Sei sulla pagina 1di 348

ERNEST CLINE

Player One
Romanzo
Traduzione Laura Spini
Isbn Edizioni via Sirtori, 4 20129 Milano
Presidente: Luca Formenton
Direzione editoriale: Massimo Coppola
Editor: Mario Bonaldi
Redazione: Antonio Benforte, Linda Fava
Diritti e redazione: Sara Sedehi
Comunicazione: Valentina Ferrara, Giulia Osnaghi
Grafica: Alice Beniero
Copyright 2011 by Dark All Day, Inc.
Isbn Edizioni S.r.l., Milano 2011
Titolo originale: Ready Player One

Per Susan e Libby.


Perch non c una mappa per il posto in cui stiamo andando.

L'autore
Ernest Cline ha fatto il sottocuoco, ha pulito il pesce, donato il plasma,
stato un commesso snob di videoteca, e ha svolto lavori di bassa
manovalanza tecnologica. Ma ha sempre trascurato tutte queste
promettenti carriere per dedicarsi a tempo pieno al suo amore per la
cultura pop in tutte le sue forme, prima attraverso la poesia orale, poi
come sceneggiatore. Ha scritto un film, Fanboys (2008), che diventato
un fenomeno di culto, con suo grande stupore. Oggi vive a Austin,
Texas, con moglie, figlia e unimmensa collezione di videogiochi
depoca. Player One il suo primo romanzo.

0000
Chiunque abbia la mia et ricorda bene dove si trovava e cosa stava
facendo nel preciso momento in cui, per la prima volta, sent parlare
della gara. Io ero seduto nel mio nascondiglio e guardavo i cartoni
animati quando il notiziario fece irruzione sullo schermo, annunciando
che James Halliday era morto nel corso della notte.
Naturalmente, avevo gi sentito parlare di Halliday. Come chiunque,
del resto. Era lideatore di videogiochi che aveva creato OASIS, il
gioco multiplayer online con milioni di utenti che si era gradualmente
evoluto fino a diventare la realt virtuale, connessa su scala globale, che
la maggior parte dellumanit usava ormai quotidianamente. Il successo
senza precedenti di OASIS aveva reso Halliday uno degli uomini pi
ricchi del mondo.
Sulle prime non riuscivo a capire perch i media avessero tanto a cuore
la morte del miliardario. In fondo, gli abitanti del Pianeta Terra avevano
altro a cui pensare. Linarrestabile crisi energetica. I catastrofici
mutamenti climatici. Le carestie e la fame, la povert, le malattie. Una
mezza dozzina di guerre. La solita storia: Cani e gatti che vivono
insieme isteria di massa!. Generalmente i notiziari non
interrompevano mai la visione di sitcom e soap interattive a meno che
non fosse accaduto qualcosa di grosso. Come lo scoppio di unepidemia
letale o la distruzione di unaltra grande citt, inghiottita da un fungo
atomico. Cose cos, importanti. Per quanto Halliday fosse importante, la
sua morte avrebbe dovuto guadagnarsi solamente uno spezzoncino
durante il telegiornale della sera, giusto per far s che le masse
scuotessero le loro testoline plebee con invidia, quando i telecronisti
avessero annunciato la quantit vergognosa di denaro che sarebbe stata
elargita agli eredi.
Ma era quello il problema. James Halliday non aveva eredi.
Era morto a sessantasette anni, scapolo, senza parenti e, a quanto
dicevano in molti, senza un solo amico. Aveva trascorso gli ultimi
quindici anni della sua vita in un isolamento autoimposto, durante il
quale (se le voci erano attendibili) aveva perso completamente la
ragione.
Perci la notizia che, quella mattina di gennaio, lasci tutti a bocca
aperta, la notizia che lasci, da Toronto a Tokyo, tutti di stucco davanti

alla ciotola di cereali, riguardava il contenuto delle ultime volont e del


testamento di Halliday, e il destino delle sue vaste fortune.
Halliday aveva preparato un breve videomessaggio, corredato dalla
raccomandazione che fosse distribuito ai media di tutto il mondo al
momento della sua morte. Aveva anche fatto in modo che una copia del
video fosse inviata per email a ogni singolo utente OASIS quella
mattina stessa. Ricordo ancora il momento in cui il messaggio
raggiunse la mia casella di posta elettronica e io sentii il trillo a me
tanto familiare, pochi secondi dopo aver visto quel primo notiziario.
Il suo videomessaggio era in realt un cortometraggio meticolosamente
costruito e intitolato Linvito di Anorak. Notoriamente eccentrico, per
tutta la vita Halliday aveva nutrito unossessione per gli anni ottanta, il
decennio della sua adolescenza: Linvito di Anorak era strapieno di
riferimenti semisconosciuti alla cultura pop degli anni ottanta,
riferimenti che riuscii a cogliere solo in minima parte quando guardai il
filmato per la prima volta.
Lintero video era poco pi lungo di cinque minuti e, durante i giorni e
le settimane che seguirono, sarebbe diventato il segmento pi
minuziosamente esaminato della storia; super addirittura le riprese di
Zapruder quanto al numero di scrupolose analisi fotogramma-perfotogramma che sub. Tutta la mia generazione fin per imparare a
memoria ogni secondo del messaggio di Halliday.
Linvito di Anorak si apre con un suono di trombe, lattacco di una
vecchia canzone intitolata Dead Mans Party.
Il brano va avanti a schermo nero per i primi secondi e il momento in
cui alle trombe si unisce una chitarra anche quello in cui compare
Halliday. Ma non un sessantasettenne intaccato dal tempo e dalla
malattia. Il suo aspetto uguale a quello che aveva sulla copertina del
Time nel 2014: un uomo appena quarantenne, alto, magro, in salute,
spettinato, con i suoi tipici occhiali dalla montatura di corno. Inoltre,
veste gli stessi abiti che aveva nella fotografia del Time: jeans scoloriti
e una maglietta vintage di Space Invaders.
Halliday si trova a un ballo del liceo, in una grande palestra.
circondato da adolescenti le cui capigliature, cos come gli abiti e i
passi di danza, suggeriscono che ci troviamo alla fine degli anni
ottanta.[1] Ma Halliday non ha una compagna per il ballo. Sta, come
direbbe qualcuno, ballando da solo.

Alcune righe di testo appaiono brevemente in basso a sinistra,


segnalando il nome del gruppo, il titolo della canzone, letichetta
discografica e lanno di uscita, come si trattasse di un vecchio video
musicale trasmesso da MTV: Dead Mans Party, Oingo Boingo, MCA
Records, 1985.
Non appena iniziano a cantare, anche Halliday comincia a cantare in
playback, sempre volteggiando: All dressed up and nowhere to go.
Walking with a dead man over my shoulder. Dont run away, its only
me.
Poi improvvisamente smette di ballare e, con un gesto secco della mano
destra, interrompe la musica. In quello stesso momento, i ragazzi che
ballano sullo sfondo, spariscono, cos come la palestra, e la scena
cambia allimprovviso.
Ora Halliday si trova davanti a una camera mortuaria, accanto a una
bara aperta.[2] Un altro Halliday, molto pi vecchio, giace allinterno
della bara, con il corpo emaciato e devastato dal cancro. Due quarti di
dollaro scintillano sulle sue palpebre.[3]
Halliday, quello giovane,
osserva dallalto il suo cadavere invecchiato simulando tristezza, poi si
rivolge ai partecipanti in lutto.[4] Halliday schiocca le dita e nella sua
mano destra appare una pergamena. La apre con ostentazione, e quella
si srotola al suolo, lungo il corridoio davanti a lui. Quindi Halliday
rompe la quarta parete: si rivolge agli spettatori e comincia a leggere.
Io, James Donovan Halliday, nel pieno possesso delle mie facolt di
intendere e di volere, con il presente messaggio stabilisco, pubblico e
dichiaro che questo documento costituir le mie ultime volont e il mio
testamento, e revoco ogni testamento di qualsivoglia natura redatto da
me in precedenza Poi continua a leggerlo, sempre pi velocemente,
sciorinando molti altri paragrafi in fitto gergo giuridico, finch non
arriva a parlare tanto in fretta che le sue parole diventano
incomprensibili. Quindi, si ferma bruscamente. Lasciamo stare dice.
Anche a questa velocit, ci impiegherei un mese a leggere tutta questa
roba. Mi spiace dirlo, ma non ho tanto tempo. Lascia cadere la
pergamena, che scompare in una pioggia di polvere doro. Facciamo
che vi illustro i punti chiave. La camera mortuaria scompare e la scena
cambia di nuovo. Halliday ora si trova di fronte allimmensa porta del
caveau di una banca. Tutti i miei beni, compresa la maggioranza delle
azioni della mia compagnia, la Gregarious Simulation Systems, saranno
congelati finch non verr soddisfatta lunica condizione che ho

imposto nel mio testamento. Il primo individuo che soddisfer tale


condizione erediter tutte le mie fortune, al momento valutate per
eccesso in duecentoquaranta miliardi di dollari. La porta si spalanca, e
Halliday entra nel caveau. Linterno enorme e contiene una smisurata
pila di lingotti doro, la cui mole arriva pressapoco a eguagliare quella
di una casa piuttosto grossa. Ecco la grana che vi metto a
disposizione dice Halliday con un largo sorriso. Che cavolo. Non
facile da trasportare, dico bene? Halliday si appoggia al cumulo di
lingotti e linquadratura stringe sul suo volto. Ora, sono sicuro che vi
starete gi domandando, cosa dovete fare per mettere le mani su tutto il
gruzzolo? Be, cari miei, una cosa alla volta. Ci sto arrivando Fa
una pausa teatrale e la sua espressione cambia e diventa quella di un
ragazzino che sta per rivelare un gran segreto.
Halliday schiocca di nuovo le dita e il caveau scompare. In quello
stesso istante, Halliday diventa pi piccolo e si trasforma in un
bambino, con pantaloni in velluto marrone e una maglietta sbiadita del
Muppet Show.[5]
Il piccolo Halliday si trova in un salotto
disordinato con una moquette arancione scuro, le pareti ricoperte da
pannelli di legno, e un arredamento kitsch fine anni settanta.
Poco distante, un televisore Zenith a 21 pollici a cui attaccato
unAtari 2600.
Questa la prima console per videogiochi che abbia mai avuto dice
Halliday, con la voce di un bambino. unAtari 2600. Me lhanno
regalato per Natale, nel 1979. Si lascia cadere di fronte allAtari,
raccoglie un joystick e comincia a giocare. Questo era il mio gioco
preferito dice, indicando lo schermo del televisore, sul quale un
quadratino sta attraversando una serie di labirinti piuttosto semplici. Si
chiamava Adventure. Come molti altri vecchi videogiochi, Adventure
era stato progettato e programmato da una sola persona. Ma, al tempo,
la Atari si rifiutava di riconoscere i meriti ai propri programmatori,
perci il nome di chi aveva creato un videogioco non compariva da
nessuna parte sulla confezione. Sullo schermo, vediamo che Halliday
sta usando una spada per uccidere un drago rosso anche se, a causa
della rudimentale grafica a bassa risoluzione, si ha pi limpressione
che un quadrato stia usando una freccia per pugnalare unanatra
deforme.
E cos, il creatore di Adventure, un tale di nome Warren Robinett,
decise di celare il suo nome direttamente nel gioco. Nascose una chiave

allinterno di uno dei labirinti. Una volta trovata questa chiave, un


puntino grigio grande quanto un pixel, potevi usarla per accedere a una
stanza segreta dove Robinett aveva nascosto il proprio nome. Halliday
conduce il suo protagonista, il quadrato, allinterno della stanza segreta
del gioco finch, al centro dello schermo, non compaiono le parole
Creato da Warren Robinett.
Questo dice Halliday, indicando lo schermo con sincera venerazione
stato il primo Easter Egg nel mondo dei videogiochi. Robinett
laveva nascosto nel codice del gioco senza che nessuno ne fosse a
conoscenza e la Atari ha prodotto in serie Adventure e lha distribuito
in tutto il mondo senza sapere della stanza segreta. Ne rimasero
alloscuro fino a qualche mese dopo, quando i ragazzini, ovunque,
iniziarono a scoprire lEaster Egg. Io ero uno di questi ragazzini, e
trovare lEaster Egg di Robinett per la prima volta fu una delle
esperienze pi grandiose della mia vita di videogiocatore. Il giovane
Halliday abbandona il joystick e si rialza. Mentre lo fa, il salotto
comincia a scomparire, e la scena cambia di nuovo. Ora Halliday si
trova in una grotta buia, sulle cui pareti umide trema la luce di alcune
torce. Simultaneamente, cambia anche il suo aspetto, Halliday si
trasforma nel famoso avatar che usava su OASIS: Anorak, un mago
alto e togato con un volto che la versione vagamente pi attraente (e
senza occhiali) di Halliday da adulto. Anorak indossa la tipica tunica
nera che, su entrambe le maniche, ha ricamato lemblema del suo avatar
(una grande A ben disegnata).
Prima di morire dice quindi Anorak, con un tono molto pi cupo ho
creato il mio personale Easter Egg e lho nascosto allinterno del mio
videogioco pi famoso: OASIS. Il primo che trover lEaster Egg
erediter i miei beni nella loro totalit. Altra pausa teatrale.
difficile da trovare. Non lho semplicemente nascosto da qualche
parte, dietro un sasso. Presumo si possa dire che chiuso dentro una
cassaforte sepolta in una camera segreta che, a sua volta, nascosta al
centro di un labirinto situato da qualche parte Solleva il braccio a
picchiettarsi la fronte. Qui dentro.
Ma non preoccupatevi. Ho lasciato qualche indizio in giro, per
mettervi sulla buona strada. Ecco il primo. Anorak fa un cenno
pomposo con la mano destra e subito compaiono tre chiavi che roteano
in aria, proprio di fronte a lui, e sembrerebbero fatte di rame, giada e
cristallo. Mentre le chiavi continuano a roteare, Anorak comincia a

recitare la strofa di una poesia e ogni verso compare, per pochi istanti,
come un sottotitolo fiammeggiante in fondo allo schermo: Tre chiavi,
ognuna una porta aprir
Che il valor dei viandanti prover
Chi
lardue prove superar sapr
Giunto alla Fine, il premio otterr
Al concludersi di questi versi, la Chiave di Giada e quella di
cristallo svaniscono; rimane soltanto la Chiave di Rame, ora appesa con
una catenina al collo di Anorak.
La macchina da presa segue Anorak che si volta e continua a
camminare lungo la caverna. Pochi secondi dopo, raggiunge una
massiccia porta di legno a due battenti, incassata nella parete rocciosa.
La porta rivestita in acciaio e, incisi sulla superficie, appaiono scudi e
draghi. Questo gioco non ho potuto testarlo, quindi la mia
preoccupazione che potrei aver nascosto il mio Easter Egg talmente
bene da renderlo introvabile. Non lo so per certo. Anche se fosse, ora
comunque troppo tardi per cambiare qualcosa. Perci staremo a
vedere. Anorak spalanca la porta rivelando una smisurata stanza del
tesoro, ricolma di monete doro scintillante e calici tempestati di
gioielli.[6] Poi oltrepassa la soglia e si rivolge agli spettatori, allargando
le braccia per tenere aperta la porta.[7]
E quindi, senza altri
indugi annuncia Anorak che la caccia allEaster Egg di Halliday
abbia inizio! Poi scompare in un lampo di luce, lasciando lo spettatore
a guardare gli abbaglianti cumuli di tesori al di l della porta aperta.
Poi parte una dissolvenza al nero.
Alla fine del video, Halliday aveva allegato un link al suo sito
personale, che era cambiato radicalmente la mattina della sua morte.
Per pi di un decennio, lunico elemento presente sul sito era stata una
breve animazione in loop che mostrava il suo avatar, Anorak, seduto in
una biblioteca medievale, ricurvo, intento a mescolare pozioni e
concentrato su alcuni libri di incantesimi sopra un tavolo da lavoro
consumato dal tempo. Sulla parete dietro di lui si vedeva un grande
dipinto che raffigurava un drago nero.
Ma ora quellanimazione non cera pi e, al suo posto, si poteva vedere
una classifica dei punteggi pi alti, simile a quelle che si trovavano nei
vecchi videogiochi a gettone. La lista presentava dieci posizioni,
occupate tutte dalle iniziali JDH James Donovan Halliday seguite
da un punteggio a sei zeri. Tale lista fu presto denominata il
Segnapunti.

Sotto il Segnapunti, unicona rappresentava un libricino rilegato in


pelle, che linkava a una copia, scaricabile gratuitamente,
dellAlmanacco di Anorak, una raccolta di centinaia di annotazioni
tratte dal diario di Halliday e prive di data. LAlmanacco consisteva in
pi di un migliaio di pagine, ma forniva pochi dettagli sulla vita privata
di Halliday o sulle sue attivit quotidiane.
Perlopi, si trattava di un flusso di coscienza con osservazioni
riguardanti numerosi classici del videogioco, romanzi fantasy e di
fantascienza, fumetti, cultura pop degli anni ottanta; il tutto mescolato
con divertenti diatribe che denunciavano qualsiasi cosa, dalle religioni
organizzate alle bibite dietetiche.
La Caccia, come venne ribattezzata la gara, si diffuse in fretta per tutto
il mondo. La possibilit di trovare lEaster Egg di Halliday divenne una
fantasia diffusa, tra gli adulti e tra i bambini, come quella di vincere alla
lotteria. Si trattava di un gioco cui chiunque poteva partecipare e, sulle
prime, non sembrava ci fosse un approccio giusto o sbagliato. Lunico
indizio che lAlmanacco di Anorak sembrava suggerire era che la
conoscenza pi o meno approfondita delle varie ossessioni di Halliday
sarebbe stata imprescindibile per la soluzione dellenigma. Cosa che
port tutti ad appassionarsi sempre pi alla cultura pop degli anni
ottanta. Cinquantanni dopo, i film, la musica, i giochi e la moda di quel
decennio erano di nuovo allultimo grido. Dal 2041, i capelli a punta e i
jeans scoloriti in candeggina erano tornati di moda e le classifiche
musicali erano dominate da band contemporanee che suonavano cover
dei successi pop degli ottanta. Tutti coloro che erano stati ragazzini in
quel decennio, ormai prossimi alla vecchiaia, stavano vivendo la strana
esperienza di vedere gli stili e le tendenze della loro giovinezza
abbracciati dai nipotini.
Era nata una nuova sottocultura, composta dai milioni di individui che
ora impiegavano il loro tempo libero alla ricerca dellEaster Egg di
Halliday. Inizialmente venivano definiti, abbastanza semplicemente,
come Egg Hunters, ma presto il soprannome fu contratto in Gunters.
Durante il primo anno della Caccia, essere un Gunter andava molto di
moda e non cera utente OASIS che non si fregiasse di quel titolo.
Al primo anniversario della morte di Halliday, per, la frenesia che
circondava la Caccia inizi ad affievolirsi. Era passato un anno intero, e
nessuno aveva trovato nulla. Non una chiave, non una porta. Parte del
problema era legato allestensione stessa di OASIS. Al suo interno

erano presenti pi di mille mondi virtuali e la chiave poteva trovarsi in


ognuno di essi. Un Gunter avrebbe potuto impiegare anni per una
ricerca approfondita anche solo in un mondo.
Al di l di tutti i Gunter cosiddetti professionisti che ogni giorno, sui
loro blog, si vantavano di essere vicini a una svolta, la verit divenne
via via pi evidente: nessuno aveva idea di cosa stesse cercando, n
sapeva da dove cominciare.
Pass un altro anno.
E un altro ancora.
Niente.
Il grande pubblico perse interesse per la gara. Cominci a diffondersi
lidea che fosse una bufala inventata da un ricco stravagante. Altri
credevano che, anche se lEgg fosse esistito veramente, nessuno lo
avrebbe mai trovato. Al contrario, OASIS continuava a evolversi e a
diventare sempre pi popolare e protetto sia dalle grinfie di coloro che
volevano acquisirne il controllo sia dalle controversie legali, grazie al
testamento blindato di Halliday e allesercito di avvocati rabbiosi
incaricati di occuparsi dei suoi beni.
LEaster Egg di Halliday entr lentamente a far parte delle leggende
metropolitane e il popolo dei Gunter, che sempre pi si assottigliava,
divent oggetto di scherno. Ogni anno, nel giorno della morte di
Halliday, i telegiornali riportavano, sarcasticamente, la notizia che non
si era giunti ad alcun progresso. E ogni anno che passava, sempre pi
Gunter gettavano la spugna, giunti alla conclusione che Halliday avesse
davvero reso lEaster Egg impossibile da trovare.
E pass un altro anno.
E un altro ancora.
Poi, la sera dell11 febbraio 2045, il nome di un avatar comparve in
cima al Segnapunti, in bella vista davanti a tutto il mondo. Dopo cinque
lunghi anni, la Chiave di Rame era stata trovata da un diciottenne che
viveva in un parcheggio di case mobili alla periferia di Oklahoma City.
Ero io.
Decine di libri, cartoni animati, film e miniserie hanno cercato di
raccontare la storia di tutto quello che accadde in seguito, ma nessuno
lha fatto nella maniera giusta. per questo che voglio mettere le cose
in chiaro, una volta per tutte.

[1] Unattenta analisi della scena rivela che tutti i ragazzini


dietro a Halliday sono in realt comparse digitalmente ritagliate da teen
movie di John Hughes e incollate allinterno del video.
[2] Ci che lo circonda in realt preso da una scena di Schegge
di follia, film del 1989. Pare che Halliday abbia ricreato digitalmente il
set della camera mortuaria e si sia inserito al suo interno.
[3] Unanalisi ad alta risoluzione ci rivela che entrambe le monete
sono state coniate nel 1984.
[4] Questi, di fatto, sono attori e comparse presi da quella stessa
scena del funerale di Schegge di follia. Tra gli astanti possibile
riconoscere chiaramente, seduti in fondo, Winona Ryder e Christian
Slater.
[5] Halliday ora identico a come appare in una foto scattata a
scuola nel 1980, quando aveva otto anni.
[6] Unattenta analisi ci rivela decine di oggetti bizzarri nascosti
tra i cumuli di ricchezze. Da segnalare: molti dei primi personal
computer (un Apple IIe, un Commodore 64, unAtari 800XL, e un
TRS-80 Color Computer 2), decine di controller compatibili con una
vasta gamma di sistemi, centinaia di dadi poliedrici, di quelli usati nei
vecchi giochi di ruolo da tavolo.
[7] Il fermo-immagine della scena praticamente identico a un
dipinto di Jeff Easley che comparve sulla copertina di Dungeon
Masters Guide, un libro di regole di Dungeons & Dragons pubblicato
nel 1983.

LIVELLO UNO
La condizione umana uno schifo, per la maggior parte del tempo.
I videogiochi sono lunica cosa che rende la vita sopportabile.
Almanacco di Anorak, Capitolo 91, Versi 1-2
0001
Mi svegli
di soprassalto il rumore di una sparatoria nelle vicinanze. Agli spari
segu qualche minuto di grida soffocate, poi il silenzio.
Le sparatorie non erano insolite, nel parcheggio, ma ne rimasi
comunque scosso. Sapevo bene che probabilmente non sarei riuscito a

riaddormentarmi, perci decisi di ammazzare il tempo che mi separava


dallalba rispolverando qualche classico a gettoni. Galaga, Defender,
Asteroids. Questi giochi erano obsoleti dinosauri digitali, ed erano
diventati pezzi da museo gi molto tempo prima che io nascessi. Ma ero
un Gunter, e per me non si trattava solo di eccentrici pezzi
dantiquariato a bassa risoluzione. Per me erano reliquie da venerare.
Pilastri del pantheon. Quando giocavo ai classici, lo facevo con risoluta
reverenza.
Ero raggomitolato in un vecchio sacco a pelo, incastrato nello spazio tra
il muro e lasciugatrice, nellangolo della minuscola zona lavanderia
del container. Mia zia non gradiva che stessi nella sua stanza, al di l
del corridoio, e a me la cosa stava pi che bene. Preferivo in ogni caso
sistemarmi nella lavanderia. L si stava al calduccio, mi potevo
permettere una quantit discreta di privacy e la ricezione wireless non
era troppo debole. Altro vantaggio, la stanza odorava di detersivo
liquido e ammorbidente. Il resto della casa sapeva di piscio di gatto e
povert totale.
Solitamente, dormivo nel mio nascondiglio. Ma, durante le notti
precedenti, la temperatura era scesa sotto lo zero e, per quanto
detestassi stare da mia zia, era comunque meglio che morire congelati.
Nella casa mobile di mia zia viveva un totale di quindici persone. Lei
dormiva nella pi piccola delle tre stanze. I Deppert vivevano nella
stanza accanto alla sua e i Miller occupavano la camera matrimoniale in
fondo al corridoio. Erano in sei e pagavano una grossa fetta dellaffitto.
Il nostro trailer non era affollato come altri che si trovavano nel
parcheggio. Era una casa a due blocchi. Cera un mucchio di spazio per
tutti.
Tirai fuori il mio computer portatile e lo accesi. Era un bestione
ingombrante e pesantissimo, vecchio di quasi dieci anni. Lavevo
trovato in una discarica dietro al centro commerciale abbandonato,
dallaltra parte dellautostrada. Ero riuscito a riportarlo in vita
rimpiazzando la sua memoria di sistema e reinstallando il suo sistema
operativo primordiale. Per gli standard attuali, il processore era pi
lento di un bradipo, ma per quello che mi serviva andava benissimo. Il
laptop era la mia biblioteca portatile, la mia sala giochi, il mio cinema
privato. Il disco fisso traboccava di vecchi libri, film, episodi di serie tv,
file musicali e quasi ogni videogioco prodotto nel Ventesimo secolo.

Avviai il mio emulatore e selezionai Robotron: 2084, uno dei miei


giochi preferiti di tutti i tempi. Avevo sempre amato il suo ritmo
frenetico, la sua brutale semplicit. Robotron si basava interamente
sullistinto e sui riflessi. Giocare ai vecchi videogiochi mi permetteva,
ogni volta, di schiarirmi la mente e sentirmi a mio agio. Se ero gi di
morale, o mi sentivo frustrato per la vita che vivevo, dovevo solo dare
un colpetto al pulsante Player One, e tutte le angosce mi
abbandonavano, via via che la mente si concentrava sullincessante
assalto di pixel nello schermo davanti ai miei occhi. La vita era
semplice, nelluniverso bidimensionale del gioco: tu contro la
macchina, e basta. Ti sposti con la mano sinistra, spari con la destra,
cerchi di sopravvivere pi che puoi.
Trascorsi qualche ora a dare addosso a ondate su ondate di Brains,
Spheroids, Quarks e Hulks, nella mia eterna lotta per Salvare lUltima
Famiglia del Genere Umano! Ma dopo un po le mie dita iniziarono a
intorpidirsi e persi il ritmo. Quando arrivavo a questo punto, la
situazione peggiorava in fretta. Bruciai a vuoto tutte le vite che avevo, e
sullo schermo apparvero le due parole che amavo di meno: GAME
OVER.
Spensi lemulatore e cominciai a spulciare tra i miei file video. Nel
corso di cinque anni avevo scaricato ogni singolo film, serie tv e
cartone animato che fosse citato nellAlmanacco di Anorak. Non che li
avessi gi guardati tutti, naturalmente. Avrei impiegato decenni.
Selezionai un episodio di Casa Keaton, sitcom degli anni ottanta che
parla di una famiglia borghese dellOhio centrale. Lavevo scaricata
perch era tra le preferite di Halliday e pensavo fosse possibile che
almeno un episodio contenesse qualche indizio utile per la Caccia. Mi
ero immediatamente appassionato allo show, e avevo ormai guardato
pi volte tutti i centottanta episodi. Non me ne stancavo mai.
Seduto al buio, guardando la serie sullo schermo del computer, finivo
per immaginare che fossi proprio io a vivere in quella casa accogliente
e ben illuminata, e che tutte quelle persone sorridenti e comprensive
fossero la mia famiglia. Che non ci fosse niente al mondo di cos
sbagliato da non poter essere risolto in trenta minuti di episodio (o, al
limite, nel tempo di un episodio in due parti, nel caso di faccende
serissime).
La mia vita non aveva mai assomigliato neanche lontanamente a quella
ritratta in Casa Keaton, e questo probabilmente era il motivo per cui la

serie mi piaceva tanto. Ero figlio unico, i miei genitori erano due
adolescenti che si erano incontrati nella baraccopoli in cui ero cresciuto.
Mio padre non me lo ricordo. Avevo un paio di mesi quando gli
spararono mentre cercava di derubare una drogheria, durante un
blackout. Lunica cosa che sapevo di lui che amava i fumetti. Una
volta trovai moltissime penne USB in una scatola che conteneva le sue
cose, e al loro interno cerano serie complete di Amazing Spider-Man,

X-Men e Lanterna Verde. Una volta la mamma mi disse che mio padre
aveva deciso di darmi un nome allitterante Wade Watts perch
pensava suonasse come quello dellidentit segreta di un supereroe.
Come Peter Parker, come Clark Kent. Scoprirlo mi port a pensare che
probabilmente era in gamba, nonostante il modo in cui era morto. Mia
madre, Loretta, si era trovata a crescermi da sola. Avevamo vissuto per
un po in un piccolo camper, in unaltra parte della baraccopoli. Aveva
due lavori a tempo pieno su OASIS: faceva loperatrice di
telemarketing e laccompagnatrice in un bordello online. Di notte mi
obbligava a mettere i tappi per le orecchie perch non la sentissi
mentre, nella stanza accanto, diceva zozzerie a tipacci dallaltra parte
del mondo. Ma i tappi non funzionavano bene, perci io mi sedevo a
guardare vecchi film tenendo il volume al massimo.

Feci la conoscenza di OASIS quando ero ancora molto piccolo: mia


madre lo usava come baby-sitter virtuale. Quando crebbi abbastanza da
poter indossare un visore e un paio di guanti aptici, la mamma mi diede
una mano a creare il mio primo avatar su OASIS. Poi mi piazz in un
angolo e se ne torn al lavoro lasciandomi solo, a esplorare un mondo
completamente nuovo, totalmente diverso da quello che avevo
conosciuto fino ad allora.
Da quel momento, a educarmi furono i programmi interattivi
pedagogici di OASIS: ogni bambino poteva accedervi gratis. Passai un
bel pezzo della mia infanzia a spassarmela in una simulazione virtuale
di Sesame Street, a cantare insieme a Muppet gentili, a giocare con
programmi interattivi che mi insegnavano a camminare, parlare,

sommare e sottrarre, leggere, scrivere, condividere. Una volta


padroneggiate queste abilit, non impiegai molto tempo a scoprire che
OASIS era la biblioteca pubblica pi vasta del mondo, un luogo in cui
anche un ragazzino squattrinato come me poteva avere accesso a ogni
libro mai scritto, a ogni canzone mai registrata, a ogni film, serie
televisiva, videogioco e opera darte che fosse mai stato creato. Una
collezione di tutto il sapere, di tutta larte e gli svaghi della civilt
umana era proprio l, ad aspettarmi. Ma avere accesso a tutte quelle
informazioni si dimostr una benedizione soltanto in parte. Perch fu
proprio allora che scoprii la verit.
Non saprei, forse avete vissuto unesperienza diversa dalla mia.
Ma, per quanto mi riguarda, diventare un essere umano adulto sul
Pianeta Terra durante il Ventunesimo secolo stato un vero e proprio
calcio nei denti. Esistenzialmente parlando.
La cosa pi brutta, da bambino, che nessuno voleva dirmi la verit
sulla mia situazione. A pensarci bene, facevano lesatto contrario. E,
come ovvio, io ci credevo, perch ero soltanto un bambino e non
sapevo cavarmela meglio di cos. Ges, il mio cervello non si era
nemmeno formato del tutto, come diavolo potevo intuire le volte in cui
gli adulti mi stavano prendendo per il culo?
E cos, finivo per ingoiare tutte le assurdit da Medioevo che mi
propinavano. Pass del tempo. Divenni un po grande e iniziai a
rendermi conto che pi o meno chiunque mi aveva mentito su pi o
meno qualunque cosa dal momento in cui ero spuntato dallutero di mia
madre.
Fu una rivelazione angosciante.
Mi caus problemi di fiducia, in seguito, nella vita.
Cominciai a scoprire la cruda verit non appena iniziai a esplorare le
biblioteche gratuite di OASIS. Tutte le verit, i fatti comprovati, erano
l ad aspettarmi, nascosti in vecchi libri scritti da persone che non
avevano paura di essere oneste. Artisti, scienziati, filosofi e poeti, la
maggior parte dei quali era morta da molto tempo. Leggendo le parole
che avevano lasciato, iniziai finalmente a comprendere la situazione in
prima persona. La mia situazione. La nostra situazione. Quella che
quasi tutti definiscono la condizione umana.
Nessuna buona notizia.
Vorrei che qualcuno mi avesse detto la verit senza mezzi termini, non
appena fossi cresciuto abbastanza da comprenderla. Vorrei che

qualcuno mi avesse detto: Ecco il punto della situazione, Wade. Tu sei


una cosa chiamata essere umano. Si tratta di un animale molto
sveglio. Come tutti gli altri animali del pianeta, discendiamo da un
organismo unicellulare vissuto milioni di anni fa. Il tutto avvenuto per
via di un processo chiamato evoluzione, ma di questo verrai a sapere
pi avanti. Comunque, dammi retta, il modo in cui siamo arrivati qui.
Se ne trovano prove ovunque. E quella storia che hai sentito? Su come
siamo stati tutti creati da un tale superpotente che si chiama Dio e vive
in cielo? Stronzata suprema. Tutta quella storia su Dio in realt
unantica favola che la gente si racconta da migliaia di anni. Labbiamo
inventata noi. Come Babbo Natale, o il coniglietto pasquale.
Oh, e per tua informazione n Babbo Natale n il coniglietto
pasquale esistono. Stronzate anche quelle. Mi dispiace, ragazzo. Fattene
una ragione.
Probabilmente ti starai chiedendo cosa sia successo prima che
arrivassi tra noi. Un sacco di cose, a dir la verit. Quando ci siamo
evoluti fino a diventare umani, la storia si fatta interessante. Abbiamo
capito come coltivare il cibo e addomesticare gli animali, per non
passare tutto il tempo a cacciare. Le nostre trib si sono ingrandite
sempre pi, e ci siamo sparsi sullintero pianeta in modo inarrestabile,
come un virus. Quindi, dopo aver combattuto gli uni contro gli altri per
il territorio, per le risorse, e per i nostri di inventati a tavolino, siamo
riusciti a organizzare tutte le nostre trib in una civilt globale.
Comunque, a essere onesti, non era granch organizzata, n civile, e
abbiamo continuato a farci guerra a vicenda. Ma siamo riusciti anche a
capire come funzionava la scienza, il che ci ha aiutato a sviluppare la
tecnologia. Se consideri che siamo un mucchio di scimmie senza pelo,
siamo riusciti a inventare roba abbastanza incredibile. I computer. La
medicina. I laser. I forni a microonde. I cuori artificiali. Le bombe
atomiche. Abbiamo mandato anche un paio di tizi sulla luna, e poi li
abbiamo riportati a casa. Abbiamo anche creato una rete globale di
comunicazione che ci permette di parlarci in ogni momento, in qualsiasi
parte del mondo ci troviamo. Sorprendente, vero?
Ma qui che arrivano le cattive notizie. La nostra civilt globale ci
costata molto. Per costruirla, avevamo bisogno di un sacco di energia, e
quellenergia siamo riusciti a ottenerla bruciando i combustibili fossili
che derivano dalle piante morte e dagli animali seppelliti nel terreno, a
grande profondit. Abbiamo usato la maggior parte del combustibile

prima che tu arrivassi, e ora che ci sei non ne abbiamo quasi pi.
Questo vuol dire che non abbiamo pi energia sufficiente per gestire la
nostra civilt come un tempo. Abbiamo dovuto fare dei tagli. Bel
risultato. Noi la chiamiamo crisi energetica globale, e va avanti ormai
da un bel po.
In aggiunta, venuto fuori che tutto quel bruciare combustibili fossili
aveva anche effetti collaterali piuttosto fastidiosi. Per esempio,
linnalzarsi della temperatura del pianeta e il totale incasinamento
dellambiente. Le calotte artiche si stanno sciogliendo, i livelli del mare
si innalzano, il clima un unico grande disastro. Piante e animali si
estinguono a ritmo di record e migliaia di persone sono affamate e
senza una casa. E ancora ci facciamo la guerra a vicenda, usando le
poche risorse che ci rimangono.
In pratica, ragazzo, il significato di tutto questo che la vita molto
pi dura di quanto non fosse in passato, nei bei tempi andati, prima
che tu nascessi. Le cose allora erano grandiose, ma oggi sono
abbastanza terrificanti. In tutta onest, non vedo un futuro troppo roseo.
Sei nato in un momento storico piuttosto schifoso. E pare che le cose
vogliano solo peggiorare, ormai. La civilt umana in declino. C
chi dice che sta collassando su se stessa.
Probabilmente ti starai domandando cosa ti succeder. Semplice. A te
succeder la stessa cosa che successa a ogni altro essere umano che
sia mai vissuto. Morirai. Moriamo tutti. cos che stanno le cose.
Cosa accade quando muori? Be, non ne siamo troppo certi. Ma le
prove suggeriscono che non succede niente. Muori e basta, il tuo
cervello smette di funzionare, e a quel punto non vai pi in giro a fare
domande fastidiose. Ah, e quelle storie che hai sentito sullandare in un
posto meraviglioso chiamato paradiso, dove non c dolore o morte e
vivi allinfinito in uno stato di perpetua felicit? Altra stronzata
suprema. Come tutta quella roba su Dio. Non c una vera
testimonianza del paradiso, e non c mai stata. Abbiamo inventato
anche quello. Pensiero positivo. Quindi, dora in poi dovrai passare il
resto della tua vita con la certezza che un giorno morirai e scomparirai
per sempre.
Mi spiace.
Daccordo, a pensarci meglio, forse quella dellonest non la miglior
politica. Forse non una bella idea dire a un essere umano nuovo di
pacca che nato in un mondo di caos, dolore e povert, che appena in

tempo per godersi lo spettacolo del crollo totale. Io ho scoperto tutto


questo nel corso di molti anni e, nonostante la gradualit delle
informazioni, ogni volta sentivo il bisogno di buttarmi da un ponte.
Fortunatamente, ebbi modo di accedere a OASIS, che mi si present
come la via di fuga verso una realt migliore. OASIS mi imped di
impazzire. Divent il mio campo giochi e la mia scuola materna, un
luogo magico dove tutto era possibile.
OASIS lo sfondo dei miei ricordi dinfanzia pi felici. Quando la
mamma non doveva lavorare, ci collegavamo insieme e giocavamo, o
ci imbarcavamo nelle avventure interattive dei libri di fiabe. Ogni sera,
puntualmente, mi obbligava a sconnettermi, dato che io non volevo mai
ritornare nel mondo reale. Perch il mondo reale era uno schifo.
Non ho mai incolpato mia madre dello stato delle cose. Era una vittima
del destino e delle circostanze crudeli, come tutti. La sua generazione
aveva vissuto il peggio. Era nata in un mondo di abbondanza, giusto in
tempo per vederselo svanire davanti agli occhi. Mi ricordo, soprattutto,
che ero dispiaciuto per lei. Era costantemente depressa, e la droga era la
sola cosa che riuscisse a tenerla su di morale. Chiaramente, fu quella a
ucciderla. Avevo undici anni, lei si spar nel braccio una partita
scadente di qualcosa e mor in questo modo, sul nostro logoro divano
letto, mentre ascoltava musica dal vecchio lettore mp3 che avevo
riparato e le avevo regalato per Natale.
Fu allora che fui costretto a trasferirmi dalla sorella di mia madre,
Alice. La zia Alice non mi accolse per gentilezza o per un senso di
responsabilit familiare. Lo fece per ottenere dal governo pi buoni
pasto mensili. Quasi sempre, ero io a dovermi cercare il cibo. In genere
non era un grosso problema, avevo talento nel trovare e aggiustare
vecchi computer e console OASIS rotte, che poi rivendevo al banco dei
pegni o scambiavo con buoni pasto. Guadagnavo abbastanza da non
fare la fame: era ben pi di quanto potessero vantare molti dei miei
vicini.
Lanno in cui mor la mamma passai molto tempo a crogiolarmi nella
disperazione e nellautocommiserazione. Cercavo di guardare il lato
positivo, di tenere bene a mente che, orfano o meno, stavo comunque
meglio di quasi tutti i bambini dellAfrica. E dellAsia. E anche del
Nord America. Avevo sempre avuto un tetto sulla testa, avevo cibo a
sufficienza. E avevo OASIS. La mia vita non era poi cos male. Se non

altro, quello che continuavo a ripetermi, in un vano tentativo di


alleviare quella tragica solitudine in cui mi ero trovato immerso.
Poi ebbe inizio la Caccia allEaster Egg di Halliday. E fu quella a
salvarmi, credo.
Improvvisamente, avevo trovato qualcosa che valesse la pena fare. Un
sogno da inseguire. Da cinque anni, la Caccia mi dava uno scopo, un
obiettivo. Una ricerca da portare a termine. Un motivo per alzarmi la
mattina. Qualcosa da attendere con ansia.
Fu esattamente quando cominciai a cercare lEaster Egg che il futuro
non mi sembr pi tanto tetro.
Ero a met del quarto episodio della mia maratona di Casa Keaton
quando la porta della lavanderia cigol ed entr zia Alice, arpia
malnutrita in una vestaglia lacera, con in braccio una cesta di vestiti
sporchi. Sembrava pi lucida del solito, il che in genere era di per s
una cattiva notizia. Quando era fatta era molto pi gestibile.
Mi lanci uno sguardo rapido, sdegnoso come al solito, e inizi a
caricare i vestiti nella lavatrice. Poi la sua espressione mut, e si mise a
sbirciare dietro allasciugatrice per osservarmi meglio. Sgran gli occhi
quando mi vide con il portatile. Io lo richiusi rapidamente e tentai di
infilarlo alla meglio nello zaino, ma sapevo che ormai era troppo tardi.
Da qui, Wade mi ordin, cercando di afferrarlo. Posso impegnarlo.
Con i soldi ci paghiamo un po di affitto.
No! gridai cercando di svincolarmi dalla sua presa. Di, zia Alice.
Ne ho bisogno per la scuola.
Lunica cosa di cui hai veramente bisogno di mostrare un po di
gratitudine! mi abbai contro. Tutti qui devono pagare laffitto. Sono
stanca di farmi succhiare il sangue da te!
Ma tu ti tieni tutti i miei buoni pasto. Con quelli copro
abbondantemente la mia quota daffitto.
Fesserie! Cerc di sfilarmi il computer di mano, ma io lo tenni
stretto. A un certo punto si volt e sciabatt verso la sua stanza. Sapevo
quale sarebbe stata la sua prossima mossa, perci diedi al mio laptop un
comando per bloccare la tastiera e cancellare il disco fisso.
Zia Alice torn qualche secondo pi tardi insieme al suo ragazzo, Rick,
ancora mezzo addormentato. Rick era costantemente a torso nudo
perch amava sfoggiare la sua sorprendente collezione di tatuaggi da
carcerato. Senza dire una parola, mi si avvicin e mi mostr il pugno
minacciosamente. Io trasalii e gli consegnai il laptop. Quindi, lui e zia

Alice se ne andarono, discutendo di quanto il computer avrebbe potuto


fruttare al banco dei pegni.
Perdere il laptop non era poi cos grave. Nel mio nascondiglio ne
conservavo altri due. Ma non erano altrettanto veloci, e avrei dovuto
trasportare l il mio intero archivio di file, salvato su dischi fissi di
riserva. Una totale rottura di coglioni. Ma era tutta colpa mia.
Conoscevo bene i rischi che correvo portando cose di valore in quel
posto.
La luce blu scuro dellalba iniziava a trapelare dalla finestra della
lavanderia. Decisi che forse era una buona idea uscire e andare a scuola
un po prima del solito.
Mi vestii rapidamente e in silenzio, mettendomi addosso un maglione
sformato, un cappotto troppo largo e ci che rimaneva dei miei
pantaloni in velluto: lintero mio guardaroba invernale. Misi lo zaino in
spalla e mi arrampicai sulla lavatrice. Infilai i guanti e aprii la finestra
ricoperta di brina. Laria gelida del mattino mi fer le guance mentre
osservavo, allesterno, quel mare confuso di tetti prefabbricati.
La casa di mia zia si trovava in cima a una catasta di ventidue case
mobili, ed era pi alta di un piano o due rispetto alla maggior parte dei
caseggiati che la circondava. I container che si trovavano al livello pi
basso erano a contatto con il terreno, o poggiavano su fondamenta in
cemento, quelli accatastati sopra erano sospesi su unimpalcatura
componibile rinforzata, un agglomerato di tralicci in metallo che era
stato assemblato alla spicciolata, nel corso degli anni.
Vivevamo nelle cataste di Portland Avenue, nei tentacoli di un alveare
brulicante di scatole di latta scolorite e lasciate ad arrugginire sulle
sponde dellInterstatale 40, a ovest del centro di Oklahoma City e dei
suoi grattacieli in rovina. Era un agglomerato composto da pi di
cinquecento singole cataste, connesse luna allaltra da una rete
raffazzonata di tubature, travi, pilastri e ponticelli. Le cime di una
decina di antiche gru (che allepoca erano state usate per impilare le
case) si ergevano intorno al perimetro esterno dellinsediamento, che
era in continua espansione.
Il piano pi alto, il tetto dei caseggiati, era ricoperto da un mosaico di
vecchi pannelli solari che fornivano energia integrativa alle case dei
livelli pi bassi. Un intricato fascio di tubi di gomma si snodava su e
gi per ogni catasta e garantiva acqua a ciascuna abitazione, oltre a far
defluire gli scarichi fognari (un lusso non sempre presente in altre

cataste sparse per la citt). Non molta luce raggiungeva il livello pi


basso (noto anche come piano terra). Nelle vie strette e oscure che si
diramavano tra i cumuli di case erano ammassati gli scheletri di vecchie
auto e camion abbandonati, i loro serbatoi svuotati, i loro sportelli
bloccati gi da molto tempo.
Il signor Miller, uno dei nostri coinquilini, mi aveva spiegato che i
parcheggi come il nostro consistevano, un tempo, in un paio di decine
di case mobili, sistemate sul terreno in file ordinate. Ma con il crollo del
petrolio e linizio della crisi energetica, le grandi citt erano state
sommerse da rifugiati provenienti dalle aree periferiche e rurali
circostanti. Il tutto aveva provocato unenorme crisi degli alloggi
urbani. I lotti pi vicini al centro delle grandi citt avevano raggiunto
un valore troppo alto perch ci si potesse permettere case mobili a un
solo piano, e in quelloccasione qualcuno se ne usc con la brillante
idea, come disse il signor Miller, di accatastare quelle figlie di
puttana per sfruttare al massimo lo spazio. Lidea attecch
rapidamente, ottenne un immenso successo e in tutto il paese parcheggi
come il mio si espansero fino a diventare cataste come quella in cui
vivevo, un bizzarro ibrido tra le baraccopoli, le abitazioni abusive e i
campi profughi. Ormai le cataste si trovavano ai confini di ogni grande
citt, e ciascuna brulicava di zotici sradicati come i miei genitori che,
alla ricerca disperata di lavoro, di cibo, di elettricit e di un accesso
stabile a OASIS, avevano lasciato le loro piccole e morenti citt
dorigine e avevano usato le ultime scorte di benzina (o le loro bestie da
soma) per trascinare le famiglie, i camper o le case mobili verso la
metropoli pi vicina.
Tutte le cataste del nostro parcheggio raggiungevano, per altezza, un
minimo di quindici prefabbricati ciascuna (comparivano anche, a dare
un tocco di variet, alcuni occasionali camper o container da
spedizione, roulotte in alluminio o furgoncini Volkswagen). Negli
ultimi anni, le cataste si erano innalzate fino ad arrivare a venti o pi
unit. Questo fatto preoccupava molte persone. Spesso le cataste
crollavano e, se i ponteggi di supporto si inclinavano dalla parte
sbagliata, leffetto domino arrivava a coinvolgere quattro o cinque
cataste confinanti.
Casa nostra era situata allestremit settentrionale del complesso, che
raggiungeva un fatiscente cavalcavia sullautostrada. Dalla mia
posizione strategica, la finestra della lavanderia, potevo vedere una scia

sottile di veicoli elettrici che strisciavano, sullasfalto squarciato, per


portare in citt merci e lavoratori. Osservavo la cupa linea
dellorizzonte, quando una lama di sole fece capolino in lontananza. Mi
dedicai a un esercizio mentale: ogni volta che vedevo il sole, mi
convincevo che stavo solo guardando una stella. Ununica stella su
cento miliardi e pi che appartengono alla nostra galassia. Una galassia
che solo una su un miliardo di galassie presenti nelluniverso
osservabile. Questo mi aiutava a mantenere le cose nella giusta
prospettiva. Avevo cominciato a farlo dopo aver visto un programma
scientifico dei primi anni ottanta che si intitolava Cosmo.
Scavalcai la finestra cercando di fare meno rumore possibile e,
tenendomi aggrappato al davanzale, scivolai lungo la parete fredda
della casa. La piattaforma in acciaio su cui poggiava la nostra
abitazione era poco pi larga e pi lunga dellabitazione stessa. Il
cornicione, quindi, misurava appena una quarantina di centimetri: con
attenzione mi calai finch i miei piedi non lo toccarono, poi sollevai un
braccio e richiusi la finestra alle mie spalle. Afferrai un pezzo di corda
che avevo precedentemente fissato in quel punto, ad altezza della vita,
per usarlo come appiglio, poi iniziai a dirigermi, passo dopo passo,
verso langolo della piattaforma. Da l riuscivo a scendere seguendo il
profilo dei ponteggi, che somigliava a quello di una scala. Prendevo
quasi sempre questa strada quando uscivo o rientravo a casa di mia zia.
Una scala pericolante era stata fissata su un lato della catasta, ma
traballava e colpiva i ponteggi, quindi non potevo usarla senza tradire la
mia presenza. Brutta cosa. Tra le cataste era meglio evitare di essere
uditi o visti, se possibile. In giro si trovavano persone pericolose e
pronte a tutto: gente che avrebbe potuto derubarti, stuprarti e poi
vendere i tuoi organi al mercato nero.
Scendere lungo quella rete di travi metalliche mi ricordava sempre i
videogiochi a piattaforme come Donkey Kong o BurgerTime. Lidea
mi era venuta qualche anno prima, quando avevo progettato il mio
primo gioco per Atari 2600 (rito di passaggio per ogni Gunter,
lequivalente di uno Jedi che costruisce la sua prima spada laser). Il
gioco era una scopiazzatura di Pitfall! e si intitolava The Stacks, le
cataste, lo scopo era navigare in un labirinto verticale di case mobili,
raccogliendo vecchi computer, accumulando Punti Vita grazie ai buoni
pasto, ed evitando i tossici e i pedofili che ti si paravano davanti sulla
strada verso la scuola. Il mio gioco era molto pi divertente della realt.

Durante la discesa, mi fermai accanto alla roulotte Airstream in


alluminio che si trovava tre piani sotto di noi. Al suo interno abitava
una mia amica, la signora Gilmore. Era una dolce vecchina di oltre
settantanni che si svegliava sempre terribilmente presto. Sbirciai dalla
finestra e la vidi armeggiare in cucina. Si stava preparando la colazione.
Si accorse della mia presenza dopo pochi secondi e i suoi occhi si
illuminarono.
Wade! disse, spalancando la finestra. Buongiorno, ragazzo mio.
Buongiorno signora G. dissi. Spero di non averla spaventata.
Per nulla disse. Si strinse addosso la vestaglia per ripararsi dagli
spifferi. Si gela l fuori. Perch non entri a fare colazione? Ho un po
di bacon alla soia. E queste uova in polvere non sono malissimo, se ci
metti un bel po di sale
Grazie, signora G., ma oggi non posso. Devo andare a scuola.
Daccordo. Vale per la prossima volta, comunque. Mi mand un
bacio e si apprest a chiudere la finestra. Cerca di non spezzarti il
collo mentre fai le tue scalate, va bene, Uomo Ragno?
Sar fatto. A pi tardi, signora G. Le feci un cenno di saluto e
continuai a scendere.
La signora Gilmore era assolutamente adorabile. Mi permetteva,
quando ne avevo bisogno, di dormire sul suo divano, anche se per me
era difficile per via di tutti i suoi gatti. La signora G. era estremamente
religiosa e passava la maggior parte del suo tempo su OASIS, seduta
nella congregazione di una di quelle gigantesche chiese online. Cantava
inni, ascoltava sermoni, faceva viaggi virtuali in Terra Santa.
Io le sistemavo la sua console antidiluviana tutte le volte che si
guastava. In cambio, lei rispondeva alle mie innumerevoli domande su
come fosse stato crescere negli anni ottanta. Raccontava aneddoti
preziosissimi di quel periodo informazioni che non si potevano
apprendere dai libri o dai film. Inoltre, pregava sempre per me. Cercava
in tutti i modi di salvare la mia anima. Non ebbi mai il cuore di dirle
che per me la religione organizzata era unidiozia totale. Era una
piacevole fantasia che le dava speranza e le permetteva di andare
avanti: esattamente ci che la Caccia era per me. Per citare
lAlmanacco: Chi non nella posizione di giudicare, chiuda quella
cazzo di bocca.
Quando raggiunsi il piano terra, saltai gi dai ponteggi e mi lasciai
cadere per i pochi centimetri che mi separavano dal suolo. I miei stivali

di gomma scricchiolarono sul fango ghiacciato. Cera ancora molto


buio, l sotto, cos accesi la mia torcia elettrica e mi diressi a est,
facendomi strada attraverso loscurit di quel labirinto, cercando con
tutte le mie forze di rendermi invisibile e, al tempo stesso, evitando di
incespicare in carrelli della spesa, monoblocchi o altri tipi di
cianfrusaglie disseminati tra i corridoi angusti delle cataste. Solo di
rado vedevo qualcuno a questora del mattino. I furgoncini per i
pendolari passavano solo un paio di volte al giorno, e chi era
abbastanza fortunato da avere un lavoro probabilmente era gi alla
fermata dellautobus, sullautostrada. Quasi tutti lavoravano a giornata
nelle enormi aziende agricole che circondavano la citt.
Dopo aver camminato per un chilometro, raggiunsi una montagna di
automobili e camioncini, ammucchiati senza troppa cura lungo il
confine settentrionale delle cataste. Decenni fa, le gru avevano ripulito
lintera area dai veicoli abbandonati, cos da lasciare pi spazio per
altre cataste. Poi, li avevano ammassati lungo il perimetro
dellinsediamento, formando pile come questa. Alcune pile
raggiungevano, in altezza, le cataste stesse.
Mi arrampicai fino al margine della pila, mi guardai intorno per
accertarmi che nessuno mi stesse osservando o seguendo, poi mi voltai
per infilarmi nello spazio tra una carcassa dauto e laltra. Da l, mi
chinai e mi inerpicai nelle profondit della montagna pericolante di
lamiere schiacciate, finch non raggiunsi un piccolo spiazzo sul retro di
un furgone. Soltanto la parte posteriore del furgone era visibile. Il resto
era nascosto dagli altri veicoli accatastati ai lati. Due pick-up
giacevano, rovesciati, sul tetto del furgone, ma il loro peso veniva
sostenuto dalle altre auto ammassate ai lati. Si era creata, cos, una sorta
di arco protettivo: in tal modo il furgone non poteva essere schiacciato
dalle automobili che lo sovrastavano.
Sfilai la catenina che portavo al collo, alla quale avevo appeso una
chiave. La prima volta che avevo scoperto il furgone, avevo avuto la
fortuna di trovare la chiave ancora infilata nel quadro. Molti veicoli
funzionavano ancora quando erano stati abbandonati. I proprietari non
potevano pi permettersi la benzina, perci li avevano parcheggiati da
qualche parte e se nerano andati per sempre.
Misi in tasca la torcia e aprii lo sportello posteriore del furgone. Si
socchiuse quel tanto da permettermi di entrare. Richiusi il portellone e
lo bloccai dallinterno. Sul retro, il furgone non aveva finestrini, e per

un istante rimasi rannicchiato nelloscurit, finch non tastai la presa


elettrica che avevo montato con il nastro adesivo sul tetto
dellabitacolo. Diedi un colpetto allinterruttore, e una vecchia lampada
da tavolo inond di luce lo spazio ridotto in cui mi trovavo.
Il tettuccio verde e ammaccato di unutilitaria ricopriva per intero lo
spazio in cui un tempo si trovava il parabrezza, ma la parte anteriore del
furgone non era ulteriormente danneggiata. Linterno era rimasto
intatto. Qualcuno aveva portato via tutti i sedili (probabilmente per
riciclarli come poltrone da salotto). Quel che restava era una minuscola
stanza alta un metro, larga un metro e lunga tre.
Questo era il mio nascondiglio.
Lavevo scoperto quattro anni prima, mentre ero a caccia di componenti
di computer. La prima volta che aprii lo sportello e diedi unocchiata
allinterno buio del furgone, capii subito che avevo appena trovato una
cosa di inestimabile valore: la privacy. Era un luogo che nessun altro
conosceva, in cui non avrei dovuto preoccuparmi degli assilli o delle
sberle di mia zia e di tutti i suoi fidanzati sfigati. Qui potevo tenere le
mie cose senza aver paura che me le rubassero. E, cosa ancora pi
importante, era un luogo in cui potevo accedere a OASIS in santa pace.
Il furgone era il mio rifugio. La mia batcaverna. La mia fortezza della
solitudine. qui che andavo a scuola, facevo i compiti, leggevo libri,
guardavo film, giocavo ai videogiochi. qui, inoltre, che conducevo la
mia ostinata ricerca dellEaster Egg di Halliday.
Per insonorizzare il furgone, ne avevo ricoperto le pareti, il fondo e il
tetto con il polistirolo delle confezioni di uova e con piccoli ritagli di
tappezzeria. In un angolo avevo messo alcune scatole di cartone che
contenevano computer rotti e pezzi di ricambio. Accanto, giaceva un
cesto di vecchie batterie dauto e una cyclette che avevo ritoccato
perch funzionasse da generatore. Lunico pezzo di arredamento che
avevo portato era una sedia pieghevole.
Mi tolsi lo zaino, mi scrollai di dosso il cappotto e montai sulla cyclette.
Lunico tipo di esercizio fisico che facevo ogni giorno era quello di
caricare le batterie. Pedalai finch il contatore non arriv al massimo,
poi mi spostai sulla sedia e accesi la piccola stufa elettrica che avevo
sistemato ai miei piedi. Mi tolsi i guanti e strofinai le mani davanti alla
serpentina, che si stava colorando di un arancione brillante. Non potevo
lasciare la stufa accesa troppo a lungo per non esaurire la batteria.

Scoperchiai la scatola di metallo a prova di topo in cui conservavo le


provviste di cibo: presi una bottiglia dacqua e una confezione di latte
in polvere. Li mescolai in una scodella, poi mi versai una generosa
porzione di cereali alla frutta. Divorai tutto; dal cruscotto mezzo rotto
del furgone recuperai un cestino per il pranzo di Star Trek. Al suo
interno conservavo tutti gli oggetti che la scuola mi aveva donato: una
console OASIS, i guanti aptici e il visore. Erano le cose pi preziose
che possedevo. Troppo preziose perch potessi permettermi di portarle
con me dappertutto.
Mi infilai i guanti aptici e mi sgranchii le dita per assicurarmi che tutte
le articolazioni fossero sciolte. Poi presi la console OASIS, una specie
di rettangolo nero e piatto grande quanto un libro tascabile. Bench la
console fossa dotata di unantenna interna per il wireless, la ricezione
allinterno di un furgone seppellito sotto montagne di lamiera faceva
schifo. Avevo, pertanto, improvvisato unantenna esterna, fissata sul
cofano di unauto in cima alla pila. Il cavo dellantenna passava per un
foro che avevo ricavato nel pavimento del furgone. Inserii il cavo in
una presa sul lato della console, quindi indossai il visore, che si
adattava perfettamente ai miei occhi come un paio di occhialetti da
piscina e impediva alla luce esterna di penetrare. Sui lati del visore
erano collocati piccoli auricolari che si posizionavano automaticamente
nelle mie orecchie. Il visore era dotato anche di due microfoni vocali
interni, con la funzione di recepire tutto ci che dicevo.
Avviai la console e diedi inizio alla sequenza daccesso. Un lampo
rosso mi balen negli occhi mentre il visore eseguiva la scansione delle
mie retine. Poi mi schiarii la voce e pronunciai la mia password di
login, articolandola con la massima attenzione: Crom, gran Dio dei
monti.
La mia frase venne verificata, cos come il mio campione vocale.
Avevo effettuato laccesso. Al centro del display virtuale comparvero
queste parole: Verifica identit completata.
Benvenuto su oasis, Parzival!
Login Effettuato: 07:53:21 OST - 10.2.2045
La
frase
venne
rimpiazzata da un breve messaggio, di tre parole soltanto. Un
messaggio che era stato incluso nella sequenza di login dallo stesso
James Halliday, al tempo in cui aveva progettato OASIS, per
omaggiare i diretti antenati della sua simulazione, ovvero i videogiochi
a gettone della sua giovent. Queste tre parole erano lultima cosa che

vedevano gli utenti OASIS prima di lasciare il mondo reale per entrare
nel mondo virtuale: READY PLAYER ONE
0002
Il
mio
avatar si materializz di fronte al mio armadietto, al secondo piano del
liceo: nello stesso identico posto dove mi trovavo la sera prima, quando
mi ero scollegato da OASIS.
Guardai a destra e a sinistra, lungo il corridoio. Lambiente virtuale in
cui mi trovavo sembrava quasi (ma non del tutto) reale. Ogni cosa, su
OASIS, veniva riprodotta alla perfezione, in tre dimensioni. A meno
che non ci si fermasse a zoomare, esaminando lambiente con
minuziosit, era facile dimenticarsi che tutto ci che si vedeva era
generato da un computer. Persino con la scadente console OASIS che la
scuola mi aveva fornito. Avevo sentito dire che, se avessi preso parte
alla simulazione con un tipo di attrezzatura allavanguardia, mi sarebbe
stato impossibile distinguere OASIS dalla realt.
Diedi un leggero colpo e la porta dellarmadietto si apr con uno scatto
sommesso. Linterno era decorato a casaccio. Unimmagine della
Principessa Leila che impugnava un blaster. Una foto di gruppo dei
Monty Python, in costume, sul set del Sacro Graal. La copertina del
Time con la foto di Halliday. Allungai un braccio verso lo scaffale pi
alto dellarmadietto e diedi un colpetto a una pila di libri, che si dissolse
e ricomparve subito dopo nellinventario del mio avatar.
Oltre ai libri, il mio avatar possedeva poco altro:

una torcia, una spada medievale in ferro, un piccolo scudo di bronzo e


una corazza di cuoio intrecciato. Non erano oggetti magici e, per
giunta, erano di scarsa qualit, ma erano tutto quello che mi potevo
permettere. Gli oggetti, su OASIS, avevano lo stesso valore che
avevano nella vita reale (a volte, anzi, erano pi preziosi), e non si
potevano comprare con i buoni pasto. I crediti OASIS erano lunica
moneta del regno e, in tempi bui come questi, si poteva dire con
certezza che fossero anche tra le valute pi stabili del mondo.

Nellarmadietto avevo montato un piccolo specchio. Mentre chiudevo


lo sportello, incrociai il mio sguardo. Avevo progettato il volto e il
corpo del mio avatar perch somigliassero, grosso modo, ai miei. Il mio

avatar aveva un naso leggermente pi piccolo ed era pi alto. E un po


pi magro. E un po pi muscoloso. E non aveva i brufoli. Al di l dei
dettagli, per, eravamo praticamente identici. Il regolamento della
scuola imponeva che tutti gli avatar degli studenti avessero sembianze
umane, che avessero il medesimo sesso e la stessa et dello studente.
Non erano ammessi unicorni demoniaci ermafroditi giganti con due
teste. Non a scuola, ad ogni modo.
Era permesso battezzare il proprio avatar OASIS con qualunque nome,
a patto che fosse unico. In pratica, era dobbligo scegliere un nome che
non fosse gi stato preso da qualcun altro e che sarebbe poi servito
come indirizzo email e username per la chat: perci doveva essere figo
e facile da ricordare. Le celebrit erano disposte a sborsare enormi
somme di denaro per farsi vendere il nome avatar che desideravano dai
cybernessuno che lavevano gi creato.
Quando attivai il mio account OASIS, diedi al mio avatar il nome di
Wade_il_Grande. Poi continuai a cambiarlo di mese in mese, finendo
(quasi sempre) per trovare nomi altrettanto ridicoli. Ma ormai il mio
avatar aveva lo stesso nome da pi di cinque anni. Il giorno che la
Caccia ebbe inizio, il giorno in cui decisi di diventare un Gunter,
chiamai il mio avatar Parzival, in onore del cavaliere arturiano che
aveva trovato il Santo Graal. Parsifal e Percival, forme pi note del
nome del cavaliere, erano gi state prese da altri utenti. Ma a me
piaceva di pi Parzival. Suonava bene.
Solo in pochi usavano il proprio vero nome, online. Quello
dellanonimit era uno dei benefici principali di OASIS. Allinterno
della simulazione, nessuno sapeva chi eri, a meno che non fossi tu a
volerlo. E gran parte della popolarit di OASIS derivava proprio da
questo. Ogni account OASIS archiviava i nomi reali delle persone, le
impronte digitali, i campioni retinei, ma la Gregarious Simulation
Systems criptava queste informazioni e le teneva riservate. Persino chi
lavorava alla GSS non aveva accesso alla vera identit degli avatar.
Halliday era ancora a capo della compagnia, al tempo in cui una
fondamentale sentenza promulgata dalla Corte suprema concesse il
diritto di mantenere privata lidentit di ogni avatar.
Quando mi iscrissi alla scuola pubblica di OASIS, mi fu chiesto di
segnalare il mio nome reale, il nome del mio avatar, lindirizzo di posta
e il numero di previdenza sociale. Tutte informazioni memorizzate nel
mio profilo studente, alle quali solo il preside poteva accedere. Nessuno

dei miei insegnanti o dei miei compagni di classe sapeva chi fossi, e
viceversa.
Agli studenti non era permesso usare i nomi avatar, a scuola. Era,
perlopi, una maniera per evitare agli insegnanti limbarazzo di dire
cose tipo: Pappone_Viscido,

per favore, sta attento! o UccelloRovente69, puoi venire in cattedra


a leggerci la tua relazione sul libro?. Gli studenti erano tenuti a usare i
loro nomi di battesimo seguiti da un numero che li differenziasse dagli
altri studenti con lo stesso nome. Quando mi iscrissi io, cerano gi altri
due studenti che si chiamavano Wade. A me, quindi, era stato dato il
nome di Wade3, che svolazzava sopra la testa del mio avatar quando mi
trovavo a scuola.

Suon la campanella. In un angolo del display comparve un avviso: mi


segnalava che mancavano quaranta minuti allinizio della lezione.
Accompagnai il mio avatar lungo il corridoio, spostando appena le
mani per gestirne le azioni e i movimenti. Quando avevo le mani
impegnate, per muoverlo potevo usare i comandi vocali.
Camminai verso laula dove si teneva la lezione di Storia mondiale.
Sorridevo e salutavo i volti familiari che incontravo. Ero certo che tutto
questo mi sarebbe mancato, una volta preso il diploma, di l a pochi
mesi. Non morivo dalla voglia di andarmene da scuola. Non avevo
soldi per il college, nemmeno su OASIS, e i miei voti non erano
abbastanza alti da garantirmi una borsa di studio. Lunico piano che
avevo, dopo il diploma, era quello di diventare un Gunter a tempo
pieno. Non che avessi molta scelta. Vincere era lunica via duscita
dalle cataste. A meno che non mi saltasse in mente di sottoscrivere un
contratto quinquennale da recluta con qualche corporation, il che mi
allettava quanto lidea di rotolarmi in mezzo ai vetri rotti con il vestito
buono.
Continuavo a camminare lungo il corridoio, mentre altri studenti si
materializzavano di fronte ai loro armadietti, apparizioni spettrali che
rapidamente prendevano forma. Il chiacchiericcio degli studenti

echeggiava nel corridoio. Poco dopo, udii qualcuno che mi lanciava un


insulto.
Ehi, ehi! Ma quello non Wade3? gridava una voce. Mi voltai e vidi
Todd13, un avatar insopportabile che avevo incrociato a lezione di
Algebra ii. Era insieme ai suoi amici. Bel completo, signorino mi
disse. Dove li hai trovati quei vestiti cos belli? Il mio avatar
indossava una T-shirt nera e un paio di jeans: una delle combinazioni
che si potevano selezionare gratuitamente una volta creato laccount.
Come i suoi amici Cro-Magnon, lavatar di Todd13 era vestito di
costosissimi capi firmati. Abiti che doveva aver pagato profumatamente
in qualche centro commerciale, su un altro pianeta.
Me li ha comprati tua madre replicai, continuando per la mia strada.
Ringraziala da parte mia, quando passi da casa per ritirare la paghetta
e farti la tua poppata. Risposta infantile, lo so bene. Ma, che fosse o
meno virtuale, eravamo pur sempre a scuola: pi un insulto infantile,
pi efficace.
La mia risposta strapp qualche risata ai suoi amici e agli altri studenti
nelle vicinanze. Todd13 si rabbui e arross, evidentemente non si era
preoccupato di disattivare lapplicazione che mostrava le emozioni in
tempo reale, funzione che permetteva a ogni avatar di rispecchiare le
vere espressioni facciali e il linguaggio del corpo di ciascuno. Prima
che avesse il tempo di rispondermi, gli tolsi laudio, e quindi non sentii
la sua risposta. Sorrisi, e continuai a camminare.
Una delle cose che preferivo della scuola online era la possibilit di
zittire i miei compagni di scuola togliendo loro laudio, e lo facevo
quasi ogni giorno. Il meglio era che il tutto veniva notificato a loro, che
non potevano farci proprio niente. Non cerano mai risse, a scuola. Non
lo permettevano. Lintero pianeta di Ludus era unarea non-PvP: non
venivano, cio, ammessi i combattimenti player-versus-player. Nella
mia scuola, le uniche armi consentite erano le parole: perci avevo
imparato a brandirle con una certa abilit.
Fino alla prima media ero andato a scuola nel mondo reale. Non
era stata unesperienza troppo piacevole. Ero un bambino
tremendamente timido, mi sentivo a disagio, avevo poca autostima e
ancor meno talento nel socializzare, effetto collaterale del fatto che
avevo trascorso quasi tutta la mia infanzia allinterno di OASIS. Non
avevo problemi a parlare con la gente o a fare amicizia online. Ma, nel
mondo reale, interagire con altri esseri umani, e soprattutto con altri

ragazzi della mia et, mi trasformava in un rottame di tic e nervosismi.


Non sapevo mai come comportarmi, n cosa dire, e quando raccoglievo
il coraggio per dire una cosa, sembrava sempre che fosse quella
sbagliata.
Il mio aspetto era, in parte, il problema. Ero sovrappeso da tempo
immemorabile. La fallimentare dieta a base di zuccheri e amidi che il
governo mi somministrava rappresentava uno dei fattori fondamentali.
Oltre a questo, ero anche un OASIS-dipendente, e per questa ragione
lunica forma di attivit fisica che praticavo era scappare dai bulli,
prima e dopo le lezioni. A peggiorare il tutto, il mio limitatissimo
guardaroba consisteva in abiti di taglie improbabili, raccattati in negozi
dellusato o tra gli abiti della beneficenza, il che a livello sociale era un
po come avere un bersaglio disegnato in fronte.
In ogni caso, cercavo di adattarmi. Anno dopo anno, i miei occhi
scansionavano la mensa come se fossi un T-1000, in cerca di una
compagnia che mi accettasse. Ma persino gli altri emarginati non
volevano avere a che fare con me. Ero strambo anche per gli strambi. E
le ragazze? Rivolgere la parola alle ragazze era fuori questione. Per me
erano come una specie esotica di alieni: bellissime e terrificanti. Ogni
volta che mi capitava di trovarmene una vicino, iniziavo a sudare
freddo e perdevo labilit di pronunciare frasi di senso compiuto.
La scuola, per me, era stato un esercizio darwiniano. Un ricettacolo
quotidiano di derisioni, abusi, isolamento. Quando entrai in prima
media, iniziai a domandarmi se sarei riuscito a mantenere la mia salute
mentale almeno fino al momento del diploma, di l a sei lunghi anni.
Ma poi, quel glorioso giorno, il nostro preside annunci che ogni
studente che avesse una media sufficiente per la promozione avrebbe
potuto fare domanda per il trasferimento sul nuovissimo sistema
scolastico pubblico di OASIS. Il sistema scolastico del mondo reale,
quello gestito dal governo, ormai da decenni era una sovraffollata e
inesorabile catastrofe priva di fondi. Molte scuole versavano in
condizioni cos disastrose che, a qualsiasi studente che fosse ancora in
grado di intendere e di volere, veniva consigliato di seguire le lezioni da
casa. Rischiai di rompermi losso del collo correndo allufficio
scolastico per firmare la mia domanda, che fu accettata. Nel semestre
successivo mi trasferii alla scuola pubblica di OASIS numero 1873.
Prima del trasferimento, il mio avatar OASIS era sempre stato su
Incipio, il pianeta al centro del settore 1 in cui gli avatar venivano

depositati al momento della loro creazione. Su Incipio non si faceva


molto: si chattava con gli altri novellini o si faceva shopping in uno dei
giganteschi grandi magazzini che affollavano il pianeta. Visitare luoghi
pi interessanti significava pagare una tariffa di teletrasporto, che a sua
volta significava spendere soldi reali, che io non avevo. Il mio avatar,
quindi, non poteva lasciare Incipio. Questo finch la mia nuova scuola
non mi sped un buono che copriva il costo del teletrasporto su Ludus,
il pianeta dove si trovavano tutte le scuole pubbliche di OASIS. Ludus
brulicava di campus, centinaia di scuole disseminate su tutta la sua
estensione. Le scuole erano tutte identiche perch lo stesso codice
strutturale veniva copincollato nei luoghi in cui serviva una nuova
scuola. E, dal momento che gli edifici erano solo tasselli del software, i
progetti non erano sottoposti a vincoli finanziari o alle leggi della fisica.
Ragion per cui ogni scuola era un grande, sfarzoso palazzo
dellapprendimento, con corridoi in marmo lavorato, aule simili a
cattedrali, palestre a gravit zero e biblioteche virtuali che contenevano
ogni volume che fosse mai stato scritto e approvato dal consiglio
scolastico.
Il primo giorno che passai alla SPO n. 1873, credetti di essere in
paradiso. Ogni mattina, anzich scansare il manipolo di bulli e drogati
che avrei dovuto evitare per raggiungere la scuola, andavo nel mio
nascondiglio e ci passavo tutto il giorno. E inoltre, su OASIS nessuno
poteva sapere che ero grasso, che avevo i brufoli o che tutti i giorni
portavo gli stessi miseri vestiti. I bulli non potevano tartassarmi di
sputi, tirarmi le mutande fin sopra la testa, o prendermi a pugni nel
parcheggio delle biciclette dopo la scuola. Non potevano nemmeno
toccarmi. Ero, finalmente, al sicuro.
Quando entrai nellaula dove si sarebbe tenuta la lezione di Storia
mondiale, notai che molti studenti erano gi ai loro posti. I loro avatar
sedevano immobili, con gli occhi chiusi. Questo indicava che erano
occupati, ovvero che al momento erano al telefono, navigavano in
rete o stavano chattando. Non era educato, su OASIS, cercare di
conversare con un avatar occupato: in genere saresti stato ignorato, per
poi ricevere un messaggio automatico che ti invitava a levarti dai piedi.
Mi sedetti al banco e premetti licona di occupato in cima al display.
Le palpebre del mio avatar si chiusero, ma potevo comunque guardarmi
intorno. Premetti unaltra icona per aprire la grande finestra di un
browser, sospesa nellaria di fronte ai miei occhi. Solo il mio avatar

vedeva queste finestre: cos nessuno poteva spiare quello che facevo (a
meno che non attivassi lopzione che lo consentiva).
La mia homepage predefinita era lIncubatrice, uno dei forum di Gunter
pi famosi.
Linterfaccia del sito era stata progettata perch so
migliasse e funzionasse come un BBS dellera pre-internet, con tanto
di accompagnamento musicale (le fastidiose strida di un modem a 300
baud) durante la sequenza di login. Bellissimo. Per qualche minuto
diedi unocchiata ai messaggi pi recenti, dedicandomi alle ultime
notizie e ai pettegolezzi. Anche se controllavo il forum ogni giorno,
scrivevo di rado. Oggi non cerano notizie interessanti. Le solite lotte
tra esaltati. Discussioni sullinterpretazione corretta di alcuni
passaggi criptici dellAlmanacco di Anorak. Avatar di alto livello che si
vantavano degli oggetti magici di cui si erano appena impossessati.
Erano anni che queste fesserie andavano avanti. In assenza di progressi
concreti, la sottocultura Gunter aveva iniziato a perdersi in un pantano
di sbruffonate, inutili conflitti interni e stronzate di varia natura. Era
una situazione davvero deprimente.

I miei messaggi preferiti erano quelli in cui si attaccavano i Sixer.


Sixer era il soprannome spregiativo che i Gunter avevano affibbiato
agli impiegati dellInnovative Online Industries. La IOI (pronuncia:
eye-oh-eye) era un conglomerato specializzato nelle comunicazioni
globali ed era il pi grande internet provider del mondo. Gran parte del
business della IOI consisteva nelloffrire accesso a OASIS e nel
vendere beni e servizi allinterno della simulazione. Per questo motivo,
la IOI aveva tentato diverse scalate nei confronti della Gregarious
Simulation Systems. Neanche una era andata a buon fine. Ora stavano
cercando di assumere il controllo della GSS sfruttando qualche falla nel
testamento di Halliday.
Ora la compagnia aveva creato un nuovo dipartimento, che chiamava
Divisione Oologi. (Un tempo la oologia era lo studio delle uova
deposte dagli uccelli ma ora aveva assunto un secondo significato: la
scienza della ricerca delle Easter Egg di Halliday.) La
Divisione
Oologi della IOI aveva un unico scopo: vincere la gara di Halliday ed
entrare in possesso di tutti i suoi beni, della compagnia e di OASIS.

Come quasi tutti i Gunter, inorridivo al pensiero che OASIS passasse


sotto le grinfie della IOI. Lenorme ingranaggio di pubbliche relazioni
della compagnia aveva manifestato le proprie intenzioni chiaramente.
La IOI riteneva che Halliday non avesse mai monetizzato la propria
creazione adeguatamente, e adesso voleva rimediare. Avrebbero
iniziato con limposizione di una quota mensile per laccesso a OASIS.
Avrebbero tappezzato di pubblicit ogni superficie visibile.
Lanonimato degli utenti e la libert di parola sarebbero diventati parte
del passato. Non appena la IOI ne avesse preso il controllo, OASIS
avrebbe smesso di essere lutopia virtuale in cui ero cresciuto. Sarebbe
diventata una distopia controllata dalle corporation, un costosissimo
parco a tema per ricconi elitari.
La IOI imponeva ai suoi cacciatori di uova, gli Oologi, di dare ai
propri avatar OASIS il numero di matricola che avevano allinterno
della compagnia. Erano numeri di sei cifre; tutti iniziavano con il 6, ed
per questo che chiunque cominci a chiamarli Sixer. Anzi, ormai i
Gunter li avevano rinominati Sux0rz (perch, s, facevano schifo).
Per diventare un Sixer, era dobbligo firmare un contratto che, tra le
altre cose, garantisse allazienda lesclusiva propriet del premio
qualora lEaster Egg fosse stato trovato. In cambio, la IOI offriva uno
stipendio bimestrale, cibo, alloggio, agevolazioni sullassistenza
sanitaria e un ottimo piano pensionistico. Inoltre, la compagnia forniva
a ogni avatar unarmatura sofisticata, veicoli, armi e copriva il costo di
tutti i teletrasporti. Entrare nei Sixer era un po come entrare
nellesercito.
Non era difficile riconoscere un Sixer, erano tutti identici e costretti a
usare lo stesso enorme avatar maschio (indipendentemente dal fatto che
il Sixer fosse uomo o donna): capelli scuri rasati, tratti somatici
predefiniti dal sistema. E tutti indossavano la stessa uniforme blu. Per
distinguerli non si poteva fare altro che leggere il numero di matricola
stampato sul petto, a destra, sotto il logo ufficiale della IOI.
Come ogni Gunter, disprezzavo i Sixer, ed ero disgustato dal solo fatto
che esistessero. Assumendo un esercito di cacciatori di uova a
contratto, la IOI snaturava lo spirito iniziale della gara. Naturalmente si
sarebbe potuto obiettare che tutti i Gunter aggregati in clan facevano la
stessa cosa. Ormai i clan di Gunter erano centinaia, alcuni composti da
migliaia di membri, che collaboravano tutti tra di loro per trovare lEgg.
Ciascun clan era vincolato da un accordo legale blindato in virt del

quale se un membro del clan avesse vinto la gara avrebbe dovuto


spartire il premio con tutti gli altri. Ai solitari come me non importava
granch dei clan, eppure li rispettavamo: erano dei Gunter come noi, a
differenza dei Sixer il cui unico scopo era quello di gettare OASIS in
pasto a una multinazionale che aveva tutte le intenzioni di condannarlo
alla rovina.
La mia generazione non aveva mai conosciuto un mondo senza OASIS.
Per tutti noi era molto pi di un gioco o una piattaforma di
intrattenimento. Era stato parte integrante delle nostre vite sin dai nostri
primi ricordi. Il mondo in cui eravamo nati era un postaccio, e OASIS
era la nostra isola felice. Lidea della realt virtuale privatizzata e
omologata dalla IOI ci terrorizzava; chiunque fosse nato prima
dellavvento di OASIS non poteva comprendere. Era come se qualcuno
minacciasse di portare via il sole, o di imporre una tassa a chi volesse
guardare il cielo.
Tutti i Gunter vedevano nei Sixer un nemico comune, e gettarsi
allattacco dei Sixer era il passatempo preferito sui forum e sulle chat.
Molti Gunter di alto livello seguivano una rigida politica secondo la
quale dovevano uccidere (o cercare di uccidere) ogni Sixer che
incrociassero. Cerano molti siti che si dedicavano a seguire le attivit e
i movimenti dei Sixer, e qualche Gunter passava pi tempo a cacciare i
Sixer di quanto non ne passasse alla ricerca dellEgg. I clan pi corposi
si sfidavano in una gara annuale, dal nome Eighty-six the Sux0rz,[1]
con un premio in palio per chi fosse riuscito a uccidere il maggior
numero di Sixer.
Dopo aver controllato un altro paio di forum di Gunter cercai, tra i
preferiti, Artys Missives, il blog di una Gunter di nome Art3mis. Lo
avevo scoperto tre anni prima, e da allora ero un lettore fedelissimo.
Postava dei meravigliosi e sconclusionati articoli sulla sua ricerca
dellEgg di Halliday, che chiamava lesasperante caccia al
MacGuffin.
Scriveva in modo toccante e intelligente, i suoi interventi abbondavano
di incisi beffardi e arguti ed erano intrisi di umorismo autodenigratorio.
L pubblicava le sue (spassosissime) interpretazioni dei passaggi
dellAlmanacco e rimandava a libri, film, serie tv e musica che studiava
nel corso della ricerca su Halliday. Avevo il sospetto che tutti i post
fossero zeppi di informazioni fuorvianti, se non false, ma li trovavo
comunque esilaranti.

Non c nemmeno bisogno di dirlo: avevo una devastante cybercotta


per Art3mis.
Di tanto in tanto, pubblicava immagini del suo avatar dai capelli
corvini, e qualche volta (sempre) mi capitava di salvarle in una cartella,
sul mio disco fisso. Il suo avatar aveva un volto grazioso, ma non
perfetto in maniera innaturale. Su OASIS era facile abituarsi a facce
decisamente troppo belle. I tratti di Art3mis non sembravano tirati fuori
da un menu a tendina nella sezione estetica di un programma per la
creazione di avatar. Il suo volto aveva davvero laspetto di una persona
reale, come se fosse stato scansionato e poi adattato al suo avatar.
Grandi occhi color nocciola, zigomi tondi, mento a punta e un sorrisetto
ironico. Era insopportabilmente affascinante.
Il corpo di Art3mis era altrettanto fuori dal comune. Su OASIS, di
solito si incappava soltanto in un paio di modelli del corpo femminile:
il fisico da super modella, incredibilmente esile ma estremamente in
voga, o quello tettuto, vitino di vespa da stellina del porno, che su
OASIS appariva ancora meno naturale di quanto non sembrasse nella
realt. Ma Art3mis era bassa e rubensiana. Tutta curve.
Ero consapevole che la mia cotta per Art3mis fosse stupida e
sconsiderata. Cosa sapevo, in fondo, di lei? Non aveva certo mai
rivelato la sua vera identit. O la sua et, o il luogo in cui viveva nel
mondo reale. Non cera modo di capire quale fosse il suo vero aspetto.
Poteva essere una quindicenne come una cinquantenne. Cerano Gunter
che si chiedevano se fosse davvero una ragazza, ma io non ero uno di
loro. Probabilmente perch non sopportavo lidea che una ragazza di
cui ero virtualmente innamorato fosse in realt un signore di mezza et
con i peli sulla schiena e la calvizie incipiente, di nome Chuck.
Quando avevo iniziato a leggerlo, Artys Missives stava diventando
uno dei blog pi famosi di internet, con diversi milioni di visite al
giorno. E Art3mis, ormai, era quasi una celebrit, se non altro nei
circoli di Gunter. Ma la fama non le aveva dato alla testa. Il suo stile
continuava a essere divertente e autoironico. Il suo ultimo post, Il blues
di John Hughes, era un dettagliato approfondimento in cui Art3mis
discettava dei suoi sei teen movie di John Hughes preferiti. Li aveva
divisi in due trilogie: la trilogia delle Fantasie della liceale sfigata
(Un compleanno da ricordare, Bella in rosa, Un meraviglioso
batticuore) e la trilogia delle Fantasie del liceale sfigato (The
Breakfast Club, La donna esplosiva, Una pazza giornata di vacanza).

Avevo appena finito di leggerlo quando sul mio display comparve una
finestra di messaggio istantaneo. Era Aech, il mio migliore amico
(bene, daccordo, se proprio volete fare i pignoli era il mio unico amico,
se non si conta la signora Gilmore).
Aech: Ben svegliato, amigo
Parzival: Hola, compadre.
Aech: Che fai?
Parzival: Setaccio la rete. Tu?
Aech: Ho messo online la Cantina. Vieni a trovarmi l prima di lezione,
coglione.
Parzival: Ottimo! Un secondo e sono l.
Richiusi la finestra dei messaggi istantanei e controllai lorologio.
Avevo ancora una mezzora buona prima della lezione. Sorrisi e
premetti la piccola icona a forma di porta in un angolo del display, poi
selezionai, tra i preferiti, la chatroom di Aech.
0003
Dopo aver verificato che fossi incluso nella lista della chat,
il sistema mi consent laccesso. Laula si ridusse a una finestra in
miniatura, in basso a destra sul mio display, perch potessi sempre
controllare ci che succedeva di fronte al mio avatar. Il resto del mio
campo visivo era occupato dallinterno della chatroom di Aech. Il mio
avatar si materializz allingresso, una porta in cima a una scala
ricoperta di moquette. La porta non conduceva ad altre stanze. Non si
apriva nemmeno. Questo perch la Cantina, con i suoi contenuti, non
era parte di OASIS. Le chatroom erano simulazioni a se stanti spazi
virtuali temporanei cui gli avatar potevano accedere da qualunque
luogo di OASIS. Il mio avatar non era nella chatroom. Sembrava che lo
fosse. Wade3/Parzival era ancora seduto a occhi chiusi nellaula dove si
sarebbe tenuta la lezione di Storia mondiale. Connettersi a una
chatroom era come trovarsi in due luoghi nello stesso momento.
Aech aveva battezzato la sua chatroom la Cantina. Laveva
programmata perch somigliasse a una tavernetta borghese dei tardi
anni ottanta. Ovunque, sulle pareti in legno, erano appesi vecchi poster
di film e fumetti. Al centro della stanza, un vecchio televisore RCA al
quale erano collegati un videoregistratore Betamax, un registratore
laserdisc e diverse console dannata. Sugli scaffali della parete di fondo
erano impilati giornaletti di giochi di ruolo e numeri arretrati di Dragon.
La gestione di una chatroom non era esattamente una cosa a buon
mercato, ma Aech poteva permetterselo. Aveva raccolto un bel
gruzzolo prendendo parte, dopo la scuola e nei fine settimana, ai

combattimenti nelle arene player-versus-player che venivano trasmessi


in tv. Su OASIS, Aech era uno dei combattenti pi quotati, sia nei
campionati di Deathmatch che in quelli di Capture the Flag. Era
addirittura pi famoso di Art3mis.
Nel corso degli ultimi anni, la Cantina era diventata un luogo di ritrovo
altamente esclusivo per i Gunter dlite. Aech concedeva laccesso
soltanto alle persone che riteneva meritevoli: essere invitati nella
Cantina era un grande onore, tanto pi per uno come me, un signor
nessuno di terzo livello.
Scendendo i gradini, vidi una ventina di Gunter che si aggiravano per la
stanza, gli avatar completamente diversi luno dallaltro. Cerano
umani, cyborg, demoni, elfi oscuri, vulcaniani, vampiri. Erano quasi
tutti accalcati attorno alla pila di vecchi giochi arcade appoggiata alla
parete. Alcuni erano in piedi accanto allantiquatissimo stereo (che al
momento stava passando, a tutto volume, Wild Boys dei Duran Duran)
e sbirciavano tra la collezione di musicassette di Aech.
Aech era stravaccato su uno dei tre divani della chatroom, disposti a
ferro di cavallo intorno alla tv. Lavatar di Aech era un uomo bianco,
alto, con le spalle larghe, i capelli e gli occhi scuri. Una volta gli chiesi
se, nella realt, somigliasse un po al suo avatar e lui, scherzosamente,
mi rispose S. Ma nella vita reale sono ancora pi bello. Mentre mi
avvicinavo, alz lo sguardo dal gioco a cui stava giocando
sullIntellivision e il volto gli si apr nel suo tipico ghigno da Stregatto,
da un orecchio allaltro. Z! grid. Come butta, amigo? Allung la
mano destra per darmi il cinque, mentre io mi lasciavo cadere sul
divano, accanto a lui. Aech aveva iniziato a chiamarmi Z poco dopo
che ci eravamo conosciuti. Si divertiva a soprannominare la gente con
una singola lettera. Il nome del suo avatar, per esempio, lo pronunciava
come la lettera H.
Come butta, Humperdinck? gli chiesi. Era un gioco che facevo con
lui. Lo chiamavo sempre con svariati nomi che iniziavano per H: Harry,
Hubert, Henry, Hogan. Stavo cercando di indovinare il suo vero nome
che, a quanto mi aveva confessato una volta, iniziava davvero con la
lettera H.
Conoscevo Aech da poco pi di tre anni. Anche lui studiava su Ludus,
frequentava lultimo anno della SPO n. 1172, che si trovava dalla parte
opposta del pianeta rispetto alla mia scuola. Ci eravamo incontrati su
una chatroom pubblica di Gunter durante un fine settimana e ci

eravamo trovati subito, perch avevamo esattamente gli stessi interessi.


Che, in realt, era un interesse: unossessione smodata, divorante, per
Halliday e per il suo Easter Egg. Non parlavamo che da pochi minuti, e
sapevo gi che Aech era un fuoriclasse, un Gunter dlite, una
cazzutissima cintura nera della conoscenza. Conosceva alla perfezione
tutto quello che cera da sapere sugli anni ottanta, non solo le
informazioni canoniche. Era un vero erudito di Halliday. E sembrava
aver ritrovato queste stesse qualit in me, perch mi aveva dato la sua
contact card e mi aveva invitato a unirmi alla Cantina quando volevo.
Da allora era il mio migliore amico.
Nel corso degli anni, tra noi aveva preso piede una certa amichevole
rivalit. Dicevamo un sacco di stupidaggini su chi di noi due sarebbe
comparso sul Segnapunti. Cercavamo sempre di spiazzarci con la
nostra erudizione da Gunter su argomenti semisconosciuti.
Di tanto in tanto procedevamo fianco a fianco nella nostra ricerca. Il
che generalmente consisteva nel guardare insieme, allinterno della
chatroom, film scadenti e serie tv degli anni ottanta. Naturalmente
giocavamo anche ai videogiochi. Io ed Aech perdevamo ore e ore
davanti a classici a due giocatori come Contra, Golden Axe, Heavy
Barrel, Smash tv e Ikari Warriors. Aech era, dopo il sottoscritto, il
miglior giocatore che avessi mai incontrato. Eravamo allo stesso livello
in quasi tutti i giochi, ma lui riusciva a battermi in alcuni, specialmente
quando si trattava di sparatutto in prima persona. In fondo, era il suo
campo di competenza.
Non sapevo nulla della vita reale di Aech, ma la mia impressione era
che la sua routine domestica non fosse un granch. Sembrava che, come
me, trascorresse ogni momento di veglia su OASIS. E, anche se non ci
eravamo mai incontrati, pi di una volta mi aveva detto che ero il suo
migliore amico, dal che deducevo che probabilmente era emarginato
quanto me.
Cosa hai fatto dopo che te la sei squagliata, ieri sera? mi chiese,
lanciandomi laltro controller dellIntellivision. La sera precedente
avevamo passato qualche ora nella sua chatroom, guardando vecchi
film giapponesi di mostri.
Nada risposi. Me ne sono andato a casa e ho dato una ripassata a un
paio di giochi a gettone.
Inutile.

S. Ma ne avevo voglia. Non gli domandai cosa avesse fatto lui, n


lui rivel dettagli di sua spontanea volont. Probabilmente era andato su
Gygax, o in qualche posto altrettanto pazzesco, a finire velocemente
qualche missione e a racimolare Punti Esperienza. Solo che non voleva
farmelo pesare. Aech poteva permettersi di passare un po di tempo
sugli altri mondi, seguendo tracce e andando in cerca della Chiave di
Rame. Ma non mi sfotteva perch non avevo abbastanza soldi per alcun
tipo di teletrasporto e non metteva mai il dito nella piaga. N osava mai
offendermi prestandomi qualche credito. Era una regola non scritta tra i
Gunter: se eri un solitario, significava che non volevi o non avevi
bisogno dellaiuto di nessuno. I Gunter che cercavano aiuto si univano
a un clan. Sia io che Aech convenivamo che i clan fossero adatti ai
leccaculo e a chi se la tirava. Entrambi ci eravamo ripromessi che
saremmo rimasti Gunter solitari a vita. Di tanto in tanto ci mettevamo a
parlare dellEgg, ma si trattava sempre di conversazioni prudenti, e ci
guardavamo bene dallentrare nello specifico.
Sconfissi Aech tre volte a Tron: Deadly Discs, e allora lui butt il
controller e raccolse da terra una rivista. Era un vecchio numero di
Starlog. Riconobbi subito Rutger Hauer sulla copertina, in una foto
promozionale di Ladyhawke.
Starlog, eh? dissi, in segno di approvazione.
Esatto. Ho scaricato tutti i numeri dallarchivio dellIncubatrice. Li sto
ancora passando in rassegna. Ho appena letto un pezzo grandioso sul
Ritorno degli Ewok.
Film per la tv uscito nel 1985 iniziai a declamare. Ero specializzato
nelle curiosit su Guerre Stellari. Orrendo. Uno dei punti pi bassi
della storia della saga.
Questo lo dici tu, stronzetto spocchioso. Ha dei bei momenti.
No dissi, scuotendo la testa. Non vero. addirittura peggio di quel
primo film, Lavventura degli Ewok. Avrebbero dovuto intitolarlo La
sventura degli Ewok. Aech alz gli occhi al cielo e si rimise a leggere.
Non ci sarebbe cascato. Diedi unocchiata alla copertina. Ehi, posso
sfogliarlo un attimo quando hai finito? Sorrise. Perch? Vuoi forse
leggere larticolo su Ladyhawke?
Pu darsi.
Ti piace proprio quella merda, eh amico?
Succhiamelo, Aech.

Quante volte hai visto quellinutile stronzata? Di certo so che mi hai


obbligato a vederlo almeno un paio di volte. Adesso era lui che mi
stava punzecchiando. Sapeva che Ladyhawke era uno dei miei vizi
segreti, e sapeva che lavevo visto pi di una ventina di volte.
Ti ho fatto un favore, pivello gli risposi. Infilai unaltra cartuccia
nella console Intellivision e cominciai da solo una partita di
Astrosmash. Un giorno verrai a ringraziarmi. Aspetta e vedrai.
Ladyhawke puro canone.
Canonico era laggettivo con cui classificavamo tutti i film, i libri, i
giochi, le canzoni e le serie tv di cui Halliday era stato fan.
chiaro che stai scherzando disse Aech.
No, non sto scherzando. E non chiamarmi Shirley.[2]
Spost la
rivista e mi si fece pi vicino. escluso che Halliday fosse un fan di
Ladyhawke. Te lo garantisco.
Dove hai le prove, piccolo idiota? gli chiesi.
Lui aveva gusto. Ecco lunica prova di cui ho bisogno.
Allora ti piacerebbe spiegarmi perch aveva due copie di Ladyhawke,
una su vhs e una su laserdisc? Tra le appendici dellAlmanacco di
Anorak era inclusa anche una lista di tutti i film che Halliday possedeva
al momento della sua morte.
Era un miliardario! Aveva migliaia e migliaia di film, ma ne avr
guardata una minima parte! Possedeva anche i dvd di Krull e Howard
e il destino del mondo. Non vuol dire che gli piacessero, coglioncello.
E, sicuro come la morte, il fatto che siano in lista non li rende
canonici.
Non c nemmeno da discuterne, Homer gli dissi. Ladyhawke un
classico degli anni ottanta.
penoso, cazzo, ecco cos! Le spade sembrano fatte di stagnola. E la
colonna sonora epicamente penosa. piena di sintetizzatori e tutta
quella merda l. Per tutti i cazzo di Alan Parsons Project!
penoserrima! Va oltre il penoso. penosa ai livelli da Highlander II.
Ehi! piagnucolai, scagliandogli addosso il controller. Ora lo dici
solo per insultarmi! Fosse anche solo per il cast, Ladyhawke
canonico! Roy Batty! Ferris Bueller! E quel tizio che faceva il professor
Falken in Wargames. Cercai di ricordarmi il nome dellattore. John
Wood! Lo vediamo ricongiungersi con Matthew Broderick!
Il picco pi basso delle loro carriere disse ridendo. Gli piaceva
litigare sui vecchi film quasi pi di quanto piaceva a me. Gli altri

Gunter della chatroom si stavano raccogliendo intorno a noi per


ascoltarci. Le nostre discussioni erano spesso fonte di intrattenimento.
Secondo me tu ti droghi gli urlai. Il regista di Lady
hawke Richard Donner cazzo! I Goonies? Superman? Mi stai forse
dicendo che uno come lui penoso?
Non me ne fotterebbe neanche se lavesse diretto Spielberg. un
filmetto rosa travestito dasword & sorcery. Lunico film di genere ad
avere ancora meno palle probabilmente quel cazzo di Legend.
Chiunque apprezzi Ladyhawke una fighetta macrobiotica! Risate da
parte della claque. Adesso mi stavo realmente incazzando. Ero un
grande fan di Legend, ed Aech lo sapeva.
Bene, sono una fighetta? Tu allora sei il feticista degli Ewok! gli
strappai Starlog dalle mani e lo scagliai contro il muro, su un poster del
Ritorno dello Jedi. Immagino tu creda che la tua cultura in campo
Ewok ti aiuter nella ricerca dellEgg.
Non ricominciare il discorso sugli Endoriani, amico disse,
ammonendo con lindice. Ti ho avvertito. Ti banno. Giuro. Sapevo
che non si trattava di una minaccia seria, e stavo per spingere
ulteriormente sulla questione Ewok: forse gli avrei rinfacciato il fatto
che li chiamasse Endoriani. Ma in quel momento un nuovo arrivo si
materializz sulla scala. Era un lamer chiamato I-r0k. Emisi un gemito.
Aech e I-r0k frequentavano la stessa scuola e seguivano insieme certe
lezioni, ma ancora mi domandavo perch Aech gli avesse aperto
laccesso alla Cantina. I-r0k si credeva un Gunter dlite, ma in verit
era soltanto un vanitoso arrogante. Ovvio, si teletrasportava in giro per
OASIS, portava a compimento svariate missioni e continuava a far
salire di livello il suo avatar, ma non sapeva proprio niente. E portava
sempre con s un esagerato fucile al plasma, grande quanto una
motoslitta. Anche nelle chatroom, dove era assolutamente inutile. Non
aveva il minimo senso di dignit.
Non starete ancora discutendo di Guerre Stellari, voi due coglioni?
disse scendendo i gradini e raggiungendo la folla che si era raccolta
attorno a noi. Quella merda finita, yo. Mi voltai verso Aech. Se
proprio vuoi bannare qualcuno, perch non inizi con questo buffone?
Premetti reset sullIntellivision e cominciai una nuova partita.

Chiudi quel buco di culo, Perci-fallo! replic I-r0k, usando la sua


storpiatura preferita del mio nome. Non mi banna perch sa che sono
delllite! Dico bene, Aech?
No disse Aech, alzando gli occhi al cielo. Non dici bene. Sei
delllite pi o meno quanto la mia bisnonna. Che morta.
Fottiti, Aech! Tu e la tua nonna morta!
Cacchio, I-r0k bofonchiai. Riesci sempre a elevare il livello della
conversazione. Lintera stanza sillumina quando entri.
Spiacente di averti infastidito, Capitan Zero Crediti disse I-r0k. Non
dovresti essere su Incipio a mendicare, in questo momento? Cerc di
afferrare il secondo controller Intellivision, ma lo lanciai in fretta a
Aech.
Mi rivolse uno sguardo cupo. Cazzone.
Poser.
Poser? Perci-fallo sta dando del poser a me? Si volt per rivolgersi
alla piccola folla. Questo idiota cos povero che deve scroccare
passaggi fino a Greyhawk, dove va a uccidere i kobold per qualche
moneta di rame! E d del poser a me! La frase strapp al pubblico
qualche risatina, e io mi sentii arrossire, sotto il visore.
Una volta, lanno prima, avevo fatto lerrore di chiedere a I-r0k un
passaggio su un altro pianeta, cos da racimolare qualche Punto
Esperienza. Dopo avermi scaricato in unarea di Greyhawk con
missioni a basso livello, lo stronzo aveva iniziato a seguirmi. Avevo
passato qualche ora a uccidere una piccola banda di kobold, poi avevo
aspettato che si rigenerassero e li avevo uccisi di nuovo, e cos via. Il
mio avatar era ancora al primo livello, ai tempi, e questa era lunica
maniera sicura per acquisire punti. I-r0k, quella sera, aveva immortalato
la scena in una serie di screenshot che aveva etichettato Perci-fallo il
Valoroso Cacciatore di kobold. Poi aveva postato il tutto
nellIncubatrice. Ogni volta che poteva, tirava fuori questa storia. Non
mi avrebbe mai permesso di dimenticarla.
vero, ti ho chiamato poser, poser. Mi alzai e mi avvicinai
pericolosamente al suo volto. Sei solo uno sfigatello ignorante.
Soltanto perch sei al livello quattordici non significa che tu sia un
Gunter. Dovresti avere un po di cultura.
Ben detto disse Aech, dimostrando tutto il suo assenso. Ci battemmo
i pugni. Altre risatine dal pubblico. Dirette, stavolta, verso I-r0k.

I-r0k rimase a guardarci per un momento. Ok. Vediamo chi di noi il


vero poser disse. Guardate un po qui, signorine. Sorridendo,
estrasse dallinventario un oggetto e ce lo mostr. Era un vecchio gioco
per Atari 2600, ed era ancora nella confezione. Intenzionalmente, copr
con la mano il titolo del gioco, ma io riconobbi limmagine della
copertina. Ritraeva un ragazzo e una ragazza, vestiti da antichi greci.
Entrambi brandivano una spada. Dietro di loro, un minotauro e un
uomo barbuto con una benda sullocchio. Lo riconosci, campione?
mi sfid I-r0k. Ti do un indizio: un gioco Atari, faceva parte di un
concorso. Conteneva una serie di enigmi: se li risolvevi, potevi vincere
un premio. Ti suona familiare? I-r0k cercava sempre di impressionarci
con indizi o notizie su Halliday di cui, scioccamente, credeva di
detenere il primato. I Gunter si divertivano a essere sempre un passo
avanti agli altri e, regolarmente, facevano di tutto per dimostrare di aver
acquisito le informazioni pi astruse. Ma I-r0k faceva pena.
Scherzi? risposi. Hai scoperto la serie Swordquest solo adesso? Ir0k si sgonfi.
Hai in mano Swordquest: Earthworld continuai. il primo gioco
della serie Swordquest. uscito nel 1982. I suoi occhi diventarono
due fessure. Non sapeva pi cosa fare. Come ho detto, era un poser
assoluto.
Qualcun altro vuole intervenire? chiesi, aprendo la domanda anche al
pubblico. Tutti i Gunter si guardarono, ma nessuno os parlare.
Fireworld, Waterworld e Airworld rispose Aech. Tombola! gli
dissi, e battemmo di nuovi i pugni. Anche se Airworld non fu mai
finito, perch iniziarono i tempi duri e la Atari dovette annullare il
concorso prima di portarlo a termine. I-r0k, in silenzio, rimise il gioco
nel suo inventario.
Dovresti unirti ai Sux0rz, I-r0k disse Aech ridendo. A loro farebbe
comodo qualcuno con la tua sconfinata conoscenza. I-r0k gli mostr il
medio. Com che voi frocetti sapevate del concorso di Swordquest e
non ve ne ho mai sentito parlare?
Di, I-r0k disse Aech, scuotendo la testa. Swordquest: Earthworld
stato il seguito non ufficiale che la Atari ha dato ad Adventure. Ogni
Gunter che si rispetti sa del concorso. Quante altre ovviet vuoi dirmi?
I-r0k cerc di salvare ci che rimaneva della sua faccia. Daccordo, se
siete questi grandi esperti, chi che programm tutti i giochi
Swordquest?

Dan Hitchens e Tod Frye declamai. Prova a chiedermi qualcosa di


difficile.
Io ne ho una intervenne Aech. Che premi diede, la Atari, ai vincitori
di ogni concorso?
Ah dissi. Ottima domanda. Vediamo il premio per Earthworld era
il Talismano della penultima verit. Oro massiccio ricoperto di
diamanti. Il ragazzo che lo vinse lo fuse e ci si pag il college, se ben
ricordo.
S, s mi spron Aech. Smetti di cazzeggiare e dimmi quali erano gli
altri due.
Non cazzeggio. Il premio per Fireworld era il Calice di luce, e il
premio per Waterworld doveva essere la Corona della Vita, che per
non fu mai consegnata perch il concorso fu annullato. Lo stesso vale
per il premio di Airworld, che avrebbe dovuto essere la Pietra
Filosofale. Aech sorrise e mi diede il cinque con entrambe le mani.
Poi aggiunse: E se il concorso non fosse stato annullato, i vincitori
delle quattro serie avrebbero gareggiato per il premio finale, la Spada
della magia massima. Annuii. I premi erano menzionati nei libri a
fumetti venduti insieme ai giochi. Libri che, tra laltro, sono visibili
allinterno della stanza del tesoro nella scena finale dellInvito di
Anorak. La folla esplose in uno scroscio di applausi. I-r0k abbass la
testa, in segno di vergogna.
Da quando ero un Gunter, mi era sempre parso ovvio che Halliday
avesse tratto ispirazione, per la sua gara, da quella di Swordquest. Non
sapevo se avesse anche imitato gli enigmi di quei giochi, ma per
sicurezza li avevo studiati a fondo.
Bene, avete vinto disse I-r0k. Ma chiaro che dovete farvi una
vita.
Ed chiaro che tu aggiunsi io debba trovarti un nuovo hobby.
Perch ti mancano lintelligenza e la dedizione dei Gunter.
Senza dubbio disse Aech. Prova a fare un po di ricerca, tanto per
cambiare, I-r0k. Hai mai sentito parlare di Wikipedia, per esempio?
gratis, mentecatto. I-r0k si volt e si diresse verso le scatole di fumetti
accatastate dallaltra parte della stanza, come se avesse perso interesse
nella discussione. Come volete disse, sempre di spalle. Se non
passassi tanto tempo offline, a scopare, probabilmente ne saprei quanto
voi due. Aech lo ignor e si rivolse di nuovo a me. Come si
chiamavano i gemelli che comparivano nel fumetto di Swordquest?

Tarra e Torr.
Maledizione, Z! Sei il migliore.
Grazie, Aech. Comparve un messaggio sul display: mi segnalava
che, in aula, stava suonando la prima campanella. Sapevo che anche
Aech e I-r0k avevano ricevuto lo stesso messaggio, poich le nostre
scuole avevano gli stessi orari.
tempo di dare inizio a unaltra giornata di apprendimento disse
Aech, alzandosi.
Che sbattimento disse I-r0k. Ci vediamo dopo, perdenti. Ci mostr
ancora una volta il medio, poi il suo avatar scomparve, mentre lui
usciva dalla chatroom. Anche gli altri Gunter iniziarono a sloggarsi e a
scomparire, finch io ed Aech non rimanemmo soli.
Davvero, Aech gli dissi. Perch lasci che quellimbecille bazzichi
da queste parti?
Perch mi diverto a batterlo ai videogiochi. E la sua ignoranza mi d
speranza.
E perch mai?
Perch se gli altri Gunter sono incompetenti quanto I-r0k e lo sono,
per la maggior parte, credimi questo vuol dire che io e te abbiamo
davvero la possibilit di vincere la gara. Scrollai le spalle. Penso sia
un buon modo di vederla.
Vuoi tornare qui dopo la scuola, stasera? Intorno alle sette? Ho un
paio di faccende da sbrigare, ma poi voglio affrontare un po di roba
che ho nella mia lista di cose da guardare. Facciamo una maratona di
Robotech, magari?
Oh diavolo, s risposi. Considerami gi qui. Uscimmo
simultaneamente, mentre lultima campanella iniziava a suonare.
0004
Le palpebre del mio avatar si aprirono e mi ritrovai nellaula
di Storia mondiale. Tutti i banchi intorno al mio erano occupati da altri
studenti, e il nostro insegnante, il signor Avenovich, si stava
materializzando davanti ai nostri occhi. Lavatar del signor A sembrava
un professore di college barbuto e corpulento. Aveva un sorrisetto
contagioso, indossava un paio di occhiali con la montatura in metallo e
una giacca di tweed con le toppe ai gomiti. Quando parlava, riusciva
sempre ad avere laria di qualcuno che sta leggendo un passaggio di
Dickens. Mi piaceva. Era un bravo professore.
Ovviamente non sapevo chi fosse nella realt, n dove vivesse. Non ci
era dato sapere nemmeno il suo vero nome, o se fosse davvero un

uomo. Per quanto ne sapevamo, avrebbe anche potuto essere una


piccola Inuit che viveva ad Anchorage, in Alaska, e che aveva scelto
questo aspetto e questo timbro di voce per mantenere lattenzione degli
studenti durante le lezioni. Ma, per qualche ragione, sospettavo che
lavatar del signor Avenovich fosse e parlasse proprio come la persona
che laveva creato.
Tutti gli insegnanti che avevo erano pi o meno fantastici. A differenza
dei loro colleghi del mondo reale, sembrava che agli insegnanti della
scuola pubblica di OASIS piacesse davvero il loro lavoro, e questo
probabilmente perch non dovevano sprecare met del tempo a fare le
balie o i cani da guardia. Era il software OASIS a occuparsi della
disciplina, accertandosi che gli studenti rimanessero ai propri banchi, in
silenzio. Tutto ci che gli insegnanti dovevano fare era insegnare.
Online, anche tenere alta lattenzione degli studenti era pi semplice
perch, su OASIS, le aule erano come ponti ologrammi. Ogni giorno,
i professori potevano portare gli studenti in gita virtuale senza
nemmeno lasciare la classe.
Durante la lezione di Storia mondiale di quella mattina, il professor
Avenovich caric una simulazione autonoma di quando alcuni
archeologi, nel 1922, scoprirono la tomba di Tutankhamon. (Il giorno
prima eravamo stati in quello stesso punto, ma era il 1334 a.C., e
avevamo visto con i nostri occhi limpero di Tutankhamon in tutta la
sua gloria.)
Nel corso della lezione successiva, biologia,
viaggiammo attraverso un cuore umano e lo osservammo pulsare
dallinterno proprio come in quel vecchio film, Viaggio allucinante.
Durante la lezione di storia dellarte visitammo il Louvre con i nostri
avatar, che indossavano berretti imbarazzanti.
La lezione di astronomia ci catapult su tutte le lune di Giove.
Camminammo sulla superficie vulcanica di Io mentre linsegnante ci
spiegava come si fosse formata quella luna. Mentre ci parlava, Giove si
stagli dietro di lei, riempiendo met della volta celeste, la Grande
Macchia Rossa che le vorticava, lenta, dietro la spalla. Poi la
professoressa schiocc le dita ed eccoci su Europa, a discutere la
possibilit di vita extraterrestre sotto la crosta ghiacciata della luna.
Passai lora di pranzo seduto in uno dei parchi che circondavano la
scuola. Osservavo il panorama virtuale sgranocchiando una barretta
proteica sotto il mio visore. Era meglio che stare a guardare le pareti del
mio nascondiglio. Ero allultimo anno, perci mi era permesso di

andare su altri mondi durante la pausa pranzo se avessi voluto, ma non


avevo grana da buttare al vento in questo modo.
Accedere a OASIS era gratuito, ma viaggiare nei mondi al suo interno
no. Non avevo mai abbastanza crediti per teletrasportarmi e poi fare
ritorno su Ludus. Al suono dellultima campanella, ogni giorno, gli
studenti che avevano qualcosa da fare nella vita reale si scollegavano da
OASIS e svanivano. Tutti gli altri si dirigevano verso altri mondi. Molti
ragazzi possedevano un veicolo interplanetario. I parcheggi vicino alle
scuole, ovunque su Ludus, erano pieni di UFO, caccia stellari TIE,
Viper come quelli di Battlestar Galactica, e navicelle create sul modello
di tutti i film o serie fantascientifiche cui si possa pensare. Ogni
pomeriggio mi sedevo sul prato di fronte alla scuola e guardavo con
invidia queste astronavi che si ammassavano nel cielo e poi
scomparivano per esplorare le possibilit infinite della simulazione. I
ragazzi che non avevano una propria navicella chiedevano un passaggio
agli amici o si affrettavano verso la stazione di teletrasporto pi vicina
per raggiungere un altro pianeta e andare a ballare, o in qualche arena
di gioco, o a un concerto rock. Io no. Io non andavo da nessuna parte.
Ero confinato su Ludus, il pianeta pi noioso di tutto OASIS.
Era un posto sconfinato, questa Ontologicamente Antropocentrica
Simulazione di Immersione Sensoriale.
Quando era stato inaugurato, OASIS conteneva solo poche centinaia di
pianeti da esplorare, tutti creati da programmatori e artisti della GSS.
La gamma degli scenari era varia: da ambientazioni sword & sorcerya
citt cyberpunk grandi quanto un intero pianeta, a deserti
postapocalittici popolati da zombie. Alcuni pianeti erano stati progettati
fin nel minimo dettaglio. Altri erano stati generati in maniera casuale da
una serie di template. Tutti i pianeti erano abitati da una variet di
Personaggi Non Giocanti (PNG) dotati di intelligenza artificiale esseri
umani, animali, mostri, androidi, alieni con i quali gli utenti OASIS
potevano interagire.
La GSS era riuscita a ottenere la licenza per utilizzare i mondi gi ideati
da compagnie concorrenti: su OASIS furono trasferiti contenuti che
erano stati creati per giochi come Everquest e World of Warcraft, e cos
copie di Norrath e di Azeroth furono aggiunte al catalogo, in continua
espansione, dei mondi di OASIS. Seguirono altri mondi virtuali.
Luniverso di Firefly si trovava in un settore adiacente alla galassia di
Guerre Stellari, accanto alla quale era stato ricreato, in dettaglio,

luniverso di Star Trek. Gli utenti potevano teletrasportarsi a loro


piacere sui mondi immaginari preferiti: la Terra di Mezzo. Vulcano.
Pern. Arrakis. Magrathea. Ringworld, Riverworld, Discworld. Mondi
su mondi.
Per facilitare la zonizzazione e la navigazione, OASIS era stato
suddiviso in ventisette settori cubici, di pari estensione, a forma di
cubo. Ciascuno includeva centinaia di pianeti diversi. (La mappa
tridimensionale di tutti e ventisette i settori ricordava chiaramente un
giocattolo degli anni ottanta, il Cubo di Rubik. Come gli altri Gunter,
sapevo che non si trattava di una coincidenza.) Ogni settore misurava
esattamente dieci ore luce, o 10.8 miliardi di chilometri. Alla velocit
della luce (la massima velocit raggiungibile dalle navicelle su OASIS),
si poteva viaggiare da un lato allaltro di un settore in dieci ore precise.
Viaggi di questo tipo non erano a buon mercato. Navicelle che
viaggiassero alla velocit della luce erano difficili da reperire, e
avevano bisogno di carburante. Poich OASIS era gratuito, il
carburante virtuale a pagamento era una delle fonti di guadagno della
Gregarious Simulation Systems. Ma le entrate pi consistenti
provenivano dal teletrasporto. Il teletrasporto era il metodo pi veloce
per spostarsi, e anche il pi caro.
Viaggiare su OASIS non era soltanto costoso: era anche pericoloso.
Ogni settore era diviso in zone, che variavano per forma e grandezza.
Certe zone erano cos vaste da includere svariati pianeti, mentre alcune
ricoprivano solo pochi chilometri di superficie in un singolo mondo.
Tutte avevano un proprio sistema di regole e parametri. La magia
funzionava in alcune zone, non in altre. Lo stesso valeva per gli
apparati tecnologici. Atterrando in una zona in cui la tecnologia non era
ammessa, i motori si guastavano non appena attraversava il confine. E
in quel caso cera da ingaggiare un qualche stregone con la barba strana
e una chiatta spaziale magica che riportasse il tuo culo in una zona
tecnologica.
Le Zone Doppie permettevano luso della magia e quello della
tecnologia, mentre le Zone Zero non permettevano n luna n
laltra. Cerano Zone Pacifiste dove non era ammesso il combattimento
player-versus-player, e cerano poi Zone player-versus-player dove gli
avatar erano soli contro tutto e tutti.
Ogni volta che si entrava in una nuova zona o settore, bisognava stare
attenti. Essere preparati.

Ma, come ho gi detto, queste cose non mi riguardavano affatto. Ero


bloccato a scuola.
Ludus era stato progettato come luogo di apprendimento, quindi non
era stato contemplato alcun portale per missioni n spazio ricreativo.
Lunica cosa che non mancava, sul pianeta, erano migliaia di campus
identici, separati da prati verdi e parchi perfettamente integrati nel
paesaggio, fiumi, boschetti, e distese di foreste derivate da template
generici. Non cerano castelli, segrete, o fortezze spaziali orbitanti che
il mio avatar potesse assaltare. E non cerano nemici PNG, n mostri,
n alieni da combattere, perci non cerano nemmeno oggetti magici o
un bottino di cui depredarli.
Tutto questo era una merda, per un sacco di ragioni.
Lunico modo in cui un avatar di basso livello come il mio poteva
guadagnare Punti Esperienza era completare missioni e combattere
contro i PNG. Accumulare Punti Esperienza era lunico modo per
accrescere il potere, la forza e le abilit del proprio avatar.
Molti utenti OASIS non erano interessati n ad acquisire particolari
poteri, n allaspetto ludico della simulazione. Si servivano di OASIS
per lo svago, gli affari, lo shopping e per uscire con gli amici. Questa
tipologia di utenti si guardava bene dallentrare nelle zone di Gioco o di
PvP, dove i loro indifesi avatar di primo livello potevano venire
attaccati dai PNG o dagli altri giocatori. Rimanere in zone sicure come
Ludus significava non doversi preoccupare di venire derubati, rapiti o
uccisi.
Io invece lo detestavo.
Se volevo trovare lEgg di Halliday, sapevo che prima o poi avrei
dovuto avventurarmi tra i settori pericolosi di OASIS. E se non avevo
abbastanza potere e le armi adeguate per difendermi, non sarei
sopravvissuto a lungo.
Nel corso di cinque anni ero riuscito, con un processo lento e graduale,
a raggiungere il terzo livello. Non era stato facile. Avevo scroccato
passaggi dagli studenti (principalmente da Aech) che si dirigevano su
pianeti dove il mio avatar deboluccio avrebbe potuto sopravvivere. Mi
facevo lasciare in zone di gioco per novellini e passavo la sera o lintero
fine settimana a uccidere orchi, kobold, o altri mostri infimi, troppo
deboli per uccidermi. Per ogni PNG che il mio avatar sconfiggeva,
guadagnavo una quota minima di Punti Esperienza e, di solito, anche un
pugno di monete di rame o dargento appartenute ai nemici che avevo

ucciso. Queste monete venivano subito convertite in crediti, che usavo


per teletrasportarmi di nuovo su Ludus, prima che suonasse lultima
campanella. Qualche volta (molto di rado) i PNG che uccidevo
perdevano anche un oggetto. Ed cos che avevo procurato al mio
avatar la spada, lo scudo e larmatura.
Alla fine dellanno scolastico precedente, avevo smesso di chiedere
passaggi a Aech. Il suo avatar aveva superato il trentesimo livello ed
era sempre in viaggio verso pianeti in cui il mio avatar non sarebbe
stato al sicuro. Era contento di darmi uno strappo fino a qualche mondo
da novellini che si trovava sulla strada ma, se non mi procuravo
abbastanza crediti per pagarmi il ritorno su Ludus, finivo per perdere le
lezioni, bloccato su qualche pianeta che non era il mio. E non era una
giustificazione valida. Avevo accumulato un numero tale di assenze
ingiustificate che rischiavo di essere espulso. Se fosse successo, avrei
dovuto restituire il visore e la console OASIS che mi erano stati
assegnati dalla scuola. Peggio, sarei dovuto tornare a scuola nel mondo
reale per finire lultimo anno. Non potevo certo rischiare.
Perci lasciavo Ludus molto raramente. Ero confinato l, al terzo
livello. Un avatar di terzo livello era una vergogna colossale. Nessun
Gunter prendeva seriamente chi non avesse raggiunto almeno il decimo
livello. Sebbene fossi un Gunter dal Primo Giorno, tutti mi
consideravano ancora un pivello. Era parecchio frustrante.
Disperato, avevo cercato un lavoro part-time da fare dopo la scuola per
guadagnare abbastanza da riuscire a spostarmi. Avevo inviato decine di
domande per lavori di supporto tecnico e programmazione (soprattutto
compiti pesanti non qualificati, la programmazione di codici per grandi
magazzini e uffici), ma era stato del tutto inutile. Non assumevano
nemmeno quei milioni di adulti freschi di college. La Grande
Recessione stava ormai entrando nel suo terzo decennio, e la
disoccupazione era ancora allapice. Persino i fast food vicino a casa
mettevano i candidati in liste dattesa di due anni.
E cos, ero sempre confinato a scuola. Mi sentivo come un bambino che
cammina nella sala giochi pi grande del mondo senza un gettone in
tasca, impossibilitato a fare qualsiasi cosa se non guardare gli altri
bambini che si divertono.
0005
Dopo pranzo mi avviai verso laula del mio corso preferito,
Studi avanzati di OASIS. Era facoltativo e dedicato agli studenti

dellultimo anno; insegnava la storia di OASIS e dei suoi creatori. 10


assicurato.
Per cinque anni avevo dedicato il mio tempo libero allapprendimento
di tutto ci che cera da sapere su James Halliday. Ne avevo studiato
minuziosamente la vita, le conquiste, gli interessi. Dal giorno della sua
morte, erano state pubblicate pi di una dozzina di biografie su
Halliday. Le avevo lette tutte. Ed erano anche stati realizzati diversi
documentari che, naturalmente, avevo analizzato a fondo. Avevo
studiato ogni parola mai scritta da Halliday, avevo giocato a ogni
videogioco da lui ideato. Prendevo appunti, mi scrivevo ogni dettaglio
che potesse avere la minima relazione con la Caccia. Era tutto annotato
in un quaderno (che avevo chiamato il diario del Graal dopo aver
visto il terzo Indiana Jones).
Pi cose imparavo sul conto di Halliday, pi lo idolatravo. Era il dio dei
nerd, la divinit somma, al livello di Gygax, Garriott e Wozniak. Finito
il liceo, se ne era andato di casa portando con s soltanto un gran
cervello e limmaginazione, che aveva impiegato per raggiungere la
fama internazionale e accumulare una fortuna spropositata. Aveva
creato una realt totalmente nuova che rappresentava, ormai, una fuga
per gran parte del genere umano. E per finire, aveva trasformato il suo
testamento nella pi grande gara videogiocabile di tutti i tempi.
Durante la lezione di Studi avanzati di OASIS infastidivo il professor
Ciders tempestandolo di interventi sugli errori che trovavo nei libri, e
alzando la mano per segnalare curiosit su Halliday che io io soltanto
ritenevo interessanti. Dopo le prime settimane di lezione, il professor
Ciders aveva smesso di interpellarmi, a meno che nessuno in classe
sapesse rispondere alle sue domande.
Oggi ci stava leggendo dei passi da The Egg Man, biografia di successo
che io avevo letto gi quattro volte. Durante la lettura, trattenni
limpulso di interromperlo per evidenziare tutti i dettagli salienti che il
libro aveva trascurato e, invece, presi nota mentalmente delle
omissioni. Mentre il professor Ciders ci narrava dellinfanzia di
Halliday, io cercai unaltra volta di carpire tutti i segreti possibili dalla
strana vita che Halliday aveva vissuto e dagli stravaganti indizi che
aveva deciso di lasciarci.
James Donovan Halliday era nato il 12 giugno 1972 a
Middletown, in Ohio. Era figlio unico. Suo padre era un operaio
alcolizzato, sua madre una cameriera bipolare.

A quanto tutti dicono, James era un ragazzo sveglio ma inadeguato ai


rapporti sociali. Per lui era estremamente faticoso comunicare con gli
altri. Nonostante lindubbia intelligenza, a scuola i suoi voti non erano
alti: la sua attenzione era concentrata su computer, fumetti, romanzi
fantasy e fantascientifici, film e, soprattutto, videogiochi.
Un giorno, durante le elementari, Halliday era in mensa, seduto in
disparte, e leggeva un manuale di Dungeons & Dragons. Il gioco lo
affascinava, ma non aveva mai potuto provarlo perch non aveva amici.
Un compagno di classe, Ogden Morrow, vide cosa stava leggendo e
invit Halliday a una delle sedute settimanali di D&D che teneva a casa
sua.
E l, nella cantina di Morrow, a Halliday venne presentato un gruppo
intero di mega nerd, proprio come lui. Lo accolsero immediatamente
come uno di loro e, per la prima volta nella sua vita, James Halliday si
ritrov con una cerchia di amici.
Ogden Morrow, in seguito, divenne partner daffari, collaboratore e
migliore amico di Halliday. In seguito, molti avrebbero accostato
laccoppiata Morrow-Halliday a Jobs-Wozniak o Lennon-McCartney.
Era una collaborazione destinata a cambiare il corso della storia
dellumanit.
A quindici anni, Halliday cre il suo primo videogioco, La ricerca di
Anorak. Laveva programmato in BASIC su un TRS-80 Color
Computer che aveva ricevuto per Natale nel 1982 (sebbene avesse
chiesto ai genitori il Commodore 64, leggermente pi costoso). La
ricerca di Anorak era unavventura grafica ambientata a Chthonia, il
mondo fantastico che Halliday aveva inventato durante il liceo, per la
sua campagna di Dungeons & Dragons. Anorak era il soprannome
datogli da una ragazza inglese che studiava nella sua stessa scuola. Il
nome Anorak era tanto piaciuto a Halliday da indurlo a battezzare cos
il suo personaggio preferito di D&D, il potente mago che poi appar in
moltissimi dei suoi videogiochi.
Halliday aveva creato La ricerca di Anorak per divertirsi con i suoi
amici del circolo di Dungeons & Dragons. Il gioco era per loro una vera
e propria droga, al punto che persero il conto delle ore che passavano a
risolvere i suoi intricati enigmi. Ogden Morrow convinse Halliday che
La ricerca di Anorak valeva pi della maggior parte dei giochi per
computer che si trovavano allora sul mercato e lo incoraggi a
venderlo. Aiut Halliday a elaborare una copertina per il gioco e,

insieme, copiarono La ricerca di Anorak su decine di floppy da 5 pollici


che poi infilarono in sottili buste di plastica richiudibili, accompagnati
da un foglio di istruzioni fotocopiato. Cominciarono a esporre il gioco
sullo scaffale dei software, in un negozio di computer del quartiere. In
breve tempo, non riuscivano a riprodurre abbastanza copie da
soddisfare la domanda.
Morrow e Halliday decisero di avviare una societ di videogiochi, la
Gregarious Games, che agli inizi aveva sede nella cantina di Morrow.
Halliday programm una nuova versione della Ricerca di Anorak per
lAtari 800XL, lApple ii e il Commodore 64; Morrow inizi a inserire
la pubblicit del gioco su molte riviste per computer. Tempo sei mesi e
La ricerca di Anorak era gi un successo nazionale.
Halliday e Morrow rischiarono di non diplomarsi perch avevano
trascorso lultimo anno del liceo a progettare La ricerca di Anorak II.
Poi, decisero di non iscriversi al college per concentrarsi sulla nuova
societ, che aveva assunto una dimensione tale da non poter essere
gestita tra le mura della cantina di Morrow. Nel 1990, la Gregarious
Games si trasfer nel suo primo, vero ufficio, in un centro commerciale
fatiscente a Columbus, Ohio.
Per tutto il decennio seguente, la piccola compagnia tenne le redini
dellintera industria dei videogiochi, pubblicando giochi dazione e
avventure grafiche che impiegavano un motore grafico allavanguardia
inventato da Halliday e che diventavano immediatamente dei bestseller.
La Gregarious Games innalz vertiginosamente il livello qualitativo dei
giochi immersivi, e ogni nuovo titolo messo sul mercato implementava
le possibilit degli hardware dellepoca.
Il paffuto Ogden Morrow era dotato di un carisma naturale e si
occupava delle pubbliche relazioni e di tutte le questioni finanziarie
legate alla societ. A ogni conferenza stampa della Gregarious Games,
Morrow sorrideva in maniera contagiosa dietro alla sua barba selvaggia
e ai suoi occhiali in metallo e sfruttava il dono innato per liperbole e
per liperpubblicizzazione. Halliday era lestremo opposto di Morrow,
sotto tutti gli aspetti. Era alto, gracile, estremamente timido e non
amava essere al centro dellattenzione.
Le persone che al tempo lavoravano alla Gregarious Games dicono che
Halliday si chiudeva in ufficio molto spesso, e l si metteva a
programmare senza sosta, talvolta continuando per giorni o settimane
senza mangiare, dormire o vedere un singolo essere umano.

Le poche volte che Halliday accettava di essere intervistato, i suoi


comportamenti erano bizzarri anche per gli standard da genio del
computer. Era ipercinetico, scostante e socialmente inadeguato a un
punto tale che gli intervistatori se ne andavano con limpressione di
aver parlato con un malato di mente. Halliday parlava cos velocemente
che le sue parole erano spesso incomprensibili; aveva una risata acuta e
inquietante, soprattutto per il fatto che, il pi delle volte, era lui lunico
a sapere di cosa stesse ridendo. Se Halliday si annoiava durante
unintervista (o una conversazione), si alzava e se ne andava senza dire
una parola.
Le molte ossessioni di Halliday erano ben note ai pi. Celebri erano
quelle per i videogiochi classici, i romanzi fantasy e di fantascienza, i
film di qualunque genere. Aveva anche una fissazione per gli anni
ottanta, il decennio della sua adolescenza. Halliday sembrava aspettarsi
che tutti quelli che lo circondavano condividessero le sue ossessioni e,
spesso, diventava aggressivo nei confronti di chi non lo faceva.
Non di rado aveva licenziato dipendenti storici solo perch non
avevano riconosciuto qualche astrusa citazione di film o perch aveva
scoperto che non conoscevano a fondo i cartoni, i fumetti o i
videogiochi che amava (poi Ogden Morrow riassumeva i dipendenti,
senza che Halliday se ne accorgesse).
Via via che gli anni passavano, la capacit relazionale gi limitata di
Halliday sembr deteriorarsi sempre di pi. (In seguito alla morte di
Halliday furono condotti svariati studi psicologici sulla sua personalit:
sia la sua ossessiva fedelt alla routine sia la sua fissazione per aree di
interesse estremamente specifiche avevano portato gli psicologi alla
conclusione che Halliday soffrisse della Sindrome di Asperger o di
qualche altro tipo di autismo ad alto funzionamento.)
Al di l
della sua eccentricit, nessuno aveva mai messo in dubbio il genio di
Halliday. I giochi che aveva ideato creavano dipendenza, e avevano un
successo incontrollabile. Alla fine del Ventesimo secolo, Halliday era
comunemente visto come il pi grande ideatore di videogiochi della sua
generazione e osavano dire alcuni di tutti i tempi.
Anche Ogden Morrow era un programmatore brillante, ma il suo vero
talento era il fiuto per gli affari. Oltre a collaborare alla creazione dei
giochi della compagnia, era stato la mente di tutte le prime campagne di
marketing e distribuzione dello shareware, conseguendo risultati

sorprendenti. Quando la Gregarious Games apr le porte al pubblico, i


suoi prodotti erano gi lanciati nella stratosfera.
A trentanni appena compiuti, Halliday e Morrow erano
multimiliardari. Comprarono due ville nella stessa via. Morrow
acquist una Lamborghini, si prese delle ferie prolungate e inizi a
viaggiare per il mondo. Halliday compr e restaur una delle DeLorean
usate nei film di Ritorno al futuro, continu a passare il tempo ancorato
alla tastiera del computer e impieg il suo denaro per accumulare quella
che in seguito sarebbe diventata la pi grande collezione privata di
videogiochi classici, modellini dei personaggi di Guerre Stellari, cestini
da pranzo vintage, albi a fumetti.
Proprio al culmine del successo, sembr che la Gregarious Games fosse
precipitata nellinattivit. Per molti anni non uscirono nuovi giochi.
Morrow rilasciava comunicati sibillini, sosteneva che la compagnia
fosse al lavoro su un progetto ambizioso grazie al quale avrebbe
imboccato una direzione completamente nuova. Inizi a circolare la
voce che la Gregarious Games stesse sviluppando un nuovo hardware
di gioco e che questo progetto segreto stava rapidamente esaurendo le
considerevoli risorse finanziarie della societ. Si aveva il sospetto
fondato che Halliday e Morrow stessero investendo tutto nella nuova
impresa della compagnia. Si diceva che la Gregarious Games fosse
sullorlo della bancarotta.
Quandecco, nel dicembre del 2012, che la Gregarious Games si diede
un nuovo nome, Gregarious Simulation Systems, e lanci la sua
ammiraglia lunica, in effetti, cui la GSS avrebbe dato luce: OASIS
lOntologicamente Antropocentrica Simulazione di Immersione
Sensoriale.
OASIS avrebbe cambiato il modo di vivere, lavorare e comunicare in
tutto il mondo. Avrebbe rivoluzionato lintrattenimento, il social
networking e persino la politica globale.
Sebbene allinizio venisse pubblicizzato come un nuovo tipo di
multiplayer di massa, OASIS si trov presto a evolversi in un nuovo
stile di vita.
Prima di OASIS, i giochi Massively Multiplayer Online (o MMO)
erano stati i primi mondi sintetici condivisi. Davano a migliaia di
giocatori la possibilit di coesistere, simultaneamente, in un mondo
virtuale a cui si connettevano via internet. Si trattava di paesaggi
relativamente poco articolati: un solo mondo o una dozzina di piccoli

pianeti. I giocatori dei MMO potevano esplorare questi mondi soltanto


attraverso una finestra bidimensionale il monitor del computer e
potevano interagire usando tastiera, mouse o altri dispositivi
rudimentali.
La Gregarious Simulation Systems elev il concetto su cui si basava il
MMO a un livello completamente nuovo. OASIS non confinava i suoi
utenti in un pianeta solo, e nemmeno in una dozzina. OASIS includeva
centinaia (e successivamente migliaia) di mondi da esplorare:
tridimensionali, ad alta risoluzione, meticolosamente curati in ogni
dettaglio grafico, dagli insetti ai fili derba, dal vento alle condizioni
meteorologiche. Gli utenti potevano circumnavigare qualunque pianeta
senza imbattersi nello stesso tipo di terreno per pi di una volta. Anche
nella sua prima incarnazione, la portata di tale simulazione era
impressionante.
Halliday e Morrow parlavano di OASIS come di una realt opensource, un universo online malleabile cui chiunque poteva accedere,
usando un computer o una console per videogiochi. Giusto il tempo del
login, e poi via: scappare dalle fatiche della vita quotidiana. Era
possibile cucirsi addosso un personaggio assolutamente nuovo e avere
il controllo totale del proprio aspetto e della propria voce. Su OASIS, i
grassi potevano diventare magri, i brutti belli, i timidi estroversi. O
anche lopposto. Si poteva cambiare nome, et, sesso, etnia, altezza,
peso, voce, colore dei capelli, struttura ossea. O si poteva, di punto in
bianco, abbandonare la propria essenza umana e diventare un elfo, un
orco, un alieno, o una qualsiasi altra creatura della letteratura, del
cinema, della mitologia.
Su OASIS diventavi quello che volevi senza mai dover rivelare la tua
vera identit, perch lanonimato era garantito.
Gli utenti potevano modificare i contenuti dei mondi virtuali di OASIS
o crearne di nuovi. La presenza online delle persone non si limitava pi
a un singolo sito o profilo. Su OASIS chiunque poteva creare il proprio
pianeta privato e costruirsi una villa virtuale, arredandola e
dipingendola a piacimento, per poi invitare giusto quel migliaio di
amici per festeggiare. E quegli amici potevano venire da ogni parte del
mondo, potevano trovarsi in luoghi dai fusi orari differenti.
La chiave del successo di OASIS consisteva nelle due nuove
componenti dellinterfaccia hardware introdotte dalla GSS, senza le

quali non era possibile accedere alla simulazione: il visore OASIS e i


guanti aptici.
Il visore OASIS, taglia unica e senza fili, era poco pi grande di un
normale paio di occhiali. Con lausilio di laser a bassa potenza
disegnava i paesaggi sbalorditivamente reali di OASIS sulle retine
dellutente, immergendo lintero campo visivo nel mondo virtuale.
Il visore era anni luce pi avanti dei goffi gingilli da realt virtuale che
erano circolati fino ad allora, e rappresentava un mutamento
paradigmatico nei dispositivi da realt virtuale. Lo stesso valeva per i
sottilissimi guanti aptici, grazie ai quali gli utenti, controllando
direttamente le mani del proprio avatar, interagivano con il mondo
virtuale proprio come vi si trovassero dentro. Quando raccoglievi un
oggetto, quando aprivi una porta, quando guidavi un veicolo, i guanti
aptici ti facevano sentire ogni superficie come se la stessi toccando
davvero. I guanti permettevano cos recitava lo spot pubblicitario di
allungare una mano e toccare OASIS. Insieme, il visore e i guanti
avevano reso lentrata in OASIS unesperienza senza precedenti e,
dopo il primo assaggio, nessuno tornava a essere quello di prima.
Il software alla base della simulazione, il nuovissimo Motore della
Realt OASIS creato da Halliday, rappresentava anchesso
unincredibile innovazione tecnologica. Aveva superato i limiti da cui
erano vessate le altre simulazioni. I MMO precedenti erano stati
costretti, oltre che a contenere le dimensioni dei mondi, a limitare le
proprie comunit virtuali a poche migliaia di utenti per server. Se
troppe persone erano connesse nello stesso momento, la simulazione
rallentava fino a fermarsi e gli avatar si bloccavano, congelati, mentre il
sistema cercava di riprendersi. Ma OASIS utilizzava uno schieramento
di server, con alta tolleranza agli errori, che traevano ulteriore potenza
di processamento dai computer connessi. Quando fu inaugurato, OASIS
riusciva a sostenere il peso di cinque miliardi di utenti simultanei, senza
latenza percepibile n la possibilit di un crash del sistema.
Il lancio di OASIS venne sponsorizzato da unenorme campagna di
marketing. Le dilaganti pubblicit in televisione, sui cartelloni e su
internet mostravano unoasi lussureggiante, con tanto di palme su
uno specchio dacqua azzurra, circondata su tutti i lati dal pi arido
deserto.
La nuova impresa della GSS ebbe un successo devastante sin dal primo
giorno. OASIS era ci che tutti sognavano da decenni. La realt

virtuale a lungo promessa era arrivata, finalmente, ed era anche


meglio di quello che ci si immaginava. OASIS era unutopia della rete.
Un ponte ologrammi domestico. E qual era il suo pi grande punto di
forza? Il fatto che fosse gratis.
I giochi online, al tempo, generavano introiti facendo pagare a ogni
utente uniscrizione mensile. La GSS faceva pagare una quota di
iscrizione di venticinque centesimi in cambio di un account OASIS a
vita. Le pubblicit sbandieravano tutte lo stesso slogan: OASIS Il pi
grande videogioco mai creato per un solo quarto di dollaro.
In un momento di forte tensione sociale e culturale, mentre una buona
parte della popolazione mondiale cercava una fuga dalla realt, fu
proprio OASIS a fornirla, in forma legale, sicura, conveniente a livello
economico e che non creava dipendenza (comprovato dai medici). La
crisi energetica contribu in grande misura alla travolgente popolarit di
OASIS. Il prezzo del petrolio, in continua e vertiginosa ascesa, rendeva
i viaggi in auto e in aereo poco abbordabili per il cittadino medio, e
OASIS divenne lunica via di fuga che tutti potevano permettersi. Lera
dellenergia abbondante, a buon mercato, stava per chiudersi; la povert
e il malcontento si diffondevano come un virus. Di giorno in giorno,
sempre pi persone avevano motivi per cercare conforto nellutopia
virtuale di Halliday e Morrow.
Ogni impresa che volesse aprire un negozio su OASIS doveva affittare
o acquistare dalla GSS un immobile che era allo stesso tempo reale e
virtuale (Morrow le aveva subito chiamate propriet surreali). In
questottica, la societ aveva destinato al Settore 1 lintera area degli
affari e inizi immediatamente a vendere e affittare milioni di isolati di
propriet surreali. Centri commerciali grandi come citt furono
innalzati in un batter docchio, e le vetrine si diffusero sui pianeti come
muffa che divora unarancia al ritmo di una sequenza fotografica. Lo
sviluppo urbano non era mai stato cos facile.
Oltre ai miliardi di dollari che la GSS accumul vendendo lotti
inesistenti nella realt, la vendita di oggetti e veicoli virtuali riusc
altrettanto bene. OASIS divenne una parte talmente integrante della vita
sociale quotidiana che gli utenti erano pi che disposti a sganciare soldi
veri per comprare accessori ai propri avatar: abiti, mobili, case, auto
volanti, spade magiche, mitragliatrici. In sostanza, non si trattava di
altro che una sfilza di zero e di uno salvati sui server di OASIS, ma
erano anche degli status symbol. Nella maggior parte dei casi costavano

soltanto pochi crediti, ma il costo della manifattura era nullo per la GSS
e ci significava un unico, grande profitto. Pur in piena recessione
economica, OASIS concedeva agli americani la possibilit di
continuare a dedicarsi al loro passatempo preferito: lo shopping.
OASIS presto fu la ragione principale per connettersi a internet, a tal
punto che, gradualmente, OASIS e internet divennero sinonimi. E
OASIS os, tridimensionale, incredibilmente semplice da usare e offerto
gratuitamente dalla GSS, divenne il sistema operativo pi famoso della
Terra.
Nellarco di pochissimo tempo, miliardi di persone in tutto il mondo
lavoravano e giocavano quotidianamente su OASIS. Ci si incontrava, ci
si innamorava, ci si sposava senza aver mai messo piede nello stesso
continente. I confini tra la vera identit di un individuo e quella del suo
avatar iniziarono a confondersi.
Era lalba di una nuova era, unera in cui il genere umano avrebbe
trascorso la maggior parte del tempo libero allinterno di un videogioco.
0006
Il resto della giornata pass in fretta fino allultima lezione,
quella di latino.
Gli studenti, di solito, studiavano una lingua straniera che un giorno
sarebbe potuta tornare utile: il mandarino, lhindi, lo spagnolo. Io avevo
scelto il latino perch James Halliday aveva studiato latino. E, di tanto
in tanto, nelle sue prime avventure grafiche, impiegava parole o frasi in
latino. Purtroppo, nonostante le possibilit illimitate che OASIS le
metteva a disposizione, la professoressa Rank faceva una gran fatica a
rendere interessanti le lezioni di latino. Inizi con il ripasso di una serie
di verbi che io avevo gi imparato a memoria; la mia attenzione, quindi,
vag altrove quasi subito.
OASIS impediva agli studenti di accedere, durante le lezioni, a dati o
programmi non autorizzati dallinsegnante, cos da evitare che la classe
si distraesse guardando film, giocando o chattando anzich seguire le
spiegazioni. Per mia fortuna, durante lanno precedente avevo scoperto
un bug nel software della biblioteca della scuola e, sfruttandolo,
riuscivo ad accedere a qualunque libro, compreso lAlmanacco di
Anorak. Quando mi annoiavo (come in quel momento) lo mettevo su
una finestra del mio display e, per passare il tempo, rileggevo i miei
passaggi preferiti.
In quei cinque anni, lAlmanacco era diventato la mia Bibbia. Come
quasi tutti i libri, era accessibile solo in formato elettronico. Ma, poich

volevo leggerlo durante il giorno, la notte e anche durante le


interruzioni di corrente troppo frequenti nelle cataste , avevo rimesso
in sesto una vecchia stampante laser e me lero stampato su carta. Poi
ne avevo inserito le pagine in un raccoglitore a tre anelli che tenevo
nello zaino e avevo studiato lAlmanacco fino a conoscerne a memoria
ogni parola.
LAlmanacco era pieno di riferimenti a libri, serie tv, film, canzoni,
graphic novel, videogiochi, molti dei quali avevano pi di quarantanni
ed erano quindi scaricabili gratuitamente su OASIS. Se qualcosa non
era disponibile in maniera legale e gratuita, riuscivo quasi sempre a
procurarmela su Guntorrent, un programma di file sharing usato dai
Gunter di tutto il mondo.
Nella mia ricerca non prendevo mai scorciatoie facili. Per cinque lunghi
anni avevo studiato a fondo tutte le letture imprescindibili per un
Gunter. Douglas Adams. Kurt Vonnegut. Neal Stephenson. Richard K.
Morgan. Stephen King. Orson Scott Card. Terry Pratchett. Terry
Brooks. Bester, Bradbury, Haldeman, Heinlein, Tolkien, Vance,
Gibson, Gaiman, Scalzi, Zelazny. Avevo letto tutti i romanzi di tutti gli
autori preferiti di Halliday.
E non mi ero fermato l.
Avevo anche guardato ogni film citato nellAlmanacco. Quanto ai suoi
preferiti, come Wargames, Ghostbusters, Scuola di geni, Sapore di
hamburger, La rivincita dei nerds, li rivedevo finch non ne ricordavo
ogni scena a memoria.
Avevo divorato tutte quelle che Halliday chiamava le Trilogie Sacre:
Guerre Stellari (i film originali e i prequel, esattamente in
questordine), Il Signore degli anelli, Matrix, Mad Max, Ritorno al
futuro e Indiana Jones (Halliday aveva detto, una volta, che faceva finta
che gli altri film di Indiana Jones, dal Regno del teschio di cristallo in
poi, non esistessero. Io, tendenzialmente, ero daccordo).
Avevo anche assimilato le intere filmografie dei suoi registi preferiti.
Cameron, Gilliam, Jackson, Fincher, Kubrick, Lucas, Spieberg,
Tarantino. E, naturalmente, Kevin Smith.
Per tre mesi avevo studiato tutti i teen movie di John Hughes e avevo
memorizzato le parti di dialogo fondamentali.
Soccombono i deboli. I forti sopravvivono.
Si pu proprio dire che avessi fatto il mio dovere.

Avevo studiato i Monty Python. E non solamente il Sacro Graal. Ogni


loro film, disco, libro; ogni episodio delle serie andate in onda sulla
BBC. (S, compresi i due episodi perduti che avevano girato per la
televisione tedesca.) Non avevo intenzione di cavarmela con poco.
E non volevo farmi sfuggire qualcosa di palese.
Cos, a un certo punto, chiss quando, iniziai a perdere la testa.
In effetti, possibile che avessi gi cominciato a impazzire.
Guardai tutti gli episodi di Ralph supermaxieroe, Airwolf, A-Team,
Supercar, Misfits of Science e anche del Muppet Show.
E i Simpson, mi domanderete?
Conoscevo Springfield meglio della mia citt.
Star Trek? Oh, i compiti li avevo fatti. La serie originale, TNG, DS9. E
poi Voyager ed Enterprise. Li avevo guardati tutti in ordine
cronologico. Film inclusi. Phaser puntati sullobiettivo.
Mi ero immerso in un corso intensivo di cartoni anni ottanta del sabato
mattina.
Imparai il nome di ogni Transformer e Gobot.
Land of the Lost, Thundarr il barbaro, He-man, Schoolhouse Rock!,
G.I. Joe Li conoscevo tutti. Perch la conoscenza met della
battaglia.
Chi mi era amico quando le cose si mettevano male? H.R. Pufnstuf.
Ma il Giappone? Mi ero occupato del Giappone?
S. E non poco. Anime, live action. Godzilla, Gamera, Star Blazers,
Space Giants, Gatchaman. Superauto Mach 5!
Non ero un dilettante qualunque.
Non cazzeggiavo.
Quanto alla musica? Be, con la musica le cose si complicavano.
Ci misi un po.
Gli anni ottanta erano stati un decennio lungo (dieci anni) e Halliday
non aveva un gusto selettivo. Ascoltava qualsiasi cosa. E, di
conseguenza, anchio. Pop, rock, new wave, punk, heavy metal. Police
e Journey, R.E.M. e Clash. Me li ero procurati tutti.
Macinai lintera discografia dei They Might Be Giants in meno di due
settimane. I Devo mi richiesero un po di pi.
Su YouTube guardai una serie di video di ragazze carine e occhialute
che, con lukulele, suonavano cover di pezzi anni ottanta. Tecnicamente
parlando, non faceva parte della ricerca, ma soffrivo di un grave

feticismo nei confronti delle ragazze carine e occhialute che suonavano


lukulele: non posso spiegarlo n giustificarlo.
Imparai i testi. Testi idioti di band con nomi quali Van Halen, Bon Jovi,
Def Leppard, Pink Floyd.
Continuai imperterrito.
Trascorsi intere notti in bianco, al lume della mia lanterna.
Lo sapevate, a proposito di lanterne, che una band australiana si
chiamava davvero Midnight Oil, e nel 1987 fece uscire un singolo
intitolato Beds Are Burning?
Ero ossessionato. Non riuscivo a smettere. I voti scolastici ne
risentivano. Non mimportava.
Lessi ogni numero di ogni fumetto che Halliday aveva nella sua
collezione.
Non avrei mai lasciato che qualcuno mettesse in dubbio la mia
dedizione.
Soprattutto nel campo dei videogiochi.
I videogiochi erano la mia area di specializzazione.
La mia specializzazione a doppia arma.
La mia scelta ideale al Rischiatutto.
Avevo scaricato tutti i giochi accennati o citati nellAlmanacco, da
Akalabeth a Zaxxon. Consumavo ogni gioco fino a diventarne esperto,
poi passavo al successivo. Vi meravigliereste a scoprire quanta ricerca
una persona possa fare, in mancanza di un qualsiasi tipo di vita. Dodici
ore al giorno, sette giorni su sette: un sacco di tempo da dedicare allo
studio.
Avevo esaminato a fondo ogni genere e piattaforma. Videogiochi a
gettone, per pc, per console, per console portatile. Avventure testuali,
sparatutto in prima persona, RPG in terza persona. Antichissimi classici
da 8, 16 e 32 bit, tutti scritti nel secolo precedente. Pi difficile era un
gioco, pi mi piaceva. E, via via che giocavo con queste reliquie
digitali, notte dopo notte, anno dopo anno, scoprii di avere un talento.
Completavo i giochi dazione in poche ore, e non cera avventura
grafica o videogioco di ruolo che non riuscissi a risolvere. Non avevo
mai bisogno di soluzioni o trucchi. Tutto si incastrava perfettamente.
Ed ero ancora pi bravo con i vecchi arcade. Di fronte a classici ad alta
velocit come Defender ero unaquila in volo, mi sentivo come si deve
sentire uno squalo mentre scandaglia il fondo di un oceano. Per la

prima volta nella mia vita, sapevo cosa significasse avere un talento
innato. Un dono.
Ma non fu la mia ricerca sistematica tra i film, i fumetti e i videogiochi
a procurarmi il primo vero indizio. Questo mi giunse mentre studiavo la
storia dei vecchi giochi di ruolo, quelli fatti di carta e penna.
Sulla prima pagina dellAlmanacco erano stampati i quattro versi
in rima che Anorak aveva declamato nellInvito.
Tre chiavi, ognuna una porta aprir Che il valor dei viandanti
prover Chi lardue prove superar sapr Giunto alla Fine, il premio
otterr
A un primo sguardo, sembrava lunico accenno esplicito alla
gara contenuto nellAlmanacco.
Ma, seppellito sotto a quella serie di annotazioni deliranti e saggi sulla
cultura pop, trovai un messaggio nascosto.
Allinterno dellAlmanacco, disseminate nel testo, cerano alcune
lettere marcate. Ciascuna era contrassegnata da una minuscola tacca,
quasi invisibile, che ne spezzava il contorno. La prima volta che avevo
notato le tacche, era passato un anno dalla morte di Halliday. Stavo
leggendo la mia copia cartacea dellAlmanacco, e mi ero convinto che
le tacche non fossero altro che trascurabili difetti di stampa dovuti
probabilmente al tipo di carta o alla stampante, troppo antiquata, che
avevo usato. Ma, quando controllai sul sito di Halliday la versione
digitale del libro, trovai le stesse tacche sulle medesime lettere.
Ingrandendo una singola lettera, le tacche erano chiare come il sole.
Le aveva messe Halliday. Aveva marcato le lettere per un motivo.
Scoprii che, sparse per il libro, si trovavano centodiciotto lettere
intaccate. Le trascrissi nellordine in cui erano disposte, e fu allora
che comparve una scritta che aveva un senso. Mentre trascrivevo il
tutto nel diario del Graal, ci manc poco che non rimanessi secco per
lemozione.
Quella Chiave di Rame, o esploratori in una tomba ricolma dorrori
Ma molto c da imparare Se un posto vuoi guadagnare
Nella
schiera dei punteggi migliori
Ovviamente, anche altri Gunter
avevano scoperto il messaggio nascosto, ma furono abbastanza
avveduti da non rivelarlo. Se non altro, per qualche tempo. A sei mesi
dalla mia scoperta, venne trovato anche da una matricola spaccona del
MIT. Si chiamava Steven Pendergast e decise di guadagnarsi i suoi
quindici minuti di celebrit condividendo con i media la sua scoperta.
Per un mese, i telegiornali mandarono in onda continuamente interviste

con quel coglioncello, bench non avesse nemmeno un indizio legato al


significato del messaggio. Da allora, rivelare al pubblico un indizio
venne chiamato fare un Pendergast.
Una volta che il messaggio fu di pubblico dominio, i Gunters lo
rinominarono il limerick. Erano ormai quattro anni che il mondo
intero ne era a conoscenza, ma nessuno comprendeva il suo vero
significato, e la Chiave di Rame non era ancora stata trovata.
Sapevo che Halliday aveva inserito indovinelli simili in molte delle sue
prime avventure grafiche, e ogni indovinello aveva un senso, nel
contesto del gioco. Perci dedicai unintera sezione del mio diario del
Graal alla decifrazione del limerick verso per verso.
Quella Chiave di Rame, o esploratori Il verso era piuttosto chiaro.
Nessun significato nascosto da rilevare.
in una tomba ricolma dorrori Questo verso era pi complicato.
Preso alla lettera, sembrava indicare che la chiave fosse nascosta da
qualche parte, in una tomba piena di roba spaventosa. Ma durante la
mia ricerca scoprii che un vecchio supplemento di Dungeons &
Dragons, pubblicato nel 1981, si intitolava La tomba degli orrori. Dal
momento in cui vidi il titolo, fui certo che il secondo verso del limerick
facesse riferimento proprio a quello. Per tutto il liceo, Halliday e
Morrow avevano giocato ad Advanced Dungeons & Dragons, insieme
ad altri giochi di ruolo da tavolo come GURPS, Champions, Car Wars e
Rolemaster.
La tomba degli orrori era un libretto che veniva chiamato modulo.
Includeva mappe dettagliate e descrizioni delle stanze di un labirinto
sotterraneo, infestato di creature non-morte, che i giocatori potevano
esplorare con ciascun personaggio. Il Dungeon Master leggeva il
modulo e guidava gli altri giocatori nel corso della storia, descrivendo
tutto ci che vedevano e incontravano lungo il percorso.
Pi apprendevo sul conto di questi vecchi giochi di ruolo, pi mi
rendevo conto che un modulo di D&D era lequivalente primitivo delle
missioni su OASIS. E i personaggi di D&D erano, in fondo, gli avatar.
In un certo senso, i primi GDR erano stati anche le prime simulazioni
virtuali, ben prima che i computer fossero abbastanza potenti da
permetterselo. A quei tempi, se volevi rifugiarti in un mondo
alternativo, dovevi creartelo con la tua testa, qualche foglio di carta,
matite, dadi e un regolamento. Questa consapevolezza mi lasci
stordito. Cambi il mio punto di vista sulla caccia allEaster Egg di

Halliday. Da quel momento in poi, vidi la Caccia come un


elaboratissimo modulo di Dungeons & Dragons. Chiaramente, Halliday
era il Dungeon Master, anche se controllava il gioco dal fondo della sua
bara.
Nei meandri polverosi di un vecchio archivio FTP trovai una copia
digitale dellormai cinquantenne Tomba degli orrori. Studiandola,
cominciai a formulare una teoria: da qualche parte, su OASIS, Halliday
aveva ricreato la Tomba degli orrori, dentro la quale aveva nascosto la
Chiave di Rame. Trascorsi i mesi successivi ad approfondire il mio
studio del modulo, memorizzandone le mappe e le descrizioni di ogni
stanza, per prepararmi al giorno in cui avrei finalmente capito dove si
trovasse. Ecco il problema: il limerick non dava alcun suggerimento
riguardo al luogo in cui Halliday potesse aver nascosto la maledetta
chiave. Lunico indizio sembrava essere Ma molto c da imparare se
un posto vuoi guadagnare nella schiera dei punteggi migliori.
Quelle parole mi risuonarono in testa cos a lungo che mi venne voglia
di gridare dalla frustrazione. Molto c da imparare. S, ok, benissimo.
Ma devo imparare cosa?
OASIS era popolato da migliaia di pianeti, e Halliday poteva aver
nascosto la sua ricostruzione della Tomba degli orrori su uno qualsiasi
di questi mondi. Setacciarli tutti, uno per uno, avrebbe richiesto
uneternit. Anche se avessi avuto le risorse per farlo.
Il luogo ovvio da cui iniziare la ricerca era un pianeta di nome Gygax,
allinterno del Settore 2. Halliday stesso aveva scritto i codici per quel
pianeta, che aveva cos battezzato in omaggio a Gary Gygax, uno dei
creatori di Dungeons & Dragons e autore della Tomba degli orrori.
Secondo la Gunterpedia (la wiki dei Gunter), il pianeta Gygax era
disseminato di riproduzioni di moduli ripresi da D&D, ma non cera
traccia della Tomba degli orrori. E sembrava che non fosse presente in
nessun altro dei mondi OASIS a tema D&D. I Gunter avevano
ispezionato quei pianeti da cima a fondo, avevano battuto ogni
centimetro quadrato di terreno: se ci fosse stata una riproduzione della
Tomba degli orrori, lavrebbero scovata gi da tempo.
Perci la tomba doveva essere nascosta da qualche altra parte. E non
avevo la minima idea di dove. Ma mi ripetevo che, persistendo nella
mia ricerca, avrei infine scoperto ci di cui avevo bisogno per capire
dove si trovasse. A pensarci bene, era probabilmente ci che Halliday

intendeva con Ma molto c da imparare se un posto vuoi guadagnare


nella schiera dei punteggi migliori.
Quandanche gli altri Gunter avessero condiviso la mia interpretazione
del limerick, sarebbero stati abbastanza furbi da non rivelarlo. Sui
forum di Gunter non mi era mai capitato di trovare post che
riguardassero la Tomba degli orrori. Daltra parte, chi poteva garantirmi
che ci non fosse da imputare al fatto che era la mia teoria sul modulo
di D&D a essere stupida e sbagliata?
E cos continuai a guardare, leggere, ascoltare e studiare, preparandomi
al giorno in cui, finalmente, mi sarei imbattuto nellindizio che mi
avrebbe condotto alla Chiave di Rame.
E poi accadde. Mentre ero seduto a fantasticare, durante la lezione di
latino.
0007
La professoressa Rank era in piedi, di fronte allintera
classe, e coniugava lentamente voci verbali. Prima le pronunciava in
inglese, poi in latino e, mentre parlava, ogni verbo compariva
automaticamente sulla lavagna dietro di lei. Tutte le volte che
sprofondavamo nel tedio della coniugazione verbale, non riuscivo a
togliermi dalla testa una vecchia canzone di Schoolhouse Rock! To run,
to go, to get, to give. Verb! Youre whats happenin!
La stavo canticchiando tra me e me quando la professoressa Rank
cominci a coniugare il verbo imparare. Imparare. Discere disse.
Questo dovrebbe essere facile da ricordare, perch somiglia al verbo
inglese discern, che significa anche imparare.
Sentirla ripetere il termine imparare mi ricord subito il limerick. Ma
molto c da imparare se un posto vuoi guadagnare nella schiera dei
punteggi migliori.
La professoressa Rank continu, inserendo il verbo in una frase.
Andiamo a lezione per imparare disse. Petimus scholam ut litteras
discamus. E proprio allora quel pensiero mi colp. Come unincudine
dal cielo, direttamente sulla mia scatola cranica. Guardai i miei
compagni di classe. Che gruppo di persone ha molto da imparare?
Gli studenti. Gli studenti del liceo.
Mi trovavo su un pianeta brulicante di studenti, studenti che avevano
molto da imparare.
E se il limerick avesse inteso che la tomba si trovava proprio qui, su
Ludus, lo stesso pianeta su cui mi ero rigirato i pollici per cinque anni?

Poi mi ricordai che anche Ludus era un termine latino e significava


scuola. Aprii il dizionario di latino per ricontrollare la definizione, e
fu allora che mi accorsi che la parola aveva pi di un significato. Ludus
poteva significare scuola, ma voleva dire anche sport, o gioco.
Gioco.
Caddi dalla sedia pieghevole e atterrai con un tonfo sordo sul
pavimento del mio nascondiglio. La console OASIS percep il
movimento e lo trasmise al mio avatar rischiando di farlo finire sul
pavimento dellaula, ma il software disciplinare scolastico lo blocc e
sul mio display si illumin un messaggio davviso: Resta seduto
durante la lezione, per favore!
Cercai di contenere lemozione. Forse ero saltato alle conclusioni un
po troppo in fretta. Del resto, su altri pianeti di OASIS vi erano
centinaia di scuole private e universit. Il limerick poteva riferirsi a
quelle. Ma non ne ero cos convinto. Ludus aveva pi senso. James
Halliday aveva donato miliardi di dollari per finanziare la creazione del
servizio scolastico pubblico cos da dimostrare lenorme potenziale di
OASIS come strumento educativo. E, prima di morire, Halliday aveva
messo in piedi una fondazione per assicurarsi che la scuola pubblica di
OASIS avesse sempre fondi sufficienti per andare avanti. La
Fondazione Apprendimento Halliday garantiva ai bambini poveri del
mondo lhardware OASIS e una connessione internet per poter seguire
le lezioni.
Erano stati proprio i programmatori della GSS a progettare e costruire
Ludus e le sue scuole, perci era plausibile che Halliday stesso avesse
dato il nome al pianeta. Non solo: aveva accesso al codice sorgente del
mondo, qualora volesse nascondervi qualcosa.
Queste illuminazioni cominciarono a detonare nel mio cervello come
bombe atomiche che esplodevano a catena.
Secondo ci che veniva detto nel modulo di D&D, lingresso alla
Tomba degli orrori era nascosto vicino a una collinetta, bassa e
smussata, meno di trecento metri in lunghezza e poco pi di duecento in
larghezza. La cima della collina era ricoperta di grosse pietre nere,
sistemate in maniera tale che, viste dallalto, raffigurassero le orbite, le
narici e i denti di un teschio umano.
Ma se su Ludus ci fosse stata una collina simile, non era forse
impossibile che fosse stata ignorata finora?

Forse no. Ludus era disseminato di foreste, che ricoprivano gli ampi
spazi liberi tra le migliaia di campus. Alcune foreste erano tanto vaste
da estendersi per decine e decine di chilometri quadrati. Pochi studenti
vi si erano avventurati, perch non cera nulla di interessante da fare o
vedere. Come i campi, i fiumi e i laghi, le foreste di Ludus non erano
altro che paesaggi generati automaticamente e inseriti per riempire gli
spazi vuoti.
Naturalmente, nella lunga permanenza che il mio avatar aveva dovuto
scontare su Ludus, avevo esplorato, per noia, qualche foresta vicino alla
mia scuola. Ma non avevo trovato altro che alberi e pochi uccelli,
conigli e scoiattoli (uccidere queste creaturine non garantiva alcun
punto esperienza. Avevo provato anche questo).
Perci non si poteva escludere che, da qualche parte, nascosta in una
delle vaste e inesplorate macchie di Ludus, sorgesse una collina
ricoperta di pietre raffiguranti un teschio umano.
Cercai di aprire una mappa di Ludus sul display, ma non ci riuscii. Era
il sistema a impedirmelo, dato che la lezione non era ancora finita.
Lespediente che usavo per accedere alla libreria della scuola non
funzionava per il programma Mappe di OASIS.
Cazzo! mi lasciai sfuggire, irritato. Il software disciplinare filtr
limprecazione: n i miei compagni n la professoressa Rank la
sentirono. Ma un altro messaggio di avviso mi lampeggi sul display:
Volgarit rimossa Avviso cattiva condotta!
Guardai lora sul display. Mancavano esattamente diciassette minuti e
venti secondi alla fine delle lezioni. Rimasi seduto, digrignando i denti,
e contai i secondi, la mente ancora in subbuglio.
Ludus non era un mondo che riscuotesse particolare attenzione, nel
Settore 1. Non ci si aspettava che contenesse altro che scuole, perci
era lultimo posto in cui un Gunter avrebbe pensato di cercare la Chiave
di Rame. Di certo era lultimo posto in cui io avevo pensato di cercare e
ci, di per s, provava che era un nascondiglio perfetto. Ma perch
Halliday avrebbe deciso di nascondere qui la Chiave di Rame? A meno
che Non volesse che fosse trovata da uno studente.
Ero ancora immerso nelle implicazioni che quel pensiero comportava
quando suon la campanella. Tuttintorno a me, gli altri studenti
uscivano ordinatamente dalla classe o scomparivano, seduti nei loro
banchi. Anche lavatar della professoressa Rank scomparve e, poco
dopo, ero da solo nellaula.

Aprii una mappa di Ludus sul display: un mappamondo tridimensionale


galleggiava davanti ai miei occhi. Lo ruotai con la mano. Per gli
standard di OASIS, Ludus era un pianeta relativamente piccolo, un
terzo della Luna, una circonferenza di mille chilometri esatti. Un unico
continente ne ricopriva la superficie. Non cerano oceani, solo qualche
decina di vasti laghi qui e l. I pianeti di OASIS non erano reali, motivo
per cui non dovevano obbedire ad alcuna legge della natura. Su Ludus
era sempre giorno, indipendentemente dal punto in cui ci si trovava, e il
cielo era sempre di un blu terso, privo di nubi. Il sole immobile che ci
sovrastava non era altro che una fonte di luce virtuale, programmata in
un cielo immaginario.
Sulla mappa, i campus erano dei rettangoli, identici e numerati, che
punteggiavano la superficie del pianeta. Luno era separato dallaltro da
piccole vallate, fiumi, rilievi montuosi e foreste. Le foreste erano tutte
di diversa forma e grandezza, e molte di esse delimitavano le scuole.
Aprii il modulo della Tomba degli orrori accanto alla mappa.
Conteneva unillustrazione, grezza e approssimativa, della collina sotto
cui giaceva la tomba. Feci una foto alla schermata che conteneva
lillustrazione e la piazzai su un angolo del display.
Freneticamente, setacciai i miei siti pirata preferiti finch non trovai un
sofisticato plug-in di riconoscimento immagini per le mappe di OASIS.
Una volta scaricato il software da Guntorrent, mi presi qualche minuto
per capire come esaminare lintera superficie di Ludus in cerca di una
collina le cui pietre nere fossero sistemate nella forma di un teschio.
Una che avesse laspetto, le dimensioni e la sagoma dellillustrazione
presente nel modulo della Tomba degli orrori.
Dopo dieci minuti di ricerca, il software mi segnal un risultato che
poteva coincidere.
Trattenni il fiato e accostai lingrandimento della mappa di Ludus
allillustrazione del modulo. La forma della collina e del teschio
tracciato dalle pietre com
baciavano alla perfezione con il disegno.

Ridussi lingrandimento della mappa per avere conferma che


lestremit nord della collina terminasse in un dirupo di sabbia e ghiaia
friabile. Proprio come nel modulo di Dungeons & Dragons.

Lanciai un grido trionfale che riecheggi nellaula deserta e rimbalz


sulle pareti del mio minuscolo nascondiglio. Ce lavevo fatta. Avevo
trovato la Tomba degli orrori!
Quando, finalmente, riuscii a calmarmi, feci un paio di rapidi calcoli.
La collina si trovava al centro di unampia foresta informe sul lato
opposto di Ludus, a pi di quattrocento chilometri dalla mia scuola. Il
mio avatar riusciva a correre a una velocit massima di cinque
chilometri allora, perci avrei impiegato pi di tre giorni a
raggiungerla a piedi, correndo senza fermarmi mai. Se avessi potuto
teletrasportarmi, sarei arrivato l in tre minuti. Per un distanza cos
ravvicinata, il costo non sarebbe stato alto, probabilmente qualche
centinaio di crediti. Purtroppo, per, era comunque pi del mio saldo
OASIS attuale, che corrispondeva a un grosso, ingombrante zero.
Valutai le mie possibilit. Aech avrebbe potuto prestarmi i soldi per
pagare la tratta, ma non volevo chiedergli aiuto. Se non ero in grado di
raggiungere la tomba con le mie risorse, non meritavo nemmeno di
raggiungerla. Inoltre, avrei dovuto mentire a Aech sullo scopo del
denaro e, non avendogli mai chiesto un prestito prima dallora,
qualsiasi scusa avessi addotto lo avrebbe insospettito.
Pensando a Aech, non potevo che sorridere. Sarebbe andato fuori di
testa quando lo avrebbe scoperto. La tomba era nascosta a meno di
settanta chilometri dalla sua scuola! Era praticamente nel suo giardino.
Questo pensiero scaten nella mia mente unidea che mi fece balzare in
piedi. Corsi fuori dalla classe, lungo il corridoio.
Non solo avevo trovato una soluzione per raggiungere il lato opposto di
Ludus, ma sapevo come far s che la scuola mi pagasse il teletrasporto.
Tutte le scuole pubbliche di OASIS si dotavano di diverse squadre
sportive: cera il wrestling, il calcio, il football americano, il baseball, la
pallavolo, e una serie di altri sport che non si potevano praticare nel
mondo reale, come il Quidditch o il rubabandiera a gravit zero. Gli
studenti che appartenevano alle squadre andavano in trasferta come
nelle scuole del mondo reale e giocavano usando unattrezzatura
sportiva aptica che richiedeva a ognuno di correre davvero, saltare, tirar
calci, placcare, e cos via. Le squadre si allenavano la sera,
festeggiavano prima delle partite e si recavano in altre scuole su Ludus
per giocare. La nostra scuola regalava buoni per il teletrasporto a tutti
gli studenti che volessero assistere a una partita fuori casa, affinch
potessero sedersi sugli spalti a fare il tifo per la vecchia SPO n. 1873. Io

avevo sfruttato lofferta soltanto una volta, quando la nostra squadra di


rubabandiera aveva giocato contro la scuola di Aech nei campionati
della SPO.
Giunto nellufficio scolastico, diedi una scorsa al programma delle
attivit e trovai immediatamente ci che cercavo. Quella sera stessa, la
nostra squadra di football avrebbe giocato fuori casa contro la SPO

n. 0571, che si trovava pi o meno a unora di corsa dalla foresta dove


era nascosta la tomba.

Allungai una mano e selezionai la partita: un buono teletrasporto,


valido per andata e ritorno dalla SPO

n. 0571, apparve subito nellinventario del mio avatar.

Mi fermai un istante davanti al mio armadietto, giusto il tempo di


lasciare i libri e raccogliere la torcia, la spada, lo scudo e larmatura.
Poi corsi fuori dallentrata principale, lungo il prato davanti alla scuola.
Quando raggiunsi la linea rossa che ne delimitava i confini, mi guardai
intorno per assicurarmi che nessuno mi stesse osservando. Poi la
oltrepassai. La scritta Wade3 che mi fluttuava sulla testa si trasform in
Parzival. Ora che non mi trovavo pi nellarea scolastica, potevo
riprendere il nome del mio avatar. Potevo anche oscurarlo del tutto, ed
quello che feci: volevo viaggiare in incognito.
La stazione di teletrasporto pi vicina si trovava a pochi passi dalla
scuola, in fondo a un sentiero di ciottoli. Era un ampio padiglione a
cupola sostenuto da una dozzina di colonne in avorio. Ogni colonna era
contrassegnata da unicona di teletrasporto OASIS, una T maiuscola al
centro di un esagono blu. Lultima lezione si era conclusa da pochi
minuti, perci un flusso regolare di avatar si ammassava nella stazione.
Allinterno, cerano lunghe file di cabine blu, la cui forma e colore mi
ricordavano il TARDIS (tempo e relativa dimensione nello spazio) del

Doctor Who. Mi infilai nella prima cabina libera che trovai e le porte si
chiusero automaticamente dietro di me. Non cera bisogno che inserissi
la destinazione sullo schermo tattile perch era gi inclusa nel mio
buono. Mi limitai a inserire il buono in una fessura e, sullo schermo,
apparve una mappa di Ludus che mi mostrava il tracciato dalla mia
posizione attuale alla destinazione, un punto verde che lampeggiava
accanto alla SPO n. 0571. La cabina calcol istantaneamente la distanza
che avrei percorso (462 chilometri) e il totale che la mia scuola avrebbe
dovuto pagare per il trasporto (103 crediti). Venne verificato il buono,
la tratta fu segnalata come pagata. Poi il mio avatar si smaterializz.
Riapparvi immediatamente in una cabina identica, allinterno di una
stazione identica, sul lato opposto del pianeta. Correndo fuori dalla
struttura vidi, a sud, la SPO n. 0571. Era la copia precisa della mia
scuola, solo il paesaggio circostante variava. Notai anche alcuni miei
compagni di scuola che camminavano verso lo stadio di football l
vicino, per vedere la partita e tifare per la nostra squadra. Mi chiedevo
perch si prendessero un tale disturbo. Avrebbero potuto vederla su un
canale video, e i sedili vuoti sarebbero stati riempiti da PNG che
avrebbero scolato bibite virtuali, trangugiato hot dog e tifato
scompostamente. Di tanto in tanto, avrebbero persino fatto la ola.
Correvo gi nella direzione opposta, lungo una collinetta che si
innalzava proprio dietro la scuola. Una piccola catena montuosa si
profilava allorizzonte e, alle sue pendici, potevo gi vedere la foresta
informe.
Attivai la corsa automatica per il mio avatar, poi aprii linventario e
selezionai tre oggetti. Sul mio corpo apparve larmatura; lo scudo
comparve su una fascia appesa alla mia schiena e la spada, nel suo
fodero, pendeva al mio fianco.
Stavo raggiungendo i margini della foresta quando sentii squillare il
telefono. Il display diceva che era Aech. Probabilmente telefonava per
chiedermi perch non mi fossi ancora fatto vivo nella Cantina. Ma, se
avessi risposto, gli sarebbe arrivato un video in diretta del mio avatar
che correva per i campi alla massima velocit, con la SPO n. 0571 che
si rimpiccioliva alle mie spalle. Avrei potuto rispondere aprendo solo il
canale audio, cos da nascondere la mia posizione, ma si sarebbe
insospettito. Lasciai che la chiamata passasse sulla segreteria video. Il
volto di Aech comparve in una piccola finestra del display. Chiamava
da una qualche arena PvP.

Dietro di lui, decine di avatar erano intrecciati in combattimento su un


campo di battaglia a pi livelli.
Ehi, Z! Che stai facendo? Ti fai le seghe davanti a Ladyhawke? Mi
lanci il suo ghigno da Stregatto. Fatti sentire. Penso ancora di
armarmi di popcorn e buttarmi in una maratona di Robotech. Sei dei
nostri? Riattacc e la sua immagine scomparve.
Con un messaggio di solo testo gli risposi che avevo troppi compiti da
fare e che non sarei riuscito a passare. Poi aprii di nuovo il modulo
della Tomba degli orrori e cominciai a rileggerlo, pagina per pagina. Lo
feci lentamente, con attenzione, poich ero sicuro che contenesse una
descrizione dettagliata di tutto ci che avrei incontrato di l a poco.
In un angolo disperso del mondo, sotto una collina solitaria e deserta,
recitava lintroduzione del modulo, giace la lugubre Tomba degli orrori.
Questa cripta labirintica piena di trappole, mostri arcani e feroci,
tesori magici e sfarzosi e l, da qualche parte, riposa il malefico
Demilich.
Questultima parte mi preoccupava. Un lich era una creatura nonmorta: si trattava generalmente di un mago o di un re
straordinariamente potente che si era servito della magia nera per legare
la sua volont al suo stesso cadavere tornato in vita, guadagnando cos
una forma anomala di immortalit. Giocando a innumerevoli
videogiochi e leggendo romanzi fantasy, pi volte mi ero imbattuto nei
lich. Erano creature da evitare a tutti i costi.
Studiai la mappa della tomba e le descrizioni delle stanze. Lentrata alla
tomba era sepolta nel fianco di un dirupo dissestato. Un cunicolo poi ti
conduceva a un labirinto di trentatr fra camere e sale, ognuna
ribollente di una gran variet di mostri assetati di sangue, trappole
letali, tesori (perlopi maledetti). Avresti potuto raggiungere la Cripta
di Acererak e il Demilich, soltanto se fossi riuscito a sopravvivere alle
trappole e a trovare la strada allinterno del labirinto. La stanza era
disseminata di tesori ma, toccandoli, Re Acererak, il non-morto,
sarebbe apparso e ti avrebbe fatto il culo. Se, per qualche miracolo,
fossi riuscito a sconfiggere il lich, avresti potuto portarti via il suo
tesoro e andartene dalla cripta. Missione compiuta, enigma risolto.
Se Halliday aveva riprodotto la Tomba degli orrori nella maniera
descritta dal modulo, mi trovavo in un bel guaio. Il mio avatar era una
femminuccia di Terzo Livello: nessuna arma magica, ventisette miseri
Punti Vita. Quasi tutte le trappole e i mostri descritti avrebbero potuto

uccidermi con facilit. E anche se fossi riuscito, in qualche modo, a


superarli e a raggiungere la cripta, il lich superpotente avrebbe fatto
fuori il mio avatar in pochi secondi, anche solo guardandolo.
Ma avevo un paio di punti a mio favore. Prima di tutto, non avevo poi
cos tanto da perdere. Se il mio avatar fosse stato ucciso avrei perso la
spada, lo scudo e larmatura in pelle, insieme ai tre livelli che ero
riuscito a racimolare in quegli anni. Avrei dovuto creare un nuovo
avatar di primo livello, che si sarebbe generato nellultimo luogo in cui
avevo effettuato laccesso, davanti al mio armadietto, a scuola.
Dopodich avrei potuto tornare alla tomba e riprovare. Ancora, e
ancora, ogni sera, raccogliendo Punti Esperienza e salendo di livello
finch non avessi capito dove trovare la Chiave di Rame. (Non cerano
avatar di riserva. Gli utenti OASIS potevano avere un solo avatar alla
volta. Gli hacker riuscivano a usare visori modificati per falsificare i
propri campioni retinei e crearsi un altro account ma, se venivano
scoperti, erano esclusi a vita da OASIS ed erano squalificati dalla gara
di Halliday. Nessun Gunter avrebbe mai corso un tale rischio).
Laltro mio vantaggio (o cos speravo) era che sapevo esattamente cosa
aspettarmi una volta entrato nella tomba, dato che il modulo mi offriva
una mappa dettagliata del labirinto. In pi, segnalava tutti i punti in cui
si trovavano le trappole, oltre al modo in cui evitarle o disinnescarle.
Sapevo anche quali erano le stanze in cui avrei trovato i mostri e dove
fossero nascoste le armi e i tesori. A meno che, ovviamente, Halliday
non avesse cambiato qualcosa. In tal caso ero fottuto. Ma in quel
momento ero troppo emozionato per preoccuparmene. Dopotutto,
avevo appena fatto la scoperta pi grande e importante della mia vita.
Mi trovavo a qualche minuto di distanza dal nascondiglio della Chiave
di Rame!
Finalmente, raggiunsi il margine della foresta e mi ci addentrai,
correndo. Ero in mezzo ad aceri, querce, abeti e larici, tutti rifiniti in
maniera meticolosa. Sembravano alberi generati e piazzati l con dei
template generici OASIS, ma i dettagli erano impressionanti. Mi fermai
per esaminarne uno, e vidi una fila di formiche che strisciava lungo le
venature della corteccia. Lo interpretai come il segno che ero sulla
strada giusta.
Allinterno della foresta non cerano sentieri, perci tenni aperta la
mappa in un angolo del display e la seguii fino a raggiungere la collina
del teschio che indicava lentrata della tomba. Si trovava proprio nel

punto indicato dalla mappa, in unampia radura nel bel mezzo della
foresta. Quando la raggiunsi, sembrava che il mio cuore volesse
sgusciarmi fuori dalla cassa toracica a forza di battiti.
Mi arrampicai fino alla cima della collina e fu come entrare in
unillustrazione del modulo di D&D. Halliday aveva riprodotto tutto
alla lettera. Dodici imponenti pietre nere erano sistemate sulla cima in
quella forma che ricordava i tratti di un teschio umano.
Raggiunsi lestremit a nord e discesi dove il suolo rovinava e si
sfaldava.
Consultando la mappa del modulo, trovai il punto esatto del dirupo
dove avrebbe dovuto essere nascosta lentrata della tomba. Poi, usando
il mio scudo come pala, cominciai a scavare. In pochi minuti avevo
scoperto la bocca del cunicolo, che conduceva in un oscuro corridoio
sotterraneo. Il pavimento del corridoio era un mosaico di pietre colorate
tra le quali serpeggiava un sentiero fatto di tasselli rossi. Rispecchiava,
ancora una volta, il modulo di D&D.
Spostai la mappa della Tomba degli orrori nellangolo destro del
display e ne aumentai la trasparenza. Quindi mi legai lo scudo alla
schiena ed estrassi la torcia. Mi guardai intorno ancora una volta per
essere sicuro che nessuno mi stesse spiando. Poi, afferrando la spada,
entrai nella Tomba degli orrori.
[1] To eighty-six unespressione gergale che sta per fare
piazza pulita. [N.d.T.]
[2] Citazione da Laereo pi pazzo del
mondo. Lo scambio di battute (Can you fly this plane and land it?
Surely you cant be serious
I am serious. And dont call me Shirley), che si basava
sullassonanza surely-Shirley, non stato mantenuto nel doppiaggio
italiano (Lei in grado di fare atterrare questaereo?
Non sono in grado mi hanno tolto i gradi
Glieli restituisco io. Lei il nuovo capitano). Per i puristi, abbiamo
qui mantenuto la versione originale della battuta. [N.d.T.]
0008
Le pareti del corridoio che conduceva alla tomba erano ricoperte
di strani affreschi che raffiguravano uomini, orchi, elfi e altre creature
ridotte in schiavit. Ogni rappresentazione si trovava nel punto esatto
descritto nel modulo di D&D. Sapevo che, nascoste sotto i mosaici del
pavimento, si trovavano molte botole a scatto. Se ci camminavi sopra,
si spalancavano e precipitavi in una fossa piena di spuntoni avvelenati.

Ma la posizione di tutte le botole era segnalata con chiarezza sulla


mappa che avevo con me, perci riuscii a evitarle.
Finora, tutto aveva seguito alla lettera il modulo originario. Se ci fosse
valso anche per il resto del percorso, sarei riuscito a sopravvivere
abbastanza a lungo da localizzare la Chiave di Rame. Soltanto quattro
mostri si annidavano nei sotterranei: un gargoyle, uno zombie, una
mummia e il perfido Demilich Acererak. Poich la mappa mi indicava
il punto esatto in cui ciascuno era nascosto, avrei potuto evitare di
affrontarli. A meno che, ovviamente, uno di loro non fosse stato messo
a guardia della Chiave di Rame. E potevo gi immaginarmi a chi
spettasse lonore.
Cercai di muovermi con prudenza, come se non sapessi cosa
aspettarmi.
Dopo aver evitato la Sfera di annientamento in fondo al corridoio,
individuai una porta nascosta accanto allultima trappola. Si affacciava
su un piccolo cunicolo in pendenza. La luce della torcia, che guizzava
sulle pareti di pietra umida, mi precedette nelloscurit. Mi sentivo
come in un filmetto sword & sorcery di serie B, che ne so, La spada di
Hok o Kaan principe guerriero. Iniziai a farmi strada per i sotterranei,
stanza dopo stanza. Bench sapessi esattamente dove si trovavano le
trappole, per evitarle dovevo comunque muovermi con cautela. In una
camera buia e inospitale che portava il nome di Cappella del male
trovai, nascoste tra i banchi, migliaia di monete doro e dargento.
Esattamente dove avrebbero dovuto essere. Era pi denaro di quanto il
mio avatar riuscisse a trasportare, anche con laiuto dalla Borsa
conservante che avevo trovato. Raccolsi tutte le monete doro che
potevo e queste apparvero subito nellinventario. La valuta venne
convertita automaticamente e il contatore balz a pi di ventimila,
senza dubbio la pi grande somma di denaro che avessi mai avuto.
Oltre ai crediti, il mio avatar ricevette un numero equivalente di Punti
Esperienza per essersi impossessato delle monete.
Via via che mi inoltravo nella tomba, entrai in possesso di svariati
oggetti magici. Una Spada fiammeggiante +1. Una Gemma della
visione. Un Anello di protezione +1. Trovai addirittura unArmatura
completa a placche. Erano i primi oggetti magici che il mio avatar
avesse mai avuto, e mi sentivo inarrestabile.
Quando indossai larmatura magica, questa si restrinse per assumere la
forma del mio avatar. Le cromature scintillanti mi ricordavano

larmatura spaccaculi che indossavano i cavalieri di Excalibur. Anzi,


per un istante passai alla visione in terza persona soltanto per ammirare
la figaggine del mio avatar che la indossava.
Pi andavo avanti, pi ero sicuro di me. La pianta della tomba, e cos i
suoi contenuti, continuavano a rispecchiare esattamente la descrizione
del modulo, fino allultimo dettaglio. Questo finch non raggiunsi la
Sala del trono e dei pilastri.
Era una grande camera quadrata dallalto soffitto, dalle imponenti
colonne in pietra. In fondo alla sala torreggiava unenorme pedana
rialzata sulla quale era piazzato un trono in ossidiana intarsiato di teschi
dargento e avorio.
Tutto ci combaciava con la descrizione del modulo, ma cera una
vistosa differenza. Il trono avrebbe dovuto essere vuoto, e non lo era.
Acererak, il Demi-lich, vi era seduto sopra e mi osservava trucemente,
in silenzio. Sul suo capo avvizzito luccicava una corona doro
impolverata. Rispecchiava esattamente limmagine che cera sulla
copertina del modulo. Ma secondo la descrizione, Acererak non
avrebbe dovuto essere l. Avrebbe dovuto trovarsi in una camera
funeraria, nel profondo del sotterraneo, in attesa.
Pensai di fuggire, ma decisi di non farlo. Se Halliday aveva messo il
lich in questa sala, forse ci aveva nascosto anche la Chiave di Rame.
Dovevo scoprirlo.
Attraversai la camera fino a raggiungere la base della pedana. Da qui
riuscivo a vedere il lich chiaramente. I suoi denti erano due file di
diamanti a punta, dispiegati in un sorriso senza labbra, nelle orbite
deigli occhi era incastrato un rubino.
Per la prima volta da quando ero entrato nella tomba, non sapevo quale
sarebbe stata la mia prossima mossa.
Le possibilit che avevo di sopravvivere a un combattimento unocontro-uno erano nulle, affrontando un Demilich. Il mio scarsissimo
spadino +1 non lo avrebbe neanche sfiorato, e i rubini magici nelle sue
orbite avevano il potere di succhiare la forza vitale dal mio avatar,
uccidendomi allistante. Anche uno schieramento di sei o sette avatar di
alto livello avrebbe avuto difficolt a sconfiggerlo.
Dentro di me sperai (non per lultima volta) che OASIS fosse una
vecchia avventura grafica e che potessi salvare la mia posizione. Ma
non lo era. Non potevo farlo. Se il mio avatar fosse morto qui, avrei
dovuto ricominciare da capo, senza niente. Ma non aveva senso esitare,

ormai. Se il lich mi avesse ucciso, sarei tornato la sera successiva e


avrei riprovato. Lintero sotterraneo avrebbe dovuto resettarsi non
appena fosse scoccata la mezzanotte sullorologio del server di OASIS.
In quel caso, tutte le trappole nascoste che avevo disinnescato si
sarebbero resettate e i tesori e gli oggetti magici che avevo raccolto
sarebbero riapparsi.
Toccai, sul bordo del display, licona registra, in modo che, qualsiasi
cosa fosse successa, avrei potuto conservarla in un file video che in
seguito avrei potuto rivedere e studiare. Ma, quando la toccai,
comparve un messaggio davviso che diceva registrazione non
consentita. A quanto pareva, Halliday aveva disattivato le registrazioni
allinterno della tomba.
Feci un respiro profondo, sguainai la spada, e misi un piede sullultimo
gradino della pedana. Mentre lo facevo, udii uno scricchiolio dossa e
un fruscio di pelli: Acererak stava sollevando lentamente la testa. I
rubini allinterno delle sue orbite iniziarono a brillare di unintensa luce
rossa. Arretrai a grandi passi, aspettandomi che saltasse gi e mi
attaccasse. Ma non si alz dal trono. Al contrario, riabbass la testa e
mi fiss con il suo sguardo agghiacciante. Salute, Parzival disse, con
voce stridente. Di cosa siete in cerca? Mi colse di sorpresa. Secondo
il modulo, il lich non avrebbe dovuto parlare. Avrebbe dovuto soltanto
attaccare, lasciandomi con due sole possibilit: ucciderlo o scappare via
a gambe levate.
Cerco la Chiave di Rame risposi. Poi ricordai che stavo rivolgendomi
a un re e chinai rapidamente la testa, mi misi in ginocchio e aggiunsi
Vostra Maest.
Ovvio disse Acererak, facendomi cenno di rialzarmi. E siete nel
posto giusto. Si alz, la sua pelle mummificata che si crepava come
cuoio vecchio a ogni movimento. Impugnai la spada con pi forza,
sempre aspettandomi il suo attacco.
Come posso sapere se siete degno di entrare in possesso della Chiave
di Rame? domand.
Porca puttana! Come diavolo avrei dovuto rispondere a questo? E se gli
avessi dato la risposta sbagliata? Mi avrebbe succhiato via lanima e poi
mi avrebbe incenerito?
Mi tormentai il cervello in cerca di una risposta accettabile. Il meglio
che riuscii a mettere insieme fu: Permettetemi di provare il mio valore,
nobile Acererak.

Il lich scoppi in una lunga, inquietante risata che echeggi sui muri di
pietra della camera ardente.
Molto bene! disse. Proverete il vostro valore affrontandomi in una
giostra.
Non avevo mai sentito parlare di re lich non-morti che sfidavano gente
in una giostra. Soprattutto non in una camera funeraria nel sottosuolo.
Daccordo dissi, incerto. Ma non avremmo bisogno di cavalli?
Nessun cavallo rispose, allontanandosi dal trono. Uccelli. Indic il
trono con la mano scheletrica. Ci fu un lampo di luce improvviso,
accompagnato da un effetto sonoro di trasformazione (ero quasi certo
che fosse stato preso in prestito dal vecchio cartone dei Superamici). Il
trono si squagli e si trasform in un vecchio cabinato per videogiochi
arcade a gettone. Dal pannello di controllo sporgevano due joystick,
uno giallo e uno blu. Non riuscii a trattenere un sorriso quando lessi il
logo luminoso del gioco: JOUST, la giostra. Williams Electronics,
1982.
A chi vince due partite su tre stridette Acererak. Se sarete voi a
vincere, vi doner ci che state cercando.
E cosa succede se sarete voi a vincere? domandai, conoscendo gi la
risposta.
Se sar io a uscirne vittorioso disse il lich, i rubini nelle sue orbite
incendiati di un rosso ancora pi acceso Voi morirete!. Una sfera
turbinosa di fiamme gialle comparve nella sua mano destra. La sollev
con aria minacciosa.
Chiaro dissi io. Era quello che immaginavo. Volevo solo averne
conferma. La sfera di fuoco nella mano di Acererak scomparve.
Allung verso di me il palmo mummificato, su cui ora giacevano due
monete scintillanti. Offro io le partite disse. Sal i gradini e infil
entrambe le monete nella fessura sinistra della macchina. Il gioco trill
due volte e il contatore pass da zero a due.
Acererak si impossess del joystick giallo, a sinistra del pannello di
controllo, e vi strinse attorno le sue dita ossute. Siete pronto?
gracchi.
Va bene dissi, facendo un respiro profondo. Scrocchiai le dita e
afferrai il joystick del Giocatore Due con la mano sinistra, la mano
destra fissa sul pulsante Flap.

Acererak dondol la testa da sinistra a destra, sciogliendosi i muscoli


del collo. Il suo gesto risuon come il rumore di rami spezzati. Poi
schiacci il pulsante Due giocatori e la giostra ebbe inizio.
Joust era un classico arcade anni ottanta con una premessa bizzarra.
Ogni giocatore controlla un cavaliere armato di lancia. Il Giocatore Uno
monta uno struzzo, il Giocatore Due, invece, una cicogna. necessario
battere le ali, Flap, per volare lungo la schermata e giostrare contro
laltro giocatore e contro altri cavalieri nemici, azionati dal computer,
tutti a cavallo di poiane. Se ti scontri con uno dei tuoi avversari, chi ha
la lancia pi alta vince la giostra. Il perdente muore e perde una vita.
Quando si uccidono i cavalieri nemici, le poiane cacano fuori un uovo
verde che, se non viene subito raccolto, si schiude e d vita a un altro
cavaliere nemico. Di tanto in tanto uno pterodattilo dalle grandi ali
appare per creare scompiglio.
Da pi di un anno non giocavo a Joust. Era uno dei giochi preferiti di
Aech, e per un periodo aveva tenuto nella chatroom un cabinato del
gioco. Ogni volta che voleva mettere fine a un diverbio o a una qualche
stupida lite sulla cultura pop, mi sfidava a una partita. Per qualche mese
giocammo quasi tutti i giorni. Allinizio Aech era pi bravo di me e
aveva labitudine di gongolare delle sue vittorie. Mi infastidiva
terribilmente, perci avevo iniziato a esercitarmi da solo, giocando un
paio di volte a sera contro un avversario virtuale. Limai e cesellai la
mia abilit fino a essere in grado di battere Aech, stracciandolo
ripetutamente. Allora fui io a gongolare al posto suo, gustandomi il
sapore della rivincita. Lultima volta che ci eravamo sfidati, avevo
infierito sulla sua sconfitta cos spietatamente che lui aveva dato di
matto e aveva giurato che non avrebbe mai pi giocato con me. Da quel
momento avevamo usato Street Fighter II per sistemare le dispute.
La mia tecnica a Joust era pi arrugginita di quanto immaginassi.
Trascorsi i primi cinque minuti di gioco cercando di rilassarmi e
familiarizzare di nuovo con i comandi e con il ritmo della partita.
Durante questo tempo Acererak riusc a uccidermi due volte, senza
piet, sparando in traiettoria perfetta il suo cavallo alato contro il mio.
Controllava il gioco con la precisione calcolata di una macchina. Del
resto, era esattamente questo. Intelligenza artificiale PNG perfetta,
programmata da Halliday stesso.
Alla fine della prima partita, stavo riprendendo dimestichezza con le
mosse e le strategie che avevo imparato durante le mie maratone con

Aech. Ma Acererak non aveva bisogno di alcun tipo di riscaldamento.


Era in forma perfetta sin dallinizio, e non sarei mai riuscito a
compensare i miei primi minuti di debolezza. Ammazz il mio ultimo
omino prima ancora che avessi raggiunto i 30 000 punti. Imbarazzante.
Una partita andata, Parzival disse, contraendo le fauci in una
smorfia ghignante. Dovete solo perderne unaltra. Non sprec tempo
a finire la sua partita, lasciandomi a osservarlo. Si allung e trov
linterruttore, sul retro della macchina. Lo spense e lo riaccese,
resettando il gioco. Dopo che lo schermo fu attraversato dalla colorata
sequenza davvio della Williams Electronics, fece comparire dal nulla
due gettoni e li infil nella macchina.
Siete pronto? domand nuovamente, chinandosi sul pannello di
controllo.
Per un momento esitai, poi dissi: In effetti, vi spiacerebbe se ci
scambiassimo di posto? Sono abituato a giocare a sinistra.
Era vero. Quando io ed Aech ci sfidavamo nella Cantina, prendevo
sempre il posto dello struzzo. Trovarmi a destra, durante la prima
partita, aveva scombinato i miei ritmi.
Per un istante Acererak prese in considerazione la mia richiesta. Poi
annu. Certamente disse. Fece un passo indietro e ci scambiammo i
posti. Improvvisamente mi resi conto di quanto fosse assurda la scena:
un tizio con unarmatura e un re lich non-morto, luno accanto allaltro,
entrambi ingobbiti sui comandi di un vecchio arcade. Era limmagine
surreale che uno si sarebbe aspettato di vedere sulla copertina di un
vecchio numero di Heavy Metal o di Dragon.
Acererak premette il pulsante dei Due giocatori e io incollai gli occhi
allo schermo.
La seconda partita cominci male, per me. I movimenti del mio
avversario erano implacabili e precisi e durante le prime ondate cercai
solamente di schivarlo. A distrarmi era anche il continuo schiocco del
suo indice scheletrico che premeva il pulsante Flap.
Rilassai la mascella e feci chiarezza tra i miei pensieri, obbligandomi a
non pensare a dove mi trovassi, contro chi stessi gareggiando, o cosa ci
fosse in palio. Cercai di convincermi che ero ancora nella Cantina, a
giocare contro Aech.
Funzion. Mi calai nella parte e la corrente si mosse a mio favore.
Iniziai a capire quali fossero i difetti nello stile del lich, le falle nella
sua programmazione. Era una cosa che avevo imparato nel corso degli

anni, studiando centinaia di videogiochi. Cera sempre un trucco per


battere un avversario controllato dal computer. In un gioco come
questo, un giocatore umano abbastanza dotato avrebbe potuto trionfare
sullintelligenza artificiale, perch il software non poteva improvvisare.
Poteva reagire casualmente o in un numero limitato di modi
predeterminati, basato su un numero finito di condizioni
preprogrammate. Era un assioma dei videogiochi, e lo sarebbe stato
fino a che gli umani non avessero inventato una vera intelligenza
artificiale.
La seconda partita si era quasi trasformata in un testa-a-testa, ma verso
la fine avevo individuato lo schema della tecnica di gioco del lich.
Cambiando la direzione dello struzzo in certi momenti, lo costringevo
ad andare a sbattere contro le poiane che gli si paravano davanti.
Ripetendo la mossa, riuscii a soffiargli tutte le vite, una dopo laltra.
Nel processo morii anchio diverse volte, ma alla fine, durante la terza
ondata, senza pi una sola vita per salvarmi, lo abbattei.
Mi allontanai dalla macchina e sospirai, sollevato. Sentivo rivoli di
sudore che mi colavano sulla fronte e sulla montatura del visore. Mi
asciugai la faccia con la manica della camicia e lavatar mim il mio
movimento.
Bella partita disse Acererak. Quindi, con mia sorpresa, mi porse l
artiglio avvizzito che era la sua mano. La strinsi, ridacchiando
nervosamente.
S risposi. Bella partita, amico. Mi resi conto che, in una certa
strana maniera, stavo giocando contro Halliday. Cercai in fretta di
scacciare quel pensiero dalla mia mente, terrorizzato dalla possibilit di
perdere il controllo.
Acererak fece comparire altri due gettoni e li lasci cadere nella fessura
della macchina di Joust. Chi vince questa vince tutto disse. Siete
pronto? Annuii. Questa volta, mi presi la libert di premere io il
pulsante dei Due giocatori.
La nostra partita di spareggio dur pi delle altre due messe insieme.
Durante lultima ondata, le poiane che riempivano lo schermo erano
cos tante che era difficile muoversi senza venirne polverizzati. Io e il
lich ci scontrammo unultima volta, nel punto pi alto del campo di
gioco, premendo entrambi, freneticamente, i pulsanti Flap mentre
sbattevamo i joystick a destra e a sinistra. Acererak fece unultima,
disperata mossa per evitare la mia carica e cadde un micrometro troppo

in basso. Il suo ultimo destriero mor in una minuscola esplosione di


pixel.
La scritta player two game over comparve sullo schermo e il lich si
lasci sfuggire un lungo ululato da far gelare il sangue. Diede un colpo
rabbioso alla fiancata del cabinato, fracassandolo in mille pixel che
rimbalzarono e si sparsero al suolo. Poi si volt verso di me.
Congratulazioni, Parzival disse inchinandosi. Avete giocato bene.
Grazie, nobile Acererak replicai, resistendo allistinto di saltare e fare
un balletto mostrandogli il mio vittoriosissimo culo. Al contrario,
risposi solennemente al suo inchino. Lo stavo facendo, quando il lich si
trasform in un mago: era alto, indossava una lunga veste nera. Lo
riconobbi immediatamente. Era lavatar di Halliday, Anorak.
Lo fissai, totalmente inebetito. Da anni i Gunter facevano congetture
sostenendo che Anorak vagasse ancora per OASIS come PNG
autonomo. Il fantasma di Halliday dentro la macchina.
E ora disse il mago, parlando con la voce di Halliday, a me ben
familiare. La tua ricompensa. La camera si riemp del suono di
unorchestra al completo. Una sezione darchi si un subito ai corni
trionfali. Riconoscevo la musica. Era lultimo brano della colonna
sonora che John Williams aveva composto per Guerre Stellari, e
corrispondeva alla scena in cui la Pricipessa Leila consegnava le
medaglie a Luke e Han (e Chewbacca, come ricorderete, rimane a
bocca asciutta).
Con la musica che si intensificava nel crescendo, Anorak allung la
mano destra. L, nel suo palmo aperto, giaceva la Chiave di Rame,
loggetto che milioni di persone avevano cercato per cinque lunghi
anni. Mentre me la passava, la musica si affievol, e nello stesso istante
udii un trillo. Avevo appena guadagnato cinquantamila Punti
Esperienza , abbastanza da portare il mio avatar al decimo livello.
Addio, sir Parzival disse Anorak. Ti auguro buona fortuna nella tua
ricerca. E prima che potessi chiedergli cosa avrei dovuto fare adesso, o
dove avrei potuto trovare la Prima Porta, il suo avatar svan in un lampo
di luce, con un effetto sonoro di teletrasporto che sapevo provenire dal
vecchio cartone di Dungeons & Dragons.
Mi trovai solo, sulla pedana vuota. Abbassai lo sguardo sulla Chiave di
Rame, chiusa nella mia mano, e mi sentii sopraffatto dalla meraviglia e
dalleuforia. Era identica a quella dellInvito di Anorak: una semplice
chiave di rame dantiquariato la cui impugnatura era decorata con il

numero romano I, in rilievo. La rigirai tra le mani del mio avatar e fu


allora che notai, illuminati dalla luce della torcia, due versi incisi nel
metallo. Inclinai la chiave verso la luce e li lessi ad alta voce: Ci che
cerchi nascosto nel trash Nel pi profondo di Daggorath Non cera
bisogno che lo rileggessi. Ne avevo colto immediatamente il
significato. Sapevo esattamente dove andare e cosa avrei dovuto fare,
una volta l.
Nascosto nel trash era un riferimento alla vecchia linea di computer
TRS-80, che Tandy e Radio Shack avevano prodotto negli anni settanta
e ottanta. Gli utenti dellepoca avevano dato al TRS-80 il soprannome
spregiativo di Trash 80.
Ci che cerchi nascosto nel trash.
Il primo computer di Halliday era un TRS-80, con unimpressionante
memoria RAM di 16k. E sapevo esattamente dove avrei trovato una
riproduzione di quel computer su OASIS. Tutti i Gunter lo sapevano.
Nei primi giorni di esistenza di OASIS, Halliday aveva creato un
piccolo pianeta nel Settore 7 e laveva chiamato Middletown, come la
sua citt natale in Ohio. Il pianeta era una meticolosa ricostruzione
della citt alla fine degli anni ottanta. Non c mica un proverbio che
dice che non si riesce mai a tornare davvero a casa? Halliday un modo
laveva trovato. Middletown era una delle sue ossessioni, e aveva
passato anni a perfezionarla e programmarla. Ed era risaputo (tra i
Gunter, se non altro) che tra le riproduzioni pi accurate e dettagliate
del mondo di Middletown cera quella della casa del giovane Halliday.
Non ero mai riuscito a visitarla, ma avevo visto centinaia di fotografie e
filmati del luogo virtuale. In camera di Halliday si trovava una copia
del suo primo computer, un TRS-80 Color Computer 2. Ero quasi
sicuro che quello fosse il luogo in cui aveva nascosto la Prima Porta. E
il secondo verso inciso sulla Chiave di Rame mi spiegava come
raggiungerlo: Nel pi profondo di Daggorath.
Dagorath era una parola in Sindarin, la lingua elfica creata da J.R.R.
Tolkien nel Signore degli Anelli. La parola Dagorath significava
battaglia, ma Tolkien la scriveva con una G, non due. Daggorath, con
due G, poteva riferirsi soltanto a una cosa: un gioco per computer,
sconosciuto ai pi, che si intitolava Dungeons of Daggorath e che era
stato messo sul mercato nel 1982. Il gioco era stato progettato
unicamente per una piattaforma, il TRS-80 Color Computer.

NellAlmanacco di Anorak, Halliday scriveva che Dungeons of


Daggorath era il gioco che laveva portato a decidere di diventare un
programmatore di videogiochi.
E Dungeons of Daggorath era uno dei giochi impilati nella scatola di
scarpe accanto al TRS-80, nella riproduzione della cameretta di
Halliday.
Ricapitolando, dovevo soltanto teletrasportarmi fino a Middletown,
entrare in casa di Halliday, mettermi al TRS-80, giocare, raggiungere il
livello pi profondo del sotterraneo e l avrei trovato la Prima Porta.
O meglio, questa era la mia interpretazione.
Middletown si trovava nel Settore 7, ben lontana da Ludus. Ma avevo
abbastanza oro e denaro per pagarmi il teletrasporto. Rispetto agli
standard abituali del mio avatar, ormai ero ricco da far schifo.
Guardai lora. Erano le 11.03 di sera dellOST (OASIS Server Time,
che coincideva con lEastern Standard Time). Avevo otto ore prima di
dover tornare a scuola. Sembrava abbastanza. Potevo andarci subito.
Correre come un matto, su dai cunicoli della tomba fino alla superficie,
e poi di nuovo raggiungere la prima stazione di teletrasporto a tutta
velocit. Da l avrei potuto teletrasportarmi direttamente su
Middletown. Se me ne fossi andato subito, in meno di unora avrei
potuto raggiungere il TRS-80 di Halliday.
Sapevo che prima avrei dovuto dormire un po. Ero su OASIS da
quindici ore buone. E il giorno dopo sarebbe stato venerd. Avrei potuto
teletrasportarmi su Middletown dopo la scuola e poi avrei avuto lintero
fine settimana per agguantare la Prima Porta.
Ma chi stavo prendendo in giro? Non sarei mai riuscito a dormire, n
sarei riuscito a starmene buono buono a scuola. Dovevo andare ora.
Iniziai a correre verso luscita, ma mi bloccai a met della sala. Vidi, al
di l della porta, una lunga ombra che si stagliava sul muro,
accompagnata dalleco di passi in avvicinamento.
Pochi secondi dopo, il profilo di un avatar apparve sulla soglia. Stavo
per sguainare la spada, quando mi resi conto che avevo ancora in mano
la Chiave di Rame. La infilai in una tasca della cintura e,
maldestramente, estrassi la spada dal fodero. Stavo per sollevarla,
quando lavatar mi parl.
0009
Chi diavolo sei? pretese di sapere lombra. La voce
sembrava provenire da una giovane donna. Una che non vedeva lora di
combattere.

Non fui in grado di rispondere. Allora, un avatar femmina cicciotto usc


dallombra e venne illuminato dalle luci tremolanti delle fiaccole.
Aveva i capelli corvini, tagliati corti, alla Giovanna dArco, e sembrava
appena ventenne. Pi si avvicinava, pi mi rendevo conto di conoscerla.
Non ci eravamo mai incontrati, ma la riconobbi dalle decine di
screenshot che aveva postato sul suo blog, nel corso degli anni.
Era Art3mis.
Indossava unarmatura a scaglie blu metallizzate, pi da fantascienza
che da fantasy. Due pistole blaster facilmente estraibili pendevano ai
suoi fianchi da un paio di fondine e teneva una spada elfica ricurva in
un fodero, che portava appeso alle spalle. Indossava guanti da corsa
tagliati allaltezza delle dita, in pieno stile Guerriero della strada, e un
paio di occhiali da sole Ray-Ban. Nellinsieme, sembrava ricercare uno
stile da ragazza cyberpunk della porta accanto in uno scenario
postapocalittico da met anni ottanta. E su di me aveva avuto un certo
effetto, davvero. In una parola: sexy.
Mentre camminava verso di me, i tacchi dei suoi anfibi borchiati da
combattimento battevano sul pavimento di pietra. Si ferm a distanza di
sicurezza dalla mia spada, ma non estrasse la sua. Invece, sollev gli
occhiali sulla fronte del suo avatar mossa superflua e sfacciata, dal
momento che gli occhiali da sole non ostacolavano la vista dei giocatori
e mi squadr dalla testa ai piedi, in modo plateale.
Ero troppo emozionato per parlare. Per spezzare la paralisi in cui mi
trovavo, cercai di convincermi nuovamente che la persona ai comandi
dellavatar di fronte a me avrebbe potuto non essere una donna. Questa
ragazza, di cui ero stato virtualmente innamorato per tre anni,
avrebbe potuto essere un obeso di nome Chuck, con le nocche ricoperte
di peli. Una volta messa insieme questimmagine ridimensionante,
riuscii a concentrarmi sulla situazione in cui mi trovavo, e sulla
domanda da porsi: Cosa ci faceva lei qui? Dopo cinque anni di ricerche,
pensavo fosse altamente improbabile che avessimo trovato il
nascondiglio della Chiave di Rame la stessa sera. Era una coincidenza
un po troppo vistosa.
Il gatto ti ha mangiato la lingua? domand. Ho detto: Chi. Diavolo.
Sei? La targhetta con il mio nome, come la sua, era disattivata. Era
chiaro che volevo rimanere anonimo, soprattutto date le circostanze.
Non ci arrivava da sola?

Salute dissi, accennando un inchino. Sono Juan Snchez VillaLobos Ramrez. Lei fece un sorrisetto. Maestro darmi di Re Carlo V
di Spagna?
Al vostro servizio risposi, soddisfatto. Aveva colto la mia
macchinosissima citazione da Highlander e aveva risposto per le rime.
Era Art3mis, daltra parte.
Carino. Diede unocchiata alla pedana, vuota, dietro alle mie spalle,
poi mi fiss di nuovo. Va bene, vuota il sacco. Come andata?
Andata cosa?
La giostra contro Acererak? disse, come se fosse scontato.
Improvvisamente capii. Non era la prima volta che veniva qui. Non ero
il primo Gunter ad aver decifrato il limerick e ad aver trovato la Tomba
degli orrori.

Art3mis mi aveva battuto. E, dato che sapeva di Joust, di sicuro doveva


aver gi incontrato il lich. Ma se fosse gi stata in possesso della
Chiave di Rame, non avrebbe mai dovuto ritornare qui. Era chiaro,
quindi, che non aveva ancora la chiave. Aveva fronteggiato il lich a
Joust e lui laveva battuta. Era tornata per riprovare. Per quanto ne
sapevo, avrebbe potuto anche essere il suo ottavo o nono tentativo. E
naturalmente dava per scontato che il lich avesse battuto anche me.

Toc toc? disse, battendo il piede con impazienza. Sono in attesa?


Valutai la possibilit di tagliare la corda. Lasciarla l e correre,
attraverso il labirinto, fino allesterno, alla superficie. Ma se mi fossi
messo a correre, avrebbe potuto sospettare che avevo la chiave, e
avrebbe potuto decidere di uccidermi per impossessarsene. (Questo
avvenne prima che scoprissi che le chiavi non erano trasferibili. Non si
potevano perdere, n passare a un altro avatar. E le chiavi
scomparivano insieme al corpo di ciascun avatar, in caso di uccisione.)
La superficie di Ludus era chiaramente segnalata come zona sicura,
nella mappa di OASIS, e nessun tipo di combattimento player-versusplayer era ammesso. Ma non potevo sapere se ci valesse anche per la

tomba, dal momento che si trovava sottoterra e non appariva nella


mappa del pianeta.
Art3mis sembrava unavversaria spaventosa. Armatura. Blaster. E
quella spada elfica che aveva con s poteva essere una spada vorpal. E,
se anche solo la met delle imprese di cui parlava nel blog fosse stata
vera, il suo avatar doveva essere, come minimo, al cinquantesimo
livello. O ancora pi su. Nel caso, quaggi, i combattimenti PvP fossero
stati ammessi, avrebbe fatto il culo ai miei dieci miseri livelli.
Dovevo usare tutta la mia nonchalance. Decisi di mentire.
Mi ha distrutto dissi. Joust non fa proprio per me. Rilass i
muscoli quasi impercettibilmente. A quanto pare, era la risposta che
voleva sentire. Vero, stessa cosa disse in tono di commiserazione.
Halliday ha dotato il vecchio Acererak di una bella fetta di intelligenza
artificiale, sbaglio? difficilissimo batterlo. Diede unocchiata alla
mia spada, che stavo ancora brandendo per difendermi. Mettila via.
Non mordo. Continuai a tenerla alta. La tomba una zona PvP?
Non saprei. Sei il primo avatar che incontro quaggi. Inclin la testa
e sorrise. Immagino ci sia un solo modo per scoprirlo. Estrasse la sua
spada, veloce come un fulmine, e fece una giravolta in senso orario,
roteando attorno a me la lama lucente sino a puntarmela contro, tutto in
un singolo, velocissimo, movimento indistinto. Solo allultimo riuscii a
sollevare la mia, di lama, per rispondere goffamente allattacco. Ma le
nostre spade si bloccarono entrambe a mezzaria, a pochi centimetri di
distanza, trattenute da una qualche forza invisibile. Un messaggio mi
apparve sul display: combattimento player-versus-player non ammesso
in questa zona!
Be, eccoti la risposta disse, ghignando. Siamo in zona non-PvP.
Con un volteggio descrisse un otto con la spada, poi, senza difficolt, la
infil nuovamente nella guaina che portava sulla schiena. Bella
esibizione.
Anchio la ringuainai, evitando mosse sofisticate. Evidentemente
Halliday non voleva che si duellasse per il diritto di giostrare contro il
re dissi.
S ribatt, sorridendo. Ti andata bene.
Mi andata bene? risposi, incrociando le braccia. Come ti viene in
mente? Indic la pedana vuota, dietro di me. Probabilmente muori
dalla voglia di ottenere Punti Vita, dopo aver combattuto contro
Acererak. Allora era cos se Acererak vinceva a Joust, dovevi

batterti con lui. Fortuna che ho vinto, pensai. Altrimenti a questora


starei creando un nuovo avatar.
Ho Punti Vita da vendere finsi. Quel lich era una mezza calzetta.
Oh, ma dai? disse con sospetto. Io sono al cinquantaduesimo livello,
e ci mancava poco che mi ammazzasse tutte le volte che lho affrontato.
Devo fare scorta di pozioni mediche ogni volta che scendo quaggi.
Mi squadr per un attimo, quindi disse: E poi riconosco la spada e
larmatura che hai. Le hai prese qui, nei sotterranei, e questo sembra
dire che sono meglio di qualsiasi altra cosa il tuo avatar avesse prima.
Mi sembri un cacasotto di bassissimo livello, Juan Ramrez. E credo
che tu mi stia nascondendo qualcosa.
Ora che sapevo che non avrebbe potuto attaccarmi, pensai di
confessarle la verit. Perch non tirare fuori la Chiave di Rame e
mostrargliela? Ma ci ripensai La mossa intelligente, a questo punto, era
di svignarmela e andare dritto a Middletown, finch avevo del
vantaggio. Per il momento, lei non aveva ancora la chiave, e forse non
se ne sarebbe impossessata prima di molti giorni. Se non avessi avuto
tutte quelle ore di pratica di Joust, dio solo sa quanti tentativi avrei
dovuto fare prima di battere Acererak.
Pensala come ti pare, She-Ra dissi, passandole accanto. Magari ci
incontreremo su qualche altro pianeta. L potremo risolvere la
questione. Le feci un breve cenno di saluto con la mano. Ci vediamo,
eh.
Dove credi di andare? disse, seguendomi.
A casa replicai io, continuando a camminare.
Ma il lich? E la Chiave di Rame? Indic la pedana vuota. Si
rigenerer in un paio di minuti. Non appena lorologio del server di
OASIS tocca la mezzanotte, tutta la tomba si resetta. Se rimani qui ad
aspettare, puoi riprovare a batterlo, senza dover affrontare unaltra volta
tutte quelle trappole. per questo che arrivo sempre prima di
mezzanotte, un giorno s e un giorno no. Cos posso fare due tentativi.
Di fila. Furba. Se non ci fossi riuscito al primo colpo, mi domandavo
quanto tempo avrei impiegato prima di escogitare una soluzione simile.
Pensavo che magari potremmo fare a turno nel cercare di batterlo
dissi. Io ci ho appena provato, perci a mezzanotte il tuo turno,
daccordo? Io torner dopo la mezzanotte di domani. Possiamo
alternarci di giorno finch uno di noi due non lo batte. abbastanza
leale?

Credo di s disse, studiandomi. Ma dovresti comunque rimanere


qui. Potrebbe accadere qualcosa di diverso se due avatar sono presenti,
a mezzanotte. Anorak si doveva essere preparato a questeventualit.
Forse appariranno due emanazioni del lich, una per ciascuno di noi? O
magari
Preferisco giocare da solo la interruppi. Facciamo a turno e basta,
va bene? Avevo quasi raggiunto luscita quando mi si piazz davanti,
bloccandomi il cammino.
Di, fermati un secondo disse, con la voce che si addolciva. Per
favore. Avrei potuto continuare a camminare, oltrepassare il suo
avatar. Ma non lo feci. Ero pronto a tutto pur di raggiungere
Middletown e trovare la Prima Porta, ma mi trovavo anche di fronte
alla celebre Art3mis, che per anni avevo sognato di incontrare. E di
persona era ancora pi attraente di quanto immaginassi. Morivo dalla
voglia di passare pi tempo con lei. Volevo, come avrebbe detto
Howard Jones, poeta degli anni ottanta, conoscerla pi a fondo. Se me
ne fossi andato ora, forse non lavrei mai pi incontrata.
Senti disse, guardandosi le scarpe. Mi spiace di averti dato del
cacasotto di basso livello. Non stata una bella cosa. Ti ho insultato.
Non importa. Hai ragione in realt. Sono soltanto al decimo livello. Ed
ero fermo al terzo fino a poche ore fa.
In ogni caso, sei un compagno Gunter. E sei anche intelligente,
altrimenti non saresti qui. Voglio che tu sappia che ti rispetto e che
riconosco la tua abilit. E mi spiace per tutte le stronzate che ho detto.
Scuse accettate. Non ti preoccupare.
Benissimo. Sembrava sollevata. Le espressioni del suo avatar erano
estremamente realistiche, il che, di solito, significava che erano
sincronizzate con quelle dellutente a cui appartenevano, e non erano
controllate dal software. Probabilmente usava unattrezzatura costosa.
Mi sono solo spaventata che fossi qui disse Cio, sapevo che
qualcuno prima o poi avrebbe trovato questo posto. Ma non cos in
fretta. da un po che ho questa tomba tutta per me.
Da quanto? chiesi, pur non aspettandomi una risposta.
Esit. Poi inizi a parlare a ruota. Tre settimane! disse, esasperata.
Sono tre maledettissime settimane che vengo qui e cerco di battere
quello stupido lich a quellinsulso gioco! E la sua intelligenza artificiale
assurda! Cio, ti rendi conto. Non avevo mai giocato a Joust prima, e
ora mi sta mandando fuori di testa! Giuro che ero a tanto cos dal fargli

il culo, pochi giorni fa, ma poi Si pass le dita tra i capelli,


amareggiata. Argh! Non dormo. Non mangio. I miei voti sono in
caduta libera perch salto la scuola per esercitarmi a Joust Stavo per
chiederle se andasse a scuola qui, su Ludus, ma continu a parlare,
sempre pi veloce, come se, nel suo cervello, si fosse aperta una diga.
Le parole si riversavano fuori dalla sua bocca. Si fermava a malapena
per respirare.
e stasera sono venuta qui, pensando che sarebbe stata la volta
buona che, finalmente, avrei battuto quel bastardo e avrei preso la
Chiave di Rame, ma quando sono arrivata ho visto che qualcuno aveva
gi scoperchiato lentrata. E in quel momento mi sono resa conto che la
mia peggiore paura si era concretizzata. Qualcun altro aveva trovato la
tomba. Quindi sono corsa qui, completamente fuori di me. Cio, non
ero troppo preoccupata, perch non pensavo che qualcuno potesse
battere Acererak al primo tentativo, eppure Si ferm e trasse un
profondo respiro; poi tacque di colpo.
Scusa disse dopo un istante. Straparlo quando sono agitata. O
emozionata. E in questo momento sono tipo tutte e due le cose, perch
morivo dalla voglia di parlare con qualcuno di tutto questo, ma
ovviamente non potevo dirlo ad anima viva, no? Non che durante una
conversazione normale uno vada a dire Si interruppe di nuovo.
Cavoli, sono una macchinetta. Che lagna, mi sembro lo squalo Jabber.
Sono petulante. Fece il gesto di cucirsi le labbra, serrarle, e poi buttare
via la chiave immaginaria. Senza pensarci, mimai il gesto di prendere la
chiave al volo e schiuderle le labbra. Lei rise di una risata onesta,
sincera, che includeva una buona quantit di grugniti, il che fece ridere
anche me.
Era talmente incantevole. Il suo fare da geek e la sua parlantina sfrenata
mi ricordavano quelli di Jordan, il mio personaggio preferito di Scuola
di geni. Non avevo mai sentito un legame tanto immediato con unaltra
persona, nel mondo reale o su OASIS. Non era successo nemmeno con
Aech. Ero in preda alle vertigini.
Quando, infine, riusc a controllare le risate, disse: Dovrei davvero
installare un filtro per censurare la mia risata.
No, non farlo dissi io. una risata davvero bella. Sussultavo a
ogni parola che fuoriusciva dalla mia bocca. Anchio ho una risata un
po da imbranato. Bravo, Wade, pensai. Hai appena detto che ha una
risata imbranata. Vai cos.

Ma mi lanci un sorriso imbarazzato e con le labbra form la parola


grazie.
Sentii limprovviso desiderio di baciarla. Virtuale o no, non
mimportava. Stavo racimolando il coraggio per chiederle la sua
contact card, quando mi porse la mano.
Mi sono dimenticata di presentarmi disse. Mi chiamo Art3mis.
Lo so dissi, stringendole la mano. In verit adoro il tuo blog. Lo
seguo ogni giorno da anni.
Dici sul serio? Sembrava che il suo avatar stesse arrossendo davvero.
Annuii. un onore incontrarti dissi. Io sono Parzival. Mi resi
conto che stavo ancora tenendole la mano, e mi costrinsi a lasciarla.
Parzival, eh? inclin lievemente la testa. In onore del cavaliere della
Tavola Rotonda che trov il Graal, vero? Grandioso. Annuii, sempre
pi cotto. Il pi delle volte ero costretto a spiegare il mio nome. E
Artemide era la dea greca della caccia, giusto?
Esatto! Ma lo spelling normale era gi stato preso, e cos ho dovuto
scriverlo in leet, con il 3 al posto della E.
Lo so dissi. Ne hai parlato, una volta, sul blog. Due anni fa. Stavo
per segnalarle la data del post, quando mi resi conto che cos sarei
sembrato ancora di pi uno stalker virtuale superinquietante.
vero disse, sorridendomi. Lho scritto. Allung la mano, ancora
protetta dal guanto, e mi porse la sua contact card. Ognuno poteva
progettarne una a piacimento. Art3mis aveva disegnato la sua in modo
che fosse identica a unaction figure di Guerre Stellari prodotta dalla
Kenner e ancora nella confezione. Il personaggio era una rudimentale
riproduzione in plastica del suo avatar: stesso volto, stessi capelli, stessi
indumenti. La confezione includeva minuscole riproduzioni delle sue
pistole e della sua spada. I suoi dati personali erano stampati sopra
allaction figure: Art3mis Guerriero/Mago di 52mo livello (Veicolo
venduto separatamente)
Sul retro erano indicati il link al suo blog,
lindirizzo email e il suo numero di telefono.
Non solo era la prima volta che una ragazza mi dava la sua card, era
anche la card pi straordinaria che avessi mai visto.
Questa , in assoluto, la card pi straordinaria che abbia mai visto
dissi. Grazie! Le porsi una delle mie card, che riproduceva una
cartuccia originale di Adventure per Atari 2600, con i miei dati
personali stampati sulletichetta: Parzival Guerriero di 10mo livello

(Da usare con joystick)


favoloso! disse, rigirandoselo tra
le mani. Idea pazzesca!
Grazie dissi, arrossendo sotto il visore. Volevo chiederle di sposarmi.
Passai la sua card nellinventario, e comparve nella lista dei miei
oggetti, proprio sotto la Chiave di Rame. Vedere la chiave in lista mi
riport alla realt. Perch diavolo ero qui, a parlare del pi e del meno
con una ragazza, quando la Prima Porta era l ad aspettarmi? Controllai
lora. Meno di cinque minuti a mezzanotte.
Senti, Art3mis dissi. Incontrarti stato fantastico. Ma devo
avviarmi. Tra poco il server si resetter, e io voglio svignarmela prima
che tutti quei non-morti e quelle trappole si rigenerino.
Oh daccordo. Sembrava realmente delusa! Io comunque dovrei
prepararmi alla partita di Joust. Ma aspetta, prima di andare lascia che
pronunci la formula magica Cura Gravi Ferite. Prima che potessi
protestare, poggi una mano sul petto del mio avatar e mormor una
serie di parole arcane. Il mio contatore di Punti Vita era gi al massimo,
perci lincantesimo non sort alcun effetto. Ma Art3mis non poteva
saperlo. Era ancora convinta che avessi combattuto contro il lich.
Ecco fatto disse, indietreggiando di qualche passo.
Grazie risposi. Ma non avresti dovuto. Sai bene che siamo in
competizione.
Lo so. Ma possiamo comunque essere amici, no?
Lo spero.
E inoltre, la Terza Porta ancora lontana. Cio, noi due abbiamo
impiegato cinque anni per arrivare fino a qui. E, se conosco la strategia
di game design di Halliday, le cose non potranno che diventare pi
difficili da qui in poi. Abbass la voce. Senti, sei sicuro che non vuoi
rimanere?
Scommetto
che
possiamo
giocare
entrambi
contemporaneamente. Possiamo darci consigli su Joust. Comincio a
notare qualche difetto nella tecnica del re Iniziavo a sentirmi uno
stronzo per averle mentito. unofferta molto gentile. Ma devo
andare. Cercai di pensare a una scusa plausibile. Ho scuola
domattina. Lei annu, ma la sua espressione torn sospettosa. Poi
sgran gli occhi, come se unidea le avesse appena attraversato la
mente. Le sue pupille iniziarono a scrutare il vuoto, concentrate sullo
spazio di fronte a lei, e capii che stava cercando qualcosa su una
finestra del browser. Pochi istanti dopo, il suo volto fu stravolto dalla
rabbia.

Schifoso bugiardo! grid. Disonesto sacco di merda! Rese visibile


la finestra che aveva appena aperto e la gir verso di me. Mostrava il
Segnapunti, sul sito di Halliday. Nel mezzo di tutte quelle emozioni mi
ero dimenticato di controllarlo.
Era esattamente come era stato per cinque anni, con una variazione. Il
nome del mio avatar ora si trovava in cima alla lista, al primo posto, e
accanto a esso comparivano i 10 000 punti. Gli altri nove posti
continuavano a contenere le iniziali di Halliday, JDH, seguite da molti
zero.
Oh cazzo mormorai. Nellattimo in cui Anorak mi aveva consegnato
la Chiave di Rame, ero diventato il primo Gunter della storia a
guadagnare punti nella gara. E mi resi conto dal momento che il
Segnapunti era visibile al mondo intero, il mio avatar era appena
diventato famoso.
Controllai le prime pagine per accertarmene. Ogni singolo feed di
notizie portava il nome del mio avatar. Roba come: il misterioso avatar
parzival fa la storia, o parzival trova la chiave di rame.
Rimasi l, imbambolato, costringendomi a non respirare. Poi Art3mis
mi diede uno spintone che, naturalmente, non sentii nemmeno. Eppure
scagli il mio avatar allindietro di qualche centimetro. Lhai battuto
al primo tentativo? grid.
Annuii. Ha vinto la prima partita, ma io ho vinto le altre due. Di poco,
per.
Cazzo! url, serrando i pugni. Ma come diavolo hai fatto a batterlo
al primo tentativo? Ebbi la netta impressione che volesse tirarmi un
cazzotto in faccia.
stata solo fortuna dissi. Giocavo sempre a Joust con un amico,
per questo che ero preparatissimo. Scommetto che se anche tu avessi
fatto tutto quellesercizio
Per piacere! ringhi, sollevando una mano. Non mi trattare con
condiscendenza, daccordo? Si lasci sfuggire quello che potrei
descrivere solo come un ululato di sconforto. Non ci credo! Ti rendi
conto che sono cinque cazzo di settimane che cerco di batterlo?
Ma un minuto fa hai detto che erano tre settimane!
E non minterrompere! Mi diede un altro spintone. da pi di un
mese che mi esercito a Joust ininterrottamente! Mentre dormo mi
appaiono dei cazzo di struzzi volanti!
Non devessere bello.

E tu arrivi qui e fai centro al primo tentativo! Inizi a battersi il


pugno contro la fronte, e capii che era incazzata con se stessa, non con
me.
Ascoltami le dissi. stata davvero fortuna. Ho una passione per i
vecchi arcade. Sono la mia specialit. Scrollai le spalle. Smetti di
prenderti a pugni come Rain Man, ok? Si ferm e mi guard. Dopo un
istante, emise un lungo sospiro. Perch non Centipede? O Ms. PacMan? O Burgertime? A questora avrei gi risolto la Prima Porta!
Be, non ne sarei cos sicuro dissi.
Mi fiss per un attimo, poi mi rivolse un sorriso diabolico. Si volt
verso luscita e sussurr formule magiche accompagnate da una serie di
gesti elaborati.
Ehi le dissi. Ferma un attimo. Cosa stai facendo? Ma lo sapevo
gi. Non appena pronunci le ultime parole, comparve un enorme muro
di pietra che bloccava completamente lunica uscita. Cazzo! Aveva
appena fatto un incantesimo di Barriera. Ero intrappolato nella sala.
Oh, di, per favore! gridai. Perch lhai fatto?
Mi sembrava avessi proprio fretta di andartene. Immagino che, quando
Anorak ti ha consegnato la Chiave di Rame, ti abbia anche dato qualche
tipo di indizio su dove trovare la Prima Porta. Giusto? l che ti stai
dirigendo, o sbaglio?
S risposi. Pensai di negare tutto, ma che senso aveva ormai?
Quindi, sempre che tu non possa annullare il mio incantesimo e
scommetto che non puoi, signor Guerriero di decimo livello la
barriera ti terr qui fino a dopo mezzanotte, quando il server si
resetter. Tutte le trappole che hai disattivato scendendo fin qui si
resetteranno. Questo dovrebbe rallentare considerevolmente la tua
uscita.
S dissi. Infatti.
E mentre tu sarai indaffarato nel cercare di raggiungere la superficie,
io cercher di sconfiggere Acererak. E questa volta s che lo distruggo.
Poi sar dietro di te, bello. Incrociai le braccia. Se il re ti sta facendo
il culo nero da cinque settimane, cosa ti fa pensare che stasera
vincerai?
La competizione mi fa dare il meglio di me rispose. Da sempre. E
qui c della competizione bella pesante. Diedi unocchiata alla
barriera magica che aveva creato. Art3mis aveva superato il
cinquantesimo livello, perci lincantesimo avrebbe raggiunto la sua

durata massima: quindici minuti. Potevo solo starmene l, in attesa che


si concludesse il tutto. Sei malvagia, lo sai? dissi.
Sorrise e scosse la testa. Caotica neutrale, tesoro. Ricambiai il
sorriso. Arriver comunque prima di te alla Prima Porta.
probabile disse. Ma questo non che linizio. Dovrai comunque
superarla. E poi ci sono altre due chiavi da trovare, e altre due porte da
togliere di mezzo. Ho molto tempo per raggiungerti e per farti mangiare
la polvere, campione.
Vedremo, vedremo, mia signora. Con un cenno indic la finestra che
mostrava il Segnapunti. Ora sei famoso disse. Sai cosa significa,
vero?
Non ho avuto molto tempo per pensarci.
Be, io s. da cinque settimane che ci penso. Il tuo nome sul
Segnapunti cambier tutto. La gara torner a ossessionare il pubblico,
come agli inizi. I media stanno gi impazzendo. Tempo un giorno e
sarai celebre. Lidea mi inquiet un poco.
Potresti diventare famoso anche nel mondo reale disse se riveli la
tua vera identit ai media.
Non sono un idiota.
Bene. Perch ci sono in ballo miliardi di dollari, e tutti ormai
penseranno che sai come e dove trovare lEgg. In molti ucciderebbero
per questo tipo di informazioni.
Lo so le risposi e ti ringrazio per la preoccupazione. Ma star
bene. Ma non stavo bene. Non avevo considerato nulla di tutto ci,
probabilmente perch non credevo che mi sarei mai trovato in questa
posizione.
Restammo l, in piedi, in silenzio. Guardavamo lorologio e
aspettavamo. Che cosa faresti se vincessi? chiese allimprovviso.
Come spenderesti tutti quei soldi? A questo avevo pensato molte
volte. Era una cosa su cui fantasticavo continuamente. Io ed Aech
stilavamo liste assurde di cose che avremmo fatto e comprato se
avessimo vinto il premio.
Non so dissi. Il solito, credo. Mi trasferirei in una villa. Mi
comprerei un sacco di cose fighe. Eviterei di essere povero.
Wow. Che sognatore disse lei. E dopo che ti sei comprato la villa e
le cose fighe cosa farai con i centotrenta miliardi che ti
avanzeranno? Poich non volevo che mi giudicasse un idiota

superficiale, dimpulso le spiattellai ci che davvero sognavo di fare se


avessi vinto. Una cosa che non avevo mai detto a nessuno.
Farei costruire nellorbita terrestre unastronave interstellare a energia
nucleare dissi. La farei caricare con una riserva a vita di cibo e acqua,
una biosfera autosufficiente, un supercomputer carico di tutti i film, i
libri, le canzoni, i videogiochi, le opere darte che la civilt umana
abbia mai creato, insieme a una copia autonoma di OASIS. Inviterei a
bordo i miei amici pi cari, un team di dottori e scienziati, e poi
finalmente porteremo il culo fuori da Dodge.[1] Lasceremmo il sistema
solare e andremmo alla ricerca di un pianeta extrasolare simile alla
Terra. Non avevo pensato al piano in modo approfondito, ovviamente.
Cerano ancora molti dettagli su cui lavorare.
Lei sollev un sopracciglio. Piuttosto ambizioso disse. Ma ti rendi
conto, vero, che quasi met delle persone su questo pianeta sta morendo
di fame? Non percepii alcun sarcasmo nel tono della sua voce. Era
come se credesse sinceramente che io non fossi consapevole di questo
fatto.
S, lo so dissi, tenendomi sulla difensiva. Il motivo per cui cos tante
persone muoiono di fame che abbiamo devastato il pianeta. La Terra
sta per morire, lo sai? ora di andarsene.
una prospettiva piuttosto pessimista disse. Se lo vinco io, il
gruzzolo, mi assicurer che tutti, su questo pianeta, abbiano abbastanza
da mangiare. Una volta affrontata la fame nel mondo, potremo
concentrarci su come sistemare le condizioni ambientali e risolvere la
crisi energetica. Alzai gli occhi al cielo. Daccordo dissi. E una
volta compiuto quel miracolo, potrai creare geneticamente un mucchio
di Puffi e di unicorni e farli scorrazzare nel nuovo mondo perfetto che
hai appena creato.
Ero seria disse.
Credi davvero che sia cos semplice? dissi. Credi che firmare un
assegno da centoquaranta miliardi di dollari possa risolvere tutti i
problemi del mondo?
Non so. Forse no. Ma un tentativo voglio farlo.
Se vinci.
Giusto. Se vinco. In quellistante, lorologio del server di OASIS
batt la mezzanotte. Lo capimmo subito entrambi perch il trono
riapparve in cima alla pedana, e con lui Acererak. Sedeva l, immobile,

esattamente identico a come lavevo trovato la prima volta che ero


entrato nella sala.
Art3mis gli lanci unocchiata, poi guard di nuovo me. Sorrise e mi
salut. Ci vediamo in giro, Parzival.
S risposi. A presto. Lei si volt sincammin verso la pedana. Io
la chiamai. Ehi, Art3mis? Si volt. Per qualche ragione mi sentivo
obbligato ad aiutarla, anche se sapevo che non avrei dovuto. Prova a
giocare sulla sinistra le dissi. Io ho vinto cos. Forse pi facile
batterlo se usa la cicogna. Lei mi fiss per un attimo, forse valutando
la possibilit che stessi cercando di confonderla. Poi annu e sal sulla
pedana. Acererak prese vita non appena lei mise piede sul primo
gradino.
Salute, Art3mis rimbomb la sua voce. Di cosa siete in cerca? Non
udii le risposte, ma pochi istanti dopo il trono si tramut nel gioco
Joust, esattamente come prima. Art3mis disse qualcosa al lich, i due si
scambiarono di posto e lei si piazz a sinistra. Poi iniziarono a giocare.
Li osservai a distanza per qualche minuto, fino a quando lincantesimo
non si dissolse. Lanciai un ultimo sguardo ad Art3mis, poi spalancai la
porta e cominciai a farmi strada per raggiungere la superficie.
0010
Mi ci volle poco pi di unora per ripercorrere la strada del
sotterraneo fino alluscita. Non appena strisciai in superficie, sul
display inizi a lampeggiare la spia dei messaggi in attesa. In quel
momento mi resi conto che Halliday aveva piazzato la tomba in una
zona preclusa alle comunicazioni con il mondo esterno, dove non si
potevano ricevere chiamate, messaggi o email. probabile lavesse
fatto per evitare che i Gunter chiedessero consigli o aiuto. Il Segnapunti
era visualizzabile, tutti gli altri siti erano bloccati.
Controllai i messaggi e vidi che Aech aveva cercato di contattarmi sin
dal momento in cui il mio nome era comparso sul Segnapunti. Aveva
chiamato pi di dieci volte, mi aveva mandato svariati sms
chiedendomi cosa stesse succedendo, in nome di Dio, e gridandomi in
CAPS LOCK di richiamarlo IMMEDIATAMENTE. Avevo appena
finito di cancellare tutti i messaggi quando mi arriv una chiamata. Era
ancora Aech che cercava di contattarmi. Decisi di non rispondere. Gli
mandai, invece, un breve messaggio di testo in cui gli promettevo che
mi sarei fatto vivo appena possibile.
Mentre correvo fuori dalla foresta, tenevo il Segnapunti aperto in un
angolo del display, per sapere subito se Art3mis avesse vinto la partita a

Joust e avesse ricevuto la chiave. Quando, finalmente, raggiunsi la


stazione di teletrasporto e mi infilai nella cabina pi vicina, erano
appena passate le due del mattino.
Inserii la destinazione sullo schermo tattile e sul display comparve una
mappa di Middletown. Mi veniva richiesto di scegliere, come punto
darrivo, una tra le duecentocinquantasei stazioni di teletrasporto del
pianeta.
Quando Halliday aveva creato Middletown, non aveva inserito una sola
riproduzione della sua citt natale. Ne aveva create
duecentocinquantasei copie identiche, disposte ordinatamente su tutta la
superficie del pianeta. Non pensavo avrebbe fatto differenza se ne
avessi scelta una piuttosto che unaltra, perci ne selezionai una a caso,
vicina allEquatore. Schiacciai Conferma per pagare la tratta e il mio
avatar svan.
Un millisecondo pi tardi mi trovavo in una cabina telefonica anni
ottanta, dentro una stazione di bus Greyhound. Aprii lo sportello e feci
qualche passo in l. Fu come uscire da una macchina del tempo. Intorno
a me si aggiravano moltissimi PNG, tutti abbigliati in stile met anni
ottanta. Una donna con una gigantesca pettinatura fora-ozono muoveva
la testa al ritmo del pezzo che ascoltava su uno walkman di dimensioni
esagerate. Un ragazzino con una giacchetta grigia Members Only se ne
stava appoggiato a un muro, alle prese con un cubo di Rubik. Un punk
con la cresta sedeva su uno sgabello di plastica, di fronte a un televisore
a gettoni, e guardava una replica di Riptide.
Dopo averla individuata, mi diressi verso luscita della stazione,
brandendo la spada. Lintera superficie di Middletown era zona PvP, e
dovevo procedere con cautela. Dallinizio della Caccia, questo pianeta
era diventato un porto di mare e le 256 copie della citt che aveva dato i
natali a Halliday erano state battute e rovistate da uninfinit di Gunter
in cerca di indizi e chiavi. La teoria pi gettonata, sui forum, era che
Halliday avesse creato molteplici copie della sua citt coscch molti
avatar potessero condurre le loro ricerche allo stesso tempo, senza
essere costretti a litigarsi un singolo luogo. Naturalmente, tutte queste
ricerche non avevano prodotto assolutamente nulla. Non una chiave.
Non un indizio. Nessun Egg. Da allora, linteresse nei confronti del
pianeta era scemato considerevolmente. Ma era probabile che alcuni
Gunter ci andassero ancora, di tanto in tanto.

Il mio piano, se avessi trovato un altro Gunter nella casa di Halliday,


era di levare le tende, rubare unauto, spostarmi di quaranta chilometri
(in qualsiasi direzione) fino a raggiungere unaltra copia di
Middletown. E poi spostarmi ancora, fino a trovare una casa di Halliday
che non fosse gi occupata.
Fuori dalla stazione degli autobus era una splendida giornata da
Midwest. Il sole rossoarancio era basso nel cielo. Anche se non ci ero
mai stato, avevo fatto ricerche e sapevo che Halliday aveva
programmato Middletown in modo che, indipendentemente da dove ti
trovassi o dallora in cui visitassi il pianeta, fosse sempre un perfetto
pomeriggio tardo-autunnale, intorno al 1986.
Aprii una mappa della citt e segnai un tracciato dalla mia posizione
attuale alla casa di Halliday. Si trovava a poco pi di un chilometro a
nord. Direzionai il mio avatar e iniziai a correre. Guardandomi intorno,
ero sconvolto dalla minuziosa attenzione al dettaglio. Avevo letto che
Halliday si era occupato da solo di tutti i codici, ripescando dai suoi
ricordi, per ricreare la citt esattamente comera stata durante la sua
infanzia. Aveva fatto riferimento a vecchi stradari, elenchi telefonici,
fotografie e video perch i risultati fossero pi autentici e accurati
possibile.
Mi ricordava molto la citt di Footloose. Piccola, rurale, scarsamente
popolata. Le case sembravano incredibilmente grandi ed erano
collocate a una distanza assurda luna dallaltra. Mi sconvolgeva lidea
che, cinquantanni prima, anche le famiglie con un reddito basso
potessero permettersi una casa propria. Gli abitanti PNG sembravano
comparse di un video di John Cougar Mellencamp. Vedevo persone che
rastrellavano le foglie, portavano a spasso il cane, sedevano allombra
delle loro verande. Per curiosit provai a salutarne alcune, e loro
ricambiarono amichevolmente.
Le tracce dellepoca storica erano ovunque. Su e gi per le strade
ombreggiate, auto e camioncini guidati da PNG viaggiavano
lentamente; erano tutte anticaglie che tracannavano benzina: Pontiac
Firebird, Dodge Omni, Chevrolet, Camaro e Chrysler. Passai davanti a
una stazione di servizio; uninsegna indicava il prezzo della benzina:
soltanto ventiquattro centesimi al litro.
Stavo per svoltare nella via di Halliday quando udii un tripudio di
trombe. Il mio sguardo si precipit sulla finestra del Segnapunti, che
gravitava ancora in un angolo del display.

Art3mis ce laveva fatta.


Il suo nome era comparso subito sotto il mio, con un punteggio di 9000
punti: mille meno di me. Evidentemente, avevo ricevuto un bonus per
essere stato il primo avatar a ottenere la Chiave di Rame.
Per la prima volta, mi furono chiare le conseguenze dellesistenza del
Segnapunti.
Da allora in poi non solo avrebbe permesso ai Gunter di controllare a
vicenda i progressi degli avversari. Avrebbe anche mostrato al mondo
intero i favoriti del momento e li avrebbe trasformati in celebrit (e
bersagli) istantanei.
Sapevo che in quel momento Art3mis stava osservando la sua copia
della Chiave di Rame, leggendone lindizio inciso sulla superficie. Ero
certo che per decifrarlo non avrebbe impiegato pi di quanto avessi
impiegato io. Probabilmente, anzi, era gi diretta a Middletown.
Il pensiero mi rimise in moto. Avevo soltanto unora di vantaggio su di
lei. Forse meno.
Quando raggiunsi Cleveland Avenue, la via in cui Halliday era
cresciuto, mi precipitai dal marciapiedi pieno di crepe ai gradini davanti
alla porta di casa sua. Era proprio identica alle foto che avevo visto: una
modesta casa coloniale a due piani con le facciate in vinile rosso. Due
berline Ford fine anni settanta erano parcheggiate nel vialetto, e una
poggiava su blocchi di cemento.
Osservando la riproduzione della vecchia casa di Halliday, cercai di
immaginarmi cosa avesse significato, per lui, crescere l. Avevo letto
che nella vera Middletown, in Ohio, le strade di questa via erano state
tutte demolite alla fine degli anni novanta per lasciare spazio a un
grande magazzino. Ma qui, su OASIS, Halliday aveva conservato per
sempre la sua giovent.
Corsi su per le scale ed entrai dalla porta dingresso, che affacciava sul
salotto. Conoscevo bene questa stanza perch lavevo vista nellInvito
di Anorak. Riconobbi le pareti in legno, la moquette arancione scuro, i
mobili sgargianti che sembravano raccattati da un rigattiere discotecaro.
La casa era vuota. Per qualche ragione, Halliday aveva deciso di non
inserire riproduzioni PNG di se stesso o dei suoi genitori morti. Forse
sarebbe stato un pelo troppo inquietante anche per lui. Riconobbi,
comunque, una foto di famiglia sulla parete del salotto. Era un ritratto
scattato nel 1984 al Kmart del quartiere, ma il signore e la signora
Halliday avevano indosso abiti da fine anni settanta. Jimmy, dodicenne,

era in piedi tra i due genitori. Con i suoi occhiali spessi, guardava torvo
lobiettivo della macchina fotografica. Gli Halliday erano una tipica
famigliola americana. Niente sembrava indicare che il distinto signore
con il completo marrone fosse un alcolizzato violento, n che la donna
sorridente con il tailleur pantalone a trama floreale fosse bipolare, o che
il ragazzino con la maglietta sdrucita di Asteroids avrebbe creato, un
giorno, un universo completamente nuovo.
Guardandomi intorno, iniziai a chiedermi le ragioni per cui Halliday,
che aveva sempre sostenuto di aver vissuto uninfanzia infelice, ne
avesse avuto tanta nostalgia. Io sapevo che, quando e se mai fossi
riuscito a lasciarmi alle spalle le cataste, non avrei mai ripensato al
passato. E di certo non avrei mai creato una simulazione dettagliata di
quel posto.
Lanciai unocchiata allingombrante televisore Zenith e allAtari 2600
che vi era collegato. La trama del legno riprodotta sulla custodia di
plastica dellAtari si abbinava perfettamente a quella dellarmadietto
del televisore e delle pareti del salotto. Accanto allAtari trovai una
scatola di scarpe che conteneva nove cartucce di videogiochi: Combat,
Space Invaders, Pitfall!, Kaboom!, Star Raiders, Limpero colpisce
ancora, Yars Revenge ed E.T. I Gunter avevano cercato di spiegarsi il
significato dellassenza di Adventure, cui Halliday giocava con quella
stessa Atari, alla fine dellInvito di Anorak. Avevano messo sottosopra
Middletown cercandone una copia, ma non se nera trovata in tutto il
pianeta. Avevano portato copie di Adventure da altri pianeti. Queste,
per, non avevano mai funzionato sullAtari di Halliday. Finora
nessuno sapeva spiegarsi perch.
Setacciai velocemente il resto della casa e mi assicurai che nessun altro
avatar fosse presente. Poi aprii la porta della camera di James Halliday.
Era vuota. Entrai e sbarrai la porta. Da anni circolavano screenshot e
simcap della stanza, che avevo studiato attentamente. Ma era la prima
volta che me la trovavo davanti nella realt. Avevo i brividi.
Il tappeto era di un orrendo color senape. Stesso discorso per la carta da
parati. Ma le pareti erano ricoperte di poster di film e band: Scuola di
geni, Wargames, Tron, i Pink Floyd, i Devo, i Rush. Allentrata si
trovava uno scaffale stipato di tascabili fantasy e fantascientifici (tutti
titoli che avevo gi letto, ovviamente). Un secondo scaffale, accanto al
letto, straripava di vecchie riviste informatiche e regolamenti di
Dungeons & Dragons. Lungo le pareti erano accatastati diversi

scatoloni di fumetti, ciascuno etichettato a dovere. E poi, nellangolo,


sul tavolo in legno tutto ammaccato, si trovava il primo computer di
James Halliday.
Come molte macchine dellepoca, tastiera e computer si trovavano
nello stesso corpo. Sopra ai tasti, era stampata unetichetta con scritto
TRS-80 color computer 2, 16k RAM. Sul retro del computer
serpeggiavano i fili, che raggiungevano un registratore di audiocassette,
un piccolo televisore a colori, una stampante a matrice di punti e un
modem a 300 baud. Incollata al tavolo, accanto al modem, una lunga
lista di numeri telefonici per Bullettin Board System.
Mi sedetti e cercai linterruttore del computer e della tv. Si ud un
crepitio di elettricit statica, poi un brusio basso e continuo, mentre la
tv si riscaldava. Un istante pi tardi, apparve la schermata verde di
avvio del TRS-80, e lessi le seguenti parole: EXTENDED COLOR
BASIC 1.1
COPYRIGHT 1982 BY TANDY OK Appena
sotto, un cursore lampeggiava, percorrendo tutti i colori dello spettro.
Digitai hello e poi premetti il tasto Invio.
?errore di sintassi apparve nella riga seguente. Hello non era un
comando valido su BASIC, lunico linguaggio che quel vecchio
computer capiva.
Dalle mie ricerche sapevo che il registratore di cassette funzionava da
lettore. Memorizzava in modo analogico i dati, sotto forma di suoni,
su nastro magnetico. Quando Halliday, da bambino, aveva cominciato a
scrivere i suoi primi codici, il poveretto non aveva accesso nemmeno a
ununit per floppy disk. Era costretto a salvare tutti i suoi codici su
cassette. Accanto al lettore giaceva una scatola di scarpe piena di
cassette. Erano, perlopi, avventure testuali: Raku-tu, Bedlam, Pyramid
e Madness and the Minotaur. Cera anche qualche cartuccia ROM, da
inserire nel lato del computer. Rovistai nella scatola finch non trovai
una cartuccia con unetichetta rossa sbiadita su cui era scritto, in
caratteri gialli storti e imprecisi, Dungeons of Daggorath. Limmagine
del gioco riproduceva uninquadratura del corridoio di un sotterraneo,
bloccato da un gigante blu che trasportava una grossa ascia di pietra.
La prima volta che era comparsa la lista dei giochi della stanza di
Halliday, li avevo scaricati e studiati tutti a fondo. Avevo gi risolto
Dungeons of Daggorath un paio di anni prima. Avevo impiegato quasi
un intero fine settimana. La grafica era estremamente rudimentale ma,

anche cos, il gioco era divertente e creava una vera e propria


dipendenza.
Sui forum avevo letto che, durante quei cinque anni, in molti avevano
giocato a Dungeons of Daggorath, completandolo proprio sul TRS-80
di Halliday. Cera chi giocava a ogni gioco della scatola soltanto per
scoprire se sarebbe venuto a capo di qualcosa. Niente. Ma nessuno di
quei Gunter aveva con s la Chiave di Rame.
Le mani mi tremavano lievemente mentre spegnevo il TRS-80 e
inserivo la cartuccia di Dungeons of Daggorath. Quando lo riaccesi, lo
schermo si color di nero e, accompagnata da effetti sonori minacciosi,
comparve limmagine grossolana di un mago. Reggeva un bastone in
una mano. Sotto di lui, scritta in lettere maiuscole, la legenda: Vi sfido
a entrare nei sotterranei di Daggorath!
Piazzai le dita sulla tastiera e cominciai la partita. In quel momento,
uno stereo sul com di Halliday si accese da solo e inizi a sparare una
musica familiare. Era la colonna sonora che Basil Poledouris aveva
composto per Conan il barbaro.
Devessere il modo in cui Anorak mi fa sapere che sono sulla buona
strada, pensai.
Ben presto persi ogni cognizione del tempo. Mi dimenticai che il mio
avatar era seduto nella camera di Halliday e che io, in realt, me ne
stavo seduto nel mio nascondiglio, rannicchiato accanto alla stufa
elettrica, a tastare laria di fronte a me, inviando comandi con una
tastiera immaginaria. Tutti gli strati intermedi scivolarono via, e mi
persi completamente nel gioco dentro al gioco.
In Dungeons of Daggorath, si controlla il proprio avatar digitando
comandi come gira a sinistra o prendi la torcia, orientandosi attraverso
un labirinto di corridoi a grafica vettoriale, combattendo ragni, giganti
di pietra, blob, spettri, mano a mano che si scende sempre pi gi,
attraverso i cinque livelli a difficolt crescente dei sotterranei. Per un
attimo cercai di prendere nuovamente familiarit con i comandi e con le
peculiarit del gioco ma, una volta fatto, Dungeons of Daggorath non
era poi cos difficile da risolvere. La possibilit di salvare la mia
posizione in qualsiasi momento mi dava, in pratica, vite infinite.
(Ciononostante caricare i giochi dal lettore di cassette si dimostr un
processo lento e tedioso. A volte richiedeva diversi tentativi e
smanettamenti con la manopola del volume sulla piastra di
registrazione.) Mentre giocavo, la musica di Conan il barbaro fin e lo

stereo scatt di nuovo, e inizi a riprodurre il lato B del nastro,


proponendomi la colonna sonora, carica di sintetizzatori, di
Ladyhawke. Non vedevo lora di sbatterlo in faccia a Aech.
Intorno alle quattro del mattino raggiunsi lultimo livello del
sotterraneo e mi scontrai contro il Malefico Mago di Daggorath. Dopo
essere morto e aver ricaricato la partita due volte, riuscii a sconfiggerlo
usando una Spada Elfica e un Anello di Ghiaccio. Completai il gioco
raccogliendo lanello magico e impossessandomene. Non appena lo
feci, sullo schermo apparve unimmagine che mostrava un mago con
una stella luminosa in cima al bastone e sulla veste. Il testo, in basso,
recitava: evviva! il destino attende la mano di un nuovo mago!
Rimasi in attesa di ci che sarebbe accaduto. In un primo momento non
accadde proprio nulla. Ma poi la vecchissima stampante di Halliday si
risvegli e, rumorosamente, produsse ununica riga di testo. Il rullo ad
aghi sbobin la pagina fuori dalla stampante. Strappai il foglio e lessi la
frase: congratulazioni! hai aperto la prima porta!
Mi guardai intorno e vidi, incassato nella parete della camera, un
cancello in ferro battuto, nel punto esatto in cui, un istante prima, era
attaccato il poster di Wargames. Al centro del cancello cera un
chiavistello di rame con una serratura.
Mi arrampicai sulla scrivania di Halliday per raggiungere il
chiavistello, poi feci scivolare la Chiave di Rame nella serratura e la
girai. Il cancello fu investito da un bagliore incandescente, come se il
metallo si fosse surriscaldato, e i due battenti si spalancarono, rivelando
una distesa di stelle. Aveva tutta laria di essere un portale verso lo
spazio profondo.
Udii una voce incorporea che diceva: Mio Dio, pieno di stelle. Lo
riconobbi, doveva essere un estratto da 2010 Lanno del contatto. Poi
udii un ronzio basso, minaccioso, seguito da un brano tratto dalla
colonna sonora del film Cos parl Zarathustra, di Richard Strauss.
Mi sporsi per guardare attraverso il portale. Guardai a destra, a sinistra,
su e gi. Nientaltro che una distesa di stelle, in tutte le direzioni.
Strizzando gli occhi riuscivo a distinguere, in lontananza, anche
qualche piccola galassia e nebulosa.
Non esitai. Saltai attraverso il cancello spalancato. Mi risucchi
allinterno, e cominciai a cadere. Ma non precipitavo, cadevo in avanti,
e sembrava che le stelle cadessero insieme a me.
0011
Mi ritrovai a giocare a Galaga in una vecchia sala giochi.

La partita era gi cominciata. Disponevo di navicelle doppie e di un


punteggio di 41 780. Abbassai lo sguardo e vidi che le mie mani erano
gi sui comandi. Dopo un paio di secondi di disorientamento, cominciai
a giocare dimpulso, spostando il joystick a sinistra, appena in tempo
per evitare di perdere una delle navicelle.
Tenendo un occhio sul gioco, cercai di farmi unidea di ci che mi
circondava. Nella visione periferica riconoscevo, alla mia sinistra, un
cabinato con Dig-Dug, e alla mia destra una macchina con Zaxxon.
Udivo, alle mie spalle, cacofonie di combattimenti digitali che
provenivano da decine di altri giochi arcade dannata. Infine, quando
riuscii a sgominare unondata su Galaga, notai il mio riflesso sullo
schermo del gioco. Ma non ci vidi il volto del mio avatar. La faccia era
quella di Matthew Broderick. Un Matthew Broderick giovane, prePazza giornata di vacanza e pre-Ladyhawke.
In quel momento capii dove mi trovavo. E capii chi ero.
Ero David Lightman, il personaggio interpretato da Matthew Broderick
in Wargames. Questa era la prima scena che aveva nel film.
Ero dentro al film.
Mi guardai intorno rapidamente e vidi una riproduzione dettagliata del
20 Grand Palace, la pizzeria-sala giochi del film. Attorno a ciascun
gioco sciamavano ragazzini con vaporose capigliature anni ottanta. Gli
altri erano seduti nei spar, mangiavano pizza e bevevano bibite. Da
un jukebox nellangolo rimbombava Video Fever dei Beepers. I
suoni e le immagini erano identici a quelli del film. Halliday aveva
copiato ogni singolo dettaglio e lo aveva riportato in vita come
simulazione interattiva.
Porca puttana.
Avevo passato anni a immaginarmi che sfide mi attendessero al di l
della Prima Porta. E mai avrei immaginato questo. Ma forse avrei
dovuto aspettarmelo. Wargames era uno dei film in assoluto pi amati
da Halliday, ed era per questo che lavevo guardato pi di una trentina
di volte. Oltre al fatto che era assolutamente stupendo, con un hacker
adolescente vecchia maniera come protagonista. A quanto sembrava,
stavo per essere ripagato di tutte quelle ore di studio.
Poi udii un bip elettronico ripetuto. Proveniva dalla tasca destra dei
jeans che indossavo. Tenendo sempre la sinistra sul joystick, frugai
nella tasca e ne tirai fuori un orologio digitale. Il quadrante diceva che
erano le 7 e 45 del mattino. Quando premetti un pulsante per zittire il

segnale, al centro del mio display comparve un avviso: farai tardi a


scuola!
Usai il comando vocale per aprire la mappa OASIS, sperando di capire
dove mi avesse condotto la Porta. Ma scoprii che non ero pi su
Middletown, e non ero nemmeno su OASIS. La mia icona di
localizzazione si trovava in mezzo a una schermata vuota, il che
significava che mi trovavo FDM, Fuori dalla Mappa. Quando mi ero
avventurato allinterno della Porta, il mio avatar era stato trasportato in
una simulazione autonoma, un luogo virtuale totalmente separato da
OASIS. Lunico modo per ritornare indietro consisteva probabilmente
nel superare la Porta completando la missione. Ma se ero dentro un
videogioco, come dovevo giocarlo? Se questa era una missione, qual
era il mio obiettivo? Continuai a giocare a Galaga rimuginando su
questi dubbi. Un istante dopo, un bambinetto entr nella sala giochi e si
avvicin a me.
Ciao David! disse, fissando la partita.
Lo avevo visto nel film. Si chiamava Howie. Nel film, Matthew
Broderick passa a Howie i comandi di Galaga e corre a scuola.
Ciao David! ripet il ragazzino, col medesimo tono di voce. Questa
volta, quando parl, le sue parole apparvero in sovraimpressione, alla
base del display, come fossero dei sottotitoli. Poco pi in basso,
lampeggiarono in rosso le parole ultimo avviso dialogo!
Cominciai a capire. La simulazione mi stava avvertendo che questa era
la mia ultima possibilit di recitare la battuta seguente del film. Se non
avessi pronunciato la battuta, potevo immaginare cosa sarebbe
successo.game over.
Ma non mi agitai, perch conoscevo la battuta seguente. Avevo visto
Wargames tante volte che ricordavo lintero film a memoria.
Ciao Howie! dissi. Ma la voce trasmessa dagli auricolari non era la
mia. Era la voce di Matthew Broderick. Mentre recitavo la battuta,
lavviso sul display scomparve e apparve in alto, in sovrimpressione, un
punteggio di 100 punti.
Mi scervellai cercando di ripercorrere mentalmente il resto della
sequenza. Mi ricordai la battuta successiva: Come va? dissi, e il mio
punteggio schizz a 200.
Benone rispose Howie.
Iniziai a sentirmi in preda alle vertigini. Era tutto incredibile. Ero
proprio dentro al film. Halliday aveva trasformato un film ormai

cinquantenne in un videogioco interattivo in tempo reale. Mi domandai


quanto avesse impiegato a programmarlo.
Un nuovo avviso cominci a lampeggiare sul display: farai tardi a
scuola! sbrigati!
Feci qualche passo indietro, abbandonando il gioco. Vuoi continuare
tu? domandai a Howie. Certo rispose, impossessandosi dei
comandi. Grazie! Sul pavimento della sala giochi comparve un
sentiero verde che conduceva fino alluscita. Cominciai a seguirlo, poi
mi ricordai di correre a prendere il blocco degli appunti che avevo
lasciato sul Dig-Dug, il mobile accanto al mio, esattamente come David
nel film. Quando lo feci, il punteggio sal di 100 punti e sul display
apparve la scritta bonus azione!
Ciao, David! grid Howie.
Ciao! gli risposi. Altri 100 punti. Era cos semplice!
Seguii il sentiero verde fin fuori dal 20 Grand Palace e poi lungo la
strada affollata, per un paio di isolati. Stavo correndo in una strada
alberata di periferia. Svoltai langolo e vidi che il sentiero conduceva
direttamente a un grande edificio di mattoni. Linsegna sulla porta
diceva Snohomish High School: era la scuola di David, e
lambientazione delle scene seguenti del film.
Mentre entravo, correndo, la mia testa si affollava di pensieri. Se tutto
ci che dovevo fare era ripetere le battute di Wargames per le prossime
due ore, sarebbe stato un gioco da ragazzi. Senza volerlo, ero fin troppo
preparato. Conoscevo Wargames persino meglio di Scuola di geni o
Sapore di hamburger.
Stavo ancora correndo per i corridoi della scuola, quando sul display
lampeggi un nuovo avviso: sei in ritardo per la lezione di biologia!
Continuai a percorrere, pi in fretta che potevo, il sentiero, che aveva
cominciato a pulsare di un verde acceso. Giunsi, infine, di fronte alla
porta di unaula del secondo piano. Dal vetro riuscivo a vedere che la
lezione era gi cominciata. Linsegnante era accanto alla lavagna. Vidi
il mio banco, lunico banco vuoto di tutta laula.
Era proprio dietro Ally Sheedy.
Aprii la porta e entrai nella classe in punta di piedi, ma linsegnante mi
not immediatamente.
Ah, David! Sei carino a unirti a noi!
Raggiungere la fine del
film si rivel molto pi difficile di quanto avessi preventivato. Mi ci
vollero solo quindici minuti per capire le regole del gioco, e per

capire come funzionasse il sistema di punteggio. Mi si richiedeva molto


pi della mera ripetizione del dialogo. Dovevo anche riprodurre tutte le
azioni che il personaggio di Broderick compie nel film, in maniera
esatta e nel momento giusto. Era come essere obbligati a recitare da
protagonista in un dramma teatrale visto molte volte, ma mai provato.
Per gran parte della prima ora del film fui in preda al nervosismo,
cercavo costantemente di anticipare le battute che avrei dovuto dire.
Ogni volta che sbagliavo una battuta o non compivo unazione al
momento giusto, il mio punteggio scendeva e sul display compariva un
avviso. Quando facevo due errori di seguito, compariva un ultimo
avviso. Non ero certo di cosa sarebbe successo se avessi sbagliato tre
volte di seguito, ma immaginavo che sarei stato espulso dalla Porta o,
pi semplicemente, il mio avatar sarebbe stato ucciso. Non ero proprio
impaziente di scoprire quale sorte mi sarebbe toccata.
Dopo sette azioni giuste in sequenza o dopo sette frasi esatte, il gioco
mi assegnava un bonus Suggerimento-Battuta, che potevo
selezionare ogni volta che stavo per fare scena muta: in questo modo,
lazione corretta o la linea di dialogo che mi sfuggiva sarebbero
comparse sul display, come se fosse una sorta di gobbo.
Nelle parti che non coinvolgevano il mio personaggio, la simulazione
passava a una prospettiva passiva, in terza persona, durante la quale non
dovevo far altro che osservare gli sviluppi, come nella scena animata di
un vecchio videogioco. Nel corso di queste scene, potevo rilassarmi
fino al momento in cui il mio personaggio non fosse tornato sullo
schermo. In una pausa, cercai di accedere alla copia del film che
conservavo nel disco fisso della console, con lintenzione di riprodurlo,
in una finestra del display, per tenerlo come punto di riferimento. Ma il
sistema non me lo permise. Scoprii, anzi, che non potevo aprire alcuna
finestra mentre mi trovavo allinterno della Porta. Quando ci provai, mi
fu inviato un avviso: barare non ammesso. prova a barare ancora una
volta ed game over!
Ma, fortunatamente, alla fine non ebbi bisogno di alcun aiuto. Una
volta raccolto il massimo di cinque bonus Suggerimento-Battuta mi
rilassai, e il gioco divenne addirittura divertente. Non era difficile
divertirsi allinterno di uno dei miei film preferiti. Dopo un po scoprii
che potevo guadagnare punti extra se pronunciavo una battuta con
lesatto tono e la stessa inflessione del protagonista.

Ancora non lo sapevo, ma ero la prima persona a giocare a un tipo di


videogioco assolutamente nuovo. Non molto tempo dopo la GSS
sarebbe venuta a conoscenza della simulazione di Wargames inclusa
nella Prima Porta. Avrebbe brevettato in fretta lidea e avrebbe
comprato i diritti di vecchi film e serie tv per conventirli in giochi
interattivi, che sarebbero stati chiamati Sincrofilm. I Sincrofilm
sarebbero diventati estremamente popolari. Si sarebbe aperto un nuovo,
vastissimo mercato di giochi che permettevano, a chi lo volesse, di
recitare da protagonista nel proprio film o serie tv preferiti.
Giunto alle scene finali del film, iniziai a sentirmi spossato. Ero sveglio
da pi di ventiquattrore e non avevo mai fatto una pausa. Lultima
azione che mi tocc fu ordinare al supercomputerWOPR di giocare
contro se stesso a Tris. Poich ogni partita giocata dal WOPR finiva
pari, lintelligenza artificiale apprese che anche una Guerra
Termonucleare Globale sarebbe stata un gioco in cui lunica mossa
vincente non giocare. Ci avrebbe impedito alWOPR di lanciare tutti
gli ICBM degli Stati Uniti contro lUnione Sovietica.
Io, David Lightman, giovane appassionato di computer della periferia
di Seattle, da solo avevo evitato la fine dellumanit.
Il centro di comando NORAD esplose in un grande festeggiamento, e
io attesi che scorressero i titoli di coda del film. Ma non accadde. No,
tutti i personaggi intorno a me scomparvero, lasciandomi solo
nellenorme quartier generale. Controllai il riflesso del mio avatar sullo
schermo di un computer, e vidi che non avevo pi il volto di Matthew
Broderick. Ero di nuovo Parzival.
Scrutai nel vuoto del centro di comando NORAD, domandandomi cosa
dovessi fare. Tutto a un tratto, i giganteschi schermi che avevo di fronte
si azzerarono e apparvero quattro righe di testo, in verde acceso. Era un
nuovo indovinello: La Chiave di Giada il capitano ha celata In
una
dimora da tempo abbandonata Ma nel fischietto soffiar tu potrai
Se dei trofei la raccolta farai
Per un attimo fissai i versi
inebetito, in silenzio. Poi mi riscossi dallo stordimento e fotografai pi
volte il testo. Mentre lo facevo, su una parete vicina a me riapparve la
Porta di Rame: era aperta e riuscivo a vedere, al di l, la camera di
Halliday. Era luscita. La porta di ritorno.
Ce lavevo fatta. Avevo superato la Prima Porta.
Riguardai lindovinello sugli schermi. Mi ci erano voluti anni per
decifrare il limerick e riuscire a trovare la Chiave di Rame. A prima

vista, sembrava che il nuovo indovinello sulla Chiave di Giada avrebbe


richiesto altrettanto tempo. Non ne capivo una parola. Ma ero stanco
morto, e non ero certo nelle condizioni di risolvere un altro enigma. A
stento riuscivo a tenere gli occhi aperti.
Saltai attraverso luscita e atterrai, con un tonfo, sul pavimento della
stanza di Halliday. Quando mi voltai e guardai la parete, non cera pi
traccia della porta, il poster di Wargames era ritornato al suo posto.
Controllai le statistiche del mio avatar e notai che avevo guadagnato
centinaia di migliaia di Punti Esperienza per aver superato la Porta,
abbastanza per condurre il mio avatar dal decimo al ventesimo livello in
un solo colpo. Poi controllai il Segnapunti: PUNTEGGI: 1. Parzival
11.0000 2. Art3mis 9.000
3. JDH 0000000
4. JDH 0000000
5. JDH 0000000
6. JDH 0000000
7. JDH 0000000
8. JDH 0000000
9. JDH 0000000
10. JDH 0000000
Il mio punteggio era aumentato di centomila punti e, accanto al
mio nome, compariva ora un cancello color rame. I media (e chiunque
altro) probabilmente avevano tenuto sotto controllo il Segnapunti per
tutta la notte perci, ormai, il mondo intero sapeva che avevo risolto la
Prima Porta.
Ero troppo distrutto per provare a pensare a ci che questo implicava.
Non pensavo che a dormire.
Scesi di corsa le scale e andai in cucina. Le chiavi dellauto degli
Halliday erano appese in una bacheca accanto al frigorifero. Le afferrai
e corsi fuori. Lauto (quella che non era piazzata sui blocchi di
cemento) era una Ford Thunderbird dell82. Al secondo tentativo il
motore si accese. Uscii dal vialetto e guidai fino alla stazione degli
autobus.
Una volta l, mi teletrasportai nella stazione accanto alla mia scuola, su
Ludus. Poi raggiunsi il mio armadietto e vi lasciai tutto ci che il mio
avatar aveva raccolto: tesoro, armatura, armi. Quindi uscii da OASIS.
Quando mi tolsi il visore, erano le 6 e 17 del mattino. Mi sfregai gli
occhi arrossati, e scrutai linterno del mio nascondiglio, cercando di
farmi unidea di tutto ci che era appena successo.
Allimprovviso avvertii il freddo che avvolgeva il furgone. La stufetta
elettrica era rimasta accesa per tutta la notte, e la batteria era ormai
prosciugata. Ero troppo stanco per salire sulla cyclette e ricaricarla. E
non avevo abbastanza energie per ritornare fino a casa di mia zia. Ma il

sole sarebbe sorto a breve e avrei potuto fermarmi nel nascondiglio


senza preoccuparmi di morire congelato.
Scivolai gi dalla sedia e mi raggomitolai nel sacco a pelo, sul
pavimento. Chiudendo gli occhi, iniziai a rimuginare sullindovinello
della Chiave di Giada. Ma il sonno mi risucchi dopo pochi istanti.
Feci un sogno. Ero solo, al centro di una terra di nessuno, con
moltissimi eserciti schierati contro di me. Di fronte, una milizia di
Sixer; al mio fianco, interi clan di Gunter che brandivano spade, pistole
e potenti armi magiche.
Abbassai gli occhi per guardare il mio corpo. Non era quello di
Parzival; era proprio il mio. E indossavo unarmatura di carta. La mia
mano destra reggeva una spada di plastica, la sinistra un grande uovo di
vetro. Era identico alluovo di vetro che provoca tutti quei dispiaceri a
Tom Cruise in Risky Business. Ma in qualche modo sapevo che, nel
mio sogno, era lEaster Egg di Halliday.
E io ero l, davanti a tutti, e lo mostravo a tutto il mondo.
Allunisono, gli eserciti nemici lanciarono un violento grido di battaglia
e caricarono. Convergevano tutti verso di me, mostrandomi i denti e gli
occhi iniettati di sangue. Venivano a prendersi luovo, e non potevo
fare niente per fermarli.
Sapevo che stavo sognando, e mi aspettavo di svegliarmi prima che mi
raggiungessero. Ma no, non mi svegliai. Il sogno continu, mi
strapparono luovo dalle mani, e sentii che mi facevano a pezzi.
[1] Il riferimento a Dodge City, nel Kansas, citt di bestiame e
meta-tipo di innumerevoli film western. La frase Get the hell out of
Dodge ricorre in Gunsmoke, serie tv western trasmessa dalla CBS per
ventanni, dal 1955 al 1975. [N.d.T.]
0012
Dormii per
pi di dodici ore, saltando del tutto le lezioni.
Quando finalmente mi svegliai, mi strofinai gli occhi e per un attimo
rimasi sdraiato in silenzio, cercando di autoconvincermi che gli eventi
del giorno precedente erano davvero accaduti. Mi sembrava un sogno,
era tutto sin troppo bello per essere vero. Infine, riafferrai il visore e mi
collegai alla rete per accertarmene.
Ogni singolo feed di notizie mostrava la schermata del Segnapunti. E il
nome del mio avatar era l, in cima, al primo posto. Art3mis era ancora
seconda, ma il punteggio, accanto al suo nome, aveva raggiunto 109
000, era a soli mille punti di distanza da me. Come nel mio caso, anche
di fianco al suo punteggio campeggiava un cancello color rame.

Ce laveva fatta, allora. Era riuscita a decifrare liscrizione sulla Chiave


di Rame mentre dormivo. Poi aveva raggiunto Middletown, aveva
trovato la porta ed era riuscita a uscire illesa da Wargames, soltanto
poche ore dopo di me.
Non mi sentivo pi cos compiaciuto di me stesso.
Cambiai canale ancora un paio di volte prima di soffermarmi su uno dei
principali network di notizie, in cui vidi due uomini seduti davanti a
una schermata del Segnapunti. Luomo a sinistra, un intellettualoide di
mezza et annunciato come Edgar Nash, esperto di Gunter stava
spiegando i punteggi al presentatore accanto a lui.
pare che lavatar chiamato Parzival abbia ricevuto qualche punto in
pi per essere stato il primo a trovare la Chiave di Rame disse Nash,
indicando il Segnapunti. E poi, questa mattina, il punteggio di Parzival
aumentato di altri centomila punti e unicona a forma di Porta di
Rame comparsa accanto al suo punteggio. Lo stesso cambiamento si
verificato nel caso di Art3mis, qualche ora dopo. Questo sembra
indicarci che entrambi siano riusciti a superare la prima delle tre porte.
Le celebri Tre Porte di cui James Halliday parlava nel video
dellInvito di Anorak? chiese il presentatore.
Precisamente.
Ma, signor Nash, dopo cinque anni, com possibile che due avatar
siano riusciti in questimpresa a poche ore di distanza luno dallaltro?
Be, credo che ci sia una sola risposta plausibile. Queste due persone,
Parzival e Art3mis, probabilmente lavorano insieme. Devono essere
entrambi membri di una di quelle istituzioni note come clan di
Gunter. Sono gruppi di cacciatori che Mi rabbuiai e cambiai
canale, saltando di feed in feed, finch non vidi un giornalista
sovreccitato che intervistava via satellite Ogden Morrow. QuellOgden
Morrow.
in diretta dalla sua casa, in Oregon. Grazie di essere qui con noi
oggi, signor Morrow!
Si figuri rispose Morrow. Erano passati quasi sei anni dallultima
volta che Morrow aveva parlato ai media, ma non sembrava invecchiato
di un solo giorno. I suoi capelli, grigi e indomabili, e la lunga barba lo
facevano sembrare un incrocio tra Albert Einstein e Babbo Natale. Il
paragone descriveva bene anche la sua personalit.
Il cronista si schiar la voce, comprensibilmente agitato. Vorrei
cominciare chiedendole la sua reazione agli eventi delle ultime

ventiquattrore. Si sorpreso nel vedere quei nomi comparire sul


Segnapunti di Halliday?
Sorpreso? Be, s, un po. Ma direi che il termine migliore sia
entusiasmato. Come chiunque altro, monitoravo la situazione e non
aspettavo altro che ci accadesse. Ovviamente, non ero sicuro che sarei
stato ancora vivo quando sarebbe successo! Ma sono felice di esserlo.
molto emozionante, non trova?
Crede che questi due Gunter, Parzival e Art3mis, stiano lavorando in
coppia?
Non ne ho idea. Immagino che non sia da escludere.
Come lei sa, la Gregarious Simulation Systems mantiene confidenziali
i dati di tutti gli utenti, perci non abbiamo modo di conoscere le loro
identit. Pensa che uno dei due si far avanti e si riveler al pubblico?
No, se sono intelligenti disse Morrow, sistemandosi sul naso i celebri
occhiali con la montatura in metallo. Se fossi in loro, farei di tutto per
mantenere lanonimato.
Perch dice questo?
Perch se il mondo scoprisse chi sono veramente, non avrebbero un
momento di tranquillit. Se tutti iniziassero a pensare che potrebbero
aiutarli a cercare lEgg di Halliday, non li lascerebbero mai in pace. Si
fidi, lo so per esperienza.
S. Immagino. Il giornalista fece un sorriso tirato. In ogni caso, il
nostro network ha contattato per email sia Parzival che Art3mis, e
abbiamo proposto loro generose offerte in denaro in cambio di
unintervista esclusiva, su OASIS o nel mondo reale.
Sono certo che stiano ricevendo molte offerte di questo genere. Ma
dubito che accetteranno disse Morrow. Poi guard in macchina, e mi
sentii come se si stesse rivolgendo direttamente a me. Chiunque sia
abbastanza intelligente da ottenere quello che loro hanno appena
ottenuto dovrebbe guardarsi bene dal parlare con quegli avvoltoi dei
media. Il giornalista ridacchi, imbarazzato. Ah, signor Morrow
non penso che questa ce la meritassimo. Morrow fece spallucce.
Peccato. Io s. Il giornalista si schiar nuovamente la voce.
Daccordo, parlando daltro ha dei pronostici riguardo a eventuali
cambiamenti che potremmo vedere sul Segnapunti, nelle prossime
settimane?
Scommetto che gli otto spazi che restano si riempiranno piuttosto in
fretta.

Cosa glielo fa pensare?


Una persona sa tenere un segreto, due no rispose, ritornando a
guardare in macchina. Magari mi sbaglio. Non saprei. Ma di una cosa
sono sicuro. I Sixer si serviranno di qualsiasi sporco mezzo per scoprire
dove si trovano la Chiave di Rame e la Prima Porta.
Sta parlando dei dipendenti della Innovative Online Industries?
S. IOI. I Sixer. Il loro unico scopo quello di sfruttare le falle nel
regolamento della gara per sovvertire il senso del testamento di Jim.
Qui c in ballo lanima stessa di OASIS. Lultima cosa che Jim
avrebbe voluto che la sua creazione cadesse nelle mani di una
multinazionale fascista come la IOI.
Signor Morrow, questo network appartiene alla IOI
Ma ovvio! esplose Morrow, gioioso. Tutto, praticamente,
appartiene a loro! Te compreso, mio caro ragazzo! Non che ti hanno
tatuato un codice a barre sul culo quando sei stato assunto per sederti
qui a far propaganda per loro? Il giornalista inizi a balbettare,
fissando nervoso un punto al di l della telecamera.
Presto! disse Morrow. Tagliatemi, prima che dica altro! Scoppi in
una risata, mentre la rete televisiva troncava la connessione.
Il giornalista si prese un paio di secondi per raccogliere le idee e poi
disse: La ringrazio nuovamente per essere stato qui oggi, signor
Morrow! Purtroppo, abbiamo esaurito il tempo a disposizione. E adesso
torniamo a Judy, che si trova con un gruppo di rinomati studiosi di
Halliday.
Sorrisi e chiusi la finestra, ripensando alle parole del vecchio. Da
sempre sospettavo che sapesse della gara molto pi di quanto non desse
a vedere.
Morrow e Halliday erano cresciuti insieme, avevano fondato
insieme una societ, insieme avevano cambiato il mondo. Ma la vita di
Morrow era stata ben diversa da quella di Halliday, era stata una vita
con un legame ben pi marcato con gli altri esseri umani. E con molte
pi tragedie.
Nella met degli anni novanta, quando la Gregarious Simulation
Systems era ancora soltanto la Gregarious Games, Morrow aveva
sposato la sua fidanzata del liceo, Kira Underwood. Kira era nata a
Londra, dovera anche cresciuta. (In realt si chiamava Karen, ma da
quando aveva visto The Dark Crystal insisteva perch tutti la
chiamassero Kira.) Morrow laveva incontrata a scuola, quando lei vi si

era trasferita, da Londra, per il penultimo anno di liceo. Nella sua


autobiografia, Morrow scrive che era la quintessenza della ragazza
geek, con una sfrenata ossessione per i Monty Python, i fumetti, i
romanzi fantasy e i videogiochi. Lei e Morrow seguivano insieme
alcune lezioni, e Morrow si prese una cotta quasi subito. La invit alle
sue sedute di Dungeons & Dragons (come aveva fatto con Halliday,
qualche anno prima) e, con grande sorpresa di Morrow, lei accett.
Divenne lunica ragazza nel nostro gruppo settimanale di gioco
scrive Morrow. E ognuno di noi se ne innamor perdutamente, Jim
compreso. Fu proprio lei a dare a Halliday il soprannome di Anorak,
termine in slang britannico per indicare un nerd ossessivo. Credo che
Jim abbia battezzato cos il suo personaggio di D&D proprio per fare
colpo su di lei. O forse era il suo modo di farle capire che sapeva stare
allo scherzo. Il gentil sesso mandava Jim in uno stato di ansia totale, e
Kira lunica ragazza con cui lho visto parlare in maniera rilassata.
Questo perch si calava nella parte, era Anorak, nel corso delle nostre
sedute. E si rivolgeva a lei solo come Leucosia, che era il nome del
personaggio di Kira in D&D. Ogden e Kira iniziarono a frequentarsi.
Alla fine dellanno scolastico, proprio quando lei doveva tornare a
Londra, i due si dichiararono. Nel corso dellultimo anno di scuola si
tennero in contatto scambiandosi quotidianamente email, usando un
BBS pre-internet che si chiamava FidoNet. Quando entrambi si
diplomarono, Kira torn negli Stati Uniti, and a vivere con Morrow, e
divenne una dei primi dipendenti della Gregarious Games. (Per due
anni lei costitu il loro intero dipartimento artistico). Si fidanzarono
qualche anno dopo il lancio di OASIS. Un anno dopo si sposarono, e
Kira si dimise dal suo posto di direttrice artistica alla GSS. (Anche lei,
con le sue quote azionarie, era ormai miliardaria.) Morrow rimase alla
GSS per altri cinque anni. E poi, nellestate del 2022, annunci che
avrebbe lasciato la societ. Al tempo sosteneva che fosse per ragioni
personali. Ma, anni dopo, Morrow scrisse nella sua autobiografia che
aveva lasciato la GSS perch non eravamo pi nel business dei
videogiochi e perch sentiva che OASIS si stava trasformando in
qualcosa di orribile. Era diventata una prigione autoimposta per
lintera umanit scrive. Un luogo piacevole in cui sottrarsi ai
problemi del mondo, mentre la civilt collassava lentamente su se
stessa, fondamentalmente perch era stata abbandonata. Correva anche
voce che Morrow avesse scelto di andarsene perch aveva litigato

furiosamente con Halliday. Nessuno dei due conferm n sment;


nessuno sapeva che cosa avesse spezzato unamicizia durata una vita.
Ma fonti interne alla societ dissero che, al tempo delle dimissioni di
Morrow, lui e Halliday non si parlavano gi da diversi anni. Nonostante
questo, quando Morrow lasci, vendette tutte le sue azioni GSS
direttamente a Halliday, per una somma che non fu mai rivelata.
Ogden e Kira si ritirarono nella loro casa in Oregon e avviarono una
compagnia di software didattici no profit, la Halcydonia Interactive, che
creava avventure grafiche gratuite per ragazzi. Io avevo passato la mia
infanzia su questi giochi, tutti ambientati nel magico Regno di
Halcydonia. Le avventure di Morrow avevano il potere di trasportare
me, ragazzino cresciuto tra le cataste, fuori da quellambiente tetro. In
un certo senso, i Morrow erano stati i miei primi insegnanti.
Per il decennio successivo Ogden e Kira condussero unesistenza
pacifica e gioiosa, vivendo e lavorando in relativo isolamento.
Cercarono di avere dei figli, ma evidentemente non era destino.
Iniziarono a pensare alladozione ma, nellinverno del 2034, Kira perse
la vita in un incidente automobilistico su una strada di montagna
ghiacciata, a pochi chilometri da casa sua.
In seguito, Ogden continu a gestire la Halcydonia Interactive da solo.
Riusc a tenersi lontano dai riflettori fino alla mattina della morte di
Halliday, quando casa sua fu assediata dai media. Poich un tempo era
stato il pi grande amico di Halliday, tutti si aspettavano che potesse
spiegare perch il miliardario appena deceduto avesse messo in palio
tutte le sue fortune. Morrow decise di indire una conferenza stampa, per
levarseli tutti di dosso. Quella era stata lultima volta che aveva parlato
ai media, fino alla scoperta della Chiave. Avevo riguardato il video di
quella sua prima conferenza molte, molte volte.
Morrow aveva esordito leggendo una breve dichiarazione in cui diceva
che da pi di un decennio non vedeva Halliday n gli parlava.
Abbiamo litigato aveva detto e mi rifiuter sempre di affrontare
questo argomento, ora e in futuro. Vi basti sapere che non comunicavo
con James Halliday da pi di dieci anni.
E allora perch Halliday le avrebbe lasciato la sua enorme collezione
di videogiochi a gettone? aveva chiesto un giornalista. Tutti gli altri
suoi beni saranno messi allasta. Se non eravate pi amici, perch lei
lunica persona a cui abbia lasciato qualcosa?
Non ne ho la minima idea aveva risposto semplicemente Morrow.

Un altro giornalista aveva chiesto a Morrow se avrebbe cercato lEaster


Egg di Halliday: conoscendo Halliday cos bene, avrebbe avuto pi
probabilit di trovarlo di chiunque altro. Morrow, a quel punto, aveva
sottolineato che, nel testamento di Halliday, era contenuta una regola
imprescindibile: nessuno che avesse lavorato alla GSS n alcuno dei
suoi familiari avrebbe avuto diritto di partecipare alla gara.
Aveva idea di ci a cui Halliday stava lavorando in tutti i suoi anni di
isolamento?
No. Sospettavo stesse lavorando a qualche nuovo gioco. Jim stava
sempre lavorando a un nuovo gioco. Per lui, creare videogiochi era
necessario quanto lo respirare. Ma non ho mai pensato che stesse
lavorando a qualcosa di questa portata.
In qualit di persona che conosceva Halliday meglio di chiunque altro
ha qualche consiglio da dare ai milioni di individui che ora stanno
cercando lEaster Egg? Da dove pensa che dovrebbero iniziare?
Credo che Jim labbia spiegato in maniera abbastanza plateale
rispose Morrow picchiettandosi la fronte, proprio come aveva fatto
Halliday nellInvito di Anorak. Jim ha sempre voluto che tutti
condividessero le sue ossessioni, amassero le cose che lui amava. Penso
che questa gara sia il suo modo di dare al mondo un incentivo per
farlo.
Chiusi il mio file su Morrow e controllai la posta. Il sistema
mi avvis che avevo ricevuto pi di due milioni di messaggi. Erano tutti
ordinati in una cartella a parte, perci avrei potuto controllarli pi tardi.
Solo due messaggi erano stati inviati dai miei contatti autorizzati. Uno
era di Aech. Laltro era di Art3mis.
Iniziai aprendo il messaggio di Aech. Era un messaggio video, e il volto
del suo avatar comparve in una finestra. Porca troia! grid. Non ci
credo! Hai superato la Prima strafottutissima Porta e ancora non mi hai
chiamato? Chiamami, pezzo di stronzo! Ora! Subito, appena ricevi
questo messaggio! Pensai di aspettare qualche giorno prima di
richiamarlo, ma abbandonai immediatamente lidea. Avevo bisogno di
parlare con qualcuno di tutto quello che mi era successo, ed Aech era il
mio migliore amico. Se cera qualcuno di cui mi potevo fidare, quel
qualcuno era lui.
Rispose al primo squillo, e il suo avatar comparve in una nuova
finestra, davanti ai miei occhi. Bastardo! grid. Geniale,
sociopatico, astuto bastardo!
Ehi, Aech dissi, cercando di fare limpassibile. Novit?

Novit? Novit? Intendi a parte aver visto, sai, il nome del mio
migliore amico comparire in cima al Segnapunti? Intendi a parte
questo, s? Si avvicin, in modo che la bocca riempisse tutto il campo
visivo della finestra video, poi url: A parte questo non molto!
Davvero, calma piatta!.
Risi. Scusa se ci ho messo un po a richiamarti. Ho fatto un po tardi.
No, ma davvero, hai fatto tardi! disse. Ma guardati! Come fai a stare
cos calmo! Ti rendi conto, s, di quello che significa? una cosa
enorme! Va oltre al leggendario! Cio tante fottute congratulazioni,
amico! Inizi a inchinarsi a ripetizione. Non sono degno!
Finiamola qui, ok? Non poi questa gran cosa. Non che abbia vinto
niente, per ora
Non una gran cosa! si lagn Non--una-gran-cosa? Stai
scherzando? Ormai sei una leggenda! Sei un dio, da questo momento in
poi! Ma non te ne rendi conto, idiota?
No, davvero, smettila. Sto gi dando abbastanza di matto.
Hai dato unocchiata alle notizie? Tutto il mondo sta dando di matto!
E tutti sui forum dei Gunter sono incazzati come scimmie! E parlano
tutti di te, amigo.
Lo so. Senti, spero che tu non sia arrabbiato perch ti ho tenuto
alloscuro. Mi sono sentito in colpa per non aver risposto alle tue
chiamate e non averti detto cosa stavo facendo
Oh, per favore! alz gli occhi in maniera sprezzante. Lo sai fin
troppo bene che se fossi stato in te avrei fatto la stessa cosa. cos che
va il gioco. Ma si fece pi serio. Sono curioso di sapere, invece,
come quella tipa, Art3mis, sia riuscita a trovare la Chiave di Rame e a
superare la porta subito dopo di te. Tutti sono convinti che voi siate una
squadra, ma so che una stronzata. Che cos successo, allora? Ti
pedinava, tipo? Scossi la testa. No, aveva trovato il nascondiglio
della chiave prima di me. Un mese fa, a quanto mi ha detto. Solo, non
era riuscita a ottenere la chiave fino a ora. Rimasi in silenzio per un
istante. Non posso dirti tutti i dettagli senza che, sai Aech sollev
entrambe le mani. Nessun problema. Capisco perfettamente. Non
vorrei mai che ti lasciassi sfuggire qualche indizio. Mi rivolse il suo
tipico ghigno da Stregatto, e sembr che i suoi denti bianchi
occupassero met della finestra. In realt dovrei farti sapere dove mi
trovo in questo momento Sistem la videocamera in modo che non
riprendesse solo il primo piano del suo volto, e pass a uninquadratura

allargata che mi rivel dove si trovava era accanto alla collinetta,


appena fuori dalla Tomba degli orrori.
Rimasi a bocca aperta. Come diavolo
Be, quando ho visto il tuo nome su tutti i feed, ieri sera, mi venuto
in mente che, da quando ti conosco, non hai mai avuto il gruzzolo
necessario per fare dei grandi viaggi. Veramente neanche per fare dei
viaggi in generale. Perci ho pensato che, se avevi trovato il
nascondiglio della Chiave di Rame, probabilmente doveva essere da
qualche parte vicino a Ludus. O magari persino su Ludus.
Ottimo lavoro dissi, e dicevo sul serio.
Non molto. Ho passato ore a sfiancare la nocciolina di cervello che mi
ritrovo, prima di pensare che dovevo cercare sulla mappa di Ludus un
terreno che somigliasse a quello descritto nel modulo della Tomba degli
orrori. Ma una volta che lho capito, tutto si sistemato. Ed eccomi
qui.
Congratulazioni.
S, be, stato piuttosto facile dopo che mi hai indicato la direzione.
Diede unocchiata alla tomba, dietro di s. da anni che cerco questo
posto, e per tutto il tempo si trovava a due passi dalla mia scuola! Mi
sento un coglione totale per non averlo capito da solo.
Non sei un coglione dissi. Hai decifrato il limerick per conto tuo,
altrimenti non sapresti nemmeno della Tomba degli orrori, no?
Non sei incazzato, quindi? chiese. Che abbia approfittato delle
informazioni riservate che avevo? Scossi la testa. Per nulla. Avrei
fatto lo stesso.
Be, in qualsiasi caso, ti devo un favore. E non me ne dimenticher.
Indicai la tomba, dietro di lui. Sei gi entrato?
S. Sto aspettando che il server si resetti, a mezzanotte. La tomba
vuota, al momento, perch la tua amichetta Art3mis ci aveva gi fatto
una visitina.
Non siamo amici dissi. comparsa qui poco dopo che avevo preso
la chiave.
Avete combattuto?
No. La tomba in una zona non-PvP. Guardai lorologio. Sembra
proprio che tu debba ammazzare ancora un po di tempo prima di
mezzanotte.
S, mi stavo studiando il modulo di D&D per prepararmi disse. Ti
va di darmi qualche consiglio? Sorrisi. No. Proprio no.

Infatti, me lo immaginavo. Rimase in silenzio per qualche istante.


Senti, devo farti una domanda disse. C qualcuno a scuola che
conosce il nome del tuo avatar?
No, ho badato che rimanesse un segreto. Nessuno sa che mi chiamo
Parzival. Nemmeno gli insegnanti.
Bene disse. Io ho preso la stessa precauzione. Purtroppo, per, molti
dei Gunter che vengono alla Cantina sanno che andiamo entrambi a
scuola su Ludus, perci potrebbero ricomporre facilmente il puzzle.
Uno in particolare mi spaventa Fui investito da unondata di panico.
I-r0k? Aech annu. Mi chiama incessantemente da quando il tuo
nome comparso sul Segnapunti, per chiedermi che cosa so. Io ho fatto
finta di niente, e lui c cascato. Ma se sul Segnapunti compare anche il
mio nome, inizier a vantarsi di conoscerci. E quando comincer a dire
ai Gunter che siamo entrambi studenti su Ludus
Cazzo! imprecai. A quel punto tutti i Gunter del mondo verranno
qui a cercare la Chiave di Rame.
Esatto disse Aech. E in un batter docchio la posizione della tomba
sar di dominio pubblico. Sospirai. Be, sbrigati a prendere la chiave
prima che succeda.
Far del mio meglio. Sollev una copia del modulo della Tomba
degli orrori. Ora, se vuoi scusarmi, mi rileggo questo per la centesima
volta.
Buona fortuna, Aech dissi. Fatti sentire quando superi la porta.
Se supero la porta
Ce la farai dissi. E una volta che lavrai fatto, dovremmo incontrarci
nella Cantina per parlare.
Ottimo, amigo. Mi fece un cenno di saluto e stava per chiudere la
chiamata quando intervenni. Ehi, Aech?
S?
Magari ti va di dare una spolveratina alle tue abilit di giostrante
dissi. Prima di mezzanotte. Mi sembr perplesso, per un momento,
poi un sorriso dintesa gli si allarg sul volto. Capito disse. Grazie,
amico mio.
Buona fortuna. Mentre la sua finestra si chiudeva, iniziai a chiedermi
come avremmo potuto rimanere amici nonostante tutto ci che ci
aspettava. Nessuno di noi due voleva lavorare in squadra, e da questo
momento in poi saremmo stati in competizione, luno contro laltro. Mi

sarei pentito di averlo aiutato, oggi? Avrei rimpianto di averlo


involontariamente condotto al nascondiglio della Chiave di Rame?
Cercai di togliermi questi pensieri dalla testa e aprii lemail di Art3mis.
Era un messaggio di testo, in vecchio stile.
Caro Parzival, Congratulazioni! Visto? Ora sei famoso, come ti avevo
detto. Anche se sembra che siamo stati gettati entrambi sotto i riflettori.
Spaventoso, eh?
Grazie di avermi consigliato di giocare a sinistra. Avevi ragione. Non
so come, ma ha funzionato. Per ora non pensare che ti debba chiss
quale favore, capo :-) La Prima Porta stata un casino, vero? Non me
laspettavo neanche lontanamente cos. Sarebbe stato bello se Halliday
mi avesse dato la possibilit di giocare come Ally Sheedy, ma in fondo
uno cosa ci pu fare?
Il nuovo indovinello un bel mistero, no? Spero che non ci vogliano
altri cinque anni per decifrarlo.
Comunque, volevo solo dirti che stato un onore incontrarti. Spero che
le nostre strade si incrocino ancora, prima o poi.
Cordialmente, Art3mis
P.S. Goditi il primo posto finch puoi,
amico. Non durer a lungo.
Lessi e rilessi il suo messaggio, sorridendo come un ragazzino
inebetito. Poi scrissi la mia risposta: Cara Art3mis, Congratulazioni
anche a te. Non stavi scherzando. La competizione tira fuori davvero il
meglio di te.
Per quanto riguarda il consiglio sul giocare a sinistra, prego. Eccome se
me lo devi un favore, ora.
Il nuovo indovinello una sciocchezza. Credo di averlo gi risolto, in
realt. Su cos che hai dubbi?
stato un onore per me incontrarti. Se ti va di vederci in una chatroom,
qualche volta, fammelo sapere.
Che la forza sia con te, Parzival P.S. Non mi starai mica sfidando?
Preparati a soffrire, donna.
Dopo avere riscritto il messaggio una ventina di volte, premetti Invio.
Poi aprii la schermata con lindovinello della Chiave di Giada e
cominciai a studiarlo, sillaba per sillaba. Ma non riuscivo a
concentrarmi. Per quanto ci provassi, i miei pensieri continuavano a
naufragare verso Art3mis.
0013
Aech super la Prima Porta la mattina del giorno dopo.

Il suo nome comparve sul Segnapunti al terzo posto, con un punteggio


che ammontava a 108 000. Il valore della Chiave di Rame era sceso di
altri mille punti, ma il valore della Prima Porta rimaneva immutato, a
100.000 punti.
Tornai a scuola quella mattina stessa. Avevo pensato di darmi malato,
ma temevo che la mia assenza avrebbe destato qualche sospetto.
Quando arrivai, capii che non avevo motivo di preoccuparmi. Dato il
rinnovato interesse per la Caccia, pi di met del corpo studentesco (e
qualche insegnante) non si diede la pena di presentarsi. E poich tutti, a
scuola, conoscevano il mio avatar con il nome di Wade3, nessuno mi
prest grande attenzione. Vagando per i corridoi, inosservato, decisi
che la mia identit segreta mi piaceva. Mi sentivo come Clark Kent o
Peter Parker. Pensai che, probabilmente, mio padre avrebbe apprezzato.
Quel pomeriggio, I-r0k mand delle email a me e a Aech, cercando di
ricattarci. Disse che, se non gli avessimo spiegato come trovare la
Chiave di Rame e la Prima Porta, avrebbe postato, in ogni forum di
Gunter che avesse trovato, tutto ci che sapeva sul nostro conto.
Quando ci rifiutammo, tenne fede alla sua minaccia e cominci a dire a
chiunque gli prestasse un minimo di attenzione che Aech e io
studiavamo entrambi su Ludus. Naturalmente, non aveva modo di
provare di conoscerci davvero, e ormai centinaia di Gunter sostenevano
di essere nostri amici intimi, perci io ed Aech speravamo che i suoi
post sarebbero stati ignorati. Ma no, ovviamente nessuno li ignor. Due
altri Gunter furono abbastanza scaltri da unire le tessere del puzzle tra
Ludus, il limerick e la Tomba degli orrori. Il giorno dopo che I-r0k
ebbe vuotato il sacco, al quarto posto del Segnapunti comparve un
nome: Daito. Meno di quindici minuti dopo, al quinto posto comparve
un altro nome, Shoto. In qualche modo erano riusciti a impossessarsi di
due copie della Chiave di Rame nello stesso giorno, senza dover
aspettare che il server si resettasse, a mezzanotte. E poi, poche ore
dopo, Daito e Shoto portarono a termine la missione della Prima Porta.
Nessuno aveva sentito nominare questi avatar prima dora, ma i loro
nomi sembravano indicare che lavorassero insieme, in coppia o come
parte di un clan. Shoto e daito erano i nomi giapponesi che indicavano
le spade, a lama lunga e a lama corta, usate dai samurai. Portate
insieme, le due spade venivano chiamate daisho ed cos che, in breve
tempo, fu soprannominato il duo.

Erano passati soltanto quattro giorni da quando il mio nome era apparso
sul Segnapunti, e ogni giorno si era aggiunto un nuovo nome, sotto al
mio. Il segreto era stato ormai rivelato e la Caccia era ripartita in quarta.
Per tutta la settimana, non riuscii a concentrarmi su nulla di ci che i
miei professori dicevano. Fortunatamente, non mi restavano che due
mesi di scuola e avevo accumulato abbastanza crediti per diplomarmi,
anche se avessi saltato le lezioni da l alla fine dellanno. Perci, mi
lasciavo trasportare da una lezione allaltra, completamente stordito,
ponendomi domande sullindovinello della Chiave di Giada,
ripetendolo incessantemente fra me e me.
La Chiave di Giada il capitano ha celata
In una dimora da tempo
abbandonata
Ma nel fischietto soffiar tu potrai
Se dei trofei la
raccolta farai A quanto diceva il mio libro di letteratura inglese, una
poesia di quattro versi con uno schema a rima alternata si chiamava
quartina, e fu cos che soprannominai lindovinello. Tutte le sere,
dopo scuola, uscivo da OASIS e riempivo le pagine vuote del mio
diario del Graal con ogni possibile interpretazione della quartina.
A quale capitano si riferiva Anorak? Captian America? Captain
Kangaroo? Capitan Rogers nel 25 secolo?
E dove diavolo poteva trovarsi la dimora abbandonata? Quella parte
dellindovinello sembrava oltremodo vaga. La casa dinfanzia di
Halliday, a Middletown, non poteva essere definita abbandonata, ma
forse pensava a unaltra casa della sua citt? Mi sembrava troppo
semplice, e troppo vicina al nascondiglio della Prima Porta.
Sulle prime, pensai che con la dimora abbandonata facesse
riferimento alla Rivincita dei nerds, uno dei suoi film preferiti. Nel
film, i nerd del titolo affittano una casa fatiscente e la rimettono in sesto
(in un tipico montaggio accompagnato da musica anni ottanta). Sul
pianeta Skolnick visitai una riproduzione della casa della Rivincita dei
nerds e passai un giorno a setacciarla, a vuoto.
Gli ultimi due versi della quartina erano altrettanto misteriosi.
Sembravano annunciare che chi avesse trovato la dimora avrebbe
dovuto raccogliere una serie di trofei, e poi suonare un qualche
fischietto. O forse lespressione fare una soffiata doveva essere inteso
nel senso colloquiale, e cio rivelare un segreto, mettere in guardia
contro un reato? In ogni caso, non ne coglievo il senso. Ma continuai a
ripassare ogni verso, parola per parola, finch il mio cervello non inizi
ad assumere la consistenza del dentifricio Aquafresh.

Dopo scuola, quel venerd, il venerd in cui Daito e Shoto


superarono la Prima Porta, ero seduto in un luogo appartato, a qualche
chilometro dalla mia scuola, una collina scoscesa con un albero
solitario sulla cima. Mi piaceva stare l a leggere, a fare i compiti o
semplicemente a godermi la vista dei campi verdi circostanti. Nel
mondo reale non avevo accesso a un simile panorama.
Allombra dellalbero, spulciai i milioni di messaggi che intasavano la
mia casella email. Era tutta la settimana che li passavo in rassegna.
Avevo ricevuto messaggi da tutto il mondo. Lettere di congratulazioni.
Richieste daiuto. Minacce di morte. Proposte dinterviste. Svariati
monologhi, lunghi e incoerenti, da parte di Gunter che erano senza
dubbio impazziti durante la ricerca dellEgg. Avevo anche ricevuto
linvito a unirmi a quattro dei pi grandi clan di Gunter, gli Oviraptor, il
Clan Destiny, i Maestri della Chiave, e il Team Banzai. A tutti e quattro
scrissi grazie, ma no.
Quando mi stancai dei messaggi dei fan, selezionai i messaggi
etichettati come affari e iniziai a leggerli. Scoprii che avevo ricevuto
numerose offerte da parte di case di produzione cinematografiche e
case editrici, tutte intenzionate a comprare i diritti della storia della mia
vita. Li cancellai, perch avevo deciso che non avrei mai rivelato al
mondo la mia identit. O meglio, senza dubbio non lavrei fatto fino a
che non avessi trovato lEgg.
Avevo ricevuto anche diverse offerte pubblicitarie da parte di aziende
che volevano usare il nome e il volto di Parzival per vendere i propri
servizi e prodotti. Un marchio di elettronica avrebbe voluto usare il mio
avatar per promuovere la sua linea di hardware immersivo OASIS, cos
da vendere accessori aptici, guanti e visori approvati da Parzival.
Ricevetti anche offerte da una catena di pizza a domicilio, una casa
produttrice di scarpe, e un negozio online che vendeva skin
personalizzate per gli avatar. Mi aveva scritto persino una compagnia di
giocattoli che voleva produrre una linea di cestini per il pranzo e action
figure di Parzival. Offrivano tutte di pagarmi in crediti OASIS, che
sarebbero stati trasferiti direttamente sullaccount del mio avatar.
Non potevo credere alla fortuna che avevo.
Risposi a ogni singola richiesta, aggiungendo che avrei accettato le
offerte alle seguenti condizioni: che non avrei dovuto rivelare la mia
identit e che avrei condotto gli affari solo tramite il mio avatar OASIS.

In meno di unora iniziai a ricevere alcune risposte, con relativi


contratti allegati. Non potevo permettermi un avvocato che li
controllasse, ma scadevano tutti di l a un anno, perci li firmai per via
telematica e li rispedii al mittente, allegando un modello
tridimensionale del mio avatar, perch venisse usato nelle pubblicit.
Mi chiesero anche registrazioni audio della voce di Parzival, perci
mandai loro una clip sintetizzata e baritonale che mi faceva sembrare
uno di quei tizi che fanno la voce fuori campo nei trailer dei film.
Una volta ricevuto il tutto, gli sponsor del mio avatar mi informarono
che avrebbero spedito al mio account OASIS il primo giro di pagamenti
entro quarantotto ore. La somma di denaro che stavo per ricevere non
era abbastanza per farmi diventare ricco. Neanche lontanamente. Ma a
un ragazzino cresciuto senza nulla, sembrava una piccola fortuna.
Feci un rapido calcolo. Se avessi vissuto con parsimonia, avrei avuto
abbastanza denaro per andarmene dalle cataste e affittare un piccolo
monolocale da qualche parte. Per un anno, se non altro. Il solo pensiero
mi riemp di un nervoso entusiasmo. Da sempre sognavo di andarmene
dalle cataste e sembrava proprio che quel sogno si sarebbe presto
realizzato.
Dopo essermi occupato degli affari, continuai a controllare le email.
Quando sistemai i messaggi in ordine di mittente, scoprii che avevo
ricevuto pi di cinquemila email dalla Innovative Online Industries. Era
tutta la settimana, da quando il mio nome era apparso sul Segnapunti,
che mi spedivano lo stesso messaggio. E continuavano a rispedirlo, una
volta al minuto.
I Sixer mi stavano bombardando di email per assicurarsi di attirare la
mia attenzione.
Le email erano marcate priorit massima, e loggetto di tutte era:
proposta daffari urgente per favore leggere subito!
Nellistante in cui ne aprii una a caso, la IOI ricevette una conferma di
lettura con la quale veniva informata che avevo finalmente letto il
messaggio. Di l in poi, smisero di rispedirlo.
Caro Parzival, Innanzitutto, lascia che ti faccia le congratulazioni per i
tuoi risultati che, qui alla Innovative Online Industries, teniamo in
massima considerazione.
Per conto di tutta la ioi, ti presento qui una proposta daffari assai
vantaggiosa, i cui dettagli possiamo discutere in una chatlink privata. Ti

prego di usare la contact card allegata per contattarmi al pi presto, a


prescindere dal giorno e dallora.
Considerata la nostra reputazione allinterno della comunit dei Gunter,
posso capire la tua esitazione nel volermi parlare. In ogni caso, sappi
che qualora tu decidessi di non accettare la nostra proposta, abbiamo
intenzione di contattare tutti i tuoi avversari. Se non altro, ci auguriamo
che ci concederai lonore di essere il primo a valutare la nostra
generosa offerta. Che cosa hai da perdere?
Grazie per lattenzione. Spero di parlarti presto.
Cordialmente, Nolan Sorrento Capo delle operazioni
Innovative
Online Industries
Nonostante il tono pacato, la minaccia che il
messaggio celava era evidente. I Sixer volevano reclutarmi. O volevano
pagarmi perch spiegassi loro come trovare la Chiave di Rame e
superare la Prima Porta. E, se mi fossi rifiutato, si sarebbero rivolti ad
Art3mis, e poi a Aech, a Daito, a Shoto e a qualsiasi altro Gunter fosse
comparso sul Segnapunti. Quegli schifosi leccapiedi aziendali non si
sarebbero fermati finch non avessero trovato qualcuno che fosse tanto
stupido o disperato da vendergli le informazioni che cercavano.
Il mio primo istinto fu quello di cancellare ogni singola copia dellemail
e fingere di non averla mai ricevuta, ma poi cambiai idea. Volevo
sapere esattamente ci che la IOI mi avrebbe offerto. E non potevo
lasciarmi sfuggire la possibilit di incontrare Nolan Sorrento, il
famigerato capo dei Sixer. Non cera pericolo nellincontrarlo tramite
chatlink, se avessi soppesato ogni parola.
Valutai lidea di teletrasportarmi su Incipio prima del colloquio per
acquistare una nuova skin per il mio avatar. Magari un abito su misura.
Qualcosa di appariscente e costoso. Ma poi ci ripensai. Non dovevo
dimostrare niente a quello sfigato dazienda. Dopotutto, ero ormai
famoso. Mi sarei presentato con la mia skin predefinita e un
atteggiamento strafottente. Avrei ascoltato la loro offerta, poi gli avrei
detto di baciare il mio virtualissimo culo. Magari avrei potuto registrare
il tutto e caricarlo su YouTube.
Mi preparai alla riunione aprendo un motore di ricerca e scoprendo
tutto il possibile sul conto di Nolan Sorrento. Aveva un dottorato in
Informatica. Prima di diventare Capo delle operazioni IOI, era stato un
valido progettista di videogiochi e aveva supervisionato la creazione di
alcuni RPG a contratto attivi su OASIS. Avevo giocato a tutti i suoi
giochi, e c da dire che erano piuttosto interessanti. Era stato un buon

programmatore, prima di vendersi lanima. I motivi per cui la IOI


laveva assunto come capo di tutti i lacch erano ovvi. Si
immaginavano che un designer di videogiochi avrebbe avuto maggiori
probabilit di risolvere il maestoso puzzle videoludico di Halliday. Ma
Sorrento e i Sixer ci si erano impegnati per cinque anni e non avevano
niente in mano che dimostrasse i loro sforzi. E ora che i nomi dei
Gunter apparivano sul Segnapunti da tutte le parti, probabilmente ai
piani alti della IOI stavano dando di matto e Sorrento stava subendo
ogni tipo di pressione da parte dei suoi superiori. Mi chiesi se fosse
stata unidea di Sorrento, quella di cercare di reclutarmi, o se gli fosse
stato ordinato.
Una volta fatti i miei compiti su Sorrento, mi sentii pronto per sedermi
davanti al diavolo. Aprii la contact card allegata e premetti, sul fondo
dellemail, licona di invito alla chatlink.
0014
Non appena la connessione alla chat fu attivata, il mio avatar
si materializz su una vasta piattaforma dosservazione, con vista una
sbalorditiva vista su pi di una dozzina di mondi OASIS sospesi nello
spazio buio, al di l della vetrata curva. Non ero in grado di capire se mi
trovassi in una stazione spaziale o su una grande nave da trasporto.
Le chatlink funzionavano in maniera diversa rispetto alle chatroom ed
erano molto pi costose. Aprendo una chatlink, una copia immateriale
del tuo avatar veniva proiettata su un altro luogo di OASIS. Il tuo
avatar non si trovava realmente l, e gli altri avatar lo visualizzavano
come unapparizione trasparente. Potevi comunque interagire con
lambiente, seppure in modo limitato: potevi sederti, varcare soglie e
cos via. Le chatlink venivano utilizzate soprattutto per gli affari,
quando una societ aveva intenzione di tenere una riunione in un punto
specifico di OASIS senza spendere tempo e denaro per teletrasportarvi
tutti gli avatar. Era la prima volta che ne usavo una.
Mi voltai e vidi che il mio avatar si trovava di fronte a un grande banco
daccettazione a forma di C sopra al quale gravitava, a grandi lettere
metallizzate alte sei metri, il logo della IOI.
Mentre raggiungevo il banco, una receptionist esageratamente bella e
bionda mi diede il benvenuto. Signor Parzival disse, accennando un
inchino. Benvenuto alla Innovative Online Industries! Attenda solo un
momento. Il signor Sorrento sta venendo ad accoglierla. Non capivo
come potesse saperlo gi, dato che non li avevo avvertiti che sarei
arrivato. Nellattesa, cercai di attivare il registratore video del mio

avatar, ma la IOI aveva bloccato le registrazioni per questa chatlink.


Ovviamente, non volevano che avessi prove video di ci che sarebbe
successo. Tanti saluti al mio piano di caricare il colloquio su YouTube.
Meno di un minuto dopo, apparve un avatar da una serie di porte
automatiche sullaltro lato della piattaforma. Si diresse subito verso di
me, il pavimento lucido rimbombava al suono dei suoi stivaletti. Era
Sorrento. Lo riconobbi perch non usava uno degli avatar standard dei
Sixer. Il volto del suo avatar combaciava con le foto che lo ritraevano e
che avevo trovato in rete. Capelli biondi e occhi scuri, il naso un po
aquilino. Indossava, per, labito tradizionale dei Sixer: ununiforme
blu scuro con spalline dorate e, sul petto, il logo in argento della IOI,
sotto al quale si leggeva il suo numero di matricola: 655321.
Finalmente! disse avvicinandosi a me con un sorriso da iena. Il
famosissimo Parzival ci onora della sua presenza! Mi porse una mano
guantata. Nolan Sorrento, Capo delle operazioni. un onore
incontrarla.
Gi dissi, cercando con tutte le forze di sembrare distaccato. Stessa
cosa per me, immagino. Pur essendo una proiezione da chatlink, il mio
avatar avrebbe potuto stringere la mano che mi porgeva. Invece rimasi
a fissarla, come se stesse offrendomi un topo morto. Dopo un paio di
secondi Sorrento la ritrasse, ma il suo sorriso non vacill neanche per
un attimo. Anzi, si allarg.
La prego di seguirmi. Mi condusse allaltro capo della piattaforma, al
di l delle porte automatiche, che si aprirono e rivelarono una rampa di
lancio. Conteneva una navicella interplanetaria, blasonata con il logo
della IOI. Sorrento stava gi salendo a bordo, ma io rimasi immobile ai
piedi della rampa.
Perch mai portarmi qui via chatlink? chiesi, indicando la stanza in
cui ci trovavamo. Non avreste potuto propinarmi il vostro discorsetto
da imbonitori su una chatroom qualsiasi?
La prego di accontentarmi disse. Questa chatlink fa parte del nostro
discorsetto. Vogliamo offrirle la stessa esperienza che vivrebbe se
visitasse di persona il nostro quartier generale. Certo, pensai. Se fossi
venuto di persona, a questora il mio avatar sarebbe circondato da
migliaia di Sixer e mi avreste in pugno.
Lo raggiunsi dentro allo shuttle. La rampa si chiuse e fummo lanciati
fuori. Dalla vetrata panoramica della navicella vidi che stavamo
lasciando una delle stazioni orbitali dei Sixer. Di fronte a noi

incombeva il pianeta IOI-1, una gigantesca palla cromata. Mi ricordava


le sfere assassine di Fantasmi. I Gunter definivano IOI-1 il pianeta
madre dei Sixer. La compagnia lo aveva costruito poco dopo linizio
della gara, per renderlo la base online delle operazioni IOI.
La nostra navicella, guidata dal pilota automatico, raggiunse in breve
tempo il pianeta e ne sfior la superficie rilucente. Dalla vetrata
osservai la navicella che descriveva unorbita completa attorno al
pianeta. Per quanto ne sapevo, a nessun Gunter era stata mai concessa
una gitarella del genere.
IOI-1 era ricoperto da polo a polo di arsenali, bunker, magazzini,
hangar per veicoli. Disseminati su tutta la superficie cerano anche
aeroporti sulle cui piste erano allineati aerei dassalto, navicelle e carri
armati automatizzati, pronti allazione. Sorrento non disse nulla, mentre
passavamo in rassegna larmata dei Sixer. Lasci che mi godessi lo
spettacolo.
Avevo gi visto screenshot della superficie di IOI-1, ma erano in bassa
risoluzione, scattati a grande distanza, oltre limpressionante griglia di
difesa del pianeta. Da molti anni i clan di Gunter numericamente pi
consistenti stavano apertamente pianificando la distruzione nucleare del
Complesso operazioni dei Sixer, ma non erano mai riusciti a
oltrepassare la griglia di difesa, n a raggiungere la superficie del
pianeta.
Una volta completata lorbita, davanti a noi comparve il Complesso
operazioni della IOI. Era composto da tre torri in vetro riflettente: due
grattacieli rettangolari affiancavano, su entrambi i lati, un grattacielo
circolare. Dallalto, i tre edifici formavano il logo della IOI.
La navicella rallent e rimase sospesa sulla torre a forma di O, poi
atterr su una piccola piattaforma sul tetto. Bel posticino, non crede?
disse infine Sorrento, rompendo il silenzio, mentre toccavamo il suolo e
la rampa si abbassava.
Non male. Ero orgoglioso della calma nella mia voce. In realt, ero
ancora esaltato per tutto ci che avevo appena visto. una
riproduzione OASIS delle vere torri IOI, che si trovano nel centro di
Columbus, vero? chiesi.
Sorrento annu. S, il complesso a Columbus il quartier generale
della societ. La maggior parte della mia squadra lavora nella torre
centrale. La nostra vicinanza alla GSS elimina ogni possibilit di ritardi
nel sistema. E ovviamente Columbus non risente dei blackout che

appestano le altre grandi citt dAmerica. Stava dicendo banalit. La


Gregarious Simulation Systems aveva sede a Columbus, cos come il
principale deposito di server OASIS. In tutto il mondo erano stati
collocati dei server paralleli, ma erano tutti collegati al nodo principale
di Columbus. Questo era il motivo per cui, nei decenni successivi al
lancio della simulazione, la citt era diventata una specie di Mecca
dellalta tecnologia. Columbus era il luogo in cui un utente trovava la
connessione pi veloce e affidabile allinterno di OASIS. Quasi tutti i
Gunter sognavano di trasferircisi un giorno, me compreso.
Seguii Sorrento gi dallo shuttle fino a un ascensore situato accanto alla
pista datterraggio. In questi ultimi giorni diventato una vera
celebrit disse, mentre scendevamo. Devessere una grande
emozione, per lei. Devessere anche piuttosto spaventoso, eh? Sapere
che possiedi informazioni per cui milioni di persone ucciderebbero.
Mi aspettavo che avrebbe detto qualcosa del genere, perci mi ero gi
preparato una risposta. Le dispiace saltare la parte della strategia della
paura e dei giochetti mentali? Mi illustri solo i dettagli della vostra
offerta. Ho altre faccende a cui dedicarmi. Mi sorrise come a un
bambino prodigio. S, ne sono certo disse. Ma la prego di non
saltare subito alle conclusioni riguardo alla nostra offerta. Credo che ne
sar piuttosto sorpreso. Poi il suo tono sub uno slancio di fermezza e
aggiunse: A dire il vero, ne sono sicuro.
Facendo del mio meglio per nascondere il timore, con un tono di
sufficienza dissi: Va bene, va bene.
Quando raggiungemmo il centoseiesimo piano si ud un segnale e le
porte dellascensore si spalancarono. Sorrento mi precedette passando
davanti a unaltra receptionist, lungo il corridoio illuminato.
Larredamento sembrava preso direttamente da un film di fantascienza
utopistica. Immacolato e allavanguardia. Camminando superammo
molti altri avatar Sixer, e ognuno di loro, alla vista di Sorrento, si
metteva sullattenti e gli rivolgeva un saluto militare, come se fosse un
generale di alto rango. Sorrento non rispondeva ai saluti, n dimostrava
di avvertire la presenza dei subalterni.
Mi condusse, infine, in uno stanzone che occupava quasi lintero piano.
Conteneva un mare di cubicoli, cinti da muri altissimi, ciascuno dei
quali era occupato da una persona allacciata a unattrezzatura
immersiva di alto livello.

Benvenuto alla Divisione Oologi della IOI disse Sorrento, con


evidente orgoglio.
Il Centro Supremo dei Sux0rz, quindi, eh? dissi, guardandomi
intorno.
Non c bisogno di essere volgari disse Sorrento. Potrebbe
diventare la sua squadra.
Avrei un mio cubicolo?
No. Avrebbe un ufficio personale, con una bella vista. Sorrise. Non
che passerebbe molto tempo a contemplarla. Indicai una delle nuove
attrezzature immersive Habashaw. Bellarnese dissi. E lo era
davvero. Avanguardia pura.
S, veramente bello, non trova? replic. Le nostre attrezzature
immersive sono altamente modificate e sono tutte connesse tra loro. I
nostri sistemi consentono a molteplici operatori di controllare
qualunque avatar dei nostri oologi. E cos, in base agli ostacoli che un
avatar deve affrontare nel corso delle missioni, i comandi vengono
trasferiti istantaneamente al membro della squadra con le maggiori
competenze per gestire la situazione.
Daccordo, ma questo si chiama barare dissi.
Oh, per favore disse, alzando gli occhi al cielo. Non funziona in
questo modo. La gara di Halliday non contempla alcuna regola. Ed
uno degli errori colossali che ha fatto quel vecchio idiota. Prima che
potessi ribattere, Sorrento riprese a camminare, facendosi strada
attraverso il labirinto di cubicoli. Tutti i nostri oologi sono connessi
vocalmente a una squadra di supporto prosegu che comprende
studiosi di Halliday, esperti di videogiochi, storici della cultura pop,
crittologi. Lavorano insieme per aiutare i nostri avatar a superare ogni
sfida e a risolvere ogni enigma che incontrano. Si volt e mi sorrise di
nuovo. Come vede, abbiamo pensato a tutto, Parzival. Ed per questo
che vinceremo.
Vero dissi. Per ora avete proprio fatto un lavoro coi fiocchi.
Complimenti. Ma, un momento di cos che stavamo parlando? Oh,
certo. Voi non avete idea di dove sia la Chiave di Rame, e avete
bisogno del mio aiuto per trovarla. Sorrento socchiuse gli occhi, poi
cominci a ridere. Mi piaci, ragazzino disse, sogghignando. Sei
brillante. E hai le palle. Due qualit che ammiro molto. Proseguimmo.
Qualche minuto pi tardi, raggiungemmo lenorme ufficio di Sorrento.
Le finestre offrivano una formidabile vista della citt circostante. Il

cielo era pieno di auto spaziali e navicelle e il sole virtuale del pianeta
stava giusto cominciando a tramontare. Sorrento si sedette alla sua
scrivania e mi indic la sedia di fronte a lui.
Eccoci mi dissi, sedendomi. Sangue freddo, Wade.
Vengo al punto disse. La IOI vuole reclutarti. Come consulente, per
assisterci nella ricerca dellEaster Egg di Halliday. Avrai a disposizione
tutte le ampie risorse della societ. Denaro, armi, oggetti magici,
navicelle, manufatti. Quello che vuoi.
Che qualifica avrei?
Capo Oologo rispose. Saresti a capo dellintera divisione, secondo
soltanto a me. E parlo di cinquemila avatar altamente addestrati e pronti
a combattere. Tutti ai tuoi ordini diretti.
Mica male dissi, sforzandomi di simulare una certa nonchalance.
Infatti. Ma c di pi. In cambio dei tuoi servizi, abbiamo intenzione
di pagarti due milioni di dollari allanno, con un anticipo di un milione
di dollari. E, se e quando ci aiuterai a trovare lEgg, avrai un bonus di
venticinque milioni di dollari. Finsi di sommare le cifre con le dita.
Wow dissi, ostentando stupore. E posso lavorare da casa? Sorrento
aveva laria di non capire se stessi scherzando. No disse. Purtroppo
no. Dovresti trasferirti qui, a Columbus. Ma ti forniremmo un
appartamento prestigioso allinterno delledificio. E un ufficio privato,
naturalmente. E un set immersivo allavanguardia
Alt dissi, alzando una mano. Vuole dirmi che dovrei vivere nel
grattacielo della IOI? Con lei? E con tutti gli altri Sux oologi?
Soltanto finch non ci avrai aiutato a trovare lEgg. Trattenni a stento
la nausea. Che mi dice dei vantaggi? Mi garantite lassistenza
sanitaria? Dentale? Oculistica? Le chiavi del gabinetto dei dirigenti?
Merda del genere?
Ovviamente. Il suo tono iniziava a diventare impaziente. E allora?
Cosa dici?
Posso prendermi qualche giorno per pensarci?
Purtroppo no rispose. Potrebbe essere tutto finito entro qualche
giorno. Abbiamo bisogno della tua risposta ora. Mi appoggiai allo
schienale e cominciai a fissare il soffitto, fingendo di considerare
lofferta. Sorrento attese, osservandomi. Ero sul punto di dargli la
risposta che mi ero preparato, quando sollev la mano.
Ascoltami un attimo, prima di rispondere disse Sorrento. So che
praticamente tutti i Gunter sono attaccati a questidea assurda che la IOI

sia malvagia. E che i Sixer siano parassiti aziendali senza scrupoli,


senza onore, e senza rispetto per il vero spirito della gara. Che siamo
tutti dei venduti. Dico bene? Annuii, resistendo a malapena alla
tentazione di aggiungere: E questo soltanto un eufemismo.
Be, tutto ci ridicolo disse, lanciandomi un sorriso condiscendente
che sospettai filtrato da un qualche software di buone maniere. I Sixer
in realt non sono diversi da un clan di Gunter, pur con una maggiore
disponibilit economica. Abbiamo tutti le stesse ossessioni dei Gunter.
E abbiamo lo stesso obiettivo. E che obiettivo sarebbe? avrei voluto
urlargli contro. Rovinare OASIS per sempre? Corrompere e inquinare
lunica cosa che abbia mai reso vivibili le nostre vite?
Sorrento interpret il mio silenzio come un incitamento a continuare.
Sai, contrariamente a quanto si pensa, OASIS non cambier
drasticamente quando la IOI ne assumer il controllo. Certo, dovremo
iniziare a richiedere un abbonamento mensile. E far leva sulle entrate
che ci verranno dalla pubblicit. Ma abbiamo anche intenzione di
apportare molte migliorie. Filtri di contenuto per gli avatar. Una pi
rigorosa normativa per le costruzioni. Renderemo OASIS un posto
migliore. No, pensai. Lo trasformerete in un parco a tema fascista
dove non rimarr un briciolo di libert ai pochi che potranno ancora
permettersi il prezzo dentrata.
Avevo sentito tutto ci che potevo sopportare del discorsetto di quello
stronzo.
Ok dissi. Contate su di me. Assumetemi. O qualsiasi sia la parola
che usate. Sono dei vostri. Sorrento era sorpreso. Non era,
evidentemente, la risposta che si aspettava. Fece un largo sorriso e stava
per porgermi la mano, quando lo interruppi.
Ma a tre condizioni, di poco conto dissi. Innanzitutto, quando
trover lEgg, voglio un bonus di cinquanta milioni di dollari. Non
venticinque. fattibile? Non esit nemmeno. Fatto. Quali sono le
altre condizioni?
Non voglio essere secondo al comando risposi. Voglio il tuo posto,
Sorrento. Voglio essere a capo di tutta la baracca. Capo delle
operazioni. El Numero Uno. Oh, e voglio anche che tutti mi chiamino
El Numero Uno. possibile? Era come se la mia bocca procedesse
slegata dal cervello. Non riuscivo a fermarmi.
Il sorriso di Sorrento era scomparso. Che altro?

Non voglio lavorare con te gli puntai il dito contro. Mi di i brividi.


Ma se i tuoi superiori sono disposti a licenziare la tua brutta faccia e a
darmi il tuo posto, sono dei vostri. Affare fatto. Silenzio. Il volto di
Sorrento era una maschera di stoicismo. Probabilmente il suo software
di riconoscimento facciale filtrava alcune emozioni, come la rabbia o la
collera.
Puoi chiedere ai tuoi capi e farmi sapere se laccordo preso?
domandai. O ci stanno osservando, in questo momento? Scommetto di
s. Feci ciao alle telecamere invisibili. Ciao amici! Che ne dite? Ci
fu un lungo silenzio durante il quale Sorrento si limit a guardarmi
trucemente. ovvio che ci stanno monitorando disse, infine. E mi
hanno appena informato che sono disposti ad accordarti tutte le
richieste. Non sembrava poi troppo turbato.
Ma davvero? dissi. Grandioso! Quando comincio? E, cosa ancora
pi importante, quando te ne andrai?
Immediatamente rispose. La societ ti preparer un contratto e lo
spedir al tuo avvocato per lapprovazione. Poi ti manderem
manderanno un aereo che ti porter qui a Columbus a firmare le
scartoffie e a chiudere il contratto. Si alz. E con questo dovremmo
avere chiuso
In realt lo interruppi di nuovo con la mano. Ho passato gli ultimi
due secondi a ripensarci un po pi a fondo, e penso che passer.
Preferisco cercare lEgg per conto mio, grazie. Mi alzai. Tu e gli altri
Sux0rz potete andare a farvi fottere, uno dopo laltro. Sorrento
cominci a ridere. Era una risata lunga, sincera, che trovai pi che
inquietante.
Oh, sei bravo! stato grande! Ci avevi davvero convinto, ragazzino!
Quando la risata si affievol, aggiunse: Questa la risposta che mi
aspettavo. Quindi, ora, lascia che ti esponga la nostra seconda
proposta.
C dellaltro? tornai a sedere e poggiai i piedi sulla sua scrivania.
Ok. Spara.
Trasferiamo cinque milioni di dollari direttamente sul tuo account
OASIS, in questo momento, in cambio della soluzione fino alla Prima
Porta. Ed tutto. Non devi fare altro che darci istruzioni dettagliate,
passo dopo passo, su come fare ci che tu hai gi fatto. Da quel
momento in poi, prenderemo in mano la situazione e tu sarai libero di
cercare lEgg per conto tuo. E la nostra transazione rimarr segreta.

Nessuno ne sapr mai niente. Lo ammetto, per un istante considerai


lofferta. Cinque milioni di dollari mi avrebbero sistemato a vita. E
anche se avessi aiutato i Sixer a superare la Prima Porta, in fin dei conti
non era detto che sarebbero riusciti a superare le altre due. Non ero
nemmeno sicuro che ci sarei riuscito io.
Dammi retta, figliolo disse Sorrento. Dovresti approfittare di
questofferta. Finch puoi. Il suo atteggiamento paternalistico mi irrit
terribilmente e mi aiut a prendere la decisione. Non potevo vendermi
ai Sixer. Se lo avessi fatto e, in qualche modo, loro avessero vinto la
gara, mi sarei sentito responsabile. Non avrei mai potuto convivere con
una consapevolezza simile. Speravo solo che Aech, Art3mis e gli altri
Gunters avrebbero avuto i miei stessi scrupoli.
Passo dissi. Tolsi i piedi dalla sua scrivania e mi alzai. Grazie per il
tuo tempo. Sorrento mi rivolse uno sguardo triste, poi mi fece cenno di
sedermi nuovamente. In realt non abbiamo finito. Abbiamo unultima
proposta, Parzival. Avevo tenuto la migliore per ultima.
Non hai ancora capito? Non mi faccio comprare. Perci fuori dai
coglioni. Adios. Ciao ciao.
Siediti, Wade. Mi raggelai. Sbaglio o aveva appena usato il mio vero
nome?
Esatto mi abbai contro Sorrento. Sappiamo chi sei. Wade Owen
Watts. Nato il 12 agosto 2024. Genitori morti. E sappiamo anche dove
vivi. Stai con tua zia, in un parcheggio di case mobili al 700 di Portland
Avenue, a Oklahoma City. Per lesattezza, nellUnit 56-K. A quanto
sappiamo dalle nostre squadre di sorveglianza, lultima volta che sei
stato visto entrare nel container di tua zia stata tre giorni fa, e da
allora non ti sei mosso. Il che significa che al momento sei ancora l.
Alle sue spalle, si apr una finestra video che mostrava una ripresa in
tempo reale delle cataste in cui vivevo. Era una veduta dallalto, presa
da un aereo o da un satellite. Da una simile angolazione, potevano
monitorare soltanto le due uscite principali dellabitazione. Non
potevano vedermi uscire dalla finestra della lavanderia ogni mattina, n
vedermi tornare ogni sera. Non sapevano che in questo momento ero
nel mio nascondiglio.
Ecco qui disse Sorrento. Era tornato al suo tono amichevole e
condiscendente. Dovresti uscire di pi, Wade. Non sano passare
tutto questo tempo in casa. Limmagine si ingrand, zoomata sulla
casa di mia zia. Poi pass alla visione termografica, e potevo vedere i

profili incandescenti di pi di una dozzina di persone, bambini e adulti,


sedute allinterno. Quasi tutti erano immobili probabilmente erano
connessi a OASIS.
Ero troppo sbalordito per dire una sola parola. Come avevano fatto a
trovarmi? Le informazioni degli account OASIS avrebbero dovuto
essere inaccessibili a chiunque. E il mio indirizzo non era nemmeno
segnalato nel mio account OASIS. Non era obbligatorio fornirlo, per la
creazione di un avatar. Erano sufficienti un nome e un campione della
retina. Come avevano fatto, quindi, a scoprire dove vivevo?
Dovevano avere avuto accesso allarchivio scolastico. Ma come
avevano scoperto che ero uno studente di Ludus?
Il tuo primo impulso, ora, potrebbe essere quello di scollegarti e darti
alla fuga disse Sorrento. Ti consiglio di non fare questerrore. La tua
casa, al momento, circondata da una grande quantit di esplosivo.
Dalla tasca estrasse qualcosa che somigliava molto a un telecomando, e
me lo mostr. E il mio dito sul detonatore. Se ti scolleghi da questa
chatlink, morirai in pochi secondi. Capisci quello che ti sto dicendo,
signor Watts? Lentamente annuii, cercando disperatamente di venire a
capo della situazione.
Stava bluffando. Stava per forza bluffando. E anche se non stava
bluffando, non sapeva che in realt ero a pi di mezzo chilometro di
distanza, nel mio nascondiglio. Sorrento supponeva che io fossi uno dei
piccoli profili termografici colorati sul display.
Se fosse davvero esplosa una bomba in casa di mia zia, sarei stato al
sicuro, qui, sotto a tutte queste carcasse di automobili. O no?
Come? fu tutto quello che riuscii a dire.
Come abbiamo scoperto chi sei? E dove vivi? ghign. Semplice.
Hai mandato tutto a puttane, ragazzino. Quando ti sei iscritto alla scuola
pubblica di OASIS, hai dato il tuo nome e indirizzo. Perch potessero
spedirti le pagelle, immagino. Aveva ragione. Il nome del mio avatar,
il mio vero nome e il mio indirizzo venivano conservati in un file
privato, cui poteva accedere solo il preside. Era stato uno stupido
errore, ma mi ero iscritto un anno prima che la gara avesse inizio. Prima
che diventassi un Gunter. Prima che imparassi a nascondere la mia
reale identit.
Come hai scoperto che vado a scuola in rete?
Sui forum di Gunter, negli ultimi giorni, ha iniziato a diffondersi
questa voce secondo cui tu e il tuo amico Aech andate entrambi a

scuola su Ludus. Quando labbiamo saputo, abbiamo deciso di


contattare un paio di presidi della SPO e abbiamo offerto loro un
piccolo incentivo. Hai idea di quanto sia bassa la paga annuale di un
preside, Wade? scandaloso. Uno di loro stato cos gentile da cercare
il nome Parzival nel database studentesco, e indovina cos successo?
Accanto al video delle cataste, comparve una nuova finestra. Mostrava
il mio intero profilo studente. Il mio vero nome, il nome del mio avatar,
il mio nome da studente (Wade3), la data di nascita, il numero della
previdenza sociale, e lindirizzo. Le pagelle. Cera tutto, compresa una
vecchia foto dannuario che mi era stata fatta pi di cinque anni prima,
quando non mi ero ancora trasferito alla scuola di OASIS.
Abbiamo anche informazioni relative al tuo amico Aech. Ma quando
si iscritto stato abbastanza furbo da fornire un nome e un indirizzo
falsi. Perci trovarlo richieder un po pi di tempo. Si interruppe per
lasciarmi rispondere, ma io rimasi in silenzio. Le mie pulsazioni erano
impazzite e dovevo ricordarmi di continuare a respirare.
Il che ci porta alla mia ultima offerta. Sorrento si sfreg le mani,
entusiasta, come un bambino che sta per scartare un regalo. Dicci
come raggiungere la Prima Porta. Ora. O ti uccidiamo. Ora.
Stai bluffando mi sentii rispondere. Ma non lo pensavo. Proprio per
niente.
No, Wade. Non sto bluffando. Pensaci. Con tutto quello che succede
nel mondo, credi che a qualcuno importer di unesplosione in una
sporca topaia di Oklahoma City? Penseranno che sia stata causata da
qualche incidente in uno di quei laboratori dove sintetizzano le droghe.
O magari che una cellula terroristica stava cercando di costruire una
bomba fatta in casa. Comunque, vorr dire che ci sar qualche centinaio
di scarafaggi umani in meno, nel mondo, ad arraffare buoni pasto e
sprecare prezioso ossigeno. A nessuno importer. E le autorit non
batteranno ciglio. Aveva ragione, e lo sapevo. Cercai di prendere
tempo, per capire cosa avrei potuto fare. Mi uccideresti? chiesi. Per
vincere a un videogioco?
Non fare lingenuo, Wade disse Sorrento. Qui ci sono in palio
miliardi di dollari, il controllo di una delle societ pi lucrative al
mondo e di OASIS stesso. ben pi di un videogioco. E lo sempre
stato. Mi si avvicin. Ma puoi uscirne comunque da vincitore,
ragazzino. Se ci aiuti, ti daremo lo stesso i cinque milioni. Puoi andare
in pensione a diciottanni e vivere il resto dei tuoi giorni da re. O puoi

morire tra pochi istanti. Decidi tu. Ma prima chiediti questo: se tua
madre fosse ancora viva, cosa vorrebbe che facessi? Non fossi stato
cos spaventato, lultima domanda mi avrebbe davvero fatto incazzare.
Cosa vi impedisce di ammazzarmi dopo che vi avr dato quello che
volete? domandai.
Che tu ci creda o no, non vogliamo uccidere nessuno, a meno che non
sia strettamente necessario. E poi ci sono altre due porte, no? Alz le
spalle. Potremmo avere bisogno di te per risolvere anche quelle.
Personalmente, ne dubito. Ma i miei superiori la pensano diversamente.
In ogni caso, non che tu abbia scelta a questo punto, no? Abbass la
voce, come se stesse per rivelarmi un segreto. Quindi, ecco cosa sta
per accadere. Mi darai istruzioni passo dopo passo su come ottenere la
Chiave di Rame e superare la Prima Porta. E rimarrai collegato a questa
chatlink finch non avremo verificato tutto quello che ci hai detto.
Scollegati prima che io ti dia il via libera e tutto il tuo mondo, boom,
scompare. Capito? E ora inizia a parlare. Valutai la possibilit di
dargli ci che voleva. Davvero. Ma poi ci pensai a fondo, e non
riuscivo a trovare un singolo valido motivo per cui mi avrebbero
lasciato vivere, anche se li avessi aiutati a superare la Prima Porta.
Lunica mossa che poteva avere un senso era quella di uccidermi,
escludendomi cos dalla gara. E, sicuro come la morte, non mi
avrebbero mai dato quei cinque milioni, n mi avrebbero tenuto in vita
perch andassi a raccontare ai media di come la IOI mi avesse ricattato.
Soprattutto nel caso che, nel mio container, ci fosse davvero stata una
bomba telecomandata, a costituire una prova.
No. Per come la vedevo io, cerano solo due possibilit. O stavano
bluffando, o mi avrebbero ucciso, sia che li avessi aiutati sia che non
lavessi fatto.
Presi una decisione e raccolsi tutto il coraggio che avevo.
Sorrento dissi, cercando di nascondere il terrore nella mia voce
voglio che tu e i tuoi capi sappiate una cosa. Non troverete mai lEgg.
Sapete perch? Perch Halliday era pi intelligente di tutti voi messi
insieme. Non importa quanti soldi avete o chi cercate di ricattare.
Perderete. Premetti licona di logout e il mio avatar cominci a
smaterializzarsi di fronte ai suoi occhi. Non sembrava sorpreso. Si
limit a guardarmi con tristezza e poi scosse la testa. Mossa stupida,
ragazzino disse, prima che il mio visore si oscurasse.

Rimasi seduto nel buio del mio nascondiglio, rabbrividendo, in attesa


della detonazione. Ma pass un minuto intero e niente accadde.
Con le mani che tremavano, mi tirai il visore sulla fronte e mi tolsi
guanti. Mentre i miei occhi iniziavano ad abituarsi alloscurit, mi
lasciai sfuggire un esitante sospiro di sollievo. Era un bluff, allora.
Sorrento mi aveva messo alla prova con un sofisticato giochetto
psicologico. Che aveva avuto il suo effetto, tra laltro.
Tracannando acqua da una bottiglia, mi resi conto che avrei dovuto
collegarmi di nuovo e avvertire Aech e Art3mis. Loro erano i prossimi
obiettivi dei Sixer.
Mi stavo rinfilando i guanti quando udii lesplosione.
Londa durto mi raggiunse una frazione di secondo dopo che udii la
detonazione, e distinto mi gettai a terra, nel nascondiglio, coprendomi
la testa con le braccia. Lontano, sentivo il suono del metallo lacerato,
mentre i container iniziavano a crollare al suolo, sganciandosi dalle
impalcature e rovinando luno sullaltro, come giganteschi tasselli di
domino. Il rumore, agghiacciante, and avanti per un tempo che mi
sembr infinito. Poi, di nuovo, silenzio.
Riuscii a vincere la paralisi che mi attanagliava e aprii il portellone
posteriore del furgone. Stordito, come in un incubo, raggiunsi
lestremit della pila di rottami e, da l, vidi unenorme colonna di fumo
e fiamme che si innalzava dallaltro lato delle cataste.
Seguii il flusso di persone che stava gi correndo in quella direzione,
lungo il perimetro nord delle cataste. La catasta in cui si trovava la casa
di mia zia era ormai una rovina fumosa e ardente, e la stessa sorte era
toccata alle cataste adiacenti. Non rimaneva altro che unenorme pila di
lamiere ritorte e in fiamme.
Mi tenni a distanza, ma una gran folla di persone si era gi riunita
davanti a me, avvicinandosi allincendio il pi possibile. Nessuno si
preoccup di cercare dei sopravvissuti tra le macerie. Era chiaro che
non ce nerano.
Una vecchia cisterna di propano fissata a uno dei container schiacciati
caus una piccola esplosione e spinse la folla a disperdersi e cercare
riparo. Poi altre cisterne esplosero in rapida successione. Dopodich,
tutti i curiosi indietreggiarono e si mantennero a debita distanza.
Gli abitanti delle cataste vicine sapevano che, se il fuoco si fosse
diffuso, sarebbero stati guai. Per questo motivo, in molti stavano gi
cercando di contrastare lincendio usando tubi da giardino, secchi,

bicchieroni da fast food e qualsiasi altro recipiente riuscissero a trovare.


In poco tempo le fiamme vennero contenute e lincendio si affievol.
Mentre osservavo, in silenzio, sentivo gi le persone attorno a me
mormorare che si trattava probabilmente di unaltra esplosione in un
laboratorio di metanfetamine, o di qualche idiota che aveva provato a
costruirsi una bomba in casa. Esattamente come aveva previsto
Sorrento.
Il pensiero mi risvegli dallo stordimento. Ma cosa avevo in testa? I
Sixer avevano appena cercato di uccidermi. Probabilmente cerano
ancora degli agenti tra le cataste, incaricati di controllare che fossi
davvero morto. E, da completo idiota, io me ne stavo l, allo scoperto.
Lentamente mi allontanai dalla folla e corsi di nuovo al mio
nascondiglio, procedendo lentamente, guardandomi sempre le spalle
per assicurarmi che nessuno mi stesse seguendo. Una volta tornato nel
furgone, sbattei la portiera e la chiusi a chiave, poi mi raggomitolai,
tremante, in un angolo. Rimasi cos a lungo.
Dopo un po, lo shock inizi a svanire e la realt di ci che era appena
successo cominci a farsi strada. Mia zia Alice e il suo fidanzato, Rick,
erano morti, con tutte le persone che avevano vissuto insieme a noi e
nei prefabbricati sotto e attorno al nostro. Compresa la cara, vecchia
signora Gilmore. E, se fossi stato a casa, anchio sarei morto.
Ero fatto di adrenalina, non sapevo pi come agire, annichilito da un
miscuglio paralizzante di paura e rabbia. Pensai di collegarmi a OASIS
e chiamare la polizia, ma poi mi chiesi come avrebbero reagito,
ascoltando la mia storia. Avrebbero pensato che fossi un mitomane. E
se avessi chiamato i media, avrebbero reagito allo stesso modo. Era da
escludere che qualcuno credesse alla mia storia. A meno che non avessi
rivelato di essere Parzival, e forse neanche in quel caso sarei stato preso
sul serio. Non avevo uno straccio di prova contro Sorrento e i Sixer.
Tutte le tracce della bomba che avevano innescato erano probabilmente
gi disciolte tra le macerie.
Rivelare al mondo la mia identit cos da poter accusare di ricatto e
omicidio una delle imprese pi potenti sulla Terra non sembrava una
mossa furba. Nessuno mi avrebbe creduto. A stento ci credevo io. La
IOI aveva davvero provato a uccidermi. Per evitare che vincessi a un
videogioco. Era una cosa folle.
Il mio nascondiglio, al momento, era piuttosto sicuro, ma sapevo che
non avrei potuto rimanere ancora a lungo tra le cataste. Non appena i

Sixer avessero scoperto che ero ancora vivo, sarebbero tornati a


cercarmi. Dovevo davvero portare il culo fuori da Dodge. Ma non avrei
potuto farlo finch non avessi avuto un po di denaro, e i primi assegni
delle pubblicit non sarebbero stati depositati prima di un giorno o due.
Fino ad allora, avrei dovuto restare nellombra. Ma in quel momento
dovevo contattare Aech per avvertirlo che sarebbe stato il prossimo
sulla lista nera dei Sixer.
E avevo bisogno di vedere un volto amico.
0015
Afferrai la console OASIS e la accesi, poi mi infilai il visore
e i guanti. Una volta effettuato laccesso, il mio avatar ricomparve su
Ludus, in cima alla collina dove sedevo prima di incontrare Sorrento
via chatlink. Nel momento in cui laudio si attiv, udii un boato
assordante di motori che proveniva dal cielo. Mi alzai da dove ero
seduto, sotto lalbero, e guardai in alto. Vidi una squadriglia di
navicelle dassalto Sixer che volavano in formazione da sud, a bassa
altitudine, i sensori che setacciavano la superficie del pianeta.
Stavo per nascondermi nuovamente sotto lalbero, fuori dal loro campo
visivo, quando mi ricordai che Ludus era zona non-PvP. I Sixer non
avrebbero potuto toccarmi, l. Ciononostante, avevo i nervi a fior di
pelle. Continuai a osservare il cielo e, poco dopo, notai altre due flotte
Sixer sulla linea dellorizzonte, a est. Un attimo dopo, altre squadriglie
le raggiunsero da nord e da ovest. Sembrava uninvasione aliena.
Sul mio display comparve unicona che mi segnalava un nuovo
messaggio di testo da parte di Aech: Dove diavolo sei? Chiamami
subito, cazzo!
Premetti il suo nome sulla lista dei contatti, lui rispose al primo squillo.
Il volto del suo avatar comparve nella finestra video. Aveva
unespressione tetra.
Hai sentito la novit? chiese.
Che novit?
I Sixer sono su Ludus. A migliaia. Ne arrivano sempre di pi ogni
minuto. Stanno perlustrando il pianeta in cerca della tomba.
S, sono qui. Ci sono navicelle dassalto ovunque. Aech aggrott la
fronte. Appena trovo I-r0k lo uccido. Lentamente. E poi, quando
creer un nuovo avatar, lo inseguir e lo uccider di nuovo. Se quel
cretino avesse tenuto la bocca chiusa, i Sixer non avrebbero mai
pensato di venire qui a cercare.

Gi. Sono stati i suoi post sui forum a dar loro lidea. Lha detto
Sorrento.
Sorrento? Vuoi dire Nolan Sorrento? Gli raccontai tutto quello che
era successo nelle ultime ore.
Ti hanno fatto esplodere la casa?
A dire il vero era un container dissi. In un parcheggio di case
mobili. Hanno ucciso molte persone, Aech. Probabilmente la notizia
gi arrivata ai telegiornali. Feci un respiro profondo. Sto
impazzendo. Ho una paura fottuta.
Ci credo disse. Grazie al cielo non eri in casa quando successo
Annuii. Non mi collego quasi mai da casa. Fortuna che i Sixer non lo
sapevano.
E la tua famiglia?
Era casa di mia zia. morta, credo. Non non ci volevamo troppo
bene. Era un enorme eufemismo, ovviamente. Mia zia Alice non mi
aveva mai dimostrato un grande affetto, ma non meritava di morire. Il
lancinante senso di colpa che provavo era rivolto soprattutto alla
signora Gilmore, e alla consapevolezza che le mie azioni lavevano
uccisa. Era una delle persone pi dolci che avessi mai conosciuto.
Mi resi conto che stavo singhiozzando. Tolsi laudio perch Aech non
sentisse, poi feci qualche respiro per riprendere il controllo.
Non ci posso credere! ringhi Aech. Quelle merde. La pagheranno,
Z. Contaci. Gliela faremo pagare. Non capivo come avremmo potuto
fargliela pagare, ma non mi fermai a discutere. Sapevo che stava solo
cercando di farmi sentire meglio.
Dove sei ora? chiese Aech. Hai bisogno di aiuto? Hai bisogno di un
posto dove stare, cose cos? Posso spedirti dei soldi se ne hai bisogno.
No, sto bene dissi. Comunque grazie, amico. Apprezzo lofferta.
De nada, amigo.
Senti. I Sixer hanno mandato anche a te la stessa email che hanno
mandato a me?
S. Ne hanno mandate a migliaia. Ma ho deciso che sarebbe stato
meglio ignorarle. Aggrottai la fronte. Vorrei essere stato intelligente
come te.
Ehi, amico, non potevi sapere che avrebbero cercato di ucciderti! E
poi avevano gi il tuo indirizzo. Se li avessi ignorati, probabilmente
avrebbero fatto saltare la bomba comunque.

Senti, Aech Sorrento ha detto che il tuo dossier, a scuola, conteneva


un indirizzo falso, e non sapevano come trovarti. Ma pu darsi che
stesse mentendo. Dovresti andartene da casa. Mettiti al sicuro da
qualche parte. Pi in fretta che puoi.
Non preoccuparti per me, Z. Mi tengo in movimento. Quei bastardi
non mi troveranno mai.
Se lo dici tu risposi, domandandomi cosa intendesse. Ma devo
avvertire anche Art3mis. E Daito e Shoto, se riesco a contattarli in
qualche modo. probabile che i Sixer stiano facendo tutto il possibile
per scoprire anche le loro identit.
Questo mi fa venire unidea disse. Invitiamoli nella Cantina per
stasera. Facciamo intorno a mezzanotte? Una sessione di chat privata.
Solo noi cinque. Di fronte alla prospettiva di rivedere Art3mis, il mio
umore si rischiar. Credi che verranno?
S, se li informiamo che una questione di vita o di morte. Fece un
sorrisetto compiaciuto. E ci sarebbero i cinque Gunter migliori del
mondo in una sola chatroom. Chi se lo perderebbe? Mandai
ad
Art3mis un breve messaggio, chiedendole di incontrarci nella chat
privata di Aech a mezzanotte. Rispose pochi minuti pi tardi,
promettendomi che sarebbe venuta. Aech mi disse che era riuscito a
contattare Daito e Shoto, ed entrambi avevano accettato di
raggiungerci. Lincontro era sistemato. Non volevo stare solo, perci
mi collegai alla Cantina unora prima. Aech era gi l che controllava le
notizie sul vecchio televisore RCA. Senza dire una parola, si alz e mi
abbracci. Anche se non potevo sentire veramente il suo abbraccio, lo
trovai sorprendentemente consolatorio. Poi ci sedemmo entrambi e
guardammo il telegiornale, in attesa che gli altri arrivassero.
Tutti i canali trasmettevano filmati OASIS che mostravano le orde di
navicelle spaziali dei Sixer e le truppe che stavano arrivando su Ludus
in quel momento. Era facile immaginare il motivo per cui fossero l, e
ormai ogni Gunter del mondo era diretto su Ludus. Le stazioni di
teletrasporto di tutto il pianeta erano intasate di avatar diretti l.
Ciao ciao, segreto dissi, scuotendo la testa.
Prima o poi lavrebbero scoperto comunque disse Aech, spegnendo
la tv. Soltanto, non pensavo che sarebbe successo cos in fretta.
Entrambi udimmo un trillo che segnalava laccesso di un avatar e
Art3mis si materializz in cima alla scalinata. Indossava gli stessi abiti

che le avevo visto la sera in cui ci eravamo incontrati. Mi salut con la


mano scendendo i gradini. Ricambiai il saluto, poi la presentai a Aech.
Aech, questa Art3mis. Art3mis, questo il mio migliore amico,
Aech.
un piacere disse Art3mis, porgendogli la mano destra.
Aech la strinse. Anche per me. Sorrise con il suo ghigno da Stregatto.
Grazie di essere venuta.
Scherzi? Come avrei potuto perdermelo? Il primo incontro dei Cinque
Grandi.
I Cinque Grandi?
Gi disse Aech. cos che ci chiamano su tutti i forum, ormai.
Siamo i primi cinque del Segnapunti. Siamo i Cinque Grandi.
Almeno per il momento dissi.
Di rimando, Art3mis sorrise, poi si volt e inizi ad aggirarsi per la
Cantina, apprezzando larredamento anni ottanta. Aech, questa ,
senza dubbio, la chatroom pi fica che abbia mai visto.
Grazie. Pieg la testa in un inchino. gentile da parte tua. Art3mis
si ferm a spulciare i giornaletti dei giochi di ruolo sullo scaffale. Hai
riprodotto perfettamente la taverna di Morrow. Fino allultimo
dettaglio. Io qui vorrei viverci.
Hai un posto riservato nella lista degli ospiti. Vieni quando vuoi.
Davvero? chiese, visibilmente rallegrata. Grazie! Lo far. Sei il
migliore, Aech.
S disse, sorridendo. vero. Sono il migliore. Sembrava che
andassero proprio daccordo, il che mi rendeva follemente geloso. Non
volevo che ad Art3mis piacesse Aech, e viceversa. La volevo tutta per
me.
Daito e Shoto si collegarono pochi istanti pi tardi e apparvero
contemporaneamente in cima alla scalinata. Daito era il pi alto e
sembrava poco pi che un adolescente. Shoto era pi basso di una
trentina di centimetri e sembrava ancora pi giovane. Poteva avere sui
tredici anni. I due avatar sembravano giapponesi, e luno somigliava
allaltro, come se fossero istantanee di una stessa persona scattate a
cinque anni di distanza. Indossavano completi coordinati da Samurai,
ed entrambi avevano, legate alla schiena, una wakizashi corta e una
katana pi lunga.
Salute disse il Samurai pi alto. Io mi chiamo Daito. E questo mio
fratello minore, Shoto. Grazie per linvito. Siamo onorati di potervi

incontrare tutti e tre. Si inchinarono simultaneamente. Aech e Art3mis


risposero con un inchino, e subito io li imitai. Mentre ci presentavamo,
Daito e Shoto si inchinarono ancora una volta, e unaltra volta noi
rispondemmo con un inchino.
Bene disse Aech, una volta concluso tutto quellinchinarsi. Diamo
inizio alla festa. Immagino abbiate saputo le novit. I Sixer si stanno
riversando in massa su Ludus. A migliaia. Stanno scandagliando
lintera superficie del pianeta. Anche se non sanno esattamente cosa
cercano, non ci metteranno molto a trovare lingresso della tomba
A dire il vero lo interruppe Art3mis, lhanno gi trovato. Pi di
mezzora fa. Tutti ci voltammo a fissarla.
La notizia non ancora stata trasmessa disse Daito. Ne sei sicura?
Lei annu. Purtroppo s. Questa mattina, quando ho saputo dei Sixer,
ho deciso di nascondere una telecamera tra gli alberi vicino allentrata
della tomba, per tenere docchio la zona. Apr una finestra video a
mezzaria di fronte a lei, e la ruot per mostrarcela. Era un campo lungo
della collina e della radura che la circondava, ripreso dallalto. Da
quellangolazione, era facile vedere le grosse pietre nere, in cima alla
collina, sistemate a forma di teschio. E potevamo vedere altrettanto
chiaramente che lintera zona brulicava di Sixer, e sembrava che ne
arrivassero sempre di pi ogni istante che passava.
Ma la cosa pi inquietante fu lenorme e trasparente cupola denergia
che ricopriva lintera collina.
Figli di puttana disse Aech. quello che credo che sia? Art3mis
annu. Un campo di forza. I primi Sixer che sono arrivati lhanno
installato. E quindi
E quindi, dora in avanti disse Daito ogni Gunter che trover la
tomba non potr entrarci. A meno che non riesca, in qualche modo, ad
attraversare il campo di forza.
In verit hanno montato due campi di forza disse Art3mis. Uno
piccolo sovrastato da uno pi grande. Li disattivano in sequenza,
quando vogliono fare entrare altri Sixer nella tomba. come una
camera dequilibrio. Indic la finestra. Guardate, lo stanno facendo
proprio ora. Uno squadrone di Sixer scendeva dalla rampa di carico di
unastronave parcheggiata l vicino. Trasportavano lattrezzatura in
grandi casse. Appena lo raggiunsero, il campo di forza esterno
scomparve, svelando una cupola pi piccola al suo interno. Quando lo
squadrone fu di fronte alla parete del campo di forza interno, il campo

esterno riapparve. Un secondo pi tardi, il campo interno venne


disattivato, permettendo ai Sixer laccesso alla tomba.
Per un lungo istante di silenzio contemplammo i nuovi sviluppi.
Credo che potrebbe andare peggio disse infine Aech. Se la tomba si
trovasse in area PvP, quei coglioni avrebbero gi montato cannoni laser
e sentinelle robot ovunque, per vaporizzare chiunque si avvicinasse alla
zona. Aveva ragione. Dato che Ludus era in una zona sicura, i Sixer
non avrebbero potuto fare del male ai Gunter che si avvicinavano alla
tomba. Ma nulla gli impediva di costruire un campo di forza per tenerli
a distanza. Perci, avevano fatto esattamente questo.
chiaro che i Sixer pianificavano questo momento da un bel po
disse Art3mis, chiudendo la finestra video.
Non riusciranno a tenere tutti fuori per molto tempo disse Aech.
Quando i clan lo scopriranno, sar la guerra totale. Migliaia di Gunter
attaccheranno il campo di forza con tutto quello che hanno.
Lanciarazzi. Sfere infuocate. Bombe a grappolo. Testate nucleari. I
Sixer se la vedranno brutta. Trasformeranno questa foresta in un
deserto.
S, ma nel frattempo i Sixer avranno una riserva di Chiavi di Rame e
staranno mandando i loro avatar alla Prima Porta, uno dopo laltro, in
fila, in uno stramaledetto trenino.
Ma come possono farlo? chiese Shoto, la sua giovane voce
traboccante di rabbia. Guard suo fratello. Non giusto. Non giocano
pulito.
Non devono. Non ci sono leggi su OASIS, fratellino disse Daito. I
Sixer possono fare ci che vogliono. Non si fermeranno finch
qualcuno non li fermer.
I Sixer non hanno onore disse Shoto, rabbuiandosi.
E voi ragazzi non ne sapete ancora niente disse Aech. per questo
che io e Parzival vi abbiamo invitati qui. Si volt verso di me. Z,
vuoi raccontare quello che successo? Annuii e mi rivolsi agli altri.
Innanzitutto, raccontai loro dellemail che avevo ricevuto dalla IOI.
Avevano ricevuto tutti lo stesso invito, ma saggiamente lo avevano
ignorato. Poi illustrai nei dettagli la mia sessione chat con Sorrento,
facendo del mio meglio per non tralasciare nulla. Infine, raccontai di
come si fosse conclusa la nostra conversazione: con una bomba che
esplodeva in casa mia. Quando finii, i loro avatar avevano
unespressione stordita e incredula.

Mio Dio mormor Art3mis. Non scherzi? Hanno cercato di


ucciderti?
Esatto. E ci sarebbero riusciti, se fossi stato in casa. Ho solo avuto
fortuna.
Ora sapete tutti fin dove i Sixer si spingeranno per impedirci di batterli
nella Caccia disse Aech. Se riescono a trovarci, siamo cibo per i
vermi. Annuii. Perci dovreste prendere precauzioni per proteggere
voi stessi e le vostre identit. Se non lo avete gi fatto. Tutti fecero s
con la testa. Segu un altro lungo silenzio.
C ancora una cosa che non riesco a capire disse Art3mis, poco
dopo. Come hanno fatto i Sixer a capire che avrebbero dovuto cercare
la tomba su Ludus? Hanno ricevuto suggerimenti da qualcuno? Ci
guard tutti, ma il suo tono non era accusatorio.
Avranno letto le voci su Parzival ed Aech che circolano nei forum di
Gunter disse Shoto. cos che noi abbiamo capito dove cercare.
Daito fece una smorfia, poi colp suo fratello sulla spalla. Non ti avevo
detto di startene zitto, chiacchierone? gli sibil contro. Shoto sembr
imbarazzato e ammutol.
Che voci? chiese Art3mis. Mi guard. Di cosa sta parlando? Non ho
avuto tempo di controllare i forum in questi giorni.
Molti Gunter hanno postato sui forum sostenendo di conoscere Aech e
Parzival e dicendo che entrambi studiavano su Ludus. Si volt verso
di me ed Aech. Io e mio fratello abbiamo passato gli ultimi due anni in
cerca della Tomba degli orrori. Abbiamo battuto decine di mondi. Ma
non abbiamo mai pensato di cercarla su Ludus. Finch non abbiamo
saputo che andavate a scuola qui.
Non ho mai pensato che fosse importante nascondere il fatto che
andassi a scuola su Ludus dissi. Perci non lho mai fatto.
S, e meno male che non lhai fatto disse Aech. Poi si rivolse agli
altri. Parzival ha involontariamente indirizzato verso il luogo della
tomba anche me. Non avevo mai pensato di cercarla su Ludus, finch il
suo nome non comparso sul Segnapunti. Daito diede un colpetto a
suo fratello ed entrambi si rivolsero a me e si inchinarono. Sei stato il
primo a trovare il nascondiglio della tomba, perci ti dobbiamo tutta la
nostra gratitudine per averci condotto fin l. Mi inchinai a mia volta.
Grazie ragazzi. Ma in realt stata Art3mis a trovare per prima la
tomba. E da sola. Un mese prima che la trovassi io.

Non che mi sia servito granch intervenne Art3mis. Non riuscivo


a sconfiggere il lich a Joust. Ci provavo da settimane, e poi arrivato
questo sprovveduto e ce lha fatta al primo tentativo. Raccont di
come ci eravamo incontrati e di come, il giorno seguente, dopo il reset
di mezzanotte, fosse finalmente riuscita a sconfiggere il re.
Io devo ringraziare Aech per la mia abilit a Joust dissi. Ci
giocavamo sempre, qui, nella Cantina. solo per questo che sono
riuscito a battere il re al primo tentativo.
Vale anche per me disse Aech. Poi allung una ma
no e ci battemmo i pugni.

Daito e Shoto sorrisero. andata cos anche per noi disse Daito.
da anni che io e mio fratello ci sfidiamo a Joust, perch se ne parla
nellAlmanacco di Anorak.
Grandioso disse Art3mis, sollevando le braccia. Buon per voi
ragazzi. Eravate tutti preparati. Sono contenta per voi.
Congratulazioni. Ci dedic un applausino sarcastico che fece ridere
tutti. E ora, possiamo aggiornare la seduta della Societ di
Ammirazione Reciproca e tornare allordine del giorno?
Certo disse Aech, sorrideva. E qual era lordine del giorno?
I Sixer? sugger Art3mis.
Giusto! Ma certo! Aech si massaggi la nuca mordendosi il labbro
inferiore, cosa che faceva sempre quando cercava di mettere insieme i
pensieri. Hai detto che hanno trovato la tomba meno di unora fa,
giusto? Perci tra pochissimo raggiungeranno la sala del trono e si
scontreranno con il lich. Ma cosa credi che possa succedere se pi
avatar entrano contemporaneamente nella camera mortuaria? Mi
rivolsi a Daito e a Shoto. I vostri nomi sono apparsi sul Segnapunti lo
stesso giorno, a pochi minuti di distanza. Siete entrati nella sala del
trono insieme, vero? Daito annu. S, e quando siamo entrati, due
copie del re sono comparse sulla pedana, una per ciascuno.
Fantastico disse Art3mis. Perci possibile che centinaia di Sixer
cerchino, nello stesso momento, di impossessarsi della Chiave di Rame.
Potrebbero essercene migliaia.
S disse Shoto. Ma per ottenere la chiave, ogni Sixer deve battere il
lich a Joust, e tutti noi sappiamo che non semplice.

I Sixer usano unattrezzatura modificata dissi. Sorrento se ne


vantato con me. Funziona in modo tale che utenti diversi possono
controllare le azioni di tutti i loro avatar. Quindi possono passare i
comandi degli avatar ai pi esperti giocatori di Joust, durante la partita
contro Acererak. Uno dopo laltro.
Bastardi imbroglioni ripet Aech.
I Sixer non conoscono lonore disse Daito, scuotendo la testa.
Puoi dirlo forte disse Art3mis, alzando gli occhi al cielo.
E c di peggio dissi. Ogni Sixer ha una squadra di supporto
composta da studiosi di Halliday, esperti di videogiochi, crittologi, che
sono l apposta per aiutarli a vincere ogni sfida e a risolvere ogni
enigma che si trovano ad affrontare. Per loro, la simulazione di
Wargames sar un gioco da ragazzi. Qualcuno li imbeccher con le
battute.
Incredibile brontol Aech. E come potremmo mai competere con
tutto ci?
Non possiamo disse Art3mis. Non appena troveranno la Chiave di
Rame, probabilmente localizzeranno la Prima Porta in breve tempo,
come noi. E non ci metteranno molto a raggiungerci. E una volta
trovato lindovinello della Chiave di Giada, spremeranno le loro teste
duovo ventiquattrore su ventiquattro per riuscire a decifrarlo.
E se scoprono il nascondiglio della Chiave di Giada prima di noi,
sbarreranno anche quello dissi. E noi cinque ci troveremo nella stessa
barca con tutti gli altri. Art3mis annu. Scoraggiato, Aech diede un
calcio al tavolino. Non giusto per un cavolo disse. I Sixer hanno
un vantaggio enorme su tutti noi. Hanno uninfinita scorta di denaro,
armi, astronavi e avatar. Ce ne sono migliaia, e lavorano tutti insieme.
Giusto dissi. E noi tutti lavoriamo da soli. Be, fatta eccezione per
voi due indicai Daito e Shoto. Ma capite cosa intendo. Ci
schiacciano, quanto a numero e a munizioni, e non credo che la
situazione cambier.
Cosa ci stai proponendo? chiese Daito. Improvvisamente sembrava
preoccupato.
Niente dissi. Dico solo come stanno le cose, per come la vedo io.
Bene disse Daito. Perch mi sembrava che volessi proporre una
specie di alleanza tra noi cinque. Aech lo studi attentamente. E se
fosse? Sarebbe unidea cos terribile?

Assolutamente s disse Daito seccamente. Io e mio fratello


cacciamo da soli. Non vogliamo n abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Oh, ma davvero? disse Aech. Un minuto fa avete ammesso di aver
avuto bisogno dellaiuto di Parzival per trovare la Tomba degli orrori.
Daito socchiuse le palpebre. Lavremmo trovata da soli, prima o poi.
Ah, giusto disse Aech. Probabilmente ci avreste messo altri cinque
anni.
Di, Aech dissi, mettendomi in mezzo. Tutto questo non serve a
niente. Aech e Daito si fissarono in cagnesco, silenziosi, con Shoto
che guardava suo fratello, incerto sul da farsi. Art3mis si era fatta da
parte e osservava la scena, quasi divertita.
Non siamo venuti qui per essere insultati disse infine Daito. Ce ne
andiamo.
Aspetta, Daito dissi io. Aspetta soltanto un momento. Parliamone.
Non dovremmo lasciarci da nemici. Siamo tutti dalla stessa parte, qui
dentro.
No disse Daito. Non vero. Siete tutti sconosciuti, per noi. Per
quanto ne sappiamo, chiunque tra voi potrebbe essere una spia Sixer.
Nel sentirlo, Art3mis rise a squarciagola, poi si copr la bocca. Daito la
ignor. Non ha senso disse. Solo una persona pu essere trovare
lEgg per prima e vincere il premio. E quella persona sar io, o sar
mio fratello. E con questultima frase, Daito e Shoto si scollegarono
bruscamente.
Be, non poteva andare meglio concluse Art3mis, una volta che i loro
avatar erano svaniti.
Annuii. Come no, filato tutto liscio, Aech. Bravo, cos che ci si fa
degli alleati.
Ma cosa ho fatto? disse, tenendosi sulla difensiva. Daito si stava
comportando da perfetto stronzo! E poi, non che gli stessimo
chiedendo di unirsi a noi. Io sono un solista per scelta. E anche tu. E
Art3mis, anche lei mi sembra un lupo solitario.
Mi hai scoperta disse lei, sorridendo. Comunque sia, vale la pena di
discutere se formare o no unalleanza contro i Sixer.
Forse disse Aech. Ma pensaci un istante. Se trovassi la Chiave di
Giada prima di noi due, saresti generosa e verresti a dirci dov?
Art3mis gli lanci un sorrisetto. Ovviamente no.
Neanchio disse Aech. Perci non ha senso discutere di
unalleanza. Art3mis fece spallucce. Be, allora a quanto pare la

riunione chiusa. Credo che dovrei andarmene. Mi fece locchiolino.


Il tempo corre veloce. Non vero, ragazzi?
Tic tac dissi io.
Buona fortuna, compari. Ci salut entrambi. Ci vediamo in giro.
Ci vediamo rispondemmo allunisono.
Guardai il suo avatar scomparire lentamente, poi mi voltai verso Aech,
che mi sorrideva. Coshai da sorridere? gli domandai.
Sei cotto di lei, non vero?
Che? Di Art3mis? No
Non negarlo, Z. Le hai fatto gli occhi dolci per tutto il tempo che
rimasta qui. Cerc di imitarmi, portandosi le mani al petto e sbattendo
le ciglia come una star del cinema muto. Ho registrato tutta la chat.
Vuoi che te la faccia rivedere, cos puoi capire quanto sembravi
stupido?
Smettila di fare lo stronzo.
comprensibile, amico disse Aech. Quella ragazza ultracarina.
Allora, hai fatto progressi con il nuovo indovinello? dissi, cambiando
deliberatamente argomento. La quartina della Chiave di Giada?
La quartina?
Una poesia o strofa con quattro versi e uno schema a rime alternate o
baciate ripetei. Si dice quartina. Aech alz gli occhi al cielo.
Quante ne sai, eh, amico.
Che c? la definizione esatta, cazzoncello.
soltanto un indovinello, amico. E no. Nessun passo avanti.
Neanchio gli risposi. Perci non dovremmo star qui a girarci i
pollici e blaterarci addosso. ora di metterci al lavoro.
Concordo disse. Ma In quel momento, un mucchio di fumetti, al
lato opposto della stanza, scivol gi dal tavolo su cui era stato impilato
e croll al suolo, come se qualcosa li avesse urtati. Io ed Aech
sobbalzammo, poi ci scambiammo uno sguardo confuso.
Che diavolo stato? chiesi.
Non saprei. Aech si avvicin ed esamin i fumetti, sparsi al suolo.
Forse un problema del software o qualcosa di simile?
Non ho mai visto niente di simile, in chat. Dissi, scrutando la stanza
vuota. possibile che ci sia qualcuno? Un avatar invisibile che origlia
la nostra conversazione? Aech alz gli occhi al cielo. Non
possibile, Z. Stai diventando un po troppo paranoico. una chatroom

privata e criptata. Nessuno pu entrare senza il mio permesso. E lo sai


bene.
Daccordo dissi, ancora inquieto.
Rilassati, stato un problema tecnico. Mi poggi una mano sulla
spalla. Senti. Dimmelo, se cambi idea su quel prestito. O se hai
bisogno di un posto dove stare. Ok?
Star bene gli dissi. Ma grazie lo stesso, amigo. Ci battemmo i
pugni unaltra volta, come i Wonder Twins quando attivano i loro
poteri.
Ci sentiamo dopo. Buona fortuna, Z.
Buona fortuna a te, Aech. 0016
Poche ore dopo, le caselle vuote
del Segnapunti iniziarono a riempirsi, una dopo laltra, in rapida
successione. Non erano nomi di avatar, ma numeri di matricola dei
dipendenti IOI. Comparivano tutti con cinquemila punti (che era ormai
il valore fisso della Chiave di Rame) e, un paio dore pi tardi, il
punteggio di ciascuno schizzava su di altri centomila punti, segno che
quel Sixer aveva superato la Prima Porta. Alla fine della giornata, la
situazione sul Segnapunti era questa: PUNTEGGI: 1. Parzival 110.000
2. Art3mis 109.000 3. Aech 108.000
4. Daito 107.000
5. Shoto 106.000
6. IOI-655321 105.000
7. IOI-643187
105.000 8. IOI-621671 105.000
9. IOI-678324 105.000
10.
IOI-637330 105.000 Riconobbi subito il primo numero di matricola
perch lo avevo visto stampato sulluniforme di Sorrento.
Probabilmente Sorrento aveva fatto s che il suo avatar fosse il primo a
ottenere la Chiave di Rame e a superare la Prima Porta. Dubitavo che
ce lavesse fatta da solo. Non era possibile che fosse cos bravo a Joust.
O che conoscesse Wargames a memoria. Ma sapevo che non avrebbe
avuto bisogno di tali competenze. Quando si trovava di fronte a una
sfida che non era in grado di gestire, come vincere a Joust, poteva
passare i comandi del suo avatar a uno dei suoi sottoposti. E durante il
sincrofilm di Wargames, probabilmente qualcuno gli aveva suggerito le
battute, una per una.
Quando tutte le caselle furono piene, il Segnapunti inizi ad allungarsi,
per lasciare spazio alle posizioni inferiori alla decima. In breve tempo,
sul Segnapunti comparvero venti avatar. Poi trenta. In altre
ventiquattrore, pi di sessanta Sixer avevano superato la Prima Porta.
Nel frattempo, Ludus era diventata la destinazione pi popolare di tutto
OASIS. Le stazioni di teletrasporto sputavano fuori un flusso di Gunter

che poi si sparpagliavano per tutto il pianeta, portando il caos e


interrompendo le lezioni in ogni campus. Il Consiglio della scuola
pubblica di OASIS colse il presagio e prese in fretta la decisione di
evacuare Ludus e trasportare tutte le scuole in una nuova sede. Ludus
II, una copia identica del pianeta, fu creato nello stesso settore, a breve
distanza dalloriginale. A tutti gli studenti venne dato un giorno libero,
mentre il codice sorgente del pianeta originario veniva copiato sulla
nuova area (eccezion fatta per il codice della Tomba degli orrori, che
Halliday aveva aggiunto in segreto). Il giorno successivo le lezioni
ripresero su Ludus II, e Ludus venne lasciato in bala dei Gunter e dei
Sixer.
Presto si diffuse la notizia che i Sixer si erano accampati intorno a una
collinetta dalla cima smussata, al centro di una foresta lontana. Quella
sera, sui forum, venne segnalato il luogo esatto in cui si trovava la
tomba, corredato da screenshot che mostravano il campo di forza
montato dai Sixer per tenere lontani gli altri. Gli screenshot
mostravano, altrettanto chiaramente, il teschio che le pietre
disegnavano in cima alla collina. In poche ore, il collegamento con il
modulo della Tomba degli orrori fu postato su tutti i forum di Gunter.
Poi raggiunse i media.
Tutti i pi estesi clan di Gunter si riunirono per distruggere o eludere,
con un assalto su tutti i fronti, il campo di forza dei Sixer. I Sixer
avevano installato dispositivi che impedissero il teletrasporto con mezzi
tecnologici allinterno del campo di forza. Tuttintorno alla tomba,
avevano appostato una squadra di maghi di alto livello che gettavano
incessantemente incantesimi per mantenere larea incapsulata in una
zona a zero-magia. Ci impediva che i campi di forza venissero aggirati
con strumenti magici.
I clan cominciarono a bombardare il campo di forza esterno con razzi,
missili, testate nucleari e insulti. Tennero la tomba sotto assedio per
tutta la notte ma, la mattina seguente, entrambi i campi di forza erano
ancora intatti.
Estenuati, i clan decisero di sfoderare lartiglieria pesante. Unirono le
proprie risorse e comprarono su eBay due bombe dantimateria molto
costose e molto potenti. Le fecero esplodere in sequenza, a pochi
secondi luna dallaltra. La prima bomba distrusse lo scudo esterno, la
seconda bomba fin il lavoro. Nellistante in cui il secondo campo di
forza croll, migliaia di Gunter (tutti usciti indenni dallesplosione,

trovandosi in zona non-PvP) si infilarono nella tomba e intasarono i


corridoi del sotterraneo. Ben presto, migliaia di Gunter (e Sixer) si
ammassarono nella camera mortuaria, pronti a sfidare il re lich a Joust.
Comparvero molteplici copie del re, una per ciascun avatar che metteva
piede sulla pedana. Il novantacinque per cento dei Gunter che lo
sfidarono perse e fu ucciso. Ma alcuni Gunter ne uscirono vittoriosi e,
in fondo al Segnapunti, sotto ai Cinque Grandi e alle decine di numeri
di matricola IOI, cominciarono ad apparire nuovi nomi di avatar. In
pochi giorni, la lista degli avatar sul Segnapunti aveva superato i cento
nomi.
Ora che la zona era piena di Gunter, ai Sixer risult impossibile
ripristinare il campo di forza. I Gunter avevano iniziato ad attaccarli e a
distruggere le loro astronavi e tutto ci che era possibile distruggere. E
cos, i Sixer riunciarono alla loro barricata, ma continuarono a mandare
avatar nella Tomba degli orrori perch si accaparrassero sempre pi
copie della Chiave di Rame. Nessuno poteva fare niente per fermarli.
Il giorno dopo lesplosione tra le cataste, comparve un breve
articolo sui feed di notizie della mia citt. Cera un filmato di volontari
che setacciavano le rovine in cerca di resti umani. Ci che trovarono
non pot essere identificato.
A quanto pareva, i Sixer avevano piazzato sulla scena del crimine
sostanze e attrezzature per raffinare la droga, perch sembrasse che un
laboratorio di metanfetamine fosse esploso in uno dei prefabbricati.
Funzion a meraviglia. La polizia non si preoccup di condurre
ulteriori indagini. Le cataste rimaste in piedi intorno alla pila di
container carbonizzati e schiacciati erano cos numerose che sarebbe
stato troppo pericoloso eliminare le macerie con una delle vecchie gru.
Lasciarono le rovine l doverano, al suolo, ad arrugginire lentamente.
Non appena arriv il mio primo pagamento per le pubblicit, comprai
un biglietto solo andata per Columbus, in Ohio. Il pullman sarebbe
partito alle otto, la mattina seguente. Spesi qualche soldo in pi per
avere un posto in prima classe, che includeva un sedile pi comodo e
una connessione a banda larga. Volevo trascorrere il mio lungo viaggio
verso Est collegato a OASIS.
Una volta prenotato il viaggio, feci linventario di tutto ci che avevo
nel nascondiglio e infilai quello che volevo portare in un vecchio zaino.
La mia console OASIS, il visore, i guanti. La mia copia cartacea, tutta

spiegazzata, dellAlmanacco di Anorak. Il diario del Graal. Qualche


vestito. Il mio portatile. Tutto il resto lo lasciai.
Quando si fece buio, mi arrampicai fuori dal furgone, lo richiusi e gettai
la chiave nella pila di rottami. Poi mi caricai lo zaino sulle spalle e uscii
dalle cataste per lultima volta. Non mi guardai indietro.
Mi tenni sulle vie pi affollate e riuscii a evitare di essere rapinato sulla
strada per la stazione degli autobus. Proprio accanto allingresso si
trovava uno sportello di servizio clienti ammaccato che, dopo una breve
scansione della mia retina, sput fuori il mio biglietto. Mi sedetti alla
fermata e lessi la mia copia dellAlmanacco finch non fu ora di salire
sul pullman.
Era a due piani, corazzato, con vetri antiproiettile e pannelli solari sul
tetto. Era una fortezza su ruote. Il mio sedile era accanto al finestrino, a
due file dallautista, che guidava incastrato in un cubicolo di plexiglas
antiproiettile. Al piano superiore, una squadra di sei guardie armate fino
ai denti avrebbe protetto il veicolo e i suoi passeggeri in caso di
dirottamento da parte di banditi o sciacalli: possibilit concreta, una
volta che ci fossimo avventurati nei deserti senza legge che erano
andate formandosi al di fuori delle grandi citt.
I sedili del pullman erano tutti occupati. Quasi tutti i passeggeri
indossarono i loro visori non appena si sedettero. Io, comunque,
aspettai un po prima di metterlo. Abbastanza per osservare la mia citt
natale svanire, sulla strada che ci lasciavamo alle spalle, mentre ci
addentravamo nel mare di turbine eoliche che la circondavano.
Il motore elettrico raggiungeva una velocit massima di sessantacinque
chilometri allora ma, a causa del deterioramento del manto
autostradale e delle numerose fermate che il pullman doveva fare alle
stazioni di ricarica, lungo la strada, mi ci vollero molti giorni per
raggiungere la destinazione. Passai quasi tutto il tempo connesso a
OASIS, preparandomi a iniziare una nuova vita.
La cosa pi importante era crearmi una nuova identit. Non era
difficile, ora che avevo qualche soldo. Su OASIS potevi comprare
qualsiasi tipo di informazione, se sapevi dove cercarla e a chi chiedere,
e se non ti dispiaceva infrangere la legge. Il mondo pullulava di
individui che lavoravano per il governo (e per le grandi corporation),
corrotti e pronti a tutto, che spesso vendevano informazioni sul mercato
nero di OASIS.

La mia nuova posizione di Gunter di fama internazionale mi conferiva


grande credibilit nel mondo della malavita, il che mi consent
laccesso alL33T haxorz warezhaus, sito altamente esclusivo di aste di
dati; per una somma sorprendentemente ridotta, riuscii a comprare una
serie di procedure daccesso e password dellUSCR (il Registro dei
Cittadini degli Stati Uniti), grazie alle quali riuscii ad accedere al
database e al profilo che era stato creato quando mi ero iscritto a scuola.
Cancellai le mie impronte digitali e i campioni retinei e li rimpiazzai
con quelli di un morto (mio padre). Poi inserii le mie impronte e i miei
campioni retinei in un nuovo profilo che avevo creato sotto il nome di
Bryce Lynch. Il mio Bryce aveva ventidue anni e gli diedi un numero di
previdenza sociale nuovo di zecca, unimpeccabile affidabilit
creditizia e una laurea in Informatica. Quando avessi voluto ritornare
me stesso, non avrei dovuto far altro che cancellare lidentit di Lynch
e copiare di nuovo le mie vere impronte e campioni retinei sul vecchio
file.
Una volta creata la mia nuova identit, cominciai a cercare tra gli
annunci economici di Columbus un appartamento adeguato, e trovai
una stanza relativamente economica in un vecchio hotel-grattacielo,
unantica reliquia dei tempi in cui la gente viaggiava ancora, per diletto
o per affari. Le stanze erano state tutte riconvertite in monolocali, e
ogni appartamento era stato ristrutturato per venire incontro ai bisogni
dei Gunter a tempo pieno. Aveva tutto ci che mi serviva. Un affitto
basso, un buon sistema di sorveglianza e laccesso garantito alla
porzione di elettricit che potevo permettermi. E, ancora pi
importante, offriva una connessione in fibra ottica al server principale
di OASIS, che si trovava a pochi chilometri di distanza. Si trattava della
connessione internet pi veloce e sicura sulla piazza e, poich non era
fornita dalla IOI o da una delle sue consociate, non avrei avuto paranoie
sulla possibilit che stessero monitorando la mia connessione o che
stessero cercando di rintracciarmi. Sarei stato al sicuro.
Chattai con un agente immobiliare che mi mostr un modello virtuale
del mio nuovo alloggio. Sembrava perfetto. Affittai la stanza con il
nuovo nome e pagai sei mesi di anticipo. Dopodich, lagente non
ritenne necessario fare altre domande.
Di tanto in tanto, a notte fonda, quando il pullman ronzava
lentamente sulla strada sgretolata, mi toglievo il visore e guardavo fuori
dal finestrino. Non ero mai uscito da Oklahoma City, ed ero curioso di

sapere come fosse il resto del Paese. Ma il paesaggio era sempre


desolato e ogni citt decadente e sovraffollata somigliava allultima che
avevamo passato.
E infine, quando sembrava che avessimo strisciato lungo lautostrada
per mesi, il profilo della citt di Columbus apparve allorizzonte,
scintillante come Oz in fondo alla strada di mattoni gialli. Arrivammo
al tramonto, e nella citt splendevano gi pi luci elettriche di quante ne
avessi mai viste insieme. Avevo letto che in tutta la citt erano stati
piazzati enormi pannelli solari e due centrali solari in periferia. Per tutto
il giorno si bevevano lenergia del sole, la conservavano e, ogni notte,
la risputavano fuori.
Quando accostammo nella stazione degli autobus di Columbus, la mia
connessione OASIS cadde. Mentre mi toglievo il visore e mi mettevo in
fila, con gli altri passeggeri, per scendere dal pullman, iniziai a
percepire la situazione nella sua brutale concretezza. Ero diventato un
fuggitivo e vivevo sotto falso nome. Cerano persone potenti che mi
stavano cercando. Persone che mi volevano morto.
Scendendo dal pullman, mi sentii come schiacciato da un peso
insormontabile. Facevo fatica a respirare. Forse stavo per avere un
attacco di panico. Mi obbligai a fare dei respiri profondi e cercai di
calmarmi. Dovevo soltanto raggiungere il mio nuovo appartamento,
sistemare lattrezzatura e ricollegarmi a OASIS. Poi tutto si sarebbe
sistemato. Mi sarei trovato in un ambiente familiare. Sarei stato al
sicuro.
Chiamai un taxi automatico e inserii sullo schermo tattile il mio nuovo
indirizzo. La voce elettronica mi disse che il viaggio avrebbe richiesto
allincirca trentadue minuti, nelle attuali condizioni di traffico. Durante
la corsa, guardai dal finestrino le strade buie della citt. Mi sentivo
ancora nervoso e stordito. Continuavo a guardare il tassametro, per
capire quanta strada avevamo ancora da fare. Poi, il taxi accost di
fronte al mio nuovo condominio, un monolite in ardesia sulla riva dello
Scioto, proprio al confine con il ghetto di Twin Rivers. Sulla facciata
notai una sagoma scolorita dove, ai tempi in cui ledificio era ancora un
hotel, campeggiava linsegna dellHilton.
Con il pollice inviai il mio pagamento e poi scesi dal taxi. Diedi
unultima occhiata in giro, inalai unultima boccata daria fresca, e
trasportai il mio zaino oltre la porta principale, fino allatrio. Quando
entrai nella gabbia di controllo, mi scansionarono la retina e le impronte

digitali, e il mio nuovo nome comparve sul monitor. Una luce verde si
accese e lingresso della gabbia si apr, permettendomi di proseguire
fino allascensore.
Il mio appartamento si trovava al quarantaduesimo piano, al numero
4211. La serratura di sicurezza fuori dalla porta richiedeva unaltra
scansione della retina. Poi la porta si spalanc e le luci si accesero.
Nella stanza cuboidale non cerano mobili, e cera solo una finestra.
Entrai, mi richiusi la porta alle spalle e la serrai. Poi feci giuramento, in
silenzio, che non sarei uscito finch non avessi completato la missione.
Finch non avessi trovato lEgg avrei abbandonato completamente il
mondo reale.

LIVELLO DUE
Non che vada pazzo per la realt, ma rimane lunico posto dove
mangiare un pasto decente. Groucho Marx
0017
Art3mis:
Ci sei?
Parzival: S! Ciao! Non posso crederci, finalmente hai risposto a una
delle mie richieste di chat.
Art3mis: Solo per chiederti di smetterla. Non una buona idea iniziare
a chattare.
Parzival: Perch? Pensavo fossimo amici.
Art3mis: Mi sembri un bravo ragazzo. Ma siamo in concorrenza. Siamo
Gunter rivali. Nemici giurati. Sai come vanno queste cose.
Parzival: Ma non dobbiamo per forza parlare di qualcosa che sia legato
alla Caccia Art3mis: Tutto legato alla Caccia.
Parzival: Di, per piacere. Facciamo una prova, almeno. Ricomincio.
Ciao Art3mis, come te la passi?
Art3mis: Bene. Grazie. Tu?
Parzival: A meraviglia. Senti, perch usiamo questantidiluviana
interfaccia solo testo? Posso permettermi una stanza tutta per noi.
Art3mis: Preferisco cos.
Parzival: Perch?

Art3mis: Come ricorderai, dal vivo tendo a parlare a vanvera. Quando


mi tocca scrivere quello che voglio dire, ne esco meno petulante.
Parzival: Non penso che tu sia petulante. Sei incantevole.
Art3mis: Hai appena usato il termine incantevole?
Parzival: Quello che ho scritto ce lhai di fronte, no?
Art3mis: Sei molto gentile. Ma dici una marea di stronzate.
Parzival: Sono totalmente, assolutamente serio.
Art3mis: E allora? Come va la vita in vetta al Segnapunti, pezzo
grosso? Ti sei gi stancato di essere famoso?
Parzival: Non mi sento famoso.
Art3mis: Scherzi? Tutto il mondo muore dalla voglia di scoprire chi sei.
Sei una rockstar, amico mio.
Parzival: Tu sei famosa quanto me. E se vero che sono una rockstar,
com che i media mi ritraggono sempre come un nerd puzzone che
non esce mai di casa?
Art3mis: Immagino, allora, tu abbia visto quello sketch su di noi che
hanno fatto al Saturday Night Live.
Parzival: S. Perch tutti credono che io sia uno squilibrato asociale?
Art3mis: Non sei asociale?
Parzival: No! Forse un po. Ok, s. Ma la mia igiene personale
impeccabile.
Art3mis: Se non altro, nel tuo caso hanno imbroccato il sesso. Tutti
sono convinti che io sia un uomo, nel mondo reale.
Parzival: Questo perch quasi tutti i Gunter sono maschi e non
accettano lidea che una donna li abbia battuti o si sia dimostrata pi
intelligente di loro.
Art3mis: Lo so. Sono dei Neanderthal.
Parzival: Con questo, in definitiva, mi vuoi dire che nella vita vera sei
una femmina?
Art3mis: Avresti gi dovuto capirlo un po di tempo fa, Clouseau.
Parzival: Lavevo fatto. Lho fatto.
Art3mis: Ah s?
Parzival: S. Dopo aver analizzato tutti i dati a disposizione, sono
giunto alla conclusione che devi essere una femmina.
Art3mis: E perch dovrei?
Parzival: Perch non voglio scoprire di avere una cotta per un tizio di
130 chili che si chiama Chuck e vive nel seminterrato di sua madre alla
periferia di Detroit.

Art3mis: Hai una cotta per me?


Parzival: Avresti gi dovuto capirlo un po di tempo fa, Clouseau.
Art3mis: E se fossi una tizia di 130 chili che si chiama Charlene e vive
nel seminterrato di sua madre alla periferia di Detroit? Avresti
comunque una cotta per me?
Parzival: Non lo so. Vivi nel seminterrato di tua madre?
Art3mis: No.
Parzival: S. Allora, probabilmente, continuerei ad avere una cotta per
te.
Art3mis: E quindi dovrei credere che sei una di quelle creature
mitologiche alle quali interessa solo la personalit di una donna e non la
confezione in cui servita?
Parzival: Cosa ti fa pensare che io sia un uomo?
Art3mis: Di. ovvio. Non mi mandi che vibrazioni maschili.
Parzival: Vibrazioni maschili? In che modo? Uso strutture sintattiche
virili?
Art3mis: Non cambiare argomento. Dicevi di avere una cotta per me?
Parzival: Ho una cotta per te da prima che ci incontrassimo. Da quando
ho iniziato a leggere il tuo blog e ad apprezzare il tuo modo di pensare.
da anni che sono il tuo stalker virtuale.
Art3mis: Ma non sai quasi niente di me. O della mia vera personalit.
Parzival: Questo OASIS. Non siamo altro che nuda personalit, qui.
Art3mis: Mi permetto di dissentire. Tutto, delle nostre personalit
online, viene filtrato dai nostri avatar, il che ci permette di controllare il
nostro aspetto e la nostra voce quando siamo a contatto con gli altri.
OASIS ti permette di essere chi vuoi essere. per questo che
diventato una droga per chiunque.
Parzival: Quindi nella vita reale non sei neanche lontanamente simile
alla persona che ho incontrato quella sera nella tomba?
Art3mis: Quello era solo uno dei miei lati. Il lato che ho scelto di
mostrarti.
Parzival: Be, quel lato mi piaciuto. E, se mi mostrassi anche gli altri,
sono sicuro che mi piacerebbero altrettanto.
Art3mis: Lo dici cos. Ma sai come funzionano queste cose. Prima o
poi mi chiederai di vedere una fotografia della vera me.
Parzival: Non sono uno che avanza troppe richieste. E poi, di sicuro
non ti mostrer una mia foto.
Art3mis: Perch? Sei orrendo?

Parzival: Che ipocrita!


Art3mis: Quindi? Rispondi alla mia domanda, Claire.[1] Sei brutto?
Parzival: Cos pare.
Art3mis: Perch?
Parzival: Le femmine della mia specie mi hanno sempre trovato
repellente.
Art3mis: Io non ti trovo repellente.
Parzival: Ovvio. Perch sei un obeso di nome Chuck e ti piace adescare
i ragazzini su internet.
Art3mis: Sei un ragazzino, quindi?
Parzival: Relativamente.
Art3mis: Relativamente a cosa?
Parzival: A un cinquantatreenne come te, Chuck. Tua mamma te lo fa
pagare, laffitto del seminterrato, o che?
Art3mis: Hai davvero questa opinione di me?
Parzival: Se lavessi, non starei chattando con te in questo momento.
Art3mis: Come ti immagini che sia, allora?
Parzival: Come il tuo avatar, credo. A parte sai, larmatura, le pistole,
e la spada luccicante Art3mis: Scherzi, vero? Questa la prima
regola delle relazioni amorose online, amico: nessuno somiglia mai al
proprio avatar.
Parzival: Avremo una relazione amorosa online? <incrocia le dita>
Art3mis: No davvero, campione. Spiacente.
Parzival: Perch no?
Art3mis: Non c tempo per lamore, dottor Jones.[2] La mia
ossessione per il cyberporno mi prende quasi tutto il tempo libero. E la
ricerca della Chiave di Giada si prende il resto. Anzi, ora che ci penso,
in questo momento dovrei dedicarmi proprio a quella.
Parzival: S. Anchio. Ma parlare con te pi divertente.
Art3mis: E tu?
Parzival: E io cosa?
Art3mis: Tempo per una relazione amorosa online ce lhai?
Parzival: Ho tempo per te.
Art3mis: Esagerato.
Parzival: E non sto nemmeno calcando la mano, per ora.
Art3mis: Hai un lavoro? O vai ancora a scuola?
Parzival: Liceo. Settimana prossima mi diplomo.

Art3mis: Non dovresti rivelarmi roba del genere. Potrei essere una spia
Sixer che vuole schedarti.
Parzival: I Sixer mi hanno gi schedato, dimentichi? Mi hanno fatto
saltare in aria la casa. Anzi, era un container. Ma lhanno fatto saltare
comunque.
Art3mis: Lo so. Sono ancora sconvolta. Non riesco a immaginare come
puoi sentirti.
Parzival: La vendetta un piatto che va servito freddo.
Art3mis: Bon apptit. Cosa fai quando non cacci?
Parzival: Mi rifiuto di rispondere ad altre domande finch non cominci
anche tu a ricambiare.
Art3mis: Bene. Do ut des, dottor Lecter. Facciamo a turno con le
domande. Comincia tu.
Parzival: Lavori o vai a scuola?
Art3mis: College.
Parzival: Cosa studi?
Art3mis: il mio turno. Cosa fai quando non cacci?
Parzival: Niente. Cacciare lunica cosa che faccio. Sto facendolo
anche in questo momento, in realt. Multi-tasking a piene mani.
Art3mis: Vale anche per me.
Parzival: Davvero? Allora terr docchio il Segnapunti. Per sicurezza.
Art3mis: Daccordo, campione.
Parzival: Cosa studi al college?
Art3mis: Poesia e scrittura creativa.
Parzival: Tutto torna. Scrivi in modo fenomenale.
Art3mis: Grazie del complimento. Quanti anni hai?
Parzival: Ne ho compiuti diciotto il mese scorso. Tu?
Art3mis: Non credi che stiamo andando un po troppo sul personale?
Parzival: Neanche alla lontana.
Art3mis: 19.
Parzival: Ah. Una donna pi grande. Sexy.
Art3mis: Sempre che io sia una donna.
Parzival: Sei una donna?
Art3mis: Non il tuo turno.
Parzival: Hai ragione.
Art3mis: Da quanto conosci Aech?

Parzival: il mio migliore amico da cinque anni. Ora sputa il rospo. Sei
una donna? E con questo intendo una femmina umana che non abbia
mai subito unoperazione di cambio di sesso.
Art3mis: Piuttosto specifico.
Parzival: Rispondi alla mia domanda, Claire.
Art3mis: Sono e sono sempre stata una femmina umana. Hai mai
incontrato Aech nella vita reale?
Parzival: No. Hai fratelli?
Art3mis: No. E tu?
Parzival: Nah. Hai i genitori?
Art3mis: Morti. Influenza. Sono cresciuta con i nonni. Tu, genitori?
Parzival: No, morti anche i miei.
Art3mis: un po una merda, vero? Non avere i genitori.
Parzival: S. Ma c chi sta peggio di me.
Art3mis: la stessa cosa che cerco sempre di ripetermi. Ma tu ed
Aech lavorate in coppia?
Parzival: Oh, rieccoci.
Art3mis: Be? S o no?
Parzival: Mi ha fatto la stessa domanda su di te, sai. Perch hai superato
la Prima Porta a poche ore di distanza da me.
Art3mis: Il che mi fa venire in mente una cosa: perch mi hai dato quel
consiglio? Sul cambiare lato, a Joust?
Parzival: Volevo darti una mano.
Art3mis: Be, non dovresti rifare quellerrore. Perch sar io a vincere.
Lo sai, vero?
Parzival: S, s. Vedremo.
Art3mis: Ti stai facendo fregare, scemotto. Sei indietro tipo di cinque
domande.
Parzival: Brava. Di che colore hai i capelli? Nella vita reale.
Art3mis: Castani.
Parzival: Gli occhi?
Art3mis: Azzurri.
Parzival: Come il tuo avatar, eh? Hai anche la stessa faccia e lo stesso
corpo?
Art3mis: Per quanto ti riguarda, s.
Parzival: Ok. Film preferito? In assoluto?
Art3mis: Cambia sempre. In questo momento? Forse Highlander.
Parzival: Ha dei gran bei gusti, signorina.

Art3mis: Lo so. Ho un debole per i pelatoni malefici. Kurgan troppo


sexy.
Parzival: Vado a rasarmi i capelli. Gi che ci sono comincio a mettermi
vestiti di pelle.
Art3mis: Poi mandami le foto. Senti, tra poco devo andarmene, Romeo.
Puoi farmi unultima domanda. Poi devo dormire un po.
Parzival: Quando possiamo chattare di nuovo?
Art3mis: Dopo che uno di noi due avr trovato lEgg.
Parzival: Ma potremmo metterci anni.
Art3mis: E sia.
Parzival: Posso comunque continuare a mandarti delle email?
Art3mis: Non una bella idea.
Parzival: Non puoi impedirmi di mandarti email.
Art3mis: In realt s. Posso bloccarti nella mia lista di contatti.
Parzival: Per non lo faresti, vero?
Art3mis: Non se non mi costringi.
Parzival: Acida. Non ce nera bisogno.
Art3mis: Buona notte, Parzival.
Parzival: Addio, Art3mis. Sogni doro. fine chatlog. 27.2.2045
02:51:38 OST
Cominciai a mandarle delle email. Sulle prime lo
feci con moderazione, e le scrissi solo una volta a settimana. Con mia
sorpresa, non manc mai di rispondere. In genere solo con una frase,
dicendo che era troppo impegnata per scrivermi. Ma poi le sue risposte
si allungarono ed ebbe inizio una vera e propria corrispondenza.
Dapprima, un paio di volte a settimana. Poi, via via che le nostre email
si allungavano e diventavano sempre pi personali, iniziammo a
scriverci almeno una volta al giorno. Spesso anche di pi. Quando
ricevevo una sua email, abbandonavo tutto quello che stavo facendo per
leggerla.
In breve tempo iniziammo a incontrarci quotidianamente in sessioni
private di chat. Giocavamo a vecchi giochi da tavolo, guardavamo film,
ascoltavamo musica. Parlavamo per ore. Facevamo lunghe
conversazioni deliranti su qualsiasi argomento. Passare il tempo
insieme a lei era per me una droga. Avevamo tante di quelle cose in
comune. Gli stessi interessi. Lo stesso obiettivo. Capiva tutte le mie
battute. Mi faceva riflettere. Mi faceva vedere il mondo in maniera
diversa. Non avevo mai avuto un legame cos forte e immediato con un
altro essere umano prima dallora. Neanche con Aech.

Non ero pi preoccupato del fatto che, in teoria, fossimo rivali, e


sembrava che lei la vedesse allo stesso modo. Iniziammo a scambiarci i
dettagli della nostra ricerca. Ci confidavamo i titoli dei film che
guardavamo e dei libri che leggevamo. Iniziammo persino a scambiarci
teorie, a discutere delle nostre interpretazioni di determinati passaggi
dellAlmanacco. Non riuscivo a essere cauto, con lei. Una flebile voce
nella mia testa continuava a ripetermi che ogni parola che lei mi diceva
avrebbe potuto essere disinformazione, che era possibile che lei si
stesse approfittando di me. Ma non ci credevo. Mi fidavo di lei, anche
se avevo tutte le ragioni per diffidare.
I primi giorni di giugno mi diplomai. Non andai alla cerimonia di
diploma. Avevo smesso di seguire le lezioni quando ero fuggito dalle
cataste. Per quanto ne sapevo, i Sixer pensavano che fossi morto, e non
volevo riportarli sulla buona strada presentandomi a scuola durante le
ultime settimane. Perdermi gli esami finali non aveva troppa
importanza, dato che avevo gi accumulato crediti a sufficienza per il
diploma. La scuola me ne invi una copia per email. Una copia cartacea
fu mandata al vecchio indirizzo, alle cataste, un indirizzo che non
esisteva pi. Non so che fine fece.
Una volta diplomato, avevo intenzione di dedicarmi anima e corpo alla
Caccia. Ma in realt non desideravo far altro che passare il mio tempo
con Art3mis.
Quando non ero insieme alla mia nuova pseudo-cyber-ragazza,
trascorrevo le giornate a salire di livello. I Gunter la chiamavano la
scalata al novantanovesimo, perch il novantanovesimo livello era il
massimo cui un avatar potesse aspirare. Art3mis ed Aech ce lavevano
fatta, di recente, e io mi sentivo obbligato a raggiungerli. Non mi ci
volle troppo. Ormai ero pieno di tempo libero, e avevo denaro e risorse
a sufficienza per esplorare OASIS in lungo e in largo. Perci iniziai a
completare tutte le missioni che riuscivo a trovare, talvolta facendo un
salto di cinque o sei livelli al giorno. Via via che aumentavo le mie
statistiche, affinai le abilit magiche e di combattimento procurandomi,
nel contempo, una vasta gamma di armi potenti, oggetti magici e
veicoli.
Durante qualche missione io e Art3mis ci muovevamo in coppia.
Visitammo il pianeta Goondocks e portammo a termine lintera
missione Goonies in un giorno. Arty giocava usando Stef, il

personaggio interpretato da Martha Plimpton, io giocavo con Mikey,


interpretato da Sean Astin. Ci spaccammo dalle risate.
Ma non passavo tutto il tempo a cazzeggiare. Tentavo di tenermi
concentrato sul gioco. Davvero. Almeno una volta al giorno, aprivo la
quartina e provavo, ancora una volta, a decifrarne il significato.
La Chiave di Giada il capitano ha celata
In una dimora da tempo
abbandonata
Ma nel fischietto soffiar tu potrai
Se dei trofei la
raccolta farai Per un po fui convinto che il fischietto del terzo
verso facesse riferimento a una serie tv giapponese di fine anni
sessanta. Si intitolava The Space Giants ed era stata doppiata in inglese
e trasmessa negli Stati Uniti tra gli anni settanta e gli anni ottanta. The
Space Giants (titolo originale Maguma Taishi) parlava di una famiglia
di robot trasformabili che vivevano dentro un vulcano e combattevano
contro Rodak, un alieno malvagio. Halliday lo citava pi volte,
nellAlmanacco di Anorak, come uno dei preferiti della sua infanzia.
Uno dei personaggi principali della serie era un ragazzino di nome
Miko, che suonava un fischietto speciale per chiamare in aiuto i robot.
Avevo guardato tutti e cinquantadue gli episodi di quella roba trash, da
capo a fondo, prendendo appunti e ingozzandomi di patatine al mais.
Ma, quando la maratona fin, non avevo ancora colto il significato della
quartina. Avevo imboccato lennesimo vicolo cieco. Decisi che
Halliday si stava riferendo a un altro fischietto. E poi, un sabato
mattina, ebbi una piccola rivelazione. Stavo guardando una serie di
vecchi spot anni ottanta sui cereali, ma mi fermai a chiedermi perch,
dopo di allora, i produttori di cereali avessero smesso di includere una
sorpresa nelle scatole. Per me fu una tragedia. Lennesimo segno che la
civilt stava andando a rotoli. Rimuginavo su questo, quando una
vecchia pubblicit comparve sullo schermo e fu allora che collegai il
primo e il terzo verso della quartina. La Chiave di Giada il capitano ha
celata Ma nel fischietto soffiar tu potrai Halliday alludeva a John
Draper, famoso hacker degli anni settanta, meglio conosciuto con lo
pseudonimo di Captain Crunch. Draper era stato uno dei primi phone
phreaks: era noto per aver scoperto che i fischietti di plastica in regalo
nelle scatole di cereali Capn Crunch potevano essere usati per fare
telefonate interurbane gratuite, dato che emettevano un segnale con una
frequenza di 2600 hertz che ingannava il vecchio sistema telefonico
analogico permettendo quindi laccesso gratuito alla linea.
La Chiave di Giada il capitano ha celata.

Dovevo esserci. Il capitano era Capn Crunch, e il fischietto era il


rinomato fischietto di plastica, tanto celebre tra i phone phreaks.
Forse la Chiave di Giada era camuffata da fischietto di plastica, ed era
nascosta in una scatola di cereali Capn Crunch Ma dovera nascosta
la scatola di cereali?
In una dimora da tempo abbandonata.
Riproduzioni della casa della Famiglia Addams, la baracca abbandonata
della trilogia di Evil Dead, la stamberga di Tyler Durden in Fight Club
e la fattoria dei Lars su Tattooine. La Chiava di Giada non era in
nessuno di questi posti. Un altro vicolo cieco.
Ma nel fischietto soffiar tu potrai
Se dei trofei la raccolta farai
E non avevo ancora decifrato il significato dellultimo verso.
Quali trofei avrei dovuto raccogliere? Che fosse una specie di subdola
metafora? Ci doveva essere qualche legame che stavo trascurando, un
qualche sottile riferimento che non coglievo perch non ero ancora
abbastanza intelligente o preparato.
Da quel punto in poi non riuscii pi a fare progressi. La mia perenne
infatuazione per Art3mis minava la mia capacit di concentrarmi e,
ogni volta che rivedevo la quartina, dopo qualche minuto di lavoro,
richiudevo il diario del Graal e la chiamavo per chiederle se le andasse
di uscire. E quasi sempre rispondeva di s.
Mi convinsi che fosse giusto riposarmi sugli allori per un po, dato che
nessun altro stava facendo progressi nella ricerca della Chiave di Giada.
Il Segnapunti rimaneva immutato. Gli altri procedevano nel mio stesso
pantano.
Passavano le settimane e io trascorrevo sempre pi tempo con
Art3mis. Anche quando i nostri avatar avevano altro da fare, ci
scambiavamo mail e messaggi istantanei. Chiacchieravamo sempre,
eravamo un fiume in piena.
La cosa che pi desideravo era di incontrarla nel mondo reale. Faccia a
faccia. Ma non glielo confessai. Ero certo che provasse qualcosa per
me, eppure mi teneva a una certa distanza. Indipendentemente da
quanto le rivelassi di me e finii per dirle quasi tutto, compreso il mio
vero nome lei, irremovibile, continuava a rifiutarsi di rivelare dettagli
sulla sua vita. Sapevo soltanto che aveva diciannove anni e viveva da
qualche parte nel Nordovest degli Stati Uniti. E questo quanto era
disposta a dirmi.

Limmagine di lei che mi creai in testa era la pi ovvia. La immaginavo


come la manifestazione fisica del suo avatar. Lo stesso volto, gli stessi
occhi, gli stessi capelli, lo stesso corpo. Nonostante continuasse a
ripetermi che nella realt non somigliava al suo avatar e che di persona
non fosse attraente nemmeno la met.
Quando iniziai a trascorrere cos tanto tempo con Art3mis, io ed Aech
cominciammo ad allontanarci. Invece che vederci pi volte a settimana,
chattavamo pochi giorni al mese. Aech sapeva che mi stavo
innamorando di Art3mis, ma non ne fece mai un dramma, anche
quando gli davo buca soltanto per uscire con lei. Si limitava a scrollare
le spalle, mi ricordava di stare attento e mi diceva: Spero proprio che
tu sappia quello che fai, Z.
E ovviamente non lo sapevo. La mia relazione con Art3mis era una
sfida al buonsenso. Ma non riuscivo a smettere di innamorarmene. E, in
qualche modo, senza rendermene conto, la mia ossessione per la ricerca
dellEgg di Halliday era stata gradualmente soppiantata dallossessione
per Art3mis. Dopo qualche tempo, iniziammo a darci degli
appuntamenti, visitando i locali esotici ed esclusivi di OASIS. Sulle
prime, Art3mis se ne lament. Ripeteva che dovevo tenermi
nellombra: non appena il mio avatar fosse stato notato a un evento
pubblico, i Sixer avrebbero scoperto che il loro tentativo di uccidermi
non era andato a buon fine e io sarei tornato in cima alla lista nera. Le
dissi che non mi importava pi. Mi stavo gi nascondendo dai Sixer nel
mondo reale, e mi rifiutavo di fare il fuggitivo anche su OASIS. E,
inoltre, ormai avevo un avatar di novantanovesimo livello. Mi sentivo
praticamente invincibile.
Forse stavo solo cercando di far colpo su Art3mis mostrandomi
incurante del pericolo. Ad ogni modo, secondo me funzion.
Certo, prima di uscire camuffavamo i nostri avatar perch sapevamo
che i tabloid avrebbero dato di matto se Parzival e Art3mis avessero
iniziato a farsi vedere in pubblico insieme. Ma ci fu uneccezione. Una
sera, Art3mis mi port sul pianeta Transsexual a vedere il Rocky
Horror Picture Show in un cinema grande quanto uno stadio, nel quale
ormai la proiezione settimanale del film era unistituzione e richiamava
il pubblico pi ampio di tutto OASIS. Migliaia di avatar accorrevano a
ogni spettacolo, per sedersi in platea e per godersi la partecipazione
attiva del pubblico allo spettacolo. Infatti, ai membri del Rocky Horror
Fan Club era permesso salire sul palco e recitare il film, questo soltanto

dopo aver superato una serie di estenuanti provini. Ma Art3mis sfrutt


la sua popolarit per oliare qualche ingranaggio e sia io che lei fummo
ammessi al cast di quella serata. Lintero pianeta si trovava in zona
non-PvP, perci non temevo che i Sixer mi tendessero unimboscata.
Ma, quando lo spettacolo cominci, mi ritrovai in preda allansia da
palcoscenico.
Art3mis era Columbia, intonatissima, e io avevo lonore di recitare nel
ruolo del suo amante non-morto, Eddie. Mutai il mio avatar per
assumere esattamente laspetto che aveva Meat Loaf nel film, ma la
mia recitazione e il mio playback facevano comunque pena.
Fortunatamente, il pubblico chiuse un occhio perch ero il famoso
Gunter Parzival, ed era chiaro che me la stavo spassando.
Quella fu la serata pi divertente della mia vita, credo. Lo dissi ad
Art3mis e fu allora che lei mi si avvicin e, per la prima volta, mi diede
un bacio. Non che potessi sentire qualcosa. Ma il mio cuore schizz a
mille comunque.
Dei clich sui pericoli dellinnamorarsi di qualcuno incontrato
solamente su internet avevo gi sentito parlare, ma li ignorai
bellamente. Decisi che, chiunque fosse davvero Art3mis, io la amavo.
Era una cosa che sentivo, nel profondo e molliccio centro caramelloso
del mio essere.
E poi una sera, come un vero idiota, glielo confessai.
0018
Era venerd sera, unaltra serata di ricerche solitarie, e stavo
studiando tutti gli episodi di Ragazzi del computer, serie tv dei primi
anni ottanta su un giovane hacker che sfrutta la sua abilit al computer
per risolvere i crimini. Avevo appena finito lepisodio Chiave
daccesso (un incrocio con Simon & Simon) quando ricevetti
unemail. Era di Ogden Morrow. Loggetto era il seguente: We Can
Dance If We Want To.
Il messaggio non conteneva testo, ma soltanto un allegato: linvito a
uno dei raduni pi esclusivi di OASIS. La festa di compleanno di
Ogden Morrow. Nel mondo reale, Morrow non faceva quasi mai
apparizioni pubbliche e, su OASIS, usciva allo scoperto solamente una
volta allanno, in questoccasione.
Linvito includeva una fotografia del famosissimo avatar di Morrow, il
Grande e Potente Og. Il mago e la sua barba grigia erano chini su un
elaboratissimo mixer da dj. Una cuffia premuta allorecchio, Og si
mordeva il labbro in un impeto di estasi uditiva, mentre le sue dita

scratchavano vecchi vinili su un paio di piatti argentati. Sulla scatola


dei dischi erano attaccati un adesivo con su scritto dont panic e uno
stemma anti-Sixer: un cerchio rosso barrato intorno a un 6 giallo. Il
testo, in basso, diceva: Il party anni ottanta di Ogden Morrow
Per
celebrare il suo 73simo compleanno!
Stasera alle 10 ost al Distracted Globe
ingresso valido per una
persona Ero sbalordito. Ogden Morrow si era davvero preso la briga
di invitarmi alla sua festa di compleanno. Era il pi grande onore che
avessi mai ricevuto.
Chiamai Art3mis e lei mi conferm di aver ricevuto la stessa email.
Disse che, nonostante i rischi evidenti, non avrebbe mai potuto ignorare
un invito che proveniva direttamente da Og. Perci, le dissi che ci
saremmo incontrati al club. Era lunico modo in cui avrei evitato di
sembrare una mezzasega.
Sapevo che, se Og ci aveva invitati entrambi, doveva avere invitato
anche gli altri membri dei Cinque Grandi. Ma era probabile che Aech
non si sarebbe fatto vedere dal momento che, come ogni venerd sera,
avrebbe gareggiato in unarena di deathmatch e il combattimento
sarebbe stato trasmesso a livello globale. E Shoto e Daito non
entravano mai in una zona PvP, a meno che non fosse assolutamente
necessario.
Il Distracted Globe era una famosa discoteca a gravit zero, sul pianeta
Neonoir, nel Settore 16. Era stato lo stesso Ogden Morrow a scrivere il
codice del pianeta, decenni prima, e ne era ancora lunico proprietario.
Non ero mai stato al Globe, fino ad allora. Non ero un tipo da discoteca
e non mi allettava lidea di dover socializzare con i leccapiedi
ultrasfigati aspiranti Gunter che, a quanto si diceva, frequentavano quel
posto. Ma la festa di Og era un evento speciale e i clienti abituali erano
banditi. E quella sera il club sarebbe stato strapieno di celebrit: stelle
del cinema, musicisti e almeno due dei Cinque Grandi.
Passai pi di unora a sistemare i capelli del mio avatar e a provare
decine di skin diverse da indossare. Alla fine optai per un
abbigliamento classico anni ottanta: un completo grigio chiaro,
esattamente identico a quello che Peter Weller aveva nelle avventure di
Buckaroo Banzai nella quarta dimensione, con tanto di papillon rosso e
un paio e stivaletti Adidas bianchi. Caricai linventario con la mia
migliore armatura e un intero arsenale di armi. Tra le ragioni per cui il
Globe era un luogo cos esclusivo e alla moda cera il fatto che si

trovava in zona PvP, dove sia la magia che le attrezzature tecnologiche


funzionavano. Era pericolosissimo andarci. Specialmente per un Gunter
famoso come me.
OASIS era disseminato di mondi a tema cyberpunk, ma Neonoir era
uno dei pi grandi e antichi. Visto dallo spazio, il pianeta era unonice
splendente, ricoperto da una ragnatela di luci pulsanti. Su Neonoir era
sempre notte, e lintera superficie del pianeta era una griglia ininterrotta
di citt collegate tra loro, affollate di grattacieli spaventosamente alti. I
cieli del pianeta erano un flusso continuo di veicoli in volo che
solcavano i paesaggi verticali delle citt; le strade, a terra, brulicavano
di png vestiti di pelle e avatar con occhiali a specchio, tutti indaffarati
con le loro armi sofisticate e i loro impianti sottocutanei, mentre
biascicavano cityspeak preso direttamente da Neuromante.
Il Distracted Globe si trovava nellemisfero Ovest, allincrocio tra il
Boulevard e lAvenue, due strade intensamente illuminate che
percorrevano lintero pianeta, luna lungo lequatore, laltra lungo il
meridiano zero. Il club era una gigantesca sfera blu cobalto con un
diametro di tre chilometri, sospesa a trenta metri dal suolo. Una
scalinata di cristallo fluttuante conduceva allunico ingresso del club,
unapertura circolare sul fondo della sfera.
Feci un ingresso trionfale guidando la mia DeLorean volante, di cui mi
ero impossessato completando una missione Ritorno al futuro sul
pianeta Zemeckis. La DeLorean era dotata di un Flusso Canalizzatore
(non funzionante), ma avevo apportato delle modifiche alla carrozzeria
e alle dotazioni. Innanzitutto, nel cruscotto avevo installato un
computer di bordo di nome kitt, con tanto di scanner rosso da Supercar
sul radiatore. Poi avevo dotato lauto di un propulsore di oscillazioni,
dispositivo che le permetteva di viaggiare attraverso la materia. Infine,
per completare il mio superveicolo anni ottanta, avevo schiaffato, su
entrambe le portiere ad ala della DeLorean, uno stemma dei
Ghostbusters; avevo aggiunto anche una targa personalizzata, con su
scritto ecto-88.
Ce lavevo soltanto da un paio di settimane, ma il mio avatar iniziava a
farsi notare proprio per la mia supercar DeLorean acchiappafantasmi
che viaggiava attraverso la materia.
Sapevo che parcheggiare la mia macchinina in zona PvP era un plateale
invito a nozze per qualunque stronzo volesse portarsela via. La
DeLorean era dotata di svariati sistemi antifurto e il sistema di

accensione era completo di un ordigno esplosivo, in perfetto stile Max


Rockatansky, per cui se qualsiasi altro avatar avesse cercato di
accendere il motore, nella camera di plutonio si sarebbe innescata una
piccola esplosione termonucleare. Ma tenere lauto al sicuro non
sarebbe stato un problema, su Neonoir. Quando scesi dallauto attivai
un incantesimo, riducendola alle dimensioni di una macchinina
giocattolo. Poi mi infilai la DeLorean in tasca. Le zone magiche hanno i
loro vantaggi.
Migliaia di avatar si accalcavano contro i cordoni in velluto, in realt
campi di forza che tenevano lontano chiunque non avesse un invito.
Mentre camminavo verso lentrata, la folla mi assal con un misto di
insulti, richieste di autografi, minacce di morte e dichiarazioni disperate
di amore eterno. Avevo attivato lo scudo corporale ma,
sorprendentemente, nessuno tent di fare nulla. Mostrai al buttafuori
cyborg il mio invito, poi iniziai a salire la lunga scalinata di cristallo
che conduceva al club.
Entrare nel Distracted Globe era pi che disorientante. Al suo interno,
la sfera gigante era completamente cava e la superficie ricurva fungeva
da bar e area lounge. Nel momento in cui si varcava lingresso, le leggi
di gravit mutavano. Indipendentemente da dove si camminasse, i piedi
degli avatar aderivano sempre alla superficie interna della sfera, perci
si poteva camminare in linea retta fino al soffitto del locale, e poi di
nuovo scendere dallaltro lato, per tornare esattamente al punto di
partenza. Il vasto spazio sgombro al centro della sfera era la pista da
ballo a gravit zero. Si raggiungeva semplicemente spiccando un salto,
come Superman quando prende il volo, e poi nuotando nellaria fino
alla zona del ritmo sferica. Una volta entrato, guardai in alto o nella
direzione che in quel momento era, per me, lalto. Il locale era
strapieno. Centinaia di avatar vi affluivano, come formiche che si
trascinano lente dentro un enorme palloncino. Altri erano gi in pista
volteggiavano, volavano, si avvitavano e facevano acrobazie a tempo di
musica, sparata da altoparlanti sferici che levitavano per tutto il club. I
ballerini erano sovrastati da una bolla, grande e trasparente, sospesa
nello spazio, esattamente al centro del locale. Era la cabina in cui si
trovava il dj, circondato da piatti, mixer, deck e pulsanti. L nel mezzo,
il dj dapertura, R2-D2, usava le sue numerose braccia robotiche per
scratchare. Riconobbi subito la canzone che aveva messo: era il remix
dell88 di Blue Monday dei New Order, mescolato a campioni musicali

presi dai droidi di Guerre Stellari. Mentre cercavo di raggiungere il bar,


gli avatar che incrociavo si fermavano a osservarmi e mi indicavano.
Non me ne curai molto, perch ero troppo impegnato a scandagliare il
club in cerca di Art3mis. Quando finalmente raggiunsi il bar, ordinai
alla barista Klingon un Grog Esplosivo Pangalattico e me ne scolai
mezzo. Poi sorrisi, non appena udii laltro classico anni ottanta che R2
aveva messo. Union of the Snake ripetei, per abitudine. Duran
Duran. Millenovecentottantatr.
Non male, campione disse una voce familiare, abbastanza forte
perch la sentissi nonostante la musica. Mi voltai e vidi Art3mis in
piedi, alle mie spalle. Indossava il suo abito da sera: un vestito blu
metallizzato che sembrava colorato con la vernice spray. Aveva
unacconciatura da paggio che incorniciava perfettamente il suo viso
stupendo. Era una bomba.
Grid alla barista: Glenmorangie. Con ghiaccio.
Sorrisi tra me e me. Era il drink preferito di Connor MacLeod.
Diamine, se lamavo.
Mi strizz locchio quando comparve il suo drink. Poi alz il suo
bicchiere alla mia salute e lo scol tutto in un sorso. Il chiacchiericcio
degli avatar intorno a noi si fece pi intenso. La voce che Parzival e
Art3mis erano proprio l, e stavano chiacchierando al bar, iniziava a
spargersi in tutto il club.
Art3mis diede un rapido sguardo alla pista da ballo, poi a me. Cosa ne
dici, Percy? chiese. Ci scateniamo? Te la senti? La guardai
accigliato. Non se continui a chiamarmi Percy. Rise. In quel
momento fin la canzone e nel locale cal il silenzio. Tutti gli occhi
guizzarono verso lalto, verso la cabina del dj: R2-D2 si stava
dissolvendo in una pioggia di luce, come nei teletrasporti del primo Star
Trek. Un grido di acclamazione si diffuse non appena un avatar molto
familiare, dalla barba grigia, si materializz dietro la console in un
fascio di luce. Era Og.
Centinaia di finestre vidfeed apparvero a mezzaria, dappertutto nel
Globe. Ciascuna mostrava in tempo reale un primo piano di Og nella
cabina, cos che tutti potessero vederlo chiaramente. Il vecchio mago
indossava un paio di jeans larghi, dei sandali e una maglietta sbiadita di
Star Trek: The Next Generation. Salut la folla, poi fece partire il primo
brano, un remix dance di Rebel Yell di Billy Idol.
Unondata di esultanza anim la pista.

Adoro questa canzone! grid Art3mis. I suoi occhi si fiondarono in


pista. La squadrai, incerto sul da farsi. Che c? chiese con falsa
compassione. Il signorino non sa ballare? Di colpo inizi a seguire il
ritmo, muovendo la testa a tempo, roteando i fianchi. Poi si diede uno
slancio da terra con entrambi i piedi e inizi a volteggiare verso lalto,
nella zona del ritmo. Per un istante la fissai, congelato, pietrificato nel
tentativo di raccogliere il coraggio.
Va bene, va bene mormorai tra me e me. Che cavolo. Piegai le
ginocchia e mi diedi una spinta, staccandomi di colpo dal pavimento. Il
mio avatar prese il volo, e lasciandosi trasportare si affianc ad
Art3mis. Gli avatar che si trovavano gi in pista si fecero da parte per
aprirci un varco verso il centro. Vedevo Og che si librava nella sua
bolla, poco distante da noi. Roteava come un derviscio, remixava i
pezzi in volo e, nello stesso tempo, ricalibrava il vortice di gravit della
pista: riusciva cos a far girare lintero locale, come se fosse un vecchio
vinile.
Art3mis mi strizz locchio, poi le sue gambe si fusero insieme a
formare la coda di una sirena. Si slanci, con la coda, molto pi avanti
di me, ondeggiando e spingendosi a tempo con il ritmo indiavolato,
mentre nuotava nellaria. Poi fece una giravolta e torn a guardarmi,
sospesa, sorridendomi e allungando una mano, invitandomi a unirmi a
lei.
I suoi capelli le formavano unaureola attorno alla testa, quasi fosse
sottacqua.
Quando la raggiunsi, mi prese la mano. In quel momento la coda da
sirena svan e lasci posto alle sue gambe, che turbinavano e
sforbiciavano a tempo.
Non fidandomi dei miei riflessi, caricai un software di ballo ad alto
livello chiamato Travoltra, che avevo scaricato e provato qualche ora
prima. Il programma prese il controllo dei movimenti di Parzival,
sincronizzandoli con la musica, e i miei quattro arti si trasformarono in
onde sinusoidali. Tutta un tratto, ero diventato un idiota che sapeva
ballare.
Art3mis si illumin per la sorpresa e per la gioia, e inizi a imitare i
miei movimenti; ci orbitavamo attorno lun laltra come elettroni
accelerati. Poi Art3mis cominci a cambiare forma. Il suo avatar,
abbandonati i tratti umani, si dissolse in un blob amorfo che pulsava e
cambiava dimensioni e colore a tempo con la musica. Selezionai, nel

software di ballo, lopzione imita il partner e iniziai a fare lo stesso. Gli


arti e il busto del mio avatar vibravano e ondeggiavano come fossero un
budino, abbracciando Art3mis, mentre strane forme colorate mi
scorrevano sotto la pelle. Sembravo Plastic Man, sotto lsd. In quel
momento anche tutti gli altri avatar che erano in pista iniziarono a
cambiare forma, trasformandosi in blob di luce cangiante. Ben presto il
centro del locale inizi a sembrare una di quelle lampade di lava.
Quando la canzone si concluse, Og fece un inchino, poi mise su un
lento. Time After Time di Cyndi Lauper. Tutti gli avatar intorno a noi si
cercarono un partner.
Rivolsi ad Art3mis un inchino galante, poi le porsi la mano. Lei la prese
sorridendo. La avvicinai a me e iniziammo a farci trasportare insieme.
Og ricalibr la gravit della pista in senso antiorario, facendo ruotare i
nostri avatar lentamente, lungo linvisibile asse centrale del club, come
granelli di polvere in una sfera di neve.
E poi, prima che riuscissi a fermarmi, le parole mi uscirono di bocca.
Sono innamorato di te, Arty. Lei dapprima non reag. Si limit a
guardarmi come sotto shock, mentre i nostri avatar continuavano a
orbitare luno intorno allaltro, muovendosi col pilota automatico. Poi
pass a un canale vocale privato, perch nessuno potesse origliare la
nostra conversazione.
Non sei innamorato di me, Z disse. Non mi conosci nemmeno.
Invece s insistetti io. Ti conosco meglio di chiunque abbia mai
conosciuto in tutta la mia vita.
Ma conosci solo quello che io voglio che tu conosca. Vedi solo quello
che io voglio che tu veda. Si mise una mano sul petto. Questo non
il mio vero corpo, Wade. Questa non la mia vera faccia.
Non importa! Sono innamorato della tua testa sono innamorato della
persona che sei. Non me ne potrebbe fregare di meno del contenitore.
Lo dici tanto per dire mi rispose. La sua voce aveva un che di
insicuro. Fidati. Se lasciassi che tu mi vedessi dal vivo, saresti
disgustato.
Perch continui a dirlo?
Perch sono mostruosamente deforme. O sono paraplegica. O in realt
ho 63 anni. Scegli tu.
Non mi importerebbe nemmeno se fossi tutte e tre le cose insieme.
Dimmi dove ti posso incontrare e te lo prover. Salgo su un aereo in
questo momento e ti raggiungo. Sai che lo farei. Scosse la testa. Tu

non vivi nel mondo reale, Z. A quanto mi hai detto, non credo che tu ci
abbia mai vissuto. Sei tale e quale a me. Vivi in questa illusione.
Indic lambiente virtuale in cui ci trovavamo. impossibile che tu
sappia cos lamore vero.
Non dirlo! Stavo per piangere, e non mi importava che se ne
accorgesse. perch ti ho detto che non ho mai avuto una ragazza? E
che sono vergine? Perch
Certo che no mi interruppe. Non di questo che parlo. Per niente.
E allora di cos che parli? Dimmelo. Ti prego.
Della Caccia. Lo sai. Abbiamo trascurato le missioni per uscire
insieme. In questo momento dovremmo cercare la Chiave di Giada.
Scommetto che Sorrento e i Sixer lo stanno facendo, in questo preciso
istante. E tutti gli altri
Al diavolo la Gara! E lEgg! gridai. Non hai sentito quello che ho
appena detto? Sono innamorato di te! E voglio stare con te. Pi di
qualsiasi altra cosa. Lei si limit a fissarmi. O meglio, il suo avatar
fiss il mio con uno sguardo vuoto. Poi mi disse: Mi spiace, Z. tutta
colpa mia. La situazione mi sfuggita di mano. Dobbiamo chiuderla
qui.
Cosa intendi? Cos che dobbiamo chiudere?
Penso che dovremmo prenderci una pausa. Smettere di passare cos
tanto tempo insieme. Era come se mi avessero appena dato un pugno
in gola. Mi stai lasciando?
No, Z rispose fermamente. Non ti sto lasciando. Sarebbe
impossibile, perch noi non stiamo insieme. Di colpo la sua voce si
fece velenosa. Non ci siamo neanche mai incontrati!
E quindi vuoi smettere di parlarmi e basta?
S, mi sa che la cosa migliore.
Per quanto tempo?
Fino alla fine della Caccia.
Ma, Arty potrebbero volerci anni.
Lo so. Me ne rendo conto. E mi dispiace. Ma lunica possibilit.
Vincere quei soldi per te pi importante di me?
Non si tratta dei soldi. Si tratta di quello che potrei farci.
Ah, certo. Giusto. Salvare il mondo. Sei proprio nobile, cazzo.
Non fare lo stronzo mi disse. da pi di cinque anni che cerco
lEgg. E lo stesso vale per te. E adesso ci siamo pi vicini che mai. Non
posso buttare via una possibilit del genere.

Non quello che ti sto chiedendo.


S, invece. Anche se non te ne rendi conto. Il pezzo di Cyndi Lauper
termin e Og mise un altro brano dance, James Brown is Dead degli
L.A. Style. Lintero club scoppi in un applauso.
Era come se nel petto mi avessero conficcato un gigantesco paletto di
legno.
Art3mis stava per dirmi qualcosaltro addio, credo quando udimmo
unesplosione fragorosa provenire da sopra le nostre teste. Sulle prime
pensai fosse Og che si lanciava in un nuovo pezzo dance. Ma poi alzai
lo sguardo e vidi grossi calcinacci che rovinavano pericolosamente
sulla pista da ballo, mentre gli avatar correvano via, sparpagliandosi.
Sul soffitto del club, vicino alla cima della sfera, si era appena creato un
grosso buco da cui si stava riversando un drappello di Sixer:
sciamavano nel club con i loro jet pack e sparavano con i blaster.
Esplose il caos. Met degli avatar presenti si accalc verso luscita,
laltra met estrasse le pistole o inizi a fare incantesimi sparavano
raggi laser, proiettili e sfere infuocate contro gli invasori. Contai pi di
cento Sixer, tutti quanti armati fino ai denti.
Non riuscivo a capacitarmi della sfacciataggine dei Sixer. Perch erano
cos idioti da attaccare una stanza piena di Gunter di alto livello, per
giunta sul loro territorio? Avrebbero potuto ucciderne qualcuno, ma nel
farlo avrebbero perso parte dei loro avatar, se non tutti. E per cosa?
Poi capii che il fuoco dei Sixer era diretto, perlopi, a me e Art3mis.
Erano l per ucciderci entrambi.
La notizia che io e Art3mis eravamo nel club doveva essere gi stata
pubblicata. E, quando Sorrento era venuto a sapere che due dei Cinque
Grandi se la stavano spassando in zona PvP, doveva aver pensato che
fosse unoccasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Era
lopportunit, per i Sixer, di far fuori due dei loro maggiori avversari in
un colpo solo. Valeva la pena di sacrificare un centinaio di avatar di
alto livello.
Sapevo che era stata la mia avventatezza a portarceli direttamente in
casa. Mi maledissi per essere stato cos stupido. Poi tirai fuori i miei
blaster e iniziai a scaricarli sul manipolo di Sixer pi vicino a me,
facendo il possibile per schivare i loro colpi. Mi voltai verso Art3mis in
tempo per vederla incenerire una dozzina di Sixer in cinque secondi,
usando sfere di plasma blu che sparava dai palmi delle mani, mentre
ignorava il flusso di laser e missili magici che le rimbalzavano

sullarmatura trasparente. Anchio le stavo prendendo di brutto. Per il


momento larmatura resisteva, ma non sarebbe durata a lungo. Avvisi
di guasto mi lampeggiavano sul display, e la mia barra di Punti Vita
cominciava a precipitare verso il basso.
In pochi secondi, la situazione degener nello scontro pi duro cui
avessi mai assistito. Ed era chiaro che io e Art3mis saremmo finiti dalla
parte degli sconfitti.
Mi accorsi che la musica non si era fermata.
Diedi uno sguardo alla cabina del dj, giusto in tempo per vederla
mentre si spalancava, lasciando emergere il Grande e Potente Og.
Sembrava davvero incazzato.
Voialtri coglioni credete di potervi imbucare alla mia festa di
compleanno? url. Indossava ancora un microfono, perci la sua voce
risuon in tutti gli altoparlanti del locale, rimbombando, quasi fosse la
voce di Dio. La mischia si interruppe per un breve istante, mentre tutti
gli occhi erano rivolti verso Og, sospeso al centro della pista. Lui
allung le mani, voltandosi ad affrontare loffensiva dei Sixer.
Dalle dita di Og esplose una decina di fulmini rossi, che si dipartirono
in tutte le direzioni. Ogni fulmine colp al cuore un avatar Sixer,
schivando e lasciando illesi tutti gli altri.
Tempo un millisecondo, ogni singolo Sixer del locale era stato
completamente vaporizzato. I loro avatar si congelarono e si
colorarono, per pochi secondi, di una luce rossa. Poi svanirono.
Ero sbalordito. Era la pi incredibile dimostrazione di potere da parte di
un avatar che avessi mai visto.
Nessuno si presenta al mio locale senza invito! tuon Og la sua
voce echeggiava in tutto il club, in un silenzio attonito. Gli avatar che
erano rimasti (quelli che non erano scappati via spaventati o che non
erano morti durante la rapida battaglia) si abbandonarono a un grido di
vittoria. Og vol di nuovo nella sua cabina da dj, che si richiuse attorno
a lui come un bozzolo trasparente. Ricominciamo la festa, ok? disse,
lasciando ricadere la puntina su un remix techno di Atomic di Blondie.
Ci volle un attimo perch si scrollassero lo shock di dosso, ma poi tutti
ripresero a ballare.
Cercai Art3mis dappertutto, ma era sparita. Poi vidi il suo avatar volare
fuori dalluscita creata dallattacco dei Sixer. Si ferm e rimase sospesa
l fuori per un istante, giusto il tempo di ricambiare il mio sguardo.

0019
Il computer mi svegli appena prima del tramonto, e
cominciai il mio rituale quotidiano.
Sono sveglio! gridai al buio. Da quando Art3mis mi aveva lasciato,
qualche settimana prima, facevo fatica ad alzarmi dal letto, la mattina.
Cos, avevo disattivato lallarme automatico della sveglia e avevo dato
istruzione al computer di sparare Wake Me Up Before You Go-Go
degli Wham! Odiavo quella canzone con ogni fibra del mio corpo e
lunico modo che avevo per metterla a tacere era alzarmi. Non era
lideale per cominciare la giornata ma, se non altro, mi smuoveva.
La canzone si tronc bruscamente, la poltrona aptica riprese la corretta
direzione e posizione assumendo di nuovo, da letto che era, il suo
aspetto da poltrona: mi ritrovai seduto. Il computer riaccese
gradualmente le luci, lasciando ai miei occhi il tempo di abituarsi. Nel
mio appartamento non penetrava mai la luce esterna. Lunica finestra
offriva una vista dei grattacieli di Columbus, ma lavevo verniciata di
nero pochi giorni dopo essermi trasferito. Ero convinto che tutto ci che
si trovava fuori da quella finestra costituisse una distrazione dalla mia
missione, e non potevo perdere tempo a osservarlo. Allo stesso modo,
avrei voluto non ascoltare il mondo esterno, ma non ero riuscito a
ottimizzare linsonorizzazione dellappartamento, perci ero costretto a
convivere con i suoni smorzati della pioggia, del vento e del traffico
aereo. Anche questi riuscivano a distrarmi. A volte precipitavo in una
sorta di trance, seduto a occhi chiusi, dimentico del passare del tempo,
mentre ascoltavo i suoni del mondo fuori dalla mia stanza.
Avevo apportato, per sicurezza e per comodit, molte altre modifiche
allappartamento. Innanzitutto, avevo rimpiazzato la porta, poco
resistente, con una nuova WarDoor, ermetica, rinforzata e a
compressione. Ogni qualvolta avevo bisogno di qualcosa cibo, carta
igienica, nuova attrezzatura lo ordinavo online e qualcuno me lo
portava proprio davanti alla porta di casa. Le consegne funzionavano
cos: per prima cosa, lo scanner installato nel corridoio verificava
lidentit del fattorino e il mio computer confermava che stesse
consegnando ci che avevo davvero ordinato. Poi la porta esterna si
sbloccava e si apriva su una camera stagna rinforzata in acciaio, grande
quanto un vano doccia. Qui, il fattorino posava il pacco, la pizza, o
quantaltro, e faceva un passo indietro. La porta esterna si richiudeva e
si sbarrava con un sibilo, poi il pacco veniva scansionato e sottoposto a
un diluvio di raggi X e a ogni tipo possibile di analisi. Una volta

accertato il contenuto, veniva inviata una conferma di consegna. A quel


punto io, uscendo con cautela, aprivo la porta interna e mi appropriavo
dei miei beni. Il capitalismo avanzava a piccoli passi, senza che dovessi
interagire faccia a faccia con un altro essere umano. Il che era
esattamente ci che volevo, grazie tante.
La stanza in s non era cos eccezionale a una prima occhiata, e andava
benissimo cos, perch passavo il minor tempo possibile a guardarla.
Era, in pratica, un cubo di dieci metri per lato. Una doccia componibile
e ununit wc erano state montate su una parete, al lato opposto di una
piccola cucina ergonomica. Non che avessi mai usato la cucina per
prepararmi qualcosa da mangiare. Tutti i miei pasti erano surgelati o
consegnati a domicilio. I brownies al microonde erano, per me, il
concetto pi vicino al cucinare.
Il resto della stanza era dominato dal Set dImmersione OASIS. Avevo
investito sino allultimo centesimo per acquistarlo. Sul mercato
uscivano componenti sempre pi veloci, versatili e allavanguardia,
perci io spendevo regolarmente gran parte del mio esiguo salario per
gli aggiornamenti.
La perla dellattrezzatura era, naturalmente, la console OASIS
customizzata, il computer che dava vita al mio mondo. Lavevo
costruita io, pezzo dopo pezzo, dentro un telaio sferico Odinware
modificato e nero come la pece. Aveva un processore nuovo
overclockato talmente veloce che la sua velocit sfiorava la
precognizione. E lhard disk interno aveva tanta memoria da poter
contenere tre copie digitali di Tutto Ci Che Esisteva.
Passavo la maggior parte del tempo seduto sulla mia poltrona aptica
regolabile hc5000 della Shaptic Technologies. Era sospesa su due
bracci robotici snodabili fissati alle pareti e al soffitto
dellappartamento. I bracci ruotavano la poltrona su tutti e quattro gli
assi perci, quando ero allacciato, poteva capovolgersi, ruotare o
scuotermi e darmi la sensazione che stessi cadendo, volando, o di essere
seduto su una slitta-razzo a energia nucleare che sfreccia a velocit
Mach 2 lungo un canyon sulla quarta luna di Altair vi.
La poltrona funzionava inzieme alla Shaptic Bootsuit, una tuta di
feedback aptico che ricopriva interamente il mio corpo, dal collo in gi,
ed era dotata di fessure piuttosto discrete perch potessi espletare i miei
bisogni senza dover rimuovere lintero apparato. Lesterno della tuta
era rivestito da un elaborato esoscheletro, una rete di tendini e giunture

artificiali che potevano sia percepire sia inibire i miei movimenti.


Allinterno della tuta si trovava una rete (una sorta di ragnatela) di
attuatori in miniatura, a contatto con la mia pelle; ce nera uno ogni
paio di centimetri. Venivano attivati a gruppi, composti da un numero
variabile di elementi, per la stimolazione tattile affinch la mia pelle
percepisse cose che in realt non esistevano. Riproducevano in modo
convincente la sensazione di un colpetto sulla spalla, un calcio nello
stinco o una pallottola nel petto (il software di sicurezza incorporato,
per, impediva che laggeggio mi causasse dolore, perci uno sparo
virtuale somigliava pi a un cazzotto poco convinto). Unidentica tuta
di riserva era appesa nellunit lavanderia MoshWash, in un angolo
della stanza. Le due tute aptiche costituivano il mio intero guardaroba. I
miei vecchi vestiti erano seppelliti da qualche parte, nello sgabuzzino, a
prendere polvere.
Indossavo un paio di guanti aptici Okagami IdleHands. Entrambi i
palmi erano ricoperti di cuscinetti di feedback tattile, grazie ai quali i
guanti creavano lillusione che stessi toccando oggetti e superfici che
non esistevano per davvero.
Il visore era un nuovo, fiammante WreckSpex Dinatro rlr-7800, con un
display retineo virtuale unico nel suo genere. Il visore mi trasportava
OASIS direttamente sulle retine, alla pi alta risoluzione e frequenza di
fotogrammi percepibile da occhio umano. Il mondo reale, al confronto,
sembrava sbiadito e sfocato. Lrlr-7800 era un prototipo non ancora
disponibile per le masse, ma avevo un accordo pubblicitario con la
Dinatro, che mi aveva inviato lattrezzatura gratis (attraverso una serie
di spedizioni a catena, di cui mi servivo per mantenere lanonimato).
Il mio sistema AboundSound consisteva in un set di altoparlanti
ultrapiatti montati sulle pareti, sul pavimento e sul soffitto
dellappartamento, e offriva trecentosessanta gradi di perfetta
riproduzione sonora, fino allultimo ronzio di mosca. E il subwoofer
Mjolnur era cos potente da farmi vibrare i molari.
La torre odorifera Olfatrix, in un angolo, riusciva a generare pi di
duemila odori distinti. Un roseto, il vento salato delloceano, cordite in
fiamme: la torre li ricreava tutti in maniera convincente. Funzionava
anche come climatizzatore/depuratore ad uso industriale, e lo usavo
principalmente per questo. Molti simpaticoni si divertivano a
programmare odori insopportabili nelle loro simulazioni soltanto per
prendersi gioco di chi, in casa, aveva una torre come la mia, perci

solitamente disabilitavo il generatore degli odori, a meno che non mi


trovassi in una zona di OASIS dove annusare lambiente avrebbe
potuto tornarmi utile.
Sul pavimento, proprio sotto la mia poltrona aptica sospesa, si trovava
il tapis roulant Runaround multidirezionale Okagami (Non importa
dove vai, sei gi arrivato era lo slogan della casa produttrice). Il tapis
roulant era lungo circa due metri e alto sei centimetri. Quando lo
attivavo, potevo correre in ogni direzione a velocit massima senza mai
raggiungere lestremit della piattaforma. Se mi voltavo, il tapis roulant
lo percepiva, e la sua superficie iniziava a scorrere nella mia stessa
direzione, mantenendo il mio corpo sempre al centro della piattaforma.
Nel mio modello erano incorporate anche le salite e una superficie
amorfa, per simulare pendii e scalinate.
Sul mercato si trovavano anche le baap (Bambole Aptiche
Anatomicamente Precise), per chi volesse avere incontri pi intimi su
OASIS. I modelli di baap erano maschili, femminili, a duplice sesso, ed
erano disponibili in unampia gamma di opzioni. Realistica pelle in
lattice. Endoscheletri a servomotore. Muscolatura perfettamente
riprodotta. E tutte le relative appendici e gli orifizi che uno si
immagina.
Spinto dalla solitudine, dalla curiosit, e dai miei ormoni adolescenziali
infuriati, qualche settimana dopo che Art3mis aveva deciso di non
parlarmi pi, avevo acquistato una baap di qualit media, una
berBetty della Shaptic. Dopo aver trascorso intere giornate
improduttive in una simulazione autonoma di bordello chiamata Il
Tempio del piacere, mi ero sbarazzato della bambola, in un misto di
vergogna e istinto di autoconservazione. Avevo buttato migliaia di
crediti, avevo perso una settimana di lavoro ed ero sul punto di
abbandonare completamente la mia ricerca dellEgg, quando mi ero
trovato di fronte alla consapevolezza che il sesso virtuale, per quanto
fosse realistico, non era altro che masturbazione sdoganata e assistita
dal computer. In fin dei conti, ero sempre un ragazzo vergine, solo, in
una stanza buia, che si sbatteva un robot ben lubrificato. Perci mi
sbarazzai della baap e tornai a menarmelo alla vecchia maniera.
Non mi vergognavo affatto di masturbarmi. Grazie allAlmanacco di
Anorak, vedevo la masturbazione alla stregua di una funzione
fisiologica come unaltra, necessaria e naturale come dormire o
mangiare.

AA 241:87 Sostengo che la masturbazione sia ladattamento pi


importante dellanimale uomo. La pietra angolare della civilt
tecnologica. Le nostre mani si sono evolute per stringere tutti gli
attrezzi compreso il nostro. Il fatto che gli studiosi, gli inventori e
gli scienziati in genere sono degli sfigati, e gli sfigati incontrano pi
difficolt di chiunque altro quando si tratta di scopare. Senza la valvola
di rilascio sessuale incorporata che ci fornisce la masturbazione,
improbabile che i primi umani si sarebbero impossessati dei segreti del
fuoco o avrebbero scoperto la ruota. E, potete scommetterci, Galileo,
Newton e Einstein non avrebbero mai fatto le scoperte che hanno fatto
se prima non fossero riusciti a schiarirsi le idee dando una manata al
salame (o buttando gi qualche protone dal vecchio atomo di
idrogeno). Lo stesso vale per Marie Curie. Prima che scoprisse il
radio, state pur certi che aveva scoperto lomino nella sua canoa.
Non era una delle teorie pi popolari di Halliday, ma mi piaceva.
Mentre mi trascinavo fino al gabinetto, si accese un grande monitor a
schermo piatto appeso alla parete, e il sorriso di Max, il mio system
agent software, apparve sul monitor. Avevo programmato Max perch
si avviasse qualche minuto dopo aver acceso le luci, cos da darmi il
tempo di svegliarmi un po, prima che cominciasse a rovesciarmi
addosso tutte le sue chiacchiere.
B-b-buon giorno, Wade! tartagli allegramente Max. Il m-m-mmattino ha loro in bocca! Avere un system agent software era un po
come avere un assistente personale virtuale uno che funzionava anche
da interfaccia a comando vocale con il computer. Il system agent
software era altamente configurabile, con centinaia di personalit
preprogrammate tra cui scegliere. Io avevo programmato il mio perch
somigliasse, parlasse e si comportasse come Max Headroom, la star
(apparentemente) computerizzata di un talk show anni ottanta, di
uninnovativa serie cyberpunk e di uninfinita serie di pubblicit della
Coca-Cola.
Buongiorno, Max risposi intontito.
Vuoi dire buonasera, Tremotino. 7 e 18 pm o-o-orario OASIS.
Mercoled 30 dicembre. Max era programmato per parlare con una
lieve balbuzie elettronica. A met degli anni ottanta, quando il
personaggio di Max Headroom era stato creato, i computer non erano
ancora abbastanza potenti da poter ricreare una figura umana, perci
Max era interpretato da un attore (il grande Matt Frewer), ricoperto di

trucco e gomma perch sembrasse generato dal computer. Ma la


versione di Max che mi sorrideva dallo schermo era puro software, con
la migliore intelligenza artificiale e la migliore funzione di
riconoscimento vocale che il denaro potesse comprare.
Era da qualche settimana che usavo questa versione altamente
customizzata del MaxHeadroom v3.4.1. Prima, il mio system agent
software era modellato sullattrice Erin Gray (quella di Buck Rogers e
Il mio amico Ricky). Ma mi distraeva troppo, perci ero passato a Max.
Di tanto in tanto era fastidioso, ma mi faceva ridere da matti. Ed era
anche bravo a evitare che morissi di solitudine.
Mentre incespicavo fino al cubicolo del bagno e svuotavo la vescica,
Max continuava a rivolgersi a me attraverso un piccolo monitor
montato sopra lo specchio. Oh-oh! Hai un rubi-rubine-rubinetto che
perde disse.
Trova una battuta nuova gli dissi. Novit che dovrei sapere?
Il solito. Guerre, rivolte, carestie. Niente che ti interessi.
Messaggi? Alz gli occhi al cielo. Qualcuno. Ma per rispondere alla
tua vera domanda, no. Art3mis non ha chiamato e non ti ha risposto,
Casanova.
Ti ho gi avvertito. Non chiamarmi cos, Max. Vuoi proprio che ti
disattivi.
Come siamo nervosetti. Davvero, Wade. Quand che sei diventato
cos s-s-suscettibile?
Ti cancello, Max. dico davvero. Continua cos e torno a usare Wilma
Deering. O magari la volta che provo la voce di Majel Barrett. Max
si rabbui e mi diede le spalle, con la faccia rivolta alla carta da parati
digitale che mutava dietro di lui, una trama di linee vettoriali
multicolore. Max faceva sempre cos. Darmi il tormento faceva parte
della sua personalit preprogrammata. Era una cosa che, in fondo, mi
divertiva, perch mi ricordava quando uscivo con Aech. E mi mancava
uscire con Aech. Tantissimo.
Gli occhi si posarono sullo specchio del bagno, ma quello che vidi nel
riflesso non mi piacque, perci chiusi gli occhi finch non finii di fare
pip. Mi domandai (e non era la prima volta) perch non avessi dipinto
di nero anche lo specchio, quando avevo fatto la finestra.
Lora successiva al risveglio era la parte che odiavo di pi della
giornata, perch la trascorrevo nel mondo reale. Era il momento in cui
dovevo occuparmi del tedio di lavare il mio corpo e fargli fare un po di

esercizio. Detestavo questa fase perch ogni cosa contraddiceva laltra


mia vita. La mia vita vera, quella su OASIS. La vista del mio
minuscolo monolocale, il set da immersione, il mio riflesso nello
specchio: era tutto un duro promemoria del fatto che il mondo in cui
passavo le mie giornate non era, in realt, quello vero.
Ritirare poltrona dissi, uscendo dal bagno. La poltrona aptica si
distese di nuovo, istantaneamente, e poi si ritir contro la parete,
lasciando un grande spazio vuoto al centro della stanza. Mi infilai il
visore e caricai La Palestra, una simulazione autonoma.
Mi trovavo, ora, in una grande palestra con attrezzature allavanguardia
e macchine per i pesi, che potevano essere tutte riprodotte dalla mia tuta
aptica. Cominciai il mio esercizio quotidiano. Addominali, flessioni,
aerobica, pesi. Di tanto in tanto, Max mi gridava parole
dincoraggiamento. Su le gambe, ra-ra-ragazzina! Brucia quei grassi!
Anche quando ero collegato a OASIS facevo un po di esercizio,
ingaggiando combattimenti o correndo attraverso i paesaggi virtuali, sul
mio tapis roulant. Ma avevo labitudine di ingozzarmi di cibo quando
mi sentivo frustrato o depresso, ovvero per la maggior parte del tempo.
Di conseguenza, avevo messo su qualche chilo. Se gi prima non ero un
figurino, ora facevo fatica a sedermi comodamente nella poltrona aptica
e a strizzarmi nella mia tuta extralarge. Presto avrei dovuto comprarmi
unattrezzatura nuova, con componenti della linea Husky.
Sapevo che, se non avessi tenuto il peso sotto controllo, sarei
probabilmente morto di accidia prima di trovare lEgg. Non potevo
permettere che succedesse. Perci presi la decisione di petto e abilitai il
software volontario di blocco OASIS basato sul fitness. Me ne pentii
quasi subito.
Da quellistante, il computer inizi a monitorare i miei segni vitali e a
tenere traccia del numero esatto di calorie che bruciavo durante il
giorno. Se non soddisfacevo la richiesta di esercizio quotidiana, il
sistema mi impediva di collegarmi al mio account OASIS. Questo
significava che non potevo andare a lavorare, continuare la mia ricerca
e, a conti fatti, vivere la mia vita. Una volta attivato, per due mesi era
impossibile disabililitare il blocco. E, poich il software era legato al
mio account OASIS, non avrei potuto comprare un nuovo computer o
affittare una cabina pubblica in un OASIS caf. Se volevo collegarmi,
lunica era fare ginnastica, prima. Si dimostr lunico tipo di spinta
motivazionale di cui avessi bisogno.

Il software di blocco controllava anche la mia dieta. Ogni giorno, mi


consentiva di scegliere i pasti da un menu predefinito di cibi sani, a
basso apporto calorico. Il software ordinava i pasti online, e questi mi
venivano recapitati a casa. Dato che non lasciavo mai lappartamento,
era semplice per il programma prendere nota di tutto quello che
mangiavo. Quando ordinavo del cibo in pi, aumentava il tempo da
dedicare alla ginnastica, per pareggiare il consumo di calorie
aggiuntive. Era un software parecchio sadico.
Ma funzion. I chili di troppo iniziarono a dissolversi e, pochi mesi
dopo, ero quasi in piena forma. Per la prima volta nella mia vita avevo
la pancia piatta e i muscoli. Avevo anche il doppio delle energie e mi
ammalavo molto meno. Alla fine di quei due mesi, quando avrei avuto
la possibilit di disabilitare il blocco fitness, decisi invece di
mantenerlo. La ginnastica era diventata, ormai, parte del mio rituale
quotidiano.
Quando ebbi finito coi pesi, salii sul tapis roulant. Cominciare corsa
mattutina dissi a Max. Percorso Bifrost. La palestra virtuale
scomparve. Mi trovavo su una pista da corsa semitrasparente, un nastro
ricurvo e ciclico sospeso in una nebulosa di stelle. Nello spazio attorno
a me erano sospese lune di colori cangianti e giganteschi pianeti
circondati da anelli. La pista si stendeva di fronte a me, saliva, ricadeva,
e di tanto in tanto si avvolgeva su se stessa, formando unelica. Una
barriera invisibile mi impediva di cadere, per errore, dai margini della
pista e di precipitare nellabisso di stelle. Il percorso Bifrost era unaltra
simulazione autonoma, uno dei migliaia di percorsi conservati nel disco
fisso della mia console.
Non appena cominciai a correre, Max lanci la mia playlist di musica
anni ottanta. Quando inizi il primo pezzo, in fretta recitai a memoria
titolo, artista, album e anno di pubblicazione: A Million Miles Away,
The Plimsouls, Everywhere at Once, 1983. Presi a cantarla, parola
per parola. Ricordarmi il testo del giusto pezzo anni ottanta avrebbe
potuto salvare la vita al mio avatar, prima o poi.
Finito il percorso, mi sfilai il visore e iniziai a rimuovere la tuta aptica.
Era un processo da fare lentamente, per evitare di danneggiare i
componenti della tuta. Mentre me la staccavo di dosso, gli attuatori
schioccavano quando si staccavano dalla mia pelle, lasciandomi segni
circolari su tutto il corpo. Una volta sfilata la tuta, la misi nellunit
lavanderia e posai la tuta pulita sul pavimento.

Max aveva gi aperto i rubinetti della doccia, portando lacqua alla mia
temperatura ideale. Mentre saltavo nel box, avvolto dal vapore, Max
cambi playlist per passare ai miei successi da doccia. Riconobbi subito
il riff dapertura di Change di John Waite. Colonna sonora di Crazy for
You. Geffen Records, 1985.
La doccia funzionava un po come gli autolavaggi di un tempo. Io non
dovevo far altro che stare l, in piedi, mentre lei faceva il resto del
lavoro, sparandomi addosso, da tutti gli angoli, spruzzi di acqua
insaponata per poi risciacquarmi. Non dovevo lavarmi i capelli, perch
la doccia sparava una soluzione non tossica di depilazione, che mi
strofinavo sul corpo e sulla testa. Questa soluzione eliminava la
necessit di rasarmi o tagliarmi i capelli, fastidi di cui non avevo
bisogno. Una pelle liscia favoriva anche laderenza della tuta aptica.
Ero un po grottesco, senza sopracciglia, ma mi ci abituai.
Quando i getti di risciacquo si interrompevano, partivano gli
asciugatori, che mi soffiavano via lumidit dalla pelle nel giro di pochi
secondi. Andai in cucina e presi una lattina di Sludge, una bevanda ad
alto contenuto proteico e vitaminico che andava a compensare la
privazione del sole grazie alla vitamina D. Mentre la tracannavo, i
sensori del computer, silenziosamente, prendevano nota, scansionando
il codice a barre e aggiungendo il numero di calorie al mio totale
quotidiano. Sbarazzatomi della colazione, mi infilai la tuta aptica pulita.
Era meno complicato che togliersela di dosso, ma richiedeva comunque
un po di tempo.
Una volta indossata la tuta, ordinai alla poltrona aptica di stendersi. Poi
mi fermai un attimo e passai un momento a osservare il mio Set
dImmersione. Ero cos fiero di tutto questo apparato altamente
tecnologico, quando lo avevo acquistato. Ma, negli ultimi mesi, avevo
iniziato a vedere tutta lattrezzatura per quello che era veramente: un
elaborato congegno nato per ingannare i miei sensi, per permettermi di
vivere in un mondo di finzione. Ogni componente del mio set era una
sbarra della cella in cui avevo deciso di rinchiudermi.
L, sotto le cupe luci fluorescenti del mio minuscolo monolocale, non
cera modo di sfuggire alla verit. Nella vita reale, non ero altro che un
eremita asociale. Un recluso. Un nerd con una carnagione cadaverica e
unossessione per la cultura pop. Ero soltanto unaltra anima perduta,
triste, solitaria, che sprecava la sua vita su un videogioco osannato da
tutti.

Ma non su OASIS. L, ero il grande Parzival. Gunter famoso in tutto il


mondo, celebrit internazionale. La gente mi chiedeva lautografo.
Avevo un fan club. A dire il vero ne avevo molti. Mi riconoscevano
ovunque andassi (e soltanto quando volevo essere riconosciuto). Mi
pagavano per sponsorizzare i prodotti. La gente mi ammirava e si
ispirava a me. Mi invitavano alle feste pi esclusive. Andavo nei locali
alla moda e non dovevo mai fare la fila. Ero unicona della cultura pop,
una rockstar della realt virtuale. Tra i circoli di Gunter, ero una
leggenda. Che dico, un dio.
Mi sedetti e mi infilai i guanti e il visore. Una volta verificata la mia
identit, davanti ai miei occhi comparve il logo della Gregarious
Simulation Systems, seguito dal prompt di login.
Saluti, Parzival.
Per favore pronuncia la frase daccesso.
Mi schiarii la gola e declamai la mia frase daccesso. Ogni parola
compariva sul display non appena la pronunciavo: Nessuno ottiene
mai quello che vuole, in questo mondo. E questo bello.
Una breve pausa. Mi sfugg un involontario sospiro di sollievo, mentre
OASIS avvolgeva tutto il mondo intorno a me.
0020
Il mio avatar si materializz nel centro di comando della mia
fortezza, davanti al pannello di controllo: lesatto punto in cui ero
seduto la sera prima, immerso nel mio rituale notturno, a fissare la
quartina in modo assente, finch non mi ero abbandonato al sonno e il
sistema non mi aveva scollegato. Erano quasi sei mesi che fissavo
quella maledetta quartina, e non ero ancora riuscito a decifrarla. E cos
nessun altro. Ognuno aveva le proprie teorie, ovviamente, ma la Chiave
di Giada rimaneva nascosta e i punteggi del Segnapunti immutati.
Il mio centro di comando si trovava sotto una cupola corazzata,
incassata nella superficie rocciosa del mio asteroide privato. Da qui
avevo una vista completa del paesaggio che mi circondava, crateri che
si estendevano allorizzonte a trecentosessanta gradi. Il resto della
fortezza si trovava sotto la superficie, in un enorme complesso
sotterraneo che raggiungeva il nucleo dellasteroide. Ero stato io, poco
dopo essermi trasferito a Columbus, a programmare il tutto. Il mio
avatar aveva bisogno di una roccaforte e non volevo avere dei vicini,
perci mi ero comprato il planetoide pi economico che ero riuscito a
trovare, un brullo, minuscolo asteroide nel Settore 14. Il suo codice era

S14A316, ma io lavevo rinominato Falco, in onore del rapper


austriaco. (Non che fossi un grande fan di Falco. Ma il nome era fico).
Falco copriva una superficie di pochi chilometri quadrati, eppure mi era
costato una bella sommetta. Ma ne era valsa la pena. Chi possedeva un
mondo proprio poteva costruirci qualsiasi cosa. E nessuno poteva
visitare Falco a meno che io non ne autorizzassi laccesso, cosa che non
facevo mai. La mia fortezza era la mia casa su OASIS. Il santuario del
mio avatar. Era lunico luogo dellintera simulazione in cui mi trovavo
veramente al sicuro.
Non appena la sequenza di login si concluse, una finestra sul display mi
inform che, quel giorno, ci sarebbero state le elezioni. Avendo
compiuto diciottanni, potevo votare sia per le elezioni di OASIS sia
per quelle del governo degli Stati Uniti. Di queste ultime non mi
preoccupai perch non ne vedevo il senso. A parte il nome, il Paese, un
tempo glorioso, in cui ero nato non aveva conservato nulla di ci che
era stato. Non importava chi ci fosse al governo: era solo gente che si
limitava a risistemare le sdraio sul Titanic, e questo lo sapevano tutti.
Inoltre ora che, attraverso OASIS, si poteva votare da casa, i favoriti
alle elezioni erano stelle del cinema, personaggi dei reality show o
predicatori televisivi.
Invece, votai alle elezioni di OASIS, perch lesito mi avrebbe
coinvolto in prima persona. Il processo richiese pochi minuti, perch
conoscevo gi bene le questioni che la gss aveva messo al voto.
Bisognava anche eleggere il Presidente e il Vicepresidente del
Consiglio Utenti OASIS, ma quello lo feci a occhi chiusi. Come quasi
tutti gli altri Gunter, votai per rieleggere Cory Doctorow e Wil
Wheaton (unaltra volta). Il mandato non aveva limiti ed era pi di dieci
anni che quelle due vecchie volpi facevano un lavoro con i controcazzi
per proteggere i diritti degli utenti.
Dopo aver votato, sistemai la poltrona aptica e studiai il pannello di
comandi che si trovava di fronte ai miei occhi. Era pieno di leve,
bottoni, tastiere, joystick e display. Alla mia sinistra, una schiera di
monitor di sicurezza mostrava le riprese delle telecamere virtuali,
allesterno e allinterno della mia roccaforte. Alla mia destra, unaltra
schiera di monitor passava in rassegna tutti i miei canali video di
notizie e intrattenimento. Tra questi, anche il mio canale personale:
Parzival tv Trasmettiamo astrusa robaccia eclettica 24 ore al giorno, 7
giorni su 7, 365 giorni lanno.

Sempre quellanno, la gss aveva aggiunto una nuova caratteristica agli


account utente, ovvero un canale vpo (Vidfeed Personale OASIS).
Permetteva a chiunque pagasse una quota mensile di trasmettere in
streaming il proprio network televisivo. Chiunque fosse connesso
poteva sintonizzarsi e guardare un canale vpo, da qualsiasi parte del
mondo. E spettava a ciascun proprietario scegliere cosa trasmettere e
decidere chi poteva visualizzarlo. La maggior parte degli utenti
sceglieva per s un canale voyeur, che era un po come essere la star
del proprio reality show, 24 ore al giorno. Telecamere virtuali
seguivano gli avatar in giro per OASIS, mentre svolgevano le loro
attivit quotidiane. Laccesso al canale poteva essere limitato, in modo
che solo gli amici potessero sintonizzarsi; in alternativa, si poteva far
pagare un prezzo orario a chi volesse accedere al vpo. Moltissime
pornostar e celebrit di basso livello lo facevano vendendo, per una
quota al minuto, le proprie vite virtuali.
Alcuni usavano i vpo per trasmettere filmati della loro vita reale, dei
loro cani, dei loro figli. Altri non programmavano che vecchi cartoni.
Le possibilit erano infinite e la variet di materiale disponibile
diventava sempre pi articolata, giorno dopo giorno. Video per feticisti
di piedi trasmessi dallEuropa dellEst ventiquattrore al giorno. Porno
amatoriali con madri di famiglia vogliose del Minnesota. Sparate una
cosa a caso, cera anche quella. Qualsiasi stramberia che la psiche
umana riuscisse a escogitare veniva filmata e poi trasmessa online.
Linfinita terra desolata della programmazione tv aveva raggiunto
infine il suo zenit, e lindividuo medio non era pi limitato a quindici
minuti di fama. Ormai chiunque poteva andare in tv, ogni secondo di
ogni giorno, indipendentemente dal fatto che ci fossero o meno
spettatori.
Parzival tv non era un canale per voyeur. Anzi, non mostravo mai sul
canale il volto del mio avatar. Avevo messo in palinsesto una serie di
programmi anni ottanta, vecchie pubblicit, cartoni animati, videoclip e
film. Un sacco di film. Durante i weekend, in programmazione cerano
filmetti giapponesi di mostri e vecchi anime, o qualsiasi capriccio
avessi. Non importava poi tanto cosa mandassi in onda. Il mio avatar
rimaneva uno dei Cinque Grandi, perci il vidfeed richiamava, ogni
giorno, milioni di visitatori, a prescindere dalla programmazione. Tutto
ci mi permetteva di vendere spazi pubblicitari ai miei sponsor.

I visitatori abituali di Parzival tv erano, nella maggior parte dei casi,


Gunter che monitoravano il mio canale nella speranza che facessi
trapelare involontariamente qualche informazione essenziale sulla
Chiave di Giada o sullEgg. Ovviamente, non capitava mai. Al
momento, Parzival tv stava concludendo una maratona di Jinz ningen
Kikaider durata due giorni. Kikaider era una serie di azione della fine
dei settanta su un androide rosso e blu che, in ogni episodio, spaccava il
culo a mostri vestiti di gomma. Avevo un debole per i kaiju e i
tokusatsu dannata, per serie come Spectreman, gli Space Giants e
Supaidman.
Aprii il palinsesto e feci qualche cambiamento allagenda della serata.
Eliminai gli episodi di Riptide e Misfits che avevo messo in
programmazione e aggiunsi una serie di film con Gamera, la mia
tartaruga volante preferita. Sapevo che avrebbero riscosso un vero
successo di pubblico. Poi, per finire la giornata, aggiunsi un paio di
episodi delMio amico Ricky.
Anche Art3mis aveva un suo canale vidfeed: uno dei miei monitor era
perennemente sintonizzato su Art3mivision. In quel momento stava
mandando in onda il solito menu del luned sera: un episodio di Zero in
condotta. Poi sarebbe stato il turno di Electra Woman and Dyna Girl,
seguito a ruota da alcuni episodi di Isis e Wonder Woman. Era da secoli
che non cambiava il palinsesto. Ma non faceva differenza. Aveva
comunque degli ascolti bomba. Da poco, aveva anche lanciato una linea
dabiti femminili per avatar dalle forme generose. La collezione si
chiamava Art3Miss. Direi che se la stava cavando piuttosto bene.
Dopo la serata al Distracted Globe, Art3mis aveva troncato ogni tipo di
contatto con me. Aveva bloccato le mie email, le mie telefonate, le mie
richieste di chat. Aveva anche smesso di scrivere sul blog.
Le avevo provate tutte per contattarla. Avevo mandato dei fiori al suo
avatar. Avevo viaggiato fino alla sua roccaforte, un palazzo
supercorazzato su Benatar, la piccola luna di sua propriet. Dallo spazio
avevo lanciato sul palazzo messaggi e mixtape, come se fossero bombe
damore. Una volta, in preda alla disperazione, ero rimasto per due ore
intere fuori dal cancello, con uno stereo sulla spalla, sparando a
massimo volume In Your Eyes di Peter Gabriel.
Non era uscita. Non sapevo nemmeno se era in casa.
Ormai vivevo a Columbus da pi di cinque mesi ed erano passate otto
lunghe, strazianti settimane dallultima volta che avevo parlato con

Art3mis. Ma quel tempo non lo avevo passato a piangermi addosso, in


preda alla depressione. Be, non tutto il tempo, se non altro. Avevo
provato a godermi la mia nuova vita da avatar famoso in tutto il
mondo che vola di settore in settore. Anche se il mio avatar aveva
raggiunto il massimo livello, continuavo a portare a termine il maggior
numero possibile di missioni per aggiungere conquiste alla mia
collezione, gi sorprendente, di oggetti magici, armi e veicoli, che
tenevo in un caveau nelle viscere della mia fortezza. Le missioni mi
tenevano impegnato ed erano unefficace distrazione dalla solitudine e
dal crescente isolamento da cui mi sentivo avvolto.
Subito dopo essere stato scaricato da Art3mis, cercai di legare
nuovamente con Aech, ma le cose non erano pi come prima. Ci
eravamo allontanati, e sapevo che la colpa era mia. Le nostre
conversazioni, ormai, erano formali e schive, come se entrambi
avessimo paura di rivelare informazioni cruciali che laltro sarebbe
riuscito a sfruttare. Era chiaro che non si fidava pi di me. E, mentre io
ero impegnato a ossessionarmi con il pensiero di Art3mis, Aech a
quanto pareva era ossessionato dallidea di diventare il primo Gunter
a trovare la Chiave di Giada. Ma erano ormai passati quasi sei mesi da
quando avevamo superato la Prima Porta, e la posizione della Chiave di
Giada continuava a rimanere un mistero.
Non parlavo con Aech da quasi un mese. Lultima conversazione che
avevamo avuto si era ridotta a una gara a chi urlava di pi e si era
conclusa bruscamente quando gli avevo ricordato che lui non avrebbe
trovato nemmeno la Chiave di Rame se io non ce lo avessi condotto
per mano. Mi aveva guardato, freddo, per un istante. Poi era uscito
dalla chatroom. Il mio orgoglio ostinato mi aveva impedito di
richiamarlo subito per scusarmi, e pi il tempo passava, pi mi
sembrava che fosse ormai troppo tardi.
Gi. Mi andava tutto di lusso. In meno di sei mesi, ero riuscito a
distruggere le mie due uniche amicizie.
Passai al canale di Aech, che lui aveva intitolato LH-Feed. Stava
trasmettendo un incontro di wrestling dei tardi anni ottanta, tra Hulk
Hogan e Andr the Giant. Non mi presi nemmeno la briga di controllare
il canale di Daito e Shoto, perch sapevo che stavano mandando in
onda qualche vecchio film di samurai. Non trasmettevano altro.
Pochi mesi dopo il nostro scontro nella Cantina di Aech, ero riuscito a
stabilire un saldo legame di amicizia con Daito e Shoto, quando tutti e

tre ci eravamo uniti per completare una lunga missione nel Settore 22.
Era stata una mia idea. Mi sentivo in colpa per come si era concluso il
nostro primo incontro e stavo aspettando loccasione per porgere ai due
samurai un ramo di ulivo. E loccasione si present quando scoprii una
missione nascosta di alto livello chiamata Shodai Urutoraman, sul
pianeta Tokusatsu. Nel colophon della missione era indicata la sua data
di creazione: era stata lanciata molti anni prima della morte di Halliday,
il che significava che non era legata alla Gara. Inoltre, era una missione
in giapponese, creata dalla divisione della gss a Hokkaido. Avrei potuto
cercare di risolverla da solo con il Mandarax, un software di traduzione
in tempo reale di cui tutti gli account OASIS erano dotati. Ma avrebbe
potuto essere rischioso. Mandarax spesso travisava o ingarbugliava le
istruzioni delle missioni e questo poteva condurre a errori fatali.
Daito e Shoto vivevano in Giappone (l erano stati elevati a eroi
nazionali) e sapevo che entrambi parlavano giapponese e inglese in
maniera fluente. Perci li contattai, chiedendo se fossero interessati a
fare squadra con me per una singola missione. Dapprima erano scettici
ma, dopo aver descritto leccezionalit della missione e ci che credevo
fosse la ricompensa qualora lavessimo risolta, i due accettarono. Ci
incontrammo fuori dalla porta della missione, su Tokusatsu, ed
entrammo insieme.
La missione era una riproduzione di tutti e trentanove gli episodi della
serie originale di Ultraman, che era andata in onda sulla tv giapponese
dal 1966 al 1967. La trama gravitava intorno a un umano di nome
Hayata, membro della Pattuglia Scientifica, unorganizzazione
specializzata nel combattere le orde di mostri godzilloidi che
attaccavano di continuo la Terra e minacciavano la civilt. Ogni volta
che la Pattuglia Scientifica incappava in una minaccia che non era in
grado di affrontare, Hayata usava un dispositivo alieno chiamato
Capsula Beta per trasformarsi in una supercreatura aliena: Ultraman.
Poi iniziava subito a prendere a calci nel culo il mostro della settimana,
usando qualsiasi attacco di energia e mossa di kung fu possibile e
immaginabile.
Se avessi varcato la porta da solo, avrei automaticamente giocato
lintera storia nel ruolo di Hayata. Ma, entrando insieme a Shoto e a
Daito, ci fu concesso di scegliere il membro della Pattuglia Scientifica
preferito. Avremmo potuto scambiarci i personaggi a ogni livello o
episodio. Facemmo a turno giocando nel ruolo di Hayata e dei suoi

compagni della Pattuglia Scientifica, Hoshino e Arashi. Come in molte


missioni OASIS, giocare in squadra rendeva pi semplice sconfiggere i
nemici e completare i livelli.
Impiegammo una settimana, spesso giocando per pi di sedici ore al
giorno, ma finalmente ci riuscimmo. E, quando mettemmo piede fuori
dalla porta della missione, i nostri avatar ricevettero unenorme quantit
di Punti Esperienza e diverse migliaia di crediti. Ma il vero premio per
aver completato la missione era un artefatto incredibilmente raro: la
Capsula Beta di Hayata. Il piccolo cilindro di metallo concedeva
allavatar che ne era in possesso di trasformarsi in Ultraman una volta
al giorno, per tre minuti.
Dal momento che eravamo in tre, discutemmo su chi avrebbe dovuto
conservare il prezioso oggetto. Dovrebbe tenerlo Parzival aveva detto
Shoto, rivolgendosi al fratello maggiore. Ha trovato lui questa
missione. Non ne avremmo mai saputo niente, non fosse stato per lui.
Naturalmente, Daito si era mostrato in disaccordo. E lui non sarebbe
riuscito a completare la missione senza il nostro aiuto! Disse che
lunica cosa leale da fare sarebbe stata mettere la Capsula Beta allasta
e poi dividersi il ricavato. Ma non potevo permetterlo. Era troppo
preziosa per venderla, e sapevo che sarebbe caduta nelle mani dei Sixer,
perch arraffavano qualsiasi oggetto magico venisse messo allasta. La
vedevo anche come unopportunit per entrare nelle grazie dei Daisho.
Penso che dovreste tenerla voi dissi. Urutoraman il pi grande
supereroe del Giappone. I suoi poteri dovrebbero rimanere nelle mani
dei giapponesi. Entrambi furono colpiti dalla mia generosit. Daito in
particolare. Grazie, Parzival-san disse, facendo un ampio inchino.
Sei un uomo donore. Dopodich, ci lasciammo da amici, se non
addirittura alleati, e la considerai una grande ricompensa per i miei
sforzi.
Un trillo risuon nelle mie orecchie. Controllai lora. Erano quasi le
otto. Lora di portare a casa la pagnotta.
Ero quasi sempre a corto di contanti, a prescindere da quanto
frugalmente cercassi di vivere. Ogni mese dovevo pagare molte bollette
piuttosto care, sia nel mondo reale sia su OASIS. Le mie spese del
mondo reale erano le solite. Affitto, Elettricit, Vitto, Acqua. Le
riparazioni dellhardware e qualche aggiornamento. Le spese del mio
avatar erano, invece, molto pi stravaganti. Riparazioni alle navicelle.
Tariffe di teletrasporto. Unit di energia. Munizioni: le compravo

allingrosso, ma non erano esattamente a buon mercato. E le mie spese


mensili di teletrasporto raggiungevano spesso cifre astronomiche. La
ricerca dellEgg richiedeva viaggi frequenti e la gss continuava ad
alzare le tariffe del teletrasporto.
Avevo ormai gi speso tutto il gruzzolo messo da parte con la
pubblicit. Quasi tutto era andato a coprire le spese per
lequipaggiamento e per lacquisto di un asteroide privato. Ogni mese
guadagnavo discretamente vendendo spazi pubblicitari sul mio canale
vpo e mettendo allasta oggetti magici, armature o armi che avevo
ottenuto durante i viaggi e di cui non avevo bisogno. Ma la mia fonte
primaria di entrate era il lavoro a tempo pieno come supporto tecnico
OASIS.
Quando avevo creato la mia nuova identit da Bryce Lynch, mi ero
assegnato una laurea e una serie di certificati tecnici, oltre a un
impeccabile e lunghissimo dossier lavorativo come programmatore
OASIS e sviluppatore di applicazioni. Malgrado il mio falso curriculum
impeccabile, lunico lavoro che ero riuscito ad accaparrarmi era quello
di Rappresentante Supporto Tecnico di Primo Livello presso la Helpful
Helpdesk Inc., una delle societ che la gss usava per il servizio di
gestione e supporto clienti. Lavoravo quaranta ore a settimana, aiutando
i soliti bambocci a riavviare le loro console OASIS e aggiornare i driver
dei guanti aptici. Era un lavoro estenuante, ma mi pagava le bollette.
Chiusi il mio account OASIS e usai lattrezzatura per collegarmi con un
altro account che mi era stato assegnato per il lavoro. Il processo di
login termin e presi i comandi del mio avatar di lavoro, un bambolotto
alla Ken fatto con lo stampino che mi serviva a rispondere alle
chiamate per il supporto tecnico. Il mio avatar comparve in un call
center virtuale enorme, nel mio cubicolo virtuale, seduto a una
scrivania virtuale, di fronte a un computer virtuale, con un set di cuffie
e un microfono virtuale.
Quel luogo, per come la vedevo io, era il mio inferno privato virtuale.
La Helpful Helpdesk Inc. rispondeva a milioni di chiamate al giorno, da
tutte le parti del mondo. Ventiquattrore su ventiquattro.
Trecentosessantacinque giorni lanno. Cretini confusi e incazzati come
se piovesse. Non cera pausa tra una chiamata e laltra, perch cerano
sempre centinaia di sfigati in linea, tutti pronti ad attendere per ore un
tecnico che gli tenesse la mano mentre risolveva il problema. Perch
prendersi la briga di cercare la soluzione online? Perch anche solo

cercare di risolvere il problema, quando si pu trovare qualcuno che ci


pensa al posto tuo?
Come al solito, il mio turno di dieci ore pass lentamente. Ma avevo
trovato dei modi per ingannare il tempo. Il mio account di lavoro era
fatto in modo tale che non potessi visitare siti esterni, ma avevo
modificato il visore per poter ascoltare la musica o vedere film in
streaming dal disco fisso, mentre rispondevo alle chiamate.
Quando, finalmente, il mio turno fin e mi scollegai, mi ricollegai
subito con il mio account OASIS. Avevo ricevuto migliaia di nuovi
messaggi e capii, anche solo leggendo loggetto delle email, che cosa
fosse successo mentre lavoravo.
Art3mis aveva trovato la Chiave di Giada.
0021
Come tutti gli altri Gunter sparsi per il globo, ero
terrorizzato allidea di un cambiamento sul Segnapunti, perch sapevo
che avrebbe dato ai Sixer un vantaggio sleale.
Pochi mesi dopo che tutti avevano superato la Prima Porta, un avatar
anonimo aveva messo allasta un oggetto superpotente. Si chiamava
laTavoletta di Ricerca di Fyndoro ed era dotata di poteri incredibili che
concedevano a chi la possedeva un vantaggio inaudito nella caccia
allEaster Egg di Halliday.
Praticamente tutti gli oggetti virtuali di OASIS venivano generati dal
sistema in maniera casuale e cadevano a terra ogni qualvolta si
uccideva un png o si completava una missione. I pi rari erano gli
artefatti, oggetti magici superpotenti che conferivano abilit
eccezionali. Esistevano solo poche centinaia di artefatti, che risalivano
tutti ai primi giorni di OASIS, quando era ancora, principalmente, un
gioco mmo. Ciascun artefatto era unico, il che significava che ne
esisteva soltanto una copia nellintera simulazione. In genere, per
ottenere un artefatto, era necessario portare a termine missioni di alto
livello affrontando prove come annientare mostri finali praticamente
onnipotenti. Con un po di fortuna il malvagio, una volta morto,
avrebbe lasciato un artefatto.
Gli artefatti si potevano ottenere anche uccidendo un avatar che ne
possedeva uno nel proprio inventario, o comprandoli nelle aste online.
Poich gli artefatti erano cos rari, il fatto che anche uno soltanto
venisse messo allasta costituiva una notizia eclatante. Alcuni erano
stati venduti per centinaia di migliaia di crediti, a seconda dei loro
poteri. Il record era stato raggiunto tre anni prima, quando era stato

battuto un artefatto chiamato il Cataclizzatore. A quanto diceva il


listino dellasta, il Cataclizzatore era una sorta di bomba magica che
poteva essere usata una volta sola. Quando veniva innescato, uccideva
ogni singolo avatar e png presente nel settore, incluso il suo stesso
proprietario. Non cera modo di difendersi. Se avevi la sfortuna di
trovarti in quel settore quando esplodeva, eri spacciato, a prescindere da
quanto fossi potente o ben corazzato.
Il Cataclizzatore era stato venduto a un offerente anonimo per poco pi
di un milione di crediti. Non era stato ancora fatto esplodere, il che
significava che il nuovo possessore lo custodiva da qualche parte, in
attesa del momento giusto per usarlo. Era ormai diventato una specie di
battuta ricorrente. Quando una Gunter femmina si trovava circondata da
Gunter maschi che non le piacevano, se ne veniva fuori dicendo di
avere il Cataclizzatore nellinventario e minacciava di farlo esplodere.
Ma perlopi si temeva che fosse caduto nelle mani dei Sixer, cos come
altri potentissimi artefatti.
La Tavoletta di ricerca di Fyndoro fin per essere venduta a una cifra
pi alta di quella del Cataclizzatore. Secondo la descrizione dellasta, la
tavoletta era un cerchio piatto di pietra nera lavorata e aveva un potere
molto semplice. Una volta al giorno, il possessore poteva scrivere sulla
superficie della pietra il nome di un avatar qualsiasi, e la tavoletta
avrebbe indicato la posizione dellavatar in quel preciso istante. In ogni
caso, questo potere aveva limiti di portata: se ti trovavi in un settore
OASIS diverso da quello dellavatar che volevi rintracciare, la tavoletta
non poteva rivelare altro che il settore in cui il tuo obiettivo era situato.
Se, invece, ti capitava di essere nel medesimo settore, la tavoletta
segnalava il pianeta in cui si trovava lobiettivo (o quello pi vicino,
qualora lavatar stesse navigando nello spazio). Se, quando avessi usato
la tavoletta, ti fossi ritrovato sullo stesso pianeta dellobiettivo, le
coordinate esatte sarebbero apparse su una mappa.
Come il venditore dellartefatto si preoccup di specificare nel listino
dellasta, la tavoletta si trasformava in uno degli oggetti pi preziosi di
OASIS, qualora il suo potere fosse stato usato congiuntamente al
Segnapunti. Non bisognava fare altro che osservare il Segnapunti e
aspettare che il punteggio di qualcuno aumentasse. Nellistante in cui
fosse successo, scrivere il nome di quellavatar sulla tavoletta avrebbe
segnalato la sua posizione, rivelando cos il punto in cui si trovava la
chiave che era appena stata scoperta, o la porta che era appena stata

superata. A causa della portata limitata dellartefatto, trovare la


posizione esatta dellavatar avrebbe potuto richiedere due o tre tentativi
ma era pur sempre uninformazione per cui moltissime persone
avrebbero ucciso.
Quando la Tavoletta di ricerca di Fyndoro fu messa allasta, scoppi
una competizione feroce tra molti dei pi numerosi clan di Gunter. Ma
quando lasta si concluse, la tavoletta fin nelle mani dei Sixer, per
quasi due milioni di crediti. Era stato proprio Sorrento a fare lofferta
con il suo account. Aveva atteso gli ultimi secondi dellasta per
rilanciare su tutti gli altri. Avrebbe potuto puntare da anonimo ma,
ovviamente, voleva che il mondo sapesse in quali mani era lartefatto.
Questo era anche il suo modo di informare i Cinque Grandi che, da quel
momento in poi, non appena avessimo trovato una chiave o superato
una porta, i Sixer ci avrebbero rintracciati. E che non potevamo farci
niente.
Dapprima, temevo che i Sixer avrebbero usato la tavoletta per trovarci,
uno per uno, e ucciderci. Ma localizzare i nostri avatar non poteva
tornargli utile, a meno che non ci trovassimo in una zona PvP e fossimo
cos stupidi da rimanerci fino a che i Sixer non ci avessero raggiunti. E,
dato che la tavoletta poteva essere usata soltanto una volta al giorno,
avrebbero rischiato di perdere la loro opportunit, qualora la situazione
sul Segnapunti fosse variata proprio nel giorno in cui avessero usato la
tavoletta per rintracciarci. Non corsero il rischio. Misero da parte
lartefatto e attesero il loro momento.
Meno di mezzora dopo laumento del punteggio di Art3mis,
lintera flotta dei Sixer fu vista convergere sul Settore 7. Nel momento
in cui il Segnapunti era cambiato, i Sixer avevano senza dubbio usato la
Tavoletta di ricerca di Fyndoro per rintracciare la posizione di Art3mis.
Fortunatamente, lavatar Sixer che stava usando la tavoletta
(probabilmente lo stesso Sorrento) si trovava in un settore diverso da
quello di Art3mis, perci la tavoletta non rivel il pianeta esatto in cui
lei si trovava. Svel ai Sixer soltanto il settore. E cos, lintera flotta dei
Sixer si fiond in tutta fretta al Settore 7.
Grazie alla loro totale mancanza di discrezione, tutti, ormai, sapevano
che la Chiave di Giada doveva essere nascosta da qualche parte in quel
settore. Naturalmente, migliaia di Gunter vi si erano diretti subito. I
Sixer avevano ridotto larea di ricerca per chiunque. Fortunatamente, il

Settore 7 contenteva migliaia di pianeti, lune e altri mondi, e la Chiave


di Giada avrebbe potuto essere ovunque.
Passai le ore successive in uno stato di shock, sconvolto dal fatto che
ero appena stato spodestato. Che esattamente come la misero i titoli
delle news: parzival spodestato! art3mis nuova gunter numero 1!

i sixer si avvicinano!

Quando riuscii a darmi una calmata, aprii il Segnapunti e mi costrinsi a


osservarlo per dieci minuti buoni, rimproverandomi in silenzio.
PUNTEGGI: 1. Art3mis 129.000
2. Parzival 110.000 3.
Aech
108.000 4. Daito 107.000
5. Shoto 106.000
6. IOI-655321
105.000 7. IOI-643187 105.000
8. IOI-621671 105.000
9.
IOI-678324 105.000 10. IOI-637330 105.000 Non puoi dar la colpa
a nessun altro allinfuori di te, mi ripetevo. Hai lasciato che il successo
ti desse alla testa. Ti sei rammollito anzich impegnarti nella ricerca.
Eh? Credevi che quel lampo di genio ti avrebbe colpito per due volte di
fila? Credevi che prima o poi ti saresti imbattuto per caso nellindizio di
cui avevi bisogno per trovare la Chiave di Giada? Essere al primo posto
per tutto quel tempo ti ha dato un falso senso di sicurezza. Ma non hai
pi quel problema, no, testina di cazzo? No, perch anzich metterti
sotto e concentrarti sulla ricerca come avresti dovuto, hai buttato nel
cesso il primato. Hai sprecato sei mesi a cazzeggiare e a sospirare per
una ragazzetta che non hai nemmeno mai visto. La ragazzetta che ti ha
scaricato. La stessa che finir per stracciarti.
E ora rimettiti a pensare al gioco, sfigato. E trova quella chiave.
Improvvisamente, ero pi motivato a vincere la gara di quanto non lo
fossi mai stato. E non soltanto per i soldi. Volevo dimostrare qualcosa
ad Art3mis. E volevo che la Caccia si concludesse, cos lei avrebbe
ripreso a parlarmi. Cos avrei potuto finalmente incontrarla, vedere il
suo vero volto, cercare di capire cosa provavo per lei.
Tolsi il Segnapunti dal display e aprii il diario del Graal, che era ormai
diventato una montagna di dati, con ogni straccio di informazione che
avessi raccolto dallinizio della gara. Era un guazzabuglio di finestre a

cascata sospese davanti ai miei occhi, con testi, mappe, foto, file audio
e video, pieni di rimandi dalluno allaltro, tutti classificati, tutti
pulsanti di vita.
Tenevo la quartina sottocchio in una finestra sempre aperta in primo
piano. Quattro versi. Ventisei parole. Quarantasei sillabe. Le avevo
fissate cos spesso, cos a lungo, che avevano praticamente perso ogni
significato. Riguardandole, in quel momento, dovetti resistere
allimpulso di urlare dalla rabbia e dalla frustrazione.
La Chiave di Giada il capitano ha celata
In una dimora da tempo
abbandonata
Ma nel fischietto soffiar tu potrai
Se dei trofei la
raccolta farai Sapevo di avere la risposta davanti agli occhi. Art3mis
laveva gi scoperta.
Rilessi i miei appunti su John Draper, alias Captain Crunch, e sul
fischietto di plastica che gli aveva fatto guadagnare un posto di rilievo
negli annali degli hacker. Ero ancora dellidea che fossero quelli, il
capitano e il fischietto cui Halliday alludeva. Ma le altre parti della
quartina restavano avvolte nel mistero.
Tuttavia, possedevo una nuova informazione: la chiave era da qualche
parte nel Settore 7. Perci aprii le mappe di OASIS e mi misi alla
ricerca di pianeti con un nome che potesse essere in qualche modo
legato alla quartina. Alcuni mondi, come Woz e Mitnick, erano
intitolati a hacker famosi, ma non ne trovai nessuno dedicato a John
Draper. Il Settore 7 conteneva, inoltre, centinaia di mondi battezzati in
onore di vecchi newsgroup usenet. Su uno di essi, il pianeta
alt.phreaking, si trovava una statua di Draper, con un vecchio telefono a
disco in una mano e un fischietto della Capn Crunch nellaltra. Ma la
statua era stata eretta tre anni dopo la morte di Halliday, quindi sapevo
che sarebbe stato un vicolo cieco.
Rilessi, ancora una volta, la quartina. Questa volta gli ultimi due versi
mi colpirono: Ma nel fischietto soffiar tu potrai Se dei trofei la
raccolta farai Trofei. In qualche punto del Settore 7. Devo trovare
una collezione di trofei nel Settore 7.
Feci una breve ricerca tra i file che avevo su Halliday. A quanto ne
sapevo, gli unici trofei che avesse mai ricevuto erano i cinque premi di
Game Designer dellAnno che aveva vinto al volgere del secolo. I trofei
erano ancora esposti nel Museo gss di Columbus, ma se ne potevano
ammirare delle copie allinterno di OASIS, su un pianeta chiamato
Archaide.

E Archaide si trovava nel Settore 7.


Il collegamento poteva essere labile, ma volevo comunque tentare. Alla
peggio, avrei fatto qualcosa di produttivo per un paio dore. Lanciai
unocchiata a Max, che ballava la samba in uno dei monitor del centro
di comando. Max, prepara il Vonnegutal decollo. Se non sei troppo
impegnato. Max smise di ballare e mi rivolse un sorrisetto. Agli
ordini, El Comanchero! Mi alzai e raggiunsi lascensore della fortezza,
che avevo progettato sul modello del turbo ascensore del primo Star
Trek. Scesi per quattro piani, fino allArsenale, un caveau pieno di
mensole per lo stoccaggio, vetrinette e scaffali di armi. Aprii il display
dellinventario: aveva la forma di una bambolina di carta con laspetto
del mio avatar, e potevo trascinarci gli oggetti e lattrezzatura che
volevo.
Archaide era situato in zona PvP, perci decisi di potenziare
lequipaggiamento e indossare il vestito buono. Mi infilai la scintillante
armatura rinforzata Hale Mail +10, poi allacciai alla cintura il mio set
preferito di blaster e mi misi in spalla un fucile a pompa con
impugnatura a pistola, insieme a una cazzutissima spada vorpal +5.
Agguantai anche una manciata di altri oggetti essenziali. Un paio di
stivali antigravit in pi. Un Anello della resistenza magica. Un
Amuleto protettivo. Diverse paia di Guanti della forza del gigante.
Odiavo lidea di ritrovarmi senza qualcosa di cui avrei potuto aver
bisogno, e per questo finivo per attrezzarmi pi di quanto sarebbe
bastato per tre Gunter. Quando esaurivo lo spazio sul mio avatar,
infilavo il rimanente nel mio Zaino conservante.
Non appena fui equipaggiato a dovere, saltai di nuovo nellascensore e,
pochi secondi dopo, raggiunsi lentrata dellhangar, al livello pi
profondo della fortezza. Strisce di luci blu lampeggiavano sulla pista di
decollo, che correva lungo il centro dellhangar fino a raggiungere un
imponente portellone rinforzato, sul fondo. Il portellone si apriva su un
tunnel di lancio, che conduceva a un altro portellone identico e
altrettanto rinforzato, sulla superficie dellasteroide.
A sinistra della pista, cera il mio X-wing. Parcheggiata sulla destra, la
DeLorean. In mezzo alla pista cera la navicella che usavo pi spesso, il
Vonnegut. Max aveva gi avviato i motori, che emettevano un
sommesso, costante ruggito che echeggiava per tutto lhangar. Il
Vonnegut era una nave trasportatrice, ampiamente modificata, di classe
Firefly, sul modello della Serenity di Firefly, la vecchia serie tv.

Quando me ne ero impadronito, la nave si chiamava Kaylee, ma


lavevo subito ribattezzata in onore di uno dei miei scrittori preferiti del
Ventesimo secolo. Il nome era stampato sul fianco dello scafo, grigio e
ammaccato.
Avevo sequestrato il Vonnegut a quelli del clan degli Oviraptor che
avevano scioccamente cercato di impadronirsi del mio X-wing mentre
stavo viaggiando attraverso un gruppo di mondi del Settore 11, noto
come lo Whedonverso. Gli Oviraptor erano bastardelli arroganti e
non sapevano con chi avevano a che fare. Ero di pessimo umore gi
prima che aprissero il fuoco contro di me. Fosse stato un altro giorno,
probabilmente mi sarei limitato a seminarli accelerando alla velocit
della luce. Ma quel giorno decisi di prenderla sul personale.
Le astronavi erano come tutti gli altri oggetti di OASIS. Ognuna aveva
le proprie caratteristiche, le proprie armi, la propria velocit. Il mio Xwing era molto pi manovrabile dellenorme nave da trasporto degli
Oviraptor, e cos non ebbi problemi a evitare lo sbarramento creato
dalle loro armi da rigattiere mentre li bombardavo con raggi laser e
siluri di protoni. Dopo aver messo fuori uso i motori, saltai sulla loro
nave e uccisi tutti gli avatar che trovavo. Il capitano, una volta capito
chi fossi, cerc di scusarsi, ma non ero dellumore giusto per il
perdono. Dopo essermi occupato dellequipaggio, parcheggiai lX-wing
nel deposito e filai a casa con la mia nuova navicella.
Non appena mi avvicinai al Vonnegut, la rampa di carico si abbass
fino a toccare il pavimento dellhangar. Quando raggiunsi la cabina di
pilotaggio, lastronave si stava gi alzando dal suolo. Mentre mi sedevo
ai comandi, udii il rumore del carrello che si ritirava.
Max, chiudi tutto e prepara la rotta per Archaide.
Sissignore, C-c-capitano balbett Max da uno dei monitor
dellabitacolo. I portelloni dellhangar si spalancarono e il Vonnegut
schizz fuori dal tunnel di lancio, nel cielo stellato. Lastronave si era
appena sollevata e i portelloni del tunnel si stavano gi richiudendo.
Notai molte navicelle che campeggiavano in orbita intorno a Falco. I
soliti sospetti: fan sfegatati, discepoli smaniosi e aspiranti cacciatori di
taglie. Alcuni di loro, quelli che stavano facendo manovra per
inseguirmi, erano Tag-a-long: gente che passava la maggior parte del
tempo a inseguire Gunter di spicco per raccogliere informazioni sui
loro movimenti e, in seguito, rivenderle. Riuscivo sempre a seminarli
saltando alla velocit della luce. E per loro era una fortuna: ogni volta

che non riuscivo a seminare uno stalker, non avevo altra scelta che
ucciderlo.
Quando il Vonnegutfece il salto alla velocit della luce, tutti i pianeti
proiettati sullo schermo divennero ununica scia luminosa. V-vvelocit della luce attivata, Capitano rifer Max. Il tempo di arrivo a
destinazione per Archaide di cinquantatr minuti. Quindici, se
preferisci usare lo Stargate pi vicino. Gli Stargate avevano posizioni
strategiche in ciascun settore. Erano dei teletrasportatori enormi, grandi
quanto unastronave. Ma, dato che le tariffe si basavano sulla massa
della navicella e sulla distanza da percorrere, venivano usati soprattutto
dalle corporazioni o da avatar cos ricchi da divertirsi a buttare via dei
crediti. Non ero nessuna delle due cose, ma le circostanze mi spinsero a
sperperare un po.
Prendiamo lo stargate, Max. Siamo piuttosto di fretta. 0022
Il
Vonnegut abbandon la velocit della luce e Archaide riemp
dimprovviso lo schermo nellabitacolo. Spiccava, tra gli altri pianeti
della zona, perch non era stato programmato per sembrare reale. Tutti i
pianeti vicini erano riprodotti alla perfezione, con nubi, continenti,
crateri che ne ricoprivano la superficie sferica. Ma Archaide non era
cos, perch ospitava il pi grande museo di videogiochi di tutto
OASIS, e la sua conformazione era progettata in omaggio ai giochi in
grafica vettoriale creati a cavallo tra gli anni settanta e ottanta. Lunica
caratteristica della superficie era una rete di punti verdi luminosi che
somigliavano alle luci della pista di un aeroporto. Erano distribuiti
uniformemente sul pianeta e formavano una griglia perfetta che,
dallalto, dava ad Archaide laspetto della Morte Nera nel gioco Atari
di Guerre Stellari del 1983.
Mentre Max cercava di far atterrare il Vonnegut, mi preparai
alleventualit di un combattimento caricando larmatura e
riempiendomi di pozioni e nano-pack. Archaide non era soltanto una
zona PvP, era anche una zona di caos, il che significava che sia la
tecnologia sia la magia avrebbero funzionato. Perci mi premurai di
caricare tutte le risorse macro da combattimento.
La rampa in metallo del Vonnegut, graficamente perfetta, si abbass al
suolo, spiccando nel contrasto con il buio digitale della superficie di
Archaide. Scendendo dalla rampa, diedi un colpetto a un tastierino che
avevo sul polso destro. La rampa si ritir, e udii il ronzio metallico del

sistema di sicurezza della nave che veniva attivato. Uno scudo blu
trasparente apparve intorno allo scafo del Vonnegut.
Osservai lorizzonte, una linea vettoriale frastagliata a indicare un
terreno montuoso. In superficie, il paesaggio di Archaide era
esattamente uguale a quello di Battlezone, un altro classico videogioco
vettoriale Atari, del 1981. Lontano, un vulcano triangolare sputacchiava
pixel di lava verde. Si sarebbe potuto correre verso il vulcano per giorni
senza mai raggiungerlo. Rimaneva sempre fermo allorizzonte. Come
in un vecchio videogioco, lo scenario di Archaide non cambiava mai,
neanche se circumnavigavi il pianeta.
Seguendo le istruzioni che gli avevo impartito, Max aveva fatto
scendere il Vonnegut in unarea di atterraggio vicino allequatore,
nellemisfero orientale. Il terreno era libero e larea circostante
sembrava deserta. Mi diressi verso il punto verde pi vicino.
Avvicinandomi, notai che in realt era limboccatura di un tunnel, un
cerchio verde al neon, dieci metri di diametro, che conduceva
sottoterra. Archaide era un pianeta disabitato, e larea espositiva del
museo si trovava sottoterra.
Raggiunta lentrata del tunnel pi vicino, udii la musica, a massimo
volume, che proveniva dal sottosuolo. Riconobbi la canzone, Pour
Some Sugar on Me dei Def Leppard, tratta dallalbum Hysteria (Epic
Records, 1987). Raggiunsi il bordo del cerchio verdebrillante e ci saltai
dentro. Mentre il mio avatar precipitava gi, nel museo, la grafica
vettoriale verde scomparve e mi ritrovai in un ambiente a colori ad alta
risoluzione. Tutto, intorno a me, sembrava nuovamente reale.
Nei sotterranei, Archaide ospitava migliaia di sale giochi, ciascuna
delle quali era unamorevole riproduzione di una sala giochi realmente
esistita da qualche parte, nel mondo reale. Dagli albori di OASIS,
migliaia degli utenti pi anziani erano giunti sul pianeta e avevano
diligentemente trascritto i codici per riproduzioni virtuali delle sale
giochi che ricordavano dai tempi dellinfanzia, rendendole cos parte
integrante del museo. E tutte quelle sale giochi, sale da bowling,
pizzerie virtuali, erano strapiene di videogiochi classici. Cera almeno
una copia di ogni videogioco a gettone che fosse mai stato creato. Le
ROM originarie dei giochi erano conservate nel codice OASIS del
pianeta, e ciascuno dei mobili arcade in truciolato era stato
programmato per somigliare alloriginale. Sparse per tutto il museo vi

erano innumerevoli teche e oggetti esposti dedicati a molti


programmatori e case di produzione di videogiochi.
I vari piani del museo comprendevano immense caverne, collegate tra
loro da una serie di strade sotterranee, e poi tunnel, scalinate, ascensori,
scale mobili, scale a pioli, scivoli, botole e passaggi segreti. Era come
uno sterminato labirinto sotterraneo a pi livelli. Questa configurazione
rendeva estremamente facile perdersi, perci tenni una mappa
olografica tridimensionale sul display. La posizione attuale del mio
avatar era indicata da un puntino blu lampeggiante. Entrato nel museo,
a pochi metri dalla superficie, mi trovai accanto un vecchio arcade
chiamato Aladdins Castle. Toccai un punto della mappa, vicino al
centro del pianeta, che indicava la mia destinazione, e il software
calcol il percorso pi rapido per arrivarci: seguendolo, iniziai a
correre.
Il museo era strutturato su diversi livelli. Qui, vicino alla superficie del
pianeta, si potevano trovare gli ultimi esemplari di videogiochi a
gettone, risalenti ai primi decenni del Ventunesimo secolo. Si trattava
perlopi di simulatori con attrezzatura aptica di prima generazione:
poltrone che vibravano e piattaforme idrauliche oscillanti. Moltissime
Stock-car connesse tra loro, che permettevano di gareggiare luno
contro laltro. Questi giochi erano gli ultimi del loro genere. A quel
tempo, le console domestiche avevano gi reso obsoleti i giochi a
gettone. Dopo che OASIS fu messo online, la produzione fu sospesa di
colpo.
Man mano che ci si avventurava nelle profondit del museo, i giochi
che si incontravano erano sempre pi vecchi e arcaici. Giochi a gettone
di fine secolo. Picchiaduro con goffi personaggi a poligoni che si
facevano il culo a vicenda su grandi monitor piatti. Sparatutto con
rudimentali pistole ottiche. Videogiochi musicali. E, una volta
raggiunto il livello sottostante, i giochi iniziavano a somigliarsi tutti.
Ognuno aveva la sua scatola di legno rettangolare, il suo tubo catodico
e un grossolano set di comandi montato sulla parte anteriore. Per
giocare si usavano gli occhi e le mani (e, di tanto in tanto, le gambe).
Nulla di aptico. Questo tipo di giochi non faceva percepire nulla. Pi
scendevo, pi le grafiche si facevano rudimentali.
Lultimo livello del museo, situato al centro del pianeta, era una stanza
sferica con un altare dedicato al primo videogioco in assoluto, Tennis
for Two, ideato da William Higinbotham nel 1958. Il gioco girava su

un antichissimo computer analogico e si giocava su un minuscolo


oscilloscopio, non pi di 12 centimetri di diametro. Accanto, cera la
riproduzione di un PDP-1, su cui era visibile una copia di Spacewar!, il
secondo videogioco mai creato, ideato nel 1962 da un gruppo di
studenti del MIT.
Come quasi tutti i Gunter, avevo gi visitato Archaide altre volte. Ero
arrivato fino al centro del pianeta e avevo giocato a Tennis for Two e a
Spacewar! fino a conoscerli a memoria. Poi mi ero aggirato per gli altri
piani del museo, fermandomi a giocare e cercando indizi che Halliday
potesse aver sparso in giro. Ma non avevo mai trovato nulla.
Continuai a correre, sempre pi gi, finch non raggiunsi il museo
GSS, situato pochi livelli sopra il centro del pianeta. Ero gi stato anche
l, perci mi orientavo piuttosto bene. Cerano esposizioni dedicate a
tutti i videogiochi pi famosi della GSS, comprese alcune riedizioni di
titoli pubblicati per personal computer e console. Non mi ci volle molto
per trovare larea dove erano stati esposti i cinque trofei di Halliday,
accanto a una statua in bronzo che lo ritraeva.
Era passato soltanto qualche minuto, e gi sapevo che stavo sprecando
il mio tempo. Lesposizione della GSS era stata programmata perch
fosse impossibile rimuovere gli oggetti in mostra, perci i trofei non
potevano essere raccolti. Persi qualche minuto cercando, invano, di
separare un trofeo dal suo piedistallo con laiuto di una torcia a
saldatura laser. Poi gettai la spugna.
Sempre e solo vicoli ciechi. Il mio viaggio era stato unenorme perdita
di tempo. Mi guardai attorno unultima volta e poi mi diressi alluscita,
cercando di evitare che la frustrazione prendesse il sopravvento.
Decisi di percorrere una strada alternativa per ritornare in superficie,
attraversando una sezione del museo che non avevo mai ispezionato
durante le visite precedenti. Vagai per una serie di tunnel che mi
condussero in una gigantesca sala cavernosa. Conteneva una sorta di
citt sotterranea composta interamente da pizzerie, sale da bowling,
minimarket e, ovviamente, sale giochi. Gironzolai nel labirinto di strade
deserte, poi imboccai un tortuoso vicolo secondario che terminava di
fronte allingresso di una pizzeria.
Mi si gel il sangue quando vidi il nome del locale.
Si chiamava Happytime Pizza, ed era la copia di una piccola pizzeria a
conduzione familiare realmente esistita nella cittadina di Halliday a
met degli anni ottanta. A quanto pareva, Halliday aveva trascritto il

codice della Happytime Pizza dalla simulazione di Middletown e ne


aveva nascosto un duplicato proprio dentro il museo di Archaide.
Che diavolo ci faceva qui? La sua esistenza non era mai stata
menzionata in alcun forum di Gunter n in alcuna guida strategica.
Possibile che nessuno lavesse notata fino ad allora?
Halliday citava spesso la Happytime Pizza, nellAlmanacco, perci
sapevo che conservava un bel ricordo del posto. Ci andava spesso dopo
la scuola, per non dover tornare a casa.
Linterno riproduceva, con unappassionata cura per il dettaglio,
latmosfera di una tipica pizzeria o sala giochi anni ottanta. Dietro al
bancone, svariati camerieri PNG impastavano farina e tagliavano fette
di torta. (Attivai la torre Olfatrix e scoprii che potevo davvero sentire
lodore del sugo di pomodoro.) Il locale era diviso in due, la sala
giochi e la sala da pranzo. I videogiochi, comunque, si trovavano anche
nella sala da pranzo: tutti i tavoli ricoperti di vetro erano in realt
mobili arcade tipo tavolino da cocktail. Si poteva giocare a Donkey
Kong e intanto mangiare una pizza.
Se avessi avuto fame, avrei potuto ordinare una vera fetta di pizza al
bancone. Lordine sarebbe stato inoltrato a una pizzeria vicina al mio
appartamento, quella che avevo indicato nella lista delle preferenze nel
servizio cibo del mio account OASIS. Avrebbero consegnato la fetta di
pizza direttamente a casa mia in pochi minuti, e il costo (mancia
compresa) sarebbe stato detratto dal bilancio del mio account.
Mentre entravo nella sala giochi, un pezzo di Bryan Adams veniva
sparato a tutto volume dalle casse, montate sulle pareti rivestite di
moquette. Bryan cantava di come, ovunque andasse, i ragazzi volessero
rockeggiare. Premetti il pollice sul cambiamonete e comprai un gettone.
Lo estrassi dalla vaschetta in acciaio inossidabile e mi diressi in fondo
alla sala giochi, godendomi tutti i dettagli della simulazione. Notai un
messaggio scritto a mano sul marquee in cima al cabinato di Defender.
Cera scritto: BATTI IL PUNTEGGIO DEL PROPRIETARIO E
VINCI UNA PIZZA GIGANTE!
Un cabinato di Robotronmostrava la lista dei punteggi. Robotron
consentiva ai giocatori con il miglior punteggio di scriverci accanto,
anzich le proprie iniziali, una frase intera, e il geniaccio in cima alla
classifica aveva impiegato il suo prezioso spazio per annunciare che il
vicepreside rundberg una sega totale!

Continuai ad addentrarmi in quellampia caverna elettronica e raggiunsi


un cabinato di Pac-Man, in fondo alla stanza, incastrato tra Galaga e
Dig-Dug. Il mobile, nero e giallo, era ricoperto di graffi e pezzi di
patatine, e gli sgargianti adesivi laterali si stavano scollando.
Sul monitor, completamente nero, era incollata una scritta: FUORI
USO. Perch Halliday avrebbe dovuto inserire allinterno della sua
simulazione un gioco rotto? Che fosse lennesimo dettaglio
datmosfera? Incuriosito, decisi di investigare.
Spostai il mobile dal muro e notai che la spina era staccata. La inserii
nella presa e attesi che il gioco si caricasse. Sembrava funzionare pi
che bene.
Spingendo nuovamente il mobile contro il muro, notai qualcosa. In
cima alla macchina, appoggiato alla barra metallica che sosteneva il
vetro del marquee, cera un quarto di dollaro. La data sulla moneta era
il 1981: lanno duscita di Pac-Man.
Sapevo che negli anni ottanta mettere un gettone sul marquee del gioco
era il modo per prenotarsi la partita successiva. Ma, quando cercai di
prendere la moneta, non riuscii a smuoverla. Era come se lavessero
saldata l sopra.
Strano.
Spostai la scritta FUORI USO sul mobile di Galaga, l accanto, e
guardai la schermata daccensione, che elencava i malefici fantasmini
del gioco: Inky, Blinky, Pinky e Clyde. Il punteggio massimo, in cima
allo schermo, era di 3 333 350 punti.
Molto di tutto questo era bizzarro. Nel mondo reale, i cabinati di PacMan non salvavano i punteggi quando erano scollegati. E il contatore
avrebbe dovuto azzerarsi raggiunto il milione di punti. Ma questa
macchina mostrava un punteggio di 3 333 350: soltanto dieci punti in
meno del punteggio massimo raggiungibile.
Lunico modo di battere un punteggio simile era giocare una partita
perfetta.
Sentii il battito accelerare. Avevo appena scoperto qualcosa. Una sorta
di Easter Egg nascosto in un vecchio videogioco a gettoni. Non era
quell Easter Egg. Era soltanto un Easter Egg. Una specie di sfida, o un
piccolo enigma che, ne ero quasi certo, aveva ideato e messo qui
Halliday stesso. Non sapevo se avesse qualcosa a che fare con la
Chiave di Giada. Avrebbe potuto non essere legato allEgg. Ma cera
solo un modo di scoprirlo.

Avrei dovuto giocare una partita perfetta a Pac-Man.


Non era unimpresa facile. Bisognava giocare in modo impeccabile tutti
e 256 i livelli, fino allo split screen finale. E bisognava mangiare ogni
singolo pallino, pillola, frutto e fantasma che si incontrava sulla via,
senza mai perdere una vita. Nei sessantanni di storia del gioco, erano
documentate meno di venti partite perfette. La partita pi veloce mai
registrata era stata giocata da James Halliday in meno di quattro ore.
Aveva conseguito il record su una vera macchina di Pac-Man, nella sala
caff della Gregarious Games.
Poich sapevo che Halliday amava quel gioco, ero gi ben preparato su
Pac-Man. Ma non ero mai riuscito a giocare una partita perfetta. C da
aggiungere che non mi ci ero mai messo sul serio. Fino ad allora, non
avevo avuto ragioni per farlo.
Aprii il diario del Graal e ne tirai fuori tutti i dati legati a Pac-Man che
avevo raccolto. Il codice originario del gioco. La biografia integrale del
programmatore, Toru Iwatani. Ogni guida strategica che fosse mai stata
scritta su Pac-Man. E, ovviamente, gli schemi di gioco. Avevo
diagrammi e schemi di gioco da vendere, oltre a centinaia di ore di
registrazioni video dei migliori giocatori di Pac-Man della storia.
Avevo gi studiato gran parte di tutto questo, ma diedi una scorsa
veloce al mio raccolto per rinfrescarmi la memoria. Poi richiusi il diario
del Graal e studiai il mobile di Pac-Man che avevo di fronte, come un
pistolero che studia il suo nemico.
Stirai le braccia, sciolsi i muscoli del collo e mi scrocchiai le dita.
Quando infilai la moneta nella fessura di sinistra, il gioco emise quel
familiare bii-wup! elettronico. Pigiai il pulsante player One e, sullo
schermo, comparve il primo labirinto.
Avvolsi le dita intorno al joystick e cominciai a giocare, guidando il
mio eroe a forma di pizza da un labirinto allaltro. Wakka-wakkawakka-wakka.
Lambiente virtuale che mi circondava scomparve, via via che mi
concentravo e mi perdevo nellantica realt bidimensionale del gioco.
Come con Dungeons of Daggorath, stavo giocando a una simulazione
dentro una simulazione. Un gioco dentro un gioco.
Fui costretto a un paio di false partenze. Giocavo per unora, a
volte due, poi facevo un minuscolo errore e dovevo riavviare la
macchina e ricominciare. Ma ero giunto allottavo tentativo, e stavo
giocando da sei ore filate. Ero un drago. Ero stato lucido e infallibile

come lUomo Ghiaccio. Duecentocinquantacinque schermate e non


avevo ancora fatto il minimo errore. Ero riuscito a far secchi i quattro
fantasmi con ogni singola pillola (fino al diciottesimo livello, quando
smettono di diventare blu) e mi ero accaparrato, senza mai morire, ogni
frutto, uccello, campana e chiave che fossero apparsi.
Stavo giocando la partita migliore di tutta la mia vita. Era lei. Lo
sentivo. Ogni cosa stava andando al proprio posto. Ero in stato di
grazia.
In ogni labirinto cera un punto, appena sopra la posizione iniziale,
dove si poteva tenere nascosto il proprio Pac-Man fino a quindici
minuti. L, i fantasmi non riuscivano a raggiungerlo. Grazie a questo
trucchetto, ero riuscito a fare due pause pranzo e una pip nel corso
delle sei ore.
Mentre mi mangiavo la 255ma schermata a grandi bocconi, lo stereo
della zona gioco cominci a sparare ad altissimo volume una canzone:
Pac-Man Fever. Un largo sorriso si impossess del mio volto. Sapevo
che doveva essere il modo in cui Halliday si levava il cappello dinnanzi
ai miei progressi.
Mantenendomi, unultima volta, sulla mia linea gi testata e provata,
diedi un colpo di joystick a destra, mi infilai nella porta segreta e uscii
dal lato opposto e poi scesi gi per racimolare gli ultimi pallini rimasti e
liberare del tutto la schermata. Trassi un lungo respiro, mentre i
contorni blu del labirinto cominciavano a lampeggiare di bianco. E poi
lo vidi, proprio davanti ai miei occhi. Il leggendario split screen. La fine
del gioco.
In quel momento, con il peggior tempismo immaginabile, pochi secondi
dopo che avevo cominciato lultima schermata, sul display comparve
un avviso del Segnapunti.
Sovraimpresse alla schermata di Pac-Man mi apparvero le prime dieci
posizioni. Diedi un rapido sguardo, giusto in tempo per vedere che
Aech era stato il secondo a trovare la Chiave di Giada. Il suo punteggio
era aumentato di 19 000 punti, lanciandolo in seconda posizione, e
relegando me alla terza.
Per chiss quale miracolo, riuscii a non impazzire. Rimasi concentrato
sulla partita.
Strinsi ancora pi forte il joystick, impedendo che la mia
concentrazione venisse guastata dagli eventi. Avevo praticamente

finito! Non mi rimaneva che spremere i 6760 punti finali dallultimo,


contorto labirinto e poi avrei raggiunto il punteggio massimo.
Il mio cuore batteva a tempo con la musica, mentre liberavo
limmacolata parte sinistra dello schermo. Poi mi avventurai sul terreno
tortuoso, guidando Pac-Man verso le rovine di pixel e quel che restava
della parte destra dello schermo. Nascoste sotto la grafica ingarbugliata
e i pezzi di spiritelli cerano nove altre palline che valevano dieci punti
luna. Non riuscivo a vederle, ma avevo memorizzato la loro posizione.
Le trovai in fretta e le mangiai tutte e nove, guadagnando novanta
punti. Poi mi voltai e corsi verso il fantasma pi vicino Clyde e
commisi un Pacicidio, morendo per la prima volta in tutta la partita.
Pac-Man si blocc e si spense nel nulla, con un lungo biiiiwup.
Ogni volta che Pac-Man moriva in questo labirinto finale, le nove
palline nascoste ricomparivano nella met deformata dello schermo.
Perci, per raggiungere il punteggio massimo realizzabile, dovevo
trovare e mangiare le palline per altre cinque volte, una per ciascuna
delle cinque vite che mi restavano.
Facevo di tutto per non pensare a Aech, che in quel momento stava
sicuramente stringendo tra le mani la Chiave di Giada e, probabilmente,
stava gi leggendo lindizio inciso sulla superficie.
Puntai il joystick a destra, avvicinandomi unultima volta alle macerie
digitali. Ormai sarei riuscito a farlo bendato. Aggirai Pinky per
afferrare le due palline in fondo, poi le altre tre al centro e, infine, le
ultime quattro, in cima.
Ce lavevo fatta. Avevo il nuovo miglior punteggio. 3 333 360 punti.
Una partita perfetta.
Staccai le mani dai comandi e osservai i quattro fantasmini che si
dirigevano verso Pac-Man. La scritta GAME OVER lampeggi al
centro del labirinto.
Attesi. Non accadde nulla. Dopo qualche secondo, riapparve la
schermata dapertura del gioco, con i quattro fantasmi, i loro nomi e
soprannomi.
I miei occhi corsero subito alla moneta sullorlo del marquee. Prima era
quasi saldata al sostegno, irremovibile. Ma in quel momento si mosse e
cadde, rotolando direttamente in mano al mio avatar. Poi svan, e sul
display comparve un messaggio che mi informava che la moneta era
stata aggiunta automaticamente al mio inventario. Quando cercai di
tirarla fuori per esaminarla pi attentamente, scoprii che non potevo.

Licona del quarto di dollaro non si spostava dal mio inventario. Non
potevo estrarla o lasciarla da qualche parte.
Se anche la moneta avesse avuto propriet magiche, queste non
venivano rivelate nella descrizione delloggetto, che era inesistente. Per
scoprirne di pi, avrei dovuto lanciare una serie di elaboratissime
formule magiche di divinazione. Ci sarebbero voluti giorni, e
lincantesimo avrebbe richiesto molte componenti costose e, anche in
quel caso, non cera garanzia che avrei avuto una risposta.
Ma in quel momento faticavo a interessarmi del mistero del quarto di
dollaro irremovibile. Riuscivo a pensare solo al fatto che sia Art3mis
sia Aech erano riusciti a battermi nella scoperta della Chiave di Giada.
Ed era chiaro che ottenere il punteggio massimo a una partita di PacMan su Archaide non mi aveva fatto fare alcun passo avanti in
proposito. Avevo davvero perso tempo.
Mi diressi verso la superficie del pianeta. Mi stavo sedendo nella cabina
di pilotaggio delVonnegut quando ricevetti unemail. Veniva da Aech.
Sentii il cuore battere a mille quando lessi loggetto: Tempo di ripagare
i debiti.
Trattenendo il fiato, aprii il messaggio e lo lessi: Caro Parzival, Siamo
pari ora, capito? Da questo momento in poi, considero pienamente
estinto il mio debito nei tuoi confronti.
Farai meglio a sbrigarti. I Sixer saranno gi sulla strada.
Buona fortuna, Aech Sotto la firma, allegata al messaggio, cera
unimmagine. Era una scansione ad alta risoluzione della copertina del
manuale distruzioni relativo allavventura testuale Zork la versione
prodotta nel 1980 dal Personal Software per il TRS-80 Modello III.
Avevo giocato e portato a termine Zork soltanto una volta, molto tempo
prima, durante il primo anno della Caccia. Ma nel corso di quellanno
avevo giocato ad altri classici testuali, compresi i sequel di Zork, perci
i dettagli del gioco erano un ricordo sbiadito. La maggior parte delle
avventure testuali si spiegavano da s, e cos non avevo mai dovuto
leggere il manuale distruzioni di Zork. E in quel momento capii che
era stato un errore madornale.
Sulla copertina del manuale si poteva vedere un dipinto che ritraeva una
scena del gioco. Un impavido avventuriero indossava unarmatura e un
elmo alato e brandiva, alta sopra la testa, una spada scintillante di blu,
mentre si accingeva a colpire un troll, rannicchiato ai suoi piedi. Con il
braccio libero, lavventuriero reggeva svariati tesori; e altri giacevano a

terra, sparsi tra ossa umane. Alle spalle delleroe, una creatura oscura,
dalle grandi zanne, lo fissava ostile.
Tutto ci avveniva in primo piano, ma i miei occhi si fissarono
immediatamente sullo sfondo: una grande casa bianca, porte e finestre
inchiodate con assi di legno.
In una dimora da tempo abbandonata.
Fissai limmagine per qualche secondo, maledicendomi per non aver
fatto il collegamento mesi prima, da solo. Poi accesi i motori del
Vonnegute preparai la rotta per un altro pianeta del Settore 7, non
distante da Archaide. Era un piccolo mondo chiamato Frobozz, che
ospitava una riproduzione dettagliata di Zork.
Era anche, ora lo sapevo, il nascondiglio della Chiave di Giada.
[1] Citazione da Breakfast Club di John Hughes (1985). [N.d.T.]
[2] Citazione da Indiana Jones e il tempio maledetto (1984).
[N.d.T.]
0023
Frobozz era posizionato in un gruppo
di centinaia di mondi poco visitati noto come LAmmasso XYZZY.
Tali pianeti risalivano ai primi giorni di OASIS e ciascuno riproduceva
gli ambienti delle vecchie avventure testuali o dei MUD (Multi-User
Dungeon). Ognuno era un santuario un omaggio interattivo ai remoti
progenitori di OASIS.
Le avventure testuali (definite Interactive Fiction da molti studiosi
moderni) si servivano del testo per ricreare lambiente virtuale in cui il
giocatore si sarebbe mosso. Il gioco forniva una semplice descrizione
scritta dellambiente virtuale, il giocatore digitava comandi di testo,
comunicando al gioco ci che voleva che lavatar facesse. Le istruzioni
dovevano essere semplici, composte da non pi di due o tre parole,
come vai a sud o prendi spada. Se un ordine era troppo complesso,
lelaboratore di comandi non era in grado di capirlo. Leggendo e
scrivendo testi, ci si avventurava per il mondo virtuale raccogliendo
tesori, sconfiggendo mostri, schivando trappole e risolvendo enigmi,
per poi raggiungere la fine del gioco.
La prima avventura testuale cui avessi mai giocato si intitolava
Colossal Cave e, sulle prime, linterfaccia solo testo mi era sembrata
incredibilmente semplice e grossolana. Ma dopo qualche minuto, mi
ero immerso nella realt creata dalle parole sullo schermo. In qualche
modo, quelle due semplici frasi che descrivevano ogni stanza erano in
grado di evocare immagini vivide nella mia testa.

Zork era una delle prime e pi famose avventure testuali. Secondo il


diario del Graal, avevo completato il gioco soltanto una volta, in un
solo giorno, pi di quattro anni prima. Da allora, con unimperdonabile
dimostrazione di ignoranza, avevo dimenticato due dettagli essenziali
del gioco: 1. Zork si apriva con il protagonista di fronte a una casa
bianca con porte e finestre sbarrate.
2. Nel salotto di quella stessa casa cera una teca con molti trofei.
Per completare il gioco, ogni tesoro raccolto doveva essere riportato in
quel salotto e piazzato in quella teca.
Il resto della quartina aveva finalmente un significato.
La Chiave di Giada il capitano ha celata
In una dimora da tempo
abbandonata
Ma nel fischietto soffiar tu potrai
Se dei trofei la
raccolta farai Decenni prima, i diritti di Zork e dei suoi sequel erano
stati comprati e riprodotti su OASIS come stupefacenti simulazioni
tridimensionali, tutte situate su Frobozz, pianeta che prendeva il nome,
non a caso, da uno dei personaggi delluniverso Zork. E cos la dimora
da tempo abbandonata, quella stessa che avevo cercato per sei mesi, era
sempre stata su Frobozz, in bella vista. Nascosta allaria aperta.
Controllai il navigatore. Viaggiando alla velocit della luce, non
avrei impiegato pi di quindici minuti per raggiungere Frobozz.
Cerano buone probabilit che i Sixer lo avessero raggiunto prima di
me. In tal caso, probabilmente avrei incontrato, una volta abbandonata
la velocit della luce, una piccola armata di navicelle dassalto Sixer
schierata in orbita intorno al pianeta. Avrei dovuto farmi strada con la
forza per raggiungere la superficie del pianeta, e poi non avrei avuto
altra scelta che seminarli o cercare la Chiave di Giada con il loro fiato
sul collo. Non proprio una bella prospettiva.
Fortunatamente, avevo un piano di riserva: lAnello di teletrasporto.
Era uno degli oggetti magici pi preziosi nel mio inventario,
saccheggiato dal bottino di un drago rosso che avevo ucciso su Gygax.
Lanello permetteva al mio avatar di teletrasportarsi una volta al mese
su qualsiasi luogo di OASIS. Lo avevo usato solo in caso di emergenza,
come ultima via di fuga, o quando avevo avuto bisogno di raggiungere
qualche posto nel minor tempo possibile. Come in quel momento.
Programmai velocemente il computer di bordo del Vonnegutsul pilota
automaticoperch portasse la nave verso Frobozz. Gli diedi istruzioni di
attivare il dispositivo di occultamento non appena fosse uscito
dalliperspazio, di individuare la mia posizione sul pianeta e atterrare l

vicino. Con un po di fortuna, i Sixer non avrebbero intercettato la mia


navicella e non lavrebbero fatta saltare in aria prima che mi avesse
raggiunto. Altrimenti, sarei rimasto confinato su Frobozz, senza
possibilit di andarmene, circondato dallintera armata Sixer.
Innestai il pilota automatico del Vonnegut e attivai lAnello di
teletrasporto pronunciando la parola chiave: Brundell. Non appena
lanello cominci a brillare, dissi il nome del pianeta su cui volevo
teletrasportarmi. Comparve sul display una mappa di Frobozz. Era un
mondo vastissimo e, come Middletown, la superficie era disseminata di
centinaia di copie identiche della stessa simulazione: in questo caso, si
trattava di riproduzioni del campo di gioco di Zork. Per lesattezza, ce
nerano 512 copie, il che significava che ci sarebbero state anche 512
case bianche, disposte uniformemente sulla superficie del pianeta. Era
probabile che avrei potuto ottenere la Chiave di Giada in una qualsiasi
di esse, perci, senza pensarci troppo, selezionai una copia a caso sulla
mappa. Lanello produsse un lampo di luce accecante e, un secondo
dopo, il mio avatar era l, sulla superficie di Frobozz.
Aprii il diario del Graal e trovai le pagine su cui avevo appuntato i
modi in cui risolvere Zork. Poi aprii una mappa dello scenario del gioco
e la piazzai in un angolo del display.
Scrutando il cielo, non vidi traccia dei Sixer. Ma ci non significava
necessariamente che non fossero gi arrivati. Sorrento e i suoi tirapiedi
si erano probabilmente gi teletrasportati su un altro campo di gioco.
Chiunque sapeva che i Sixer erano accampati fuori dal Settore 7 da
giorni, aspettando soltanto questo momento. Quando avevano visto
aumentare il punteggio di Aech, dovevano aver usato la Tavoletta di
ricerca di Fyndoro e scoperto che si trovava su Frobozz. Ci significava
che lintera armata Sixer era gi in arrivo. Dovevo raggiungere la
chiave nel minor tempo possibile e poi portare il culo via da Dodge.
Mi guardai in giro. Lambiente mi era inquietantemente familiare.
Il testo della descrizione dapertura, in Zork, recita: OVEST CASA
Ti trovi in un campo a ovest di una casa bianca con la porta
sbarrata. C una piccola cassetta delle lettere.
>
Il mio avatar si trovava proprio in quel campo, a ovest della casa
bianca. La porta dingresso della villa vittoriana era sbarrata con assi di
legno e, a pochi metri da me, in fondo al vialetto che conduceva alla
casa, cera una cassetta delle lettere. La casa era circondata da un fitto
bosco, oltre al quale potevo vedere le cime frastagliate dei monti.

Voltandomi a sinistra, notai un sentiero che conduceva a nord, proprio


dove mi aspettavo che fosse.
Corsi sul retro della casa. Trovai una piccola finestra, socchiusa. La
spalancai e mi ci infilai dentro. Come avevo previsto, mi trovai in
cucina. Al centro della stanza cera un tavolo di legno su cui giacevano
un sacco marrone e una bottiglia dacqua. Poco distante, vidi un camino
e una scalinata che conduceva in soffitta. Il corridoio alla mia sinistra
portava al salotto. Proprio come nel gioco.
Ma la cucina conteneva oggetti che non venivano menzionati nel testo
descrittivo del gioco. Un forno, un frigorifero, molte sedie di legno, un
lavandino e file di credenze. Aprii il frigo. Straripava di porcherie.
Pizze fossilizzate, budini monodose, carne in scatola e unampia scelta
di salse in busta. Controllai le credenze. Erano ricolme di cibo in
scatola e liofilizzato. Riso, pasta, zuppe.
E cereali.
Unintera credenza era stipata con vecchie scatole di cereali, la
produzione dei quali, per la maggior parte, era stata sospesa prima che
nascessi. Fruit Loops, Honeycombs, Lucky Charms, Count Chocula,
Quisp, Frosted Flakes. E poi, nascosta sul fondo, ecco una scatola
solitaria di CapN Crunch sulla quale, a chiare lettere, si poteva leggere
la frase FISCHIETTO IN OMAGGIO IN OGNI SCATOLA.
La Chiave di Giada il capitano ha celata.
Iniziai a scavare nella scatola, spargendo pepite dorate e croccanti
dappertutto, sul bancone. E poi lo vidi: un piccolo fischietto di plastica
in una busta di cellofan trasparente. Strappai il cellofan e tenni il
fischietto tra le mani. Era giallo, con la faccia di Capn Crunch
impressa su un lato, e quella di un cane impressa sullaltro. Su entrambi
i lati, si leggeva la scritta Capn Crunch Bosun Whistle.
Portai il fischietto alle labbra del mio avatar e soffiai. Ma non emise
alcun suono. Non accadde niente.
Ma nel fischietto soffiar tu potrai se dei trofei la raccolta farai.
Mi misi il fischietto in tasca e aprii il sacco che si trovava sul tavolo
della cucina: raccolsi uno spicchio daglio e lo inserii nellinventario.
Poi corsi a ovest, verso il salotto. Il pavimento era ricoperto da un
grande tappeto orientale. Tutta la stanza era arredata con mobili antichi,
del tipo che avevo visto nei film degli anni quaranta. Sulla parete a
ovest cera una porta con strani caratteri incisi in superficie. Sulla
parete opposta, una bellissima teca di vetro. Era vuota. Una lanterna

elettrica era poggiata sulla teca e, poco sopra, una spada scintillante era
fissata alla parete.
Presi la spada e la lanterna, poi arrotolai il tappeto, svelando la botola
che sapevo essere nascosta l sotto. La aprii, e notai una scalinata che
conduceva in una cantina buia. Accesi la lanterna. Mentre scendevo i
gradini, la spada inizi a brillare.
Continuai a basarmi sul diario del Graal e sui consigli che vi
avevo appuntato, che mi suggerivano la tecnica esatta per attraversare il
labirinto di stanze, corridoi ed enigmi del gioco. Via via che
proseguivo, raccolsi tutti i diciannove tesori del gioco, ritornando
continuamente nel salotto della casa bianca per rimetterli nella teca,
pochi alla volta. Sulla strada, dovetti affrontare numerosi PNG: un troll,
un Ciclope, un ladro fastidiosissimo. Quanto al leggendario Grue, che
mi aspettava nel buio per pasteggiare a carne umana, mi limitai a
evitarlo.
A parte il fischietto Capn Crunch nascosto in cucina, non trovai
sorprese o deviazioni dal gioco originale. Per risolvere questa versione,
immersiva e tridimensionale, di Zork, non dovevo far altro che
compiere esattamente le stesse azioni che la versione testuale mi
richiedeva. Correndo a pi non posso, senza mai fermarmi ad ammirare
il paesaggio o a pensarci due volte, riuscii a completare il gioco in
ventidue minuti.
Dopo aver raccolto un piccolo medaglione in ottone, lultimo dei
diciannove tesori, sul mio display apparve una notifica che mi
informava che il Vonnegut mi attendeva fuori dalla casa. Il pilota
automatico aveva fatto atterrare la nave sul campo a ovest della casa
bianca. Il dispositivo di occultamento era ancora attivo e gli scudi erano
funzionanti. Speravo che, se erano gi l, in orbita intorno al pianeta, i
Sixer non avessero notato la nave.
Corsi di nuovo nel salotto della casa bianca, ancora una volta, e posai
lultimo tesoro nella teca. Come nel gioco originale, dentro la teca
apparve una mappa che mi indicava la posizione di un carretto
nascosto, raggiunto il quale il gioco finiva. Ma la mappa non mi
interessava particolarmente, n avevo intenzione di finire Zork. Tutti i
trofei erano raccolti, nella loro teca, perci estrassi di tasca il
fischietto Capn Crunch. Aveva tre fori. Coprii il terzo con un dito, per
generare quel suono da 2600 hertz che aveva fatto entrare il fischietto

negli annali degli hacker. Poi soffiai, emettendo una distinta nota
stridente.
Il fischietto si trasform in una piccola chiave e il mio punteggio sul
Segnapunti sal di 18 000 punti.
Ero di nuovo al secondo posto, precedevo Aech di soli mille punti.
Un istante dopo, lintera simulazione di Zork si resett. I diciannove
tesori della teca svanirono, ritornando ai loro posti, e il resto della casa,
cos come lintero campo di gioco, ritornarono esattamente come li
avevo trovati.
Osservando la chiave che stringevo in mano, avvertii una fitta di
panico. La chiave era dargento, non aveva il colore verde pallido della
giada. Ma quando la girai per esaminarla attentamente, notai che era
avvolta da un incarto color argento, quasi fosse una gomma da
masticare o una barretta di cioccolato. Con cautela, lo scartai e mi
trovai in mano una chiave in pietra verde lavorata.
La Chiave di Giada.
E, come nel caso della Chiave di Rame, notai che cera un indizio
inciso sulla superficie: La missione continuerai se il test affronterai
Lo lessi e rilessi, ma non mi rivel alcun significato nascosto,
perci spostai la chiave nellinventario ed esaminai lincarto. Un lato
era argentato, laltro era di carta bianca. Non si notava alcun segno.
Proprio in quellistante udii il rombo attutito di una nave in arrivo e
capii che dovevano essere i Sixer. Sembrava fossero arrivati con tanto
di rinforzi.
Mi misi in tasca lincarto e corsi via dalla casa. Sopra la mia testa,
migliaia di navicelle dassalto Sixer riempivano il cielo, come uno
sciame rabbioso di vespe metalliche. Atterrando, le navicelle si
separavano in gruppetti, dirigendosi in punti diversi, come se volessero
coprire lintera superficie del pianeta.
Non pensavo che i Sixer fossero cos stupidi da voler circondare tutte le
cinquecentododici riproduzioni della casa bianca. La strategia aveva
funzionato su Ludus, ma solo per qualche ora, e in quel caso non
avevano che un luogo da presidiare. Lintero pianeta di Frobozz era in
zona PvP e sia la magia sia la tecnologia funzionavano, perci non
avrebbero avuto molte possibilit. Presto sarebbero arrivati interi
eserciti di Gunter, armati fino ai denti, e se i Sixer avessero cercato di
contenerli si sarebbe scatenata una guerra, di una portata mai vista
prima nella storia di OASIS.

Mentre continuavo a correre per il campo, fino alla rampa di carico


della mia nave, notai uno squadrone di un centinaio di navi da guerra
che scendeva dal cielo, diretto proprio verso di me. Stavano venendo a
prendermi.
Max aveva gi riscaldato i motori del Vonnegut, perci gli gridai di
decollare non appena fossi salito a bordo. Quando raggiunsi il pannello
di comando dellabitacolo, aprii le valvole al massimo e le navi Sixer
che sciamavano gi dal cielo furono costrette a effettuare una difficile
manovra per inseguirmi. Mentre la mia nave si lanciava verso il cielo,
iniziai a sentire il fuoco nemico che arrivava da ogni direzione. Ma ebbi
fortuna. La mia navicella era veloce, i miei scudi erano di ultima
generazione e tennero duro abbastanza da farmi raggiungere lorbita.
Ma si guastarono pochi istanti dopo e lo scafo del Vonnegut sub seri
danni nella manciata di secondi che impiegai per schizzare alla velocit
della luce.
Ci era mancato pochissimo. Quei bastardi mi avevano quasi preso.
La mia navicella era in pessime condizioni e, anzich ritornare
alla fortezza, mi diressi verso il Garage di Joe, unastronave orbitale
adibita ad autofficina nel Settore 10. Quella di Joe era unimpresa
onesta, a conduzione-png, con prezzi ragionevoli e un servizio pi
veloce della luce. Mi recavo da loro ogni volta che il Vonnegutaveva
bisogno di riparazioni o modifiche.
Mentre Joe e i suoi ragazzi sistemavano la mia astronave, mandai a
Aech un breve messaggio per ringraziarlo. Gli dissi che qualsiasi tipo di
debito sentisse di avere nei miei confronti, laveva ripagato appieno.
Inoltre, confessai di essere stato un coglione insensibile ed egocentrico
e lo pregai di perdonarmi.
Non appena la mia nave fu pronta per ripartire, mi diressi alla fortezza.
Trascorsi la giornata incollato ai feed di notizie. Si era sparsa la voce, e
ogni Gunter che ne avesse la possibilit si era gi teletrasportato su
Frobozz. Migliaia di Gunter arrivavano con le loro astronavi ogni
minuto, per affrontare i Sixer e accaparrarsi una copia della Chiave di
Giada.
I feed di notizie trasmettevano in diretta i combattimenti su larga scala
che scoppiavano dappertutto su Frobozz, accanto a tutte le riproduzioni
della dimora da tempo abbandonata. I clan di Gunter pi ampi si
erano uniti ancora una volta per sferrare un attacco coordinato sulle
forze Sixer. Erano le prime avvisaglie di quella che sarebbe stata

chiamata la Battaglia di Frobozz, e le vittime iniziavano a


moltiplicarsi da ambo le parti.
Tenni un occhio sul Segnapunti, aspettandomi di vedere apparire i
primi Sixer che si fossero impossessati della Chiave di Giada, mentre le
loro truppe tenevano a bada la resistenza. Come temevo, il primo
punteggio ad aumentare fu quello che si trovava accanto al numero di
matricola IOIdi Sorrento. Arriv a 17 000 punti, e fu catapultato in
quarta posizione.
Ora che i Sixer sapevano esattamente come e dove trovare la Chiave di
Giada, mi aspettavo di vedere i loro punteggi alzarsi esponenzialmente,
via via che i tirapiedi di Sorrento seguivano il capo. Ma, con mia
grande sorpresa, il primo a ottenere la Chiave di Giada non fu altri che
Shoto. Solo venti minuti dopo Sorrento.
In qualche modo Shoto era riuscito a sfuggire alle orde di Sixer che
infestavano il pianeta, era entrato in una delle case bianche, aveva
raccolto tutti e diciannove i tesori e si era impossessato di una copia
della chiave.
Continuai a seguire la situazione sul Segnapunti, aspettandomi di
vedere aumentare anche il punteggio di suo fratello Daito. Ma questo
non accadde.
Al contrario, pochi minuti dopo che Shoto ebbe ottenuto la sua copia
della chiave, il nome di Daito scomparve del tutto dal Segnapunti.
Cera una sola spiegazione plausibile: Daito era stato ucciso.
0024
Nelle ventiquattrore successive, su Frobozz regn il caos,
mentre ogni Gunter di OASIS cercava di raggiungere il pianeta per
unirsi alla battaglia.
I Sixer avevano appostato il loro esercito su tutto il globo, in uno
sfrontato tentativo di cingere in blocco tutte le 512 copie del campo di
gioco di Zork. Ma le loro forze, pur sterminate e ben equipaggiate,
erano disposte su un territorio troppo vasto. Quel giorno, solo sette dei
loro avatar riuscirono a impossessarsi della Chiave di Giada. E quando i
clan di Gunter diedero inizio allattacco coordinato alle truppe Sixer, i
babbei in uniforme cominciarono a risentire delle perdite e furono
costretti a ritirarsi.
Dopo qualche ora, lalto comando Sixer decise di adottare una nuova
strategia. Era ovvio che non sarebbero riusciti a mantenere stabili pi di
cinquecento posti di blocco, n a respingere lenorme affluenza di
Gunter. Pertanto, decisero di raggruppare tutte le forze su dieci copie di

Zork confinanti, vicino al polo sud del pianeta. Installarono dei


potentissimi campi di forza e, sul perimetro delle barriere-scudo,
posizionarono battaglioni corazzati.
La nuova strategia a scala ridotta funzion, e le forze Sixer si
dimostrarono adeguate a mantenere le dieci posizioni e a impedire a
ogni altro Gunter di entrare (del resto, non cera motivo di rischiare, dal
momento che oltre cinquecento copie restanti di Zork attendevano,
indifese). Ora che i Sixer potevano operare indisturbati formarono dieci
file di avatar allesterno di ogni casa, e li spedirono, uno dopo laltro, a
cercare la Chiave di Giada. Chiunque poteva vedere cosa stavano
facendo perch, sul Segnapunti, i numeri accanto a ogni matricola IOI
iniziarono ad aumentare di 15 000 punti.
Allo stesso tempo, anche il punteggio di centinaia di Gunter era
aumentato. Ora che la posizione della Chiave di Giada era di pubblico
dominio, decifrare la quartina e scoprire come impossessarsi della
chiave era relativamente facile. Era l, in attesa di chiunque avesse gi
superato la Prima Porta.
Mentre la battaglia di Frobozz volgeva al termine, la situazione sul
Segnapunti era la seguente: PUNTEGGI: 1. Art3mis 129.000
2.
Parzival 128.000
3. Aech 127.000
4. ioi-655321 122.000
5. Shoto 122.000
6. ioi-643187 120.000
7.
ioi-621671
120.000 8. ioi-678324 120.000
9. ioi-637330 120.000
10.
ioi-699423 120.000 Bench Shoto avesse lo stesso punteggio di
Sorrento, Sorrento aveva totalizzato i 122.000 punti per primo e questa
probabilmente era la ragione per cui gli spettava una posizione pi alta
sul Segnapunti. I punti bonus relativamente scarsi che io, Art3mis,
Aech e Shoto avevamo ricevuto per essere stati i primi a raggiungere le
due chiavi era ci che continuava a mantenerci tra i Cinque Grandi.
Anche Sorrento si era impossessato di uno dei bonus. Vedere il suo
numero di matricola sopra il nome di Shoto mi fece rabbrividire.
Scorrendo il Segnapunti, notai che la lista aveva raggiunto pi di
cinquemila nomi e aumentava di ora in ora, via via che nuovi avatar
riuscivano a sconfiggere Acererak a Joust e a ottenere una copia della
Chiave di Rame.
Nessuno, sui forum, sapeva cosa fosse successo a Daito, ma lipotesi
condivisa era che fosse stato ucciso dai Sixer durante i primi minuti
della battaglia di Frobozz. Le dicerie su come fosse morto
impazzavano, ma nessuno aveva assistito alla sua fine. A parte, forse,

Shoto, che era scomparso. Gli mandai un paio di richieste di chat, ma


non ebbi risposta. Immaginai che, come me, stesse concentrando tutte
le sue energie per trovare la Seconda Porta prima dei Sixer.
Sedevo nella mia fortezza, fissando la Chiave di Giada e le parole
incise sul dorso, ripetendole allinfinito, come un mantra esasperante.
La missione continuerai se il test affronterai
La
missione
continuerai se il test affronterai La missione continuerai se il test
affronterai
Ok, ma quale test? Che test avrei dovuto affrontare? La
Kobayashi Maru? Il test della Pepsi? In che modo avrebbe potuto essere
pi vago, lindizio?
Mi cercai gli occhi sotto il visore, e li sfregai per la frustrazione. Decisi
che avevo bisogno di una pausa, di dormire un po. Aprii linventario
del mio avatar e ci chiusi dentro la Chiave di Giada. Nel farlo notai,
accanto al suo spazio nellinventario, linvolucro di carta argentata che
avvolgeva la Chiave di Giada quando mi era apparsa in mano.
Sapevo che il segreto per decifrare lindovinello doveva coinvolgere, in
qualche modo, anche lincarto, ma non capivo come. Mi chiesi se
potesse essere un riferimento a Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato,
ma decisi che non lo era. Nellincarto non cera alcun biglietto doro.
Doveva avere qualche altro scopo o significato.
Osservai la carta argentata rimuginandoci, finch non riuscii pi a
tenere gli occhi aperti. Poi mi scollegai e andai a dormire.
Qualche ora dopo, alle 6:12 dellOST, fui svegliato di soprassalto
dallallarme rimescolaviscere del Segnapunti: mi avvisava che uno dei
punteggi pi alti era cambiato di nuovo.
Assalito da un senso di terrore crescente, mi collegai e aprii il
Segnapunti, incerto su cosa aspettarmi. Che Art3mis fosse riuscita a
superare la Seconda Porta? O forse erano stati Aech o Shoto ad avere
lonore.
Ma i loro punteggi rimanevano immutati. Con mio grande orrore, notai
che era il punteggio di Sorrento ad essere aumentato di 200 000 punti.
Accanto al punteggio comparivano due icone a forma di porta.
Sorrento era stata la prima persona a trovare e superare la Seconda
Porta. Come conseguenza, il suo avatar si era insediato al primo posto,
in cima al Segnapunti.
Rimasi l seduto, raggelato, a osservare il numero di matricola di
Sorrento, valutando in silenzio le ripercussioni di ci che era appena
successo.

Dopo essere uscito dalla porta, Sorrento doveva aver ricevuto un


indizio sulla posizione della Chiave di Cristallo. La chiave che avrebbe
splancato la terza e ultima porta. E cos, i Sixer erano gli unici ad avere
quellindizio. Ci significava che erano pi vicini allEaster Egg di
chiunque altro.
Improvvisamente mi sentii male e feci fatica a respirare. Capii che
probabilmente era un attacco di panico, o qualcosa di simile. Un
collasso mentale. Un tracollo psichico. Chiamatelo come volete. Diedi
un tantino di matto.
Cercai di chiamare Aech, ma non mi rispose. Forse era ancora
arrabbiato, forse aveva faccende pi urgenti di cui occuparsi. Stavo per
chiamare Shoto quando mi ricordai che lavatar di suo fratello era
appena stato ucciso. Non doveva essere esattamente di ottimo umore.
Valutai la possibilit di andare su Benatar per cercare di convincere
Art3mis a parlarmi, ma poi tornai in me. Aveva la Chiave di Giada tra
le mani da giorni, eppure non era ancora riuscita a superare la Seconda
Porta. Scoprire che i Sixer ce lavevano fatta in meno di ventiquattrore
laveva sicuramente gettata in una rabbia psicotica. O, forse, in un
torpore catatonico. Era probabile che non volesse rivolgere la parola a
nessuno, tantomeno a me.
Cercai comunque di chiamarla. Come al solito, non rispose.
Avevo un bisogno pazzesco di sentire una voce familiare, perci
rimediai parlando con Max. Nello stato in cui mi trovavo, anche il suo
piglio loquace computerizzato mi sarebbe stato di conforto. Ma non ci
volle molto prima che Max esaurisse le risposte preprogrammate e,
quando cominci a ripetersi, lillusione di dialogare con unaltra
persona and in mille pezzi e mi sentii ancora pi solo. Sai di esserti
incasinato la vita quando tutto il tuo mondo finisce in merda e lunica
persona con cui puoi parlare il tuo system agent software.
Non sarei riuscito a riaddormentarmi, perci rimasi sveglio, guardando
i feed di notizie e setacciando i forum dei Gunter. Larmata Sixer
rimaneva stabile su Frobozz, e i suoi avatar continuavano a fare incetta
di Chiavi di Giada.
Sorrento doveva aver imparato dal suo errore. Poich i Sixer erano gli
unici a conoscere la posizione della Seconda Porta, non sarebbero stati
cos stupidi da renderla pubblica cercando di accerchiarla con il loro
esercito. Ma non smisero di trarre vantaggio dalla situazione. Nel corso
della giornata, i Sixer continuarono a far attraversare la Seconda Porta

ai loro avatar. Dopo Sorrento, altri dieci Sixer la superarono nel giro di
ventiquattrore. E ogni volta che il punteggio di un Sixer aumentava di
200 000 punti, io, Art3mis, Aech e Shoto scendevamo in classifica,
finch non fummo scalzati del tutto dalla top ten e la pagina principale
del Segnapunti non mostr altro che numeri di matricola di dipendenti
IOI.
I Sixer avevano preso il comando.
E poi, proprio quando mi convinsi che le cose non avrebbero potuto
peggiorare, peggiorarono. E parecchio anche. Due giorni dopo la
Seconda Porta, il punteggio di Sorrento balz in avanti di altri 30 000
punti, rivelando che si era appena impossessato della Chiave di
Cristallo.
Sedevo nella mia fortezza, con gli occhi fissi sui monitor e,
immobilizzato dallorrore, osservavo la situazione schiudermisi
davanti. Era impossibile negare levidenza. La gara si sarebbe conclusa
presto. E non nel modo che avevo sempre pensato, con un Gunter
nobile e valoroso che trovava lEgg e vinceva il premio. Per cinque
anni e mezzo avevo vissuto solo di illusioni. E, come me, tutti gli altri.
La storia non avrebbe avuto un lieto fine. A vincere sarebbero stati i
cattivi.
Passai le ventiquattrore successive in preda al terrore, controllando il
Segnapunti ogni cinque secondi, in maniera ossessiva, aspettandomi la
parola FINE da un momento allaltro.
Sorrento, o uno dei suoi numerosi esperti di Halliday era
indubbiamente riuscito a decifrare lenigma della Seconda Porta e poi a
trovarla. Ma, anche se la prova era sul Segnapunti, non riuscivo a
crederci. Fino ad allora, gli unici progressi dei Sixer erano dipesi da me,
Art3mis o Aech. Come avevano fatto quei cazzoni incapaci a trovare la
Seconda Porta da soli? Forse avevano avuto fortuna. O forse avevano
scoperto un modo nuovo di barare. Come avevano fatto, altrimenti, a
risolvere lindovinello in cos poco tempo, quando Art3mis non ci era
riuscita pur avendo un vantaggio di molti giorni?
Il mio cervello si era trasformato in pongo calpestato. Non riuscivo a
trovare un senso allindizio impresso sulla Chiave di Giada. Avevo
esaurito tutte le idee, anche le pi penose. Non riuscivo a immaginarmi
che cosa fare, o dove cercare.
La notte pass, e i Sixer continuarono a procurarsi copie della Chiave di
Cristallo. Ogni volta che uno dei punteggi aumentava, era come se un

pugnale mi trapassasse il cuore. Ma non riuscivo a smettere di guardare


il Segnapunti. Ero completamente pietrificato.
Mi sentii scivolare nella disperazione pi totale. I miei sforzi di cinque
anni non erano serviti a niente. Avevo scioccamente sottovalutato
Sorrento e i Sixer. E avrei pagato un prezzo altissimo per la mia
presunzione. Quei lacch senzanima stavano gi accerchiando lEgg.
Lo sentivo con ogni fibra del mio corpo.
Avevo perso Art3mis e avrei perso anche la gara.
Avevo gi deciso cosa avrei fatto quando fosse successo. Innanzitutto,
avrei individuato una ragazzina tra quelle del mio fan club ufficiale,
una che non avesse soldi e avesse un avatar di primo livello. Le avrei
consegnato ogni mio oggetto. Poi avrei attivato la sequenza di
autodistruzione della mia fortezza e sarei rimasto seduto al centro di
comando mentre tutto veniva disintegrato dallenorme esplosione
termonucleare. Il mio avatar sarebbe morto e al centro del display
sarebbe apparsa la scritta GAME OVER.
Poi mi sarei strappato il visore di dosso e avrei lasciato lappartamento,
per la prima volta dopo sei mesi. Sarei salito fino al tetto con
lascensore. Forse avrei persino preso le scale, per fare un po di
esercizio.
Il tetto delledificio in cui abitavo era ricoperto da un giardino botanico.
Non ci ero mai andato, ma avevo guardato le foto e mi ero goduto la
vista in webcam. Sul cornicione era stata fissata una barriera in
plexiglas traparente per evitare che la gente si buttasse, ma era ridicola.
Da quando mi ero trasferito, almeno tre persone erano riuscite a
scavalcare.
Mi sarei seduto l e avrei respirato un po dellaria di citt non filtrata,
sentendo il vento sulla pelle. Poi avrei scavalcato la barriera e mi sarei
buttato di sotto.
Questo era il piano che avevo in mente.
Stavo decidendo la canzone da fischiettare mentre precipitavo verso la
morte, quando squill il telefono. Era Shoto. Non ero dellumore adatto
per parlare, perci lasciai che la sua chiamata passasse alla segreteria
video, e osservai Shoto mentre registrava il suo messaggio. Fu molto
breve. Disse che doveva raggiungermi alla fortezza per consegnarmi
qualcosa. Qualcosa che Daito aveva lasciato per me nel suo testamento.
Quando risposi alla sua chiamata per organizzare un incontro, capii
subito che Shoto era un fascio di nervi. La sua voce pacata era colma di

dolore, e la profondit della sua disperazione si coglieva nei tratti del


volto del suo avatar. Sembrava completamente a terra. Era addirittura
messo peggio di me.
Domandai a Shoto la ragione per cui suo fratello si fosse preoccupato di
stilare un testamento per il suo avatar, anzich lasciare tutti i suoi
beni a Shoto. Poi Daito avrebbe potuto semplicemente creare un nuovo
avatar e reclamare gli oggetti che suo fratello teneva per lui. Ma Shoto
mi disse che suo fratello non avrebbe creato un nuovo avatar, n allora
n mai. Quando gli chiesi il perch, mi promise che me lo avrebbe
spiegato di persona.
0025
Unora dopo, Max mi avvis dellarrivo di Shoto. Concessi
alla sua navicella lautorizzazione a entrare nello spazio aereo di Falco
e gli dissi di parcheggiare nel mio hangar.
Lastronave di Shoto era un enorme peschereccio che si chiamava
Kurosawaed era ispirato al Bebop, una navicella dellanime Cowboy
Bebop. Sin da quando li avevo conosciuti, Daito e Shoto lo avevano
sempre usato come base mobile per le operazioni. La nave era talmente
grande che a stento riusc a passare attraverso lentrata del mio hangar.
Quando Shoto emerse dal Kurosawa, io ero gi sulla pista a dargli il
benvenuto. Indossava un abito nero da funerale, e il suo volto tradiva la
stessa espressione inconsolabile che gli avevo visto quando avevamo
parlato per telefono.
Parzival-san disse, con un lungo inchino.
Shoto-san risposi allinchino rispettosamente, poi gli mostrai il
palmo di una mano, gesto che lui riconobbe dai tempi che avevamo
passato a fare missioni insieme. Sorridendo, allung la sua mano e mi
diede il cinque. Subito dopo, per, riaffior la sua espressione cupa.
Non vedevo Shoto da quando avevamo condiviso la missione su
Tokusatsu (fatta eccezione per le volte che avevo visto lui e suo fratello
apparire nelle pubblicit della bevanda energetica Daisho) e il suo
avatar mi sembrava pi alto di qualche centimetro.
Lo condussi ai piani superiori della mia fortezza, in una delle stanze che
non usavo quasi mai, una riproduzione del salotto di Casa Keaton.
Shoto riconobbe larredamento e approv con un cenno silenzioso. Poi,
non badando ai mobili, si sedette al centro del pavimento. Si sedette in
seiza, piegando le gambe sotto le cosce. Lo imitai, posizionandomi in
modo che i nostri avatar si trovassero faccia a faccia. Sedemmo in

silenzio per un attimo. Quando Shoto fu pronto a parlare, tenne gli


occhi fissi sul pavimento.
Ieri sera i Sixer hanno ucciso mio fratello disse, quasi sussurrando.
Sulle prime ero troppo sconvolto per rispondere. Vuoi dire che hanno
ucciso il suo avatar? chiesi, pur sapendo gi che non era ci che
intendeva.
Shoto scosse la testa. No. Sono entrati nel suo appartamento, lhanno
strappato dalla poltrona aptica e lhanno lanciato gi dalla finestra.
Viveva al quarantatreesimo piano. In aria, di fronte a noi, Shoto apr
una finestra di browser. Mostrava larticolo di un newsfeed giapponese.
Lo premetti con lindice e il software Mandarax tradusse il testo in
inglese. Il titolo era Un altro suicidio di otaku. Il breve articolo
diceva che un ragazzo, Toshiro Yoshiaki, 22 anni, aveva trovato la
morte saltando dal suo appartamento, al quarantatreesimo piano di un
hotel riconvertito nel quartiere di Shinjuku, a Tokyo, dove viveva da
solo. Accanto allarticolo vidi una foto di Toshiro presa dallannuario
scolastico. Era un ragazzetto giapponese coi capelli lunghi spettinati e
la pelle butterata. Non somigliava per niente al suo avatar OASIS.
Quando Shoto vide che avevo finito di leggere, chiuse la finestra. Esitai
un momento, poi gli chiesi: Sei davvero sicuro che non si sia
suicidato? Magari perch il suo avatar era stato ucciso?.
No disse Shoto. Daito non ha fatto seppuku. Ne sono sicuro. I Sixer
sono entrati nel suo appartamento mentre stavamo combattendo su
Frobozz. cos che sono riusciti a sconfiggere il suo avatar:
uccidendolo nel mondo reale.
Mi dispiace, Shoto. Non sapevo che altro aggiungere. Sapevo che mi
stava dicendo la verit.
Il mio vero nome Akihide disse. Voglio che tu sappia il mio vero
nome. Sorrisi, poi mi inchinai, toccando per un attimo il pavimento
con la fronte. Sono felice che tu mi abbia accordato tanta fiducia
dissi. Il mio vero nome Wade. Non aveva pi senso tenere dei
segreti.
Grazie Wade disse Shoto, ricambiando linchino.
Non c di che, Akihide. Rimase in silenzio per un istante, poi si
schiar la voce e cominci a parlare di Daito. Le parole scorrevano
come un fiume in piena. Era chiaro che avesse bisogno di qualcuno con
cui parlare di quello che era successo. Di cosa aveva appena perso.

Il vero nome di Daito era Toshiro Yoshiaki. Non lo sapevo nemmeno,


prima di ieri sera, prima di leggere larticolo.
Ma credevo che fosse tuo fratello. Avevo sempre pensato che
Daito e Shoto vivessero insieme. Che fossero coinquilini, cose cos.
La mia relazione con Daito difficile da spiegare. Si interruppe per
schiarirsi la voce. Non eravamo fratelli. Non nella vita reale. Soltanto
su OASIS. Capisci? Ci conoscevamo soltanto online. Non lavevo mai
incontrato. Sollev gli occhi lentamente, per incontrare il mio sguardo
e capire se lo stessi giudicando.
Gli poggiai una mano sulla spalla. Credimi, Shoto. Ti capisco. Aech e
Art3mis sono i miei migliori amici e non li ho mai incontrati nella vita
reale. A pensarci bene, anche tu sei uno dei miei pi cari amici. Fece
un piccolo inchino con la testa. Grazie. Dalla voce capii che stava
piangendo.
Siamo Gunter dissi, cercando di riempire il silenzio imbarazzato.
Viviamo qui su OASIS. Per noi lunica realt che abbia un qualche
significato. Akihide annu. Qualche attimo dopo, ricominci a parlare.
Mi raccont di quando aveva incontrato Toshiro, sei anni prima, poich
entrambi erano iscritti su OASIS a un gruppo di supporto per gli
hikikomori, i giovani che si erano allontanati dalla societ e avevano
deciso di vivere in totale isolamento. Gli hikikomori si chiudevano in
camera, leggevano i manga e giravano per OASIS tutto il giorno,
aspettando che i familiari gli portassero del cibo. Gli hikikomori erano
diffusi in Giappone da prima del nuovo secolo, ma il numero era
cresciuto vertiginosamente dopo linizio della Caccia. Milioni di
ragazzi e ragazze in tutta la nazione avevano chiuso le porte al mondo.
Di tanto in tanto venivano chiamati i milioni scomparsi.
Akihide e Toshiro erano diventati grandi amici e avevano iniziato a
trascorrere tutti i giorni insieme, su OASIS. Quando la Caccia di
Halliday era cominciata, avevano deciso di unire le forze e cercare
lEaster Egg. Insieme, erano una squadra perfetta: Toshiro era un
prodigio dei videogiochi e Akihide, molto pi giovane, era portato per
la cultura pop americana. La nonna di Akihide era stata a scuola negli
Stati Uniti, ed entrambi i suoi genitori erano nati l, perci Akihide era
cresciuto con i film e la televisione americana e aveva imparato a
parlare linglese con la stessa fluidit del giapponese.
Lamore che Akihide e Toshiro condividevano per i film di samurai
stato dispirazione per il nome e laspetto dei loro avatar. Shoto e Daito

erano uniti come fratelli: perci, quando avevano creato le loro nuove
identit Gunter, avevano deciso che su OASIS, da quel momento in poi,
sarebbero stati fratelli.
Dopo che Shoto e Daito avevano superato la Prima Porta ed erano
diventati famosi, avevano rilasciato molte interviste. Le loro identit
rimanevano segrete, ma i due avevano rivelato di essere giapponesi, il
che, immediatamente, li aveva resi delle celebrit in Giappone.
Avevano cominciato a sponsorizzare prodotti giapponesi; un cartone e
una serie live action si basavano sulle loro imprese. Allapice del
successo, Shoto aveva suggerito a Daito che forse era ora di incontrarsi
di persona. Daito aveva attaccato Shoto rabbiosamente e aveva smesso
di parlargli per giorni interi. Dopo quellepisodio, Shoto non aveva pi
fatto riferimento allidea.
Infine, Shoto arriv a dirmi come lavatar di Daito fosse morto.
Entrambi erano a bordo del Kurosawa e viaggiavano tra i pianeti del
Settore 7, quando il Segnapunti li aveva informati che Aech si era
impossessato della Chiave di Giada. A quel punto, sapevano che i Sixer
avrebbero usato la Tavoletta di ricerca di Fyndoro per individuare la
posizione esatta di Aech, e sapevano che le navi Sixer si sarebbero
subito fiondate l.
Per prepararsi allevento, Daito e Shoto avevano trascorso un paio di
settimane a piazzare dei localizzatori sugli scafi di ogni nave Sixer che
erano riusciti a trovare. Grazie a questi dispositivi, avevano potuto
seguire le navi dassalto nel momento in cui avevano cambiato rotta e si
erano dirette su Frobozz.
Non appena Shoto e Daito avevano scoperto che era Frobozz la
destinazione dei Sixer, non impiegarono molto a decifrare la quartina. E
quando raggiungero Frobozz, pochi minuti dopo, avevano gi capito
cosa dovessero fare per ottenere la Chiave di Giada.
Avevano fatto atterrare il Kurosawa accanto a una copia della casa
bianca quando ancora non cera nessuno in vista. Shoto era corso
dentro a raccogliere i diciannove tesori e la chiave; Daito, invece, era
rimasto fuori, di guardia. Shoto aveva fatto in fretta, e non gli
mancavano che due tesori quando Daito lo aveva informato via comlink
che dieci navi dassalto Sixer li stavano accerchiando. Aveva detto al
fratello di sbrigarsi e gli aveva promesso che avrebbe tenuto lontano il
nemico finch Shoto non fosse entrato in possesso della Chiave di

Giada. Nessuno dei due sapeva se avrebbero avuto unaltra possibilit


di raggiungerla.
Mentre si precipitava a recuperare gli ultimi due tesori e a infilarli nella
teca, Shoto aveva attivato a distanza una delle telecamere esterne del
Kurosawa per registrare un video dello scontro tra Daito e i Sixer in
rapido avvicinamento. Shoto apr una finestra e mi mostr la clip. Ma
distolse lo sguardo finch non fu finita. Comprensibilmente, non aveva
alcun desiderio di riguardarla.
Nel filmato vidi Daito solo, nel campo dietro la casa bianca. Una
piccola flotta di navicelle dassalto Sixer stava scendendo dal cielo e,
non appena si trov a tiro, inizi a sparare raffiche di laser dai cannoni.
Una grandinata di dardi fiammanti inizi a cadere intorno a Daito.
Lontano, alle sue spalle, vedevo atterrare altre navi Sixer: ognuna
scaricava squadroni di truppe di fanteria cariche di armi. Daito era
circondato.
Evidentemente i Sixer avevano notato il Kurosawa mentre atterrava
sulla superficie del pianeta, e si erano dati come priorit luccisione dei
due samurai.
Daito non esit a usare il suo asso nella manica. Tir fuori la Capsula
Beta, la tenne alta nella mano destra e la attiv. Il suo avatar si
trasform immediatamente in Ultraman, un supereroe alieno
rossoargento dagli occhi incandescenti. Via via che il suo avatar si
trasformava, raggiunse unaltezza di quarantasette metri.
La fanteria dei Sixer che lo stava accerchiando si immobilizz, sorpresa
e spaventata nel vedere Daito-Ultraman che afferrava due navicelle
dassalto dal cielo e le schiacciava una contro laltra, come un bambino
gigantesco che si diverte con due giocattolini di latta. Fece cadere al
suolo i rottami in fiamme, e cominci a scacciare via altre navi come
fossero mosche fastidiose. Le navicelle che sfuggirono alla sua stretta
mortale si raggrupparono intorno a lui e lo bombardarono a colpi di
laser e mitragliatrici, ma la sua corazza aliena deviava tutti i colpi.
Daito si lasci sfuggire una risata fragorosa che echeggi per tutti i
campi. Poi pieg le braccia, incrociandole allaltezza dei polsi. Un
raggio di energia si liber dalle sue mani, vaporizzando mezza dozzina
di navi che avevano avuto la sfortuna di trovarsi alla sua portata. Daito
si volt e diresse il raggio verso le forze di terra che lo circondavano,
friggendole come formiche terrorizzate sotto una lente
dingrandimento.

Sembrava che Daito se la stesse spassando enormemente. A tal punto


che non si preoccup troppo della luce dallarme che si trovava in
mezzo al suo petto e che aveva cominciato a lampeggiare di un rosso
accecante. Era il segnale che i suoi tre minuti da Ultraman stavano per
scadere e che il suo potere era ormai quasi del tutto esaurito. Il limite di
tempo era la debolezza principale di Ultraman. Se Daito non fosse
riuscito a disattivare la Capsula Beta e a riprendere forma umana prima
dello scadere dei tre minuti, il suo avatar sarebbe morto. Ma era chiaro
che se si fosse trasformato nel bel mezzo del massacro sarebbe
comunque stato ucciso allistante. E Shoto non avrebbe mai raggiunto
la navicella.
Vedevo le truppe Sixer intorno a Daito chiedere rinforzi via comlink,
mentre altre navi dassalto arrivavano numerose. Daito le distruggeva
una alla volta, con i colpi perfetti del suo raggio Specium. Ad ogni
colpo che sparava, la luce dallarme sul suo petto pulsava pi
velocemente.
Poi Shoto emerse dalla casa bianca e disse a suo fratello via comlink
che aveva la Chiave di Giada. In quellistante, la fanteria Sixer
individu Shoto e, fiutando un obiettivo molto pi semplice da
distruggere, diresse il fuoco verso di lui.
Shoto corse allimpazzata verso il Kurosawa. Non appena attiv gli
Stivali della velocit che indossava, il suo avatar divent una macchia a
malapena visibile che filava lungo il campo. Mentre Shoto correva,
Daito spost il suo corpo gigante in cerca della maggior copertura
possibile. Continuando a sparare raffiche denergia, riusciva a tenere
sotto controllo i Sixer.
Poi la voce di Daito irruppe nel comlink. Shoto! grid. C
qualcuno qui! Qualcuno nel La sua voce si interruppe. In quello
stesso momento, il suo avatar si ferm, come se si fosse tramutato in
pietra, e sulla sua testa comparve unicona di disconnessione.
Disconnettersi dallaccount OASIS durante un combattimento
equivaleva a suicidarsi. Durante la sequenza di logout, lavatar
rimaneva immobile per sessanta secondi, durante i quali era privo di
difese e suscettibile allattacco. La sequenza di logout era stata
progettata in questo modo per evitare che gli avatar se ne servissero
come scappatoia per sfuggire a una battaglia.
Prima di disconnettersi, bisognava tener duro o ritirarsi in un luogo
sicuro.

La sequenza di logout di Daito era stata attivata nel peggior momento


possibile. Nellistante in cui si congel, il suo avatar cominci a essere
colpito da proiettili e laser sparati da qualsiasi direzione. La luce rossa
dallarme sul suo petto lampeggi sempre pi veloce, finch non rimase
fissa. A quel punto, il gigante Daito si pieg su se stesso e croll a terra.
Cadendo, per poco non disintegr Shoto e il Kurosawa. Quando colp il
suolo, il corpo del suo avatar si rimpicciol e riprese le sembianze
normali. Poi cominci a scomparire, la sua esistenza che si dissolveva
un poco alla volta. Quando lavatar di Daito svan completamente,
lasci un mucchietto di oggetti che roteavano al suolo: tutto ci che
aveva nellinventario, Capsula Beta compresa. Era morto.
Nella finestra video notai unaltra macchia che si muoveva: era Shoto
che correva a raccogliere gli oggetti di Daito. Poi si gir e corse di
nuovo a bordo del Kurosawa. La nave decoll e fu sparata in orbita
mentre continuava a essere bersagliata dal fuoco nemico, e mi ricord
la mia fuga disperata da Frobozz. La fortuna di Shoto fu che suo
fratello aveva spazzato via quasi tutte le navi Sixer nelle vicinanze, e
che i rinforzi non erano ancora arrivati.
Shoto riusc a entrare in orbita e fuggire saltando alla velocit della
luce. Per un pelo.
Il video termin e Shoto chiuse la finestra.
Come pensi che i Sixer abbiano scoperto dove viveva? gli domandai.
Non lo so rispose Shoto. Daito era molto attento. Copriva le sue
tracce.
Se hanno trovato lui, potrebbero riuscire a trovare anche te gli dissi.
Lo so. Ho preso qualche precauzione.
Ottimo. Shoto prese la Capsula Beta dal suo inventario e me la porse.
Daito avrebbe voluto che lavessi tu. Sollevai una mano. No, penso
che dovresti tenerla tu. Potresti averne bisogno. Shoto scosse la testa.
Ho tutti gli altri oggetti che gli appartenevano disse. Non ho
bisogno di questa. E non la voglio. Mi porse di nuovo la Capsula, con
insistenza.
Presi lartefatto e lo esaminai. Era un piccolo cilindro di latta, color
argento e nero, con un pulsante rosso dattivazione su un lato. La forma
e la grandezza ricordavano le mie spade laser. Ma una spada laser
valeva pochi spiccioli. Ne avevo pi di cinquanta nella mia collezione.
Invece, cera soltanto una Capsula Beta, ed era unarma ben pi
potente.

Sollevai la Capsula con entrambe le mani e mi inchinai. Grazie,


Shoto-san.
Grazie a te, Parzival disse, ricambiando linchino. Grazie per
avermi ascoltato. Lentamente, si alz. Tutto, nei suoi movimenti,
indicava una sconfitta.
Non hai ancora gettato la spugna, vero?
Ovviamente no. Raddrizz la schiena e mi rivolse un sorriso cupo.
Ma trovare lEgg non pi lo scopo. Ho una nuova missione. Ed
ben pi importante.
E sarebbe?
La vendetta. Annuii. Poi mi avvicinai a una parete e raccolsi una
delle spade da samurai che avevo appeso al muro. La porsi a Shoto. Ti
prego dissi accetta questo dono. Per aiutarti nella tua nuova
missione. Shoto la prese ed estrasse di qualche centimetro la lama
ornata. Una Masamune? chiese, osservando rapito la lama.
Annuii. S. Ed anche una vorpal +5. Shoto si inchin nuovamente,
in segno di gratitudine. Arigato. In silenzio, entrammo nellascensore
per tornare allhangar. Prima di salire a bordo della nave, Shoto si volt
verso di me. Quanto ci metteranno i Sixer a superare la Terza Porta,
secondo te? chiese.
Non lo so risposi. Spero che saremo pi veloci noi a raggiungerli.
Mai fasciarsi la testa prima del tempo, giusto? Annuii. Non finita
finch non finita. E non ancora finita. 0026 Quella sera, poche ore
dopo che Shoto se ne era andato, capii tutto.
Ero seduto al centro di comando, tenevo in una mano la Chiave di
Giada e ripetevo allinfinito lindizio che vi era impresso: La missione
continuerai se il test affronterai.
Nellaltra mano mi rigiravo la carta argentata. I miei occhi oscillavano
tra la chiave e lincarto e poi di nuovo alla chiave, ripetutamente,
mentre cercavo di stabilire un collegamento tra i due oggetti. Lo stavo
facendo da ore, e non ero giunto ad alcuna conclusione.
Sospirai e rimisi via la chiave, poi appoggiai lincarto sul pannello di
controllo di fronte a me. Con cura, lisciai le piegature e le grinze. Era di
forma quadrata e ogni lato misurava quindici centimetri. Carta
argentata da un lato, semplice carta bianca dallaltro.
Aprii un software di analisi immagini e feci una scansione ad alta
risoluzione di entrambi i lati. Poi ingrandii le immagini sul mio display
ed esaminai attentamente ogni singolo micrometro. Non trovai alcun

segno o scritta. Stavo mangiando patatine di mais, perci usai i


comandi vocali per gestire il software di analisi. Diedi istruzione di
rimpicciolire la scansione e centrare limmagine sul display. Nel farlo,
mi ricordai la scena di Blade Runner in cui Deckard, il personaggio
interpretato da Harrison Ford, usa uno scanner a controllo vocale per
analizzare una fotografia.
Sollevai lincarto e lo fissai di nuovo. Mentre la luce virtuale si
rifletteva sulla superficie della stagnola, pensai di farne un aeroplanino
e di lanciarlo per tutta la stanza. Il mio pensiero and agli origami, che
mi rimandarono a un altro momento di Blade Runner. Una delle scene
finali del film.
Fu allora che capii.
Lunicorno mormorai.
Nel momento in cui pronunciai la parola unicorno, lincarto
cominci a piegarsi da solo, nel palmo della mia mano. Il quadrato di
stagnola si pieg diagonalmente, creando un triangolo dargento.
Continu a piegarsi e a richiudersi in triangoli e rombi sempre pi
piccoli, finch non form una figura a quattro zampe a cui crebbero una
coda, una testa e, infine, un corno.
Lincarto era giunto a formare un origami argentato a forma di
unicorno. Una delle immagini-chiave di Blade Runner.
Ero gi sullascensore, diretto verso lhangar, e gridavo a Max di
preparare il Vonnegut al decollo.
La missione continuerai se il test affronterai.
Sapevo esattamente a quale test si riferisse il verso e dove avrei
dovuto andare per affrontarlo. Lorigami a forma di unicorno mi aveva
appena rivelato tutto.
LAlmanacco di Anorak citava Blade Runner nientemeno che
quattordici volte. Era uno dei dieci film preferiti di Halliday. Ed era
tratto da un romanzo di Philip K. Dick, uno degli autori preferiti di
Halliday. Per tutti questi motivi, avevo visto Blade Runner pi di una
cinquantina di volte e ricordavo a memoria ogni battuta e ogni
fotogramma del film.
Mentre il Vonnegutfilava attraverso liperspazio aprii il directors cut di
Blade Runner in una finestra del display e mandai avanti veloce per
guardare due scene in particolare.
Il film, uscito nel 1982, ambientato nella Los Angeles del 2019, in un
futuro in espansione ipertecnologica che non sarebbe mai arrivato.

Segue la storia di un tale, Rick Deckard, interpretato da Harrison Ford.


Deckard un Blade Runner, un agente speciale che insegue ed
elimina i replicanti esseri artificiali quasi indistinguibili dai veri esseri
umani. In effetti, i replicanti si comportano e assomigliano a tal punto
agli esseri umani che lunico modo di individuarli, per un Blade
Runner, di sottoporli al test Voight-Kampff, che prende il nome da un
dispositivo simile a una macchina della verit.
La missione continuerai se il test affronterai.
Gli apparecchi Voight-Kampff compaiono in due sole scene del film.
Entrambe hanno luogo nel Tyrell Building, unenorme struttura a
doppia piramide che ospita la Tyrell Corporation, la fabbrica che
produce i replicanti.
Le riproduzioni del Tyrell Building erano tra le strutture pi comuni su
OASIS. Se ne trovavano delle copie in centinaia di pianeti diversi,
sparsi in tutti e ventisette i settori. Questo perch il codice delledificio
era incluso tra i template gratuiti nel software di costruzione World
Builder (insieme a centinaia di altri edifici presi in prestito da svariati
film e serie di fantascienza). Perci, negli ultimi venticinque anni,
chiunque avesse usato il software World Builder per creare un nuovo
pianeta su OASIS, avrebbe potuto selezionare il Tyrell Building da un
menu a tendina e inserirne una copia nella propria simulazione, per
iniziare ad agghindare il profilo della propria citt futuristica o del
paesaggio che stava programmando. Di conseguenza, alcuni mondi
avevano dozzine di Tyrell Building sparsi sulla propria superficie. E io,
in quel momento, stavo filando alla velocit della luce sul pi vicino di
questi mondi, un pianeta a tema cyberpunk nel Settore 22: Axrenox.
Se il mio sospetto era fondato, ogni copia del Tyrell Building su
Axrenox conteneva unentrata segreta alla Seconda Porta, attraverso i
Voight-Kampff che si trovavano al suo interno. Non temevo di
imbattermi nei Sixer, perch escludevo che avessero preso dassedio la
Seconda Porta. Non con migliaia di copie del Tyrell Building su
centinaia di mondi diversi.
Quando raggiunsi Axrenox, non ci misi pi di un paio di minuti a
trovare una copia del Tyrell Building. Era impossibile non vederlo. Un
enorme edificio a forma di piramide che, alla base, occupava decine di
chilometri quadrati e torreggiava su quasi tutte le strutture che lo
circondavano.

Individuai la prima copia delledificio e mi ci fiondai. Il dispositivo di


occultamento della mia navicella era gi attivato e decisi di mantenerlo
quando atterrai con il Vonnegutsu una delle piattaforme del Tyrell
Building. Quindi richiusi la navicella e attivai tutti i sistemi di
sicurezza, augurandomi che fossero sufficienti a evitarne il furto fino al
mio ritorno. Sul pianeta, la magia non funzionava, perci non potevo
rimpicciolire la nave e infilarmela in tasca. Lasciare una navicella
parcheggiata in bella vista su un mondo cyberpunk chiamato Axrenox,
invece, era un po come pregare che te la rubassero. Il Vonnegut
sarebbe stato lobiettivo ideale della prima gang di sbandati vestiti di
pelle che lavesse notato.
Aprii una mappa del layout predefinito del Tyrell Building e me ne
servii per localizzare un ascensore che raggiungesse il tetto e fosse
vicino alla piattaforma su cui ero atterrato. Quando fui nellascensore,
pigiai il codice di sicurezza predefinito sul tastierino numerico e
incrociai le dita. Ebbi fortuna. Le porte si spalancarono con un sibilo.
Chiunque avesse creato questa sezione di Axrenox non si era
preoccupato di resettare i codici di sicurezza del template. Lo presi
come un buon segno. Probabilmente anche il resto era rimasto
predefinito.
Scendendo con lascensore fino al 440 piano, attivai larmatura ed
estrassi le armi. Tra lascensore e la stanza che dovevo raggiungere mi
sarei imbattuto in cinque posti di controllo. A meno che il template non
fosse stato modificato, tra me e la mia destinazione avrei incontrato
cinquanta PNG, tutte guardie di sicurezza replicanti Tyrell.
La sparatoria ebbe inizio non appena le porte dellascensore si aprirono.
Dovetti uccidere sette lavori in pelle prima ancora di uscire dalla
cabina ed entrare nel corridoio.
I dieci minuti che seguirono furono come la scena madre di un film di
John Woo. Uno di quelli con Chow Yun Fat, come Hard Boiled o The
Killer. Attivai il fuoco automatico su entrambe le pistole, e tenni
premuti i grilletti spostandomi di stanza in stanza, massacrando tutti i
png che incontravo sulla mia strada. Le guardie rispondevano al fuoco,
ma i loro proiettili rimbalzavano sulla mia armatura senza provocare
alcun danno. Non finivo mai le munizioni, perch, ogni volta che le
esaurivo, nuovi proiettili venivano teletrasportati nel caricatore.
La spesa per le munizioni, quel mese, sarebbe stata pazzesca.

Quando infine giunsi a destinazione, inserii un nuovo codice e sbarrai


la porta alle mie spalle. Sapevo di non avere molto tempo. In tutto
ledificio ululavano sirene di allarme, e le migliaia di guardie PNG
appostate ai piani inferiori probabilmente si stavano gi preparando a
raggiungermi.
Quando entrai nella stanza, i miei passi risuonarono sul pavimento. Non
cera anima viva, fatta eccezione per un grosso gufo appollaiato su un
trespolo doro. Batt gli occhi in silenzio, osservandomi mentre
attraversavo quella stanza grande come una cattedrale. Era una copia
perfetta dellufficio di Eldon Tyrell, fondatore della Tyrell Corporation.
Ogni dettaglio del film era stato riprodotto fedelmente. Pavimenti in
marmo lucido. Colonne massicce di marmo. Una gigantesca vetrata
occupava lintera parete occidentale, dal pavimento al soffitto, e offriva
una vista mozzafiato della citt.
Un lungo tavolo da riunione era posto di fronte alla finestra. Su di esso,
cera un apparecchio Voight-Kampff. Aveva le dimensioni di una
ventiquattrore, con una fila di pulsanti senza nome, accanto a tre piccoli
monitor.
Quando mi avvicinai, la macchina si accese automaticamente. Un
sottile braccio robotico allung un dispositivo circolare che somigliava
a uno scanner della retina, puntandolo esattamente allaltezza della mia
pupilla destra. Sul lato della macchina era inserito un piccolo mantice
che cominci a gonfiarsi e sgonfiarsi, dando limpressione che
lapparecchio respirasse.
Mi guardai intorno, chiedendomi se un PNG di Harrison Ford sarebbe
apparso per pormi le stesse domande che aveva posto, nel film, a Sean
Young. Avevo imparato a memoria tutte le sue risposte, casomai fosse
servito. Ma attesi qualche secondo e non accadde nulla. Il soffietto
continuava a gonfiarsi e sgonfiarsi. In lontananza, le sirene
continuavano a squillare.
Estrassi la Chiave di Giada. Nel momento in cui lo feci, nella parte
superiore del Voight-Kampff si apr un pannello che scopr il buco di
una serratura. Rapidamente inserii la Chiave di Giada e diedi una
mandata. La macchina e la chiave svanirono e, al loro posto, comparve
la Seconda Porta. Questo portale aveva la forma di una normalissima
porta, ed era proprio sopra al tavolo delle conferenze. Il profilo brillava
del pallido color giada della chiave e, come nel caso della Prima Porta,
sembrava condurre a una vasta distesa di stelle.

Mi arrampicai sul tavolo e vi saltai dentro.


Mi ritrovai allentrata di una squallida sala da bowling, arredata in
stile disco anni settanta. La moquette era un turbinio sgargiante insieme
di macchie verdi e marroni, e le sedie in plastica modellata erano di un
arancione sbiadito. Le piste da bowling erano vuote e non illuminate.
Lintera sala era deserta. Non cerano png dietro al bancone di
accoglienza, o nel bar. Non ero sicuro di sapere dove fossi finch non
lessi Middletown Lanes, stampato a grandi lettere sul muro che
sovrastava le piste da bowling.
Dapprima, lunico suono che udii fu il ronzio sommesso delle luci
fluorescenti sopra la mia testa. Ma poi sentii una serie di lievi cinguettii
elettronici alla mia sinistra. Guardai in quella direzione e vidi una
nicchia buia, al di l del bar. Sopra a quellentrata da caverna vidi
uninsegna. Dieci rosse lettere al neon formavano le parole SALA
GIOCHI.
Segu una violenta raffica di vento, e il rombo di quello che sembr un
uragano che sradicava lintera sala da bowling. I miei piedi scivolarono
sul tappeto e capii che il mio avatar veniva trascinato verso la sala
giochi, come se un buco nero si fosse spalancato l, da qualche parte.
Mentre il vortice mi risucchiava attraverso lentrata della sala giochi,
notai una dozzina di videogiochi, tutti risalenti alla seconda met degli
anni ottanta. Crime Fighters, Heavy Barrel, Vigilante, Smash TV. Ma
poi capii che il mio avatar veniva trascinato verso un gioco in
particolare, un gioco isolato in fondo alla stanza.
Black Tiger. Capcom. 1987.
Un vortice turbinoso si era aperto in mezzo al monitor e risucchiava
rifiuti, tazze di carta, scarpe da bowling tutto ci che non era fissato al
pavimento o alle pareti. Me compreso. Via via che il mio avatar si
avvicinava sempre di pi, allungai una mano e, di riflesso, afferrai il
joystick di un cabinato di Time Pilot. I miei piedi si sollevarono dal
suolo, mentre il vortice continuava ad attirare, inesorabilmente, il mio
avatar verso di s.
A questo punto, mi stavo gi pregustando ci che sarebbe avvenuto.
Ero pronto a darmi una robusta pacca sulla spalla, perch avevo
appreso larte di Black Tiger molto tempo prima, nel corso del primo
anno della Caccia.
Negli anni che avevano preceduto la morte di Halliday, quelli in cui
aveva vissuto da recluso, lunica cosa che aveva postato sul suo sito era

una breve animazione in loop. Mostrava il suo avatar, Anorak, seduto


nella biblioteca del suo castello, intento a mescolare pozioni e
concentrato su alcuni libri di incantesimi. Quel filmato aveva
continuato a ripetersi per pi di un decennio, fino a quando non era
stato rimpiazzato dal Segnapunti, la mattina della morte di Halliday.
Nel video, appeso alla parete alle spalle di Anorak, si poteva vedere un
grande dipinto con un drago nero.
I Gunter avevano inondato i forum di discussione interrogandosi sul
significato del dipinto, la valenza simbolica del drago nero e la
possibilit che non significasse proprio nulla. Ma, sin dallinizio, io ero
certo del suo significato.
In una delle prime annotazioni dellAlmanacco di Anorak, Halliday
aveva scritto che, ogni volta che i suoi genitori cominciavano a urlarsi
contro, era sua abitudine andarsene furtivamente di casa e pedalare fino
alla sala da bowling per giocare a Black Tiger, perch era un gioco che
riusciva a completare con un singolo quarto di dollaro. AA 23.234: Per
un misero quarto di dollaro, Black Tiger mi concede la fuga dalla mia
esistenza marcia per tre gloriosissime ore. Scambio vantaggioso.
Black Tiger era uscito in Giappone con il titolo originale, Burakku
Doragon. Black Dragon. Il gioco era poi stato reintitolato Black Tiger
per ledizione americana. Avevo dedotto che il dipinto del drago nero
sul muro dello studio di Anorak potesse alludere al fatto che Burakku
Doragon avrebbe giocato un ruolo chiave nella Caccia. Perci mi ero
studiato il gioco fino a che, come Halliday, non ero stato in grado di
completarlo con un solo gettone. Poi, avevo deciso di riprenderlo in
mano una volta ogni due mesi, per non arrugginirmi.
A quanto pare sarei stato ripagato della mia lungimiranza e dedizione.
Riuscii a reggermi al joystick di Time Pilot per pochi secondi. Poi
mollai la presa e il mio avatar fu risucchiato nel monitor di Black Tiger.
Per un istante vidi solo nero. Poi mi ritrovai in un ambiente surreale.
Ero nello stretto corridoio di un sotterraneo. Alla mia sinistra cera un
muro di ciottoli sul quale era appeso il teschio di un enorme drago. Il
muro saliva e saliva, fino a svanire nelloscurit sopra di me. Non
riuscivo a vedere il soffitto. Il pavimento del sotterraneo era fatto di
piattaforme circolari fluttuanti e disposte, da unestremit allaltra, in
una lunga fila che raggiungeva loscurit di fronte a me. Alla mia
destra, oltre i margini delle piattaforme, non cera nulla: soltanto un
buio vuoto e infinito.

Mi voltai, ma non vidi alcuna uscita. Soltanto un altro muro di ciottoli,


che raggiungeva il nero fitto al di sopra della mia testa.
Guardai il corpo del mio avatar. Avevo assunto le sembianze del
protagonista di Black Tiger, un guerriero barbaro muscoloso e
seminudo, in perizoma rinforzato ed elmo munito di corna. Il mio
braccio destro scompariva in un bizzarro guanto di metallo da cui
pendeva una catena retrattile a un capo della quale era legata una palla
piena di spuntoni di ferro. La mano destra reggeva abilmente tre coltelli
da lancio. Quando li lanciai nel buio alla mia destra, tre coltelli identici
ricomparvero nella mia mano. Quando provai a saltare, scoprii che
riuscivo a fare balzi di una decina di metri e a riatterrare su tutti e due i
piedi con grazia felina.
Finalmente capivo. Dovevo giocare a Black Tiger, daccordo. Ma non
alla versione bidimensionale, quella di cinquantadue anni fa a
scorrimento orizzontale, che avevo imparato a memoria. Ero nel mezzo
di una nuova versione del gioco, immersiva e tridimensionale, creata da
Halliday.
La mia conoscenza della meccanica del gioco, dei suoi livelli e dei
nemici mi avrebbe di certo aiutato, ma la giocabilit sarebbe cambiata
radicalmente e avrebbe richiesto delle abilit completamente diverse.
La Prima Porta mi aveva catapultato in uno dei film preferiti di
Halliday e la Seconda Porta mi aveva immerso in uno dei suoi
videogiochi preferiti. Mentre rimuginavo sulle implicazioni di questo
schema, sul display lampeggi un messaggio: GO!
Mi guardai intorno. Una freccia incisa nel muro di pietra alla mia
sinistra mi indicava la strada, in avanti. Stirai braccia e gambe,
scrocchiai le dita e trassi un respiro profondo. Poi, preparando le armi,
corsi in avanti, saltando da una piattaforma allaltra, per affrontare i
miei primi avversari.
Halliday aveva ricreato fedelmente ciascun dettaglio del
sotterraneo dellottavo livello di Black Tiger.
Cominciai male e persi una vita senza nemmeno essermi scontrato con
il primo mostro finale. Ma presi confidenza quasi subito con le tre
dimensioni del gioco (la prospettiva era in prima persona). Poco dopo,
trovai il ritmo giusto.
Avanzai con decisione, saltando di piattaforma in piattaforma, colpendo
a mezzaria, schivando gli incessanti attacchi di blob, scheletri,
serpenti, mummie, minotauri e s ninja. Ogni nemico che

sconfiggevo si polverizzava in una pila di monete Zenny, che in


seguito usavo per comprare armature, armi, pozioni dai vari Saggi
barbuti sparsi in ogni livello. (A quanto pare questi Saggi pensavano
che mettere su un negozietto nel mezzo di un sotterraneo infestato dai
mostri fosse una buona idea.)
Non cerano pause, e non avevo modo
di stoppare il gioco. Una volta attraversata una porta, non era possibile
fermarsi e disconnettersi. Il sistema non lo permetteva. Anche chi si
fosse tolto il visore sarebbe rimasto connesso. Lunico modo di uscire
da una porta era attraversarla interamente. O morire.
Riuscii a superare tutti e otto i livelli del gioco in poco meno di tre ore.
Sfiorai la morte durante il combattimento con il mostro finale, il drago
nero che, naturalmente, era identico alla creatura ritratta nello studio di
Anorak. Avevo usato tutte le vite a disposizione, e la barra della salute
stava per raggiungere lo zero, ma riuscii a proseguire e a ripararmi
dallalito ardente del drago mentre, lentamente, riducevo i suoi Punti
Vita con un costante lancio di coltelli. Quando gli diedi il colpo di
grazia, il drago si sbriciol davanti ai miei occhi in granelli di polvere
digitale.
Mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo profondo ed esausto.
E poi, senza transizione alcuna, mi ritrovai nella sala giochi della pista
da bowling, davanti al cabinato di Black Tiger. Di fronte a me, sul
monitor del gioco, il mio barbaro in armatura aveva assunto una posa
eroica. Sotto di lui, apparvero le seguenti parole: HAI RIPORTATO
LA PACE E LA PROSPERIT NELLA NOSTRA NAZIONE.
GRAZIE, BLACK TIGER!
CONGRATULAZIONI PER LA TUA FORZA E PER LA TUA
SAGGEZZA!
Poi accadde qualcosa di strano qualcosa che non era mai successo
quando avevo completato il gioco originale. Uno dei Saggi dei
sotterranei comparve sullo schermo, accompagnato da una nuvoletta
che diceva: Grazie. Sono in debito con te. Ti prego, accetta un robot
gigante come ricompensa.
Sotto al Saggio apparve una lunga fila di icone a forma di robot, che
attraversavano lo schermo orizzontalmente. Scoprii che, muovendo il
joystick a destra o a sinistra, potevo scorrere una selezione di un
centinaio di robot giganti diversi. Quando uno dei robot era
evidenziato, una lista dettagliata delle sue caratteristiche e delle sue
armi compariva sullo schermo, in basso.

Non riconobbi molti dei robot, ma la maggior parte mi era familiare.


Vidi Gigantor, Mazinga Z, il Gigante di Ferro, Jet Jaguar, il robot
gigante con la testa a forma di sfinge di Giant Robot, i cinque robot che
formavano Voltron, lintera linea di giocattoli Shogun Warriors e molti
dei robot di Macross e Gundam. Undici delle icone erano grigie ed
erano coperte da una X rossa e i robot non potevano essere identificati o
selezionati. Erano certamente quelli presi da Sorrento e dagli altri Sixer
che avevano superato la porta prima di me.
Con tutta probabilit mi sarebbe stata data in premio una riproduzione,
reale e funzionante, del robot che avrei scelto, perci studiai con
attenzione tutte le opzioni che avevo, cercando il robot che ritenevo pi
potente e con unartiglieria migliore. Ma mi immobilizzai quando vidi
Leopardon, il gigantesco robot trasformer usato da Supaidman,
lincarnazione dellUomo Ragno che comparve alla fine degli anni
settanta sulla tv giapponese. Avevo scoperto Supaidman nel corso
delle mie ricerche e ne ero in un certo qual modo ossessionato. Perci
non mi importava se Leopardon fosse davvero il robot pi potente.
Dovevo averlo a prescindere.
Selezionai licona e premetti il pulsante di sparo. Una copia di trenta
centimetri di Leopardon comparve sul mobile di Black Tiger. La
afferrai e la infilai nellinventario. Non cerano istruzioni, e la
descrizione era completamente vuota. Mi dissi che lavrei esaminato
dopo, al mio rientro nella fortezza.
Nel frattempo, sul monitor di Black Tiger, i titoli di coda del gioco
avevano cominciato a scorrere sullimmagine delleroe, seduto sul
trono con una smilza principessa al suo fianco. Rispettosamente, lessi i
nomi di tutti i programmatori. Erano giapponesi, salvo lultima riga dei
titoli, che diceva:PORT OASIS DI J.D. HALLIDAY.
Quando i titoli finirono, il monitor si oscur per un istante. Poi, al
centro dello schermo, cominci lentamente ad apparire un simbolo: un
cerchio rosso brillante con una stella a cinque punte allinterno. Le
punte della stella si estendevano oltre al cerchio. Un secondo pi tardi,
apparve unimmagine della Chiave di Cristallo, roteando lentamente al
centro della stella rossa.
Fui investito da una scarica di adrenalina, perch riconobbi il simbolo, e
sapevo dove mi avrebbe condotto. Scattai una serie di foto dello
schermo, per sicurezza. Un istante dopo, il monitor si oscur e il
cabinato di Black Tiger si dissolse, trasformandosi in un portale che

aveva la forma di una normalissima porta, con il profilo color giada


brillante. Luscita.
Lanciai un grido trionfale e ci saltai dentro.
0027
Quando riemersi dalla porta, il mio avatar si ritrov
nellufficio di Tyrell. Il Voight-Kampff era riapparso al suo posto, sul
tavolo accanto a me. Guardai lorologio. Erano passate pi di tre ore da
quando avevo attraversato la porta. Tranne per il gufo, la stanza era
deserta, e le sirene di sicurezza avevano smesso di suonare. Le guardie
PNG avevano probabilmente fatto irruzione e perquisito la stanza
mentre io ero ancora dentro la porta, perch sembrava che non mi
stessero pi cercando. Campo libero.
Senza spiacevoli incidenti, ripercorsi la strada fino allascensore e su,
fino alla piattaforma di atterraggio. E, rendiamo grazie a Crom, trovai il
Vonnegut nel punto esatto in cui lo avevo parcheggiato, con il
dispositivo di occultamento ancora attivo. Corsi a bordo e me ne andai
da Axrenox, spingendomi alla velocit della luce appena entrai in
orbita.
Mentre il Vonnegut filava per liperspazio, diretto verso lo stargate pi
vicino, aprii una delle foto che avevo scattato al simbolo della stella
rossa. Poi estrassi il diario del Graal e aprii la sottocartella che avevo
dedicato ai Rush, leggendario gruppo rock canadese.
I Rush erano stati uno dei gruppi preferiti di Halliday dalladolescenza
in avanti. Una volta in unintervista rivel che aveva programmato ogni
singolo gioco (OASIS compreso) ascoltando esclusivamente album dei
Rush. Spesso si riferiva ai tre membri dei Rush, Neil Peart, Alex
Lifeson e Geddy Lee, come alla Santa Trinit o agli di del Nord.
Nel diario del Graal conservavo ogni canzone, disco, bootleg e video
che i Rush avessero mai realizzato. Avevo scansioni ad alta risoluzione
di tutti i loro libretti e delle copertine. Ogni fotogramma registrato ai
concerti che fosse mai esistito. Ogni intervista che il gruppo avesse mai
rilasciato in radio o in televisione. Biografie integrali di ciascun
membro della band, con tanto di copie dei loro progetti e di quelli
solisti. Aprii la discografia della band e selezionai il disco che stavo
cercando: 2112, il concept album dei Rush a tema fantascientifico.
Sul display apparve una scansione ad alta risoluzione della copertina
del disco. Il nome della band e il titolo dellalbum erano stampati su
una distesa di stelle e, poco pi in basso, come se fosse il riflesso della
superficie increspata di un lago, cera il simbolo che avevo visto sul

monitor di Black Tiger: una stella rossa a cinque punte, racchiusa in un


cerchio.
Quando accostai la copertina del disco alla foto del monitor, notai che i
due simboli combaciavano perfettamente.
2112, il pezzo che ha dato il titolo allalbum, un brano epico in sette
parti e dura pi di venti minuti. La canzone racconta la storia di un
ribelle anonimo che vive nellanno 2112, in unera in cui la creativit e
la libert despressione sono state messe fuori legge. La stella rossa in
copertina il simbolo della Solar Federation, lopprimente societ
interstellare di cui si parla nel testo. La Solar Federation controllata da
un gruppo di sacerdoti che viene descritto nella seconda parte della
canzone, intitolata The Temples of Syrinx. Il testo mi rivel
esattamente dove fosse nascosta la Chiave di Cristallo: We are the
Priests of the Temples of Syrinx Our great computers fill the hallowed
halls.
We are the Priests of the Temples of Syrinx
All the gifts of life are
held within our walls.[1] Nel Settore 21 cera un pianeta chiamato
Syrinx. Era l che stavo andando.
Le mappe OASIS descrivevano Syrinx come un mondo desolato dal
terreno roccioso, privo di abitanti PNG. Quando controllai il copyright
del pianeta, vidi che il creatore di Syrinx era indicato come
Anonimo. Ma sapevo che i codici del pianeta erano stati scritti da
Halliday perch lintera progettazione rispecchiava il mondo descritto
nel libretto di 2112.
2112 usc nel 1976, ai tempi in cui la musica si vendeva su dischi in
vinile da dodici pollici. I dischi erano protetti da copertine in cartone
illustrate su cui era stampata anche la tracklist. Alcune copertine si
aprivano come libri e includevano altre immagini e un vero e proprio
libretto, con tanto di testi e informazioni sulla band. Quando aprii una
scansione del libretto di 2112, trovai al suo interno una seconda
immagine del simbolo della stella rossa. Ritraeva un uomo nudo,
raggomitolato davanti alla stella, con entrambe le braccia protese come
a proteggersi per il terrore.
Sulla quarta di copertina si trovavano i testi di tutte e sette le parti della
suite di 2112. Ciascuno era preceduto da un paragrafo in prosa che
intensificava il potenziale narrativo delle canzoni. Queste brevi scene
erano raccontate dal punto di vista del protagonista anonimo di 2112.

Il paragrafo che segue precedeva il testo della prima parte: Sono


sveglio, sdraiato, e osservo la desolazione di Megadon. Cielo e citt
diventano una cosa sola, si confondono in un unico piano, un vasto
mare di grigi ininterrotti. Le Lune Gemelle due pallide orbite che
compiono il loro percorso nel cielo di piombo.
Quando la nave raggiunse Syrinx vidi le lune gemelle, By-Tor e Snow
Dog, orbitare intorno al pianeta. I nomi erano tratti da un altro classico
dei Rush. E pi gi, sulla grigia superficie desolata del pianeta, si
trovavano esattamente 1024 copie di Megadon, la citt sotto la cupola
descritta nel libretto. Erano il doppio delle copie di Zorksu Frobozz,
perci sapevo che i Sixer non avrebbero potuto sorvegliarle tutte.
Attivato il dispositivo di occultamento, selezionai la copia pi vicina e
atterrai con il Vonnegutappena fuori dalle mura, controllando che non
ci fossero altre navi.
Megadon era ancorata alla cima di un altopiano roccioso, sul margine
estremo di un profondo dirupo. La citt era in rovina. Lenorme cupola
trasparente era venata da un reticolo ininterrotto di crepe e sembrava sul
punto di crollare da un momento allaltro. Riuscii a entrare in citt
infilandomi in una delle crepe pi grandi, alla base della cupola.
La citt di Megadon mi ricordava la copertina di un qualsiasi tascabile
di fantascienza anni cinquanta che ritraeva le rovine di una civilt un
tempo tecnologicamente avanzata. Al centro esatto della citt mi
imbattei in un tempio a forma di obelisco i cui muri erano stati erosi dal
vento. Sullingresso campeggiava la grande stella rossa della Solar
Federation.
Ero di fronte al Tempio di Syrinx.
Non era protetto da un campo di forza n era circondato da un
distaccamento di Sixer. Non cera anima viva.
Estrassi le pistole e camminai fino allentrata del tempio.
Allinterno, supercomputer a forma di obelisco si susseguivano in
lunghe file e riempivano il tempio, grande quanto una cattedrale. Mi
aggirai tra le file, ascoltando il sordo ronzio delle macchine, finch non
raggiunsi il centro del tempio.
L, trovai un altare sopraelevato, la stella rossa a cinque punte incisa
nella pietra. Quando salii sullaltare, il ronzio dei computer cess di
colpo e la sala fu immersa nel silenzio.
Avevo come limpressione di dover piazzare qualcosa sullaltare, a mo
di offerta al Tempio di Syrinx. Ma cosa?

Il robot Leopardondi trenta centimetri che avevo guadagnato superando


la Seconda Porta non sembrava adatto. Provai a mettere il robot
sullaltare, ma non accadde nulla. Lo rimisi nellinventario e per un
attimo mi fermai a pensare. Poi mi ricordai un altro particolare del
libretto di 2112. Lo aprii di nuovo e lo scorsi. La mia risposta era l,
nel paragrafo che precedeva la terza parte: Discovery.
Dietro la mia adorata cascata, nella piccola stanza nascosta sotto la
caverna, la trovai. Scostai la polvere depositata negli anni e la raccolsi,
tenendola tra le mani con reverenza. Non avevo idea di cosa potesse
essere, ma era sublime. Appresi a mettere le dita sui fili, a girare le
chiavi per emettere suoni diversi. E colpendo i fili con laltra mano,
produssi i miei primi suoni armonici e poi, ben presto, la mia musica!
Trovai la cascata allestremit meridionale della citt, dentro la parete
ricurva della cupola atmosferica. Non appena la vidi, attivai i razzi dei
miei stivali e volai fino al fiume di schiuma e vapore formato dalla
cascata, e poi lo attraversai. La tuta aptica fece del suo meglio per
simulare la sensazione dei rivoli dacqua che sferzavano il mio corpo,
ma sembr pi che altro che qualcuno mi colpisse la testa, le spalle e la
schiena con un fascio di rametti. Una volta giunto dallaltra parte della
cascata, trovai lapertura di una caverna e vi entrai. La caverna si
restringeva fino a formare un lungo tunnel che si apriva in una stanza
buia e angusta.
Mi guardai intorno e scoprii che una delle stalagmiti che si innalzavano
dal suolo era piuttosto consumata sulla punta. La afferrai e la tirai verso
di me, ma non si smosse. Provai dunque a spingerla e cedette,
piegandosi come fosse attaccata a un perno nascosto, una leva o
qualcosa di simile. Sentii un rumore di pietre alle mie spalle, mi voltai e
vidi, al suolo, una botola aperta. In cima alla caverna si era formata
unapertura che inondava con un fascio di luce la botola e la minuscola
camera che era appena stata svelata l sotto.
Dallinventario presi un oggetto, una bacchetta magica in grado di
localizzare trappole nascoste, magiche e non. La usai per assicurarmi
che larea fosse pulita, poi saltai nella botola e atterrai sul suolo
polveroso della camera nascosta. Era una stanza minuscola, a forma di
cubo, con una grande pietra grezza addossata alla parete settentrionale.
Incastrata nella pietra, dalla parte del manico, cera una chitarra
elettrica. Avevo gi visto quel modello nei filmati del tour di 2112
che avevo ripassato durante il viaggio sul Vonnegut. Era una Gibson

Les Paul del 74, la chitarra che Alex Lifeson aveva usato nel tour di
2112.
Sogghignai davanti a quellassurda immagine arturiana della chitarra
nella roccia. Come ogni Gunter, avevo visto Excalibur, di John
Boorman, un numero infinito di volte, perci mi fu subito chiaro ci
che avrei dovuto fare. Allungai la mano destra, afferrai il manico della
chitarra e tirai. La chitarra si stacc dalla roccia con un lungo
shhingggg! metallico.
Tenni la chitarra alta sopra la testa, e il tintinnio metallico si trasform
in un accordo di quinta che riecheggi in tutta la caverna. Fissai per un
istante la chitarra e stavo gi attivando i razzi degli stivali per risalire
dalla botola e uscire dalla caverna, quando fui colto da unidea e mi
fermai.
Durante il liceo, James Halliday aveva preso qualche lezione di
chitarra. Era ci che mi aveva spinto a imparare a suonarla. Non avevo
mai tenuto in mano una chitarra vera, ma con quelle virtuali spaccavo.
Rovistai nellinventario e trovai un plettro. Poi aprii il diario del Graal
ed estrassi gli spartiti di 2112, insieme alle tablature di Discovery,
che descrive la scoperta, da parte delleroe, di una chitarra in una stanza
nascosta dietro una cascata. Quando iniziai a suonare, il suono della
chitarra rimbomb tra i muri della camera e risal per la caverna,
nonostante lassenza di elettricit o amplificatori.
Appena ebbi suonato la prima battuta di Discovery, comparve un
messaggio, scolpito nella roccia da cui avevo estratto la chitarra.
La prima forgiata in rosso metallo
La seconda in pietra verde La
terza del pi limpido cristallo Ma ad aprirla da soli si perde
Pochi
secondi dopo, le parole iniziarono a dissolversi, svanendo insieme al
riverbero dellultima nota che avevo suonato. Rapidamente, scattai una
foto alla schermata con lenigma, cercando gi di decifrarne il
significato. Parlava, chiaramente, della Terza Porta. E di come non si
potesse aprirla da soli.
Che i Sixer avessero suonato la canzone e trovato il messaggio? Ne
dubitavo fortemente. Si sarebbero limitati a estrarre la chitarra dalla
roccia e a riportarla al tempio.
In quel caso, probabilmente non sapevano che cera un trucchetto per
aprire la Terza Porta. E questo spiegava perch non fossero ancora
arrivati allEgg.

Ritornai al tempio e posai la chitarra sullaltare. Quando lo feci, i


computer a forma di obelisco che mi sovrastavano cominciarono a
emettere una cacofonia di suoni, come unintera orchestra in fase di
accordatura. Il rumore si intensific in un crescendo assordante e poi
sinterruppe di colpo. Quindi, laltare fu avvolto da un lampo di luce e
la chitarra si trasform nella Chiave di Cristallo. Quando mi avvicinai
per raccogliere la chiave, udii un trillo e il mio punteggio sul
Segnapunti aument di 25 000 punti. Sommati ai 200 000 che avevo
guadagnato superando la Seconda Porta, portavano il mio totale a 353
000 punti, mille in pi di Sorrento. Ero di nuovo al primo posto.
Ma sapevo che non era il momento di festeggiare. Esaminai in fretta la
Chiave di Cristallo, inclinandola alla luce per studiarne la superficie
luccicante e sfaccettata. Non cerano parole incise, ma notai un piccolo
monogramma al centro dellimpugnatura di cristallo, una singola A,
ben disegnata, che riconobbi subito.
Quella stessa A compariva nella casella simbolo del personaggio
della prima scheda che James Halliday avesse mai compilato su
Dungeons & Dragons. Era il monogramma che si vedeva sulla tunica
nera del suo leggendario avatar OASIS: Anorak. E sapevo che lo stesso
emblema adornava il cancello di Castle Anorak, la fortezza
inespugnabile dellavatar.
Durante i primi anni della Caccia, i Gunter si erano avventati come
insetti affamati su qualsiasi localit OASIS che sembrasse un buon
nascondiglio per le tre chiavi; in particolare, sui pianeti i cui codici
erano stati scritti dallo stesso Halliday. Principale destinazione era
Chthonia, una minuziosa riproduzione del mondo che Halliday aveva
creato al liceo per la sua campagna di Dungeons & Dragons e che era
stata anche lambientazione di molti dei suoi primi videogiochi.
Chthonia era diventato la Mecca dei Gunter.
Come chiunque altro, mi ero sentito in dovere di fare un breve
pellegrinaggio sul pianeta per visitare Castle Anorak. Ma il castello era
inespugnabile e lo era sempre stato. Nessun avatar, se non Anorak
stesso, poteva varcarne la soglia.
Ma ora sapevo che ci doveva essere un modo per entrare a Castle
Anorak. Perch la Terza Porta era l dentro.
Quando tornai sulla nave, decollai e stabilii la rotta verso
Chthonia, nel Settore 10.

Poi iniziai a scorrere i feed di notizie, per le reazioni esaltate dei media
alla notizia del del mio ritorno al primo posto. Ma il mio punteggio non
era la notizia del giorno. No, la grande notizia, quel pomeriggio, era che
il nascondiglio dellEaster Egg di Halliday era stato infine rivelato al
mondo. Si trovava, disse il giornalista, da qualche parte sul pianeta
Chthonia, allinterno di Castle Anorak. E lo si era saputo perch lintero
esercito Sixer si era accampato intorno al castello.
Erano arrivati quel giorno, in mattinata, dopo che avevo superato la
Seconda Porta.
Un tempismo simile non poteva essere una coincidenza. I miei
progressi dovevano aver spinto i Sixer a smettere di celare i loro
tentativi per superare la Terza Porta e a rendere pubblico il luogo in cui
si trovava, sbarrandone laccesso prima che io, o chiunque altro, potessi
raggiungerlo.
Pochi minuti dopo essere giunto su Chthonia, volai, con il dispositivo
doccultamento attivato, intorno al castello per valutare la situazione.
Era anche peggio di quanto avessi immaginato.
I Sixer avevano installato un qualche scudo magico intorno a Castle
Anorak, una cupola semitrasparente che racchiudeva completamente il
castello e larea circostante. Accampato entro i confini dello scudo,
cera lintero esercito Sixer. Un vasto schieramento di truppe, carri
armati, armi e veicoli, circondava il castello da tutti i lati.
Svariati clan di Gunter si erano gi presentati sulla scena e si giocavano
le prime carte tentando di distruggere lo scudo con testate ad alto
rendimento. A ogni detonazione seguiva un breve spettacolo di luci
atomiche, poi il colpo si disperdeva, senza intaccare lo scudo.
Gli attacchi continuarono per un altro paio dore, via via che la notizia
si diffondeva e un numero sempre maggiore di Gunter giungeva su
Chthonia. I clan lanciarono contro lo scudo ogni tipo darma
immaginabile, ma senza ottenere il minimo effetto. Testate nucleari,
sfere di fuoco, missili magici: nulla. Infine, una squadra di Gunter cerc
di scavare un tunnel sotto i confini della cupola, e fu allora che si scopr
che a circondare il castello non era in realt una cupola ma una sfera,
che circondava il castello sia al di sopra del suolo sia sottoterra.
Pi tardi, quella sera, molti maghi Gunter di alto livello completarono i
loro incantesimi divinatori e annunciarono sui forum che lo scudo
intorno al castello era generato da un artefatto molto potente noto come
La Sfera di Osuvox, che poteva essere attivato soltanto da un mago di

novantanovesimo livello. Secondo la descrizione, lartefatto era in


grado di crearsi intorno uno scudo sferico, con una circonferenza che
poteva raggiungere mezzo chilometro. Lo scudo era impenetrabile e
indistruttibile e poteva vaporizzare qualsiasi cosa lo toccasse. Inoltre,
poteva essere mantenuto a tempo indeterminato, a patto che il mago che
aveva attivato la sfera rimanesse immobile e tenesse entrambe le mani
ferme sullartefatto. Nei giorni che seguirono, i Gunter cercarono in
tutti i modi di penetrare al di l dello scudo. Magia. Tecnologia.
Teletrasporto. Controincantesimi. Altri artefatti. Non funzionarono.
Non cera modo di entrare.
Rapidamente, in tutta la comunit Gunter si diffuse unatmosfera di
disperazione. Solitari e membri dei clan erano pronti a gettare la
spugna. I Sixer avevano la Chiave di Cristallo e un accesso esclusivo
alla Terza Porta. Tutti concordavano che la fine fosse vicina, che fosse
finito tutto, tranne le lacrime.
Nel corso di tutti questi sviluppi riuscii, in qualche modo, a mantenere
la calma. Cera la possibilit che i Sixer non avessero nemmeno capito
come aprire la Terza Porta. Naturalmente, avrebbero avuto un sacco di
tempo a disposizione. Potevano permettersi di essere lenti e metodici.
Prima o poi, si sarebbero imbattuti nella soluzione.
Ma non mi volevo arrendere. Finch un avatar non raggiungeva lEaster
Egg, tutto era possibile.
Come in ogni videogioco classico, la Caccia era semplicemente passata
a un livello nuovo, pi difficile. E un nuovo livello, spesso, richiedeva
una strategia completamente nuova.
Cominciai a elaborare un piano. Un piano audace, stravagante, che
avrebbe richiesto una quantit mitologica di fortuna. Misi in atto la
prima parte del piano mandando unemail ad Art3mis, Aech e Shoto. Il
messaggio spiegava dove avrebbero trovato la Seconda Porta e come
avrebbero potuto ottenere la Chiave di Cristallo. Quando fui certo che
tutti e tre avevano ricevuto il mio messaggio, diedi inizio alla fase
successiva del piano. Questa era la parte che mi terrorizzava di pi,
perch sapevo che cerano buone probabilit che mi uccidessero. Ma a
quel punto, non mi importava pi.
Avrei raggiunto la Terza Porta, o sarei morto provandoci.

[1] Siamo i sacerdoti dei Templi di Syrinx / I nostri computer ne


riempiono i gloriosi atrii / Siamo i sacerdoti dei Templi di Syrinx / I
doni della vita tratteniamo in queste mura. [N.d.T.]

LIVELLO TRE
Uscire di casa altamente sopravvalutato. Almanacco di Anorak,
Capitolo 17, Verso 32
0028
Quando la polizia della IOI
venne ad arrestarmi, ero nel bel mezzo di Explorers, film del 1985
diretto da Joe Dante. Parla di tre ragazzini che costruiscono
unastronave in giardino e poi volano via e vanno a incontrare gli alieni.
Probabilmente uno dei pi grandiosi film per ragazzi mai realizzato. Per
abitudine, lo riguardavo almeno una volta al mese. Mi aiutava a
distendere i nervi.
Una miniatura in fondo al display mi offriva la ripresa della telecamera
di sicurezza esterna del palazzo, perci vidi il Veicolo di Recupero
Schiavi Reclutati accostare di fronte alledificio, a sirene spiegate e luci
lampeggianti. Saltarono fuori quattro agenti, in stivali militari ed
elmetti antisommossa, e corsero nelledificio seguiti da un tale che
indossava giacca e cravatta. Continuai a osservarli sulla telecamera
dellatrio, mentre sventolavano i loro distintivi IOI, oltrepassavano il
posto di controllo e si infilavano nellascensore.
Stavano salendo al mio piano.
Max mormorai, avvertendo il tono spaventato della mia stessa voce.
Esegui macro di sicurezza numero uno: Crom, gran dio dei monti.
Questo comando vocale faceva eseguire al computer una lunga
sequenza di azioni preprogrammate, sia online sia nel mondo reale.
P-p-prontissimo, capo! replic Max allegramente e, in un secondo, il
sistema di sicurezza dellappartamento pass in modalit blocco. La
WarDoor rinforzata in titanio cal dal soffitto, sbattendo e unendosi alla
porta di sicurezza incassata nel muro dellappartamento.
Dalla telecamera di sicurezza montata nel corridoio fuori
dallappartamento, osservai i quattro agenti uscire dallascensore e
fiondarsi nel corridoio, fino a raggiungere la mia porta. I due davanti
impugnavano saldatrici al plasma. Gli altri due avevano pistole a

impulsi elettrici VoltJolt a potenza industriale. Il tizio con il completo,


dietro di loro, aveva con s un bloc-notes digitale.
Non fui sorpreso di vederli. Sapevo perch erano arrivati. Erano arrivati
per forzare lappartamento e tirarmi fuori, come se dovessero estrarre
un pezzo di carne da un barattolo.
Quando arrivarono alla porta, lo scanner li ispezion e le loro identit
mi comparvero sul display, informandomi che tutti e cinque erano
ufficiali della IOI con un mandato darresto valido per Bryce Lynch,
linquilino dellappartamento. Perci, nel rispetto della legge locale,
statale e federale, il sistema di sorveglianza del condominio apr
entrambe le porte di sicurezza per garantirgli laccesso. Ma la WarDoor
che avevo appena azionato li lasci fuori.
Naturalmente, gli agenti si aspettavano che avessi qualche sistema di
sicurezza supplementare, ed per questo che si erano portati le
saldatrici al plasma.
Il parassita IOI in giacca e cravatta si infil tra gli altri agenti e piazz
cautamente il pollice sul citofono. Sul mio display comparve il suo
nome e il suo ruolo nella societ: Michael Wilson, Divisione Crediti e
Riscossioni IOI, Impiegato # IOI-481231.
Wilson guard su, dritto nellobiettivo della telecamera nel corridoio, e
sorrise affabile. Signor Lynch disse, alzando la voce perch lo
sentissi nonostante le saldatrici. Mi chiamo Michael Wilson e faccio
parte della Divisione Crediti e Riscossioni della Innovative Online
Industries. Consult il bloc-notes. Sono qui perch non ha effettuato
gli ultimi tre pagamenti sulla sua carta Visa IOI, le cui pendenze
ammontano a ventimila dollari. I nostri dossier ci segnalano che al
momento lei non ha un impiego, ed stato quindi classificato come
indigente. Per la legge federale, lei idoneo al reclutamento forzato
causa insolvenza. Rimarr con noi finch non avr estinto il suo debito
con la compagnia, inclusi gli interessi applicabili, le multe per il ritardo
e per la procedura, e ogni altra spesa o ammenda che contrarr dora in
avanti. Wilson indic gli agenti. Questi signori sono qui per aiutarmi
a prenderla in custodia e scortarla al suo nuovo posto di lavoro. Le
chiediamo di aprire la porta e garantirci laccesso al suo alloggio. Ci
tengo a informarla che siamo autorizzati a confiscare i suoi effetti
personali. Il valore degli oggetti, ovviamente, sar detratto dalle sue
insolvenze. A quanto riuscii a sentire, Wilson recit tutta la formula

senza fermarsi a respirare, parlando con il tono piatto di chi costretto


a ripetere le stesse frasi per tutto il giorno.
Dopo una breve pausa, risposi al citofono: Certo, ragazzi. Datemi un
minuto per infilarmi i pantaloni. Esco subito.
Wilson aggrott la fronte. Signor Lynch, se non ci garantisce accesso
entro dieci secondi, siamo autorizzati a sfondare la porta. Limporto di
ogni danno causato dallirruzione dei nostri agenti, compreso il danno
alla propriet e i costi della riparazione, si andranno a sommare al suo
debito. Grazie. Wilson si allontan dal citofono e fece un cenno agli
altri. Uno degli agenti accese immediatamente la saldatrice e, quando la
punta si color di un rosso incandescente, cominci a incidere il
rinforzo in titanio della WarDoor. Laltro con la saldatrice si scost di
qualche centimetro e inizi a perforare la parete. Questi tizi avevano
accesso alle specifiche di sorveglianza di tutto ledificio, perci
sapevano che i muri degli appartamenti erano dotati di una lamina in
acciaio e di uno strato di cemento, che poteva essere tagliato molto pi
rapidamente della WarDoor in titanio.
Ovviamente avevo preso le mie precauzioni: avevo rinforzato pareti,
pavimento e soffitto con una SageCage in lega di titanio, montata da me
pezzo per pezzo. Una volta perforato il muro, avrebbero dovuto passare
attraverso la gabbia. Ma questo mi avrebbe concesso al massimo cinque
o sei minuti di vantaggio, nella migliore delle ipotesi. Poi sarebbero
entrati.
Sapevo che gli agenti avevano un soprannome per questa procedura
tirare fuori le reclute da un appartamento fortificato per arrestarle. La
chiamavano fare un cesareo.
Ingoiai senzacqua due dei calmanti che avevo ordinato, per prepararmi
allevento. Ne avevo gi presi due prima, in mattinata, ma non avevano
avuto alcun effetto. Su OASIS, chiusi tutte le finestre del display e alzai
al massimo il livello di sicurezza del mio account. Poi aprii il
Segnapunti per controllarlo unultima volta e rilassarmi, scoprendo che
nulla era cambiato e i Sixer non avevano ancora vinto. La top ten era
ferma ormai da parecchi giorni.
PUNTEGGI: 1. Art3mis 354.000
2. Parzival 353.000 3.
IOI655321 352.000
4. Aech 352.000
5. IOI-643187 349.000
6. IOI-621671 348.000
7. IOI-678324 347.000
8. Shoto
347.000 9. IOI-637330 346.000
10. IOI-699423 346.000

Art3mis, Aech e Shoto avevano superato la Seconda Porta e si erano


impossessati della Chiave di Cristallo entro quarantottore dalla mia
email. Art3mis era balzata di nuovo in vetta dopo aver ricevuto i 25 000
punti della Chiave di Cristallo, grazie al bonus che aveva ottenuto per
essere stata la prima a trovare la Chiave di Giada e la seconda a trovare
quella di Rame.
Dopo aver ricevuto la mia email, Art3mis, Aech e Shoto avevano
cercato di contattarmi, ma non avevo mai risposto alle email e alle
richieste di chat. Non vedevo la ragione di spiegare ci che avevo in
mente. Non avrebbero potuto fare nulla per aiutarmi, e probabilmente
avrebbero soltanto cercato di dissuadermi.
Comunque, ormai non potevo tornare indietro.
Chiusi il Segnapunti e diedi uno sguardo alla mia fortezza, chiedendomi
se sarebbe stata lultima volta. Poi trassi molti respiri profondi, come un
sub che si prepara allimmersione, e cliccai sullicona di logout sul
display. OASIS svan e il mio avatar riapparve nel suo ufficio virtuale.
Aprii una finestra della console e digitai il comando per attivare la
sequenza di autodistruzione del computer: tempesta di merda.
Sul display comparve una barra di avanzamento: mi indicava che il
disco fisso si stava azzerando e stava per essere ripulito.
Ciao ciao, Max sussurrai.
Adios, Wade disse Max, pochi secondi prima di essere cancellato.
Seduto nella poltrona aptica, sentivo gi il calore che proveniva dal lato
opposto della stanza. Quando mi sfilai il visore, vidi del fumo entrare
dai fori che si stavano formando nella porta e nel muro. La situazione
stava diventando difficile da gestire per i depuratori daria della stanza.
Cominciai a tossire. Lagente alla porta fin il lavoro. Il cerchio di
metallo fumante cadde a terra con un potente boom metallico che mi
fece sobbalzare nella poltrona.
Il saldatore fece un passo indietro. Un altro agente si avvicin e us un
piccolo barattolo per spruzzare una sorta di schiuma congelante sui
margini del foro, raffreddando il metallo per non scottarsi quando
fossero entrati. Cosa che stavano per fare.
Via libera! grid uno di loro dal corridoio. Nessuna arma in vista!
Il primo a entrare dal buco fu uno degli agenti con le pistole a impulsi
elettrici. Allimprovviso era l, in piedi davanti a me, con larma
puntata sulla mia faccia.

Non ti muovere! grid. O finisci secco. Capito? Annuii che s,


avevo capito. Mi resi conto che questo agente era il primo ospite entrato
in casa mia, da quando avevo cominciato a vivere l.
Il secondo agente che scivol nellappartamento non fu cos gentile.
Senza dire una parola cammin verso di me e mi ficc in bocca una
ball-gag. Era una procedura standard, volevano evitare che dessi
ulteriori istruzioni al computer. Non avrebbero dovuto preoccuparsi.
Nel momento in cui il primo agente era penetrato nellappartamento, un
dispositivo incendiario era gi esploso nel computer, che si stava
sciogliendo in un blob.
Quando lagente fin di imbavagliarmi, afferr lesoscheletro della mia
tuta aptica, mi strapp dalla poltrona come se fossi una bambola di
pezza e mi scagli sul pavimento. Il primo agente spinse linterruttore
di sicurezza che apriva la WarDoor e gli ultimi due agenti entrarono in
fretta e furia, seguiti da quel tale in giacca e cravatta, Wilson.
Mi raggomitolai a terra e chiusi gli occhi. Cominciai a tremare senza
riuscire a controllarmi. Cercai di prepararmi a ci che, sapevo, sarebbe
successo.
Stavano per portarmi fuori.
Signor Lynch disse Wilson, sorridendo. La dichiaro in arresto in
nome della Corporation. Si rivolse agli agenti: Dite pure alla squadra
di recupero di salire e ripulire questo posto. Diede unocchiata in giro
e not la sottile striscia di fumo che usciva dal computer. Mi guard e
scosse la testa. Mossa stupida. Avremmo potuto vendere il computer
per aiutarla a pagare il debito. Soffocato dalla pallina, non potevo
rispondere, perci feci spallucce e poi gli mostrai il dito medio.
Mi strapparono di dosso la tuta aptica e la lasciarono l, per la squadra
di recupero. Senza, ero completamente nudo. Mi diedero una tuta
grigionera, con scarpe di plastica intonate. La tuta mi raschiava la pelle
come carta vetrata, e non appena la infilai cominciai a essere percorso
da un insopportabile prurito. Ero ammanettato, perci grattarmi non era
facile.
Mi trascinarono fino allentrata. Le lampade fluorescenti succhiavano
via il colore da qualsiasi cosa, e tutto sembrava come in un vecchio film
in bianco e nero. Scendendo con lascensore, canticchiai, pi forte che
potevo, la musichetta dattesa per mostrare che non avevo paura.
Quando uno degli agenti mi sventol in faccia la pistola elettrica, mi
zittii.

Nellatrio mi fecero indossare un cappotto con cappuccio. Non


volevano che prendessi la polmonite, ora che ero propriet della
societ. Una risorsa umana. Poi mi condussero fuori e, per la prima
volta in pi di sei mesi, la luce del sole mi colp il viso.
Nevicava, e ogni cosa era ricoperta di un sottile strato di ghiaccio grigio
e nevischio. Non sapevo che temperatura ci fosse, ma non ricordavo di
aver mai sentito tanto freddo. Il vento mi entrava nelle ossa.
Mi caricarono sul furgone. Due nuove reclute erano gi nel retro, legate
ai sedili di plastica; entrambe indossavano un visore. Gente che era
stata arrestata quella mattina stessa. Gli agenti erano come i netturbini,
facevano ronde giornaliere.
La recluta alla mia destra era un tizio alto e magro e aveva
probabilmente qualche anno pi di me. Sembrava proprio malnutrito.
Laltra persona era obesa e non riuscivo a capire se fosse maschio o
femmina. Decisi di immaginarmelo maschio. Il suo volto era oscurato
da una massa di sporchi capelli biondi, e qualcosa di molto simile a una
maschera antigas gli copriva la bocca. Dalla maschera partiva uno
spesso tubo che arrivava fino a una valvola a terra. Non riuscivo a
capire a cosa servisse, finch la recluta non si pieg in avanti, facendo
tendere le manette, e vomit nella maschera. Udii un aspiratore attivarsi
e risucchiare gli Oreo rigurgitati della recluta nel tubo, fino a terra. Mi
domandai se li avrebbero conservati in un serbatoio o se si sarebbero
limitati a scaricarli per strada. Forse nel serbatoio. La IOI
probabilmente avrebbe analizzato il vomito e ne avrebbe conservato i
risultati in una cartella.
Ti senti male? domand un agente mentre mi toglieva la pallina dalla
bocca. Se ti senti male dimmelo ora e ti metto una maschera.
Sto da dio dissi, poco convinto.
Ok. Ma se poi mi tocca pulire il tuo vomito te ne pentirai. Mi
lanciarono dentro e mi legarono di fronte al tizio magrolino. Due agenti
salirono sul retro insieme a noi, riponendo le saldatrici al plasma in un
armadietto. Gli altri due richiusero, sbattendole, le porte posteriori del
furgone e salirono davanti.
Mentre ci allontanavamo dal mio condominio, allungai il collo per
guardare, dai finestrini oscurati nel retro del furgone, ledificio in cui
avevo vissuto quellanno. Riuscii a individuare la mia finestra, al
quarantaduesimo piano, per via del vetro colorato di nero. La squadra di
recupero doveva essere ormai salita. Stavano smontando, classificando,

etichettando, inscatolando tutta la mia attrezzatura, e preparandola per


unasta. Una volta finito di svuotare lappartamento, dei robot di
servizio lavrebbero rimesso a lucido e disinfettato. Un gruppo di
riparatori avrebbe sistemato il muro esterno e poi avrebbe sostituito la
porta. Il conto sarebbe stato inviato alla IOI, che lo avrebbe sommato
alle mie pendenze.
Prima di sera, un Gunter fortunato, il primo nella lista dattesa, avrebbe
ricevuto un messaggio in cui lo informavano che si era liberato un
posto: entro sera, il nuovo inquilino si sarebbe trasferito. Prima che il
sole tramontasse, ogni prova della mia presenza in quel luogo sarebbe
stata completamente cancellata.
Mentre il furgone sobbalzava su High Street, udii le gomme schiacciare
i grani di sale che ricoprivano lasfalto ghiacciato. Uno degli agenti mi
si avvicin e mi schiaff un visore in faccia. Mi ritrovai seduto su una
spiaggia bianca, guardavo il tramonto mentre le onde si infrangevano
davanti ai miei occhi. Doveva essere una simulazione per tenere
tranquille le reclute durante il viaggio in citt. Usando la mano
ammanettata, sollevai il visore sulla fronte. Non sembrava che agli
agenti importasse. Perci allungai nuovamente la testa per guardare
fuori dal finestrino. Mancavo dal mondo reale da molto tempo, e volevo
vedere cosera cambiato.
0029
Una spessa patina di trascuratezza ricopriva tutto ci che
vedevo. Strade, edifici, persone. Persino la neve sembrava sporca.
Scendeva in fiocchi grigi, come cenere dopo uneruzione vulcanica. Il
numero dei senzatetto sembrava cresciuto drasticamente. Tende e ripari
di cartone fiancheggiavano le strade e ogni parco pubblico che vedevo
era stato riconvertito in campo profughi. Mentre il furgone si inoltrava
nel cuore della citt, tra i suoi grattacieli, vedevo gruppi di persone a
ogni angolo di strada, in ogni spazio libero, raccolte intorno a barili in
fiamme e stufe elettriche portatili. Altre erano in fila alle stazioni di
ricarica solare gratuita e indossavano visori e guanti ingombranti e
obsoleti. Muovevano le mani in gesti piccoli, spettrali, mentre
interagivano con una realt molto pi piacevole, quella di OASIS,
tramite gli accessi wireless gratuiti della GSS.
Infine arrivammo al 101 della IOI Plaza, nel cuore della citt.
Osservai preoccupato, in silenzio, comparire il quartier generale delle
Innovative Oline Industries Inc: due grattacieli rettangolari ne
affiancavano uno circolare formando il logo della IOI. I grattacieli IOI

erano i pi alti della citt, massicce torri di acciaio congiunte luna


allaltra da una dozzina di passerelle e ascensori. La cima di ogni torre
scompariva nella nuvola densa di sodio che la sovrastava. Gli edifici
erano identici al quartier generale di IOI-1, su OASIS, ma nel mondo
reale sembravano molto pi spaventosi.
Il furgone scivol in un garage alla base della torre circolare e percorse
una serie di rampe in cemento, finch non raggiungemmo unarea
aperta che somigliava a una zona di carico. Una scritta, sopra una fila di
portelloni, diceva: CENTRO INDUZIONE IMPIEGATI RECLUTA
IOI.
Io e le altre reclute fummo spinti fuori dal furgone, dove una squadra di
guardie di sicurezza armate di pistole a impulsi elettrici ci aspettava per
prenderci in custodia. Ci tolsero le manette, poi una guardia ci esamin
con uno scanner di retine manuale. Trattenni il fiato mentre me lo
passava davanti agli occhi. Un istante dopo, il dispositivo emise un bip
e la guardia lesse le informazioni sul display. Lynch, Bryce. 19 anni.
Piena cittadinanza americana. Nessun precedente. Reclutamento per
inadempienza crediti. Annu con il corpo e premette una serie di icone
sul suo bloc-notes. Quindi mi trasportarono in una stanza, calda e ben
illuminata, insieme a centinaia di altre reclute. Si stavano tutte
trascinando lungo un labirinto di funi da carico, come bambini troppo
cresciuti in un luna park inquietante. Sembrava che ci fosse lo stesso
numero di maschi e femmine, ma era difficile distinguerli perch quasi
tutti erano pallidi come me e completamente glabri, e tutti indossavamo
la stessa tuta grigia e le stesse scarpe di plastica grigie. Sembravamo
comparse uscite daTHX1138.
Al primo posto di controllo, ogni recluta subiva una scansione
approfondita con un Metadetector nuovo di zecca perch la IOI
verificasse che nessuno stesse occultando dispositivi elettronici. Mentre
aspettavo il mio turno, vidi moltissime persone allontanate dalla fila
quando lo scanner trovava un minicomputer sottocutaneo o un telefono
a controllo vocale camuffato da impianto dentale. Li trasportavano in
unaltra stanza e i loro dispositivi venivano rimossi. Un tale davanti a
me aveva una minuscola console OASIS Sinatro nascosta in una protesi
di testicolo. Tanto per parlare di palle.
Dopo aver superato altri punti di controllo, fui scortato nellarea dei
test, unenorme stanza con centinaia di minuscoli cubicoli
insonorizzati: in uno di questi mi fecero sedere e mi consegnarono un

visore scadente e un paio di guanti aptici ancora pi scadenti. Roba che


non mi permetteva di accedere a OASIS, ma che mi diede un po di
conforto, quando la indossai.
Quindi fui sottoposto a una serie di test attitudinali a difficolt
crescente, per misurare la mia conoscenza e le mie abilit in ogni
campo che, plausibilmente, avrebbe potuto tornare utile al mio nuovo
datore di lavoro. Questi test, naturalmente, si riferivano alla falsa
istruzione e ai precedenti lavorativi fasulli che avevo assegnato al mio
alter ego Bryce Lynch.
Padroneggiai tutti i test su software, hardware e networking OASIS ma,
intenzionalmente, totalizzai il minimo nei test progettati per valutare le
mie conoscenze su James Halliday e lEaster Egg. Non volevo certo
finire nella Divisione Oologi della IOI. Avrei potuto imbattermi in
Sorrento. Non pensavo che mi avrebbe riconosciuto non ci eravamo
mai incontrati di persona, e ormai avevo poco a che fare con la mia
vecchia foto dellannuario ma non volevo rischiare. Stavo gi
sfidando il destino pi di quanto avrebbe fatto qualsiasi persona sana di
mente.
Ore dopo, quando finalmente terminai lultimo esame, mi inserirono in
una chatroom per incontrare una consulente per il reclutamento. Si
chiamava Nancy e, con un tono di una piattezza ipnotica, mi inform
che, in ragione dei miei risultati esemplari e del mio curriculum
stupefacente, mi ero guadagnato un posto da Rappresentante di
secondo livello addetto al supporto tecnico OASIS. Mi avrebbero
pagato 28 500 dollari lanno, meno i costi di alloggio, vitto, tasse,
assistenza sanitaria, oculistica, dentistica e servizi ricreativi: il tutto
sarebbe stato automaticamente detratto dal mio stipendio. Quello che
restava (se pure qualcosa fosse rimasto) sarebbe andato a coprire il
debito che avevo con la societ. Una volta estinto il debito, sarei stato
rilasciato. A quel punto, in base a come me la sarei cavata, la IOI
avrebbe potuto offrirmi un posto permanente.
Era tutta una gran cazzata, ovviamente. Le reclute non riuscivano mai a
pagare i loro debiti e a guadagnarsi il rilascio. Anche quando la IOI
aveva finito di vessarti con detrazioni, multe per ritardi e interessi,
finiva sempre che il tuo debito con loro aumentava, anzich diminuire.
Se commettevi lerrore di farti reclutare, finivi per rimanere recluta a
vita. A molti sembrava non importasse, per. Pensavano fosse un

lavoro sicuro. E che non sarebbero morti di fame o di freddo in mezzo a


una strada.
Il mio contratto di reclutamento comparve in una finestra del display.
Conteneva una lunga lista di condizioni e clausole sui diritti (o meglio,
sulla mancanza di diritti) che avevo, come impiegato recluta. Nancy
mi disse di leggerlo, firmarlo e procedere fino al trattamento reclute.
Poi usc dalla chatroom. Feci scorrere il contratto fino in fondo senza
preoccuparmi di leggerlo. Era lungo pi di seicento pagine. Firmai con
il nome di Bryce Lynch, poi confermai la mia firma con una scansione
della rete.
Mi domandai se il contratto avrebbe potuto essere vincolante anche se
ero sotto falso nome. Non ne ero sicuro, e non mi importava molto.
Faceva tutto parte del mio piano.
Mi condussero lungo un altro corridoio, fino allarea di trattamento
reclute. Mi piazzarono su un nastro trasportatore che mi trascin da
una stazione allaltra. Per prima cosa, mi presero la tuta e le scarpe e le
incenerirono. Poi mi fecero passare attraverso una specie di
autolavaggio per umani: una serie di macchine che mi insaponarono,
strofinarono,
disinfettarono,
risciacquarono,
asciugarono
e
spidocchiarono. Dopodich mi consegnarono una nuova tuta grigia e un
altro paio di ciabatte di plastica.
Alla stazione successiva, una fila di macchine mi fece un esame fisico
completo, inclusa una serie di esami del sangue. (Fortunatamente, la
Legge per la Privacy Genetica impediva alla IOI di estrarre campioni
del mio dna.) Poi fui sottoposto a una serie di iniezioni, con una gamma
di pistole ad ago automatiche che mi sparavano, simultaneamente, sulle
spalle e sulle chiappe.
Mentre avanzavo sul nastro trasportatore, dei monitor a schermo piatto,
montati sopra la mia testa, continuavano a trasmettere lo stesso video di
dieci minuti in un loop infinito: Reclutamento Forzato: La tua corsia
preferenziale dai debiti al successo!. Il cast era costituito da stelline
della tv di serie D che sbrodolavano gioiosamente propaganda
aziendale mentre illustravano le minuzie della politica reclutamenti
della IOI. Dopo averlo visto cinque volte avevo memorizzato ogni
stracazzo di battuta. Alla decima visione, recitavo le parole allunisono
con gli attori.

Cosa mi devo aspettare una volta completato il processo iniziale,


quando otterr il mio posto permanente? chiedeva Johnny, il
protagonista del video daddestramento.
Aspettati di passare il resto della tua vita da schiavo della compagnia,
Johnny, pensai. Ma continuai a guardarlo mentre, ancora una volta,
lamichevole rappresentante del dipartimento di Risorse Umane IOI
raccontava a Johnny tutto sulla vita quotidiana di una recluta.
Giunsi infine allultima stazione, dove una macchina mi applic una
cavigliera di sicurezza una banda di metallo imbottita che si chiuse
poco sopra la caviglia. A quanto diceva il video, il dispositivo
monitorava la mia posizione e mi garantiva o negava laccesso alle
diverse aree del complesso IOI. Se avessi cercato di fuggire, togliermi
la cavigliera o se avessi causato problemi di qualsiasi tipo, il dispositivo
avrebbe rilasciato una scossa elettrica paralizzante. Se necessario,
avrebbe potuto iniettarmi un sedativo con effetto immediato
direttamente nelle vene.
Dopo che la cavigliera fu installata, unaltra macchina mi impiant un
piccolo dispositivo elettronico sul lobo destro dellorecchio, bucandolo
in due punti. Sussultai per il dolore e gridai una serie di bestemmie. Dal
filmino avevo appreso che mi era appena stata assegnata una TOC.
TOC stava per Targhetta dOsservazione e Comunicazione. Ma le
reclute la chiamavano, pi semplicemente, lorecchino. Mi ricordava le
targhette che gli ambientalisti applicavano agli animali in via
destinzione per controllare i loro movimenti quando venivano liberati.
Lorecchino conteneva un minuscolo comlink che permetteva al
computer principale delle Risorse Umane IOI di fare annunci o
impartire ordini direttamente nel mio orecchio. Includeva anche una
microscopica telecamera, puntata davanti a me, che permetteva ai
supervisori IOI di vedere ci che avevo di fronte. In ogni stanza del
complesso erano installate telecamere di sicurezza, ma a quanto
sembrava non era abbastanza. Si erano sentiti in dovere di installare una
telecamera anche sulla testa di ogni recluta.
Pochi secondi dopo che il mio orecchino fu installato e attivato, iniziai
a sentire il placido tono del mainframe delle Risorse Umane che
impartiva istruzioni e altre informazioni. Sulle prime quella voce mi
mandava fuori di testa ma, a poco a poco, mi ci abituai. Non che avessi
scelta.

Quando scesi dal nastro trasportatore, il computer delle Risorse Umane


mi guid a una mensa vicina che sembrava presa da uno di quei vecchi
film ambientati in carcere. Ricevetti un vassoio verde acceso, un
hamburger alla soia, insapore, una pallottola di pur acquoso e, per
dolce, una sorta di pasticcio dalla forma indistinguibile. Divorai tutto in
un paio di minuti. Il computer delle Risorse Umane si compliment per
il mio sano appetito. Poi mi inform che avevo il permesso di effettuare
una visita di cinque minuti al bagno. Quando ne uscii, mi guid a un
ascensore che non aveva n pulsanti n un display con il numero del
piano. Appena le porte si riaprirono, impressa sul muro vidi la scritta:
ALLOGGI RECLUTE - BLOCCO 05 - RAPPR. SUPPORTO TEC. Mi
trascinai fuori dallascensore e mi incamminai sulla moquette del
corridoio. Tutto era buio e silenzioso. Lunica forma di illuminazione
proveniva dal sentiero di luci fisse sul pavimento. Avevo perso la
cognizione del tempo. Sembrava che fossero passati giorni da quando
ero stato strappato al mio appartamento. Ero distrutto.
Il tuo primo turno di Supporto Tecnico inizia tra sette ore ronz
sommessamente al mio orecchio il computer delle Risorse Umane.
Fino ad allora puoi dormire. Gira a destra allincrocio davanti a te e
procedi fino allUnit abitativa che ti stata assegnata, numero 42G.
Continuai a fare ci che mi dicevano. Pensai che me la stavo cavando
bene. Il Quartiere alloggi ricordava un mausoleo. Era una rete di
corridoi a volta, ciascuno pieno di capsule-letto a forma di bara, file su
file, accatastate luna sullaltra fino al soffitto, alto tre metri. Ogni
colonna era numerata, e la porta di ogni capsula era contraddistinta una
lettera, dalla A alla J. La capsule A erano situate a livello del
pavimento.
Raggiunsi, finalmente, la mia unit, vicino alla cima della colonna
numero 42. Mentre mi avvicinavo, con un sibilo il portello si apr a
iride e una luce blu soffusa si accese allinterno. Mi arrampicai sulla
stretta scala di accesso che era montata tra le file adiacenti di capsule e
poi salii sulla piattaforma sotto il portello che conduceva alla mia unit.
Quando mi arrampicai allinterno della capsula, la piattaforma si ritir e
il portello si richiuse ai miei piedi.
Linterno della mia unit era una bara di plastica stampata a iniezione e
bianca come un guscio duovo, alta un metro e larga un metro, lunga
due. Sul pavimento cerano un materasso e un cuscino in gommapiuma

gelatinosa. Odoravano di gomma bruciata, perci immaginai fossero


nuovi.
Oltre alla telecamera installata a lato della mia testa, ce nera anche una
montata sopra il portello della mia unit abitativa. La compagnia non si
era preoccupata di nasconderla. Voleva che le reclute sapessero che
erano sotto osservazione.
Il solo svago dellunit era la console-divertimenti: uno schermo tattile
piatto fissato alla parete. Un visore senza fili era chiuso in un supporto
l accanto. Premetti lo schermo e attivai la console. In cima al display
apparvero il mio nuovo numero di matricola e il mio ruolo: Lynch,
Bryce T. RAPPR. TEC. II Impiegato IOI n. 338645.
Sotto comparve un menu che elencava la programmazione cui potevo
accedere. Mi ci vollero solo pochi secondi per studiarmi le limitate
opzioni. Potevo visualizzare un solo canale: ioi-n il network di notizie
dellazienda. Offriva un flusso di notizie ininterrotto ventiquattrore su
ventiquattro e propaganda legate allazienda. La console mi garantiva
anche accesso a una libreria di filmati e simulazioni daddestramento, la
maggior parte dei quali si focalizzavano sul mio ruolo come
Rappresentante supporto tecnico OASIS.
Quando provai ad accedere a una delle altre librerie dintrattenimento,
Vintage Movies, il sistema mi inform che non mi sarebbe stato
consentito laccesso a una pi ampia selezione di divertimenti finch
non avessi ricevuto un giudizio positivo in tre valutazioni consecutive
della mia performance lavorativa. Poi il sistema mi chiese se desideravo
maggiori informazioni sul Programma di Ricompensa Divertimenti
degli Impiegati. Ma no, non ne volevo.
Lunica serie tv che mi era concessa era una sitcom prodotta da loro e
intitolata Tommy Queue. La sinossi la descriveva come una situation
comedy strampalata che racconta le disavventure di Tommy, un
Rappresentante Tecnico OASIS fresco di recluta che si affaccenda per
riuscire nel suo obiettivo di indipendenza finanziaria ed eccellenza sul
lavoro! Selezionai il primo episodio di Tommy Queue, poi liberai il
visore dal supporto e me lo infilai. Come prevedevo, la serie non era
che un filmino daddestramento con le risate fuori campo. Non avrebbe
potuto interessarmi di meno. Volevo solo dormire. Ma sapevo che
qualcuno mi stava osservando e che ogni mia mossa veniva studiata e
annotata. Perci rimasi sveglio pi che potevo, ignorando un episodio
di Tommy Queue dopo laltro.

Nonostante i miei sforzi, i miei pensieri tornavano ad Art3mis. Bench


continuassi a ripetermi il contrario, sapevo bene che era lei la ragione
per cui avevo deciso di affrontare questo piano demenziale. Che
diavolo stavo facendo? Cerano ottime probabilit che non sarei mai
pi riuscito a uscire da questo posto. Mi sentivo sepolto da una valanga
di dubbi. Che la mia duplice ossessione per lEgg e per Art3mis mi
avesse fatto uscire di testa del tutto? Perch mai correre un rischio cos
idiota per conquistare qualcuno che non avevo mai incontrato?
Qualcuno che a quanto pare non voleva neanche pi rivolgermi la
parola?
Dovera, lei, in quel momento? Le mancavo? Che avesse finalmente
cercato di contattarmi?
Continuai a tormentarmi finch non crollai, addormentato.
0030
Il call center del Supporto Tecnico IOI occupava tre piani
interi della torre orientale a forma di I. Ciascun piano era un labirinto di
cubicoli numerati. Il mio cubicolo era infilato in un angolo remoto,
lontano da qualsiasi finestra. Era completamente vuoto, a eccezione di
una sedia da ufficio regolabile e saldata al pavimento. Molti dei
cubicoli che circondavano il mio erano deserti e attendevano larrivo di
nuove reclute.
Non mi era permesso decorare il mio cubicolo in alcun modo, perch
non mi ero ancora meritato quel privilegio. Se avessi ottenuto un
numero adeguato di punti incentivo per lalta produttivit e i giudizi
positivi dei clienti, avrei potuto spenderli per comprarmi il privilegio
di decorare il mio cubo, magari con una piantina o il poster di un
gattino appeso a una corda per il bucato dal quale poter trarre
ispirazione.
Quando raggiunsi la mia scrivania, raccolsi il visore e i guanti
dellazienda dallo scaffale, sulla parete nuda, e me li infilai. Poi
sprofondai nella sedia. Il computer dellufficio era fissato alla base
circolare della sedia e, appena mi sedetti, si attiv. La mia identit
venne verificata e fui collegato automaticamente allaccount del lavoro,
sullintranet della IOI. Laccesso esterno a OASIS non era consentito,
potevo leggere solo email di lavoro, visualizzare documenti di supporto
e manuali di procedura e controllare le mie statistiche di chiamata. Fine.
Ogni mia mossa sullintranet veniva monitorata, controllata e annotata
con cura.

Mi inserii nella coda delle chiamate e iniziai il mio turno da dodici ore.
Ero una recluta da soli otto giorni, ma era come se fossi stato in quella
prigione per anni.
Lavatar del primo cliente mi apparve nella chatroom di supporto.
Comparvero anche il suo nome e le sue statistiche, sospese nel vuoto
sopra di lui. Portava il nome sorprendentemente acuto di
CazzoBollente007.
Era chiaro che sarebbe stata unaltra favolosa giornata.
CazzoBollente007 era un gigantesco barbaro calvo, con unarmatura in
pelle nera borchiata; le sue braccia e il suo viso erano cosparsi di
tatuaggi di demoni. Portava con s unassurda spada gigante, lunga due
volte il suo avatar.
Buon giorno, signor CazzoBollente007 recitai con il mio tono da
macchinetta. Grazie per aver chiamato il supporto tecnico. Sono il
Rappr. Tecnico numero 338645. Come posso aiutarla? Il software di
cortesia filtrava la mia voce, modificando intonazione e inflessione
perch sembrassi sempre smagliante e gioioso.
Oh, ok cominci CazzoBollente007. che ho appena comprato
questa spada cazzutissima e non riesco a usarla! Non ci combatto
neanche. Che cavolo gli preso a questa stronza? Si rotta?
Signore, lunico problema qui che lei un coglione del cazzo dissi.
Udii un segnale acustico familiare e sul display mi comparve un
messaggio: VIOLAZIONE DI CORTESIA
SEGNALAZIONI:
COGLIONE, CAZZO
RISPOSTA
NON
CONCESSA

VIOLAZIONE REGISTRATA Il software di cortesia brevettato dalla


IOI aveva individuato la natura inappropriata della mia risposta e
laveva annullata, perci il cliente non aveva sentito ci che gli avevo
detto. Il software avrebbe anche registrato la violazione di cortesia e
lavrebbe inoltrata a Trevor, il supervisore della mia sezione, perch ne
fosse informato e ne potesse discutere durante la riunione bisettimanale
sulla mia performance lavorativa.
Signore, ha comprato la spada in unasta online?
Gi rispose CazzoBollente007. E ho pagato una cifra della
madonna.
Mi conceda, signore, di esaminare loggetto per un istante. Sapevo
gi che problema avesse, ma dovevo accertarmene prima di
comunicarglielo o mi sarebbe arrivata una multa.

Con lindice premetti la spada, selezionandola. Si apr una finestrella


che mostrava le propriet delloggetto. La risposta era proprio l, alla
prima riga. Quella spada magica poteva essere usata soltanto da un
avatar che avesse raggiunto il decimo livello. E il signor
CazzoBollente007 era al settimo. Glielo spiegai in fretta.
Cosa?! Non mica giusto! Il tipo che me lha venduta non mi aveva
detto niente!
Signore, sempre raccomandabile accertarsi che il proprio avatar
possa usare un oggetto, prima di comprarlo.
Eccheccazzo grid. E ora cosa ci devo fare?
Potrebbe infilarsela su per il culo e far finta di essere uno spiedino.
VIOLAZIONE DI CORTESIA
RISPOSTA NON CONCESSA
VIOLAZIONE REGISTRATA Riprovai. Signore, potrebbe tenere
loggetto nellinventario finch il suo avatar non avr raggiunto il
decimo livello. O rimetterlo allasta e usare i proventi per acquistare
unarma simile. Una che abbia un potere adeguato a quello del suo
avatar.
Uh? rispose CazzoBollente007. Cosa vuol dire?
La tenga o la venda.
Oh.
Posso aiutarla in qualcosaltro, signore?
Mi sa di no
Ottimo. Grazie per aver chiamato il supporto tecnico. Buona
giornata. Premetti licona di disconnessione sul display e
CazzoBollente007 svan. Tempo di chiamata: 2.07. Mentre appariva
lavatar del nuovo cliente Vartaxxx, una tettona aliena con la pelle
rossa sul display comparve il voto soddisfazione cliente che
CazzoBollente007 mi aveva appena dato. Era 6 su 10. Il sistema, allora,
mi ricord gentilmente che dovevo mantenere una media superiore a
8.5 se avessi voluto un aumento dopo la prossima riunione.
Fare supporto tecnico l non era come lavorare da casa. Non avevo un
accesso incontrollato a OASIS, perci non potevo guardare film,
giocare o ascoltare musica mentre rispondevo al flusso infinito di
chiamate ridicole. Lunica distrazione era guardare lorologio. (O il
tabellone borsa valori della IOI, sempre in cima al display di ogni
recluta. Non cera modo di sbarazzarsene.) Durante il turno, mi
venivano concesse tre pause bagno da cinque minuti luna. Il pranzo era
di trenta. Di solito mangiavo nel cubicolo, anzich andare in mensa, per

non dover ascoltare gli altri rappresentanti tecnici lagnarsi delle


chiamate che ricevevano o bullarsi dei punti incentivo che si erano
guadagnati. Avevo imparato a disprezzare le altre reclute almeno
quanto disprezzavo i clienti.
Durante il turno mi addormentai cinque volte. Ogni volta, non appena il
sistema capiva che mi ero appisolato, faceva partire, nel mio orecchio,
una sirena dallarme, svegliandomi di soprassalto. Poi annotava
linfrazione nel mio dossier impiegatizio. Nel corso della prima
settimana la mia narcolessia era diventata un problema tanto evidente
che, ogni giorno, mi somministravano due pillole rosse per stare
sveglio. E le prendevo. Ma non prima di aver staccato dal lavoro.
La sera, quando il turno fin, mi strappai di dosso le cuffie e il visore e
ritornai nella mia unit pi in fretta possibile. Era lunico momento in
cui avevo fretta di arrivare da qualche parte. Quando raggiunsi la mia
piccola bara di plastica, ci strisciai dentro e collassai sul materasso, a
pancia in gi, nella posizione della sera prima. E della sera prima
ancora. Rimasi sdraiato per qualche secondo, a guardare lora sulla
console- divertimenti con la coda dellocchio. Quando furono le 7.07,
mi voltai e mi sedetti.
Luci dissi piano. In una settimana, era diventata la mia parola
preferita. Era diventata, nella mia mente, sinonimo di libert.
Le luci installate nel guscio dellunit abitativa si spensero, facendo
sprofondare il piccolo scompartimento nelloscurit. Se qualcuno stava
guardando i miei video di sorveglianza, avrebbe visto un rapido lampo
di luce, mentre le telecamere passavano alla visione notturna. Subito
dopo, tornavo visibile sui loro monitor. Ma, in quel momento, le
telecamere dellunit e il mio orecchino non stavano pi eseguendo le
loro funzioni. Per la prima volta, quel giorno, nessuno mi stava
guardando.
Ci significava che era il momento di spassarsela.
Premetti lo schermo della console-divertimenti. Si illumin e mi offr le
scelte che mi aveva offerto la prima sera: una manciata di simulazioni e
filmati daddestramento e lintera serie di Tommy Queue.
Se qualcuno avesse controllato i registri di accesso alla consoledivertimenti, avrebbe dedotto che, ogni notte, prima di dormire,
guardavo Tommy Queue e, dopo aver macinato tutti e sedici gli
episodi, ricominciavo da capo. I log avrebbero anche mostrato che mi
addormentavo pi o meno alla stessa ora ogni notte (ma nonesattamente

alla stessa ora) e dormivo come un sasso fino alla mattina seguente,
quando suonava la sveglia.
Ovviamente non guardavo la loro shit-com idiota ogni sera. Non
dormivo nemmeno. Da una settimana andavo avanti a due ore di sonno
per notte, e la cosa cominciava ad avere il suo peso.
Ma ogni volta che le luci della mia unit si spegnevano, mi sentivo
sveglio, pieno di energie. La mia spossatezza svaniva mentre navigavo
a memoria tra i menu della console-divertimenti, le dita della mia mano
destra che danzavano rapidamente sullo schermo.
Sette mesi prima mi ero impossessato di un set di password intranet
della IOI sul mercato nero L33T HAXORZ WAREZHAUS, che mi
avevano permesso di crearmi una nuova identit. Tenevo docchio tutti
i siti di mercato nero perch non si poteva mai sapere cosa potevano
vendere: exploit del server OASIS, scorciatoie per entrare nei
bamcomat, video porno di celebrit. Ditene una a caso. Stavo
sfogliando la lista daste del L33T HAXORZ WAREZHAUS quando
locchio mi era caduto su unasta in particolare: Pass daccesso
allintranet IOI, backdoor ed exploit di sistema. Il venditore sosteneva
di offrire materiale riservato sullarchitettura intranet della IOI, oltre a
una serie di codici daccesso amministrativi ed exploit di sistema, che
danno allutente carta bianca allinterno del network della
compagnia.
Se non le avessero messe allasta su un sito tanto rispettato, avrei
pensato che le informazioni fossero false. Il venditore, anonimo,
sosteneva di essere stato un programmatore a contratto per la IOI e uno
dei principali architetti dellintranet dellazienda. Probabilmente era un
voltagabbana: un programmatore che aveva intenzionalmente
codificato delle backdoor e delle falle nel sistema per poi venderle al
mercato nero. Ci gli permetteva di essere pagato due volte per lo
stesso lavoro e di sentirsi meno in colpa per il fatto che, in fondo, stava
lavorando per una multinazionale demoniaca come la IOI.
Il problema ovvio, che il venditore non si era preoccupato di segnalare
nella descrizione delloggetto allasta, era che tali codici erano inutili se
non si possedeva gi laccesso allintranet della societ. Lintranet IOI
era un network autonomo superprotetto e non aveva una connessione
diretta a OASIS. Lunico modo per accedervi era diventare un
impiegato legittimo (il che era difficile e richiedeva molto tempo). O

entrare a far parte della schiera di reclute che si ingigantiva ogni giorno
di pi.
Avevo comunque deciso di fare unofferta per i codici daccesso IOI,
potevano sempre servire. Poich non cera modo di verificare
lautenticit dei dati, nessuno aveva puntato una grande somma e io ero
riuscito a vincere lasta con poche migliaia di crediti. Qualche minuto
dopo la conclusione dellasta, avevo ricevuto i codici via email. Una
volta decriptati i dati, li avevo esaminati attentamente. Sembravano a
posto, e cos avevo messo tutto da parte per i tempi bui e me ne ero
dimenticato fino a sei mesi pi tardi, quando avevo visto i Sixer
sbarrare ogni accesso a Castle Anorak. La prima cosa cui avevo pensato
erano stati i codici daccesso IOI. Poi gli ingranaggi del mio cervello si
erano messi in moto e il piano aveva cominciato a prendere forma:
avrei modificato la posizione debitoria di Bryce Lynch, lidentit
fasulla che mi ero creato, e mi sarei fatto arrestare per inadempienza
dalla IOI. Una volta nelledificio e dopo aver superato il firewall della
compagnia, avrei usato la password intranet per infiltrarmi nel database
privato dei Sixer e trovare un modo per distruggere lo scudo che
avevano eretto intorno al castello di Anorak.
Pensavo che nessuno potesse prevedere una simile mossa, perch era
troppo platealmente squilibrata.
Non provai le password IOI fino alla seconda sera del mio
reclutamento. Ero comprensibilmente nervoso perch, se saltava fuori
che mi avevano venduto dati falsi e che nessuna delle password
funzionava correttamente, mi sarei autocondannato alla schiavit a vita.
Tenendo la telecamera dellorecchino puntata dritta, lontana dallo
schermo, aprii il menu strumenti della console, il che mi permise di
apportare modifiche agli output video e audio del display. Volume e
bilanciamento, luminosit e contrasto. Spinsi ogni opzione al massimo,
poi cliccai tre volte il pulsante Applica in fondo allo schermo. Settai
volume e luminosit al minimo e cliccai nuovamente Applica. Al centro
dello schermo comparve una piccola finestra che mi richiedeva un
numero di matricola da tecnico della manutenzione e una password
daccesso. Rapidamente inserii le cifre e la lunga password
alfanumerica che avevo memorizzato. Con la coda dellocchio
controllai se avessi fatto errori, poi premetti ok. Il sistema si ferm per
un tempo che mi sembr infinito. Poi, con mio grande sollievo, apparve
questo messaggio: PANNELLO DI CONTROLLO MANUTENZIONE


ACCESSO EFFETTUATO
Avevo accesso a un account di
manutenzione progettato per permettere ai tecnici di testare ed
eliminare i bug dalle varie componenti della console-divertimenti. Ero
dentro come tecnico, ma il mio accesso a intranet rimaneva piuttosto
limitato. Ciononostante, mi lasciava tutta la libert dazione di cui
avevo bisogno. Usando lexploit che uno dei programmatori aveva
lasciato, riuscii a creare un falso account da amministratore. Una volta
sistemato quello, praticamente, ottenni laccesso a tutto.
La priorit era un po di privacy.
Navigai velocemente tra i vari sottomenu finch non trovai il pannello
di controllo del Sistema Monitoraggio Reclute. Quando inserii il mio
numero di matricola, sul display apparve il mio profilo recluta, insieme
a una foto segnaletica che mi avevano scattato durante il trattamento
iniziale. Il profilo elencava il bilancio del mio conto, il mio livello
contrattuale, il mio gruppo sanguigno, la media della mia performance
lavorativa ogni straccio di cui disponeva lazienda su di me. In alto a
destra comparivano due finestre vidfeed, una collegata alla telecamera
sullorecchio, laltra alla telecamera dellunit abitativa. Il video
dellorecchino al momento era puntato su una porzione di muro. La
telecamera dellunit mostrava la mia nuca, che avevo piazzato l
apposta per oscurare il display della console.
Selezionai entrambe le telecamere e aprii le opzioni di configurazione.
Servendomi di uno degli exploit del voltagabbana, con una rapida
operazione di hacking feci s che le telecamere ritrasmettessero i video
archiviati della mia prima notte di reclutamento anzich le riprese in
tempo reale. Se qualcuno avesse dato unocchiata ai video delle
telecamere, mi avrebbe visto addormentato nellunit abitativa, non
seduto e sveglissimo per tutta la notte, nel furioso tentativo di
infiltrarmi nellintranet della societ. Poi programmai le telecamere
perch passassero a feed preregistrati ogni volta che spegnevo le luci
della mia unit. Il taglio del video, non pi di un secondo, veniva
mascherato dalla momentanea distorsione che si verificava ogni volta
che le telecamere passavano alla visione notturna.
Mi aspettavo di essere scoperto e tenuto fuori dal sistema, ma non
accadde. Le password continuarono a funzionare. Avevo passato sei
notti ad assediare lintranet della IOI, scavando sempre pi in
profondit. Mi sentivo come prigioniero in un vecchio film carcerario:

ogni sera tornavo nella mia cella per scavare un tunnel nella parete con
un cucchiaino.
Ma quella notte, prima di soccombere alla stanchezza, ero finalmente
riuscito a farmi strada nel labirinto di firewall dellintranet fino ad
arrivare nel database principale della Divisione Oologi. La mia miniera
doro. Il segretissimo archivio di file dei Sixer. E quella sera,
finalmente, sarei riuscito a esplorarla. Sapevo che avrei avuto bisogno
di portare via qualche dato relativo ai Sixer, quando fossi fuggito,
perci, durante quella settimana, avevo usato il mio account di
amministratore intranet per inviare un falso modulo di richiesta
hardware. Feci consegnare a un dipendente inesistente (Sam Lowery)
una penna USB da dieci zettabyte in un cubicolo vicino al mio. Stando
ben attento a puntare lorecchino nellaltra direzione, mi ero infilato nel
cubo, avevo preso la chiavetta, me lero messa in tasca e lavevo
portata di soppiatto nella mia unit. Quella sera, dopo che ebbi spento
le luci e disabilitato le telecamere di sorveglianza, aprii il pannello
daccesso della manutenzione della console-divertimenti e inserii la
chiavetta in uno slot despansione usato per gli aggiornamenti
firmware. Ero finalmente in grado di scaricare i dati dallintranet e
salvarli direttamente sulla chiavetta.
Indossai il visore e i guanti della console, poi mi allungai sul
materasso. Il visore mi offriva una vista tridimensionale del database
Sixer, con decine di finestre di dati sovrapposte e sospese di fronte ai
miei occhi. Con i guanti, cominciai a manipolare le finestre, navigando
nella struttura di file del database. La sezione pi ampia era dedicata
alle informazioni su Halliday. La quantit di dati che avevano raccolto
su di lui era sbalorditiva. Faceva sembrare il mio diario del Graal una
collezione di Bignami. Cerano cose che non avevo mai visto. Cose di
cui ignoravo lesistenza. Le pagelle di Halliday, i filmini della sua
infanzia, le email che aveva spedito ai suoi fan. Non avevo tempo per
leggere tutto, ma copiai sulla chiavetta ci che mi interessava per
poterlo (speravo bene) studiare in seguito.
Mi concentrai a isolare i dati riguardanti Castle Anorak e le forze che i
Sixer avevano stanziato al suo interno e tutto intorno. Copiai le
informazioni relative ad armi, veicoli, navi dassalto e consistenza
numerica delle truppe. Sgraffignai anche tutte le informazioni che
trovai sulla Sfera di Osuvox (lartefatto di cui si servivano per creare lo

scudo attorno al castello) incluso il posto esatto dove la conservavano e


il numero di matricola del mago Sixer che la controllava.
Poi feci centro: una cartella che conteneva centinaia di ore di
registrazioni simcap che documentavano la scoperta, da parte dei Sixer,
della Terza Porta e i tentativi che avevano fatto per aprirla. Come tutti
ormai sospettavano, la Terza Porta era situata allinterno di Castle
Anorak. Soltanto gli avatar che possedevano una copia della Chiave di
Cristallo potevano oltrepassare la soglia del castello. Ebbi un moto di
disgusto quando scoprii che Sorrento era stato il primo avatar a mettere
piede a Castle Anorak dopo la morte di Halliday.
Lentrata del castello conduceva in un atrio enorme, con muri,
pavimento e soffitto dorati. In fondo alla sala, a nord, una grande porta
di cristallo era incastonata nel muro. Aveva, al centro, una piccola
serratura.
Nel momento in cui la vidi capii che stavo guardando la Terza Porta.
Mandai avanti veloce, passando in rassegna molte altre simcap. Da quel
che potevo intuire, i Sixer non avevano ancora scoperto come aprire la
porta. Inserire semplicemente la Chiave di Cristallo nella serratura non
sortiva alcun effetto. Da giorni avevano messo al lavoro unintera
squadra per capirne il motivo, ma non cerano stati progressi.
Mentre i dati e i video della Terza Porta venivano copiati sulla
chiavetta, continuai a scavare sempre pi a fondo nel database Sixer.
Infine, trovai unarea chiamata La Camera delle stelle. Era lunica
sezione del database cui non riuscivo ad accedere. Perci usai lidentit
da amministratore e creai un nuovo account test e gli diedi accesso
da superutente e privilegi da amministratore. Funzion. Ero dentro. Le
informazioni nellarea riservata erano divise in due cartelle: Stato della
missione e Valutazione Minacce. Aprii subito la seconda e, quando vidi
cosa conteneva, sentii tutto il sangue defluirmi dalla faccia. Trovai
cinque cartelle etichettate Parzival, Art3mis, Aech, Shoto e Daito. La
cartella di Daito era contrassegnata con una grossa X rossa.
Aprii, innanzitutto, la cartella Parzival. Comparve un dossier dettagliato
con tutte le informazioni che i Sixer avevano raccolto sul mio conto
negli ultimi anni. Il mio certificato di nascita. Le pagelle. In fondo cera
un link al video dellintera chatlink con Sorrento, terminata con la
bomba esplosa nel container di mia zia. Dopo essermi dato alla
macchia, non erano pi riusciti a seguire i miei movimenti. Nel corso
dellultimo anno, avevano raccolto migliaia di immagini e video del

mio avatar e innumerevoli informazioni sulla mia fortezza, su Falco,


ma non sapevano nulla della mia posizione nel mondo reale. La mia
ubicazione attuale era indicata come sconosciuta.
Chiusi la finestra, feci un respiro profondo e aprii il file su Art3mis.
In cima cera una foto scolastica di una ragazzina con un sorriso triste.
Mi sorpresi a scoprire che era praticamente identica al suo avatar. Gli
stessi capelli scuri, gli stessi occhi castani, lo stesso bellissimo volto
che conoscevo cos bene. Con una minuscola differenza. Quasi tutta la
met sinistra del suo volto era coperta da una voglia rosso-violacea. In
seguito avrei scoperto che questi tipi di voglie sono spesso chiamati
nevi vinosi. Nella foto, un ciuffo dei suoi capelli scuri scendeva
sullocchio sinistro, a coprire il pi possibile la macchia.
Art3mis mi aveva fatto credere che nella realt fosse qualcosa di
mostruoso, ma ora sapevo che nulla avrebbe potuto essere pi lontano
dal vero. Ai miei occhi, la voglia non offuscava affatto la sua bellezza.
Anzi, il volto che vidi in foto mi sembr ancora pi bello dellavatar,
perch sapevo che era reale.
Le informazioni in basso dicevano che il suo vero nome era Samantha
Evelyn Cook, che era una cittadina canadese di ventanni, un metro e
settantatr di altezza, e che pesava 76 chili. Il file conteneva anche il
suo indirizzo di casa (2206 Greenleaf Lane, Vancouver, British
Columbia) oltre a un mucchio daltre informazioni, compreso il suo
gruppo sanguigno e le sue pagelle, dallasilo in poi.
In fondo al dossier trovai un link a un video senza nome. Quando lo
selezionai, sul display mi apparve una ripresa in tempo reale di una
casetta di periferia. Dopo pochi istanti capii che stavo osservando la
casa in cui Art3mis viveva.
Addentrandomi nel suo file, scoprii che era sotto sorveglianza da
cinque mesi. Avevano riempito la sua casa di cimici, perch trovai
centinaia di ore di file audio registrati mentre lei era collegata a OASIS.
Avevano trascrizioni complete di qualsiasi parola ascoltabile avesse
pronunciato mentre stava superando le prime due porte.
Poi aprii il file di Shoto. Conoscevano il suo vero nome, Akihide
Karatsu, e sembrava conoscessero anche il suo indirizzo, in un
condominio di Osaka, Giappone. Il suo file conteneva una foto
scolastica che mostrava un ragazzo, magro e serio, con la testa rasata.
Come Daito, non somigliava per niente al suo avatar.

Aech era quello su cui sapevano meno. Il suo file conteneva ben poche
informazioni e nessuna foto soltanto uno screenshot del suo avatar. Il
nome segnalato era Arthur Dent, che era il nome del protagonista
della Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams, perci
sapevo che doveva essere un alias. Il suo indirizzo era segnalato come
variabile e, sotto, compariva un link intitolato punti daccesso
recenti. Quando lo aprii, capii che si trattava di una lista dei nodi
wireless di cui Aech si era servito per accedere al suo account OASIS.
Cera di tutto. Boston, Washington D.C., New York City, Philadelphia
e, pi di recente, Pittsburgh.
Cominciavo a capire come i Sixer fossero riusciti a individuare Art3mis
e Shoto. La IOI possedeva centinaia di societ regionali delle
telecomunicazioni, il che la rendeva, a tutti gli effetti, il pi grande
internet provider del mondo. Era molto difficile collegarsi senza usare
un network che non fosse in mano loro. LaIOI praticamente spiava
illegalmente il traffico internet di tutto il mondo, nel tentativo di
localizzare e identificare il gruppo di Gunter che considerava una
minaccia. Lunica ragione per cui non erano riusciti a localizzare me
era perch la paranoia mi aveva spinto ad affittare una connessione in
fibra ottica diretta.
Richiusi il file su Aech e aprii la cartella etichettata Daito, temendo gi
cosa avrei potuto trovarci. Come per gli altri, sapevano il suo vero
nome, Toshiro Yoshiaki, e il suo indirizzo. In fondo al dossier erano
linkati due articoli sul suo suicidio insieme a un video senza nome,
risalente al giorno in cui Daito era morto. Lo cliccai. Era ripreso con
una camera a mano e mostrava tre energumeni (uno dei quali reggeva la
videocamera) con il volto coperto da passamontagna neri. Erano in
attesa, silenziosi, in un corridoio. A un certo punto sembravano ricevere
un ordine negli auricolari, quindi usavano una tessera magnetica per
aprire la porta di un minuscolo monolocale: quello di Daito. Inorridito,
li guardai irrompere nella stanza, strapparlo dalla poltrona aptica e
lanciarlo gi dal balcone.
Quei bastardi lavevano filmato anche mentre precipitava verso la
morte. Probabilmente su richiesta di Sorrento.
Fui investito da unondata di nausea. Quando mi pass, copiai il
contenuto dei cinque dossier nella chiavetta, poi aprii la cartella Stato
della missione. Conteneva un archivio di tutti i rapporti della Divisione
Oologi preparati per i vertici Sixer. I rapporti erano ordinati per data, e

il pi recente era il primo della lista. Quando lo aprii, vidi che era un
promemoria elettronico che Nolan Sorrento aveva inviato al Consiglio
Esecutivo IOI, dando istruzione di rapire Art3mis e Shoto per obbligarli
ad aiutare la IOI ad aprire la Terza Porta. Una volta che i Sixer avessero
raggiunto lEgg e vinto la gara, qualcuno si sarebbe sbarazzato di
Art3mis e Shoto.
Rimasi seduto in silenzio, sbigottito. Poi rilessi il messaggio, provando
un misto di rabbia e panico.
Secondo lorario, il promemoria era stato inviato alle otto e qualcosa,
meno di cinque ore prima. Era probabile che i suoi superiori non
lavessero ancora visto. E, quando lavrebbero visto, avrebbero dovuto
organizzare un incontro con Sorrento per discutere il piano dazione.
Perci era probabile che i loro agenti non sarebbero andati a prendere
Art3mis e Shoto prima del giorno successivo.
Avevo tempo per avvertirli. Ma, per farlo, avrei dovuto cambiare
drasticamente il mio piano di fuga.
Prima del mio arresto, avevo pianificato una precisa valuta per un
trasferimento fondi sul mio conto IOI, versando una somma pi che
sufficiente a estinguere lintero debito, che avrebbe obbligato la IOI a
rilasciarmi. Ma il trasferimento sarebbe avvenuto solo cinque giorni
dopo. A quellora Art3mis e Shoto sarebbero stati rinchiusi in uno
stanzino senza finestre, chiss dove.
Non potevo passare la settimana a esplorare il database Sixer come mi
ero prefissato. Dovevo carpire tutte le informazioni che potevo e
scappare. Subito.
Mi diedi tempo fino allalba.
0031
Lavorai come un matto per le quattro ore successive. Passai
la maggior parte del tempo a trasferire quante pi informazioni possibili
dal database Sixer sulla mia chiavetta rubata. Una volta terminato il
lavoro, mi registrai come un dirigente della Divisione Oologi e inviai
un Ordine di Richiesta Scorte. Era un modulo online di cui si servivano
gli alti gradi Sixer per la richiesta di armi o equipaggiamento su
OASIS. Selezionai un oggetto molto specifico e programmai la
consegna a mezzogiorno di due giorni dopo.
Quando finalmente ebbi finito, erano le sei e trenta del mattino. Il
cambio del turno al supporto tecnico sarebbe avvenuto dopo soli
novanta minuti, e i miei vicini di unit abitativa si sarebbero svegliati
presto. Non avevo pi tempo. Entrai nel mio profilo recluta, aprii il

bilancio dei miei debiti e azzerai le insolvenze (insolvenze che, in


realt, non erano mai esistite). Poi selezionai le opzioni del sottomenu
Targhetta dosservazione e comunicazione recluta, cui erano collegati
lorecchino e la cavigliera di sorveglianza. E infine feci qualcosa che
morivo dalla voglia di fare da una settimana: disabilitai i meccanismi di
blocco dei due dispositivi.
Provai un dolore acuto quando il morso dellorecchino si allent e
liber la cartilagine del lobo sinistro. Il dispositivo mi rimbalz sulla
spalla e mi fin sul grembo. In quello stesso istante, laggeggio che
imprigionava la mia caviglia si apr, scoprendo una striscia di pelle
abrasa e rossastra.
Avevo attraversato il punto di non ritorno. I tecnici di sorveglianza IOI
non erano i soli ad avere accesso video al mio orecchino. LAgenzia di
Protezione Reclute li usava per monitorare e registrare le mie attivit
quotidiane, per accertarsi che venissero rispettati i miei diritti umani.
Adesso che mi ero tolto i dispositivi, non ci sarebbe pi stata alcuna
testimonianza digitale di ci che mi sarebbe successo. Se le guardie di
sicurezza IOI mi avessero preso con una chiavetta piena di dati
altamente incriminanti addosso, sarei stato spacciato. I Sixer avrebbero
potuto torturarmi e poi uccidermi e nessuno lo avrebbe saputo.
Misi in atto un altro paio di mosse del mio piano di fuga e poi mi
scollegai dallintranet della IOI per lultima volta. Sfilai guanti e visore
e aprii il pannello di manutenzione accanto alla console-divertimenti.
Sotto il modulo divertimenti, tra la parete prefabbricata della mia unit
abitativa e quella adiacente, cera un piccolo spazio vuoto. Mi avvicinai
e tirai fuori il fagotto ben piegato che vi avevo nascosto. Era
ununiforme da tecnico della manutenzione IOI ancora sigillata, con
tanto di berretto e distintivo di identificazione (come per la chiavetta,
avevo ottenuto questi oggetti inviando un modulo di richiesta con
lintranet, poi avevo fatto s che venissero recapitati in un cubicolo,
sullo stesso piano in cui lavoravo io). Mi tolsi la tuta da recluta e la usai
per tamponare il sangue sullorecchio e sul collo. Poi presi da sotto il
materasso due cerotti e li appiccicai sui buchi del lobo. Dopo aver
indossato il mio nuovo completo da tecnico, con cautela estrassi la
chiavetta dallo slot despansione e me la misi in tasca. Poi raccolsi
lorecchino e lo avvicinai alla bocca. Devo andare al bagno dissi.
La porta dellunit si apr come uniride ai miei piedi. Il corridoio era
buio e deserto. Infilai lorecchino e la tuta sotto il materasso e la

cavigliera in una tasca della mia nuova uniforme. Poi, ricordandomi di


respirare, sgusciai fuori e scesi dalla scala.
Dirigendomi verso gli ascensori, incontrai poche altre reclute ma, come
al solito, nessuno incroci il mio sguardo. Fu un gran sollievo, perch
temevo che qualcuno avrebbe potuto riconoscermi e notare che
indossavo ununiforme da tecnico. Trattenni il fiato quando fui davanti
alle porte dellascensore-espresso, mentre il sistema scansionava il mio
distintivo. Dopo quella che mi sembr uneternit, le porte si aprirono.
Buongiorno, signor Tuttle disse lascensore al mio ingresso. Che
piano, prego?
Lobby dissi, quasi senza voce, e lascensore cominci a scendere.
Harry Tuttle era il nome stampato sul mio distintivo da tecnico di
manutenzione. Avevo dato allimmaginario signor Tuttle pieno accesso
allintero edificio, poi avevo riprogrammato la mia cavigliera da recluta
perch corrispondesse allidentit di Tuttle e funzionasse come i
braccialetti di sorveglianza che indossavano i tecnici. Quando le porte e
gli ascensori mi esaminavano per verificare che fossi autorizzato, la
cavigliera nella mia tasca gli confermava che, s, lo ero, anzich fare ci
che doveva fare, ovvero fulminarmi il culo a colpi di volt e rendermi
innocuo fino allarrivo delle guardie.
In ascensore rimasi in silenzio, cercando di non fissare la telecamera
sopra la porta. Poi mi resi conto che prima o poi le riprese sarebbero
state analizzate. Probabilmente lavrebbe visto Sorrento, lavrebbero
visto i suoi superiori. Perci guardai dritto in camera, sorrisi e mi diedi
una grattatina al naso col dito medio.
Lascensore arriv alla lobby e le porte si aprirono. Mi aspettavo di
trovare una schiera di poliziotti in agguato, con tutte le pistole puntate
sulla mia faccia. Ma cera solo un gruppo di parassiti semidirigenziali
IOI in attesa dellascensore. Li squadrai assente per un istante, poi uscii
dalla cabina. Era come attraversare la dogana tra una nazione e laltra.
Un flusso continuo di impiegati strafatti di caff si affrettava nella
lobby, dentro e fuori dagli ascensori e dalle uscite. Erano impiegati
regolari, non reclute. Loro potevano tornare a casa alla fine del turno.
Potevano addirittura licenziarsi, se lavessero voluto. Mi domandai se li
disturbasse sapere che migliaia di reclute vivevano e sgobbavano l, nel
loro stesso edificio, separati soltanto da pochi piani.
Vidi due guardie di sicurezza appostate di fianco allaccettazione e girai
al largo, facendomi strada tra la folla, attraverso limmenso atrio fino

alla lunga fila di porte automatiche in vetro che conducevano fuori,


verso la libert. Mi costrinsi a non correre, mentre sgomitavo tra i
lavoratori in arrivo. Sono solo un tipo della manutenzione, amici, e me
ne vado a casa dopo una lunga notte passata a sistemare router. Tutto
qui. Ovvio che non sono una recluta che cerca di fuggire con in tasca
dieci zettabyte rubati alla compagnia. Nossignore.
A met strada, vicino alle porte, avvertii un suono insolito e mi guardai
i piedi. Indossavo ancora le mie ciabatte monouso da recluta. Ogni
passo produceva uno scricchiolio stridulo a terra, sul pavimento di
marmo lucidato, e spiccava in mezzo al ticchettio delle scarpe da
impiegato. Ogni volta che mettevo un piede a terra sembrava che
gridassi: Ehi, guardate qui! C un tizio con le ciabatte di plastica!
Eppure continuai a camminare. Ero quasi davanti alle porte quando
qualcuno mi poggi una mano sulla spalla. Rimasi immobile.
Signore? disse qualcuno. Era una voce di donna.
Stavo per schizzare fuori dalla porta ma qualcosa, nel suo tono, mi
ferm. Mi voltai e vidi il volto preoccupato di una signora alta, sulla
quarantina. Tailleur blu scuro. Ventiquattrore. Mi scusi, signore, le
sanguina un orecchio. Lo indic con una smorfia. Tantissimo.
Toccai il lobo e poi ritrassi la mano, completamente rossa. A un certo
punto, chiss quando, i cerotti dovevano essersi staccati.
Per un secondo rimasi paralizzato, incerto sul da farsi. Volevo darle una
spiegazione, ma non riuscivo a farmene venire in mente una. Perci mi
limitai ad annuire e a mormorare Grazie; poi mi voltai e uscii con
tutta la calma possibile.
Il vento gelido del mattino era cos violento che quasi mi ribalt.
Quando ritrovai lequilibrio, balzai gi dalle scale, fermandomi per
gettare la cavigliera in un bidone della spazzatura. Sentii che ne colpiva
il fondo con un tonfo liberatorio.
Non appena raggiunsi la strada mi diressi a nord, alla velocit massima
che riuscivano a sostenere i miei piedi. Non passavo inosservato perch
ero lunica persona senza giacca. Non sentivo pi i piedi perch non
avevo i calzini, sotto le ciabatte di plastica da recluta.
Il mio intero corpo era percorso dai brividi quando raggiunsi il tiepido
rifugio della Mailbox, un noleggio di cassette postali, a quattro isolati
dalla IOI Plaza. La settimana prima dellarresto avevo affittato una
cassetta postale e mi ero fatto spedire un set portatile OASIS di ultima
generazione. La Mailbox era completamente automatizzata e non avrei

dovuto affrontare alcun commesso. Quando entrai, non cerano


nemmeno clienti. Trovai la mia cassetta, digitai il codice e raccolsi il
set portatile OASIS. Mi sedetti sul pavimento e strappai le chiusure
della scatola. Mi sfregai le mani congelate finch non ricominciai a
sentirmi le dita, poi infilai guanti e visore e usai il set per collegarmi a
OASIS. La GSS si trovava a poco pi di un chilometro di distanza,
perci potevo usare uno dei suoi accessi wireless gratuiti anzich un
nodo gestito dalla ioi.
Quando mi collegai, il cuore mi batteva allimpazzata. Ero offline da
otto giorni. Un record, per me. Mentre il mio avatar si materializzava
sulla piattaforma dosservazione della fortezza, abbassai lo sguardo sul
mio corpo virtuale, godendomi la vista come fosse un bel vestito che
non mettevo da un po. Subito, una finestra sul display mi inform che
avevo ricevuto diversi messaggi da Aech e Shoto. Con mia grande
sorpresa, ne trovai anche uno di Art3mis. Tutti e tre volevano sapere
dove fossi e cosa diavolo mi fosse successo.
Risposi, innanzitutto, ad Art3mis. Le dissi che i Sixer sapevano chi era
e dove viveva, che la tenevano costantemente sotto controllo. La
avvertii dei piani sul rapimento. Copiai, dalla chiavetta, il dossier e lo
allegai come prova al mio messaggio. Poi, le suggerii di andarsene
immediatamente di casa e portare il culo fuori da Dodge.
Non fare la valigia, le scrissi. Non salutare nessuno. Vattene in un posto
sicuro. Assicurati che non ti stiano seguendo. Poi trova una connessione
sicura, non controllata dalla IOI e ricollegati. Ci vediamo nella Cantina
di Aech appena riesco. Niente paura, ho anche qualche buona notizia.
In fondo al messaggio aggiunsi un breve post scriptum: P.S. sei
ancora pi bella nella vita reale.
A Shoto ed Aech inviai messaggi simili, con una copia dei loro dossier
Sixer. Poi aprii il database del Registro dei Cittadini degli Stati Uniti e
provai a collegarmi. Con mio grande sollievo, le password che avevo
comprato funzionavano ancora e riuscii ad accedere al falso profilo di
Bryce Lynch. Conteneva la foto identificativa che mi era stata scattata
durante le procedure di reclutamento e, impresse sulla mia faccia, si
leggevano le parole FUGGITIVO RICERCATO. La IOI aveva gi
denunciato la fuga della recluta Bryce Lynch.
Non mi ci volle molto a cancellare lidentit di Bryce Lynch e a
ripristinare le mie impronte digitali e quelle delle retine nel mio vecchio

profilo. Quando mi scollegai dal database, qualche minuto dopo, Bryce


Lynch non esisteva pi. Ero di nuovo Wade Watts.
Fuori dalla Mailbox, chiamai un taxi automatico, stando attento a
selezionare compagnie del luogo e non la SupraCab, che era controllata
dalla IOI.
Quando entrai nel veicolo, misi il pollice sullo scanner identificativo e
trattenni il respiro. Il display lampeggi di verde. Il sistema mi
riconobbe come Wade Watts, non come la recluta fuggitiva Bryce
Lynch.
Buongiorno, signor Watts disse il taxi automatico. Dove andiamo?
Diedi al taxi lindirizzo di un negozio di abbigliamento su High Street,
a poca distanza dal campus OSU. Era un posto chiamato V3stiti,
specializzato in streetwear altamente tecnologico. Corsi dentro e
comprai un paio di jeans e una felpa. Entrambi erano definiti
Abbigliamento Dicotomico, ovvero programmati per lutilizzo su
OASIS. Non erano aptici, ma sia i pantaloni che la felpa potevano
allacciarsi al set immersivo portatile, segnalandogli cosa stessi facendo
con busto, braccia e gambe. Cos era pi facile controllare il mio avatar
di quanto non fosse con uninterfaccia solo-guanti. Comprai anche
qualche paio di calzettoni, biancheria, una giacca in finta pelle, un paio
di stivali e un berretto di lana per coprirmi la zucca, calva e congelata.
Qualche minuto dopo, riemersi dal negozio indossando i miei abiti
nuovi. Mentre venivo avvolto, di nuovo, dal vento gelido, tirai su la
lampo della giacca e mi infilai il berretto. Ora andava molto meglio.
Lanciai la tuta da tecnico e le ciabatte di plastica in un bidone della
spazzatura e poi iniziai a camminare per High Street, scrutando le
vetrine. Tenevo la testa bassa per evitare di incrociare gli sguardi cupi
degli studenti universitari che mi sfilavano accanto.
Pochi isolati pi in l mi infilai in una catena Vend-All. Al suo interno
cerano file di distributori automatici che vendevano ogni tipo di
oggetto immaginabile. Uno si chiamava Distributore di difesa e
vendeva equipaggiamento da autodifesa: armature ultraleggere, spray
antiaggressione e una vasta gamma di pistole automatiche. Toccai lo
schermo sulla macchina e sfogliai il catalogo. Dopo qualche istante di
indecisione, acquistai un giubbotto antiproiettile, una Glock 47C e tre
caricatori. Comprai anche un barattolo di gas lacrimogeno, poi pagai
premendo la mano destra sullo scanner. Venne verificata la mia identit
e controllata la mia fedina penale.

NOME: WADE WATTS MANDATI DARRESTO: NESSUNO


BILANCIO CREDITI: ECCELLENTE
RESTRIZIONI
ACQUISTO: NESSUNA TRANSAZIONE APPROVATA!
GRAZIE PER LACQUISTO!
Udii un tunk metallico quando i miei acquisti scivolarono nella
vaschetta dacciaio allaltezza delle ginocchia. Mi infilai in tasca il gas
lacrimogeno, mi misi il giubbotto antiproiettile sotto la maglia appena
comprata. Poi tolsi la Glock dal pacchetto di plastica. Era la prima volta
che impugnavo una pistola vera. Eppure, la sensazione dellarma tra le
mie mani era estremamente familiare, perch su OASIS avevo sparato
con migliaia di armi da fuoco virtuali. Premetti un pulsantino sulla
canna e la pistola emise un suono. Strinsi limpugnatura per qualche
secondo, prima con la mano destra, poi con la sinistra. Dallarma usc
un altro suono, il segnale che aveva finito di scansionare le mie
impronte. Ora, ero lunica persona che potesse sparare con quella
pistola. Al suo interno cera un timer che impediva di sparare per le
successive dodici ore (un periodo di raffreddamento) ma mi sentivo
meglio, ora che lavevo con me. Proseguii fino a un puntoOASIS
situato pochi isolati pi in l; era un negozio in franchising chiamato
The Plug. La squallida insegna illuminata, con un cavo in fibra ottica
antropomorfo che sorrideva, prometteva AccessoOASISalla velocit
della luce! Prezzi stracciati per noleggio attrezzatura! e Baie
dimmersione private! Aperto 365 giorni allanno, 24 ore al giorno!
Online avevo visto innumerevoli pubblicit di The Plug. Era noto per i
prezzi altissimi e lattrezzatura scadente, ma le connessioni erano
veloci, affidabili e senza ritardi. La cosa pi interessante, per me, era
che si trattava di una delle rare catene OASIS a non essere gestita dalla
IOI o da una delle sue consociate.
Il rilevatore di movimenti emise un trillo quando varcai la soglia. Alla
mia destra cera una minuscola sala daspetto, totalmente vuota. La
moquette era consumata e piena di macchie, tutto puzzava di
disinfettante industriale. Un commesso dallo sguardo assente mi lanci
unocchiata da dietro uno sportello in plexiglas antiproiettile. Aveva
poco pi di ventanni, la cresta e decine di piercing in faccia. Indossava
un visore bifocale che gli forniva una visione semitrasparente di
OASIS, permettendogli di vedere anche il mondo reale.
Quando si rivolse a me, notai che i suoi denti erano stati limati in punte
aguzze. Benvenuto al Plug disse, con tono piatto. Abbiamo molte

baie libere, quindi non c da aspettare. Le informazioni sui pacchetti


promozionali le trovi qui. Indic il display montato sul bancone
davanti a me. Poi, mentre tornava a concentrarsi sul mondo nel visore, i
suoi occhi si fecero di nuovo vitrei.
Valutai le opzioni. Potevo scegliere tra una dozzina di set immersivi di
qualit e prezzo variabili. Economici, Standard, Deluxe. Su ciascuno
venivano fornite informazioni dettagliate. Si potevano noleggiare al
minuto o pagando un forfait orario. Nel prezzo del noleggio erano
inclusi visore e guanti aptici, ma la tuta aptica costava un po di pi. Il
contratto di noleggio conteneva molte clausole sulla somma da
rimborsare nel caso le attrezzature venissero danneggiate, oltre a
postille in gergo giuridico in cui si precisava che il Plug non poteva
essere ritenuto responsabile per le azioni dei singoli utenti, a maggior
ragione se queste azioni si rivelavano illegali.
Vorrei noleggiare un set deluxe per dodici ore dissi.
Il commesso si alz il visore sulla fronte. Pagamento anticipato, lo
sai? Annuii. Vorrei anche noleggiare una connessione Fat Pipe. Devo
caricare un bel po di dati sul mio account.
Lupload ha un costo aggiuntivo. Quanti dati?
Dieci zettabyte.
Che cazzo sussurr. Cosa ci carichi? La Biblioteca del Congresso?
Ignorai la domanda. Vorrei anche il Pacchetto Upgrade Mondo gli
dissi.
Certo rispose il commesso diffidente in totale fa undicimila testoni.
Metti qui il pollice e sistemiamo il tutto. Quando la transazione fu
completata, sembr pi che sorpreso. Poi fece spallucce e mi diede una
tessera magnetica, un visore e un paio di guanti.
Baia quattordici. Ultima porta a destra. Il bagno in fondo al
corridoio. Se fai casino nella baia, ci teniamo la cauzione. Vomito,
urina, sperma, cose cos. E sono io che poi devo ripulire, perci fammi
il favore e contieniti un po, ok?
Daccordo.
Divertiti.
Grazie. La Baia quattordici era una stanza insonorizzata, dieci metri
per dieci; al centro, un set aptico di nuova generazione. Mi chiusi la
porta alle spalle e mi infilai nel set. La finta pelle che rivestiva la
poltrona aptica era consumata e piena di tagli. Infilai la chiavetta in uno
slot della console OASIS e sorrisi quando sentii il clic.

Max? dissi al vuoto, quando mi fui ricollegato. La mia voce ricaric


un backup di Max che avevo salvato nellaccount OASIS.
Il volto sorridente di Max comparve su tutti i monitor del centro di
comando. S-s-salve compadre! tartagli. C-c-come va?
La situazione migliora, amico. Allacciati le cinture. Abbiamo un sacco
di lavoro. Aprii il pannello dellaccount OASIS e avviai lupload della
chiavetta. Pagavo alla GSS una quota mensile per avere spazio
illimitato sul mio account, e ora stavo per testarne i limiti. Anche
usando la connessione in fibra ottica e banda larga del Plug, caricare
dieci zettabyte avrebbe richiesto pi di tre ore. Riordinai la sequenza di
upload perch i file di cui avevo bisogno al pi presto venissero
trasferiti per primi. Non appena i dati venivano copiati sul mio account,
potevo accedervi e inviarli istantaneamente ad altri utenti.
Per prima cosa, spedii unemail a tutti i maggiori feed di notizie, con un
resoconto dettagliato di come la IOI avesse cercato di uccidermi, di
come avesse ucciso Daito e di come avesse intenzione di uccidere
Art3mis e Shoto. Allegai al messaggio uno dei video che avevo
recuperato dal database Sixer: le riprese dellesecuzione di Daito.
Allegai anche una copia del promemoria che Sorrento aveva spedito ai
dirigenti IOI suggerendo di rapire Art3mis e Shoto. Infine allegai la
simcap della mia chatlink con Sorrento, ma censurai la parte in cui si
pronunciava il mio vero nome e sfocai la mia foto scolastica. Non ero
ancora pronto a rivelare al mondo la mia identit. Avevo intenzione di
diffondere il video completo pi tardi, quando il resto del mio piano si
fosse realizzato. A quel punto non mi sarebbe pi importato. Per
quindici minuti preparai unultima email, che indirizzai a tutti gli utenti
OASIS. Quando fui soddisfatto della scelta delle parole, la salvai in
Bozze. Poi mi collegai alla Cantina di Aech.
Appena il mio avatar comparve nella chatroom, vidi che Aech, Art3mis
e Shoto erano gi l ad aspettarmi.
0032
Z! grid Aech quando il mio avatar apparve. Che cazzo,
amico. Dove sei stato? da pi di una settimana che ti cerco!
Anchio aggiunse Shoto. Doveri? E come hai preso quei file dal
database dei Sixer?
Lunga storia dissi. Ma prima le cose importanti. Mi rivolsi a Shoto
e Art3mis: Ve ne siete andati di casa?.
Annuirono.
E siete entrambi collegati da un luogo sicuro?

S disse Shoto. Sono in un manga caff.


Io sono allaeroporto di Vancouver disse Art3mis. Era la prima volta
che sentivo la sua voce da quasi un anno. Sono collegata da una
cabina pubblicaOASIS, sterilizzata dai germi. Sono scappata solo con i
vestiti che ho addosso, quindi mi auguro che quelle informazioni sui
Sixer fossero valide.
Lo sono dissi. Fidati.
Come fai a esserne sicuro? domand Shoto.
Perch mi sono infiltrato nel database dei Sixer e le ho scaricate io
stesso. Mi fissarono in silenzio. Aech sollev un sopracciglio.
Esattamente, Z, com che ci saresti riuscito?
Ho assunto una falsa identit, mi sono spacciato per una recluta e mi
sono infiltrato nel quartier generale IOI. Ci ho passato gli ultimi otto
giorni. Sono appena scappato.
Porca troia! sussurr Shoto. Dici davvero? Annuii.
Amico, hai un paio di palle di adamantio disse, sussurrando.
Rispetto.
Grazie. Non so.
Mettiamo che non ci stai prendendo per il culo su tutta la linea disse
Art3mis. Come fa una recluta di infimo grado ad accedere ai dossier
segreti dei Sixer e ai promemoria della societ? Mi voltai a guardarla.
Le reclute hanno un accesso limitato allintranet della compagnia
tramite la console-divertimenti delle unit abitative, oltre il firewall IOI.
Da l in poi, sono riuscito a usare una serie di backdoor ed exploit che
avevano lasciato i primi programmatori, sono entrato nel network e mi
sono inserito nel database privato dei Sixer. Shoto mi fissava pieno
dammirazione. Lhai fatto davvero? Da solo?
Proprio cos, capo.
un miracolo che non ti abbiano preso e ucciso disse Art3mis.
Perch hai corso un rischio cos stupido?
Perch, secondo te? Per cercare di aggirare il loro scudo e raggiungere
la Terza Porta scrollai le spalle. Era lunico piano che sono riuscito a
farmi venire in mente in cos poco tempo.
Z disse Aech, ghignando. Sei un figlio di puttana fuori di testa. Mi
si avvicin e mi diede il cinque. Ma per questo che ti voglio bene,
amico! Art3mis mi guard severa. E ovviamente quando hai scoperto
che avevano file segreti su ciascuno di noi non hai potuto resistere e li
hai aperti, vero?

Ma dovevo farlo! dissi. Per capire quanto sapessero di noi! Tu


avresti fatto la stessa cosa. Mi punt un dito in faccia. No, non lo
avrei fatto. Io la rispetto la privacy delle persone!
Art3mis, calmati! intervenne Aech. Probabilmente ti ha salvato la
vita, sai. Lei sembr prendere in considerazione la cosa. Daccordo
disse. Non fa niente. Ma capivo che era ancora scocciata.
Non sapevo cosa dire, perci proseguii.
Vi sto inviando una copia dei dati Sixer che sono riuscito a portare
via. Dieci zettabyte in tutto. Dovrebbero esservi arrivati. Attesi che
controllassero la posta. Il database su Halliday gigantesco. C tutta
la sua vita. Hanno interviste con chiunque lo abbia conosciuto.
Potrebbero volerci mesi per leggerlo tutto. Aspettai per qualche
minuto, osservando i loro occhi che scandagliavano i dati.
Wow! disse Shoto. incredibile. Torn a guardarmi. Come
diavolo hai fatto a fuggire dalla IOI portandoti dietro tutta questa
roba?
Con molta circospezione.
Aech ha ragione disse Art3mis scuotendo la testa. Sei uno scemo
patentato. Per un istante esit, poi aggiunse: Grazie per avermi
avvisato, Z. Ti devo un favore.
Aprii la bocca per risponderle non c di che, ma non usc una sola
parola.
S disse Shoto. Anchio. Grazie.
Figuratevi, ragazzi riuscii finalmente a dire.
Be? fece Aech. Dacci le cattive notizie. Quanto sono vicini a
risolvere la Terza Porta?
Ecco, goditi questa dissi ghignando. Non hanno nemmeno capito
come aprirla, per ora. Art3mis e Shoto mi fissarono increduli. Il volto
di Aech si apr in un largo sorriso, poi lui cominci a fare su e gi con
la testa alzando le mani al cielo, come se stesse ballando sulle note di
un pezzo rave che noi non potevamo sentire. Oh yes! Oh yes! cant.
Scherzi vero? chiese Shoto.
Scossi la testa.
Non stai scherzando? disse Art3mis. Com possibile? Sorrento ha
la Chiave di Cristallo e sa dov la porta. Non deve far altro che aprirla
ed entrarci, no?
Questo valeva per le altre due porte risposi ma la terza diversa.
Aprii una grande finestra vidfeed a mezzaria, di fronte a me.

Guardate qui. preso dallarchivio video dei Sixer. il loro primo


tentativo di aprire la porta. Premetti Play. La clip si apriva con una
ripresa dellavatar di Sorrento in piedi di fronte ai cancelli di Castle
Anorak. Lentrata principale del castello, inespugnabile per tanti anni,
si spalancava di fronte a Sorrento come la porta automatica di un
supermercato. Lentrata del castello si apre per gli avatar che hanno
una copia della Chiave di Cristallo spiegai. Se un avatar non ce lha,
non pu attraversare la soglia ed entrare, anche se le porte sono gi
aperte. Fissammo tutti Sorrento che varcava lingresso e si inoltrava
nel vasto foyer rifinito in oro. Lavatar di Sorrento attraversava il
pavimento in marmo e raggiungeva limponente porta di cristallo
incassata nel muro rivolto a nord. Al centro della porta si poteva vedere
una grande serratura. Sopra, sulla superficie rilucente e sfaccettata,
erano incise tre parole: Carit. Speranza. Fede.
Sorrento si avvicinava, tendendo la sua copia della Chiave di Cristallo.
La infilava nella serratura e la girava. Niente.
Allora alzava lo sguardo per osservare le tre parole sulla porta. Carit,
Fede, Speranza diceva, leggendole ad alta voce. Ancora niente.
Sorrento toglieva la chiave, ripeteva le tre parole, poi infilava di nuovo
la chiave e la girava. Niente di niente.
Studiai Aech, Art3mis e Shoto che guardavano il video. Lentusiasmo e
la curiosit si erano gi trasformati in concentrazione, mentre cercavano
di risolvere lenigma che avevano di fronte. Misi in pausa il video.
Quando Sorrento connesso, ha una squadra di consiglieri e
ricercatori che osserva ogni sua mossa dissi. In qualche video potete
sentirli mentre gli danno suggerimenti via comlink. Non che siano stati
di grande aiuto fino a questo momento. Guardate In video, Sorrento
stava cercando nuovamente di aprire la porta. Aveva fatto tutto come
prima ma, inserendo la chiave, laveva girata in senso antiorario.
Stanno provando tutte le cose pi stupide che si possono immaginare
dissi. Sorrento recita le parole della porta in latino, in elfico, in
Klingon. Poi si impantanano recitando la Prima lettera ai Corinzi,
13,13, un versetto che include le parole carit, speranza e fede. A
quanto pare carit speranza e fede sono anche i nomi di tre martiri del
cattolicesimo. da qualche giorno che i Sixer cercano di appiccicarci
un significato qualsiasi.
Idioti disse Aech. Halliday era ateo.

Non sanno pi cosa fare ormai dissi. Sorrento le ha provate tutte,


manca solo che si inginocchi, faccia un balletto e ficchi il mignolo nella
serratura.
Probabilmente la sua prossima mossa disse Shoto sghignazzando.
Carit, speranza e fede disse Art3mis, ripetendo lentamente le tre
parole. Si volt verso di me. Dov che le ho gi sentite?
Gi disse Aech. Suonano davvero familiari.
Ci ho messo un po anchio a ricordarmele dissi.
Mi guardarono tutti, fiduciosi.
Ditele al contrario suggerii. O meglio, cantatele in ordine inverso.
Art3mis socchiuse gli occhi, concentrata. Fede, speranza, carit
disse. Lo ripet qualche volta e sul suo volto cominci a farsi strada
unintuizione. Poi cant: Faith and hope and charity.
Aech attacc con il verso successivo: The heart and the brain and the
body.
Give you three as a magic number! termin Shoto, trionfante.
Schoolhouse Rock! gridarono allunisono.
Visto? dissi. Sapevo che lavreste capito. Siete svegli, ragazzi.
Three is a Magic Number, parole e musica di Bob Dorough disse
Art3mis, come se stesse estraendo le informazioni da unenciclopedia
mentale. Scritta nel 1973. Le sorrisi. Ho una teoria. Credo possa
essere il modo in cui Halliday vuole dirci quante chiavi servono per
aprire la Terza Porta. Art3mis sorrise, poi cant: It takes three.
No more, no less continu Shoto.
You dont have to guess aggiunse Aech.
Three terminai io is the magic number. Presi la mia copia della
Chiave di Cristallo e la sollevai. Gli altri fecero lo stesso. Abbiamo
quattro copie della Chiave. Se tre di noi riescono a raggiungere la porta,
possiamo aprirla.
E poi? chiese Aech. Entriamo tutti insieme?
E se solo uno di noi pu entrare, una volta aperta la porta? intervenne
Art3mis.
Dubito che Halliday labbia progettata cos risposi io.
Chi pu sapere cosa avesse in mente quel pazzo disse Art3mis. Ci
ha manovrato come burattini passo dopo passo e ora lo sta facendo di
nuovo. Altrimenti perch dovrebbe richiedere tre copie della Chiave di
Cristallo per aprire lultima porta?
Forse perch voleva obbligarci a collaborare? suggerii.

O voleva che la gara si chiudesse con un finale drammatico rilanci


Aech. Pensateci. Se tre avatar varcano la Terza Porta nello stesso
momento, scatta subito una gara a chi la superer per primo e riuscir a
trovare lEgg.
Halliday era un bastardo pazzo e sadico mormor Art3mis.
S annu Aech. Ben detto.
Vedetela cos disse Shoto. Se Halliday non avesse progettato la
Terza Porta perch richiedesse tre chiavi a questora i Sixer
avrebbero gi trovato lEgg.
Ma una dozzina di avatar Sixer ha gi una copia della Chiave di
Cristallo disse Aech. Potrebbero aprire la porta, se fossero
abbastanza svegli da capire.
Dilettanti disse Art3mis. un problema loro se non sanno a
memoria tutti i testi di Schoolhouse Rock! Ricordami un po come
hanno fatto quegli idioti ad arrivare fin qui?
Barando le dissi. Dimentichi?
Ah, giusto. Continuo a dimenticarmelo. Mi rivolse un sorriso
scherzoso e le ginocchia mi diventarono di gelatina.
Soltanto perch i Sixer non hanno ancora aperto la porta non significa
che non ci arriveranno, prima o poi disse Shoto.
Annuii. Shoto ha ragione. Prima o poi faranno il collegamento con
Schoolhouse Rock! Non possiamo perdere altro tempo.
Cosa aspettiamo allora? disse Shoto, eccitato. Sappiamo dov la
porta e sappiamo come aprirla! Facciamolo! E che vinca il Gunter
migliore!
Dimentichi una cosa, Shoto-san disse Aech. Parzival, qui, non ci ha
ancora detto come superare lo scudo, farci strada tra i Sixer ed entrare
nel castello. Si rivolse a me. Perchtuhai un piano, non vero, Z?
Ovvio dissi. ci stavo giusto arrivando. Sollevai la mano destra e
apparve un ologramma tridimensionale di Castle Anorak, sospeso di
fronte a me. Il globo blu trasparente generato dalla Sfera di Osuvox
comparve intorno al castello, avvolgendolo completamente, sopra e
sotto terra. Lo indicai. Questo scudo cadr da solo luned alle dodici,
cio tra circa trentasei ore. E sar allora che varcheremo lingresso
principale del castello.
Lo scudo cadr? Da solo? ripet Art3mis. da due settimane che i
clan lo bombardano con testate nucleari senza nemmeno scalfirlo.
Come riuscirai a farlo cadere da solo?

Me ne sono gi occupato dissi. Voi ragazzi dovete fidarvi di me.


Io mi fido, Z disse Aech. Ma anche se lo scudo cadesse davvero,
per raggiungere il castello dovremmo comunque farci strada in mezzo
allesercito pi potente di OASIS. Indic lologramma, che mostrava
gli stanziamenti delle truppe Sixer intorno al castello e al suo interno.
Come la mettiamo con questi idioti? E i carri armati? E le navicelle
dassalto?
Chiaramente avremo bisogno di un po di aiuto dissi.
Un sacco di aiuto chiar Art3mis.
Ed esattamente a chi dovremmo rivolgerci perch ci aiuti a dichiarare
guerra allintero esercito Sixer? domand Aech.
A tutti dissi. A ogni singolo Gunter del sistema. Aprii unaltra
finestra per mostrare la breve email che avevo preparato prima di
connettermi alla Cantina. Stasera invier questo messaggio a ogni
singolo utenteOASIS. Compagni Gunter, un triste giorno. Dopo
anni di raggiri, sfruttamenti e ignominia, i Sixer sono riusciti a
comprarsi, barando, lentrata alla Terza Porta.
Come gi sapete, la IOI ha barricato Castle Anorak nel tentativo di
impedire a chiunque altro di raggiungere lEgg. Abbiamo scoperto,
inoltre, che hanno impiegato metodi illegali per risalire allidentit dei
Gunter considerati una minaccia, e che hanno tutte le intenzioni di
rapirli e ucciderli.
Se i Gunter di tutto il mondo non uniranno le proprie forze per fermarli,
i Sixer raggiungeranno lEgg e vinceranno la gara. E da quel momento
OASIS cadr sotto il regime imperialista della IOI.
il momento. Il nostro assalto allesercito Sixer comincer domani a
mezzogiorno, OST.
Unitevi a noi!
Con stima, Aech, Art3mis, Parzival e Shoto
Ignominia? chiese
Art3mis dopo che ebbe finito di leggere. Hai usato unenciclopedia
per scriverla?
Cercavo di darle unaria, tipo, epica dissi. Ufficiale.
Mi piace, Z disse Aech. Fa davvero ribollire il sangue.
Grazie Aech.
Ah, tutto qui? questo il tuo piano? disse Art3mis Mandare spam a
tutto OASIS chiedendo aiuto?
Pi o meno s. Questo il piano.

E pensi davvero che tutti accorreranno e ci aiuteranno a combattere i


Sixer disse. Senza avere niente in cambio, tanto per?
S risposi. Penso di s. Aech annu. Ha ragione. Nessuno vuole
che i Sixer vincano la gara. E di certo non vogliono che OASIS passi
nelle mani della IOI. La gente comune sar felice di dare una mano a
sconfiggere i Sixer. E quale Gunter si tirerebbe indietro di fronte
allopportunit di combattere una battaglia tanto epica, una battaglia
che far la storia?
Ma i clan non penseranno che stiamo soltanto cercando di usarli?
disse Shoto. Per poi raggiungere la porta?
Certamente dissi. Ma quasi tutti hanno gettato la spugna, ormai.
Tutti pensano che la fine della Caccia sia vicina. Non credi che
chiunque preferirebbe che fossimo noi a vincere la gara piuttosto che
Sorrento e i Sixer? Art3mis esamin la questione per un istante. Hai
ragione. Quellemail potrebbe funzionare.
Z disse Aech, dandomi una pacca sulla schiena. Sei un incredibile
genio del male! Quando quellemail arriver, i media daranno di matto!
La voce si diffonder in un lampo. Domani a questora ogni avatar su
OASIS si star dirigendo su Chthonia.
Speriamo dissi io.
Oh, s che verranno disse Art3mis. Ma in quanti saranno disposti a
combattere davvero, quando capiranno chi sono i nostri nemici? I pi si
metteranno comodi sulle loro sdraio e mangeranno popcorn guardando i
Sixer che ci rompono il culo.
senza dubbio una possibilit dissi io. Ma i clan ci aiuteranno di
sicuro. Non hanno niente da perdere. E non dobbiamo sconfiggere
lintero esercito Sixer. Dobbiamo solo crearci un varco, entrare nel
castello e raggiungere la porta.
Tre di noi devono raggiungere la porta disse Aech. Se ne riescono a
entrare solo uno o due, siamo fottuti.
Esatto dissi. Quindi dobbiamo mettercela tutta per non farci
uccidere. Art3mis ed Aech fecero una risatina nervosa. Shoto scosse
soltanto la testa. Anche se apriremo la porta, poi dovremo comunque
affrontarla disse. E sar sicuramente pi difficile delle prime due.
Della porta ci preoccuperemo in seguito dissi. Quando ci
arriveremo.
Bene disse Shoto. Per me si pu fare.
Sono con voi disse Aech.

Ah, quindi voi due siete davvero daccordo? chiese Art3mis.


Hai idee migliori, sorella? domand Aech.
Lei scroll le spalle. No. Non direi.
Ok disse Aech. Allora siamo daccordo. Chiusi lemail. Mander
a tutti voi una copia del messaggio dissi. Iniziate da stasera a inviarlo
a tutti i vostri contatti. Postatelo sui blog. Trasmettetelo sui canali vpo.
Abbiamo trentasei ore per diffondere la notizia. Dovrebbe essere
abbastanza perch tutti si equipaggino e portino i propri avatar su
Chthonia.
Quando la voce arriver ai Sixer subodoreranno la cosa, inizieranno a
preparare un attacco disse Art3mis. Sfodereranno lartiglieria
pesante.
O potrebbero farsi una risata dissi io. Sono convinti che il loro
scudo sia inespugnabile.
Ma lo disse Art3mis. Spero davvero che tu non stia scherzando
quando dici che sei riuscito a disattivarlo.
Non ti preoccupare.
Perch dovrei preoccuparmi? salt su Art3mis. Forse te lo sei
dimenticato, ma sono una fuggitiva senza casa, in questo momento!
Sono connessa dal terminal pubblico di un aeroporto, e pago ogni
minuto di collegamento. Non posso sperare di vincere una guerra da
qui, e tanto meno di poter superare la Terza Porta. E non ho un posto
dove andare. Shoto annu. Neanchio credo di poter rimanere qui.
Sono in una cabina a noleggio in un manga caff di Osaka. Non ho
molta privacy. E non credo che questo sia un luogo sicuro, se i Sixer
hanno mandato degli agenti a cercarmi. Art3mis mi guard.
Suggerimenti?
Mi spiace dirvelo, amici, ma anchio sono senza casa e sono connesso
da un terminal pubblico dissi. Mi nascondo dai Sixer da pi di un
anno, ricordate?
Io ho un camper disse Aech. Siete i benvenuti se volete stare da me.
Ma non credo di poter raggiungere Columbus, Vancouver e il Giappone
entro le prossime trentasei ore.
Forse vi posso aiutare, ragazzi disse una voce profonda.
Tutti sobbalzammo e ci voltammo, in tempo per vedere un avatar alto,
dalla barba grigia, comparire dietro di noi. Era il Grande e Potente Og.
Lavatar di Ogden Morrow. E non si materializz lentamente, come di
solito facevano gli avatar quando si collegavano a una chatroom.

Semplicemente sbuc fuori dal nulla, come se ci fosse sempre stato e


solo ora avesse deciso di rendersi visibile.
Qualcuno di voi mai stato in Oregon? domand. un posto
piacevole, in questa stagione. 0033 Meravigliati e muti, fissammo
Ogden Morrow.
Come entrato qui? chiese infine Aech, dopo aver raccolto la
mascella dal pavimento. una chatroom privata.
S, lo so disse Morrow, un po imbarazzato. Temo di dover
ammettere che vi spio tutti e quattro ormai da un po. E spero
accetterete le mie pi sincere scuse per aver invaso la vostra privacy.
Giuro che lho fatto con le migliori intenzioni.
Con tutto il rispetto, signore disse Art3mis non ha risposto alla
domanda. Come ha avuto accesso a questa chatroom senza invito? E
senza che nessuno di noi sapesse che lei era qui?
Perdonatemi rispose lui. Capisco che possa spaventarvi, ma non c
motivo di preoccupasi. Il mio avatar ha poteri unici, inclusa labilit di
entrare nelle chatroom private senza invito. Parlando, Morrow si
avvicin a uno degli scaffali di Aech e cominci a curiosare tra i vecchi
supplementi di giochi di ruolo. Prima del lancio effettivo di OASIS,
quando Jim e io creammo i nostri avatar, ci dotammo di un accesso
allintera simulazione in modalit superutente. Oltre a essere immortali
e invincibili, i nostri avatar potevano andare ovunque e fare
praticamente qualsiasi cosa. Ora che Anorak non c pi, rimasto solo
il mio avatar con poteri del genere. Si volt per guardarci in faccia.
Nessun altro ha il potere di spiare le vostre conversazioni. Di certo
non i Sixer. I protocolli di criptaggio delle chatroom OASIS sono duri
come le rocce, ve lassicuro. Fece una risatina. Nonostante la mia
presenza qui adesso.
lui che ha fatto cadere quella pila di fumetti! dissi a Aech. Dopo il
nostro primo incontro qui, ricordi? Te lavevo detto che non era un
problema del software Og annu e alz le spalle con aria colpevole.
Sono stato io. Alle volte sono proprio goffo. Segu un altro breve
silenzio, durante il quale raccolsi il coraggio per rivolgermi
direttamente a Morrow. Signor Morrow cominciai.
Ti prego disse Morrow alzando una mano. Chiamami Og.
Daccordo dissi, ridacchiando nervosamente. Nonostante le
circostanze, lincontro con una tale celebrit mi scombussolava. Non

potevo credere che stavo davvero parlando con quell Ogden Morrow.
Og. Ti dispiace dirci perch ci spiavi?
Perch voglio aiutarvi rispose. E da quel che ho sentito un momento
fa, sembra proprio che ne abbiate bisogno. Ci scambiammo tutti uno
sguardo nervoso e Morrow sembr cogliere il nostro scetticismo. Vi
prego di non fraintendermi continu. Non vi dar alcun indizio n vi
fornir informazioni per trovare lEgg. Toglierebbe tutto il
divertimento, no? Torn da noi e il suo tono si fece serio. Poco prima
che morisse, ho promesso a Jim che, in sua assenza, avrei fatto tutto ci
che era in mio potere per proteggere lo spirito e lintegrit della sua
gara. per questo che sono qui.
Ma signor Og dissi. Nella tua autobiografia sostieni che tu e
James Halliday non vi siete mai parlati negli ultimi dieci anni della sua
vita. Morrow mi rivolse un sorriso divertito. Avanti, ragazzo mi
disse. Non devi credere a tutto quello che leggi. Rise. A dire il vero,
quella frase vera, in linea di massima. Io e Jim non ci siamo mai
parlati, durante gli ultimi dieci anni della sua vita. Non fino a qualche
settimana prima che morisse. Si interruppe, come se stesse frugando
nella memoria. Al tempo non sapevo nemmeno che fosse malato. Mi
chiam allimprovviso e ci incontrammo in una chatroom privata molto
simile a questa. Fu allora che mi disse della malattia, della gara, di cosa
aveva in mente. Temeva che ci fosse ancora qualche bug nelle porte. O
che, una volta morto lui, sarebbero sorte complicazioni che avrebbero
impedito il corretto svolgimento della gara, cos come lui laveva
pensata.
Tipo i Sixer? chiese Shoto.
Precisamente, tipo i Sixer disse Og. Per questo Jim mi chiese di
monitorare la gara e di intervenire qualora ce ne fosse stato bisogno.
Si diede una grattata alla barba. A essere sincero, avrei fatto volentieri
a meno di questa responsabilit. Ma era lultimo desiderio del mio pi
vecchio amico, perci accettai. Per questi sei anni mi sono limitato a
osservare, seduto in panchina. E anche se i Sixer hanno fatto di tutto per
portarvi in svantaggio, in qualche modo voi quattro avete perseverato.
Ma ora, dopo avervi sentito descrivere la situazione in cui vi trovate,
credo che sia giunto il momento che io passi allazione per mantenere
lintegrit del gioco di Jim. Io, Art3mis, Shoto ed Aech ci
scambiammo delle occhiate di stupore, come a cercare, luno negli
occhi dellaltro, la conferma che tutto questo stava accadendo davvero.

Voglio offrirvi un rifugio a casa mia, qui in Oregon disse Og. Da


qui potrete mettere in pratica il vostro piano e completare la missione in
totale sicurezza, senza dovervi preoccupare degli agenti Sixer che vi
rintraccino e vi sfondino la porta. Posso fornire a tutti voi un set
immersivo di ultima generazione, una connessione a fibra ottica e tutto
ci di cui avrete bisogno. Un altro silenzio gonfio di incredulit.
Grazie, signore! tirai fuori infine, resistendo allimpulso di lasciarmi
cadere in ginocchio e inchinarmi a ripetizione.
il minimo che io possa fare.
un gesto incredibilmente generoso, signor Morrow disse Shoto
ma io vivo in Giappone.
Lo so, Shoto disse Og. Ho gi noleggiato un jet privato. Ti aspetta
allaeroporto di Osaka. Se mi invii la tua posizione attuale, chiamo una
limousine perch venga a prenderti e ti porti fino alla pista. Shoto
rimase senza parole per un istante, poi fece un ampio inchino. Arigato,
Morrow-san.
Figurati, ragazzo. Poi si rivolse ad Art3mis. Signorina, mi pare di
capire che al momento ti trovi allaeroporto di Vancouver. Ho
organizzato un trasporto anche per te. Al ritiro bagagli ti attende un
autista. Ha con s un cartello con su scritto il nome Benatar. Ti
porter allaereo che ho noleggiato per te. Per un momento pensai che
anche Art3mis si sarebbe inchinata. Ma poi cominci a correre e gett
le braccia intorno a Og, e lo abbracci forte. Grazie, Og gli disse.
Grazie, grazie, grazie!
Dovere, mia cara disse lui con un risolino imbarazzato. Quando lei lo
lasci andare, Og si volt verso me ed Aech. Aech, mi sembra di
capire che hai un veicolo e che al momento ti trovi nei pressi di
Pittsburgh? Aech annu. Se non ti dispiace raggiungere il tuo amico
Parzival, far in modo che un jet vi prelevi entrambi allaeroporto di
Columbus. Se per voi ragazzi non un problema fare un giro insieme.
No, mi sembra perfetto disse Aech, guardandomi con la coda
dellocchio. Grazie Og.
S, grazie ripetei. Ci stai salvando la vita.
Lo spero. Mi lanci un sorriso malinconico, poi si rivolse a tutti.
Buon viaggio. Ci vediamo presto. Poi svan, con la stessa velocit
con cui era apparso.

Bella merda dissi, voltandomi verso Aech. Art3mis e Shoto si


beccano la limousine e a me tocca scroccare un passaggio a questo
mostro qui? In un cesso di camper?
Non un cesso di camper disse Aech ridendo. E puoi sempre
prendere un taxi, coglione.
Sar interessante dissi, lanciando una rapida occhiata ad Art3mis.
Noi quattro che finalmente ci incontriamo.
Sar un onore disse Shoto. Non vedo lora.
Gi disse Art3mis, fissandomi negli occhi. Non sto pi nella pelle.
Quando Shoto e Art3mis si furono scollegati, comunicai a Aech la
mia posizione attuale. un negozio della catena Plug. Chiamami
quando arrivi. Ci vediamo allingresso.
Va bene disse. Senti, ti avverto. Non somiglio al mio avatar. Per
niente.
E allora? Chi ci somiglia? Io non sono cos alto. O muscoloso. E il
mio naso un po pi grosso
Ti volevo avvertire. Incontrarmi potrebbe essere un po uno shock.
Ok, quindi perch non mi dici gi da ora che aspetto hai?
Sono gi per strada disse, glissando sulla domanda. Ci vediamo tra
qualche ora, ok?
Ok. Guida con prudenza, amigo. Nonostante ci che avevo detto a
Aech, sapere che lo avrei incontrato di persona dopo tutti questi anni mi
agitava pi di quanto volessi ammettere. Ma non era nulla rispetto
allangoscia che sentivo crescermi dentro allidea di incontrare
Art3mis, una volta giunto in Oregon. Immaginare quel preciso
momento mi riempiva di un misto di eccitazione e vero terrore.
Comera di persona? La foto che avevo visto nella sua cartella era un
falso? Avevo ancora qualche possibilit?
Con uno sforzo sovrumano, me la tolsi di mente e mi costrinsi a
concentrarmi sulla battaglia che stavamo per affrontare. Uscito dalla
Cantina di Aech, inviai lemail della mia chiamata alle armi come
annuncio globale a ogni utente OASIS. Poich sapevo bene che la
maggior parte delle email non avrebbe superato i filtri antispam, la
postai anche su ogni forum di Gunter. Poi registrai un breve filmato del
mio avatar che la leggeva ad alta voce e lo misi in loop sul mio canale
vpo.
La voce si diffuse rapidamente. In meno di unora, il nostro piano
dassalto a Castle Anorak era in testa a ogni feed di notizie,

accompagnato da titoli come I Gunter dichiarano guerra totale ai Sixer


e I migliori gunter accusano la IOI di rapimento e Che la caccia allEgg
di Halliday sia davvero finita? Alcuni feed trasmettavano gi il video
dellomicidio di Daito che avevo inviato loro insieme al promemoria di
Sorrento, citando, per entrambi, una fonte anonima. LaIOI si era
rifiutata di rilasciare dichiarazioni. Sorrento doveva aver saputo che, in
qualche modo, ero entrato nel database privato dei Sixer. Avrei voluto
vedere la sua faccia quando aveva scoperto come ci ero riuscito.
Quando aveva scoperto che avevo trascorso unintera settimana a pochi
piani dal suo ufficio.
Passai le ore successive a equipaggiare il mio avatar e a prepararmi
mentalmente a ci che stava per succedere. Quando non riuscii pi a
tenere gli occhi aperti, decisi di fare un sonnellino, in attesa di Aech.
Disabilitai la funzione di auto-logout, poi mi addormentai sulla poltrona
aptica, avvolto nella nuova giacca come fosse una coperta, stringendo
in una mano la pistola che avevo appena acquistato.
Fui svegliato di soprassalto dalla suoneria di Aech. Mi chiamava
per farmi sapere che era arrivato. Mi sfilai dal set, raccolsi le mie cose e
riportai lattrezzatura noleggiata al bancone. Quando uscii in strada,
vidi che era scesa la notte. Laria gelida mi si rovesci addosso come
un secchio dacqua ghiacciata.
Il minuscolo camper di Aech era parcheggiato accanto al marciapiedi,
pochi metri pi in l. Era un Sunrider color caff, lungo sei metri e
vecchio di almeno ventanni. Il tetto e le fiancate del camper erano
ricoperti da un collage di pannelli solari, oltre che da un generoso strato
di ruggine. Le finestre erano verniciate di nero e non potevo vedere al
loro interno.
Feci un respiro profondo e attraversai il marciapiedi ricoperto di
fanghiglia, provando una bizzarra combinazione di paura ed
eccitazione. Quando mi avvicinai al camper, un portello al centro si apr
e dal pavimento scese una scaletta. Montai dentro e la porta si richiuse
alle mie spalle. Mi ritrovai nella minuscola cucina del camper. Era tutto
buio, a parte per le luci di sicurezza sul pavimento tappezzato di
moquette. Alla mia sinistra, sul fondo, vedevo una piccola zona letto,
incastrata in un soppalco sopra il generatore. Mi voltai e camminai
lentamente nel buio della cucina, poi scostai la tenda di perline che
oscurava lingresso della cabina.

Alla guida sedeva unafroamericana corpulenta; stringeva forte il


volante e guardava dritto davanti a s. Doveva avere la mia et, aveva
capelli crespi e corti e una pelle color cioccolato che sembrava
iridescente, nello sfavillio degli indicatori del cruscotto. Aveva indosso
una vecchia maglietta del tour Rush 2112, e i numeri si deformavano
sul petto ampio. Portava anche un paio di jeans neri sbiaditi e degli
anfibi chiodati ai piedi. Sembrava stesse tremando, anche se nel veicolo
cera un tepore accogliente.
Per un attimo rimasi l in piedi, in silenzio, aspettando che ammettesse
levidenza che ero l. Poi si volt e mi sorrise, e quel sorriso lo
riconobbi immediatamente. Quel ghigno da Stregatto che avevo visto
migliaia di volte, sul volto di Aech, nelle tante serate che avevamo
trascorso insieme su OASIS, a scambiarci battutacce e a guardare brutti
film. E il suo sorriso non era lunica cosa familiare. Riconobbi i suoi
occhi e i suoi lineamenti. Non avevo dubbi. La ragazza seduta di fronte
a me era il mio migliore amico, Aech.
Fui travolto da unondata di emozioni. Lo shock lasci posto a una
sensazione di tradimento. Come aveva potuto, proprio lui lei
ingannarmi per tutti questi anni? Sentii il volto avvamparmi per
limbarazzo, quando mi ricordai di tutte le intimit adolescenziali che
avevo condiviso con Aech. Una persona di cui mi fidavo ciecamente.
Qualcuno che credevo di conoscere.
Quando non dissi nulla, gli occhi di lei si abbassarono sui suoi anfibi e
rimasero l per un po. Mi lasciai cadere pesantemente sul sedile del
passeggero, osservandola, senza sapere ancora bene cosa dirle.
Continuava a lanciarmi occhiate rapide, poi spostava lo sguardo
nervosamente. Stava ancora tremando.
Ogni sensazione di rabbia o tradimento che provavo evapor in fretta.
Non mi trattenni. Scoppiai a ridere. Senza cattiveria, e seppi che lei
laveva capito, perch le sue spalle si sciolsero un po e si lasci
sfuggire un sospiro di sollievo. Poi si mise a ridere anche lei. A ridere e
a piangere, pensai.
Ehi, Aech dissi, quando le risate si smorzarono. Come butta?
Butta bene, Z mi rispose. Rose e fiori. Anche la voce mi era
familiare. Era soltanto meno profonda. Per tutto questo tempo aveva
usato un software per dissimularla.
Be dissi Guardaci un po. Eccoci qui.

Gi rispose Aech. Eccoci qui. Cal un silenzio imbarazzato. Per un


istante esitai, incerto sul da farsi, poi seguii il mio istinto, scavalcai il
breve spazio tra di noi e le gettai le braccia al collo. bello vederti,
vecchia mia le dissi. Grazie per essere venuta a prendermi. Lei
ricambi labbraccio. Anche per me bello vederti disse. E capii che
era sincera.
La lasciai e mi rimisi al mio posto. Cristo, Aech dissi sorridendo.
Sapevo che nascondevi qualcosa. Ma non avrei mai immaginato
Che cosa? disse lei, sulla difensiva. Non avresti mai immaginato
cosa?
Che il famoso Aech, il rinomato Gunter, il pi temuto e spietato
guerriero di tutto OASIS fosse in realt
Una grassona nera?
Io avrei usato piuttosto una giovane afroamericana. Il suo volto si
rabbui. C un motivo per cui non te lho mai detto, sai.
Sono sicuro che un buon motivo le dissi. Ma non importa.
Davvero.
Ah no?
Certo che no. Sei la mia migliore amica, Aech. La mia unica amica, a
dire il vero.
Be, ci tengo comunque a spiegare.
Daccordo. Ma possiamo aspettare finch non saremo in volo?
Abbiamo ancora molta strada davanti. E mi sentir molto pi sicuro
quando ci saremo lasciati alle spalle questa citt.
Si parte, amigo disse lei, avviando il motore del camper.
Aech segu le istruzioni di Og e raggiunse un hangar privato nei
pressi dellaeroporto di Columbus: un piccolo jet di lusso ci stava
aspettando. Og aveva preso accordi affinch il camper di Aech venisse
custodito in un hangar l vicino, ma era stato la casa di Aech per molti
anni, e lei era visibilmente nervosa allidea di abbandonarlo.
Avvicinandoci al jet, entrambi lo guardammo meravigliati. Avevo gi
visto degli aerei in cielo, ovvio, ma mai ne avevo visto uno da tanto
vicino. Viaggiare su un jet era una cosa che solo i ricchi potevano
permettersi. Il fatto che Og potesse noleggiare tre aerei diversi senza
battere ciglio era la testimonianza di quanto dovesse essere follemente
ricco.
Il jet era completamente automatizzato e a bordo non trovammo
lequipaggio. Eravamo soli. La placida voce del pilota automatico ci

diede il benvenuto a bordo, ci disse di allacciarci le cinture e prepararci


al decollo. In venti minuti eravamo in volo.
Era la prima volta che volavamo e passammo almeno unora a guardare
dal finestrino, sopraffatti dal panorama, mentre sfrecciavamo verso
ovest, attraverso latmosfera, a diecimila piedi daltezza, diretti in
Oregon. Poi, quando il fascino della novit si affievol, capii che Aech
era pronta a parlare.
Ok, Aech dissi. Raccontami tutto. Lei mi sorrise con il suo ghigno
da Stregatto e fece un respiro profondo. In realt, stata tutta unidea
di mia madre disse. Poi si lanci in una versione sintetica della storia
della sua vita. Il suo vero nome, mi disse, era Helen Harris. Aveva
soltanto qualche mese pi di me. Era stata cresciuta ad Atlanta, dalla
madre. Suo padre era morto in Afghanistan quando lei era appena nata.
Sua madre, Marie, lavorava online in un centro di elaborazione dati.
Secondo Marie,OASIS era la cosa migliore che fosse accaduta sia alle
donne sia alla gente di colore. Sin dallinizio, Marie aveva usato un
avatar bianco e maschio per condurre gli affari online, data la
considerevole differenza nel modo in cui veniva trattata e nelle
opportunit che le venivano offerte.
La prima volta che Aech si colleg a OASIS, segu il consiglio di sua
madre e cre un avatar bianco e maschio. Aveva scelto come nome del
suo alter ego online il nomignolo H, con cui sua madre la chiamava sin
da quando era piccola. Qualche anno pi tardi, quando Aech inizi a
frequentare la scuola online, la madre, compilando il modulo, ment
suletnia e il sesso della figlia. Si richiedeva una foto per il profilo
scolastico, e cos Aech aveva inviato una versione fotorealistica del
volto del suo avatar che a sua volta si basava sui suoi veri lineamenti.
Mi disse che non vedeva n parlava con la madre da quando se ne era
andata via di casa, il giorno del suo diciottesimo compleanno. Era il
giorno in cui Aech le aveva confessato il suo orientamento sessuale.
Sulle prime, la madre si era rifiutata di credere che fosse gay, ma poi
Helen le aveva confessato che da un anno si vedeva con una ragazza
conosciuta online.
Mentre Aech mi spiegava tutto ci, capii che cercava di studiare le mie
reazioni. Non ero molto sorpreso. Nel corso degli ultimi anni, io ed
Aech avevamo parlato spesso della nostra ammirazione per le forme
femminili. In un certo senso ero sollevato che Aech non mi avesse
ingannato, almeno in quello.

Come ha reagito tua madre quando ha scoperto che avevi una


ragazza? le domandai.
Be, si scoperto solo allora che mia mamma aveva un bel po di
pregiudizi, e ben radicati rispose Aech. Mi ha sbattuta fuori e ha
detto che non mi avrebbe voluto vedere mai pi. Per un po non ho
avuto una casa. Ho vissuto in una serie di rifugi. Ma poi, lottando nei
campionati darena su OASIS, ho guadagnato abbastanza da potermi
permettere il camper, e da allora vivo l. Di solito mi fermo solo quando
le batterie devono essere ricaricate. Mentre continuavamo a parlare,
seguendo lo schema predefinito del conoscersi, mi resi conto che noi
ci conoscevamogi, e meglio di chiunque altro. Eravamo legati a un
puro livello mentale. La capivo, mi fidavo e lamavo come la mia pi
cara amica. Niente era cambiato, n sarebbe cambiato, per qualcosa di
tanto irrilevante come il suo sesso, il colore della sua pelle o il suo
orientamento sessuale.
Il resto del volo pass in un batter docchio. Io ed Aech ritrovammo la
nostra sintonia e, in breve tempo, era come se fossimo di nuovo nella
Cantina, a sfotterci davanti a una partita diQuake o di Joust. Quando il
nostro jet tocc la pista datterraggio privata di Og, in Oregon, le paure
che avevo sulla vulnerabilit della nostra amicizia nel mondo reale
erano gi svanite.
Avevamo volato a ovest, precedendo lalba di poche ore, perci era
ancora buio quando atterrammo. Una volta discesi dallaereo, io ed
Aech ci fermammo, guardando stupefatti la scena che si apriva attorno
a noi. Nella pur fioca luce della luna, la vista toglieva il fiato. I profili
oscuri e imponenti dei monti Wallowa ci circondavano da tutti i lati.
Una fila di luci blu si snodava lungo la vallata alle nostre spalle,
delineando la pista datterraggio privata di Og. Di fronte, una ripida
scalinata di ciottoli conduceva dalla fine della pista a unimmensa villa
inondata di luce, eretta su un altopiano, alle pendici della catena
montuosa.
In lontananza potevo vedere le cascate che scendevano dalle cime oltre
la villa di Morrow.
Sembra proprio Rivendell disse Aech, strappandomi le parole di
bocca.
Annuii. esattamente come Rivendell nei film del Signore degli
Anelli dissi, ancora con il naso per aria, in preda allo stupore. La
moglie di Og era una grande fan di Tolkien, ricordi? Questo posto lha

costruito per lei. Udimmo un ronzio elettrico, mentre la scaletta del jet
si ritirava e il portellone si chiudeva dietro di noi. I motori si riaccesero
e laereo rote su se stesso, preparandosi nuovamente al decollo.
Rimanemmo l e lo osservammo lanciarsi nel cielo terso e stellato. Poi
ci voltammo e cominciammo a salire i gradini che portavano alla casa.
Quando la raggiungemmo, Ogden Morrow era l ad aspettarci.
Benvenuti, amici miei! mugghi Morrow, allungando le mani in
segno di saluto. Indossava un accappatoio a quadri e delle ciabatte a
forma di coniglietto. Benvenuti a casa mia!
Grazie, signore disse Aech. Grazie di averci invitati qui.
Ah, tu devi essere Aech rispose afferrandole la mano. Se anche fosse
stato sorpreso dal suo aspetto, non lo diede a vedere. Riconosco la
voce. Le strizz locchio e poi la strinse a s. Quindi si volt e
abbracci anche me. E tu devi essere Wade voglio dire, Parzival!
Benvenuti! Benvenuti! un vero onore incontrarvi!
Lonore tutto nostro dissi. Non ti ringrazieremo mai abbastanza
per averci aiutato.
Mi avete gi ringraziato abbastanza, perci basta! disse. Si volt e ci
guid lungo un ampio prato verde, verso la sua enorme villa. Non
avete idea di quanto sia bello avere degli ospiti. triste dirlo ma, da
quando Kira morta, sono sempre solo. Per un istante rimase in
silenzio, poi rise. Be, solo. Se non si considerano, naturalmente, i
cuochi, le cameriere e i giardinieri. Ma vivono tutti qui, perci non si
possono considerare ospiti. N io n Aech sapevamo come rispondere,
ma continuammo a sorridere e annuire. Poi trovai il coraggio di parlare.
Gli altri sono gi arrivati? Shoto e Art3mis? Qualcosa, nel modo in
cui avevo detto Art3mis, scaten in Morrow un lungo e chiassoso
sghignazzo. Dopo qualche secondo, mi resi conto che anche Aech stava
ridendo di me.
Cosa c? dissi. Cos che vi fa cos ridere?
S disse Og ridacchiando. Art3mis stata la prima ad arrivare,
diverse ore fa, e laereo di Shoto arrivato una mezzora prima del
vostro.
Li incontreremo ora? domandai, con un tentativo penoso di
nascondere la mia ansia.
Og scosse la testa. Art3mis pensa che incontrarvi ora sarebbe una
distrazione inutile. Vuole aspettare fino a dopo il grande evento. E
anche Shoto sembrava daccordo. Mi studi per qualche momento.

Probabilmente la cosa migliore, sapete? Vi aspetta un giorno


importante. Annuii, provando un anomalo miscuglio di sollievo e
delusione.
Dove sono adesso? domand Aech.
Og, trionfante, alz un pugno in aria. Sono gi collegati e si preparano
al vostro assalto ai Sixer! La sua voce echeggi tra i campi e rimbalz
sulle mura in pietra della villa. Seguitemi! Lora si avvicina!
Lentusiasmo di Og mi riport con forza alla realt, e sentii un nodo di
nervi formarsi alla bocca dello stomaco. Seguimmo il nostro
benefattore in accappatoio per il vasto cortile bagnato di luce lunare.
Quando raggiungemmo la casa, oltrepassammo il cancello di un piccolo
giardino pieno di fiori. Era uno strano posto e non riuscii a capirne lo
scopo finch non vidi la grande lapide al centro. Cos realizzai che
doveva trattarsi della tomba di Kira Morrow. Ma, anche al chiaro di
luna, era troppo buio perch riuscissi a leggere liscrizione sulla pietra.
Og ci guid attraverso il sontuoso ingresso della villa. Dentro, le luci
erano tutte spente ma, anzich accenderle, Morrow afferr dalla parete
una vera fiaccola e la us per illuminare la via. Pure nella luce tenue,
limponenza di quel luogo mi sbalordiva. Le pareti erano tappezzate di
enormi arazzi e intere collezioni di opere darte fantasy, statue di
gargoyle e armature ingombravano i corridoi.
Mentre seguivamo Og, raccolsi il coraggio per rivolgergli la parola.
Senti, so che forse non il momento migliore gli dissi ma sono un
grande fan dei tuoi lavori. Sono cresciuto con i giochi educativi
dellHalcydonia Interactive. Mi hanno insegnato a leggere, a scrivere, a
contare, a risolvere gli indovinelli Mentre camminavamo, continuai
a straparlare, elogiando i miei titoli preferiti di Halcydonia e
ammorbando Og in modo classicamente e imbarazzantemente geek.
Forse Aech pens che stessi facendo il leccapiedi, perch ridacchi
durante tutto il mio monologo balbettante, ma Og la prese bene. Mi fa
piacere che sia cos disse. Mi sembr sinceramente lusingato. Mia
moglie e io eravamo fieri di quei giochi. Sono felicissimo che ne
conservi un ricordo tanto appassionato. Voltammo langolo e io ed
Aech ci immobilizzammo di fronte allentrata di unenorme stanza, con
uninfinit di ripiani su ripiani pieni di vecchi videogiochi. Sapevamo
entrambi che doveva trattarsi della collezione dei classici di James
Halliday, la collezione che aveva lasciato in eredit a Morrow. Og si

guard intorno e vide che indugiavamo l, cos torn indietro per


riprenderci.
Vi prometto che pi tardi vi far fare un giro, quando lentusiasmo si
sar un po stemperato disse Og, il respiro affannoso. Si muoveva
agilmente per un uomo della sua et e della sua mole. Ci fece scendere
una scala a chiocciola di pietra fino a un ascensore, che ci port gi di
molti altri piani, nella cantina di Og. Larredamento, l, era molto pi
moderno. Seguimmo Og in un labirinto di corridoi rivestiti di moquette
finch non raggiungemmo una serie di sette entrate circolari, ciascuna
numerata.
Eccoci! disse Morrow, indicando con la fiaccola. Queste sono le
mie baie dimmersione OASIS. Ciascuna contiene un set Habashaw di
ultima generazione. oir-9400.
9400? Scherzi? Aech si lasci sfuggire un fischio ammirato.
Pazzesco.
Dove sono gli altri? domandai, guardandomi in giro nervosamente.
Art3mis e Shoto sono gi nelle baie 2 e 3 rispose. La baia uno
mia. Potete scegliere una qualsiasi delle altre. Fissai le porte,
domandandomi dietro quale fosse Art3mis.
Og fece un cenno indicando laltro lato della sala. Nei camerini
troverete tute aptiche di tutte le taglie. Ora, su, preparatevi! Fece un
largo sorriso quando io ed Aech uscimmo dai camerini, pochi minuti
pi tardi, indossando entrambi tute e guanti aptici nuovi di zecca.
Magnifico! disse Og. Ora sceglietevi una baia e collegatevi. Il
tempo vola! Aech si volt a guardarmi. Capivo che voleva dirmi
qualcosa, ma non riusciva a trovare le parole. Dopo pochi secondi mi
porse la mano guantata. Io la strinsi.
Buona fortuna le dissi.
Buona fortuna, Z rispose. Poi si volt verso Og e gli disse: Grazie
ancora, Og. Prima che lui potesse rispondere, lei si era alzata sulle
punte e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia. Poi scomparve al di
l della quarta porta, che sibil e si richiuse alle sue spalle.
Og la segu con lo sguardo, sorridendo, poi si volt verso di me. Il
mondo intero tifa per voi quattro. Cercate di non deluderlo.
Faremo del nostro meglio.
Lo so. Mi porse la mano e io la strinsi.
Feci un passo verso la baia dimmersione, poi mi voltai di nuovo. Og,
posso farti una domanda? chiesi.

Lui alz un sopracciglio. Se stai per chiedermi cosa ci sia dietro la


Terza Porta, non ne ho idea disse. E anche se ce lavessi non te lo
direi. Dovresti saperlo Scossi la testa. No, non questo. Volevo
chiederti che cosa ha messo fine alla tua amicizia con Halliday. Con
tutte le ricerche che ho fatto, non ho mai trovato nulla che mi aiutasse a
capirlo. Cosa successo? Per un momento, Morrow mi studi. In
molti gli avevano fatto questa domanda, durante le interviste, e lui
laveva sempre ignorata. Non so perch decise di rispondere. Forse in
tutti quegli anni aveva aspettato qualcuno a cui dirlo.
stato per via di Kira. Mia moglie. Si ferm un istante, poi si schiar
la voce e prosegu. Come me, anche lui ne era innamorato dai tempi
del liceo. Ovviamente non aveva avuto il coraggio di dichiararsi. Perci
lei non mai venuta a saperlo. E nemmeno io. Non me lo ha detto fino
allultima volta che ci siamo parlati, prima che morisse. Anche allora,
per lui era difficile comunicare con me. Jim non mai stato bravo a
relazionarsi con la gente, n a esprimere le emozioni. Io annuii in
silenzio e aspettai che continuasse.
Anche dopo che io e Kira ci siamo fidanzati, penso che Jim nutrisse
ancora qualche fantasia sulla possibilit di rubarmela. Ma, dopo che
lho sposata, ha abbandonato lidea. Mi ha detto di avermi tolto la
parola per via della sconvolgente gelosia che provava. Kira era lunica
donna che avesse mai amato. La voce gli si ferm in gola. Capisco
perch Jim provasse una cosa simile. Kira era una donna molto
speciale. Era impossibile non innamorarsene. Mi sorrise. Tu sai cosa
si prova quando si incontra qualcuno del genere, dico bene?
Lo so risposi. Poi, quando capii che non aveva altro da aggiungere,
dissi Grazie, signor Morrow. Grazie di avermi raccontato tutto
questo.
Mi ha fatto piacere. Poi raggiunse la sua baia dimmersione e la porta
si apr a iride. Buona fortuna Parzival. Ne avrai bisogno.
Tu cosa farai? domandai. Durante la battaglia?
Mi rilasser e star a guardare, ovvio! disse. Sembra proprio che
sar la battaglia pi epica della storia dei videogiochi. Mi sorrise per
unultima volta, poi varc la soglia e spar, lasciandomi solo nelle luci
fioche del corridoio.
Passai qualche minuto a riflettere su ci che Morrow mi aveva detto.
Poi raggiunsi la mia baia dimmersione ed entrai.

Era una piccola stanza sferica. Una poltrona aptica luccicante era
appesa a un braccio idraulico snodabile attaccato al soffitto. Non cera
il tapis roulant multidirezionale perch la stanza stessa aveva quella
funzione. Mentre eri connesso, potevi camminare o correre in qualsiasi
direzione e la sfera ruotava sotto e intorno a te, impedendoti di toccare
la parete. Era come trovarsi in unenorme ruota per criceti.
Mi infilai nella poltrona e sentii che si adattava al profilo del mio corpo.
Un braccio robotico si allung dalla poltrona e mi cal sugli occhi un
visore Oculance nuovo fiammante. Anche quello si adatt fino a
calzarmi perfettamente. Il visore scansion le mie retine e il sistema mi
richiese la frase daccesso.
Feci un respiro profondo ed entrai.
0034
Ero pronto a darci dentro.
Il mio avatar era tirato a lucido e armato fino ai denti. Stavo stipando
nel mio inventario quanti pi oggetti magici e munizioni possibile.
Tutto era al proprio posto. Il nostro piano era avviato. Era il momento
di muoversi.
Entrai nellhangar della mia fortezza e spinsi il tasto di apertura del
portellone sul muro. Le porte si schiusero lentamente e svelarono il
tunnel di lancio che portava su, fino alla superficie di Falco. Raggiunsi
unestremit della pista, lasciandomi alle spalle lX-wing e il Vonnegut.
Non li avrei usati, in quelloccasione. Erano buone navi, con armi e
difese formidabili, ma nessuna delle due mi avrebbe offerto una
protezione adeguata nellepica tempesta di merda che si sarebbe
abbattuta su Chthonia. Fortunatamente, ora avevo un nuovo mezzo di
trasporto.
Tolsi il Leopardon di trenta centimetri dallinventario e lo poggiai
delicatamente sulla pista. Poco prima di essere arrestato dalla ioi, mi
ero preso un po di tempo per esaminare il Leopardon giocattolo e
studiarne i poteri. Come sospettavo, in verit il robot era un artefatto.
Non mi ci era voluto molto per capire il comando con cui attivarlo.
Come nella serie tv originale Supaidman della Toei, il robot veniva
evocato semplicemente gridando il suo nome. E cos feci allora, avendo
laccortenza di indietreggiare un bel po prima di gridare Leopardon!
Sentii un urlo acuto come lo stridio del metallo lacerato. Un secondo
pi tardi, lex robottino raggiungeva unaltezza di quasi cento metri. La
testa fuoriusciva dal portellone aperto sul soffitto dellhangar.

Osservai limponenza del robot, ammirando lattenzione ai dettagli che


Halliday aveva posto nella programmazione. Era stato riprodotto ogni
tratto del disegno originale giapponese, compresa la spada scintillante e
lo scudo con lincisione a forma di ragnatela. Nascosta nel piede
sinistro, una minuscola porta daccesso si apr non appena mi avvicinai;
al suo interno, un piccolo ascensore mi trasport lungo la gamba e il
busto del robot, fino allabitacolo che si trovava allinterno del petto
corazzato. Mentre mi sedevo nella poltrona di guida, notai un
braccialetto di controllo dargento, chiuso in una teca trasparente. Lo
presi e lo allacciai al polso del mio avatar. Il braccialetto mi avrebbe
permesso di impartire comandi vocali a Leopardon quando non ero al
suo interno. La console che mi trovai di fronte era piena di pulsanti,
tutti contrassegnati in giapponese. Ne premetti uno e i motori si
avviarono con un ruggito. Poi pigiai lacceleratore e i due razzi posti
nei piedi del robot si accesero, lanciandolo in alto, fuori dalla fortezza e
poi nel cielo stellato di Falco.
Notai che Halliday aveva montato un mangianastri a otto tracce nel
pannello di controllo dellabitacolo. E, alle mie spalle, sulla destra,
notai uno scaffale di cassette da otto tracce. Ne presi una e la schiaffai
nel registratore. Gli altoparlanti interni ed esterni iniziarono a sparare
Dirty Deeds Done Dirt Cheap degli

ac/dc cos forte che il mio sedile cominci a vibrare.

Non appena il robot fu fuori dallhangar, gridai Cambia in Marveller!


nel braccialetto di controllo (a quanto pare, i comandi vocali
funzionavano solo se gridavi). Le braccia, le gambe e la testa del robot
si ripiegarono verso linterno e si richiusero in una nuova posizione,
trasformandolo in unastronave nota come Marveller. Una volta
completata la trasformazione, abbandonai lorbita di Falco e preparai la
rotta verso lo stargate pi vicino.
Quando riemersi dallo stargate nel Settore 1o, lo schermo del mio radar
si illumin come un albero di Natale. Migliaia di veicoli spaziali di ogni
forma e modello strisciavano nelloscurit stellata intorno a me; cera di
tutto, dalle navicelle monoposto ai cargo grandi come una luna. Non
avevo mai visto tante astronavi tutte insieme. Un flusso costante si

riversava fuori dallo stargate, mentre altre navi convergevano nellarea,


da ogni punto del cielo. Tutte le navicelle gradualmente si mettevano in
fila, formando una lunga carovana disordinata che si snodava verso
Chthonia, una minuscola sfera blu-marrone sospesa in lontananza.
Sembrava che ogni singola persona su OASIS fosse diretta verso Castle
Anorak. Provai unimprovvisa scarica di euforia, anche se sapevo che il
dubbio di Art3mis avrebbe comunque potuto rivelarsi fondato: cera la
possibilit concreta che la maggior parte degli avatar fosse l per
godersi lo spettacolo e non avesse la minima intenzione di rischiare la
vita per combattere i Sixer.
Art3mis. Dopo tutto questo tempo, era in una stanza a pochi metri da
me. Quando la battaglia fosse finita, ci saremmo incontrati di persona.
Il pensiero avrebbe dovuto terrorizzarmi ma, invece, fui investito da
una tranquillit zen: qualsiasi cosa dovesse succedere su Chthonia, tutti
i rischi che avevo corso erano gi stati ripagati.
Ritrasformai il Marveller in robot, poi mi unii alla lunga sfilata di
astronavi. Spiccava nel vasto assortimento perch il mio era lunico
robot gigante. Una nube di navicelle pi piccole si form subito intorno
a me, pilotata da avatar curiosi che si avvicinarono per osservare
Leopardon pi da vicino. Fui costretto a togliere laudio al comlink
perch in troppi cercavano di chiamarmi, chiedendo chi diavolo fossi e
dove avessi trovato un veicolo cos figo.
Via via che Chthonia si stagliava, sempre pi ravvicinata, sui vetri della
cabina di pilotaggio, la densit e il numero di navi intorno a me
aumentava esponenzialmente. Quando infine entrai nellatmosfera del
pianeta e cominciai a planare sulla superficie, fu come volare in uno
sciame di insetti metallici. Quando raggiunsi larea intorno a Castle
Anorak, stentai a credere ai miei occhi. Una massa concentrata e
pulsante di navi e di avatar ricopriva il suolo e riempiva il cielo. Era
come trovarsi in una Woodstock ultraterrena. Fianco a fianco, una serie
di avatar si sparpagliavano fino alla linea dellorizzonte, in tutte le
direzioni. E migliaia di altri volavano o fluttuavano in aria, intenti a
scansare il flusso costante di navi. E, fermo al centro di questa follia,
cera Castle Anorak, un gioiello donice che riluceva sotto lo scudo
trasparente dei Sixer. Ogni secondo, qualche sventurato avatar andava a
sbattere contro lo scudo e veniva vaporizzato come un insetto in un
friggizanzara.

Quando mi avvicinai, notai una porzione di terreno libera, davanti


allentrata del castello, appena fuori dallo scudo. Tre figure gigantesche
si ergevano, una di fianco allaltra, al centro dello spazio. La folla
intorno a loro cercava continuamente di avvicinarsi e poi si ritraeva,
con gli avatar che si spintonavano allindietro per mantenere una
distanza rispettosa da Aech, Art3mis e Shoto, ciascuno dei quali sedeva
nel proprio robot lucente.
Per la prima volta vidi le macchine che Aech, Art3mis e Shoto avevano
selezionato dopo aver superato la Seconda Porta, e impiegai qualche
istante in pi a riconoscere limponente robot femmina pilotato da
Art3mis. Era nero cromato, con un elaborato elmetto a forma di
boomerang e, sul petto, due scudi rossi simmetrici che la facevano
sembrare una sorta di versione femminile di Mazinga Z. Poi capii che
quella era la versione femminile di Mazinga Z, un personaggio
semisconosciuto della serie originale che portava il nome di Minerva X.
Aech aveva scelto un Gundam RX-78 dalla serie anime Mobile Suit
Gundam, che lui adorava da sempre. (Bench ormai sapessi che Aech
era una ragazza nella vita vera, il suo avatar rimaneva un maschio,
perci decisi di continuare a pensarlo come tale).
Shoto si ergeva pi in alto di tutti, nascosto nellabitacolo di Raideen,
lenorme robot rosso e blu di Yuusha Raideen, direttamente dalla met
degli anni settanta. La gigantesca macchina stringeva in una mano il
suo tipico arco e nellaltra reggeva un grosso scudo pieno di spuntoni.
Tra la folla sal un boato quando mi abbassai, appena sopra lo scudo, e
sfrecciai sopra gli altri, fino a fermarmi in mezzo a loro. Ruotai il mio
orientamento cos che Leopardon fosse in posizione verticale, poi
spensi i motori e, per la distanza che mi restava, mi lasciai cadere al
suolo. Il robot atterr su un ginocchio e limpatto fece tremare la terra.
Quando lo rimisi in piedi, il mare di presenti cominci a gridare il nome
del mio avatar. Par-zi-val! Par-zi-val!
Mentre le grida tornavano a essere un boato indistinto, mi voltai verso i
miei compagni.
Che entrata da tamarro disse Art3mis, usando il nostro canale
comlink privato. per questo che sei arrivato tardi?
Non stata colpa mia, lo giuro dissi, ostentando nonchalance. Coda
allo stargate. Aech fece cenno di s con la sua enorme testa robotica.
Tutte le stazioni di trasporto del pianeta stanno sputando avatar da ieri
sera disse, indicando con la gigantesca mano da Gundam la scena che

ci circondava. irreale. Mi sorprende che i server GSS riescano a


gestire il carico, con tanta attivit concentrata in un solo settore. Ma
non sembra ci sia alcun ritardo. Mi soffermai a osservare loceano di
avatar intorno a noi, poi la mia attenzione si concentr nuovamente sul
castello.
Migliaia di navicelle e di avatar volanti continuavano a ronzare attorno
allo scudo e di tanto in tanto sparavano proiettili, laser, missili e
quantaltro. Ma tutto rimbalzava sulla superficie dello scudo senza
provocare alcun danno.
Allinterno della sfera, migliaia di avatar Sixer, armati di tutto punto,
erano appostati attorno al castello, in silenzio. Sparse tra loro, cerano
anche file di hovertank e navicelle dassalto. In qualsiasi altro
momento, lesercito Sixer sarebbe apparso spaventoso. Persino
inarrestabile. Ma in confronto allinfinita massa che li circondava, i
Sixer sembravano penosamente in minoranza e sfavoriti.
Allora, Parzival disse Shoto voltando la gigantesca testa di robot
verso di me. ora di andare in scena, vecchio mio. Se quella sfera non
viene gi come avevi promesso, sar un bel po imbarazzante.
Han deve far saltare lo scudo cit Aech. Dobbiamo dargli pi
tempo. Risi, poi con la mano destra del mio robot gli picchiettai il
polso sinistro, mostrandogli lora. Abbi pazienza. Mancano ancora sei
minuti a mezzogiorno. La fine della mia frase fu sommersa da un
nuovo boato della folla. Proprio davanti a noi, dentro la sfera, le
imponenti porte di Castle Anorak si erano appena spalancate, e ne stava
uscendo un solo avatar.
Sorrento.
Ghignando davanti al frastuono della derisione e dei fischi che
accolsero il suo arrivo, Sorrento fece un cenno alle truppe Sixer
appostate davanti al castello, che si sparpagliarono immediatamente
lasciando un grande spazio aperto. Sorrento si piazz allinterno, pochi
metri davanti a noi, dallaltro lato dello scudo. Altri dieci avatar Sixer
emersero dal castello e si schierarono dietro a Sorrento, tenendosi a una
buona distanza luno dallaltro.
Non mi dice niente di buono mormor Art3mis al microfono.
Gi sussurr Aech. Neanche a me. Sorrento pass in rassegna la
scena che gli si presentava, poi guard in su e ci sorrise. Quando parl,
la sua voce venne amplificata dai potenti altoparlanti delle navicelle e
degli hovertank Sixer, in modo che lo potessero sentire tutti coloro che

si trovavano nella zona. E, poich erano presenti telecamere e cronisti


delle pi importanti agenzie di newsfeed, sapevo che le sue parole
sarebbero state trasmesse a tutto il mondo.
Benvenuti a Castle Anorak disse Sorrento. Vi aspettavamo. Fece
un ampio gesto con la mano, indicando la folla inferocita che lo
circondava. Devo ammettere che siamo un po sorpresi di constatare
che siete accorsi cos numerosi. Ormai dovrebbe essere ovvio, anche ai
pi disinformati di voi, che niente pu attraversare il nostro scudo. Il
suo proclama venne accolto da unassordante raffica di minacce, insulti
e bestemmie colorite. Per un momento aspettai, poi alzai entrambe le
mani del mio robot, invocando la calma. Quando, finalmente, discese
una parvenza di silenzio, passai al canale di comunicazioni pubbliche, il
che ebbe lo stesso effetto di accendere uno smisurato sistema di
amplificazione. Abbassai il volume delle mie cuffie al minimo per
ridurre leco, poi dissi: Ti sbagli, Sorrento. Noi entriamo. A
mezzogiorno. Entriamo tutti.
Un ruggito di approvazione esplose tra i Gunter radunati. Sorrento non
aspett nemmeno che si affievolisse. Siete i benvenuti se volete
tentare disse, mantenendo il suo sorrisetto. Poi estrasse un oggetto dal
suo inventario e lo piazz al suolo, davanti a s. Zoomai per guardarlo
pi da vicino e sentii la mascella che mi si serrava. Era un robot
giocattolo. Un dinosauro bipede con la pelle corazzata e due cannoni
montati sulle scapole. Lo riconobbi immediatamente, veniva da una
serie di filmacci giapponesi di mostri che uscirono alla fine del secolo
scorso.
Era Mechagodzilla.
Kiryu! grid Sorrento, la voce ancora amplificata. Al suono della
parola, il suo piccolo artefatto singrand istantaneamente fin quasi a
raggiungere laltezza di Castle Anorak, due volte pi grosso dei robot
giganti che io, Aech, Shoto e Art3mis pilotavamo. La testa corazzata
del lucertolone meccanico sfiorava lo scudo sferico.
Un silenzio sconvolto cadde sulla folla, seguito dal mormorio
terrorizzato delle migliaia di Gunter presenti. Avevano riconosciuto
tutti lenorme bestia metallica. E tutti sapevano che era praticamente
indistruttibile.
Sorrento entr nel robot tramite la porta daccesso situata in uno dei
giganteschi talloni. Pochi secondi dopo, gli occhi della bestia brillavano

di un giallo acceso. Poi butt indietro la testa, spalanc le fauci


dentellate ed emise un lacerante ruggito metallico.
Al segnale, i dieci Sixer alle spalle di Sorrento estrassero i loro artefatti
e li attivarono. Cinque di loro avevano preso i titanici leoni robot che
formano Voltron. Gli altri cinque si erano accaparrati bestioni giganti
da Robotech e Neon Genesis Evangelion.
Oh cazzo bisbigliarono allunisono Art3mis ed Aech.
Fatevi sotto! grid Sorrento, con un tono di sfida. Le sue parole
riecheggiarono per tutto il campo affollato.
Molti Gunter delle prime file fecero un passo indietro senza rendersene
conto. Alcuni si voltarono e fuggirono via. Ma io, Aech, Shoto e
Art3mis mantenemmo le nostre posizioni.
Controllai lora sul display. Mancava meno di un minuto. Spinsi un
pulsante sul pannello di controllo di Leopardon e il mio enorme robot
estrasse la spada scintillante.
Non assistetti in prima persona, ma posso raccontarvi con
sufficiente certezza che ci che accadde in seguito fu questo: Dietro
Castle Anorak, i Sixer avevano eretto un ampio bunker rinforzato,
pieno di armi e attrezzature da combattimento che i Sixer avevano
trasportato dai prima dellattivazione dello scudo. Conteneva anche un
reparto con trenta droidi di scorta, installato lungo il muro orientale del
bunker. A causa della scarsa creativit del progettista, i droidi di scorta
erano tutti copie di Johnny Five, da Corto Circuito, film del 1986. I
Sixer li utilizzavano principalmente come fattorini, per fare
commissioni e riempire moduli di richiesta munizioni o
equipaggiamento per le truppe appostate fuori.
Mancava esattamente un minuto a mezzogiorno quando uno dei droidi
di scorta, il numero SD-03, si accese da solo e si sganci dalla
piattaforma di ricarica. Poi scivol sui suoi cingoli, lungo il pavimento
del bunker, fino a raggiungere larsenale sul lato opposto. Fuori
dallarsenale si trovavano due sentinelle robot. SD-03 trasmise loro il
suo modulo di richiesta equipaggiamento ordine che io stesso avevo
compilato e inserito nellintranet dei Sixer, due giorni prima. Le
sentinelle verificarono la richiesta e si fecero da parte, permettendo a
SD-03 di procedere allinterno. Prosegu sfilando accanto a lunghi
scaffali carichi di unenorme scelta di armamenti: spade magiche,
scudi, armature rinforzate, fucili al plasma, cannoni a rotaia e un
numero imprecisato di altre armi. Finalmente, il droide si ferm. Il

ripiano di fronte al quale si trovava conteneva cinque dispositivi a


forma di ottaedro, ognuno dei quali aveva le dimensioni di un pallone
da calcio. Tutti i dispositivi avevano un piccolo pannello di controllo
inserito in uno degli otto lati, e un numero seriale. SD-03 individu il
numero seriale che combaciava con quello del mio modulo di richiesta.
Poi, seguendo la serie di istruzioni che avevo programmato, il piccolo
droide us il suo indice a forma dartiglio per inserire una sequenza di
comandi nel pannello di controllo del dispositivo. Quando ebbe finito,
una piccola luce sopra il tastierino numerico pass da verde a rossa.
SD-03 prese lottaedro tra le braccia. Quando usc dallarsenale, una
Bomba dAntimateria a Frizione-Induzione era stata sottratta
dallinventario computerizzato dei Sixer.
Poi SD-03 usc dal bunker e cominci a salire le rampe e le scalinate
che i Sixer avevano costruito sulle mura esterne del castello, per offrire
un accesso ai piani superiori. Lungo la strada, il droide super svariati
posti di controllo. Ogni volta, sentinelle robot scansionavano
lautorizzazione di sicurezza e verificavano che il droide fosse
autorizzato ad andare dove diavolo gli pareva. Quando SD-03
raggiunse il piano pi alto di Castle Anorak, si spinse fino a unampia
piattaforma dosservazione.
A questo punto possibile che SD-03 abbia attirato qualche occhiata
incuriosita da parte della divisione di Sixer dlite che sorvegliavano la
piattaforma. Non posso saperlo. Ma, anche se le guardie previdero, in
un modo o nellaltro, quello che sarebbe successo e aprirono il fuoco
sul piccolo droide, era ormai troppo tardi perch potessero fermarlo.
SD-03 procedette fino al centro del tetto, dove sedeva un mago Sixer di
alto livello che stringeva tra le mani la Sfera di Osuvox lartefatto che
generava lo scudo sferico.
Poi, eseguendo lultima delle istruzioni che gli avevo impartito
programmandolo due giorni prima, SD-03 sollev sopra la testa la
Bomba dAntimateria a frizione-induzione e la innesc.
Lesplosione vaporizz il droide di scorta, insieme a tutti gli avatar
appostati sulla piattaforma, compreso il mago Sixer che controllava la
Sfera di Osuvox. Nel momento esatto in cui il mago mor, lartefatto si
disattiv e cadde sulla piattaforma ormai deserta.
0035
Lesplosione fu accompagnata da una luce brillante che per
un momento mi accec. Quando tornai a vedere, i miei occhi si
fissarono di nuovo sul castello. Lo scudo era caduto. Niente separava i

potenti Sixer e gli eserciti Gunter se non un campo libero e uno spazio
aperto.
Per qualcosa come cinque secondi non accadde nulla. Il tempo sembr
fermarsi e tutto rimase silenzioso e immobile. Poi si scaten linferno.
Solo, seduto nellabitacolo del mio robot, mi lasciai sfuggire un
silenzioso grido di esultanza. Incredibilmente, il mio piano aveva
funzionato. Ma non avevo tempo per festeggiare, perch ero in piedi nel
bel mezzo della pi grande battaglia della storia di OASIS.
Non sapevo pi cosa aspettarmi. Avevo sperato che un decimo dei
Gunter presenti si sarebbe unito al nostro assalto ai Sixer. Ma, in pochi
secondi, mi fu chiaro che ogni singolo Gunter aveva intenzione di
prendere parte al combattimento. Un grido feroce di battaglia si lev
dalloceano di avatar che ci circondava, poi tutti avanzarono,
convergendo sullarmata Sixer da ogni direzione. Quella totale
mancanza di esitazione mi sbalord, poich era ovvio che molti di loro
stavano correndo verso una morte certa.
Osservai meravigliato le due potenti divisioni che si scontravano,
intorno a me, sia in terra che in cielo. Fu una scena caotica, mozzafiato,
come se qualcuno avesse schiacciato migliaia di alveari e nidi di vespe
luno contro laltro e poi li avesse lasciati cadere su un gigantesco
formicaio.
E io, Art3mis, Aech e Shoto stavamo nel centro. Dapprima non mi
mossi, per paura di schiacciare londata di Gunter che si accalcavano
attorno ai miei piedi di robot. Sorrento, invece, non attese che le
persone si togliessero di mezzo. Schiacci, con i piedi titanici del suo
bestione, diverse dozzine di avatar (incluse le sue stesse truppe) mentre
si dirigeva goffamente verso di noi. Ciascuno dei suoi passi creava un
piccolo cratere sulla superficie rocciosa del pianeta.
Uh-oh mormor Shoto, mentre il suo robot assumeva lassetto da
difesa. Eccolo che arriva. I robottoni dei Sixer si trovavano gi sotto
lincredibile intensit del fuoco nemico, proveniente da ogni direzione.
Sorrento era il bersaglio pi colpito, perch il suo robot era lobiettivo
pi grande sul campo di battaglia, e pareva proprio che nessun Gunter
in possesso di unarma da lancio riuscisse a resistere alla tentazione di
sparargli addosso qualcosa. Rapidamente, la violenta raffica di
proiettili, sfere di fuoco, missili magici e raggi laser distrusse o mise
fuori uso gli altri robot Sixer (che non ebbero nemmeno il tempo di
formare Voltron). Ma il robot di Sorrento, chiss perch, rimaneva

intatto. Tutti i proiettili che lo colpivano rimbalzavano sulla sua corazza


senza provocare alcun danno. Decine di navicelle gli ronzavano attorno
e gli piombavano addosso, cospargendo la sua macchina di missili, ma
gli attacchi sembravano avere una scarsissima efficacia.
Riscossa! grid Aech nel comlink. Riscossa come in Alba rossa!
E, detto questo, lanci tutta la sua potenza di fuoco contro Sorrento. In
quello stesso istante, Shoto inizi a colpirlo con larco di Raideen,
mentre Art3mis sparava con una sorta di raggio energetico rosso che
sembrava originarsi dalle enormi tette dacciaio di Minerva X. Per non
sentirmi escluso, iniziai a lanciare il Diadema Boomerang di
Leopardon, un boomerang dorato che partiva dalla fronte del robot.
Tutti i nostri colpi andarono a segno, ma solo il raggio di Art3mis parve
causare qualche danno a Sorrento. Stacc un pezzo di scapola destra al
lucertolone di metallo e mise fuori uso il cannone l sopra. Ma Sorrento
non ferm la sua avanzata. Mentre si avvicinava a noi, gli occhi di
Mechagodzilla cominciarono a brillare di un blu acceso. Poi Sorrento
apr la bocca e spar fuori dalle fauci una tempesta di saette e fulmini
blu. Il raggio colp il terreno davanti a noi e scav un solco, profondo e
fumante nella terra, mentre lui procedeva, vaporizzando ogni avatar e
navicella che incontrava sulla sua strada. Noi quattro riuscimmo a
schivarlo lanciando i nostri robot verso il cielo, anche se per poco non
fui colpito in pieno. Un secondo dopo, la bocca di fulmini si richiuse,
ma Sorrento continu ad avanzare piano. Mi accorsi che gli occhi del
suo robot non brillavano pi di blu. A quanto pare, larma di fulmini
richiedeva del tempo per ricaricarsi.
Mi sa che siamo al mostro finale scherz Aech via comlink. Eravamo
tutti e quattro sospesi in aria e circondavamo Sorrento, diventando noi
stessi dei bersagli in movimento.
Ragazzi, cazzo dissi. Non penso che possiamo distruggere questo
affare.
Osservazione astuta, Z disse Art3mis. Hai qualche idea brillante?
Riflettei per un istante. Cosa ne pensate se io lo distraggo mentre voi
tre lo aggirate e correte allentrata del castello?
Mi pare un buon piano rispose Shoto. Ma, anzich dirigersi verso il
castello, si inclin e vol dritto verso Sorrento, annullando in pochi
secondi la distanza che cera fra loro.
Andate! grid nel comlink. Questo bastardo tutto mio! Aech lo
super da destra e Art3mis scese da sinistra, mentre io mi feci strada

volandogli sopra. Sotto di me, vedevo Shoto sospeso in volo sopra a


Sorrento, e la differenza daltezza dei loro robot era spaventosa.
Accanto al mastodontico drago di metallo di Sorrento, il robot di Shoto
sembrava un modellino. Ciononostante, Shoto spense i propulsori e
scese a terra proprio davanti al Mechagodzilla.
Presto grid Aech. Lentrata del castello spalancata! Dalla mia
posizione favorevole, nel cielo, vedevo le milizie Sixer che
circondavano il castello prese dassalto dalla folla infinita degli avatar
nemici. Le difese Sixer erano scompaginate, e centinaia di Gunter si
insinuavano tra di loro e correvano verso lentrata aperta del castello,
soltanto per scoprire, una volta arrivati, che non potevano varcare la
soglia perch non possedevano una copia della Chiave di Cristallo.
Aech si lanci proprio di fronte a me. Si trovava ancora a una trentina
di metri dal suolo quando apr il portellone dellabitacolo del suo
Gundam e salt fuori, sussurrando, nello stesso istante, la parola
dordine del robot. Non appena Gundam riprese la sua dimensione
originale, lo afferr e lo ripose nellinventario. Volando con qualche
tecnica magica, lavatar di Aech scese in picchiata, super
limbottigliamento formato dai Gunter che bloccavano lentrata e
scomparve attraverso la porta. Un secondo pi tardi, Art3mis esegu
una manovra simile, infilando (quando era ancora a mezzaria) il suo
robot nellinventario e volando dentro il castello, subito dopo Aech.
Mi lanciai con Leopardon in un tuffo perfetto e mi preparai a seguirli.
Shoto gridai nel microfono. Stiamo entrando! Vieni!
Voi andate avanti rispose Shoto. Io vi raggiungo. Ma qualcosa, nel
tono della sua voce, mi preoccup. Mi rialzai in volo e girai il mio
robot. Shoto era sospeso sopra Sorrento, allaltezza del suo fianco
destro. Lentamente, Sorrento volt il suo robot e si rincammin a passi
pesanti verso il castello. Solo ora capivo che il punto debole del suo
robot era la scarsa velocit. La lentezza dei movimenti e degli attacchi
di Mechagodzilla controbilanciavano la sua apparente invulnerabilit.
Shoto! gridai. Che aspetti? Vieni!
Andate senza di me disse Shoto. Ho un conto in sospeso con questo
figlio di puttana. Non feci in tempo a rispondere che Shoto si tuff
verso Sorrento, brandendo con entrambe le mani una spada gigantesca.
Le lame si infilarono nel fianco destro di Sorrento, producendo una
pioggia di scintille e, con mia grande sorpresa, causarono qualche
danno. Quando il fumo si dissip, vidi che il braccio destro di

Mechagodzilla pendeva inerte. Era quasi staccato allaltezza del


gomito.
Sembra proprio che il culo dovrai pulirtelo con la sinistra da oggi in
poi, Sorrento! grid Shoto trionfante. Poi spar i razzi di Raideen e si
diresse dalla mia parte, verso il castello. Ma Sorrento aveva gi ruotato
la testa del suo robot e stava mirando verso Shoto con un paio docchi
blu acceso.
Shoto! gridai. Attento! Ma la mia voce fu sovrastata dal frastuono
dei fulmini sparati dalla bocca del drago dacciaio. Centrarono la
macchina di Shoto proprio in mezzo alla schiena. Il robot esplose in una
palla di fuoco arancione.
Percepii una scarica di elettricit statica nel canale comunicazioni.
Chiamai di nuovo Shoto, ma lui non rispose. Poi, sul mio display
lampeggi un messaggio: mi informava che il nome di Shoto era
scomparso dal Segnapunti.
Era morto.
Per un momento rimasi completamente stordito, il che fu un errore,
perch Sorrento stava ancora sparando i suoi fulmini, che descrivevano
un ampio arco attraverso il terreno e poi procedevano in diagonale,
contro le mura del castello, verso di me. Riuscii a reagire (troppo tardi)
e Sorrento colp il mio robot nel bassoventre, mezzo secondo prima che
il raggio si esaurisse.
Guardai gi e scoprii che la met inferiore del mio robot era appena
saltata via. Tutti gli indicatori dellabitacolo iniziarono a lampeggiare e
il mio robot croll al suolo in due met fumanti.
Non so bene come, ma ebbi la prontezza di allungare una mano e dare
uno strattone alla maniglia di espulsione sopra il sedile. Il tetto
dellabitacolo si spalanc e io saltai gi dal robot in caduta libera, un
secondo prima che rovinasse sulla scalinata del castello, sterminando le
decine di avatar che vi si accalcavano.
Accesi i razzi sugli stivali appena in tempo, prima di cadere al suolo e,
rapidamente, ricalibrai i controlli del mio set immersivo perch, a
questo punto, stavo di nuovo controllando il mio avatar e non pi un
robot gigante. Riuscii a cadere in piedi di fronte al castello, a poca
distanza dalle rovine fiammeggianti del Leopardon. Appena fui
atterrato, su di me cal unombra; mi voltai e vidi il robot di Sorrento
che oscurava il cielo. Sollev lenorme piede destro e si prepar a
schiacciarmi.

Presi una rincorsa di tre passi e saltai, riaccendendo gli stivali a


mezzaria. La spinta mi gett in l proprio nel momento in cui
Mechagodzilla scaravent il suo piedone artigliato a terra, formando un
cratere nel punto esatto in cui mi trovavo appena un istante prima. La
bestia di ferro emise un altro grido lancinante, seguito dal rimbombo di
una risata cavernosa. La risata di Sorrento.
Spensi i razzi sui miei stivali e raggomitolai il mio avatar. Caddi a terra
rotolando, continuai cos per un po, poi mi rialzai su due piedi. Strinsi
gli occhi per guardare la testa del lucertolone di ferro. I suoi occhi non
stavano brillando. Non ancora. Avrei potuto riaccendere i miei stivali
ed entrare nel castello prima che Sorrento avesse modo di colpirmi.
Non avrebbe potuto seguirmi allinterno, non senza uscire dal suo
ingombrante robot.
Sentivo Art3mis ed Aech che mi urlavano dal comlink. Erano gi
dentro, di fronte alla porta, e mi aspettavano.
Non dovevo fare altro che volare nel castello e unirmi a loro. In tre,
avremmo potuto aprire la porta ed entrarci prima che Sorrento ci
raggiungesse. Ne ero sicuro.
Ma non mi mossi. Estrassi, invece, la Capsula Beta e tenni il piccolo
cilindro metallico in una mano.
Sorrento aveva cercato di uccidermi. E, nel farlo, aveva ucciso mia zia
e molti dei miei vicini, compresa la dolce signora Gilmore, che non
aveva mai fatto male ad anima viva. Aveva anche ucciso Daito e, anche
se non lavevo mai incontrato, Daito era mio amico.
E Sorrento aveva appena ucciso lavatar di Shoto, depredandolo della
possibilit di entrare nella Terza Porta. Sorrento non si meritava il
potere e la posizione che aveva. Ci che si meritava, decisi in quel
momento, era la pubblica umiliazione e la sconfitta. Si meritava che
qualcuno gli rompesse il culo mentre era sotto gli occhi del mondo
intero.
Tenni alta sulla testa la Capsula Beta e attivai lartefatto.
Segu un lampo di luce accecante; il cielo si color di rosso mentre il
mio avatar cambiava forma, crescendo e trasformandosi in un
umanoide alieno gigante con unarmatura rossa e argento, occhi
incandescenti a forma duovo, una strana testa pinnata e una luce
brillante incassata nel mezzo del petto. Per tre minuti sarei stato
Ultraman.

Mechagodzilla smise di urlare e di dibattersi. Il suo sguardo era rimasto


fisso al suolo, nel punto in cui si trovava il mio avatar fino a un secondo
prima. Alz la testa di scatto, soppesando le dimensioni del suo nuovo
avversario, e i nostri occhi incandescenti si incrociarono. Ero faccia a
faccia con il robot di Sorrento, combaciavamo quasi perfettamente per
altezza e dimensioni.
Il bestione di Sorrento fece una serie di goffi passi indietro.
Io accennai a rannicchiarmi e assunsi un assetto dattacco, notando che,
sul mio display, era appena apparso il conto alla rovescia di tre minuti.
2:59. 2:58. 2:57.
Sotto il timer trovai un menu che indicava i vari attacchi energetici di
Ultraman in giapponese. Rapidamente, selezionai il raggio Specium.
Poi alzai le braccia davanti al petto, tenendone una orizzontale e laltra
verticale, a formare una croce. Un raggio energetico, bianco e pulsante,
fu sparato dai miei avambracci, e colp il petto del Mechagodzilla,
scagliandolo allindietro. Senza pi lequilibrio, Sorrento perse il
controllo della macchina e inciamp nei suoi stessi piedi mastodontici.
Il suo robot caracoll a terra.
Il migliaio di avatar che osservava la scena dal caos del campo di
battaglia proruppe in unovazione.
Io spiccai un salto e volai in cielo per mezzo chilometro. Poi ricaddi di
piedi, puntando i talloni alla spina dorsale ricurva di Mechagodzilla.
Quando i miei piedi colpirono la bestia di ferro, sentii che qualcosa si
spezzava sotto il mio peso. Dalla bocca del drago inizi a uscire del
fumo, e il blu acceso dei suoi occhi si spense rapidamente.
Con un salto mortale allindietro, atterrai accovacciato alle spalle del
robot steso a terra. Il suo unico braccio funzionante si agitava
convulsamente, coda e gambe non smettevano di dimenarsi. Era
evidente che Sorrento stava lottando contro i comandi nello sforzo di
far rialzare la bestia.
Dal menu armi selezionai Yatsuaki Kohrin: Ultra-Slash. Una sega
circolare di energia blu elettrico mi apparve nella mano destra, roteando
ferocemente. La gettai contro Sorrento, con un colpetto del polso, come
fosse un frisbee. Turbin nellaria e colp il Mechagodzilla in mezzo
allo stomaco. La lama energetica affett la corazza ferrosa come se
fosse tofu, spezzando il robot a met. Un attimo prima che lintera
macchina esplodesse, la testa si stacc dal collo: Sorrento si era
catapultato fuori. Ma, poich il robot era a terra, la testa venne sparata

lungo una traiettoria parallela al terreno. Sorrento cerc di ricalibrarla al


volo, mentre e i razzi che schizzavano fuori dalla sua testa iniziarono a
spingerla in su, verso il cielo. Prima che potesse andare lontano,
incrociai di nuovo le braccia e sparai un altro raggio Specium, colpendo
la testa volante quasi fosse un piattello. Si disintegr in unesplosione
immensamente liberatoria.
La folla impazz.
Controllai il Segnapunti per avere la conferma che il numero di
matricola di Sorrento fosse scomparso. Il suo avatar era morto. Questa
consapevolezza non mi diede troppa soddisfazione, comunque, perch
sapevo che Sorrento probabilmente stava gi buttando gi dalla sedia
aptica uno dei suoi lacch per prendere il controllo di un nuovo avatar.
Quando disattivai la Capsula Beta, sul contatore del display non
restavano che quindici secondi. Lavatar si rimpicciol istantaneamente
e il mio aspetto torn quello di sempre. Poi girai su me stesso, riaccesi i
razzi sui miei stivali e volai fin dentro il castello.
Quando raggiunsi il lato opposto della sala, vidi Aech e Art3mis in
piedi davanti alla Porta di Cristallo. Mi aspettavano. I cadaveri fumanti
e insanguinati di una dozzina di avatar Sixer erano sparpagliati sulle
pietre del pavimento e stavano svanendo lentamente. A quanto pareva,
cera stata una breve ma decisiva scaramuccia e io me lero persa.
Cos non vale dissi, spegnendo i razzi e lasciandomi cadere a terra,
accanto a Aech. Avreste potuto lasciarmene almeno uno. Art3mis
non rispose. Mi mostr il dito medio.
Congratulazioni per aver fatto fuori Sorrento disse Aech. Senzaltro
un trionfo epico. Ma rimani un idiota totale, lo sai vero?
S scrollai le spalle. Lo so.
Sei proprio un coglione egoista! grid Art3mis. E se avesse ucciso
anche te?
Ma non lhanno fatto. Sbaglio? dissi, passandole accanto per
esaminare la Porta di Cristallo. Quindi rilassati e apriamo questa
cosa. Esaminai la serratura al centro della porta, poi osservai le parole
incise nella superficie sfaccettata della porta poco pi in alto. Carit.
Speranza. Fede.
Estrassi la mia copia della Chiave di Cristallo e la tenni alta. Aech e
Art3mis fecero lo stesso.
Non accadde nulla.

Ci scambiammo uno sguardo preoccupato. Poi mi venne unidea, e mi


schiarii la gola. Three is a magic number dissi, recitando il primo
verso del pezzo di Schoolhouse Rock! Non appena pronunciai queste
parole, la porta di cristallo cominci a brillare e apparvero, ai lati della
prima, altre due serrature.
Ha funzionato! sussurr Aech. Porca puttana. Non posso crederci.
Siamo davvero qui. Di fronte alla Terza Porta. Art3mis annu.
Finalmente. Infilai la chiave nella serratura al centro. Aech la inser a
sinistra e Art3mis mise la sua nella serratura di destra.
Senso orario? chiese Art3mis. Al mio tre? Io ed Aech annuimmo.
Art3mis cont fino a tre e, contemporaneamente, girammo le chiavi.
Segu un lampo di luce blu, durante il quale le nostre chiavi svanirono
insieme alla porta. La Terza Porta era l, aperta di fronte a noi,
unentrata di cristallo affacciata su un vortice di stelle.
Wow sentii che Art3mis sussurrava accanto a me. Avanti. Mentre
tutti e tre facevamo un passo avanti, preparandoci a varcare la soglia,
udii un boato assordante. Era come se lintero universo si stesse
spezzando in due.
Poi morimmo tutti.
0036
Quando un avatar viene ucciso, lo schermo non diventa
subito nero. Al contrario, il punto di vista passa automaticamente dalla
prima alla terza persona e ti concede un rapido replay extracorporeo
degli ultimi momenti di vita del tuo avatar.
Un secondo dopo aver sentito quel boato fragoroso, la mia prospettiva
cambi, e mi trovai a guardare i nostri tre avatar, immobili davanti alla
porta aperta. Poi una luce bianca abbacinante illumin il mondo,
accompagnata da un assordante muro di suono. Era proprio cos che
immaginavo ci si sentisse a finire fritti in unesplosione nucleare.
Per un breve istante, vidi gli scheletri dei tre avatar sospesi sotto i
profili trasparenti dei nostri corpi privi di movimento. Poi il contatore
del mio avatar scese a zero.
Londa durto dellesplosione ci raggiunse un secondo pi tardi,
disintegrando tutto ci che incontrava: i nostri avatar, il pavimento, le
mura, il castello e le migliaia di avatar che si trovavano l. Tutto venne
trasformato in una sottile polvere nebulizzata che rimase sospesa in aria
per un secondo prima di ricadere, lentamente, a terra.
Lintera superficie del pianeta era stata cancellata. Larea che
circondava Castle Anorak, che fino a un attimo prima era affollata di

avatar bellicosi, si era tramutata in una nuda terra desolata. Tutto, tutti
erano stati disintegrati. Rimaneva solo il portale di cristallo, sospeso nel
vuoto, sopra il cratere dove prima si ergeva il castello.
Il mio shock iniziale si tramut immediatamente in terrore, quando
capii quello che era appena successo.
I Sixer avevano fatto detonare il Cataclizzatore.
Era lunica spiegazione plausibile. Solo quellartefatto incredibilmente
potente avrebbe potuto provocare tutto questo. Non solo aveva ucciso
ogni avatar del settore, era anche riuscito a distruggere Castle Anorak,
fortezza che, fino ad allora, si era dimostrata indistruttibile.
Osservai la porta aperta, sospesa nellaria, e attesi che sul display
comparisse lultimo, inevitabile messaggio, le parole che tutti gli altri
avatar del settore stavano leggendo in quel momento: GAME OVER.
Ma, quando il messaggio apparve sul display, le parole erano
completamente diverse: CONGRATULAZIONI! HAI UNA VITA
EXTRA!
Stordito dallo stupore, vidi il mio avatar riapparire nello stesso punto in
cui ero morto pochi secondi prima. Ero di nuovo davanti alla porta
aperta. Ma la porta rimaneva sospesa a decine di metri dalla superficie
del pianeta, sul cratere che si era formato nel momento in cui il castello
era stato distrutto. Quando il mio avatar si materializz completamente,
guardai in basso e mi resi conto che il pavimento su cui camminavo non
esisteva pi.
Per un momento fluttuai a mezzaria, come Wile E. Coyote in uno di
quei vecchi cartoni. Poi cominciai a precipitare. Cercai disperatamente
di aggrapparmi alla porta, aperta di fronte a me, ma era troppo distante.
Caddi al suolo pesantemente e, per limpatto, persi un terzo dei miei
Punti Vita. Poi mi rimisi in piedi e mi guardai intorno. Mi trovavo in un
enorme cratere cubico, nel posto in cui un tempo si trovavano le
fondamenta e i sotterranei di Castle Anorak. Era completamente
deserto, silenzioso e spettrale. Non cerano macerie del castello
distrutto, n i resti delle migliaia di navicelle e aerei che, fino a pochi
momenti prima, avevano affollato i cieli. In effetti, non cera il minimo
segno della memorabile battaglia che era appena stata combattuta. Il
Cataclizzatore aveva vaporizzato ogni cosa.
Guardai il mio avatar e vidi che non indossavo altro che una maglietta
nera e un paio di jeans, labbigliamento predefinito di tutti gli avatar
appena creati. Quindi aprii le statistiche e linventario. Il mio nuovo

avatar manteneva lo stesso livello e le stesse abilit del vecchio, ma


linventario era completamente vuoto, fatta eccezione per un oggetto: il
quarto di dollaro che avevo vinto dopo aver giocato la partita perfetta a
Pac-Man, su Archaide. Da quando lavevo preso, non ero mai riuscito a
rimuoverlo dallinventario, perci non ero stato in grado di attuare
alcun incantesimo di divinazione o identificazione. E non avevo avuto
modo di scoprire la vera funzione o i reali poteri della moneta. Nel
corso dei tumultuosi eventi di quei mesi, mi ero persino dimenticato di
averla.
Ma ora sapevo cosa fosse quel quarto di dollaro: un artefatto monouso
che concedeva al mio avatar una vita in pi. Fino a quel momento, non
sapevo nemmeno che una cosa del genere fosse possibile. Nella storia
diOASIS, non era mai stato segnalato che un avatar avesse ottenuto una
vita extra.
Selezionai il quarto di dollaro dal mio inventario e cercai nuovamente
di rimuoverlo. Questa volta riuscii a prenderlo e a stringerlo in mano.
Ora che il suo unico potere era stato usato, lartefatto non possedeva
alcuna propriet magica. Era un semplice quarto di dollaro.
Guardai su, verso la porta di cristallo che fluttuava a venti metri sopra
di me. Era ancora l, spalancata. Ma non avevo idea di come
raggiungerla per entrare. Non avevo pi i miei stivali, non avevo una
navicella, non avevo oggetti magici di alcun tipo. Non avevo nulla che
mi permettesse di volare o di levitare. E non cerano scale in vista.
Ero l, a un tiro di schioppo dalla Terza Porta, ma non potevo
raggiungerla.
Ehi, Z? udii una voce. Mi senti? Era Aech, ma la sua voce non era
pi alterata perch sembrasse quella di un uomo. La sentivo
perfettamente, come se mi stesse parlando via comlink. Il che non
aveva senso, perch il mio avatar non aveva pi un comlink. E lavatar
di Aech era morto.
Dove sei? chiesi al vuoto.
Sono morta, come tutti disse Aech. Tutti tranne te.
Allora perch riesco a sentirti?
Og ci ha collegato ai tuoi feed audio e video disse lei. Cos
possiamo vedere e sentire quello che senti tu.
Oh risposi.

A te sta bene, Parzival? udii che Og domandava. Se non ti sta bene,


dimmelo. Riflettei per un istante. No, va benissimo dissi. Anche
Shoto e Art3mis mi ascoltano?
S disse Shoto. Sono qui.
Gi, siamo tutti qui disse Art3mis, e riuscivo a sentire, nella sua
voce, la rabbia contenuta a stento. E siamo tutti morti stecchiti. La
domanda, ora, : perch non sei morto anche tu, Parzival?
Gi, Z disse Aech. Siamo giusto un po curiosi. Cos successo?
Estrassi la moneta e la tenni davanti agli occhi. Qualche mese fa ho
vinto questo quarto di dollaro su Archaide dopo aver giocato una partita
perfetta a Pac-Man. Era un artefatto, ma non ho mai saputo a cosa
servisse. Fino a ora. E a quanto pare era una vita in pi. Per un istante
udii solo il silenzio, poi Aech cominci a ridere. Fortunatissimo figlio
di puttana! disse. I feed di notizie stanno dicendo che tutti gli avatar
del settore sono morti. Pi di met dellintera popolazione di OASIS.
stato il Cataclizzatore? domandai.
Per forza disse Art3mis. Evidentemente lo hanno comprato i Sixer
quando finito allasta, qualche anno fa. E per tutto questo tempo se lo
sono rigirati tra le mani, aspettando il momento giusto per farlo
esplodere.
Ma hanno ucciso anche tutte le loro truppe disse Shoto. Perch
avrebbero dovuto farlo?
Credo che fossero gi quasi tutti morti disse Art3mis.
I Sixer non avevano scelta dissi io. Era lunico modo per fermarci.
Avevamo gi aperto la Terza Porta e stavamo per varcarla, quando
hanno fatto esplodere quel coso Mi zittii di colpo, rendendomi
conto di una cosa. Per. Come sapevano che lavevamo aperta? A
meno che
Non ci stessero osservando disse Aech. Probabilmente i Sixer
avevano nascosto telecamere di sorveglianza davanti alla porta.
Quindi ci hanno visti mentre la aprivamo disse Art3mis. Il che
significa che ora anche loro sanno come aprirla.
Chi se ne frega? la interruppe Shoto. Lavatar di Sorrento morto.
E anche tutti gli altri Sixer.
Sbagliato disse Art3mis. Da unocchiata al Segnapunti. Sotto
Parzival ci sono ancora venti nomi Sixer. E dai loro punteggi si direbbe
che tutti hanno una copia della Chiave di Cristallo.
Merda! dissero Aech e Shoto allunisono.

I Sixer sapevano che forse sarebbero stati costretti a usare il


Cataclizzatore dissi. Quindi devono aver preso la precauzione di
spostare alcuni dei loro avatar fuori dal Settore 10. Probabilmente se ne
stavano acquattati in una navicella appena fuori dal confine, al sicuro.
Hai ragione disse Aech. Questo significa che stanno per
raggiungerti altri venti avatar Sixer, Z. Devi muovere subito il culo ed
entrare nella porta. Probabilmente lunica possibilit che hai di
superarla. Sentii che emetteva un flebile gemito di sconfitta. Per noi
finita. Tifiamo tutti per te, amigo. Buona fortuna.
Grazie Aech.
Gokouun o inorimasu disse Shoto. Fa del tuo meglio.
Ci prover dissi. Poi rimasi in silenzio, in attesa che anche Art3mis
mi desse la sua benedizione.
Buona fortuna, Parzival disse dopo una lunga pausa. Ha ragione
Aech, sai. Non avrai unaltra possibilit. E nessun Gunter ce lavr.
Udii la sua voce che le si impigliava in gola, come se stesse soffocando
le lacrime. Poi trasse un respiro profondo e disse: Non fare cazzate.
Non ne far dissi. Nessuna pressione, eh? Alzai di nuovo lo
sguardo verso la porta aperta, sospesa nellaria sopra di me, cos
lontana. Poi riabbassai lo sguardo e cominciai a scrutare la zona
circostante cercando disperatamente di capire come avrei potuto
arrivare fin lass. Qualcosa attir il mio sguardo: un paio di pixel che
guizzavano in lontananza, dallaltro lato del cratere. Corsi l.
Uh, non per fare la saputella disse Aech. Ma dove diavolo vai?
Tutti gli oggetti del mio avatar sono stati disintegrati dal
Cataclizzatore dissi. Quindi ora devo trovare un modo di volare fino
alla porta.
Dimmi che stai scherzando! sospir Aech. Ragazzi, di bene in
meglio! Man mano che mi avvicinavo, loggetto mi pareva sempre pi
familiare. Era la Capsula Beta, sospesa a pochi centimetri dal suolo, e
roteava in senso orario. Il Cataclizzatore aveva disintegrato tutto ci
che nel settore poteva essere disintegrato, ma gli artefatti erano
indistruttibili. Proprio come la porta.
la Capsula Beta! grid Shoto. Devessere stata sbalzata l
dallimpatto dellesplosione. Puoi usarla per trasformarti in Ultraman e
volare fino alla porta! Annuii, mi sollevai la Capsula sulla testa e
premetti il bottone sul lato per attivarla. Non accadde nulla. Cazzo!
mormorai, intuendo il perch. Non funziona. Pu essere usata soltanto

una volta al giorno. Riposi la Capsula Beta e ricominciai a scrutare il


terreno che mi circondava. Ci saranno altri artefatti sparsi in giro
dissi. Iniziai a correre lungo il perimetro delle fondamenta del castello,
alla frenetica ricerca di una cosa qualsiasi. Avevate con voi qualche
artefatto? Uno che magari mi possa dare labilit di volare? Levitare?
Teletrasportarmi?
No rispose Shoto. Non avevo artefatti.
La mia Spada del BaHeer era un artefatto disse Aech. Ma non ti
aiuter a raggiungere la porta.
Ma le mie Chuck s disse Art3mis.
Le tue Chuck? ripetei.
Le mie scarpe. All Stars Chuck Taylor nere. Conferiscono velocit e
capacit di volare a chiunque le indossa.
Grandioso! Perfetto! dissi io. Ora non mi resta che trovarle.
Continuai a correre, con gli occhi incollati al terreno. Un minuto dopo
trovai la spada di Aech e la misi nellinventario, ma mi ci vollero altri
cinque minuti prima di trovare le scarpe magiche di Art3mis,
allestremit meridionale del cratere. Quando le infilai, si modellarono
per calzare perfettamente ai miei piedi. Te le riporter, Arty dissi,
quando ebbi finito di allacciarmele. Te lo prometto.
Sar meglio per te disse lei. Erano le mie preferite. Presi una
rincorsa di tre passi, feci un balzo, ed ero in volo. Puntai verso lalto,
poi mi voltai e mi lanciai in direzione della porta. Ma allultimo
momento mi inclinai sulla destra e descrissi un arco allindietro. Mi
fermai, sospeso davanti alla porta aperta. Lenorme ingresso di cristallo
era l, sospeso, a pochi metri da me. Mi ricordava la porta sospesa nei
titoli di testa della serie originale di Ai confini della realt.
Che aspetti? grid Aech. I Sixer potrebbero arrivare da un momento
allaltro!
Lo so risposi. Ma prima di entrare c qualcosa che devo dirvi.
Be? disse Art3mis Sputa, di! Il tempo vola, stupido!
Ok, ok dissi. Volevo solo dire che capisco come vi sentiate voi tre,
in questo momento. Non giusto che le cose siano andate cos.
Avremmo dovuto entrare nella porta tutti insieme. Prima di entrare,
quindi, voglio che sappiate questo. Se trovo lEgg, divider il premio
equamente tra noi quattro. Silenzio attonito.
Ehi? dissi dopo qualche secondo Mi avete sentito?
Sei matto? chiese Aech. Perch lo faresti, Z?

Perch lunica cosa giusta da fare dissi. Perch non sarei mai
arrivato a questo punto da solo. Perch tutti e quattro ci meritiamo di
vedere cosa c al di l della porta e di scoprire come finisce il gioco. E
perch ho bisogno del vostro aiuto.
Potresti ripetere questultima parte? domand Art3mis.
Ho bisogno del vostro aiuto dissi. Avete ragione. la mia unica
possibilit di superare la Terza Porta. Non ne avr unaltra. N io n
nessuno. Presto i Sixer saranno qui ed entreranno subito nella porta.
Quindi devo superarla prima che lo facciano loro, al primo tentativo. Le
probabilit che io ci riesca aumenterebbero esponenzialmente se voi tre
mi deste una mano. Quindi cosa ne pensate?
Conta su di me, Z disse Aech. La mia idea era di darti comunque
una mano, altrimenti come avresti fatto, scemo come sei.
Conta anche su di me disse Shoto. Non ho niente da perdere.
Fammi capire un attimo disse Art3mis. Noi ti aiutiamo a superare la
porta e, in cambio, tu dividi il premio con noi?
Sbagliato risposi. Se vinco, divider il premio con voi in ogni caso.
Perci, probabilmente, aiutarmi nel vostro interesse.
Immagino che non abbiamo il tempo per farti firmare qualcosa, vero?
disse Art3mis.
Riflettei per un istante, poi aprii il pannello di controllo del mio canale
vpo. Attivai una trasmissione dal vivo, in modo che chiunque stesse
guardando il mio canale in quel momento (cerano pi di duecento
milioni di visitatori) potesse ascoltare ci che stavo per dire.
Salute dissi. Sono Wade Watts, anche noto come Parzival. Sto per
entrare nella Terza Porta. Prima di farlo, voglio che il mondo intero
sappia: prometto solennemente, con questo messaggio, che, se e quando
trover lEaster Egg di Halliday, divider le vincite equamente con
Art3mis, Aech e Shoto. Croce sul cuore. Onore di Gunter. Giuramento
col mignolino. Tutta quella roba l. E se sto mentendo, da oggi in poi
potrete pure chiamarmi lo stronzetto che lo succhia ai Sixer.
Programmai la registrazione perch andasse in loop per dieci minuti.
Un istante dopo udii Art3mis dire: Ok. Direi che per me abbastanza.
Ci sto.
Eccellente! dissi. Facciamolo. Mi scrocchiai le dita, mi gettai in
avanti, dentro la porta, e il mio avatar svan nel vortice di stelle.
0037
Mi ritrovai in un enorme spazio buio e vuoto. Non vedevo
n le pareti n il soffitto, ma sembrava che un pavimento ci fosse, dal

momento che i miei piedi poggiavano su qualcosa. Aspettai un paio di


secondi, incerto sul da farsi. Poi una voce elettronica tuon nel vuoto.
Era come se fosse generata da un sintetizzatore vocale primitivo, uno
simile a quelli usati in Qbert e Gorf.
Batti il record o muori! annunci la voce. Un raggio di luce filtr da
un qualche punto, molto in alto. E l, davanti ai miei occhi, alla base
della lunga colonna luminosa, cera un vecchio videogioco a gettoni.
Riconobbi subito il suo inconfondibile cabinato spigoloso. Tempest.
Atari. 1980.
Chiusi gli occhi e abbassai la testa. Merda mormorai. Non proprio
la mia specialit, amici.
Ma di sussurr Art3mis. Dovevi capirlo che Tempest sarebbe
finito nella Terza Porta, in un modo o nellaltro. Era talmente ovvio!
Ah s? dissi. E perch?
Per via della citazione in fondo allAlmanacco rispose. E devo
ostacolarli. Una vittoria troppo facile toglie valore al premio.
Conosco la citazione dissi infastidito. Shakespeare. Ma pensavo
fosse il solito modo che Halliday aveva per farci sapere quanto avrebbe
reso difficile la Caccia.
E lo era disse Art3mis. Ma era anche un indizio. La citazione
presa dallultima opera di Shakespeare, La tempesta.
Cazzo! sibilai. Come diavolo ho fatto a non accorgermene?
Nemmeno io ho mai fatto il collegamento confess Aech.
Complimenti Art3mis.
Tempest, il gioco, compare brevemente anche nel video di
Subdivisions, la canzone dei Rush aggiunse Art3mis. Una delle
preferite di Halliday. Difficile non accorgersene.
Wow disse Shoto. brava davvero.
Ok, ok gridai. Avrebbe dovuto essere ovvio. Non c bisogno di
girare il dito nella piaga!
Mi pare di capire che non hai fatto molta pratica a questo gioco, Z?
domand Aech.
Ci ho giocato un po, molto tempo fa dissi. Ma non abbastanza.
Guardate il punteggio pi alto. Indicai il monitor. Il punteggio era di
728 329. Le iniziali, accanto, erano JDH James Donovan Halliday. E,
come temevo, sul contatore crediti in fondo allo schermo cera un
solitario 1.

Ops disse Aech. Un solo credito. Come con Black Tiger. Mi


ricordai del quarto di dollaro, ormai inutile, che avevo nellinventario e
lo tirai fuori. Ma, quando lo infilai nella fessura, cadde direttamente
nella vaschetta di restituzione monete. Allungai una mano per
riprenderla e vidi, sul meccanismo di restituzione, un adesivo: solo
gettoni.
Tanti saluti, idea brillante dissi. E non vedo una macchina per i
gettoni qui in giro.
Pare proprio che tu possa giocare una sola partita disse Aech. O
tutto o niente.
Ragazzi, sono anni che non gioco aTempest dissi. Sono fottuto. Non
c possibilit che riesca a battere il punteggio di Halliday al primo
tentativo.
Ma non devi disse Art3mis. Guarda lanno del copyright. Guardai
in fondo allo schermo. mcmlxxx atari.
1980? chiese Aech. E questo dovrebbe aiutarlo?
Gi dissi. Come dovrebbe aiutarmi?
Vuol dire che si tratta della primissima versione di Tempest disse
Art3mis. La versione che fu pubblicata con un bug. Quando Tempest
usc per la prima volta nelle sale giochi, i ragazzini scoprirono che,
morendo con un certo punteggio, la macchina ti concedeva un mucchio
di crediti gratis.
Oh dissi, un po imbarazzato. Non lo sapevo.
Lo sapresti disse Art3mis se avessi fatto tante ricerche sul gioco
quante ne ho fatte io.
Cavoli, ragazza disse Aech, facendo un fischio. Che pozzo di
scienza.
Grazie rispose. Qualche volta essere una geek ossessivo-compulsiva
senza una vita aiuta. Tutti risero, a parte me. Ero troppo agitato.
Ok, Arty dissi. Cosa devo fare per avere quelle partite gratis?
Sto cercando nel mio diario della missione rispose. Sentivo il fruscio
delle pagine. Era come se stesse sfogliando un libro vero.
Hai con te una copia cartacea del tuo diario? chiesi.
Ho sempre scritto il mio diario a mano, in blocchi a spirale mi
rispose. Una bella intuizione, tra laltro, dato che il mio account
OASIS e tutto ci che conteneva sono appena stati cancellati. Ancora
un fruscio di pagine. Eccolo! Per prima cosa, devi raccattare pi di
180 000 punti. Una volta fatto, assicurati di finire il gioco con un

punteggio le cui ultime due cifre siano zerosei, undici o dodici. Se lo


fai, ottieni quaranta crediti.
Ne sei assolutamente sicura?
Sicuramente e assolutamente.
Ok dissi. Ce la faremo. Cominciai il mio rituale prepartita.
Stirarmi, scrocchiare le dita, rilassare i muscoli del collo ruotando la
testa da destra a sinistra.
Cristo, vuoi iniziare o no? disse Aech. Tutta questa tensione mi sta
uccidendo!
Silenzio! disse Shoto. Lascialo respirare, almeno! Rimasero tutti in
silenzio finch non finii di prepararmi psicologicamente. Vabb,
proviamo dissi. Poi spinsi il pulsante Player One, che lampeggiava.
Tempest impiegava una grafica vettoriale vecchio stile, perci tutte le
grafiche del gioco venivano create dal contrasto tra le linee brillanti al
neon e uno schermo nero pece. Ti si presenta una visione dallalto di un
tunnel tridimensionale, e usi una manopola per controllare unastronave
che si sposta lungo il margine del tunnel. Lobiettivo del gioco quello
di sparare ai nemici che ti vengono incontro, scansando i colpi ed
evitando altri ostacoli. Mentre procedi da un livello allaltro, i tunnel
assumono forme geometriche sempre pi complesse, e il numero dei
nemici e degli ostacoli si moltiplica esponenzialmente.
Halliday aveva impostato questa macchina di Tempest in modalit
Torneo, perci non potevo iniziare il gioco oltre il livello 9. Mi ci
vollero circa quindici minuti per raggiungere un punteggio di 180 000 e
persi due vite. Ero ancora pi arrugginito di quanto pensassi. Quando il
mio punteggio raggiunse i 189 412, impalai intenzionalmente la mia
astronave su uno spuntone, usando lultima vita. Il gioco mi sollecit a
inserire le mie iniziali e, nervosamente, le digitai: w-o-w. Il contatore
crediti del gioco balz da zero a 40.
Le orecchie mi si riempirono delle grida di esultanza dei miei amici, mi
fecero quasi venire un infarto. Art3mis, sei un genio dissi, quando il
chiasso si affievol.
Lo so. Premetti di nuovo il pulsante Player One e cominciai una
seconda partita, determinato, ora, a battere il punteggio di Halliday. Ero
ancora preoccupato, ma molto meno. Se non fossi riuscito a
raggiungere il record questa volta, mi restavano altre 39 possibilit.
Durante una pausa tra le varie raffiche, Art3mis prese la parola. E cos
le tue iniziali sono w-o-w? Per cosa sta la o?

Ottuso dissi.
Lei rise. No, dico davvero.
Owen.
Owen ripet lei. Wade Owen Watts. Carino. Quando ricominci
una nuova raffica, torn silenziosa. Pochi minuti dopo, finii la mia
seconda partita con un punteggio di 219 584. Non proprio schifoso, ma
ben lontano dal mio obiettivo.
Non male disse Aech.
Gi, ma neanche un granch osserv Shoto. Poi parve ricordarsi che
lo potevo sentire. Volevo dire Molto meglio, Parzival. Stai andando
alla grande.
Grazie della fiducia, Shoto.
Ehi, guardate qui disse Art3mis, leggendo uno stralcio del suo diario.
Al creatore di Tempest, Dave Theurer, venne lidea da un sogno che
aveva fatto su dei mostri che spuntavano da un buco nel terreno e che lo
inseguivano. Fece la sua risatina melodica, che non sentivo da tempo.
Fichissimo, vero, Z? disse.
Fichissimo davvero risposi. Per qualche strano motivo, anche
soltanto sentire la sua voce mi metteva a mio agio. Penso che lo
sapesse, ed per questo che continuava a parlarmi. Mi sentii di nuovo
pieno di energie. Premetti unaltra volta il pulsante Player One e
cominciai la terza partita.
Mi osservarono giocare in completo silenzio. Circa unora dopo, persi il
mio ultimo uomo. Il mio punteggio finale era di 437 977.
Quando la partita fin, intervenne la voce di Aech. Cattive notizie,
amigo disse.
Cosa?
Avevi ragione. Quando il Cataclizzatore esploso, i Sixer avevano un
gruppo di avatar di riserva che aspettava appena fuori dal settore.
Subito dopo lesplosione sono rientrati e si sono diretti su Chthonia.
Sono La sua voce si smorz.
Sono cosa?
Sono appena entrati nella porta. Cinque minuti fa, pi o meno rispose
Art3mis. La porta si chiusa appena sei entrato tu, ma quando i Sixer
sono arrivati hanno usato tre delle loro chiavi per riaprirla.
Vuoi dire che i Sixer sono gi dentro?
Sono in diciotto disse Aech. Quando hanno oltrepassato la porta,
ciascuno di loro entrato in una simulazione autonoma. In una diversa

riproduzione della porta. Tutti e diciotto, in questo momento, stanno


giocando a Tempest, come te. Cercano di battere il punteggio di
Halliday. E hanno usato tutti il trucchetto per ottenere i 40 crediti gratis.
Non fanno grandi progressi, ma uno di loro se la cava bene.
Probabilmente Sorrento a controllare quellavatar. Ha appena
cominciato la seconda partita
Aspetta un secondo! la interruppi. Come fai a saperlo?
Perch li vediamo disse Shoto. Chiunque sia collegato a OASIS in
questo momento pu vederli. E possono vedere anche te.
Cosa diavolo stai dicendo?
Nel momento in cui qualcuno entra nella Terza Porta, un vidfeed in
tempo reale del suo avatar compare in cima al Segnapunti disse
Art3mis. Evidentemente Halliday voleva che il gioco dopo la Terza
Porta fosse seguito come uno sport da stadio.
Un momento dissi. Mi stai dicendo che il mondo intero mi ha
guardato mentre giocavo a Tempest nellultima ora?
Precisamente disse Art3mis. E ora ti sta guardando mentre te ne stai
l a blaterare con noi. Perci occhio a quello che dici.
Perch non me lo avete detto prima? gridai.
Non volevamo agitarti disse Aech. O distrarti.
Ah, grandioso! Perfetto! Ma grazie! stavo urlando, in modo un po
isterico.
Calmati, Parzival disse Art3mis. Riconcentrati sul gioco. una gara
ora. Hai diciotto avatar Sixer alle calcagna. Questa partita conta.
Capito?
Daccordo dissi, ed espirai lentamente. Capito. Trassi un altro
respiro e premetti nuovamente il pulsante Player One.
Come al solito, la competizione tir fuori il meglio di me. Riuscii a
calarmi nella parte. Spinner, zapper, superzapper, finisci un livello,
evita gli spuntoni. Le mie mani iniziarono a muovere i comandi
indipendentemente dal mio cervello. Dimenticai la posta in gioco e i
milioni di persone che mi stavano guardando. Mi persi nella partita.
Era passata poco pi di unora e avevo appena superato lottantunesimo
livello quando le mie orecchie furono assordate da uno scoppio di
euforia. Ce lhai fatta, amico! sentii Shoto che gridava.
Gli occhi mi schizzarono in cima allo schermo. Il mio punteggio era di
802 488.

Continuai a giocare, listinto mi spingeva a tentare di raggiungere il


punteggio pi alto possibile. Ma poi udii Art3mis che si schiariva la
voce rumorosamente e capii che non cera bisogno di proseguire. In
effetti, in quel momento stavo sprecando secondi preziosi, bruciando il
vantaggio che potevo avere sui Sixer. Rapidamente esaurii le due vite
che mi restavano e, sullo schermo, lampeggi la scritta game over.
Inserii unaltra volta le mie iniziali, che comparvero in cima alla lista,
sopra il punteggio di Halliday. Poi il monitor si azzer e, nel centro
dello schermo, apparve un messaggio: BEN FATTO, PARZIVAL!
PREPARATI ALLA FASE 2!
Poi il cabinato del gioco svan, e con esso il mio avatar.
Mi ritrovai a galoppare sul fianco di una collina immersa nella
nebbia. Immaginavo di essere a cavallo perch saltavo su e gi e
sentivo il rumore degli zoccoli. Davanti a me, la nebbia si era diradata
abbastanza da permettermi di vedere un castello dallaspetto familiare.
Ma quando guardai il corpo del mio avatar, vidi che non cera nessun
cavallo sotto di me. Camminavo. Indossavo unarmatura in cotta di
maglia, e tenevo le mani davanti al busto come se stessi impugnando
delle redini. Ma non reggevo nulla. Le mie mani erano completamente
vuote.
Mi fermai e dopo un paio di secondi il rumore degli zoccoli cess. Poi
mi voltai e capii da dove proveniva il suono. Non era un cavallo. Era un
uomo che batteva insieme due mezze noci di cocco.
In quel momento seppi con certezza dove mi trovavo. Ero nella prima
scena di Monty Python e il Sacro Graal. Un altro dei film preferiti di
Halliday, e forse uno dei film geek pi amati di tutti i tempi.
Sembrava si trattasse di un altro sincrofilm, come la simulazione di
Wargames allinterno della Prima Porta.
Mi resi conto che io ero Re Art. Indossavo lo stesso costume che
Graham Chapman aveva nel film. E luomo con le noci di cocco era il
mio fido servitore, Patsy, interpretato da Terry Gilliam.
Quando mi voltai verso di lui, Patsy si inchin e si prostr un po, ma
non disse nulla.
il Sacro Graal dei Python! sussurr Shoto, emozionato.
Ma davvero? dissi, scordando per un istante dovero. Lo so, Shoto.
Sul display lampeggi un avviso: BATTUTA SBAGLIATA! In un
angolo un contatore segnalava - 100 punti.
Bella mossa, cazzone disse Art3mis.

Facci solo sapere se hai bisogno di aiuto, Z disse Aech. Facci un


cenno, qualsiasi cosa, e ti passiamo le battute. Annuii e alzai il pollice.
Ma non pensavo che avrei avuto bisogno di molto aiuto. Negli ultimi
sei anni avevo visto il Sacro Graal esattamente centocinquantasette
volte. Ne conoscevo ogni parola a memoria.
Guardai in su, verso il castello, sapendo gi cosa aspettarmi. Ripresi a
galoppare, stringendo le redini invisibili mentre fingevo ancora di
cavalcare. Patsy ricominci a battere le noci di cocco, galoppando
dietro di me. Quando raggiungemmo lentrata del castello, tirai le
redini e fermai il mio destriero.
Ehil! gridai.
Guadagnai 100 punti, riportando il punteggio a zero.
Al segnale, apparvero due soldati che si sporgevano dalle mura del
castello. Chi va l? grid uno dei due.
Sono io, Art, figlio di Uther Pendragon, del castello di Camelot
recitai. Re dei Britanni, vittorioso sui Sassoni, sovrano di tutta
lInghilterra! Il mio punteggio aument di altri 500 punti, e un
messaggio mi inform che avevo ricevuto un bonus per laccento e
linflessione. Mi rilassai, e mi resi conto che mi stavo gi divertendo.
Sparane unaltra rispose il soldato.
Sono io proseguii. E lui il mio fedele servo Patsy. Abbiamo
cavalcato per miglia e miglia alla ricerca di cavalieri che si uniscano
alla mia corte di Camelot. Voglio parlare con il vostro signore e
padrone. Altri 500 punti. Nelle orecchie, sentivo i miei amici che
ridacchiavano e applaudivano.
Cosa? rispose laltro soldato. A cavallo?
S! dissi. 100 punti.
Ma state usando delle noci di cocco!
Cosa? dissi. 100 punti.
State battendo insieme due mezzi gusci di noci di cocco.
E allora? Cavalchiamo da quando la neve ha coperto queste terre,
abbiamo attraversato il regno di Mercia altri 500 punti.
Dove avete preso le noci di cocco? Continu cos. Il mio personaggio
cambiava da una scena allaltra, impersonavo chiunque recitasse le
battute pi lunghe. Sorprendentemente, non ne sbagliai pi di sei o
sette. Ogni volta che mi bloccavo, non dovevo fare altro che scrollare le
spalle e alzare le mani il segnale convenuto ed Aech, Art3mis e
Shoto mi passavano, con gioia, la battuta esatta. Per il resto del tempo

rimasero in silenzio, eccezion fatta per qualche occasionale risolino o


scoppio di risate. Lunica parte davvero difficile per me fu cercare di
rimanere serio, soprattutto quando Art3mis inizi a ripetere,
intonatissima, tutte le battute di Carol Cleveland nella scena a Castle
Anthrax. Un paio di volte scoppiai a ridere e fui punito con un calo nel
punteggio. Per il resto, il viaggio fil liscio.
Recitare il film non era soltanto facile, era uno spasso totale.
A met, dopo lincontro con i Cavalieri che dicono Ni, aprii una
finestra di testo sul display e scrissi: situazione sixer?
In quindici giocano ancora a Tempest mi rispose Aech. Ma tre di
loro hanno battuto il punteggio di Halliday e sono gi alla simulazione
del Graal. Breve pausa. E il capo Sorrento, pensiamo a soli
nove minuti da te.
E per il momento non ha sbagliato una sola battuta aggiunse Shoto.
Per poco non imprecai ad alta voce, ma mi fermai e scrissi: cazzo!
Precisamente disse Art3mis.
Feci un respiro profondo e mi concentrai sulla scena successiva (Le
gesta di Lancillotto). Aech mi aggiornava sui Sixer ogni volta che
glielo chiedevo.
Quando giunse la scena finale del film (lassalto al castello francese),
langoscia mi assal di nuovo, e mi domandai cosa sarebbe accaduto. La
Prima Porta mi aveva richiesto di reinterpretare un film (Wargames) e
la Seconda Porta di affrontare un videogioco (Black Tiger). Per il
momento, la Terza Porta aveva previsto entrambe le cose. Sapevo che
ci sarebbe stata una terza fase, ma non avevo idea di quale potesse
essere.
Ebbi la risposta qualche minuto pi tardi. Non appena la scena finale
del Sacro Graal si concluse, il display divent nero e la musica
dorganetto con cui si chiude il film suon per qualche minuto. Quando
si ferm, sul mio display comparvero le seguenti parole:
CONGRATULAZIONI!
HAI RAGGIUNTO LA FINE!
READY PLAYER ONE E poi, quando il testo svan, mi ritrovai in
una stanza con le pareti in legno di quercia. Era grande quanto un
magazzino, aveva un ampio soffitto a volta e il pavimento era in
parquet lucidato. La stanza non aveva finestre ed era dotata di ununica
uscita: una porta a due battenti incassata in una delle quattro pareti
nude. Nel centro esatto dellenorme stanza si trovava un vecchio set

OASIS. Pi di cento tavoli di vetro circondavano il set, formando un


ovale. Su ogni tavolo era posizionato un vecchio computer o una
console, dei ripiani che raccoglievano una collezione completa di ogni
periferica, joystick, software e videogioco. Era tutto perfettamente
ordinato, quasi fosse unesposizione da museo. Guardandomi intorno,
lungo il cerchio, da un dispositivo allaltro, vidi che i computer erano
sistemati pi o meno per anno dorigine. Un PDP-1. Un Altair 8800. Un
IMSAI 8080. Un Apple I, proprio accanto a un Apple II. UnAtari
2600. Un Commodore PET. UnIntellivision. Diversi modelli di TRS80. UnAtari 400 e un 800. Una ColecoVision. Un TI-99/4. Un Sinclair
ZX80. Un Commodore 64. Vari Nintendo e Sega. Lintera stirpe dei
Mac e dei pc, delle Playstation e delle Xbox. Infine, a chiudere il
cerchio, una console OASIS connessa al set immersivo in mezzo alla
stanza.
Capii che mi trovavo in una riproduzione dellufficio di James
Halliday, la stanza in cui aveva passato la maggior parte dei suoi ultimi
quindici anni di vita. Il luogo in cui aveva programmato il suo ultimo,
pi grandioso gioco. Quello a cui stavo giocando.
Non avevo mai visto foto della stanza, ma lallestimento e i contenuti
erano stati descritti, nei minimi dettagli, dai traslocatori che avevano
ripulito la casa dopo la morte di Halliday.
Guardai il mio avatar e notai che non avevo pi laspetto di un cavaliere
dei Monty Python. Ero di nuovo Parzival.
Innanzitutto, feci la cosa pi ovvia e provai a uscire. La porta non si
muoveva.
Mi voltai e mi guardai intorno a lungo, passando in rassegna tutti quei
monumenti alla storia dei computer e dei videogiochi.
In quellesatto momento mi resi conto che lanello ovale che formavano
andava a disegnare il profilo di un uovo.
Recitai mentalmente i versi del primo indovinello di Halliday, quello
contenuto nellInvito di Anorak: Tre chiavi, ognuna una porta aprir
Che il valor dei viandanti prover
Chi lardue prove superar
sapr
Giunto alla Fine, il premio otterr
Ero giunto alla Fine.
Eccomi. LEaster Egg di Halliday doveva essere da qualche parte,
proprio in quella stanza.
0038
Avete visto, ragazzi? sussurrai.
Nessuna risposta.

Ehi? Aech? Art3mis? Shoto? Ci siete ancora? Nessuna risposta, di


nuovo. O Og aveva tagliato i loro collegamenti vocali, o Halliday aveva
programmato la fase finale in modo da rendere impossibili le
comunicazioni con lesterno. Ero quasi certo che si trattasse della
seconda ipotesi.
Rimasi l, in piedi, per un minuto, incerto sul da farsi. Poi seguii il mio
primo istinto e raggiunsi lAtari 2600. Era collegato a una tv a colori
Zenith del 1977. Accesi la tv ma non accadde nulla. Poi avviai lAtari.
Niente. Bench sia la tv sia lAtari fossero collegati a prese elettriche
nel pavimento, non cera corrente.
Provai con lApple II sul tavolo accanto. Non si accese.
Dopo qualche minuto di tentativi, scoprii che lunico computer
funzionante era il pi vecchio, lIMSAI 8080, lo stesso modello di
Matthew Broderick in Wargames.
Quando lo avviai, lo schermo era completamente vuoto, tranne che per
una parola.
LOGIN Digitai ANORAK e premetti Invio.
IDENTIT NON RICONOSCIUTA CONNESSIONE TERMINATA
Il computer si spense da solo e dovetti riaccenderlo per
visualizzare di nuovo il prompt di login.
Provai con HALLIDAY. Niente da fare.
In Wargames, la password della backdoor che consentiva laccesso al
supercomputer delWOPR era joshua. Il creatore del WOPR, il professor
Falken, aveva usato come password il nome di suo figlio. La persona
che pi amava in tutto il mondo.
Digitai OG. Non funzion. E nemmeno OGDEN.
Digitai KIRA e premetti Invio.
IDENTIT NON RICONOSCIUTA CONNESSIONE TERMINATA
Provai con i nomi dei suoi genitori. Provai con ZAPHOD, il nome
del suo pesce. Poi TIBERIUS il nome di un furetto che aveva avuto in
passato.
Nessuna funzion.
Controllai lora. Ero nella stanza da pi di dieci minuti. Significava che
Sorrento mi aveva raggiunto. E in quel momento doveva trovarsi nella
sua copia della stanza, con la sua squadra di studiosi di Halliday pronti
a guidarlo coi loro suggerimenti, grazie al suo set

dimmersione modificato. Nessun dubbio. Probabilmente stavano


lavorando su una lista di possibilit e le inserivano alla velocit in cui
Sorrento riusciva a digitare le lettere.

Non avevo pi tempo.


Digrignai i denti per la frustrazione. Non sapevo dove sbattere la testa.
Poi mi ricordai di un paragrafo della biografia di Ogden Morrow: Il
gentil sesso mandava Jim in uno stato di ansia totale, e Kira era lunica
ragazza con cui lho visto parlare in maniera rilassata. Questo solo
perch era calato nella parte, nel corso delle nostre sedute era
Anorak. E si rivolgeva a lei solo come Leucosia, il nome del
personaggio di Kira in D&D.
Avviai il computer per lennesima volta. Quando il prompt di login
riapparve, digitai LEUCOSIA e premetti Invio.
Tutti i sistemi della stanza presero vita. Il ronzio dei drive, i bip dei
self-test e altri suoni davvio echeggiarono per il soffitto a volta.
Corsi allAtari 2600 e frugai tra le cartucce in ordine alfabetico nello
scaffale, finch non trovai quella che stavo cercando: Adventure. La
ficcai nellAtari e lo accesi, poi spostai la leva del Reset per avviare il
gioco.
In pochi minuti avevo raggiunto la stanza segreta.
Agguantai la spada e uccisi tutti e tre i draghi. Poi trovai la chiave nera,
aprii le porte del castello nero e mi avventurai nel suo labirinto. Il
puntino grigio era nascosto l dove doveva essere. Lo raccolsi e lo
riportai indietro, attraversando tutto il regno a 8 bit, poi lo usai per
attraversare la barriera magica ed entrare nella stanza segreta. Ma, a
differenza del gioco originale Atari questa, di stanza segreta, non
conteneva il nome Warren Robinett, il programmatore originario di
Adventure. Al centro dello schermo, invece, cera un grosso ovale
bianco dai margini pixelati. Un uovo.
Quelluovo.
Per un istante fissai lo schermo della tv in silenzio, incredulo. Con il
joystick Atari, spostai il mio piccolo avatar squadrato verso destra,
attraverso lo schermo tremolante. Quando lasciai cadere il pixel grigio e
raccolsi luovo, laltoparlante in modalit mono della tv emise un
rapido bip elettronico. E ci fu un accecante lampo di luce. Poi vidi che
il mio avatar non aveva pi il joystick. Quello che tenevo tra le mani,

ora, era un grande uovo dargento. Sulla superficie ricurva vedevo il


riflesso deformato del mio avatar.
Quando riuscii a smettere di fissarlo, alzai gli occhi e vidi che la porta a
due battenti allaltro lato della stanza era stata rimpiazzata dalluscita:
un portale rifinito in cristallo che riportava allingresso di Castle
Anorak. E sembrava che il castello fosse tornato al suo posto, anche se
il server OASIS non si era ancora resettato.
Quando lebbi attraversata mi voltai, in tempo per vedere la Porta di
Cristallo trasformarsi in una grande porta di legno, sul muro del
castello.
La aprii. Oltre la porta cera una scala a chiocciola che conduceva in
cima alla torre pi alta di Castle Anorak. Fu l che trovai lo studio di
Anorak. Allineati in tutta la camera, scaffali imponenti traboccavano di
antiche pergamene e polverosi libri dincantesimi.
Raggiunsi la finestra e mi affacciai, osservando il panorama incredibile
che mi si apriva davanti. Non era pi desolato. Gli effetti del
Cataclizzatore erano stati annullati, e Chthonia, insieme al castello, era
tornata come prima.
Mi allontanai dalla finestra e osservai la stanza. Sotto il tanto familiare
dipinto del drago nero trovai una base di cristallo su cui era poggiato un
calice doro tempestato di minuscole gemme. Il diametro corrispondeva
a quello delluovo dargento che tenevo tra le mani.
Sistemai luovo nel calice, e si adatt alla perfezione.
Da lontano, udii una fanfara di trombe. Poi luovo inizi a brillare.
Hai vinto disse una voce. Mi voltai e vidi che Anorak era in piedi
dietro di me. La sua tunica nero ossidiana sembrava assorbire tutta la
luce della stanza.
Congratulazioni mi disse, porgendomi la mano nodosa.
Esitai, domandandomi se si trattasse di un altro trucchetto. O che
potesse essere lultimo test Il gioco finito disse Anorak, come se
mi avesse letto nel pensiero. ora che tu riceva il tuo premio.
Abbassai lo sguardo sulla mano che mi stava porgendo. Poi, dopo un
attimo di esitazione, la strinsi.
Una cascata di fulmini blu proruppe nello spazio che ci divideva, e le
sue dita di ragnatela ci avvolsero entrambi, come se un flusso di energia
stesse passando dal suo avatar al mio. Quando i fulmini si spensero,
vidi che Anorak non indossava pi la sua tunica nera da mago. A dire il
vero, non aveva nemmeno pi laspetto di Anorak. Era pi basso, pi

magro e un po meno bello. Aveva laspetto di James Halliday. Pallido.


Magro. Di mezza et. Indossava dei jeans consunti e una maglietta
sbiadita di Space Invaders.
Abbassai gli occhi sul mio avatar e scoprii che ora ero io a indossare la
tunica di Anorak. Poi vidi che le icone e i dati sui bordi del mio display
erano cambiati. Le mie statistiche erano al massimo, e possedevo una
lista di incantesimi, oggetti magici e poteri che sembrava infinita.
Il livello e i Punti Vita del mio avatar erano accompagnati dal simbolo
dellinfinito.
E sul contatore dei crediti era apparso un numero di dodici cifre. Ero un
multimiliardario.
Affido a te, Parzival, la cura di OASIS disse Halliday. Il tuo avatar
immortale e ha poteri infiniti. Qualsiasi cosa tu voglia, devi solo
desiderarla. Bel lusso, eh? Si chin verso di me e abbass la voce.
Fammi un favore. Cerca di usare i tuoi poteri solo a fin di bene. Ok?
Ok risposi in un sussurro.
Halliday sorrise, poi fece un gesto a indicare ci che ci circondava.
Ora questo castello tuo. Ho programmato questa stanza perch ci
possa entrare solo il tuo avatar. Lho fatto per essere sicuro che solo tu
abbia accesso a questo Raggiunse uno scaffale contro il muro e tir
a s uno dei volumi. Sentii un click, poi lintero scaffale si apr
leggermente, svelando una placca quadrata in ferro fissata sul muro. Al
centro della placca cera un pulsante rosso, talmente grande da essere
comico, su cui era scritta ununica parola: OFF.
Io lo chiamo il Grande Pulsante Rosso disse Halliday. Se lo premi,
disattiver lintero OASIS e far partire un worm che canceller tutto
quello che si trova nei server gss, inclusi i codici sorgente di OASIS.
Spegner OASIS per sempre. Fece un sorrisetto. Quindi non
premerlo mai, a meno di non essere assolutamente sicuro che sia la cosa
giusta da fare, ci siamo capiti? Mi rivolse un sorriso indecifrabile. Mi
fido del tuo giudizio. Halliday fece scorrere al suo posto lo scaffale,
nascondendo il pulsante. Poi mi sorprese mettendomi un braccio
intorno al collo. Ascolta disse, con un tono confidenziale. Devo dirti
unultima cosa, prima di andare. Qualcosa che io non ho capito prima
che fosse troppo tardi. Mi guid verso la finestra e indic il paesaggio
davanti a noi. Ho creato OASIS perch non ho mai sentito di avere un
posto, nel mondo reale. L, non sapevo come creare un legame con le
persone. Ho avuto paura per tutta la vita. Fino al momento in cui ho

saputo che stava finendo. stato allora che ho capito che, per quanto
terrificante e dolorosa possa essere, la realt lunico posto in cui si
pu trovare la vera felicit. Perch la realt reale. Mi capisci?
S risposi. Credo di s.
Bene disse, strizzandomi locchio. Non commettere il mio stesso
errore. Non nasconderti qui per sempre. Sorrise e si allontan di
qualche passo. Bene, bene. Credo che sia tutto. ora che io tolga le
tende. Quindi cominci a scomparire. Mentre il suo avatar svaniva,
sorrise e mi salut con la mano.
Buona fortuna, Parzival disse. E grazie. Grazie per aver giocato al
mio gioco.
Poi scomparve del tutto.
Ragazzi, ci siete? dissi al vuoto, qualche minuto pi tardi.
S! disse Aech, emozionata. Ci senti?
S, ora s. Cos successo?
Il sistema ha interrotto il collegamento vocale quando sei entrato
nellufficio di Halliday. Non potevamo parlarti.
Per fortuna, comunque, non avevi bisogno del nostro aiuto disse
Shoto. Ben fatto, amico.
Congratulazioni, Wade disse Art3mis. Sapevo che era sincera.
Grazie dissi. Ma non ce lavrei fatta senza di voi.
Vero disse Art3mis. Ricordati di dirlo quando parlerai con i media.
Og dice che sta arrivando qui giusto qualche centinaio di giornalisti.
Lanciai unocchiata allo scaffale che nascondeva il Grande Pulsante
Rosso. Avete seguito tutto quello che Halliday mi ha detto prima di
scomparire? chiesi.
No disse Art3mis. Abbiamo visto tutto finch non ti ha detto cerca
di usare i tuoi poteri solo a fin di bene. Poi il collegamento video si
interrotto. Cosa successo dopo?
Niente di che dissi. Ve ne parler tra poco.
Amico disse Aech. Da unocchiata al Segnapunti. Aprii una
finestra, quindi il Segnapunti. La lista dei punteggi era sparita. Lunica
cosa presente nel sito di Halliday era unimmagine del mio avatar con
indosso la tunica di Anorak e luovo dargento in mano. Sullo schermo
seguivano le parole: VINCE PARZIVAL!
Cos successo ai Sixer? domandai. Quelli che erano rimasti nella
porta?

Non si sa bene disse Aech. I loro vidfeed sono scomparsi quando il


Segnapunti cambiato.
Magari i loro avatar sono morti disse Aech. O forse
Forse sono stati soltanto espulsi dalla porta dissi.
Aprii la piantina di Chthonia e vidi che potevo trasportarmi in qualsiasi
punto di OASIS semplicemente selezionando sulle mappe la
destinazione desiderata. Zoomai su Castle Anorak e premetti un punto
fuori dallingresso principale. In un batter docchio, il mio avatar era l.
Non mi sbagliavo. Quando avevo superato la Terza Porta, i diciotto
avatar Sixer che si trovavano al suo interno erano stati espulsi e
depositati davanti al castello. Erano ancora l, con unespressione
confusa disegnata in faccia, quando comparvi, risplendente nei miei
nuovi abiti. Per un paio di secondi mi fissarono in silenzio, poi
estrassero spade e pistole, preparandosi ad attaccare. Erano tutti
identici, perci non riuscivo a capire quale di loro fosse controllato da
Sorrento. Ma, a questo punto, non mimportava.
Con la mia nuova interfaccia superutente, feci un gesto come a
spazzarli via, selezionando cos tutti gli avatar Sixer sul display. I loro
profili brillarono di rosso. Poi premetti licona con teschio e tibie che
era apparsa sulla barra strumenti del mio avatar. Allistante, tutti e
diciotto i Sixer caddero a terra stecchiti. I loro corpi svanirono
lentamente, ciascuno lasciando a terra una piccola pila di armi e
bottino.
Porca troia! sentii Shoto sul comlink. Come hai fatto?
Hai sentito cosa diceva Halliday disse Aech. Il suo avatar
immortale e ha poteri infiniti.
Gi dissi. E direi che non scherzava.
Halliday ha anche detto che puoi esprimere qualsiasi desiderio tu
voglia disse Aech. Qual il tuo primo desiderio? Ci pensai un
istante, poi premetti la nuova icona di comando che appariva sul
margine del display e dissi: Desidero che Aech, Art3mis e Shoto
vengano riportati in vita.
Mi apparve una finestra di dialogo che mi chiedeva di confermare la
correttezza dei nomi degli avatar. Quando lo feci, il sistema mi
domand se, oltre a riportare in vita i loro avatar, volessi anche
ripristinare il loro inventario. Premetti s. Poi, al centro del display,
comparve un messaggio: RESURREZIONE COMPLETATA.
AVATAR RIPRISTINATI.

Ragazzi? dissi. Forse dovreste provare a entrare con i vostri


account, ora.
Lo stiamo gi facendo! grid Aech.
Pochi secondi dopo, Shoto si ricolleg con il suo account, e il suo
avatar si materializz a pochi passi da me, nel punto esatto dove era
morto qualche ora prima. Corse verso di me, con un sorriso che andava
da un orecchio allaltro. Arigato, Parzival-san disse con un ampio
inchino.
Ricambiai linchino e poi gli gettai le braccia al collo. Bentornato
dissi. Un istante pi tardi, fu Aech a emergere dallentrata del castello e
a correre verso di noi.
Come nuovo disse, sorridendo nel vedere il suo avatar. Grazie Z.
De nada. Poi lanciai uno sguardo allentrata aperta del castello.
Dov Art3mis? Avrebbe dovuto riapparire accanto a te
Ha deciso di non ricollegarsi disse Aech. Ha detto che voleva uscire
a prendere una boccata daria fresca.
Lhai vista? Come cercai le parole giuste. Comera? Entrambi
mi sorrisero, poi Aech mi poggi una mano sulla spalla. Ha detto che
ti aspetta fuori. Quando sei pronto per incontrarla. Annuii. Stavo per
premere licona di logout, quando Aech mi ferm: la mano di lei (o di
lui) mi fece cenno di aspettare. Un secondo! Prima di scollegarti, devi
vedere una cosa disse, aprendomi una finestra davanti agli occhi. Al
momento, questo su tutti i feed di notizie: i federali hanno fermato
Sorrento per interrogarlo. Hanno fatto irruzione nel quartier generale
IOI e lhanno strappato dalla poltrona aptica! Part un video. La
camera a mano riprendeva una squadra di agenti federali che
scortavano Sorrento fuori dalla lobby del quartier generale ioi. Sorrento
aveva ancora indosso la tuta aptica, ed era seguito da un signore con il
completo e i capelli grigi che immaginai fosse il suo avvocato. Sorrento
sembrava pi che altro infastidito, come se si trattasse soltanto di una
lieve seccatura. I sottotitoli in fondo alla finestra dicevano: Sorrento,
top manager ioi, accusato di omicidio.
tutto il giorno che i feed di notizie trasmettono spezzoni dalla
simcap della tua chatlink con Sorrento disse Aech, mettendo in pausa
il video. In particolare la parte in cui minaccia di ucciderti e poi fa
saltare in aria il container di tua zia. Aech spinse di nuovo Play e il
video continu. Gli agenti federali accompagnavano Sorrento attraverso
latrio, affollato di giornalisti che si spintonavano e gridavano le loro

domande. Loperatore balzava in avanti e schiaffava la telecamera sulla


faccia di Sorrento. Ha dato lei personalmente lordine di uccidere
Wade Watts? gridava. Come si sente ora che sa di aver perso la
gara? Sorrento sorrideva ma non rispondeva. Poi il suo avvocato si
piazzava davanti alla telecamera e si rivolgeva ai giornalisti. Le accuse
mosse contro il mio cliente non hanno alcun fondamento. La simcap
che sta circolando chiaramente un falso. Per il momento non abbiamo
altri commenti da fare. Sorrento annuiva. Continuava a sorridere
mentre i federali lo scortavano fuori dalledificio.
Quel bastardo probabilmente la far franca dissi. LaIOI pu
permettersi i migliori avvocati del mondo.
S, vero disse Aech. Poi mi lanci il suo ghigno da Stregatto. Ma
anche noi, adesso. 0039 Quando uscii dalla baia dimmersione,
trovai Og che mi aspettava. Ottimo lavoro, Wade! disse,
stritolandomi con un abbraccio. Ottimo lavoro!
Grazie, Og. Ero ancora stordito, e mi sentivo vacillare.
Molti dirigenti GSS sono arrivati mentre eri ancora collegato disse
Og. Anche gli avvocati di Jim. Sono tutti di sopra. Come potrai
immaginare, sono l che aspettano di parlarti.
Devo andare subito da loro?
Ma no, chiaro! rise lui. Lavorano tutti per te, ora, ricordi? Fai
aspettare quei bastardi quanto ti pare! Mi si avvicin. Di sopra c
anche il mio avvocato. un bravo ragazzo. Un vero pit bull. Far in
modo che nessuno ti rompa le palle, ok?
Grazie Og dissi. Ti devo davvero tutto.
Sciocchezze! disse Dovrei essere io a ringraziarti. Non mi divertivo
cos da anni! Te la sei cavata bene, ragazzo. Mi guardai intorno
esitante. Aech e Shoto erano ancora nelle loro baie dimmersione,
stavano tenendo una conferenza stampa improvvisata. Ma la baia di
Art3mis era vuota. Guardai di nuovo Og.
Sai dov andata Art3mis? Og mi fece un sorrisino, poi indic. Su
per quelle scale, poi esci dalla prima porta che incontri disse. Ha
detto che ti avrebbe aspettato al centro del mio labirinto di siepi.
Sorrise. facile, come labirinto. Non ci metterai molto a trovarla.
Uscii e strizzai gli occhi, aspettando che si abituassero alla luce. Laria
era tiepida e il sole era gi alto. Non cera una nuvola.
Era una bellissima giornata.

Il labirinto, dietro la casa, si estendeva per molti ettari. Lingresso


sembrava lentrata di un castello, dal portone spalancato si accedeva al
labirinto. Le spesse pareti di siepi erano alte tre metri, anche salendo su
una delle panchine che si trovavano lungo il percorso era impossibile
affacciarsi per guardare al di l.
Entrai e, per qualche minuto, girai a vuoto, confuso. Poi capii che la
struttura era identica a quella del labirinto di Adventure.
A quel punto, non mi ci volle molto per trovare la strada verso lampio
spazio aperto al centro del labirinto. Vi trovai una fontana, con una
scultura in pietra che raffigurava con minuzia di particolari i tre draghi
simili ad anatre di Adventure. Ogni drago, anzich sputare fuoco,
spillava un rivolo dacqua.
E poi la vidi.
Era seduta su una panchina di pietra e guardava la fontana. Era di
spalle, con la testa china. I suoi lunghi capelli neri le ricadevano sulla
spalla destra. Vidi che si stava massaggiando le mani, tenendole in
grembo.
Avevo paura di avvicinarmi. Alla fine, raccolsi il coraggio per parlare.
Ciao dissi.
Al suono della mia voce, rialz la testa, ma non si volt.
Ciao disse. Ed era la sua voce. La voce di Art3mis. La voce che
avevo ascoltato per tante ore. E che mi diede il coraggio di farmi avanti.
Camminai intorno alla fontana e mi fermai quando fui di fronte a lei.
Quando avvert che mi avvicinavo, volt la testa e distolse lo sguardo
tenendomi fuori dal suo campo visivo.
Ma io la guardavo.
Era uguale alla foto che avevo trovato. Aveva lo stesso corpo
rubensiano. La stessa pelle chiara e lentigginosa. Gli stessi occhi
nocciola e gli stessi capelli corvini. Lo stesso splendido volto tondo,
con la stessa voglia rossastra. Ma, a differenza della foto, non cercava
di nascondere la voglia con un ciuffo di capelli. Li portava pettinati
allindietro, quindi potevo vederla.
Aspettai in silenzio. Ma si ostinava a non alzare lo sguardo.
Sei come ti ho sempre immaginata dissi. Bellissima.
Davvero? disse piano. Lentamente, si volt a guardarmi, assimilando
il mio aspetto a poco a poco, cominciando dai piedi e, gradualmente,
salendo fino al viso. Quando, finalmente, i nostri sguardi si
incontrarono, mi sorrise nervosamente. Be, sai cosa? Anche tu sei

come ho sempre pensato che fossi disse. Brutto come la morte.


Scoppiammo a ridere e tutta la tensione che cera nellaria si dissip.
Poi ci guardammo negli occhi per quella che sembr uneternit. Era,
mi resi conto, la prima volta che lo facevamo.
Non ci hanno presentati disse lei. Sono Samantha.
Ciao Samantha. Io sono Wade.
bello incontrarti finalmente di persona, Wade. Batt la mano sulla
panchina, nello spazio accanto a lei, e io mi sedetti.
Dopo un lungo silenzio, disse: E ora che succeder?.
Io sorrisi. Useremo il gruzzolo che abbiamo appena vinto per dar da
mangiare a tutti gli abitanti del pianeta. Renderemo il mondo un posto
migliore, giusto? Lei sorrise ironica. Non volevi costruire
unastronave interstellare, riempirla di videogiochi, porcherie da
mangiare e divani belli comodi, e poi andartene via da qui?
Be, anche quello dissi. Se questo significa che passer il resto della
mia vita con te. Mi sorrise timidamente. Vedremo disse. Ci siamo
appena incontrati.
Sono innamorato di te. Il labbro inferiore cominci a tremarle. Sei
sicuro?
S. Sono sicuro. Perch la verit. Lei mi sorrise, ma vidi che stava
anche piangendo. Mi spiace di aver troncato con te disse. Di essere
uscita dalla tua vita. solo che
Va tutto bene dissi. Ora capisco perch lhai fatto.
Mi sembr sollevata. Davvero? Annuii. Hai fatto la cosa giusta.
Lo pensi davvero?
Abbiamo vinto, no? Lei mi sorrise, e io sorrisi a lei.
Ascolta dissi. Possiamo fare un passo alla volta, se preferisci.
Nonostante tutto, sono davvero un bravo ragazzo. Te lo giuro. Lei rise
e si asciug le lacrime, ma non disse nulla.
Ah, e ti ho gi detto che sono estremamente ricco? feci. Certo,
anche tu del resto, perci immagino che non sia un buon modo per fare
colpo.
Non c bisogno di fare colpo con niente, Z disse. Sei il mio
migliore amico. La persona che preferisco al mondo. Con evidente
sforzo, mi guard negli occhi. Mi sei mancato davvero tanto, lo sai?
Sentii il cuore che prendeva fuoco. Mi concessi un momento per
raccogliere il coraggio, poi le presi la mano. Rimanemmo cos per un

po, mano nella mano, godendoci la nuova, strana sensazione di


toccarci per davvero.
Dopo un po, lei si avvicin e mi baci. Era proprio come promettevano
tutte quelle canzoni e quelle poesie. Meraviglioso. Come essere colpiti
da un fulmine.
Mi venne in mente che, per la prima volta da quando avevo memoria,
non desideravo in alcun modo ricollegarmi a OASIS.

Ringraziamenti
Molti tra i miei migliori amici hanno ricevuto una stesura non definitiva
di questo libro, e ognuno di loro mi ha incoraggiato e dato consigli
ineguagliabili. Il mio grazie sincero va a Eric Cline, Susan SomersWillett, Chris Beaver, Harry Knowles, Amber Bird, Ingrid Richter,
Sara Sutterfield Winn, Jeff Knight, Hilary Thomas, Anne Miano, Tonie
Knight, Nichole Cook, Cristin OKeefe Aptowicz, Jay Smith, Mike
Henry, Jed Strahm, Andy Howell, e Chris Fry.
Sono anche debitore a Yfat Reiss Gendell, lAgente Pi Fica
DellUniverso Conosciuto, che riuscita in pochi mesi a far avverare
molti dei miei sogni. Un ringraziamento va anche a Stphanie Abou,
Hannah Brown Gordon, Cecilia Campbell-Westlind e tutte le persone
meravigliose che lavorano alla Foundry Literary and Media.
Un enorme grazie va al fantastico Dan Farah, mio amico, manager e
socio nellavventura hollywoodiana. La mia gratitudine va anche a
Donald De Line, Andrew Haas e Jesse Ehrman di Warner Bros., per
aver creduto che questo libro possa diventare un grande film.
Un grazie al supporto e al talento della squadra di Crown, a Patty Berg,
Sarah Breivogel, Jacob Bronstein, David Drake, Jill Flaxman, Jacqui
Lebow, Rachelle Mandik, Maya Mavjee, Seth Morris, Michael Palgon,
Tina Pohlman, Annsley Rosner e Molly Stern. E alla mia fantastica
correttrice di bozze Deanna Hoak, che quando era giovane ha scoperto
la Stanza segreta di Adventure.
Ho un particolare debito di gratitudine verso Julian Pavia, il mio
splendido editor, che ha creduto in me prima ancora che avessi finito
questo romanzo. Lintelligenza, lacume e linstancabile cura per il

dettaglio di Julian mi hanno aiutato a rendere Player One il libro che


avrei sempre voluto scrivere e mi hanno fatto migliorare come scrittore
durante il processo creativo.
Infine, voglio ringraziare gli scrittori, i registi, gli attori, gli artisti, i
musicisti, i programmatori, gli sviluppatori di videogiochi e i geek il cui
lavoro stato omaggiato allinterno di questo romanzo. Queste persone
mi hanno divertito e illuminato, e la mia speranza che come la
Caccia di Halliday questo libro ispirer altre persone a cercare e
trovare la strada dellimmaginazione.

Potrebbero piacerti anche