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IL RELITTO BIZANTINO DI PANTANO

LONGARINI
---------------------------------------E' una storia senza fine quella che comincia nel lontano 1963, all'estremit
meridionale di una delle pi importanti zone umide della Sicilia. Una storia ancora
lontana dalla definitiva conclusione. Una vicenda su cui convergono istanze, esigenze
e rivendicazioni di varia natura, dalle quali mi terr lontano, centrando l'attenzione
sulla mia esperienza scientifica diretta. Quest'ultima inizi nel luglio del 2001 e si
concluse nel dicembre dello stesso anno. Fui contattato dalla dottoressa Beatrice
Basile, allora direttrice della sezione archeologica della Soprintendenza ai Beni
Culturali e Ambientali di Siracusa1. L'incarico consisteva nel supervisionare la fase di
recupero del relitto, che giaceva da trentasei anni, smontato, all'interno di una vasca
d'irrigazione in prossimit del Pantano Longarini. Questa fase dur meno di una
settimana. Successivamente mi occupai dello studio di quanto restava dell'antica
nave, la cui scoperta fu assolutamente casuale. Nel 1963, infatti, durante dei lavori di
bonifica, alcuni operai rinvennero un relitto di grandi dimensioni, del quale
distrussero e danneggiarono, pi o meno involontariamente, delle parti significative.
Pare anche che alcuni legni siano stati addirittura venduti. Spar anche una placca di
legno duro, con incisa una testa di cavallo e alcune lettere greche non meglio
identificate2. Fortunatamente, per, la notizia del ritrovamento raggiunse ben presto
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Siracusa, dove operava gi da alcuni anni l'archeologo tedesco Gerhard Kapitn, uno
dei padri dell'archeologia subacquea mondiale, recentemente scomparso 3. Lo studioso
si attiv immediatamente, interessando l'allora Soprintendente Luigi Bernab Brea ed
impedendo il verificarsi di ulteriori danni. La loro azione congiunta permise, nei due
anni successivi, di procedere al rilevamento, allo scavo e al recupero del relitto,
grazie all'intervento di un'quipe angloamericana, diretta da Peter Throckmorton, che
successivamente pubblic il suo resoconto e le sue conclusioni scientifiche 4. La
cronologia della nave venne fissata, grazie all'analisi al C14, nella prima met del
VII secolo d.C. Il relitto entr cos a vele spiegate nella letteratura scientifica
internazionale, anche se, materialmente, l'unico ingresso che fece fu quello nella
vasca d'irrigazione di cui si detto sopra, fino al recupero di tredici anni fa.
Prima di procedere al rilievo e allo smontaggio del relitto, gli scavatori
contrassegnarono tutti i legni con delle targhette metalliche sulle quali erano incise
sigle composte da tre lettere. Purtroppo, durante i lavori di recupero del 2001,
constatammo che buona parte di esse si erano staccate, rendendo difficile
l'individuazione dell'elemento strutturale cui si riferivano. Nel complesso, tuttavia, i
legni non erano particolarmente danneggiati e mantenevano la forma e le dimensioni
riscontrate al momento dello scavo. Per procedere alla ricostruzione virtuale del
relitto, collocando ogni singolo legno nella sua esatta posizione, occorreva ricorrere
ad una molteplicit di fonti e strumenti. Il solo articolo di Peter Throckmorton, pur
fondamentale, non era sufficiente. Lo scavatore, infatti, non aveva mai pi
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riesaminato direttamente i legni e questa circostanza non gli aveva consentito di porre
rimedio a lacune e imprecisioni contenute nella sua pubblicazione. Anzi, in un libro
divulgativo da lui curato, pubblicato nel 1988, venne proposta una ricostruzione del
relitto carente ed errata sotto molteplici aspetti 5. Era quindi necessario ricorrere a
delle fonti che dessero conto in maniera puntuale della situazione al momento dei
lavori di scavo e rilevamento. Fondamentale si rivel la collaborazione di Gerhard
kapitan, che mise a disposizione i negativi delle foto scattate durante quelle fasi. Le
immagini fotografiche, sottoposte ad elaborazione ed ingrandimento ad opera del
gabinetto di fotografia della Soprintendenza aretusea, consentirono di leggere con
precisione le sigle che contrassegnavano i singoli legni, facilitando cos enormemente
il lavoro di identificazione.

Atlante di archeologia subacquea

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