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LA FRECCIA NERA
**********************
Prologo
John Riparatorti
Un pomeriggio di tarda primavera, la campana del castello di Moat-House a Tunsta
ll prese a suonare a un'ora davvero inconsueta. Dappertutto, vicino e lontano, n
ella foresta e nei campi lungo il fiume, i contadini si affrettarono ad abbandon
are il lavoro per avvicinarsi alla sorgente del suono; mentre nel borgo di Tunst
all un gruppo di povera gente gi si chiedeva il motivo di quell'insolito appello.
A quei tempi, sotto il regno del vecchio Enrico VI, il villaggio di Tunstall, no
n era molto diverso da oggi: poche case di quercia massiccia, disseminate in una
lunga vallata verde che saliva dal fiume; in basso una strada che attraverso un
ponte saliva dalla sponda opposta fino a scomparire nel bosco, verso Moat-House
e pi su all'abbazia di Holywood; e proprio al centro del borgo sorgeva la chiesa
circondata da tassi. La foresta di olmi e querce verdi correva lungo i versanti
della valle, facendo da cornice al paesaggio. Nei pressi del ponte, proprio vic
ino a una croce di pietra piantata su una piccola altura, una mezza dozzina di d
onne e un uomo d'alta statura in camiciotto rosso, si stavano chiedendo cosa fos
se accaduto. Mezz'ora prima un messaggero era passato per il villaggio e senza n
eppure scendere da cavallo, tanta era la fretta, aveva bevuto un boccale di birr
a; ma ignorava egli stesso il motivo della sua venuta: portava soltanto delle le
ttere sigillate da Sir Daniel Brackley a Sir Oliver Oates, il curato che si occu
pava del castello in assenza del signore.
Ma ben presto l'attenzione dei contadini fu attratta da un cavallo al galoppo ch
e, sbucando dalla foresta e balzando sul ponte roboante, portava Mastro Richard
Shelton, pupillo di Sir Daniel. Egli almeno avrebbe saputo qualche cosa; e tutti
gli si avvicinarono per salutarlo e chiedergli delle spiegazioni. Si ferm volent
ieri: era un ragazzo non ancor diciottenne, dagli occhi grigi e dal volto abbron
zato; indossava un giubbotto di pelle di daino con collo di velluto nero, cappuc
cio verde in testa e un arco a tracolla. A quanto pareva, il messaggero aveva po
rtato delle grosse novit: era imminente una battaglia e Sir Daniel ordinava che o
gni uomo in grado di tirar d'arco o portare alabarda si recasse al pi presto a Ke
ttley se non voleva mettere alla prova la sua severit; ma quanto al nemico da com
battere, o al luogo della battaglia, Dick non sapeva nulla. Presto sarebbe arriv
ato Sir Oliver in persona e Bennet Hatch, che proprio in quel momento si stava a
rmando, avrebbe preso il comando del drappello.
- E la rovina di questa nostra terra, - disse una donna. - Se i signori fanno la
guerra, i contadini sono costretti a mangiare radici.
- Ma assolutamente no - rispose Dick; - chiunque ci seguir ricever sei pence al gi
orno e gli arcieri dodici.
- Se portano a casa la pelle, sicuro! - replic la donna; - ma... e se dovessero m
orire, caro signore?
- Cosa c' di meglio che morire per il proprio signore? - replic Dick.
- Io non mi riconosco in nessun signore - intervenne l'uomo dal camiciotto roso.
- Io ho seguito i Walsingham e cos abbiamo fatto tutti da Brierly in gi, finch, du
e anni fa, venuto Condlemas. E adesso dovrei mettermi dalla parte di Brackley! Q
uesto opera della legge! o vi sembra naturale? E ora con tutto il rispetto per S
ir Daniel e per questo Sir Oliver... che sa pi di legge che d'onest... io non rico
nosco nessun signore, tranne il povero re Enrico VI, che Dio lo abbia in gloria!
... disgraziato!... che non in grado di distinguere la sua mano destra dalla sin
istra.
- Voi siete un calunniatore, amico - replic Dick. - Diffamare cos il vostro padron
- Ma siamo qui proprio per questo, vecchio brontolone! - rispose l'altro. - Chi
se non voi potrebbe farcela con una guarnigione simile?
- Gi! quando siete messo alle strette vi ricordate del vecchio, - lo rimbecc Nick.
- Non uno di voi che sappia montare un cavallo o usare l'alabarda; e quanto a t
irar d'arco, poi... per San Michele! se ritornasse il vecchio Enrico V, si mette
rebbe dritto in piedi a farsi saettare a un soldo al colpo!
- No, Nick; c' ancora qualcuno che sa tirare bene, - disse Bennet.
- Tirare bene! - grid Appleyard. - Un buon colpo come lo intendo io? Ci vuole occ
hio, sapete, e una buona testa! Ora, ditemi quale sarebbe, secondo voi, un tiro
lungo, Bennet Hatch?
- Beh, - fece Bennet guardandosi intorno; - da qui alla foresta.
- Si, lunghetto, - ammise il vecchio, guardando dietro di s; poi port la mano sopr
a gli occhi e rimase a guardare fisso.
- Che cosa state guardando? - chiese Bennet con una risatina. - Vedete forse Enr
ico V?
Ma il vecchio continuava a guardare verso il colle, in silenzio; i raggi del sol
e inondavano i campi in declivio; qua e l qualche pecora bianca vagava brucando;
il vasto silenzio era rotto soltanto dai rintocchi lontani della campana.
- Allora, che cosa vedete, Appleyard? - chiese Dick.
- Mah!... gli uccelli... - rispose.
Infatti si vedeva abbastanza distintamente, sopra le cime degli alberi del bosco
che scendeva nel campo, e terminava con due verdissimi olmi a un tiro d'arco da
loro, uno stormo d'uccelli che ondeggiava in disordino, ora da una parte ora da
ll'altra.
- Allora, che cosa significano quegli uccelli? - chiese Bennet.
- Eh! - rispose Appleyard; - voi siete un soldato abbastanza esperto, Mastro Ben
net. Gli uccelli sono una buona sentinella; in terreno boscoso segnano la prima
linea di combattimento. Guardate ora; se fossimo in guerra, l potrebbero esserci
degli arcieri nascosti a spiarci, mentre noi stiamo qui senza sospettare niente.
- Suvvia, vecchio brontolone! - esclam Hatch; - gli uomini pi vicini a noi sono qu
elli di Sir Daniel, a Kettley; qui siete al sicuro come nella Torre di Londra; e
vorreste spaventarci per quattro passeri e quattro fringuelli!
- Sentitelo! - grugn Appleyard. - Quanti furfanti non darebbero i loro mozzi orec
chi pur di infilzare con una freccia uno di noi due! Per San Michele! Sapete mio
caro che ci odiano come due pestifere puzzole!
- In realt, odiano Sir Daniel, - rispose un po' pi calmo Hatch.
- Gi, odiano Sir Daniel, e ogni uomo che lo serve, - rimbecc Appleyard, - e in pri
mo luogo Bennet Hatch e il vecchio Nicholas, l'arciere. Sentite, ora: se laggi, a
l margine del bosco, ci fosse un buon tiratore al quale offrissimo un buon bersa
glio, come siamo noi ora, per San Giorgio! chi sceglierebbe tra noi due?
- Voi, scommetto quello che volete! - rispose Hatch.
- Il mio mantello contro una cintura di cuoio, che sceglierebbe voi! - url il vec
chio arciere. - Voi avete incendiato Grimstone... e non ve lo perdoneranno mai,
caro mio! Quanto a me, grazie a Dio, presto sar in un bel posticino, al sicuro da
frecce e da cannoni e da tutte le loro diavolerie! Io sono vecchio e mi avvio v
erso una dimora dove c' un letto pronto che mi aspetta. Ma voi, Bennet, dovrete r
estare sulla breccia, e se arriverete alla mia et senza essere stato impiccato, v
orr dire che il vecchio onesto spirito inglese sar morto e sepolto.
- Toccherebbe a voi, invece, che siete il pi stupido brontolone della foresta di
Tunstall! - ribatt Hatch, visibilmente irritato dalle previsioni del vecchio. - T
ornate alle armi prima che giunga Sir Oliver, e smettete di parlare a vanvera se
potete! Se aveste blaterato tanto con Enrico V, le sue orecchie sarebbero state
pi piene delle sue tasche.
Si ud nell'aria un ronzio, come d'un enorme calabrone; e il vecchio Appleyard, co
lpito in mezzo alla schiena da una freccia che lo trapass da una parte all'altra,
cadde lungo disteso con la faccia tra i cavoli. Con un grido Hatch si butt in av
anti. Poi, a carponi, si lanci di corsa verso la casa per cercare un riparo, ment
re Dick Shelton si era nascosto dietro un cespuglio di lill e puntava l'arco vers
o il punto della foresta da cui era giunta la freccia.
Non si muoveva foglia; le pecore continuavano a brucare tranquillamente; gli ucc
elli si erano calmati. Ma sul campo giaceva il vecchio, con tre spanne di frecci
a nella schiena, mentre Hatch rimaneva nascosto dietro lo steccato e Dick attend
eva carponi dietro il cespuglio.
- Vedete niente? - url Hatch.
- Nulla, - rispose Dick.
- E una vergogna lasciarlo l per terra! - esclam Bennet, cauto e pallido in volto.
- Tenete d'occhio il bosco, Mastro Shelton... fate molta attenzione! Che i sant
i ci assolvano! ... stato un bel tiro!
Bennet prese il vecchio arciere sulle ginocchia. Non era ancora morto; contraeva
i muscoli della faccia e apriva e chiudeva gli occhi meccanicamente, e aveva l'
aspetto orribile d'un uomo che soffre atrocemente.
- Mi sentite, vecchio Nick? - gli chiese Hatch. - vete un ultimo desiderio... pr
ima di lasciarci... fratello?
- Estraete la freccia e lasciatemi spirare, nel nome di Maria! - rantol il vecchi
o. - Ho finito di servire la vecchia Inghilterra... Forza, estraetela!
- Mastro Dick, - preg Bennet, - venite qui a dare un forte strattone. Morir in pac
e, povero peccatore!
Dick depose l'arco a terra e tirando con forza estrasse la freccia: uno zampillo
di sangue usc dalla ferita; il vecchio arciere si alz quasi in piedi, lev un'altra
invocazione a Dio e cadde a terra stecchito. Hatch, inginocchiandosi fra i cavo
li, cominci a pregare con fervore per la pace della sua anima; ma era chiaro che
aveva la mente altrove e, pur pregando, non cessava di tenere d'occhio il punto
del bosco da cui era partita la freccia. Quando ebbe finito si rialz e, toltosi d
a una mano il guanto corazzato, prese ad asciugarsi la faccia pallida e ancora s
udata per il terrore.
- Eh, - sospir, - la prossima freccia toccher a me.
- Chi stato, Bennet? - domand Richard, stringendo ancora la freccia tra le dita.
- Dio solo lo sa! - rispose Hatch. - Io e lui abbiamo cacciato via dalle loro ca
se e dai loro poderi pi di quaranta cristiani. Lui ha pagato, e ora, forse fra po
co, sar il mio turno. Sir Daniel tira troppo la corda.
- E una freccia strana, - fece Dick osservando il dardo.
- S, strana davvero! - grid Bennet. - Nera e con le penne nere. Una freccia malede
tta! perch una freccia nera, dicono, morte certa. E c' una scritta! Pulite via il
sangue. Che cosa si legge?
- " Appulyaird da parte di John Riparatorti", - lesse Shelton. - Che cosa signif
ica?
- Uhm! Questa faccenda non mi piace, - rispose l'altro, scuotendo la testa. - Jo
hn Riparatorti! E' il nome di un furfante pericoloso per tutti quelli che stanno
in alto! Ma perch rimaniamo qui a fare da bersaglio? Prendetelo per le gambe, mi
o bravo Mastro Shelton; io lo prender per le spalle e lo porteremo nella sua casa
. Sar un colpo tremendo per il povero Sir Oliver; diventer pallido come uno stracc
io e incomincer a pregare come un mulino a vento.
Sollevarono il cadavere del vecchio arciere e lo trascinarono nella casa dove av
eva sempre abitato solo; per non sporcare il materasso lo stesero sul pavimento,
cercando di comporne le membra meglio che poterono.
La casa di Appleyard era pulita e spoglia. C'erano un letto con una coperta azzu
rra, una credenza, un grande baule, un paio di sgabelli pieghevoli, un tavolo ri
baltabile e, appesa al muro, tutta l'armeria del vecchio soldato, col suo arco e
la sua corazza.
Hatch cominci a guardarsi intorno con curiosit.
- Nick aveva denaro, - disse. - Doveva avere da parte una sessantina di sterline
, nascoste da qualche parte. Vorrei poterle trovare! Quando si perde un vecchio
amico, Mastro Richard, non c' consolazione migliore che ereditare. Guardate quel
baule: scommetterei non so quanto che contiene un bel mucchietto d'oro. Era buon
o a guadagnare e pi ancora a mettere da parte, il vecchio arciere! Ora il Signore
dia pace all'anima sua! E' andato in giro ottant'anni, sempre in piedi e sempre
guadagnando; ma ora, povero brontolone, lungo e disteso e non ha pi bisogno di n
iente; e se il suo gruzzolo va a finire nelle mani di un amico, sar pi felice, cre
do, lass in cielo.
- Via, Hatch! - esclam Dick. - Un po' di rispetto per quei suoi occhi impietriti
per sempre! Vorreste derubarlo proprio davanti al suo cadavere? Risorgerebbe com
e Lazzaro!
Hatch fece parecchi segni della croce; ma intanto aveva ripreso colore e non era
facile smuoverlo dai suoi propositi; e si sarebbe avventato sul baule, se non s
i fosse udito lo stridio del cancello e subito dopo la porta di casa non si foss
e aperta per far entrare un uomo di circa cinquant'anni, alto e robusto, dalla f
accia rubiconda, in cotta e abito neri come gli occhi.
- Appleyard, - disse il visitatore entrando, ma poi di colpo si ferm esclamando:
- Ave Maria! Santi del paradiso, aiutateci! Che nuova questa?
- Brutta nuova per Appleyard, Sir Oliver, - rispose Hatch calmo e tranquillo. Infilzato sulla porta di casa e spedito proprio ora a quella del purgatorio. Si!
Se vero quanto dicono, l non gli mancher n carbone n candele.
Sir Oliver si diresse verso uno sgabello e ci si abbandon sopra, pallido e triste
.
- E un castigo! Ah quale grave disgrazia! - singhiozz; e cominci a sciorinare preg
hiere su preghiere, mentre Hatch, toltosi l'elmo in segno di rispetto, si era in
ginocchiato.
- Oh, Bennet, - disse il prete, appena si riprese. - Cosa pu esserci dietro? Chi
pu essere stato?
- Ecco la freccia, Sir Oliver. Il nome scritto sopra, - rispose Dick.
- Ah! - esclam il prete. - Che cosa orribile! John Riparatorti! Un vero nome da l
ollardo! E in inchiostro nero per giunta, come per malaugurio! Signori, questa s
ciagurata freccia non mi piace affatto. Ma necessario che ci consigliamo. Chi sa
r stato? Provate a pensarci, Bennet. Chi pu essere, fra i tanti neri nemici, che c
i sfida cos apertamente? Simmel? No, di sicuro!... I Walsingham? Neppure, non son
o ancora arrivati a tanto; sono sicuri che presto, se i tempi cambieranno, avran
no la legge dalla loro. Potrebbe anche essere Simone Malmesbury... Bennet, voi c
he cosa ne pensate?
- E voi, - rispose Hatch, - che ne pensate di Ellis Duckworth?
- No, Bennet, mai e poi mai! Lui proprio no! - esclam il prete. - Dal basso non p
roviene mai alcuna rivolta... cos almeno sono concordi nell'affermare tutti gli s
torici prudenti; la ribellione procede sempre dall'alto verso il basso; e quando
Dick, Tom ed Harry li prendono nel loro esercito, bisogna guardare dall'alto pe
r veder qual il signore che ne trae un guadagno. Sicuramente Sir Daniel, essendo
passato di nuovo dalla parte della Regina, deve essere malvisto dai signori di
York. Il colpo, Bennet, partito di l... come e perch, non lo sappiamo ancora; ma l
a causa della disgrazia sta proprio qui.
- Ascoltatemi, Sir Oliver, - disse Bennet, - gli animi sono talmente accesi in q
uesto paese, ch'io stesso per lungo tempo ho sentito odor di bruciato e cos quest
o poveraccio di Appleyard. E poi, col vostro rispetto, l'animo della gente cos ma
lvagiamente disposto verso di noi, che non ha bisogno di essere attizzato n da Yo
rk n da Lancaster. Ascoltate il mio semplice parere: voi, che siete chierico, e S
ir Daniel, che naviga con tutti i venti, avete usurpato i beni di molta gente e
altrettanta ne avete oppressa e impiccata. Dovreste pagare per tutto questo male
, ma alla fine, non so come, riuscite sempre ad avere la legge dalla vostra e cr
edete di aver risolto tutto. Ma lasciatemelo dire, Sir Oliver; l'uomo che voi av
ete depredato e battuto il pi arrabbiato, e, prima o poi, quando perder la calma,
imbraccer l'arco e vi pianter un metro di frassino nelle budella.
- No, Bennet, avete torto. Non ve la prendete se vi correggo, - continu Sir Olive
r, - voi siete un brontolone, un chiacchierone; avete una bocca pi grande di tutt
i e due orecchie; siate prudente, Bennet, siate prudente!...
- No, non dico altro; pensatela come vi pare! - rispose Hatch.
Il prete si alz dallo sgabello e da un astuccio che portava al collo estrasse cer
alacca e candela, stoppino e acciarino, e sigill con lo stemma di Sir Daniel il b
aule e la credenza, mentre Hatch lo osservava sconsolato; e cos uscirono dalla ca
sa con un certo timore e salirono a cavallo.
- A quest'ora dovremmo essere in cammino, Sir Oliver, - disse Hatch, aiutando il
prete a salire tenendogli la staffa.
- Gi, - rispose il parroco, - ma le cose sono cambiate, Bennet. Adesso non c' pi Ap
pleyard, pace all'anima sua, a difendere il presidio. Dovrete restare voi, Benne
ando e come vuole. Fatevi rispettare ovunque andiate e cercate amici fedeli, ric
ordatevelo. E pensate sempre a Bennet Hatch. Non esiste in terra un peggior furf
ante di lui! E allora... buona fortuna!
- Dio sia con voi, - gli rispose Dick - siete sempre stato un buon amico e non c
esser mai di dirlo.
- E... Mastro Shelton... ascoltatemi - aggiunse Hatch con una certa reticenza. Se questo Riparatorti dovesse infilzarmi con una freccia potreste, ehm, potrest
e forse offrire una moneta d'oro, magari una sterlina, per la mia povera anima..
.perch probabile che me la passer male in purgatorio.
- Sia fatta la vostra volont, Bennet, - rispose Dick. - Ma cosa vi viene in mente
, mio caro? Noi ci incontreremo di nuovo, e in un luogo dove avrete pi voglia di
birra che di messe.
- Che Dio lo voglia, Mastro Dick! - rispose l'altro. - Ma ecco che arriva Sir Ol
iver. Se fosse cos svelto d'arco com' di penna, sarebbe un ottimo soldato.
Sir Oliver diede a Dick una busta sigillata con la scritta; "Al mio onorevolissi
mo signore, Sir Daniel Brackley, sia la presente consegnata d'urgenza".
E Dick, conservandolo nella tasca interna della giacca, ordin di partire e prese
la strada del villaggio, verso Uccidente.
Libro primo
I due ragazzi
Capitolo primo
Alla locanda del Sole di Kettley
Quella notte Sir Daniel e i suoi uomini si trovavano, ben alloggiati e al sicuro
, a Kettley; ma il cavaliere di Tuns tali era uno di quegli uomini che trovano o
vunque modo di guadagnare, e anche allora, all'una di notte, era pronto a lancia
rsi in un'avventura che poteva fare la sua fortuna o rovinarlo, era ancora svegl
io a mettere sotto torchio quei poveri contadini. Si occupava specialmente di er
edit contestate; comprava i diritti del pretendente che aveva meno probabilit, poi
, grazie ai favori dei grandi signori che attorniavano il re, si procurava una s
entenza favorevole, oppure, in caso fosse andata troppo per le lunghe, s'impadro
niva con le armi del maniero contestato, confidando nella propria influenza o ne
lla competenza legale di Sir Oliver. Kettley era una delle propriet che si era ac
caparrato in quel modo anche se per vincere l'opposizione dei feudatari avevi co
ndotto da quella parte le sue truppe appunto per mettere a tacere lo scontento.
Alle due del mattino, Sir Daniel sedeva in una stanza della locanda, accanto al
camino, poich a quell'ora tra le paludi di Kettley soffiava un vento freddo. Tene
va a portata di mano un boccale di birra. S'era tolto l'elmo a visiera e sedeva
con una mano che sosteneva la testa calva e minuscola; con il volto scuro se ne
stava ravvolto in un mantello rosso sangue. Dalla parte opposta, una dozzina di
uomini montavano la guardia alla,porta o dormivano sdraiati sulle panche; un po'
pi vicino un ragazzo di dodici o tredici anni se ne stava sdraiato sul pavimento
avvolto in un mantello. In piedi, di fronte a lui, stava l'oste del Sole, un uo
mo grande e grosso.
- Attento, caro oste, - disse Sir Daniel, - obbedite sempre i miei ordini e io s
ar sempre il vostro buon signore; a capo dei borghi pretendo uomini fidati, e con
estabile sar Adam-a-More; pensateci bene. Se si dovessero scegliere altri uomini,
ci non vi gioverebbe affatto; anzi, sarebbe a vostro svantaggio. Per quelli che
hanno versato tributi ai Walsingham, prender un buon provvedimento.... e anche un
o per voi, caro oste.
- Mio buon cavaliere, - rispose l'oste - vi giuro sopra la santa Croce che se pa
gai i Walsingham lo feci perch fui costretto. Buon cavaliere, non amo affatto que
i farabutti dei Walsingham; erano spiantati come ladri, mio buon cavaliere. Date
mi un signore grande come voi; e chiedete ai vicini se non sono anima e corpo pe
r Brackley.
- Suvvia, mio buon cugino! - rispose Sir Daniel, con una certa seriet. - Non pens
ate che io vi prenda in giro, se non giusto per ridere un po', come si usa tra p
arenti e amici. Vi far fare un matrimonio di mille sterline, vedrete! Insieme a m
olti altri favori. Vi ho preso un po' bruscamente, a dire il vero, come volevano
i tempi; ma d'ora in poi vi servir con amore e gentilezza. Diventerete la signor
a Shelton... Lady Shelton, in fede mia! Il giovanotto promette bene. Su, non dov
ete adombrarvi per un riso onesto; una buona risata guarisce la malinconia! I fu
rfanti non ridono mai, caro cugino... E voi, mio buon oste, portate da mangiare
per mio cugino Mastro John. Sedete, caro mio, e mangiate.
- No, - replic Mastro John; - poich mi costringete con la forza a rimanere in ques
ta locanda, non toccher un tozzo di pane e digiuner per la salute della mia anima.
Ma vi prego, caro oste, portatemi una tazza d'acqua; vi sar assai grato della vo
stra cortesia.
- Avrete la dispensa, via! - grid il cavaliere. - Sarete assolto, in fede mia! Me
ttetevi il cuore in pace, dunque, e mangiate.
Ma il ragazzo era ostinato. Bevve una tazza d'acqua e, avvoltosi di nuovo nel ma
ntello, si sedette in un angolo a rimuginare.
Un paio d'ore dopo, il villaggio fu scosso da un grido d'allarme e da un gran fr
astuono di armi e di cavalli; poi uno squadrone di cavalleria si schier davanti a
lla porta della locanda, e Richard Shelton si present sulla soglia tutto ricopert
o di fango.
- Salve, Sir Daniel!
- Accidenti! Dick Shelton! - esclam il cavaliere; nel sentire il nome di Dick; l'
altro ragazzo gli lanci uno sguardo incuriosito. - Che ne stato di Bennet Hatch?
- Vi prego, signor cavaliere, di leggere questo messaggio di Sir Oliver che spie
ga tutto, - rispose Richard, consegnandogli la lettera del prete. - E consentite
mi di consigliarvi di recarvi in fretta e furia a Risingham poich, venendo qua, a
bbiamo incontrato un messaggero che cavalcava furiosamente portando certe letter
e. Da quanto diceva, il conte di Risingham si troverebbe in grande pericolo e av
rebbe bisogno urgente di voi.
- Che dite? In pericolo? - rispose il cavaliere. - Se cos ci affretteremo sedendo
ci, mio buon Richard. Considerando come vanno le cose in questo povero regno d'I
nghilterra, chi va pi adagio va pi sicuro. Il ritardo, dicono, genera pericolo; ma
si dice anche che sia la fretta a rovinare gli uomini; ricordatevelo, caro Dick
. Ma vediamo, prima, che bestiame mi avete portato. Selden, una torcia, qui alla
porta!
Sir Daniel usc a gran passi in strada e ispezion le sue nuove truppe alla luce sca
rlatta della fiaccola. Era un uomo poco simpatico e un padrone poco amato; ma co
me condottiero era assai stimato da chiunque seguisse il suo stemma: il suo slan
cio, il suo provato coraggio, la sua attenzione ai bisogni dei soldati, i suoi s
tessi scherzi grossolani erano incredibilmente apprezzati da quelle canaglie in
elmo e spada.
- Ehi! per la Santa Croce! - grid; - chi sono questi poveri diavoli? Storti e cur
vi come archi, secchi come arpioni. Amici, voi dovrete formare la prima linea! P
osso risparmiarvi, cari miei! Guardate quel vecchio furfante in sella a quel pez
zato! Un montone di due anni a cavallo di un porco avrebbe un aspetto pi marziale
. Ohi! Clipsby, ci siete anche voi, vecchio caprone? Ecco un uomo che posso perd
ere senza rammarico; andrete davanti a tutti, con un occhio di toro dipinto sull
a schiena; sarete il miglior bersaglio per gli arcieri; sarete voi a mostrarmi l
a strada, messere!
- Vi indicher qualunque strada, Sir Daniel, fuorch quella di cambiar bandiera, - r
ispose seccamente Clipsby.
Sir Daniel scoppi in una sonora risata.
- Bravo! Ben detto! Avete in bocca una buona lingua! Vi perdono per il vostro sp
irito. Selden, badate che abbiano da mangiare, uomini e bestie!
Il cavaliere rientr nella locanda.
- Ora, mio caro Dick, - disse, - mangiate! C' della buona birra e del prosciutto!
Mangiate, mentre io leggo.
Sir Daniel aprila lettera; via via che leggeva, la fronte gli si faceva sempre p
i scura. Quando ebbe finito, sedette per qualche minuto a riflettere. Poi fiss neg
- Si, - rispose Matcham; - devono essersi accorti della mia fuga e ora non ho pi
un cavallo! - e divenne pallido come la morte.
- Che faccia! - esclam Dick. - Siete molto in vantaggio su di loro, e siamo ormai
vicini al passo del fiume. E poi sono io, non voi, quello senza un cavallo.
- Ahim, mi prenderanno! - grid il fuggitivo. - Dick, mio buon Dick, vi supplico, a
iutatemi!...
- Ma che cosa vi prende adesso? - chiese Dick. - Mi sembra sia abbastanza chiaro
che vi sto aiutando.
Ma mi piange il cuore di avere un compagno cos pusillanime! E poi sentitemi bene,
John Matcham, giacch vi chiamate John Matcham, io, Richard Shelton, accada ci che
accada, vi accompagner sano e salvo fino a Holywood. E che i santi mi ripaghino
di egual moneta, se vi mancher di parola. Coraggio, state di buon umore, signor F
accia-pallida. Il sentiero sta migliorando; spronate il cavallo! Pi forte, pi fort
e! Non badate a me; io corro come una lepre!
Cos, con il cavallo al trotto e Dick che gli correva accanto senza troppo sforzo,
percorsero il resto della palude e giunsero sulla riva dei fiume, vicino alla c
apanna del barcaiolo.
Capitolo terzo
Il traghetto della palude
Pigro e melmoso, il Till era un fiume ampio, che in quel punto, uscendo dalla pa
lude, scorreva fra alcune isolette folte di salici e acquitrinose.
L'acqua era torbida, ma, in quella mattina viva e luminosa ogni cosa diventava p
i bella; il vento e le martore ne arabescavano la superficie in innumerevoli incr
espamenti, e il riflesso del cielo si frangeva in lembi di un azzurro ridente.
Una piccola insenatura veniva incontro al sentiero e nei pressi della riva si na
scondeva la capanna del barcaiolo, fatta di vimini e di fango, col tetto ricoper
to d'erba verdeggiante.
Dick si avvicin alla porta e l'apr; il barcaiolo stava sdraiato su un vecchio e su
dicio mantello rossastro e tremava tutto; era un uomo di corporatura massiccia,
ma ora pareva scheletrito scosso com'era dalle febbri della palude.
- Ehi, Mastro Shelton! - disse, - siete qui per la barca? Brutti tempi, brutti t
empi! Fate molta attenzione: c' della gente, qui nei dintorni; fareste meglio a t
ornare indietro e attraversare il ponte.
- No, non possibile, ho moltissima fretta, - rispose Dick. - Il tempo vola e io
devo fare prestissimo.
- Che testone! - rispose il barcaiolo, alzandosi. - Se arrivate sano e salvo a M
oat-House, potete considerarvi fortunato; ma non dico altro. - Poi, guardando Ma
tcham, si ferm sulla soglia e strizzando l'occhio chiese - E chi costui?
- un mio parente, si chiama Mastro Matcham, - rispose Dick.
- Buon giorno, buon barcaiolo, - disse Matcham, smontando di sella e avanzando.
- Preparatemi la barca, vi supplico: abbiamo una fretta incredibile.
Lo spettrale barcaiolo continuava a guardarlo fisso.
- Per la Santa Messa! - esclam alla fine, ridendo a piena gola.
Matcham arross fino alle orecchie e sussult, mentre Dick, incollerito, mise una ma
no sulla spalla del contadino gridando:
- Ebbene, cosa c' adesso? Occupatevi degli affari vostri e smettete di ridere all
e spalle di chi vale pi di voi!
Brontolando, Hugh il barcaiolo sleg la barca e la spinse verso il largo; Dick vi
fece salire il cavallo e poi sali anche Matcham.
- Siete molto piccolo, padroncino, - disse Hugh facendo una grande smorfia. - Sb
agliato stampo, forse? Sono a vostra disposizione, Mastro Shelton, - aggiunse pr
endendo i remi. - E permesso anche a un cane di guardare il re. Io a Mastro Matc
ham ho dato solo un'occhiata.
- Messere! Basta chiacchiere! - esclam Dick. - Adesso andiamo, presto!
Si trovavano ormai all'uscita dell'insenatura, e lo sguardo poteva spaziare lung
o il fiume, da una parte e dall'altra, fino alle isolette che spuntavano tutt'in
torno. Presso la riva sorgevano banchi d'argilla, i salici si chinavano sull'acq
- Eppure cos, - esclam Dick. - Non si pu dargli torto: avete l'aspetto pi da donna c
he da un uomo. Vi dir di pi: come giovanotto avete un'aria strana, invece come rag
azza, caro John, sareste certamente molto carino; sareste proprio una bella raga
zza!
- Ma voi lo sapete che non sono una ragazza, no ? - disse Matcham.
- Si che lo so; stavo solo scherzando! - rispose Dick. - Per vostra madre sarete
un uomo! E che uomo, caro giovanotto! Un vero campione! Chiss chi di noi sar fatt
o prima cavaliere? Perch io voglio esser fatto cavaliere, costi quel che costi. S
ir Richard Shelton, cavaliere! Suona bene, eh?!... Ma devo ammettere che neanche
Sir John Matcham suona poi cos male!
- Vi prego, Dick! Fermiamoci un attimo, devo bere, - disse l'altro, fermandosi v
icino a una piccola sorgente che sgorgava da terra in una minuscola cavit ghiaios
a, non pi grande di una tasca. - Se potessi trovare qualcosa da mangiare, Dick! .
.. Ho tanta fame che mi fa male il cuore.
- Perch diavolo non avete mangiato a Kettley? - chiese Dick.
- Avevo fatto un voto... per un peccato che ero stato costretto a compiere, - ba
lbett Matcham. - Ma adesso mangerei di gusto qualsiasi cosa, anche del pane secco
.
- Allora sedetevi e mangiate, - disse Dick. - Io va-do un po' avanti a cercare i
l sentiero -. Prese dalla cintura una tasca piena di pane e di lardo affumicato
e mentre Matcham mangiava di gran gusto si inoltr fra gli alberi.
Un po' pi avanti, il terreno presentava una depressione da cui filtrava, attraver
so le foglie secche, un ruscelletto; e pi in l ancora, gli alberi diventavano. pi r
adi e pi imponenti e le querce e i faggi sostituivano i salici e gli olmi. Il rum
ore incessante del vento tra le fronde copriva quasi del tutto il suono dei suoi
passi sul muschio; era per l'orecchio ci che una notte senza luna per l'occhio;
ma nonostante ci, Dick procedeva guardingo, scivolando furtivamente di tronco in
tronco e guardandosi attorno continuamente. Ad un tratto gli sfrecci dinanzi un c
ervo, come un'ombra fra gli arbusti. Si ferm contrariato. Il bosco, in quel punto
, era certamente deserto; eppure quel povero cervo gli sembrava una sorta di sta
ffetta mandata a preannunciare il suo arrivo; cos Dick, invece di andare avanti,
si avvicin a un grande albero e cominci ad arrampicarsi.
Fu una scelta propizia: era una delle querce pi alte della zona, tanto che sovras
tava gli alberi circostanti di due o tre metri almeno; e quando ebbe raggiunto i
l ramo pi alto e si sedette, sospeso vertiginosamente nel vento, dietro le spalle
pot scorgere tutta la piana paludosa fino a Kettley e il fiume che si smarriva t
ra isolette boscose, mentre dall'altra parte serpeggiava la linea bianca della s
trada che saliva in mezzo al bosco. La barca era stata raddrizzata e adesso stav
a scendendo oltre il guado. All'infuori di ci non si vedeva anima viva, n alcun mo
vimento, se non quello del bosco. Stava gi per accingersi a scendere quando, dand
o un'ultima occhiata, scorse una linea di punti che si muovevano verso il centro
della palude. Era chiaro che una squadra di armati stava avanzando lungo il sen
tiero, di buon passo; questo fatto lo preoccup e ridiscese all'istante scivolando
lungo il tronco e, attraversato il bosco, ritorn dal compagno.
Capitolo quarto
La compagnia della Foresta Verde
In un battibaleno Matcham recuper le forze e fu pronto a riprendere la strada. Qu
ello che Dick aveva visto spron i due ragazzi a percorrere in gran fretta l'ultim
o tratto di bosco e, superato il sentiero senza problemi, cominciarono a salire
verso le alture della foresta di Tunstall. Tra i vari gruppi di alberi si apriva
no radure asciutte ricoperte di ginestre e, qua e l, di vecchi tassi. Man mano ch
e procedevano, il terreno si faceva sempre pi accidentato, pieno com'era di buche
e sollevamenti. Ad ogni passo che facevano il vento soffiava pi forte e i fusti
degli alberi si incurvavano sotto le raffiche come tante canne da pesca.
Erano appena entrati in una di queste radure, quando Dick si gett improvvisamente
bocconi fra i rovi e prese a strisciare cautamente all'indietro, per andare a r
ipararsi in mezzo a un gruppo di alberi. Matcham, meravigliato da quella mossa i
mprovvisa di cui non riusciva a capire la ragione, segui l'esempio del compagno;
solo quando furono al sicuro sotto una folta macchia di alberi si volt a chieder
gli una spiegazione.
Per tutta risposta, Dick gli indic un punto dall'altra parte della radura, dove u
n abete si innalzava sopra tutti gli altri alberi, levando al cielo la sua massa
scura. Il tronco era dritto e solido, come una colonna, e si estendeva per una
quindicina di metri per poi biforcarsi in due grossi rami. Proprio su quell'info
rcatura, come un marinaio sull'albero maestro di una nave, si vedeva un uomo in
cotta d'arme verde che scrutava tutt'intorno. Il sole gli illuminava i capelli e
l'uomo si riparava gli occhi dai raggi con una mano, girando la testa ora da un
a parte ora all'altra con la regolarit di una macchina.
I due ragazzi si guardarono con aria interrogativa.
- Andiamo a sinistra - disse Dick. - Per poco non finivamo in bocca al lupo.
Dieci minuti dopo, arrivarono su di un sentiero battuto.
- Questa parte della foresta non la conosco, - disse Dick. - Dove andr a finire i
l sentiero?
- Proviamo a prenderlo, - disse Matcham.
Qualche metro pi avanti, si trovarono di fronte a un'altura, dopo di che comincia
rono a scendere ripido verso una valle a forma di coppa. In fondo alla conca, tr
a un boschetto di biancospino fiorito, si scorgevano due o tre frontoni senza te
tto che parevano anneriti da un incendio e un grande camino; dovevano essere le
rovine di una casa.
- Cosa sar? - sussurr Matcham.
- Per la Santa Messa, non ne ho idea! - rispose Dick. - Dobbiamo avanzare con ca
utela, perch non so proprio dove ci troviamo.
Con il cuore che batteva all'impazzata scesero tra i biancospini. Qua e l si vede
vano segni di colture recenti: alberi da frutto ed erbe varie crescevano selvati
che fra la sterpaglia; un pezzo di meridiana giaceva fra l'erba; i due giovani e
rano certi che si trattasse di un giardino abbandonato. Dopo qualche metro si tr
ovarono davanti alle rovine della casa.
Doveva essere stata una bella dimora e ben solida, difesa, un tempo, da un profo
ndo fossato ora senz'acqua e pieno di macerie, su cui una trave caduta faceva da
ponte. Due dei muri erano ancora in piedi e il sole risplendeva attraverso le o
rbire vuote delle finestre; ma il resto dell'edificio era ormai ridotto a un amm
asso di rovine annerite dal fuoco. All'interno, qualche arbusto verde aveva gi me
sso radice.
- Deve essere Grimstone, - bisbigli Dick. - Era la propriet di un certo Simon Malm
esbury. Sir Daniel fu la sua rovina. Fu Bennet Hatch a darvi fuoco, cinque anni
fa... Davvero un peccato!... Era una dimora bellissima!
Gi in fondo alla valle, il vento si era placato, faceva caldo e regnava il silenz
io; ma ad un tratto Matcham pos la mano su un braccio di Dick e port un dito alle
labbra.
- Sst!
Un suono strano ruppe il silenzio. Risuon due volte prima che i due giovani ne po
tessero comprendere la natura. Si ud dapprima un rumore, come di un uomo che si s
chiarisse la gola; poi una voce rauca e stonata cant:
Fu allor che parl il buon re dei pirati:
- Compagni, che fate l compagni, tra le verdi foreste? E Gamelyn rispose, senza g
uardare a terra:
- Deve abitar nei boschi chi non pu stare in citt.
La voce tacque; segui un vago tintinnio metallico, e poi silenzio.
I due si guardarono. Chiunque fosse, il loro invisibile vicino doveva essere pro
prio dietro quelle rovine. Immediatamente Matcham riprese colore e un attimo dop
o, attraversando il ponte sul fossato, cominci a strisciare lentamente sull'ammas
so di macerie che riempiva quello che era stato l'interno della casa. Dick non f
ece in tempo a trattenerlo e fu costretto a seguirlo.
Proprio su un cumulo l vicino, due travi cadute formavano una croce, lasciando un
a piccola nicchia, non pi grande di un banco da chiesa. I due giovani decisero di
nascondersi proprio in quell'angolo che permetteva loro di vedere attraverso un
a feritoia.
vo dal bosco! Perch, miei bravi ragazzi, noi siamo in cinquanta, e ciascuno di no
i ha un torto da vendicare; alcuni di noi hanno perduto la terra, altri gli amic
i; altri ancora sono stati messi fuori legge... E tutti siamo stati oppressi! Ch
i responsabile di tutto questo? Sir Daniel, per la croce! E dovrebbe farla franc
a costui? Occupare tranquillamente le nostre case? Godere dei nostri campi? Succ
hiarsi il midollo dell'osso che ci ha rubato? No, ve lo giuro! Ha vinto ingiusta
mente le cause, contro ogni regola e legge; ma c' una causa che non riuscir a vinc
ere! Qui, nella mia cintura, sta scritta una sentenza che, grazie a Dio, lo inch
ioder!
Senzalegge, che stava gi tracannando il secondo boccale di birra, lo sollev come p
er brindare all'oratore.
Mastro Ellis! - grid. - Voi volete vendetta... vi conviene! Ma il vostro povero f
ratello dei boschi che non ha mai avuto nulla da perdere, n terre, n amici, pensa
piuttosto ad approfittare delle circostanze, e preferisce un terzo di sterlina,
cio un nobile d'oro, e un boccale di vino delle Canarie a tutte le vendette di qu
esto mondo.
- Senzalegge! - rispose l'altro, - per raggiungere il castello di Moat-House, Si
r Daniel deve attraversare la foresta. Noi gli renderemo il tragitto pi difficile
di qualunque battaglia, perdio! Allora, quando l'avremo disarcionato insieme co
n quel drappello di cenciosi che fuggiranno, e tutti i suoi compari saranno cadu
ti o fuggiti e nessuno rimarr ad aiutarlo, allora circonderemo il vecchio volpone
e la sua sconfitta sar memorabile! Sar un bel bestione, ci sar da mangiare per tut
ti!
- Puah! - rispose Senzalegge; - di pasti simili ne ho mangiati anche troppi! Il
difficile cuocerli, caro Mastro Ellis! E intanto noi che facciamo? Prepariamo fr
ecce nere, scriviamo versi.., e beviamo acqua fresca, un'orribile bevanda! ...
- Siete un bugiardo, Will Senzalegge, - rispose Ellis. - Puzzate ancora di dispe
nsa fratesca. I peccati di gola vi rovineranno. Abbiamo avuto le venti sterline
di Appleyard. Sette marchi li abbiamo rubati al messaggero la notte scorsa. E ne
abbiamo presi cinquanta giusto ieri, dal mercante.
- E oggi, - continu un altro, - ho preso la borsa a un grasso venditore d'indulge
nze che andava di buon passo ad Holywood. Eccola...
Ellis cont le monete.
- Cento scellini! - borbott. - Imbecille che non siete altro, chiss quanti ne avev
a nei calzati o cuciti nella pellegrina! Siete un poppante, Tom Cuckow; vi siete
lasciato scappare il pesciolino.
Ciononostante, Ellis intasc la borsa con disinvoltura. Appoggiato allo schidione,
osservava i compagni che si buttavano avidamente sul cibo e lo innaffiavano gen
erosamente di birra. Era una bella giornata; erano tutti allegri e contenti, ma
il dovere li chiamava e ingurgitarono tutto con una velocit incredibile. I primi
arrivati avevano gi finito e si erano gi straiati sull'erba, addormentandosi subit
o come boa, o chiacchieravano sistemando le armi. Uno di loro, di umore particol
armente allegro, alzando una tazza di birra cominci a cantare:
Non esistono leggi tra i verdi boschi n patiamo la fame.
Felici e tranquilli mangiamo un cervo a pranzo, quando viene l'estate.
Quando l'inverno ci stringe e pioggia e venti porta con s, con nevi e gelo, coper
ti stringetevi al fuoco e allegri mangiate.
Nel frattempo, i due ragazzi, stretti l'uno all'altro, avevano ascoltato ogni co
sa; solo Dick si era tolto l'arco e in una mano teneva pronto l'uncino di cui si
serviva per caricarlo. Ma a parte questo, non avevano osa-to muoversi, e avevan
o assistito a quella scena di vita silvestre come fosse uno spettacolo teatrale.
Ma tutto ad un tratto ci fu un cambiamento improvviso. Nell'aria si ud un sibilo
e una freccia cadde in pezzi, ai piedi dei ragazzi. Qualcuno dall'alto del bosc
o, forse la sentinella che avevano visto sopra l'abete, doveva aver scagliato un
a freccia sulla cima del camino che dominava le rovine proprio sopra il loro nas
condiglio.
Matcham non riusc a soffocare un gridolino di stupore, che peraltro venne subito
trattenuto, e Dick, terrorizzato, si lasci sfuggire di mano l'uncino. Ma per gli
uomini della foresta quella freccia non fu affatto una sorpresa. Subito furono t
un innocente la sua stessa casa! Il cielo grida vendetta... e voi, voi che siete
suo figlio... volete andare a difendere l'assassino di vostro padre!
- John! - grid Dick; - io non so nulla: pu essere come dite voi... ma quali prove
avete? Pensateci bene: quell'uomo mi ha nutrito e allevato, sono andato a caccia
e ho giocato coi suoi uomini. E ora, proprio nel momento del pericolo, dovrei a
bbandonarlo?... Caro amico, se facessi una cosa simile il mio onore sarebbe mort
o! No, John, non potete chiedermi questo; non potete pretendere che commetta un'
azione cos vile!...
- E allora, vostro padre, Dick! - disse Matcham in tono turbato. - Vostro padre!
E il giuramento che mi avete fatto davanti a Dio!...
- Mio padre? - url Dick. - Ebbene, egli mi direbbe di andare. Se Sir Daniel l'ha
ucciso, quando suoner l'ora questa mano lo uccider; ma io non rinnegher n mio padre
n le sue volont! E quanto al mio giura-mento, caro John, voi me ne scioglierete qu
i. Per la vita di quegli uomini che non vi hanno fatto nulla di male e per il mi
o onore, restituitemi la mia libert.
- Io? Mai e poi mai! - ribatt Matcham. - Se mi abbandonate siete uno spergiuro, l
o proclamo a gran voce!
- Mi bolle il sangue! - grid Dick. - Datemi il mio uncino! Datemelo immediatament
e!
- No! - ribatt Matcham. - Voglio salvarvi anche contro la vostra volont!
- Ah si? - grid Dick. - Vi costringer!
- Provate! - disse l'altro.
Stavano uno di fronte all'altro e si guardavano negli occhi, pronti a scagliarsi
. Dick balz in avanti; e sebbene Matcham si fosse gi voltato per fuggire, in due s
alti gli fu addosso e gli strapp di mano l'uncino; atterrandolo con violenza gli
fu sopra, in piedi e minaccioso, e col pugno chiuso. Matcham rimaneva a terra, l
a faccia tra l'erba, senza tentare di opporre resistenza.
Dick caric l'arco.
- Ve la far vedere io! - grid ferocemente. - Giuramento o no, per me potete andare
a farvi impiccare!
Poi si gir di scatto e parti di corsa. Matcham balz in un attimo e prese a insegui
rlo.
- Cosa volete? - gli domand Dick voltandosi. - Perch mi inseguite? Andatevene via!
- Vi seguo finch mi pare e piace! - rispose Matcham. - Il bosco di tutti.
- Statemi alla larga, per Nostra Signora! - grid Dick mostrando l'arco.
- Oh! siete proprio temerario! - fece Matcham. - Tirate!
Dick abbass l'arma, confuso.
- Sentite, - disse; - voi mi avete fatto del male. Andatevene per la vostra stra
da senza fare storie; altrimenti vi costringer, con le buone o con le cattive.
- Ebbene, - replic Matcham ostinato; - voi siete il pi forte. Fate pure. Ma non po
tete impedirmi di seguirvi, Dick, a meno che non usiate la violenza.
Dick era quasi fuori di s; non era nella sua natura di picchiare un essere cos deb
ole... eppure non vedeva altra soluzione per sbarazzarsi di quell'importuno comp
agno che cominciava a sembrargli anche bugiardo.
- Voi siete pazzo! - grid. - Io sto andando dai vostri nemici, pi presto che me lo
consentono le gambe, imbecille!
- Non me ne importa un fico secco, - rispose l'altro. - Se avete deciso di morir
e, morir anch'io con voi. Preferirei finire in prigione con voi, che restare libe
ro da solo.
- Va bene, - rispose Dick. - Non parliamone pi. Se proprio lo desiderate, venite
pure con me. Ma se avete intenzione di ingannarmi non vi conviene, ve l'assicuro
. Vi pianter una freccia nelle budella, mio caro!
E cos dicendo, si rimise a correre lungo il margine del bosco, guardandosi attent
amente intorno. Dopo aver superato la valle, fu di nuovo nella zona del bosco pi
scoperta: alla loro destra si innalzava una piccola altura tappezzata di ginestr
e dorate e coronata da un boschetto di abeti neri.
- Lass forse vedr qualcosa, - pens, dirigendosi verso una radura ricoperta di erica
.
Ma dopo pochi passi, Matcham gli fece cenno di guardare. Verso est, s'apriva una
vallata che portava dall'altra parte: la terra era rossastra, come uno scudo an
cora sporco, ed era cosparsa qua e l di tassi; e proprio l Dick pot vedere una deci
na di giacche verdi che salivano il pendio in fila indiana, con Ellis Duckworth
in testa, contraddistinto dal suo schidione. Uno dietro l'altro gli uomini raggi
unsero la cima, si stagliarono un istante sullo sfondo del cielo per poi spari-r
e dall'altra parte.
Con sguardo pi benevolo Dick fiss Matcham.
- Dunque non vostra intenzione tradirmi, Matcham? - gli domand. - Pensavo che fos
te dalla loro parte...
Matcham si mise a piangere.
- Ma cosa fate! - grid Dick. - Che i santi ci aiuti-no, vi mettete a piangere per
una parola, adesso?
- Mi avete ferito! - singhiozz Matcham. - E quando mi avete gettato a terra mi av
ete fatto male. Solo un vigliacco abusa cos della sua forza!
- Mah! Parlate come uno stupido! - disse bruscamente Dick. - Non avevate nessun
diritto di tenervi il mio uncino! Avrei fatto bene a picchiarvi! Se volete venir
e con me, dovete obbedirmi. E adesso andiamo!
Matcham pensava quasi di restare indietro, ma vedendo che Dick aveva ripreso a c
orrere su per l'altura senza nemmeno voltarsi, decise di seguirlo e si mise a co
rrere anche lui. Ma il terreno era ripido e scosceso. Dick era estremamente svel
to e aveva perci un grande vantaggio e, quando Matcham lo raggiunse soffiando com
e un cervo, aveva gi guadagnato la vetta e passando tra gli alberi si era messo a
l riparo in un folto cespuglio di ginestre.
In basso, in fondo all'ampia vallata, si vedeva la scorciatoia che da Tunstall s
cendeva serpeggiando verso il traghetto. Era un sentiero battuto e si poteva seg
uire facilmente tutta la sua traiettoria: in certi punti era orlata da radure, i
n altri chiuso dalla foresta, e ogni cento metri ci si poteva aspettare un'imbos
cata. Lontano, lungo il sentiero, il sole faceva rifulgere sette elmi di acciaio
e ad ogni varco fra gli alberi si potevano scorgere Selden e i suoi uomini che
procedevano al trotto, seguendo gli ordini di Sir Daniel. Il vento si era calmat
o un po', ma agitava ancora allegramente le fronde e forse, se ci fosse stato Ap
pleyard, avrebbe notato qualche insolito movimento di uccelli.
- Guardate! - sussurr Dick. - Sono gi nel bosco; se riescono ad andare avanti sara
nno salvi. Ma vedete l, quell'ampia radura di fronte a noi... con al centro quel
gruppo di alberi simile a un'isola? Laggi sarebbero al sicuro! Se arrivano salvi
fin l, trover il modo di avvertirli. Ma ho un brutto presentimento: loro so-no sol
o sette!... e non hanno che balestre!... Contro degli arcieri avranno sempre la
peggio!...
Intanto Selden e i suoi uomini, ignari del pericolo, continuavano il loro cammin
o. Ci fu un momento in cui parvero fermarsi ad ascoltare e indicarono qualcosa.
Ma guardavano lontano, dall'altra parte della pianura. Avevano udito il tuonare
di un cannone che di quando in quando il vento portava fin li e che faceva pensa
re a una battaglia. Era una cosa degna di attenzione, certo; perch, se la voce de
i grandi cannoni si udiva cos distintamente nella foresta di Tunstall, voleva dir
e che i combattimenti si stavano spostando verso est e dunque doveva essere stat
a una giornata infelice per Sir Daniel e i signori della Rosa Rossa.
Il drappello si rimise in cammino e ben presto raggiunse un punto in cui il sent
iero formava una radura tra i cespugli di erica, attraversato soltanto da una li
ngua di foresta che scendeva gi, fino al sentiero. Ad un tratto una freccia squar
ci l'aria; un uomo alz le braccia e il suo cavallo s'impenn, e caddero entrambi dib
attendosi in un unico groviglio. Dal loro nascondiglio i due giovani potevano se
ntire distintamente le grida degli uomini, e assistere alla scena dei cavalli ch
e si impennavano impauriti, il drappello colto di sorpresa e un uomo scendere di
sella. Poi videro una seconda freccia che, partendo da pi lontano, descrisse una
grande parabola e un secondo cavaliere cadde a terra stecchito. L'uomo stava sm
ontando da cavallo quando gli sfuggirono le redini; la bestia parti al galoppo,
trascinandolo per un piede lungo il sentiero, sbattendolo contro i sassi e calpe
standolo sotto i suoi zoccoli. In un lampo i quattro rimasti ancora in sella si
dispersero in direzioni diverse: uno torn indietro, urlando, verso il traghetto,
mentre gli altri tre si slanciarono al galoppo sul-la strada di Tunstall con le
briglie sciolte e i mantelli gonfi di vento. Ma da ogni gruppo di alberi lungo i
l percorso spuntava una freccia. Presto un cavallo stramazz a terra mentre il cav
aliere rialzatosi quasi subito cerc di raggiungere i compagni, finch una seconda f
reccia non lo stese a terra. Anche un altro uomo cadde, e poi un altro cavallo;
alla fine, di tutto il drappello, non restava che un uomo, e per giunta senza ca
vallo; qua e l, in direzioni diverse, si sentiva ancora il galoppo di tre cavalli
senza cavaliere che si dileguava lontano.
Nel frattempo, gli assalitori erano rimasti nascosti. Sparsi lungo il sentiero,
si potevano vedere i corpi degli uomini e dei cavalli feriti e agonizzanti, ma n
on un nemico misericordioso che uscisse a porre fine al loro strazio.
L'unico superstite stava immobile in mezzo alla strada, smarrito, vicino al suo
cavallo morto. Era arrivato nella vasta radura su cui sorgeva quell'isola di alb
eri che Dick aveva mostrato a John. Doveva essere a meno di cinquecento metri da
i due ragazzi e questi potevano vederlo guardarsi intorno, nella terrificante at
te, sa della morte. Ma non accadde nulla, l'uomo si fece coraggio, impugn l'arco
e lo tese. In quel momento, dai suoi movimenti, Dick riconobbe Selden.
A questo tentativo di resistenza, da tutte le parti del bosco, risuon una fragoro
sa risata; venti uomini e forse pi, il nucleo principale dell'imboscata, partecip
allegramente a quel rito feroce. Poi una freccia sfior una spalla di Selden, face
ndogli fare un piccolo balzo all'indietro. Un'altra gli si conficc vicino ad un t
allone e una terza lo colpi alla faccia, mentre cercava riparo nel bosco, e gli
ricadde ai piedi. Sempre pi feroci le grida si propagarono con un'eco da un punto
all'altro della foresta.
Era chiaro che gli assalitori volevano solo torturarlo, come a quei tempi gli uo
mini con i tori, o come il gatto quando gioca col topo. L'imboscata era finita;
pi gi, lungo il sentiero, un uomo vestito di verde stava raccogliendo tranquillame
nte le frecce; mentre quegli uomini malvagi potevano concedersi lo spettacolo di
assistere alla tortura di un povero peccatore come loro.
Fu allora che Selden comprese ed emise un grugnito di rabbia, prese la balestra
e fece partire un colpo nel bosco. La sorte lo favor, perch si ud in risposta un gr
ido. Gettata via l'arma, Selden inizi a correre su per la radura, nella direzione
del nascondiglio di Dick e Matcham.
Allora i compagni della Freccia Nera incominciarono a tirare sul serio. Ma ebber
o quello che si meritavano; il momento propizio era passato e adesso avevano qua
si tutti il sole in faccia; dal canto suo Selden, fuggendo a zig zag, cercava di
evitare i colpi. Aveva avuto la buona idea di dirigersi su per la radura, e in
questo modo riusc a eludere i loro piani, poich lass non c'era nessuno all'infuori
dell'uomo che Selden aveva ucciso o ferito poco prima; ben presto ci fu una gran
confusione tra gli uomini della foresta. Si sentirono tre fischi, poi altri due
, e poi una serie ininterrotta. Da tutti i punti, la foresta si riempiva di rumo
ri di gente che si apriva la strada nel sottobosco; un cervo impaurito usc a un t
ratto allo scoperto, si ferm per un attimo col muso puntato verso l'alto e poi sc
omparve di nuovo tra i cespugli.
Selden continuava a correre, balzando qua e l; di quando in quando una freccia an
cora lo seguiva, ma senza colpirlo. A questo punto era quasi certo che si sarebb
e salvato; Dick aveva gi l'arco pronto per venirgli in soccorso e anche Matcham,
che non pensava pi al suo interesse, parteggiava con tutta l'anima per il povero
fuggiasco; e tutti e due i ragazzi, infiammati, tremavano di commozione.
Selden era ormai a una cinquanta di metri da loro, quando una freccia lo colpi,
facendolo cadere a terra. Si rialz subito e riprese a correre; ma correva brancol
ando come un cieco e cambi direzione.
Dick si alz in piedi e gli fece cenno di venire.
- Di qua, di qua! - grid - Vi aiuteremo noi! Presto, amico mio!
Ma una seconda freccia colp Selden alla spalla, bucandogli la giacca tra le piast
re della corazza, e lo fece stramazzare al suolo.
- Poveretto! - esclam Matcham congiungendo le mani.
Dick era rimasto sull'altura, come impietrito, offrendo bersaglio agli arcieri.
C'erano dieci probabilit contro una che Dick sarebbe stato colpito, poich gli uomi
ni della foresta erano infuriati contro se stessi, e quella sua apparizione alle
loro spalle li aveva indispettiti; ma ad un tratto, da un punto del bosco sorpr
endentemente vicino ai due ragazzi, si ud la voce stentorea di Ellis Duckworth.
ella insanguinata che correvano senza cavaliere. Era chiaro che si trattava di f
uggiaschi della grande battaglia.
Si stavano dileguando verso Shoreby, quando risuon un altro fragore di zoccoli e
pass un altro fuggiasco; era solo e vestito di una splendida armatura, doveva ess
ere un uomo d'alto grado: Alle sue spalle lo seguivano parecchi carri-bagaglio,
in galoppo scomposto; i conducenti frustavano i cavalli con forza selvaggia. Era
chiaro che nonostante avessero scelto una vile fuga non avrebbero avuto scampo:
infatti, poco prima che raggiungessero i ragazzi che guardavano la scena sbalor
diti, un uomo dall'armatura scheggiata, evidentemente fuori di s per il furore, r
aggiunse i carri e con un moncone di spada cominci a buttar gi i conducenti. Alcun
i saltarono a terra e si lanciarono nel bosco; ma gli altri rimasti in sella cad
dero sotto i colpi del cavaliere che li insultava con una voce che non aveva pi n
ulla di umano.
Intanto il rumore lontano si faceva sempre pi forte; il rotolio dei carri, lo sca
lpitio degli zoccoli, le grida degli uomini, un grande e confuso clamore giungev
ano come gonfiati dal vento: un'intera armata in rotta che inondava la strada co
me un fiume in piena.
Dick si sent abbattuto: aveva pensato di seguire la strada fino alla svolta di Ho
lywood e ora doveva cambiare i suoi piani. Ma; soprattutto, aveva riconosciuto i
colori del conte Risingham e intu che la battaglia era stata avversa alla rosa d
ei Lancaster. E Sir Daniel? Era fuggito o era riuscito a raggiungere il suo eser
cito? O era passato dalla parte degli York, non badando all'onore? In entrambi i
casi un triste destino.
- Andiamo! - disse con aria risoluta; e, voltandosi, cominci a entrare nel bosco
mentre Matcham lo seguiva, sempre zoppicando.
Per qualche minuto camminarono cos, in silenzio. Era gi l'ora del tramonto; il sol
e calava nella pianura oltre Kettley, le cime degli alberi si facevano d'oro, ma
l'ombra cominciava a farsi pi cupa e scendeva il gelo della notte.
- Se almeno avessimo del cibo! - grid Dick, fermandosi all'improvviso.
Matcham si sedette a terra e inizi a piangere.
- Fate presto a piangere quando non avete da mangiare, - esclam Dick con disprezz
o; - ma quando si trattava di salvare delle vite umane avete avuto un cuore di p
ietra. Avete sulla coscienza sette morti, Mastro John, e non ve lo perdoner mai!
- Sulla coscienza! - esclam Matcham, guardando fiero il compagno. - Sentite chi p
arla! Proprio voi, che avete ancora la daga sporca di sangue! E perch l'avete ucc
iso, povero diavolo? Aveva caricato l'arco, ma non ha tirato; vi aveva in pugno
e vi ha risparmiato. Uccidere un gattino appena nato e uccidere un uomo che non
si difende la stessa prodezza!
Dick ammutol; poi disse:
- Io quell'uomo l'ho ucciso lealmente. Mi sono gettato sul suo arco.
- No, stato da vigliacchi! - rispose Matcham. - Non siete altro che un tiranno c
odardo, Mastro Dick; abusate semplicemente dei vostri vantaggi; se solo arrivass
e uno pi forte di voi! Gli striscereste ai piedi! Neanche della vendetta vi impor
ta! Non pensate nemmeno a vendicare la morte di vostro padre, mentre la sua anim
a reclama giustizia! Ma se vi capita sotto le unghie una povera disgraziata, deb
ole e sprovveduta, a chiedere la vostra amicizia, la ammazzate cos!
Dick era troppo furioso per notare le desinenze femminili.
- In fede mia! Questa proprio una novit! Tra due persone, chi uccide l'altro semp
re il pi forte! Il pi forte atterra l'altro e gli d quel che si merita! Ma voi vi m
eritate delle scudisciate, Mastro Matcham, per la vostra cattiva condotta e la v
ostra ingratitudine nei miei confronti!
Cos dicendo Dick, che anche nei momenti di collera conservava un' apparenza tranq
uilla, cominci a slacciarsi la cintura.
- Ecco il vostro pranzo! - grid con aria feroce.
Ora Matcham non piangeva pi; era bianco come un cencio, ma guardava l'altro dritt
o negli occhi, immobile. Dick fece un passo con la cintura alzata, poi si ferm, m
esso a disagio dai grandi occhi e dall'aspetto triste del compagno. Gli stava ve
nendo meno il coraggio.
- Confessate che avete torto, allora! - disse senza vigore.
- E invece no. Non vi ho fatto niente di male - rispose Matcham. - Io ho ragione
! Avanti, siate pure crudele! Sono ferito e stanco, non ho la forza di resisterv
i; colpitemi, codardo!
A quest'ultima provocazione, Dick sollev la cintura; ma l'altro ebbe un sussulto
di terrore e si ripieg su se stesso con un'aria cos spaventata che Dick si perdett
e d'animo di nuovo, gli cadde di mano la cintura e rest l, inerte e istupidito.
- Che vi pigli un accidente, disgraziato! - disse in-fine. - Se avete le braccia
deboli, controllate la vostra lingua! Preferirei essere impiccato, piuttosto ch
e percuotervi! - e si rimise la cintura. - Battervi no, ma... - continu, - perdon
arvi? Mai e poi mai! Non vi conoscevo, sapevo solo che eravate un nemico del mio
signore; vi ho dato il mio cavallo, avete mangiato il mio cibo, e voi mi date d
el codardo e del vigliacco? No, per la Santa Messa! Questa la goccia che fa trab
occare il vaso! E bello esser deboli, eh?! Potete fare quello che vi pare e ness
uno vi punisce! Potete rubare le armi a un uomo, proprio nel momento del bisogno
, e questi dovrebbe lasciarvele!... Solo perch siete debole... Ah si'? Se uno vi
carica con la lancia, gridando che debole, bisogna farsi infilzare!... Puah! Che
idiozia!
- E intanto voi non osate alzare un dito!, - rispose Matcham.
- Lasciamo stare, - disse Dick. - Lasciamo stare! Vi insegner l'educazione perch o
vvio che siete stato allevato male; ma in voi qualche cosa di buono c' e mi avete
tratto in salvo dal fiume. Si, l'avevo dimenticato... sono anch'io un ingrato.
Ma adesso andiamo! Sarebbe meglio riprendere il cammino, se vogliamo arrivare a
Holywood stanotte o domattina presto.
Ma sebbene Dick fosse tornato di buon umore, Matcham non gli aveva perdonato nul
la. Non poteva dimenticare facilmente la sua violenza, il ricordo dell'uomo che
aveva ucciso e, pi ancora, la visione di quella cintura alzata contro di lui.
- Vi ringrazio per convenienza, - fece Matcham; - ma in fede mia, caro Mastro Sh
elton, preferisco trovarmi la strada da solo. Il bosco vasto; vi prego, prendiam
o ciascuno una via diversa; sono in debito con voi di una cena e di una lezione.
Addio!
- Ah si, eh! - grid Dick. - Se volete cos, cos sia e che il diavolo vi porti!
I due si separarono, ciascuno per la propria strada, senza badare alla direzione
, pensando soltanto alla lite. Ma Dick non aveva ancora fatto dieci passi che fu
chiamato per nome e raggiunto di corsa da Matcham.
- Dick, da villani separarci in questo modo!... Eccovi la mia mano e il mio cuor
e. Vi ringrazio di tutto ci che avete fatto per servirmi e aiutarmi... non per co
nvenienza, ma dal profondo del cuore. Buona fortuna!
- Ebbene, ragazzo mio, - rispose Dick stringendo la mano che gli veniva offerta,
- buona fortuna anche a voi, se siete destinato ad averne... ma ne dubito assai
... siete troppo attaccabrighe.
Cos si separarono di nuovo; ma questa volta fu Dick a rincorrere Matcham.
- Ecco, prendete il mio arco; non potete girare disarmato!
- Un arco! - esclam Matcham. - No, mio caro, non avrei n la forza per tenderlo n l'
occhio per mirare. Non mi servirebbe a nulla. Ma vi ringrazio lo stesso.
La notte era ormai calata completamente e sotto gli alberi non potevano pi veders
i in viso.
- Vi accompagner un pezzo, - disse Dick. - La notte buia. Vi lascer quando arriver
emo a un sentiero. Sento che altrimenti vi perdereste.
Senza aggiungere altro cominci a camminare, e Matcham lo segui. L'oscurit si facev
a sempre pi profonda e soltanto qua e l, in qualche punto scoperto, si vedeva il c
ielo punteggiato di minuscole stelle. In lontananza potevano ancora udire il rum
ore della disfatta dei Lancaster, ma il suono si faceva sempre pi debole man mano
che avanzavano.
Dopo mezz'ora di marcia silenziosa, giunsero a una vasta radura coperta di felci
e ginestre, tutta illuminata dalle stelle.
- Siete stanco? - domand Dick.
- Oh si! - rispose Matcham. - Sono cos stanco che vorrei gettarmi per terra e mor
ire!....
- Sento il gorgoglio di un ruscello, - rispose Dick. - Andiamo avanti ancora un
po', sto morendo di sete.
Il terreno scendeva dolcemente e in fondo mormorava davvero un ruscello fra i sa
- Certo che se questo il coraggio virile, - disse Matcham - che povera cosa sono
gli uomini! Ma se non volete far nulla, almeno nascondiamoci!
Nei paraggi si ud un breve rintocco di campanello.
- Gli scappato di mano il batacchio! - bisbigli Matcham. - Dio! com' vicino!
Ma Dick non rispose; i suoi denti battevano rumorosamente.
Di l a poco, fra i cespugli, comparve un lembo di stoffa bianca; poi la testa del
lebbroso spunt da un tronco, esplorando attentamente i dintorni, ritirandosi sub
ito dopo. Ai loro sensi ormai in allerta, tutti gli alberi e i cespugli sembraro
no animarsi di fremiti e scricchiolii, e l'uno sentiva battere il cuore dell'alt
ro.
Improvvisamente, gettando un grido, il lebbroso usc nella radura e corse proprio
verso i due giovani che si divisero urlando e correndo uno da una parte e l'altr
o dall'altra. Ma l'orrendo nemico si lanci verso Matcham e lo raggiunse. Il ragaz
zo lanci un grido che riecheggi lontano, cerc disperatamente di resistere ma poi tu
tte le sue membra si rilassarono e si abbandon inerte nelle braccia dell'inseguit
ore.
Dick, sentendo il grido, si volt; vide Matcham cadere, e allora gli tornarono la
forza e il coraggio; con un urlo pieno di rabbia sfil la balestra e la tese. Ma p
rima che avesse il tempo di tirare, il lebbroso alz una mano.
- Non tirate, Dick - intim una voce familiare. - Non tirate, pazzo! Non riconosce
te gli amici?
E steso Matcham sull'erba, il lebbroso si tolse il cappuccio, mostrando la facci
a di Sir Daniel Brackley.
- Sir Daniel! - grid Dick.
- Si, per la Santa Messa! Sir Daniel! - rispose il cavaliere. - Furfante, volete
uccidere il vostro tutore? Ma questo qui?... - aggiunse cambiando tono e indica
ndo Matcham. - Come lo chiamate voi?
- Ma!... Io lo chiamo Mastro John! Non lo conoscete? Ha detto che lo conoscevate
bene?
- Si, - sogghign Sir Daniel, - certo che lo conosco. Ma svenuto, e, in fede mia,
avrebbe potuto farne a meno. Sentite un po', Dick. Vi ho fatto molta paura?
- Eccome, Sir Daniel! - rispose Dick, sospirando al solo ricordo. - Ah! col vost
ro rispetto, signore, avrei preferito incontrare il diavolo in persona, e, se de
vo essere sincero, tremo ancora tutto. Ma perch vi siete travestito cos?
La fronte di Sir Daniel si fece cupa di collera.
- Perch? Fate bene a ricordarmelo! Per salvare la mia povera pelle nella foresta
di Tunstall, mio caro Dick! Abbiamo perso in battaglia; non siamo arrivati in te
mpo e siamo stati travolti. Dove sono i miei bravi guerrieri? Per la Santa Messa
! Non ne so nulla! Siamo stati battuti; i colpi grandinavano impietosi su di noi
e dopo aver visto cadere tre dei miei uomini, non ho pi visto nessuno coi miei c
olori! Quanto a me, sono arrivato sano e salvo a Shoreby e, sapendo di dovermi g
uardare dalla Freccia Nera, mi sono procurato quest'abito e questa campanella e
mi sono incamminato sul sentiero per Moat-House. Non c' travestimento migliore di
questo; il tintinnio del campanello farebbe fuggire i banditi pi temerari di tut
ta la foresta; impallidirebbero tutti solo a sentirlo! E adesso finalmente vi ho
raggiunti. Non potevo distinguervi bene attraverso il cappuccio e non ero sicur
o che foste voi; soprattutto ero molto sorpreso di vedervi insieme. E poi nella
radura, dove dovevo camminare piano e farmi strada col bastone, temevo di esser
riconosciuto. Ma guardate questo poveretto - aggiunse - ora comincia a riprender
si. Con un sorso di buon vinello delle Canarie recuperer vigore.
Il cavaliere estrasse dalla lunga tunica una grossa bottiglia e con il contenuto
prese a sfregare le tempie e a inumidire le labbra del ragazzo che a poco a poc
o riprese i sensi girando gli occhi smarriti dall'uno all'altro dei due uomini c
he gli erano sopra.
- John! che gioia! - disse Dick. - Non affatto un lebbroso! E Sir Daniel! - escl
am Dick.
- Bevete un sorso di questo, - fece il cavaliere. - Vi dar la virilit che non avet
e. Poi vi dar da mangiare e andremo tutti e tre a Tunstall. Perch vedete, Dick, continu disponendo sull'erba pane e vivande, - vi confesser con tutta sincerit che
non vedo l'ora di essere al sicuro fra quattro mura. Mai, dacch vado a cavallo, m
i sono trovato in una situazione cos difficile: pericolo di morte, timori per le
mie terre e le mie ricchezze, e, per colmo di sventura, tutti questi briganti ch
e mi danno la caccia. Ma non sono ancora vinto. Qualcuno dei miei ritrover bene l
a via di casa. Hatch ha dieci uomini, Selden sei. Ma non temete! Presto tornerem
o a essere forti! E se riuscir a fare la pace col mio fortunato e indegno Signore
di York, caro Dick, allora sar di nuovo un uomo e monter di nuovo a cavallo.
Cos dicendo, il cavaliere si riempi un corno di vino delle Canarie e con un gesto
fece per bere alla salute del suo pupillo.
- Ma Selden... - balbett Dick. Selden... - e tacque.
Sir Daniel pos il vino senza averlo bevuto.
- Come? - grid. - Selden? Parlate! Che cosa gli accaduto?
Dick balbettando raccont dell'imboscata e del massacro.
Il cavaliere ascolt in silenzio e, mentre ascoltava, la sua faccia si contraeva i
n una smorfia di rabbia e di dolore.
- E adesso, qua, - grid; - sulla mia mano destra, giuro vendetta. E se non verser
il sangue di dieci uomini per il sangue di ciascuno dei miei uomini uccisi, che
questa mano mi si secchi! Ho piegato Duckworth come un fuscello; l'ho ridotto a
mendicare alla sua porta; gli ho bruciato il tetto sulla testa, l'ho cacciato da
l paese e adesso viene a sfidarmi? Attenzione, Duckworth, questa volta non avrai
scampo!
Tacque per qualche istante, col volto contratto.
- Mangiate, - grid all'improvviso. - E voi, - soggiunse rivolto a Matcham; - giur
ate che mi seguirete fino a Moat-House.
- Parola d'onore, - rispose Matcham.
- Che me ne faccio del vostro onore? - grid il cavaliere. - Giuratemelo sulla sal
ute di vostra madre!
Matcham prest il giuramento richiesto e Sir Daniel si mise nuovamente il cappucci
o e prepar bastone e campanella. A rivederlo crisi travestito, i due ragazzi prov
arono ancora un brivido di paura. Ma il cavaliere era pronto a partire.
- Mangiate alla svelta, - disse, - e seguitemi fino a casa.
Detto ci rientr nel bosco e la campanella riprese a tintinnare segnando i suoi pas
si; i due ragazzi rimasero seduti davanti al cibo e, invece di mangiare, ascolta
rono il tintinnio che si allontanava a poco a poco, su per il monte.
- Dunque andate a Tunstall? - domand Dick.
- Gi! - rispose Matcham. - Non ho scelta! Sono pi coraggioso quando sto dietro a S
ir Daniel che quando gli sto davanti.
Mangiarono in fretta e poi presero il sentiero che passava dai punti pi alti e sc
operti del bosco, dove verdi radure erano sparse di grandi faggi e uccelli e sco
iattoli salterellavano giocondi fra i rami. Dopo due ore ecco che dall'altro ver
sante, fra le cime degli alberi, intravidero i muri rossi e i tetti del castello
di Tunstall.
- Qui, - disse Matcham fermandosi, - dovete prendere congedo dal vostro amico Jo
hn, perch non lo rivedrete mai pi. Vi prego, Dick, perdonategli il male che vi ha
fatto; come egli, dal canto suo, vi perdoner di buon cuore e da buon amico.
- E perch dovremmo separarci? - chiese Dick. - Se entrambi siamo diretti a Tunsta
ll vi vedr ancora, e anche abbastanza spesso.
- Non vedrete mai pi il povero John Matcham, - rispose l'altro; - lui che era cos
pauroso e importuno e che purtuttavia vi ha tratto dalle acque del fiume. - Cos d
icendo apri le braccia e i due giovani si abbracciarono e si baciarono. - E poi,
Dick, - riprese Matcham, - io ho un brutto presentimento. Voi presto conosceret
e un nuovo Sir Daniel, perch, finora, tutto gli andato a gonfie vele e la fortuna
lo ha seguito; ma adesso... adesso che la sorte gli si rivoltata contro ed in p
ericolo... sar per entrambi un cattivo padrone. E coraggioso in battaglia, ma ha
gli occhi da bugiardo; c' paura, nel suo sguardo, Dick!... e la paura pi feroce di
un lupo! E noi andiamo in quella casa! Che la Vergine ci protegga!
Ripresero il cammino in silenzio e arrivarono finalmente al maniero di Sir Danie
l. Era un edificio basso e ombreggiato, con quattro torri intorno, ricoperto di
muschio e di licheni e circondato d'acqua piena di ninfee. Al loro apparire le p
orte si aprirono, il ponte fu abbassato, e Sir Daniel in persona, con Hatch e il
parrocco, and loro incontro.
Libro secondo
Moat-House
Capitolo primo
Dick cerca spiegazioni
Il castello di Moat-House non sorgeva molto lontano dalla strada della foresta.
Esternamente si presentava come un cubo massiccio di pietra rossa, con quattro t
orri rotonde ogni angolo dotate di strette feritoie e merlate. Internamente avev
a un piccolo cortile; tutto intorno era circondato da un fossato, largo circa qu
attro metri, con un solo ponte levatoio che riceveva l'acqua da un canale che pr
oveniva da una fonte nella foresta ed era dominato in tutta la sua lunghezza dai
merli delle due torri meridionali. Ad eccezione di uno o due grossi alberi, las
ciati crescere a mezzo tiro d'arco dalle mura, il castello era difeso da una buo
na posizione.
Nel cortiletto, Dick trov parte della guarnigione affaccendata nei preparativi pe
r la difesa e preoccupata dall'eventualit di dover sostenere un assedio. Silenzio
si, tutti erano impegnati in qualche attivit: alcuni fabbricavano delle frecce, a
ltri affilavano spade non pi usate da molto tempo.
Dodici uomini della compagnia di Sir Daniel erano riusciti a fuggire dalla batta
glia, avevano osato attraversare la foresta mettendosi in salvo nel castello. Ma
di questi dodici, tre erano stati gravemente feriti: due a Risingham, durante l
a disfatta, e uno dagli arcieri di John Riparatorti mentre attraversavano la for
esta. Insieme a Hatch, Sir Daniel e il giovane Shelton, le forze della guarnigio
ne potevano contare su un effettivo di ventidue uomini. E si sperava di vederne
arrivare altri ancora. E cos gli uomini certo non mancavano.
Era la paura della Freccia Nera a opprimere gli animi della guarnigione. Dei lor
o nemici dichiarati, quelli del partito di York, non si preoccupavano molto, dat
a la mutevolezza dei tempi. Il mondo, come si diceva a quell'epoca, poteva cambi
are ancora, prima che arrivassero altre disgrazie. Ma erano gli uomini della for
esta a farli tremare; e l'oggetto del loro odio non era soltanto Sir Daniel, ma
anche i suoi uomini che, protetti dall'impunit, si erano comportati crudelmente i
n tutto il paese. Tutti avevano obbedito a ordini crudeli; e della piccola compa
gnia che se ne stava in cortile a lavorare non ve n'era uno che non si fosse mac
chiato di qualche violenza o di qualche barbarie. Ed ora, per il mutare delle fo
rtune di guerra, Sir Daniel non aveva pi il potere di proteggere i suoi uomini; o
ra, dopo un solo combattimento a cui, tra l'altro, molti di essi non avevano nep
pur preso parte, quegli uomini erano diventati tutti traditori dello stato, degn
i di punizione, fuori dallo scudo della legge: una compagnia di uomini decimata
dentro una misera fortezza che appena poteva difendersi, esposti da ogni parte a
l giusto rancore delle loro vittime. E le minacce non avevano mancato di informa
rli di ci che li aspettava.
A diverse ore della sera e della notte, non meno di sette cavalli senza cavalier
i erano venuti a nitrire terrorizzati alle porte del castello; due erano dello s
quadrone di Selden, cinque della compagnia che era andata alla battaglia con Sir
Daniel. Poi, un poco prima dell'alba, era giunto barcollando fino all'orlo del
fossato un lanciere ferito da tre frecce che mor proprio mentre lo trasportavano
dentro, e dalle poche parole che pronunci nell'agonia si capi che doveva esser l'
ultimo sopravvissuto di una grossa formazione.
Perfino Hatch mostrava, sotto la sua pelle abbronzata, il pallore dell'angoscia;
e dopo aver preso da parte Dick per conoscere la sorte di Selden, si lasci cader
e su una panca di pietra e pianse. Gli altri, seduti sugli sgabelli o sui gradin
i, nell'angolo soleggiato del cortile, lo guardavano stupiti e inquieti, pur non
osando chiedere la causa della sua commozione.
- Mastro Shelton, - disse alla fine Hatch, - non lo dicevo forse ? Moriremo tutt
i; Selden era un uomo leale, era come un fratello per me. Ebbene, morto! Per sec
ondo! E noi lo seguiremo tutti! Che dicevano i versi di quei mascalzoni? Parlava
no di una freccia nera in ogni cuor nero, no? Non stato forse cos? Appleyard, Sel
den, Smith, il vecchio Humphrey se ne sono gi andati; e ora sentite John Carter,
povero peccatore, che grida invocando il prete...
Dick tese l'orecchio: da una finestra bassa, vicinissima al luogo dove stavano p
arlando, salivano dei gemiti e dei mormorii.
- E l? - domand.
- Si, nella stanza del secondo portiere, - rispose Hatch; - non abbiamo potuto p
ortarlo pi lontano di cos; aveva il corpo e l'anima troppo malconci. A ogni passo
che facevamo trasportandolo, gli pareva di morire; ma ora penso che sia la sua a
nima a soffrire, perch non fa che invocare il prete; e non so perch ma Sir Oliver
non viene. Sar una confessione lunga, la sua, ma il povero Appleyard e il povero
Selden non hanno avuto neanche quella.
Dick si inginocchi davanti alla finestra e guard dentro; era una cella bassa e bui
a, ma riusc ugualmente a vedere il soldato ferito, disteso sul suo pagliericcio.
- Carter, amico mio, come state? - domand.
- Mastro Shelton, - rispose l'uomo con un filo di voce, - per la luce del cielo,
mandate a chiamare il prete. Ahim, sono spacciato! La mia ferita mortale. Non po
tete fare altro per me; sar l'ultimo servizio. Ma per la mia povera anima, voi ch
e siete un leale gentiluomo, sbrigatevi, perch ho una cosa sulla coscienza che mi
pesa troppo e mi trasciner troppo in basso...
Detto ci, mand un gemito accompagnato da un batter di denti di dolore o di paura.
A quel punto Sir Daniel comparve sulla porta della sala tenendo in mano una lett
era.
- Ragazzi, - disse, - siamo stati battuti, abbiamo perso la battaglia, perch nega
rlo? E meglio rimettersi in sella un'altra volta! Il vecchio Enrico VI ha avuto
la peggio. E noi ce ne laviamo le mani! Io ho un buon amico altolocato nel parti
to del duca, Lord Wensleydale. Ebbene ho scritto una lettera a questo mio amico,
invocando la sua benevolenza e offrendogli ampia soddisfazione per il passato e
una caparra ragionevole per il futuro. Non dubito che mi prester ascolto. E dal
momento che una preghiera senza regali come una canzone senza musica; l'ho riemp
ito di promesse, ragazzi! Io non sono certo avaro di promesse! Cosa manca, allor
a? Manca una cosa essenziale e difficile, un messaggero che porti la lettera. La
foresta, lo sapete bene, brulica di nemici. Dobbiamo far presto; tuttavia, senz
a astuzia e precauzioni, la fretta non serve. Chi dunque fra voi vuole portare q
uesta lettera a Lord Wensleydale e riportarmi la risposta?
Un uomo si alz in piedi di scatto.
- Se volete vado io; sono disposto a rischiare la pelle.
- No, Dick Bowyer, voi no, - rispose il cavaliere. - Non mi conviene. Siete astu
to, vero, ma non veloce. In fondo siete sempre stato un pigrone.
- Vado io, Sir Daniel! - grid un altro.
- Dio me ne guardi! - rispose il cavaliere. - Voi siete veloce, ma poco furbo. A
ndreste a finire a capofitto nel sacco di John Riparatorti. Vi ringrazio entramb
i per il vostro coraggio; ma proprio non possibile.
Allora si offri Hatch, ma anch'egli fu respinto.
- Ho bisogno che restiate qua, mio buon Bennet; voi siete il mio braccio destro,
- rispose il cavaliere.
Poi, dopo che altri uomini si erano fatti avanti, Sir Daniel ne scelse uno e gli
consegn la lettera.
- Da questo momento, - gli disse - noi contiamo tutti sulla vostra rapidit e sopr
attutto sulla vostra intelligenza. Portatemi una buona risposta e entro tre sett
imane avr ripulito la foresta da tutti questi vagabondi che hanno la sfrontezza d
i sfidarci. Ma fate molta attenzione, Throgmorton, non un'impresa facile. Dovret
e viaggiare di notte e strisciare come una volpe; non so come attraverserete il
Till, ma certo non passando per il ponte e neppure sul traghetto.
- Io so nuotare, - rispose Throgmorton. - Torner sano e salvo, non temete.
- Bene, amico, andate in cantina adesso! - rispose Sir Daniel. - E cominciate a
farvi una bella nuotata nella birra -. Ci detto torn nella sala.
- Sir Daniel parla bene, - disse Hatch prendendo da parte Dick. - Vedete, mentre
un uomo mediocre avrebbe fatto un discorso lungo e complicato, lui parla alla c
- Vengo, buon Dick, arrivo- rispose il prete. - E quel povero Carter!... Ahim, no
n c' speranza di guarirlo.
- E la sua anima pi malata del corpo, - disse il ragazzo.
- L'avete visto? - chiese Sir Oliver trasalendo.
- L'ho lasciato or ora, - rispose Dick.
- Che cosa ha detto? - interruppe il prete con una vivacit straordinaria. - Che c
osa ha detto?
- Chiedeva di voi nel modo pi straziante, Sir Oliver. Andate, presto, perch molto
grave, - disse Dick.
- Ci vado subito, - rispose il prete. - Si, abbiamo tutti i nostri peccati. L'ul
timo giorno viene per tutti, mio buon Richard.
- Si, sarebbe una bella cosa se vi giungessimo onestamente, - rispose Dick.
Il prete abbass gli occhi e, mormorando una benedizione, si allontan in fretta.
"Anche lui! - pens Dick. - Lui che mi ha insegnato la piet!... Ma, allora, che mon
do mai questo se tutti quelli che hanno avuto cura di me sono colpevoli della mo
rte di mio padre? Devo vendicarla! Ahim, che triste sorte la mia, se devo vendica
rmi colpendo gli amici!".
Questo pensiero gli richiam alla mente Matcham, e al ricordo dello strano compagn
o sorrise, chiedendosi dove fosse finito. Giunti alle porte di Moat-House, il gi
ovanetto era sparito e Dick sentiva il vivo desiderio di rivederlo e di parlargl
i.
Un'ora dopo, non appena Sir Oliver ebbe terminato di celebrare una messa assai b
reve, tutta la compagnia si riun nella sala per mangiare: era una stanza lunga e
bassa, adorna di rami verdi, dalle pareti ricoperte di arazzi riproducenti scene
di uomini selvaggi e di segugi intenti a cacciare. Qua e l pendevano archi, spad
e e scudi; il fuoco ardeva nel camino e lungo i muri correvano panche coperte di
drappi, mentre al centro una grande tavola imbandita attendeva gli ospiti. N Sir
Daniel n sua moglie si fecero vedere; mancava anche Sir Oliver e di Matcham nean
che l'ombra. Dick cominci ad allarmarsi: gli ritornarono alla mente i tristi pres
entimenti dell'amico e si domand se non gli fosse per caso toccata qualche disgra
zia.
Dopo mangiato incontr Goody Hatch che si recava da Lady Brackley.
- Goody - disse, - ditemi, di grazia, dov' Mastro Matcham? Vi ho vista andare con
lui, quando siamo entrati.
La vecchia rise sguaiatamente.
- Ah, Mastro Dick! Certo che avete proprio un buon occhio! - e rise di nuovo.
- Ma dov'? - insistette Dick.
- Non lo vedrete pi, - rispose la donna. - Mai pi. Siatene certo.
- Se non devo pi rivederlo, voglio almeno sapere il perch. Qui non venuto di sua v
olont. Cos come sono, sento di essere il suo protettore e voglio vederlo trattato
bene. Si fanno troppi misteri e io comincio ad averne abbastanza.
Ma mentre stava parlando, una mano pesante cadde sulla sua spalla: era Bennet Ha
tch che, silenzioso, gli si era avvicinato. Con un rapido cenno Hatch mand via la
moglie.
- Amico mio, - cominci appena furono soli. - Siete pazzo? Se non abbandonate cert
e idee, starete meglio in fondo al mare che a Moat-House. Mi avete fatto mille d
omande, avete minacciato Carter, avete spaventato il prete con le vostre allusio
ni!... Prudenza! E adesso, quando Sir Daniel vi mander a chiamare, mostratevi tra
nquillo, se vi rimasto ancora un po' di buon senso. Vi far un interrogatorio seve
rissimo. Attento alle risposte!
- Hatch, - replic Dick, - in tutto questo sento odore di coscienza sporca.
- E se voi non sarete pi prudente, sentirete presto odore di sangue, - rispose Be
nnet. - E un avvertimento. Ecco che vengono a cercarvi.
Infatti, proprio in quel preciso istante, un messaggero attravers il cortile, per
invitare Dick a presentarsi da Sir Daniel.
Capitolo secondo
I due giuramenti
Aspettando che arrivasse Dick, Sir Daniel nella sala camminava rabbiosamente dav
anti al camino. Con lui c'era soltanto Sir Oliver, seduto discretamente in un an
golo borbottando preghiere e sfogliando il breviario.
- Mi avete fatto chiamare, Sir Daniel ? - chiese Shelton.
- Si, vi ho fatto chiamare, - rispose il cavaliere. - Che cosa non sentono le mi
e orecchie? Sono stato per voi un tutore cos cattivo da credere al male che racco
ntano sul mio conto? O, vedendomi in difficolt, pensate di cambiar partito? Per l
a Santa Messa! Vostro padre non era cos! L dov'era egli restava, comunque girasse
il vento. Ma voi, Dick, voi siete un amico dei giorni buoni, a quanto pare, e or
a cercate di liberarvi dei vostri legami.
- Se non vi dispiace, Sir Daniel, non cos, - rispose Dick con fermezza. - Io sono
grato e fedele, quando la gratitudine e la fedelt sono un debito. E, prima di tu
tto voglio ringraziare voi e Sir Oliver; io ho un grosso debito verso di voi...
un debito che non potrebbe esser pi grande. Sarei un cane se lo dimenticassi!
- Sta bene, - disse Sir Daniel; poi continu adirato: - La gratitudine e la fedelt
sono parole, Dick Shelton: io guardo ai fatti. In quest'ora di pericolo per me,
in cui si attenta al mio nome, in cui si mettono sotto confisca le mie terre, in
cui la mia foresta piena di affamati e assetati della mia fine, che cosa fa la
riconoscenza? Che cosa fa la fedelt? Non mi rimane che una piccola compagnia; for
se riconoscenza o fedelt avvelenare i cuori dei miei uomini con perfide insinuazi
oni? Risparmiatemi simile riconoscenza! Ma avanti, cosa volete? Forza, parlate.
Siamo qui per rispondervi. Se avete qualcosa contro di me, avanti, ditelo!
- Signore, - rispose Dick, - mio padre mori quando ero piccolo. Ho sentito dire
che stato ucciso a tradimento. Ho sentito dire.... non voglio nascondervelo... c
he voi avete preso parte alla sua uccisione. E, io confesso, non sar mai in pace
con me stesso, n certo di potervi servire finch non mi avrete tolto ogni dubbio.
Sir Daniel sedette su un'ampia sedia a braccioli meditando profondamente, col me
nto appoggiato su una mano e gli occhi piantati in faccia al ragazzo.
- E voi credete che mi sarei preso cura del figlio di una mia vittima? - fece al
la fine.
- Signore, - rispose Dick, - perdonatemi se vi rispondo rozzamente; ma riconosco
che una tutela assai vantaggiosa. In tutti questi anni non avete forse goduto d
elle mie rendite e comandato i miei uomini? E il prezzo del mio matrimonio non f
orse vostro? Non so cosa possa valere, ma anch'esso vale qualcosa. Perdonatemi a
ncora; ma se voi siete stato cos infame da uccidere un uomo protetto dalla vostra
parola d'onore, quali ragioni avreste per non esserlo pi ora?
- Alla vostra et, - rispose severamente Sir Daniel, - il mio spirito non era cos s
ospettoso. E il qui presente Sir Oliver, perch mai si sarebbe reso colpevole di u
n abominio simile?
- Eh, Sir Daniel! - rispose Dick. - Il cane va dove il padrone comanda. Lo sanno
tutti che questo prete non che un vostro strumento. Sar franco, non tempo di moi
ne. E vorrei lo foste anche voi. Invece no: voi interrogate soltanto. Fate molta
attenzione, Sir Daniel! Perch in questo modo non fate che aumentare i miei sospe
tti, invece di dissiparli!
- Vi risponder francamente, Mastro Richard - disse il cavaliere. - Se affermassi
che non mi avete fatto arrabbiare, mentirei. Ma sar giusto e sincero anche nella
collera. Tornate da me con tali domande quando sarete pi grande, quando sarete un
uomo e io non sar pi vostro tutore senza potere di vendicarmi; tornate da me allo
ra e io vi risponder come meritate, con uno schiaffone sulla bocca. Ma fino a que
l momento avete due strade da seguire: o rimangiarvi gli insulti e tenere a fren
o la lingua continuando a battervi per chi vi ha nutrito e vi ha allevato, oppur
e... la porta aperta, i boschi sono pieni zeppi di nemici... andatevene pure!
Queste parole furono pronunciate con un tono e degli sguardi che scossero profon
damente il ragazzo; eppure non aveva ancora ricevuto risposta.
- Non desidero nulla pi ardentemente, Sir Daniel, che di credervi - rispose. - As
sicuratemi che voi non c'entrate niente.
- Volete la mia parola d'onore? - domand il cavaliere.
- Si, - rispose il ragazzo.
- Eccola, - disse Sir Daniel. - Sul mio onore, sulla salvezza eterna della mia a
nima, e com' vero che dovr rispondere di ogni mio atto, io non ho preso parte all'
ra.
- Un'altra stanza? - ripet il ragazzo. - E perch? Quale?
- La stanza sopra la cappella, - rispose il messaggero.
- E' rimasta vuota tanto tempo!... - rispose Dick. - Che stanza ?
- Ma... una bella stanza, - rispose l'uomo. - Per, - soggiunse abbassando la voce
, - dicono che sia stregata.
- Stregata? - ripet con un brivido il ragazzo. - Non sapevo che ci fosse uno spir
ito. E di chi sarebbe? L'uomo si guard intorno e poi sussurr:
- Del sacrestano di St. John. L'hanno messo l a dormire una notte e al mattino...
pufff! ... era scomparso. Si disse che se l'era preso il diavolo!... Ma la cosa
certa che la sera prima aveva bevuto molto!
Dick segui l'uomo, agitato da neri presentimenti.
Capitolo terzo
La stanza sopra la cappella
Dalla torre non si vide niente di nuovo; il sole era gi tramontato per poi scompa
rire del tutto, mentre nei dintorni del castello le sentinelle attente non notar
ono anima viva.
Quando si fece notte, Throgmorton fu calato con estrema attenzione dalla stanza
proprio sopra il fossato, e per qualche minuto non sentirono altro che il rumore
delle sue bracciate, infine videro la sua ombra che toccava terra tra i rami di
un salice e strisciava sull'erba per entrare nel bosco. Sir Daniel e Hatch rima
sero di vedetta per mezzora, ma tutto era tranquillo e sicuramente il messaggero
era riuscito ad allontanarsi sano e salvo.
A quel punto Sir Daniel si rasseren e, girandosi verso Hatch, disse.
Mio caro Bennet, questo John Riparatorti un uomo come tutti gli altri. Dorme, ve
dete!... Ci sbarazzeremo di lui, statene certo!
Per tutto il pomeriggio e la sera, Dick era stato impegnato in diverse incombenz
e dosi numerose che lo avevano messo in uno stato di agitazione. Non aveva pi vis
to n Sir Oliver n Matcham; ma pensava continuamente a loro. Avrebbe voluto parlare
ancora una volta con entrambi, prima di fuggire dal castello.
Alla fine, munito di lume, sal nella sua nuova stanza; era larga, bassa e piuttos
to buia. La finestra dava sul fossato e, sebbene fosse alquanto alta, era chiusa
da grosse sbarre. Sul letto lussuoso, erano adagiati un cuscino di piuma e uno
di lavanda e un copriletto ricamato con rose rosse. Tutt'intorno alle pareti c'e
rano armadi in legno chiusi a chiave e ricoperti da arazzi di tinte scure. Dick
ispezion la stanza, sollevando gli arazzi, esaminando i pannelli, cercando invano
di aprire gli armadi. Si assicur che la porta fosse ben chiusa e il catenaccio s
icuro; poi pos il lume su una mensola e guard ancora una volta intorno.
Non riusciva a spiegarsi per quale motivo gli avessero dato quella stanza, anche
se certo era pi grande e pi bella della sua. Che fosse una trappola? C'era forse
un'entrata segreta? O era davvero abitata dagli spiriti? Un brivido ghiacciato g
li corse su per le vene.
Proprio sopra la sua testa, sentiva risuonare il passo pesante di una guardia ch
e andava avanti e indietro. Sapeva che sotto c'era la volta della cappella, e di
fianco alla cappella la sala. Certamente la sala doveva avere un passaggio segr
eto: ne era la prova l'occhio che l'aveva spiato da dietro gli arazzi. Era proba
bile che quel passaggio giungesse fino alla cappella e, quindi, che vi fosse nel
la sua stanza un'entrata segreta.
Dormire in un luogo simile, pens, era una vera follia. Prepar le armi e si rannicc
hi in un angolo, dietro la porta. Era determinato a vendere cara la pelle.
A un tratto ud, sul cammino di ronda, un suono di passi affrettati, il chi-va-l e
la parola d'ordine del cambio della guardia.
Proprio in quel momento senti anche grattare alla porta della sua camera, prima
piano, poi un po' pi forte; infine sent qualcuno che bisbigliava: - Dick, Dick, so
no io!
Dick corse alla porta, tir il catenaccio e vide Matcham che, pallidissimo, teneva
in una mano una lampada e nell'altra una daga sguainata.
- Chiudete subito la porta, - mormor entrando; - svelto, Dick! Questo posto pieno
di spie; mi seguono nel corridoio, e ho percepito il loro respiro dietro gli ar
azzi.
- Su, calmatevi - rispose Dick. - Ecco, ho chiuso.
Per ora siamo al sicuro, se si pu essere sicuri tra le mura di questo castello. C
omunque sono felice di vedervi. Per la Santa Messa, John! Credevo di avervi perd
uto! Dove vi eravate cacciato?
- Non importa, - rispose Matcham. - Adesso siamo insieme. Ma voi, Dick, tenete g
li occhi aperti. Vi hanno detto che cosa vi faranno domani?
- No, - replic Dick. - Cosa vogliono fare domani?
- Non so se domani o stasera, - rispose Matcham, - ma so che hanno intenzione di
uccidervi. Ne ho la prova: li ho sentiti bisbigliare, anzi, come se me l'avesse
ro detto.
- Veramente? - rispose Dick. - Lo immaginavo.
E gli raccont nei dettagli gli avvenimenti della giornata.
Quando ebbe finito, Matcham si alz e inizi a sua volta a ispezionare la stanza.
- No, - disse, - non si vede nessuna entrata; eppure ce ne deve essere una. Dick
, io rimango con voi. Se dovere morire voglio morire con voi. Posso aiutarvi...
guardate! Ho rubato una daga... Far del mio meglio. E poi, se voi conoscete una v
ia d'uscita qualsiasi, una pusterla, una finestra da cui si possa scendere, sar l
ieto di affrontare qualunque pericolo pur di fuggire con voi.
- Oh, John, - riprese Dick, - per la Santa Messa! Voi siete il miglior uomo, il
cuore pi sincero e coraggioso di tutta l'Inghilterra. Datemi la mano, John!
E gli strinse la mano tra le sue, senza dire una parola.
- Per! - esclam l'altro. - Potremo provare dalla finestra da cui si calato il mess
aggero; possibile che la fune sia ancora l. E' una speranza...
- Sst! - disse Matcham.
Tesero entrambi l'orecchio; sotto il pavimento si ud un rumore che ad un certo pu
nto si interruppe e poi riprese di nuovo.
- C' qualcuno che cammina nella stanza qui sotto, - mormor Matcham.
- No, - rispose Dick, - non possibile; qua sotto c' solo la cappella. E il mio as
sassino nel passaggio segreto. Ebbene, che venga pure; gli dar del filo da torcer
e -. E digrign i denti.
- Spegniamo i lumi, - fece l'altro. - Forse si tradir.
Spensero entrambi i lumi e rimasero fermi immobili. Dalla cappella si sentivano
passi leggerissimi, ma nettamente percettibili. Andarono avanti e indietro diver
se volte, poi lo stridere di una chiave in una serratura segn un lungo silenzio.
Ben presto i passi ricominciarono; all'improvviso, un raggio illumin un angolo de
lla stanza e poi s'allarg; una botola segreta si apr, lasciando entrare un fascio
di luce. Si vedeva benissimo la mano robusta che la spingeva in alto; e Dick pre
par l'arco, aspettando che apparisse la testa.
Ma non accadde nulla; da un punto lontano del castello provenivano delle grida,
poi una voce sola, e infine pi voci che urlavano un nome, sempre lo stesso. Evide
ntemente le grida avevano spaventato l'assassino, perch la botola si richiuse sil
enziosamente e i passi si allontanarono di fretta, ripassando sotto ai due ragaz
zi, e poi si dileguarono.
Pass qualche minuto; Dick respir profondamente e poi, soltanto poi, ascolt le grida
che avevano interrotto l'assalto e che, del resto, andavano crescendo. Per tutt
o il castello si correva, si aprivano e sbattevano porte, mentre la voce di Sir
Daniel, dominando tutto il trambusto, chiamava:
- Joan!
- Joan! - ripet Dick. - E chi diavolo pu essere?
Matcham taceva; sembrava essersi allontanato. Dalla finestra filtrava soltanto i
l debole chiarore delle stelle e dall'altro lato della camera, dove si erano ran
nicchiati i due giovani, il buio era assoluto.
- John, - chiese Dick, - non so dove siate stato oggi, ma avete visto questa Joa
n?
- No, - rispose l'altro, - non l'ho vista.
- E non avete nemmeno sentito parlare di lei?
I passi si avvicinavano di nuovo. Sir Daniel continuava a gridare il nome di Joa
n dal cortile.
- Non avete mai sentito parlare di lei? - domand un'altra volta Dick.
- Ne ho sentito parlare, - fece Matcham.
- Come vi trema la voce! Che cosa c'? - chiese Dick. - E la nostra fortuna, quest
a Joan; non si preoccuperanno pi di noi.
- Dick! - esplose Matcham. - Sono perduta! Siamo perduti entrambi! Fuggiamo, fin
ch siamo in tempo. Non ci daranno tregua finch non mi avranno trovata! Aspettate!
Lasciatemi andare avanti! Quando mi avranno trovata, voi potrete fuggire. Lascia
temi uscire, Dick!,.. mio buon Dick.... lasciatemi andare!
Cercava disperatamente di trovare il catenaccio, quando Dick finalmente capi tut
to.
- Per la Santa Messa! - url. - Voi non siete John, voi siete Joan Sedley, la raga
zza che non voleva sposarmi!
Come pietrifcata, la fanciulla si ferm senza dire una parola. Anche Dick rimase i
n silenzio, e poi riprese:
- Joan, mi avete salvato la vita e io ho salvato la vostra; abbiamo visto scorre
re il sangue e siamo stati amici e nemici... ahim... e io ho alzato su di voi la
cintura per frustarvi; e intanto continuavo a credere che foste un ragazzo. Ma o
ra che sono vicino alla morte, ora sono giunto alla fine dei miei giorni e prima
di morire devo dirvi questo: siete la ragazza pi forte e pi coraggiosa che esista
sotto il cielo e se solo potessi vivere vi sposerei immediatamente.... e, vivo
o morto, vi amo!
Joan non rispose.
- Su! - disse Dick, - parlate! Siate buona e dite che mi amate!
- Ma, Dick, - ella rispose; - sarei forse qui se non vi amassi?
- E vero, - continu Dick; - se riusciremo a scappare, ci sposeremo; e se proprio
dobbiamo morire, moriremo insieme, e sar finita. Ma ora che ci penso, come avete
fatto a trovare la mia stanza?
- Ho chiesto alla signora Hatch, - rispose la fanciulla.
- Bene, una donna fidata - disse Dick - non ci denuncer. Abbiamo ancora tempo.
Ma proprio in quel momento, come per contraddire le parole del giovane, si udiro
no dei passi nel corridoio, e un pugno battere rudemente sulla porta.
- Ehi! - gridava una voce. - Aprite, Mastro Dick, aprite!
Dick non si mosse e non rispose.
- E' finita! - disse la fanciulla; e gett le braccia al collo di Dick.
Uno dopo l'altro, comparvero altri uomini alla porta seguiti da Sir Daniel e il
rumore cess.
- Dick, - grid il cavaliere, - non siate stupido. I Sette Dormienti si sarebbero
gi svegliati da un pezzo. Sappiamo che la ragazza qui. Aprite, ragazzo!
Dick continuava a tacere.
- Sfondate la porta! - grid Sir Daniel. E subito i suoi uomini si scagliarono con
tro la porta a pugni e calci. Per quanto solida e ben chiusa, la porta avrebbe p
resto ceduto, se non fosse intervenuto una volta ancora il caso. Il rumore dei c
olpi fu infatti coperto dall'urlo di una sentinella, seguito via via da altre ur
la; l'allarme percorse tutto il castello, e poi altre grida risposero dal bosco.
Tutti pensarono che gli uomini della foresta stessero assalendo Moat-House. E S
ir Daniel e i suoi uomini, desistendo dall'attacco alla stanza di Dick, corsero
immediatamente a difendere le mura.
- Siamo salvi, - esult Dick.
Afferr il letto con entrambe le mani, cercando invano di smuoverlo.
- Aiutatemi, Joan! - grid. - Per la vostra vita, aiutatemi con tutte le vostre fo
rze!
Con uno sforzo inumano, i due ragazzi riuscirono a trascinare il grosso letto di
quercia dall'altra parte della camera e lo spinsero contro la porta.
- Sar peggio! - esclam tristemente Joan. - Entrer dalla botola.
- No, - rispose Dick. - Non avr il coraggio di rivelare cos il suo segreto. Saremo
noi a fuggire per la botola! Sentite! L'attacco gi finito... Ma allora non stato
un attacco!
Infatti non v'era stato nessun attacco; si trattava soltanto dell'arrivo di una
nuova compagnia scampata alla disfatta di Risingham. Approfittando dell'oscurit,
avevano osato attraversare il bosco; e ora li avevano fatti entrare dal portone
principale e con gran rumore di zoccoli e strepito d'armature e armi stavano smo
ntando da cavallo nel cortile interno.
- Torner! - disse Dick. - Presto, alla botola!
Accese una lampada e si diressero entrambi dall'altra parte della stanza; dopo n
on molto trovarono lo spiraglio attraverso il quale brillava ancora una luce fio
ca e Dick, estratta una spada massiccia dal suo piccolo arsenale, la piant nell'a
pertura e fece leva. La botola cedette, si apr un poco e alla fine si spalanc. Pre
ndendola con entrambe le mani, i due giovani la ribaltarono contro il muro. Appa
rve una scaletta in fondo alla quale ardeva un lume abbandonato dal sicario.
- Forza, - disse Dick, - andate avanti con la lampada. Io vi seguo per richiuder
e la botola.
Discesero cos, l'uno dopo l'altra, e, appena richiuso la botola, ricominciarono i
colpi alla porta.
Capitolo quarto
Il passaggio segreto
Il passaggio in cui si trovarono Dick e Joan era stretto, sporco e breve. In fon
do una porta mezz'aperta era senza dubbio quella che avevano udito aprire dal si
cario. Pesanti ragnatele pendevano dal soffitto e il pavimento lastricato rimbom
bava anche a camminare col passo felpato.
Al di l della porta, il corridoio si biforcava ad angolo retto, in due rami; Dick
ne scelse uno a caso e prosegu fulmineo, seguito dalla fanciulla e dal rimbombo
dei loro passi. Al debole chiarore della lampada la volta arcuata somigliava al
dorso di una balena. Qua e l si aprivano piccoli spioncini, dissimulati dall'altr
a parte dalle sculture in bassorilievo; e, guardando da uno di essi, Dick pot ved
ere il pavimento di pietra della cappella, l'altare con le candele accese e, pro
no davanti ad esso, Sir Oliver che pregava fervidamente con le mani alzate.
Al fondo, dopo alcuni scalini, il passaggio si faceva pi stretto; da un lato il m
uro era coperto di legno e dagli interstizi filtravano il mormorio di una voce e
il tremolare di una luce. Ad un certo punto giunsero davanti a un foro grande q
uanto un occhio umano e Dick vide l'interno della sala e cinque o sei uomini in
giustacuore seduti attorno alla tavola che bevevano divorando della selvaggina.
Dovevano essere alcuni dei nuovi arrivati.
- Niente da fare, - disse Dick. - Proviamo a tornare indietro.
- No, - rispose Joan, - pu darsi che il corridoio continui.
E and avanti spedita. Ma alcuni metri pi in l il corridoio finiva con qualche gradi
no, ed era chiaro che finch i soldati fossero stati nella sala, da quella parte n
on sarebbe stato possibile fuggire.
Tornarono dunque sui loro passi e esplorarono l'altra direzione; il corridoio er
a strettissimo, tanto da consentire appena il passaggio di un uomo. Inoltre sali
va e scendeva continuamente in piccole scalette pericolanti, e anche Dick presto
perse la bussola.
Pi avanti il passaggio divenne ancora pi stretto e basso e le scale ripresero a sc
endere ma senza pi risalire; i muri erano sempre pi umidi e appiccicosi al tatto e
i due ragazzi iniziarono a sentire gli squittii e il trotterellare dei topi.
- Dobbiamo essere al livello del torrione, - comment Dick.
- E nessuna via d'uscita! - soggiunse Joan.
- No, un'uscita ci dev'essere - rispose Dick.
Presto, infatti, giunsero ad un angolo retto, dopo il quale il corridoio finiva
proseguendo con una rampa di scalini. Sopra c'era una massiccia lastra di pietra
che serviva da porta; tentarono in ogni modo di smuoverla con la schiena, ma se
nza alcun risultato.
- Qualcuno la tiene chiusa, - disse Joan.
- Non credo, - rispose Dick, - anche se ci fosse un uomo, fosse pure forte come
dieci, la porta cederebbe almeno un poco; ma questa resiste come una roccia. Ci
deve essere un peso sopra; non c' scampo, mia cara, siamo prigionieri, come se av
essimo le catene alle caviglie. Riposiamoci e ragioniamo sul da farsi. Magari to
rneremo sui nostri passi e forse avranno smesso di cercarci. Chi lo sa? Potremo
provare a uscire da qui e sfidare la sorte. Ma temo proprio che siamo perduti.
- Dick! - grid la fanciulla. - Che giorno disgraziato fu quello in cui mi vedeste
! Perch sono stata io la causa di tutto questo.
- Cosa dite? - rispose Dick. - Era tutto scritto; e ci che scritto, bene o male,
accade. Ma ditemi piuttosto chi siete veramente e come siete caduta nelle mani d
i Sir Daniel; sar pi proficuo che non lamentarsi sulla mia o sulla vostra sorte.
- Sono orfana di padre e di madre, come voi, - disse Joan; - e per mia disgrazia
e per disgrazia vostra, sono un ricco partito. Lord Foxham era il mio tutore; m
a pare che Sir Daniel avesse comprato dal re i diritti del mio matrimonio, pagan
do anche piuttosto caro. Cos, ancora in fasce, ero gi contesa tra due ricchi e pot
entissimi signori che si battevano per il mio matrimonio. Ma ad un certo punto t
utto cambi; con il nuovo cancelliere Sir Daniel riusc a comprare la mia tutela. Po
i il mondo cambi di nuovo e fu Lord Foxham a comprare il mio matrimonio e, da all
ora, i due si fanno la guerra. Ma, malgrado tutto, Lord Foxham non mi ha ceduta,
lui era un buon signore. Alla fine venne il momento in cui avrei dovuto essere
data in sposa, o se preferite venduta, e il prezzo che Lord Foxham doveva riscuo
tere erano cinquecento sterline; il nome del promesso sposo era Hamley, e il mio
fidanzamento avrebbe dovuto avvenire domani. Se Sir Daniel non l'avesse saputo,
sarei stata sposata, sicuro... e non vi avrei mai conosciuto... oh, mio caro Di
ck!
E gli prese la mano e gliela baci con una grazia incredibile; Dick prese la sua e
fece altrettanto.
- Ebbene, - continu Joan, Sir Daniel mi sorprese in giardino, mi fece mettere que
sti abiti maschili, il che, per una donna, peccato mortale ... e per giunta non
mi stavano neanche bene!... Mi port veloce fino a Kettley, come ben sapete, dicen
domi che avrei dovuto sposare voi; anche se ormai contro la sua volont ero decisa
a sposare Hamley.
- Ah! - grid Dick. - Dunque lo amavate, questo Hamley?
- No, - rispose Joan. - Ma odiavo Sir Daniel. E poi, Dick, voi mi avete aiutata;
siete stato molto buono con me e coraggioso; mi sono innamorata di voi mio malgrado e ora, se usciremo vivi da qui, sar felice di diventare vostra moglie. E se
il destino non lo vorr, mi sarete comunque sempre caro. Finch batter, il mio cuore
vi sar fedele.
- E io - disse Dick, - che non mi sono mai interessato a nessuna donna, io mi so
no affezionato a voi fin da quando vi credevo un ragazzo. Provavo compassione pe
r voi, ma senza sapere il perch. Quando volevo frustrarvi non ho trovato il corag
gio. Ma quando avete confessato che eravate una ragazza, John.... perch voglio an
cora chiamarvi John.... allora ho capito che eravate fatta per me. Sentite... s'interruppe, - stanno arrivando!...
Nel corridoio infatti si ud risuonare un passo pesante e i topi fuggirono all'imp
azzata.
Dick riflett sul da farsi; la curva dietro la quale si erano riparati era per lui
un vantaggio, perch gli permetteva di tirare stando riparato. Ma il lume era tro
ppo vicino a lui e troppo lontano dalla curva; perci, correndo avanti un poco, lo
port nel mezzo del passaggio, poi torn al suo posto di vedetta.
Subito dopo, in fondo al corridoio, apparve Bennet. Sembrava solo e teneva in ma
no una torcia accesa che gli rischiarava il volto.
- Fermatevi, Bennet! - gli intim Dick. - Un altro passo e siete morto!
- Siete qua, eh? - rispose Hatch, aguzzando gli occhi nelle tenebre. - Non vi ve
do. Ah, capisco! Siete stato astuto, Dick! Avete messo il lume davanti! In fede
mia, sono contento che abbiate fatto tesoro delle mie lezioni, anche se ora ques
to va a mio discapito! E ora cosa fate? Cosa cercate qua? Volete tirare su un ve
cchio amico? Avete la fanciulla con voi?
- No, Bennet, - rispose Dick, - questa volta sono io a fare le domande! E voi do
vete rispondermi. Perch sono in pericolo di vita? Perch si mandano sicari per pass
aggi segreti per uccidermi nel letto? Perch debbo fuggire dalla fortezza del mio
tutore, lontano dagli amici coi quali ho vissuto e a cui non ho mai fatto nulla
di male?
- Mastro Dick, Mastro Dick! - rispose Bennet. - Che cosa vi ho appena detto? Sie
l fossato. Ad un certo punto non ce la fece pi, abbandon la stretta e cadde a test
a in gi nell'acqua gelida.
Quando torn a galla, ritrov la corda che, alleggerita del suo peso, ondeggiava anc
ora a fior d'acqua. In aria intravedeva un bagliore rossastro. Alzando lo sguard
o, scorse, al lume di parecchie torce e di un braciere di carbone, la merlatura
tutta affollata di teste. Cercandolo, gli uomini guardavano in tutte le direzion
i, ma egli era troppo lontano e fuori della portata della luce per essere visto.
A questo punto si accorse che la corda era troppo lunga e cominci a dibattersi, d
irigendosi come meglio poteva verso l'altra parte del fosso, cercando di tenere
la testa fuori dall'acqua. In questo modo fece pi di met strada; la riva era vicin
a, ma la corda cominci a tirarlo indietro col suo peso. Armatosi di coraggio, la
abbandon e spicc un salto verso i rami del salice che avevano gi aiutato quella ste
ssa sera il messaggero di Sir Daniel. Affond nell'acqua, riemerse, affond di nuovo
; poi la sua mano afferr un ramo; rapido come una saetta, si arrampic sull'albero
e vi si sedette, gocciolante e con il cuore in gola, ancora incredulo di essere
davvero riuscito a fuggire.
Ma tutto ci non era avvenuto in silenzio, rivelando la sua posizione agli uomini
sulle torri. Frecce e quadrelli piovvero fitti come grandine intorno a lui, nell
'oscurit; poi, all'improvviso, fu lanciata una torcia che arse le tenebre nel suo
rapido volo, rest per un istante sull'orlo del fossato rischiarando vivamente i
dintorni come un fuoco d'artificio finch, per fortuna di Dick, cadde nell'acqua e
si spense.
Comunque lo scopo era stato raggiunto: i tiratori avevano potuto vedere il salic
e e Dick nascosto tra i rami. Sebbene il giovane salt immediatamente sulla riva m
ettendosi subito a correre, non pot comunque evitare che una freccia lo colpisse
alla spalla, e che un'altra gli graffiasse la testa.
Il dolore delle ferite gli mise le ali ai piedi e, appena raggiunse l'altro lato
della sponda, si slanci a tutta velocit nel buio del bosco, cos, senza badare alla
direzione in cui stava andando.
Le frecce lo seguirono per un po'; ma quando alla fine si ferm e si volt, Dick cap
che era gi abbastanza lontano da Moat-House, sebbene intravedesse ancora le torce
che andavano avanti e indietro lungo le merlature.
Fradicio, insanguinato, stremato, solo, si appoggi a un albero. Malgrado tutto er
a salvo, questa volta; e sebbene Joan fosse rimasta nelle mani di Sir Daniel, no
n si rimproverava nulla poich non aveva potuto impedirlo e non ne prevedeva alcun
a conseguenza fatale per la compagna. Sir Daniel era crudele, si, ma non lo sare
bbe stato con una fanciulla in favore della quale altri protettori avevano volon
t e potere di vendicarla. Era pi probabile che si sarebbe affrettato a darla in sp
osa a qualcuno dei suoi amici.
- Nel frattempo, - pens Dick, - trover un modo per smascherare questo traditore; p
oich, per la Santa Messa!, mi ritengo ormai sciolto da ogni obbligo di riconoscen
za; e quando la guerra dichiarata, la partita uguale per tutti.
Per, in quel momento, la sua situazione era davvero assai triste.
Si trascin ancora un po' nella foresta; ma poi a causa del dolore delle ferite, d
ell'oscurit della notte e dell'estrema confusione del suo spirito affranto, senti
di non poter pi continuare, e fu costretto a sedersi con la schiena contro un al
bero.
Quando si svegli da un penoso dormiveglia, l'alba perlacea aveva gi cominciato a v
incere la notte. Una brezzolina leggera agitava i rami quando Dick, seduto a gua
rdare fisso davanti a s ancora mezzo addormentato, scorse un'ombra scura che onde
ggiava tra gli alberi a un centinaio di metri da lui. Alla fine la luce graduale
del giorno e il ritorno dei sensi gli permisero di riconoscere l'oggetto penzol
ante: era il cadavere di un uomo impiccato ai rami d'una grande quercia. La test
a gli era ricaduta sul petto, ma ad ogni folata di vento il cadavere girava su s
e stesso e le gambe si dimenavano come quelle di un ridicolo burattino.
Dick si alz in piedi e si avvicin barcollando, appoggiandosi ai tronchi degli albe
ri. Il ramo da cui penzolava l'impiccato era a sei o sette metri dal suolo; il d
isgraziato era stato sollevato dai suo esecutori cos in alto che le scarpe oscill
avano molto al di sopra della testa di Dick; il cappuccio, calato sul volto del
morto, impediva al ragazzo di riconoscerlo.
Dick si guard attorno, prima a destra e poi a sinistra; alla fine si accorse che
l'altro capo della corda era solidamente fissato al tronco di un biancospino tut
to ricoperto di fiori, sotto la solenne volta della quercia. Con l'unica arma ch
e aveva, la spada, il giovane Shelton tagli la corda facendo cadere il cadavere a
terra con un rumore sordo.
Dick gli tolse il cappuccio: era Throgmorton, il messaggero di Sir Daniel. Il po
veraccio aveva fatto ben poca strada. Dal petto della giacca gli usciva un fogli
o, che evidentemente era sfuggito all'attenzione degli uomini della Freccia Nera
. Dick lo estrasse e vide che si trattava della lettera di Sir Daniel a Lord Wen
sleydale.
"Bene, - pens, - se le cose cambiano ancora, avr di che disonorare Sir Daniel e fo
rse persino condurlo alla forca".
Riposto il foglio nel petto, mormor una preghiera per il morto e riprese il cammi
no.
Sempre pi stanco e affaticato, con le orecchie che gli ronzavano, incespicava ad
ogni passo e, di tanto in tanto, la mente gli veniva meno, sfinito dal sangue pe
rduto. Devi diverse volte dalla giusta direzione, ma alla fine giunse sullo strad
one, non lontano dal castello di Tunstall.
Una voce rude gli intim di fermarsi.
- Fermarmi? - ripet Dick. - Per la Santa Messa! Sto per cadere!
E facendo seguire alle parole i fatti, cadde lungo e disteso sulla strada.
Due uomini vestiti in giustacuore verde e armati d'arco e di daga uscirono da un
cespuglio.
- Guardate, Senzalegge! - disse il pi giovane dei due - il giovane Shelton.
- Bene! - rispose l'altro; - per John Riparatorti sar meglio che pane appena sfor
nato, anche se, in fede mia, la guerra lo ha un po' rovinato. Questa ferita sul
cranio deve essergli costata qualche litro di sangue.
- Guardate qui, - soggiunse Greensheve, - ha un buco sulla spalla che deve fargl
i molto male! Chi credete che sia stato? Se stato uno dei nostri, pu chiedere gra
zia a Dio, perch Ellis gli dar penitenza corta e corda lunga per impiccarsi.
- Su - disse Senzalegge, - aiutatemi e caricatelo sulle mie spalle!
Quando Dick fu caricato e l'uomo ne ebbe preso le braccia intorno al collo tenen
dolo forte, l'ex frate francescano aggiunse:
- Rimanete di guardia, fratello Greensheve. Ce la far da solo.
Greensheve torn a nascondersi sull'orlo della strada, mentre Senzalegge scendeva
con fatica il colle fischiettando; nel frattempo Dick, ben sistemato sulle sue s
palle, era sempre svenuto.
Quando usc dal bosco, si alz il sole. Sulla collina opposta apparve il borgo di Tu
nstall. Tutto sembrava calmo, ma nei pressi del ponte c'era un posto di blocco c
on una dozzina di arcieri, met da una parte e met dall'altra della strada; appena
videro Senzalegge col suo fardello, gli arcieri cominciarono ad agitarsi e a inc
occare le frecce, come conviene a vigili sentinelle.
- Chi va l? - url il comandante.
- Will Senzalegge, perdio! Mi conoscete come la vostra mano! - rispose l'ex frat
e con disprezzo.
- La parola d'ordine, Senzalegge! - rispose l'altro.
- Che il cielo vi illumini il cervello, idiota che non siete altro! - rispose Se
nzalegge. - Non ve l'ho gi detta? Ma voi avete la mania di giocare ai soldati. Qu
ando siamo nella foresta, atteniamoci alle maniere della foresta, e oggi, nella
foresta, la mia parola d'ordine : "Al diavolo questa buffonata soldatesca!".
- Date il cattivo esempio, Senzalegge! Avanti, la parola d'ordine, buffone! - gr
id il comandante.
- E se l'avessi dimenticata? - disse Senzalegge.
- Se l'aveste dimenticata, ma so che non cos, vi infilzerei con una bella freccia
! - rispose l'altro.
- Be', se siete cos privo di umorismo, - disse Senzalegge, - avrete la vostra par
ola: "Duckworth e Shelton"; e per spiegarla meglio, ecco qui Shelton sulla mia s
chiena, ed a Duckworth che lo sto portando.
- Avanti, Senzalegge! - disse la sentinella.
- E dov' John? - chiese l'ex frate francescano.
- Tiene corte, perdio!, e riscuote le rendite come se fosse nato per non far alt
ro! - rispose uno della compagnia.
Era proprio cos: quando Senzalegge giunse alla locanda del villaggio, trov Ellis D
uchworth circondato dai contadini di Sir Daniel, il quale, a nome della sua buon
a compagnia di arcieri, riscuoteva tranquillamente le decime, rilasciando regola
ri ricevute scritte. Dalla faccia dei feudatari si poteva intuire che il sistema
non era gradito, poich pensavano giustamente che in quel modo dovevano pagare du
e volte.
Ma appena conobbe la ragione dell'arrivo di Senzalegge, Ellis conged i contadini
e, mostrando segno di massimo interesse, condusse Dick in una stanza interna del
la locanda, dove le ferite del giovane furono esaminate e grazie ad alcuni rimed
i rinvenne poco dopo.
- Caro ragazzo, - gli disse Ellis prendendogli una mano, - siete nelle mani di u
n amico che amava vostro padre e vi ama in memoria di lui. Riposate tranquillame
nte, perch siete alquanto malato, e poi mi racconterete la vostra storia e vedrem
o di trovare il giusto rimedio.
Un po' di tempo dopo, Dick si risvegli da un sonno ristoratore, ancora debolissim
o ma lucido di testa. Ellis torn di nuovo da lui e, sedendosi al bordo del letto,
lo scongiur in nome di suo padre di raccontargli tutti i particolari della sua f
uga dal castello. Duckworth possedeva una struttura corporea, un volto onesto, o
cchi chiari e penetranti, che costringevano Dick a obbedirgli; e il giovane racc
ont la storia delle sue ultime giornate dal principio alla fine.
- Ebbene, - disse Ellis quando Dick ebbe terminato, - i santi misericordiosi, Di
ck Shelton, vi hanno non solo salvato da tutti questi pericoli, ma vi hanno anch
e condotto da me che non desidero altro che aiutare il figlio di vostro padre! M
a voi dovete essermi leale... e io lo vedo, che voi siete una persona leale... e
insieme uccideremo questo traditore.
- Assalirete il castello? - chiese Dick.
- Non sono mica pazzo! - rispose Ellis. - E inespugnabile; i suoi uomini lo dife
ndono molto bene; e quelli che mi sono sfuggiti la notte scorsa e, per la Santa
Messa, sono arrivati cos provvidenziali per voi!... quelli l'hanno salvato. Assol
utamente no, Dick, voi ed io e i miei bravi arcieri scompariremo dalla foresta e
lasceremo libero Sir Daniel.
- Ho cattivi presentimenti per John, - disse il giovane.
- John? - ripet Duckworth. - Ah, la fanciulla! No, Dick, vi do la mia parola: se
sentiremo parlare di matrimonio interverremo subito, ma fino a quel momento spar
iremo tutti come ombre alla prima luce del mattino; Sir Daniel si guarder intorno
ma non vedr nessun nemico; e penser, per la Santa Messa!, di aver sognato e di es
sersi finalmente risvegliato nel suo letto. Ma i nostri quattro occhi, Dick, lo
seguiranno ovunque e le nostre quattro mani..., che i santi ci aiutino!, vincera
nno il traditore!
Due giorni dopo la guarnigione di Sir Daniel si era talmente accresciuta che il
cavaliere rischi una sortita e, alla testa di una quarantina di uomini, giunse al
castello di Tunstall senza incontrare resistenza. Non una freccia, non un uomo
tra i cespugli; il ponte era aperto e quando Sir Daniel lo attravers pot vedere tu
tti i contadini affacciati timidamente alle porte.
Subito uno di essi, fattosi coraggio, avanz e inchinandosi umilmente present al ca
valiere una lettera.
Nel leggerla la faccia di Sir Daniel si oscur. La lettera diceva:
Allo sleale e crudele cavaliere Sir Daniel Brackey, il presente messaggio:
Fin dall'inizio siete stato sleale e malvagio. Avete le mani sporche del sangue
di mio padre; ma non provate a pulirlo, non si laver. Un giorno o l'altro vi ucci
der e se cercherete di dare in sposa a qualcun altro madamigella Joan Sedley, ch'
io stesso con giuramento solenne mi sono impegnato a sposare, il mio colpo ricad
r su di voi prontissimo. Il primo passo che muoverete su questa via sar anche il p
rimo passo verso la tomba.
RICHARD SHELTON
Libro terzo
Lord Foxham
Capitolo primo
La casa sulla spiaggia
Erano trascorsi alcuni mesi da quando Richard Shelton era fuggito dal castello d
el suo tutore, mesi ricchi di avvenimenti politici per l'Inghilterra. Il partito
dei Lancaster, che era stato molto vicino alla disfatta, aveva rialzato la test
a; il partito degli York era vinto e disperso, il loro capo ucciso sul campo di
battaglia; durante l'inverno che segui, per qualche tempo, sembr che i Lancaster
avessero avuto la meglio.
La cittadina di Shoreby-on-the-Till era piena di nobili fedeli ai Lancaster: il
conte Risingham con trecento armati, Lord Shoreby con duecento; Sir Daniel stess
o, salito in auge e sempre pi ricco grazie alle confische, abitava in un palazzo
di sua propriet, sulla strada principale, con sessanta uomini. Il mondo era cambi
ato davvero.
Era una sera buia e fredda della prima settimana di gennaio; la notte era gelida
e il vento freddo prometteva un'intensa nevicata.
Dentro una buia taverna di una viuzza accanto al porto, tre o quattro uomini era
no seduti a bere birra e mangiare un'enorme frittata. Erano uomini vigorosi e ab
bronzati, dalla mano dura e dall'occhio ardito; e sebbene fossero vestiti con se
mplici abiti da contadino, anche un soldato ubriaco ci avrebbe pensato due volte
prima di attaccar briga con loro.
Davanti al camino, un po' pi in l, sedeva un giovane, poco pi che un fanciullo, ves
tito suppergi come gli altri ma, a giudicare dall'aspetto, di nascita migliore. S
e gli fosse stato permesso, avrebbe sicuramente portato una spada al fianco.
- No, - disse uno degli uomini al tavolo, - non mi convince per niente. E' immin
ente una sciagura. Questo posto non per gente allegra. Le persone allegre come n
oi amano l'aperta campagna, un buon riparo e pochi nemici; qui invece siamo rich
iusi in una citt che pullula di nemici e, per colmo di sventura, sono certo che p
rima dell'alba nevicher.
- Siamo qui per Mastro Shelton, - disse un altro, indicando con la testa il giov
ane davanti al fuoco.
- Io sono pronto a fare molto per Mastro Shelton, - rispose il primo, - ma andar
e alla forca... no, fratelli, questo no.
Proprio in quel momento si apri la porta della taverna. Entr di corsa un altro uo
mo, che subito si avvicin al giovane accanto al fuoco.
- Mastro Shelton, - disse il nuovo arrivato, - Sir Daniel sta uscendo con due to
rce e quattro arcieri.
Dick, poich si trattava proprio del nostro giovane amico, balz immediatamente in p
iedi.
- Senzalegge, - disse, - prenderete il posto di John Capper. Greensheve, voi ven
ite con me. E voi, Capper, ci guiderete. Stavolta lo seguiremo, dovesse anche sp
ingersi fino a York.
Un attimo dopo erano in strada e Capper, l'uomo entrato per ultimo, indic due tor
ce che bruciavano al vento, poco lontano da l.
La citt era gi profondamente immersa nel sonno; per le strade non si vedeva anima
viva e si poteva seguire facilmente il gruppo senza essere visti. I due che tene
vano le torce erano in testa al gruppo; seguiva un uomo solo dal lungo mantello
svolazzante e la retroguardia, quattro arcieri con l'arco imbracciato, procedeva
no veloce per quel labirinto di vie, avvicinandosi alla riva del mare.
- Viene qui ogni notte? - chiese a bassa voce Dick. - Per tre notti consecutive,
Mastro Shelton, - rispose Capper; - e sempre alla stessa ora e con lo stesso dr
appello di uomini, come se avesse un piano segreto.
Sir Daniel e la sua scorta erano ormai in piena campagna. Shoreby era una citt ap
erta ma, sebbene i signori di Lancaster tenessero sotto stretto controllo le str
ade principali, era tuttavia possibile entrarvi e uscirvi senza esser visti, pas
ad un'ombra cinese, che faceva grandi segni con le braccia. Poi si butt a terra,
e un altro si alz poco lontano e fece gli stessi gesti; e cos di seguito, come un
a muta parola d'ordine, quei gesti fecero tutto il giro del giardino.
- Fanno buona guardia, - sussurr Dick.
- Torniamocene indietro, Mastro Shelton, - disse Greensheve. - Siamo troppo allo
scoperto. Guardate, le onde salgono alle nostre spalle cos bianche che ci vedran
no distintamente contro lo sfondo candido della spuma.
- Avete ragione - rispose Dick. - Torniamo indietro, forza!
Capitolo secondo
Scaramuccia nel buio
Bagnati fradici e intirizziti, i due compagni ripresero la loro postazione tra l
e ginestre.
- Speriamo che Capper faccia presto! - disse Dick. - Prometto di accendere una c
andela alla Santa Vergine di Shoreby, se torna entro un'ora!
- Avete fretta, Mastro Dick? - chiese Greensheve.
- Si, mio caro - rispose Dick - in questa casa c' l donna che amo; e chi sono ques
ti che si aggirano, di notte, in gran segreto se non nemici?
- Ebbene, - rispose Greensheve, - se John far presto, daremo loro quel che si mer
itano. Quelli fuori non arrivano nemmeno a una quarantina.., a giudicare dalla d
istanza tra una sentinella e l'altra... e sono cos sparsi che una ventina di uomi
ni li metterebbe in fuga come passeri. Tuttavia, Mastro Dick, se lei gi nelle man
i di Sir Daniel, tanto vale che caschi in quelle di qualcun altro. E chi potrebb
e essere quest'altro?
- Lord Shoreby, temo, - rispose Dick. - Quando sono arrivati?
- Mentre scavalcavate il muro, - rispose Greensheve. - Non era passato ancora un
minuto da quando mi ero disteso che ho visto il primo di quei mascalzoni che gi
rava l'angolo quatto quatto.
Tutta la casa era ormai sprofondata nel buio, quando si avventurarono lungo la b
attigia, ed era impossibile prevedere quando gli uomini appostati intorno al mur
o sarebbero passati all'attacco. Tra i due mali, Dick preferiva il minore, cio ch
e piuttosto di cadere nelle mani di Lord Shoreby, Joan restasse sotto la tutela
di Sir Daniel; e aveva gi deciso che, in caso d'assalto, si sarebbe lanciato in a
iuto degli assediati.
Ma il tempo passava e non accadeva niente; ogni quarto d'ora il solito muto pass
aparola faceva il giro del giardino, come se il comandante avesse voluto assicur
arsi personalmente della vigilanza dei suoi uomini; ma per il resto, intorno all
a casa, nessun movimento.
Dopo poco iniziarono ad arrivare i rinforzi che Dick aveva sperato, e la notte n
on era ancora calata del tutto quando gi una ventina di uomini si erano acquattat
i con lui tra i cespugli.
Decise di dividerli in due gruppi e, preso il comando del meno numeroso, affid l'
altro a Greensheve.
- Ora, - gli disse, - portate i vostri uomini all'angolo del muro, vicino alla s
piaggia. State ben nascosti e aspettate che io sbuchi dall'altra parte. Voglio m
ettere fuori combattimento quelli dalla parte del mare, perch tra di loro ci dev'
essere il comandante; gli altri scappino pure. E ora, ragazzi, nessuno scagli un
a freccia; non fareste che colpire degli amici; usate soltanto il pugnale; se vi
nceremo, avrete un nobile d'oro ciascuno, appena torner in possesso dei miei beni
.
Tra quel bizzarro gruppo di uomini, avventurieri, ladri, assassini e contadini c
he Duckworth aveva riuniti per compiere la sua vendetta, alcuni dei pi arditi ed
esperti s'erano offerti di seguire Richard Shelton. Non avevano potuto sopportar
e oltre sorvegliare Sir Daniel nella citt di Shoreby, e negli ultimi tempi avevan
o iniziato a lamentarsene apertamente e a minacciare di andarsene. La prospettiv
a di un bello scontro e di un probabile bottino aveva riportato il bun umore e li
aveva preparati al combattimento.
Gettarono i lunghi mantelli e si mostrarono chi in semplice giustacuore verde, c
Capitolo terzo
La croce di St. Bride
Al limitare della foresta di Tunstall, proprio alle spalle di Shoreby, sorgeva l
a croce di St. Bride. Era proprio all'incrocio di due strade: l'una veniva da Ho
lywood, attraverso la foresta, mentre l'altra scendeva da Risingham, ed era la s
trada sulla quale abbiamo visto gli scampati dell'esercito di Lancaster fuggire
alla rinfusa.
Qui le due strade si riunivano e discendevano verso Shoreby; non lontana dalla s
trada c'era appunto una vecchia croce logorata dalle intemperie; e qui giunse Di
ck intorno alle sette del mattino.
Faceva un freddo terribile; la terra, ricoperta di brina, era tutta argentea e l
a luce del giorno cominciava ad annunciarsi con infinite gradazioni di porpora e
arancio.
Dick sedette sul gradino pi basso della croce, si avvolse bene nel tabarro e comi
nci a guardarsi intorno attentamente. Ma non dovette attendere a lungo: sulla str
ada di Holywood comparve un gentiluomo su uno splendido destriero, coperto di un
a lucente e ricca armatura e un mantello di pelliccia rara. Era seguito, una ven
tina di metri pi indietro, da una compagnia di lancieri; ma questi, non appena in
travidero il luogo dell'appuntamento, si arrestarono di colpo, mentre il gentilu
omo dal mantello di pelliccia continu ad avanzare solo.
Teneva la visiera alzata e mostrava un'espressione di grande autorit e rispettabi
lit, in perfetta sintonia con la sua armatura lucente e con le sue armi. Dick, al
zandosi per avvicinarsi al suo prigioniero, prov una certa confusione.
- Siete puntuale. Vi ringrazio, - disse rispettosamente. - Non desiderate smonta
re da cavallo?
- Siete solo, signore? - chiese l'altro.
- Non sono stato tanto ingenuo, - rispose Dick; - e per esser schietto con la Si
gnoria Vostra, vi dir che i boschi intorno a questa croce pullulano dei miei uomi
ni armati.
- Siete stato saggio, - disse il cavaliere. - E ne sono contento proprio perch ie
ri sera siete stato coraggioso e vi siete battuto pi come un fanatico saraceno ch
e come un guerriero cristiano. Ma non tocca a me, che sono stato vinto, biasimar
vi.
- Avete avuto la peggio, signore, poich siete caduto, - rispose Dick; - ma se non
mi avesse aiutato la marea, sarei stato io ad arrendermi. Vi siete divertito a
farmi vostro con parecchie ferite della vostra daga che porto ancora sul mio cor
po. In fin dei conti, signore, io ho rischiato tutto e tutto ho guadagnato, in q
uello scontro alla cieca sulla spiaggia... ecco!
- Vedo, con piacere, che siete abbastanza astuto da non dare peso a ci che accade
, - rispose lo straniero.
- No, signore, non sono astuto, - replic Dick. - Io non cerco alcun vantaggio per
sonale. Ma, rivedendovi alla luce del giorno, capisco qual potente cavaliere mi
si arreso, e non soltanto alle mie armi ma alla fortuna, alle tenebre, alla mare
a... e quanto diversamente si sarebbe potuto svolgere il combattimento, vista la
mia inesperienza e ingenuit... non vi meravigliate, signore, se resto confuso de
lla mia vittoria.
- Parlate bene! - disse lo straniero. - Come vi chiamate?
- Il mio nome, se vi piace, Shelton, - rispose Dick.
- Io sono Lord Foxham, - fece l'altro.
- Allora, signore, se mi permettete voi siete il tutore della pi amabile fanciull
a d'Inghilterra, - rispose Dick; - e per il vostro riscatto e il riscatto di tut
ti gli uomini che si sono arresi con voi sulla spiaggia, non avrete da esitare s
ulle condizioni. Chiedo alla vostra volont e benevolenza, signore, di concedermi
la mano di Joan Sedley; in cambio, avrete la libert vostra e quella dei vostri uo
mini e, se l'accettate, la mia riconoscenza e la mia gratitudine fino alla morte
.
- Ma voi non siete il pupillo di Sir Daniel? Il figlio di Harry Shelton... mi ha
nno parlato di voi!... - disse Lord Foxham.
- Se vorrete scendere da cavallo, signore, vi dir tutto di me, in che condizione
mi trovo e perch sono cos ardito nel domandare. Vi supplico, signore; sedetevi sui
gradini, ascoltatemi fino alla fine e giudicatemi con indulgenza.
Subito dopo aver pronunciato queste parole, aiut Lord Foxham a scendere da cavall
o, lo accompagn fino alla croce, lo fece sedere accanto a lui e, restando rispett
osamente in piedi davanti al suo nobile prigioniero, gli raccont la storia della
sua vita fino alla sera innanzi.
Lord Foxham ascolt assorto, e quando Dick ebbe terminato disse:
- Mastro Shelton, voi siete un gentiluomo molto fortunato, pur nella vostra sfor
tuna; ma la fortuna ve la siete meritata, mentre le disgrazie non ve le meritava
te affatto. Ma fatevi coraggio, perch vi siete fatto un amico che non n senza pote
re n senza favore. Devo riconoscere che, sebbene per una persona della vostra cla
sse non sia conveniente mescolarsi con dei fuorilegge, siete prode e al tempo st
esso leale, pericoloso in battaglia e cortese nella pace: un giovane di indole e
ccellente e di condotta nobile. Quanto ai vostri beni, non li riavrete pi, se pri
ma il mondo non sar cambiato di nuovo. Finch Lancaster prevarr, sar Sir Daniel a god
erseli come gli pare e piace. Per la mia pupilla, ebbene, le cose stanno in un a
ltro modo; l'ho gi promessa a un gentiluomo, un membro della mia famiglia di nome
Hamley, e si tratta di una vecchia promessa...
- Ahim, signore! - lo interruppe Dick. - E adesso Sir Daniel l'ha promessa a Lord
Shoreby; e la sua promessa, bench pi recente, quella che ha pi probabilit di compie
rsi.
- E la pura verit, - rispose Lord Foxham. - E, considerando che sono vostro prigi
oniero, senz'altra alternativa che la vita, e considerando soprattutto che la fa
nciulla disgraziatamente in altre mani, voglio acconsentire. E aiutatemi coi vos
tri bravi compagni...
- Signore! - esclam Dick; - sono quegli stessi fuorilegge coi quali mi rimprovera
ste di mescolarmi.
- Chiunque siano, sanno battersi, - replic Lord Foxham. - Aiutatemi, dunque, e se
con il vostro aiuto riusciremo a riprendere la fanciulla, sul mio onore di cava
liere, ella vi sposer!
Dick si inginocchi davanti al suo prigioniero; ma quegli, balzando agilmente in p
iedi, lo sollev da terra e lo abbracci come un figlio.
- Su! - disse, - se dovete sposare Joan, dobbiamo essere amici fin d'ora.
Capitolo quarto
La Buona Speranza
Un'ora dopo, Dick si trovava di nuovo a La capra e la cornamusa intento a mangia
re e ricevere i rapporti dei suoi messaggeri e delle sentinelle. Duckworth manca
va ancora da Shoreby, come accadeva spesso, perch, rappresentando parecchie parti
, aveva svariati impegni e svariati affari. Come un disperato avido di vendetta
e d'oro, era stato proprio lui a creare la compagnia della Freccia Nera; e tutta
via, fra quelli che lo conoscevano meglio, passava per l'agente e l'emissario di
quel grande "artefice di re" che era Riccardo conte di Warwich.
Chi dirigeva gli affari di Shoreby in sua assenza era Richard Shelton; e, sebben
e se ne stesse seduto a tavola a rifocillarsi, era evidente che fosse preoccupat
o. Avevano deciso, lui e Lord Foxham, di tentare un colpo ardito quella notte st
essa per cercare di liberare Joan con la forza. Tuttavia gli ostacoli erano tant
i e le spie, arrivate una dopo l'altra, portavano notizie sempre pi inquietanti.
Sir Daniel, messo in allarme dallo scontro della notte precedente, aveva rafforz
ato la guarnigione della casa sulla spiaggia; inoltre, non contento di ci, aveva
dislocato gruppetti di cavalieri per tutti i vicoli dei dintorni, in modo da pot
er essere subito avvisato di ogni minimo movimento sospetto. Poi, nel cortile de
l suo albergo, teneva cavalli sellati e cavalieri ben armati in attesa di un seg
nale per partire.
L'impresa di quella notte sembrava diventare sempre pi ardua, quando a un tratto
il volto di Dick si rischiar.
- Senzalegge, - grid, - voi che siete stato marinaio, sareste capace di rubare un
battello?
- Mastro Dick, - rispose l'altro, - se mi date una mano, sono disposto a rubare
la cattedrale di York!
Detto fatto, s'incamminarono prontamente e scesero verso il porto: era un bacino
ampio fra colline sabbiose percorse da dune e cosparse da vecchie rovine e tugu
ri fatiscenti. Numerosi battelli muniti di ponte e molte barche scoperte stavano
all'ancora o erano state tirate in secco sulla spiaggia. Il persistente maltemp
o le aveva spinte a trovare rifugio nel porto; e gli immensi nuvoloni neri, le g
elide raffiche che si succedevano fulminee, ora con turbini di neve, ora in semp
lici colpi di vento, non erano affatto rincuoranti e minacciavano un prossimo ag
gravarsi della tempesta.
Molti marinai, vinti dal freddo e dal vento, si erano rifugiati a terra e schiam
azzavano nelle taverne del porto. Molti dei battelli gi ondeggiavano abbandonati
sulle loro ancore e, poich sembrava che il tempo non volesse migliorare, il numer
o continuava ad aumentare, Fu su questi battelli, specialmente su quelli pi lonta
ni, che l'attenzione di Senzalegge si ferm; intanto Dick, seduto su un'ancora mez
za seppellita nella sabbia, con l'orecchio ora alla voce possente e aspra del fo
rtunale, ora ai canti stonati dei marinai in una taverna vicina, dimenticava, al
ricordo della promessa di Lord Foxham, i suoi affanni e tutto ci che lo circonda
va.
Un colpo leggero alla spalla lo distolse dai suoi sogni: Senzalegge gli stava in
dicando una piccola imbarcazione abbastanza isolata, appena dentro il porto, che
si sollevava regolarmente e dolcemente al passare delle onde. Un pallido raggio
di sole invernale rischiarava il ponte del battello, mettendolo in risalto cont
ro un ammasso di nubi minacciose; e in quel rapido bagliore Dick vide due uomini
che stavano calando in acqua la scialuppa.
- L, signore, - esclam Senzalegge, - proprio lei! Ecco la nave con cui partiremo s
tasera.
Intanto la scialuppa si era staccata dalla nave, e i due uomini, seguendo il ven
to, remarono energicamente verso terra. Senzalegge si volt verso un perdigiorno d
el porto e chiese, indicando la nave:
- Come si chiama quella?
- E La Buona Speranza di Dartmouth, - rispose l'uomo. - Il capitano, un certo Ar
blaster, quello che rema davanti in quella scialuppa.
Era proprio quello che Senzalegge desiderava sapere: ringraziato l'uomo, si port
subito fino a una piccola insenatura sabbiosa verso la quale si dirigeva la barc
a. L attese un po' e, non appena i due uomini della Buona Speranza furono a porta
ta di voce, cominci a gridare:
- Ohi! Arblaster! Benvenuto! Che fortuna incontrarvi, per la croce! E l La Buona
Speranza? Si, l'avrei riconosciuta tra mille!... Proprio una bella nave! Forza,
amico mio, venite a farvi una birra con me ? Ho riavuto le mie propriet di cui av
rete certo sentito parlare!... Adesso sono ricco!... Basta veleggiare per il mar
e! Adesso si naviga nella birra, quella bella forte! Forza, amico, datemi la man
o e venite a bere con un vecchio compagno!
Il capitano Arblaster, un uomo non pi giovane dalla faccia equina segnata dalle i
ntemperie, con un coltello appeso al collo per mezzo di una cordicella, uguale i
n tutto e per tutto a un marinaio moderno, aveva indietreggiato, tra lo stupito
e il diffidente. Ma la parola "propriet" e quell'aria amichevole e da bonaccione
che Senzalegge sapeva simulare alla perfezione, vinsero i suoi sospetti; la facc
ia del capitano si spian e tese la mano spalancata, serrando quella del fuorilegg
e in una morsa formidabile.
- No, - disse, - non mi ricordo proprio di voi. Ma non importa? Berrei con chiun
que e anche il mio fido Tom. Tom, - aggiunse, volgendosi verso il compagno, - qu
esto un mio amico.., non ricordo il suo nome... ma di certo un ottimo marinaio.
Andiamo a bere con lui e col suo compagno.
Senzalegge si incammin seguito dagli altri e ben presto si trovarono in una taver
na che, essendo nuovissima e situata in un luogo esposto ai venti e solitario, e
ra meno affollata di quelle del centro del porto. Era solo una baracca di legno,
una sorta di rifugio da boscaiolo con mobili grossolani e diversi scaffali, par
ecchie panche e assi posate su barili a far da tavole. Al centro, in balia di fu
ribonde correnti d'aria, un fuoco di rottami di legno ardeva violento sprigionan
do un fumo densissimo.
- Ah, finalmente! - disse Senzalegge, - ecco la gioia del marinaio: un buon fuoc
o e un buon bicchiere sulla terra ferma, mentre fuori infuria la bufera e il ven
to urla sul tetto! Alla Buona Speranza dunque! Che possa fare un buon viaggio!
- Si, - disse il capitano Arblaster, - il momento giusto per stare a terra, non
ci sono dubbi! Tom, che ne dite voi? Amico, sebbene non ricordi il vostro nome,
voi parlate bene... parlate molto bene! Che La Buona Speranza possa fare un buon
viaggio! Amen!
- Mio buon Dick, - concluse Senzalegge rivolto al suo comandante, - voi avevate
per le mani un affare, se non sbaglio... no? Bene, andare pure a sbrigarlo senza
perdere altro tempo con noi! Intanto io qui sono coi miei migliori amici, due v
ecchi compagnoni, e vi assicuro che fino al vostro ritorno questi bravi ragazzi
mi terranno compagnia e mi sopporteranno, bicchiere su bicchiere. Noi non siamo
come gli uomini di terra... noi vecchi lupi di mare!
- Ben detto! - grid il capitano. - Potete pure andare, buon giovane, perch far comp
agnia io al vostro amico e mio buon compare... fino al coprifuoco... si, e... pe
r la santa Vergine!, finch sar giorno! Perch, vedete, quando un uomo andato molto t
empo in mare, ha il sale dappertutto, fino al midollo delle ossa; e quando a ter
ra, pu bere anche cento barili ma sempre assetato!
Congedato cos da tutti quanti, Dick si alz, salut i compagni e si lanci tra le raffi
che di vento fino a La capra e la cornamusa. Di qui mand ad avvertire Lord Foxham
che, non appena calata la sera, avrebbe preso il mare su una robusta imbarcazio
ne. Poi, portando con s due uomini esperti di navigazione, ritorn al porto e si di
resse verso la cala.
La scialuppa della Buona Speranza era in mezzo a molte altre, dalle quali si dis
tingueva perch era piccola e fragile. E di fatti non appena Dick e i suoi due uom
ini presero posto e cominciarono a remare verso il largo, il piccolo guscio di n
oce si immerse tra le onde e prese a piegarsi ad ogni raffica di vento, come se
stesse per affondare.
La Buona Speranza, come si detto, era ancorata verso l'imboccatura del porto, in
un punto in cui le onde erano pi violente. Di tutte le altre navi, le pi vicine a
d essa erano a parecchie gomene di distanza e completamente abbandonate. Per giu
nta, mentre la barca accostava, un turbine di neve e un improvviso oscuramento d
el cielo nascosero totalmente le mosse dei fuorilegge. E in un attimo erano gi su
l ponte, mentre la barca danzava a poppa: la cattura della Buona Speranza era an
data a buon fine.
Il battello aveva l'aria di essere bello robusto, con un ponte trasversale a pru
a, e uno scoperto a poppa; aveva un albero e un'attrezzatura tra la feluca e il
trabaccolo. A quanto pareva, il capitano Arblaster aveva fatto una crociera spet
tacolare, perch la stiva era piena di fusti di vino francese e nella piccola cabi
na, in compagnia della beata Vergine Maria nella sua nicchia, prova indubbia del
la devozione del capitano, c'erano diversi bauli e scrigni chiusi a chiave, a di
mostrare l'ordine e la ricchezza del capitano.
Un cane, il solo essere vivente a bordo, abbai rabbiosamente e morse i talloni de
i nuovi arrivati; ma ben presto fu cacciato a pedate nella cabina e rinchiuso a
chiave senza troppe cerimonie. Fu poi accesa una lanterna e issata su una sartia
, in modo che dalla riva si potesse subito distinguere la nave, dopo di che i tr
e uomini sfondarono una botte di vino della stiva e bevvero un bicchiere di ecce
llente vino di Guascogna brindando alla fortuna di quella serata; alla fine, men
tre uno dei fuorilegge preparava arco e frecce per poter difendere la nave contr
o possibili assalitori, l'altro cal la scialuppa e salt a bordo, in attesa che Dic
k lo raggiungesse.
- Bene, Jack, fate buona guardia, - disse il giovane comandante, preparandosi a
seguire il suo uomo. - Vedrete che andr tutto bene.
- Certo, - rispose Jack, - andr tutto benissimo finch resteremo qua; ma non appena
metteremo il naso fuori dal porto... Vedete come trema la nave, solo a sentirci
parlare? Ah!ha udito ci che dicevamo e le mancato il cuore tra le sue costole di
quercia. Guardate, Mastro Dick, guardate come si fa nero il cielo!
C'era davvero un buio pesto; grossi cavalloni rilevavano nell'oscurit continuamen
te, e continuamente La Buona Speranza li scavalcava senza sforzo, alzandosi e in
Richard si mise a prua. Salvo la lanterna della nave e le poche luci di Shoreby
che gi spariva sottovento, era buio pesto. Talvolta per, quando La Buona Speranza
affondava vertiginosamente nell'abisso dell'onda, s'infrangeva una cresta dando
origine a un'improvvisa cateratta di spuma nevosa che subito ricadeva e spariva
nelle tenebre.
Molti uomini, aggrappati dove potevano, pregavano a voce alta; la maggior parte
soffriva il mal di mare e si era trascinata nella stiva dove stava sdraiata in m
ezzo al carico. E poich la tempesta era davvero violenta e le bravate pazzoidi di
Senzalegge che gridava e cantava al timone, anche l'uomo pi coraggioso che fosse
stato a bordo avrebbe potuto dubitare del successo della spedizione.
Ma l'istinto di Senzalegge pilot la nave attraverso i frangenti e gettatosi sotto
vento d'un grande banco di sabbia, navig per un po'in acque tranquille; subito do
po tuttavia la nave fu condotta lungo una rozza gettata di massi, e rimase li in
castrata a dondolare e dibattersi nelle tenebre.
Capitolo quinto
Sempre La Buona Speranza
L'ammasso di sassi su cui si erano incagliati non distava molto dal luogo dove s
i trovava Joan; bastava dunque far scendere gli uomini sulla spiaggia, circondar
e la casa, sfondare la porta e rapire la prigioniera. Ormai potevano sbarazzarsi
della Buona Speranza; li aveva portati diligentemente alle spalle del nemico e,
che la loro impresa riuscisse o meno, la migliore possibilit di ritirata erano l
a foresta e le propriet di Lord Foxham.
Far sbarcare gli uomini, per, non era impresa facile; molti avevano sofferto il m
al di mare e tutti erano intirizziti dal freddo; la promiscuit e il disordine a b
ordo avevano turbato la loro disciplina; i movimenti della nave e le tenebre tut
t'intorno avevano fiaccato il loro spirito. Si precipitarono sul molo; Lord Foxh
am in testa con la spada sguainata per tenere a bada i suoi stessi uomini che gi
si stavano lasciando andare a qualche tumulto e grido assai poco opportuni.
Appena ristabilito l'ordine, Dick parti in avanscoperta con pochi uomini scelti;
l'oscurit che regnava a terra, in contrasto con il lampeggiare delle onde, appar
iva ai suoi occhi come un corpo solido. Gli urli e i sibili del vento coprivano
ogni altro suono.
Appena raggiunta l'estremit del molo, il vento cess e gli parve di udire sulla spi
aggia zoccoli di cavalli e un tintinnio d'armi. Fatti fermare i suoi uomini, fec
e un passo o due avanti, sulla duna e l intravide alcune ombre di uomini e di cav
alli in marcia. Fu sopraffatto da uno sconforto terribile. Se i loro nemici eran
o veramente in allarme e avevano assediato l'estremit del molo, allora lui e Lord
Foxham non avevano alcuna via di scampo, col mare alle spalle e gli uomini prig
ionieri dell'oscurit e ammassati in un angusto lembo di terra. Lanci un debole fis
chio, il segnale convenuto.
Ma fu un segnale anche per il nemico; all'istante, dalle tenebre, piovve una nub
e di frecce lanciate a caso e gli uomini erano cos ammassati che pi di uno fu colp
ito; all'assalto risposero parecchie grida di dolore e di sgomento. Lord Foxham
venne subito ferito e fu portato a bordo da Hawksley; nel frattempo i suoi uomin
i, alla fine della breve scaramuccia, combatterono, ma assai disordinatamente; e
questa fu probabilmente la causa principale del disastro che segu.
Per un minuto o due Dick riusc a difendersi all'estremit del molo con un manipolo
di uomini; ne furono feriti un paio, spada contro spada; nessuna delle due parti
era ancora in vantaggio, quando in un battibaleno la sorte si volse contro quel
li della nave. Qualcuno grid che tutto era perduto; gli uomini erano cos sconvolti
da credere facilmente a un avviso cos funesto. Il grido riprese: "A bordo, compa
gni, se tenete alla pelle!" Un terzo uomo, un vero codardo per natura, lanci il g
rido che si accompagna a ogni sconfitta: "Siamo traditi! "; e in un momento tutt
a la compagnia, urtandosi e lottando, si precipitava sul molo, volgendo al nemic
o le spalle indifese e lacerando le tenebre con grida di terrore.
Un uomo, agitato dalla paura, smosse la poppa del battello, mentre un altro lo t
ratteneva per la prua; i fuggitivi saltarono su urlando. Alcuni furono tirati a
bordo, altri caddero in mare e annegarono, altri ancora furono massacrati dai ne
mici mentre erano ancora a terra; molti poi furono feriti sul ponte, nel terrore
cieco del momento, mentre un uomo s'accavallava sull'altro e un terzo sui due.
Alla fine, non si sa come n perch, la prua della Buona Speranza fu staccata e Senz
alegge, che nonostante il pandemonio era riuscito a rimanere al timone, grazie a
lla sua forza fisica e al suo pugnale rimise la nave in marcia. E la nave ripres
e a vacillare sul mare tempestoso, con il ponte ingombro di uomini caduti che si
trascinavano nelle tenebre.
Allora Senzalegge rinfoder la daga e, rivolgendosi all'uomo pi vicino, disse: - Li
ho segnati col mio marchio, compare, li ho segnati quei cani codardi!
Mentre lottavano e si dibattevano per mettere in salvo la pelle, gli uomini non
avevano potuto fare caso ai rudi colpi e fendenti, a prezzo dei quali Senzalegge
era riuscito a conservare il proprio posto in mezzo al parapiglia. Ma forse ora
cominciavano a vederci un po' pi chiaro, o forse avevano afferrato il senso dell
e parole del timoniere.
Certo che i soldati, colpiti dal panico, si riprendono lentamente e acquistando
coscienza della loro codardia e vergognandosene, quasi a cancellare la memoria d
ella loro colpa, si danno immediatamente a un'estrema insubordinazione. E cos avv
enne: gli stessi uomini che avevano gettate le armi ed erano stati tirati su a b
ordo della Buona Speranza, si scagliarono contro i loro capi chiedendo che qualc
uno fosse punito.
Si scagliarono con rabbia soprattutto contro Senzalegge.
Per portarsi al largo, il vecchio furfante aveva girato la prua verso il mare.
- Attenti! - url uno dei malcontenti, - ci porta verso il mare!
- E' vero, - grid un altro, - siamo traditi, siamo traditi!
E subito tutti insieme iniziarono a urlare che erano stati traditi e con minacce
e invettive orribili ordinarono a Senzalegge di ricondurre la nave immediatamen
te a terra. Senzalegge, digrignando i denti, continu a mantenere la nave sulla ro
tta buona, guidandola attraverso formidabili cavalloni. Al loro pusillanime terr
ore e alle loro disonoranti intimidazioni, tra l'ebbrezza del vino e l'amor prop
rio, non si degnava di rispondere. Alcuni dei malcontenti si raggrupparono dietr
o l'albero, come galli di cortile che cantano per farsi coraggio. Era chiaro che
sarebbero stati capaci di qualsiasi atto d'ingiustizia e d'ingratitudine. E men
tre Dick cominci a salire su per la scaletta, capendo che era ora di intervenire,
uno dei fuorilegge, che era anche lui marinaio, lo precedette.
- Ragazzi, - cominci a dire. - Siete delle vere teste di legno! Per tornare, biso
gna andar pure al largo, no? E il vecchio Senzalegge...
Un uomo colp l'oratore sulla bocca, e un istante dopo, con la rapidit di una saett
a, il poveretto fu rovesciato sul ponte, calpestato e massacrato a colpi di daga
dai compagni. Nel vedere ci Senzalegge, ormai furioso, tuon con una bestemmia; e
senza curarsi delle conseguenze, abbandon il timone:
- Governate voi!
In quel momento La Buona Speranza era sospesa sopra un cavallone; con una violen
za incredibile scivol gi dall'altra parte, e un'ondata, come un enorme baluardo ne
ro, le si sollev davanti; con un urto spaventoso la nave affond gi, attraverso quel
la montagna d'acqua che inond immediatamente la nave dalla prua alla poppa, lanci
ando la spuma oltre la cima dell'albero; subito dopo riemerse dall'altra parte,
in un fremito d'indecisione, tremante come un animale ferito.
Sei o sette dei malcontenti erano stati spazzati in mare dall'onda; gli altri, a
ppena poterono parlare, cominciarono a pregare tutti i santi, supplicando Senzal
egge di tornare al timone.
Senzalegge non si fece pregare due volte: le terribili conseguenze del suo sacro
santo sdegno lo richiamarono a s immediatamente. Meglio di tutti, egli sapeva qua
nto La Buona Speranza fosse stata vicina al naufragio; e dalla passivit con cui a
ffrontava ora il mare poteva capire che non erano ancora salvi.
Dick, che era stato scaraventato nella stiva e per poco non era annegato, si alz,
a fatica avanz verso la prua inondata e con l'acqua fino alle ginocchia si ranni
cchi accanto al timoniere.
- Senzalegge, - grid, - contiamo tutti su di voi; voi siete un uomo valoroso e ab
ile; tre uomini fidati veglieranno per la vostra incolumit.
alche volto amico; perch, dopo aver vissuto nobilmente tutti i giorni della mia v
ita, ben triste rimaner ferito in una scaramuccia e morire cos, in una barcaccia,
in mezzo al freddo e le intemperie, fra gente rozza e miscredente.
- Non dite cos, signore, - disse Dick, - io prego tutti i santi che voi possiate
guarire e tornare presto a terra sano e salvo.
- Come? - domand Lord Foxham. - Tornare presto a terra? Allora c' speranza?
- La nave procede a stento... il mare infuria avverso, - rispose il giovane, - e
, a quanto dice il timoniere, saremo fortunati se arriveremo a terra senza fare
un bagno.
- Ah! - esclam il barone sconsolato, - dunque tutti i terrori accompagneranno la
mia anima nel momento del trapasso! Signore, auguratevi piuttosto che la vostra
vita sia dura in modo da poter poi morire in pace: questo vale molto di pi che es
ser riverito e ossequiato per tutta la vita per poi, all'ultima ora, piombare ne
lla spaventosa sventura! Ho sulla coscienza peccati che devo assolutamente confe
ssare. C' un prete a bordo?
- No, - rispose Dick.
- Allora pensiamo agli interessi secolari, - aggiunse Lord Foxham. - Bisogna che
anche dopo la morte voi siate per me un cos buon amico, come foste un leale avve
rsario in vita. Muoio in un brutto momento, brutto per me, per l'Inghilterra e p
er quelli che si sono affidati a me. I miei uomini dovranno essere accompagnati
da Hamley... il vostro rivale di un tempo; si riuniranno nella sala lunga a Holy
wood; questo anello che mi sto sfilando dal dito vi servir per poter presentare i
miei ordini; inoltre scriver due righe su questo foglio di carta, per pregare Ha
mley di lasciarvi la fanciulla. Obbedirete agli ordini? Non lo so.
- Ma..- Signore, di quali ordini si tratta? - domand Dick.
- Di ordini, - disse il barone, - si... di ordini; - poi, guardando Dick perples
so: - Siete Lancaster o York?
- Mi vergogno a dirlo, - rispose Dick. - Non mi facile rispondere. Ma certo che,
dal momento che so-no con Ellis Duckworth, servo la casa di York. Ebbene, dunqu
e, mi dichiaro per York.
- Bene, - disse l'altro; - benissimo; poich, in verit, se mi aveste detto che part
eggiavate per Lancaster non so cosa avrei fatto. Io sono qui per sorvegliare i s
ignori di Shoreby, mentre il mio eccellente padrone, Lord Richard di Gloucester,
prepara forze sufficienti per piombar loro addosso e disperderli. Ho preso nota
delle forze di cui dispongono, delle strade che sorvegliano, dei luoghi dove si
radunano e mi sono impegnato a consegnarle al mio giovane Lord domenica, alle u
ndici del mattino, alla croce di St. Bride nei pressi della foresta. Probabilmen
te mancher all'appuntamento, ma vi prego di andarci voi per me; e fate in modo ch
e n piacere, n dolore, n tempesta, n ferita vi impediscano di essere l all'ora presta
bilita, poich proprio da questo dipende la sorte dell'Inghilterra.
- Contate su di me, - disse Dick, - state pur certo che la vostra volont sar fatta
.
- Molto bene, - disse il ferito. - Il signor duca vi dar altri ordini, e se voi g
li obbedirete con decisione e buona volont, sar la vostra fortuna. Avvicinate un p
o' la lampada, che io possa scrivere queste due parole per voi.
Scrisse una nota "al suo onorevole cugino Sir John Hamley", e poi un'altra senza
indicazione del destinatario.
- Questa per il duca, - disse. - La parola d'ordine "Inghilterra ed Edoardo", la
risposta "Inghilterra e York".
- E Joan, signore? - domand Dick.
- La prenderete come meglio potrete, - rispose il barone; - in queste due letter
e vi ho indicato come l'uomo che ho scelto per lei; ma bisogner che ve la prendia
te da voi. Io ci ho provato, come sapete, e ci ho rimesso la vita. Il prezzo pi a
lto che si possa pagare.
Nel frattempo il ferito cominciava a sentirsi estremamente debole e Dick, ripost
e le preziose carte nel petto, gli augur di riprendersi e lo lasci riposare.
Era ormai giorno, freddo e azzurro, con qualche fiocc di neve. Sottovento alla Bu
ona Speranza si intravedeva la costa, che alternava promontori rocciosi a baie s
abbiose; pi in l, nell'entroterra, si delineavano le colline boscose di Tunstall;
il vento e le onde si erano calmate, ma la nave emergeva appena dalla superficie
dell'acqua.
Senzalegge era sempre al timone; quasi tutti gli uomini erano saliti sul ponte e
guardavano demoralizzati la costa inospitale.
- Siamo diretti verso terra? - chiese Dick.
- Si, - rispose Senzalegge; - a meno che non andiamo prima a fondo.
In quel momento la nave si sollev con uno sforzo cos debole incontro all'onda, e l
'acqua si rovesci cos brutalmente sulla stiva, che Dick ebbe l'impulso di afferrar
e il timoniere per un braccio.
- Per la Santa Messa! - url Dick non appena la prua riemerse dalla spuma; - crede
vo ormai di essere a fondo e il cuore mi balzato in gola.
Al centro della nave, Greensheve, Hawksley e i migliori uomini della compagnia s
i affannavano a demolire il ponte per costruire una zattera; Dick si un a loro e
si mise a lavorare con grande foga per dimenticare la situazione; eppure a ogni
ondata che colpiva la povera imbarcazione, e ogni volta che la nave sprofondava
vacillante, non poteva non pensare con orribile angoscia all'imminenza della mor
te.
Ad un tratto, distogliendo gli occhi dal lavoro, Dick si accorse che erano ormai
vicino alla costa, ai piedi di un promontorio che si levava quasi a picco sul p
onte e pi in alto ancora, sulla sommit di una duna, si scorgeva una casa.
Entrati nella baia, le onde si rincorrevano vivacemente, sollevavano La Buona Sp
eranza sui loro dorsi spumeggianti, e la portavano con s, malgrado la volont del t
imoniere. All'improvviso le onde gettarono la nave sulla sabbia con un urto viol
ento, sommergendola fino a met albero, sballottandola in tutte le direzioni. Poi
una forte ondata la risollev e la port pi lontano; ne segui una terza che la lasci s
ulla costa in balia dei frangenti, incagliata sul dorso di un banco di sabbia.
- Ehi! ragazzi, - esclam Senzalegge - i santi ci hanno voluto bene per davvero! L
a marea sta calando; sediamoci e beviamo un buon bicchiere di vino; fra meno di
mezz'ora scenderemo tutti a terra, sicuri come se ci fosse un ponte.
Aprirono un barile e, sedutisi intorno come meglio poterono al riparo dalla neve
e dalla spuma delle onde, i naufraghi si passarono il vino di mano in mano, nel
tentativo di ristorarsi il corpo e lo spirito.
Intanto Dick era tornato da Lord Foxham che giaceva atterrito nella sua cabina,
col pavimento invaso fino alle ginocchia e la lampada, unica fonte di luce, orma
i spenta e frantumata dalla violenza dell'urto.
- Signore, - disse il giovane Shelton, - non abbiate paura; i santi ci proteggon
o; le onde ci hanno portato in cima a un banco di sabbia e non appena caler la ma
rea sbarcheremo a terra.
Ci volle quasi un'ora, prima che il mare si fosse ritirato abbastanza da permett
ere loro di scendere; la riva si scorgeva appena attraverso un velo di neve.
Da un'altura 1f vicino, un gruppo di uomini osservava con diffidenza i movimenti
dei nuovi arrivati.
- Dovrebbero venirci incontro e offrirci aiuto, - osserv Dick.
- Be', se non vengono loro da noi, andremo noi da loro, - rispose Hawksley. - Pi
presto ci conquistiamo un buon fuoco e un giaciglio asciutto, meglio sar per il n
ostro povero signore.
Ma non appena si incamminarono verso l'altura, gli uomini, tutti insieme, balzar
ono in piedi e lanciarono una tempesta di frecce contro i naufraghi.
- Indietro, indietro! - grid Lord Foxham. - Attenti, in nome del cielo! Non dovet
e rispondere assolutamente!
- No, - gli fece eco Greensheve, - estraendo una freccia dal suo giustacuore di
cuoio. - Non siamo certo nelle condizioni migliori per combattere: siamo bagnati
fradici, distrutti dalla stanchezza e intirizziti dal gelo. Ma, per l'amore del
la vecchia Inghilterra, perch tirano cose vigliaccamente su dei poveri compatriot
i in difficolt?
- Credono che siamo pirati francesi, - rispose Lord Foxham. - In tempi cos disgra
ziati, noi non possiamo nemmeno sbarcare sulle nostre spiagge; i nostri vecchi n
emici a cui una volta davamo la caccia per mare e per terra, adesso vanno e veng
ono a loro piacimento, a saccheggiare, uccidere, incendiare. E la miseria e la v
ergogna di questo povero paese.
Gli uomini sull'altura continuavano a tenerli sotto controllo mentre essi si tra
Libro quarto
Il travestimento
Capitolo primo
Il rifugio
La strada che Dick stava percorrendo non era molto lontana da Holywood e si trov
ava ormai a circa quindici chilometri da Shoreby-on-the-Till. Qui, dopo essersi
accertati di non essere stati seguiti i due gruppi si separarono. Gli uomini di
Lord Foxham si diressero al rifugio sicuro della grande abbazia, trasportando il
loro signore ferito; mentre Dick e i suoi dodici pirati rimasero a seguirli con
lo sguardo fin dietro la spessa cortina di neve.
Alcuni di loro erano feriti; tutti poi erano piuttosto adirati per la sconfitta
subita e per il pericolo corso; e sebbene fossero troppo affamati e infreddoliti
per far di pi, brontolavano e lanciavano sguardi di fuoco al capo. Dick divise t
ra loro il contenuto della sua borsa senza tenersi neanche un quattrino e li rin
grazi per il coraggio, anche se in cuor suo li rimproverava per essere stati poco
energici; poi, dopo aver cos mitigato l'effetto della sfortuna, li lasci andare p
er la loro strada, da soli o a coppie, verso Shoreby e La capra e la cornamusa.
Scosso per quanto era accaduto a bordo della Buona Speranza, Dick si scelse per
compagno di viaggio Senzalegge. Nevicava senza un attimo di tregua, e tutto into
rno era di un bianco candido, accecante; solo il vento si era calmato; e il mond
o intero sembrava cancellato e sepolto sotto quella silenziosa coltre di neve. E
ra facile smarrire la strada, morire assiderati e cadere in qualche burrone. Sen
zalegge faceva strada, tendendo il collo in avanti come un cane da caccia e chie
dendo, per cos dire, indicazioni ad ogni albero che incontrava e studiava la dire
zione come se stesse pilotando una nave nella burrasca.
Percorsi un paio di chilometri di foresta, giunsero ad un punto dove si congiung
evano parecchi sentieri, sotto un gruppo di alte querce. Nonostante lo stretto o
rizzonte del sipario di neve, era un punto facile da riconoscere, e infatti Senz
alegge, tutto soddisfatto, lo riconobbe immediatamente.
- Ora, Mastro Richard, - egli disse, - se non siete troppo orgoglioso per accett
are l'ospitalit di un uomo che non n gentiluomo di nascita, n buon cristiano, posso
offrirvi un buon bicchiere di vino accanto al focolare per riscaldare le vostre
ossa gelate.
- Avanti Will! - rispose Dick. - Un buon bicchiere di vino accanto al focolare!
Camminerei miglia e miglia, pur d'averli!
Senzalegge imbocc il sentiero a sinistra, sotto i rami spogli del boschetto e, av
anzando deciso, giunse a una buca scoscesa piena per un quarto di neve e sovrast
ata da un faggio maestoso; e qui il vecchio pirata, scostando alcuni cespugli, s
pari sotto terra.
Qualche violento temporale aveva quasi sradicato il faggio e strappato un consid
erevole strato d'erba; l sotto, il vecchio Senzalegge aveva scavato la sua tana,
con le radici come travi, l'erba come tetto e la nuda terra come mura e paviment
o. Nonostante fosse un rifugio estremamente primitivo, il focolare annerito in u
n angolo e una gran cassa di quercia fasciata di ferro nell'altro, mostravano se
nz'ombra di dubbio che si trattava del rifugio di un uomo, e non della tana di u
n animale.
Sebbene la neve si fosse accumulata davanti all'ingresso, penetrando anche nel p
avimento della caverna, l'aria era comunque pi calda che fuori; e non appena Senz
alegge ebbe fatto sprizzare una scintilla e i rami secchi delle ginestre ebbero
cominciato ad ardere e a crepitare, il luogo acquist addirittura un'apparenza di
conforto e di benessere quasi domestico.
Sospirando tutto contento, Senzalegge allarg le mani vicino al fuoco e aspir profo
ndamente una inalazione di fumo.
- Ecco la tana di Senzalegge, - disse; - voglia il cielo che non ci entrino mai
dei cani! Ho girato di qua e di l, un po' dappertutto, da quando a quattordici an
ni fuggii dall'abbazia con la catena d'oro del sagrestano e un libro da messa ch
e vendetti per quattro marchi; ho percorso in lungo e in largo Inghilterra, Fran
cia, Borgogna e Spagna, da un monastero all'altro per salvare la mia povera anim
a; e sono stato anche sul mare, che non il paese di nessuno. Ma qui la mia casa,
Mastro Shelton. La mia patria questa buca scavata nella terra. Piova o tiri ven
to... che sia primavera, quando tutti gli uccelli cantano e cadono i fiori sul m
io letto, o sia inverno e io sieda solo presso il mio buon focolare, mentre il p
ettirosso cinguetta nel bosco... questa la mia chiesa e il mio villaggio, la mia
sposa e il mio bambino... E qui mi piace tornare, e qui, se i santi vorranno, v
err a finire i miei giorni.
- E davvero un bel cantuccio caldo, - disse Dick. - Piacevole... e ben nascosto!
- Per forza, - rispose Senzalegge, - perch, se lo trovassero, Mastro Shelton, mi
si spezzerebbe il cuore. E qui, - soggiunse, scavando con le dita robuste nel su
olo sabbioso, - qui c' la mia cantina... e vi dar un bel fiasco di vino sopraffino
.
E infatti, quasi subito dissotterr un otre di cuoio pieno per tre quarti d'un vin
o forte e dolce; e dopo aver brindato da buoni amici, riattizzarono il fuoco che
ricominci a scoppiettare e si sdraiarono a godersi il tepore.
- Mastro Shelton, - osserv il pirata, - voi avete avuto due disgrazie in questi u
ltimi tempi... e per giunta state per perdere la fanciulla che amate... non vero
?
- Si, purtroppo vero! - rispose Dick scuotendo il capo.
- Ebbene, - continu Senzalegge, - ascoltate un vecchio pazzo che ha ficcato il na
so un po' dappertutto e ne ha viste di cotte e di crude!... Voi seguite troppo l
a strada degli altri, Mastro Dick. Vi mettete con Ellis, ma Ellis desidera sopra
tutto la morte di Sir Daniel. Vi mettete con Lord Foxham, bene... che i santi lo
proteggano! ... senza dubbio lui ha buone intenzioni... Ma perch non seguite la
vostra strada, buon Dick? Andate diritto verso la fanciulla! Fatele la corte, pr
ima che vi dimentichi! Tenetevi pronto e, non appena si presenter l'occasione, po
rtatevela via a cavallo!
- Una buona idea, non vi dubbio, - rispose Dick, - ma intanto lei si trova nella
casa di Sir Daniel.
- Allora andremo l, - rispose il pirata.
Dick lo guard con aria stupita.
- Si, proprio cos, - conferm Senzalegge. - E se avete cos poca fede ed esitate alla
prima parola, ebbene guardate un po' qui!
E tirata fuori una chiave che portava appesa al collo, il fuorilegge apri la cas
sa di legno di quercia e, frugando ben bene, ne trasse una tonaca da frate, una
cintura di corda e un grosso rosario, tanto pesante da poter servire da arma.
- Questo per voi, - disse.
Quando Dick ebbe indossato la tonaca, tir fuori dei colori e cominci con grande pe
rizia a truccargli il viso. Gli disegn delle spesse sopracciglia; lo stesso fece
con i baffi appena visibili; infine, con qualche linea intorno agli occhi, ne mu
t l'espressione facendolo sembrare molto pi vecchio della sua et.
- Ora, - concluse, - aspettate che io faccia altrettanto e saremo la pi bella cop
pia di frati che si sia mai vista al mondo. E andremo audacemente in casa di Sir
Daniel e, vedrete, ci sar offerta ospitalit per amore di nostra madre chiesa.
- Come potr ricompensarvi, mio buon Senzalegge? - grid il giovane.
- Tacete, fratello mio, - rispose il pirata, - io faccio tutto solo per mio piac
ere. Non pensate a me perch a me, per la Santa Messa!, posso pensare da solo. Se
mi manca qualcosa, ho la lingua lunga e una voce che forte come la campana di un
monastero... io chiedo, figlio mio!, e se chiedere non basta, il pi delle volte
prendo.
E poi fece una smorfia cos buffa che Dick, bench gli dispiacesse di essere a tal p
unto obbligato verso un tale mascalzone, non pot far altro che ridere.
Dopo di che Senzalegge si avvicin di nuovo alla cassa e si abbigli alla stessa man
iera; ma, con sorpresa di Dick, si nascose sotto la tonaca anche un fascio di fr
ecce nere.
- A che vi servono?- gli chiese il giovane. - Se non prendete l'arco?
Bah! - rispose Senzalegge - probabile che vi saranno delle teste rotte... oltre
che delle schiene... prima che usciamo entrambi sani e salvi dal luogo dove andr
emo; e se deve scapparci il morto, vorrei che ne avessimo noi l'onore. Una frecc
ia nera, Mastro Dick, il sigillo del nostro convento; serve a svelare chi abbia
scritto il biglietto.
- Visto che siete cos accurato nei preparativi, - disse Dick, - io ho qui delle c
arte che nell'interesse mio e di chi me le ha affidate, sarebbe meglio mettere a
l sicuro, perch non mi vengano trovate addosso. Dove potrei nasconderle, Will?
- Be', - rispose Senzalegge, - io esco nel bosco a farmi una bella fischiatina e
nel frattempo voi potete seppellirle dove vi pare e piace.
- Mai e poi mai! - esclam Dick. - Io ho fiducia in voi, amico. Sarei davvero un i
ngrato, se non mi fidassi.
- Fratello, voi non siete che un ragazzo, - rispose il vecchio pirata, fermandos
i sulla soglia della tana e guardandolo fisso negli occhi. - Io sono un bravo cr
istiano, non un traditore, e non risparmio il mio sangue, se un amico in pericol
o. Ma badate bene, caro fanciullo, io sono un ladro di mestiere, di nascita e d'
abitudine. Il giorno che la mia bottiglia fosse vuota e la mia gola secca, non e
siterei a derubarvi, caro mio, cos com' vero che amo, stimo e ammiro le vostre azi
oni e la vostra persona! Si pu parlare pi chiaro di cos? Non credo proprio!
E si allontan fra i cespugli, facendo schioccare le gigantesche dita.
Lasciato solo, Dick medit un istante sull'inconsistenza di carattere del suo comp
agno, dopo di che tir fuori, rilesse e nascose le sue cane; ne tenne con s una sol
a, che non era affatto compromettente per i suoi amici e avrebbe potuto essergli
utile, all'occorrenza, contro Sir Daniel: la lettera scritta dallo stesso Sir D
aniel a Lord Wensleydale, affidata a Throgmorton il giorno dopo la disfatta di R
isingham e trovata poi da Dick sul corpo del messaggero.
Allora, dopo aver calpestato gli ultimi resti del fuoco, Dick uscito dal rifugio
raggiunse il vecchio pirata sotto le querce spoglie. La neve aveva ricominciato
a cadere. Si guardarono in faccia e poi scoppiarono a ridere, tanto sembravano
due veri frati.
- Come vorrei che fosse estate e ci fosse bel tempo, - disse il furfante, - se s
olo potessi specchiarmi in una pozzanghera. Ci sono molti uomini di Sir Daniel c
he mi conoscono, e se ci riconoscono, per voi forse spenderebbero due paroline i
n pi, caro mio, ma per me non sprecherebbero neanche il fiato per un Paternoster
e in un attimo sarei appeso a una corda.
Si misero dunque in cammino lungo la strada di Shoreby, che in quel tratto segui
va il margine della foresta, sbucando ogni tanto in aperta campagna e passando d
avanti a umili fattorie e tuguri di povera gente.
Ad un certo punto, alla vista di uno di questi, Senzalegge si ferm e con voce inc
redibilmente soave e appropriata alla veste monacale gli disse:
- Fratel Martino, proviamo a chiedere l'elemosina a questi poveri peccatori. Pax
vobiscum! Eh! - soggiunse poi tornando alla sua voce normale; - ecco quello che
temevo; ho perduto l'intonazione piagnucolosa che ci vorrebbe, e, col vostro pe
rmesso, Mastro Shelton, mi eserciter un po' con questi contadini, prima di risell
iate la pelle in casa di Sir Daniel. Vedete che cosa straordinaria il saper fare
tutti i mestieri? Se non fossi stato marinaio, non sareste andato a fondo con L
a Buona Speranza; se non fossi stato ladro non sarei stato capace di truccarvi i
n quel modo; e se non fossi stato frate e non avessi cantato nel coro e mangiato
in refettorio, n io n voi potremmo portare queste tonache senza che i cani stessi
ci smascherassero e abbaiassero all'imbroglio.
Proprio sotto la finestra della fattoria, Senzalegge si alz in punta di piedi e g
uard dentro.
- Ehi, - esclam - che meraviglia! Qui potremo mettere alla prova il nostro traves
timento e faremo una bella burla a Fratel Capper!
Cos dicendo, apri la porta ed entr per primo.
Tre uomini della loro banda stavano seduti a tavola, tutti intenti a mangiare vo
racemente; i loro pugnali, piantati a portata di mano sulla tavola, e gli sguard
i cupi e minacciosi che i tre amici lanciavano ai padroni di casa, dimostravano
chiaramente che quel festino lo dovevano pi alla forza che alle buone maniere. E
ai due frati che con umile dignit entrarono in cucina, si rivolsero in modo piutt
osto maleducato; uno d'essi, John Capper in persona, che si dava arie da capo, i
ntim loro di uscire immediatamente.
- Non vogliamo mendicanti qui, - url.
Ma un altro uomo, pur non riconoscendo Dick e Senzalegge, si mostr un po' pi ragio
nevole.
- Cos no! - grid. - Se noi siamo forti e prendiamo, e questi sono deboli e domanda
no, alla fine questi saranno i primi e noi gli ultimi. Non badate a costui, frat
ello, venite e bevete con me e datemi la vostra benedizione!
- Siete uomini di poca testa, carnali e maledetti, - esclam il monaco. - Che i sa
nti ci guardino dal bere con esseri simili! Ma ecco, per la piet che ho di tutti
i peccatori, vi lascio una santa reliquia che, nell'interesse della vostra anima
, vi ordino di baciare e ossequiare.
Cos tuon Senzalegge, come un vero frate predicatore; ma poi, d'un tratto, estrasse
da sotto la veste una freccia nera, la conficc sulla tavola dei tre banditi sbig
ottiti e, preso Dick per un braccio, usc in fretta e furia e spar nella neve, prim
a ancora che essi potessero fiatare o muovere un dito.
- Vedete, - disse, - abbiamo messo alla prova il nostro trucco, Mastro Shelton.
Ora sono disposto a rischiare la pellaccia dove e quando volete.
- Bene, - rispose Richard. - Non vedo l'ora di mettermi all'opera. E ora filiamo
dritti a Shoreby!
Capitolo secondo
Nella casa dei nemici
Sir Daniel viveva a Shoreby in una casa grande e comoda, coi muri intonacati di
bianco, e coperta da un basso tetto di paglia. Dietro aveva un giardino pieno di
alberi da frutto, viali e boschetti, e sovrastato dalla torre della chiesa dell
'abbazia.
La dimora poteva ospitare, all'occorrenza, la compagnia di un personaggio pi illu
stre di Sir Daniel, ma bastava il seguito di questi per riempirla di frastuono:
il cortile risuonava di armi e di zoccoli ferrati, la cucina, strapiena di cuoch
i, ronzava come un alveare mentre un gruppo folto di menestrelli e suonatori di
vari strumenti riempivano di suoni la sala. Quanto a generosit, buonumore e galan
teria Sir Daniel rivaleggiava con Lord Shoreby ed oscurava Lord Risingham.
Qualsiasi ospite era il benvenuto; menestrelli, saltimbanchi, giocatori di scacc
hi, venditori di reliquie, medicine, profumi e incantesimi, e, insieme con quest
i, preti d'ogni sorta, frati e pellegrini, tutti erano ben accetti alla tavola b
assa, tutti potevano dormire nei vasti granai o sulle nude panche della grande s
ala da pranzo.
Il pomeriggio del giorno dopo il naufragio della Buona Speranza, la dispensa, le
cucine, le scuderie e le rimesse che si stendevano su due lati della corte eran
o piene zeppe di perdigiorno, servitori di Sir Daniel vestiti della sua livrea r
ossa e azzurra, o forestieri provenienti dai luoghi pi svariati, attratti in citt
dalla gola e accolti favorevolmente dal cavaliere secondo la consuetudine dei te
mpi.
Continuava a nevicare senza posa, e il gelo e l'avvicinarsi della notte contribu
ivano a tenere tutta questa compagnia al coperto. Vino, birra e denaro abbondava
no; molti stavano distesi sulla paglia del granaio a giocare d'azzardo, altri st
avano ancora smaltendo la sbornia del pranzo. All'occhio di un osservatore moder
no la scena sarebbe sembrata il saccheggio di una citt; ma per un contemporaneo a