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J.R.R. Tolkien - Roverandom Le Avventure - Provart
J.R.R. Tolkien - Roverandom Le Avventure - Provart
TOLKIEN
ROVERANDOM LE AVVENTURE DI UN CANE ALATO
(Roverandom, 1998)
Questo libro dedicato alla memoria di Michael Hilary Reuel Tolkien
1920-1984
INTRODUZIONE
Nell'estate del 1925, J.R.R. Tolkien, sua moglie Edith e i loro figli John
(di quasi 8 anni), Michael (di quasi 5 anni) e Christopher (di non ancora un
anno) andarono in vacanza a Filey, una cittadina costiera dello Yorkshire
ancor oggi nota come centro turistico. Si trattava di una vacanza imprevista organizzata per festeggiare la nomina di Tolkien alla cattedra Rawlinson e Bosworth a Oxford per l'insegnamento di anglosassone, incarico
che l'autore avrebbe assunto a partire dal 1 ottobre di quell'anno. Una vacanza intesa forse come periodo di riposo, in quanto non solo lo attendeva
l'incarico oxoniano, ma per due trimestri avrebbe dovuto continuare a insegnare presso l'Universit di Leeds giacch i due impegni si accavallavano. Per tre o quattro settimane - come si spiega pi avanti, c' incertezza
sulle date - i Tolkien affittarono a Filey un cottage edoardiano, forse di
propriet del direttore dell'ufficio postale, arrampicato su un costone di
roccia che dominava la spiaggia e il mare. Da questo osservatorio privilegiato la vista a oriente non aveva ostacoli e il piccolo John Tolkien fu molto emozionato nel veder sorgere dalle acque del mare, in un paio di notti
senza nubi, la luna piena che tracciava un sentiero sulle onde con la sua
scia d'argento.
A quell'epoca Michael Tolkien andava matto per un giocattolino, un cane di stagno in miniatura, a macchie bianche e nere. Mangiava e dormiva
con questo cagnetto, portandoselo sempre dietro; era riluttante a separarsene perfino quando doveva lavarsi le mani. Tuttavia, durante la permanenza
a Filey, un giorno and a fare una passeggiata con il padre e il fratellino
maggiore e, mentre si dedicava con entusiasmo a far rimbalzare sassolini
nell'acqua, pos il cagnolino sulla spiaggia di ciottoli bianchi. Su quello
sfondo era praticamente impossibile distinguerlo e il giocattolo and perso.
Michael si disper quando, nonostante le ricerche dei ragazzi e del padre
proseguissero anche il giorno dopo, non riusc a trovare il suo cagnetto.
Per un bambino la perdita del giocattolo preferito un trauma, e fu senza
carta; pare che l'abbia fatto pi avanti in quello stesso anno, probabilmente
durante le vacanze di Natale. Siamo propensi a crederlo - ma possiamo
solo fare congetture, in mancanza di un manoscritto datato o di un'altra
prova concreta - basandoci su due indizi interessanti anche se piuttosto
deboli. Tutti e due riguardano la fine del secondo capitolo di Roverandom,
nel quale si racconta di come il Grande Dragone Bianco disturbato da
Roverandom e dal suo amico il cane-luna, e li insegue in una caccia furiosa. Il dragone descritto come un frequente piantagrane: Quando dava
una dragon-festa o aveva una crisi di nervi faceva uscire dalla caverna vere
lingue di fuoco verdi e rosse; e frequenti erano le nuvole di fumo. Un paio
di volte aveva fatto diventare tutta la luna rossa o l'aveva oscurata completamente... In quelle situazioni cos difficili l'Uomo-sulla-Luna... si limitava
a scendere nelle cantine, a sprigionare gli incantesimi pi efficaci e a risistemare tutto il pi in fretta possibile. Nell'episodio attuale il suo inseguimento ai due cani interrotto dall'Uomo-sulla-Luna all'ultimo momento, con un sortilegio che colpisce il drago in pieno stomaco. Per questa
ragione l'eclissi seguente non riusc affatto perch il dragone era troppo
intento a leccarsi il pancino per occuparsene. Un riferimento al fatto che
le eclissi lunari erano provocate dal fumo dei draghi, come stabilito in un
passaggio precedente.
Gli elementi inclusi in questo capitolo - uno dei quali (un dragone rompiscatole sulla luna) faceva certamente parte della storia nel settembre del
1927, come dimostra il disegno con la data - compaiono in forma molto
simile in un'inedita lettera-favola che Tolkien scrisse ai figli nel dicembre
di quell'anno nelle vesti di Babbo Natale. In essa - una delle tante notevoli
lettere di Babbo Natale che Tolkien scrisse ai figli tra il 1920 e il 1943 l'Uomo-sulla-Luna va al Polo Nord e beve troppo brandy mentre mangia il
plum-pudding giocando a snapdragon. 1 Crolla addormentato ed spinto
sotto al divano dall'Orso Polare del Polo Nord, restandovi fino al giorno
dopo. In sua assenza i dragoni vanno in giro sulla luna e fanno un tale polverone da provocare un'eclissi. L'Uomo-sulla-Luna costretto a tornare a
precipizio e a fare un mirabolante incantesimo per rimettere le cose a posto.
Le somiglianze fra questo episodio e quello del Grande Dragone Bianco
descritto in Roverandom sono troppe per essere casuali; da ci si potrebbe
dedurre che Tolkien aveva in mente Roverandom mentre scriveva la lette1
rina di Natale nel dicembre del 1927. impossibile dire se l'idea dei dragoni-lunari provocatori di eclissi sia stata presentata prima nella lettera o
se sia stata estrapolata per l'occasione da un'invenzione gi esistente in
Roverandom; ma tra i due lavori ci deve senz'altro essere una connessione.
Le vacanze natalizie offrirono a Tolkien una pausa lontano dalle responsabilit accademiche, durante la quale avrebbe potuto buttar gi Roverandom; e bench non sia certo che l'abbia fatto nel dicembre del 1927, un
altro indizio porta a quella data, almeno come terminus a quo per il primo
testo (non datato) che possediamo: il riferimento a un'eclissi mancata. Nel
primo testo L'eclissi seguente non riusc affatto gi citato seguito
dall'annotazione l'hanno detto gli astronomi (i fotografi). E a dire il vero
fu questa l'opinione prevalente, riportata nel Times di Londra, secondo la
quale l'eclissi dell'8 dicembre 1927 fu nascosta agli osservatori inglesi dalle nuvole. A questo proposito la letterina di Babbo Natale del 1927 ci
ancora utile perch data l'eclissi verificatasi durante l'assenza dell'Uomosulla-Luna esattamente all'8 dicembre, confermando cos che Tolkien era
informato di quanto avveniva nel mondo reale.
La prima delle versioni esistenti di Roverandom una delle quattro conservate tra i manoscritti di Tolkien alla Bodleian Library di Oxford. Sfortunatamente un quinto andato perduto, corrispondente al primo capitolo e
alla prima met del secondo. Ne restano ventidue pagine, vergate in fretta,
a volte con grafia di difficile interpretazione su una variet di fogli (forse
strappati da quaderni di esercizi scolastici), e con numerosi ritocchi. Questo testo fu seguito da tre stesure battute a macchina, anch'esse non datate,
nel corso delle quali Tolkien allung progressivamente la storia apportandovi diversi miglioramenti stilistici e di dettaglio pur senza modificare la
sostanza della trama. Il primo dattiloscritto, consistente di trentanove pagine fittissime di correzioni, segue molto da vicino il manoscritto ed stato
di grande aiuto per decifrare le parti pi illeggibili del primo testo. Tuttavia verso la fine differisce in modo rilevante dal precedente, dove il passaggio nel quale Rover riprende il suo aspetto e la sua dimensione naturale
(prima quasi un anticlimax ora invece momento drammatico quanto umoristico) molto pi esteso. Il nuovo testo si intitolava all'origine Le avventure di Rover, ma Tolkien lo cambi a penna in Roverandom, titolo preferito da allora in poi.
Il secondo dei tre dattiloscritti s'interrompe, a quanto pare per consapevole decisione dell'autore, dopo appena nove pagine, con poche righe soltanto nel foglio finale. Va dall'inizio della storia fino al punto in cui la luna
Resi nella traduzione con Persia e Persici e riflessi per estensione anche in termini quali frutto del persico e persiche. [N.d.T.]
Resi nella traduzione con Persia e Persici e riflessi per estensione anche in termini quali frutto del persico e persiche. [N.d.T.]
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Non altrettanto difficili i termini italiani: attrezzature, fosforescente,
primordiale e tiratura. [N.d.T.]
sia piatta; ma la luna di Roverandom, proprio come quella in Racconti ritrovati, si muove al di sotto del mondo quando non alta nel cielo.
Via via che le opere di Tolkien sono state pubblicate nel quarto di secolo
successivo alla sua morte, apparso evidente che quasi tutti i suoi scritti
sono collegati fra loro, anche solo in piccoli particolari, e che ognuno getta
una luce rivelatrice sugli altri. Roverandom dimostra ancora una volta come il legendarium - il lavoro di tutta la vita di Tolkien - influenzasse il suo
modo di raccontare, e come anticipi scritti sui quali lo stesso Roverandom
esercit un'influenza, sia pure indiretta: specie Lo hobbit, la cui composizione (iniziata forse nel 1927) pu aver coinciso con la stesura e la revisione di Roverandom. Infatti molti lettori di Lo hobbit non mancheranno certo
di notare (inter alia) le somiglianze tra il pauroso volo di Rover su Mew
fino al suo rifugio ai bordi della scogliera e quello di Bilbo fino al nido
delle aquile; e tra i ragni che Roverandom incontra sulla luna e quelli di
Mirkwood; e come sia il Grande Dragone Bianco che Smaug, il drago di
Erebor, hanno le pance morbide; e come i tre scorbutici negromanti di Roverandom - Artaserse, Psamathos e l'Uomo-sulla-Luna - sono, ciascuno a
suo modo, precursori di Gandalf.
Prima di procedere col testo rimane solo da spendere qualche parola sui
disegni che lo accompagnano. Ne abbiamo gi parlato a lungo in J.R.R.
Tolkien: Artist and Illustrator (1995); ma qui, dove sono pubblicati insieme al testo integrale del racconto, si evidenziano maggiormente qualit e
difetti. Non erano stati pensati per illustrare un libro a stampa e, per i loro
soggetti, non sono equamente distribuiti nella storia. E non sono neanche
uniformi per stile o mezzo espressivo: due sono a china, due ad acquarello
e uno un pastello. Quattro rivelano una notevole cura, specie gli acquarelli, mentre il quinto, l'arrivo di Rover sulla luna, mostra una certa approssimazione, con Rover, Mew e l'Uomo-sulla-Luna fastidiosamente minuscoli.
Forse quel che pi interessava Tolkien in questo disegno erano la torre e
il terreno spoglio tutt'intorno - molto dettagliato - che per non suggerisce
in alcun modo le foreste lunari descritte in Roverandom. Il precedente Paesaggio Lunare pi fedele al testo: include alberi dalle foglie blu, e ampi spazi aperti azzurri e verdi sui quali le alte montagne aguzze disegnavano ombre lunghe lontano fin sul fondo della valle. Presumibilmente illustra il momento in cui Roverandom e l'Uomo-sulla-Luna, tornando dal loro
giro nel lato buio, vedono sorgere il mondo, una luna verde pallido e oro,
Non tutti i vecchi con i calzoni sbrindellati sono malvagi: alcuni sono
simpatici straccivendoli e hanno al seguito qualche cagnetto; alcuni fanno i
giardinieri; e pochi, ma proprio pochissimi, sono stregoni che se ne vanno
bighellonando in vacanza in cerca di qualcosa da fare. Il tipo che sta entrando ora nella storia era proprio uno stregone. Avanzava bel bello per il
viale del giardino, con un vecchio palt sdrucito, una vecchia pipa tra i
denti e un vecchio cappellaccio verde in testa. Se Rover non fosse stato
cos occupato ad abbaiare alla palla, avrebbe forse notato la penna blu infilata nella calotta del cappello verde, e sarebbe venuto anche a lui - come a
qualsiasi altro ragionevole cane - il sospetto che potesse trattarsi di uno
stregone; ma della penna lui non s'accorse affatto.
Quando il vecchio si pieg per raccogliere la palla - pensava di trasformarla in un'arancia o perfino in un osso o in pezzo di carne per Rover Rover ringhi: Mettila gi! senza dire per favore.
Naturalmente lo stregone, proprio perch era stregone, comprese tutto
benissimo e gli rispose: Sta' zitto, stupido! senza dire per favore.
Poi s'infil la palla in tasca, apposta per stuzzicare il cane, e si volt per
andarsene. Mi spiace riferire che Rover gli azzann subito i calzoni, strappandogliene via un bel pezzo. E forse strapp via anche un pezzo dello
stregone. Il vecchio, fuori di s, si gir di scatto e url: Idiota! Trasformati in giocattolo!
A quelle parole cominciarono ad accadere le cose pi straordinarie. Rover era solo un cagnolino, per cominciare, ma all'improvviso si sent molto
rimpicciolito. L'erba gli apparve mostruosamente alta e ondeggiava lass,
ben oltre la sua testa; intravedeva lontana tra l'erba, come un sole che sorgeva tra gli alberi d'una foresta, l'enorme palla gialla dove l'aveva scaraventata lo stregone. Sent lo scatto del cancello che si chiudeva alle spalle
del vecchio, ma non riusc a vederlo uscire. Cerc di abbaiare, ma emise
solo un flebile suono, troppo fioco perch una persona normale potesse
sentirlo; credo che non ci avrebbe fatto caso nemmeno un cane.
Era diventato cos piccolo che se in quel momento fosse sopraggiunto un
gatto, prendendolo per un topo ne avrebbe fatto un sol boccone. Tinker, la
grande gatta nera che stava nella stessa casa, non ci avrebbe pensato su due
volte. Figurarsi.
Alla sola idea di Tinker, Rover si sent assalire dal terrore: ma presto i
gatti furono dimenticati. Il giardino stesso all'improvviso scomparve e Rover si sent spazzar via, verso l'ignoto. Passata la buriana, si ritrov al buio,
pigiato contro tanti altri oggetti duri e rigidi; e dovette rimanere per un bel
Non vollero aprire pi bocca, cos il povero Rover non pot scambiare
due parole con nessuno, e si sent infelice e demoralizzato, pentitissimo di
aver morso i calzoni dello stregone.
Non so dirvi se fu o no lo stregone a mandare la mamma per portar via il
cagnolino dal negozio. Tuttavia, proprio quando Rover aveva toccato il
fondo dell'infelicit, lei entr con la sua bella cesta della spesa. Lo aveva
visto in vetrina, e subito aveva pensato che sarebbe stato un bel regalo per
il suo bambino. Aveva tre figli, ma uno aveva una passione particolare per
i cani in miniatura, specie per quelli a macchie bianche e nere. Cos, compr Rover, che fu impacchettato e infilato nella cesta insieme agli altri acquisti che lei aveva fatto per il t.
In men che non si dica Rover riusc a far sbucare la testa dal suo involucro. Sentiva un profumino di torta. Ma scopr che non poteva arrivarci; e,
in mezzo a tutti quei sacchetti di carta, emise un breve lamento da giocattolo. Solo i gamberetti lo udirono, e gli chiesero che problema avesse. Lui
raccont tutto, aspettandosi di essere molto compatito, ma quelli gli chiesero soltanto: Che diresti se finissi bollito? Sei mai stato bollito?
No. Non sono mai stato bollito, se non ricordo male, rispose Rover.
Per qualche volta mi hanno fatto il bagno, e non cosa particolarmente
gradevole. Ma immagino che finire bollito sia molto meglio che essere
stregato.
Allora, si vede proprio che non sei mai stato bollito, ribatterono quelli.
Non ne sai niente. la cosa peggiore che possa capitarti: siamo ancora
rossi di rabbia, solo a pensarci.
A Rover i gamberetti non stavano simpatici, cos disse: Pazienza, tra
poco vi mangeranno e io star a guardare!
Dopo di che i gamberetti non ebbero altro da dirgli, e lui fu lasciato solo
a rimuginare su che genere di persone l'avesse comprato.
Lo scopr presto. Fu portato in una casa e la cesta fu posata su un tavolo,
e tutti i pacchetti furono tirati fuori. I gamberetti furono portati in dispensa
ma Rover fu subito dato al bambino per il quale era stato comprato, che lo
port nella sua cameretta e gli parl.
A Rover il bambino sarebbe piaciuto, se non fosse stato troppo fuori di
s per ascoltare quel che gli andava dicendo. Il piccolo gli abbaiava nel
miglior linguaggio canino di cui era capace (ed era piuttosto bravo), ma
Rover non prov mai a rispondergli. Continuava a ripetersi che s'era ripromesso di scappare dal primo che l'avesse comprato, e si chiedeva come
Ma Rover non chiedeva affatto di andar fuori, e certo non in una tasca di
calzoni. Voleva riposare e prepararsi per la notte seguente, poich pensava
che questa volta sarebbe riuscito a scovare una via di fuga per andarsene
sempre pi lontano, fino a ritrovare la sua casa, il suo giardino e la sua
palla gialla sul prato. Aveva come la convinzione che una volta arrivato sul
suo prato tutto sarebbe andato a posto: il sortilegio si sarebbe spezzato o
lui si sarebbe svegliato, scoprendo che era stato tutto un sogno. Cos, mentre i due fratellini scendevano lungo il ripido sentiero della scogliera e correvano sfrenati sulla spiaggia, lui aveva abbaiato e s'era agitato e divincolato nella tasca. Ma per quanti sforzi facesse, riusciva a muoversi appena,
nonostante fosse nascosto e nessuno potesse vederlo. Tuttavia, fece quel
che poteva e la fortuna lo aiut. C'era un fazzoletto, in quella tasca, spiegazzato e appallottolato, cos Rover non era finito proprio in fondo e grazie ai suoi sforzi e alla corsa affannata del suo padroncino riusc presto a
tirar fuori il naso e a sentire che aria tirava.
E grande fu la sua sorpresa per quel che annus e vide. Non aveva mai
n visto n annusato il mare prima e il villaggio di campagna dove era nato
era miglia e miglia distante dal rumore o dal profumo del mare.
All'improvviso, mentre si stava sporgendo a guardare, un uccellaccio
bello grande, tutto bianco e grigio, scese a volo radente sfiorando quasi le
teste dei ragazzi, facendo un verso simile a quello d'un enorme gatto con le
ali. Rover sobbalz dalla sorpresa tanto che dalla tasca fin dritto dritto
nella sabbia morbida e nessuno lo sent. Il grande uccello riprese quota e si
allontan, senza far caso ai suoi uggiolii, mentre i ragazzini si spingevano
sempre pi oltre lungo la spiaggia sabbiosa, e non pensavano affatto a lui.
Sulle prime Rover fu molto contento e soddisfatto.
Ce l'ho fatta! Sono scappato! abbai, in quel modo da giocattolo che
solo altri giocattoli avrebbero potuto sentire, e in giro non ce n'era nessuno.
Poi si rotol su un fianco, sulla sabbia pulita e asciutta, che era ancora fresca per aver trascorso tutta la notte sotto le stelle. Ma quando al ritorno i
ragazzini gli passarono accanto diretti a casa senza nemmeno notarlo, lui
rimase tutto solo sulla spiaggia deserta e non ne fu contento affatto. Sulla
spiaggia c'erano solo i gabbiani. Oltre alle tracce delle loro zampe sulla
sabbia c'erano solo le impronte dei piedini dei piccoli. Quella mattina, nella loro passeggiata, si erano spinti fino a un tratto di spiaggia molto solitario dove andavano di rado. Da quelle parti non capitava quasi mai anima
viva, e sebbene ci fossero sabbia dorata e pulita, ciottoli candidi e il mare
azzurro, in una piccola baia sotto la scogliera grigia, fosse tutto bordato di
schiuma d'argento, si respirava un'aria strana, tranne che nelle prime ore
del mattino, quando il sole era appena spuntato. La gente diceva che vi
accadevano cose bizzarre, a volte perfino di pomeriggio; a sera poi il luogo
era affollato degli abitanti del mare, sirene e tritoni, per non parlare degli
spiritelli che arrivavano fin sotto la scogliera in groppa a minuscoli cavalli
marini con briglie di alghe verdi, e li lasciavano nella spuma al limite della
battigia.
La ragione di tutte quelle stranezze era semplice: nella baia abitava il pi
vecchio tra i maghi della sabbia, che gli abitanti del mare chiamano Psamatisti nel loro tipico linguaggio immaginifico. Costui aveva nome Psamathos Psamathides, almeno cos diceva lui, insistendo molto puntigliosamente sulla pronuncia corretta. Era un vecchio saggio e ogni sorta di gente
strana veniva a trovarlo; era un mago di prim'ordine e oltretutto molto gentile con le persone giuste, anche se un po' scorbutico al primo contatto.
Dopo una delle sue feste-di-mezzanotte la gente del mare continuava a
ridere per settimane ricordando le sue barzellette. Durante il giorno non era
facile trovarlo. Gli piaceva starsene sepolto sotto la sabbia calda quando
c'era il sole, in modo che si vedesse solo la punta di una delle sue lunghe
orecchie; e, se anche fossero venute fuori tutte e due, la maggior parte delle persone come voi e io le avrebbe scambiate per rametti secchi.
possibile che il vecchio Psamathos sapesse tutto di Rover. Di certo
conosceva il vecchio stregone che gli aveva fatto l'incantesimo, in quanto
maghi e negromanti sono pochi e ben lontani tra loro, sanno tutto l'uno
dell'altro e si tengon sempre d'occhio a vicenda, perch non che nel privato siano poi questi grandi amiconi. Comunque, ecco Rover che sulla
morbida sabbia cominciava a sentire la solitudine e a star poco bene ed
ecco Psamathos, l a un passo bench Rover non potesse vederlo, che lo
sbirciava da sotto un mucchio di sabbia preparatogli dalle sirene la notte
prima.
Ma il mago della sabbia non diceva nulla. E Rover non diceva nulla. E
pass l'ora di colazione, e il sole sal alto e caldo nel cielo. Rover guard
verso il mare, che dava un'idea di frescura, e si prese uno spavento terribile. Sulle prime credette che gli fosse entrata la sabbia negli occhi, ma poi si
rese conto che non c'era modo di sbagliarsi: il mare si stava avvicinando
sempre pi, ingoiando la spiaggia metro dopo metro, e le onde si facevano
sempre pi alte e spumose.
mangiare qualcosa?
E prima che Rover avesse tempo di rispondere S, grazie! S! GRAZIE! sulla sabbia davanti a lui spunt un piattino con pane e intingolo e
due piccoli ossi, proprio della misura giusta, e una ciotolina per l'acqua con
scritto tutt'intorno in lettere blu BEVI, CUCCIOLO, BEVI. Mangi e bevve tutto quel che c'era prima di chiedere: Ma come hai fatto? Grazie.
e si stava recando dove Psamathos gli aveva detto di andare, e senza dubbio Psamathos con le sue arti magiche stava aiutando Mew, che difatti volava pi veloce e pi diritto di quanto non facciano di solito anche i gabbiani pi grandi, pur lasciandosi precipitare nel vento quando hanno fretta.
Eppure ci vollero secoli prima che Rover vedesse qualcosa di diverso dal
chiarore lunare e dal mare sotto di lui, mentre la luna diventava sempre pi
grande e l'aria sempre pi fredda.
D'un tratto al limite estremo del mare scorse una forma scura, che si faceva sempre pi grande via via che loro vi si avvicinavano, fino a quando
non riusc a capire che era un'isola. Attraverso la distesa d'acqua giunse
loro un tremendo abbaiare, una cagnara composta da tutti i diversi generi,
le sfumature e i registri delle voci canine: dagli uggiolii ai guaiti, dai latrati
ai grugniti, dai ruggiti agli gnauli, dai ringhi ai mugolii, dagli ululati ai
lamenti, dai bau-bau ai cai-cai, una fragorosa canizza che tutto sovrastava, come se ci fosse un gigantesco segugio nel cortile d'un orco. A Rover
subito si rizzarono come setole tutti i peli del collo, di nuovo molto reali: e
pens che gli sarebbe piaciuto scendere a litigare con tutti quei cani contemporaneamente... finch non si ricord di quanto fosse piccolo.
Quella l'Isola dei Cani, disse Mew, o meglio l'Isola dei Cani Smarriti, dove vanno tutti i cani perduti che se lo meritano o sono fortunati. Mi
dicono che non male, per un cane; possono fare tutto il chiasso che vogliono senza che nessuno gli ordini di piantarla o gli tiri dietro qualcosa.
Tengono un magnifico concerto ogni volta che splende la luna, abbaiando
tutti insieme i loro versi preferiti. Pare che ci siano anche alberi di ossi con
frutti succulenti che cadono dalla pianta quando sono maturi. No, non
stiamo andando l, non per il momento. Sai, bench tu non sia pi un giocattolo, non si pu per dire che tu sia proprio un cane. Credo infatti che
Psamathos fosse perplesso quando gli hai detto che non volevi tornare a
casa e si sia chiesto cosa fare di te.
Dove andiamo, allora? domand Rover. Era deluso all'idea di non poter dare un'occhiata pi da vicino all'Isola dei Cani, dopo aver sentito descrivere quegli alberi d'ossi.
Seguiamo la scia della luna fino al limite del mondo e poi lo superiamo
e saliamo sulla luna. cos che ha detto il vecchio Psamathos.
A Rover non piaceva per niente l'idea di andare oltre il limite del mondo,
e la luna sembrava un tipo di posto deprimente.
Perch sulla luna? volle sapere. Ci sono tanti posti nel mondo in cui
non sono mai stato. Non ho mai sentito che ci siano ossi sulla luna e nean-
che cani.
Ce n' almeno uno, perch l'Uomo-sulla-Luna ha un cane; e poich
un vecchietto per bene, oltre a essere il pi grande di tutti i maghi, sono
sicuro che ci saranno ossi per il cane e forse anche per gli ospiti. Riguardo
al motivo per il quale sei stato mandato qui, lo scoprirai al momento adatto
se conserverai le tue facolt mentali e non sprecherai il tempo a brontolare.
Credo che Psamathos sia molto gentile a occuparsi di te: e a dire il vero
non vedo perch lo faccia. Non sua abitudine fare delle cose senza un
motivo bello e grande... e tu non mi sembri n bello n grande.
Grazie, disse Rover, depresso. molto carino che tutti questi maghi
si prendano il disturbo di occuparsi di me, anche se per me piuttosto
sconvolgente. Non sai mai quel che sta per capitarti, quando hai a che fare
con i maghi e i loro amici.
Sar sempre una sorte migliore di quella che un qualsiasi cucciolotto
impertinente si merita, esclam il gabbiano, e con ci non si parlarono
pi per un bel pezzo.
La luna diventava sempre pi grande e splendente e il mondo in basso
sempre pi buio e lontano. Infine, all'improvviso, la terra scomparve e Rover vide brillare le stelle nel buio sotto di s. Molto in basso riusciva a
scorgere al chiarore lunare gli spruzzi bianchi delle cascate che precipitavano oltre il limitare del mondo, cadendo a perpendicolo nel vuoto. Gli
vennero quasi le vertigini, cos si sistem tra le piume di Mew, come in un
nido, e tenne a lungo gli occhi chiusi.
Quando li riapr la luna si stendeva sotto di loro, un nuovo mondo candido e scintillante come la neve, con ampi spazi aperti azzurri e verdi sui
quali le alte montagne aguzze disegnavano ombre lunghe lontano fin sul
fondo della valle.
In cima a uno dei picchi pi alti, talmente alto che sembr infilzarli mentre Mew s'abbassava, Rover 5 vide una torre bianca. Era tutta percorsa da
righe rosa e verde chiaro, e brillava come se fosse fatta di milioni di conchiglie ancora bagnate, scintillanti di schiuma. La torre si ergeva sull'orlo
d'un precipizio bianco, bianco come una montagna di gesso, ma sfolgorante al chiaro di luna pi di una lastra di vetro lontana in una notte senza nuvole.
Non c'era alcun sentiero che scendesse in fondo a quel precipizio, per
quel che poteva vedere Rover; ma al momento non importava, giacch
5
Mew stava scendendo velocemente e si ferm ben presto proprio sul tetto
della torre, a un'altezza vertiginosa che dominava il mondo lunare e faceva
sembrare basse e sicure le rocce sul mare dove abitava Mew.
Con grande sorpresa di Rover si apr una porticina sul tetto vicino a loro
e un vecchio con una lunga barba argentea mise il capo fuori.
Non male, come tempo! esclam. Ti sto cronometrando da quando
hai superato il limite: mille miglia al minuto, direi. Hai fretta, stamattina!
Fortuna che non sei andato a sbattere contro il mio cane. Dove sar mai
andato a finire, mi domando?
Estrasse un telescopio spropositatamente lungo e se lo avvicin a un occhio.
Eccolo! Eccolo! url. Sta ancora infastidendo i raggi di luna, accidenti! Vieni gi! Vieni gi! chiam nell'aria e poi fischi una lunga,
squillante nota argentina.
Rover guard in alto, pensando che quel buffo vecchietto doveva essere
un po' matto per fischiare al proprio cane verso il cielo: ma con sua sorpresa vide che molto al di sopra della torre c'era un cagnolino bianco con ali
bianche che dava la caccia a delle entit che sembravano farfalle trasparenti.
Rover! Rover! chiam il vecchio; e proprio mentre il nostro Rover si
stava rizzando sul dorso di Mew per dire Eccomi! - senza chiedersi come mai il tizio sapesse gi il suo nome - vide il cagnolino volante tuffarsi a
capofitto gi dal cielo e andare a posarsi direttamente sulla spalla del vecchio.
Si rese conto allora che anche il cane dell'Uomo-sulla-Luna doveva
chiamarsi Rover. Non ne fu gran che contento, ma poich nessuno gli badava, si sedette di nuovo e cominci a ringhiare tra s.
Il Rover dell'Uomo-sulla-Luna aveva buoni orecchi e immediatamente
balz sul tetto della torre e si diede ad abbaiare come un matto. Poi si sedette e ringhi: Chi ha portato qui quell'altro cane?
Quale altro cane? chiese l'Uomo.
Quel cucciolo sciocco che sulla schiena del gabbiano, rispose il cane-luna.
Allora, naturalmente, Rover s'alz di nuovo e abbai con quanto fiato
aveva in gola: Cucciolo sciocco sarai tu! Chi ti ha detto di chiamarti Rover, un nome pi da gatto o pipistrello che da cane? Da questo si poteva
arguire che i due sarebbero presto diventati grandi amici. Tuttavia, que-
Lui vede proprio tutto quello che accade su questo lato della luna con il
suo telescopio. I ragni lo temono perch li lascia stare solo se gli intrecciano fili e corde d'argento. Ha pi d'un sospetto che siano loro a cacciare i
raggi di luna - cosa che non permette - anche se quelli fingono di vivere
solo di falene-drago e pipistrelli-ombra. Nella dispensa di quel ragno infatti trov ali di raggi di luna e cos, rapido come il fulmine, lo trasform in
un blocco di pietra. Poi mi tir su e mi consol con delle pacche amichevoli: " stata proprio una brutta caduta! Faresti meglio ad avere un paio
d'ali in modo da prevenire altri incidenti del genere... ora vola dove vuoi e
divertiti! Lascia in pace i raggi di luna e non uccidere i miei bianconigli.
Torna a casa quando hai fame; la finestra sul tetto di solito aperta!"
Pensai che fosse un tipo a posto, ma un po' matto. Non fare anche tu
quell'errore... voglio dire, sulla pazzia. Io non oso toccare i suoi raggi di
luna o i bianconigli. capace di tramutarti in forme spaventosamente
scomode. Ora dimmi perch sei venuto col postino.
Il postino? s'incurios Rover.
S, Mew, il postino del vecchio Mago della sabbia, naturalmente,
spieg il cane-luna.
Rover aveva appena finito di raccontare le sue avventure quando sentirono il fischio dell'Uomo. Volarono subito fin sul tetto. Il vecchio era seduto con le gambe penzoloni nel precipizio, e apriva veloce le lettere gettandone via rapidamente le buste. Il vento le faceva girare in vortici, e
Mew le inseguiva al volo per riprenderle e rimetterle in una piccola borsa.
Ho letto tante cose sul tuo conto, Roverandom,6 cagnetto mio, disse.
Ti chiamer Roverandom, e Roverandom dovrai essere: non posso avere
due Rover qua intorno. E convengo con il mio amico Somathos (non premetter nessuna ridicola P solo per fargli piacere) che faresti bene a fermarti qui per un po'. Ho anche ricevuto una lettera da Artaserse - forse sai
chi o forse non lo sai - nella quale mi dice di rimandarti subito indietro.
Ce l'ha a morte con te perch sei scappato e con Samathos perch ti ha
aiutato. Ma noi non ci cureremo di lui e anche tu non dovrai preoccuparti,
finch rimarrai qui.
Ora vola pure via e divertiti. Non disturbare i raggi di luna, non uccidere i miei bianconigli e torna a casa quando hai fame! La finestra sul tetto di
solito aperta. Ciao!
Scomparve nell'aria fina; e chiunque non sia mai stato sulla luna ti potr
dire quanto sia fina l'aria lass.
6
che nemmeno il pi potente telescopio delle terra ha mai visto quei tronchi
tanto alti o le campanule d'argento sottostanti. Pi avanti nell'anno gli alberi esplodono tutti insieme in una fioritura di gemme d'oro pallido; e poich
i boschi della luna sono quasi infiniti, non c' dubbio che questo alteri l'aspetto della luna per chi la guarda dal mondo.
Ma non dovete immaginarvi che tutto il tempo Roverandom lo trascorresse girando in modo tanto cauto e furtivo. Dopo tutto i cani sapevano che
l'Uomo non li perdeva di vista, e fecero un sacco di cose avventurose e si
divertirono tantissimo. A volte girovagavano insieme per miglia e miglia,
dimenticando di tornare alla torre per giorni interi. Un paio di volte si avventurarono sulle montagne pi distanti, e si spinsero cos lontano che,
guardando indietro, la torre lunare sembrava un ago lucente; si sedettero
sulle bianche rocce a contemplare le greggi di minuscole pecore (non pi
grandi del Rover dell'Uomo-sulla-Luna) che si spostavano sul terreno collinoso. Ogni pecora aveva al collo un campanellino d'oro, e ogni campanella tintinnava ogni volta che le pecore muovevano un passo in avanti per
brucare una nuova razione di erba grigia; e tutte le campanelle erano intonate, e tutte le pecore scintillavano come neve al sole, e nessuno le disturbava mai. I due Rover erano troppo beneducati (e avevano troppo timore
dell'Uomo) per farlo, e non c'erano altri cani su tutta la luna, n c'erano
mucche, cavalli, leoni, tigri o lupi; infatti non c'era nulla a quattro zampe
pi grande dei conigli o degli scoiattoli (e per giunta formato giocattolo),
solo di tanto in tanto si poteva incontrare, in posa solenne e raccolto nei
suoi pensieri, un enorme elefante bianco grande quasi come un asino. Non
ho menzionato i dragoni, perch per il momento non entrano ancora nella
storia, e comunque abitavano molto lontano, a grande distanza dalla torre,
e vivevano tutti in reverente timore dell'Uomo-sulla-Luna, tranne uno (ma
una mezza paura ce l'aveva anche lui).
Tutte le volte che i due cani tornavano alla torre e rientravano dalla finestra, trovavano sempre la cena pronta, come se avessero concordato l'orario prima; ma vedevano o sentivano l'Uomo di rado. Aveva un laboratorio
nelle cantine e dalle scale salivano nuvole di candido vapore e nebbioline
grigie che poi volavan via dalle finestre in alto.
Cosa fa, tutto il giorno? domand Roverandom a Rover.
Fa? si stup il cane-luna. Oh, sempre piuttosto occupato... anche se
da quando sei arrivato sembra pi occupato di quanto non l'abbia visto da
un pezzo. Fabbrica sogni, credo.
vano ancora citt del genere centinaia d'anni fa, non vi sar senza dubbio
sfuggito come avesse allungato esageratamente il periodo di tempo trascorso dalla sua caduta oltre il limitare del mondo. Ma proprio in quel
momento, un fiocco di neve particolarmente grande e sporco lo colp
all'occhio sinistro, e cos cambi idea.
Credo che questa roba abbia sbagliato strada e cada gi da quel vecchio
mondo bestiale, osserv. Perdinci! E ci siamo persi proprio di brutto, in
pi. Perdindirindina, cerchiamo un buco per ripararci.
Impiegarono un bel po' di tempo per trovare un riparo qualsiasi ed erano
gi tutti bagnati e infreddoliti prima ancora di arrivarci: per la verit lo
erano a tal punto che s'infilarono nel primo posto che gli si par dinanzi,
senza badare a precauzioni... che invece non si dovrebbero mai tralasciare
quando ci si trova in luoghi sconosciuti sull'orlo della luna. Il rifugio in cui
s'infilarono non era un buco ma una caverna, e anche bella grande; era buia
ma asciutta.
Che bel calduccio, esclam il cane-luna, e chiuse gli occhi e s'addorment quasi all'istante.
Oh! si lament non molto tempo dopo, svegliandosi di botto da un bel
sogno, nella tipica maniera canina. Troppo caldo!
Balz in piedi. Sentiva che il piccolo Roverandom stava abbaiando in
fondo alla caverna e quando and a vedere di che si trattava scorse un rivoletto di fuoco che si allungava per terra verso di loro. In quel momento non
ebbe affatto nostalgia per le fornaci di casa sua; afferr il piccolo Roverandom per la minuscola collottola e si fiond rapido come il lampo fuori
della caverna, spiccando il volo verso una vetta montuosa nei pressi.
L i due rimasero nella neve a guardare, tremando dal freddo: e questo fu
molto sciocco da parte loro. Avrebbero dovuto continuare il volo fino a
casa, o verso un qualsiasi altro posto, e pi veloci del vento. Come vedete,
il cane-luna non sapeva tutto della luna o avrebbe riconosciuto la tana del
Grande Dragone Bianco: quello che aveva solo a met paura dell'Uomo (e
neanche un po' quando era arrabbiato). Anche l'Uomo era un po' infastidito
da questo dragone. Quella draledetta 7 creatura, cos la chiamava, quando
doveva farvi cenno.
Come forse saprete, tutti i dragoni bianchi sono originari della luna; ma
questo era stato nel mondo e ne era anche ritornato, cos un paio di cosette
7
Cos si cercato di riprodurre dratted (maledetto) per rispettare l'allitterazione in dratted e dragon. [N.d.T.]
le aveva imparate. Ai tempi di Merlino aveva combattuto contro il Dragone Rosso a Caerdragon, come potrete leggere nei pi aggiornati libri di
storia: e dopo quello scontro l'altro dragone divent Molto Rosso. Pi avanti fece ancor pi danni nei Tre Reami, e and a vivere per un po' in
cima al monte Snowdon. Nessuno si arrampic fin lass finch ci fu lui, a
eccezione di uno che il dragone sorprese mentre stava bevendo a canna da
una bottiglia. L'uomo fin di bere talmente in fretta che lasci l la bottiglia, e da allora molti hanno seguito il suo esempio. Questo accadeva molto tempo fa, dopo che il dragone se n'era volato via a Gwynfa e dopo la
scomparsa di re Art, in un'epoca in cui le code di drago erano considerate
una leccornia prelibata sulle tavole dei re sassoni.
Gwynfa non tanto lontano dal limitare del mondo, e volare da l alla
luna fu un'impresa facile per un dragone dalla forza titanica e cos tremendamente cattivo com'era diventato questo. Ora risiedeva sul confine della
luna, perch non conosceva bene la potenza degli incantesimi e di tutte le
pratiche magiche dell'Uomo-sulla-Luna. Ciononostante, a volte osava interferire sull'intonazione dei colori. Quando dava una dragon-festa o aveva
una crisi di nervi faceva uscire dalla caverna vere lingue di fuoco verdi e
rosse; e frequenti erano le nuvole di fumo. Un paio di volte aveva fatto
diventare tutta la luna rossa o l'aveva oscurata completamente. In situazioni cos difficili l'Uomo-sulla-Luna si chiudeva in casa (insieme con il suo
cane), e tutto quel che diceva era: Di nuovo quella draledetta creatura.
Non spiegava mai di quale creatura si trattasse o dove abitasse; si limitava
a scendere nelle cantine, a sprigionare gli incantesimi pi efficaci e a risistemare tutto il pi in fretta possibile.
Ora sapete tutto; e se i cani ne avessero saputo quanto voi non si sarebbero mai fermati in quel punto. Invece vi si fermarono proprio, almeno per
tutto il tempo che ho impiegato a raccontarvi del Dragone Bianco. Il quale,
nel frattempo, era uscito dalla caverna completo di corpaccione bianco e
occhi verdi, e verde era il fuoco liquido che gli scendeva da ogni giuntura,
mentre dalle nari soffiava fumo nero come una vaporiera. Poi lanci il pi
mostruoso ululato. Le montagne tremarono e l'eco rimbalz da una parete
all'altra e la neve si prosciug; le valanghe precipitarono a valle e le cascate s'immobilizzarono.
Quel dragone aveva le ali, proprio come le navi avevano le vele quando
erano ancora navi e non vapori; e non disdegnava di uccidere qualsiasi
cosa, da un topolino alla figlia dell'imperatore. Aveva intenzione di uccide-
re i due cani e glielo url diverse volte prima di levarsi in volo. E fu quello
il suo errore. I due schizzarono dalla vetta come razzi, e si allontanarono
seguendo il vento a una media di cui lo stesso Mew sarebbe stato orgoglioso. Il dragone li inseguiva, sbattendo le ali come un mulino a vento e mordendo rumorosamente l'aria a vuoto, buttando gi le cime delle montagne e
facendo tintinnare tutti i campanacci delle pecore, come se la citt stesse
andando a fuoco (adesso avete capito perch avevano tutte una campana al
collo).
Per fortuna, la direzione in cui soffiava il vento era la direzione giusta.
Inoltre uno stupendo razzo luminoso si alz dalla torre, quando lo scampanio delle pecore si fece disperato. Lo si pot vedere da ogni angolo della
luna, simile a un ombrello dorato che poi si frantum in mille fiocchi d'argento, e poco dopo provoc un'imprevista pioggia di stelle cadenti sul
mondo. Serviva da guida per i due poveri cagnolini, ma voleva anche essere un avvertimento per il dragone. Questo per aveva ormai troppo fumo
negli occhi per farci caso.
Cos l'inseguimento continu senza tregua. Se avete mai visto un uccello
che d la caccia a una farfalla e riuscite a immaginarvi un pi che gigantesco volatile che insegue due farfalline del tutto insignificanti fra le bianche
montagne, allora potete cominciare a figurarvi le sterzate, i serpeggiamenti, le schivate per un soffio, il pazzo zigzagare di quel volo di ritorno a casa. Pi d'una volta, prima persino che fossero a met strada, la coda di Roverandom fu bruciacchiata dall'alito del dragone.
Cosa stava facendo l'Uomo-sulla-Luna nel frattempo? Be', aveva esploso
un razzo davvero magnifico, quindi aveva esclamato: Draledetta creatura! e anche: Draledetti cuccioli! Provocheranno un'eclissi prima del
tempo. Poi se ne era andato gi in cantina e aveva stappato un tenebroso
incantesimo nero che sembrava gelatina di miele e catrame (e puzzava di
Guy Fawkes, legna bruciata e cavolo bollito).
Proprio in quel momento il dragone si sollev di colpo oltre il tetto della
torre e brand un enorme artiglio per colpire Roverandom e sbatterlo nel
mondo del nulla. Ma non ci riusc. L'Uomo-sulla-Luna scocc l'incantesimo da una finestra pi bassa, e prese il dragone in pieno con uno schizzo
nello stomaco (il punto pi vulnerabile di tutti i dragoni) facendolo ribaltare di piatto su un fianco. Quello perse la trebisonda e and a cozzare contro
una montagna, prima di riprendere il controllo direzionale. Difficile a dirsi
se il danno maggiore lo riportasse il suo naso o la montagna: erano entrambi ammaccati.
I due cani s'infilarono nella torre dalla finestra sul tetto, e ci volle un'intera settimana perch riprendessero fiato; il dragone, tutto sbilenco, riprese
lentamente la strada di casa, dove per mesi and avanti a massaggiarsi il
naso. L'eclissi seguente non riusc affatto perch il dragone era troppo intento a leccarsi il pancino per occuparsene. E non riusc mai a cancellare
gli schizzi neri dell'incantesimo che l'aveva colpito. Temo che gli dureranno per sempre. Ora lo chiamano il Mostro Chiazzato.
III
Il giorno seguente l'Uomo-sulla-Luna guard Roverandom e disse: Ce
l'hai fatta per un pelo! Mi pare che tu abbia esplorato il lato chiaro proprio
a dovere per un cucciolo. Credo sia arrivato il momento, non appena avrai
ripreso fiato, di visitare l'altro lato.
Posso venire anch'io? chiese il cane-luna.
Non ti farebbe bene, rispose l'Uomo, e non te lo consiglio. Potresti
vedere cose che ancor pi del fuoco e dei comignoli ti farebbero venire
nostalgia, e che ti risulterebbero dannose come i dragoni.
Il cane-luna non arross perch non poteva; e non disse nulla, ma se ne
and a sedere in un angolo chiedendosi quanto sapesse il vecchio di tutto
quel che avveniva ma anche di quel che si diceva. Per un attimo si chiese
anche cosa volesse dire esattamente; ma non stette a pensarci pi di tanto:
era un tipo un po' superficiale.
Riguardo a Roverandom, quando, qualche giorno dopo, gli fu tornato il
fiato, arriv l'Uomo-sulla-Luna e lo chiam con un fischio. E poi insieme
cominciarono a scendere; scesero le scale fin gi nelle cantine che erano
state scavate nella roccia e avevano certe finestrelle che dal lato del precipizio guardavano sulle grandi piane della luna; scesero poi gradini segreti
che sembravano portare fin sotto le montagne finch, dopo un lungo percorso, arrivarono in un luogo completamente buio e si fermarono, bench a
Roverandom continuassero i vertiginosi capogiri provocati da miglia e
miglia di scale a chiocciola.
Nel buio totale l'Uomo-sulla-Luna splendeva pallidamente come una
lucciola, ed era quella l'unica luce di cui disponevano. Era sufficiente, tuttavia, per vedere la porta... una grande botola nel pavimento. Il vecchio la
tir su e mentre questa si sollevava sembr che l'oscurit scaturisse dall'apertura come una nebbia, tanto che Roverandom non riusc pi a scorgere
il leggero scintillio dell'Uomo.
Salta gi, da bravo cagnetto! gli ordin la sua voce dal buio. E voi non
sarete affatto sorpresi di apprendere che Roverandom non fu un bravo cagnetto e non si mosse neanche un po'. Retrocesse nell'angolo pi remoto
del piccolo vano e tir indietro le orecchie. Aveva pi paura di quel buco
nero che del vecchio.
Ma fu tutto inutile. L'Uomo-sulla-Luna lo sollev semplicemente e lo
fece cadere di peso nel buco nero; e mentre continuava a precipitare nel
nulla, Roverandom sent la sua voce, ormai gi lontana sopra di lui, che
gridava: Lasciati cadere diritto, e poi vola seguendo il vento! Aspettami
all'altro capo!
Quelle parole avrebbero dovuto consolarlo, ma non ci riuscirono. In seguito Roverandom disse sempre che a suo avviso neanche il precipitare
oltre il limite del mondo avrebbe potuto sembrargli peggiore; che quella fu
la parte pi sgradevole di tutte le sue avventure e che, ogni volta che ci
pensava, si sentiva ancora lo stomaco sotto i piedi. Potete vedere come
ancora ci pensi quando, addormentato sul tappeto davanti al camino, si
lamenta e si agita nel sonno.
Comunque, la fine arriv. Dopo un tempo lunghissimo la sua caduta rallent gradualmente finch non termin del tutto. Per il resto del percorso
dovette ricorrere alle ali, e fu come andare sempre pi in alto in un'ampia
canna fumaria sospinto da una forte corrente. Fu molto lieto quando finalmente arriv in cima.
Giacque respirando con affanno sull'orlo del buco all'altra estremit, in
attesa obbediente e ansiosa dell'Uomo-sulla-Luna. Dovette aspettare un
pezzo prima che comparisse, e cos ebbe il tempo di notare che si trovava
in una valle cupa e profonda, circondata tutt'intorno da basse colline scure.
Nuvoloni neri sembravano riposarsi adagiati sulle sommit e al di l delle
nuvole si scorgeva solo una stella.
All'improvviso il piccolo cane sent tanto sonno; un uccello nascosto in
un fosco cespuglio l vicino cantava un motivo soporifero che gli sembrava
strano e meraviglioso ora che si era abituato agli uccelli muti sull'altro lato.
Chiuse gli occhi.
Sveglia, cagnetto, chiam una voce; e Roverandom balz su in tempo
per vedere l'Uomo che sbucava fuori dall'apertura su una corda d'argento
che un grosso ragno grigio (molto pi grosso di lui) stava legando a un
albero l accanto.
L'Uomo venne fuori. Grazie! disse al ragno. Ora puoi andare. E
quello se la fil, ben felice. Ci sono ragni neri sul lato scuro, ragni velenosi
anche se non cos grandi come i mostri del lato chiaro. Odiano qualsiasi
cosa sia bianca, diafana o luminosa, specie i ragni chiari, che detestano
come si detestano quei parenti ricchi che non vengono mai a trovarti.
Il ragno grigio s'infil nel buco scivolando lungo la fune, e nello stesso
momento un ragno nero cadde gi dall'albero.
Allora? grid il vecchio al ragno nero. Tornatene indietro. Questo
il mio ingresso privato, e non scordartelo. Per fammi una bella amaca fra
quei due alberi di tasso e ti perdoner. una bella passeggiata su e gi dal
centro della luna, disse a Roverandom, e credo che un po' di riposo prima che arrivino non possa farmi che bene. Sono molto carini ma richiedono molta energia. Logico, potrei usare le ali, solo che le consumo troppo in
fretta; e ci implicherebbe anche dover allargare il foro, visto che le ali
con lui.
In quell'esatto momento Roverandom vide che il vento aveva fatto volar
via il cappello di Artaserse e Artaserse si precipitava a rincorrerlo. In
bell'evidenza, aveva una vistosa toppa ai calzoni, color arancione a macchie nere.
Credevo che uno stregone si sarebbe rattoppati i calzoni un po' meglio
di cos! esclam Roverandom.
Ma lui convinto di aver fatto un lavoro eccellente, ribatt il vecchio.
Ha strappato un pezzo dalle tende di qualcuno con un incantesimo: quelli
si sono fatti indennizzare dall'assicurazione, lui ha ottenuto il suo tocco di
colore, e ora sono tutti soddisfatti. Per hai ragione tu. sulla via del declino, mi pare. triste, dopo tutti questi secoli, vedere un uomo che perde
la propria magia: ma forse per te una fortuna. Con un clic l'Uomo-sullaLuna chiuse il telescopio e ripresero il cammino.
Rieccoti le tue ali, disse non appena furono arrivati alla torre. Ora va'
a farti un giro e divertiti. Non disturbare i miei raggi di luna, non uccidere i
miei bianconigli e torna quando hai fame o c' qualcos'altro che non va.
Roverandom vol a razzo a cercare il cane-luna per dirgli tutto del lato
scuro; ma l'altro era un po' geloso che a un ospite di passaggio fosse stato
permesso di vedere cose che a lui erano vietate, e fece finta di non essere
interessato.
Si direbbe un posto abbastanza da schifo, grugn. Sono certo di non
volerlo vedere. Immagino che ti annoierai ora nel lato bianco, con me solo
per compagnia, senza tutti i tuoi amici a due zampe. Peccato che lo stregone persiano sia cos insistente e tu non possa tornartene a casa.
Roverandom ci rimase piuttosto male, e ripet pi volte al cane-luna che
era molto contento di essere tornato alla torre e non si sarebbe mai stancato
del lato bianco. Tornarono subito a essere buoni amici e fecero tantissime
cose insieme; eppure, quel che il cane-luna aveva detto quando era fuori
dei gangheri si dimostr vero. Non era colpa di Roverandom, e lui faceva
del suo meglio per non lasciarlo trapelare, ma chiss perch nessuna delle
avventure o delle esplorazioni gli sembrava pi cos interessante come
prima, e continuava sempre a pensare a come si fosse divertito nel giardino
col piccolo Two.
Visitarono la valle dei candidi gnomi-luna (abbreviati in gnomuna) che
cavalcano i bianconigli e fanno frittelle con i fiocchi di neve e coltivano
nei loro ordinalissimi orticelli minuscoli alberi di mele dorati, grandi come
ranuncoli.
Sparsero frammenti di vetro e chiodini fuori dalle tane dei dragoni pi
piccoli (mentre quelli dormivano), e rimasero svegli fin nel cuore della
notte per sentirli ruggire di rabbia: i dragoni hanno spesso il pancino ipersensibile, come ho gi avuto occasione di dirvi, e vanno a bere ogni notte a
mezzanotte, se non pi spesso. A volte i due cani osarono stuzzicare i ragni: mordicchiando le ragnatele, liberando i raggi di luna e scappando via
appena in tempo, con i ragni che lanciavano loro i lazo dalla cima delle
colline. Ma Roverandom continuava a star di vedetta, in attesa del postino
Mew e del giornale News of the World (per lo pi assassini e partite di calcio, come sa perfino un cagnetto; ma qualche volta, in un angolino, c'
qualcosa di meglio).
Si perdette la nuova visita di Mew perch era intento a uno dei suoi vagabondaggi, ma quando torn il vecchio stava ancora leggendosi le lettere
e le notizie (e pareva anche di ottimo umore, seduto sul tetto con i piedi
penzoloni oltre l'orlo, fumando un'enorme pipa di creta bianca, emettendo
nuvole di fumo come una locomotiva e sorridendo a tutta bocca nel tondo
viso rugoso).
Roverandom sent che non ce la faceva pi. Ho un dolore dentro, dichiar. Voglio tornare dal piccolino, in modo che il suo sogno possa avverarsi.
Il vecchio pos la lettera (parlava di Artaserse, ed era molto divertente) e
si tolse la pipa di bocca. Devi proprio andare? Non puoi fermarti ancora?
stato un taale piacere conoscerti. Torna a trovarmi quando vuoi! disse,
tutto d'un fiato.
Benissimo! prosegu poi in tono pi pacato. Artaserse bello che sistemato.
In che modo?? domand con veemenza Roverandom, che non stava in
s dalla curiosit.
Ha sposato una sirena ed andato a stare negli abissi del Profondo Mare Blu.
Speriamo che gli rammendi meglio i calzoni. Una toppa d'alga verde
ben s'intonerebbe al suo cappello verde.
Caro mio! Lui s' sposato con un completo nuovo color verde alga, bottoni di corallo rosa e spalline di anemoni di mare, e il cappellaccio
gliel'hanno bruciato sulla spiaggia! Ha combinato tutto Samathos. Oh, Samathos profondo, profondo come il Mare Blu, e mi aspetto che in questo
modo voglia sistemare un sacco di faccenduole a suo piacimento, e non
la spiaggia e rimanere seduta su un penny con un tridente in mano... e comunque, nel mare c' ben altro da dominare che le onde. Adesso hanno
Artaserse, e speriamo che possa essere utile. Trascorrer i primi anni cercando di far crescere persiche sui polipi, se glielo permetteranno; e sar pi
facile che non mantenere l'ordine tra la gente del mare.
Bene, bene, bene: dov'eravamo? Ma certo: puoi tornare a casa, adesso,
se lo vuoi. Anzi, per non essere troppo beneducato, sarebbe ora che te ne
tornassi a casa il pi presto possibile. Per prima cosa farai visita al vecchio
Samathos... e non seguire il mio cattivo esempio: non dimenticare le P
quando vi incontrate!
Mew si rifece vivo il giorno dopo con una consegna extra; un'immensa
quantit di lettere per l'Uomo-sulla-Luna, e fasci di giornali: Il Settimanale
Marino Illustrato, Articoli Oceanici, Posta del Mare, La Conchiglia, Il
Tuffo del Mattino. Tutti avevano la stessa foto (in esclusiva) del matrimonio di Artaserse sulla spiaggia al chiaro di luna, con Mr. Psamathos Psamathides, il ben noto finanziere (un mero titolo di rispetto), che sorrideva con tutti i denti nello sfondo. Ma erano comunque pi belle delle nostre
foto, perch almeno erano a colori, e la sirena sembrava davvero bellissima
(la coda era nascosta dalla schiuma).
Era giunto il momento dei commiati. L'Uomo-sulla-Luna sorrideva soddisfatto a Roverandom; e il cane-luna cercava di sembrare distaccato e
indifferente. Lo stesso Roverandom aveva la coda a penzoloni, e tutto
quello che disse fu: Ciao, piccolo! Abbi cura di te, non disturbare i raggi
di luna, non uccidere i bianconigli, e non mangiare troppo a cena!
Piccolo sarai tu! lo rimbecc il Rover lunare. E smettila di mangiare
braghe di stregoni! Tutto qui: eppure, secondo me, cominci subito a
tampinare l'Uomo-sulla-Luna perch lo mandasse in vacanza a far visita a
Roverandom. E da allora gli stato dato il permesso pi volte.
Dopo i commiati, Roverandom torn indietro con Mew, e l'Uomo ridiscese nelle sue cantine e il cane-luna rest sul tetto a guardare finch non
scomparvero alla sua vista.
IV
Soffiava un vento freddo dalla Stella del Nord quando arrivarono vicino
al limite del mondo e i gelidi spruzzi della cascata li infradiciarono tutti. Il
viaggio di ritorno era stato pi duro, forse perch la magia del vecchio
una della moglie. O meglio, era stato a sentirla finch non era spuntato
Rover. La signora Artaserse interruppe tiritera e rammendo non appena lo
vide e galleggiando fin gi lo raccolse e se lo port fino al divano. Si trattava in realt di un sedile accanto alla finestra del primo piano (una finestra
interna): non ci sono scale nelle case-mare e neanche ombrelli, e per lo
stesso motivo. Non c' nemmeno una gran differenza tra porte e finestre.
La signora-mare sistem presto la sua bella (e piuttosto grassoccia) persona comodamente sul divano e si mise Rover in grembo: subito si lev un
forte grugnito da sotto il sedile.
Gi a cuccia, Rover! Fa' la cuccia, da bravo! disse la signora Artaserse. Ma non si stava rivolgendo al nostro Rover, stava parlando a un bianco
cane-mare che, nonostante le sue parole, sbuc fuori ringhiando e bronto-
lando, battendo l'acqua con i piedi palmati, agitando la coda larga e piatta e
soffiando bollicine dal naso aguzzo.
Che orribile creaturina! bofonchi il nuovo cane. Guardate che codino miserevole! Guardategli le zampe! E quella insulsa livrea!
Ma guardati tu, reag Rover, dal grembo della signora, e dopo non
vorrai ripetere l'esperienza. Chi ti ha chiamato Rover? Sei un incrocio tra
un'anatra e un girino che finge d'essere un cane! Dal che potete dedurre
come fra i due fosse amore a prima vista.
Presto per divennero grandi amici: forse non cos amici come lo erano
stati Rover e il cane-luna, ma solo perch il soggiorno sotto il mare fu pi
breve, e gli abissi marini per i cagnolini non sono un posto allegro come la
luna, pieni come sono di recessi cupi e spaventosi dove la luce non mai
arrivata n mai arriver, perch non saranno mai scoperti fino a quando la
luce non sar scomparsa. Laggi vivono orribili creature, troppo antiche
perch le si possa immaginare, troppo refrattarie agli incantesimi, troppo
grandi per misurarle. Artaserse l'aveva gi scoperto per conto suo. Il posto
di PAM non era certo una sinecura.
Andate a farvi una bella nuotata adesso e divertitevi! raccomand sua
moglie, quando la zuffa tra i cani si fu placata e i due si stavano solo sniffando a vicenda. Non disturbate il pesce-fuoco, non mordete gli anemoni
di mare, non fatevi prendere dalle vongole, e tornate per cena!
La prego, io non so nuotare, dichiar Rover.
Povera me, che disastro! si lament lei. Pam, guarda un po' - era
l'unica finora che lo chiamasse apertamente cos - c' qualcosa di concreto da fare per te, finalmente.
Certo, mia cara! rispose lo stregone, desideroso di compiacerla e lieto
di poter dimostrare di avere un potere magico reale e di non essere solo un
inutile burocrate (attaccato come un'ostrica alla poltrona). Estrasse una
piccola bacchetta magica dalla tasca del panciotto - in realt era la sua
penna stilografica, ormai inutilizzabile per scrivere: la gente del mare usa
uno strano inchiostro attaccaticcio che non va bene per le stilografiche - e
tracci dei segni ondeggianti su Rover.
Nonostante ci che qualcuno aveva detto, Artaserse era a suo modo un
mago molto bravo (o Rover non avrebbe mai vissuto queste avventure); la
magia era un'arte minore, ma aveva bisogno di molta pratica. A ogni modo, dopo i primi segni, la coda di Rover cominci ad appiattirsi, i piedi a
diventare palmati e il suo mantello ad assomigliare sempre pi a un impermeabile. A metamorfosi ultimata, Rover prese subito dimestichezza con
tando nell'oscurit. Le notizie che port nella caletta fecero infuriare ancora una volta il vecchio Psamathos.
Le luci del palazzo erano tutte spente. In quelle buie acque profonde non
arrivavano n stelle n luna. Il verde si faceva sempre pi scuro fino a diventare tutto nero, e non c'era nemmeno un luccichio, tranne quando qualche grande pesce luminoso passava lento fra le alghe. Eppure Roverandom
dorm profondamente quella notte e la notte seguente e molte altre dopo. Il
giorno dopo, e quello dopo ancora, cerc lo stregone senza riuscire a trovarlo da nessuna parte.
Una mattina, quando cominciava a sentirsi un vero cane-mare e si stava
chiedendo se non fosse venuto laggi per rimanervi per sempre, il canemare gli disse: Che impiastro, quello stregone! Ti dir, lascialo perdere! Salta un giorno. Andiamo a farci una bella nuotata!
E si allontanarono, e la bella nuotata divent un'escursione che dur parecchi giorni. Erano creature fatate, non dovete dimenticarlo, e c'erano
poche cose normali nel mare che potevano star loro a pari. Quando si stancarono dei picchi e delle montagne del fondo o delle piste a media altezza,
salirono sempre pi su, attraverso l'acqua, per un miglio e oltre, e quando
arrivarono in superficie non si vedeva traccia di terra.
Il mare tutt'intorno era liscio e calmo e grigio. Poi, all'improvviso, si incresp incupendosi a macchie sotto un vento freddo, il vento dell'alba. Ma
subito il sole guard in su dall'orlo del mare e lanci un grido, rosso come
se avesse bevuto vino bollente; salt veloce nell'aria e cominci il suo viaggio quotidiano, facendo diventare dorate le punte delle onde e verde
cupo le ombre fra l'una e l'altra. Una nave stava veleggiando sul margine
fra mare e cielo, e si diresse diritta nel sole, in modo che gli alberi parevano neri contro quel fuoco.
In che direzione va quella nave? chiese Roverandom.
Oh, verso il Giappone o Honolulu o Manila o l'Isola di Pasqua o di
Gioved o Vladivostok, o da qualche altra parte, suppongo, rispose il cane-mare le cui conoscenze di geografia erano un po' vaghe, nonostante le
centinaia d'anni di millantati vagabondaggi. Questo il Pacifico, credo;
ma non so quale parte: una parte calda, si direbbe. una quantit d'acqua
piuttosto notevole. Andiamo a cercare qualcosa da mangiare.
Quando furono di ritorno, alcuni giorni dopo, Roverandom and subito a
cercare lo stregone; gli sembrava di avergli concesso un lungo periodo di
riposo.
vo... come tutti i serpenti fanno regolarmente, quando uno meno se lo aspetta.
Fu il piccolo Roverandom a scombussolare tutto. Non sapeva nulla, lui,
del Serpente Marino e di quanto fosse terribile. Il suo unico pensiero era
quello di tormentare l'irascibile stregone. Quindi, non appena gli si present l'occasione - Artaserse era immobile a fissare come uno stupido la coda
visibile del serpente, mentre le sue cavalcature non badavano a nulla di
particolare - s'intrufol a mordere una delle code dei pescicani, per gioco.
Gioco! E che gioco! Il pescecane balz in avanti e un balzo in avanti lo
fece anche la carrozza: Artaserse, che si era appena girato per salirvi, cadde all'indietro. Poi il pescecane morse l'unica cosa in quel momento alla
sua portata, cio il pescecane davanti a lui, e quello morse l'altro vicino e
cos via finch l'ultimo dei sette, non vedendo null'altro da mordere - l'idiota - non and a mordere, ahinoi, la coda del Serpente Marino!
Il Serpente Marino si rigir di nuovo improvvisamente. Ed ecco che i
due cani si ritrovarono scaraventati di qua e di l in un vortice di acque
impazzite, andando a sbattere contro pesci storditi e alberi roteanti, spaventati a morte in una nube di alghe sradicate, sabbia, conchiglie, lumache,
littorine e carabattole varie. E le cose andaron peggiorando perch il serpente continuava a rigirarsi. E il vecchio Artaserse stava l, attaccato alle
redini dei pescicani, sbattuto anche lui di qua e di l, imprecando pesantemente e prendendosela con loro. Con i pescicani, voglio dire. Per fortuna
di questa storia, non seppe mai quel che aveva fatto Roverandom.
Non so come i due cani riuscirono a tornare a casa. A ogni modo, gli ci
volle un tempo lunghissimo. Prima furono scagliati a terra da una delle
tremende maree provocate dai movimenti del Serpente; poi furono catturati
da pescatori dall'altro lato del mare e quasi mandati all'Aquarium (che destino disgustoso sarebbe stato); sfuggiti per un pelo a quella sorte, dovettero ripercorrere la via del ritorno da soli, fra continui sconvolgimenti sotterranei.
Quando finalmente giunsero a casa trovarono che anche l c'era gran
trambusto. Tutta la gente del mare s'affollava intorno al Palazzo, gridando
all'unisono: Fuori il PAM! (Proprio cos lo chiamavano in pubblico,
nulla di pi cerimonioso o pi dignitoso.) Fuori il PAM! FUORI IL
PAM!
E il PAM si nascondeva nelle cantine. Infine la signora Artaserse lo scov laggi e lo costrinse a uscire. Tutti gli abitanti del mare urlarono, quan-
do si affacci a una finestra in alto: Ferma questo finimondo! Ferma questo finimondo! FERMA QUESTO FINIMONDO!
Fecero un fracasso tale che le persone che si trovavano su tutte le spiagge in ogni parte del mondo pensarono che il mare mugghiasse pi forte del
solito. Eccome se mugghiava! Intanto il Serpente Marino continuava a
girarsi, cercando distrattamente d'infilarsi in bocca la punta della coda. Ma
- grazie al cielo! - non era ben sveglio, altrimenti avrebbe potuto uscire
dalla tana e scuotere la coda per la rabbia, e allora un altro continente sarebbe stato sommerso. (Naturalmente, che un accadimento del genere risultasse pi o meno increscioso dipendeva da quale continente sarebbe
affogato e da quale continente abitate.)
La gente del mare, per, non viveva su un continente ma, appunto, nel
mare, e proprio nella parte pi affollata: e ancor pi si stava affollando.
Insistevano che era compito del Re del Mare obbligare il PAM a lanciare
un sortilegio, a trovare un rimedio o una soluzione per tenere fermo il Serpente Marino: loro non riuscivano pi a portare le mani al viso per nutrirsi
o per soffiarsi il naso, tanto l'acqua era agitata; e tutti andavano a sbattere
contro tutti; tutti i pesci soffrivano il mal di mare, tanto l'acqua era ballerina; ed era cos torbida e piena di sabbia che tutti avevano la tosse; e nessuno ballava pi.
Artaserse gemeva, ma era costretto a fare qualcosa. Si rec dunque nel
suo laboratorio e vi si rinchiuse per una quindicina di giorni, durante i quali ci furono tre terremoti, due uragani sottomarini e diverse insurrezioni del
popolo del mare. Poi usc e liber un incantesimo prodigioso (accompagnato da una formula tranquillizzante) a una certa distanza dalla caverna; e
ciascuno torn alla propria casa e sedette nelle cantine, in attesa; tutti tranne la signora Artaserse e il suo sfortunato consorte. Lo stregone fu costretto a rimanere (a distanza, ma non di sicurezza) e a osservare i risultati; e la
signora Artaserse fu obbligata a restare e a tener d'occhio lo stregone.
Il suo incantesimo riusc solo a far scoppiare un tremendo mal di testa al
Serpente, che sogn di essere tutto ricoperto da incrostazioni di conchiglie
(cosa molto irritante e in parte vera) e di essere rosolato a fuoco lento in un
vulcano (cosa molto dolorosa e purtroppo del tutto immaginaria). Fu questo a svegliarlo.
Probabilmente il potere magico di Artaserse era pi forte di quanto si
pensasse. Il Serpente Marino, comunque, per fortuna di questa storia, non
venne fuori. Mise la testa dov'era la coda, sbadigli spalancando una bocca
grande quanto la caverna, e sbuff cos rumorosamente che lo sentirono
tutti quelli che erano nelle cantine in tutti i reami del mare.
E il Serpente Marino intim: Ferma questo FINIMONDO!
Poi aggiunse: Se questo idiota d'uno stregone non sparisce all'istante e
se si azzarda ad avvicinarsi al mare anche solo in canoa, io VERR FUORI: e per prima cosa lo divorer e poi ridurr tutto in briciole sgocciolanti.
Questo quanto. Buona notte!
La signora Artaserse port a casa il PAM privo di sensi.
Quando torn in s - lo si fece rinvenire senza tanti complimenti - rimosse l'incantesimo dal Serpente e fece la valigia. Tutta la gente urlava:
Mandate via il PAM! Che liberazione! finita! Addio.
E il Re del Mare proclam: Non vogliamo perderti, ma riteniamo che
faresti meglio ad andartene. Artaserse si sent piccolo e poco importante
(e questo gli serv di lezione). Perfino il cane-mare gli rise dietro.
Ma Roverandom, stranamente, era sconvolto. D'altra parte, aveva sperimentato personalmente quanto fosse efficace la magia di Artaserse. Era
stato lui a mordere la coda del pescecane, no? E aveva dato inizio lui a
tutto con quel morso nei calzoni. Dopotutto, anche lui apparteneva alla
terra e gli pareva che i tormenti inflitti dalla gente del mare fossero eccessivi per un povero stregone terrestre.
Tuttavia s'avvicin al vecchio e disse: Per favore, signor Artaserse...
S? rispose lo stregone, in tono quasi gentile (era cos contento di non
essere chiamato PAM, e non aveva sentito un Signore da settimane).
Be', cosa c', cagnolino?
Le chiedo scusa, davvero. Sono molto spiacente, sa. Non avevo l'intenzione di rovinare la sua reputazione. Roverandom stava pensando al Serpente Marino e al morso alla coda del pescecane; ma (per fortuna) Artaserse credette che si riferisse ai suoi calzoni.
Su, su! disse. Non rivanghiamo il passato. Meno diciamo, prima emendiamo... o rammendiamo! Penso che faremmo bene a tornarcene a
casa tutti e due insieme.
Ma per favore, signor Artaserse, potrebbe prendersi il disturbo di farmi
tornare alla mia grandezza naturale?
Certo, acconsent lo stregone, felice di trovare qualcuno che ancora
credeva nei suoi poteri. Certo, ma finch siamo qui sei pi sicuro cos
come sei. Andiamocene prima via da qui. Adesso, sinceramente, ho troppe
cose da fare.
Ed era occupato per davvero. And nel suo laboratorio e raccolse e mise
insieme attrezzature, decorazioni, emblemi e simboli, appunti e promemo-
inutile cercare di descrivere la sua emozione o come tutto gli sembrasse buffo e piccolo, perfino la vecchia balena, n come si sentisse forte e
feroce. Per un attimo guard voglioso i calzoni dello stregone, ma non
voleva che la storia ricominciasse daccapo, cos, dopo aver girato lungamente in tondo dalla gioia e aver abbaiato con quanto fiato aveva in gola
fin quasi a perder la voce, torn a dire Grazie! e aggiunse persino Molto lieto d'averla conosciuta, che fu proprio beneducato da parte sua.
Prego, figurati! disse di rimando Artaserse. questa la mia ultima
magia. Andr in pensione. Quanto a te, faresti bene a prendere la strada di
casa. Non ho pi incantesimi con i quali farti arrivare, quindi dovrai andare
a piedi. Ma sei un cane giovane e forte, non ti far male camminare.
Cos Rover salut tutti, la balena gli fece l'occhiolino e la signora Artaserse gli diede una fetta di torta; fu l'ultima volta che li vide, per lungo
tempo. Molti, molti giorni pi tardi, mentre si trovava in una localit rivierasca dove non era mai stato prima, scopr che fine avevano fatto. Erano l:
non la balena, naturalmente, ma lo stregone in pensione e sua moglie.
Si erano sistemati in quella cittadina sulla costa e Artaserse, con il nome
di Mr. A. Pam, aveva messo su un negozietto di sigarette e cioccolato vicino alla spiaggia... stando bene attento a non sfiorare l'acqua (nemmeno
l'acqua dolce, il che non gli costava fatica). Poca roba per uno stregone, ma
almeno cercava di pulire tutto il sudiciume che i suoi clienti lasciavano
sulla spiaggia; e faceva un sacco di quattrini con i Pam Rock, i bastoncini
di zucchero candito, rosa e appiccicosi. Forse avevano una lieve magia
perch piacevano tanto ai bambini che continuavano a mangiarli anche se
erano caduti nella sabbia.
Ma la signora Artaserse, o dovrei dire Mrs. A. Pam, faceva ancor pi
quattrini. Aveva un piccolo stabilimento balneare con tende e furgoni per
bagnarsi, e dava lezioni di nuoto, tornando a casa in una vasca a sedere
trainata da cavalli bianchi. Nel pomeriggio indossava i gioielli del Re del
Mare, e divent molto famosa, tanto che nessuno faceva allusioni alla coda.
Nel frattempo, Rover sta continuando ad avanzare per sentieri di campagna e strade maestre, seguendo il suo naso, che alla fine lo avrebbe condotto a casa come fanno solitamente i nasi canini.
"Non tutti i sogni dell'Uomo-sulla-Luna si avverano, dunque... proprio
come aveva detto lui", pens Rover proseguendo nel suo cammino. "A
quanto pare, il mio uno di quelli. Non conosco nemmeno il nome del
posto dove il bambino abita, che peccato."
Scopr che il terreno asciutto spesso pericoloso per un cane quanto la
luna o l'oceano, anche se pi noioso. Le auto lo sfioravano a velocit pazzesche, cariche (credeva Rover) della stessa gente, diretta tutta allo stesso
posto con la stessa furia, la stessa polvere, la stessa puzza.
Non credo che neanche la met di loro sappia dove sta andando, o perch ci sta andando, n lo sapr quando ci sar arrivata, brontolava Rover,
mentre tossiva e gli mancava il fiato; le zampe gli si stancarono su quelle
strade dure, malinconiche e nere. Cos tagli per i campi, ed ebbe molte
amabili, innocue avventure con uccellini e conigli e pi di una gustosa
zuffa con altri cani e molte volte dovette fuggire rapidamente da cani pi
grossi di lui.
Cos finalmente, dopo settimane o mesi dall'inizio di questa storia (non
avrebbe potuto precisarvi quali o quanti), si ritrov davanti al cancello del
suo giardino. E sul prato, intento a giocare con la palla gialla, c'era il piccolo Two. Il sogno si era avverato, proprio come lui non avrebbe mai sperato!!
Guarda, c' Roverandom!!! url il bambino.
E Rover si accucci, in posa da questuante, e non riusciva a trovare la
voce per abbaiare qualcosa, e il ragazzino gli diede un bacio sulla testa e si
precipit in casa ad annunciare, gridando: tornato il mio cane mendicante, ma grande e in carne e ossa!!!
Raccont tutto alla nonna. Come faceva Rover a sapere che lui prima era
appartenuto alla nonna del bambino? Quando era stato stregato, era da lei
soltanto da un paio di mesi, in fondo. Mi chiedo invece quanto sapessero
Psamathos e Artaserse di tutto questo.
La nonna (per la verit molto sorpresa vedendo che il suo cane era tornato con un cos bell'aspetto e non menomato da una macchina o appiattito
da un autocarro) non capiva assolutamente di cosa stesse blaterando il nipotino, nonostante lui le stesse raccontando con grande esattezza tutto quel
che sapeva, e glielo ripetesse pi e pi volte. Lei aveva afferrato, ma con
grande difficolt (naturale: era un tantino sorda!) che d'ora in poi il cane
doveva chiamarsi Roverandom e non pi Rover, perch l'aveva detto
l'Uomo-sulla-Luna (Che idee bizzarre ha questo bambino, ma guarda un
po'); che dopotutto non apparteneva a lei ma al piccolo Two, perch
mammina l'aveva portato a casa con i gamberetti (D'accordo, caro, se lo
dici tu: ma io credevo d'averlo comprato dal figlio del fratello del giardiniere).
Non vi ho riferito tutta la loro discussione, ovvio: fu lunga e complicata, come accade spesso quando entrambi i contendenti hanno ragione. Tutto quel che dovete sapere che Rover da allora in poi fu chiamato Roverandom, e che appartenne al piccolo Two e che, quando la visita dei nipotini alla nonna si concluse, ritorn nella casa dove una volta era stato messo sul cassettone. Cosa che, com' ovvio, non accadde pi.
Abit a volte in campagna, ma per lo pi nella casetta bianca sulla scogliera a picco sul mare.
Arriv a conoscere molto bene il vecchio Psamathos, mai cos tanto da
tralasciare la P, ma - divenuto un cane grande e dignitoso - a sufficienza da
strapparlo al suo rifugio nella sabbia e al sonno per intrattenersi con lui in
molti e ripetuti conversari. Roverandom con l'et divenne molto saggio e
acquist una vasta reputazione locale ed ebbe altre e diverse avventure
(molte delle quali furono condivise dal piccolo Two).
Ma quelle che vi ho raccontato furono probabilmente le pi curiose e le
pi emozionanti. Solo Tinker dice di non crederne nemmeno una parola.
Che gatta gelosa!
Note
pag.
10 dei giornali. Sul Times del 7 settembre 1925 si riferiva che A Whiteley Bay tutti i padiglioni del Luna Park e gli attracchi per le imbarcazioni furono distrutti e la spiaggia disseminata di rottami di legno e di
ferro... Le onde salirono fino a 40 piedi d'altezza a Hornsea strappando
le panchine sulla nuova passeggiata e invadendo i campi in un vasto
raggio. Furono divelte le grandi lastre di copertura della piscina di
South Beach a Scarborough... e cos via. Il bollettino meteo aveva
previsto solo occasionali acquazzoni.
11 cinque disegni fatti per illustrare il racconto. I disegni originali sono alla Bodleian Library dell'Universit di Oxford, classificati come
MS Tolkien Drawings 88, fol.25 (Paesaggio Lunare); 89, fol. l (senza
titolo, Rover arriva sulla luna); 89, fol. 2 (Casa dove Rover inizi le
sue avventure come giocattolo); 89, fol. 3 (Il Dragone Bianco d la
caccia a Roverandom e al cane-luna); e 89, fol. 4 (I giardini del pa-
rare la casa, e che poi avrebbe dovuto tornare a scalare prima del mattino. Rover era un cagnolino giocattolo, dopo tutto, e piuttosto minuscolo (anche se a volte sembra pi grande). La frase vide Rover sul
piano del cassettone un residuo della stesura precedente, a cui Tolkien ha aggiunto una spiegazione poco convincente dove l'aveva
messo (o appoggiato) mentre si vestiva. Tolkien qui lascia il riferimento alla casa dove una volta era stato messo sul cassettone (pag.
151).
38 la luna spunt... Pu trattarsi di un'invenzione originale di Tolkien,
ma ha una enorme somiglianza con il luminoso sentiero lunare che
dalla terra oscura si stendeva verso la luna... che troviamo in The
Garden behind the Moon dello scrittore e artista americano Howard
Pyle (1895). Il personaggio principale del libro cammina dalla spiaggia lungo il sentiero di luce e va a far visita all'Uomo-sulla-Luna. In
Roverandom Rover non cammina sul sentiero lunare ma lo percorre
volando sul dorso del gabbiano. Vedi anche pag. 11.
39 il piccolo Two. Michael, il secondogenito di Tolkien.
42 Psamatisti. Nel primissimo testo (manoscritto) il Mago della sabbia
definito Psammead, un prestito diretto dal mondo fatato della sabbia che troviamo in Five Children and It (1902) e The Story of the
Amulet (1906) di E. Nesbit. Proprio come lo psamatista di Tolkien lo
psammeade ha un carattere burbero e bizzarro e adora dormire
quanto pi pu nella sabbia calda. Nel primo dattiloscritto Tolkien
scrisse talvolta samyad per psammead e di sfuggita defin Psamathos
un nilbog (cio goblin, folletto, scritto al contrario). Nel secondo dattiloscritto Psamathos chiamato per nome, o solo lo psamatista.
42 Psamathos Psamathides. Psamathos, Psamathide e Psamatista contengono tutti la radice greca psammos, sabbia. Psamathos, coerentemente con le abitudini di questa creatura, deriva da sabbia del mare. Psamathides contiene il patronimico -ides, figlio di, e Psamathist il suffisso -ist, uno che dedica se stesso a un settore della conoscenza (per esempio, medievalista); quindi, grosso modo, Sabby, figlio di Sabby, Psamatista esperto di sabbia.
43 si vedesse solo la punta... Le lunghe orecchie dello psamatista erano corna in tutte le versioni, finch non furono cambiate nel dattiloscritto finale. Lo psammeade di Nesbit aveva gli occhi sulla punta di
lunghe corna, come gli occhi delle lumache.
46 Sono Psamathos Psamathides... ogni P. Cfr. pag. 42 insistendo
molto puntigliosamente sulla pronuncia corretta. Tolkien scherza sul
fatto che in Psamathos, Psamathides e Psamathists, pronunciati correttamente, la P del Ps sarebbe muta. L'Oxford English Dictionary
sostiene che non pronunciare le p nelle parole che iniziano con ps
uso affatto colto che spesso provoca ambiguit o un'errata interpretazione della composizione della parola e quindi raccomanda di pronunciare la p facoltativa in tutte le parole di origine greca, a eccezione
del gruppo derivato da psalm (salmo) e psalter (salterio).
47 Artaserse. Nome molto appropriato, visto il paese d'origine dello stregone. Si chiamavano cos tre re di Persia nel V e IV secolo a.C. e il
fondatore della dinastia Sassanide nel III secolo a.C.
47 Persia... Persici... persico. In inglese Persia, Pershore, plum. Pershore
una cittadina nei pressi di Evesham nel Worcestershire. Tolkien ovviamente gioca sui termini quasi omofoni Persia e Pershore; riveste
inoltre qualche significato il fatto che la valle di Evesham sia celebre
per le sue susine (compresa la variet Pershore) e che il fratello di
Tolkien possedesse un orto e un podere ortofrutticolo vicino a Evesham, e che da molti anni si occupasse di susini.
51 Mew. Altro termine per gull (gabbiano).
52 alcuni speroni altissimi di nuda roccia... Nei pressi di Filey si trovano Speeton e Bempton, note rocce altissime dove nidificano innumerevoli uccelli di mare: ma sono rocce calcaree, non scure. Isole disabitate con scogliere simili sono comuni lungo le coste settentrionali della Gran Bretagna.
55 l'Isola dei Cani. La vera Isola dei Cani una lingua di terra che si
protende nel Tamigi a sud-est di Londra. Il nome su cui Tolkien gioca
deriva forse dal fatto che Enrico VIII o Elisabetta I tenessero l i propri
a Gwynedd, nel Galles, qui chiamato Caerdragon, castello (o fortezza) del dragone. Nel manoscritto troviamo Caervyrddin, forte di
Myrddin (Merlino) (cio Carmarthen, Dyfed), modificato in Caerddreichion; anche questo fu cancellato e sostituito con l'equivalente
Caerdragon del primo dattiloscritto.
74 Tre Reami. Nel testo Tre Isole, dal gallese Teir Ynys Prydein, in
cui ynys (letteralmente isola) significa reame, cio i tre reami della Gran Bretagna: Inghilterra, Scozia e Galles.
74 Snowdon. La vetta pi alta del Galles, all'interno dello Snowdonia
National Park, Gwynedd. La frase di Tolkien sull'uomo che lasci una
bottiglia in cima allo Snowdon si riferisce al fatto che la montagna attragga i turisti e quindi il sudiciume che questi si lasciano dietro. Nel
primo testo, Tolkien parlava di chi visitava lo Snowdon fumando sigarette e bevendo gazzose e lasciando le bottiglie in giro.
75 Gwynfa... in un'epoca in cui le code di drago... sulle tavole dei re
sassoni. In gallese gwynfa (o gwynva) significa letteralmente luogo
bianco (o felice) e poeticamente paradiso. Non siamo riusciti a
trovare un Gwynfa nelle leggende o nel folklore che s'accordi con l'uso in Roverandom. La sua connessione, qui, unita alla scomparsa di
re Art (nel primo testo si legge: morte di re Art), cio al suo
spostamento in altrove (Avalon), suggerisce che Gwynfa sia un luogo
del genere, non tanto lontano dal limitare del mondo. Forse (cfr.
Gwynvyd), il paradiso celeste della tradizione gallese. O pu essere
semplicemente che un luogo bianco semplicemente quello in cui
un dragone bianco si recherebbe, interpretazione che permetterebbe
anche il gioco sulla parola Snowdon che vuol dire collina di neve.
La notizia sulle code di drago, bocconi prelibati, c' anche (pi o meno
contemporaneamente) in Farmer Giles of Ham (1949): C'era ancora
la tradizione di servire code di drago alla tavola del re durante la Festa
di Natale. Ma quella storia ha luogo prima dei re sassoni. Tolkien pare sottintendere che i dragoni siano andati via per evitare di essere
cacciati e uccisi per la propria coda. Inoltre il riferimento alle code
serviva anche a introdurre nel primo dattiloscritto un commento (poi
cancellato) sui re sassoni: Una razza fiera che alcuni francesi non
credono sia mai esistita. Christopher Tolkien ci ha fatto notare come
questa frase possa essere una critica allo studioso francese mile Legouis: certo nella storia della letteratura inglese scritta da Legouis e
dal suo collega Louis Cazamian e uscita in Inghilterra nel 1926 (apparsa prima in francese) si dichiara che gli anglo-sassoni erano gente
tranquilla, posata (e cio non una razza feroce e sanguinaria) e che
falso vedere nella loro letteratura un riflesso della barbarie germanica.
75 aveva fatto diventare tutta la luna rossa. Durante l'eclissi la luna a
volte diventa color rosso-rame.
76 Le montagne... le cascate... Nel testo finale, ma destinato a essere
cancellato, c': Nessuna motocicletta guidata da un giovanotto attraverso un sobborgo immerso nel sonno avrebbe potuto fare di pi.
76 come le navi... Il dragone in The Faerie Queene di Edmund Spenser
(1590) alato.
78 Guy Fawkes. Il cinque novembre, nella notte di Guy Fawkes, la
Gran Bretagna celebra, con fuochi d'artificio e fal, la scoperta di un
complotto cattolico ordito nel 1605 per far saltare il Parlamento. Il piano fu soffocato, e la festa ha preso il nome dal pi celebre tra i cospiratori.
79 L'eclissi seguente non riusc affatto. A questo proposito cfr. pag. 12.
un mistero come l'Uomo-sulla-Luna riesca a coordinare la preparazione dell'eclissi da parte del Dragone Bianco in modo che rispetti i
suoi piani (Provocheranno un'eclissi prima del tempo! e il dragone
era troppo occupato a leccarsi il pancino...). Ma molto prima di Roverandom in varie mitologie c'era la tradizione che le eclissi fossero
provocate dai dragoni che divoravano la luna o il sole, non limitandosi
a oscurarli.
87 un giardino al crepuscolo. Sulla somiglianza tra il giardino sulla luna
e la Casetta del Gioco Perduto in Racconti ritrovati, cfr. pag. 21, 22.
In The Garden behind the Moon di Howard Pyle, David, il protagonista, a casa dell'Uomo-sulla-Luna visita anche il giardino sul retro, nel
quale i bambini corrono, giocano e urlano. Qui, come in Roverandom,
pare che i bimbi siano arrivati nel giardino addormentati, poich i loro
veri corpi restano sulla terra. David raggiunge il giardino in modo pi
prosaico di Roverandom: dalle scale sul retro nella casa dell'Uomosulla-Luna.
92 Finalmente arrivarono al grigio limite. In Roverandom la luna ha
due lati ben distinti, quello chiaro e quello scuro, e a quanto pare
rimangono sempre cos: un lato scuro con il cielo chiaro l'altro
chiaro con il cielo scuro. La vera luna naturalmente ha il giorno e la
notte (anche se si alternano con ritmo diverso da quello della terra), e
il lato scuro non tale perch non riceve luce ma perch guarda dalla parte opposta alla terra da cui non fu possibile vederlo fino a quando non si percorsero le orbite lunari. Anche se la terra del racconto
piatta (cfr. pag. 23), la luna chiaramente una sfera: Roverandom precipita al suo interno fino al lato scuro, e mentre torna a casa a piedi
con l'Uomo-sulla-Luna vede sorgere il mondo, cio la terra. John Tolkien non ricorda che lui o suo fratello fossero disturbati da anomalie
quando ascoltavano il racconto e fa notare che Roverandom era stato
scritto per bambini piccoli, per i quali questi dettagli sono solo parti
della meraviglia del racconto.
97 News of the World un quotidiano britannico noto per la voglia di
sbalordire.
99 Si innamorato della ricca figlia del Re del Mare. Riferimento
all'operetta Trial by Jury di Gilbert e Sullivan (1871).
99 Proteo, Poseidone, Tritone, Nettuno. Proteo e Poseidone erano divinit marine nella mitologia greca. Nettuno l'equivalente di Poseidone
nella mitologia romana. Tritone, figlio di Poseidone, era anch'egli una
divinit del mare.
100 Niord. Divinit marina norvegese. Il suo stupido matrimonio si
riferisce a un racconto di Snorri Sturluson (1178/9-1241). Gli dei
promisero alla figlia di un gigante che avrebbe potuto sposare uno di
loro come compenso per l'uccisione del padre da parte di Thor, ma,
prima che facesse la sua scelta, le fu permesso di vedere solo i piedi
del suo futuro marito. Lei scelse i piedi pi belli, sperando di ottenere
con i fanoni.
112 PAM. Riferimento al soprannome del famoso uomo politico inglese,
Lord Palmerston, Primo Ministro (1784-1865).
116 ostrica. Anche nel senso figurato di qualcuno che s'attacca ferocemente a un incarico e non lo molla.
116 un'arte minore, ma aveva bisogno di molta pratica. Tolkien suggerisce che l'arte magica di Artaserse ha i suoi limiti. Nel primo testo, il
brano che precedeva queste parole includeva una frase chiarificatrice,
qui in corsivo: A suo modo Artaserse era un bravo mago, tipo giochi
di prestigio (o Rover non avrebbe mai potuto avere le sue avventure).
Nel suo saggio On Fairy-Stories (pubblicato nel 1947) Tolkien parl
con sdegno della prestidigitazione d'alto bordo, in opposizione alla
vera magia (di cui erano capaci Psamathos e l'Uomo-sulla-Luna).
118 l'aveva chiamata Serpente Rosso. La storia del cane-mare deriva in
parte dalla saga del XIII secolo di Olaf Tryggvason in Heimskringla di
Snorri Sturluson. Olaf Tryggvason, re di Norvegia dal 995 al 1000, fu
sconfitto in una battaglia navale. Si tuff dalla sua famosa nave, il
Lungo Serpente, e secondo la leggenda non affog ma si salv a nuoto
e infine mor monaco in Grecia (o in Siria). Nel dattiloscritto di Roverandom la nave si chiama Lungo Serpente, e Tolkien menzion la nave di King Olaf che aveva questo nome in una conferenza del gennaio
1938, tenuta presso l'University Museum di Oxford. King Olaf aveva
un cane famoso, Vige, che mor di dolore quando il suo padrone
scomparve.
119 lo presero le sirene. Secondo la leggenda, le sirene sono ansiose di
portare i mortali sotto le onde, dove trattengono prigioniere le loro anime. Tolkien fa una distinzione fra sirene dai capelli d'oro e sirene dai capelli scuri, a esse preesistenti nella mitologia.
120 isole Orcadi. Arcipelago a nord-est della Scozia, occupato dai vichinghi nell'VIII e nel IX secolo e posto sotto la corona scozzese nel 1476.
125 esplosioni sul fondo. Nell'agosto del 1925, cio un mese prima che
Roverandom fosse raccontato per la prima volta, si era verificata un'eruzione sottomarina a Santorini (Thera) nell'Egeo.
127 lo stregone l'avrebbe trasformato in una lumaca di mare... Nella
prima stesura si dice che Roverandom non sapeva che fino a quando
il pi forte sortilegio di Artaserse era su di lui, lo stregone non poteva
fargli altri incantesimi. Questo per non stava in piedi, poich Artaserse aveva stregato una seconda volta Roverandom, trasformandolo in un cane-mare.
130 i Mari Fantastici... Cfr. pag. 22-23. Il primo testo dice: Fu la balena
che li port alla Baia del Paese delle Fate al di l delle Isole Magiche,
e loro scorsero nella lontananza dell'ovest le Coste del Paese delle Fate, e le Montagne dell'Ultima Terra e la luce del Paese delle Fate sulle
onde. Nella mitologia di Tolkien i Mari Fantastici e le Isole Magiche
nascondono e custodiscono Aman (la Casa degli Elfi, e la Casa dei
Vaiar, cio degli dei) dal resto del mondo. Una bella immagine di questa geografia, dagli anni Trenta, in Ambarkanta (La forma della Terra-di-Mezzo) di Tolkien (1986).
130 Terre di Fuori. Cfr. pag. 22, 23. Nelle precedenti stesure Tolkien
aveva usato terre comuni.
132 L'antico Serpente Marino si stava svegliando... Un riferimento a
Midgard, il serpente della mitologia norvegese, che avvolge il mondo
nelle sue spire; cfr. anche il Leviatano in Giobbe, 4L.
133 autotalassico. Nato dal mare. L'elenco da primordiale a stupido una
sintesi delle conclusioni degli studiosi sui serpenti marini e ricorda un
commento fatto da Tolkien durante la sua conferenza del 1936, The
Monsters and the Critics, a proposito della babele conflittuale delle
opinioni critiche su Beowulf.
133 almeno un continente... Forse Atlantide, poich nel 1927 Nmenor,
l'isola sommersa, non era ancora entrata nella mitologia di Tolkien, e
la frase citata era gi presente nella prima stesura di Roverandom.
136 cercando distrattamente d'infilarsi in bocca la punta della coda.
Qui Tolkien ricorda l'ouroboros, antico simbolo di unit, rinnovamento, eternit sotto la forma del serpente che si mangia la coda.
140 serpenti marini... vacche marine... e calamit. Tolkien sembra suggerire che i pesci, grazie alle arti di Artaserse, sono stati trasformati in
creature non totalmente marine (come lo stesso Artaserse). Nonostante
i nomi, la maggioranza degli esseri citati fa parte della fauna marina.
144 Pu pensare al mio aspetto. I tredici paragrafi che seguono la richiesta di Roverandom sono per la maggior parte un'aggiunta della seconda stesura (primo dattiloscritto). Nella prima stesura lo stregone sollev Roverandom e lo fece girare tre volte e poi disse "Grazie, questo
basta". E Roverandom scopr di essere tornato proprio com'era sempre
stato prima d'aver incontrato Artaserse quella mattina sul prato. Ma
questo avrebbe fatto apparire Artaserse (che anche in questa versione
aveva distrutto tutti i suoi incantesimi) come qualcosa di pi di un
semplice prestidigitatore; vedi anche la nota per pag. 116.
148 Pam Rock. Bastoncini di zucchero candito venduti tradizionalmente
nelle cittadine britanniche rivierasche. Il tipo pi comune bianco
all'interno con un leggero strato rosa appiccicoso all'esterno, e a volte
reca il nome del luogo (forse in questo caso PAM) in un caramellato
di colore contrastante.
148 stabilimento balneare con tende e furgoni. Negli anni Venti, per
pudore, nessuno si cambiava in spiaggia. Alcuni indossavano i costumi da bagno in tende, altri in furgoni portati al limite dell'acqua. Il bagnante entrava da una porta dalla parte della spiaggia e usciva da
un'altra che s'apriva sul mare.
149 Le auto... a velocit pazzesche, cariche... della stessa gente, diretta
tutta allo stesso posto con la stessa furia, la stessa polvere, la stessa
puzza. In tutto Roverandom Tolkien mostra preoccupazione per l'inquinamento e l'effetto dell'industrializzazione. L'uomo in cima allo
Snowdon un semina-spazzatura; il carburante provoca a Niord una
tremenda tosse; Artaserse encomiato perch raccoglie cartacce e
quant'altro i suoi clienti lasciano sulla spiaggia; e qui il traffico che bench molto meno tragico ai tempi di Roverandom di quanto non sia