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LO SFRUTTAMENTO DELLE COLONIE SPAGNOLE

Nel XVI secolo la conquista dell’America portò massacri e devastazioni in un territorio che prima
della sua scoperta viveva in un certo equilibrio. Gli indigeni furono sconfitti dagli europei non per
la superiorità numerica degli invasori ma per l’avanzata tecnologia che avevano gli europei nel
campo militare (spesso gli indigeni lottavano tra loro e infatti non godevano di una forte unione).

Gli spagnoli che invasero il nuovo mondo si diedero il nome di ‘conquistadores’; la maggior parte
di questi erano molto poveri. Al servizio della corona spagnola abbatterono gli Aztechi, i Maya e
gli Incas.

Fra il 1501 e il 1513 gli spagnoli conquistarono le isole delle Antille e le coste atlantiche
dell’America centrale. Cortès, partito da l’Avana con 500 uomini e 16 cavalli, sbarcò nello Yucatan
sulle coste del Messico, fondò la città di Vera Cruz e annientò gli Aztechi; in seguito, lo stesso
Cortès , entrò nella loro capitale e prese in ostaggio il loro sovrano Montezuma; più tardi ci fu una
rivolta azteca, che comportò la morte del loro Re.

Nel 1531 il nuovo Conquistadores Francisco Pizarro ottenne dal Re di Spagna il permesso ufficiale
per conquistare il Perù (al comando di poco più di 200 uomini); nel 1533 occupò Cuzco e la
saccheggiò;Pizarro però non seguì l’esempio di Cortes e preferì fondare la capitale del nuovo
dominio spagnolo a Lima ( una località molto vicina alla costa del Pacifico); la conquistà però si
rivelò più complicata del previsto: le popolazioni andine si ribellarono e nel 1571 gli spagnoli
riuscirono a catturare e uccidere l’ultimo inca Tupac Amaril.
I primi tempi dell’avventura coloniale spagnola furono caratterizzati dalla creazione di un sistema
politico-economico di tipo feudale: ai conquistatori la corona concedeva distretti più o meno
grandi, comprendenti terre e uomini, con il compito di provvedere alla cristianizzazione degli
indigeni. In cambio gli encomenderos potevano usare la forza lavoro degli indiani nelle piantagioni,
nella pesca delle perle, nelle miniere d’oro e argento: iniziò così uno sfruttamento crudele, che
portò in pochi anni al saccheggio e alla distruzione di immense risorse umane e materiali. Le
testimonianze dicono che gli indigeni furono ridotti in schiavitù e questo portò al loro sterminio.
Però, come si è visto, gli europei trovarono un rimedio per la popolazione locale; infatti, dal’500
cominciò l’importazione di schiavi provenienti dall’Africa.

Fonti:
Wikipedia – libro di storia: la conoscenza storica di Alberto de Bernardi e Scipione Guarracino

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