le porti, le ragazze! Datemi da cacciare, da combattere, da
banchettare, datemi una compagnia di gente allegra; non ho mai sentito di ragaz
ze che siano servite a qualcosa, eccetto una che, povera disgraziata, fu bruciat
a viva perch era ritenuta una strega, e perch portava abiti da uomo.
Mastro Matcham fece il segno della croce con fervore e parve mettersi a pregare.
- Che diavolo fate? - chiese Dick.
- Prego per la sua anima, - rispose l'altro con voce esagitata.
- Per l'anima di una strega? - grid Dick. - Pregate pure quanto volete, se vi va;
era Giovanna d'Arco, la migliore ragazza d'Europa. Il vecchio Appleyard fuggito
davanti a lei, ha detto, come davanti a Belzeb in persona. Ad ogni modo, era una
ragazza davvero temeraria.
- Caro Mastro Richard, - riprese Matcham, - se vi piacciono cos poco le ragazze,
non siete un vero uomo; poich Dio ha fatto uomini e donne con uno scopo ben preci
so, e ha seminato nel mondo l'amore perch sia la speranza dell'uomo e il benesser
e della donna.
- Perbacco! - esclam Dick. - Siete proprio un poppante, a parlare cos delle donne.
E se pensate che io non sia un vero uomo, scendete qui sul sentiero e a pugni o
con la sciabola o con l'arco vi dimostrer se sono un uomo oppure no.
- No, io non mi batto, - rispose precipitosamente Matcham. - Non intendevo offen
dervi, stavo solo scherzando. E se parlo di donne, perch ho saputo che state per
sposarvi.
- Sposarmi! Io? - esclam Dick. - la prima volta che lo sento. E con chi, di grazi
a?
- Con una certa Joan Sedley, - rispose Matcham arrossendo. - Era un affare combi
nato da Sir Daniel, che ci avrebbe guadagnato da entrambe le parti. A dire il ve
ro ho sentito la povera ragazza lamentarsi di quel fidanzamento in maniera veram
ente pietosa. Credo che la pensi come voi... o forse non le piace lo sposo.
- Ebbene, il matrimonio come la morte, non si pu scampare - sospir Dick con rasseg
nazione. - Dunque si lamentava, eh? Vi prego... vedete che cervello piccolo hann
o queste ragazze: lamentarsi prima ancora d'avermi visto! Mi lamento forse io? N
o. Se devo sposarmi, mi sposer senza versare una lacrima. Ma, giacch la conoscete,
ditemi, vi prego, com' ? Bella o brutta? Antipatica o simpatica?
- Ma che vi importa? - domand Matcham. - Se dovete sposarvi, non potete che sposa
rvi... Bella o brutta che sia, sono quisquilie. Voi non siete pi un lattante, Mas
tro Richard, e vi sposerete senza versare una lacrima, no?
- Ben detto! - replic Shelton. - A me poco importa.
- La vostra signora moglie avr un marito davvero simpatico, - disse Matcham.
- Avr il marito che il cielo le ha destinato, - rispose Dick. - Io penso che ve n
e siano di migliori, ma anche di peggiori.
- Oh, povera ragazza! - esclam l'altro.
- E perch povera? - chiese Dick.
- Perch le toccher sposare un uomo di legno!... - rispose il compagno. - Ahim, un u
omo di legno!
- Credo davvero d'essere fatto di legno, - disse Dick, - ad affaticarmi tanto a
piedi, mentre voi ve ne state sul mio cavallo; si tratta di un legno pregiato du
nque, eh?
- Perdonatemi, buon Dick! - grid l'altro. - Voi siete il miglior cuore d'Inghilte
rra; stavo solo scherzando. Perdonatemi, mio caro Dick.
- Ma non dite sciocchezze! - rispose Dick un po' imbarazzato dal fervore del suo
compagno. - Non successo niente di male: Grazie ai santi io non sono affatto pe
rmaloso!
In quel momento il vento che soffiava alle loro spalle port alle loro orecchie le
note rozze del trombettiere di Sir Daniel.
- Udite! - esclam Dick. - La tromba!

- Si, - rispose Matcham; - devono essersi accorti della mia fuga e ora non ho pi
un cavallo! - e divenne pallido come la morte.
- Che faccia! - esclam Dick. - Siete molto in vantaggio su di loro, e siamo ormai
vicini al passo del fiume. E poi sono io, non voi, quello senza un cavallo.
- Ahim, mi prenderanno! - grid il fuggitivo. - Dick, mio buon Dick, vi supplico, a
iutatemi!...
- Ma che cosa vi prende adesso? - chiese Dick. - Mi sembra sia abbastanza chiaro
che vi sto aiutando.
Ma mi piange il cuore di avere un compagno cos pusillanime! E poi sentitemi bene,
John Matcham, giacch vi chiamate John Matcham, io, Richard Shelton, accada ci che
accada, vi accompagner sano e salvo fino a Holywood. E che i santi mi ripaghino
di egual moneta, se vi mancher di parola. Coraggio, state di buon umore, signor F
accia-pallida. Il sentiero sta migliorando; spronate il cavallo! Pi forte, pi fort
e! Non badate a me; io corro come una lepre!
Cos, con il cavallo al trotto e Dick che gli correva accanto senza troppo sforzo,
percorsero il resto della palude e giunsero sulla riva dei fiume, vicino alla c
apanna del barcaiolo.
Capitolo terzo
Il traghetto della palude
Pigro e melmoso, il Till era un fiume ampio, che in quel punto, uscendo dalla pa
lude, scorreva fra alcune isolette folte di salici e acquitrinose.
L'acqua era torbida, ma, in quella mattina viva e luminosa ogni cosa diventava p
i bella; il vento e le martore ne arabescavano la superficie in innumerevoli incr
espamenti, e il riflesso del cielo si frangeva in lembi di un azzurro ridente.
Una piccola insenatura veniva incontro al sentiero e nei pressi della riva si na
scondeva la capanna del barcaiolo, fatta di vimini e di fango, col tetto ricoper
to d'erba verdeggiante.
Dick si avvicin alla porta e l'apr; il barcaiolo stava sdraiato su un vecchio e su
dicio mantello rossastro e tremava tutto; era un uomo di corporatura massiccia,
ma ora pareva scheletrito scosso com'era dalle febbri della palude.
- Ehi, Mastro Shelton! - disse, - siete qui per la barca? Brutti tempi, brutti t
empi! Fate molta attenzione: c' della gente, qui nei dintorni; fareste meglio a t
ornare indietro e attraversare il ponte.
- No, non possibile, ho moltissima fretta, - rispose Dick. - Il tempo vola e io
devo fare prestissimo.
- Che testone! - rispose il barcaiolo, alzandosi. - Se arrivate sano e salvo a M
oat-House, potete considerarvi fortunato; ma non dico altro. - Poi, guardando Ma
tcham, si ferm sulla soglia e strizzando l'occhio chiese - E chi costui?
- un mio parente, si chiama Mastro Matcham, - rispose Dick.
- Buon giorno, buon barcaiolo, - disse Matcham, smontando di sella e avanzando.
- Preparatemi la barca, vi supplico: abbiamo una fretta incredibile.
Lo spettrale barcaiolo continuava a guardarlo fisso.
- Per la Santa Messa! - esclam alla fine, ridendo a piena gola.
Matcham arross fino alle orecchie e sussult, mentre Dick, incollerito, mise una ma
no sulla spalla del contadino gridando:
- Ebbene, cosa c' adesso? Occupatevi degli affari vostri e smettete di ridere all
e spalle di chi vale pi di voi!
Brontolando, Hugh il barcaiolo sleg la barca e la spinse verso il largo; Dick vi
fece salire il cavallo e poi sali anche Matcham.
- Siete molto piccolo, padroncino, - disse Hugh facendo una grande smorfia. - Sb
agliato stampo, forse? Sono a vostra disposizione, Mastro Shelton, - aggiunse pr
endendo i remi. - E permesso anche a un cane di guardare il re. Io a Mastro Matc
ham ho dato solo un'occhiata.
- Messere! Basta chiacchiere! - esclam Dick. - Adesso andiamo, presto!
Si trovavano ormai all'uscita dell'insenatura, e lo sguardo poteva spaziare lung
o il fiume, da una parte e dall'altra, fino alle isolette che spuntavano tutt'in
torno. Presso la riva sorgevano banchi d'argilla, i salici si chinavano sull'acq

ua, i giunchi ondeggiavano, le martore immergevano il petto. Era una sorta di la


birinto fluviale senza l'ombra di un uomo.
- Mio padrone, - esclam il barcaiolo tenendo ferma la barca con un remo. - Ho il
dannato sospetto che John della Palude sia sull'isola. Odia ferocemente tutti qu
elli che stanno dalla parte di Sir Daniel. Che ne direste, se risalissi la corre
nte e vi lasciassi a un tiro di freccia a monte del sentiero? Fareste molto bene
a cercare di evitarlo.
- Come? Allora anche lui dalla loro parte? - chiese Dick.
- Fate silenzio! - rispose Hugh. - Io risalir il fiume, Dick. Che succederebbe se
Mastro Matcham si beccasse una freccia? - e rise di nuovo.
- E sia, - rispose Dick.
- Allora, attenzione, - continu Hugh. - Se decidiamo cos, prendete il vostro arco.
.. benissimo! Ora preparatelo... molto bene! Mettetevi una freccia. Bene, tenete
lo cos e miratemi con aria minacciosa.
- Che significa tutto ci? - chiese Dick.
- Eh, padrone! Se vi faccio passare dall'altra parte, devo farlo per forza o per
paura, - rispose il barcaiolo; - altrimenti, se venisse a saperlo John delle Pa
ludi, potrei ritrovarmi guai seri.
- Sono cos infami questi mascalzoni? - chiese Dick. - Comandano forse il traghett
o di Sir Daniel?
- Eh! - bisbigli il barcaiolo strizzando l'occhio. - Ascoltatemi bene! Sir Daniel
cadr. E giunta la sua ora. Cadr gi! Sst...silenzio! - E si curv sopra i remi.
Risalirono la corrente per un buon tratto, girarono attorno a un'isola e alla fi
ne ridiscesero dolcemente uno stretto canale presso la riva opposta. A quel punt
o Hugh accost.
- Bisogna che vi lasci qui, fra i salici - disse.
- Ma non c' alcun sentiero; vedo solo fango e acquitrini! - esclam Dick.
- Mastro Shelton, - rispose Hugh, - non posso portarvi oltre, per il vostro bene
. Egli sorveglia il traghetto con l'arco alla mano. Tutti i dipendenti di Sir Da
niel che passano, lui li uccide come conigli. L'ho sentito giurarlo sulla Santa
Croce. Se non vi conoscessi da un pezzo... eh gi, da un bel pezzo... vi avrei las
ciato continuare; ma in memoria della nostra vecchia conoscenza, e per il fatto
che avete con voi questo ragazzo che non sicuramente fatto n per i combattimenti
n per le ferite, ho rischiato la mia povera testa e vi ho traghettati sani e salv
i.
Accontentatevi. Di pi non posso fare, se voglio salvarmi la pelle!
Hugh stava ancora parlando appoggiato ai remi, quando dai salici dell'isola usci
un grido acuto, seguito dal rumore come d'un essere gigantesco che si aprisse a
forza una via fra i rami.
- Maledizione! - grid Hugh. - Era proprio l sull'isola! - E spinse con forza la ba
rca verso la riva gridando - Fate finta di minacciarmi con l'arco, buon Dick! Mi
ratemi bene in faccia! Io ho cercato di salvarvi la pelle; ora voi salvate la mi
a!
Con un forte schianto la barca urt contro un boschetto di salici. Pallido, ma fer
mo e vigile, Matcham corse lungo il banco del rematore e salt gi a riva; Dick, pre
ndendo per la briglia il cavallo, tent di fare altrettanto ma, forse per la massa
della bestia, o forse per la foltezza dei salici non vi riusc e fin nella melma.
Il cavallo cominci a nitrire e a dibattersi, mentre la barca, presa da un vortice
, girava su se stessa sbattendo violentemente contro la riva.
- Non possibile, Hugh! Qui non si pu sbarcare! - grid Dick, continuando a lottare
vigorosamente contro il bosco impenetrabile e la bestia terrorizzata.
Un uomo d'alta statura comparve sulla riva dell'isola con l'arco in mano. Dick l
o guard un istante con la coda dell'occhio e lo vide tendere l'arma con tutte le
sue forze, paonazzo in volto.
- Chi l, Hugh, chi l? - grid.
- Mastro Shelton! - rispose il barcaiolo.
- Fermatevi, Dick Shelton! - ordin l'uomo dell'isola. - Non vi faremo del male, p
er la Santa Croce! Fermatevi, barcaiolo!
Dick lanci una risposta sarcastica.
- Ah si? Allora andrete a piedi! - rispose l'uomo; e fece scoccare una freccia.

I1 cavallo, colpito, s'impenn agonizzante; la barca si capovolse, e un istante do


po si dibattevano tutti fra i vortici dell'acqua.
Quando torn a galla, Dick si trov a un metro dalla riva e, prima ancora che avesse
riacquistato del tutto la vista, le sue dita si chiusero su qualcosa di solido
e forte che lo tir subito fuori; era il frustino che Matcham, arrampicatosi su pe
r un salice, gli aveva teso al momento opportuno.
- Per la Santa Messa! - url Dick, mettendo piede a terra. - Stavolta vi debbo la
vita, perch io so nuotare quanto una palla da cannone. - E si volt subito verso l'
isola. Vide che in mezzo al fiume il barcaiolo nuotava aggrappato alla barca cap
ovolta, mentre John delle Paludi, furioso per il cattivo risultato del colpo, gl
i urlava di fare presto.
- Venite, John, - url Shelton. - Dobbiamo correre! Prima che Hugh sia giunto a ri
va e abbia raddrizzato la barca insieme al suo compare, bisogna che noi siamo gi
lontani.
E facendo seguire alle parole l'esempio, cominci a correre a zig zag con tutte le
sue forze, girando fra salici e acquitrini, saltando di zolla in zolla, senza p
reoccuparsi della direzione per la fretta ma badando soltanto ad allontanarsi il
pi possibile dal fiume.
Ben presto il terreno incominci a salire, il che significava che erano sulla stra
da giusta, e dopo non molto arrivarono su di un pendio di terra ferma, sul quale
gli olmi cominciavano a mischiarsi ai salici.
Ma a quel punto Matcham, che aveva fatto molta fatica a seguire Dick, si gett per
terra.
- Lasciatemi qui, Dick! - esclam ansimando. - Non ce la faccio pi!
Dick fece marcia indietro e gli si avvicin.
- Cosa dite? Lasciarvi qui! Sarebbe una furfanteria, dopo che avete rischiato un
a freccia e un tuffo che vi poteva costare la vita per salvarmi! Gi, rischiavate
proprio di annegare, perch solo i santi sanno come possibile che non vi abbia tir
ato sotto con me.
- No, - disse Matcham; - ci saremmo salvati entrambi, caro Dick, perch io so nuot
are.
- Davvero? - chiese Dick sgranando gli occhi; poich era la sola prodezza maschile
di cui non fosse capace e fra le cose che pi ammirava, il saper nuotare veniva s
ubito dopo quella di saper uccidere un nemico a singolar tenzone. Poi continu: Be', ci mi insegner che non devo disprezzare nessuno. Vi ho promesso di accompagna
rvi fino a Holywood ma, per la Santa Croce, ora siete voi, John, a dovervi prend
ere cura di me!
- Allora, Dick, siamo amici ora? - domand Matcham.
- Ma noi non siamo mai stati nemici! - rispose Dick. - Voi siete un bravo ragazz
o, alla vostra maniera, sebbene siate un poco... poppante. Non ho mai incontrato
un tipo come voi, finora. Ma, vi prego, riprendete fiato e rimettiamoci in marc
ia. Non il momento di perdersi in chiacchiere.
- Mi fa male il piede, - disse Matcham.
- Ah, me ne ero dimenticato, - rispose Dick. - Allora andremo pi piano. Vorrei sa
pere dove siamo esattamente. Ho perduto la strada, ma forse persino meglio perch,
se quelli sorvegliano il traghetto, sorveglieranno anche il sentiero, chiaro. V
orrei che arrivasse Sir Daniel con una quarantina di uomini; me li spazzerebbe v
ia tutti, quei mascalzoni, come il vento spazza via le foglie. Forza, John, appo
ggiatevi alla mia spalla, poverino. Ahim, non ci arrivate! A proposito: quanti an
ni avete? Dodici, scommetto!
- No, ne ho sedici, - rispose Matcham.
- Allora siete cresciuto con comodo, - disse Dick. - Attaccatevi alla mia mano.
Andremo piano, non temete. Io vi debbo la vita; sono un debitore onesto io, sia
nel bene che nel male!
E cominciarono a risalire su per il pendio.
- Troveremo il sentiero, prima o poi! - continu Dick. - E andr tutto bene. Perdio,
che manina piccola che avete! Se avessi una manina come la vostra, io mi vergog
nerei. Vi assicuro, - continu soffocando un risolino, - vi assicuro per la Santa
Messa che Hugh vi ha scambiato per una fanciulla.
- No, nemmeno per sogno! - ribatt l'altro arrossendo.

- Eppure cos, - esclam Dick. - Non si pu dargli torto: avete l'aspetto pi da donna c
he da un uomo. Vi dir di pi: come giovanotto avete un'aria strana, invece come rag
azza, caro John, sareste certamente molto carino; sareste proprio una bella raga
zza!
- Ma voi lo sapete che non sono una ragazza, no ? - disse Matcham.
- Si che lo so; stavo solo scherzando! - rispose Dick. - Per vostra madre sarete
un uomo! E che uomo, caro giovanotto! Un vero campione! Chiss chi di noi sar fatt
o prima cavaliere? Perch io voglio esser fatto cavaliere, costi quel che costi. S
ir Richard Shelton, cavaliere! Suona bene, eh?!... Ma devo ammettere che neanche
Sir John Matcham suona poi cos male!
- Vi prego, Dick! Fermiamoci un attimo, devo bere, - disse l'altro, fermandosi v
icino a una piccola sorgente che sgorgava da terra in una minuscola cavit ghiaios
a, non pi grande di una tasca. - Se potessi trovare qualcosa da mangiare, Dick! .
.. Ho tanta fame che mi fa male il cuore.
- Perch diavolo non avete mangiato a Kettley? - chiese Dick.
- Avevo fatto un voto... per un peccato che ero stato costretto a compiere, - ba
lbett Matcham. - Ma adesso mangerei di gusto qualsiasi cosa, anche del pane secco
.
- Allora sedetevi e mangiate, - disse Dick. - Io va-do un po' avanti a cercare i
l sentiero -. Prese dalla cintura una tasca piena di pane e di lardo affumicato
e mentre Matcham mangiava di gran gusto si inoltr fra gli alberi.
Un po' pi avanti, il terreno presentava una depressione da cui filtrava, attraver
so le foglie secche, un ruscelletto; e pi in l ancora, gli alberi diventavano. pi r
adi e pi imponenti e le querce e i faggi sostituivano i salici e gli olmi. Il rum
ore incessante del vento tra le fronde copriva quasi del tutto il suono dei suoi
passi sul muschio; era per l'orecchio ci che una notte senza luna per l'occhio;
ma nonostante ci, Dick procedeva guardingo, scivolando furtivamente di tronco in
tronco e guardandosi attorno continuamente. Ad un tratto gli sfrecci dinanzi un c
ervo, come un'ombra fra gli arbusti. Si ferm contrariato. Il bosco, in quel punto
, era certamente deserto; eppure quel povero cervo gli sembrava una sorta di sta
ffetta mandata a preannunciare il suo arrivo; cos Dick, invece di andare avanti,
si avvicin a un grande albero e cominci ad arrampicarsi.
Fu una scelta propizia: era una delle querce pi alte della zona, tanto che sovras
tava gli alberi circostanti di due o tre metri almeno; e quando ebbe raggiunto i
l ramo pi alto e si sedette, sospeso vertiginosamente nel vento, dietro le spalle
pot scorgere tutta la piana paludosa fino a Kettley e il fiume che si smarriva t
ra isolette boscose, mentre dall'altra parte serpeggiava la linea bianca della s
trada che saliva in mezzo al bosco. La barca era stata raddrizzata e adesso stav
a scendendo oltre il guado. All'infuori di ci non si vedeva anima viva, n alcun mo
vimento, se non quello del bosco. Stava gi per accingersi a scendere quando, dand
o un'ultima occhiata, scorse una linea di punti che si muovevano verso il centro
della palude. Era chiaro che una squadra di armati stava avanzando lungo il sen
tiero, di buon passo; questo fatto lo preoccup e ridiscese all'istante scivolando
lungo il tronco e, attraversato il bosco, ritorn dal compagno.
Capitolo quarto
La compagnia della Foresta Verde
In un battibaleno Matcham recuper le forze e fu pronto a riprendere la strada. Qu
ello che Dick aveva visto spron i due ragazzi a percorrere in gran fretta l'ultim
o tratto di bosco e, superato il sentiero senza problemi, cominciarono a salire
verso le alture della foresta di Tunstall. Tra i vari gruppi di alberi si apriva
no radure asciutte ricoperte di ginestre e, qua e l, di vecchi tassi. Man mano ch
e procedevano, il terreno si faceva sempre pi accidentato, pieno com'era di buche
e sollevamenti. Ad ogni passo che facevano il vento soffiava pi forte e i fusti
degli alberi si incurvavano sotto le raffiche come tante canne da pesca.
Erano appena entrati in una di queste radure, quando Dick si gett improvvisamente
bocconi fra i rovi e prese a strisciare cautamente all'indietro, per andare a r
ipararsi in mezzo a un gruppo di alberi. Matcham, meravigliato da quella mossa i

mprovvisa di cui non riusciva a capire la ragione, segui l'esempio del compagno;
solo quando furono al sicuro sotto una folta macchia di alberi si volt a chieder
gli una spiegazione.
Per tutta risposta, Dick gli indic un punto dall'altra parte della radura, dove u
n abete si innalzava sopra tutti gli altri alberi, levando al cielo la sua massa
scura. Il tronco era dritto e solido, come una colonna, e si estendeva per una
quindicina di metri per poi biforcarsi in due grossi rami. Proprio su quell'info
rcatura, come un marinaio sull'albero maestro di una nave, si vedeva un uomo in
cotta d'arme verde che scrutava tutt'intorno. Il sole gli illuminava i capelli e
l'uomo si riparava gli occhi dai raggi con una mano, girando la testa ora da un
a parte ora all'altra con la regolarit di una macchina.
I due ragazzi si guardarono con aria interrogativa.
- Andiamo a sinistra - disse Dick. - Per poco non finivamo in bocca al lupo.
Dieci minuti dopo, arrivarono su di un sentiero battuto.
- Questa parte della foresta non la conosco, - disse Dick. - Dove andr a finire i
l sentiero?
- Proviamo a prenderlo, - disse Matcham.
Qualche metro pi avanti, si trovarono di fronte a un'altura, dopo di che comincia
rono a scendere ripido verso una valle a forma di coppa. In fondo alla conca, tr
a un boschetto di biancospino fiorito, si scorgevano due o tre frontoni senza te
tto che parevano anneriti da un incendio e un grande camino; dovevano essere le
rovine di una casa.
- Cosa sar? - sussurr Matcham.
- Per la Santa Messa, non ne ho idea! - rispose Dick. - Dobbiamo avanzare con ca
utela, perch non so proprio dove ci troviamo.
Con il cuore che batteva all'impazzata scesero tra i biancospini. Qua e l si vede
vano segni di colture recenti: alberi da frutto ed erbe varie crescevano selvati
che fra la sterpaglia; un pezzo di meridiana giaceva fra l'erba; i due giovani e
rano certi che si trattasse di un giardino abbandonato. Dopo qualche metro si tr
ovarono davanti alle rovine della casa.
Doveva essere stata una bella dimora e ben solida, difesa, un tempo, da un profo
ndo fossato ora senz'acqua e pieno di macerie, su cui una trave caduta faceva da
ponte. Due dei muri erano ancora in piedi e il sole risplendeva attraverso le o
rbire vuote delle finestre; ma il resto dell'edificio era ormai ridotto a un amm
asso di rovine annerite dal fuoco. All'interno, qualche arbusto verde aveva gi me
sso radice.
- Deve essere Grimstone, - bisbigli Dick. - Era la propriet di un certo Simon Malm
esbury. Sir Daniel fu la sua rovina. Fu Bennet Hatch a darvi fuoco, cinque anni
fa... Davvero un peccato!... Era una dimora bellissima!
Gi in fondo alla valle, il vento si era placato, faceva caldo e regnava il silenz
io; ma ad un tratto Matcham pos la mano su un braccio di Dick e port un dito alle
labbra.
- Sst!
Un suono strano ruppe il silenzio. Risuon due volte prima che i due giovani ne po
tessero comprendere la natura. Si ud dapprima un rumore, come di un uomo che si s
chiarisse la gola; poi una voce rauca e stonata cant:
Fu allor che parl il buon re dei pirati:
- Compagni, che fate l compagni, tra le verdi foreste? E Gamelyn rispose, senza g
uardare a terra:
- Deve abitar nei boschi chi non pu stare in citt.
La voce tacque; segui un vago tintinnio metallico, e poi silenzio.
I due si guardarono. Chiunque fosse, il loro invisibile vicino doveva essere pro
prio dietro quelle rovine. Immediatamente Matcham riprese colore e un attimo dop
o, attraversando il ponte sul fossato, cominci a strisciare lentamente sull'ammas
so di macerie che riempiva quello che era stato l'interno della casa. Dick non f
ece in tempo a trattenerlo e fu costretto a seguirlo.
Proprio su un cumulo l vicino, due travi cadute formavano una croce, lasciando un
a piccola nicchia, non pi grande di un banco da chiesa. I due giovani decisero di
nascondersi proprio in quell'angolo che permetteva loro di vedere attraverso un
a feritoia.

Sbirciandovi attraverso, rimasero senza fiato, pietrificati: fuggire era impossi


bile. Sull'orlo del fossato, a una decina di metri da loro, sopra un grosso fuoc
o un enorme paiolo bolliva e fumava; li vicino, nell'atteggiamento di chi ascolt
a, come se avesse udito il rumore dei loro passi fra le macerie, un omone alto,
dal volto rosso e malandato, stava ritto con un mestolo di ferro in mano e un co
rno e una formidabile daga alla cintura. Era sicuramente lui che aveva cantato;
e sicuramente stava rimescolando il contenuto del paiolo quando il rumore dei lo
ro passi aveva attirato la sua attenzione. Un po' pi in l c'era un altro uomo che
dormiva avvolto da un mantello marrone; una farfalla gli svolazzava intorno alla
faccia. Erano in uno spazio aperto, imbiancato dalle margherite; in fondo, appe
si a un biancospino fiorito, videro un arco, una faretra piena di frecce e parte
della carcassa di un cervo.
Ben presto l'omone si rilass e smise di ascoltare, port alla bocca il mestolo, fec
e un cenno col capo, riprendendo a mescolare.
Deve abitar nei boschi chi non pu stare in citt, gracchi, ricominciando a cantare d
al punto in cui si era interrotto.
Non facciamo male alcuno, Sire; ma se troviamo un cervo del buon re, lo colpiamo
con una freccia.
Sempre cantando, tirava su di tanto in tanto una mestolata di brodo, vi soffiava
sopra e assaggiava, atteggiandosi a cuoco provetto. Alla fine sembr giudicare ch
e fosse pronto perch, staccato il corno dalla cintura, vi soffi tre volte.
Proprio in quel mentre l'altro uomo si svegli, scacci la farfalla e si guard attorn
o.
- Allora, compare! Si mangia? - disse.
- Si, ubriacone, - rispose il cuoco; - il pranzo servito: ma un pranzo magro...
senza birra n pane. Non si sta troppo bene, ora, nella foresta; una volta si che
un poveruomo poteva vivere come un abate mitriato, a parte la pioggia e il gelo.
.. e rimpinzarsi di birra e di vino! Ma quel tempo finito; e questo John Riparat
orti, che Dio ce ne scampi e liberi, non che uno spaventapasseri da quattro sold
i, buono soltanto a tener lontane le cornacchie.
- Ah! - rispose l'altro. - Come vi piace mangiare e bere, caro Senzalegge! Pazie
ntate e vedrete che torner il buon tempo.
- Sapete, - rispose il cuoco - da quando sono alto cos che aspetto questo buon te
mpo. Sono stato frate francescano, sono stato arciere del re, sono stato marinai
o, ho attraversato mari e monti, sono stato nei boschi anche prima d'ora e ho pe
rfino ammazzato il cervo del re. A cosa servito? A nulla. Avrei fatto meglio a r
estarmene in convento! ... John Abate vale di pi di John Riparatorti. Per la Sant
a Vergine! Eccoli.
Parecchi uomini grandi e grossi giunsero l'uno dopo l'altro sul prato. Ciascuno,
arrivando, tirava fuori un coltello e una ciotola di corno, si serviva al paiol
o e sedeva sulla radura a mangiare. Avevano armature e abiti diversi: alcuni in
giacca color ruggine, un coltello e un vecchio arco; altri, gli elegantoni della
foresta, in cappuccio e giustacuore di panno verde, la cintura piena di frecce
con piume di pavone, un corno appeso alla bandoliera e ai fianchi una spada e un
a daga. Arrivavano in silenzio per la fame, lanciavano a stento un saluto e poi
si buttavano sul cibo.
Erano ormai quasi venti uomini, quando un grido di gioia soffocato si alz improvv
isamente tra i biancospini, e subito dopo un gruppetto di cinque o sei taglialeg
na con una specie di barella li raggiunse sul prato. Un omone aitante e leggerme
nte brizzolato, col volto scuro come un prosciutto affumicato, li precedeva con
una certa aria d'autorit, l'arco sulle spalle e un lucente schidione in mano.
- Ragazzi! - grid. - Miei bravi e allegri compagni, finora avete cantato a gola a
sciutta e vissuto di stenti. Ma cosa vi ho sempre detto? La fortuna gira, gira i
n continuazione. Ed ecco, ecco il suo primo frutto.... un frutto davvero delizio
so, della birra!
E mentre i portatori deponevano a terra la barella e scaricavano una grossa bott
e, si lev un brusio di applausi.
- Ora svelti, ragazzi, - prosegu. - C' tanto da fare. Sta per arrivare al traghett
o un gruppo di arcieri; sono vestiti di rosso scuro e azzurro; sono il nostro be
rsaglio, devono sentire il sapore delle nostre frecce; non uno ne deve uscire vi

vo dal bosco! Perch, miei bravi ragazzi, noi siamo in cinquanta, e ciascuno di no
i ha un torto da vendicare; alcuni di noi hanno perduto la terra, altri gli amic
i; altri ancora sono stati messi fuori legge... E tutti siamo stati oppressi! Ch
i responsabile di tutto questo? Sir Daniel, per la croce! E dovrebbe farla franc
a costui? Occupare tranquillamente le nostre case? Godere dei nostri campi? Succ
hiarsi il midollo dell'osso che ci ha rubato? No, ve lo giuro! Ha vinto ingiusta
mente le cause, contro ogni regola e legge; ma c' una causa che non riuscir a vinc
ere! Qui, nella mia cintura, sta scritta una sentenza che, grazie a Dio, lo inch
ioder!
Senzalegge, che stava gi tracannando il secondo boccale di birra, lo sollev come p
er brindare all'oratore.
Mastro Ellis! - grid. - Voi volete vendetta... vi conviene! Ma il vostro povero f
ratello dei boschi che non ha mai avuto nulla da perdere, n terre, n amici, pensa
piuttosto ad approfittare delle circostanze, e preferisce un terzo di sterlina,
cio un nobile d'oro, e un boccale di vino delle Canarie a tutte le vendette di qu
esto mondo.
- Senzalegge! - rispose l'altro, - per raggiungere il castello di Moat-House, Si
r Daniel deve attraversare la foresta. Noi gli renderemo il tragitto pi difficile
di qualunque battaglia, perdio! Allora, quando l'avremo disarcionato insieme co
n quel drappello di cenciosi che fuggiranno, e tutti i suoi compari saranno cadu
ti o fuggiti e nessuno rimarr ad aiutarlo, allora circonderemo il vecchio volpone
e la sua sconfitta sar memorabile! Sar un bel bestione, ci sar da mangiare per tut
ti!
- Puah! - rispose Senzalegge; - di pasti simili ne ho mangiati anche troppi! Il
difficile cuocerli, caro Mastro Ellis! E intanto noi che facciamo? Prepariamo fr
ecce nere, scriviamo versi.., e beviamo acqua fresca, un'orribile bevanda! ...
- Siete un bugiardo, Will Senzalegge, - rispose Ellis. - Puzzate ancora di dispe
nsa fratesca. I peccati di gola vi rovineranno. Abbiamo avuto le venti sterline
di Appleyard. Sette marchi li abbiamo rubati al messaggero la notte scorsa. E ne
abbiamo presi cinquanta giusto ieri, dal mercante.
- E oggi, - continu un altro, - ho preso la borsa a un grasso venditore d'indulge
nze che andava di buon passo ad Holywood. Eccola...
Ellis cont le monete.
- Cento scellini! - borbott. - Imbecille che non siete altro, chiss quanti ne avev
a nei calzati o cuciti nella pellegrina! Siete un poppante, Tom Cuckow; vi siete
lasciato scappare il pesciolino.
Ciononostante, Ellis intasc la borsa con disinvoltura. Appoggiato allo schidione,
osservava i compagni che si buttavano avidamente sul cibo e lo innaffiavano gen
erosamente di birra. Era una bella giornata; erano tutti allegri e contenti, ma
il dovere li chiamava e ingurgitarono tutto con una velocit incredibile. I primi
arrivati avevano gi finito e si erano gi straiati sull'erba, addormentandosi subit
o come boa, o chiacchieravano sistemando le armi. Uno di loro, di umore particol
armente allegro, alzando una tazza di birra cominci a cantare:
Non esistono leggi tra i verdi boschi n patiamo la fame.
Felici e tranquilli mangiamo un cervo a pranzo, quando viene l'estate.
Quando l'inverno ci stringe e pioggia e venti porta con s, con nevi e gelo, coper
ti stringetevi al fuoco e allegri mangiate.
Nel frattempo, i due ragazzi, stretti l'uno all'altro, avevano ascoltato ogni co
sa; solo Dick si era tolto l'arco e in una mano teneva pronto l'uncino di cui si
serviva per caricarlo. Ma a parte questo, non avevano osa-to muoversi, e avevan
o assistito a quella scena di vita silvestre come fosse uno spettacolo teatrale.
Ma tutto ad un tratto ci fu un cambiamento improvviso. Nell'aria si ud un sibilo
e una freccia cadde in pezzi, ai piedi dei ragazzi. Qualcuno dall'alto del bosc
o, forse la sentinella che avevano visto sopra l'abete, doveva aver scagliato un
a freccia sulla cima del camino che dominava le rovine proprio sopra il loro nas
condiglio.
Matcham non riusc a soffocare un gridolino di stupore, che peraltro venne subito
trattenuto, e Dick, terrorizzato, si lasci sfuggire di mano l'uncino. Ma per gli
uomini della foresta quella freccia non fu affatto una sorpresa. Subito furono t

utti in piedi, sistemandosi la cintura, provarono le corde degli archi e fecero


scorrere le spade e le daghe nelle loro guaine. Ellis alz una mano, assumendo d'u
n tratto un'espressione di selvaggia energia con il bianco degli occhi che riful
geva nel volto bruciato dal sole.
- Compagni! - esclam. - Voi conoscete il posto! Che non vi scappi un'anima! Apple
yard non stato che un antipasto; ma adesso che ci mettiamo davvero a tavola! Ci
sono tre uomini che io vendicher amaramente: Harry Shelton, Simon Malmesbury e...
- concluse picchiando un pugno sul petto, - ed Ellis Duckworth, per la Santa Me
ssa!
A quel punto sbuc dai cespugli un uomo paonazzo e trafelato.
- Non Sir Daniel! - disse ansimando. - Sono solo sette uomini. Ha colpito nel se
gno, la freccia?
- Giusto ora, - rispose Ellis.
- Accidenti! - imprec il messaggero. - Mi sembrava d'averla sentita fischiare!...
E cos me ne vado a stomaco vuoto!...
In un solo minuto, gli uni di corsa, gli altri camminando di buon passo, a secon
da della distanza dei posti assegnati, gli uomini della Freccia Nera sparirono d
alle rovine; e non lasciarono che il paiolo sul fuoco ormai quasi spento e la ca
rcassa del cervo appesa al biancospino a testimoniare la loro presenza.
Capitolo quinto
Sanguinario come un cacciatore
I ragazzi se ne stettero zitti zitti finch il vento non port via il rumore dell'ul
timo passo. Poi si alzarono, tutti indolenziti, attraversando il ponte, superaro
no di nuovo il fossato. Matcham aveva recuperato l'uncino e precedeva Dick dolor
ante, con l'arco al braccio.
- E adesso, - esclam Matcham, - dritti ad Holywood!
- A Holywood? - chiese stupito Dick. - Mentre quelli l vanno a uccidere dei pover
i diavoli?... Mai e poi mai, preferirei vedervi impiccato, John!...
- Allora, mi lascerete qui solo? - chiese Matcham.
- Eh... in fede mia! - rispose Dick. - Se non riesco ad avvertire quei bravi rag
azzi, morir con loro. Ma come? Vorreste che abbandonassi gli amici coi quali ho s
empre vissuto? Non ci penso neanche! Datemi il mio uncino!
Ma Matcham aveva tutt'altro in mente.
- Dick, - disse; - voi mi avete giurato per tutti i san-ti che mi avreste portat
o sano e salvo a Holywood. Vorreste mancare al vostro giuramento? Volete abbando
narmi? Siete uno spergiuro!
- Non vero, l'ho giurato in buona fede, - rispose Dick, - e intendevo davvero ac
compagnarvi; ma ora! ... Ascoltatemi, John, tornate indietro con me. Lasciate so
lo che li avverta e, se necessario, combattere al loro fianco; poi potremo ripre
ndere la strada per Holywood in modo che possa mantenere la mia parola.
- Vi prendete gioco di me! - rispose Matcham.
Gli uomini che volete aiutare sono gli stessi che mi danno la caccia!
Dick si gratt la testa.
- Non posso farci niente, John, - disse. - Non c' altro da fare. Cosa volete da m
e? Voi non correte alcun pericolo, mio caro; quelli l, invece, rischiano la vita.
La vita! - ripet. - Pensateci su! Perch diavolo volete trattenermi? Datemi l'unci
no! Per San Giorgio! Volete che muoiano tutti?
- Richard Shelton, - riprese Matcham, guardandolo fisso negli occhi - volete dun
que mettervi dalla parte di Sir Daniel? Siete forse duro d'orecchi? Non avete se
ntito quanto diceva Ellis? Non avete un briciolo di cuore per la gente del vostr
o stesso sangue e per l'assassinio di vostro padre? Ellis ha fatto il nome di Ha
rry Shelton, e Harry Shelton era vostro padre, com' vero che il sole brilla nel c
ielo!
- Cosa volete? - disse di nuovo Dick. - Volete che io creda alle parole di quei
mascalzoni?
- No, l'ho gi sentito dire, - replic Matcham. - Lo dicono tutti che fu Sir Daniel
a ucciderlo; e l'ha ucciso mancando alla parola data; ha sporcato del sangue di

un innocente la sua stessa casa! Il cielo grida vendetta... e voi, voi che siete
suo figlio... volete andare a difendere l'assassino di vostro padre!
- John! - grid Dick; - io non so nulla: pu essere come dite voi... ma quali prove
avete? Pensateci bene: quell'uomo mi ha nutrito e allevato, sono andato a caccia
e ho giocato coi suoi uomini. E ora, proprio nel momento del pericolo, dovrei a
bbandonarlo?... Caro amico, se facessi una cosa simile il mio onore sarebbe mort
o! No, John, non potete chiedermi questo; non potete pretendere che commetta un'
azione cos vile!...
- E allora, vostro padre, Dick! - disse Matcham in tono turbato. - Vostro padre!
E il giuramento che mi avete fatto davanti a Dio!...
- Mio padre? - url Dick. - Ebbene, egli mi direbbe di andare. Se Sir Daniel l'ha
ucciso, quando suoner l'ora questa mano lo uccider; ma io non rinnegher n mio padre
n le sue volont! E quanto al mio giura-mento, caro John, voi me ne scioglierete qu
i. Per la vita di quegli uomini che non vi hanno fatto nulla di male e per il mi
o onore, restituitemi la mia libert.
- Io? Mai e poi mai! - ribatt Matcham. - Se mi abbandonate siete uno spergiuro, l
o proclamo a gran voce!
- Mi bolle il sangue! - grid Dick. - Datemi il mio uncino! Datemelo immediatament
e!
- No! - ribatt Matcham. - Voglio salvarvi anche contro la vostra volont!
- Ah si? - grid Dick. - Vi costringer!
- Provate! - disse l'altro.
Stavano uno di fronte all'altro e si guardavano negli occhi, pronti a scagliarsi
. Dick balz in avanti; e sebbene Matcham si fosse gi voltato per fuggire, in due s
alti gli fu addosso e gli strapp di mano l'uncino; atterrandolo con violenza gli
fu sopra, in piedi e minaccioso, e col pugno chiuso. Matcham rimaneva a terra, l
a faccia tra l'erba, senza tentare di opporre resistenza.
Dick caric l'arco.
- Ve la far vedere io! - grid ferocemente. - Giuramento o no, per me potete andare
a farvi impiccare!
Poi si gir di scatto e parti di corsa. Matcham balz in un attimo e prese a insegui
rlo.
- Cosa volete? - gli domand Dick voltandosi. - Perch mi inseguite? Andatevene via!
- Vi seguo finch mi pare e piace! - rispose Matcham. - Il bosco di tutti.
- Statemi alla larga, per Nostra Signora! - grid Dick mostrando l'arco.
- Oh! siete proprio temerario! - fece Matcham. - Tirate!
Dick abbass l'arma, confuso.
- Sentite, - disse; - voi mi avete fatto del male. Andatevene per la vostra stra
da senza fare storie; altrimenti vi costringer, con le buone o con le cattive.
- Ebbene, - replic Matcham ostinato; - voi siete il pi forte. Fate pure. Ma non po
tete impedirmi di seguirvi, Dick, a meno che non usiate la violenza.
Dick era quasi fuori di s; non era nella sua natura di picchiare un essere cos deb
ole... eppure non vedeva altra soluzione per sbarazzarsi di quell'importuno comp
agno che cominciava a sembrargli anche bugiardo.
- Voi siete pazzo! - grid. - Io sto andando dai vostri nemici, pi presto che me lo
consentono le gambe, imbecille!
- Non me ne importa un fico secco, - rispose l'altro. - Se avete deciso di morir
e, morir anch'io con voi. Preferirei finire in prigione con voi, che restare libe
ro da solo.
- Va bene, - rispose Dick. - Non parliamone pi. Se proprio lo desiderate, venite
pure con me. Ma se avete intenzione di ingannarmi non vi conviene, ve l'assicuro
. Vi pianter una freccia nelle budella, mio caro!
E cos dicendo, si rimise a correre lungo il margine del bosco, guardandosi attent
amente intorno. Dopo aver superato la valle, fu di nuovo nella zona del bosco pi
scoperta: alla loro destra si innalzava una piccola altura tappezzata di ginestr
e dorate e coronata da un boschetto di abeti neri.
- Lass forse vedr qualcosa, - pens, dirigendosi verso una radura ricoperta di erica
.
Ma dopo pochi passi, Matcham gli fece cenno di guardare. Verso est, s'apriva una
vallata che portava dall'altra parte: la terra era rossastra, come uno scudo an

cora sporco, ed era cosparsa qua e l di tassi; e proprio l Dick pot vedere una deci
na di giacche verdi che salivano il pendio in fila indiana, con Ellis Duckworth
in testa, contraddistinto dal suo schidione. Uno dietro l'altro gli uomini raggi
unsero la cima, si stagliarono un istante sullo sfondo del cielo per poi spari-r
e dall'altra parte.
Con sguardo pi benevolo Dick fiss Matcham.
- Dunque non vostra intenzione tradirmi, Matcham? - gli domand. - Pensavo che fos
te dalla loro parte...
Matcham si mise a piangere.
- Ma cosa fate! - grid Dick. - Che i santi ci aiuti-no, vi mettete a piangere per
una parola, adesso?
- Mi avete ferito! - singhiozz Matcham. - E quando mi avete gettato a terra mi av
ete fatto male. Solo un vigliacco abusa cos della sua forza!
- Mah! Parlate come uno stupido! - disse bruscamente Dick. - Non avevate nessun
diritto di tenervi il mio uncino! Avrei fatto bene a picchiarvi! Se volete venir
e con me, dovete obbedirmi. E adesso andiamo!
Matcham pensava quasi di restare indietro, ma vedendo che Dick aveva ripreso a c
orrere su per l'altura senza nemmeno voltarsi, decise di seguirlo e si mise a co
rrere anche lui. Ma il terreno era ripido e scosceso. Dick era estremamente svel
to e aveva perci un grande vantaggio e, quando Matcham lo raggiunse soffiando com
e un cervo, aveva gi guadagnato la vetta e passando tra gli alberi si era messo a
l riparo in un folto cespuglio di ginestre.
In basso, in fondo all'ampia vallata, si vedeva la scorciatoia che da Tunstall s
cendeva serpeggiando verso il traghetto. Era un sentiero battuto e si poteva seg
uire facilmente tutta la sua traiettoria: in certi punti era orlata da radure, i
n altri chiuso dalla foresta, e ogni cento metri ci si poteva aspettare un'imbos
cata. Lontano, lungo il sentiero, il sole faceva rifulgere sette elmi di acciaio
e ad ogni varco fra gli alberi si potevano scorgere Selden e i suoi uomini che
procedevano al trotto, seguendo gli ordini di Sir Daniel. Il vento si era calmat
o un po', ma agitava ancora allegramente le fronde e forse, se ci fosse stato Ap
pleyard, avrebbe notato qualche insolito movimento di uccelli.
- Guardate! - sussurr Dick. - Sono gi nel bosco; se riescono ad andare avanti sara
nno salvi. Ma vedete l, quell'ampia radura di fronte a noi... con al centro quel
gruppo di alberi simile a un'isola? Laggi sarebbero al sicuro! Se arrivano salvi
fin l, trover il modo di avvertirli. Ma ho un brutto presentimento: loro so-no sol
o sette!... e non hanno che balestre!... Contro degli arcieri avranno sempre la
peggio!...
Intanto Selden e i suoi uomini, ignari del pericolo, continuavano il loro cammin
o. Ci fu un momento in cui parvero fermarsi ad ascoltare e indicarono qualcosa.
Ma guardavano lontano, dall'altra parte della pianura. Avevano udito il tuonare
di un cannone che di quando in quando il vento portava fin li e che faceva pensa
re a una battaglia. Era una cosa degna di attenzione, certo; perch, se la voce de
i grandi cannoni si udiva cos distintamente nella foresta di Tunstall, voleva dir
e che i combattimenti si stavano spostando verso est e dunque doveva essere stat
a una giornata infelice per Sir Daniel e i signori della Rosa Rossa.
Il drappello si rimise in cammino e ben presto raggiunse un punto in cui il sent
iero formava una radura tra i cespugli di erica, attraversato soltanto da una li
ngua di foresta che scendeva gi, fino al sentiero. Ad un tratto una freccia squar
ci l'aria; un uomo alz le braccia e il suo cavallo s'impenn, e caddero entrambi dib
attendosi in un unico groviglio. Dal loro nascondiglio i due giovani potevano se
ntire distintamente le grida degli uomini, e assistere alla scena dei cavalli ch
e si impennavano impauriti, il drappello colto di sorpresa e un uomo scendere di
sella. Poi videro una seconda freccia che, partendo da pi lontano, descrisse una
grande parabola e un secondo cavaliere cadde a terra stecchito. L'uomo stava sm
ontando da cavallo quando gli sfuggirono le redini; la bestia parti al galoppo,
trascinandolo per un piede lungo il sentiero, sbattendolo contro i sassi e calpe
standolo sotto i suoi zoccoli. In un lampo i quattro rimasti ancora in sella si
dispersero in direzioni diverse: uno torn indietro, urlando, verso il traghetto,
mentre gli altri tre si slanciarono al galoppo sul-la strada di Tunstall con le
briglie sciolte e i mantelli gonfi di vento. Ma da ogni gruppo di alberi lungo i

l percorso spuntava una freccia. Presto un cavallo stramazz a terra mentre il cav
aliere rialzatosi quasi subito cerc di raggiungere i compagni, finch una seconda f
reccia non lo stese a terra. Anche un altro uomo cadde, e poi un altro cavallo;
alla fine, di tutto il drappello, non restava che un uomo, e per giunta senza ca
vallo; qua e l, in direzioni diverse, si sentiva ancora il galoppo di tre cavalli
senza cavaliere che si dileguava lontano.
Nel frattempo, gli assalitori erano rimasti nascosti. Sparsi lungo il sentiero,
si potevano vedere i corpi degli uomini e dei cavalli feriti e agonizzanti, ma n
on un nemico misericordioso che uscisse a porre fine al loro strazio.
L'unico superstite stava immobile in mezzo alla strada, smarrito, vicino al suo
cavallo morto. Era arrivato nella vasta radura su cui sorgeva quell'isola di alb
eri che Dick aveva mostrato a John. Doveva essere a meno di cinquecento metri da
i due ragazzi e questi potevano vederlo guardarsi intorno, nella terrificante at
te, sa della morte. Ma non accadde nulla, l'uomo si fece coraggio, impugn l'arco
e lo tese. In quel momento, dai suoi movimenti, Dick riconobbe Selden.
A questo tentativo di resistenza, da tutte le parti del bosco, risuon una fragoro
sa risata; venti uomini e forse pi, il nucleo principale dell'imboscata, partecip
allegramente a quel rito feroce. Poi una freccia sfior una spalla di Selden, face
ndogli fare un piccolo balzo all'indietro. Un'altra gli si conficc vicino ad un t
allone e una terza lo colpi alla faccia, mentre cercava riparo nel bosco, e gli
ricadde ai piedi. Sempre pi feroci le grida si propagarono con un'eco da un punto
all'altro della foresta.
Era chiaro che gli assalitori volevano solo torturarlo, come a quei tempi gli uo
mini con i tori, o come il gatto quando gioca col topo. L'imboscata era finita;
pi gi, lungo il sentiero, un uomo vestito di verde stava raccogliendo tranquillame
nte le frecce; mentre quegli uomini malvagi potevano concedersi lo spettacolo di
assistere alla tortura di un povero peccatore come loro.
Fu allora che Selden comprese ed emise un grugnito di rabbia, prese la balestra
e fece partire un colpo nel bosco. La sorte lo favor, perch si ud in risposta un gr
ido. Gettata via l'arma, Selden inizi a correre su per la radura, nella direzione
del nascondiglio di Dick e Matcham.
Allora i compagni della Freccia Nera incominciarono a tirare sul serio. Ma ebber
o quello che si meritavano; il momento propizio era passato e adesso avevano qua
si tutti il sole in faccia; dal canto suo Selden, fuggendo a zig zag, cercava di
evitare i colpi. Aveva avuto la buona idea di dirigersi su per la radura, e in
questo modo riusc a eludere i loro piani, poich lass non c'era nessuno all'infuori
dell'uomo che Selden aveva ucciso o ferito poco prima; ben presto ci fu una gran
confusione tra gli uomini della foresta. Si sentirono tre fischi, poi altri due
, e poi una serie ininterrotta. Da tutti i punti, la foresta si riempiva di rumo
ri di gente che si apriva la strada nel sottobosco; un cervo impaurito usc a un t
ratto allo scoperto, si ferm per un attimo col muso puntato verso l'alto e poi sc
omparve di nuovo tra i cespugli.
Selden continuava a correre, balzando qua e l; di quando in quando una freccia an
cora lo seguiva, ma senza colpirlo. A questo punto era quasi certo che si sarebb
e salvato; Dick aveva gi l'arco pronto per venirgli in soccorso e anche Matcham,
che non pensava pi al suo interesse, parteggiava con tutta l'anima per il povero
fuggiasco; e tutti e due i ragazzi, infiammati, tremavano di commozione.
Selden era ormai a una cinquanta di metri da loro, quando una freccia lo colpi,
facendolo cadere a terra. Si rialz subito e riprese a correre; ma correva brancol
ando come un cieco e cambi direzione.
Dick si alz in piedi e gli fece cenno di venire.
- Di qua, di qua! - grid - Vi aiuteremo noi! Presto, amico mio!
Ma una seconda freccia colp Selden alla spalla, bucandogli la giacca tra le piast
re della corazza, e lo fece stramazzare al suolo.
- Poveretto! - esclam Matcham congiungendo le mani.
Dick era rimasto sull'altura, come impietrito, offrendo bersaglio agli arcieri.
C'erano dieci probabilit contro una che Dick sarebbe stato colpito, poich gli uomi
ni della foresta erano infuriati contro se stessi, e quella sua apparizione alle
loro spalle li aveva indispettiti; ma ad un tratto, da un punto del bosco sorpr
endentemente vicino ai due ragazzi, si ud la voce stentorea di Ellis Duckworth.

- Fermi! Non tirate! Prendetelo vivo! E il giovane Shelton, il figlio di Harry!


E subito un fischio acuto risuon pi e pi volte, fu ripreso da altri e ripetuto attr
averso il bosco. Doveva essere la tromba di battaglia che John Riparatorti utili
zzava per dare i suoi ordini.
- Accidentaccio! - esclam Dick. - Siamo rovinati! Svelto, John, correte, forza!
I due ragazzi si voltarono di scatto e iniziarono a correre attraverso gli abeti
che coprivano il monte.
Capitolo sesto
La fine di una giornata
Era davvero tempo di correre da ogni dove: la compagnia della Freccia Nera si ri
versava verso la collina; alcuni, con gambe pi svelte o favoriti dal terreno prop
izio, avevano gi sorpassato gli altri ed erano ormai quasi arrivati; altri percor
rendo la valle si erano infilati a destra e a sinistra del monte, chiudendo i du
e ragazzi da entrambi i lati.
Dick si infil a cercare rifugio nel gruppetto di alte querce; ai piedi di esse, u
n tratto di terreno privo di sottobosco scendeva per tutto il colle, cos i ragazz
i riuscirono a tenere una buona velocit. Seguiva una radura che Dick evit spostand
osi a sinistra; due minuti dopo altra radura e altro spostamento a sinistra. Cos,
mentre la maggior parte degli inseguitori si dirigeva a destra, verso Tunstall,
i due ragazzi piegavano verso sinistra avvicinandosi sempre pi alla strada princ
ipale e al fiume che avevano attraversato un paio d'ore prima.
Si fermarono a riprendere fiato, mentre intorno a loro c'era solo silenzio. Dick
appoggi l'orecchio a terra senza sentire nulla, il vento continuava a soffiare t
ra gli alberi e non si poteva essere certi che gli inseguitori fossero spariti.
- Su, andiamo! - fece Dick; e esausti com'erano, con Matcham zoppicante per la f
erita al piede, si fecero forza e ripresero il cammino, scendendo precipitosamen
te gi dal colle.
Dopo tre o quattro minuti, si facevano strada tra un gruppo di sempreverdi. Sopr
a le loro teste, i rami si intersecavano in un fitto groviglio che formava una s
pecie di tetto di foglie continuo; i tronchi erano alti come colonne di una catt
edrale e, a parte gli agrifogli, il terreno era abbastanza piano e erboso.
Superata l'ultima macchia di sempreverdi senza timore, i due ragazzi penetrarono
nel crepuscolo del boschetto.
- Alto l! - grid una voce.
Fra i grossi tronchi, ad un centinaio di metri, era comparso un uomo grande e gr
osso vestito di verde, trafelato per l'inseguimento. Senza esitare un attimo, l'
uomo caric l'arco e prese la mira. Matcham si arrest di botto con un grido; mentre
Dick si scagli sul nemico, estraendo la daga. L'altro, vuoi per la sorpresa di t
anta audacia o trattenuto dagli ordini ricevuti, invece di scagliare la freccia
rimase li, esitante, lasciando al ragazzo il tempo di saltargli alla gola e di s
tenderlo a terra. La freccia vol da una parte, l'arco piomb dall'altra emettendo u
na specie di ronzio. Disarmato, l'uomo cerc di acciuffare l'assalitore ma vide la
daga brillare e scendere due volte; si sentirono due rantoli e Dick balz in pied
i mentre l'uomo, colpito al cuore, restava a terra immobile.
Andiamo! - grid il ragazzo; e riprese il cammino, con Matcham che gli zoppicava d
ietro. A dire il vero, non andavano molto veloci; erano troppo stanchi e boccheg
giavano come pesci fuori d'acqua. E nonostante Matcham fosse rallentato da trafi
tture atroci e da mancamenti e Dick sentisse le ginocchia pesanti continuavano a
correre stoicamente.
Presto il boschetto termin bruscamente; qualche metro pi in l, tra due grandi murag
lie d'alberi, correva la grande strada che collegava Risingham a Shoreby.
A questo punto, Dick decise di fermarsi perch un rumore confuso e lontano si stav
a facendo sempre pi forte. Dapprima pens a una folata di vento, ma presto i due ca
pirono che si trattava di una galoppata; poi, nel giro di un istante, sfil davant
i ai ragazzi un'intera compagnia di cavalieri che svoltarono la curva della stra
da e sparirono quasi subito. Galoppavano in completo disordine, come se stessero
fuggendo; alcuni erano feriti, altri erano caduti e si vedevano cavalli dalla s

ella insanguinata che correvano senza cavaliere. Era chiaro che si trattava di f
uggiaschi della grande battaglia.
Si stavano dileguando verso Shoreby, quando risuon un altro fragore di zoccoli e
pass un altro fuggiasco; era solo e vestito di una splendida armatura, doveva ess
ere un uomo d'alto grado: Alle sue spalle lo seguivano parecchi carri-bagaglio,
in galoppo scomposto; i conducenti frustavano i cavalli con forza selvaggia. Era
chiaro che nonostante avessero scelto una vile fuga non avrebbero avuto scampo:
infatti, poco prima che raggiungessero i ragazzi che guardavano la scena sbalor
diti, un uomo dall'armatura scheggiata, evidentemente fuori di s per il furore, r
aggiunse i carri e con un moncone di spada cominci a buttar gi i conducenti. Alcun
i saltarono a terra e si lanciarono nel bosco; ma gli altri rimasti in sella cad
dero sotto i colpi del cavaliere che li insultava con una voce che non aveva pi n
ulla di umano.
Intanto il rumore lontano si faceva sempre pi forte; il rotolio dei carri, lo sca
lpitio degli zoccoli, le grida degli uomini, un grande e confuso clamore giungev
ano come gonfiati dal vento: un'intera armata in rotta che inondava la strada co
me un fiume in piena.
Dick si sent abbattuto: aveva pensato di seguire la strada fino alla svolta di Ho
lywood e ora doveva cambiare i suoi piani. Ma; soprattutto, aveva riconosciuto i
colori del conte Risingham e intu che la battaglia era stata avversa alla rosa d
ei Lancaster. E Sir Daniel? Era fuggito o era riuscito a raggiungere il suo eser
cito? O era passato dalla parte degli York, non badando all'onore? In entrambi i
casi un triste destino.
- Andiamo! - disse con aria risoluta; e, voltandosi, cominci a entrare nel bosco
mentre Matcham lo seguiva, sempre zoppicando.
Per qualche minuto camminarono cos, in silenzio. Era gi l'ora del tramonto; il sol
e calava nella pianura oltre Kettley, le cime degli alberi si facevano d'oro, ma
l'ombra cominciava a farsi pi cupa e scendeva il gelo della notte.
- Se almeno avessimo del cibo! - grid Dick, fermandosi all'improvviso.
Matcham si sedette a terra e inizi a piangere.
- Fate presto a piangere quando non avete da mangiare, - esclam Dick con disprezz
o; - ma quando si trattava di salvare delle vite umane avete avuto un cuore di p
ietra. Avete sulla coscienza sette morti, Mastro John, e non ve lo perdoner mai!
- Sulla coscienza! - esclam Matcham, guardando fiero il compagno. - Sentite chi p
arla! Proprio voi, che avete ancora la daga sporca di sangue! E perch l'avete ucc
iso, povero diavolo? Aveva caricato l'arco, ma non ha tirato; vi aveva in pugno
e vi ha risparmiato. Uccidere un gattino appena nato e uccidere un uomo che non
si difende la stessa prodezza!
Dick ammutol; poi disse:
- Io quell'uomo l'ho ucciso lealmente. Mi sono gettato sul suo arco.
- No, stato da vigliacchi! - rispose Matcham. - Non siete altro che un tiranno c
odardo, Mastro Dick; abusate semplicemente dei vostri vantaggi; se solo arrivass
e uno pi forte di voi! Gli striscereste ai piedi! Neanche della vendetta vi impor
ta! Non pensate nemmeno a vendicare la morte di vostro padre, mentre la sua anim
a reclama giustizia! Ma se vi capita sotto le unghie una povera disgraziata, deb
ole e sprovveduta, a chiedere la vostra amicizia, la ammazzate cos!
Dick era troppo furioso per notare le desinenze femminili.
- In fede mia! Questa proprio una novit! Tra due persone, chi uccide l'altro semp
re il pi forte! Il pi forte atterra l'altro e gli d quel che si merita! Ma voi vi m
eritate delle scudisciate, Mastro Matcham, per la vostra cattiva condotta e la v
ostra ingratitudine nei miei confronti!
Cos dicendo Dick, che anche nei momenti di collera conservava un' apparenza tranq
uilla, cominci a slacciarsi la cintura.
- Ecco il vostro pranzo! - grid con aria feroce.
Ora Matcham non piangeva pi; era bianco come un cencio, ma guardava l'altro dritt
o negli occhi, immobile. Dick fece un passo con la cintura alzata, poi si ferm, m
esso a disagio dai grandi occhi e dall'aspetto triste del compagno. Gli stava ve
nendo meno il coraggio.
- Confessate che avete torto, allora! - disse senza vigore.
- E invece no. Non vi ho fatto niente di male - rispose Matcham. - Io ho ragione

! Avanti, siate pure crudele! Sono ferito e stanco, non ho la forza di resisterv
i; colpitemi, codardo!
A quest'ultima provocazione, Dick sollev la cintura; ma l'altro ebbe un sussulto
di terrore e si ripieg su se stesso con un'aria cos spaventata che Dick si perdett
e d'animo di nuovo, gli cadde di mano la cintura e rest l, inerte e istupidito.
- Che vi pigli un accidente, disgraziato! - disse in-fine. - Se avete le braccia
deboli, controllate la vostra lingua! Preferirei essere impiccato, piuttosto ch
e percuotervi! - e si rimise la cintura. - Battervi no, ma... - continu, - perdon
arvi? Mai e poi mai! Non vi conoscevo, sapevo solo che eravate un nemico del mio
signore; vi ho dato il mio cavallo, avete mangiato il mio cibo, e voi mi date d
el codardo e del vigliacco? No, per la Santa Messa! Questa la goccia che fa trab
occare il vaso! E bello esser deboli, eh?! Potete fare quello che vi pare e ness
uno vi punisce! Potete rubare le armi a un uomo, proprio nel momento del bisogno
, e questi dovrebbe lasciarvele!... Solo perch siete debole... Ah si'? Se uno vi
carica con la lancia, gridando che debole, bisogna farsi infilzare!... Puah! Che
idiozia!
- E intanto voi non osate alzare un dito!, - rispose Matcham.
- Lasciamo stare, - disse Dick. - Lasciamo stare! Vi insegner l'educazione perch o
vvio che siete stato allevato male; ma in voi qualche cosa di buono c' e mi avete
tratto in salvo dal fiume. Si, l'avevo dimenticato... sono anch'io un ingrato.
Ma adesso andiamo! Sarebbe meglio riprendere il cammino, se vogliamo arrivare a
Holywood stanotte o domattina presto.
Ma sebbene Dick fosse tornato di buon umore, Matcham non gli aveva perdonato nul
la. Non poteva dimenticare facilmente la sua violenza, il ricordo dell'uomo che
aveva ucciso e, pi ancora, la visione di quella cintura alzata contro di lui.
- Vi ringrazio per convenienza, - fece Matcham; - ma in fede mia, caro Mastro Sh
elton, preferisco trovarmi la strada da solo. Il bosco vasto; vi prego, prendiam
o ciascuno una via diversa; sono in debito con voi di una cena e di una lezione.
Addio!
- Ah si, eh! - grid Dick. - Se volete cos, cos sia e che il diavolo vi porti!
I due si separarono, ciascuno per la propria strada, senza badare alla direzione
, pensando soltanto alla lite. Ma Dick non aveva ancora fatto dieci passi che fu
chiamato per nome e raggiunto di corsa da Matcham.
- Dick, da villani separarci in questo modo!... Eccovi la mia mano e il mio cuor
e. Vi ringrazio di tutto ci che avete fatto per servirmi e aiutarmi... non per co
nvenienza, ma dal profondo del cuore. Buona fortuna!
- Ebbene, ragazzo mio, - rispose Dick stringendo la mano che gli veniva offerta,
- buona fortuna anche a voi, se siete destinato ad averne... ma ne dubito assai
... siete troppo attaccabrighe.
Cos si separarono di nuovo; ma questa volta fu Dick a rincorrere Matcham.
- Ecco, prendete il mio arco; non potete girare disarmato!
- Un arco! - esclam Matcham. - No, mio caro, non avrei n la forza per tenderlo n l'
occhio per mirare. Non mi servirebbe a nulla. Ma vi ringrazio lo stesso.
La notte era ormai calata completamente e sotto gli alberi non potevano pi veders
i in viso.
- Vi accompagner un pezzo, - disse Dick. - La notte buia. Vi lascer quando arriver
emo a un sentiero. Sento che altrimenti vi perdereste.
Senza aggiungere altro cominci a camminare, e Matcham lo segui. L'oscurit si facev
a sempre pi profonda e soltanto qua e l, in qualche punto scoperto, si vedeva il c
ielo punteggiato di minuscole stelle. In lontananza potevano ancora udire il rum
ore della disfatta dei Lancaster, ma il suono si faceva sempre pi debole man mano
che avanzavano.
Dopo mezz'ora di marcia silenziosa, giunsero a una vasta radura coperta di felci
e ginestre, tutta illuminata dalle stelle.
- Siete stanco? - domand Dick.
- Oh si! - rispose Matcham. - Sono cos stanco che vorrei gettarmi per terra e mor
ire!....
- Sento il gorgoglio di un ruscello, - rispose Dick. - Andiamo avanti ancora un
po', sto morendo di sete.
Il terreno scendeva dolcemente e in fondo mormorava davvero un ruscello fra i sa

lici. Si buttarono a terra e bevvero a saziet con le labbra al livello dell'acqua


.
- Dick, - disse Matcham, - basta! Non ce la faccio pi!
- Ho visto una buca, scendendo, - replic Dick. - Andiamoci a sdraiare e dormiamo
un po'.
- Con grande piacere! - esclam Matcham.
La buca era asciutta e sabbiosa; un groviglio di rovi sorgeva su di essa a rende
rla un riparo abbastanza sicuro. I due ragazzi, ormai dimentichi della loro lite
, si distesero, serrandosi l'uno contro l'altro per riscaldarsi; ben presto il s
onno cal sulle loro fronti come una nube, e sotto la rugiada e le stelle dormiron
o in tutta pace.
Capitolo settimo
L'uomo incappucciato
All'alba erano gi svegli; gli uccelli non avevano ancora iniziato a cantare ma bi
sbigliavano qua e l tra le fronde. Il sole non si era ancora alzato, ma il cielo
era gi striato di colori vivaci. Stremati dalla fame e dalla stanchezza, i due ra
gazzi restarono sdraiati senza muoversi, immersi in un piacevole sfinimento. Men
tre se ne stavano cos, all'improvviso udirono il suono di una campanella.
- Una campanella? - fece Dick tirandosi su. - Siamo dunque cos vicini a Holywood?
Un istante dopo la campanella si fece udire di nuovo, ma stavolta un po' pi vicin
o; poi, via via sempre pi vicino, continu a intervalli irregolari, nel silenzio ma
ttutino.
- Cosa pu essere - domand Dick, ora completamente sveglio.
- Deve essere qualcuno che cammina, - rispose Matcham, - e la campanella risuona
a ogni passo.
- Capisco, - disse Dick, - ma perch la campanella? E che fa costui nella foresta
di Tunstall ? Ridete pure di me, John, ma questo suono lugubre non mi convince.
- Gi, - rispose Matcham rabbrividendo, - c' qualcosa di assai triste in questo suo
no. Se non fosse gi giorno...
Ma in quel preciso istante la campanella, sempre pi vicina, cominci a suonare a ri
ntocchi fitti, poi diede un ultimo tremulo rintocco e tacque per un po'.
- Probabilmente deve aver camminato il tempo di dire un padrenostro e poi deve a
ver attraversato il ruscello, - osserv Dick.
- E ora riprende a camminare tranquillamente, - disse Matcham.
- No, - rispose Dick; - non tranquillamente, John. un uomo che va di gran fretta
, un uomo che teme per la propria vita o che ha qualcosa di urgente da fare. Non
sentite quanto rapidamente si avvicinano i rintocchi?
- Ora vicinissimo! - bisbigli Matcham.
Erano sull'orlo della buca, e poich questa si apriva su un punto elevato, potevan
o dominare gran parte della radura fino al bosco fitto che la chiudeva.
Si era fatto ormai giorno e il sole mostrava, a un centinaio di metri dalla buca
, un sentiero che serpeggiava fra le ginestre e attraversava la radura da est ad
ovest. A giudicare dalla direzione, Dick pens che doveva condurre a Moat-House.
Ma ecco che proprio su quel sentiero apparve una figura bianca che, uscendo dal
bosco, si ferm a guardarsi intorno e poi, lentamente, piegata quasi in due, comin
ci ad avanzare, e a ogni passo la campanella suonava. Non si potevano vedere i li
neamenti del volto, nascosto da un cappuccio bianco, senza neanche le fessure pe
r gli occhi; man mano che avanzava, l'uomo batteva il suolo con un bastone per c
ercare la strada. Terrorizzati da una paura gelida come la morte, i due ragazzi
rimasero in silenzio qualche secondo. Poi Dick, con voce roca, esclam.
- Un lebbroso!
- Chi lo tocca muore!. Scappiamo! - disse Matcham.
- No, - rispose Dick. - Non vedete? E completamente cieco; ha bisogno del baston
e per avanzare. Stiamocene tranquilli; il sentiero battuto dal vento; passer senz
a farci nulla. Poveraccio! Dovremmo piuttosto avere piet per lui!
- Avr piet quando sar ben lontano! - ribatt Matcham.
Il lebbroso era ormai a met strada tra il loro nascondiglio ed il sentiero quando

il sole all'improvviso illumin in pieno il suo volto incappucciato. Prima di ess


ersi curvato in quel modo per la malattia, doveva essere stato un uomo d'alta st
atura, e anche ora camminava con passo vigoroso. La campanella che suonava tetra
, il battere incerto del bastone, il cappuccio sulla testa e la certezza che l'u
omo era sicuramente votato alla morte e alla sofferenza, esiliato per sempre dal
la societ, riempiva di sgomento l'animo dei due ragazzi, a tal punto che, ad ogni
passo del poveretto, il poco coraggio rimasto sembrava abbandonarli del tutto.
Giunto di fronte alla buca, l'uomo si ferm e guard verso di loro.
- La Vergine ci protegga! Ci vede! - mormor Matcham.
- Sst! - fece Dick. - Pu solo ascoltarci; cieco!
Il lebbroso rest ad ascoltare per qualche secondo e riprese il cammino, ma poi si
ferm di nuovo e di nuovo si volt, come a guardare i ragazzi. Questa volta anche D
ick si fece pallido come un morto e chiuse gli occhi, come se un semplice sguard
o avesse potuto trasmettergli la malattia. Ma ben presto la campanella riprese a
suonare e stavolta, senza pi esitare, il lebbroso attravers quanto restava della
radura e spar nel bosco.
- Sono sicuro che ci ha visti, - disse Matcham.
- Suvvia! - rispose Dick, ritrovando un po' di coraggio. - Ci ha solamente uditi
. Anche lui aveva paura, poveretto! Se foste voi cieco e camminaste in una notte
perenne, tremereste ad ogni ramoscello che scricchiola o uccello che canta.
- Dick, mio caro Dick, sono sicuro che ci ha visti! - ripet Matcham. - Quando uno
ascolta non fa cos, fa in un altro modo. Ha delle cattive intenzioni!... Mi semb
ra che la campanella non suoni pi.
E di fatti la campanella taceva.
- Oh! - disse Dick; - questa storia non mi piace per niente. Che vuoi dire? Andi
amocene, per la Santa messa, scappiamo!
- Si diretto verso est, - soggiunse Matcham. - Andiamo dall'altra parte, Dick! S
ento che non potr respirare, finch non ci saremo allontanati da quel lebbroso.
- Siete troppo pauroso, John! - rispose Dick. - Andremo dritti a Holywood, o alm
eno quanto pi dritti potremo, in direzione nord.
Balzarono in piedi e, passato il ruscello saltando di pietra in pietra, comincia
rono a salire dall'altra riva, che era pi ripida, dirigendosi verso il bosco. Il
terreno era molto scosceso, pieno di buche e di monticelli; gli alberi erano spa
rsi qua e l o a piccoli gruppi; era sempre pi difficile orientarsi; e infatti i ra
gazzi andavano avanti a caso. Sempre pi sfiniti dalle fatiche del giorno prima e
dal digiuno forzato, camminavano a stento, trascinando le gambe sul terreno sabb
ioso.
Ad un tratto, arrivati in cima a un'altura, scorsero, una trentina di metri pi av
anti, il lebbroso che attraversava la loro strada; la campanella taceva, il bast
one non tastava pi il terreno e ora camminava col passo sicuro di chi vede perfet
tamente. Un momento dopo scomparve dietro un arbusto.
Appena lo videro, i ragazzi si fiondarono dietro un cespuglio di ginestre e rest
arono come pietrificati.
- Ci insegue, ne sono certo! - esclam Dick. - Teneva il battacchio della campanel
la in modo che non suonasse. Che i santi ci proteggano! Contro la peste io non p
osso fare nulla!
- Che fa? - chiese Matcham. - Che vuole? Non si mai visto un lebbroso che insegu
a due disgraziati solo per cattiveria? Non ha la campanella apposta, perch la gen
te lo possa evitare? C' sotto qualcosa di molto strano, Dick!
- Bah! Se lo dite voi! - sogghign Dick. - Io personalmente non ho pi forza; mi sen
to mancare le gambe. Che i santi mi aiutino!
- Volete restare qui senza fare niente? - grid Matcham. - Torniamocene nella radu
ra; almeno non potr avvicinarsi di sorpresa!
- Niente affatto - rispose Dick; - la mia ora venuta. E poi, chiss che non ci pas
si accanto senza farci nulla...
- Preparate l'arco, almeno! Che razza di uomo siete?
Dick si fece il segno della croce.
- Vorreste che colpissi un lebbroso? Sbaglierei la mira! Lasciamo perdere! Con g
ente sana posso battermi, ma con fantasmi e lebbrosi no. E che cosa sia costui n
on lo so... che Dio ci protegga!

- Certo che se questo il coraggio virile, - disse Matcham - che povera cosa sono
gli uomini! Ma se non volete far nulla, almeno nascondiamoci!
Nei paraggi si ud un breve rintocco di campanello.
- Gli scappato di mano il batacchio! - bisbigli Matcham. - Dio! com' vicino!
Ma Dick non rispose; i suoi denti battevano rumorosamente.
Di l a poco, fra i cespugli, comparve un lembo di stoffa bianca; poi la testa del
lebbroso spunt da un tronco, esplorando attentamente i dintorni, ritirandosi sub
ito dopo. Ai loro sensi ormai in allerta, tutti gli alberi e i cespugli sembraro
no animarsi di fremiti e scricchiolii, e l'uno sentiva battere il cuore dell'alt
ro.
Improvvisamente, gettando un grido, il lebbroso usc nella radura e corse proprio
verso i due giovani che si divisero urlando e correndo uno da una parte e l'altr
o dall'altra. Ma l'orrendo nemico si lanci verso Matcham e lo raggiunse. Il ragaz
zo lanci un grido che riecheggi lontano, cerc disperatamente di resistere ma poi tu
tte le sue membra si rilassarono e si abbandon inerte nelle braccia dell'inseguit
ore.
Dick, sentendo il grido, si volt; vide Matcham cadere, e allora gli tornarono la
forza e il coraggio; con un urlo pieno di rabbia sfil la balestra e la tese. Ma p
rima che avesse il tempo di tirare, il lebbroso alz una mano.
- Non tirate, Dick - intim una voce familiare. - Non tirate, pazzo! Non riconosce
te gli amici?
E steso Matcham sull'erba, il lebbroso si tolse il cappuccio, mostrando la facci
a di Sir Daniel Brackley.
- Sir Daniel! - grid Dick.
- Si, per la Santa Messa! Sir Daniel! - rispose il cavaliere. - Furfante, volete
uccidere il vostro tutore? Ma questo qui?... - aggiunse cambiando tono e indica
ndo Matcham. - Come lo chiamate voi?
- Ma!... Io lo chiamo Mastro John! Non lo conoscete? Ha detto che lo conoscevate
bene?
- Si, - sogghign Sir Daniel, - certo che lo conosco. Ma svenuto, e, in fede mia,
avrebbe potuto farne a meno. Sentite un po', Dick. Vi ho fatto molta paura?
- Eccome, Sir Daniel! - rispose Dick, sospirando al solo ricordo. - Ah! col vost
ro rispetto, signore, avrei preferito incontrare il diavolo in persona, e, se de
vo essere sincero, tremo ancora tutto. Ma perch vi siete travestito cos?
La fronte di Sir Daniel si fece cupa di collera.
- Perch? Fate bene a ricordarmelo! Per salvare la mia povera pelle nella foresta
di Tunstall, mio caro Dick! Abbiamo perso in battaglia; non siamo arrivati in te
mpo e siamo stati travolti. Dove sono i miei bravi guerrieri? Per la Santa Messa
! Non ne so nulla! Siamo stati battuti; i colpi grandinavano impietosi su di noi
e dopo aver visto cadere tre dei miei uomini, non ho pi visto nessuno coi miei c
olori! Quanto a me, sono arrivato sano e salvo a Shoreby e, sapendo di dovermi g
uardare dalla Freccia Nera, mi sono procurato quest'abito e questa campanella e
mi sono incamminato sul sentiero per Moat-House. Non c' travestimento migliore di
questo; il tintinnio del campanello farebbe fuggire i banditi pi temerari di tut
ta la foresta; impallidirebbero tutti solo a sentirlo! E adesso finalmente vi ho
raggiunti. Non potevo distinguervi bene attraverso il cappuccio e non ero sicur
o che foste voi; soprattutto ero molto sorpreso di vedervi insieme. E poi nella
radura, dove dovevo camminare piano e farmi strada col bastone, temevo di esser
riconosciuto. Ma guardate questo poveretto - aggiunse - ora comincia a riprender
si. Con un sorso di buon vinello delle Canarie recuperer vigore.
Il cavaliere estrasse dalla lunga tunica una grossa bottiglia e con il contenuto
prese a sfregare le tempie e a inumidire le labbra del ragazzo che a poco a poc
o riprese i sensi girando gli occhi smarriti dall'uno all'altro dei due uomini c
he gli erano sopra.
- John! che gioia! - disse Dick. - Non affatto un lebbroso! E Sir Daniel! - escl
am Dick.
- Bevete un sorso di questo, - fece il cavaliere. - Vi dar la virilit che non avet
e. Poi vi dar da mangiare e andremo tutti e tre a Tunstall. Perch vedete, Dick, continu disponendo sull'erba pane e vivande, - vi confesser con tutta sincerit che
non vedo l'ora di essere al sicuro fra quattro mura. Mai, dacch vado a cavallo, m

i sono trovato in una situazione cos difficile: pericolo di morte, timori per le
mie terre e le mie ricchezze, e, per colmo di sventura, tutti questi briganti ch
e mi danno la caccia. Ma non sono ancora vinto. Qualcuno dei miei ritrover bene l
a via di casa. Hatch ha dieci uomini, Selden sei. Ma non temete! Presto tornerem
o a essere forti! E se riuscir a fare la pace col mio fortunato e indegno Signore
di York, caro Dick, allora sar di nuovo un uomo e monter di nuovo a cavallo.
Cos dicendo, il cavaliere si riempi un corno di vino delle Canarie e con un gesto
fece per bere alla salute del suo pupillo.
- Ma Selden... - balbett Dick. Selden... - e tacque.
Sir Daniel pos il vino senza averlo bevuto.
- Come? - grid. - Selden? Parlate! Che cosa gli accaduto?
Dick balbettando raccont dell'imboscata e del massacro.
Il cavaliere ascolt in silenzio e, mentre ascoltava, la sua faccia si contraeva i
n una smorfia di rabbia e di dolore.
- E adesso, qua, - grid; - sulla mia mano destra, giuro vendetta. E se non verser
il sangue di dieci uomini per il sangue di ciascuno dei miei uomini uccisi, che
questa mano mi si secchi! Ho piegato Duckworth come un fuscello; l'ho ridotto a
mendicare alla sua porta; gli ho bruciato il tetto sulla testa, l'ho cacciato da
l paese e adesso viene a sfidarmi? Attenzione, Duckworth, questa volta non avrai
scampo!
Tacque per qualche istante, col volto contratto.
- Mangiate, - grid all'improvviso. - E voi, - soggiunse rivolto a Matcham; - giur
ate che mi seguirete fino a Moat-House.
- Parola d'onore, - rispose Matcham.
- Che me ne faccio del vostro onore? - grid il cavaliere. - Giuratemelo sulla sal
ute di vostra madre!
Matcham prest il giuramento richiesto e Sir Daniel si mise nuovamente il cappucci
o e prepar bastone e campanella. A rivederlo crisi travestito, i due ragazzi prov
arono ancora un brivido di paura. Ma il cavaliere era pronto a partire.
- Mangiate alla svelta, - disse, - e seguitemi fino a casa.
Detto ci rientr nel bosco e la campanella riprese a tintinnare segnando i suoi pas
si; i due ragazzi rimasero seduti davanti al cibo e, invece di mangiare, ascolta
rono il tintinnio che si allontanava a poco a poco, su per il monte.
- Dunque andate a Tunstall? - domand Dick.
- Gi! - rispose Matcham. - Non ho scelta! Sono pi coraggioso quando sto dietro a S
ir Daniel che quando gli sto davanti.
Mangiarono in fretta e poi presero il sentiero che passava dai punti pi alti e sc
operti del bosco, dove verdi radure erano sparse di grandi faggi e uccelli e sco
iattoli salterellavano giocondi fra i rami. Dopo due ore ecco che dall'altro ver
sante, fra le cime degli alberi, intravidero i muri rossi e i tetti del castello
di Tunstall.
- Qui, - disse Matcham fermandosi, - dovete prendere congedo dal vostro amico Jo
hn, perch non lo rivedrete mai pi. Vi prego, Dick, perdonategli il male che vi ha
fatto; come egli, dal canto suo, vi perdoner di buon cuore e da buon amico.
- E perch dovremmo separarci? - chiese Dick. - Se entrambi siamo diretti a Tunsta
ll vi vedr ancora, e anche abbastanza spesso.
- Non vedrete mai pi il povero John Matcham, - rispose l'altro; - lui che era cos
pauroso e importuno e che purtuttavia vi ha tratto dalle acque del fiume. - Cos d
icendo apri le braccia e i due giovani si abbracciarono e si baciarono. - E poi,
Dick, - riprese Matcham, - io ho un brutto presentimento. Voi presto conosceret
e un nuovo Sir Daniel, perch, finora, tutto gli andato a gonfie vele e la fortuna
lo ha seguito; ma adesso... adesso che la sorte gli si rivoltata contro ed in p
ericolo... sar per entrambi un cattivo padrone. E coraggioso in battaglia, ma ha
gli occhi da bugiardo; c' paura, nel suo sguardo, Dick!... e la paura pi feroce di
un lupo! E noi andiamo in quella casa! Che la Vergine ci protegga!
Ripresero il cammino in silenzio e arrivarono finalmente al maniero di Sir Danie
l. Era un edificio basso e ombreggiato, con quattro torri intorno, ricoperto di
muschio e di licheni e circondato d'acqua piena di ninfee. Al loro apparire le p
orte si aprirono, il ponte fu abbassato, e Sir Daniel in persona, con Hatch e il
parrocco, and loro incontro.

Libro secondo
Moat-House
Capitolo primo
Dick cerca spiegazioni
Il castello di Moat-House non sorgeva molto lontano dalla strada della foresta.
Esternamente si presentava come un cubo massiccio di pietra rossa, con quattro t
orri rotonde ogni angolo dotate di strette feritoie e merlate. Internamente avev
a un piccolo cortile; tutto intorno era circondato da un fossato, largo circa qu
attro metri, con un solo ponte levatoio che riceveva l'acqua da un canale che pr
oveniva da una fonte nella foresta ed era dominato in tutta la sua lunghezza dai
merli delle due torri meridionali. Ad eccezione di uno o due grossi alberi, las
ciati crescere a mezzo tiro d'arco dalle mura, il castello era difeso da una buo
na posizione.
Nel cortiletto, Dick trov parte della guarnigione affaccendata nei preparativi pe
r la difesa e preoccupata dall'eventualit di dover sostenere un assedio. Silenzio
si, tutti erano impegnati in qualche attivit: alcuni fabbricavano delle frecce, a
ltri affilavano spade non pi usate da molto tempo.
Dodici uomini della compagnia di Sir Daniel erano riusciti a fuggire dalla batta
glia, avevano osato attraversare la foresta mettendosi in salvo nel castello. Ma
di questi dodici, tre erano stati gravemente feriti: due a Risingham, durante l
a disfatta, e uno dagli arcieri di John Riparatorti mentre attraversavano la for
esta. Insieme a Hatch, Sir Daniel e il giovane Shelton, le forze della guarnigio
ne potevano contare su un effettivo di ventidue uomini. E si sperava di vederne
arrivare altri ancora. E cos gli uomini certo non mancavano.
Era la paura della Freccia Nera a opprimere gli animi della guarnigione. Dei lor
o nemici dichiarati, quelli del partito di York, non si preoccupavano molto, dat
a la mutevolezza dei tempi. Il mondo, come si diceva a quell'epoca, poteva cambi
are ancora, prima che arrivassero altre disgrazie. Ma erano gli uomini della for
esta a farli tremare; e l'oggetto del loro odio non era soltanto Sir Daniel, ma
anche i suoi uomini che, protetti dall'impunit, si erano comportati crudelmente i
n tutto il paese. Tutti avevano obbedito a ordini crudeli; e della piccola compa
gnia che se ne stava in cortile a lavorare non ve n'era uno che non si fosse mac
chiato di qualche violenza o di qualche barbarie. Ed ora, per il mutare delle fo
rtune di guerra, Sir Daniel non aveva pi il potere di proteggere i suoi uomini; o
ra, dopo un solo combattimento a cui, tra l'altro, molti di essi non avevano nep
pur preso parte, quegli uomini erano diventati tutti traditori dello stato, degn
i di punizione, fuori dallo scudo della legge: una compagnia di uomini decimata
dentro una misera fortezza che appena poteva difendersi, esposti da ogni parte a
l giusto rancore delle loro vittime. E le minacce non avevano mancato di informa
rli di ci che li aspettava.
A diverse ore della sera e della notte, non meno di sette cavalli senza cavalier
i erano venuti a nitrire terrorizzati alle porte del castello; due erano dello s
quadrone di Selden, cinque della compagnia che era andata alla battaglia con Sir
Daniel. Poi, un poco prima dell'alba, era giunto barcollando fino all'orlo del
fossato un lanciere ferito da tre frecce che mor proprio mentre lo trasportavano
dentro, e dalle poche parole che pronunci nell'agonia si capi che doveva esser l'
ultimo sopravvissuto di una grossa formazione.
Perfino Hatch mostrava, sotto la sua pelle abbronzata, il pallore dell'angoscia;
e dopo aver preso da parte Dick per conoscere la sorte di Selden, si lasci cader
e su una panca di pietra e pianse. Gli altri, seduti sugli sgabelli o sui gradin
i, nell'angolo soleggiato del cortile, lo guardavano stupiti e inquieti, pur non
osando chiedere la causa della sua commozione.
- Mastro Shelton, - disse alla fine Hatch, - non lo dicevo forse ? Moriremo tutt
i; Selden era un uomo leale, era come un fratello per me. Ebbene, morto! Per sec

ondo! E noi lo seguiremo tutti! Che dicevano i versi di quei mascalzoni? Parlava
no di una freccia nera in ogni cuor nero, no? Non stato forse cos? Appleyard, Sel
den, Smith, il vecchio Humphrey se ne sono gi andati; e ora sentite John Carter,
povero peccatore, che grida invocando il prete...
Dick tese l'orecchio: da una finestra bassa, vicinissima al luogo dove stavano p
arlando, salivano dei gemiti e dei mormorii.
- E l? - domand.
- Si, nella stanza del secondo portiere, - rispose Hatch; - non abbiamo potuto p
ortarlo pi lontano di cos; aveva il corpo e l'anima troppo malconci. A ogni passo
che facevamo trasportandolo, gli pareva di morire; ma ora penso che sia la sua a
nima a soffrire, perch non fa che invocare il prete; e non so perch ma Sir Oliver
non viene. Sar una confessione lunga, la sua, ma il povero Appleyard e il povero
Selden non hanno avuto neanche quella.
Dick si inginocchi davanti alla finestra e guard dentro; era una cella bassa e bui
a, ma riusc ugualmente a vedere il soldato ferito, disteso sul suo pagliericcio.
- Carter, amico mio, come state? - domand.
- Mastro Shelton, - rispose l'uomo con un filo di voce, - per la luce del cielo,
mandate a chiamare il prete. Ahim, sono spacciato! La mia ferita mortale. Non po
tete fare altro per me; sar l'ultimo servizio. Ma per la mia povera anima, voi ch
e siete un leale gentiluomo, sbrigatevi, perch ho una cosa sulla coscienza che mi
pesa troppo e mi trasciner troppo in basso...
Detto ci, mand un gemito accompagnato da un batter di denti di dolore o di paura.
A quel punto Sir Daniel comparve sulla porta della sala tenendo in mano una lett
era.
- Ragazzi, - disse, - siamo stati battuti, abbiamo perso la battaglia, perch nega
rlo? E meglio rimettersi in sella un'altra volta! Il vecchio Enrico VI ha avuto
la peggio. E noi ce ne laviamo le mani! Io ho un buon amico altolocato nel parti
to del duca, Lord Wensleydale. Ebbene ho scritto una lettera a questo mio amico,
invocando la sua benevolenza e offrendogli ampia soddisfazione per il passato e
una caparra ragionevole per il futuro. Non dubito che mi prester ascolto. E dal
momento che una preghiera senza regali come una canzone senza musica; l'ho riemp
ito di promesse, ragazzi! Io non sono certo avaro di promesse! Cosa manca, allor
a? Manca una cosa essenziale e difficile, un messaggero che porti la lettera. La
foresta, lo sapete bene, brulica di nemici. Dobbiamo far presto; tuttavia, senz
a astuzia e precauzioni, la fretta non serve. Chi dunque fra voi vuole portare q
uesta lettera a Lord Wensleydale e riportarmi la risposta?
Un uomo si alz in piedi di scatto.
- Se volete vado io; sono disposto a rischiare la pelle.
- No, Dick Bowyer, voi no, - rispose il cavaliere. - Non mi conviene. Siete astu
to, vero, ma non veloce. In fondo siete sempre stato un pigrone.
- Vado io, Sir Daniel! - grid un altro.
- Dio me ne guardi! - rispose il cavaliere. - Voi siete veloce, ma poco furbo. A
ndreste a finire a capofitto nel sacco di John Riparatorti. Vi ringrazio entramb
i per il vostro coraggio; ma proprio non possibile.
Allora si offri Hatch, ma anch'egli fu respinto.
- Ho bisogno che restiate qua, mio buon Bennet; voi siete il mio braccio destro,
- rispose il cavaliere.
Poi, dopo che altri uomini si erano fatti avanti, Sir Daniel ne scelse uno e gli
consegn la lettera.
- Da questo momento, - gli disse - noi contiamo tutti sulla vostra rapidit e sopr
attutto sulla vostra intelligenza. Portatemi una buona risposta e entro tre sett
imane avr ripulito la foresta da tutti questi vagabondi che hanno la sfrontezza d
i sfidarci. Ma fate molta attenzione, Throgmorton, non un'impresa facile. Dovret
e viaggiare di notte e strisciare come una volpe; non so come attraverserete il
Till, ma certo non passando per il ponte e neppure sul traghetto.
- Io so nuotare, - rispose Throgmorton. - Torner sano e salvo, non temete.
- Bene, amico, andate in cantina adesso! - rispose Sir Daniel. - E cominciate a
farvi una bella nuotata nella birra -. Ci detto torn nella sala.
- Sir Daniel parla bene, - disse Hatch prendendo da parte Dick. - Vedete, mentre
un uomo mediocre avrebbe fatto un discorso lungo e complicato, lui parla alla c

ompagnia apertamente. Ha detto che ci sono pericolo, ma lo ha detto come se sche


rzasse. Per Santa Barbara, davvero un capitano nato! Guardate come si sono messi
tutti al lavoro!
Quella lode nei confronti di Sir Daniel fece balenare in capo al ragazzo un'idea
:
- Bennet, - disse, - come morto mio padre?
- Non chiedetelo a me, - rispose Hatch. - Io non c'entro nulla e non lo so. E po
i preferisco non parlarne, Mastro Dick. Perch, vedete, dei propri affari si pu par
lare tranquillamente, ma delle dicerie e delle chiacchiere no. Domandatelo a Sir
Oliver... o a Carter, se volete, ma non a me.
E se ne and a fare il suo giro di ronda, lasciando Dick ai suoi pensieri.
- Perch non ha voluto dirmelo? - pensava il ragazzo. - E perch ha fatto il nome di
Carter? Carter... no, allora Carter vi ha preso parte!
Entr in casa e, percorso un tratto di corridoio lastricato e a volta, giunse alla
porta della cella dove il ferito giaceva piagnucolando. Appena fu entrato, Cart
er ebbe un violento sussulto.
- Avete portato il prete? - chiese.
- Non ancora, - rispose Dick. - Prima devo chiedervi una cosa. Come morto Harry
Shelton, mio padre? Il viso dell'uomo si alter di colpo.
- Non so, - rispose in tono brusco.
- No, voi lo sapete benissimo, - disse Dick. - Non cercate di negare.
- Vi dico che non lo so, - ripet Carter.
- Allora, - rispose Dick, - morirete senza confessarvi. Sono qui, e di qui non m
i muovo; non verr alcun prete da voi, siatene certo! A cosa vi serve la penitenza
se non avete intenzione di riparare il male che avete fatto? E senza la peniten
za, la confessione non ha alcun valore!
- Voi non sapete quel che dite, Mastro Dick, - disse dignitosamente Carter. - No
n leale minacciare un moribondo, e, a dire il vero, non da voi. E poi non vi nem
meno utile. Restate qua, se volete. Dannerete la mia anima... e non saprete null
a! Questa la mia ultima parola! - E si gir dall'altra parte.
In realt, Dick si era reso conto che aveva parlato senza riflettere e adesso si v
ergognava della sua minaccia. Ma volle fare ancora un tentativo.
- Carter, ascoltatemi bene - disse. - So che siete stato solamente uno strumento
in mani altrui; un contadino deve obbedire al suo signore, e io non me la prend
o con il contadino. Ma comincio a capire da molte parti che questo grande dovere
di vendicare mio padre pesa sulla mia giovanezza e sulla mia ignoranza. Ve ne p
rego, allora, mio buon Carter, dimenticate le mie intimidazioni e spontaneamente
e come onesta penitenza ditemi una parola che mi aiuti!
Il ferito taceva immobile e per quanto Dick facesse non riusc a strappargli una s
ola parola.
- Ebbene, - disse infine; - vado a cercarvi il prete, come volete; perch, nonosta
nte siate colpevole verso di me o verso il mio sangue, non voglio affatto esser
colpevole io verso di voi, tanto meno ora che siete alla fine.
Il vecchio soldato continuava ad ascoltarlo immobile e muto; aveva persino smess
o di gemere e Dick, volgendosi per uscire, non pot che ammirare tanta forza d'ani
mo.
"Eppure, - pensava tra s e s, - a che serve il coraggio senza lo spirito ? Se le s
ue mani fossero state pulite, avrebbe parlato; il suo silenzio confessa la colpa
pi che le parole. Si, le prove piovono da tutte le parti. Deve essere Sir Daniel
, lui o i suoi uomini, che hanno ucciso mio padre".
Si ferm nel corridoio di pietra col cuore in sussulto: ma proprio in quel momento
in cui la fortuna volgeva le spalle a Sir Daniel, in cui gli arcieri della Frec
cia Nera lo aspettavano al varco, in cui gli York vittoriosi lo mettevano al ban
do, doveva anche lui rivoltarsi contro l'uomo che lo aveva nutrito e allevato, c
he lo aveva, vero, anche punito severamente, ma sempre costantemente protetto ?
Qualunque fosse la scelta, era un'alternativa assai crudele...
- Chiss che sia innocente! - disse.
Ud dei passi nel corridoio e si vide comparire davanti Sir Oliver, che procedeva
lentamente.
- Vi cercano, - disse Dick.

- Vengo, buon Dick, arrivo- rispose il prete. - E quel povero Carter!... Ahim, no
n c' speranza di guarirlo.
- E la sua anima pi malata del corpo, - disse il ragazzo.
- L'avete visto? - chiese Sir Oliver trasalendo.
- L'ho lasciato or ora, - rispose Dick.
- Che cosa ha detto? - interruppe il prete con una vivacit straordinaria. - Che c
osa ha detto?
- Chiedeva di voi nel modo pi straziante, Sir Oliver. Andate, presto, perch molto
grave, - disse Dick.
- Ci vado subito, - rispose il prete. - Si, abbiamo tutti i nostri peccati. L'ul
timo giorno viene per tutti, mio buon Richard.
- Si, sarebbe una bella cosa se vi giungessimo onestamente, - rispose Dick.
Il prete abbass gli occhi e, mormorando una benedizione, si allontan in fretta.
"Anche lui! - pens Dick. - Lui che mi ha insegnato la piet!... Ma, allora, che mon
do mai questo se tutti quelli che hanno avuto cura di me sono colpevoli della mo
rte di mio padre? Devo vendicarla! Ahim, che triste sorte la mia, se devo vendica
rmi colpendo gli amici!".
Questo pensiero gli richiam alla mente Matcham, e al ricordo dello strano compagn
o sorrise, chiedendosi dove fosse finito. Giunti alle porte di Moat-House, il gi
ovanetto era sparito e Dick sentiva il vivo desiderio di rivederlo e di parlargl
i.
Un'ora dopo, non appena Sir Oliver ebbe terminato di celebrare una messa assai b
reve, tutta la compagnia si riun nella sala per mangiare: era una stanza lunga e
bassa, adorna di rami verdi, dalle pareti ricoperte di arazzi riproducenti scene
di uomini selvaggi e di segugi intenti a cacciare. Qua e l pendevano archi, spad
e e scudi; il fuoco ardeva nel camino e lungo i muri correvano panche coperte di
drappi, mentre al centro una grande tavola imbandita attendeva gli ospiti. N Sir
Daniel n sua moglie si fecero vedere; mancava anche Sir Oliver e di Matcham nean
che l'ombra. Dick cominci ad allarmarsi: gli ritornarono alla mente i tristi pres
entimenti dell'amico e si domand se non gli fosse per caso toccata qualche disgra
zia.
Dopo mangiato incontr Goody Hatch che si recava da Lady Brackley.
- Goody - disse, - ditemi, di grazia, dov' Mastro Matcham? Vi ho vista andare con
lui, quando siamo entrati.
La vecchia rise sguaiatamente.
- Ah, Mastro Dick! Certo che avete proprio un buon occhio! - e rise di nuovo.
- Ma dov'? - insistette Dick.
- Non lo vedrete pi, - rispose la donna. - Mai pi. Siatene certo.
- Se non devo pi rivederlo, voglio almeno sapere il perch. Qui non venuto di sua v
olont. Cos come sono, sento di essere il suo protettore e voglio vederlo trattato
bene. Si fanno troppi misteri e io comincio ad averne abbastanza.
Ma mentre stava parlando, una mano pesante cadde sulla sua spalla: era Bennet Ha
tch che, silenzioso, gli si era avvicinato. Con un rapido cenno Hatch mand via la
moglie.
- Amico mio, - cominci appena furono soli. - Siete pazzo? Se non abbandonate cert
e idee, starete meglio in fondo al mare che a Moat-House. Mi avete fatto mille d
omande, avete minacciato Carter, avete spaventato il prete con le vostre allusio
ni!... Prudenza! E adesso, quando Sir Daniel vi mander a chiamare, mostratevi tra
nquillo, se vi rimasto ancora un po' di buon senso. Vi far un interrogatorio seve
rissimo. Attento alle risposte!
- Hatch, - replic Dick, - in tutto questo sento odore di coscienza sporca.
- E se voi non sarete pi prudente, sentirete presto odore di sangue, - rispose Be
nnet. - E un avvertimento. Ecco che vengono a cercarvi.
Infatti, proprio in quel preciso istante, un messaggero attravers il cortile, per
invitare Dick a presentarsi da Sir Daniel.
Capitolo secondo
I due giuramenti

Aspettando che arrivasse Dick, Sir Daniel nella sala camminava rabbiosamente dav
anti al camino. Con lui c'era soltanto Sir Oliver, seduto discretamente in un an
golo borbottando preghiere e sfogliando il breviario.
- Mi avete fatto chiamare, Sir Daniel ? - chiese Shelton.
- Si, vi ho fatto chiamare, - rispose il cavaliere. - Che cosa non sentono le mi
e orecchie? Sono stato per voi un tutore cos cattivo da credere al male che racco
ntano sul mio conto? O, vedendomi in difficolt, pensate di cambiar partito? Per l
a Santa Messa! Vostro padre non era cos! L dov'era egli restava, comunque girasse
il vento. Ma voi, Dick, voi siete un amico dei giorni buoni, a quanto pare, e or
a cercate di liberarvi dei vostri legami.
- Se non vi dispiace, Sir Daniel, non cos, - rispose Dick con fermezza. - Io sono
grato e fedele, quando la gratitudine e la fedelt sono un debito. E, prima di tu
tto voglio ringraziare voi e Sir Oliver; io ho un grosso debito verso di voi...
un debito che non potrebbe esser pi grande. Sarei un cane se lo dimenticassi!
- Sta bene, - disse Sir Daniel; poi continu adirato: - La gratitudine e la fedelt
sono parole, Dick Shelton: io guardo ai fatti. In quest'ora di pericolo per me,
in cui si attenta al mio nome, in cui si mettono sotto confisca le mie terre, in
cui la mia foresta piena di affamati e assetati della mia fine, che cosa fa la
riconoscenza? Che cosa fa la fedelt? Non mi rimane che una piccola compagnia; for
se riconoscenza o fedelt avvelenare i cuori dei miei uomini con perfide insinuazi
oni? Risparmiatemi simile riconoscenza! Ma avanti, cosa volete? Forza, parlate.
Siamo qui per rispondervi. Se avete qualcosa contro di me, avanti, ditelo!
- Signore, - rispose Dick, - mio padre mori quando ero piccolo. Ho sentito dire
che stato ucciso a tradimento. Ho sentito dire.... non voglio nascondervelo... c
he voi avete preso parte alla sua uccisione. E, io confesso, non sar mai in pace
con me stesso, n certo di potervi servire finch non mi avrete tolto ogni dubbio.
Sir Daniel sedette su un'ampia sedia a braccioli meditando profondamente, col me
nto appoggiato su una mano e gli occhi piantati in faccia al ragazzo.
- E voi credete che mi sarei preso cura del figlio di una mia vittima? - fece al
la fine.
- Signore, - rispose Dick, - perdonatemi se vi rispondo rozzamente; ma riconosco
che una tutela assai vantaggiosa. In tutti questi anni non avete forse goduto d
elle mie rendite e comandato i miei uomini? E il prezzo del mio matrimonio non f
orse vostro? Non so cosa possa valere, ma anch'esso vale qualcosa. Perdonatemi a
ncora; ma se voi siete stato cos infame da uccidere un uomo protetto dalla vostra
parola d'onore, quali ragioni avreste per non esserlo pi ora?
- Alla vostra et, - rispose severamente Sir Daniel, - il mio spirito non era cos s
ospettoso. E il qui presente Sir Oliver, perch mai si sarebbe reso colpevole di u
n abominio simile?
- Eh, Sir Daniel! - rispose Dick. - Il cane va dove il padrone comanda. Lo sanno
tutti che questo prete non che un vostro strumento. Sar franco, non tempo di moi
ne. E vorrei lo foste anche voi. Invece no: voi interrogate soltanto. Fate molta
attenzione, Sir Daniel! Perch in questo modo non fate che aumentare i miei sospe
tti, invece di dissiparli!
- Vi risponder francamente, Mastro Richard - disse il cavaliere. - Se affermassi
che non mi avete fatto arrabbiare, mentirei. Ma sar giusto e sincero anche nella
collera. Tornate da me con tali domande quando sarete pi grande, quando sarete un
uomo e io non sar pi vostro tutore senza potere di vendicarmi; tornate da me allo
ra e io vi risponder come meritate, con uno schiaffone sulla bocca. Ma fino a que
l momento avete due strade da seguire: o rimangiarvi gli insulti e tenere a fren
o la lingua continuando a battervi per chi vi ha nutrito e vi ha allevato, oppur
e... la porta aperta, i boschi sono pieni zeppi di nemici... andatevene pure!
Queste parole furono pronunciate con un tono e degli sguardi che scossero profon
damente il ragazzo; eppure non aveva ancora ricevuto risposta.
- Non desidero nulla pi ardentemente, Sir Daniel, che di credervi - rispose. - As
sicuratemi che voi non c'entrate niente.
- Volete la mia parola d'onore? - domand il cavaliere.
- Si, - rispose il ragazzo.
- Eccola, - disse Sir Daniel. - Sul mio onore, sulla salvezza eterna della mia a
nima, e com' vero che dovr rispondere di ogni mio atto, io non ho preso parte all'

uccisione di vostro padre e non ho alcuna responsabilit.


Il cavaliere tese la mano e Dick la strinse vivamente fra le sue. Nessuno dei du
e osservava il prete che, sentendo pronunciare quel giuramento solenne e falso,
si era alzato a met dalla sedia, in preda all'orrore e al rimorso.
- Ah! - esclam Dick. - Bisogna che la vostra magnanimit mi perdoni! Si, sono stato
ingiusto a dubitare di voi! Ma avete la mia parola: non lo far mai pi.
- Va bene, Dick, - rispose il cavaliere, - vi perdono. Voi non conoscete tutte l
e calunnie del mondo.
- Sono tanto pi biasimevole, - insistette Dick, - in quanto i miserabili non accu
sarono voi direttamente, ma Sir Oliver.
Cos dicendo si volt verso il prete e tacque a met dell'ultima parola; quell'omone a
lto, paonazzo e corpulento sembrava distrutto, senza pi colore, inerte, le labbra
mosse da un balbettio di preghiera; e nel momento in cui si senti addosso lo sg
uardo di Dick, lanci un grido selvaggio e nascose il volto fra le mani.
Con due balzi Sir Daniel gli fu addosso e lo scosse brutalmente; in quel momento
i sospetti di Dick si ridestarono.
- Ebbene, deve giurare anche Sir Oliver, - disse; - in fondo era lui che accusav
ano.
- Lo far, - rispose il cavaliere.
Sir Oliver agitava le braccia senza dire una parola.
- Per la Santa Messa! Giurate! - grid Sir Daniel esasperato. - Qua, giurerete su
questo libro! - continu, raccogliendo il breviario da terra. - Come! mi fate dubi
tare di voi! Giurate, avanti, giurate!
Ma il prete non riusciva a proferir parola: il terrore di Sir Daniel e il terror
e del sacrilegio, giganteschi ed eguali, stavano per soffocarlo.
In quel momento, dall'alta finestra della sala, una freccia nera entr con fragore
e si piant proprio al centro della lunga tavola, dove rimase diritta e vibrante.
Sir Oliver lanci un grido acuto e cadde a terra, mentre il cavaliere, seguito da
Dick, si precipitava nel cortile e si arrampicava per la scala che conduceva in
cima alla torre. Le sentinelle erano tutte all'erta; il sole risplendeva tranqui
llo sui prati verdeggianti e sparsi d'alberi e sui colli boscosi che delimitavan
o il paesaggio. Ma degli assedianti nessuna traccia.
- Da dove venuto questo colpo? - domand il cavaliere.
- Da quella macchia d'alberi laggi, Sir Daniel, - rispose una sentinella.
Il cavaliere rest un momento a riflettere, poi, rivolgendosi a Dick:
- Occupatevi di questi uomini; vi lascio a guardia qui. Quanto al prete, o dichi
arer la sua innocenza o gli far confessare ci che nasconde. Comincio quasi a sospet
tare anch'io. Giurer, credetemi, o lo smaschereremo.
Dick rispose qualcosa con freddezza e Sir Daniel, lanciatagli un'occhiata penetr
ante, si diresse in fretta e furia verso la sala. La prima cosa che guard fu la f
reccia, non ne aveva mai viste di simili; e mentre la rigirava da tutte le parti
, ebbe quasi paura del suo colore nero. Anch'essa recava un messaggio, una sola
parola: "Rintanato".
- Allora sanno che sono qui! - disse. - Si, ma non c' un cane, fra loro, che sia
capace di stanarmi!
Sir Oliver, intanto, era tornato in s e si era alzato.
- Ahim! Sir Daniel, - gemette - avete fatto un giuramento tremendo! Sarete dannat
o per l'eternit!
- Certo che ho giurato - rispose il cavaliere - balordo che non siete altro! Ma
voi farete un giuramento ancora pi tremendo. Giurerete sulla santa croce. Prepara
te la formula. Bisogna che lo facciate al pi presto.
- Che il cielo vi illumini! - rispose il prete. - Che il cielo abbia piet di voi
e vi distolga da una simile scelleratezza!
- Vedete, padre, - riprese Sir Daniel, - se voi siete per la piet, non dico pi nul
la; soltanto mi pare sia troppo tardi. Ma se vi guida ancora la ragione, ascolta
temi: questo ragazzo comincia a infastidirmi come una vespa. Io ho bisogno di lu
i, perch voglio vendere il suo matrimonio; ma ve lo dico chiaramente, se continua
a tormentarmi, andr a raggiungere suo padre. Vado a dare ordine di trasferirlo n
ella stanza sopra la cappella. Se voi potete giurare la vostra innocenza con un
bel giuramento e in tono sicuro, il ragazzo si calmer e verr risparmiato, Ma se vo

i vacillate o impallidite o esitate, egli non vi creder e allora, per la Santa Me


ssa, dovr morire. A voi la scelta!
- La stanza sopra la cappella! - sospir il prete...
- Proprio cos! - rispose il cavaliere. - Perci, se desiderate salvarlo fatelo! Alt
rimenti lasciatemi in pace e non fatevi pi vedere! Perch se non fossi un uomo calm
o, a quest'ora vi avrei gi piantato in corpo la sciabola per la vostra poltroneri
a. Avete scelto, dunque? Forza!
- Ho scelto! - rispose il prete. - Il cielo mi perdoni, far il male a fin di bene
! Giurer per salvare il ragazzo.
- Bene! - rispose Sir Daniel. - Mandatelo a chiamare subito. Dovete parlargli a
quattr'occhi. Ma io vi sorveglier. Star qui nella camera con lo spioncino.
E sollevato l'arazzo, Sir Daniel vi si nascose dietro; si ud lo scatto di una mol
la seguito dallo scricchiolio di una scala.
Lasciato a se stesso, Sir Olivr gett un timido sguardo verso il muro coperto dall'
arazzo e fece il segno del-la croce, gi pieno di terrore e di rimorso.
- Se va nella stanza della cappella, - mormor - devo salvarlo, fosse anche a prez
zo della mia anima.
Passarono tre minuti e Dick, chiamato da un altro messaggero, trov il prete in pi
edi vicino alla tavola, pallido ma risoluto.
- Richard Shelton, - disse Sir Olver, - voi esigete da me un giuramento. Potrei d
olermene, potrei negarvelo, ma il ricordo del passato commuove il mio cuore e vi
dar la soddisfazione che volete. Sulla santa croce di Holywood, io non ho ucciso
vostro padre.
- Sir Oliver, - rispose Dick, - all'inizio, quando lessi il primo messaggio di R
iparatorti, ne ero assolutamente convinto. Ma permettetemi due domande: voi non
l'avete ucciso, d'accordo. Ma avete preso parte alla sua uccisione?
- No, - rispose Sir Oliver. E intanto prese a torcere il viso e muovere la bocca
e le sopracciglia, come uno che desidera dare un avvertimento e non pu parlare.
Dick lo guard sbalordito, poi si volt a guardare la grande sala vuota.
- Cosa fate? - chiese.
- Nulla, nulla! - rispose il prete, cambiando di colpo espressione. - Non faccio
nulla... Soltanto, soffro... sto male. Io... io... vi prego, Dick, devo andare.
Sulla santa croce di Holywood non sono colpevole, n di violenza n di perfidia. Vi
basti questo, ragazzo mio. Addio!
E fugg dalla stanza con una rapidit insolita.
Dick rimase li inchiodato, frugando con gli occhi la sala; il suo volto era la m
utevole immagine delle emozioni mutevoli che attraversavano il suo animo: stupor
e, dubbio, sospetto, buon umore. Ma poi si chiari la mente e il sospetto ebbe il
sopravvento, e divenne certezza. Alz la testa d'un tratto e sussult violentemente
. In alto, sull'arazzo, c'era un cacciatore selvaggio che con una mano portava i
l corno alla bocca e con l'altra brandiva un'enorme spada. Era di pelle nera, e
doveva raffigurare un africano.
Ecco ci che aveva colpito Shelton: il sole si era ritirato dalle finestre della s
ala e nello stesso tempo il fuoco aveva mandato una larga vampata, gettando sul
soffitto e sugli arazzi un bagliore cangiante. E in quel bagliore, il cacciatore
nero gli aveva strizzato l'occhio, mostrando una palpebra bianca.
Dick non riusciva a distogliere lo sguardo da quell'occhio. La luce vi splendeva
sopra, illuminandolo come una pietra preziosa; era un occhio limpido... vivo! P
er un istante la palpebra bianca si abbass di nuovo e un attimo dopo scomparve.
Non c'erano dubbi; l'occhio di una persona viva l'aveva spiato attraverso un buc
o della tappezzeria, poi era scomparso; il luccicore di prima non si vedeva pi.
Dick si rese immediatamente conto della gravit della situazione. Gli avvertimenti
di Hatch, i gesti misteriosi del prete, l'occhio che l'aveva spiato attraverso
il muro, tutto sembrava puntare nella stessa direzione. Cap che lo avevano messo
alla prova, che una volta ancora aveva tradito i suoi sospetti ed era, a meno di
un miracolo, perduto.
- Se non riesco a uscire da questa casa, - pens, - sono un uomo morto! E anche qu
el povero Matcham... In che covo di serpenti l'ho trascinato!
Era ancora immerso in questi pensieri, quando un uomo corse a pregarlo di aiutar
lo a trasportare le sue armi, le sue vesti e i suoi pochi libri in un'altra came

ra.
- Un'altra stanza? - ripet il ragazzo. - E perch? Quale?
- La stanza sopra la cappella, - rispose il messaggero.
- E' rimasta vuota tanto tempo!... - rispose Dick. - Che stanza ?
- Ma... una bella stanza, - rispose l'uomo. - Per, - soggiunse abbassando la voce
, - dicono che sia stregata.
- Stregata? - ripet con un brivido il ragazzo. - Non sapevo che ci fosse uno spir
ito. E di chi sarebbe? L'uomo si guard intorno e poi sussurr:
- Del sacrestano di St. John. L'hanno messo l a dormire una notte e al mattino...
pufff! ... era scomparso. Si disse che se l'era preso il diavolo!... Ma la cosa
certa che la sera prima aveva bevuto molto!
Dick segui l'uomo, agitato da neri presentimenti.
Capitolo terzo
La stanza sopra la cappella
Dalla torre non si vide niente di nuovo; il sole era gi tramontato per poi scompa
rire del tutto, mentre nei dintorni del castello le sentinelle attente non notar
ono anima viva.
Quando si fece notte, Throgmorton fu calato con estrema attenzione dalla stanza
proprio sopra il fossato, e per qualche minuto non sentirono altro che il rumore
delle sue bracciate, infine videro la sua ombra che toccava terra tra i rami di
un salice e strisciava sull'erba per entrare nel bosco. Sir Daniel e Hatch rima
sero di vedetta per mezzora, ma tutto era tranquillo e sicuramente il messaggero
era riuscito ad allontanarsi sano e salvo.
A quel punto Sir Daniel si rasseren e, girandosi verso Hatch, disse.
Mio caro Bennet, questo John Riparatorti un uomo come tutti gli altri. Dorme, ve
dete!... Ci sbarazzeremo di lui, statene certo!
Per tutto il pomeriggio e la sera, Dick era stato impegnato in diverse incombenz
e dosi numerose che lo avevano messo in uno stato di agitazione. Non aveva pi vis
to n Sir Oliver n Matcham; ma pensava continuamente a loro. Avrebbe voluto parlare
ancora una volta con entrambi, prima di fuggire dal castello.
Alla fine, munito di lume, sal nella sua nuova stanza; era larga, bassa e piuttos
to buia. La finestra dava sul fossato e, sebbene fosse alquanto alta, era chiusa
da grosse sbarre. Sul letto lussuoso, erano adagiati un cuscino di piuma e uno
di lavanda e un copriletto ricamato con rose rosse. Tutt'intorno alle pareti c'e
rano armadi in legno chiusi a chiave e ricoperti da arazzi di tinte scure. Dick
ispezion la stanza, sollevando gli arazzi, esaminando i pannelli, cercando invano
di aprire gli armadi. Si assicur che la porta fosse ben chiusa e il catenaccio s
icuro; poi pos il lume su una mensola e guard ancora una volta intorno.
Non riusciva a spiegarsi per quale motivo gli avessero dato quella stanza, anche
se certo era pi grande e pi bella della sua. Che fosse una trappola? C'era forse
un'entrata segreta? O era davvero abitata dagli spiriti? Un brivido ghiacciato g
li corse su per le vene.
Proprio sopra la sua testa, sentiva risuonare il passo pesante di una guardia ch
e andava avanti e indietro. Sapeva che sotto c'era la volta della cappella, e di
fianco alla cappella la sala. Certamente la sala doveva avere un passaggio segr
eto: ne era la prova l'occhio che l'aveva spiato da dietro gli arazzi. Era proba
bile che quel passaggio giungesse fino alla cappella e, quindi, che vi fosse nel
la sua stanza un'entrata segreta.
Dormire in un luogo simile, pens, era una vera follia. Prepar le armi e si rannicc
hi in un angolo, dietro la porta. Era determinato a vendere cara la pelle.
A un tratto ud, sul cammino di ronda, un suono di passi affrettati, il chi-va-l e
la parola d'ordine del cambio della guardia.
Proprio in quel momento senti anche grattare alla porta della sua camera, prima
piano, poi un po' pi forte; infine sent qualcuno che bisbigliava: - Dick, Dick, so
no io!
Dick corse alla porta, tir il catenaccio e vide Matcham che, pallidissimo, teneva
in una mano una lampada e nell'altra una daga sguainata.

- Chiudete subito la porta, - mormor entrando; - svelto, Dick! Questo posto pieno
di spie; mi seguono nel corridoio, e ho percepito il loro respiro dietro gli ar
azzi.
- Su, calmatevi - rispose Dick. - Ecco, ho chiuso.
Per ora siamo al sicuro, se si pu essere sicuri tra le mura di questo castello. C
omunque sono felice di vedervi. Per la Santa Messa, John! Credevo di avervi perd
uto! Dove vi eravate cacciato?
- Non importa, - rispose Matcham. - Adesso siamo insieme. Ma voi, Dick, tenete g
li occhi aperti. Vi hanno detto che cosa vi faranno domani?
- No, - replic Dick. - Cosa vogliono fare domani?
- Non so se domani o stasera, - rispose Matcham, - ma so che hanno intenzione di
uccidervi. Ne ho la prova: li ho sentiti bisbigliare, anzi, come se me l'avesse
ro detto.
- Veramente? - rispose Dick. - Lo immaginavo.
E gli raccont nei dettagli gli avvenimenti della giornata.
Quando ebbe finito, Matcham si alz e inizi a sua volta a ispezionare la stanza.
- No, - disse, - non si vede nessuna entrata; eppure ce ne deve essere una. Dick
, io rimango con voi. Se dovere morire voglio morire con voi. Posso aiutarvi...
guardate! Ho rubato una daga... Far del mio meglio. E poi, se voi conoscete una v
ia d'uscita qualsiasi, una pusterla, una finestra da cui si possa scendere, sar l
ieto di affrontare qualunque pericolo pur di fuggire con voi.
- Oh, John, - riprese Dick, - per la Santa Messa! Voi siete il miglior uomo, il
cuore pi sincero e coraggioso di tutta l'Inghilterra. Datemi la mano, John!
E gli strinse la mano tra le sue, senza dire una parola.
- Per! - esclam l'altro. - Potremo provare dalla finestra da cui si calato il mess
aggero; possibile che la fune sia ancora l. E' una speranza...
- Sst! - disse Matcham.
Tesero entrambi l'orecchio; sotto il pavimento si ud un rumore che ad un certo pu
nto si interruppe e poi riprese di nuovo.
- C' qualcuno che cammina nella stanza qui sotto, - mormor Matcham.
- No, - rispose Dick, - non possibile; qua sotto c' solo la cappella. E il mio as
sassino nel passaggio segreto. Ebbene, che venga pure; gli dar del filo da torcer
e -. E digrign i denti.
- Spegniamo i lumi, - fece l'altro. - Forse si tradir.
Spensero entrambi i lumi e rimasero fermi immobili. Dalla cappella si sentivano
passi leggerissimi, ma nettamente percettibili. Andarono avanti e indietro diver
se volte, poi lo stridere di una chiave in una serratura segn un lungo silenzio.
Ben presto i passi ricominciarono; all'improvviso, un raggio illumin un angolo de
lla stanza e poi s'allarg; una botola segreta si apr, lasciando entrare un fascio
di luce. Si vedeva benissimo la mano robusta che la spingeva in alto; e Dick pre
par l'arco, aspettando che apparisse la testa.
Ma non accadde nulla; da un punto lontano del castello provenivano delle grida,
poi una voce sola, e infine pi voci che urlavano un nome, sempre lo stesso. Evide
ntemente le grida avevano spaventato l'assassino, perch la botola si richiuse sil
enziosamente e i passi si allontanarono di fretta, ripassando sotto ai due ragaz
zi, e poi si dileguarono.
Pass qualche minuto; Dick respir profondamente e poi, soltanto poi, ascolt le grida
che avevano interrotto l'assalto e che, del resto, andavano crescendo. Per tutt
o il castello si correva, si aprivano e sbattevano porte, mentre la voce di Sir
Daniel, dominando tutto il trambusto, chiamava:
- Joan!
- Joan! - ripet Dick. - E chi diavolo pu essere?
Matcham taceva; sembrava essersi allontanato. Dalla finestra filtrava soltanto i
l debole chiarore delle stelle e dall'altro lato della camera, dove si erano ran
nicchiati i due giovani, il buio era assoluto.
- John, - chiese Dick, - non so dove siate stato oggi, ma avete visto questa Joa
n?
- No, - rispose l'altro, - non l'ho vista.
- E non avete nemmeno sentito parlare di lei?
I passi si avvicinavano di nuovo. Sir Daniel continuava a gridare il nome di Joa

n dal cortile.
- Non avete mai sentito parlare di lei? - domand un'altra volta Dick.
- Ne ho sentito parlare, - fece Matcham.
- Come vi trema la voce! Che cosa c'? - chiese Dick. - E la nostra fortuna, quest
a Joan; non si preoccuperanno pi di noi.
- Dick! - esplose Matcham. - Sono perduta! Siamo perduti entrambi! Fuggiamo, fin
ch siamo in tempo. Non ci daranno tregua finch non mi avranno trovata! Aspettate!
Lasciatemi andare avanti! Quando mi avranno trovata, voi potrete fuggire. Lascia
temi uscire, Dick!,.. mio buon Dick.... lasciatemi andare!
Cercava disperatamente di trovare il catenaccio, quando Dick finalmente capi tut
to.
- Per la Santa Messa! - url. - Voi non siete John, voi siete Joan Sedley, la raga
zza che non voleva sposarmi!
Come pietrifcata, la fanciulla si ferm senza dire una parola. Anche Dick rimase i
n silenzio, e poi riprese:
- Joan, mi avete salvato la vita e io ho salvato la vostra; abbiamo visto scorre
re il sangue e siamo stati amici e nemici... ahim... e io ho alzato su di voi la
cintura per frustarvi; e intanto continuavo a credere che foste un ragazzo. Ma o
ra che sono vicino alla morte, ora sono giunto alla fine dei miei giorni e prima
di morire devo dirvi questo: siete la ragazza pi forte e pi coraggiosa che esista
sotto il cielo e se solo potessi vivere vi sposerei immediatamente.... e, vivo
o morto, vi amo!
Joan non rispose.
- Su! - disse Dick, - parlate! Siate buona e dite che mi amate!
- Ma, Dick, - ella rispose; - sarei forse qui se non vi amassi?
- E vero, - continu Dick; - se riusciremo a scappare, ci sposeremo; e se proprio
dobbiamo morire, moriremo insieme, e sar finita. Ma ora che ci penso, come avete
fatto a trovare la mia stanza?
- Ho chiesto alla signora Hatch, - rispose la fanciulla.
- Bene, una donna fidata - disse Dick - non ci denuncer. Abbiamo ancora tempo.
Ma proprio in quel momento, come per contraddire le parole del giovane, si udiro
no dei passi nel corridoio, e un pugno battere rudemente sulla porta.
- Ehi! - gridava una voce. - Aprite, Mastro Dick, aprite!
Dick non si mosse e non rispose.
- E' finita! - disse la fanciulla; e gett le braccia al collo di Dick.
Uno dopo l'altro, comparvero altri uomini alla porta seguiti da Sir Daniel e il
rumore cess.
- Dick, - grid il cavaliere, - non siate stupido. I Sette Dormienti si sarebbero
gi svegliati da un pezzo. Sappiamo che la ragazza qui. Aprite, ragazzo!
Dick continuava a tacere.
- Sfondate la porta! - grid Sir Daniel. E subito i suoi uomini si scagliarono con
tro la porta a pugni e calci. Per quanto solida e ben chiusa, la porta avrebbe p
resto ceduto, se non fosse intervenuto una volta ancora il caso. Il rumore dei c
olpi fu infatti coperto dall'urlo di una sentinella, seguito via via da altre ur
la; l'allarme percorse tutto il castello, e poi altre grida risposero dal bosco.
Tutti pensarono che gli uomini della foresta stessero assalendo Moat-House. E S
ir Daniel e i suoi uomini, desistendo dall'attacco alla stanza di Dick, corsero
immediatamente a difendere le mura.
- Siamo salvi, - esult Dick.
Afferr il letto con entrambe le mani, cercando invano di smuoverlo.
- Aiutatemi, Joan! - grid. - Per la vostra vita, aiutatemi con tutte le vostre fo
rze!
Con uno sforzo inumano, i due ragazzi riuscirono a trascinare il grosso letto di
quercia dall'altra parte della camera e lo spinsero contro la porta.
- Sar peggio! - esclam tristemente Joan. - Entrer dalla botola.
- No, - rispose Dick. - Non avr il coraggio di rivelare cos il suo segreto. Saremo
noi a fuggire per la botola! Sentite! L'attacco gi finito... Ma allora non stato
un attacco!
Infatti non v'era stato nessun attacco; si trattava soltanto dell'arrivo di una
nuova compagnia scampata alla disfatta di Risingham. Approfittando dell'oscurit,

avevano osato attraversare il bosco; e ora li avevano fatti entrare dal portone
principale e con gran rumore di zoccoli e strepito d'armature e armi stavano smo
ntando da cavallo nel cortile interno.
- Torner! - disse Dick. - Presto, alla botola!
Accese una lampada e si diressero entrambi dall'altra parte della stanza; dopo n
on molto trovarono lo spiraglio attraverso il quale brillava ancora una luce fio
ca e Dick, estratta una spada massiccia dal suo piccolo arsenale, la piant nell'a
pertura e fece leva. La botola cedette, si apr un poco e alla fine si spalanc. Pre
ndendola con entrambe le mani, i due giovani la ribaltarono contro il muro. Appa
rve una scaletta in fondo alla quale ardeva un lume abbandonato dal sicario.
- Forza, - disse Dick, - andate avanti con la lampada. Io vi seguo per richiuder
e la botola.
Discesero cos, l'uno dopo l'altra, e, appena richiuso la botola, ricominciarono i
colpi alla porta.
Capitolo quarto
Il passaggio segreto
Il passaggio in cui si trovarono Dick e Joan era stretto, sporco e breve. In fon
do una porta mezz'aperta era senza dubbio quella che avevano udito aprire dal si
cario. Pesanti ragnatele pendevano dal soffitto e il pavimento lastricato rimbom
bava anche a camminare col passo felpato.
Al di l della porta, il corridoio si biforcava ad angolo retto, in due rami; Dick
ne scelse uno a caso e prosegu fulmineo, seguito dalla fanciulla e dal rimbombo
dei loro passi. Al debole chiarore della lampada la volta arcuata somigliava al
dorso di una balena. Qua e l si aprivano piccoli spioncini, dissimulati dall'altr
a parte dalle sculture in bassorilievo; e, guardando da uno di essi, Dick pot ved
ere il pavimento di pietra della cappella, l'altare con le candele accese e, pro
no davanti ad esso, Sir Oliver che pregava fervidamente con le mani alzate.
Al fondo, dopo alcuni scalini, il passaggio si faceva pi stretto; da un lato il m
uro era coperto di legno e dagli interstizi filtravano il mormorio di una voce e
il tremolare di una luce. Ad un certo punto giunsero davanti a un foro grande q
uanto un occhio umano e Dick vide l'interno della sala e cinque o sei uomini in
giustacuore seduti attorno alla tavola che bevevano divorando della selvaggina.
Dovevano essere alcuni dei nuovi arrivati.
- Niente da fare, - disse Dick. - Proviamo a tornare indietro.
- No, - rispose Joan, - pu darsi che il corridoio continui.
E and avanti spedita. Ma alcuni metri pi in l il corridoio finiva con qualche gradi
no, ed era chiaro che finch i soldati fossero stati nella sala, da quella parte n
on sarebbe stato possibile fuggire.
Tornarono dunque sui loro passi e esplorarono l'altra direzione; il corridoio er
a strettissimo, tanto da consentire appena il passaggio di un uomo. Inoltre sali
va e scendeva continuamente in piccole scalette pericolanti, e anche Dick presto
perse la bussola.
Pi avanti il passaggio divenne ancora pi stretto e basso e le scale ripresero a sc
endere ma senza pi risalire; i muri erano sempre pi umidi e appiccicosi al tatto e
i due ragazzi iniziarono a sentire gli squittii e il trotterellare dei topi.
- Dobbiamo essere al livello del torrione, - comment Dick.
- E nessuna via d'uscita! - soggiunse Joan.
- No, un'uscita ci dev'essere - rispose Dick.
Presto, infatti, giunsero ad un angolo retto, dopo il quale il corridoio finiva
proseguendo con una rampa di scalini. Sopra c'era una massiccia lastra di pietra
che serviva da porta; tentarono in ogni modo di smuoverla con la schiena, ma se
nza alcun risultato.
- Qualcuno la tiene chiusa, - disse Joan.
- Non credo, - rispose Dick, - anche se ci fosse un uomo, fosse pure forte come
dieci, la porta cederebbe almeno un poco; ma questa resiste come una roccia. Ci
deve essere un peso sopra; non c' scampo, mia cara, siamo prigionieri, come se av
essimo le catene alle caviglie. Riposiamoci e ragioniamo sul da farsi. Magari to

rneremo sui nostri passi e forse avranno smesso di cercarci. Chi lo sa? Potremo
provare a uscire da qui e sfidare la sorte. Ma temo proprio che siamo perduti.
- Dick! - grid la fanciulla. - Che giorno disgraziato fu quello in cui mi vedeste
! Perch sono stata io la causa di tutto questo.
- Cosa dite? - rispose Dick. - Era tutto scritto; e ci che scritto, bene o male,
accade. Ma ditemi piuttosto chi siete veramente e come siete caduta nelle mani d
i Sir Daniel; sar pi proficuo che non lamentarsi sulla mia o sulla vostra sorte.
- Sono orfana di padre e di madre, come voi, - disse Joan; - e per mia disgrazia
e per disgrazia vostra, sono un ricco partito. Lord Foxham era il mio tutore; m
a pare che Sir Daniel avesse comprato dal re i diritti del mio matrimonio, pagan
do anche piuttosto caro. Cos, ancora in fasce, ero gi contesa tra due ricchi e pot
entissimi signori che si battevano per il mio matrimonio. Ma ad un certo punto t
utto cambi; con il nuovo cancelliere Sir Daniel riusc a comprare la mia tutela. Po
i il mondo cambi di nuovo e fu Lord Foxham a comprare il mio matrimonio e, da all
ora, i due si fanno la guerra. Ma, malgrado tutto, Lord Foxham non mi ha ceduta,
lui era un buon signore. Alla fine venne il momento in cui avrei dovuto essere
data in sposa, o se preferite venduta, e il prezzo che Lord Foxham doveva riscuo
tere erano cinquecento sterline; il nome del promesso sposo era Hamley, e il mio
fidanzamento avrebbe dovuto avvenire domani. Se Sir Daniel non l'avesse saputo,
sarei stata sposata, sicuro... e non vi avrei mai conosciuto... oh, mio caro Di
ck!
E gli prese la mano e gliela baci con una grazia incredibile; Dick prese la sua e
fece altrettanto.
- Ebbene, - continu Joan, Sir Daniel mi sorprese in giardino, mi fece mettere que
sti abiti maschili, il che, per una donna, peccato mortale ... e per giunta non
mi stavano neanche bene!... Mi port veloce fino a Kettley, come ben sapete, dicen
domi che avrei dovuto sposare voi; anche se ormai contro la sua volont ero decisa
a sposare Hamley.
- Ah! - grid Dick. - Dunque lo amavate, questo Hamley?
- No, - rispose Joan. - Ma odiavo Sir Daniel. E poi, Dick, voi mi avete aiutata;
siete stato molto buono con me e coraggioso; mi sono innamorata di voi mio malgrado e ora, se usciremo vivi da qui, sar felice di diventare vostra moglie. E se
il destino non lo vorr, mi sarete comunque sempre caro. Finch batter, il mio cuore
vi sar fedele.
- E io - disse Dick, - che non mi sono mai interessato a nessuna donna, io mi so
no affezionato a voi fin da quando vi credevo un ragazzo. Provavo compassione pe
r voi, ma senza sapere il perch. Quando volevo frustrarvi non ho trovato il corag
gio. Ma quando avete confessato che eravate una ragazza, John.... perch voglio an
cora chiamarvi John.... allora ho capito che eravate fatta per me. Sentite... s'interruppe, - stanno arrivando!...
Nel corridoio infatti si ud risuonare un passo pesante e i topi fuggirono all'imp
azzata.
Dick riflett sul da farsi; la curva dietro la quale si erano riparati era per lui
un vantaggio, perch gli permetteva di tirare stando riparato. Ma il lume era tro
ppo vicino a lui e troppo lontano dalla curva; perci, correndo avanti un poco, lo
port nel mezzo del passaggio, poi torn al suo posto di vedetta.
Subito dopo, in fondo al corridoio, apparve Bennet. Sembrava solo e teneva in ma
no una torcia accesa che gli rischiarava il volto.
- Fermatevi, Bennet! - gli intim Dick. - Un altro passo e siete morto!
- Siete qua, eh? - rispose Hatch, aguzzando gli occhi nelle tenebre. - Non vi ve
do. Ah, capisco! Siete stato astuto, Dick! Avete messo il lume davanti! In fede
mia, sono contento che abbiate fatto tesoro delle mie lezioni, anche se ora ques
to va a mio discapito! E ora cosa fate? Cosa cercate qua? Volete tirare su un ve
cchio amico? Avete la fanciulla con voi?
- No, Bennet, - rispose Dick, - questa volta sono io a fare le domande! E voi do
vete rispondermi. Perch sono in pericolo di vita? Perch si mandano sicari per pass
aggi segreti per uccidermi nel letto? Perch debbo fuggire dalla fortezza del mio
tutore, lontano dagli amici coi quali ho vissuto e a cui non ho mai fatto nulla
di male?
- Mastro Dick, Mastro Dick! - rispose Bennet. - Che cosa vi ho appena detto? Sie

te un bravo ragazzo, ma siete anche molto sprovveduto.


- Bene! - disse Dick. - Vedo che sapete tutto e che sono condannato. Va bene; io
di qui non mi muovo. Che Sir Daniel mi faccia uscire, se pu.
Hatch tacque per un istante, poi rispose:
- Sentite, io torno da Sir Daniel a dirgli dove siete esattamente, poich per ques
to che sono qui. Ma voi, se non siete sciocco, fareste meglio a sparire prima de
l mio ritorno.
- Sparire! - ripet Dick. - L'avrei gi fatto, se solo sapessi come! Non riesco a sm
uovere la pietra.
- Mettete la mano nell'angolo e vi troverete qualcosa, - rispose Bennet; - la co
rda di Throgmorton ancora nella stanza bruna. Addio!
E, girando sui tacchi, scomparve di nuovo nei meandri del corridoio.
Dick corse a riprendere il lume e mise in pratica il consiglio ricevuto. In un a
ngolo della porta c'era una profonda cavit nel muro. Introdusse il braccio e vi t
rov una sbarra di ferro. La spinse con forza. Si ud uno scatto e la pietra cedette
immediatamente.
Ora il passaggio era libero. Con un piccolo sforzo la porta fu aperta; entrarono
in una camera a volta che da un lato si apriva sul cortile, dove due o tre uomi
ni strigliavano a braccia nude i cavalli degli ultimi arrivati. Un paio di torce
fissate nel Muro con un anello di ferro illuminavano la scena coi loro riflessi
vacillanti.
Capitolo quinto
Come Dick cambi partito
Spenta la lampada per non farsi scoprire, Dick si avvi per il corridoio. Nella st
anza bruna la corda era stata fissata al legno d'un letto antico e pesantissimo.
Era ancora l, e Dick ne prese l'estremit libera, che era sulla finestra, e cominc
i a calarla pian piano e con grande precauzione nell'oscurit della notte. Joan gli
stava accanto; ma mentre la corda si allungava, scorrendo fra le mani di Dick,
la fanciulla fu sopraffatta dal terrore.
- Dick, - disse, - troppo profondo! Io non ci provo neanche. Cadr sicuramente, mi
o caro Dick.
Era proprio il momento critico dell'operazione e Dick trasal; il resto della cord
a gli sfuggi di mano e con un tonfo nell'acqua cadde nel fossato. Dalla torre, u
na sentinella grid immediatamente:
- Chi va l?
- Al diavolo! - disse Dick. - Siamo spacciati, adesso! Scendete, su... prendete
la corda!
- Non ce la faccio, - disse Joan indietreggiando.
- Se voi non ce la fate, non ce la faccio neanche io, - disse Shelton. - Come po
sso scendere nel fossato senza di voi? Volete dunque abbandonarmi?
- Dick, - balbett la ragazza, - io non ce la faccio, non ho pi forza.
- Allora, per la Santa Messa!, siamo proprio spacciati, - grid Dick battendo il p
iede per terra; poi, udendo dei passi, corse a chiudere la porta.
Ma prima che fosse riuscito a tirare il catenaccio, delle braccia muscolose sosp
insero indietro la porta. Dick lott un istante; poi, sgomento, corse di nuovo ver
so la finestra. La ragazza era caduta contro il muro, nel vano, e aveva perso i
sensi. Quando tent di sollevare il corpo, questo era esanime, senza forza.
Ma proprio in quell'istante gli uomini che avevano forzato la porta lo colpirono
alle spalle. Dick riusc a pugnalare il primo che gli capit a tiro, mentre gli alt
ri indietreggiavano spaventati; poi, approfittando di quel momento, scavalc la fi
nestra, afferr la corda con entrambe le mani e si cal gi.
Era una corda a nodi, il che rendeva pi facile la discesa; ma la furia di Dick er
a tale e la sua esperienza in quel genere di ginnastica cos scarsa, che prese ad
avvitarsi su se stesso come un criminale alla forca, ora sbattendo la testa, ora
escoriandosi le mani e i gomiti contro le ruvide pietre del muro. L'aria gli fi
schiava nelle orecchie e vedeva le stelle ruotargli intorno alla testa come le f
oglie morte all'infuriare dell'uragano. Il loro riflesso luccicava nell'acqua de

l fossato. Ad un certo punto non ce la fece pi, abbandon la stretta e cadde a test
a in gi nell'acqua gelida.
Quando torn a galla, ritrov la corda che, alleggerita del suo peso, ondeggiava anc
ora a fior d'acqua. In aria intravedeva un bagliore rossastro. Alzando lo sguard
o, scorse, al lume di parecchie torce e di un braciere di carbone, la merlatura
tutta affollata di teste. Cercandolo, gli uomini guardavano in tutte le direzion
i, ma egli era troppo lontano e fuori della portata della luce per essere visto.
A questo punto si accorse che la corda era troppo lunga e cominci a dibattersi, d
irigendosi come meglio poteva verso l'altra parte del fosso, cercando di tenere
la testa fuori dall'acqua. In questo modo fece pi di met strada; la riva era vicin
a, ma la corda cominci a tirarlo indietro col suo peso. Armatosi di coraggio, la
abbandon e spicc un salto verso i rami del salice che avevano gi aiutato quella ste
ssa sera il messaggero di Sir Daniel. Affond nell'acqua, riemerse, affond di nuovo
; poi la sua mano afferr un ramo; rapido come una saetta, si arrampic sull'albero
e vi si sedette, gocciolante e con il cuore in gola, ancora incredulo di essere
davvero riuscito a fuggire.
Ma tutto ci non era avvenuto in silenzio, rivelando la sua posizione agli uomini
sulle torri. Frecce e quadrelli piovvero fitti come grandine intorno a lui, nell
'oscurit; poi, all'improvviso, fu lanciata una torcia che arse le tenebre nel suo
rapido volo, rest per un istante sull'orlo del fossato rischiarando vivamente i
dintorni come un fuoco d'artificio finch, per fortuna di Dick, cadde nell'acqua e
si spense.
Comunque lo scopo era stato raggiunto: i tiratori avevano potuto vedere il salic
e e Dick nascosto tra i rami. Sebbene il giovane salt immediatamente sulla riva m
ettendosi subito a correre, non pot comunque evitare che una freccia lo colpisse
alla spalla, e che un'altra gli graffiasse la testa.
Il dolore delle ferite gli mise le ali ai piedi e, appena raggiunse l'altro lato
della sponda, si slanci a tutta velocit nel buio del bosco, cos, senza badare alla
direzione in cui stava andando.
Le frecce lo seguirono per un po'; ma quando alla fine si ferm e si volt, Dick cap
che era gi abbastanza lontano da Moat-House, sebbene intravedesse ancora le torce
che andavano avanti e indietro lungo le merlature.
Fradicio, insanguinato, stremato, solo, si appoggi a un albero. Malgrado tutto er
a salvo, questa volta; e sebbene Joan fosse rimasta nelle mani di Sir Daniel, no
n si rimproverava nulla poich non aveva potuto impedirlo e non ne prevedeva alcun
a conseguenza fatale per la compagna. Sir Daniel era crudele, si, ma non lo sare
bbe stato con una fanciulla in favore della quale altri protettori avevano volon
t e potere di vendicarla. Era pi probabile che si sarebbe affrettato a darla in sp
osa a qualcuno dei suoi amici.
- Nel frattempo, - pens Dick, - trover un modo per smascherare questo traditore; p
oich, per la Santa Messa!, mi ritengo ormai sciolto da ogni obbligo di riconoscen
za; e quando la guerra dichiarata, la partita uguale per tutti.
Per, in quel momento, la sua situazione era davvero assai triste.
Si trascin ancora un po' nella foresta; ma poi a causa del dolore delle ferite, d
ell'oscurit della notte e dell'estrema confusione del suo spirito affranto, senti
di non poter pi continuare, e fu costretto a sedersi con la schiena contro un al
bero.
Quando si svegli da un penoso dormiveglia, l'alba perlacea aveva gi cominciato a v
incere la notte. Una brezzolina leggera agitava i rami quando Dick, seduto a gua
rdare fisso davanti a s ancora mezzo addormentato, scorse un'ombra scura che onde
ggiava tra gli alberi a un centinaio di metri da lui. Alla fine la luce graduale
del giorno e il ritorno dei sensi gli permisero di riconoscere l'oggetto penzol
ante: era il cadavere di un uomo impiccato ai rami d'una grande quercia. La test
a gli era ricaduta sul petto, ma ad ogni folata di vento il cadavere girava su s
e stesso e le gambe si dimenavano come quelle di un ridicolo burattino.
Dick si alz in piedi e si avvicin barcollando, appoggiandosi ai tronchi degli albe
ri. Il ramo da cui penzolava l'impiccato era a sei o sette metri dal suolo; il d
isgraziato era stato sollevato dai suo esecutori cos in alto che le scarpe oscill
avano molto al di sopra della testa di Dick; il cappuccio, calato sul volto del
morto, impediva al ragazzo di riconoscerlo.

Dick si guard attorno, prima a destra e poi a sinistra; alla fine si accorse che
l'altro capo della corda era solidamente fissato al tronco di un biancospino tut
to ricoperto di fiori, sotto la solenne volta della quercia. Con l'unica arma ch
e aveva, la spada, il giovane Shelton tagli la corda facendo cadere il cadavere a
terra con un rumore sordo.
Dick gli tolse il cappuccio: era Throgmorton, il messaggero di Sir Daniel. Il po
veraccio aveva fatto ben poca strada. Dal petto della giacca gli usciva un fogli
o, che evidentemente era sfuggito all'attenzione degli uomini della Freccia Nera
. Dick lo estrasse e vide che si trattava della lettera di Sir Daniel a Lord Wen
sleydale.
"Bene, - pens, - se le cose cambiano ancora, avr di che disonorare Sir Daniel e fo
rse persino condurlo alla forca".
Riposto il foglio nel petto, mormor una preghiera per il morto e riprese il cammi
no.
Sempre pi stanco e affaticato, con le orecchie che gli ronzavano, incespicava ad
ogni passo e, di tanto in tanto, la mente gli veniva meno, sfinito dal sangue pe
rduto. Devi diverse volte dalla giusta direzione, ma alla fine giunse sullo strad
one, non lontano dal castello di Tunstall.
Una voce rude gli intim di fermarsi.
- Fermarmi? - ripet Dick. - Per la Santa Messa! Sto per cadere!
E facendo seguire alle parole i fatti, cadde lungo e disteso sulla strada.
Due uomini vestiti in giustacuore verde e armati d'arco e di daga uscirono da un
cespuglio.
- Guardate, Senzalegge! - disse il pi giovane dei due - il giovane Shelton.
- Bene! - rispose l'altro; - per John Riparatorti sar meglio che pane appena sfor
nato, anche se, in fede mia, la guerra lo ha un po' rovinato. Questa ferita sul
cranio deve essergli costata qualche litro di sangue.
- Guardate qui, - soggiunse Greensheve, - ha un buco sulla spalla che deve fargl
i molto male! Chi credete che sia stato? Se stato uno dei nostri, pu chiedere gra
zia a Dio, perch Ellis gli dar penitenza corta e corda lunga per impiccarsi.
- Su - disse Senzalegge, - aiutatemi e caricatelo sulle mie spalle!
Quando Dick fu caricato e l'uomo ne ebbe preso le braccia intorno al collo tenen
dolo forte, l'ex frate francescano aggiunse:
- Rimanete di guardia, fratello Greensheve. Ce la far da solo.
Greensheve torn a nascondersi sull'orlo della strada, mentre Senzalegge scendeva
con fatica il colle fischiettando; nel frattempo Dick, ben sistemato sulle sue s
palle, era sempre svenuto.
Quando usc dal bosco, si alz il sole. Sulla collina opposta apparve il borgo di Tu
nstall. Tutto sembrava calmo, ma nei pressi del ponte c'era un posto di blocco c
on una dozzina di arcieri, met da una parte e met dall'altra della strada; appena
videro Senzalegge col suo fardello, gli arcieri cominciarono ad agitarsi e a inc
occare le frecce, come conviene a vigili sentinelle.
- Chi va l? - url il comandante.
- Will Senzalegge, perdio! Mi conoscete come la vostra mano! - rispose l'ex frat
e con disprezzo.
- La parola d'ordine, Senzalegge! - rispose l'altro.
- Che il cielo vi illumini il cervello, idiota che non siete altro! - rispose Se
nzalegge. - Non ve l'ho gi detta? Ma voi avete la mania di giocare ai soldati. Qu
ando siamo nella foresta, atteniamoci alle maniere della foresta, e oggi, nella
foresta, la mia parola d'ordine : "Al diavolo questa buffonata soldatesca!".
- Date il cattivo esempio, Senzalegge! Avanti, la parola d'ordine, buffone! - gr
id il comandante.
- E se l'avessi dimenticata? - disse Senzalegge.
- Se l'aveste dimenticata, ma so che non cos, vi infilzerei con una bella freccia
! - rispose l'altro.
- Be', se siete cos privo di umorismo, - disse Senzalegge, - avrete la vostra par
ola: "Duckworth e Shelton"; e per spiegarla meglio, ecco qui Shelton sulla mia s
chiena, ed a Duckworth che lo sto portando.
- Avanti, Senzalegge! - disse la sentinella.
- E dov' John? - chiese l'ex frate francescano.

- Tiene corte, perdio!, e riscuote le rendite come se fosse nato per non far alt
ro! - rispose uno della compagnia.
Era proprio cos: quando Senzalegge giunse alla locanda del villaggio, trov Ellis D
uchworth circondato dai contadini di Sir Daniel, il quale, a nome della sua buon
a compagnia di arcieri, riscuoteva tranquillamente le decime, rilasciando regola
ri ricevute scritte. Dalla faccia dei feudatari si poteva intuire che il sistema
non era gradito, poich pensavano giustamente che in quel modo dovevano pagare du
e volte.
Ma appena conobbe la ragione dell'arrivo di Senzalegge, Ellis conged i contadini
e, mostrando segno di massimo interesse, condusse Dick in una stanza interna del
la locanda, dove le ferite del giovane furono esaminate e grazie ad alcuni rimed
i rinvenne poco dopo.
- Caro ragazzo, - gli disse Ellis prendendogli una mano, - siete nelle mani di u
n amico che amava vostro padre e vi ama in memoria di lui. Riposate tranquillame
nte, perch siete alquanto malato, e poi mi racconterete la vostra storia e vedrem
o di trovare il giusto rimedio.
Un po' di tempo dopo, Dick si risvegli da un sonno ristoratore, ancora debolissim
o ma lucido di testa. Ellis torn di nuovo da lui e, sedendosi al bordo del letto,
lo scongiur in nome di suo padre di raccontargli tutti i particolari della sua f
uga dal castello. Duckworth possedeva una struttura corporea, un volto onesto, o
cchi chiari e penetranti, che costringevano Dick a obbedirgli; e il giovane racc
ont la storia delle sue ultime giornate dal principio alla fine.
- Ebbene, - disse Ellis quando Dick ebbe terminato, - i santi misericordiosi, Di
ck Shelton, vi hanno non solo salvato da tutti questi pericoli, ma vi hanno anch
e condotto da me che non desidero altro che aiutare il figlio di vostro padre! M
a voi dovete essermi leale... e io lo vedo, che voi siete una persona leale... e
insieme uccideremo questo traditore.
- Assalirete il castello? - chiese Dick.
- Non sono mica pazzo! - rispose Ellis. - E inespugnabile; i suoi uomini lo dife
ndono molto bene; e quelli che mi sono sfuggiti la notte scorsa e, per la Santa
Messa, sono arrivati cos provvidenziali per voi!... quelli l'hanno salvato. Assol
utamente no, Dick, voi ed io e i miei bravi arcieri scompariremo dalla foresta e
lasceremo libero Sir Daniel.
- Ho cattivi presentimenti per John, - disse il giovane.
- John? - ripet Duckworth. - Ah, la fanciulla! No, Dick, vi do la mia parola: se
sentiremo parlare di matrimonio interverremo subito, ma fino a quel momento spar
iremo tutti come ombre alla prima luce del mattino; Sir Daniel si guarder intorno
ma non vedr nessun nemico; e penser, per la Santa Messa!, di aver sognato e di es
sersi finalmente risvegliato nel suo letto. Ma i nostri quattro occhi, Dick, lo
seguiranno ovunque e le nostre quattro mani..., che i santi ci aiutino!, vincera
nno il traditore!
Due giorni dopo la guarnigione di Sir Daniel si era talmente accresciuta che il
cavaliere rischi una sortita e, alla testa di una quarantina di uomini, giunse al
castello di Tunstall senza incontrare resistenza. Non una freccia, non un uomo
tra i cespugli; il ponte era aperto e quando Sir Daniel lo attravers pot vedere tu
tti i contadini affacciati timidamente alle porte.
Subito uno di essi, fattosi coraggio, avanz e inchinandosi umilmente present al ca
valiere una lettera.
Nel leggerla la faccia di Sir Daniel si oscur. La lettera diceva:
Allo sleale e crudele cavaliere Sir Daniel Brackey, il presente messaggio:
Fin dall'inizio siete stato sleale e malvagio. Avete le mani sporche del sangue
di mio padre; ma non provate a pulirlo, non si laver. Un giorno o l'altro vi ucci
der e se cercherete di dare in sposa a qualcun altro madamigella Joan Sedley, ch'
io stesso con giuramento solenne mi sono impegnato a sposare, il mio colpo ricad
r su di voi prontissimo. Il primo passo che muoverete su questa via sar anche il p
rimo passo verso la tomba.
RICHARD SHELTON

Libro terzo
Lord Foxham
Capitolo primo
La casa sulla spiaggia
Erano trascorsi alcuni mesi da quando Richard Shelton era fuggito dal castello d
el suo tutore, mesi ricchi di avvenimenti politici per l'Inghilterra. Il partito
dei Lancaster, che era stato molto vicino alla disfatta, aveva rialzato la test
a; il partito degli York era vinto e disperso, il loro capo ucciso sul campo di
battaglia; durante l'inverno che segui, per qualche tempo, sembr che i Lancaster
avessero avuto la meglio.
La cittadina di Shoreby-on-the-Till era piena di nobili fedeli ai Lancaster: il
conte Risingham con trecento armati, Lord Shoreby con duecento; Sir Daniel stess
o, salito in auge e sempre pi ricco grazie alle confische, abitava in un palazzo
di sua propriet, sulla strada principale, con sessanta uomini. Il mondo era cambi
ato davvero.
Era una sera buia e fredda della prima settimana di gennaio; la notte era gelida
e il vento freddo prometteva un'intensa nevicata.
Dentro una buia taverna di una viuzza accanto al porto, tre o quattro uomini era
no seduti a bere birra e mangiare un'enorme frittata. Erano uomini vigorosi e ab
bronzati, dalla mano dura e dall'occhio ardito; e sebbene fossero vestiti con se
mplici abiti da contadino, anche un soldato ubriaco ci avrebbe pensato due volte
prima di attaccar briga con loro.
Davanti al camino, un po' pi in l, sedeva un giovane, poco pi che un fanciullo, ves
tito suppergi come gli altri ma, a giudicare dall'aspetto, di nascita migliore. S
e gli fosse stato permesso, avrebbe sicuramente portato una spada al fianco.
- No, - disse uno degli uomini al tavolo, - non mi convince per niente. E' immin
ente una sciagura. Questo posto non per gente allegra. Le persone allegre come n
oi amano l'aperta campagna, un buon riparo e pochi nemici; qui invece siamo rich
iusi in una citt che pullula di nemici e, per colmo di sventura, sono certo che p
rima dell'alba nevicher.
- Siamo qui per Mastro Shelton, - disse un altro, indicando con la testa il giov
ane davanti al fuoco.
- Io sono pronto a fare molto per Mastro Shelton, - rispose il primo, - ma andar
e alla forca... no, fratelli, questo no.
Proprio in quel momento si apri la porta della taverna. Entr di corsa un altro uo
mo, che subito si avvicin al giovane accanto al fuoco.
- Mastro Shelton, - disse il nuovo arrivato, - Sir Daniel sta uscendo con due to
rce e quattro arcieri.
Dick, poich si trattava proprio del nostro giovane amico, balz immediatamente in p
iedi.
- Senzalegge, - disse, - prenderete il posto di John Capper. Greensheve, voi ven
ite con me. E voi, Capper, ci guiderete. Stavolta lo seguiremo, dovesse anche sp
ingersi fino a York.
Un attimo dopo erano in strada e Capper, l'uomo entrato per ultimo, indic due tor
ce che bruciavano al vento, poco lontano da l.
La citt era gi profondamente immersa nel sonno; per le strade non si vedeva anima
viva e si poteva seguire facilmente il gruppo senza essere visti. I due che tene
vano le torce erano in testa al gruppo; seguiva un uomo solo dal lungo mantello
svolazzante e la retroguardia, quattro arcieri con l'arco imbracciato, procedeva
no veloce per quel labirinto di vie, avvicinandosi alla riva del mare.
- Viene qui ogni notte? - chiese a bassa voce Dick. - Per tre notti consecutive,
Mastro Shelton, - rispose Capper; - e sempre alla stessa ora e con lo stesso dr
appello di uomini, come se avesse un piano segreto.
Sir Daniel e la sua scorta erano ormai in piena campagna. Shoreby era una citt ap
erta ma, sebbene i signori di Lancaster tenessero sotto stretto controllo le str
ade principali, era tuttavia possibile entrarvi e uscirvi senza esser visti, pas

sando per stretti vicoli o per la campagna.


Sir Daniel aveva preso un sentiero che finiva bruscamente. Davanti si vedevano s
olo delle colline pietrose, e da un lato si sentiva la risacca del mare. Nelle v
icinanze non c'erano segni evidenti n di sentinelle n di luci.
Dick e i due fuorilegge si avvicinarono un po' all'oggetto del loro inseguimento
; superando le ultime case la visuale si allargava e scorsero un'altra torcia ch
e proveniva da un'altra direzione.
- Ah! - esclam Dick. - Sento odore di tradimento!
Intanto Sir Daniel si era fermato. Fece piantare le torce nella sabbia e gli uom
ini si accovacciarono a terra in attesa dell'arrivo dell'altro gruppo che avanza
va di buon passo. Era composto di soli quattro uomini: due arcieri, un valletto
con una torcia e un signore avvolto in un mantello.
- Siete voi, signore? - domand Sir Daniel.
- Si, sono io; e se mai un vero cavaliere diede prova di essere tale, questo son
o io, - rispose il capo del secondo gruppo. - Chi infatti non preferirebbe affro
ntare giganti, stregoni o selvaggi piuttosto che questo freddo tagliente?
- Signore, - replic Sir Daniel, - la bellezza ve ne sar obbligata, non dubitate. M
a non possiamo fermarci? Perch quanto pi presto vedrete la mia merce, tanto pi pres
to ce ne potremo tornare a casa.
- Ma perch la tenete qui, buon cavaliere? - fece l'altro. - Se cos giovane, bella
e ricca, perch non fate in modo che si mostri con quelle della sua et? Potrebbe tr
ovare presto un buon partito, senza bisogno di congelarvi le mani e senza rischi
are di beccarvi una freccia, andando in giro al buio in questa stagione.
- Ve l'ho detto, signore - rispose Sir Daniel, - la ragione riguarda solo me. E
non intendo dare altre spiegazioni. Vi basti sapere che se siete stanco del vost
ro vecchio confidente Daniel Brackley, non dovete far altro che spargere la voce
che state per sposare Joan Sedley e, parola d'onore, lo troverete presto con un
a freccia infilzata nella schiena.
Cos parlando i due gentiluomini camminavano rapidamente, avanzando verso la duna,
preceduti dalle tre torce che, curvate dalle folate di vento, emanavano nuvole
di fumo e pennacchi di fuoco; dietro procedevano i sei arcieri.
Dick camminava alle loro calcagna. Naturalmente non aveva udito nulla della conv
ersazione, ma nel secondo gentiluomo aveva riconosciuto Lord Shoreby in persona,
un uomo dalla terribile reputazione che persino Sir Daniel si prendeva la briga
di condannare in pubblico.
Stavano per giungere alla spiaggia. Si sentiva gi il sapore del sale e il rumore
della risacca si faceva pi intenso; l, in mezzo a un grande giardino circondato di
mura, apparve un'abitazione a due piani, con scuderie e servizi annessi.
Il primo portatore di torcia apri una porta ricavata nel muro e la richiuse a ch
iave non appena la banda fu entrata nel giardino.
Cos Dick e i suoi uomini non poterono pi seguirli, a meno di scalare il muro e met
tersi in trappola.
Si nascosero tra le ginestre ad attendere. Al di sopra del muro di cinta potevan
o vedere la luce rossastra delle torce che si agitava dall'alto in basso e da de
stra a sinistra, come se i portatori stessero perlustrando il giardino.
Dopo circa venti minuti, l'intera compagnia usc sulla duna. Alla fine, dopo salut
i cerimoniosi, Sir Daniel e il barone si separarono avviandosi ognuno verso casa
seguiti dai loro uomini e dalle loro torce.
Non appena il rumore dei loro passi fu inghiottito dal vento, Dick si drizz immed
iatamente in piedi, nonostante il gelo gli provocasse un doloroso irrigidimento
dei muscoli.
- Capper, fatemi salire sulle vostre spalle, - disse.
Avanzarono tutti e tre verso il muro; Capper si chin e Dick, salendogli sulla sch
iena, sali fino ai bordi.
- Adesso venite su anche voi, Greensheve, - mormor Dick, - e mettetevi a pancia i
n gi, in modo che non vi vedano, e tenetevi pronto a darmi la mano, caso mai mi s
uccedesse qualcosa.
Cos dicendo, scivol gi nel giardino.
Era buio pesto; non c'era luce neanche in casa. Il vento soffiava tra i poveri c
espugli e la risacca batteva le dune; nessun altro rumore il intorno. Dick proce

deva cauto:trascinandosi tra i cespugli e tastando il terreno con le mani; prest


o la ghiaia sotto i suoi piedi gli fece capire che era arrivato a un viale.
Si ferm un attimo e, prendendo la balestra nascosta sotto il mantello, la caric e
poi riprese con maggior decisione il viale che portava dritto agli edifici.
Tutto sembrava penosamente in rovina: le finestre protette da imposte vecchissim
e, le scuderie completamente vuote, il fienile senza fieno, il granaio senza gra
no. Si sarebbe detto che il luogo fosse disabitato; ma Dick sapeva che non era c
os e continu la sua ispezione, entrando in tutti i locali, aprendo tutte le finest
re. Alla fine svolt dalla parte del mare e vide un lume brillare a una delle fine
stre pi alte.
Indietreggi un poco, finch gli parve di intravedere un'ombra sul muro della stanza
. Allora si ricord che, mentre si trovava nella scuderia, la sua mano aveva tocca
to una scala a pioli e si precipit a prenderla. Era una scala cortissima; eppure,
montando sull'ultimo gradino, riusc ad afferrare le sbarre della finestra; e, so
llevandosi, a vedere dentro la stanza.
C'erano due persone; la prima, la riconobbe subito, era la signora Hatch; la sec
onda era una giovane alta, bella, severa, vestita di un lungo abito ricamato...
possibile che fosse Joan Sedley? Il vecchio amico della foresta che voleva punir
e a colpi di frustate?
Esterrefatto, ricadde sull'ultimo piolo della scala: non aveva mai pensato che l
a sua amata fosse un essere cos sublime... e fu preso da una specie di timidezza.
Ma non aveva tempo da perdere, perch un breve "Ssst!" risuon vicino a lui e Dick
si affrett a scendere.
- Chi va l? - mormor.
- Greensheve, - rispose l'uomo a bassa voce.
- Cosa c'? - chiese Dick.
- La casa sorvegliata, Mastro Shelton, - rispose l'altro. - Non siamo gli unici
a tenerla sotto controllo; mentre ero disteso sul muro, ho visto degli uomini ch
e si arrampicavano nell'ombra e li ho sentiti fischiare.
- In fede mia! - esclam Dick. - E davvero strano. Saranno gli uomini di Sir Danie
l.
- Nossignore, - rispose Greensheve, - perch se non sono orbo del tutto, portano s
ul berretto un distintivo a scacchi bianchi e neri.
- A scacchi bianchi e neri? - riecheggi Dick. - Accidentaccio! Non lo conosco; no
n di queste parti. Ma se cos sghisciamo fuori dal giardino pi piano che possiamo;
perch qui siamo in pericolo. Senza dubbio, la casa pullula di uomini di Sir Danie
l e sarebbe da idioti stare qui tra due fuochi. Prendete la scala e rimettetela
al suo posto.
Riportarono la scala nella scuderia e uscirono da dove erano entrati.
Capper, che aveva preso il posto di Greenshewe in cima al muro, tese la mano e t
ir su i due uomini.
Guardinghi, senza fare alcun rumore, saltarono dall'altra parte e non osarono pr
oferir parola prima di essere giunti al loro nascondiglio tra le ginestre.
- Ascoltatemi bene, John Capper, - disse Dick, - dovete tornare subito a Shoreby
, come se ne andasse della vostra vita. E portatemi quanti pi uomini potete. Ques
to sar il luogo dell'appuntamento; ma se gli uomini sono sparsi in giro per la fo
resta e se viene l'alba prima che possiate averli radunati, allora l'appuntament
o sar all'ingresso della citt. Greensheve e io resteremo qui a fare la guardia. Fa
te presto, John Capper, e che Dio vi protegga! E ora, Greensheve, - continu non a
ppena Capper fu partito, - voi e io ispezioneremo tutto intorno al giardino. Vog
lio vedere se gli occhi vi hanno ingannato.
Tenendosi a buona distanza dal muro, e approfittando di ogni altura e di ogni av
vallamento, costeggiarono due lati della casa, ma non videro assolutamente nulla
. Dalla parte del terzo Iato il muro del giardino correva vicinissimo alla duna
e cos, per conservare la necessaria distanza di sicurezza, furono costretti a sce
ndere sulla sabbia. Sebbene la marea fosse bassa, la risacca era cos forte e la s
abbia cos piatta che a ogni ondata l'acqua ne copriva una vasta distesa; e Dick e
Greensheve dovettero compiere questa parte della loro perlustrazione immersi fi
no alle caviglie nell'acqua ghiacciata del mare del Nord.
Ad un tratto, sullo sfondo chiaro del muro, comparve il corpo di un uomo, simile

ad un'ombra cinese, che faceva grandi segni con le braccia. Poi si butt a terra,
e un altro si alz poco lontano e fece gli stessi gesti; e cos di seguito, come un
a muta parola d'ordine, quei gesti fecero tutto il giro del giardino.
- Fanno buona guardia, - sussurr Dick.
- Torniamocene indietro, Mastro Shelton, - disse Greensheve. - Siamo troppo allo
scoperto. Guardate, le onde salgono alle nostre spalle cos bianche che ci vedran
no distintamente contro lo sfondo candido della spuma.
- Avete ragione - rispose Dick. - Torniamo indietro, forza!
Capitolo secondo
Scaramuccia nel buio
Bagnati fradici e intirizziti, i due compagni ripresero la loro postazione tra l
e ginestre.
- Speriamo che Capper faccia presto! - disse Dick. - Prometto di accendere una c
andela alla Santa Vergine di Shoreby, se torna entro un'ora!
- Avete fretta, Mastro Dick? - chiese Greensheve.
- Si, mio caro - rispose Dick - in questa casa c' l donna che amo; e chi sono ques
ti che si aggirano, di notte, in gran segreto se non nemici?
- Ebbene, - rispose Greensheve, - se John far presto, daremo loro quel che si mer
itano. Quelli fuori non arrivano nemmeno a una quarantina.., a giudicare dalla d
istanza tra una sentinella e l'altra... e sono cos sparsi che una ventina di uomi
ni li metterebbe in fuga come passeri. Tuttavia, Mastro Dick, se lei gi nelle man
i di Sir Daniel, tanto vale che caschi in quelle di qualcun altro. E chi potrebb
e essere quest'altro?
- Lord Shoreby, temo, - rispose Dick. - Quando sono arrivati?
- Mentre scavalcavate il muro, - rispose Greensheve. - Non era passato ancora un
minuto da quando mi ero disteso che ho visto il primo di quei mascalzoni che gi
rava l'angolo quatto quatto.
Tutta la casa era ormai sprofondata nel buio, quando si avventurarono lungo la b
attigia, ed era impossibile prevedere quando gli uomini appostati intorno al mur
o sarebbero passati all'attacco. Tra i due mali, Dick preferiva il minore, cio ch
e piuttosto di cadere nelle mani di Lord Shoreby, Joan restasse sotto la tutela
di Sir Daniel; e aveva gi deciso che, in caso d'assalto, si sarebbe lanciato in a
iuto degli assediati.
Ma il tempo passava e non accadeva niente; ogni quarto d'ora il solito muto pass
aparola faceva il giro del giardino, come se il comandante avesse voluto assicur
arsi personalmente della vigilanza dei suoi uomini; ma per il resto, intorno all
a casa, nessun movimento.
Dopo poco iniziarono ad arrivare i rinforzi che Dick aveva sperato, e la notte n
on era ancora calata del tutto quando gi una ventina di uomini si erano acquattat
i con lui tra i cespugli.
Decise di dividerli in due gruppi e, preso il comando del meno numeroso, affid l'
altro a Greensheve.
- Ora, - gli disse, - portate i vostri uomini all'angolo del muro, vicino alla s
piaggia. State ben nascosti e aspettate che io sbuchi dall'altra parte. Voglio m
ettere fuori combattimento quelli dalla parte del mare, perch tra di loro ci dev'
essere il comandante; gli altri scappino pure. E ora, ragazzi, nessuno scagli un
a freccia; non fareste che colpire degli amici; usate soltanto il pugnale; se vi
nceremo, avrete un nobile d'oro ciascuno, appena torner in possesso dei miei beni
.
Tra quel bizzarro gruppo di uomini, avventurieri, ladri, assassini e contadini c
he Duckworth aveva riuniti per compiere la sua vendetta, alcuni dei pi arditi ed
esperti s'erano offerti di seguire Richard Shelton. Non avevano potuto sopportar
e oltre sorvegliare Sir Daniel nella citt di Shoreby, e negli ultimi tempi avevan
o iniziato a lamentarsene apertamente e a minacciare di andarsene. La prospettiv
a di un bello scontro e di un probabile bottino aveva riportato il bun umore e li
aveva preparati al combattimento.
Gettarono i lunghi mantelli e si mostrarono chi in semplice giustacuore verde, c

hi in giaccone di cuoio; molti sotto il cappuccio portavano berretti con lamine


d'acciaio; le loro armi erano spade, daghe, qualche schidione e una dozzina di a
labarde luccicanti, che avrebbero permesso loro di affrontare anche le truppe re
golamentari. Gli archi, le faretre e i mantelli vennero nascosti tra i cespugli,
e le due bande si mossero pronte alla battaglia.
Raggiunto l'altro lato della casa, Dick alline i suoi sei uomini a una ventina di
metri dal muro del giardino, posizionandosi egli stesso qualche metro pi avanti.
Allora, tutti all'unisono, lanciarono un grido e si precipitarono contro i nemi
ci.
Questi, sparsi com'erano, intirizziti dal freddo e sbigottiti dall'attacco impro
vviso, si alzarono titubanti; e senza neppure avere il tempo di capire il numero
e la forza dei loro assalitori, furono messi in fuga da un secondo grido di att
acco.
Cos i due gruppetti di uomini della Freccia Nera si riunirono davanti al muro dal
lato del mare, prendendo il nemico tra due fuochi, mentre il resto fuggiva in t
utte le direzioni disperdendosi nell'oscurit.
Ma questa non era che la prima battuta; gli uomini di Dick, pur avendo il vantag
gio della sorpresa, erano ancora troppo pochi di fronte al nemico che avevano ci
rcondato. La marea era salita e la spiaggia era ormai una striscia sottile di sa
bbia: su quell'arena umida, tra il mare e il muro, si accese nelle tenebre un co
mbattimento incerto e furibondo.
I nemici, armati fino ai denti, si gettarono in silenzio sugli assalitori e la l
otta si trasform in una serie di duelli. Dick, che si era gettato per primo nella
mischia, fu attaccato da tre nemici; con un colpo solo abbatt il primo, ma gli a
ltri due gli si scagliarono addosso con tanta foga che fu costretto a indietregg
iare. Uno dei due assalitori era una specie di gigante, armato di una spada a du
e tagli che faceva volteggiare come fosse stato un fuscello. Contro di lui, cont
ro la lunghezza e la mole del suo braccio e della sua arma, Dick, con la sola al
abarda, non poteva sperare di difendersi: se anche il terzo avversario avesse pa
rtecipato con ugual vigore all'attacco, il giovane sarebbe sicuramente caduto. M
a il terzo uomo, pi piccolo e meno veloce, si ferm un istante per guardarsi intorn
o nell'oscurit e per ascoltare i suoni della battaglia, mentre il gigante guadagn
ava terreno e Dick indietreggiava, attendendo un'occasione propizia. A un tratto
, l'enorme lama dello spadone brill in aria e cal gi, facendo balzare il giovane da
un lato e contemporaneamente colp con l'alabarda dal basso in alto. Si ud un grid
o di dolore, e prima che il ferito avesse il tempo di alzare di nuovo la sua arm
a formidabile, Dick lo colp altre due volte e lo stese a terra.
Un attimo dopo si trovava addosso il terzo assalitore; stavolta fra i due non c'
era gran differenza di corporatura, e sebbene l'uomo combattesse con una spada e
una daga contro un'alabarda e fosse circospetto e svelto alla difesa, la superi
orit delle sue armi era abbondantemente compensata dall'incredibile agilit di Dick
. All'inizio ne l'uno n l'altro ebbe alcun serio vantaggio; ma presto il pi vecchi
o cominci ad approfittare dell'ardore del giovane per condurlo dove voleva, e cos
Dick si rese conto che avevano ormai attraversato tutta la spiaggia e stavano co
mbattendo immersi fino al ginocchio nella spuma dei frangenti. Il vantaggio dell
a sua scioltezza era ormai perduto ed era quasi alla merc del suo avversario; anc
ora un poco, ed egli volse le spalle ai suoi compagni, mentre s'accorgeva che il
suo astuto avversario cercava di attirarlo sempre pi lontano.
Dick digrign i denti, deciso a farla finita. Appena la prima ondata si fu ritirat
a, si lanci in avanti, par un colpo con l'alabarda e balz al collo del nemico. L'uo
mo cadde all'indietro e Dick su di lui; l'onda, tornando rapida, li sommerse com
pletamente.
Mentre lo sconosciuto era ancora sott'acqua, Dick gli strapp il pugnale e si alz i
n piedi vittorioso.
- Arrendetevi, - esclam, - e vi lascer vivere!
- Mi arrendo, - fece l'altro inginocchiandosi. - Voi combattete come un ragazzo,
senza esperienza e sconsideratamente, ma, per tutti i santi!, vi battete davver
o bene!
Dick si volt verso la spiaggia. La battaglia infuriava ancora, incerta nelle tene
bre; sull'urlo rauco dei frangenti, risuonavano lo stridore dell'acciaio contro

l'acciaio, le grida di dolore e il fragore della lotta.


- Ragazzo mio! - disse il cavaliere vinto; - portatemi dal vostro capo. E tempo
di porre fine a questa strage.
- Signore, - rispose Dick, - finch questi meschini riconoscono un capo, il povera
ccio che vi parla il loro capo!
- Richiamate, allora, i vostri uomini, e io richiamer i miei furfanti, - rispose
l'altro.
C'era qualcosa di nobile, sia nella voce che nel contegno del suo avversario, e
cos Dick scacci ogni sospetto di tradimento.
- Gin le armi, ragazzi! - grid il cavaliere. - Mi sono arreso con la promessa di
aver salva la vita.
Il tono era di comando perentorio, e quasi immediatamente il clamore della lotta
cess.
- Senzalegge, - grid Dick, - siete ancora vivo? - Si, - rispose Senzalegge, - viv
o e vegeto!
- Accendetemi la lanterna, - aggiunse Dick.
- Non qui Sir Daniel? - domand il cavaliere.
- Sir Daniel? - ripet Dick. - Per la croce! Spero proprio di no. Se ci fosse sare
i spacciato!
- Spacciato, signore? - domand l'altro. - Allora, se voi non siete del partito di
Sir Daniel, confesso di non capirci pi nulla. Perch vi siete scagliati contro di
noi, mandando all'aria la nostra imboscata? Quale torto vi abbiamo fatto, mio gi
ovane e coraggioso amico? E, per finire, a che bravo gentiluomo mi sono arreso?
Prima che Dick potesse rispondere, una voce sussurr nell'oscurit e Dick vide il di
stintivo bianco e nero dell'interlocutore e ud il rispettoso saluto che rivolse a
l suo superiore.
- Signore, - disse, - se questi sono davvero nemici di Sir Daniel, dobbiamo rimp
iangere di esserci battuti con loro, ma sarebbe dieci volte peggio se noi o loro
indugiassimo qui pi a lungo. Le guardie della casa, se non sono morte o completa
mente sorde, devono aver udito il chiasso che abbiamo fatto nell'ultimo quarto d
'ora, e avranno mandato immediatamente qualche segnale verso la citt; se non ci s
brighiamo, probabile che saremo attaccati, questa volta tutti insieme, da un nuo
vo nemico.
- Hawksley ha ragione, - disse il cavaliere. - Siamo ai vostri ordini, signore.
Dove si va?
- Nossignore, - disse Dick, - voi potete andare dove volete. Comincio a credere
che abbiamo qualche ragione per essere amici; e se abbiamo fatto conoscenza un p
o' rudemente, non vorrei continuare sullo stesso tono. Separiamoci. Stringiamoci
la mano e all'ora e al luogo che designerete ci incontreremo di nuovo.
- Siete troppo fiducioso, giovanotto, - fece l'altro, - ma stavolta la vostra fi
ducia sar ripagata. Ci incontreremo all'alba, alla croce di St. Bride. Forza, rag
azzi, andiamo!
Gli sconosciuti sparirono con una velocit quasi sospetta, e mentre gli uomini del
la foresta si abbandonavano alla loro naturale debolezza di spogliare i cadaveri
, Dick fece ancora una volta il giro del muro per esaminare la facciata della ca
sa. Da una piccola feritoia nel tetto scorse una luce; e dal momento che era sic
uramente visibile dalle finestre posteriori della casa di citt di Sir Daniel, non
ebbe dubbi che si trattasse del segnale temuto da Hawksley e che fra breve le m
ilizie del cavaliere di Tunstall sarebbero comparse sul posto.
Appoggi l'orecchio al suolo e gli parve di udire un rombo sordo e grave provenien
te dalla citt. Torn rapidamente sulla spiaggia. Ma l'opera dei suoi uomini era gi t
erminata; l'ultimo cadavere era gi disarmato e spogliato e quattro uomini avanzav
ano nell'acqua per affidarlo alla pace degli abissi marini.
Dopo pochi minuti, una quarantina di cavalieri lanciati al galoppo comparvero da
un viottolo dei sobborghi di Shoreby. I dintorni della casa erano deserti e non
si sentiva volare una mosca. Dick e i suoi uomini erano tornati alla taverna La
capra e la cornamusa a godersi qualche ora di riposo, prima di recarsi all'appu
ntamento del giorno dopo.

Capitolo terzo
La croce di St. Bride
Al limitare della foresta di Tunstall, proprio alle spalle di Shoreby, sorgeva l
a croce di St. Bride. Era proprio all'incrocio di due strade: l'una veniva da Ho
lywood, attraverso la foresta, mentre l'altra scendeva da Risingham, ed era la s
trada sulla quale abbiamo visto gli scampati dell'esercito di Lancaster fuggire
alla rinfusa.
Qui le due strade si riunivano e discendevano verso Shoreby; non lontana dalla s
trada c'era appunto una vecchia croce logorata dalle intemperie; e qui giunse Di
ck intorno alle sette del mattino.
Faceva un freddo terribile; la terra, ricoperta di brina, era tutta argentea e l
a luce del giorno cominciava ad annunciarsi con infinite gradazioni di porpora e
arancio.
Dick sedette sul gradino pi basso della croce, si avvolse bene nel tabarro e comi
nci a guardarsi intorno attentamente. Ma non dovette attendere a lungo: sulla str
ada di Holywood comparve un gentiluomo su uno splendido destriero, coperto di un
a lucente e ricca armatura e un mantello di pelliccia rara. Era seguito, una ven
tina di metri pi indietro, da una compagnia di lancieri; ma questi, non appena in
travidero il luogo dell'appuntamento, si arrestarono di colpo, mentre il gentilu
omo dal mantello di pelliccia continu ad avanzare solo.
Teneva la visiera alzata e mostrava un'espressione di grande autorit e rispettabi
lit, in perfetta sintonia con la sua armatura lucente e con le sue armi. Dick, al
zandosi per avvicinarsi al suo prigioniero, prov una certa confusione.
- Siete puntuale. Vi ringrazio, - disse rispettosamente. - Non desiderate smonta
re da cavallo?
- Siete solo, signore? - chiese l'altro.
- Non sono stato tanto ingenuo, - rispose Dick; - e per esser schietto con la Si
gnoria Vostra, vi dir che i boschi intorno a questa croce pullulano dei miei uomi
ni armati.
- Siete stato saggio, - disse il cavaliere. - E ne sono contento proprio perch ie
ri sera siete stato coraggioso e vi siete battuto pi come un fanatico saraceno ch
e come un guerriero cristiano. Ma non tocca a me, che sono stato vinto, biasimar
vi.
- Avete avuto la peggio, signore, poich siete caduto, - rispose Dick; - ma se non
mi avesse aiutato la marea, sarei stato io ad arrendermi. Vi siete divertito a
farmi vostro con parecchie ferite della vostra daga che porto ancora sul mio cor
po. In fin dei conti, signore, io ho rischiato tutto e tutto ho guadagnato, in q
uello scontro alla cieca sulla spiaggia... ecco!
- Vedo, con piacere, che siete abbastanza astuto da non dare peso a ci che accade
, - rispose lo straniero.
- No, signore, non sono astuto, - replic Dick. - Io non cerco alcun vantaggio per
sonale. Ma, rivedendovi alla luce del giorno, capisco qual potente cavaliere mi
si arreso, e non soltanto alle mie armi ma alla fortuna, alle tenebre, alla mare
a... e quanto diversamente si sarebbe potuto svolgere il combattimento, vista la
mia inesperienza e ingenuit... non vi meravigliate, signore, se resto confuso de
lla mia vittoria.
- Parlate bene! - disse lo straniero. - Come vi chiamate?
- Il mio nome, se vi piace, Shelton, - rispose Dick.
- Io sono Lord Foxham, - fece l'altro.
- Allora, signore, se mi permettete voi siete il tutore della pi amabile fanciull
a d'Inghilterra, - rispose Dick; - e per il vostro riscatto e il riscatto di tut
ti gli uomini che si sono arresi con voi sulla spiaggia, non avrete da esitare s
ulle condizioni. Chiedo alla vostra volont e benevolenza, signore, di concedermi
la mano di Joan Sedley; in cambio, avrete la libert vostra e quella dei vostri uo
mini e, se l'accettate, la mia riconoscenza e la mia gratitudine fino alla morte
.
- Ma voi non siete il pupillo di Sir Daniel? Il figlio di Harry Shelton... mi ha
nno parlato di voi!... - disse Lord Foxham.
- Se vorrete scendere da cavallo, signore, vi dir tutto di me, in che condizione

mi trovo e perch sono cos ardito nel domandare. Vi supplico, signore; sedetevi sui
gradini, ascoltatemi fino alla fine e giudicatemi con indulgenza.
Subito dopo aver pronunciato queste parole, aiut Lord Foxham a scendere da cavall
o, lo accompagn fino alla croce, lo fece sedere accanto a lui e, restando rispett
osamente in piedi davanti al suo nobile prigioniero, gli raccont la storia della
sua vita fino alla sera innanzi.
Lord Foxham ascolt assorto, e quando Dick ebbe terminato disse:
- Mastro Shelton, voi siete un gentiluomo molto fortunato, pur nella vostra sfor
tuna; ma la fortuna ve la siete meritata, mentre le disgrazie non ve le meritava
te affatto. Ma fatevi coraggio, perch vi siete fatto un amico che non n senza pote
re n senza favore. Devo riconoscere che, sebbene per una persona della vostra cla
sse non sia conveniente mescolarsi con dei fuorilegge, siete prode e al tempo st
esso leale, pericoloso in battaglia e cortese nella pace: un giovane di indole e
ccellente e di condotta nobile. Quanto ai vostri beni, non li riavrete pi, se pri
ma il mondo non sar cambiato di nuovo. Finch Lancaster prevarr, sar Sir Daniel a god
erseli come gli pare e piace. Per la mia pupilla, ebbene, le cose stanno in un a
ltro modo; l'ho gi promessa a un gentiluomo, un membro della mia famiglia di nome
Hamley, e si tratta di una vecchia promessa...
- Ahim, signore! - lo interruppe Dick. - E adesso Sir Daniel l'ha promessa a Lord
Shoreby; e la sua promessa, bench pi recente, quella che ha pi probabilit di compie
rsi.
- E la pura verit, - rispose Lord Foxham. - E, considerando che sono vostro prigi
oniero, senz'altra alternativa che la vita, e considerando soprattutto che la fa
nciulla disgraziatamente in altre mani, voglio acconsentire. E aiutatemi coi vos
tri bravi compagni...
- Signore! - esclam Dick; - sono quegli stessi fuorilegge coi quali mi rimprovera
ste di mescolarmi.
- Chiunque siano, sanno battersi, - replic Lord Foxham. - Aiutatemi, dunque, e se
con il vostro aiuto riusciremo a riprendere la fanciulla, sul mio onore di cava
liere, ella vi sposer!
Dick si inginocchi davanti al suo prigioniero; ma quegli, balzando agilmente in p
iedi, lo sollev da terra e lo abbracci come un figlio.
- Su! - disse, - se dovete sposare Joan, dobbiamo essere amici fin d'ora.
Capitolo quarto
La Buona Speranza
Un'ora dopo, Dick si trovava di nuovo a La capra e la cornamusa intento a mangia
re e ricevere i rapporti dei suoi messaggeri e delle sentinelle. Duckworth manca
va ancora da Shoreby, come accadeva spesso, perch, rappresentando parecchie parti
, aveva svariati impegni e svariati affari. Come un disperato avido di vendetta
e d'oro, era stato proprio lui a creare la compagnia della Freccia Nera; e tutta
via, fra quelli che lo conoscevano meglio, passava per l'agente e l'emissario di
quel grande "artefice di re" che era Riccardo conte di Warwich.
Chi dirigeva gli affari di Shoreby in sua assenza era Richard Shelton; e, sebben
e se ne stesse seduto a tavola a rifocillarsi, era evidente che fosse preoccupat
o. Avevano deciso, lui e Lord Foxham, di tentare un colpo ardito quella notte st
essa per cercare di liberare Joan con la forza. Tuttavia gli ostacoli erano tant
i e le spie, arrivate una dopo l'altra, portavano notizie sempre pi inquietanti.
Sir Daniel, messo in allarme dallo scontro della notte precedente, aveva rafforz
ato la guarnigione della casa sulla spiaggia; inoltre, non contento di ci, aveva
dislocato gruppetti di cavalieri per tutti i vicoli dei dintorni, in modo da pot
er essere subito avvisato di ogni minimo movimento sospetto. Poi, nel cortile de
l suo albergo, teneva cavalli sellati e cavalieri ben armati in attesa di un seg
nale per partire.
L'impresa di quella notte sembrava diventare sempre pi ardua, quando a un tratto
il volto di Dick si rischiar.
- Senzalegge, - grid, - voi che siete stato marinaio, sareste capace di rubare un
battello?

- Mastro Dick, - rispose l'altro, - se mi date una mano, sono disposto a rubare
la cattedrale di York!
Detto fatto, s'incamminarono prontamente e scesero verso il porto: era un bacino
ampio fra colline sabbiose percorse da dune e cosparse da vecchie rovine e tugu
ri fatiscenti. Numerosi battelli muniti di ponte e molte barche scoperte stavano
all'ancora o erano state tirate in secco sulla spiaggia. Il persistente maltemp
o le aveva spinte a trovare rifugio nel porto; e gli immensi nuvoloni neri, le g
elide raffiche che si succedevano fulminee, ora con turbini di neve, ora in semp
lici colpi di vento, non erano affatto rincuoranti e minacciavano un prossimo ag
gravarsi della tempesta.
Molti marinai, vinti dal freddo e dal vento, si erano rifugiati a terra e schiam
azzavano nelle taverne del porto. Molti dei battelli gi ondeggiavano abbandonati
sulle loro ancore e, poich sembrava che il tempo non volesse migliorare, il numer
o continuava ad aumentare, Fu su questi battelli, specialmente su quelli pi lonta
ni, che l'attenzione di Senzalegge si ferm; intanto Dick, seduto su un'ancora mez
za seppellita nella sabbia, con l'orecchio ora alla voce possente e aspra del fo
rtunale, ora ai canti stonati dei marinai in una taverna vicina, dimenticava, al
ricordo della promessa di Lord Foxham, i suoi affanni e tutto ci che lo circonda
va.
Un colpo leggero alla spalla lo distolse dai suoi sogni: Senzalegge gli stava in
dicando una piccola imbarcazione abbastanza isolata, appena dentro il porto, che
si sollevava regolarmente e dolcemente al passare delle onde. Un pallido raggio
di sole invernale rischiarava il ponte del battello, mettendolo in risalto cont
ro un ammasso di nubi minacciose; e in quel rapido bagliore Dick vide due uomini
che stavano calando in acqua la scialuppa.
- L, signore, - esclam Senzalegge, - proprio lei! Ecco la nave con cui partiremo s
tasera.
Intanto la scialuppa si era staccata dalla nave, e i due uomini, seguendo il ven
to, remarono energicamente verso terra. Senzalegge si volt verso un perdigiorno d
el porto e chiese, indicando la nave:
- Come si chiama quella?
- E La Buona Speranza di Dartmouth, - rispose l'uomo. - Il capitano, un certo Ar
blaster, quello che rema davanti in quella scialuppa.
Era proprio quello che Senzalegge desiderava sapere: ringraziato l'uomo, si port
subito fino a una piccola insenatura sabbiosa verso la quale si dirigeva la barc
a. L attese un po' e, non appena i due uomini della Buona Speranza furono a porta
ta di voce, cominci a gridare:
- Ohi! Arblaster! Benvenuto! Che fortuna incontrarvi, per la croce! E l La Buona
Speranza? Si, l'avrei riconosciuta tra mille!... Proprio una bella nave! Forza,
amico mio, venite a farvi una birra con me ? Ho riavuto le mie propriet di cui av
rete certo sentito parlare!... Adesso sono ricco!... Basta veleggiare per il mar
e! Adesso si naviga nella birra, quella bella forte! Forza, amico, datemi la man
o e venite a bere con un vecchio compagno!
Il capitano Arblaster, un uomo non pi giovane dalla faccia equina segnata dalle i
ntemperie, con un coltello appeso al collo per mezzo di una cordicella, uguale i
n tutto e per tutto a un marinaio moderno, aveva indietreggiato, tra lo stupito
e il diffidente. Ma la parola "propriet" e quell'aria amichevole e da bonaccione
che Senzalegge sapeva simulare alla perfezione, vinsero i suoi sospetti; la facc
ia del capitano si spian e tese la mano spalancata, serrando quella del fuorilegg
e in una morsa formidabile.
- No, - disse, - non mi ricordo proprio di voi. Ma non importa? Berrei con chiun
que e anche il mio fido Tom. Tom, - aggiunse, volgendosi verso il compagno, - qu
esto un mio amico.., non ricordo il suo nome... ma di certo un ottimo marinaio.
Andiamo a bere con lui e col suo compagno.
Senzalegge si incammin seguito dagli altri e ben presto si trovarono in una taver
na che, essendo nuovissima e situata in un luogo esposto ai venti e solitario, e
ra meno affollata di quelle del centro del porto. Era solo una baracca di legno,
una sorta di rifugio da boscaiolo con mobili grossolani e diversi scaffali, par
ecchie panche e assi posate su barili a far da tavole. Al centro, in balia di fu
ribonde correnti d'aria, un fuoco di rottami di legno ardeva violento sprigionan

do un fumo densissimo.
- Ah, finalmente! - disse Senzalegge, - ecco la gioia del marinaio: un buon fuoc
o e un buon bicchiere sulla terra ferma, mentre fuori infuria la bufera e il ven
to urla sul tetto! Alla Buona Speranza dunque! Che possa fare un buon viaggio!
- Si, - disse il capitano Arblaster, - il momento giusto per stare a terra, non
ci sono dubbi! Tom, che ne dite voi? Amico, sebbene non ricordi il vostro nome,
voi parlate bene... parlate molto bene! Che La Buona Speranza possa fare un buon
viaggio! Amen!
- Mio buon Dick, - concluse Senzalegge rivolto al suo comandante, - voi avevate
per le mani un affare, se non sbaglio... no? Bene, andare pure a sbrigarlo senza
perdere altro tempo con noi! Intanto io qui sono coi miei migliori amici, due v
ecchi compagnoni, e vi assicuro che fino al vostro ritorno questi bravi ragazzi
mi terranno compagnia e mi sopporteranno, bicchiere su bicchiere. Noi non siamo
come gli uomini di terra... noi vecchi lupi di mare!
- Ben detto! - grid il capitano. - Potete pure andare, buon giovane, perch far comp
agnia io al vostro amico e mio buon compare... fino al coprifuoco... si, e... pe
r la santa Vergine!, finch sar giorno! Perch, vedete, quando un uomo andato molto t
empo in mare, ha il sale dappertutto, fino al midollo delle ossa; e quando a ter
ra, pu bere anche cento barili ma sempre assetato!
Congedato cos da tutti quanti, Dick si alz, salut i compagni e si lanci tra le raffi
che di vento fino a La capra e la cornamusa. Di qui mand ad avvertire Lord Foxham
che, non appena calata la sera, avrebbe preso il mare su una robusta imbarcazio
ne. Poi, portando con s due uomini esperti di navigazione, ritorn al porto e si di
resse verso la cala.
La scialuppa della Buona Speranza era in mezzo a molte altre, dalle quali si dis
tingueva perch era piccola e fragile. E di fatti non appena Dick e i suoi due uom
ini presero posto e cominciarono a remare verso il largo, il piccolo guscio di n
oce si immerse tra le onde e prese a piegarsi ad ogni raffica di vento, come se
stesse per affondare.
La Buona Speranza, come si detto, era ancorata verso l'imboccatura del porto, in
un punto in cui le onde erano pi violente. Di tutte le altre navi, le pi vicine a
d essa erano a parecchie gomene di distanza e completamente abbandonate. Per giu
nta, mentre la barca accostava, un turbine di neve e un improvviso oscuramento d
el cielo nascosero totalmente le mosse dei fuorilegge. E in un attimo erano gi su
l ponte, mentre la barca danzava a poppa: la cattura della Buona Speranza era an
data a buon fine.
Il battello aveva l'aria di essere bello robusto, con un ponte trasversale a pru
a, e uno scoperto a poppa; aveva un albero e un'attrezzatura tra la feluca e il
trabaccolo. A quanto pareva, il capitano Arblaster aveva fatto una crociera spet
tacolare, perch la stiva era piena di fusti di vino francese e nella piccola cabi
na, in compagnia della beata Vergine Maria nella sua nicchia, prova indubbia del
la devozione del capitano, c'erano diversi bauli e scrigni chiusi a chiave, a di
mostrare l'ordine e la ricchezza del capitano.
Un cane, il solo essere vivente a bordo, abbai rabbiosamente e morse i talloni de
i nuovi arrivati; ma ben presto fu cacciato a pedate nella cabina e rinchiuso a
chiave senza troppe cerimonie. Fu poi accesa una lanterna e issata su una sartia
, in modo che dalla riva si potesse subito distinguere la nave, dopo di che i tr
e uomini sfondarono una botte di vino della stiva e bevvero un bicchiere di ecce
llente vino di Guascogna brindando alla fortuna di quella serata; alla fine, men
tre uno dei fuorilegge preparava arco e frecce per poter difendere la nave contr
o possibili assalitori, l'altro cal la scialuppa e salt a bordo, in attesa che Dic
k lo raggiungesse.
- Bene, Jack, fate buona guardia, - disse il giovane comandante, preparandosi a
seguire il suo uomo. - Vedrete che andr tutto bene.
- Certo, - rispose Jack, - andr tutto benissimo finch resteremo qua; ma non appena
metteremo il naso fuori dal porto... Vedete come trema la nave, solo a sentirci
parlare? Ah!ha udito ci che dicevamo e le mancato il cuore tra le sue costole di
quercia. Guardate, Mastro Dick, guardate come si fa nero il cielo!
C'era davvero un buio pesto; grossi cavalloni rilevavano nell'oscurit continuamen
te, e continuamente La Buona Speranza li scavalcava senza sforzo, alzandosi e in

abissandosi senza sosta. Neve e schiuma volavano nell'aria e ricoprivano il pont


e; il vento ululava lugubre tra le sartie.
- Perbacco! Si mette male! - esclam Dick. - Su, coraggio! Non che una folata e pa
sser presto.
Ma nonostante dicesse cos, in realt era sbalordito dai gemiti e dai fischi del ven
to. Mentre lasciava La Buona Speranza, dirigendosi con la scialuppa verso il por
to, fece devotamente il segno della croce e raccomand a Dio la vita di tutti quel
li che si sarebbero avventurati sul mare.
Allo sbarco, s'erano gi raccolti dodici dei suoi fuorilegge. Dick affid loro la sc
ialuppa ordinando che si imbarcassero subito.
Un po' pi in l, sulla spiaggia, Dick fu accolto da Lord Foxham che lo stava cercan
do, col viso oscurato da un cappuccio nero e l'armatura ricoperta di un lungo ma
ntello color ruggine di misero aspetto.
- Giovane Shelton, siete proprio deciso?
- Sissignore, - rispose Richard, - la casa circondata ed impossibile arrivare vi
a terra senza suscitare l'allarme dei cavalieri; una volta che Sir Daniel fosse
avvertito della nostra impresa, non potremmo condurla a buon fine... non potremm
o far altro, col vostro rispetto, che galoppare sulle ali del vento. Certo, face
ndo il giro per mare corriamo qualche pericolo a causa degli elementi; ma cionon
ostante abbiamo il modo di arrivare alla meta e rapire la ragazza.
- Bene, bene - rispose Lord Foxham, - allora vengo. Vi seguo per fare onore alla
mia parola, perch vi confesso che preferirei starmene a letto a dormire.
- Di qui, allora, - esclam Dick. - Andiamo a cercare il nostro pilota.
E si diresse verso la rude taverna dove aveva dato appuntamento a una parte dei
suoi uomini; ne trov qualcuno che gironzolava nei pressi della porta; altri, pi te
merari, erano entrati e, scegliendo i posti pi vicini ai loro compagni, si erano
radunati accanto a Senzalegge e ai due marinai. Questi ultimi, a giudicare dalla
fisionomia sovreccitata e dall'occhio annebbiato, avevano gi passato da tempo i
confini della sobriet e quando Richard entr, seguito a ruota da Lord Foxham, stava
no intonando tutti e tre un vecchio ritornello marinaresco, desolato e monotono,
a cui faceva da accompagnamento il piagnucolio della tempesta.
Il giovane con un'occhiata ispezion la stanza. Il fuoco era stato appena ravvivat
o e grosse nuvole di fumo nero nascondevano gli angoli pi remoti; tuttavia era ev
idente che i banditi erano assai pi numerosi degli altri avventori. Rassicurato d
a ci, in caso ci fosse qualche problema, Dick si diresse verso la tavola e ripres
e il suo posto.
- Ehi! - balbett il capitano, - chi-chi siete... vovoi, eh?
- Vorrei dirvi una parola, Mastro Arblaster, - rispose Dick; - ma fuori... ed ec
co di cosa parleremo -. E fece luccicare un nobile d'oro al bagliore del fuoco.
Gli occhi del marinaio si accesero all'istante, bench non avesse ancora riconosci
uto il nostro eroe.
- Amico mio! - disse, - io sono con voi! Compare, torno subito. Bevete, compare!
- e aggrappatosi al braccio di Dick per aiutarsi a camminare dritto si diresse
verso la porta.
Ma appena usc fuori, dieci braccia lo afferrarono, e due minuti dopo, legato stre
tto e con un bavaglio alla bocca, fu gettato come un sacco in un fienile vicino.
Subito dopo gli piomb accanto il suo compare Tom, conciato alla stessa maniera,
e tutti e due vennero abbandonati li alle loro riflessioni notturne.
Allora, dal momento che non occorreva pi nascondersi, gli uomini di Lord Foxham s
i radunarono a un segnale convenuto e impadronitisi di un numero sufficiente di
barche si diressero verso il lume che brillava fra le sarde della nave. Tuttavia
, molto prima che l'ultimo uomo si fosse arrampicato sulla Buona Speranza, un ru
more di grida furibonde che proveniva dalla spiaggia fece comprendere che una pa
rte almeno dei marinai si era accorta della sparizione delle loro barche.
Ma ormai era troppo tardi sia per riconquistarle che per vendicarsi. Dei quarant
a uomini armati che erano saliti a bordo della nave, otto erano esperti di mare
ed erano in grado di badare alla manovra. Grazie a loro si salp l'ancora, mentre
Senzalegge, vacillante e ancora intento a cantare i suoi patetici ritornelli mar
inareschi, afferr la lunga barra del timone e La Buona Speranza, sfrecciando nell
'oscurit della notte, si immerse fra i cavalloni, lasciando veloce il porto.

Richard si mise a prua. Salvo la lanterna della nave e le poche luci di Shoreby
che gi spariva sottovento, era buio pesto. Talvolta per, quando La Buona Speranza
affondava vertiginosamente nell'abisso dell'onda, s'infrangeva una cresta dando
origine a un'improvvisa cateratta di spuma nevosa che subito ricadeva e spariva
nelle tenebre.
Molti uomini, aggrappati dove potevano, pregavano a voce alta; la maggior parte
soffriva il mal di mare e si era trascinata nella stiva dove stava sdraiata in m
ezzo al carico. E poich la tempesta era davvero violenta e le bravate pazzoidi di
Senzalegge che gridava e cantava al timone, anche l'uomo pi coraggioso che fosse
stato a bordo avrebbe potuto dubitare del successo della spedizione.
Ma l'istinto di Senzalegge pilot la nave attraverso i frangenti e gettatosi sotto
vento d'un grande banco di sabbia, navig per un po'in acque tranquille; subito do
po tuttavia la nave fu condotta lungo una rozza gettata di massi, e rimase li in
castrata a dondolare e dibattersi nelle tenebre.
Capitolo quinto
Sempre La Buona Speranza
L'ammasso di sassi su cui si erano incagliati non distava molto dal luogo dove s
i trovava Joan; bastava dunque far scendere gli uomini sulla spiaggia, circondar
e la casa, sfondare la porta e rapire la prigioniera. Ormai potevano sbarazzarsi
della Buona Speranza; li aveva portati diligentemente alle spalle del nemico e,
che la loro impresa riuscisse o meno, la migliore possibilit di ritirata erano l
a foresta e le propriet di Lord Foxham.
Far sbarcare gli uomini, per, non era impresa facile; molti avevano sofferto il m
al di mare e tutti erano intirizziti dal freddo; la promiscuit e il disordine a b
ordo avevano turbato la loro disciplina; i movimenti della nave e le tenebre tut
t'intorno avevano fiaccato il loro spirito. Si precipitarono sul molo; Lord Foxh
am in testa con la spada sguainata per tenere a bada i suoi stessi uomini che gi
si stavano lasciando andare a qualche tumulto e grido assai poco opportuni.
Appena ristabilito l'ordine, Dick parti in avanscoperta con pochi uomini scelti;
l'oscurit che regnava a terra, in contrasto con il lampeggiare delle onde, appar
iva ai suoi occhi come un corpo solido. Gli urli e i sibili del vento coprivano
ogni altro suono.
Appena raggiunta l'estremit del molo, il vento cess e gli parve di udire sulla spi
aggia zoccoli di cavalli e un tintinnio d'armi. Fatti fermare i suoi uomini, fec
e un passo o due avanti, sulla duna e l intravide alcune ombre di uomini e di cav
alli in marcia. Fu sopraffatto da uno sconforto terribile. Se i loro nemici eran
o veramente in allarme e avevano assediato l'estremit del molo, allora lui e Lord
Foxham non avevano alcuna via di scampo, col mare alle spalle e gli uomini prig
ionieri dell'oscurit e ammassati in un angusto lembo di terra. Lanci un debole fis
chio, il segnale convenuto.
Ma fu un segnale anche per il nemico; all'istante, dalle tenebre, piovve una nub
e di frecce lanciate a caso e gli uomini erano cos ammassati che pi di uno fu colp
ito; all'assalto risposero parecchie grida di dolore e di sgomento. Lord Foxham
venne subito ferito e fu portato a bordo da Hawksley; nel frattempo i suoi uomin
i, alla fine della breve scaramuccia, combatterono, ma assai disordinatamente; e
questa fu probabilmente la causa principale del disastro che segu.
Per un minuto o due Dick riusc a difendersi all'estremit del molo con un manipolo
di uomini; ne furono feriti un paio, spada contro spada; nessuna delle due parti
era ancora in vantaggio, quando in un battibaleno la sorte si volse contro quel
li della nave. Qualcuno grid che tutto era perduto; gli uomini erano cos sconvolti
da credere facilmente a un avviso cos funesto. Il grido riprese: "A bordo, compa
gni, se tenete alla pelle!" Un terzo uomo, un vero codardo per natura, lanci il g
rido che si accompagna a ogni sconfitta: "Siamo traditi! "; e in un momento tutt
a la compagnia, urtandosi e lottando, si precipitava sul molo, volgendo al nemic
o le spalle indifese e lacerando le tenebre con grida di terrore.
Un uomo, agitato dalla paura, smosse la poppa del battello, mentre un altro lo t
ratteneva per la prua; i fuggitivi saltarono su urlando. Alcuni furono tirati a

bordo, altri caddero in mare e annegarono, altri ancora furono massacrati dai ne
mici mentre erano ancora a terra; molti poi furono feriti sul ponte, nel terrore
cieco del momento, mentre un uomo s'accavallava sull'altro e un terzo sui due.
Alla fine, non si sa come n perch, la prua della Buona Speranza fu staccata e Senz
alegge, che nonostante il pandemonio era riuscito a rimanere al timone, grazie a
lla sua forza fisica e al suo pugnale rimise la nave in marcia. E la nave ripres
e a vacillare sul mare tempestoso, con il ponte ingombro di uomini caduti che si
trascinavano nelle tenebre.
Allora Senzalegge rinfoder la daga e, rivolgendosi all'uomo pi vicino, disse: - Li
ho segnati col mio marchio, compare, li ho segnati quei cani codardi!
Mentre lottavano e si dibattevano per mettere in salvo la pelle, gli uomini non
avevano potuto fare caso ai rudi colpi e fendenti, a prezzo dei quali Senzalegge
era riuscito a conservare il proprio posto in mezzo al parapiglia. Ma forse ora
cominciavano a vederci un po' pi chiaro, o forse avevano afferrato il senso dell
e parole del timoniere.
Certo che i soldati, colpiti dal panico, si riprendono lentamente e acquistando
coscienza della loro codardia e vergognandosene, quasi a cancellare la memoria d
ella loro colpa, si danno immediatamente a un'estrema insubordinazione. E cos avv
enne: gli stessi uomini che avevano gettate le armi ed erano stati tirati su a b
ordo della Buona Speranza, si scagliarono contro i loro capi chiedendo che qualc
uno fosse punito.
Si scagliarono con rabbia soprattutto contro Senzalegge.
Per portarsi al largo, il vecchio furfante aveva girato la prua verso il mare.
- Attenti! - url uno dei malcontenti, - ci porta verso il mare!
- E' vero, - grid un altro, - siamo traditi, siamo traditi!
E subito tutti insieme iniziarono a urlare che erano stati traditi e con minacce
e invettive orribili ordinarono a Senzalegge di ricondurre la nave immediatamen
te a terra. Senzalegge, digrignando i denti, continu a mantenere la nave sulla ro
tta buona, guidandola attraverso formidabili cavalloni. Al loro pusillanime terr
ore e alle loro disonoranti intimidazioni, tra l'ebbrezza del vino e l'amor prop
rio, non si degnava di rispondere. Alcuni dei malcontenti si raggrupparono dietr
o l'albero, come galli di cortile che cantano per farsi coraggio. Era chiaro che
sarebbero stati capaci di qualsiasi atto d'ingiustizia e d'ingratitudine. E men
tre Dick cominci a salire su per la scaletta, capendo che era ora di intervenire,
uno dei fuorilegge, che era anche lui marinaio, lo precedette.
- Ragazzi, - cominci a dire. - Siete delle vere teste di legno! Per tornare, biso
gna andar pure al largo, no? E il vecchio Senzalegge...
Un uomo colp l'oratore sulla bocca, e un istante dopo, con la rapidit di una saett
a, il poveretto fu rovesciato sul ponte, calpestato e massacrato a colpi di daga
dai compagni. Nel vedere ci Senzalegge, ormai furioso, tuon con una bestemmia; e
senza curarsi delle conseguenze, abbandon il timone:
- Governate voi!
In quel momento La Buona Speranza era sospesa sopra un cavallone; con una violen
za incredibile scivol gi dall'altra parte, e un'ondata, come un enorme baluardo ne
ro, le si sollev davanti; con un urto spaventoso la nave affond gi, attraverso quel
la montagna d'acqua che inond immediatamente la nave dalla prua alla poppa, lanci
ando la spuma oltre la cima dell'albero; subito dopo riemerse dall'altra parte,
in un fremito d'indecisione, tremante come un animale ferito.
Sei o sette dei malcontenti erano stati spazzati in mare dall'onda; gli altri, a
ppena poterono parlare, cominciarono a pregare tutti i santi, supplicando Senzal
egge di tornare al timone.
Senzalegge non si fece pregare due volte: le terribili conseguenze del suo sacro
santo sdegno lo richiamarono a s immediatamente. Meglio di tutti, egli sapeva qua
nto La Buona Speranza fosse stata vicina al naufragio; e dalla passivit con cui a
ffrontava ora il mare poteva capire che non erano ancora salvi.
Dick, che era stato scaraventato nella stiva e per poco non era annegato, si alz,
a fatica avanz verso la prua inondata e con l'acqua fino alle ginocchia si ranni
cchi accanto al timoniere.
- Senzalegge, - grid, - contiamo tutti su di voi; voi siete un uomo valoroso e ab
ile; tre uomini fidati veglieranno per la vostra incolumit.

- Inutile, Mastro Shelton, inutile! - esclam il timoniere, continuando a sondare


le tenebre con lo sguardo. - Ci stiamo via via allontanando dai banchi di sabbia
e il mare si fa sempre pi turbolento; quanto a questi piagnucoloni, presto saran
no a pancia all'aria; perch, Mastro Shelton... un mistero, ma la verit, che non c'
mai stato un mascalzone che fosse anche un buon marinaio. Solo la gente onesta e
valorosa pu sopportare lo sballottamento della nave.
- No, Senzalegge, - disse Dick ridendo, - proprio un detto da marinaio, e vale q
uanto il fischio del vento. Ma ditemi, di grazia, dove siamo diretti? Siamo su u
na buona rotta? Ce la caveremo?
- Mastro Shelton, - rispose Senzalegge, - io sono stato frate, grazie a Dio... a
rciere, ladro e marinaio. Di tutti questi abiti, quello in cui mi piacerebbe mor
ire quello di frate, come immaginerete bene; e quello che mi garberebbe meno la
giacca incatramata da marinaio; e per due ottime ragioni: la prima che la morte
pu prenderci all'improvviso, in qualsiasi momento; la seconda... che provo orrore
per l'asfissia in questo gran ribollire di acqua salata sotto i nostri piedi...
- e Senzalegge batt il piede per terra. - Tuttavia, - prosegu, - se questa notte
non morir la morte del marinaio accender un grosso cero alla Madonna.
- E cos grave la situazione? - chiese Dick.
- Proprio cos, - rispose il furfante. - Non sentite come la nave si muove a stent
o sulle onde? Non sentite l'acqua nella stiva? Sente appena il timone; aspettate
che affondi ancora un po': in quel caso, o affonder sotto i nostri piedi come un
masso di pietra, o andr alla deriva e si infranger sulla spiaggia, sfasciandosi i
n mille pezzi.
- Parlate con coraggio - rispose Dick. - Non avete paura, dunque?
- Perch dovrei averne, Mastro Shelton? - rispose Senzalegge. - Se c' un uomo a cui
stato affidato un cattivo carico da condurre in porto, quello sono io ... frate
rinnegato, ladro e chi pi ne ha pi ne metta. Vi stupirete molto, ma ho nella mia
bisaccia una buona speranza e se devo annegare, annegher con l'occhio lucido e se
nza tremor di mano, Mastro Shelton.
Dick non disse nulla, ma fu sorpreso della fermezza d'animo del vecchio vagabond
o; e temendo qualche nuova esplosione di violenza o tradimento, and subito alla r
icerca di tre uomini fidati. La maggior parte della ciurma aveva disertato il po
nte, che era ininterrottamente inondato dagli spruzzi e li esponeva all'asprezza
del vento invernale, e s'era radunata nella stiva, fra le botti di vino, alla l
uce oscillante di due lampade appese al soffitto.
Alcuni conservavano il buon umore e brindavano col vino guascone di Arblaster; m
a dal momento che La Buona Speranza continuava ad agitarsi tra i marosi spumeggi
anti, lanciandosi ora con la poppa ora con la prua, ora in aria ora negli abissi
marini, il numero degli allegri compari diminuiva a ogni istante e a ogni impen
nata. Molti rimanevano in disparte, medicandosi le ferite, ma la maggior parte e
rano gi spossati dal mal di mare e si lamentavano coricati per terra.
Greensheve, Cuckow e un giovane di Lord Foxham, che si era fatto notare da Dick
per la sua saggezza e temerariet, erano ancora in gamba e in grado di ubbidire ag
li ordini. Dick li incaric di fare da guardia al timoniere, poi, dopo un'ultima o
cchiata al mare e al cielo color pece, scese gi nella cabina dove avevano portato
Lord Foxham.
Capitolo sesto
La Buona Speranza esce di scena
I lamenti di Lord Foxham si confondevano con gli ululati del cane a bordo. La po
vera bestia, sia che provasse pena per essere stata separata dai suoi amici, sia
che percepisse il pericolo imminente, esplodeva in ululati che sovrastavano per
sino il muggito delle onde e dell'uragano; e ai pi superstiziosi sembrava di sent
ire i rintocchi funebri della Buona Speranza.
Lord Foxham giaceva su una cuccetta, sopra un manto di pelliccia; una lampada ar
deva fioca a una parete, davanti all'immagine della Vergine, e alla luce di essa
Dick pot scorgere il volto cadaverico e gli occhi mesti del ferito.
- Sono grave, - egli disse. - Venite vicino, giovane Shelton, che almeno veda qu

alche volto amico; perch, dopo aver vissuto nobilmente tutti i giorni della mia v
ita, ben triste rimaner ferito in una scaramuccia e morire cos, in una barcaccia,
in mezzo al freddo e le intemperie, fra gente rozza e miscredente.
- Non dite cos, signore, - disse Dick, - io prego tutti i santi che voi possiate
guarire e tornare presto a terra sano e salvo.
- Come? - domand Lord Foxham. - Tornare presto a terra? Allora c' speranza?
- La nave procede a stento... il mare infuria avverso, - rispose il giovane, - e
, a quanto dice il timoniere, saremo fortunati se arriveremo a terra senza fare
un bagno.
- Ah! - esclam il barone sconsolato, - dunque tutti i terrori accompagneranno la
mia anima nel momento del trapasso! Signore, auguratevi piuttosto che la vostra
vita sia dura in modo da poter poi morire in pace: questo vale molto di pi che es
ser riverito e ossequiato per tutta la vita per poi, all'ultima ora, piombare ne
lla spaventosa sventura! Ho sulla coscienza peccati che devo assolutamente confe
ssare. C' un prete a bordo?
- No, - rispose Dick.
- Allora pensiamo agli interessi secolari, - aggiunse Lord Foxham. - Bisogna che
anche dopo la morte voi siate per me un cos buon amico, come foste un leale avve
rsario in vita. Muoio in un brutto momento, brutto per me, per l'Inghilterra e p
er quelli che si sono affidati a me. I miei uomini dovranno essere accompagnati
da Hamley... il vostro rivale di un tempo; si riuniranno nella sala lunga a Holy
wood; questo anello che mi sto sfilando dal dito vi servir per poter presentare i
miei ordini; inoltre scriver due righe su questo foglio di carta, per pregare Ha
mley di lasciarvi la fanciulla. Obbedirete agli ordini? Non lo so.
- Ma..- Signore, di quali ordini si tratta? - domand Dick.
- Di ordini, - disse il barone, - si... di ordini; - poi, guardando Dick perples
so: - Siete Lancaster o York?
- Mi vergogno a dirlo, - rispose Dick. - Non mi facile rispondere. Ma certo che,
dal momento che so-no con Ellis Duckworth, servo la casa di York. Ebbene, dunqu
e, mi dichiaro per York.
- Bene, - disse l'altro; - benissimo; poich, in verit, se mi aveste detto che part
eggiavate per Lancaster non so cosa avrei fatto. Io sono qui per sorvegliare i s
ignori di Shoreby, mentre il mio eccellente padrone, Lord Richard di Gloucester,
prepara forze sufficienti per piombar loro addosso e disperderli. Ho preso nota
delle forze di cui dispongono, delle strade che sorvegliano, dei luoghi dove si
radunano e mi sono impegnato a consegnarle al mio giovane Lord domenica, alle u
ndici del mattino, alla croce di St. Bride nei pressi della foresta. Probabilmen
te mancher all'appuntamento, ma vi prego di andarci voi per me; e fate in modo ch
e n piacere, n dolore, n tempesta, n ferita vi impediscano di essere l all'ora presta
bilita, poich proprio da questo dipende la sorte dell'Inghilterra.
- Contate su di me, - disse Dick, - state pur certo che la vostra volont sar fatta
.
- Molto bene, - disse il ferito. - Il signor duca vi dar altri ordini, e se voi g
li obbedirete con decisione e buona volont, sar la vostra fortuna. Avvicinate un p
o' la lampada, che io possa scrivere queste due parole per voi.
Scrisse una nota "al suo onorevole cugino Sir John Hamley", e poi un'altra senza
indicazione del destinatario.
- Questa per il duca, - disse. - La parola d'ordine "Inghilterra ed Edoardo", la
risposta "Inghilterra e York".
- E Joan, signore? - domand Dick.
- La prenderete come meglio potrete, - rispose il barone; - in queste due letter
e vi ho indicato come l'uomo che ho scelto per lei; ma bisogner che ve la prendia
te da voi. Io ci ho provato, come sapete, e ci ho rimesso la vita. Il prezzo pi a
lto che si possa pagare.
Nel frattempo il ferito cominciava a sentirsi estremamente debole e Dick, ripost
e le preziose carte nel petto, gli augur di riprendersi e lo lasci riposare.
Era ormai giorno, freddo e azzurro, con qualche fiocc di neve. Sottovento alla Bu
ona Speranza si intravedeva la costa, che alternava promontori rocciosi a baie s
abbiose; pi in l, nell'entroterra, si delineavano le colline boscose di Tunstall;
il vento e le onde si erano calmate, ma la nave emergeva appena dalla superficie

dell'acqua.
Senzalegge era sempre al timone; quasi tutti gli uomini erano saliti sul ponte e
guardavano demoralizzati la costa inospitale.
- Siamo diretti verso terra? - chiese Dick.
- Si, - rispose Senzalegge; - a meno che non andiamo prima a fondo.
In quel momento la nave si sollev con uno sforzo cos debole incontro all'onda, e l
'acqua si rovesci cos brutalmente sulla stiva, che Dick ebbe l'impulso di afferrar
e il timoniere per un braccio.
- Per la Santa Messa! - url Dick non appena la prua riemerse dalla spuma; - crede
vo ormai di essere a fondo e il cuore mi balzato in gola.
Al centro della nave, Greensheve, Hawksley e i migliori uomini della compagnia s
i affannavano a demolire il ponte per costruire una zattera; Dick si un a loro e
si mise a lavorare con grande foga per dimenticare la situazione; eppure a ogni
ondata che colpiva la povera imbarcazione, e ogni volta che la nave sprofondava
vacillante, non poteva non pensare con orribile angoscia all'imminenza della mor
te.
Ad un tratto, distogliendo gli occhi dal lavoro, Dick si accorse che erano ormai
vicino alla costa, ai piedi di un promontorio che si levava quasi a picco sul p
onte e pi in alto ancora, sulla sommit di una duna, si scorgeva una casa.
Entrati nella baia, le onde si rincorrevano vivacemente, sollevavano La Buona Sp
eranza sui loro dorsi spumeggianti, e la portavano con s, malgrado la volont del t
imoniere. All'improvviso le onde gettarono la nave sulla sabbia con un urto viol
ento, sommergendola fino a met albero, sballottandola in tutte le direzioni. Poi
una forte ondata la risollev e la port pi lontano; ne segui una terza che la lasci s
ulla costa in balia dei frangenti, incagliata sul dorso di un banco di sabbia.
- Ehi! ragazzi, - esclam Senzalegge - i santi ci hanno voluto bene per davvero! L
a marea sta calando; sediamoci e beviamo un buon bicchiere di vino; fra meno di
mezz'ora scenderemo tutti a terra, sicuri come se ci fosse un ponte.
Aprirono un barile e, sedutisi intorno come meglio poterono al riparo dalla neve
e dalla spuma delle onde, i naufraghi si passarono il vino di mano in mano, nel
tentativo di ristorarsi il corpo e lo spirito.
Intanto Dick era tornato da Lord Foxham che giaceva atterrito nella sua cabina,
col pavimento invaso fino alle ginocchia e la lampada, unica fonte di luce, orma
i spenta e frantumata dalla violenza dell'urto.
- Signore, - disse il giovane Shelton, - non abbiate paura; i santi ci proteggon
o; le onde ci hanno portato in cima a un banco di sabbia e non appena caler la ma
rea sbarcheremo a terra.
Ci volle quasi un'ora, prima che il mare si fosse ritirato abbastanza da permett
ere loro di scendere; la riva si scorgeva appena attraverso un velo di neve.
Da un'altura 1f vicino, un gruppo di uomini osservava con diffidenza i movimenti
dei nuovi arrivati.
- Dovrebbero venirci incontro e offrirci aiuto, - osserv Dick.
- Be', se non vengono loro da noi, andremo noi da loro, - rispose Hawksley. - Pi
presto ci conquistiamo un buon fuoco e un giaciglio asciutto, meglio sar per il n
ostro povero signore.
Ma non appena si incamminarono verso l'altura, gli uomini, tutti insieme, balzar
ono in piedi e lanciarono una tempesta di frecce contro i naufraghi.
- Indietro, indietro! - grid Lord Foxham. - Attenti, in nome del cielo! Non dovet
e rispondere assolutamente!
- No, - gli fece eco Greensheve, - estraendo una freccia dal suo giustacuore di
cuoio. - Non siamo certo nelle condizioni migliori per combattere: siamo bagnati
fradici, distrutti dalla stanchezza e intirizziti dal gelo. Ma, per l'amore del
la vecchia Inghilterra, perch tirano cose vigliaccamente su dei poveri compatriot
i in difficolt?
- Credono che siamo pirati francesi, - rispose Lord Foxham. - In tempi cos disgra
ziati, noi non possiamo nemmeno sbarcare sulle nostre spiagge; i nostri vecchi n
emici a cui una volta davamo la caccia per mare e per terra, adesso vanno e veng
ono a loro piacimento, a saccheggiare, uccidere, incendiare. E la miseria e la v
ergogna di questo povero paese.
Gli uomini sull'altura continuavano a tenerli sotto controllo mentre essi si tra

scinavano, arrampicandosi sulla costa, verso l'interno, tra le colline sabbiose


e desolate, seguendoli per un paio di chilometri, pronti a lanciare sui fuggitiv
i abbattuti e stanchi una nuova scarica di frecce. Soltanto quando, giunti final
mente su una vera strada, Dick cominci a dare ai suoi uomini un ordine un po' pi m
arziale, quei gelosi custodi delle coste d'Inghilterra scomparvero silenziosamen
te nella neve. Avevano fatto ci che stava loro a cuore: avevano protetto le loro
case e le loro stalle, le loro famiglie e il loro bestiame; salvaguardati cos i l
oro interessi particolari, non gliene importava nulla che i "francesi" andassero
a mettere a ferro e fuoco altre parrocchie del regno d'Inghilterra.

Libro quarto
Il travestimento
Capitolo primo
Il rifugio
La strada che Dick stava percorrendo non era molto lontana da Holywood e si trov
ava ormai a circa quindici chilometri da Shoreby-on-the-Till. Qui, dopo essersi
accertati di non essere stati seguiti i due gruppi si separarono. Gli uomini di
Lord Foxham si diressero al rifugio sicuro della grande abbazia, trasportando il
loro signore ferito; mentre Dick e i suoi dodici pirati rimasero a seguirli con
lo sguardo fin dietro la spessa cortina di neve.
Alcuni di loro erano feriti; tutti poi erano piuttosto adirati per la sconfitta
subita e per il pericolo corso; e sebbene fossero troppo affamati e infreddoliti
per far di pi, brontolavano e lanciavano sguardi di fuoco al capo. Dick divise t
ra loro il contenuto della sua borsa senza tenersi neanche un quattrino e li rin
grazi per il coraggio, anche se in cuor suo li rimproverava per essere stati poco
energici; poi, dopo aver cos mitigato l'effetto della sfortuna, li lasci andare p
er la loro strada, da soli o a coppie, verso Shoreby e La capra e la cornamusa.
Scosso per quanto era accaduto a bordo della Buona Speranza, Dick si scelse per
compagno di viaggio Senzalegge. Nevicava senza un attimo di tregua, e tutto into
rno era di un bianco candido, accecante; solo il vento si era calmato; e il mond
o intero sembrava cancellato e sepolto sotto quella silenziosa coltre di neve. E
ra facile smarrire la strada, morire assiderati e cadere in qualche burrone. Sen
zalegge faceva strada, tendendo il collo in avanti come un cane da caccia e chie
dendo, per cos dire, indicazioni ad ogni albero che incontrava e studiava la dire
zione come se stesse pilotando una nave nella burrasca.
Percorsi un paio di chilometri di foresta, giunsero ad un punto dove si congiung
evano parecchi sentieri, sotto un gruppo di alte querce. Nonostante lo stretto o
rizzonte del sipario di neve, era un punto facile da riconoscere, e infatti Senz
alegge, tutto soddisfatto, lo riconobbe immediatamente.
- Ora, Mastro Richard, - egli disse, - se non siete troppo orgoglioso per accett
are l'ospitalit di un uomo che non n gentiluomo di nascita, n buon cristiano, posso
offrirvi un buon bicchiere di vino accanto al focolare per riscaldare le vostre
ossa gelate.
- Avanti Will! - rispose Dick. - Un buon bicchiere di vino accanto al focolare!
Camminerei miglia e miglia, pur d'averli!
Senzalegge imbocc il sentiero a sinistra, sotto i rami spogli del boschetto e, av
anzando deciso, giunse a una buca scoscesa piena per un quarto di neve e sovrast
ata da un faggio maestoso; e qui il vecchio pirata, scostando alcuni cespugli, s
pari sotto terra.
Qualche violento temporale aveva quasi sradicato il faggio e strappato un consid
erevole strato d'erba; l sotto, il vecchio Senzalegge aveva scavato la sua tana,
con le radici come travi, l'erba come tetto e la nuda terra come mura e paviment
o. Nonostante fosse un rifugio estremamente primitivo, il focolare annerito in u
n angolo e una gran cassa di quercia fasciata di ferro nell'altro, mostravano se
nz'ombra di dubbio che si trattava del rifugio di un uomo, e non della tana di u

n animale.
Sebbene la neve si fosse accumulata davanti all'ingresso, penetrando anche nel p
avimento della caverna, l'aria era comunque pi calda che fuori; e non appena Senz
alegge ebbe fatto sprizzare una scintilla e i rami secchi delle ginestre ebbero
cominciato ad ardere e a crepitare, il luogo acquist addirittura un'apparenza di
conforto e di benessere quasi domestico.
Sospirando tutto contento, Senzalegge allarg le mani vicino al fuoco e aspir profo
ndamente una inalazione di fumo.
- Ecco la tana di Senzalegge, - disse; - voglia il cielo che non ci entrino mai
dei cani! Ho girato di qua e di l, un po' dappertutto, da quando a quattordici an
ni fuggii dall'abbazia con la catena d'oro del sagrestano e un libro da messa ch
e vendetti per quattro marchi; ho percorso in lungo e in largo Inghilterra, Fran
cia, Borgogna e Spagna, da un monastero all'altro per salvare la mia povera anim
a; e sono stato anche sul mare, che non il paese di nessuno. Ma qui la mia casa,
Mastro Shelton. La mia patria questa buca scavata nella terra. Piova o tiri ven
to... che sia primavera, quando tutti gli uccelli cantano e cadono i fiori sul m
io letto, o sia inverno e io sieda solo presso il mio buon focolare, mentre il p
ettirosso cinguetta nel bosco... questa la mia chiesa e il mio villaggio, la mia
sposa e il mio bambino... E qui mi piace tornare, e qui, se i santi vorranno, v
err a finire i miei giorni.
- E davvero un bel cantuccio caldo, - disse Dick. - Piacevole... e ben nascosto!
- Per forza, - rispose Senzalegge, - perch, se lo trovassero, Mastro Shelton, mi
si spezzerebbe il cuore. E qui, - soggiunse, scavando con le dita robuste nel su
olo sabbioso, - qui c' la mia cantina... e vi dar un bel fiasco di vino sopraffino
.
E infatti, quasi subito dissotterr un otre di cuoio pieno per tre quarti d'un vin
o forte e dolce; e dopo aver brindato da buoni amici, riattizzarono il fuoco che
ricominci a scoppiettare e si sdraiarono a godersi il tepore.
- Mastro Shelton, - osserv il pirata, - voi avete avuto due disgrazie in questi u
ltimi tempi... e per giunta state per perdere la fanciulla che amate... non vero
?
- Si, purtroppo vero! - rispose Dick scuotendo il capo.
- Ebbene, - continu Senzalegge, - ascoltate un vecchio pazzo che ha ficcato il na
so un po' dappertutto e ne ha viste di cotte e di crude!... Voi seguite troppo l
a strada degli altri, Mastro Dick. Vi mettete con Ellis, ma Ellis desidera sopra
tutto la morte di Sir Daniel. Vi mettete con Lord Foxham, bene... che i santi lo
proteggano! ... senza dubbio lui ha buone intenzioni... Ma perch non seguite la
vostra strada, buon Dick? Andate diritto verso la fanciulla! Fatele la corte, pr
ima che vi dimentichi! Tenetevi pronto e, non appena si presenter l'occasione, po
rtatevela via a cavallo!
- Una buona idea, non vi dubbio, - rispose Dick, - ma intanto lei si trova nella
casa di Sir Daniel.
- Allora andremo l, - rispose il pirata.
Dick lo guard con aria stupita.
- Si, proprio cos, - conferm Senzalegge. - E se avete cos poca fede ed esitate alla
prima parola, ebbene guardate un po' qui!
E tirata fuori una chiave che portava appesa al collo, il fuorilegge apri la cas
sa di legno di quercia e, frugando ben bene, ne trasse una tonaca da frate, una
cintura di corda e un grosso rosario, tanto pesante da poter servire da arma.
- Questo per voi, - disse.
Quando Dick ebbe indossato la tonaca, tir fuori dei colori e cominci con grande pe
rizia a truccargli il viso. Gli disegn delle spesse sopracciglia; lo stesso fece
con i baffi appena visibili; infine, con qualche linea intorno agli occhi, ne mu
t l'espressione facendolo sembrare molto pi vecchio della sua et.
- Ora, - concluse, - aspettate che io faccia altrettanto e saremo la pi bella cop
pia di frati che si sia mai vista al mondo. E andremo audacemente in casa di Sir
Daniel e, vedrete, ci sar offerta ospitalit per amore di nostra madre chiesa.
- Come potr ricompensarvi, mio buon Senzalegge? - grid il giovane.
- Tacete, fratello mio, - rispose il pirata, - io faccio tutto solo per mio piac
ere. Non pensate a me perch a me, per la Santa Messa!, posso pensare da solo. Se

mi manca qualcosa, ho la lingua lunga e una voce che forte come la campana di un
monastero... io chiedo, figlio mio!, e se chiedere non basta, il pi delle volte
prendo.
E poi fece una smorfia cos buffa che Dick, bench gli dispiacesse di essere a tal p
unto obbligato verso un tale mascalzone, non pot far altro che ridere.
Dopo di che Senzalegge si avvicin di nuovo alla cassa e si abbigli alla stessa man
iera; ma, con sorpresa di Dick, si nascose sotto la tonaca anche un fascio di fr
ecce nere.
- A che vi servono?- gli chiese il giovane. - Se non prendete l'arco?
Bah! - rispose Senzalegge - probabile che vi saranno delle teste rotte... oltre
che delle schiene... prima che usciamo entrambi sani e salvi dal luogo dove andr
emo; e se deve scapparci il morto, vorrei che ne avessimo noi l'onore. Una frecc
ia nera, Mastro Dick, il sigillo del nostro convento; serve a svelare chi abbia
scritto il biglietto.
- Visto che siete cos accurato nei preparativi, - disse Dick, - io ho qui delle c
arte che nell'interesse mio e di chi me le ha affidate, sarebbe meglio mettere a
l sicuro, perch non mi vengano trovate addosso. Dove potrei nasconderle, Will?
- Be', - rispose Senzalegge, - io esco nel bosco a farmi una bella fischiatina e
nel frattempo voi potete seppellirle dove vi pare e piace.
- Mai e poi mai! - esclam Dick. - Io ho fiducia in voi, amico. Sarei davvero un i
ngrato, se non mi fidassi.
- Fratello, voi non siete che un ragazzo, - rispose il vecchio pirata, fermandos
i sulla soglia della tana e guardandolo fisso negli occhi. - Io sono un bravo cr
istiano, non un traditore, e non risparmio il mio sangue, se un amico in pericol
o. Ma badate bene, caro fanciullo, io sono un ladro di mestiere, di nascita e d'
abitudine. Il giorno che la mia bottiglia fosse vuota e la mia gola secca, non e
siterei a derubarvi, caro mio, cos com' vero che amo, stimo e ammiro le vostre azi
oni e la vostra persona! Si pu parlare pi chiaro di cos? Non credo proprio!
E si allontan fra i cespugli, facendo schioccare le gigantesche dita.
Lasciato solo, Dick medit un istante sull'inconsistenza di carattere del suo comp
agno, dopo di che tir fuori, rilesse e nascose le sue cane; ne tenne con s una sol
a, che non era affatto compromettente per i suoi amici e avrebbe potuto essergli
utile, all'occorrenza, contro Sir Daniel: la lettera scritta dallo stesso Sir D
aniel a Lord Wensleydale, affidata a Throgmorton il giorno dopo la disfatta di R
isingham e trovata poi da Dick sul corpo del messaggero.
Allora, dopo aver calpestato gli ultimi resti del fuoco, Dick uscito dal rifugio
raggiunse il vecchio pirata sotto le querce spoglie. La neve aveva ricominciato
a cadere. Si guardarono in faccia e poi scoppiarono a ridere, tanto sembravano
due veri frati.
- Come vorrei che fosse estate e ci fosse bel tempo, - disse il furfante, - se s
olo potessi specchiarmi in una pozzanghera. Ci sono molti uomini di Sir Daniel c
he mi conoscono, e se ci riconoscono, per voi forse spenderebbero due paroline i
n pi, caro mio, ma per me non sprecherebbero neanche il fiato per un Paternoster
e in un attimo sarei appeso a una corda.
Si misero dunque in cammino lungo la strada di Shoreby, che in quel tratto segui
va il margine della foresta, sbucando ogni tanto in aperta campagna e passando d
avanti a umili fattorie e tuguri di povera gente.
Ad un certo punto, alla vista di uno di questi, Senzalegge si ferm e con voce inc
redibilmente soave e appropriata alla veste monacale gli disse:
- Fratel Martino, proviamo a chiedere l'elemosina a questi poveri peccatori. Pax
vobiscum! Eh! - soggiunse poi tornando alla sua voce normale; - ecco quello che
temevo; ho perduto l'intonazione piagnucolosa che ci vorrebbe, e, col vostro pe
rmesso, Mastro Shelton, mi eserciter un po' con questi contadini, prima di risell
iate la pelle in casa di Sir Daniel. Vedete che cosa straordinaria il saper fare
tutti i mestieri? Se non fossi stato marinaio, non sareste andato a fondo con L
a Buona Speranza; se non fossi stato ladro non sarei stato capace di truccarvi i
n quel modo; e se non fossi stato frate e non avessi cantato nel coro e mangiato
in refettorio, n io n voi potremmo portare queste tonache senza che i cani stessi
ci smascherassero e abbaiassero all'imbroglio.
Proprio sotto la finestra della fattoria, Senzalegge si alz in punta di piedi e g

uard dentro.
- Ehi, - esclam - che meraviglia! Qui potremo mettere alla prova il nostro traves
timento e faremo una bella burla a Fratel Capper!
Cos dicendo, apri la porta ed entr per primo.
Tre uomini della loro banda stavano seduti a tavola, tutti intenti a mangiare vo
racemente; i loro pugnali, piantati a portata di mano sulla tavola, e gli sguard
i cupi e minacciosi che i tre amici lanciavano ai padroni di casa, dimostravano
chiaramente che quel festino lo dovevano pi alla forza che alle buone maniere. E
ai due frati che con umile dignit entrarono in cucina, si rivolsero in modo piutt
osto maleducato; uno d'essi, John Capper in persona, che si dava arie da capo, i
ntim loro di uscire immediatamente.
- Non vogliamo mendicanti qui, - url.
Ma un altro uomo, pur non riconoscendo Dick e Senzalegge, si mostr un po' pi ragio
nevole.
- Cos no! - grid. - Se noi siamo forti e prendiamo, e questi sono deboli e domanda
no, alla fine questi saranno i primi e noi gli ultimi. Non badate a costui, frat
ello, venite e bevete con me e datemi la vostra benedizione!
- Siete uomini di poca testa, carnali e maledetti, - esclam il monaco. - Che i sa
nti ci guardino dal bere con esseri simili! Ma ecco, per la piet che ho di tutti
i peccatori, vi lascio una santa reliquia che, nell'interesse della vostra anima
, vi ordino di baciare e ossequiare.
Cos tuon Senzalegge, come un vero frate predicatore; ma poi, d'un tratto, estrasse
da sotto la veste una freccia nera, la conficc sulla tavola dei tre banditi sbig
ottiti e, preso Dick per un braccio, usc in fretta e furia e spar nella neve, prim
a ancora che essi potessero fiatare o muovere un dito.
- Vedete, - disse, - abbiamo messo alla prova il nostro trucco, Mastro Shelton.
Ora sono disposto a rischiare la pellaccia dove e quando volete.
- Bene, - rispose Richard. - Non vedo l'ora di mettermi all'opera. E ora filiamo
dritti a Shoreby!
Capitolo secondo
Nella casa dei nemici
Sir Daniel viveva a Shoreby in una casa grande e comoda, coi muri intonacati di
bianco, e coperta da un basso tetto di paglia. Dietro aveva un giardino pieno di
alberi da frutto, viali e boschetti, e sovrastato dalla torre della chiesa dell
'abbazia.
La dimora poteva ospitare, all'occorrenza, la compagnia di un personaggio pi illu
stre di Sir Daniel, ma bastava il seguito di questi per riempirla di frastuono:
il cortile risuonava di armi e di zoccoli ferrati, la cucina, strapiena di cuoch
i, ronzava come un alveare mentre un gruppo folto di menestrelli e suonatori di
vari strumenti riempivano di suoni la sala. Quanto a generosit, buonumore e galan
teria Sir Daniel rivaleggiava con Lord Shoreby ed oscurava Lord Risingham.
Qualsiasi ospite era il benvenuto; menestrelli, saltimbanchi, giocatori di scacc
hi, venditori di reliquie, medicine, profumi e incantesimi, e, insieme con quest
i, preti d'ogni sorta, frati e pellegrini, tutti erano ben accetti alla tavola b
assa, tutti potevano dormire nei vasti granai o sulle nude panche della grande s
ala da pranzo.
Il pomeriggio del giorno dopo il naufragio della Buona Speranza, la dispensa, le
cucine, le scuderie e le rimesse che si stendevano su due lati della corte eran
o piene zeppe di perdigiorno, servitori di Sir Daniel vestiti della sua livrea r
ossa e azzurra, o forestieri provenienti dai luoghi pi svariati, attratti in citt
dalla gola e accolti favorevolmente dal cavaliere secondo la consuetudine dei te
mpi.
Continuava a nevicare senza posa, e il gelo e l'avvicinarsi della notte contribu
ivano a tenere tutta questa compagnia al coperto. Vino, birra e denaro abbondava
no; molti stavano distesi sulla paglia del granaio a giocare d'azzardo, altri st
avano ancora smaltendo la sbornia del pranzo. All'occhio di un osservatore moder
no la scena sarebbe sembrata il saccheggio di una citt; ma per un contemporaneo a

ppariva semplicemente come una festa in una casa di nobili.


Verso sera erano arrivati due frati, l'uno giovane e l'altro vecchio, e adesso s
i stavano riscaldando vicino a un grande fuoco. Erano circondati da una folla mi
sta di giocolieri, saltimbanchi e soldati; con questi, il frate vecchio aveva su
bito attaccato una conversazione cos vivace e condita da scoppi di risa e battute
campagnole, che il gruppo che gli stava intorno cresceva a ogni istante che pas
sava.
Il frate giovane, in cui il lettore ha certamente riconosciuto Dick Shelton, si
era seduto un po' in disparte, e pian piano andava allontanandosi sempre pi. A di
re il vero, ascoltava tutto diligentemente ma in silenzio, e con un'espressione
contegnosa del volto mostrava di non badare affatto ai motti di spirito del comp
agno.
Alla fine i suoi occhi, che vagavano continuamente da una parte all'altra, sorve
gliando tutte le entrate della casa, si pos su un gruppetto di persone che entrav
a dalla porta principale e attraversava diagonalmente il cortile. Due signore tu
tte impellicciate aprivano il corteo, seguite da due cameriere e quattro soldati
. Non erano ancora entrati in casa che Dick, sgusciando tra la folla dei gozzovi
glianti, stava gi seguendole di gran passo.
- La pi alta Lady Brackley - disse tra s e s - e dove si trova Lady Brackley, Joan
non pu esser lontana.
I quattro soldati si erano fermati sulla porta e le signore salirono su per una
scala di quercia scortate dalle due cameriere. Dick le segui. Era ormai l'imbrun
ire e l'oscurit della notte si era gi diffusa nella casa. Sui pianerottoli le torc
e bruciavano infisse agli anelli di ferro e lungo i corridoi tappezzati di stoff
e preziose risplendeva una lampada a ogni porta. Alcune porte erano aperte e Dic
k poteva, passando, vedere all'interno le pareti coperte di arazzi, i pavimenti
cosparsi di tappeti e il bagliore dei fuochi che ardeva.
Le due signore avevano gi fatto due piani e a ogni pianerottolo la pi giovane e mi
nuta si voltava a guardare il frate. Questi, tenendo gli occhi bassi e comportan
dosi nel modo pi appropriato al suo abito, non l'aveva guardata che una volta ed
era certo che lei non se ne fosse accorta. Al terzo piano, le dame si separarono
e la pi giovane continu a salire da sola, mentre l'altra, seguita dalle due ancel
le, imbocc il corridoio di destra.
Dick, con passo felpato, si ferm all'angolo, allung il collo e segui con lo sguard
o le tre donne che proseguirono lungo il corridoio senza voltarsi indietro.
- Bene, bene, - pens Dick. - Basta che io scopra dov' la camera di Lady Brackley e
prima o poi trover la signora Hatch che va a fare commissioni.
In quell'istante una mano gli si pos sulla spalla. Si volt di scatto e con un grid
o soffocato afferr per un braccio il suo aggressore.
Ma fu assai meravigliato di vedere che la persona che lo aveva agguantato cos bru
talmente era la ragazza in pelliccia, la quale da parte sua, meravigliata e quas
i atterrita, era pi spaventata di lui.
- Signora, - disse Dick lasciando la presa, - perdonatemi, ma io non ho occhi di
etro le