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Le Rune e la Scienza sacra



Introduzione

Chi mastica almeno un poco di studi tradizionali, potrebbe non esitare a definire
gunoniano lapproccio presente in molte delle pagine a seguire. E tuttavia
gunoniano non significa nulla, e Ren Gunon sarebbe il primo a non capire il
senso di questa definizione. Ci non toglie che lo studioso di Blois rappresenti un
caso pi unico che raro nella letteratura novecentesca, e che il suo modo di procedere,
originale poich cos rigoroso, abbia fatto involontariamente scuola. E qui sta il
nocciolo, la vera essenza: chi meglio di Gunon in Occidente ha parlato della Scienza
sacra e delle sue manifestazioni simboliche in modo cos aderente alle informazioni
che gli erano state trasmesse? Giusto per fare due nomi, e cogliere le importanti
differenze: Julius Evola si protese eccessivamente verso la dimensione politica e le
sue personali simpatie ideologiche, e la distanza necessaria da una materia cos
delicata venne spesso meno; Titus Burckhardt annebbi invece i contorni della
dottrina con un afflato quasi religioso, dato dalla sua conversione allIslam. Il lavoro
di Gunon che, bench se ne dica, allIslam non si convert mai, come molti hanno
proditoriamente voluto e fatto credere, dunque quanto di pi neutro e neutrale
rimanga sul territorio degli studi tradizionali, e non pu che essere il riferimento pi
accreditato per chi voglia tracciare una ricostruzione di un corpus di simboli da
ascrivere a tale ambito, come appunto lo sono i Futhark runici; fermo restando che in
questo caso si tratta di una materia decisamente fraintesa nel corso dei secoli,
soprattutto in quello che ci ha preceduto. Innanzitutto lo stesso Gunon, a quanto se
ne sa fino a oggi, le rune non le sviscer mai, sipotizza per non finire nel calderone
ideologico scoppiato negli anni tra le due guerre, compromissione involontaria che
avrebbe ulteriormente sporcato il senso dei suoi studi
1
. Basta infatti vedere come

1
E insomma verosimile che Gunon intendesse a tutti i costi evitare ogni tipo di fraintendimento
ideologico allorch le rune diventavano uno dei vessilli pi esportati dalla cultura magica del Reich,
fenomeno che sorvoleremo con alcuni rimandi bibliografici. Evidentemente Gunon non voleva
dare eccessivo spazio a una cultura esoterica, la cui analisi avrebbe rischiato di comprometterlo e di
capovolgere totalmente la portata del suo messaggio, dato il rilievo che, delle rune e della tradizione
germanica, veniva dato negli ambienti di Hitler. Ci non toglie che lo stesso Gunon attendesse
segnali dalla Germania, ma mentre nella maggior parte dei casi la temperie ideologica nazista era
intesa nei circoli occulti dellepoca con estrema curiosit, se non con un senso dattesa messianica,
riesce difficile pensare che Gunon fosse interessato al fenomeno Hitler, ritenendo questultimo il
salvatore di un mondo in dissoluzione. Tuttal pi egli doveva pensare che Hitler potesse agire
come facilitatore della crisi contemporanea, fornendo il colpo di grazia alla degenerazione del
Kaly-Yuga. Ci in parte spiegherebbe il coinvolgimento di Gunon nel cosiddetto affare dei
Polaires, a cui fa un rapido riferimento anche Giorgio Galli nel suo recente Hitler e la cultura
occulta, RCS libri, Milano, 2013 (p. 25); sulla questione dei Polaires rimandiamo anche a
http://www.superzeko.net/doc_incanus/IncanusLAffaireDeiPolaires.pdf. sensato concludere che
Gunon si dedicasse tanto pi agli argomenti della metafisica tradizionale e di quelle tradizioni
maggiormente fedeli alla dottrina primordiale, in un periodo storico in cui, gi complici teosofismo
e spiritismo, lapproccio esoterico alla realt, con tutte le ovvie incomprensioni del caso, diventava
addirittura la base su cui poggiava lesperienza della figura politica pi pericolosa del tempo.
2
vengano interpretate oggigiorno le rune per capire il livello al quale siamo giunti nel
frattempo. Esse sono alloccorrenza gemelle dei Tarocchi, ovvero rientrano
nellesperienza divinatoria, dal quale anche il sottoscritto non immune, tanto per
essere chiari; oppure troneggiano quali simboli di unidentit destroide ed litaria; e
ancora figurano come icone di un revival neo-pagano o servono come strumento di
diagnosi psicologica, come se lesperienza spirituale ad altro non si riducesse che ai
tratti di uno psichismo inferiore. Addirittura sono presentate come segni del buon
umore, al punto da essere definite alloccorrenza rune celtiche o rune magiche,
in ossequio ai revival tanto in voga che comunque fanno sempre presa in un periodo,
come il nostro, sensibile a qualsivoglia merchandising esoterico. Non che siano
mancati in questi anni degli approfondimenti accreditati e interessanti sulle rune, ma
allora accaduto che esse venissero per lo pi ricondotte, sebbene citando analogie
con altre diramazioni tradizionali, al mondo germanico e norreno. E se ci e
sacrosanto, e comprensibile, per chi scrive non abbastanza: ecco perch in questa
opera di investigazione dei significati intrinseci delle rune, delle rune dentro le rune
verrebbe quasi da dire, adotteremo tutta la neutralit possibile giovandoci di quel
noi, che non appunto gunoniano ma semplicemente tradizionale. Un noi che
tuttavia non nasconde nessuna filiazione diretta: le considerazioni alle quali si giunge
in questa miscellanea sono date dal confronto tra le informazioni presenti in Gunon,
e in alcuni studi sulle rune debitamente citati, e quanto il sottoscritto riuscito a
captare osservando le rune, notando analogie numeriche, fonetiche e strutturali. La
convinzione che questo sia inevitabilmente un lavoro in movimento e lattuale
analisi un fermo immagine di quanto stato possibile recuperare fino ad ora. In
ogni caso andiamo a dedicarla a chiunque abbia ancora la pazienza di guardare oltre
la superficie: se non possiamo arrestare le lancette della nostra epoca, se non altro
crediamo sia possibile tentare unopera di focalizzazione, avvicinandoci, almeno in
linea di principio, al senso originale che questi simboli dovevano possedere. Qualche
barlume di verit, anche in tempi di cos acuta sconnessione, pu contribuire a fare
perlomeno un po di pulizia. Pure solo per una manciata di individui e per ristretti
ambiti dellesistenza.





Daltro canto, linteresse per le rune e lesoterismo nordico non manc appunto in Julius Evola che,
tuttal contrario di Gunon, era disposto a incrociare i suoi studi tradizionali con la portata
ideologica delle rivoluzioni della destra dellepoca. Anche se Marco Zagni, documenti alla mano,
ha dimostrato delle evidenti differenze di prospettiva che, dopo qualche interessamento preliminare,
convinsero i piani alti di Ahnenerbe, il collegio del Reich dedicato agli studi scientifici, esoterici e
antropologici, a non approfondire oltre i legami con lo studioso italiano. Evola poteva diventare uno
stretto collaboratore dellorgano SS, ma ci non accadde. Si veda in proposito Marco Zagni, La
svastica e la runa Cultura ed esoterismo nella SS Ahnenerbe, Mursia, Milano, 2011; con
riferimento specifico alle pagine 273-275.


3
Il Futhark antico come codice iniziatico e riproduzione dei cicli cosmici

Purtroppo le rune, per luso che se ne fa oggigiorno, un livello quasi esclusivamente
magico, divinatorio e psicologico
2
, a causa del processo di distorsione operato dai
nazisti (che ne hanno verosimilmente subito le ripercussioni per il cattivo utilizzo
3
),
che prosegue peraltro con attribuzioni politiche e ideologiche che non colgono
minimamente le basi di partenza dei simboli in questione, ma anche in ragione della
gelosia di un certo tradizionalismo germanico/nordico che le ha ridotte a segni
identificativi di una cultura precisa -il che seppur comprensibile (anche perch accade

2
Un utilizzo che riguarda in parte anche il sottoscritto, nellindividuazione delle energie e delle
correnti sottili che caratterizzano le vicende delle persone a cui gli capita di leggerle. Le rune
possono indubbiamente fornire loccasione per una crescita individuale, e rispondere a dilemmi
insoluti del proprio io. Quanto questo abbia a che fare un percorso spirituale aderente alla
Tradizione, la risposta non pu essere che negativa, e chi scrive ne assolutamente cosciente.
3
Un cattivo utilizzo che tuttavia non esclude che alla base della temperie ideologica, che poi diede
vita al Nazismo tra la prima e la seconda guerra mondiale, ci siano stati degli studi di recupero
dellantico significato delle rune, tra cui ad esempio quello operato da Guido Von List, mistico e
poeta che influenz poi tutta la generazione che si accorp attorno al messianismo deviato del
Fhrer. Il problema che negli anni delle bnd e del neo-misticismo pagano, proprio le rune
furono ricondotte quasi esclusivamente al patrimonio germanico, peraltro sporcandosi con quegli
influssi teosofici e pseudo-spiritualisti di cui lo stesso Von List fu interprete. Sullargomento si
rimanda, tra gli altri, a Giorgio Galli, Hitler e il Nazismo magico Le componenti esoteriche del
Reich millenario, RCS Rizzoli, Milano, 1989. Si tratta di uno sguardo sui retroscena che portarono
alla leadership hitleriana che peraltro lo stesso Galli ha avuto modo di ribadire, e sistematizzare, nel
suo recente Hitler e la cultura occulta. Non questa la sede per approfondire largomento, fermo
restando che lassociazione tra rune e esoterismo deviato fu uno dei tratti portanti di quella corrente
pangermanista che sfoci nella seconda guerra mondiale. Sulla questione della cultura tedesca
prima dellavvento del Nazismo rimandiamo anche allampio studio di George L. Mosse, Le origini
culturali del Terzo Reich, Il Saggiatore, Milano, 2008, che pur mantenendo un approccio pi
storico, e se vogliamo materialista, al problema, consente di capire lo scenario sociale e
ideologico su cui si innesc la rivoluzione nazional-socialista. Pi in dettaglio, con particolare
riferimento agli studi di Ahnenerbe, ovvero lorgano ufficiale SS incaricato di organizzare le
ricerche razziali, esoteriche e geopolitiche del Nsdap, si rimanda al gi citato Marco Zagni, La
svastica e la runa, e al contributo di Gianfranco Drioli, Ahnenerbe Appunti su scienza e magia del
Nazionalsocialismo, Ritter, Milano, 2011. Spiace, per chi scrive, vedere le rune ancora cos
pesantemente associate al fenomeno nazista; ci non toglie che le rune, come tutti gli elementi
prodotti dalla Scienza tradizionale, abbiano ormai da tempo subito una distorsione. Per ci che
concerne la questione nazionalsocialista, va quantomeno ribadito che ridurre le rune a un prodotto
germanico, sebbene le stesse come fenomeno storico (che comunque rimane assolutamente
secondario rispetto allinquadramento nei solchi della Tradizione) non possano essere scisse da
questa stessa realt, parimenti pericoloso perch la storia tedesca pervasa da un misticismo
romantico, che nelle derive pi basse ha causato appunto quel messianismo sanguinario di cui
sopra. Le rune sono state storpiate come meri elementi magici, come veicoli di potenza, una miscela
pericolosa se unita alla componente eroica, e talvolta pesantemente irrazionale, del geist tedesco.
Sarebbe auspicabile, sebbene ormai le lancette del tempo si siano spostate troppo in avanti, riuscire
a ragionare sui simboli in questione, cogliendone non solo il chiaro rimando alla cosmogonia
germanico/norrena, ma capendone anche il retaggio di partenza, che quando si studia la Tradizione
sempre quello pi importante.
4
ed accaduto con ogni ambito tradizionale) non sufficiente
4
- non sono da tempo
ricondotte
5
allambito pi credibile del loro significato, quello della Scienza sacra
6
.
Come anticipato nellintroduzione, proprio abbinando allo studio di Ren Gunon la
conoscenza dei significati delle rune, pur anche inserite nelle limitazioni di cui sopra,
vi modo di ripristinare lorigine di questi simboli che, lungi dallessere un prodotto
esclusivo della cultura germanica, al limite localizzano un processo di trasmissione
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che va riportato alle specifiche di un retaggio pi antico.
Nel corso di questa analisi cercheremo soprattutto di recuperare gli indizi, neanche
tanto sepolti, che giustificano la definizione di codice iniziatico di simboli a
proposito del Futhark germanico, precisando come la sequenza del pi antico
alfabeto
8
runico non possa sussistere senza nemmeno una delle sue parti e sia di fatto
infallibile, perlomeno nellottica del messaggio che intende veicolare. Alluderemo
pertanto al significato di alcune di queste sue componenti, ma sempre nel rispetto di
un inquadramento generale che ha lo scopo di riportare le rune a casa propria, ossia
in un serbatoio di tipo tradizionale. E in questo primo capitolo, concentrandoci in
particolare su ci che questi segni, coerentemente allopera di Gunon, possano dirci
sulla scansione ciclica delle ere e sul loro funzionamento, soprattutto alla luce del
delicato passaggio che stiamo vivendo oggi.

4
Non si possono in effetti comprendere le rune come fenomeno mito-storico e culturale, se non si
recuperano testi come lHvaml e la Vlusp Saga insieme ai passaggi dellEdda di Snorri
Sturluson. A tal proposito si rimanda a Snorri Sturluson, Edda, a cura di Giorgio Dolfini, Adelphi,
Milano, 1975.

5
Proprio il confronto tra riduzione e riconduzione, che abbiamo utilizzato in questo paragrafo
iniziale, d la misura, anche linguistica, di come la riduzione si compia nel momento in cui le cose
non sono ricondotte, come dovrebbe essere, alla loro vera origine.
6
Un tentativo del genere fu al limite quello operato dallo svedese Johannes Bureus (1568-1652),
profeta del goticismo, che nel corso del XVII secolo escogit una sorta di cabala runica, teorizzata
nei sistemi dellAdulruna, in cui alcuni di questi segni furono ricollegati allermetismo, al pensiero
di Paracelso e al Rosacrocianesimo di quegli anni. Parimenti va osservato che, pur nellinteresse
delloperazione, le rune ne uscirono anche fin troppo allontanate dal loro contesto di origine,
diventando i codici di unescatologia cristiano/ebraica piuttosto lontana dalla cosmogonia nordica.
Bureus addirittura arriv a proclamare le rune quale manifestazione originaria del sapere divino, un
approccio che si inseriva chiaramente nel processo didentificazione culturale operato alla corte di
Gustavo Adolfo, sovrano di quella Svezia che fu astro nascente dello scacchiere europeo ai tempi
della Guerra dei Trentanni. Chiunque volesse rispolverare il sincretismo operato da Bureus sulle
sue rune gotiche, pu ad ogni modo consultare lo studio di Thomas Karlsson, Le rune e la kabbala,
Atanr, Roma, 2005.

7
Avremo modo di tornare sul senso di questa trasmissione e di riferirla, per ci che concerne le
rune, ai significati di Raido.
8
Poich di alfabeto si tratta.Futhark nasce dalla composizione delle prime sei rune, proprio come
la parola alfabeto prende notoriamente la sua denominazione da alpha e beta, le prime due lettere
dellalfabeto greco.
5
Innanzitutto le rune accreditate come originali, quelle propriamente appartenenti al
Futhark germanico
9
(altrimenti detto antico, per lappunto), sono ventiquattro. Tale
cifra rimanda, ad esempio, ai Vecchi dellApocalisse
10
e ai Trthamkara, come
osservato dallo stesso Gunon in una nota del suo Il Re del Mondo
11
. I Trthamkara, i
cosiddetti attraversatori del guado, sono i maestri del Giainismo
12
, coloro che
hanno varcato le acque inferiori per raggiungere lilluminazione, cos come del resto i
Vecchi dellApocalisse presiedono a una rivelazione che consente il ritorno di un
sapere originale. Che cosa sono dunque le rune, sempre nel numero di ventiquattro,
se non strumenti atti ad attraversare quel guado o ad aprire quei sigilli apocalittici che
in qualche modo devono ricondurre a una rivelazione di tipo trascendente? utile
ricordare che anche realt che abbiano preso il sentiero della decadenza, o che
abbiano affrontato derive significativamente critiche, sono riuscite nel corso delle ere
a individuare forme, pi o meno alte, di conservazione. Pensiamo solo al simbolo
dellArca di No, vascello/Graal temporaneo che ha consentito alla Tradizione di
mantenersi nel passaggio da una fase ad unaltra. Le rune, comparse in un periodo
recente, al di l delle loro origini
13
, che qui interessano relativamente essendo ogni
disciplina che rimanda in qualche modo alla Tradizione un episodio avulso dalla
storia per come la si intende comunemente, hanno proposto temi che si riallacciano a
una metafisica superiore, sebbene le simmetrie poste in atto dal Futhark abbiano
anche messo in luce un decadimento rispetto a unet qualitativamente pi elevata, e
oramai perduta.

9
E di cui emanazione successiva sono lo Younger Futhark, altrimenti detto Futhark
Scandinavo, e l Anglo-Saxon Futhark, ripreso poi dallo stesso Tolkien nellelaborazione dei
codici linguistici della sua opera.
10
Giovanni li descrive cos: Intorno al trono cerano altri ventiquattro troni, e su di essi sedevano
ventiquattro anziani vestiti di tuniche bianche, con corone doro sul capo; cit. Apocalisse, 4,4.
11
Cfr. Ren Gunon, Il Re del Mondo, Adelphi, Milano, 1977; nota 4 p. 19.

12
Sullargomento, tra i tanti, Carlo della Casa, Il Giainismo Bollati Boringhieri, Torino 1993. Lo
Jainismo o Giainismo una corrente affermatasi nel VI secolo a.C. grazie a Vaddhamana (599-
527 a.C.), pi noto come Mahvira grande eroe e considerato l'ultimo di un guruparampara o
lignaggio di ventiquattro maestri, appunto, noti come Jina o vincitori. Sul passaggio delle
acque, si rinvia sempre a Ren Gunon, Simboli della Scienza sacra, Adelphi, Milano, 1990; in
particolare, lomonimo capitolo, p. 297 e sgg. Lo stesso Gunon, peraltro riconducendo il
Giainismo a una corrente eterodossa, ne affront alcune peculiarit dottrinali in un passo del 1925,
inserito originariamente nella prima edizione di Luomo e il suo divenire secondo il Vdnta, La
liberazione secondo i Jaina, poi incluso nella raccolta La Tradizione e le tradizioni, Edizioni
Mediterranee, Roma, 2003, p. 106 e sgg.

13
Le teorie pi accreditate collocano la nascita delle rune nel Nord Italia, come esito dellincontro
tra correnti dialettali germaniche e la lingua etrusca. Altre teorie, che sono tuttora esito di
controversie, hanno posto le rune, alternativamente, come eredit greca, se non addirittura come
prodotto indigeno di una cultura squisitamente germanica. Non questa la sede per affrontare
largomento, che anzi mira piuttosto a capire in che modo il Futhark germanico possa contenere
riferimenti che rimandano a una trasmissione pi remota. Sulle radici archeologiche, antropologiche
ed etimologiche delle rune, si rimanda in ogni caso a Mario Polia, Le rune e gli di del Nord, Il
Cerchio Iniziative Editoriali, Rimini, 1983.
6
Date queste premesse numeriche
14
e deontologiche, particolare importanza riveste
la runa numero dodici, Jera , che di fatto identifica il perno centrale del Futhark
antico. Jera riproduce lidea tradizionale di Dharma, larmonia della ruota universale,
e la ripartizione dei suoi influssi contrastanti, ma complementari, che nella
cosmogonia nordica si qualificano nellintervento del ghiaccio e del fuoco
15
. Jera, in
quanto mozzo della ruota runica, tramanda ovviamente i saperi tradizionali riferiti al
polo immobile inteso come sole dai dodici raggi
16
. Coronati da questo numero,
praticamente in tutte le tradizioni, sono i rappresentanti di un ordine superiore che si
riflette sulla terra. I dodici Aditya ind (nati da Aditi, ossia l Invisibile
17
) ad
esempio, ma il numero lo stesso dei Patriarchi dIsraele, da cui le trib
corrispondenti
18
, degli Apostoli, in quanto emanazione del Cristo Sole, dei cavalieri
di Art, che guarda caso si riuniscono attorno a una tavola rotonda, raffigurazione
terrena di quel sole spirituale che giustappunto l invisibile Aditi. Anche la
mitologia nordica pone Odino come Dio dei dodici
19
, ossia nelle vesti di apice
uranico che da Asgard irradia i suoi raggi su tutto il corso della manifestazione.
Avremo modo di chiarire come questa posizione di preminenza non consenta tuttavia
di considerare Odino il principio trascendente in s stesso, bens al limite una sua
intercessione secondaria.
Tornando a Jera, essa in ogni caso una riproduzione del Dharma e dei suoi
movimenti attorno al punto originale della ruota
20
, armonia che nella sua gittata pi

14
Che non sono peraltro le uniche su cui valga la pena di insistere: il Futhark antico infatti
suddiviso in tre raggruppamenti, gli aett, da otto rune ciascuno. Anche i gi citati Younger
Futhark e Anglo Saxon Futhark presentano nella loro estensione il multiplo di otto, conservando
al loro interno rispettivamente sedici e trentadue simboli.
15
Torneremo sul significato del fuoco e del ghiaccio, anche in chiave ermetica; basti per ora un
riferimento al Taoismo e alla azione analoga dello yang e dello yin.
16
Per approfondire questi argomenti si rinvia a Simboli della Scienza sacra, capitolo 40, La
Cupola e la Ruota, p. 226 e sgg.
17
Cfr. Il Re del Mondo, nota 12, p. 45.
18
12 che si moltiplica fino a 144.000, cifra simbolica dei servi segnati in fronte da Dio in occasione
dellapertura dei sette sigilli. 144.000 in questo caso dato dalla moltiplicazione di 12.000 membri
per ognuna delle 12 trib dIsraele. Cfr. Apocalisse 7, 4-8.

19
I dodici sono Thor, Baldur, Njiord, Frey, Heimdall, Bragi, Tyr, Hoder, Vidar, Vali, Ull e Forseti.
Odino sopra di loro, in quanto padre di tutti gli Dei, Allfdr. Sulla mitologia nordica si rimanda in
particolare a Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi, Milano, 2008. Quanto al consiglio
dei dodici, esso si ritrova anche presso il lamaismo, con i Namshan che costituiscono il collegio
litario del Dalai Lama (cfr. Il Re del Mondo, p. 44).
20
In questo senso il suo valore molto simile a quello dello swastika, che incarna, al di l dei
fraintendimenti solari citati dallo stesso Gunon, il movimento di rotazione attorno allasse
immutabile. Cfr. Simboli della Scienza sacra, capitolo 8, Lidea del Centro nelle tradizioni
antiche, p. 63 e sgg. Va anche precisato come il 12 sia il numero che consente la misurazione del
cerchio, la ruota appunto. Avremo modo di tornarci in corso dopera riprendendo anche i sistemi di
numerazione taoisti.
7
bassa dirige le ripartizioni del calendario terrestre
21
. Jera, per lambivalenza del suo
simbolo , partecipa inoltre ai significati ricondotti sempre da Gunon alla figura
di Giano, che viene notoriamente raffigurato come bifrons e quale detentore di due
mazzi di chiavi: dorate le une, argentee le altre
22
. Le prime concernono i grandi
misteri, in qualche modo solari, che si rifanno direttamente al linguaggio
ineffabile della sostanza metafisica. Mentre le seconde, di questo messaggio
principale, sono soltanto unemanazione riflessa, lunare, riguardando i piccoli
misteri, altrimenti detti misteri di Iside, e rappresentando unintroduzione alla via
iniziatica e alla conoscenza della natura naturata, senza tuttavia vantare un contatto
immediato con il retaggio superiore.
E pertanto interessante notare come Jera presidi il periodo dellanno che va dal 13 al
27 di dicembre
23
. Il 13 di dicembre, come noto, il giorno di Santa Lucia, il pi
buio dellanno. Questo climax di oscurit ambientale precede il ritorno del Sol
Invictus del 21 dicembre, quello che nel simbolismo di Giano chiamato Janua
Coeli, porta dunque direttamente immessa nellordine celeste
24
. Il percorso di Jera
nasce frattanto, e non potrebbe essere altrimenti essendo Jera un simbolo
dellinfallibilit ciclica, da un passaggio dal buio alla luce, come del resto accade con
la nascita del mondo manifesto che si compie in virt dellintervento del Principio
universale su una matrice caotica e soltanto potenziale
25
. Daltro canto Jera, nel suo

21
Dodici del resto sono i mesi in un anno (come i corrispondenti segni zodiacali) e Jera infatti ha
lasciato in eredit parole come jahr, year, che designano appunto la parola anno. Questo 12
equivale peraltro al numero delle porte del Ming-tang, detto infatti anche Casa del calendario, il
palazzo dellimperatore cinese che soleva animare le fasi dellanno proprio attraverso appositi
appostamenti rituali allinterno del suo palazzo, che era evidentemente concepito come riproduzione
della struttura macrocosmica. Su questi passaggi si rimanda a Ren Gunon, La Grande Triade,
Adelphi, Milano, 1980, p. 136. Si tratta di unopera dedicata a chiarire le analogie tra il ternario
della tradizione cinese (Tien-ti-jen) e le produzioni corrispondenti della Scienza tradizionale
dellOccidente. Sul Taoismo si invita anche alla consultazione di Matgioi, La Via Metafisica, Luni
Editrice, Milano, 2005. Da notare come fu proprio Matgioi (letteralmente Occhio del giorno -
vero nome Albert Puyou) a iniziare Gunon alla dottrina taoista.
22
Cfr. Il Re del Mondo, p. 32. Sulla figura di Giano, anche lapprofondimento in Simboli della
Scienza sacra, p. 117 e sgg.
23
Tutte le ventiquattro rune del Futhark antico vigilano su un periodo bisettimanale del calendario
annuale. Ovviamente tale corrispondenza vale anche per periodi pi estesi di un ciclo, precisazione
che andremo a riprendere nel corso di questo primo capitolo.
24
Non affatto casuale che Gunon collochi linizio del calendario della Thule Iperborea il 21
dicembre, mentre il polo centrale, ma secondario e successivo, di Atlantide fissa questa ricorrenza
allequinozio di autunno, il 21 settembre. Lallontanamento dalla data del solstizio dinverno
indizio di un sintomatico distanziamento dalla Tradizione originale, conservata in forme sempre
meno dirette. Cfr. Ren Gunon, Forme tradizionali e cicli cosmici, Edizioni Mediterranee, Roma,
1974; in particolare il capitolo La situazione della civilt atlantidea nel <<Manvantara>>, p. 37 e
sgg.
25
Su questo passaggio e sulla sua indeterminatezza temporale si rimanda alle riflessioni di Gunon
in Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi. Basti per ora questo cenno alla creazione
delluniverso manifestato: Questa produzione anche assimilata, da tutte le tradizioni, ad un
<<illuminazione>> (il fiat lux della Genesi), mentre il <<caos>> simbolicamente identificato con
8
simbolismo, aderisce anche allo Janua Inferni, ovvero a quella fase discensionale del
ciclo solare, in cui lastro principale cala dintensit: questo tragitto, come noto, si
compie appunto dal solstizio destate fino al successivo 21 dicembre, prima che un
nuovo corso ascensionale riprenda il suo cammino, secondo dinamiche opposte e
complementari
26
.
Tale avvicendamento, oltre che microcosmico, soprattutto ciclico e conferma il
tratto discensionale che ogni era (o Jera) deve necessariamente seguire: Gunon
indica questo simbolo essenziale per spiegare il rapporto che vige tra il nucleo
principiale della creazione (il punto centrale) e la sua manifestazione pi bassa (la
circonferenza); tanto pi la circonferenza si allontana dal centro, tanto pi il Principio
originale e i suoi legittimi rappresentanti prendono le distanze da coloro che si sono
scordati (nel senso che non sono pi accordati con le frequenze superiori) della
vera dottrina. tale, evidentemente, la realt del Kaly-Yuga, che da tempo non
ammette pi quei collegi dei dodici che possano dirsi, in modo autenticante,
intermediari regolarmente investiti di conservare il legame tra il centro e la
periferia.
Da questo punto di vista, il simbolismo di Jera chiaramente riconducibile anche alle
attribuzioni del Re del Mondo. Nellomonima trattazione Gunon spiega come il
diretto rappresentante del soffio divino si sia ritirato in seguito alla decadenza
dellumanit e allavvenuto taglio di quel ponte (da cui loriginario ruolo di Pontifex
proprio del Re del Mondo) che univa la Terra con le regioni del Cielo
27
. Queste lande
paradisiache -Paradsha significa Contrada suprema- erano, il passato dobbligo,
collegate a quelle inferiori proprio tramite le dodici porte di Gerusalemme, a
testimonianza del compimento di una Salem (pace, da cui appunto Jerusalem)
davvero universale. Pi nello specifico la Shekinah -letteralmente la presenza del
divino- si attuava attraverso la Pace (Misericordia) e la Giustizia (Rigore), che sono
le caratteristiche principali che un Re del Mondo debba possedere. Queste qualit
sono rappresentate rispettivamente dalla colonna di destra e di sinistra delle
Sephiroth, di cui la Shekinah sintesi
28
. Si pu peraltro adattare questa immagine

le <<tenebre>>: si tratta della potenzialit a partire dalla quale si <<attualizzer>> la
manifestazione, cio, in definitiva, il lato sostanziale del mondo descritto anche come il polo
tenebroso dellesistenza, mentre lessenza ne il polo luminoso, poich la sua influenza ad
illuminare effettivamente questo <<caos>> per ricavarne il <<cosmo>>().; Cfr. Ren Gunon, Il
Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, Adelphi, Milano, 1982, cit. pp. 32-33.

26
Allinterno della mitologia nordica questo avvicendamento rappresentato dalla morte di Baldur,
il figlio prediletto di Odino, che viene mortalmente ferito da una freccia di vischio scagliata da suo
fratello Hodur, che essendo cieco chiaramente personificazione di quel sole calante che culmina
nello Janua Inferni. Cecit di Hodur che peraltro da ricondurre chiaramente a quella di Santa
Lucia, patrona del giorno pi buio dellanno e ancella delliniziato Dante durante il suo viaggio
nella Commedia. Anche questo un tema sul quale avremo modo di spendere qualche altra parola.
27
Un cielo che gradualmente si celato, bisticcio linguistico che aiuta a capire come la
decadenza abbia reso occulto ci che prima era manifesto.
28
Cfr. Il Re del Mondo, p. 30. E peraltro naturale che la Shekinah si manifesti attraverso la Gloria o
Pace/Misericordia e il Rigore/Giustizia. Queste qualit riguardano il senso interiore (il Cielo) ed
9
introducendo una delle varianti del Re del Mondo, ossia quella del Melki-Tsedeq, che
re di Salem nella misura in cui egli adopera la sua mano destra, quella portatrice
appunto di Pace e di Misericordia. Tale lessenza di una dimensione che non ha
ancora rinnegato la sorgente da cui proviene e che vive pertanto una fase ascendente
del suo ciclo, di Janua Coeli per cos dire. Mentre la Giustizia (o Rigore), capacit
della mano sinistra del Melki-Tsedeq, riguarda il versante inferiore della
manifestazione terrena, o Janua Inferni
29
, essendo il Rigore e la Giustizia strumenti
necessari in una realt che ha avviato, qualunque il livello, un processo di
decadimento
30
.
Il valore della doppia mano, peraltro, riconduce proprio alla tradizione germanica,
attraverso la figura del dio Tyr, che patrocina i significati della runa Teiwaz , la
numero 17 del Futhark antico
31
. Tyr infatti colui che sacrifica la sua mano destra
per consentire lincatenamento del lupo Fenrir, il nemico infernale che il giorno di
Ragnark inghiottir Odino, ovvero il sole cosmico. Lanalogia del mito chiara: la
mano destra, come nelle valenze del Melki-Tsedeq, rappresenta la garanzia della
Pace, e proprio per servirla Tyr consuma la sua ordalia. Gli rimane in dotazione la
sola mano sinistra, quella del sovrano di Giustizia, e infatti come tale Tyr
interpretato nella cultura germanica e norrena
32
. Questo impoverimento di prerogative
dimostra viepi linnesco di un valzer di decadenza che allontana la Pace dalla terra,
facendola sostituire con la Giustizia (o Rigore), competenza di una societ che ha
tagliato le trasmissioni con la Grazia divina e che oramai ammette il delitto come
violazione di un ordine che ha subto in ogni caso un corto-circuito. Amministrare la
legge parimenti meritorio, ma chi lo fa deve essere consapevole del livello inferiore
in cui si ritrovato ad agire, perch la sua stessa mansione forzata da uno
sgretolamento, in assenza del quale non si renderebbe necessaria la sua stessa
funzione.
La scalata di Odino quale signore di Asgard, del resto, sintetizza proprio il passaggio
da unera solare, rappresentata dal Tyr delle origini, a una fase lunare, legata alla

esteriore (la Terra) della manifestazione divina. Il senso addotto il medesimo dellespressione
Gloria in excelsis Deo, et in terra Pax hominibus bonae volutantis della tradizione cristiana. Cfr.
Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 79. Questa immagine ci riporta anche al valore
complementare di Janua Coeli e Janua Inferni, che abbiamo visto pocanzi a proposito di Jera. Per
quanto riguarda il tema del Melki-Tsedeq, che andiamo ora ad introdurre, si rimanda invece al
capitolo VI di Il Re del Mondo, intitolato appunto Melki-Tsedeq, p. 55 e sgg.
29
Questo avvicendamento parallelo al possesso del doppio mazzo di chiavi che abbiamo
precedentemente riferito a Giano.
30
Si potrebbe dunque riassumere che ogni fase della manifestazione conosce un ingresso elevato,
pi direttamente collegato alla porta celeste, la cui qualit varia (e decade) man mano che il ciclo
procede. Vedremo come il capovolgimento dello Janua Coeli con lo Janua Inferni possa del resto
identificare il punto pi lontano, e di maggior decadimento, rispetto agli esordi realmente celesti
di una determinata epoca.
31
Teiwaz che anche la runa che apre il terzo aett e che come tale incarna i valori di un equilibrio
perfetto, concetto che avremo modo di chiarire e di specificare.
32
Il marted, essendo Tyr il Marte dei germani, rimasto tuttora nella cultura popolare come
giorno ideale per perorare le proprie cause in tribunale.
10
rigenerazione attraverso la morte, il che equivale a un allontanamento progressivo
da una dottrina pi elevata. Odino, che prima di rendersi Dio un eroe di nome
Ygg, ottiene tramite il sacrificio dellYggdrasil
33
una sapienza che in lui era, al limite,
soltanto latente: la trascendenza di Odino un fatto acquisito, impresa dopo impresa,
come pu esserla la Grazia per qualsiasi altro eccellente iniziato
34
. La caduta che si
verificata insomma resa palese proprio dalla necessit di tale riconquista. Che poi vi
sia nella religione nordica un tratto anche spiccatamente solare, ci equivale a una
reminiscenza che da ricondursi alla naturale proiezione verso un Pantheon che non
smette di esercitare la sua legittimazione superiore. A tal proposito, lo stesso Odino
pu essere considerato una versione successiva del Melki-Tsedeq, e alla luce di questa
parentela vanno valutate le sue attribuzioni trinitarie
35
. Odino, oltre a essere se
stesso, infatti vili, ossia volont iniziatica, e v, ovvero portatore del sacro. Si tratta
di immagini che corrispondono ad alcuni aspetti del Melki-Tsdeq, anchegli uno e
trino nellaccorpare le qualit dellAdoni-Tsedeq, Signore di Giustizia, e del

33
Sacrificio sullalbero, che oltre a fare il paio con limpiccato dei Tarocchi, rimanda chiaramente
al passaggio dalla mortalit allimmortalit operato dal Cristo tramite il martirio sulla croce, nesso
sul quale torneremo approfondendo la runa Nauthiz. Bisogna del resto notare come Yggdrasil
significhi letteralmente cavallo di Ygg, laddove proprio il cavallo rappresenta lanimale
sciamanico per eccellenza, o per figurazione, o come supporto reale in cerimoniali specifici. Si
pensi al rito del volsi, che consiste nel produrre incantamenti su un pene di cavallo imbalsamato per
propiziare la fertilit; oppure allutilizzo dei crini di cavallo nei cerimoniali di estasi sciamanica.
Sullargomento si rimanda allo studio di Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche dellestasi,
Edizioni Mediterranee, Roma, 1974. Sul volsi e sullo sciamanesimo runico, degno dattenzione lo
studio di Freya Aswynn, Northern Mysteries & Magick Runes & Feminine Powers, Llewellyn
Publications, Woodbury, 1990. Sul volsi, nello specifico, il riferimento a pagina 74.
34
Questa idea viene del resto confermata dallo stesso significato del nome Odino. Edred Thorsson,
tra gli altri, lo fa originare dal proto germanico Wdh-an-az, in cui Wdh entusiasmo numinoso
mentre an significa colui che maestro di qualcosa (az invece semplicemente un grammatical
ending). Si capisce da questa sintesi come Odino sia letteralmente colui il quale specializzato
nel padroneggiare un entusiasmo divino, un furore di tipo iniziatico, da cui appunto laltro
significato che si d comunemente al nome di Odino, ossia quello di furore. Cfr. Edred Thorsson,
Runelore A Handbook of Esoteric Runology, Weiser Books, San Francisco, 1987, p. 10. Tutta
lepopea odinica, daltro canto, pervasa da imprese eroico/iniziatiche: oltre al sacrificio
dellYggdrasil, va menzionata la cerca del mead, dellIdromele; celebre poi lordalia dellocchio
sinistro, che Odino getta nel pozzo di Mimir. Tale atto rappresenta la rinuncia alla vista profana per
acquisire l insight o vista interiore. Anche se in effetti la chiusura di un occhio potrebbe
riguardare anche il processo di decadenza cui abbiamo accennato.
35
Attribuzioni peraltro certificate dal valknut, sigillo odinico che composizione simbolica di tre
triangoli e che fa il paio con il triangolo capovolto con dentro il 3 con cui rappresentato ljn
Chakra, il terzo occhio. Sul valore esoterico del 3 come cifra, al di l di livelli intermedi
secondari, dei principali passaggi iniziatici, si rinvia a Gunon, Simboli della Scienza sacra, p. 77.
Sullapprofondimento dellesoterismo dei chakra si rimanda a Arthur Avalon, Il Potere del
Serpente, Edizioni Mediterranee, Roma, 1968. Mentre sul significato del valknut, tra i tanti, valga
linterpretazione riportata da Nigel Pennick in Tradizione Nordica, Atanr, Roma, 1990. Il valknut,
a pagina 240, descritto come il potere di tre volte tre, il che si riallaccia, ancora una volta, alla
completezza delle attribuzioni di un Re del Mondo o, perlomeno, alle facolt di un eccellente
iniziato.

11
Kohen-Tsedeq, Sacerdote di Giustizia, sebbene un parallelo troppo specifico possa
comunque risultare azzardato
36
.
Sia Melki-Tsedek che Odino sono ad ogni modo sintesi di facolt complementari, e in
ci rispondenti di un piano superiore. Ma nel caso del secondo, si tratta di una
qualificazione ottenuta a fatica, e che si sviluppa tra luci e ombre, condizione
alterna che davvero non appartiene a un centro originale; tanto vero che Odino, in
quanto wanderer e seeker, quel pellegrino/sciamano che va in cerca di una luce
che andata perduta e che pertanto costringe a una sorta di vacanza spirituale.
Proprio una delle prassi pi diffuse della religione nordica in fin dei conti lo
sciamanesimo, che lo stesso Gunon identifica come secondario rispetto ai riti dei
primordi, a causa dei suoi contatti con un magismo di tipo pi basso
37
. Wotan daltro
canto non potrebbe essere nemmeno interpretato a dovere se non fossero investigate
le sue peculiarit ermetiche, tra correnti alte e basse, snodo che ne segna appunto il
divario dal dio Tyr delle origini
38
e sul quale avremo modo dinsistere tra poco.

36
Cfr. Il Re del Mondo, pp. 60 e 61.
37
Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, il capitolo 26, Sciamanismo e stregoneria, p.
173 e sgg.
38
La radice di questo dio germanico della giustizia infatti riferibile a quella del Dyus Pitar
vedico, poi trasferitasi in Zeus/Deus. Cfr. Georges Dumzil, Gli di dei Germani - Saggio sulla
formazione della religione scandinava, Adelphi, Milano, 1974. Tyr in origine era quindi il padre
celeste (analogamente allo Zeus/Giove greco-romano) o addirittura una divinit androgina (ne
accenna Freya Aswynn in Northern Mysteries & Magick ci torneremo in un prossimo capitolo).
Ad ogni modo Tyr, proprio tramite la sua runa tutelare, conferma le prerogative iniziali: Teiwaz ,
nel suo evidente simbolismo assiale, del resto da intendersi come spartiacque tra le forze
contrastanti del fuoco e del ghiaccio. Questa totale aderenza alle immagini dellasse e alla centralit
della stella polare, di cui Teiwaz rappresentazione, rendono bene lidea di quali moventi
incarnasse il dio Tyr delle origini. A sostituirlo nel ruolo di padre degli di giunge poi il pi
misterioso Odino, divinit dei morti e degli sciamani. Anche questo avvicendamento suggerisce
lallontanamento dal Cielo, e il prevalere di una dottrina oscurata. Lo stesso Gunon (Forme
tradizionali e cicli cosmici, p. 110) fa derivare il termine Woden o Wotan dalla parola Budha,
letteralmente saggezza (qualcosa in effetti dinferiore rispetto alla Misericordia) che in India
equivale peraltro al pianeta Mercurio, quello appunto caro anche a Odino, che di fatto accorpa le
qualit dellErmete/Mercurio e patrocina il Wednesday, il mercoled, letteralmente il giorno di
Wotan e di Mercurio. Non che la saggezza sia da considerarsi qualit di basso rango,
rappresentando anzi la vera conoscenza, il lato esoterico della sapienza - a tal proposito si rimanda
al saggio Conosci te stesso, compreso nella raccolta di Ren Gunon, Il Demiurgo e altri saggi,
Adelphi, Milano, 2007, p. 71 e sgg., dove appunto la saggezza viene definita come qualcosa di
superiore alla semplice filosofia. Siamo tuttavia al punto di partenza: Odino equivale a un iniziato
eccellente che deve recuperare una conoscenza pi alta, andata oramai perduta. Mentre appunto
Tyr, traendo la sua radice dal Dyus Pitar, incarna un retaggio pi antico e originale. Odino, in
quanto signore dellaquila e del serpente, daltro canto tutore, al contempo, delle correnti
ascensionali -che rappresentano la reminiscenza dello stato primordiale- e discensionali -che
confermano la caduta rispetto a questa condizione pi elevata- ed dunque, sempre analogamente a
Hermes, genio ambivalente, laddove lo stesso Hermes da una parte messaggero degli di e,
dallaltra, guardiano psicopompo. Tale duplicit corrisponde ai due serpenti arrotolati sul caduceo
proprio di Mercurio, che parimenti incanala valenze diurne e notturne. Del resto Odino nel
Medioevo e nellet Moderna rimane come signore della misteriosa Wild Hunt, o caccia
12
Queste energie alterne sono ovviamente le stesse di Jera, ambivalenza palese anche
quando si consideri la dodicesima runa come esito di due Kenaz affiancate. Sono
infatti proprio due rune Kenaz a creare lordito simmetrico di Jera, simbolo che,
ancora una volta, pu essere interpretato solo ammettendo un doppio livello di
apprendistato; uno inferiore, diremmo terreno, e uno superiore, di origine sacra.
Kenaz, che la runa numero 6
39
, di fatto la met di Jera, sia che prevalga il suo
significato pi alto, corrispondente in qualche modo allo Janua Coeli, sia che si
manifesti quello pi limitato, che equivale poi allo Janua Inferni. Kenaz in ogni
caso fuoco di conoscenza, unattribuzione che non smentisce il valore riferito da
Gunon alla radice kan
40
, intesa come sapienza/potenza spirituale e intellettuale, a
cui fa daltro canto riflesso, come sua rispondenza pi bassa, il termine qan, che
identifica invece il potere materiale. In effetti Kenaz la runa del poter fare e del
conoscere (to can e kennen), ma questa facolt pu essere interpretata su due
piani differenti. Il principale concerne un livello di illuminazione spirituale, di cui
Kenaz propriamente la torcia; trattasi del focus sacro di una comunit
tradizionale, come nel caso delle Vestali romane. Mentre quello secondario d
preminenza alle capacit artigiane, al fuoco forgiatore di Vulcano e Tubalcain
41
, nomi

selvaggia, una processione di morti (quelli dellanno precedente) che aveva luogo ogni autunno,
tra novembre e dicembre, e che in qualche modo relazionata al capodanno celtico o Samhain.
Gran cerimoniere e guida di questa masnada era Odino nelle vesti di Oski (realizzatore di
desideri). La Oskorei (cavalcata di Oski) era verosimilmente un rito di celebrazione e di
esorcizzazione dei morti che anticipava i riti agrari di dicembre. Sulla caccia selvaggia, si
rimanda in particolare allo studio di Jean Claude Schmitt, Religione, folklore e societ
nellOccidente medievale, edizioni Laterza, Bari, 1988, pp. 151-205. Sui riti agrari e i contatti con
questa oscura leggenda nordica e sue successive interpolazioni, Carlo Ginzburg, I benandanti
Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento, Einaudi, Torino, 1996 e 2002. Sulla Oskorei,
in particolare, il riferimento di Vincent Ongkowidjojo nel suo Secrets of Asgard An Instruction In
Esoteric Rune Wisdom Mandrake of Oxford, Oxford, 2011, p. 42.

39
6 che propriamente numero di equilibrio tra forze alte e basse; si pensi al sigillo di Salomone,
stella appunto dai sei vertici, esito di un triangolo superiore e di un triangolo inferiore, che di fatto
identico alla complementariet della grotta e della montagna. Cfr. Simboli della Scienza sacra, il
capitolo 31, La Montagna e la Caverna, p. 189 e sgg. Sul valore del 6 quale manifestazione del
Cielo (mentre il 3 ne lessenza), le annotazioni di Gunon in La Grande Triade, che in ogni caso
avremo modo di specificare in uno dei prossimi capitoli.
40
Cfr. Il Re del Mondo, p. 63.
41
Il fuoco presente in molti simbolismi tradizionali come fattore appunto di illuminazione (fuoco
divino) e come fattore di riscaldamento, in cui appunto il calore rimane come residuo inferiore del
principio di luce. Sul duplice valore del fuoco come Aor e Agni, si rimanda ad alcune osservazioni
di Gunon in Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 33-35. La stessa Kenaz si avvale del resto di
una duplice qualit: in quanto Kenaz essa appunto il fuoco esterno; in quanto Kaunaz essa la
pustola, il fuoco dunque interno; in merito anche Secrets of Asgard (p. 47) e Le rune e gli di del
Nord (p. 61). Quanto al sacrificio di Tyr, pocanzi menzionato, va precisato come il suo gesto sia
assolutamente accostabile alla mano messa sul fuoco, come segno di espiazione, da Muzio
Scevola che infatti detto il mancino: anche a lui, analogamente a Tyr, rimane la mano di
Giustizia, la sinistra, mentre quella di Misericordia, che indica un livello pi alto, va perduta. La
13
che entrambi contengono la radice da cui deriva Kenaz o Cen, ossia come viene
identificata la stessa nel Futhark anglosassone. Secondo questo punto di vista, Jera
torna dunque nellorizzonte di una duplice qualit, da una parte esito della mano
misericordiosa, degna appunto di un fuoco superiore che amor divino e che
scaturisce direttamente dalla porta celeste
42
; figlia di un fuoco minore, che concerne
appunto le possibilit materiali della fiamma, invece la fase calante di Jera, che
riguarda una realt sempre pi profana; immagine che, nella sua volgarizzazione
estrema, coincide con quellet del ferro gradualmente dominata dallessenza
minerale a dispetto di quella vegetale
43
, con progressivo avvicinamento al baratro
della porta infernale.
Viceversa, almeno in linea di principio e nella sua fase ascendente, Jera giustifica la
presenza di un Re del Mondo a ridosso dei tre livelli della manifestazione: quello
corporeo, il Mahnga, quello dellanima o Mahtm quello infine dello spirito o
Brahtm o Brahmtm
44
. Solo il comando simultaneo su questi tre versanti, che
corrispondono anche alle facce di Giano
45
, determina il ruolo del Re del Mondo, ossia
di colui che agisce conformemente al mozzo della ruota. Jera , come abbiamo detto,
una rappresentazione di questo ordine di cose e difatti conserva il riferimento al terno
principale anche nel suo numero. Il 12 infatti dato dalla moltiplicazione tra il 3 e il
4, laddove il primo specifica la tripartizione universale che abbiamo appena
sottolineato
46
, mentre il 4 un numero di compimento terreno: quattro sono gli

leggenda romana e il mito nordico rappresentano pertanto quel decadimento da un fuoco superiore
a un fuoco minore, peraltro oggettivato dal susseguirsi delle fasi ascensionali e discensionali
ammesse da Jera. Per approfondire questi passaggi, con evidenti richiami al ruolo simbolico proprio
di Vulcano e Tubalcain, si rimanda al capitolo Significato della metallurgia (p. 149 e sgg.) in Il
Regno della Quantit e i Segni dei Tempi.
42
Si veda in questo senso il valore cognitivo dellamore e della carit presso Dante, che poi diretta
emanazione delle fiammelle dello Spirito Santo delle celebrazioni di Pentecoste. Ulteriore, e
conseguente riferimento, quello alla sostanza di Ignis come equivalente dellAgni vedico. Cfr.
Ren Gunon, LEsoterismo di Dante, Adelphi, Milano, 2001 p. 98, nota 1.
43
Sulla povert del ferro e di un regno minerale che si serve di un fuoco inferiore e svilito, rispetto
alla purezza dellalchimia vegetale, si rimanda in particolare allappena citato capitolo di Gunon,
Significato della metallurgia, in cui evidente il riferimento alla degenerazione di un mondo
sempre pi legato alla lavorazione del metallo, assunta come uno dei sintomi pi manifesti della
solidificazione inerte del mondo contemporaneo. Daltro canto, proprio alla pi antica alchimia
vegetale, viene rapportata la produzione della bevanda dimmortalit, presente nelle varie tradizioni
come haoma, amrita, soma o appunto mead. Cfr. Simboli della Scienza sacra, capitolo 53,
LAlbero della Vita e la bevanda dimmortalit, p. 287 e sgg. Sullimportanza del simbolismo
vegetale, nella stessa raccolta, il capitolo 9, I fiori simbolici, p. 72 e sgg.
44
Analogamente questi livelli corrispondono al valore dei tre Re Magi. La stessa tripartizione si
ritrova peraltro nel Lamaismo con il Dalai-Lama, il Tashi-Lama e il Bogdo- Khan. Cfr. Il Re del
Mondo, p. 43.
45
Le due facce visibili di Giano corrispondono ai livelli visibili delle manifestazioni del Re del
Mondo: quello delle chiavi dorate, potere sacerdotale; quello delle chiavi argentee, potere regale. La
terza faccia, che pur onnipresente sfugge, rappresenta la simultaneit di queste attribuzioni nella
figura appunto triplice dello stesso Rex Mundi.
46
Una dottrina di tipo tradizionale non potr infatti che seguire un ordine totalmente subordinato
allo Spirito (Brahtm) che a sua volta guider lanima (Mahtm), che parimenti, in un moto a
14
elementi (come le porte stagionali) e quattro sono i punti cardinali che dipartono dal
cuore della croce (il quinto elemento o quintessenza)
47
, tanto che nella tradizione
celtica si parla, a proposito della sacra isola dIrlanda, di terra dei quattro Signori
48
,
da intendersi sempre come cifra che risponde alla proiezione di un Centro originale.
Il 4 del resto il numero quadrato, alla seconda o secondario rispetto al 3, che
invece un numero primo. Linquadramento -altro termine che a questo punto si
spiega da solo- sulla terra di un Principio trascendente dunque anche quadratura
del cerchio, ossia manifestazione attraverso il 4 delle promesse del 3, che per
moltiplicazione produce appunto il 12 di Jera. Come ha spiegato Gunon, la
moltiplicazione nei sistemi di numerazione qualcosa che va del resto oltre la
semplice aggregazione di fattori, che riguarda invece laddizione e concerne una
pura azione di presenza. La molteplicit, al contrario, descrive la potenzialit
dellessenza del numero, quindi di fatto la sua capacit produttiva e in divenire
49
.
Ecco perch il 12 di Jera diventa tanto pi attivo nei confronti del Cielo e, daltro
canto, esso pu essere letto anche come 1 + 2, il che riconduce sempre al ternario
dellordine superiore
50
. Se viceversa il 4 prende le distanze dal 3, esso taglia i ponti
con il perno metafisico, divenendo un cubo privo di vita e di irradiazioni realmente
vivificanti
51
.
Non a caso Eihwaz , la tredicesima runa, avvicendandosi giustappunto a Jera, per
quella che una delle sequenze pi significative dellintero Futhark antico, ha
puntualmente a che fare con la caduta delluomo e, nello specifico, con lermetismo,
una dottrina che, proprio ammettendo tale caduta, invita a riprendere un cammino di
risalita verso il Principio divino
52
. Tale condizione di perdita e di confinamento
guarda anche al simbolismo del luz, il nocciolo dellalbero di mandorlo, o esso stesso
albero di mandorlo, che viene citato nel libro della Genesi a proposito del sogno di

cascata, preveder quanto necessario compiere attraverso le funzioni del corpo (Mahnga). Cfr. Il
Re del Mondo, p. 37 e sgg.
47
Su queste considerazioni si rimanda a Ren Gunon, Il Simbolismo della Croce, Rusconi, Milano,
1973. Avremo peraltro modo di tornare sullargomento nel prossimo capitolo.
48
Cfr. Il Re del Mondo, p. 93 e nota relativa, la numero 18.
49
Cfr. La Grande Triade, p. 77.
50
Su queste logiche numeriche si rimanda anche al simbolo della cosiddetta triplice cinta
druidica, che di fatto comprende tre quadrati, per un totale di dodici lati, tanto che Gunon la
definisce analoga della Gerusalemme Celeste e delle sue dodici porte. Cfr. Simboli della Scienza
sacra, p. 80. 12 che peraltro sempre lo stesso degli Apostoli e dei Cavalieri della Tavola Rotonda,
ovvero ordini garanti in Terra del mandato celeste. Come del resto dodici sono biblicamente i frutti
dellalbero della vita e nella, teologia cristiana, gli equivalenti frutti dello Spirito Santo.
51
Unimmagine molto chiara che Gunon restituisce in un capitolo dedicato, Dalla sfera al cubo,
proprio nel testo in cui egli ha voluto con pi puntualit analizzare la decadenza del ciclo attuale;
cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, pp. 135-140. Anche in altre occasioni Gunon
tratta il 4 come cifra terrena identificante il globo del mondo. Si rimanda in particolare al capitolo
Il quatre de chifre in Simboli della Scienza sacra, p. 345 e sgg.
52
Per questo motivo lermetismo considerato dallo stesso Gunon una dottrina, per forza di cose,
secondaria rispetto alla Tradizione originale, il che non comporta necessariamente una critica,
trattandosi semmai di una annotazione tecnica. Si vedano in proposito gli articoli comparsi in
Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 99 e sgg.
15
Giacobbe circa la definizione di un centro terreno che possa essere rispondente dei
piani divini
53
. Il luz, inteso come nocciolo che nasconde un midollo, va ritrovato
peraltro, in una totale corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo, quale osso
duro, indistruttibile
54
, alla base della colonna vertebrale, proprio come la Kundalini
induista, sede dunque di quellenergia vitale che s dono di immortalit
55
, ma a
condizione che venga purificata fino allocchio centrale di Shiva o urn
56
, ovvero il
terzo occhio, attraverso le ruote dei chakra o kamala
57
.
Gli alchimisti rendono questa immagine attraverso la formula del Vitriolum, ovvero
Visita inferiora terrae, recfiticando invenies occultum lapidem, veram medicinam;
letteralmente: penetra nelle viscere della terra e, percorrendo il retto sentiero,
scoprirai la pietra occulta, vera medicina. In termini ermetici si tratta di sublimare la
pietra grezza per poter (ri)trasformare il proprio metallo personale in elisir di lunga
vita. Eihwaz , con le sue acque inferiori e le sue acque superiori
58
, riassume
proprio queste operazioni di innalzamento e di alleggerimento rispetto ai pesi del
corpo e agli influssi psichici pi bassi, e come tale pertanto riconducibile allo
gnosticismo del dio Thot e ai dettami della Tavola Smeraldina
59
. Lo smeraldo del
resto equivale allurn e a quella pietra che era confitta nella testa di Lucifero prima
della caduta. Questo stesso smeraldo piovuto in terra, divenendo poi anche Graal,
ennesimo simbolo di una tradizione che va recuperata, riconquistata, come
suggerito dalle quest della letteratura medievale
60
. Daltro canto il Graal,

53
Cfr. Genesi, 28, 18-19. Sul luz in quanto Beith-El anche il capitolo dedicato da Gunon in Il Re
del Mondo, pp. 69-77 e, ancora una volta, i riferimenti alle pietre del fulmine e alle armi
simboliche in Simboli della Scienza sacra, p. 155 e sgg.
54
Lo stesso Gunon riferisce la credenza che a tale osso rimanga legata lanima dopo la morte fisica
e ci fino alla risurrezione.
55
Non casuale che immortalit sia quasi identico a immoralit, a testimonianza di come
lenergia vitale del luz o della Kundalini (letteralmente il serpente arrotolato) sia la porta tanto
verso le correnti pi alte tanto verso quelle pi basse. La runa Eihwaz, peraltro, costante simbolo
di questa sottile ambivalenza.
56
Urn che anagramma proprio di runa, termine, questultimo, che in verit viene fatto
originare dal tedesco raunen, sussurrare, verbo che riguarda indubbiamente le modalit di
trasmissione di informazioni di tipo iniziatico. Runa di fatto significa segreto, e segreto ai pi
del resto laccesso al terzo occhio, che consente allindividuo spiritualizzato di raggiungere la totale
fusione con il Principio trascendente. Sulla stessa parola luz, in quanto correlata a tutto ci che
segreto, coperto, avviluppato, sempre Gunon, Il Re del Mondo, p. 70.
57
Ivi, p. 76.
58
Su questa distinzione, soprattutto in termini di metafisica superiore, si invita a consultare Ren
Gunon, Gli stati molteplici dellessere, Adelphi, Milano, 1996, p. 105.
59
Sulla Tabula smaragdina, si rimanda alla traduzione di Dario Chioli in
http://www.superzeko.net/tradition/TabulaSmaragdina.html.
60
Sullesoterismo del Graal e sulle sue rilevanze ermetiche si rimanda a Julius Evola, Il mistero del
Graal, Edizioni Mediterranee, Roma, 2002, con particolare riferimento al paragrafo 15, p. 101 e
sgg., dedicato alla pietra luciferina e il paragrafo 27, Il Graal e la tradizione ermetica, p. 193 e
sgg. Sul ciclo del Graal, nei suoi rapporti con lIslam, si rimanda invece a Pierre Ponsoye, LIslam e
il Graal Studio sullesoterismo del Parzival di Wolfram Von Eschenbach, Edizioni SE, Milano,
16
similmente al vascello di No, un centro itinerante, un simbolo di redenzione verso
una dottrina che non avendo pi un palese punto di riferimento (poich luomo si
allontanato dal Principio originale) si manifesta come elemento vacante che solo i
mystes pi meritevoli sapranno ritrovare. Tale testimonianza per analogia nascosta
nelluomo, appunto in quel nocciolo di luz che va risvegliato e selezionato fino al
raggiungimento del soffio superiore che in lui quale diretta emanazione del
Brahtm.
Con ci, lidea di pietra caduta (come lo smeraldo confitto nella testa di Lucifero, che
equivale alla perdita transitoria del terzo occhio da parte delluomo) conforme al
significato di betile, di roccia piovuta dal cielo, un termine che ha origine sempre
dal passo di Giacobbe test citato, dove la pietra che si chiamava appunto Luz viene
rinominata Beith-El, letteralmente Casa di Dio
61
. Le dimore sacre sulla terra, in
quanto diretta proiezione del pensiero divino, sorgono infatti spesso da una pietra
oppure attorno a essa: il caso pi celebre ovviamente quello della Kaabah islamica.
Il genere di questi betili rimanda alla stabilit di Jera quale perno regolatore: la
pietra fondamentale che d origine a un edificio sacro analogamente la
manifestazione quaternaria di un principio ternario; laltare stesso una pietra che
riconduce in Terra ispirazioni di ordine superiore
62
. Mentre la pietra angolare,
altrimenti detta caput anguli (testa dangolo), che non va appunto confusa con quella
prima (ma solo in ordine cronologico) delle fondamenta, lultimo mattone
delledificio, quello che non riguarda, per parafrasare le parole di Gunon, larte
della squadra, bens quella del compasso
63
; essa chiave di volta e certifica la
realizzazione del tempio
64
. Si pu pertanto affermare che la prima pietra del tempio
il luz non ancora reintegrato, laddove quella angolare denota tutte le caratteristiche
del luz purificato, del nocciolo distillato in elisir di lunga vita. Viepi assistiamo a
una forte corrispondenza tra operazioni di base e di coronamento, a conferma delle
valenze ermetiche che si compiono nello snodo tra Jera ed Eihwaz. E anzi lecito
ipotizzare che Jera lasci in deposito quel lapsit exillis che la runa Eihwaz si fa
carico di nobilitare, inaugurando le operazioni di risalita: la pietra caduta deve
tornare al Cielo, onde originariamente promana, questa del resto lessenza del
percorso iniziatico
65
.

1989 e 1998. Sempre su questi argomenti, con molte delle nozioni qui citate, anche Il Re del
Mondo, il capitolo V, Il simbolismo del Graal, p. 47 e sgg.
61
Il mattino seguente Giacobbe si alz presto, prese la pietra che aveva usato come guanciale, la
drizz in piedi e vi vers sopra dellolio per consacrarla a Dio. Chiam quel posto Betel (Casa di
Dio), mentre prima il suo nome era Luz. Cfr. Genesi, 28, 18-19.
62
Pietro, analogamente, la pietra su cui poggia la prima sistematizzazione del messaggio di Cristo.
63
Si tratta chiaramente di una distinzione che rimanda alle qualit limitate del quadrato rispetto al
cerchio, come abbiamo gi avuto modo di osservare pi volte.
64
Sul simbolismo della pietra angolare, si rimanda al capitolo dedicato in Simboli della Scienza
sacra, p. 238 e sgg.
65
Le stesse correnti ascensionali e discensionali che Jera ammette da un punto di vista temporale, al
di l della scansione considerata, Eihwaz le ripropone invece da un punto di vista spaziale, sebbene
questo ambito sia molto pi che meramente fisico, riguardando di fatto le ascese e le discese
dello spirito dellincarnato.
17
A tale riconquista pu essere riferita anche una versione parallela di Eihwaz, spuria
se vogliamo, ossia il wolfsangel , letteralmente dente di lupo, o angolo di
lupo a questo punto, il che rimanderebbe proprio al caput anguli di cui abbiamo
appena detto. Non unosservazione cos azzardata dal momento che proprio il
wolfsangel, prima di essere integrato nellaraldica germanica, o peggio ancora quale
insegna di lite naziste
66
, connotava gli emblemi delle fratellanze dei liberi muratori.
Tutto ci riconduce i significati della runa Eihwaz a ridosso dellarchitettura sacra, i
cui contatti con lermetismo sono stati peraltro messi in evidenza anche dallingente
studio di Fulcanelli sulle dimore filosofali
67
.
Nelle derive pi basse del folklore apotropaico, il dente di lupo rimasto inoltre
come talismano protettivo contro gli attacchi dei licantropi e i morsi dei lupi. Sarebbe
pi opportuno far risalire questa interpretazione a quella della Eihwaz originale,
intesa come runa di sublimazione ermetica del luz che ritorna alla sostanza
metafisica, distillando dal veleno del serpente della Kundalini lelisir della vita
eterna. Sarebbe cos possibile capire il vero significato dellantidoto contro il lupo,
che di fatto sintetizza la lotta intestina (tra carne e spirito tra pietra grezza e metallo
prezioso) che deve affrontare colui il quale voglia davvero reintegrarsi nello spirito.
Solo il candidato meritevole pu infatti compiere il suo allontanamento dallo stato
famelico della bestia/lupo, scansandone i morsi, intesi come decadenza e come
caducit inevitabile nei confronti di quelle malattie e di quegli appetiti che
caratterizzano lesistenza profana, e che viceversa luomo illuminato sa respingere
altrettanto naturalmente
68
. Tale operazione si compie rectificando
69
, secondo la
formula del Vitriolum, ossia ripulendo gradualmente il piombo saturnino del proprio
corpo fino alla (ri)conquista del terzo occhio.
Tale risalita in qualche modo concerne il triplice livello di competenze che abbiamo
menzionato a proposito del Re del Mondo, gerarchia che Eihwaz ha modo di
riprodurre con il suo perno centrale che di fatto rimescola e contiene le correnti basse
e alte di sinistra e di destra
70
. una questione che Gunon affronta ad esempio

66
Con il dente superiore a sinistra, in quanto Opfer, simbolo del sacrificio, o con il dente superiore
a destra, in quanto Eif, zelo ed entusiasmo, la runa Eihwaz, resa ovviamente in orizzontale, entr
nella simbologia di alcune lite naziste
http://it.wikipedia.org/wiki/Simboli_runici_adottati_dalle_SS.
67
Cfr. Fulcanelli, Il Mistero delle Cattedrali e linterpretazione esoterica dei simboli ermetici della
Grande Opera, Edizioni Mediterranee, Roma 1972 e Le Dimore Filosofali, 2 volumi, Edizioni
Mediterranee, Roma, 1973.
68
Il termine wolfsangel potrebbe del resto essere tradotto, inglesizzandolo, anche come
lupo/angelo, a conferma di quel delicato snodo che si compie tra il demone e langelo che
albergano in contemporanea nella pasta delliniziato. La bestia, al di l delle qualifiche di base del
soggetto, sempre pronta a sbranare quella parte pi nobile che mira allelevazione. La runa
Eihwaz ha proprio lo scopo di ricordare questi inconvenienti del mestiere.
69
Torneremo sullargomento nel capitolo dedicato a Raido e ai problemi di orientazione.
70
Questi tre fattori potrebbero peraltro corrispondere alle tre piramidi di Giza che lo stesso Gunon
ha ipotizzato essere deposito dellantica tradizione ermetica. Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici,
p. 115 e sgg. Piramide che fa del resto il paio con il simbolo della montagna e della grotta, altre
18
nellEsoterismo di Dante, ponendo laccento su quello che comunque un tema
invariabile: la ricorrenza della tripartizione cosmica, che ovviamente coincide con
altrettanti stadi iniziatici
71
. Dipende soltanto dal livello qualitativo dellepoca che si
prende in esame. Un Krita-Yuga/Satya-Yuga, o equivalente et delloro, proprio per
laderenza tra il soffio divino e le sue manifestazioni terrene, esclude la presenza
delle cosiddette acque inferiori alla base del triangolo: perfino la materia corporea
gode qui di una luce bastante a qualificare lirradiamento di un principio superiore. Il
Melki-Tsedeq, in un simile stato di grazia, agisce come intermediario di questo
rapporto, rappresentandone il fulcro in Terra. Nel momento in cui il vertice di tale
triangolo si ritiri invece per lavvenuto allontanamento dai precetti della sapienza
originale, la tripartizione subisce uno smottamento che ben visibile proprio nella
cosmogonia nordica. I suoi regni sono infatti nove, suddivisi comprensibilmente in
tre macroregni, classificati altrettanto pianamente in supremi, mediani, inferiori.
Midgard, la Terra, insieme a Muspelheim e Nifelheim, le zone seminali che
attraverso lo scontro/fusione di fuoco e ghiaccio hanno portato alla nascita della
sostanza manifestata, inserita nelle zone di mezzo, anzi essa stessa Terra di
mezzo
72
. Tale processo, che dietro le apparenze della nobilitazione conserva in
verit le ragioni del declassamento, non si verificato perch Midgard si sia
avvicinata ulteriormente allasse immobile; anzi, semmai proprio per il contrario,
ossia per linsorgere, a causa della decadenza del genere umano, di un regno delle
energie inferiori, che rischia ora di inghiottire ci che un tempo era in stretto contatto
con la porta celeste
73
. Trattasi insomma di una condizione di caduta che lo stesso
Dante ha modo di ricalcare attraverso le tre cantiche della Commedia: se vero che il
viaggio del poeta anche individuale, ossia di natura ermetica e mistica (nel senso
veramente iniziatico del termine), pi in generale la sua conceptio universalis non
pu essere compresa senza cogliere lesilio che luomo ha subto, meritatamente, nei
confronti della Gerusalemme celeste. LInferno non dunque soltanto, per
interpretazione analogica, la condizione di partenza del mystes che si deve

testimonianze dellinnalzamento iniziatico da una base a un vertice di sapienza. La stessa
etimologia di Piramide (come ha notato Giuliano Kremmerz in La Scienza dei Magi, Volume
Primo, Edizioni Mediterranee, Roma, 1975, p. 75) rimanda al concetto di pyr, fuoco, in questo
caso quella fiamma spirituale che abbiamo citato a proposito di alcuni aspetti della runa Kenaz.
Questultima poi di fatto un triangolo, simbolo che ancora una volta coincide con quello della
piramide/montagna. La stessa pira funebre, presso i popoli antichi, aveva del resto lo scopo di
bruciare la parte corruttibile della carcassa corporea per far ascendere in Cielo il residuo spirituale.
71
Questa suddivisione corrisponde alle tre fasi alchemiche, nigredo, albedo, rubedo, ed presente

anche nellorganizzazione del Futhark che, come abbiamo detto, prevede tre aett da otto rune
ciascuno.
72
Terra di mezzo che equivale peraltro alla Mediolanum celtica e al luogo di fantasia delle
epopee di Tolkien. Sulletimologia di Mediolanum, tra gli altri, Marco Fulvio Barozzi, I Celti e
Milano, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1991.
73
Non chiaramente una condizione che riguarda la sola mitologia germanica, essendo noti anche i
casi della cosmogonia greca o sumera, tanto per fare due esempi tra i tanti possibili.
19
reintegrare, ma pure quellabisso su cui si affacciata lintera umanit nel suo
distanziamento dalla vera dottrina
74
.
Le tre rune successive a Eihwaz esemplificano peraltro proprio questa condizione di
caduta e di necessaria risalita, di fatto sviluppando ed estendendo i concetti presenti
in sintesi allinterno della runa che le precede. Pertho , la numero 14, il pozzo in
cui luomo si smarrito, e nel quale i propri talenti e le proprie sapienze si
confondono alle acque inferiori dellamnesia e ai residui psichici di una realt in
decomposizione
75
; questo stato corrisponde sotto certi aspetti alla manifestazione
corporea del Mahnga. Algiz , runa numero 15, invece il ponte arcobaleno che va
rimontato in direzione del soffio trascendente. Larcobaleno (Bifrst
76
nella
tradizione germanica) in ogni metafisica tradizionale un avamposto di
comunicazione verso lalto: Algiz, runa numero 7 del secondo aett
77
, infatti sigillo
del sacerdote, di colui che varca le acque inferiori di Pertho -in questo senso
larcobaleno totalmente complementare al simbolo dellarca di No, che quelle
acque inferiori le domina in un periodo di passaggio
78
- in direzione della porta
celeste; tale originariamente la prerogativa del Sacerdote di Giustizia, Kohen-
Tsedeq, alfiere del Mahtm
79
.
E daltro canto Sowulo , la runa numero sedici, ossia 1 + 6, da cui sempre la cifra
dellarcobaleno che corrisponde ai Dwpa, le sette terre/ere primordiali che dipartono
dal Mru ind, montagna bianca e polo centrale
80
, rappresenta proprio il nucleo dello
spirito, Brahtm, quel sole incorporeo da cui provengono i dodici raggi di Jera.
Ma cosa accade se viene a mancare il ruolo di mediazione che abbiamo notato con
Jera, ossia se viene a decadere sulla Terra un centro che sia davvero diretta

74
Torneremo pi avanti sui valori di questo decadimento, analizzando nello specifico le
caratteristiche delle ultime due rune del Futhark antico.
75
Non casualmente Pertho deriva verosimilmente dalletimologia della parola celtica che significa
mela, ossia quert. Losservazione da attribuirsi a Vincent Ongkowidjojo nel suo Secrets of
Asgard, p. 80 e sgg. La mela identifica chiaramente la caduta, la cacciata dal Paradiso Terrestre,
la perdita di una conoscenza originale. Approfondiremo il valore di questo passaggio in un capitolo
successivo dedicato alla runa Algiz in rapporto proprio con Pertho.
76
Bifrst che, con un po di coraggio, potrebbe essere tradotto come ghiacciato due volte, ossia
in entrambe le direzioni, a conferma di come il ponte tra Terra e Cielo sia stato vittima di
uninterruzione che impedisce le comunicazioni tra il livello superiore e quello inferiore. Fermo
restando che il livello superiore continua, pur non rivelandosi manifestamente, a dirigere, come
nellordine delle cose, tutto ci che necessario al compimento del quadro inferiore.
77
7 come i colori dellarcobaleno, di cui il principale il bianco. Si rinvia in tal senso a Simboli
della Scienza sacra, p. 300 e sgg., il capitolo I sette raggi e larcobaleno.
78
Su questa complementariet la nota 10, a pagina 104, in Il Re del Mondo.
79
Chiariremo pi avanti come proprio la runa Algiz abbia evidenti contatti con la regalit
sacerdotale delle origini.
80
Sullimportanza di queste sette terre o ere, Forme tradizionali e cicli cosmici, in particolare il
capitolo I, p. 11 e sgg. opportuno notare come le sette ere si moltiplichino in quattordici, di modo
che ogni era, allinterno di un ciclo completo o Kalpa, ammette anche il suo capovolgimento,
precisazione affatto casuale in vista delle conclusioni alle quali giungeremo in questo primo
capitolo.
20
proporzione della dottrina originale o di sue, pur successive, produzioni? La ruota
accelera a tal punto che, perlomeno a un livello inferiore, si smarrisce la presenza del
mozzo, del medio che la fa girare, del Manu che, pur non partecipando alla ruota, ne
determina il movimento. La runa che suggella questa contrazione improvvisa nel
Futhark antico Dagaz , la ventiquattresima e ultima
81
, cifra che la pone in diretto
rapporto con Jera.
C un simbolo in particolare , e di cui tratta Gunon in alcune note di Il Re del
Mondo
82
, che ora pu tornarci utile come paragone. Gunon lassocia alla fusione
dellalpha e dellomega, in quanto essenza del Cristo, e in generale lo qualifica come
sintesi del Principio, del mezzo e della fine. Inoltre esso suggerisce anche la crasi
della formula dellAve Maria, peraltro con notevoli somiglianze con il monosillabo
dellOm o Aum. Per quello che interessa qui, ci sono inoltre dei curiosi indizi che ci
permettono di ritrovare lessenza di Dagaz rispetto a unaltra runa posizionata nelle
sue vicinanze allinterno del Futhark antico: trattasi di Inguz , la runa numero 22.
Si nota subito come il rombo centrale proprio del simbolo coincida con Inguz,
che a suo modo delinea la metafisica del figliolo divino
83
, dellHorus nato dalle nozze
sacre o chimiche. Questo ruolo nella mitologia nordica assunto da Yngwie, o
Frey, che corrisponde a Pan, il Dio tutto delle religioni classiche
84
. Inguz dunque
uovo del mondo, ricettacolo in cui sono racchiusi tutti i germi della manifestazione.
Ci rende in effetti Inguz ideale mediazione tra alpha e omega, tra il Principio e la
sua attuazione terrena, tra il divino nulla di Kether e il regno manifestato di
Malkuth
85
. Per dirla in termini runici, Inguz si pone come incontro tra lessenza
vibratile di Ansuz e la manifestazione visibile di Othila , rispettivamente rune

81
Non tutte le esegesi del Futhark antico sono concordi nellinserire Dagaz in ultima posizione,
preferendole Othila. Nel presente studio i valori di Dagaz, in quanto runa numero 24, sono cos
simmetrici, perfino nelle opposizioni, a quanto riferito su Jera, che non sarebbe possibile
immaginare unaltra collocazione, che comunque la pi corretta secondo la nostra interpretazione,
dal momento che Dagaz consente un uscita dal ciclo che con Othila sarebbe sostanzialmente
impossibile. Ora capiremo il perch.
82
Si tratta della 14 a p. 23 e della 6 a p. 40.
83
Ing nella onomastica germanica e nordica significa del resto figlio di. Si pensi ai casi di
Ingmar, Ingeborg, Ingrid, tutti nomi derivati da questa radice.
84
Una figura che sarebbe appunto il caso di spiegare, al di l delle volgarizzazioni successive, come
rappresentazione dellunione tra il principio attivo, Purusha, e quello passivo, Prakriti. E in effetti
Inguz interpretabile anche come la chiusura di due Kenaz, ossia come fusione di un fuoco
superiore e di un fuoco inferiore. La compenetrazione di due Kenaz in Inguz evidente anche
nellaltra versione con cui si soliti rappresentare la ventiduesima runa. Inguz, in quanto uovo
del mondo, dunque unione del maschile e del femminile, delle fasi ascensionali e
discensionali, rispettivamente dello yang e dello yin.
85
Sulle Sephirot oltre a Gunon, Il Re del Mondo, p. 63, si rimanda anche a Gershom Scholem, La
Cabala, Edizioni Mediterranee, Roma, 1982.
21
numero 4 e 23 del Futhark antico. Avremo modo di tornare su questo rapporto in un
capitolo dedicato, basti per ora specificare come Ansuz coincida con lnd, il respiro
che Odino emana attraverso la sua lancia (wand
86
), il soffio vitale che procede
dallessenza metafisica; Othila di questo respiro rappresenta invece la
materializzazione inferiore, lomphalos riconoscibile che sanziona la casa di Dio
sulla Terra. E del resto evidente, anche a livello etimologico, laccordanza tra Othila
e Beith-El; il cerchio di Othila focalizza proprio la fondazione del tempio, porzione
del suolo che riflesso diretto, pi o meno potente, di un polo trascendente
identificato in questo caso dal sussurrare di Ansuz
87
. Inguz , sempre rimanendo in
tale prospettiva, il risultato del principio attivo di Ansuz (Purusha) che ha fecondato
la materia passiva e terragna di Othila (Prakriti). E, tornando a quanto accennato
sul simbolo , parimenti il mediatore ideale tra Cielo e Terra, immagine del Re
del Mondo, colui che invariabile mezzo tra le regioni dello spirito e quelle del
corpo.
E tuttavia Dagaz inghiotte questa compartecipazione, annullando la
manifestazione di Inguz e trasformando in ostinatamente binarie quelle attribuzioni
trinitarie che abbiamo visto essere presenti anche in Odino, inteso quale perno di
ordine e di conservazione dellarchitettura universale, e che chiaramente afferiscono
il ruolo prestabilito del Melki-Tsedeq e del Cristo
88
. Dagaz , di contro, super-
sintesi di , accozzare violento di alpha e omega, di inizio e fine, senza pi
nessuna chance di mediazione; occultamento dunque anche della terza faccia di
Giano, che lascia sul campo gli opposti del Janua Coeli e del Janua Inferni (
evidente nel simbolo), perch ogni verosimile transizione venuta a mancare. Ovvero
Dagaz toglie di mezzo, o meglio dal mezzo, un potere che prima di allora
tratteneva, impedendo un simile esito, che si risolve nella libera contesa di forze
definitivamente opposte. In termini molto simili, pur essendo distanti gli ambiti e la
specifica valenza di quanto viene tolto di mezzo, si esprime Massimo Cacciari nel
suo ultimo saggio, intitolato appunto Il potere che frena
89
.

86
Da cui wanderer appunto, avventuriero dello spirito, proprio in virt della sua wand, la
lancia, che chiaramente, in quanto simbolo assiale, riproduce un processo di riavvicinamento al
Centro immobile. Odino, portando in giro la sua lancia, diffonde il soffio di Dio e lo rende fruibile
in una zona terrena, rappresentata appunto dal cerchio di Othila, in questo caso alter ego
femminile proprio dellasta virile.
87
La caduta della pietra sacra, del betile, assolutamente simmetrica alla discesa di questo soffio
che vivifica la materia inerte del mondo finito.
88
Ci riferiamo, come sottolineato precedentemente, a Odino in quanto tale, in quanto vili e in
quanto v, in quella attribuzione trinitaria che avvicina lAllfdr al pi antico Melki-Tsedeq.
89
Cfr. Massimo Cacciari, Il potere che frena, Adelphi, Milano, 2013. Si tratta peraltro di un testo
uscito nel giro di pochi mesi con unedizione allargata e rivista: evidentemente allautore la materia
pare urgente e particolarmente attuale. Non questa la sede per trattare di teologia politica, che
lambito del saggio in questione, ci non toglie che il sunto di tali giudizi, su un piano simbolico,
riguardi anche lessenza di Dagaz, che rappresenta quel rapido volgere degli eventi che proprio
Cacciari sintetizza cos: () unaltra potenza sembra operare nello spasmo di questo tempo
22
E difatti il giorno di Ragnark descritto come il reciproco annullamento tra le
energie della creazione e quelle della distruzione, o meglio, visto il graduale
impoverimento che ha subto la manifestazione cosmica, tra le forze della resistenza e
quelle della dissoluzione, del ghiaccio e del fuoco, come preminente appunto nella
concezione di questa specifica mitologia. Odino viene inghiottito dal lupo Fenrir e
vendicato da suo figlio Vidar, che in questo senso Odino stesso, e analogamente gli
altri rappresentanti di questo duplice ordine di cose si danno reciproca consunzione
90
.
Il grande medium, rappresentato appunto da Inguz, che di tale ambivalenza di forze
summa, viene meno e per un attimo la ruota cosmica, qui giunta al suo estremo
rintocco, si ferma. Trattasi di quel cruciale capovolgimento che segna il passaggio da
unepoca allaltra. Si coglie del resto, sempre nelle simmetrie di Dagaz ,
lassottigliamento a imbuto di una fase per consentire lemergere di una nuova era
che si riapre proprio dal punto in cui quella precedente era terminata; da notare,
peraltro, come il simbolo possa essere letto sia da sinistra che da destra,
scavalcando le problematiche specifiche di circumambulazione rituale in dote alle
singole tradizioni, questione che avremo modo di riprendere pi avanti riguardo ai
significati della runa Raido
91
.

ultimo, sulla cui durata vano congetturare una potenza che raffrena lapocalisse, il disvelarsi
perfetto dellEmpio. Ma quando colui che la incarna sar tolto di mezzo, allora, nulla restando fra
lAvversario e il Signore Ges, verr finalmente questultimo a condannare tutti coloro che non
hanno creduto alla sua verit, ivi, cit. p. 13. In un altro punto del saggio Cacciari scrive: Ogni
medietas destinata a crollare nellora apocalittica, ivi, cit. p. 60. Questa medietas non viene
necessariamente intesa nel senso del Melki-Tsedeq per come ne abbiamo parlato fino ad ora, ma di
tutti quegli aspetti del katechon, di poteri dunque che trattengono, siano essi manifestazioni
dellImpero politico, della Chiesa militante o perfino dellEmpio in nuce. In ogni caso qui
interessante anche il riferimento allora apocalittica, manifestandosi appunto Dagaz in una manciata
di ore, 24 per la precisione.
90
Thor abbatte il serpente Jrmungandr, ma soccombe per il suo veleno. Heimdall, protettore del
Bifrst, sconfigge Loki, ma viene ferito fatalmente dallo stesso. Analogamente Frey e Surtr si
danno morte reciproca, e cos via. Da un punto di vista iniziatico questo superamento, per
annullamento, di forze complementari e opposte rappresenta il raggiungimento del terzo occhio,
inteso come suprema sintesi delle qualit ambivalenti di partenza. Dagaz annuncia dunque,
alloccorrenza, anche una nuova era dello spirito individuale, fermo restando che in questa sede
ne stiamo analizzando soprattutto le valenze cicliche.
91
In questa doppiezza di direzione, Dagaz una sorta di clessidra posta in orizzontale. In effetti con
il compimento di Dagaz viene a mancare ogni sicurezza di conservazione di un qualsiasi status quo.
Tale valore tanto pi lampante nel momento in cui si legga Dagaz quale opposizione dei due
triangoli, inferiore e superiore, che determinano la figura di Inguz . Ci che nelluovo cosmico
complementare, con la fine di una manifestazione diventa inconciliabile. Lo stesso Mercurio,
secondo una sintomatica immagine simbolica (si veda in proposito la nota 9 a p. 49 in La Grande
Triade), proprio attraverso la sua bacchetta (simbolo assiale) ricompone due serpenti che stanno
litigando: questo riordinamento consente la manifestazione facendola procedere dal caos. Dagaz,
daltro canto, porta alle estreme conseguenze il litigio dei due serpenti, in vista proprio di una nuova
processione dal caos. Lopposizione di vita e morte in Dagaz presente anche nel simbolo
dellascia bipenne che di fatto nella sua parte superiore coincide con Dagaz. Ascia bipenne che
peraltro riprende il doppio significato del vajra, la pietra fulmine che da una parte accorda la vita e,
23
Tutte queste immagini rendono perfettamente la necessit del solo e unico possibile
raddrizzamento per come lha affrontato Gunon nellintroduzione al suo Regno della
Quantit e i Segni dei Tempi: () ma poich tale <<raddrizzamento>> presuppone
che si sia giunti al punto darresto in cui la <<discesa>> interamente compiuta, e in
cui <<la ruota cessa di girare>> (almeno in quellistante che segna il passaggio da un
ciclo ad un altro), bisogna concludere che, fin quando questo punto non sar
effettivamente raggiunto, queste cose non potranno essere comprese dalla
maggioranza della gente, ma soltanto dallesiguo numero di coloro che saranno
destinati, in una misura o in unaltra, a preparare i germi del ciclo futuro
92
.
La discesa di un triangolo di Dagaz dunque totalmente funzionale allaccrescimento
dellaltro, congiuntura che segna davvero linizio dellet successiva, per quanto ci
riguarda il ritorno del Krita-Yuga/ Satya-Yuga o analoga et delloro. Come Gunon
lascia ampiamente intendere nei capitoli conclusivi della sua opera pi significativa a
riguardo
93
, ogni tentativo di creare un nuovo presunto centro spirituale prima di
questa fine, ovvero nei tempi del Kaly-Yuga, va letto come unimpostura, cio come
lestremo capovolgimento del polo primordiale e della sua dottrina
94
. Questa
prospettiva corrisponde del resto, ancora una volta, allestremo decrescere di un
triangolo di Dagaz, e in pratica alla sostituzione contro-iniziatica dello Janua Coeli
con lo Janua Inferni
95
. Ci presuppone di fatto il compimento definitivo del ciclo di
Jera che, oltre a rappresentare lanno solare, davvero accostabile al grande anno
che Gunon, riferendolo ai Greci e ai Persiani, quantifica tra i 12.000 e i 13.000 anni
di durata
96
, ossia una cifra che in qualche modo riporta sempre al 12 di Jera. Dagaz,
sotto questi riguardi, dunque contemporaneamente lopposto e il compimento di
Jera, situazione che peraltro viene a coincidere nel momento in cui la ruota cessa di
girare e attua il suo raddrizzamento.
Ma cosa accade prima di questo estremo cambio di rotta? Othila
97
, essendo la runa
che precede Dagaz, stabilisce un approdo, di qualunque entit esso sia, prima che la
ruota volga verso un nuovo ciclo. Othila dunque lestrema quiete prima della
tempesta, lultima solidificazione prima della dissoluzione finale. Othila anche,

dallaltra, la distruzione, a seconda della direzione, celeste o terrena, che intraprende nel suo atto,
ambivalenza che peraltro coincide sempre con la co-abitazione delle due differenti porte solstiziali,
che tuttavia in Dagaz non conoscono pi la necessaria mediazione di Jera, giungendo perci al
reciproco schianto. Ci torneremo in occasione dellultimo capitolo.
92
Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, cit. p. 13.
93
Ivi; si vedano soprattutto i capitoli 36-40, pp. 237 - 270.
94
Tracce di questo genere sono evidenti anche nel fatto che il leone emblema sia del Cristo che
dellAnticristo, tanto vero che la cifra 666, che identifica proprio la Bestia, anche numero solare.
95
Cfr. Il Re del Mondo, nota 8, pp. 103-104.
96
Per la precisione, 12.960; su questo genere di ragionamenti rimandiamo al primo capitolo di
Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 19 e sgg.
97
E bene precisare come il significato che attribuiremo a Othila in questi paragrafi riguardi
soprattutto il suo valore ciclico e il senso della sua posizione allinterno del Futhark antico. Questo
trattamento non smentisce alcuni significati della stessa Othila, bens li relativizza allinterno di
unindagine che in questo capitolo, e non solo, ha inteso prendere le rune come tasselli di un unico
corpo e quindi con una precisa funzione normativa.
24
beninteso in un ciclo qualitativamente pi alto, lultima Thule (Othila, Tula, Tul,
lanalogia evidente), ossia un omphalos che manifestazione pi o meno diretta del
Centro delle origini. Othila ad esempio Atlantide, sebbene pi antica di essa sia la
Thule degli Iperborei, che Gunon colloca a Nord, in quella che considerata la
provenienza autentica della vera Tradizione
98
.
Tuttavia il presente Manvantara, come naturale nellandamento ciclico delle ere, si
concluder con il punto pi basso dellattuale Kaly-Yuga. E dunque lecito presumere
che la Othila dei nostri tempi, runa normalmente identificante una sopravvivenza del
germe primordiale, funzioni in questo caso nelle vesti di anti-Othila, ossia quale
capovolgimento della casa di Dio, del Beith-El di Giacobbe. Proprio Gunon, in Il Re
del Mondo
99
, cita linversione di Beith-El in Babel, da cui Babilonia, regno dominato
dalla menzogna, antipasto fraudolento della rivelazione; peggior inversione prima del
raddrizzamento
100
. Solo una falsa Othila, una Othila capovolta, potr dunque
annunciare il baratro definitivo del presente Manvantara e consentire finalmente il
ritorno del vero Chakravart, colui che fa girare la ruota senza parteciparvi
101
.
Essendo Othila runa di centro e di inquadramento, ma anche di estrema
solidificazione e accumulo, vi da credere che la Othila del Kaly-Yuga non possa che
proporre un ingolfamento condotto alle estreme conseguenze, dato dalla
sostituzione di ogni principio vivificante con la materia contro-iniziatica. Non si
tratter in questo caso del v odinico, o di qualsiasi altro soffio proveni-ente
dallEnte supremo (da cui appunto solo pu provenire unilluminazione di tipo

98
Cfr. Il Re del Mondo, pp. 95-96, dove appunto la Tula iperborea viene distinta da quella
atlantidea.
99
Ivi, p. 104.
100
Ovviamente tra le fonti di Gunon c lApocalisse di Giovanni. Peraltro, sempre da questo
genere di capovolgimento, deriva Babele, di cui la torre e le innumerevoli lingue rappresentano il
sintomo di un falso protendersi verso Dio, dunque di un transitorio trionfo delle forze del caos e
delleversione.
101
Nella nota 81 avevamo alluso alle teorie che pongono Othila come runa conclusiva del Futhark
antico. Ci smentirebbe la chirurgica simmetria che vige tra Jera e Dagaz, e sancirebbe lapprodo
immutabile di qualsivoglia ciclo, il che impossibile dato che nella natura delle rotazioni
cosmiche che ogni fase, una volta giunta allo stadio terminale, conosca un ribaltamento,
rappresentato in questo caso da Dagaz, che comprensibilmente quel Ragnark che irrompe sullo
status quo di Othila. Se anche ammettessimo che Othila sia il ritorno al Centro primordiale dopo il
ribaltamento di Dagaz, che presupposto di alcuni studi runici, cadrebbe tuttavia il significato di
nuovo inizio rappresentato dalla prima runa Fehu, il fuoco primigenio, che in questo senso
decisamente pi coerente con le istanze corrosive di Dagaz, nonch sua diretta emanazione.
Essendo Othila runa di profonda circoscrizione, ogni approdo spirituale, persino il pi alto,
dovrebbe dunque dirsi definitivo, affermazione che smentirebbe linfinit delle possibilit dei piani
divini e la conseguente dinamicit delle fasi cicliche. Una simile affermazione non regge anche
quando la si analizzi da un punto di vista ermetico, essendo ogni dissoluzione legata a una
coagulazione, e viceversa. Dagaz rappresenta unestrema dissoluzione che in diretto rapporto con
la coagulazione precedente, Othila appunto, e quella che la segue, Fehu, che di fatto rappresenta il
nuovo germe del manifestato. E insomma impossibile ammettere che un ciclo si concluda senza
subire quella dissoluzione che la riconduca per un attimo negli ambiti del non-manifestato. Sul
rapporto necessario che vige tra solve e coagula, tra dissipazione e condensazione, si rimanda
alle osservazioni di Gunon in La Grande Triade, p. 55 e sgg.
25
superiore), bens di una forza psichica infinitamente pi bassa. Teniamo presente che
la Inguz sbranata da Dagaz , in quella corrispondenza che abbiamo stabilito con
il simbolo , compresa proprio nella parte superiore di Othila , a ulteriore
conferma di come, normalmente, la casa di Dio in Terra sia diretto riflesso del
germe dellintera manifestazione, in accordo reciproco con lasse cosmico. Questo in
termini generali, mentre se affrontiamo il decadimento che le stesse rune hanno
subto nel corso dei secoli approdiamo a conclusioni diametralmente opposte. Proprio
Inguz, peraltro da alcuni studiosi delle rune che evidentemente sottovalutano il
problema e lo danno oramai per assodato
102
, viene descritta quale varco astrale, ossia
come porta capace di immettere al pi in quella dimensione sottile che rappresenta il
vertice della metafisica contraffatta di un mondo che ha tagliato i ponti con il piano
superiore, e che Gunon invita a non equivocare, da psichismo che , in
spirituale
103
. Othila, del resto, nella sua figura ricorda la cruna dellago di cui
parla sempre Gunon in Simboli della Scienza sacra, identificandola come porta
solare
104
, quale accesso davvero esclusivo, pertugio che sintetizza la qualificazione
necessaria a colui che voglia realmente indagare i grandi misteri
105
; pietra insomma
angolare che conclude un tragitto di risalita. Si tratta di una annotazione legittimata
anche da una delle poche immagini che costellano le pubblicazioni attuali di Gunon:
proprio nel capitolo dedicato alla pietra angolare in Simboli della Scienza sacra vi
il riferimento a unillustrazione tratta dallo Speculum Humanae Salvationis
106
, che
mostra due muratori nellintento di depositare un caput anguli che ha giustappunto la
forma romboidale di Inguz
107
. Questultima del resto proprio la chiave di volta di
Othila, ossia la runa che riassume e sanziona, per le sue accordanze col betile, le
attribuzioni dellarchitettura sacra.

102
La dimensione sottile cos legata al corpo e alle sue vicende, da non poter in nessun modo
essere confusa con una vera attivit spirituale, che proprio nel distacco dal corpo, e dalle sue
limitazioni, attua il suo percorso di risalita.
103
Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, con riferimento al rispettivo capitolo, La
confusione tra psichico e spirituale, p. 231 e sgg.
104
Come abbiamo detto in precedenza, una delle rappresentazioni del simbolo della porta stretta
la <<cruna dellago>> (). Lespressione inglese needles eye, letteralmente <<occhio
dellago>>, particolarmente significativa al riguardo, poich lega pi direttamente questo simbolo
ad alcuni suoi equivalenti, quale l occhio della cupola nel simbolismo architettonico: si tratta di
raffigurazioni diverse della porta solare>, designata anche come Occhio del Mondo . Cfr.
Simboli della Scienza sacra, cit. p. 294.
105
Origine della parola mistero che qui assume un valore tanto pi significativo. Gunon la fa
ricavare direttamente dal tacere e dall essere silenziosi, condizione originariamente di ci che
inesprimibile e che dunque riguarda le pi alte ragioni dello spirito. Anche la parola mito va
ricondotta a ci che muto, che cio non si pu rivelare, e che quindi trova manifestazioni
analogiche di rappresentazione. Cfr. Gli stati molteplici dellessere, p. 45, nota 1.
106
Che un trattato, anonimo e illustrato, di teologia, attribuito al periodo tardo medievale.
107
Cfr. Simboli della Scienza sacra, pp. 245 e 246.
26
La specifica valenza di Othila data anche dal fatto che essa composta da due
rune Sowulo , runa del Brahtm, ossia di un movimento perfetto attorno allo
swastika, che del resto proprio dallintreccio di due Sowulo formato. Lo stesso
avviene con Othila: in essa, a sinistra per chi guarda, vi una Sowulo ascendente, che
identifica appunto il polo immutabile; mentre quella di destra una Sowulo
discendente, coincidendo con lo specchio terrestre del non manifestato. chiaro che
se Othila viene capovolta si attua una totale inversione di questo rapporto ed questa
del resto lessenza del Kaly-Yuga giunto allo stato terminale.
In una Othila dritta proprio il suo essere chiusa da due Sowulo qualifica del resto la
condizione della realt visibile, rivolta da una parte verso la luce superiore e dallaltra
verso il suo riflesso pi basso, un cordone sanitario che da entrambi i lati garantisce
e fortifica
108
; chiaramente la solidit di queste mura direttamente proporzionale alla
fase ciclica che si sta verificando
109
.
A maggior ragione dopo queste osservazioni, lanti-Othila attuale deve rappresentare
una pietra angolare posta al contrario, ossia il vertice di una piramide inversa -lo si
nota proprio capovolgendo Othila ; una porta solare che oramai al limite porta
lunare, quella condizione a cui ridotta la stessa Inguz, che del resto di Othila
polo centrale e superiore. Inguz, da sigillo macrocosmico che era, veicola attualmente
il regno dello psichismo inferiore
110
, che la fase odierna ha fatto assurgere a via

108
da notare peraltro come la Sowulo discendente e la Sowulo ascendente che compongono
Othila corrispondano alle tracce circolari presenti nel simbolo della doppia spirale e ai due sensi di
rotazione dello swastika. Questi segni peraltro coincidono a loro volta con lo yin e lo yang, laddove
il primo rappresenta la manifestazione passiva che equivale alla Sowulo discendente, mentre lo
yang riguarda il polo attivo della manifestazione di cui la Sowulo ascendente simbolo analogo. Le
due Sowulo in cui si scompone Othila di fatto riprendono lintegrazione tra Cielo e Terra, tra corso
ascendente e discendente della manifestazione, di cui la ventitreesima runa appunto sintesi.
peraltro interessante notare come le due Sowulo possano formare Othila cos come intrecciarsi nello
swastika. Se consideriamo Sowulo come serpentina di energie ambivalenti, giungiamo anche alla
conclusione che due Sowulo sono in fondo i serpenti attorcigliati attorno al caduceo ermetico. E a
loro volta questi due serpenti concernono le fasi di Janua Coeli e Janua Inferni, che proprio
attraverso il simbolismo di Giano abbiamo riferito ai due mazzi di chiavi, dorato uno, argenteo
laltro. Diventa quindi tanto pi significativo che una versione alternativa dello swastika, il
cosiddetto Swastika clavigero, sia costituito da quattro chiavi intrecciate. Lo stesso Gunon
riporta del simbolismo, pi raro, di uno Janus Quadrifrons, che di fatto, oltre alle porte solstiziali,
accorpa anche quelle equinoziali. Su tutti questi significati si rimanda in particolare al capitolo V e
VI di La Grande Triade, pp. 46-64.
109
Cos al sole spirituale corrisponde del resto quel sole fisico che gli edifici sacri, gli edifici
propriamente di Othila, seguono nella loro orientazione. Sullorientazione degli edifici sacri rispetto
ai movimenti del sole si rimanda alla gi citata opera di Fulcanelli e ai riferimenti presenti nella
sezione di Simboli della Scienza sacra dedicata al simbolismo costruttivo, p. 221 e sgg.
110
Inguz, anche nella mitologia nordica e germanica, incarna del resto le qualit del regno di
Vanaheim e delle sue divinit, dette per lappunto Vani, entit lunari e figlie della Prakriti,
laddove il sole del s superiore investe gli Di di Asgard, gli Asi (dal sanscrito Asu, potere vitale),
quei dodici che sono emanazione diretta del principio attivo di Purusha. Va peraltro notato che
anche qui si tratta di interpolazioni successive che hanno reso solare ci che originariamente era
27
superiore, da camminamento infinitamente pi basso che , il tutto per ignoranza -
nel senso che se ne ignora davvero lesistenza- delle vie ammesse dalla metafisica
tradizionale. E del resto sono molti coloro che possono varcare la porta astrale,
mentre ridotta e significativa quelllite che pu attraversare con merito la porta
solare di cui Othila, attraverso il suo needles eye, , almeno in teoria, diretta
rappresentazione.
Ci non preclude, tuttavia, anche degli altri ragionamenti su Othila rispetto alle fasi di
ciascun ciclo. Ribadiamo del resto come ogni Manvantara, qualunque sia la sua
qualit di fondo, segua un processo calante, peraltro sempre pi rapido nelle sue fasi
ultime, come sottolineato da Gunon
111
. Othila di fatto il punto pi contratto e
rigido di questa discesa, e di essa anticipa la fine. Al contempo Othila , e sar
sempre, perlomeno in via del tutto generale, anche unultima Thule, incarnando,
quanto meno, una sacca liminale di resistenza e di concentrazione di determinate
facolt. Ci rende Othila lestremo baluardo statico di una fase in cui le mura di
Asgard non sono pi rese flessibili dalla qualificazione, rischiando pertanto di
crollare a ogni sobbalzo, quando in verit lunica soluzione, in tutti i sensi, sarebbe
una vampata capace di immettere in una nuova era. Se non altro, proprio tra le linee
di queste attribuzioni, troviamo la prospettiva secondo cui la Othila dei nostri tempi
pu essere guardata da coloro che sono persuasi di avere ereditato i barlumi di un
senso superiore. Per costoro Othila sar ancora un poco dritta e agir da
selezionatore di quanto merita di accedere alla fase successiva, uno strumento atto
insomma a separare il grano dalla pula o il grano dal loglio, a seconda
dellimmagine che si preferisce evocare.
E quindi duplice, a seconda del punto di vista con cui si vive il fenomeno, il ruolo di
accumulazione compiuto da Othila, fermo restando che tali sono le sue prerogative,
qualunque sia il livello delle forze immesse. Nel caso sintendano le energie pi
basse, Othila giostra quale apice negativo, agendo propriamente da finto centro, come
camuffamento in cui la quantit equivoca la qualit della vera essenza metafisica
112
.

lunare, in quanto gli Asura vedici rappresenterebbero, rispetto ai Dva, forze di tipo discensionale, a
conferma di come appunto Odino sia una divinit della caduta che assume tratti olimpici nella sua
risalita, mentre il Tyr delle origini imparentato ai Dva celesti. Sullopposizione tra Dva e Asura
si rimanda sempre a La Grande Triade, p. 51 e sgg.
111
Dice nello specifico Gunon della fine del ciclo attuale: Quel che vogliamo dire che, a
seconda delle diverse fasi del ciclo, serie di avvenimenti tra loro paragonabili non si compiono in
durate quantitativamente uguali; ci appare soprattutto evidente quando si tratta di grandi cicli,
dordine ad un tempo cosmico e umano, ed uno degli esempi pi notevoli si ritrova nella
proporzione decrescente delle durate rispettive dei quattro Yuga, il cui insieme forma il
Manvantara. E proprio per questa ragione che attualmente gli avvenimenti si svolgono ad una
velocit che non trova riscontro nelle epoche anteriori, velocit che va aumentando senza posa e
continuer ad aumentare fino alla fine del ciclo; si tratta di una specie di progressiva
<<contrazione>> della durata, il cui limite corrisponde al <<punto di arresto>> al quale abbiamo
fatto allusione altrove (); Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, cit. p. 46.
112
Quantit che, come spiega Gunon, la matrice ideale sulla quale vengono naturalmente
costruite le logiche contro-iniziatiche. Cfr. Il Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, ancora con
riferimento ai capitoli citati alla nota 93.
28
Daltro canto, lOthila della presente fase, nelle sue residue valenze positive, pu
servire a selezionare i pochi ma buoni che meritano di passare oltre, nella
speranza che le sue propriet coagulanti consentano anche lavvicinamento e la
solidariet (che del resto sempre solidificazione ) delle parti migliori rimaste in atto.
Trattasi del resto di quellesiguo numero di coloro che saranno destinati, in una
misura o in unaltra, a preparare i germi del ciclo futuro di cui dice Gunon
113
.
In ogni caso la sedimentazione di Othila e delle sue farraginose mura alla fine sar
spazzata da un movimento repentino, quello di Dagaz. Dagaz, vale la pena di
ricordarlo, non dunque casualmente la runa 24, proprio come ventiquattro sono le
ore del giorno: tag e day, nomi di uso comune, derivano proprio da Dagaz intesa
quale giorno dellapocalisse e del rientro della Gerusalemme celeste in Terra. Una
Gerusalemme che, attraverso il raddrizzamento della ruota, succeder al suo esatto
inverso, la Babilonia della dannazione.
La stessa idea presente in alcune immagini della Commedia: Dante discende
nellultimo girone infernale, nel punto di maggiore solidificazione delluniverso,
rappresentato dalle ghiacchiate del Cocito, su cui simpone linerme corpo di
Lucifero caduto, che di fatto rappresenta il capovolgimento dellasse cosmico
114
.
Risalendo proprio lungo il tronco di Satana, egli raggiunge il punto in cui il
cosmo/ruota si raddrizza in direzione del Purgatorio, che di fatto contiguo, ma in
opposizione, rispetto allInferno
115
. Sempre Gunon in questo simbolismo ha
rinvenuto le fasi della Grande Opera, ossia dellestrema coagulazione -il ghiaccio
del Cocito, appunto- e del solve, il fuoco dellascensione, tanto vero che Dante si
alleggerisce di peso man mano che si avvicina alle vette dellEmpireo
116
.
Analogamente Othila rappresenta lestrema solidificazione delle ghiacchiate del
Cocito, un rallentamento allennesima potenza prima che Dagaz, che viceversa
laccelerazione improvvisa, giunga con il suo turbine di fuoco, nella mitologia
nordica apportato dal demone Surtr, a rigenerare il mondo in decomposizione. Una
visione che conforme alle pi importanti tradizioni e che pone Dagaz come quel
fal cosmico che procede direttamente dallaccumulo di scorie fermentate nel

113
Sempre Gunon in Simboli della Scienza sacra, lomonimo capitolo 46 (p. 259 e sgg.), allude
alla necessit di riunire ci che sparso. Basti come accenno, tuttavia assolutamente coerente al
discorso che stiamo facendo.
114
Questa immagine peraltro fa il paio con quella del gigante Aurgelmir, o Ymir, dalla cui carcassa
viene ricavata larchitettura di Midgard nella mitologia nordica. Sono aspetti sui quali torneremo in
riferimento alla runa Uruz e al valore dello smembramento iniziatico.
115
I coni dellInferno e del Purgatorio sono simboli complementari ai triangoli che compongono il
sigillo di Salomone e che corrispondono anche alla montagna e alla grotta, immagini che abbiamo
gi menzionato. Di fatto lInferno rappresenta il triangolo capovolto, il cuore delluomo, la caverna
della caduta, il luz grezzo che deve raddrizzarsi per potersi ricongiungere con la montagna divina,
di cui evidentemente il Purgatorio dantesco rappresenta lanticamera sulla via della risalita verso il
Paradiso. La runa Berkana, la numero 18, partecipa proprio a questa ambivalenza simbolica, che
avremo modo di chiarire pi avanti.
116
Cfr. LEsoterismo di Dante, p. 99 e sgg. Sullargomento si rinvia anche allo studio di Bruno
Cerchio, LErmetismo di Dante, Edizioni Mediterranee, Roma, 1988.
29
ghiaccio di Othila: sarebbe insomma impossibile lazione purificatrice di Dagaz se
non ci fosse prima lestrema solidificazione della runa che la precede
117
.
La dottrina runica insegna del resto come non sia possibile capovolgere Jera, come
del resto non possibile farlo con Dagaz, mentre Othila pu subire questo
trattamento
118
: un finto vertice, essendo il Kaly-Yuga unepoca da leggere al contrario
rispetto alla Tradizione, questa lunica condizione per sancire la fine del presente
ciclo. Soltanto la menzogna definitiva potr annunciare il ritorno della verit
autentica, proprio come soltanto attraverso il Satana incavato nel punto pi basso
delluniverso Dante poteva sperare di giungere alla reale reintegrazione del suo
spirito. Ci, in termini macrocosmici, corrisponde al raddrizzamento della ruota dopo
che essa avr raggiunto il punto pi basso della sua cavalcata
119
, un fenomeno al
quale noi gradualmente stiamo assistendo, al di l del tempo che occorrer aspettare
prima che una nuova era abbia davvero inizio.























117
Ecco perch la materializzazione del caos dovr raggiungere prima il vertice massimo,
diventando fattore indifferenziato su pi livelli, prima che si possa operare una dissoluzione
salvifica. In virt di questo ragionamento si capisce ancora di pi il valore del ghiaccio e del fuoco
presso la concezione dellesoterismo nordico.
118
Le rune che non possono essere capovolte sono 9 e coincidono con i mondi della cosmogonia
nordica. Si tratta di Gebo, Hagalaz, Nauthiz, Isa, Jera, Eihwaz, Sowulo, Inguz e Dagaz.
119
Proprio attraverso la runa Raido, il senso della cavalcata (to ridein inglese) e il senso della
ruota (rad in tedesco) comunicano le proporzioni del tragitto cosmico. Ci torneremo in un
capitolo dedicato.
30
Nauthiz e Jera, le linee del drago

Come ha sottolineato di recente il professore Carlo Maletti, in un interessante articolo
comparso sul suo blog
120
, i principali draghi/serpenti della mitologia norrena,
Nidhggr e Jrmungandr, identificherebbero anche delle precise traiettorie
geomantiche, note appunto come linee del drago (ley lines). Tali linee
circoscriverebbero quei bacini in cui fino al 2012 si sono verificate con pi frequenza
le attivit sismiche che hanno colpito il nostro pianeta
121
.
Proprio Nidhggr e Jrmungandr sono rappresentati da due rune poste quasi in
sequenza nel secondo aett del Futhark antico. Esse sono Nauthiz e Jera che, come
evidente, condividono con i due serpenti le lettere iniziali; e non solo. Nidhggr
infatti il serpente attorcigliato alle radici dellalbero cosmico Yggdrasil, e ne mina la
stabilit (che dunque stabilit delluniverso tutto) con unattivit incessante di
erosione e rosicchiamento. A questa funzione sabotatrice equivalgono i significati
di Nauthiz che si sviluppa appunto in altezza, lasciando intendere la verticalit
dellYggdrasil, tuttavia contemplando anche dei disturbi, ovvero una diagonale che
propriamente taglia in due la solidit di questo axis mundi. Ci torneremo tra breve,
specificando le analogie di questo simbolo con quello della croce
122
. Viceversa
Jera simbolo che abbraccia, che contiene girando attorno al suo contenuto,
come capita al serpente Jrmungandr, che nella mitologia nordica posizionato a
cingere il cosmo intero
123
, il che del resto accade anche in altre tradizioni
124
; inoltre
chiara la radice comune tanto a Jera che a Jrmungandr.

120
http://www.professorcarlomaletti.it/loki-jormungandr-nidhoggrun-trattato-sulla-scienza-
geomantica-degli-antichi-popoli-germanici/.
121
Come ha modo di sottolineare Maletti in un modello grafico visitabile al link di cui sopra,
Nidhggr avrebbe come sua area di competenza il cuore dellAsia, il tutto secondo dinamiche che
corrono dallItalia alla Cina, tramite la Turchia; e, viceversa, Jrmungandr estenderebbe il suo
dominio allintera area del Pacifico, lambendone le coste. Se consideriamo che gli stessi di Asi
hanno chiara parentela con la parola Asia, intuiamo per quale ragione i popoli del Nord guardino
cos intensamente verso Oriente.
122
Inevitabile il rimando allo studio di Gunon, Il Simbolismo della Croce, con particolare
attenzione al capitolo XXV, denominato appunto LAlbero e il Serpente, p. 189 e sgg.
123
Jrmungandr noto del resto anche come Midgard, ossia il mondo delluomo in quanto Terra
di mezzo. Pi in generale, Jera la runa di Midgard, come ha fatto notare Freya Aswynn
associando le rune che non possono essere capovolte ai nove luoghi cosmici in cui si suddivide
luniverso della mitologia norrena. Cfr. Northern Mysteries & Magick, con riferimento allo schema
di pagina 143.
124
Unimmagine evidente ad esempio quella delle due teste serpentine che realizzano il simbolo
del Tao, con il bianco e il nero dello yang e dello yin. Del resto, anche in molti miti cosmogonici, il
serpente agisce quale artefice della creazione. Luovo cosmico della tradizione celtica, noto come
Glain, appunto fecondato da un mitico serpente originatore, che ha valenze propriamente
telluriche, il che rientra nei ragionamenti di questo capitolo. Sul simbolismo celtico si rinvia, tra i
tanti, a Sabine Heinz, I Simboli dei Celti Il fascino magico di un popolo straordinario, Edizioni Il
Punto dIncontro, Vicenza, 2000; sulla parte dedicata al simbolismo del serpente, p. 23 e sgg.

31
Nauthiz/Nidhggr e Jera/Jrmungandr scandiscono dunque i due principali
movimenti cosmici, quelli di rottura e quelli di conservazione, rispettivamente in
verticale e in orizzontale, unambivalenza che, sotto altri piani, riguarda anche le
attivit telluriche, che possono manifestarsi secondo moti ondulatori, orizzontali
appunto, come sussultori, ossia prevalentemente in verticale
125
. Jrmungandr nello
specifico definisce la stabilit fino a quando, nel giorno di Ragnark, esso ascender
alle vette di Asgard per darsi morte reciproca con Thor. La minaccia di Jrmungandr
si colloca pertanto nellambito delle alte, altissime frequenze, mentre il basso profilo
di Nidhggr non ne esclude tuttavia lattivit quotidiana, finanche a raggiungere
picchi di rilevante intensit. Grandi e piccole scosse, analogamente, caratterizzano il
prodursi del ciclo terrestre e in questa ottica i serpenti cosmici, e le rispettive rune,
agiscono e fungono come indicatori e misuratori; i moti di assestamento sono affare
di Jrmungandr, che per anche il serpente che nel giorno del giudizio dar lo
scossone definitivo; fino a quel giorno Nidhggr produrr invece le azioni pi
significative, rappresentando una minaccia costante, ma non ancora decisiva.
Vediamo in che modo le rispettive rune confermino tali impostazioni di massima.
Nauthiz sottintende il rosicare di Nidhggr nelle profondit della manifestazione,
ossia secondo logiche che riguardano lo sviluppo spaziale; ci conferma la
limitatezza delloperato di Nidhggr: la stessa condizione umana, almeno in
principio, non soggiace a dei limiti di spazio, mentre chiaramente schiava degli
indici di tempo. Quello runico regolato da Jera, in quanto polo centrale dellintero
Futhark, andando a coordinare gli opposti e linterscambio/sovrapporsi delle ere:
analogamente Jrmungandr con le sue spire abbraccia dinamiche di
accompagnamento del tempo terrestre; tale presa costante fino a quando il filo del
cronometro non sar reciso dal Ragnark.
Jera e Nauthiz ci nonostante convivono, anzi il loro un decorso assolutamente
naturale: quanto regolato nel tempo, si evolve nello spazio, cos come ci che
attraverso le stagioni si estrinseca negli ambiti fisici del manifestato. Ambiti che nella
mitologia norrena si formalizzano nei nove mondi posizionati lungo lYggdrasil su
cui Odino si capovolge per nove notti e nove giorni; come si nota, abbiamo lo
stesso numero a descrivere una condizione spaziale e una temporale, a conferma
dellintreccio tra le prerogative di Nauthiz e quelle di Jera. Lesperienza di Odino,
che coincide con la rinuncia alle tenebre dellignoranza, poi chiaramente comune
alla postura dellappeso dei Tarocchi e si abbina facilmente a quanto abbiamo detto
circa lavventurarsi di Dante e Virgilio sul tronco di Lucifero, per poi infine
invertirsi e transitare oltre. A tal proposito Nauthiz, in virt della sua forma ,
rievoca altrettanto chiaramente il simbolo della croce. I due segni che sintersecano in


125
Chi scrive chiaramente non sismologo: questi superficiali riferimenti indicano tuttavia la
profondit dosservazione della Scienza tradizionale. Poich davvero di scienza si trattava: le
cognizioni geomantiche consentivano di prevedere i fenomeni tellurici, che venivano studiati e
recepiti come avviene oggi con i moderni sismografi. Anche se oggi, a differenza di migliaia di anni
orsono, lintervento delluomo capace di provocare catastrofi che un tempo erano
fondamentalmente naturali.
32
essa creano un ordito centrale che nodo iniziatico
126
, nonch esito della fusione tra
le forze attive dello spazio verticale (macrocosmico) e le correnti passive di quello
orizzontale (microcosmico); allo stesso modo il Cristo deve assaggiare
lorizzontalit, ovvero la provvisoriet della condizione terrestre, prima di
ricongiungersi con la verticalit che riconduce al Principio. La morte il nodo
centrale da sciogliere, il traguardo da tagliare: il decesso sulla croce collima con la
rinuncia alla profanit e a un livello di esistenza considerato inferiore
127
.
Similmente , Odino sullYggdrasil opera in quanto Ygg, ossia da uomo, facendo s
che la cifra spaziale dei nove mondi e quella temporale delle nove notti e dei nove
giorni gli procurino loccasione per transitare in direzione della vera conoscenza
128
.
Nauthiz, a tal riguardo, la runa numero 10: un risultato che in questo caso specifico
fornito dalla somma di quelluno che Ygg/Odino con il 9 dello spazio e del tempo
designati dallYggdrasil
129
. Nella runa Nauthiz si compie cos lincontro tra luno e
il resto della manifestazione. Cristo, secondo le medesime logiche, per tornare a
essere uno (identico con il Padre), deve attraversare il corso dellintera
manifestazione, che nella croce si esplica appunto nellincontro tra asse verticale e
piano orizzontale; la croce, come del resto lalbero, una sintesi del creato che il
mystes deve caricare su di s sulla via della salvezza, gesto che effettivamente il
Messia compie prima di essere immolato.
Nidhggr, in riferimento a tali ordalie, peraltro anche il serpente/drago, equivalente
del Satana cristiano, che leroe deve affrontare sul suo cammino di redenzione e che
coincide con figure ricorrenti in questo genere di discorsi: si pensi al mito di Sigurr
e allIdra contro cui muovono Giasone e gli Argonauti; del resto, solo sconfiggendo

126
Nauthiz d del resto origine allinglese knot, che appunto significa nodo.
127
Gunon, a proposito del simbolismo dei legami e dei nodi, si esprime non a caso in questi
termini, con riferimento particolare al cosiddetto filo del strtm () il quale, tanto dal punto di
vista macrocosmico quanto dal punto di vista microcosmico, collega tutti gli stati desistenza fra di
loro e al Principio comune. [] Il tracciato di tale linea pu anche essere pi o meno complicato, il
che di solito corrisponde a modalit o ad applicazioni particolari del suo simbolismo generale: cos,
il filo o il suo equivalente pu ripiegarsi su se stesso in modo da formare intrecci o nodi; e nel
complesso della struttura ogni nodo rappresenta il punto in cui agiscono le forze determinanti la
condensazione e la coesione di un aggregato che corrisponde a questo o quellaltro stato di
manifestazione, di modo che si potrebbe dire che il nodo a mantenere lessere nello stato
considerato e che il suo scioglimento provoca la morte immediata a tale stato; daltronde ci risulta
espresso molto chiaramente dal termine <<nodo vitale>>. Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p.
349.
128
Nauthiz rievoca quindi il mantra del cos in Cielo, cos in Terra, che poi chiaramente
identico a quanto riportato nella Tabula Smaragdina: cos in alto, cos in basso. Nauthiz, in
quanto croce e nodo iniziatico, identifica lincontro di questi due piani differenti; fermo restando
che soltanto colui che se ne assuma il sacrificio potr ascendere alle conoscenze pi elevate.
129
Ricordiamo che analogamente il viaggio di Dante nella Commedia si attua attraverso
novantanove cantiche pi una introduttiva. Quellintroduzione riguarda appunto l uno, liniziato,
leroe individuale: mentre le novantanove cantiche vanno intese quali livelli di espiazione ed
elevazione. La somma finale del 100 della Commedia coincide peraltro con il 10 di Odino lungo i
nodi di Nauthiz. Il 10, al quadrato o meno, sempre un ricongiungimento con lUnit divina, un
nuovo inizio per lindividuo rinato.
33
la vanit e la decadenza del suo drago interiore, leroe pu accedere a un lignaggio
glorioso. Sono temi che ritroveremo in alcuni significati della runa Uruz.
Non solo: il 10, nel simbolismo della circonferenza , rappresenta la somma del
punto centrale, che l Unit metafisica, con il resto della circonferenza (il 9), che
invece immagine della manifestazione
130
. Raggiungere quel Centro significa
diventare Uomo trascendente o Universale, ossia essere realmente, e pertanto
realizzarsi nellidentit con Dio
131
. Come ovvio, la stessa croce regge perfettamente
la struttura della circonferenza: questo simbolo , che poi confluito nella
cosiddetta croce celtica, era gi presente come ruota solare nel Neolitico.
Analogamente Nauthiz , a tendere, pu essere delimitata da un cerchio, e del
resto la cifra che la riguarda, il 10, assicura la sua aderenza a questo tipo di
rappresentazioni.
Inoltre simpone in Nauthiz anche la scansione del 4: come accade per la croce,
essa intreccio dei quattro elementi, delle quattro stagioni e dei quattro punti
cardinali, mentre il suo centro coincide appunto con la quintessenza, che per
trasposizione il cuore di Odino o di Cristo, a seconda dei casi. Entrare in quel
cuore, simbolicamente, significa avere stretto il vincolo iniziatico. Peraltro, come ha
notato Gunon, il 10 e il 12 sono anche alla base dei sistemi di numerazione taoista: il
10 come proporzione della circonferenza e il 12 come cifra del quadrato, bench

130
Scrive a tal proposito Gunon, trattando della lettera araba ed ebraica Nn: Daltra parte, la
figura circolare completa abitualmente pure il simbolo del numero 10, dove 1 il centro e 9 la
circonferenza ().; cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 144. Anche Matgioi (La Via
metafisica, p. 23) segnala come i sessantaquattro ideogrammi dellYijing (o I King) formino una
circonferenza; se consideriamo che 64 d come risultato 10, non usciamo dai ragionamenti che
stiamo facendo. Va daltro canto rilevato come il simbolo che per Matgioi incarna meglio i valori
indefiniti del Principio assoluto sia la linea retta infinita, che in effetti non soggiace alle limitazioni
della circonferenza (ivi, pp. 37 e 38). E ci del resto assolutamente sensato, dato che il 10 della
circonferenza va piuttosto riferito alla totalit della manifestazione che, pur derivata dal Principio,
non pu essere in nessun modo confusa con esso, rappresentandone soltanto uno dei molteplici
aspetti.
131
Questa la definizione che offre Gunon dell Uomo Universale, distinguendolo dal semplice
uomo vero, ossia colui che abbia realizzato in s tutte le possibilit previste dal nostro mondo,
ponendosi di fatto come sintesi della manifestazione: Perci opportuno riservare la
denominazione di <<uomo trascendente>> a colui che talora stato chiamato <<uomo divino>> o
<<uomo spirituale>> (cheun-jen), cio a colui che, essendo pervenuto alla realizzazione totale e alla
<<Identit Suprema>>, propriamente parlando non pi uomo, nel senso individuale della parola,
perch ha superato lumanit ed totalmente libero dalle sue condizioni specifiche, come pure da
tutte le altre condizioni limitative di qualsiasi altro stato di esistenza. Costui quindi diventato
effettivamente l<<Uomo Universale>>, mentre non si pu dire altrettanto dell<<uomo vero>>,
che di fatto si identifica soltanto con l<<uomo primordiale>>; tuttavia, possiamo affermare che
questi gi almeno virtualmente l<<Uomo Universale>>, nel senso che, non avendo pi da
percorrere altri stati in modo distintivo perch passato dalla circonferenza al centro, per lui lo stato
umano dovr necessariamente essere lo stato centrale dellessere totale, anche se non lo ancora in
maniera effettiva. Cfr. La Grande Triade, cit. pp. 150-151.
34
questa interpretazione non sia del tutto univoca, a conferma dellinterdipendenza
costante che si stabilisce tra i numeri della Terra e quelli del Cielo
132
.
La cifra di Nauthiz, e della circonferenza, torna viepi nella Tetraktys pitagorica, che
produce sempre il 10, secondo questa combinazione: 1+2+3+4. Possiamo allora dire
che i quattro spazi delimitati da Nauthiz e dalla croce coincidono con i differenti
passaggi di questa addizione. Gunon, in Simboli della Scienza sacra, riferisce del
resto la Tetraktys alla manifestazione universale che si riassume appunto nel 4 che
10; il che, detto altrimenti, potrebbe essere definito quadratura del cerchio, dal
momento che il 4 indubbiamente misurato dal quadrato, ma che la sua stessa
presenza nella Tetraktys riconduce al 10 che, come abbiamo visto, cifra della
circonferenza. Daltro canto, il senso della Tetraktys propriamente di natura
circolare: luno che produce il 10 di fatto rappresenta il ritorno allUnit
attraverso la possibilit di tutti i numeri, ossia di tutti gli aspetti della
manifestazione
133
. Deduciamo come Nauthiz partecipi a questo tipo di ragionamenti
essendo delimitata appunto da quattro estremit, da quattro passaggi analoghi a quelli
della Tetraktys, e producendo quale somma il 10, che in effetti il suo numero,
nonch cifra dellunit che si esprime tramite il tutto della circonferenza. Tornando
alle tradizioni germaniche e nordiche, Nauthiz si offre infatti come sigillo del
cosiddetto Need-Fire
134
, un rito di purificazione collettiva che si compiva attraverso
il fuoco: il fal sacro, attorno al quale venivano fatti trascorrere tutti i membri della
comunit -per consentirne la rinascita/preservazione-, veniva acceso da due gemelli

132
Si rimanda in tal senso a quanto precisa Gunon; si sta chiaramente parlando del 10 e del 12:
Qui peraltro si verifica un nuovo scambio, per il fatto che, in certi casi, il numero 10 viene
attribuito al Cielo e il numero 12 alla Terra, quasi a indicare una volta di pi la loro interdipendenza
rispetto alla manifestazione o allordine cosmico propriamente detto, sotto la duplice forma delle
relazioni spaziali e temporali; non insisteremo ulteriormente su questo punto, che ci porterebbe
troppo lontano dal nostro tema. Segnaleremo soltanto, come caso particolare di tale scambio, che
nella tradizione cinese i giorni vengono contati a periodi decimali e i mesi a periodi duodecimali;
ora dieci giorni sono <<dieci soli>>, e dodici mesi sono <<dodici lune>>; i numeri 10 e 12 sono
perci rispettivamente messi in rapporto il primo con il Sole, che yang o maschile, e corrisponde
al Cielo, al fuoco e al Sud, e il secondo con la Luna, che yin o femminile, e corrisponde alla Terra,
allacqua e al Nord.; ivi, cit. p. 79, nota 11.


133
A proposito della tradizione taoista, si pu sottolineare il significato di una formula del Tao-te-
King :<<uno ha prodotto due, due ha prodotto tre, tre ha prodotto tutti i numeri>>, il che equivale
ancora a dire che tutta la manifestazione come avvolta nel quaternario, o, inversamente, che esso
costituisce la base completa del suo sviluppo integrale; cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 101.
Non a caso Gunon, in altra sede (Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 16-17), riferisce proprio la
Tetraktys, o meglio il suo inverso, alla ripartizione del Manvantara, laddove l 1 finale che ne
risulta equivale alla fase del Kaly-Yuga, mentre liniziale Krita-Yuga o Satya-Yuga ha valore 4; la
totalit del 10 rappresenta invece lintero Manvantara, di modo che le annotazioni su Nauthiz
assumono qui anche valore temporale oltre che spaziale; ma si tratta di una compenetrazione
naturale, proprio nella relazione tra Nauthiz e Jera, nesso che avremo modo di chiarire proprio nel
corso di questo capitolo.
134
A tal proposito Northern Mysteries & Magick (p. 48) e Secrets of Asgard (p. 64. e sgg.).
35
sacri, noti come Alcis
135
; essi si servivano di due legnetti che chiaramente
coincidono con i segni che determinano la struttura della stessa Nauthiz. A questo
punto interessante osservare nella sequenza del Need-Fire proprio la riproduzione
delle quattro fasi della Tetraktys. LAlcis che appicca il fuoco nasce infatti come
individuo singolo (la cifra 1) - viene poi coinvolto nella fusione binaria con il suo
pari (la cifra 2), che produce appunto per attizzamento la fiamma del fuoco sacro, che
di fatto loro figlio (la cifra 3) - figlio di purificazione e prosperit di cui va per
inciso a beneficiare lintero insieme della comunit (la cifra 4). Analogamente, dall
Unit metafisica (l1) derivano il principio attivo e passivo, Purusha e Prakriti (il
2), che a loro volta generano il corso della manifestazione (il 3), matrice che a quel
punto si sviluppa autonomamente (il 4), garantendo lo sviluppo del ciclo
136
. Lo
schema chiaramente valido anche a livello microcosmico: lessere umano nasce
come singolo individuo (1); se si unisce a un compagno/a (2) genera un figlio (3), da
cui prende avvio potenzialmente un ulteriore grado di produzione (4)
137
. La somma
sempre 10, nellequivalenza alla Tetraktys e a conferma dei ragionamenti sviluppati
attorno a Nauthiz e a tutti quei simboli che proprio nel 10 spiegano la totalit della
manifestazione. Il rito del Need-Fire aveva del resto lo scopo di preservare questo
ciclo e di propagarlo, stagionalmente, di anno in anno, a tutela della vita e della
sopravvivenza della comunit. Nel residuo di un cerimoniale edulcorato rinveniamo i
tratti di un insegnamento tradizionale, come del resto naturale che sia.
Se Nauthiz e Nidhggr rappresentano dunque lo spazio cosmico, con i suoi
sovvertimenti e le sue prove, Jera e Jrmungandr sono gli emblemi del crisma
stagionale che si ripete, proprio come auspicato dal Need-Fire: Jera, in quanto runa
numero 12, a testimonianza della regolarit del calendario nonch garante di quegli
ordini che si instaurano sulla terra, attingendo da una fonte divina
138
. Come detto in
precedenza, il 12 di Jera fornito dalla moltiplicazione del 3 (cifra celeste e sferica)
con il 4 (cifra terrena e quadrata). Se dunque Nauthiz quadratura del cerchio in

135
Connotazione sacerdotale che ovviamente partecipa ai significati di Algiz, e sui quali avremo
modo di tornare in un capitolo dedicato.
136
Tale immagine viene restituita nel Taoismo con due triangoli, uno superiore e uno inferiore
aventi la base in comune: questa unione va di fatto a formare il rombo, con appunto quattro
estremit che corrispondono alle altrettante fasi della Tetraktys. Nel capitolo precedente, abbiamo
notato come questa stessa immagine sia di fatto licona della runa Inguz , anche intesa come
composizione centrale e medietas del simbolo . Peraltro se i due triangoli vengono fatti
compenetrare, invece che adagiare sulla stessa base, otteniamo il sigillo di Salomone che, come
noto, indica le medesime reciprocit tra Cielo e Terra.
137
Nellesoterismo islamico invece i quattro livelli sono presentati in questo modo: Allinizio dei
Rasil Ikhwn E-af, i quattro termini del quaternario fondamentale sono cos enumerati: 1 il
Principio, designato come El-Br, il <<Creatore>> (il che indica che non si tratta del Principio
supremo, ma solo dellEssere, in quanto principio primo della manifestazione, che daltronde
effettivamente lUnit metafisica); 2 lo Spirito universale; 3 lAnima universale; 4 la Hyl
primordiale.; cfr. Simboli della Scienza sacra cit. p. 99.
138
Sulle valenze di Jera, e sulle ripetizioni cicliche, con profonde analogie con quello che il
simbolismo di Giano, si rimanda a quanto trattato nel capitolo precedente.
36
quanto 10, Jera lo in quanto 12, solo che Nauthiz tale negli ambiti di natura
spaziale, mentre la simmetria tra quadrato e cerchio in Jera si sviluppa secondo
direttive temporali, di era in era, o di Jera in Jera come abbiamo gi avuto modo di
sottolineare nel primo capitolo
139
.
Consideriamo inoltre che allinterno del Futhark antico Nauthiz e Jera sono
intervallate da Isa , la runa numero 11. Isa lio delleroe che scampato alle
prove di Nauthiz, e che finalmente pu accedere ai misteri del tempo, alle facce di
Giano, di cui custode Jera. Questo io eroico ha superato le insidie del drago
Nidhggr, conservandosi integro, di ghiaccio, come del resto il nome di Isa
suggerisce. Essendo Nauthiz runa di fuoco, capiamo come la successiva Isa
rappresenti di fatto un suo residuo alchemico, di una materia distillata e pura
sopravvissuta alle fiamme della consunzione. In effetti in Isa luomo convive, oramai,
con leroe: la numerologia ci viene ancora in supporto, dal momento che Isa propone
l11 come cifra. Trattasi di un nuovo principio, e di una combinazione binaria, dati
dall 1+1, nel senso che, oltre alla natura umana, colui che approdato alla
condizione di Isa porta dentro di s, quanto meno in fieri, anche le possibilit
dellimmortale. Isa dunque il riassunto di una natura pi unaltra natura: a ci
corrisponde l11 che la denota e il 2 che ne somma.
Una cifra pronta in dettaglio ad affrontare la simultaneit temporale contenuta nel 12
di Jera che, dopo averlo gi spiegato nel capitolo precedente, riguarda il grande
anno dei Persiani e dei Greci, che lo quantificavano intorno a una durata di circa
12.000 anni. Jera dunque jahr, year, piccolo anno, ma anche ciclo ben pi
ampio: essa in questo rievoca lidea di mantello protettivo, adagiato sul creato come
una soffice coperta, eppure il veleno di Jrmungandr sar fatale a Thor, contribuendo
alla fine sancita dal Ragnark. Perch proprio Thor? Perch il dio del tuono il
protettore delle messi e di quel giardino terrestre di cui di fatto la porta; door,
tor, si dice del resto in inglese e in tedesco. Ma quello dell essere porta
propriamente anche il valore di Jera nella sua relazione con Janua Coeli e Janua
Inferni, gli ingressi annuali, e ciclici, di Giano che abbiamo gi discusso.
Jrmungandr agisce quindi come complice assoluto, ovvero quale unico credibile
oppositore: il miglior connivente della stabilit cosmica, proprio perch commisurato
alle strutture di Jera e allazione garante del martello mjllnir brandito da Thor,
diventa il nemico pi efficace, poich sullordine che egli fonda il suo
disordine. Anche se in verit le sue origini tradiscono il caos che esso si porta in
grembo: Jrmungandr infatti generato da Loki, dio del fuoco e dellinganno; Loki a
cui del resto associato il termine nordico che identifica la stregoneria, logr, cos
come ogre, nel moderno inglese, rimasto a indicare l orco, il grande
spauracchio. E infatti, nel giorno fatale, Jrmungandr irrompe sullo status quo,
proprio come la stregoneria, che forma di manomissione del sistema naturale.

139
Sui valori proprio del 10 e del 12, come sistemi di calcolo nella tradizione cinese, si rimanda alla
nota 132. In effetti il calcolo decimale riguarda una stima attuata nello spazio (si pensi anche alle
unit di misura del nostro sistema metrico), laddove il 12 cifra del calendario e dellannualit,
porzioni pi propriamente legate allo scorrere del tempo.
37
Tuttavia, anche nella sua scalata allAsgard, Jrmungandr opera in conformit
delliter ciclico, chiarendo il senso di Loki come male necessario: le distruzioni alle
quali contribuiscono queste forze riottose sono in fondo ancora anelli di costruzione,
dal momento che al Ragnark seguir una nuova era, per di pi qualitativamente
migliore. Del resto se collochiamo, come inevitabile, la valenza del Ragnark in
una trasmissione secondaria rispetto alla dottrina primordiale, ci non toglie che
questa versione della fine dei tempi debba annunciare comunque il ritorno allet
delloro per come tradizionalmente va intesa. Si recuperino in tal senso le conclusioni
del primo capitolo.
A completamento di questi ragionamenti, interessante notare come allinterno del
Futhark antico la Jera di Jrmungandr evolva in Eihwaz, ossia la runa che conserva i
legami pi acuti con lermetismo, accogliendo nelle sue geometrie il serpente
ascendente e quello discendente che ritroviamo nel caduceo di Mercurio, figura che
abbiamo accostato a Odino sotto molti aspetti. Le correnti attive e quelle passive dei
serpenti del caduceo possono del resto essere equiparate ancora una volta alla
missione di Jrmungandr e Nidhggr, laddove il primo in Eihwaz scende
dallalto, secondo dinamiche conservative, mentre il secondo, rosicchiando da sotto,
incita al cambiamento necessario; si pu dunque ammettere che Eihwaz riassuma e
normalizzi le attivit dei due draghi/serpenti di Nauthiz e Jera. In questo senso,
Eihwaz anche proporzionale a Isa perch di fatto leroe glaciale, che ha resistito
al fuoco purificatore di Nauthiz, prima, e che ha abbracciato la stabilit di Jera, poi,
ora capace di condursi tra spazio e tempo, in quella corrispondenza tra spirali
inferiori e superiori che conforme a molte dottrine tradizionali. Eihwaz peraltro la
runa numero 13, quindi che pone l1 (leroe) a contatto del 3 (la dimensione celeste);
ma 13 produce come somma il 4, che invece quadrato terreno. Eihwaz prevede
pertanto che il mystes padroneggi entrambi gli ambiti, dacch egli ha superato le
prove necessarie per arrivare a questo grado del suo cammino.
Tornando a Jera: la runa di Jrmungandr, sotto i fuochi dellapocalisse, diventa il suo
opposto, ossia Dagaz , il sigillo che porta in s lestrema opposizione di quegli
elementi che in Nauthiz, Jera e Eihwaz giostrano armonicamente o perlomeno si
compenetrano. Ma quando non pu pi compiersi laccordo che irrompe il
disaccordo trasformativo. Ecco perch Dagaz, pur nella sua estrema e distruttiva
carica, rientra comunque in un disegno superiore. Il suo 24 appunto quello delle ore
di un giorno, di un esito rapidissimo, che da un momento allaltro cambia la forma e
la sostanza di una macchina che procedeva da tempo. Se quindi la cifra del 24
quella esplosiva della rivoluzione, tra morte e rinascita, praticamente simultanee,
Nauthiz e Jera sono invece rune dellordine manifestato, diversamente quadrature
del cerchio, tra spazio e tempo ciclici. La somma dei loro valori numerici allinterno
del Futhark antico (10 e 12) del resto il 22, proprio come le lettere dellalfabeto
ebraico
140
, ma che per i discorsi che stiamo facendo soprattutto addizione dei

140
Baster qui notare come il 10 di Nauthiz, dato appunto dallincontro dei nove mondi con l uno
che li attraversa, corrisponda alla cifra delle Sephiroth. Se consideriamo che queste sono le
38
principali sistemi di calcolo della tradizione taoista, il che lo abbiamo approfondito
alla nota 132. Essendo Nauthiz una quadratura del cerchio spaziale e Jera una
quadratura del cerchio temporale, la loro unione non pu che realizzare quel 22 che
in fondo cifra di una quadratura del cerchio totale, ossia contemporaneamente nel
tempo e nello spazio, e questo appare valido tanto nel sistema taoista quanto per
lintero Futhark germanico.
E unosservazione che si motiva anche analizzando la struttura complessiva di
questultimo: esso, come noto, costituito da ventiquattro simboli; tuttavia, se
escludiamo la prima e lultima runa, ci rimangono appunto ventidue segni. Ma perch
dovremmo produrre questa esclusione? Semplicemente perch la prima e lultima
runa di fatto non partecipano al corso della manifestazione. Linaugurale Fehu, e la
appena citata Dagaz, sono fuori dalla norma, ovvero dal tempo e dallo spazio; esse
sono agli estremi del ciclo evolutivo, rappresentandone gli ingressi: la porta dentrata
(Fehu) e duscita (Dagaz) sono daltro canto caratterizzate dallo stesso fuoco, che trae
linfa dalla medesima origine. Ecco perch nel giorno di Ragnark (Dagaz) il fuoco di
Surtr confluir in quellincendio che dar origine a una nuova era, sotto gli auspici di
Fehu; del resto chiara lassonanza tra Fehu e feuer.
Le ventidue rune rimanenti sono in sostanza quelle che hanno a che fare con
levolversi temporale e spaziale della manifestazione. Tale ciclo inizia con la seconda
runa, Uruz, simbolo di forza controllata, delluomo che domina la bestia: prima
esigenza pratica di una civilt che intenda sopravvivere in un territorio poco ospitale,
e in questo senso chiaro come tutta la tradizione runica, pur nei rimandi alle
trasmissioni precedenti che anzi siamo qui a chiarire, fiorisca ed evolva in pieno
Kaly-Yuga. Daltro canto Othila, runa degli spazi sacri, esterni e interni, quel rifugio
salvifico, quell Ultima Thule idealizzata sulla scorta proprio delle antecedenti
produzioni, che luomo cerca di raggiungere prima che sia troppo tardi. Tanto Uruz
che Othila indicano perlomeno una qualche stabilit, un essere cerniera che senza
dubbio non attiene Fehu e Dagaz.
Resta di fondo lidea di un codice che al suo interno propone tregue ed evoluzioni,
crisi e rinascite, tutte altrettanto necessarie. Simboli di questo frammentario
equilibrio, tra scosse e ricomposizioni, ferite e rimarginazioni, sono Nauthiz e Jera,
garanti dello spazio e del tempo, pilastri della terra, cifre del 22 che concernono il
Futhark conservativo e manifestato, laddove Fehu e Dagaz ne rappresentano gli
antipodi evolutivi, in nascita e in morte, in vitalit e in consunzione. Non sorprende
che questi stessi pilastri, come ha giustamente notato il professor Maletti, siano al
contempo capisaldi e piedi dargilla del gigante terrestre. Ci che sostiene il mondo,
del resto, anche ci che pu sancirne la fine al momento opportuno: Jrmungandr e
Nidhggr rientrano in questa logica. Ecco perch le stirpi nordiche (e non solo loro
ovviamente) erano cos attente ai movimenti della terra e cercassero in qualche modo
di esorcizzarli, e imbrigliarli, attraverso le funi strette della loro peculiare geomanzia.

emanazioni del soffio divino, tra realt fisica e metafisica, capiamo una volta di pi la non casualit
della posizione di Nauthiz allinterno del Futhark antico e le valenze sottili della sua simbologia.
39
Pi in generale, va notato come, secondo la tradizione cinese, sia detto cammino del
Drago quello che riporta luomo a contatto del Centro supremo
141
. Nauthiz e Jera, e
rispettivi draghi, rappresentano in definitiva anche le tappe fondamentali nella
prospettiva terrestre, ossia quella temporale e spaziale, di questo percorso,
scandendone i passaggi focali. Ed ecco allora che Jrmungandr e Nidhggr diventano
i compagni di viaggio, non solo del movimento cosmico, ma anche del singolo preso
nella sua strada di risalita verso la coscienza e la liberazione integrali.
















141
Scrive Matgioi a proposito degli I King: Ci sono dunque tanti spartiti umani quanti sono gli
esagrammi, vale a dire sessantaquattro. Esaminiamo in dettaglio il <<passaggio del Drago>>
attraverso Qian, esagramma della Perfezione in s. Non solo costituir un esempio analogico,
ottimo da seguire per la spiegazione metafisica degli altri esagrammi, ma soprattutto dal primo
esagramma che i magi e filosofi hanno tratto, in tutti i campi della saggezza umana, i loro princpi
fondamentali e i loro migliori insegnamenti. Il Drago, <<intelligenza dalle modificazioni infinite,
simbolo delle trasformazioni della via razionale (Dao) dellattivit espressa da Qian>> (Yijing, cap.I
par.8, commento di Chengze), si posa sulla prima linea (linea inferiore e positiva, poich essa ,
come tutte le altre linee dellarcano, senza soluzione di continuit); essa rappresenta il punto di
partenza dellinizio degli esseri. il Drago nascosto.; cfr. La Via metafisica, cit. p. 51. Si segnala,
per comprendere meglio il passo appena riportato, che Qian indica appunto la perfezione attiva.
Qian la perfezione in s del Principio, al di l delle rappresentazioni che ne fa luomo, che
rientrano invece nellambito della perfezione passiva, denominato Kun. Tornando al Drago: esso,
nella tradizione cinese, rappresenta la possibilit di elevarsi, di spiccare il volo, laddove il pesce
lemblema della retrocessione e della limitatezza, essendo costretto a rimanere in acqua. Il Drago
nascosto comunque solo il primo passo di sei differenti livelli che condurranno il saggio, dalla
contemplazione allazione. Ovvero: bisogna agire solo quando si realmente pronti e consapevoli
circa le proprie capacit. Lapice dunque incarnato dal Drago volante; scrive Matgioi: luomo
dotato occupa la situazione superiore che gli conviene; giunto alle vette dellintelligenza, guarda
benevolmente al di sotto di s gli altri uomini dotati di virt, per aiutarli grazie al proprio esempio e
per associarli alla propria potenza. Quando si nella pienezza dei propri mezzi, bisogna agire. (ivi,
cit. p. 56). E sintomatico che Matgioi associ allet delloro questo stato di cose, lasciando tuttavia
intendere che esso tuttaltro che definitivo, dal momento che al Drago volante segue quello
planante, emblema di colui che debba, al caso, ritrarre il proprio intervento, per non sbagliare
eccedendo nelle sue azioni, e questo perch la bellezza infinita difficile da conservare (ibidem.).
40
Gebo e Wunjo e il monogramma di Cristo e Costantino

Ren Gunon in Simboli della Scienza sacra, tra i tanti segni, ripercorre anche le
attribuzioni del quatre de chiffre
142
, marchio che stato individuato sui lavori
dei tagliapietre, cos come sulle opere di pittori di vetrate e arazzieri
143
. La relazione
tra il quaternario e la croce labbiamo investigata pocanzi, a proposito della runa
Nauthiz: la stretta parentela tra il 4 e la croce, lo si nota bene, allora tanto pi
evidente nel quatre de chiffre, al punto che in corso di trattazione Gunon arriva ad
associarlo al monogramma di Cristo. Vediamo cosa dice Gunon a proposito di
questultimo: Abbiamo gi spiegato come vadano distinti il monogramma semplice
e quello detto costantiniano: il primo composto da sei raggi opposti a due a due a
partire da un centro, cio da tre diametri, uno verticale e gli altri due obliqui, e come
Monogramma di Cristo lo si considera formato dallunione delle due lettere greche
I e X; il secondo, che allo stesso modo unisce le due lettere X e P, ne deriva
immediatamente grazie allaggiunta, sulla parte superiore del diametro verticale, di
un occhiello destinato a trasformare la I in P, ma che ha anche altri significati, e si
presenta del resto in parecchie forme diverse. Ci rende ancora meno sorprendente la
sua sostituzione con il quatre de chiffre, che in definitiva solo una ulteriore
variante
144
.
Contrariamente a quanto scritto da Gunon, i due monogrammi sono oramai spesso
confusi, ma se ci atteniamo allestratto appena riportato, proprio il monogramma di
Costantino a interessarci per la contemporanea presenza della X e della P, che di
fatto sono equivalenti visive (non fonetiche
145
) delle rune Gebo e Wunjo , tanto
pi che queste ultime sono collocate in sequenza allinterno del Futhark germanico,
nella settima e ottava posizione del primo aett. Se andassimo dunque a realizzare una
bind rune, ossia una runa legata, avvalendoci di Gebo e Wunjo, otterremmo un
simbolo molto simile proprio al monogramma di Costantino. Cerchiamo di capire le

142
Quatre de chiffre che riproponiamo qui in una delle sue varianti. A tal proposito, si informa che
il simbolo in questione stato riprodotto e licenziato in base ai termini delle licenze Creative
Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo e come tale stato utilizzato, senza subire
alterazioni, nel rispetto delle condizioni ivi ammesse. La paternit dellopera da attribuirsi
allutente Namitsu http://commons.wikimedia.org/wiki/File:GA_quatre.gif?uselang=it che tuttavia
non a conoscenza delluso e del trattamento che la sua opera ha ricevuto in questa sede.

143
Cfr. Simboli della Scienza sacra. Nello specifico, si tratta del quatre de chiffre nel capitolo 67, p.
345 e sgg.


144
Ivi, cit. p. 347.
145
Dal momento che nel greco la X ha il suono chi e P quello di rho, mentre Gebo equivale alla
lettera G e Wunjo alla W, come le loro iniziali del resto indicano.
41
possibili analogie anche a livello di significato, introducendo brevemente i concetti di
base delle due rune.
Gebo mette a confronto il triangolo della manifestazione inferiore con quello della
manifestazione superiore, che peraltro ritroviamo esattamente pi sopra nella variante
del quatre de chiffre che abbiamo riportato: e in ogni caso tali immagini ricalcano il
sigillo di Salomone e il rombo che sintetizza la Grande Triade taoista .
Basta infatti trascinare a piacimento i triangoli aperti che costituiscono Gebo per
ottenere identit con questi due simboli. Lopposizione tra gli estremi presenti in
Gebo del resto la stessa che riguarda i rami e le radici di un albero, a conferma della
vicinanza di Gebo ai valori dellYggdrasil citati trattando di Nauthiz, e che possono
peraltro essere estesi anche al vajra ind
146
.
Gebo, volendo, inoltre formata da una serie di Kenaz , runa che consiste
chiaramente in un triangolo aperto. Kenaz la numero 6, precedendo dunque Gebo:
non ne svisceriamo qui i valori, ma abbiamo gi avuto modo di precisare nel primo
capitolo come Kenaz, nel suo essere calderone di fuoco, abbia attinenze con
lathanor alchemico e covi nuova vita in quanto Graal runico. Gebo attiene
pertanto, conformemente ai significati generali che abbiamo attribuito al Futhark
antico e alla runa che le fa strada, liniziazione e il passaggio da una dimensione
inferiore a una dottrina superiore. Proprio il pertugio che segna lincrocio di Gebo,
quellingresso a imbuto, a conferma della porta stretta che liniziato deve
oltrepassare nella remissione dellignoranza e nel disvelamento della conoscenza.
inoltre evidente che se raddrizziamo Gebo , otteniamo una croce, tornando quindi
a citare alcuni dei ragionamenti che abbiamo appena formulato su Nauthiz e Jera,
soprattutto nel loro essere, in qualche modo, quadrature del cerchio. Proviamo ad
esempio a considerare Gebo come estrema semplificazione simbolica dellUomo
Vitruviano di Leonardo che, si sa, inserito contemporaneamente nel cerchio e nel
quadrato; dipende infatti soltanto dal punto di vista che si prende in esame, ovvero
quello terrestre o quello celeste. Gebo , analogamente, sta bene tanto nel cerchio
come nel quadrato, ed letteralmente la runa di chi pronto a dare se stesso per se
stesso: in questa profonda disponibilit racchiuso il senso del verbo dare, geben
o given, concetto dunque ereditato dalla settima runa del Futhark antico. Gebo,
presa nel cerchio, identifica semmai la buona disposizione delliniziato nei confronti

146
Scrive a tal proposito Gunon: In uno dei nostri studi precedenti in cui si trattato del vajra,
avevamo gi indicato questa somiglianza a proposito della triplicit che spesso si incontra nel
simbolismo assiale, per rappresentare sia lasse stesso, che occupa naturalmente la posizione
centrale, sia le due correnti cosmiche di destra e di sinistra che lo accompagnano, triplicit di cui
sono un esempio certe raffigurazioni dell Albero del Mondo; facevamo notare che, <<in tal caso,
la doppia triplicit dei rami e delle radici richiama ancora pi esattamente quella delle due estremit
del vajra>>, che, come noto, sono a forma di tridente o trishla, ivi, cit. pag. 284. Una Gebo
percorsa da un asse centrale darebbe pertanto vita a un simbolo pressoch identico, e peraltro in
Gebo quellasse come se ci fosse. Il riferimento alle correnti di destra e di sinistra dellestratto
qui sopra riportato evoca invece la struttura di Eihwaz , che appunto queste correnti le
padroneggia, facendo perno proprio sullasse centrale.
42
del Principio metafisico; Gebo nel quadrato, viceversa, la sua capacit di tornare ad
agire, dopo aver raggiunto una pienezza superiore, nella manifestazione terrena. Ed
del resto tale la sintesi dei concetti ermetici, allorch si parla di volatilizzare il
corpo e corporizzare lo spirito.
In ogni caso, questa relazione tra Gebo e la circonferenza, e la disponibilit verso il
suo centro, spiega per quale motivo Gebo sia associata anche allanello: questultimo
gift -termine sempre legato a Gebo
147
- e in tali termini viene ad esempio inteso da
Boromir lanello di Sauron durante le consultazioni di Gondor, prima che si formi la
fellowship of the ring
148
. Proprio lanello, in tempi antichi, era usato per suggellare
unalleanza tra un signore (di qualsiasi livello) e il suo fedele servitore (di qualsiasi
livello). Durante alcune cerimonie dinvestitura esso veniva inforcato con la spada, o
comunque la consegna del loyalty ring si alternava alla solenne benedizione con la
lama. Questi simboli erano assolutamente complementari, sovrapponendo un
elemento virile (la spada) con uno femminile (il foro dellanello). Questo perch al
subordinato si richiedeva una fedelt spassionata, di tipo femminile, oltre che una
forza risoluta, se necessario violenta, di chiara matrice maschile. Se la spada
veicolava spirito di azione e fermezza, lanello soppesava il concetto di passivit e
obbedienza. E del resto Gebo identifica la disponibilit del triangolo inferiore nei
rispetti di quello superiore: infilare lanello per il vero servitore equivale a giurare
lealt eterna, inforcando un sentiero di sacrificio e dedizione personale totalmente
esclusiva. Un patto solido che, perlomeno teoricamente, ancora lanello pretende
dinculcare allinterno delle unioni matrimoniali: lanello vincola a un giuramento, a
una promessa di fedelt rigorosa; una via stretta, appunto, avulsa da qualsivoglia
tentazione e cedimento
149
. Per analogia, il cammino delliniziato, di colui che si sia
votato alla causa, presuppone gli stessi vincoli di fedelt e le medesime rinunce:
questo il significato di Gebo e della sua croce. Una croce personale che liniziato
sceglie volutamente di portare, e che non viene pertanto imposta dagli eventi
esterni e universali, come pu in qualche modo essere ritenuto a proposito di Nauthiz;
ed forse questa la pi netta differenza tra la croce di Gebo e quella di Nauthiz.
La successiva Wunjo, peraltro, riprende decisamente questi concetti, trasponendoli su
un piano diverso. Innanzitutto di Wunjo non sfugge la qualit assiale. Riprendiamo
un attimo Gunon da dove lo avevamo lasciato in apertura di capitolo: Tutto ci
daltronde diventa chiaro se si osserva che la linea verticale nel monogramma di
Cristo come nel quatre de chiffre in realt una figura dell Asse del Mondo; al suo

147
Cfr. Secrets of Asgard, p. 51 e sgg.
148
Durante la consultazione di Rivendell, Boromir reclama lanello magico come dono fatto agli
uomini liberi di Gondor: Cosa cimpedisce di pensare che il Grande Anello sia venuto nelle nostre
mani per servirci proprio nellora del bisogno? (). Che lAnello sia la vostra arma, se ha tutti i
poteri che gli attribuite. In verit lanello in Tolkien rappresenta un patto con la via oscura, quindi
di fatto una contro-iniziazione. Cfr. J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Rusconi, Milano, 1977,
cit. p. 337.
149
Se Gebo originariamente la runa del dare se stesso per se stesso di Wotan allora
sintomatico che il matrimonio, che trasposizione in un altro ambito dei precetti di Gebo, sia detto
in inglese wedding (si ricorda in tal senso che il Wednesday letteralmente il giorno di Odino).
43
vertice, l occhiello della P , come l occhio dellago, un simbolo della porta
stretta; e, per quanto riguarda il quatre de chiffre, basta ricordarsi del suo rapporto
con la croce e del carattere ugualmente assiale di questultima, e considerare inoltre
che laggiunta della linea obliqua che completa la figura congiungendo le estremit
dei due bracci della croce, e chiudendo cos uno dei due angoli, collega
ingegnosamente al significato quaternario, che non esiste nel caso del monogramma
di Cristo, lo stesso simbolismo della porta stretta; e si dovr riconoscere che in
questo fatto c qualcosa che si addice perfettamente a un marchio del grado di
maestro.
150

In effetti Wunjo segna un approdo, scandisce un passaggio, marchiandolo
chiaramente e visibilmente, pure nel territorio. Essa ricorda del resto una bandiera,
un vessillo, quindi qualcosa che stato lasciato deliberatamente per indicare una
vittoria, una conquista, unappropriazione; Wunjo non a caso ha a che fare con il to
win anche a livello etimologico
151
. Wunjo delimita in fondo uno spazio, come le
erme greche, pietre di testa
152
, che avevano appunto lo scopo di tracciare i confini
nelle zone di passaggio e a ridosso dei crocicchi. Esse erano sacre a Ermes,
essendone una rappresentazione: proteggevano le aree liminali, quelle percorse dai
viandanti e dai fuorilegge, che erano appunto entit in movimento come il dio
psicopompo, peraltro parente stretto di Odino, di cui Wunjo senza dubbio un segno
esemplare.
Wunjo, analogamente alle erme, infatti runa di testa , a maggior ragione se
confrontata con la sua gemella Thurisaz , che daltro canto invece una runa di
pancia. Thurisaz, la terza del Futhark germanico, simbolo di frustrazione titanica,
incarna la forza dirompente del martello mjllnir padroneggiato da Thor, ed
appunto il fuoco di cui abbisognano gli di di Asgard per contrastare i giganti di

150
Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. pp. 347-348. Sul simbolismo della cruna dellago,
equivalente della porta stretta, abbiamo peraltro gi detto alla nota 104. Interessa qui notare
piuttosto come Ananda K. Coomaraswamy parli a tal riguardo anche di treccia di Horus (ivi, p.
347, nota 9): un riferimento interessante, dal momento che Wunjo, in quanto palo della fertilit nei
rituali agresti, associato al dio Frey, il Pan nordico, equivalente anche dellHorus egizio.

151
E infatti nellantico inglese Wunjo nota come Wynn.
152
La loro struttura abituale era proprio questa: un pilastrino quadrangolare sormontato da una testa.
Il riferimento alla testa rotolante, immagine molto simile a una pietra come appunto poteva essere
lerma, peraltro presente sempre in Ananda K. Coomaraswamy, nel suo studio Sire Gauvain e il
Cavaliere Verde: Indra e Namuci, che qui riportiamo nella versione riproposta on line da
Gianfranco Bertagni, http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/reneguenon/sir.pdf. In uno dei
passi del Rigvda citato dal Coomaraswamy si legge appunto: Fa rotolare la Roccia del Cielo,
prepara la tua (arma) appuntita di Soma, colpisci i demoni con la tua folgore (lapidaria) (RV., VII,
104, 9; AT., p. 26) - in altre parole, Decapita Namuci, che la luce sia!., ivi, cit. p. 1. Potremmo
interpretare: viene detto lapidaria nel senso che la testa del decapitato Namuci resa una lapide,
ossia una pietra. La roccia/testa del Cielo, cos come la folgore, entrambe qui presenti, rimandano
senza dubbio al vajra e alle gi citate pietre del fulmine di cui Wunjo, anche a livello formale,
rappresenta una variante, tanto pi nel suo rapporto con la gemella Thurisaz, che ora andremo ad
affrontare.
44
Jotunheim. Essa pertanto furia incontrollata, scossa embrionale, materia informe e
abbozzata, che liniziato riuscir a cristallizzare soltanto dopo aver ricevuto le debite
trasmissioni spirituali; per dirla con una formula riconoscibile il combatti il fuoco
con il fuoco, e tale turbinio di fiamme e vampate necessiterebbe senza dubbio di una
mente fredda in cabina di regia.
Wunjo, che sposta appunto il triangolo dalla pancia alla testa, certifica lavvenuta
realizzazione di questo procedimento, conducendo il flusso imberbe e incostante ai
livelli della maturazione e dellauto-controllo. Anche in quanto arma del Cielo, o
pietra del fulmine, Wunjo segna un distacco dalla precedente Thurisaz: non pi
lutensile di guerra maneggiato dallonesto, ma istintivo, Thor, bens da un sapiente
che ha cognizioni superiori, ossia quellOdino che del resto di Thor anche il padre.
Il passaggio alla testa, nello scambio tra le due rune, assicura tale avanzamento di
abilit e prerogative, in chiari termini di successione iniziatica.
Wunjo assume pertanto i valori appena citati col Gunon, ossia un marchio che
testimonia il raggiungimento di un preciso grado sapienziale. Tanto vero che Wunjo
va appunto a chiudere il primo aett, sancendo la fine di un livello per introdurne uno
pi elaborato. E daltro canto il secondo aett si apre con Hagalaz , runa di morte e
di rinascita; ovvero di catarsi estrema in vista di prove inedite e nuove gestazioni.
Proprio nel simbolo di Hagalaz, nella linea centrale che collega le due perpendicolari,
presente del resto lidea di un transito, del trait dunion che conduce, forse
addirittura con una caduta di stile, da una fase allaltra dellesistenza: finito in un
punto pi basso rispetto a quello di partenza, che in verit solo apparente, perch la
qualit delliniziato in fondo gi mutata, costui deve riattrezzarsi per risalire la
china. Ci indica tuttavia un estremo potenziale di completezza: Hagalaz in fieri
unisce dualit contrastanti e opera da collante verso unidentit destinata a riassumere
forze antitetiche o comunque molto distanti tra loro.
Questo fa di Wunjo uninvestitura solo parziale sulla via delleroe, riportandoci a
quanto abbiamo detto a proposito di Gebo e di tutti quei cerimoniali che stabilivano
vincoli di fedelt tra signore e vassallo. La spada che nei riti dinvestitura inforcava
lanello trova legittima stabilit e regime in Wunjo, di cui i rimandi assiali sono
evidenti. Wunjo rilancia peraltro la questione della wand, ovvero la lancia di
Odino, che nel folklre poi rimasta come il bastone dei desideri di San Nicola.
Ma wand soprattutto ci che sparge lnd, il soffio di Odino, tanto che Wunjo,
analogamente a Othila, circoscrive e rettifica uno spazio sacro: avremo modo di
tornarci in un prossimo capitolo, riallacciandoci anche al significato di Laguz. Per
ora, nellaccezione pi visiva del simbolo, notiamo che Wunjo realizza senza filtri
lidea di asta che buca il bersaglio, o di spada che appunto inforca lanello, esito
presente anche nelle giostre del Medioevo, ad esempio nel cosiddetto gioco
dellanello che consisteva nel centrare con la lancia un cerchio tenuto sospeso da
alcune corde. Era una prova agonistica che in alcune contrade si teneva proprio nei
primi giorni di maggio, a rievocare forse, ai tempi di un calendario liturgico oramai
45
cristiano, antichi retaggi pagani
153
: centrare un buco aveva del resto valore
fecondante e di buon auspicio, sebbene in questo caso il gesto fosse trasferito in un
ambito tutto sommato goliardico e auto-celebrativo, come quello distintivo dei tornei
cavallereschi
154
.
Se per spostiamo la relazione tra Wunjo e Gebo a un livello meno superficiale, il
bastone e lanello identificano lamalgama del maschile e del femminile, o dell
attivo e del passivo, motivi di completezza ricorrenti nellapprendistato
tradizionale. E proprio grazie a un foro, che via stretta del cammino iniziatico, si
stabilisce del resto la connessione tra le due. Lasola di Wunjo, locchiello della P gi
citato col Gunon, stabilisce la continuit, se non la contiguit, con lanello di Gebo:
ci che nella settima runa disponibilit al femminile a una missione pi alta, in
Wunjo, per il tramite del cerchio della porta stretta, trasla nella verticalit assiale che
invece indice dellestrinsecazione maschile di quanto prima era soltanto latente.
La porta stretta in Gebo viene pertanto accettata e idealmente varcata, quantomeno
proiettando le conseguenze e i sacrifici necessari; mentre in Wunjo viene
effettivamente attraversata, nel segno della vittoria e della conquista del marchio che
identifica il passaggio di grado. La fusione tra Gebo e Wunjo, rappresentando una
chiara sequenza rituale, dunque la sintesi delle attitudini passive e attive che sono
richieste sulla via dellelevazione spirituale: prima laccettazione e poi lazione;
prima il rimettersi e poi ladoperarsi.
Il monogramma di Cristo e quello di Costantino, di fatto, riprendono questa stessa
duplicit, laddove la X appunto il sigillo del sacrificio sulla croce: transitare per
questo anello stretto, concerne appunto laccettazione dellimpegno e ne proietta le
responsabilit. La I o la P, a seconda della variante del monogramma considerata,
interpretano invece lassumersi concreto del mandato e il superamento delle prove
che esso prevede.
Isa, la I, lo abbiamo visto nel capitolo precedente, distilla le qualit delliniziato
scampato alla croce di Nauthiz: una runa quindi di soggetto e didentificazione
con la propria individualit, in questo caso presa in derive di emancipazione
spirituale. Il suo simbolo corrisponde del resto a I, il soggetto in prima persona
singolare della lingua inglese. Ricordiamo per a tal proposito, sulla scorta di
Gunon, che la lettera I rappresentava il primo nome di Dio per i Fedeli
dAmore.
155
; secondo questa idea, lo studioso di Blois stabilisce un contatto tra la I
e la G, per dimostrare la perfetta sovrapposizione tra Iod e God, laddove iod
notoriamente anche lettera dellalfabeto ebraico. Ma nel Futhark antico le rune che

153
E infatti Wunjo associata ai riti del Maypole, palo della prosperit che veniva issato per
indicare la rinascita della natura in maggio. Sul valore del Maypole si rimanda, tra gli altri, al gi
citato Nigel Pennick, Tradizione Nordica, p. 289.
154
Cfr. Duccio Balestracci, La festa in armi Giostre, tornei e giochi del Medioevo Edizioni
Laterza, Bari, 2001. Tra i tanti, viene citato il caso di Narni, dove appunto il gioco dellanello si
teneva il 3 maggio in occasione di San Giovenale (p. 108). Altrove lesercizio invece attestato in
occasione del Carnevale, festa comunque legata allabbondanza prima che sopraggiungessero le
ristrettezze quaresimali.
155
Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 110.
46
hanno il valore di I e G sono proprio Isa e Gebo, ed essendo questultima una X,
torniamo esattamente ad ottenere la I e la X del monogramma di Cristo. Si pu inoltre
ribadire che la I presenta chiare connotazioni assiali, mentre si vede che la G, nella
sua forma arrotondata e dolce, rimanda a caratteristiche passive e femminili.
Iod/I specificherebbe pertanto unidentit di principio, quasi unidentificazione con
lUnit metafisica, mentre God/G designerebbe la manifestazione pi elevata di
unet comunque decaduta, e successiva, rispetto al polo centrale delle origini, e in
cui sono elementi divini mediati, pi adatti alla comprensione indebolita
delluomo, a fare da battistrada lungo la via che riporta al solo e unico Logos; dalla
G dunque che bisogna ripartire per tornare alla I.
Del resto i Fedeli dAmore, ben consci dellavvenuto sgretolamento della
primordiale dottrina nei meandri della realt terrena, si disponevano, se non altro in
partenza, proprio in senso ricettivo, femminile, nei confronti del Principio
assoluto
156
; valori che sono altrettanto evidenti nellattitudine di Gebo, rispetto a Isa e
Wunjo, in quanto emblemi della divinit vista, se non dallalto, quanto meno in una
direttiva ascensionale, laddove Gebo, come abbiamo visto, chiarisce una preliminare
accettazione che vede il mystes pi come passivo che come soggetto, ed questa
in sintesi la grande differenza di prospettiva tra Gebo e Wunjo, prese negli ambiti del
cammino spirituale e del nocciolo a cui esso mira.
Nel sigillo costantiniano sono semmai pi evidenti lo snodo e lessenza di questi
passaggi, grazie allocchiello della P che equivale appunto al simbolismo della cruna
dellago. E del resto tanto la P che la I sono icone dellaxis mundi e quindi
concernono ogni elevazione che ambisca alla porta celeste. Ma se prendiamo il
simbolo di una chiave e lo posizioniamo in verticale, otteniamo ancora una volta
qualcosa di molto simile allimmagine della P e della stessa runa Wunjo, che dunque
diventa automatico considerare come la chiave che apre uno specifico varco correlato
a un altrettanto preciso grado iniziatico; si rimanda in questo senso anche a quanto
esposto alla nota 108 sulle associazioni tra Giano, lo swastika e il simbolismo delle
chiavi.
Crediamo sia sufficiente per comprendere il significato della sequenza Gebo/Wunjo
allinterno del Futhark antico. Vediamo piuttosto come accada anche ad altre rune di
accostarsi alle forme proprie dellesoterismo cristiano.









156
Non questa la sede per approfondire la materia dei Fedeli dAmore nei loro sottintesi
esoterici. Chi vuole documentarsi in merito pu tranquillamente rifarsi ai gi citati LEsoterismo di
Dante di Gunon e LErmetismo di Dante di Cerchio. Su questo tema anche il paragrafo dedicato da
Evola in Il mistero del Graal, p. 186 e sgg.
47
J,H,S ovvero Jera Hagalaz Sowulo

Il nome di Ges pu essere abbreviato con la sigla I,H,S oppure J,H,S. Il solito
Gunon ha evidenziato nello scritto Alcuni aspetti del simbolismo di Giano
157

come gi il Charbonneau-Lassay avesse menzionato un documento in cui il Cristo era
rappresentato sotto le sembianze di Giano. La descrizione che ne d Gunon la
seguente: In cima al medaglione interno figura il monogramma IHS sormontato da
un cuore; il rimanente del medaglione occupato da un busto di Janus Bifrons, con
un viso maschile e uno femminile, come si vede assai frequentemente; esso porta una
corona sulla testa, e tiene con una mano uno scettro e con laltra una chiave.
158

Lo abbiamo gi sottolineato in occasione del primo capitolo, a proposito della runa
Jera: il mazzo di chiavi argentato (piccoli misteri) e quello dorato (grandi
misteri) corrispondono rispettivamente alla statura regale e alla potest spirituale; il
primo apre le porte del Paradiso Terrestre, mentre il secondo immette nel Paradiso
Celeste. Ci pare evidente che, nellimmagine citata pocanzi con Gunon, lo scettro
faccia le veci delle chiavi argentate. La figura simbolica del Melki-Tsedeq incarna
peraltro entrambe le prerogative, realizzandosi in un individualit triplice e
irripetibile che del resto lo stesso che la terza faccia di Giano.
Tornando a Jera , essa prefigura, si detto, quellalternanza stagionale di Janua
Inferni e Janua Coeli, che propria del simbolo del Janus Janitor: possedere queste
chiavi significa accedere anche alle rispettive porte; porte che sono stagionali, sia
che per stagioni si intendano i semestri del calendario annuale (nelle fasi di sole
ascendente e discendente), sia che si faccia riferimento alle grandi epoche del ciclo
terrestre. Per tali motivi Jera il polo del Futhark antico, suo orologio armonicamente
coordinato su una coppia di opposti, che nel Taoismo sarebbe automatico associare
allo yin e allo yang. Ed qui che labbinamento della J di Jera -che poi anche quella
di Janus e Jesus (figure simili in quanto une e trine, e in quanto signori del tempo
cosmico e promotori di un passaggio iniziatico)- con la H e la S diventa incalzante.
Non del resto una coincidenza che Jera sia la quarta runa dellaett del Futhark
germanico (il secondo) che si apre con Hagalaz e che si chiude con Sowulo .
Sussistono poi pochi dubbi, guardando i simboli, sul fatto che Hagalaz sia una H e
Sowulo una S, nel senso che entrambe, oltre al valore alfabetico, conservano con le
lettere di pertinenza anche un rapporto marcatamente visivo.
Hagalaz, lo abbiamo visto di sfuggita nel capitolo precedente, rappresenta
quellestrema catarsi che insorge dopo i vertici raggiunti con Wunjo: la crisi
necessaria che inaugura una nuova fase del cammino iniziatico. In una tale ottica, il
mystes deve come scordarsi delle passate acquisizioni, che chiaramente fanno oramai
parte della sua integrazione e che torneranno a manifestarsi nella loro profondit, e
questo affinch egli non perda di vista il nuovo compito al quale demandato.
Hagalaz, per trasposizione, la grandinata, hail in inglese: ma hail anche un
saluto, un saluto donore, come di quelli che si offrono al signore al quale si giurata

157
Presente in dettaglio come capitolo 18, p. 117 e sgg., in Simboli della Scienza sacra.
158
Ivi, cit. pp. 117-118.
48
sacra fedelt, e ci riallaccia rapporti interessanti circa i significati di Gebo e di
Wunjo, che abbiamo potuto riferire al mondo cavalleresco e ai suoi riti di
vassallaggio. In sintesi Hagalaz un saluto beffardo alla morte e alle forze
disgreganti, come a evocare quelle energie contrarie, ma in realt complici, che
permettono allo spirito di consolidarsi. Hagalaz del resto la runa numero 9, e il 9, lo
si notato pi volte, un numero di transizione iniziatica, tanto nella mitologia
nordica -le nove notti e i nove giorni che Odino trascorre appeso a testa in gi
sullYggdrasil- cos come nella Commedia, laddove le novantanove cantiche sono
appunto il dedalo di prove che Dante iniziato deve affrontare sulla via della
redenzione.
Sowulo invece la runa numero 16 e descrive il sole spirituale, il s superiore,
laquila che alberga sulla punta dellYggdrasil. Dante viene trasportato da unaquila
alle porte del Purgatorio, e questo dettaglio si spiega del resto con la credenza che il
solo animale in grado di mirare il sole senza accecarsi fosse proprio laquila;
chiaramente il problema della vista attiene lattivazione del terzo occhio, della luce
propriamente interiore, e sempre nella Commedia Dante ha un rapporto privilegiato
con Santa Lucia
159
.
Altro sigillo solare, anche se non questo il senso principale che gli abbiamo
attribuito sulla scorta di Gunon
160
, lo swastika, che in effetti pu essere ricavato
intrecciando due Sowulo : proprio il 16, che abbiamo anticipato essere il numero di
questa runa, rappresenta la cifra dello swastika o fylfot
161
. In quanto serpentina di
luce, Sowulo interpreta anche lesplosivit di Thor e del suo fulmine letale. Fulmine
che equivalente del vajra, lattrezzo di Indra, cos come rassomiglia a tutte le armi
uraniche oppure ai betili, le mitiche pietre cadute dal Cielo a indicare le sedi di Dio

159
Dante non manca di riservare alla santa un ruolo fondamentale in tutta la narrazione. Ella appare
gi nel canto II dellInferno; Beatrice chiede a Lucia di aiutare il Dante smarrito: Or ha bisogno il
tuo fedele di te, e io a te lo raccomando(Inferno, Canto II, versi 97-98). Ma la santa della luce
interviene anche altrove, in Purgatorio: nel canto IX, cifra non casuale, un Dante assopito
(addormentato nellignoranza pregressa) viene condotto alla porta del Purgatorio per intercessione
proprio di Lucia: lo trasporta la gi citata aquila, che di fatto incarna gli stessi valori visivi. Che
qui si tratti di aprire una voragine nel buio, di varcare una porta di conoscenza, di aprirsi a un nuovo
tipo di luce e di dottrina, prima di allora inaccessibili, confermato dallapparizione della santa
siracusana: Venne una donna e disse: I son Lucia; lasciatemi pigliar costui che dorme; s
lagevoler per la sua via (Purgatorio, Canto IX, versi 55-57). E infatti dopo che Lucia si congeda,
Dante sottolinea come ella e l sonno ad una se nandaro (ivi, verso 63). Il passaggio di Lucia
apre gli occhi e cancella il sonno dellignoranza. Per la cronaca, Santa Lucia, vissuta pare a Siracusa
tra il 283 e il 304, mor martire durante le persecuzioni di Diocleziano. A proposito della
venerazione di cui fu oggetto presso il padre, Jacopo Alighieri suggerisce come Dante fosse grato a
Lucia per averlo guarito agli occhi da quel disturbo contratto per le troppe letture ai tempi della
redazione del Convivio. Chiaramente, intesa lessenza iniziatica della Commedia, non possibile
pensare che la presenza di Lucia sia giustificata soltanto a titolo di ringraziamento.

160
Che ripete infatti pi volte come lo swastika sia erroneamente considerato un disco solare,
laddove invece il segno del Polo.
161
Cfr. Secrets of Asgard, p. 91.
49
in Terra
162
. Ma Sowulo, dato che il 16 produce come somma il 7, legata anche agli
altrettanti Dwpa, le regioni o cicli di esistenza che dipartono dal monte Mru
163
, che
a sua volta un simbolo del Polo Nord, a conferma delle sovrapposizioni che di
frequente si compiono tra i simboli solari e quelli propriamente del polo. Sowulo in
ogni caso la runa del Centro da cui si propaga tutto il corso della manifestazione e
come tale identica nei suoi significati al Cristo-Sole, che con la sua fiamma
spirituale viene a diradare le ombre dellignoranza.
Proprio questo riferimento ci consente di ritornare alla sigla I H S, o J H S che dir si
voglia. Partiamo dalla seconda, visto che abbiamo introdotto i significati di Hagalaz e
Sowulo in relazione a Jera. Jera la summa dello yin e dello yang nordici, ossia il
ghiaccio e il fuoco, visto che il cosmo, secondo questa specifica mitologia,
originato dalla contrapposizione/armonizzazione tra il fuoco di Muspelheim e i venti
gelidi di Nifelheim. Essendo vitali, per i norreni, la luce e il calore del sole, il fuoco
non pu che corrispondere al bianco yang, mentre linerzia degli interminabili inverni
coincide con il nero yin
164
. Le prime due rune, Fehu e Uruz, si spartiscono le
rispettive competenze, dando vita a una ciclicit elementale che peraltro una
costante del Futhark antico, sebbene non sar questa loccasione in cui analizzeremo
tale ambivalenza in modo sistematico. Tuttavia, se Jera suggella il Tao runico,
particolare valore assumono Hagalaz e Sowulo nei suoi riguardi. Pure a livello
numerologico: Hagalaz 9, Jera 12, Sowulo 16. Se sommiamo queste tre cifre
otteniamo 37, ovvero 10, cifra dellunit pi la circonferenza, come abbiamo riferito
per Nauthiz, e anche con grandi similitudini proprio con il cerchio del Tao . Non
solo: Hagalaz la nona runa, ed preceduta quindi da otto rune, mentre Sowulo la
runa numero 16: ossia otto ancora ne vengono dopo di lei prima che il Futhark

162
Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 160 e sgg.
163
Si pu ravvisare ancora unaltra correlazione con i Manvantara (o ere dei successivi Manu,
n.d.a), quella relativa ai sette Dwpa o <<regioni>> in cui si divide il nostro mondo. Infatti, sebbene
questi siano rappresentati, conformemente al senso proprio della parola che li designa, come
altrettante isole o continenti distribuiti in un certo modo nello spazio, bisogna guardarsi da
uninterpretazione strettamente letterale, che li identifichi senzaltro alle diverse zone della terra
attualmente conosciuta; essi, in effetti, non <<emergono>> simultaneamente, bens
successivamente, il che vuol dire che uno solo di essi si manifesta nel dominio sensibile nel corso di
un certo periodo. Se questo periodo un Manvantara, si deve concludere che ogni Dwpa dovr
apparire due volte nel Kalpa (ossia lo sviluppo totale di un mondo, vale a dire di uno stato o grado
dellEsistenza universale ivi p. 12, sempre per dirla con Gunon, n.d.a) (). Si tratta, in
definitiva, di differenti stati del mondo terrestre, piuttosto che di <<regioni>> vere e proprie. Cfr.
Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. pp. 13-14.
164
Vediamo cosa dice in proposito lEdda: Allora parl Iafnhr: <<Il Ginnungagap nella parte che
volge a settentrione si riemp di ghiaccio pesante e greve e di brina e da esso esal gelido vapore;
ma la parte meridionale del Ginnungagap ne fu preservata dalle scintille e dalla materia
incandescente che sprizza da Muspellsheimr>>. Poi parl Thridhi: << E come il freddo e tutto ci
che nemico proveniva da Niflheimr, cos tutto quanto era volto verso Muspellsheimr riceveva
calore e luce() >>. Cfr. Edda, cit. p. 54. Nella nota 132 avevamo del resto riportato, sulla scorta
di Gunon, come allo yang corrispondesse il fuoco e allo yin lacqua. Ma lacqua, per forza di cose,
diventa ghiaccio nella realt ambientale del Nord europeo, e tale lessenza di Nifelheim.
50
germanico si concluda; Jera sta in mezzo, tanto che esse creano un curioso ternario
allinterno del secondo aett. E la simmetria evidente pure in termini di attribuzioni:
Hagalaz la tempesta di ghiaccio, ossia il ghiaccio che agisce con lintensit del
fuoco, in modo propulsivo. E ci tanto pi chiaro nellaltra raffigurazione con cui si
soliti mostrare Hagalaz, . In tal caso la runa presenta una struttura assiale, che
poi lIsa/ghiaccio, attorno alla quale ruotano almeno quattro Kenaz, vettori
dunque di fuoco, a conferma di quanto abbiamo appena detto, sebbene tale spiccata
co-abitazione di ghiaccio e di fuoco, in questo segno alternativo di Hagalaz,
sottintenda estreme capacit di controllo e ri-ordinamento
165
.
Sowulo, viceversa, la fiamma che si comporta con le cautele del ghiaccio; il fuoco
che non brucia, ma che si attua nell illuminare, proprio perch morigerato da un
flusso conservativo, di cui il ghiaccio detentore. Quella che in Hagalaz una
completezza soltanto potenziale in Sowulo si ricompone quindi nellilluminazione
dello spirito e del resto, in questo, essa corrispondente dei significati di Aor, ossia il
fuoco inteso nella sua facolt luminosa, laddove Agni (come lIgnis latino) il fuoco
considerato in tutte le sue caratteristiche, di luce e di calore
166
.
Hagalaz proietta pertanto le ombre della paura e della crisi di chi non sa ancora come
fondere gli estremi, Sowulo di contro li amalgama, illuminando tutto ci che
lambisce; Jera, in quanto alternanza di Janua Coeli e Janua Inferni, armonizza luci e
ombre nelle pieghe del tempo cosmico, facendo da tramite e da porta di passaggio tra
le rune poste agli estremi di questo specifico ternario. Hagalaz e Sowulo sono in
definitiva rune speculari, laddove Jera agisce propriamente da specchio, coadiuvando
il ghiaccio con il fuoco. Se peraltro riprendiamo il cerchio del Tao
167
, possiamo
andare ancora pi in profondit. Esso mostra infatti un puntino bianco allinterno
del campo nero e, viceversa, un puntino nero sul campo bianco. Se adattiamo tale
schema al Futhark germanico si pu asserire che il puntino bianco su campo nero sia
rappresentato da Sowulo, il fuoco che non brucia poich circondato dal ghiaccio. E al
contempo possiamo ammettere che Hagalaz sia il puntino nero su campo bianco,
ossia quel ghiaccio che, preso in una tempesta di fuoco, si comporta in modo reattivo.

165
In questa rappresentazione Hagalaz pensata come chicco di grandine, con un asse che tiene
appunto separate pi Kenaz, indicando quindi un contrappunto di ordine e stabilit, attorno a un
potenziale di fuoco molto elevato. Ci determina il peso ordinatore che comunque Hagalaz attua
nella sua essenza che, pur distruttiva, viene a rinforzare le qualit di chi se ne assuma il carico;
cavalcare Hagalaz indubbiamente prerogativa degli iniziati in procinto di superare la prova. Su
questo valore di Hagalaz, si veda in particolare Thorsson in Runelore: Hagalaz is the unification of
all opposites into all-potential, cit. p. 121. Del resto anche nellaltra immagine di Hagalaz, ,
evidente la relazione tra il 2 terreno (le perpendicolari del segno) e il 3 celeste (la somma delle
perpendicolari pi la diagonale centrale). La dualit di Hagalaz si fonda insomma su una
ricomposizione che guardata dallalto, e il caos di Hagalaz in potenza soltanto transitorio,
ponendosi anzi nellottica di un ordine davvero rigoroso.
166
Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, pp. 33-34.
167
Sul Taoismo, soprattutto nelle sue derive alchemiche, si rimanda a Lu kUan Y, Lo Yoga del
Tao Alchimia e Immortalit, Edizioni Mediterranee, Roma, 1976. E a L-Tzu, Il Mistero del
Fiore dOro, Edizioni Mediterranee, Roma, 1971.
51
Di queste dinamiche Jera rimane il grande contenitore, il pi idoneo, tra i glifi
runici, a rappresentare il dualismo del Tao assunto nella sua interezza e nella sua
normalizzazione ciclica.
A questo punto, possibile arrischiare anche un paragone con la trinit cristiana:
Hagalaz sarebbe in tal caso il Cristo uomo, con le sue tentazioni da affrontare e il
suo potenziale pi elevato ancora da compiere; Sowulo lo Spirito Santo, ovvero il
fuoco spirituale che illumina e che rende attive le potenzialit insite nelluomo; e
Jera, in quanto sintesi dei due opposti, lonnipotenza su tutto il manifestato, e in tutte
le manifestazioni, del Padre; tutto questo chiaramente rimanendo nellambito di
Grandi Triadi solamente successive rispetto a ununit originaria, indefinibile e
indivisibile.
E se invece consideriamo la sigla I H S, al posto di quella appena esaminata? Cadono
ovviamente alcune simmetrie aritmetiche, dal momento che Isa la runa numero 11;
eppure anche Isa, Hagalaz e Sowulo formano a loro volta un ternario. Chiaramente
prima di procedere dobbiamo specificare il ruolo di Isa , che abbiamo peraltro gi
anticipato nel secondo capitolo su Nauthiz, Jera e le linee del drago. Isa la runa
delleroe sopravvissuto allordalia di Nauthiz, quellio che riuscito a sciogliere il
nodo della morte, restando in vita, oppure proseguendo su un livello differente di
manifestazione. Isa una runa caparbia, che indica i rigori dellinverno nordico e le
modalit di opposizione a tale rigore. La sua forma tuttavia, a maggior ragione se
estrapolata dalle logiche della mera sopravvivenza, riconduce a qualit spiccatamente
assiali che nel capitolo precedente abbiamo riferito anche al monogramma di Cristo.
Proprio la I compare del resto in questo simbolo, mentre la P gli si sostituisce
allinterno del cosiddetto monogramma di Costantino. La I di Isa dunque connettiva
tra Cielo e Terra: se in Nauthiz presente anche il piano orizzontale, quindi
legato alle dinamiche terrene e passive, con Isa si impone lintegrit attiva del mystes
sulla via della risalita. Isa allora un simbolo di identit con i piani superiori, sebbene
tale attitudine si manifesti ancora in ambiti preliminari, nei quali lindividualit ben
presente e ottenebra la causa della missione; tanto vero che Isa, nella tredicesima
runa Eihwaz , si arricchisce di due correnti, una superiore e una inferiore, che
esemplificano la variet del viaggio da intraprendersi e il differente tenore delle forze
in atto. Isa pertanto, e senza dubbio, attrito e resistenza, e di una qualit greve
rispetto allalleggerimento spirituale che ha da venire; tuttavia essa non pu essere
considerata solo nelle sue valenze passive, perch la resistenza di cui essa dice tale
principalmente rispetto al ritorno alla profanit e a quelle tenebre che sono state
oltrepassate nellaffrontare i nodi cruciali di Nauthiz. Se Isa dunque inerzia, lo in
modo attivo, proprio per garantirsi un processo di evoluzione, al di l degli influssi
costanti del piano inferiore cui liniziato inevitabilmente, e comprensibilmente,
sottoposto. E del resto laxis mundi, cos nitidamente presente in Isa, anche sintesi
degli opposti che armonizza. un aspetto che si tende spesso a dimenticare
analizzando il simbolo di Isa, ma come abbiamo preannunciato molte analisi runiche
subiscono oramai soprattutto linflusso dellinterpretazione psicanalitica.
52
In relazione a Hagalaz, Isa rappresenta infatti, quanto meno, una cristallizzazione, nel
senso che il ghiaccio in movimento della nona runa con Isa acquisisce ordine e
stabilit verticali: quella che era una dualit in transizione si ricompone inunit
contenente . E con ci Isa ancora molto distante rispetto a Sowulo, mancando
al suo ghiaccio la capacit di riflettere integralmente le possibilit delliniziato.
Daltro canto Sowulo resistente e caparbia come il ghiaccio, ma decisamente non
materia inerte, proiettando anzi la sovra-coscienza dellintellettualit pura.
Ci non toglie che Isa, analogamente a Jera, possa stare a met tra Hagalaz e Sowulo:
essa un palo ordinatore tra il caos lungimirante della prima e la solidit spirituale
della seconda. Con entrambe spartisce il senso del ghiaccio, disciplinando quello in
divenire di Hagalaz, e anticipando in questo Sowulo, bens al contempo condividendo
con Hagalaz la natura di questo gelo, ancora fisico e sotto alcuni aspetti inerte,
mentre in Sowulo esso assurge a diamante completamente sgrezzato. In Isa vi
insomma quella ricerca dellintegrit che in Sowulo si certifica quale traguardo
metafisico.
Tornando al senso dellI H S (o J H S che dir si voglia), non ignoriamo come la
vicenda del Cristo nei suoi simboli proceda di pari passo con questi significati,
trattandosi di una lotta nellantitesi, tra situazioni critiche e densamente umane
(Hagalaz e Isa), e illuminazioni che possono essere soltanto tali per chi si sia
legittimamente riconosciuto figlio di Dio, al punto da raggiungere lidentit con il
polo supremo (Sowulo). Tanto pi che la stessa Isa nella sua purezza claustrale
fornisce un rimando alla Vergine immacolata che ha generato il Cristo, e lelemento
femminile, sulla via iniziatica, come chiaro anche con la Beatrice dantesca,
sempre un transito di purificazione in vista di mete superiori, nesso che peraltro
andremo ad approfondire proprio nel capitolo a venire. Isa del resto suona come un
nome femminile, ma al contempo, nella sua corporatura assiale, contiene il ricordo
della croce, superata nella sua componente orizzontale e passiva. Infine, in Jera vi
quellarmonizzazione degli opposti, ossia della natura terrena e di quella divina, delle
due facce di Giano, che senza dubbio contraddistingue lesperienza del Cristo, egli
stesso omologo del Janus, in quanto signore del passato, del presente e del futuro.
Lungi da noi voler trasformare lesoterismo cristiano in quello germanico/norreno, o
viceversa, tuttavia queste brevi note rientrano nellottica di quanto gi ampiamente
assodato: ossia che una Tradizione comune abbia originato contenuti dal significato
analogo, al di l delle distinte sfumature espressive.
E un punto che andremo a sviluppare, se vogliamo anche a livello deontologico, in
un prossimo capitolo dedicato a Raido, per ora ci occupiamo della chiara
ambivalenza che attiva tra le rune Teiwaz e Berkana.






53
Teiwaz e Berkana, lazione e il riposo del re

Lo abbiamo gi fatto notare negli ultimi due capitoli, ossia come rune, poste in
sequenza pi o meno ravvicinata allinterno del Futhark antico, dialoghino secondo
logiche di opposizione complementare, proprio come lo yang e lo yin, il bianco e il
nero, l attivo e il passivo. Teiwaz e Berkana, nellaprire il terzo aett del Futhark
germanico, non sfuggono a questa peculiarit, portando forse al massimo livello le
distinzioni/compenetrazioni del maschile e del femminile, anche con risvolti che,
oltre a essere prettamente simbolici, hanno chiara attinenza con la realt pi fisica
delle cose.
Teiwaz e Berkana , dicevamo: gi osservando i loro segni, diventa automatico
associare Teiwaz al modello assiale, con chiare ascendenze virili, mentre Berkana
con le sue forme arrotondate evoca la capienza vitale della Grande Madre. Tanto pi
che Teiwaz fa riferimento al dio Tyr, che come abbiamo visto nel lungo capitolo
iniziale il vero erede, allinterno della cosmogonia nordica, del Dyus Pitar vedico,
che trova peraltro i suoi equivalenti olimpici anche nello Zeus greco e nel Deus
latino. Tyr, dunque, come padre celeste; un Tyr tuttavia spodestato, sostituito
dalliniziato Odino, che sicuramente di Tyr va anche a riprendere le qualit di signore
uranico, di Allfdr, ma con uninvestitura che stata appunto conquistata a fatica e
che si motiva con lo scollamento che nel frattempo si verificato tra Cielo e Terra.
A proposito di Tyr, e a conferma di questi discorsi, sussiste un elemento peculiare,
che abbiamo gi riportato e che evidenzia una chiara delegittimazione. Lepisodio
riguarda il feroce lupo Fenrir, nemico pubblico numero uno di Asgard e delle sue
propaggini, che viene legato ricorrendo allo stratagemma di una corda magica
fabbricata dagli gnomi
168
. proprio Tyr a infilare come garante la mano destra e
giusta, the right hand, nelle fauci del lupo che, accortosi dellinganno e della sua
impossibilit di liberarsi, gliela mozza. Questo sacrificio equivale del resto a quello di
Muzio Scevola, il quale lascia consumare la sua mano destra nel fuoco fino a quando
non ne rimane che un moncherino. Nella potenza del mito, che espressione del
simbolo, si trovano tutti gli ingredienti per ricevere linformazione principale: ossia
che qualcosa stato, per lappunto, manomesso; qualcosa inerente il rapporto tra
luomo e il Principio metafisico originante.
Perch se in tempi di ordine assoluto il Melki-Tsedeq, che abbiamo citato
ampiamente nel primo capitolo, a governare con le sue due mani/facolt, di Pace
(Misericordia) e di Giustizia (Rigore), nel momento in cui lumanit decade e rifugge
dalle dottrine superiori, egli stesso, rappresentante del Cielo in Terra, smarrisce parte
sostanziosa delle sue possibilit. E nella fattispecie perde una mano, la destra di

168
Dopo che Fenrir aveva rotto catene e legacci di ogni tipo, ne viene fabbricato uno magico,
apparentemente un banale filo di seta, bens infrangibile poich realizzato dagli gnomi attraverso le
formule magiche esercitate su del materiale di fatto non quantificabile; in sequenza: rumore di
gatto, barba di donna, radici di montagna, tendini dorso, respiro di pesce e sputo duccello. Cfr.
Edda, cit. p. 82.
54
Pace, e gli resta soltanto quella di Giustizia, la sinistra, che la medesima poi in
dotazione a Scevola e Tyr.
Tyr giustappunto dio della giustizia in tempi di guerra e di conflitto, poich la pace
venuta meno. E in unepoca in cui la legge si renda cos caparbiamente necessaria,
al di l dei meriti di chi la esercita con rettitudine (memore della right hand andata
perduta), indiscutibile lo stato di abulia che astringe a questa ostinata supervisione,
che in tempi di luce non occorreva, essendo la pace una condizione dominante, insita
automaticamente in una societ coordinata ai pi alti livelli.
In effetti la runa Teiwaz , che titolare delle mansioni di Tyr, esercita le sue
simmetrie nel nome del controllo. Lasse centrale, come hanno evidenziato molti
runologi, una sorta di spartiacque tra le forze opposte della cosmogonia nordica, il
ghiaccio e il fuoco
169
; Teiwaz da questo punto di vista anche Irminsul, albero spesso
associato allo stesso Yggdrasil, di cui rappresenta di fatto una variante
170
. Teiwaz
rimarca insomma alcune delle qualit che abbiamo evidenziato a proposito di Jera e
Isa, rispetto a Hagalaz e Sowulo, nel capitolo precedente. Teiwaz palo cosmico,
stella polare, ed noto che anche il simbolismo polare, come quello assiale pi
evidente in Teiwaz, sia una manifestazione del grande Centro.
Teiwaz poi indubbiamente runa di azione, ma non certo di un conflitto caotico
come pu esserlo quello attribuibile a Hagalaz, che giunge per pulire laddove non
pu esservi pi crescita. Teiwaz semmai il colpo del cecchino, di chi sa usare la
scintilla secondo le logiche di una mente fredda, cio abituata a puntare il bersaglio
con assoluta precisione, oltre che con forza, e soprattutto quando il momento
strettamente opportuno. Teiwaz in sintesi lazione necessaria, il fendente secco di
chi ha saputo agire a puntino, dopo anni di apprendistato e allenamento. Del resto
Teiwaz va ad aprire il terzo aett, ed pertanto una runa triplice: peculiarit che
palese anche nella sua struttura, che presenta appunto tre direttive perpendicolari .
Linee che sono peraltro le stesse di Algiz , la runa del sacerdote, la numero 15. I
due simboli in questo sono simmetrici e complementari. Solo che le tre direttive di
Algiz sono rivolte al Cielo allunisono, esattamente come luomo preso nellatto di
pregare, quasi dimentico della condizione terrena. Mentre in Algiz questi tratti
specifici si riabbassano: come se le mani dellinvocazione fossero tornate ai fianchi
per poter agire concretamente, in una battaglia o in un dibattimento; la posizione
rituale si trasformata in una postura coinvolta negli affari del mondo: ovvero gli
ideali di elevazione di Algiz sono maturati verso un intervento fisico, sebbene non

169
Scrive a tal proposito Edred Thorsson nel suo Runelore: The cosmogonic force of Tr is
expressed in the initial process necessary to the shaping of the multiverse: the separation or
polarization of the cosmic substances that allows for the vital glories of manifestation between the
poles of fire and ice. The T-rune describes the aspect of the cosmic column that keeps these
separate, holding cosmic order, ivi cit. p. 128.
170
http://en.wikipedia.org/wiki/Irminsul Bastino queste note per intuire come lIrminsul fosse una
sorta di tratto visibile, terreno, dellYggdrasil stesso. Di fatto, molti alberi germanici furono eletti a
Irminsul in varie epoche, e da diverse trib, per precisi moventi cultuali. Al contempo va precisato
come il nome Irminsul rimandi a una trib specifica, quella degli Herminones, citati anche da
Tacito nel suo Germania.
55
casuale, anzi ispirato da un sacro vincolo o da un giuramento. In tal senso Algiz e
Teiwaz partecipano a quelladagio ermetico che abbiamo citato precedentemente a
proposito di Gebo e Wunjo: Algiz la spiritualizzazione del corpo, laddove
Teiwaz in questo caso la corporizzazione dello spirito. Tanto vero che la runa
che segue a Algiz, e precede Teiwaz, chiudendo il secondo aett, Sowulo, la quale
fornisce sotto forma di saetta quelle armi olimpiche (vajra e pietre del fulmine) che
contraddistinguono la missione regolarizzante proprio di Tyr/Teiwaz.
Questultima insomma ardore e disciplina, andando a mediare alcune qualit delle
due rune che aprono i primi aett: Fehu, runa della seminale scintilla di vita, e
Hagalaz, ghiaccio critico e mortifero della palingenesi. Se Fehu vita tout court, e
Hagalaz morte/rinascita, Teiwaz equilibrio di questi due opposti, palo garante
tanto della conservazione della vita che della sua repentina trasformazione. Teiwaz
quindi ago della bi-lancia, ossia possiede due lance, quella spirituale e quella
guerriera, che finir tuttavia per prevalere, inteso il destino del dio Tyr, privato della
mano di Pace e paladino attivo di un ciclo cosmico che fonda il suo significato
sullattesa del Ragnark, ossia della battaglia finale.
Il che ci consente pure di stabilire un parallelo con la figura del cavaliere templare,
sacerdote quanto guerriero, conservatore quanto trasformatore in spirito e in carne,
idoneo a tutelare la vita ma anche a strapparla. Negli ultimi anni il fenomeno del
templarismo a tal punto esploso che non intendiamo partecipare al valzer delle
teorie scioccanti e delle cospirazioni occulte. Ci sufficiente mettere in evidenza un
rilievo simbolico degno di nota: come ha suggerito Freya Aswynn, la mano destra
persa da Tyr potrebbe coincidere con labbandono del sesso femminile
171
. Dopo di
che Tyr rimane come divinit virile: il sangue delle mestruazioni viene rimpiazzato
da quello sparso in battaglia e dellandrogino, detentore di due lance, resta soltanto
laspetto maschile. Chiaramente tale condizione di androginia, lungi dallessere
valutata sul piano fisico, che solo un riflesso secondario, andrebbe vista in chiave
ermetica e in tal senso ricollegata alla figura del Bafometto templare o del Janus
Bifrons, che abbiamo visto essere anche rappresentato con una faccia maschile e un
volto femminile, come del resto accade al simbolo equivalente del Rebis.
Una variante che non viene peraltro smentita dalla runa che segue a Teiwaz, ossia
Berkana , glifo della grotta e della montagna (da Berkana deriva il tedesco berg,
montagna appunto), complementariet che identica a quella tra il triangolo
inferiore e quello superiore che abbiamo trovato tanto nel rombo che ricompone la
Grande Triade taoista che nel sigillo di Salomone. Restando in ambiti runici,
Berkana si assume perci alcuni significati di Gebo; anche qui si tratta infatti di
iniziazione, e quali ambienti, meglio della grotta e della montagna, anche dal punto di
vista della natura fisica del culto, spiegano unincubazione di tipo misterico
172
?

171
Interestingly enough, there is some evidence that the original concept of Tyr was double-sexed
and that like many of the Germanic gods had a feminine counterpart named Zisa. Tyr himself in this
context was named Zio; cfr. Northern Mysteries and Magick, cit. p. 189.
172
Sulla montagna come luogo altro e di acquisizione misterica rispetto ai tratti normalizzanti
della citt, si rinvia nello specifico allo studio di Richard Buxton, La Grecia dellImmaginario I
56
Berkana, che simbolo della Grande Madre semper gravida, la grotta/montagna in
cui il mystes fa il suo ingresso per rinascere a nuova vita. Se consideriamo Berkana in
relazione a Teiwaz, possiamo dire che la prima offre al guerriero identificato dalla
seconda il luogo di riposo, di passaggio, morte e rinascita. Molte epopee, non
necessariamente germanico-norrene, presentano immagini di questo tipo: nella grotta
leroe va a trovar ristoro, in attesa di una nuova battaglia, oppure proprio su di una
montagna si compie il climax della sua impresa
173
.
Berkana daltro canto segno della vita, della necessaria transizione nel grembo
materno, e il suo albero di riferimento la sempre verde betulla, motivo
particolarmente caro ai culti sciamanici e ai riti di fertilit: questo essere betulla di
Berkana fa inoltre il paio con l essere albero di Teiwaz, che variante simbolica
della quercia Irminsul. Ma mentre il guerriero con Teiwaz dimostra il suo valore
effettuando sacrifici alla luce del sole, quelli relativi al campo di battaglia, con
Berkana levoluzione avviene al buio, avvolta da un manto protettivo e rigenerativo
che la placenta dellantro sacro. Berkana delle grotte e della montagna allora
grembo iniziatico e, analogamente a quello femminile, deputato a culti di (ri)nascita e
di (ri)definizione. Come dal ventre materno, da tali luoghi, dopo aver conseguito
lapprendistato magico, si esce ridestati a nuova vita
174
. E qui, nel dettaglio, che si
svolge lincontro tra il retaggio attivo virile e quello passivo femminile, e i ruoli
frattanto sinvertono: nella grotta leroe si adegua a ricevere; egli stesso diventa
femmineo, come abbiamo appunto sottolineato a proposito dellanello Gebo, che
indica la disposizione delleroe a farsi imbevere di una luce superiore
175
. Per analogia
la caverna il triangolo passivo di Gebo, laddove il triangolo attivo quello che
identifica la vetta della montagna, e che si esprime chiaramente nella punta di
Teiwaz . Berkana, questi due triangoli, in fondo li considera entrambi al suo
interno , dal momento che il guerriero vi entra come femmina (la disposizione
passiva nei confronti della grotta) e ne esce come maschio (la disposizione attiva
nei confronti della vetta della montagna).

contesti della mitologia, la Nuova Italia, Firenze, 1997, con particolare riferimento al capitolo VI,
Il paesaggio, p. 93 e sgg.
173
Si pensi solo al monte Cerchio dove la maga Circe accoglie Ulisse e i suoi compagni: il transito
nellesperienza magica uno dei tratti iniziatici per eccellenza e consente alleroe di ritemprarsi
nella sua odissea. Ovviamente tutti questi temi verranno ripresi anche dalle chansons medievali,
in cui ad esempio il Mont Salvat rappresenta il punto di riferimento nella cerca del Graal. Lo stesso
dicasi del resto per la montagna del Purgatorio dantesco, che di fatto antitesi dellanti-montagna
che lInferno, cono scavato allingi sempre allinsegna di quella opposizione/complementariet
tra triangoli che abbiamo pi volte evocato. Sul Montsalvatsche si rimanda in particolare allo studio
di Julius Evola, Il mistero del Graal, con particolare riferimento al paragrafo 21, La sede del
Graal, nello specifico p. 139 e sgg.
174
Berkana, peraltro, stata identificata anche come runa del dolmen, monolito arrotondato presso
il quale si organizzavano sacralit varie; non cambia ovviamente il significato del rito di passaggio.
Si veda in proposito Jan Fries, Helrunar A manual of rune magick, Mandrake of Oxford, Oxford,
1993, p. 384.
175
Lo stesso feto totalmente passivo nel grembo materno, al fine di ricevere il nutrimento e le
forme necessarie per uscire alla vita.
57
Un passaggio non esclude quindi laltro, e ne abbiamo testimonianza anche in un
romanzo di fiction, Eaters of the Dead
176
di Michael Crichton, poi traslato nel film Il
tredicesimo guerriero
177
. Scorriamo rapidamente il plot: dodici normanni (pi uno
straniero, in questo caso un arabo), struttura che riporta al tribunale sacro degli Asi e
pi in generale al numero simbolico delle collegialit celesti istituite sulla Terra, si
scontrano con un popolo che vive nelle caverne, propriamente come gli orsi, e che
adora una Grande Madre che trasposizione dellarchetipo femmineo originale.
Giusto la parola orso, Bear in inglese - Br in tedesco, ha evidenti debiti
etimologici con Berkana, grotta appunto di formazione misteriosa, in cui lelemento
umano si fonde con quello animale. E qui giungiamo al trait dunion, ai cosiddetti
berserk, guerrieri indemoniati che pensavano dintervenire in guerra sotto i sembianti
dellorso o perlomeno indossando le effigi dellorso
178
, proprio come i dead eaters
di Crichton che si agghindano con le pelli e gli artigli di questi animali
179
.
Al di l della fiction, che comunque evidenzia tratti edulcorati di antichissimi
costumi, curioso notare come lo stesso Art (Artos vuol dire orso in
anglosassone
180
) possa aver conseguito una gestazione altra prima di assurgere a
sovrano civilizzatore dei dodici Cavalieri della Tavola Rotonda
181
; un Art dunque da
intendersi come uomo/orso iniziato ai misteri della caverna, da cui il futuro sovrano
esce ritemprato a una nuova vita. Ma il guerriero orso, pi in generale, anche una
manifestazione dello Kshatriya, successore demandato dei sacerdoti, i Brhmani, in
unera qualitativamente inferiore. Tanto vero che la regione Iperborea, o
semplicemente Borea (da cui sempre i contatti etimologici con Bear e Br), in
questa fase successiva assume il nome di terra dellorso, laddove prima era nota
come terra del cinghiale
182
. Art/orso dunque prototipo dello Kshatriya.
Se analizziamo i simboli principali del mito che lo vede come protagonista,
giungiamo peraltro a conclusioni analoghe. Art si emancipa infatti attraverso una
spada che viene levata da una fessura in una roccia (una vulva per trasposizione),
rimando alla virilit compiuta, che anche tema tipico delle fiabe
183
, ma pure

176
Cfr. Michael Crichton, Mangiatori di morte, Garzanti, Milano, 1977.
177
Il tredicesimo guerriero, regia di John McTiernan, 1999.
178
Come specifica, tra gli altri, Nigel Pennick to go berserk equivale ad andare in battaglia
indossando una camicia di pelle dorso. Cfr. Tradizione Nordica, p. 145.
179
Inoltre questi dead eaters, allinterno dei loro antri, sono titolari di un culto dei serpenti che
del tutto analogo a quello dei Marsi del Circeo http://www.terremarsicane.it/node/5188 . E non del
resto anche quella la zona dellUrsus arctos marsicanus, lorso marsicano?
http://it.wikipedia.org/wiki/Ursus_arctos_marsicanus . Vediamo peraltro subito come tutto questo
riguardi il mito di Art, la cui ombra viaggia insomma dal Circeo al Nord Europa con estrema
agilit.
180
Cfr. Tradizione Nordica, p. 149, ma i riferimenti allorso/Art sono ricorrenti in materia..
181
Un po del resto come Odino, iniziato a specifici misteri prima di diventare Allfdr delle dodici
divinit di Asgard.
182
Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, p. 31.
183
Si rimanda nello specifico agli studi di Bruno Bettelheim, Il mondo incantato Uso, importanza
e significati psicoanalitici delle fiabe, Feltrinelli, Milano, 1977 e Giuseppe Gatto, La fiaba nella
tradizione orale, CUEM, Milano, 2004. Chiaramente, per chi scrive, la trasposizione psicanalitica,
58
immagine criptata che ancora una volta conduce alla complementariet di buco e
attrezzo appuntito, di pieno e di vuoto, di vertice della montagna e di rotondit della
caverna
184
. Leroe che entra, ed esce, dalla grotta misterica equivale dunque alla
spada che entra e viene estratta dalla roccia, e alla Teiwaz che si unisce a Berkana,
per poi oltrepassarne i limiti. Se il mystes non si rende di tanto in tanto femmina,
ossia non si dispone a ricevere linsegnamento attivo, fallisce la sua missione. Solo
attraverso fisiologiche fasi di passivit, letteralmente di incubazione, egli pu
trasformare in azione lapprendistato di cui si imbevuto; esattamente come il Graal
si appresta a ricevere il sangue di Cristo, balsamo rivitalizzante.
Non a caso, il principio della fine per Art dovuto al tradimento di Ginevra
185
con
Lancillotto: nel momento in cui unaltra lancia, il simbolismo chiaro, sinserisce
nel grembo iniziatico, loriginario detentore dei segreti viene di fatto sconfessato e il
suo potere ridotto in balia degli eventi. La sapienza non pi praticata, a maggior
ragione quando aggredita da una forza che giunge dal di fuori, si riduce a
impotenza. Se questo un motivo cifrato che identifica i drammi intestini di cui
preda liniziato, limmagine ripresenta anche i caratteri formali della lotta tra due
contendenti per un unico trono, come nel caso del Rex Nemoriensis, il sacerdote di
Diana presso il lago di Nemi
186
. Lautorit sacra del Nemoriensis si mantiene infatti
viva e vigorosa perch costantemente messa in discussione da minacce esterne,
costringendo alla pratica attiva. Viceversa la regalit di Art si trasforma in indolenza
per lassenza di validi avversari. Tanto che Art, insieme ad Excalibur (la virilit
attiva che torna ad emanciparsi), rivive gli antichi fasti soltanto nel momento in cui
chiamato a fronteggiare la minaccia di Mordred: costui lo ri-vivifica perch
sangue del suo stesso sangue
187
.
Se la donna grotta/roccia il transito necessario per nuove fasi di apprendistato,
tale simbolo ricorda che qualora liniziato non sia disposto a morire/rinascere, il suo
potere pu venir meno ed essere messo in discussione
188
. Teiwaz e Berkana assieme

con particolare riferimento al testo di Bettelheim, solo lultimo step di un progressivo
storpiamento di una nozione che inizialmente riguardava lincarnazione pi pura del simbolo.
184
La stessa spada, dopo lutilizzo, viene del resto infilata nella guaina, latino vagna; lanalogia
evidente.
185
Evola fa originare il nome Ginevra da Quennuwar, da cui letteralmente deriva anche il titolo di
regina. Nello specifico Quennuwar significa lo spirito bianco, a conferma delle sue valenze
simboliche. Se la dama bianca viene violata, automatica infatti la corruzione della conoscenza
originale e del potere inviolato che su di essa si fonda. Cfr. Il mistero del Graal, p. 61.
186
Torneremo ancora sul Nemoriensis, analizzando alcuni aspetti del simbolismo di Algiz. A livello
bibliografico non possiamo che rimandare a James G. Frazer, Il ramo doro - Studio sulla magia e
la religione, Bollati Boringhieri, Torino, 2012; in particolare il capitolo 1, Il re del bosco, p. 9 e
sgg., e il capitolo 16, Diano e Diana, p. 199 e sgg., sebbene Frazer abbia modo di ritornare spesso
su questo caso esemplare.
187
Sulla leggenda di Mordred vedasi le alterne ricostruzioni in http://en.wikipedia.org/wiki/Mordred
Evola riporta, tra le altre, alcune leggende in cui Modred (sic), al pari di Lancillotto, sottrae Ginevra
ad Art. Modred in questo caso agisce come nipote, senza che peraltro i significati cui abbiamo
accennato vengano meno. Cfr. Il mistero del Graal, p. 62.
188
Anche da un punto di vista sociale, Berkana mantiene in bilico il valore della donna, tra sostegno
regolare al marito, di cui nutre i figli, e antichi retaggi che la pongono sempre come altra,
59
rappresentano dunque il flusso eterno, del fuoco e del ghiaccio, del maschile e del
femminile, dell attivo e del passivo. Essendo esse le rune numero 17 e 18 del
Futhark germanico, la loro somma d 35, ossia per ulteriore trasposizione quell8 che
possiamo intendere anche come simbolo dellinfinito . Del resto l8 al
contempo il cubo di 2, ovvero un 2 che agisce sui tre livelli della manifestazione,
favorendo un dispiegamento ciclico che si realizza appunto nella totalit della
rappresentazione; la coppia Teiwaz/Berkana peraltro operativa allinizio del terzo
aett, quindi la loro cifra indiscutibilmente l8. Finch sussister il dialogo tra le
forze attive e passive delluniverso, tra Teiwaz e Berkana per lappunto, vi sar vita,
morte, rinascita e trasformazione. In questo le due rune rappresentano i grandi
archetipi di Purusha e Prakriti, essendo Teiwaz runa dellantico Padre celeste e
Berkana segno della primigenia Dea Madre. Senza questo delicato equilibrio non vi
sarebbe pi alcuna possibilit di conservazione e sviluppo, ed per tale motivo che
lattesa del Ragnark cos sentita e decisiva. Ci torneremo in particolare nellultimo
capitolo, ora affacciamoci su un altro importante dualismo, che di fatto specifica il
sacro intervallo tra alpha e omega allinterno del Futhark antico.




















primordiale, selvaggia rispetto a una comunit che va definendosi secondo istituzioni sempre
pi accentuate. Ma il potere vitale del femmineo il carburante nascosto e necessario che continua
a sgorgare nei momenti critici della trib, quando i grandi riti di preservazione e purificazione si
compiono, lasciando riemergere quelle forze animali e istintuali che si annidano in ogni uomo. Sul
ritorno del cavallo imbizzarrito si focalizza del resto la runa successiva a Berkana, Ehwaz, transito
utile alla conquista della completezza da parte delliniziato in lotta con se stesso. Lo chiariremo
nellultimo capitolo ponendo a confronto proprio Ehwaz con Mannaz.

60
Ansuz come Ankh, Othila come Omega

LAnkh , o croce ansata, non pu essere distinto dal simbolismo pi generale della
croce, rappresentandone una variante, al di l delle speculazioni che insorgono ogni
qual volta vi sia la comparsa di un elemento mutuato dallantico Egitto. Per quanto ci
riguarda, essendo lAnkh presente anche nei segni del Cristianesimo delle origini,
esso non fa che confermare la continuit esistente tra i vari simboli appartenenti, in
varie epoche, alla Scienza tradizionale. LAnkh, in quanto croce, chiave di vita, di
vera vita, ossia lopposto di quella condotta nelle ombre dellignoranza: lepopteia,
labbiamo detto con Nauthiz e riprendendo i due monogrammi, viene ottenuta dal
Cristo con il sacrificio sulla croce, il pegno da pagare per ottenere limmortalit.
LAnkh del resto assomiglia anche a una possibile bind rune
189
tra Gebo e Wunjo,
proprio sulle scie del monogramma costantiniano, prevedendo appunto la presenza di
una struttura ad asse verticale munita anche di un occhiello che via stretta, che
porta solare.
Ma passiamo a uno dei temi di questo capitolo, ovvero le analogie che sussistono tra
Ankh e Ansuz , la quarta runa; esse sono gi evidenti nel suono: Ankh, croce
ansata, Ansuz. Questultima la runa di tutte le rune, poich rappresenta il
sacrificio di Odino sullYggdrasil per ricevere il dono delle rune stesse, intese come
quel viatico di conoscenza che ristabilisce i paradigmi della vera dottrina. Prima di
Ansuz non vi la consapevolezza di un piano superiore. Le tre rune iniziali -Fehu,
Uruz, Thurisaz- indicano le forze seminali del cosmo: esplosioni formative e
intromissioni telluriche, genesi sorprendenti e scontri titanici. Fehu in quanto big
bang primordiale; Uruz in quanto lotta contro lanimale interno ed esterno;
Thurisaz nelle vesti di una manifestazione violenta che accomuna Thor ai giganti di
Jotunheim, in quello che un contendersi la sopravvivenza.
Sulle propaggini di un simile caos, ancora in gestazione, Ansuz a portare il soffio
metafisico che anima le cose che, da embrionali e incomplete che erano, assumono un
tratto conforme allidea originale. Ansuz del resto lo stesso che Ain-Soph (o En-
Soph o Ein Sof)
190
, ossia il Principio assoluto nella sua infinitezza, prima di quella
auto-manifestazione che produce il creato. Esso senza confini e inconoscibile: ci
che d la vita e che contiene ci che ha determinato, senza che questo sia sufficiente a
spiegarne lillimitatezza. Ansuz, analogamente, pu essere percepita in tutte le cose,
ma non per questo vincolata ad esse; Ansuz nd (equivalente del prana, del qi, del
pneuma e dello spiritus), mantra odinico, soffio vitale che anima ci che prima era
inerte
191
: ad esempio il primo uomo e la prima donna, Ask ed Embla, gli Adamo ed

189
Lo abbiamo gi accennato: la bind rune un sigillo di rune creato, legando appunto, pi
simboli del Futhark. Chiaramente il suo valore rafforzativo delle caratteristiche delle rune che la
costituiscono.
190
Su Ain Soph si rimanda ai capitoli dedicati alla Cabala in Forme tradizionali e cicli cosmici, p.
49 e sgg. e allo studio di Gershom Scholem, Il Nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio,
Adelphi, Milano, 1998.
191
Ansuz, come ha evidenziato Mario Polia in Le rune e gli di del Nord (p. 49 e sgg.), rimanda
anche ad Asu, termine sanscrito che significa soffio vitale. Asu che facilmente possiamo riferire
61
Eva della mitologia nordica, un limpido barlume di coscienza nel traffico di unet
oscura.
Ansuz ha chiare attinenze pure con il verbo sacro: con la parola prima, con la lettera
alpha, aleph o alif, a seconda delle circostanze; in principio era il Verbo recita
lattacco del Vangelo di Giovanni
192
. Il respiro del grande polmone pronuncia la sua
strofa inaugurale e la vita scorre in ogni cosa; Ansuz il compiersi del Logos
193
.
Ansuz di rimbalzo la sentenza sacra che viene sillabata nei riti autentici: il respiro e
la recita sono del resto parti essenziali del culto; proprio la respirazione anticipa
lapertura della bocca, e il suono proferito evocazione delle forze sottili che
dominano luniverso. Non un caso che Ansuz nel Futhark anglosassone sia nota con
il nome di Os, che in latino significa bocca, cos come del resto gli omina sono
presagi pronunciati con la parola. Os che promana nd pertanto Ansuz, runa del
verbo magico, quel lato del vocabolario che non ha semplice valore semantico ma
che assurge a stato di formulazione liturgica. Il suono, lungi da avere soltanto un
significato, diventa atto mistico, in grado di determinare un cambiamento, pi o meno
evidente, a seconda del potere dellofficiante e del cerimoniale dispiegato.
La stessa ispirazione poetica, grazie ad Ansuz, diventa qualcosa di oggettivabile in
parola. Ed luomo a beneficiarne, trasformandosi in folgorato ed in furente (Odino,
tra le sue varie accezioni, significa anche furore). Ansuz in definitiva runa della
comunicazione tout court: lo scaldo (il bardo nordico) tale perch ha succhiato
alla fonte dellidromele (il mead) che del resto assimilabile al madhu; vedremo

anche agli Asi, gli di principali della mitologia nordica. Sulle peculiarit di Ansuz, in quanto
soffio, va peraltro notata anche lassonanza con il termine Hamsa, il cigno che cova il Brah-mnda
sulle Acque primordiali, il quale si identifica peraltro con lo <<spirito>> o <<soffio divino>>. Cfr.
La Grande Triade, cit. pag. 50. Hamsa, analogamente a Ansuz, dunque il soffio dal quale diparte
la creazione, laddove le acque effettivamente rappresentano il lato caotico e potenziale su cui si
innesta tale intervento. Questa condizione di caos e indeterminatezza, come abbiamo visto,
rappresentata dalle prime tre rune del Futhark antico.
192
Al principio cera colui che <<la Parola>>. Egli era con Dio; Egli era Dio. Egli era al
principio con Dio. Per mezzo di lui Dio ha creato ogni cosa. Senza di lui non ha creato nulla. Egli
era vita e la vita era luce per gli uomini. Quella luce risplende nelle tenebre e le tenebre non lhanno
vinta. Dio mand un uomo: si chiamava Giovanni; cfr. Giovanni, 1, 1-6.
193
Il gi citato Scholem spiega del resto in questi termini la produzione del creato, che poi essa
stessa produzione del linguaggio: Nasce cos nellEn-Sof un movimento <<da s a s>>, in cui si
esprimono quella delizia di s dellEn-Sof, ma insieme anche le potenzialit nascoste di ogni
espressione. A partire da questo moto intimo incomincia a tessersi, nella sostanza stessa dellEn-
Sof, la veste primordiale, in ebraico malbu. E questa la vera Torah originaria, nella quale -e ci
davvero notevole- la scrittura, la segnatura nascosta in Dio, precede il discorso, cos che il
linguaggio nasce, in ultima analisi, dal farsi suono della scrittura e non viceversa. Cfr. Il Nome di
Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio, cit. p. 68. E pi nello specifico: Quando lEn-Sof si
ritrasse in se stesso, la veste della Torah originaria si ripieg e rimase nellEn-Sof quale forza
primordiale di ogni dinamica del linguaggio: tuttavia, nello spazio originario generato da questo
processo di contrazione (simsum), penetr la yod di uno dei Nomi suddetti e, concentrando la sua
forza in quella sorta di punto da cui costituito, comunic il movimento del linguaggio a tutte le
emanazioni e ai mondi che si stavano formando; ivi, cit. p. 69.
62
nel prossimo capitolo come Ansuz partecipi, allinterno di una formula specifica, al
simbolismo della bevanda dimmortalit.
Se Ansuz il soffio di Dio, viceversa Othila il contenitore che lo raccoglie,
lampolla che lo preserva, lo spazio in cui esso si delimita e in cui esso garantito.
Othila, come abbiamo avuto modo di vedere alla fine del primo capitolo, un sigillo
di stabilit e di centramento: altro rispetto al movimento, tutto quanto sia rifugio e
bivacco sacro. In effetti Othila pu essere vista come la fusione di due rune
Raido , una di spalle allaltra, senza ovviamente la perpendicolare che regge la
quinta runa, che tuttavia anche il tratto nascosto che determina la conformit di
Othila allaxis mundi. Essendo Raido, tra le altre cose, icona del pellegrino santo, o
anche rad, ossia la ruota del regolare svolgimento cosmico, potremmo intendere
Othila come la risultante di due forze di moto opposto, e contrario, che si annullano
vicendevolmente creando la stabilit assoluta. Se Raido punta del resto verso destra,
nella right direction, essa indica il viaggio del carro solare, del cavaliere di ventura
preso nel suo cammino iniziatico; mentre se Raido va verso sinistra, richiama la
contro-iniziazione, la catabasi infera. Othila da questo punto di vista neutra; essa
incasella lenergia dellapprendistato e della conoscenza ereditata in un posto preciso:
fornisce al soffio di Ansuz i contorni di unorma riconoscibile.
Una capienza che riguarda peraltro il sapere esoterico, quindi la trasmissione di
uninfluenza spirituale lungo i canali di una societ di tipo tradizionale; ma anche un
bagaglio di valori pi profani (perfino materiali) che un uomo, o una collegialit di
uomini, ha ricevuto da coloro che sono venuti prima. infatti certo il rapporto che
lega Othila alle parole edel/adel che in olandese e tedesco indicano il nobile,
colui che possiede, in quanto eredita, una terra, dei beni e altri individui al suo
servizio. Non solo tuttavia, almeno secondo la prospettiva originale, e questo fa di
Othila il signum anche dello Kshatriya, oltre che del sacerdote, nel momento in cui si
voglia considerare il nobile/guerriero come colui che si pone a tutela di una terra,
intesa come porzione sacra vincolata a un diritto di tipo superiore, e per questa stessa
terra egli combatta. Proprio una tecnica militare antica, ad appannaggio degli opliti
ellenici e nota come othisms, consente di cogliere alcune analogie con il senso di
Othila, che del resto sembra apparentata anche a livello etimologico con questi
concetti. Il verbo greco otheo significa infatti spingere e tale era lessenza
dellothisms, che stato paragonato allodierna mischia del rugby: esso vedeva gli
opliti formare dei blocchi compatti che avevano lo scopo di impedire che lavversario
guadagnasse terreno
194
. Othila, in base a tale prospettiva, spiegherebbe la funzione
del respingere, dello spingere fuori, chiarendo la missione del milite tradizionale,

194
Si rimanda in tal senso allo studio di Peter Krentz, La battaglia di Maratona, Il Mulino,
Bologna, 2011. Si tratta di uno studio meticoloso sulle condizioni storiche che portarono alla
battaglia nella piana di Maratona tra i greci e i persiani. Ed anche un testo ben documentato sulle
rispettive tecniche militari. Proprio da pagina 57, nel paragrafo Come combattevano i greci?,
possibile ritrovare precise indicazioni sullequipaggiamento ellenico del periodo e testimonianze
attendibili sulle strategie di combattimento, tra cui appunto anche quella nota come othisms.
63
in quanto ultimo baluardo di uno spazio sacro che, indipendentemente dalla sua
portata fisica o spirituale, va protetto da ogni violazione esterna.
Othila da leggersi quindi come estremo tab di una societ ideale, tanto che
abbiamo gi spiegato nel primo capitolo come essa abbia a che fare con il grande
regno sacrale della Tradizione, l Ultima Thule iperborea
195
. Senza che questi
significati vengano peraltro meno, Othila pu essere intesa anche come summa di
Gebo e Inguz . Se Gebo presuppone il dare/ricevere e Inguz sintetizza un
patrimonio giunto a definitiva maturazione, possiamo appunto leggere in Othila la
garanzia visibile della ricevuta trasmissione di un bagaglio superiore, al di l delle
revisioni che esso ha ricevuto nel tempo. In quanto marchio sacro, Othila riprende
anzi le peculiarit di Wunjo : questultima ha in comune con Othila locchiello della
porta solare e il simbolismo del needles eye
196
. In effetti se si tirano le estremit
inferiori di Othila , si ottiene qualcosa di molto simile alla cruna dellago e alla
stessa runa Wunjo. Othila al limite una sanzione pi definitiva di quanto
preannunciato da Wunjo, il suo vertice compiuto. E infatti il triangolo che corona
tutta la struttura di Othila lapice della piramide superiore, quella che immette
direttamente in Cielo, nell occhio della cupola. Solo la conclusiva runa Dagaz, con
il suo improvviso moto, determiner il raggiungimento del terzo occhio, lunico
rimasto in dotazione a Odino, sia che sintenda tale rivelazione da un punto di vista
epocale o individuale.
Othila lultimo passo stabile prima di questa immane rivoluzione e imprime sulla
Terra quel centro che viene proiettato direttamente dal Logos: Othila omphalos,
ombelico, sede della pietra sacra, il betile, capace didentificare il divino nella sfera
umana. La parola betile, si detto, patrocina proprio il termine Othila che designa
frattanto un polo incorruttibile, almeno nelle intenzioni, tanto che il non farne parte
implica il non esistere. Othila contiene infatti nel suo germe etimologico i prodromi
del suo opposto other: se qualcuno vuole sapere che cosa sia laltro, gli baster

195
Sullargomento, sinvita alla consultazione di Gunon, Il Re del Mondo, e di Julius Evola,
Rivolta contro il mondo moderno, Edizioni Mediterranee, Roma, 1969, in particolare il capitolo Il
<<polo>> e la sede iperborea, pag. 230 e sgg. Secondo alcune varianti, peraltro, il primo a riferire
di questa misteriosa terra, poi associata ad Atlantide, fu lesploratore greco Pitea (che viaggi nel
300 a.C.) e che la colloc al largo delle Isole Britanniche, descrivendola come terra di fuoco e
ghiaccio, un profilo assolutamente calzante con il nocciolo dellesoterismo nordico, che si fonda
proprio su tale dualismo.
196
Needles eye che potrebbe essere interpretato anche come occhio del bisogno. Se
consideriamo che Nauthiz la runa del Need-Fire, ma identifica anche il bisogno, inteso come
nodo/legame che si viene a stabilire tra un soggetto e una determinata condizione dellesistenza,
capiamo come il rilascio di questo nodo e lapertura di un asola equivalga a una liberazione e
alluscita verso una nuova realt dellesistenza. In questo senso Wunjo e Othila rappresentano delle
variabili, delle opportunit evolutive, rispetto alla trama ancora annodata prevista dal segno di
Nauthiz. Si riporta in tal senso a quanto detto, con Gunon, nella nota 127 a proposito del strtm.
64
fare una sottrazione rispetto a Othila e al v odinico che essa sottintende
197
; ci che
non rientra in tali pertinenze allora il non vivente, lillusorio, linnominato.
Il termine v evidenzia di fatto la materializzazione del respiro di Odino, dell Ansuz
che trasuda in Othila; in loro vi la prima e lultima faccia del mistero divino nel
tratto della rappresentazione: in Ansuz secondo derive assiali, in Othila in base ai
criteri della circonferenza. Sono entrambe rappresentazioni del Centro, che al limite
ripropongono il dualismo di Purusha e Prakriti che abbiamo gi associato a Teiwaz e
Berkana nel capitolo precedente: ossia ci che in Ansuz moto attivo/trasformativo
(yang), in Othila prassi passiva/conservativa (yin).
Le prime tre rune, pi la conclusiva, sono invece collaterali rispetto alla logica
dellauto-manifestazione del Principio metafisico allinterno del ciclo terrestre. Un
ragionamento analogo stato dedicato a Nauthiz e Jera: abbiamo infatti evidenziato
come la loro somma produca il 22, ossia la cifra delle rune del Futhark germanico,
senza considerare Fehu e Dagaz, intese come ingresso e come uscita dellintero
corso. Tuttavia, in questo tipo di riflessioni, a Fehu e Dagaz sensato associare Uruz
e Thurisaz, segni che abbiamo correlato a forze indefinite rispetto al soffio di Ansuz.
Se questa getta il primo seme di spirito su un cosmo inconsapevole, pur nella sua
fermentazione, Othila, daltra parte, la definitiva cristallizzazione di un
procedimento ispirato dallalto, attenga esso un intero ciclo o un singolo individuo, e
abbiamo visto nel primo capitolo in che termini, anche altamente degenerativi, questa
solidificazione possa manifestarsi. Ci non toglie che soltanto dopo che Othila avr
esaurito tutte le sue possibilit, avverr lestrema rottura, lo strappo di Dagaz. Ma
questo altro argomento, che va al di l di Ansuz e Othila che sono pertanto lalpha
e lomega del Futhark antico; del resto, anche a livello visivo, Othila attiene il segno
dellomega . Afferma del resto il Cristo apocalittico: Io sono lalfa e lomega,
colui che , che era e che viene, lOnnipotente
198
. In mezzo ad Ansuz e Othila, in
quelle venti rune, c tutta la sostanza dellOnnipotente nel dispiegarsi della
manifestazione, tanto che la somma di Ansuz, runa numero 4, e di Othila, la 23, d
come risultato il 9, cifra che abbiamo pi volte associato a uno spazio, temporale o
territoriale, di gestazione e compimento
199
.
Soffermiamoci ora su Raido, la runa che segue ad Ansuz nel Futhark antico,
chiarendo come la parola prima, intesa come Ain-Soph, trovi con Raido il pi
regolare degli sviluppi e degli svolgimenti.





197
Scrive Edred Thorsson: The O-rune describes the ring-wall, the symbol of the enclosed land
separated from all that around it and thereby made sacred (ON v). Dove ON sta ovviamente per
Old Norse; cfr. Runelore, cit. p. 134.
198
Cfr. Apocalisse, 1, 8.
199
Ci siamo tornati spesso, in queste pagine, sul 99 delle cantiche dantesche, sui nove giorni e le
nove notti trascorsi da Odino sullYggdrasil, come del resto sempre nove sono i mondi appesi
allalbero cosmico.
65
Raido e il senso dellorientarsi

Partiamo immediatamente da alcune lunghe note di Gunon, conservate nellarticolo
Qabbalah che abbiamo tratto dalla raccolta Forme tradizionali e cicli cosmici. La
radice QBL, in ebraico e in arabo, esprime essenzialmente il rapporto di due cose
poste luna di fronte allaltra; da qui procedono tutti i diversi significati delle parole
derivate, come, ad esempio, quelli di incontro e anche di opposizione. Risulta da tale
rapporto anche lidea di un passaggio dalluno allaltro dei termini contrapposti, per
cui si hanno idee come quelle di ricevere, accogliere, accettare, che si esprimono
nelle due lingue con il verbo qabal; e di l deriva direttamente qabbalah, che vuol
dire propriamente <<ci che ricevuto>> o trasmesso (in latino traditum) dalluno
allaltro. Vediamo allora delinearsi, con lidea di trasmissione, anche quella di
successione; ma bene rilevare che il senso primo della radice indica un rapporto che
pu essere tanto simultaneo che successivo, tanto spaziale che temporale. Questa
considerazione spiega il duplice significato della preposizione qabal in ebraico e qabl
in arabo, che vuol dire, contemporaneamente, <<davanti>> (cio <<di fronte>> nello
spazio) e <<prima>> (nel tempo)
200
. Poco pi avanti Gunon passa ad analizzare
unaltra radice comune allarabo e allebraico: Si tratta della radice QDM, che
esprime in primo luogo lidea di <<precedere>> (qadam), da cui tutto ci che si
riferisce non solo ad una anteriorit temporale, ma ad una priorit di qualsivoglia
ordine. Cos, per le parole derivanti da questa radice, si trovano, oltre ai significati di
origine e di antichit (qedem in ebraico, qidm o qidam in arabo), quello di
preminenza o di precedenza, ed anche quello di cammino, di progresso o di
progressione (in arabo taqaddum); e anche qui la preposizione qadam in ebraico e
qoddm in arabo ha il duplice significato di <<davanti>> e di <<prima>>. Ma il
senso principale, in questo caso, designa ci che primo, sia gerarchicamente che
cronologicamente; cos, lidea espressa con maggior frequenza quella di origine o di
primordialit e, per estensione, nellordine temporale, di antichit: pertanto, qadmn
in ebraico, qadm in arabo hanno il significato di <<antico>> nelluso corrente, ma,
quando si riferiscono al dominio dei princip, devono essere tradotte con
<<primordiale>>. Ancora a proposito di queste parole, opportuno segnare altre
considerazioni non prive di interesse: in ebraico, i derivati della radice QDM servono
anche a designare lOriente, vale a dire le regioni dell <<origine>>, quelle cio dove
appare il sole nascente (oriens da oriri, da cui discende anche origo in latino), il
punto di partenza del cammino diurno del sole; e, nello stesso tempo, anche il punto
che si ha davanti quando ci si <<orienta>>, volgendosi verso il levar del sole. Cos,
qedem significa anche <<Oriente>> e qadmn <<orientale>>; tuttavia non sarebbe
lecito vedere in tali denominazioni laffermazione della primordialit dellOriente,
dal punto di vista della storia dellumanit terrestre, poich, come spesso abbiamo
avuto occasione di dire, lorigine prima della tradizione nordica, anzi <<polare>>,
quindi n orientale n occidentale; daltronde, la spiegazione che abbiamo appena
fornito ci pare esauriente. Aggiungeremo a questo proposito che le questioni di

200
Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. p. 50.
66
<<orientamento>> hanno generalmente una notevole importanza nel simbolismo
tradizionale e nei riti che si basano su tale simbolismo; esse del resto sono pi
complesse di quanto si creda e possono dar luogo ad errori, perch esistono, in forme
tradizionali diverse, parecchi modi di orientamento differenti. Quando ci si volge
verso il sole nascente, come abbiamo appena detto, il Sud designato come il <<lato
destro>> (yamn o yaman; vedi il sanscrito dakshina che ha il medesimo significato),
e il Nord come il <<lato sinistro>> (sheml in ebraico, shiml in arabo); ma pu
anche darsi che lorientamento sia fatto volgendosi verso il sole al meridiano, e allora
il punto che si ha davanti non pi lOriente, ma il Sud: questo spiega perch, in
arabo, il lato Sud, fra le altre denominazioni, ha anche quella di qiblah, e perch
laggettivo qibli significa <<meridionale>>. Questi ultimi termini ci riportano alla
radice QBL; e si sa che la stessa parola qiblah, nellIslam, designa anche
lorientamento rituale, ed , in ogni caso, la direzione che si ha davanti. Un altro
particolare piuttosto strano che lortografia della parola qiblah esattamente
identica a quella dellebraico qabbalah.
201

Visto il tenore degli argomenti, meglio essere prolissi piuttosto che frammentari,
anche per porre delle basi solide su ci che andremo dicendo su Raido.
Ricongiungiamoci, anzi, ai suoi significati, cercando di stabilire delle analogie con
quanto appena riportato. Raido la quinta runa del Futhark germanico e nel
vocabolario anglo/tedesco ha originato termini come i verbi to ride e ritten.
Raido dunque il percorso del cavaliere, colui che per antonomasia compie un
viaggio etico, ossia right o recht, parole che designano valori come giusto,
onesto, retto e corretto; ci che va a destra quindi di fatto right, destro e
retto nello stesso momento
202
. Non si tratta soltanto di qualit umane, ma di
condizioni imprescindibili che rientrano nel contratto stabilito con unentit
superiore. Inoltre, come si pu notare dalla sua forma , Raido si sviluppa
realmente, perlomeno nellottica dello spettatore, da sinistra a destra
203
. Ora, abbiamo
appena detto con Gunon che certi problemi di orientamento, o meglio di
orientazione, non possono essere sdoganati con definizioni aleatorie, tuttavia
possiamo accennare al fatto che per andare a Oriente, ossia verso il sole nascente, ci
si volga inevitabilmente verso la propria destra. Ed anche vero che, in alcuni
passaggi del Taoismo, la via destra viene identificata con la strada che riporta al
Cielo, ed quello che del resto nota sempre Gunon in un capitolo specifico di La
Grande Triade, sebbene quanto riportato vada anche a chiudersi con alcune
precisazioni che ribadiscono la complessit di qualsivoglia orientazione, dal
momento che la destra e la sinistra variano a seconda che si prenda in esame la

201
Ivi, cit. pp. 51-53.
202
La ricerca del cavaliere del resto perennial quest, quella del Graal e della conoscenza
salvifica: un elemento che viene messo in evidenza dalla runa successiva a Raido, Kenaz , quel
fuoco prometeico che simbolizza appunto la cerca della verit e che rappresenta la torcia che
illumina liter del santo viaggiatore. Sulle imprese del Graal rimandiamo ai testi gi citati di Evola e
Ponsoye.
203
Cfr. Northern Mysteries & Magick, p. 23.
67
prospettiva dello spettatore di un oggetto o quella delloggetto stesso
204
. Ci non
toglie che Raido operi la sua gittata in una direzione precisa, e proprio nellintenzione
di orientarsi, ossia di tornare alle origini dal momento che, come abbiamo appena
visto, la radice QDM designa al contempo le regioni orientali e quelle cosiddette
dell origine. Questo rimettersi in carreggiata conforme peraltro al recupero della
right hand lasciata da Tyr nella bocca di Fenrir: come sappiamo, giusto quella
mano era garante della Pax universale, sulla scorta della missione in Terra, quale
rappresentante celeste disegnato, del Melki-Tsedeq.
Non solo: essendo Raido anche rad (tedesco e olandese), ossia la ruota, essa rientra
nei simboli cosmici; scrive ancora Gunon: E noto che la ruota in genere un
simbolo del mondo: la circonferenza rappresenta la manifestazione, prodotta
dallirradiazione del centro; questo simbolismo daltronde naturalmente suscettibile
di significati pi o meno particolarizzati, giacch, invece di applicarsi alla totalit
della manifestazione universale, pu anche applicarsi soltanto a un certo ambito di
essa. Un esempio particolarmente importante di questultimo caso quello in cui due
ruote associate corrispondono a parti diverse dellinsieme cosmico; ci si riferisce al

204
() la tradizione estremo-orientale si trova in perfetto accordo con tutte le altre dottrine
tradizionali, nelle quali effettivamente lOriente sempre considerato come il <<lato luminoso>>
(yang) rispetto allOccidente e lOccidente come il <<lato oscuro>> (yin) rispetto allOriente; il
mutamento nei rispettivi significati della destra e della sinistra, essendo condizionato da un
mutamento di orientazione, insomma perfettamente logico e non implica assolutamente alcuna
contraddizione. Questi problemi di orientazione sono peraltro assai complessi, perch non solo
bisogna far sempre attenzione a non commettervi nessuna confusione tra corrispondenze diverse,
ma pu anche darsi che, in una medesima corrispondenza, la destra e la sinistra abbiano entrambe il
sopravvento da punti di vista diversi. Lo indica con la massima chiarezza un testo come il seguente:
<<La Via del Cielo preferisce la destra, il Sole e la Luna si muovono verso Occidente; la via della
Terra preferisce la sinistra, il corso dellacqua va verso Oriente () >>. Il passo (attribuito al
Tcheou-li, n.d.a) particolarmente interessante, in primo luogo perch afferma, indipendentemente
dai motivi che ne d e che devono essere intesi piuttosto come semplici <<illustrazioni>> desunte
dalle apparenze sensibili, che la preminenza della destra associata alla <<Via del Cielo>> e quella
della sinistra alla <<Via della Terra>>; ora la prima necessariamente superiore alla seconda e,
potremmo dire, gli uomini sono venuti a conformarsi alla <<Via della Terra>> proprio perch
hanno smarrito la <<Via del Cielo>>, fatto che indica molto bene la differenza tra lepoca
primordiale e le ulteriori epoche di degenerazione spirituale. In secondo luogo, si pu scorgervi
lindicazione di un rapporto inverso tra il movimento del Cielo e quello della Terra, in rigorosa
conformit con la legge generale dellanalogia; ed sempre cos quando ci si trova in presenza di
due termini che si oppongono in modo tale per cui uno di essi sia quasi un riflesso dellaltro,
riflesso che invertito come limmagine di un oggetto in uno specchio lo rispetto alloggetto
stesso, talch la destra dellimmagine corrisponde alla sinistra delloggetto e viceversa. Cfr. La
Grande Triade, cit. pp. 67- 69. Sulle specifiche dellorientazione, si rimanda pi in generale a tutto
il capitolo da cui abbiamo tratto questo brano, intitolato per lappunto Problemi di orientazione
(p. 65 e sgg.); ed esse non sono di poco conto, proprio considerando il cambio di prospettiva che
possibile adottare rispetto alle direzioni dei punti cardinali. Quelle che abbiamo voluto inserire in
questo capitolo sono solo osservazioni indicative e di massima, spesso da considerare pi nel loro
simbolismo letterale che in quanto foriere di effettivi comportamenti rituali. Daltro canto,
notiamo che proprio la parola rito ha ancora una volta in s il germe di parole come right e
retto.
68
simbolismo del carro, quale sincontra in particolare, molto spesso, nella tradizione
ind().
205
. Raido difatti non soltanto ruota, ma anche carro: questultimo, in virt
della sua struttura composita di elementi circolari, le ruote, e di strutture
quadrangolari, la cassa, si pone quale riassunto ideale dellarchitettura delluniverso.
In questo senso ci d conforto anche laritmetica sacra: abbiamo gi detto a proposito
di Jera, come la sua cifra sia la risultante della moltiplicazione del 3, numero celeste,
con il 4, numero della Terra. Il valore di Raido, il 5, prodotto daltro canto dalla
somma del 2 (essenza del 4) pi il 3; ovvero, alcuni rilievi numerici di Jera sono gi
presenti in Raido, anzi hanno qui la loro valenza originale dal momento che il 2 e il 3,
anche nella tradizione taoista, sono rispettivamente le cifre della Terra e del Cielo
206
.
Ma sempre in questa specifica tradizione, come rileva Gunon, il 5 e il 6 sono la
Terra e il Cielo nella loro reciproca azione e reazione, dunque dal punto di vista della
manifestazione che il prodotto di tale azione e di tale reazione
207
. Raido quindi
da intendersi come rappresentazione della Terra rispetto al Cielo: e in ogni caso il 5 e
il 6 sono considerati, sempre sulla scorta del Taoismo, come numeri congiuntivi,
che esprimono cio la misura visibile, pi che lessenza, del 2 terreno e del 3
celeste
208
. Il 5 di Raido peraltro esito di una somma, e tale aggregazione di fattori, a
differenza della moltiplicazione, nota Gunon, rappresenta una cosiddetta azione di
presenza, laddove la molteplicit indica la potenzialit della sostanza, come gi
avevamo sottolineato nel primo capitolo a proposito di Jera
209
. Raido allora passiva
rispetto al soffio di Ansuz, per dirla tutta un suo ricettacolo, e avremo modo di
chiarirlo fra poco, investigando anche altre analogie di significato.
Ci non toglie che il rapporto privilegiato che Raido detiene nei confronti di ruota e
carro confermi appunto questo suo ruolo congiuntivo tra Terra e Cielo. Tale esito si
compie anche attraverso il raggio della ruota, che infatti, aritmeticamente parlando,
detto radius, sia in tedesco che in inglese. Lo stesso raggio del sole, ray in
inglese, conserva dei debiti etimologici nei confronti di Raido e il sole altro non ,
nelle sue raffigurazioni simboliche, che una ruota dotata di raggi. E del resto anche
nella nostra lingua utilizziamo termini come radiazione o irradiamento (o
irradiazione) nel senso di spandere o emettere raggi o altre componenti
energetiche. Evidente inoltre la relazione tra ruota, carro e sole. Cart, in inglese
carro, affine a quarter, il quarto, una suddivisione che pu riguardare i raggi
della ruota, i quadranti dellorologio, che di fatto muovono le loro lancette verso
destra, proprio come Raido che grazie ai suoi movimenti riunifica luomo con il
Principio, che in fondo il mozzo della ruota
210
. Raido frattanto carro soprattutto in

205
Cfr. Simboli della Scienza sacra, cit. p. 226.
206
Essendo luno il numero che designa lunit metafisica, al di l della manifestazione, Gunon
spiega: Perci, se il 2 il primo numero pari, come primo numero dispari sar considerato il 3, e
non luno; di conseguenza, il 2 il numero della Terra e il 3 il numero del Cielo. Cfr. La Grande
Triade, cit. p. 74.
207
Ivi, cit. p.76.
208
Ivi, pp. 77 e 78.
209
Ivi, pp. 77.
210
Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 227.
69
relazione al sole
211
, la runa Sowulo in questo caso, che, come lo swastika, simbolo
del polo centrale, esso stesso mozzo della ruota
212
.
Nella mitologia nordica il carro del sole trainato dalla dea Sunna, conosciuta anche
come Sl: essa riprende il suo viaggio durante la festa di Yule, il Solstizio
dinverno
213
. Abbiamo gi avuto modo di sottolineare nel primo capitolo come tale
ricorrenza aprisse il calendario della tradizione primordiale, quindi anche in questa
nota conservato un riferimento alla vera origine, nel senso proprio di principale
orientamento. Il nome della Dea Sunna (da cui appunto il sun inglese) presenta
inoltre dei solidi legami con il Sud
214
e questo stabilisce perlomeno degli
interessanti nessi con quanto riportato, sempre con Gunon, poco pi sopra: Quando
ci si volge verso il sole nascente, come abbiamo appena detto, il Sud designato
come il <<lato destro>>. Essendo Raido la runa del carro che recupera il sole
nascente, ed essendo Sunna una divinit legata al meridione, questo spiegherebbe
perch Raido si indirizzi verso il lato destro. Indirizzarsi verso il sole, e con il sole,
equivale in ogni caso a seguire la regolarit (altro termine che deriva da ci che
right, nel senso sia di retto che di destro) di un disegno superiore, anche se,
come abbiamo visto, qualsivoglia conclusione circa i problemi di orientazione rischi
inevitabilmente di essere parziale, se non erronea.
Incuriosisce per, quantomeno, che il termine arabo Sunna identifichi allo stesso
modo una consuetudine, unabitudine, un codice regolare, un dispiegamento della
legge, secondi solo al Corano. Se consideriamo che il Corano la voce di Dio,
proprio come lo Ansuz allinterno del Futhark antico, e che la Sunna islamica e
Raido (in quanto vettore della dea Sunna) rappresentano entrambe unemanazione



211
Di carri ve ne sono peraltro molti nel novero della mitologia germanica. Nijrdr e i suoi figli -
Frey e Freya- vengono mostrati alla guida di un carro, motivo poi ripreso nei rituali propiziatori
delle comunit nordiche: questi spostamenti terreni ripercorrevano i drammi cosmici, ricompattando
la comunit di fronte al sacro, nei momenti pi difficili della stagione agricola. I carri nelle
rappresentazioni cerimoniali venivano utilizzati per condurre lofficiante (nelle vesti del dio) in quei
riti, soprattutto invernali, che servivano a benedire i campi in vista del risveglio primaverile. Un
altro viaggio simbolico si compie del resto anche con Thor: costui dirige un carro guidato da capre
(simbolo di ricchezza e di benessere). Cfr. Secrets of Asgard, p. 42. Sui rituali agresti si rimanda
ovviamente anche al Frazer, in particolare ai capitoli dedicati alla morte e alla risurrezione dello
spirito della vegetazione tramite i sembianti di un dio; si vedano gli approfondimenti su Adone,
Attis, Osiride, p. 388 e sgg.
212
Ad un livello corporeo, le ruote connettive che si muovono tra Raido e Sowulo sono
identificabili daltro canto come i chakra - si pensi soprattutto al plesso solare che riguarda proprio
il genere di interconnessioni che indirizza Raido verso Sowulo. Nella mitologia norrena, del resto,
lo scoiattolo che si sposta lungo lYggdrasil, per far interagire laquila e il serpente posti agli
antipodi, noto come Ratatosk, nome in cui, ancora una volta, evidente la matrice della
Rat/ruota di Raido.
213
Per inciso anche la parola tedesca che identifica il sole femminile, die Sonne appunto.

214
Scrive a tal proposito Vincent Ongkowidjojo: The Sun Goddess is also named Sunna. Her name
means in the south. Cfr. Secrets of Asgard, cit. p. 91.
70
della fonte principale, ossia il Corano e il verbo di Ansuz, individuiamo ulteriori, e
singolari, analogie. La stessa circumambulazione rituale islamica procede del resto
nel senso orario, o solare, come ha avuto modo di precisare Gunon nel gi citato
capitolo di La Grande Triade dedicato allorientazione, mentre la
circumambulazione polare va verso la parte opposta, in senso cio anti-orario, e
questo accade ad esempio con la tradizione ind che del resto vanta un retaggio pi
antico di quello islamico. Ovvero non sorprende che, analogamente, lesoterismo
nordico segua la direzione oraria, rappresentando essa stessa una versione successiva
della dottrina polare dei primordi
215
.
In ogni caso, da qualunque punto di vista lo si voglia oggettivare, il carro di Raido
quello che trasporta un qualcosa, un qualcosa propriamente verificatosi con Ansuz.
Se Ansuz il primo soffio manifesto di Dio, il verbo sacro che presiede alla
creazione, il viaggio di Raido non pu che motivarsi se non per ritornare a questo
respiro originale, anche se chiaramente tale viaggio orario e deve percorrere, verso
destra, tutto il Futhark che resta, pi la parte iniziale che la precede, volendo appunto
intendere lalfabeto runico come codice iniziatico e schema della riproduzione
ciclica, essenza che peraltro abbiamo gi ampiamente documentato nel primo
capitolo.
Tutto ci ovviamente alla base del senso tradizionale. Partiamo dallestrema
volgarizzazione del termine per giungere alla radice del significato autentico: fuori
dalle logiche sacre, nel corso delle epoche terrestri, il carro, o suo moderno
equivalente, si affermato quale vettore tipico del commercio, ossia del trade, la
parola inglese che designa il commercio e che verosimilmente apparentata anche
alla rad/Raido di cui sopra. Trade del resto ogni trasmissione di beni portati in
giro per un territorio pi o meno vasto, tanto che si parla di raggio dazione a
proposito dellinfluenza che una specifica attivit riesce a produrre su un determinato
spazio, e il raggio come sappiamo componente essenziale della ruota. Ma come
abbiamo visto pi sopra, nei passaggi di Gunon in apertura, ci che nelle origini
ricevuto o trasmesso, in latino noto come traditum: tradere significa perci
trasmettere una tradizione e, proprio allinterno di questo verbo, noi riconosciamo
la base rad che fa di Raido il vettore deputato a tramandare la tradizione delle
origini, chiaramente sotto nuove forme, quelle che sono indicative dellesoterismo
runico, ma sempre in quel movimento orientativo che cerca di tornare al nocciolo
della questione, alla sostanza primordiale
216
.
Pertanto se Ansuz la rivelazione della parola sacra, aleph o alif del Futhark
germanico, Raido riprende letteralmente il discorso, tanto che in tedesco rede

215
Ci non toglie che il Nord polare che Gunon riferisce come primordiale sia presente nei ricordi
della stessa tradizione norrena; proprio in Othila il rimando alla Tul iperborea, lo abbiamo notato,
assolutamente palese. E anche in Evola vi la traccia di questo retaggio comune, che in verit
dovrebbe risultare automatico, considerando la tradizione nordica come unemanazione appunto
successiva di una dottrina pi antica. Si veda in tal senso il gi citato capitolo sul Polo e la sede
iperborea in Rivolta contro il mondo moderno, in particolare da pagina 232 in poi.
216
Per non parlare quindi di che cosa si ritrovato a denotare un termine che allepoca identificava
la trasmissione pi alta: il trade odierno decisamente agli antipodi del tradere delle origini.
71
significa proprio discorso
217
. Bisogna anche precisare che rat e raad sono
termini atti a indicare le assemblee delle antiche trib germaniche e olandesi,
confermando il rapporto di Raido con il discorso, strumento di base in ogni tipo di
conciliazione pubblica o privata. Tuttora il concetto di tavola rotonda, in
conformit con il viaggio circolare di Raido, rappresenta un incontro di pi persone
attorno a un tema specifico o ad un problema; in tempi remoti, se non mitici, si pensi
al sacro concilio dei cavalieri di Art, proprio una simile tavolata doveva farsi carico
della responsabilit di traghettare nella giusta direzione il destino di un intero popolo.
Analogamente il giudice in olandese si chiama rechter
218
, in quanto erede del rex in
simili mansioni coordinatrici; tanto vero che il latino rego significa reggere,
dirigere e guidare, cos come del resto regio indica contemporaneamente la
direzione e la linea retta. Chi guida e regge nel senso pi nobile del termine,
insomma non pu farlo che secondo certe direzioni e direttive. Ancora oggi il
tribunale Vaticano noto come Sacra Rota, per rimanere in ambiti in cui chiara
lattinenza tra il parlare, il giudicare e il muoversi rettamente, sia esso fisico o
figurato; tutti significati che sono tipici della runa Raido, al di l delle imponenti
screpolature di concetto che si sono verificate nel tempo.
Tornando alla natura intima del parlare in quanto gesto del diffondere il verbo, un
discorso che non venga pi tramandato oralmente tramite il rede, pu anche essere
scritto e quindi letto (to read) e addirittura tradotto, e infatti un verbo latino affine a
tutte queste radici, reddo, significa tradurre, ossia trasmettere/trasportare in unaltra
lingua, oppure anche restituire, consentendo latto del ritornare, in questo caso a
un senso che andato smarrito
219
. Ci alla vera base della tradizione e del suo
rapporto con il linguaggio, che non dunque da intendersi se non come uno
strumento designato a trasmettere un qualcosa che non poteva pi essere compreso e
recepito sotto le precedenti modalit; la tradizione coincide dunque con la
traduzione, nel momento in cui i significati originali siano resi secondo nuove
possibilit espressive, senza che il valore effettivo ne esca mutato; e ci fa di ogni
forma tradizionale in fondo una traduzione, in altre lingue e codici, di un sapere
primo e comune. In gergo si dice del resto anche ritornare alle proprie radici e tanto
litaliano radice (latino radix) quanto linglese root concernono le attribuzioni
della rad e le sue basi linguistiche: la ruota daltro canto non fa che muoversi in
direzione delle sue origini e solo un giro di lancette completo pu rappresentare un

217
Anche Polia (Le rune e gli di del Nord, p. 57) ritrova in molti derivati di Raido il legame con la
parola e lenunciazione: raddar significa ad esempio avente la voce dun certo tono, cos come
raddartl organo della parola e raddmar persona dotata di voce potente. Sempre Polia
annota del resto: Posta nella serie dopo ANSUZ, RAID contiene in s lidea di suono e
movimento e indica leffetto del disserrarsi della bocca divina, il prorompere del tuono (Odino
il Tuonante) e linizio della rotazione universale; ivi, cit. p. 58.
218
Sui significati di Raido, anche in relazione ai concetti di ruota e tribunale, si rinvia nello
specifico a Northern Mysteries and Magick, p. 23 e sgg.
219
Anche linglese translate, mutuandolo nellitaliano traslare, d il senso di qualcosa che
stato appunto trasmesso e trasportato, restituendolo nel suo significato. Anche quando si traslano
delle spoglie si agisce in teoria per dare una degna, definitiva, sepoltura che dovrebbe equivalere a
un vero e proprio ritorno a casa.
72
vero rientro al punto di partenza. Raido allora anche la legge delleterno ritorno, e
in effetti parole come return cos come redemption ( sempre da rad) indicano il
saldo, in chiave circolare, di un continuo moto ciclico che riguarda tutti gli aspetti
della manifestazione.
Nelle radici QBL e QDM Gunon ha del resto individuato sia ci che sta davanti
(cio <<di fronte>> nello spazio) tanto ci che viene <<prima>> (nel tempo). Se
intendiamo il viaggio di Raido come quello della ruota, effettivamente Ansuz le sta al
contempo davanti nello spazio e prima nel tempo. Ovvero Ansuz quella fonte
originale nei confronti della quale Raido tende il suo movimento orario pendente a
destra; trattandosi di uno spazio circolare di fatto Ansuz sta davanti a Raido, e
tuttavia altrettanto vero che Ansuz la precede allinterno del Futhark Antico (nel
tempo dunque), anzi di fatto la determina e la specifica, suggerendone la parabola,
che infatti al contempo parola e movimento. Il tragitto di Raido in definitiva fatto
di parole
220
, di discorsi da tramandare, in quella directio che retta, dritta
221
,
proprio come il raggio che unisce il centro della circonferenza con la circonferenza
stessa, indicando una continuit con quel sapere originale verso il quale ci si orienta;
Raido in tale ottica incondizionato ritorno a casa, propriamente alla tradizione
primordiale.
Ci chiaro anche sotto altri aspetti: se consideriamo che il gi citato verbo to read
nel participio passato e nel passato si pronuncia come red, abbiamo unequivalenza
fonetica con il colore rosso, in inglese red, in tedesco rot. Rendere rosso in
inglese si dice to redden e ci chiaramente riguarda da vicino anche la tinta color
rosso ocra che contraddistingue le antiche incisioni rupestri, tra cui quelle delle stesse
rune. Si dice del resto, sotto derive magiche, che per energizzare le rune e renderle
attive bisogna colorarle di rosso: questo rosso il sangue delle rune, e per analogia
un corpo esangue un corpo senza vita
222
.
Ma red o rot hanno ovviamente una chiara attinenza con rad e rat, ossia ci
che circola regolarmente (come del resto fa il sangue allinterno del corpo) e che si
muove rettamente, nel senso di una direzione che punta a riallacciarsi con il Principio
metafisico. Per proiezione, colui che sincammina lungo la via stretta, ossia ancora
una volta retta, del sentiero iniziatico, dovr omologarsi a questa traiettoria; il che
ci porta anche alla formula del Vitriolum ermetico, che ribadiamo qui dopo averla
menzionata nel primo capitolo: Visita inferiora terrae, recfiticando invenies occultum

220
Ci chiaro ad esempio nel verbo latino ire che significa andare, recarsi, ma che indica
anche uno spargimento di notizie. Tra laltro Gunon nota come il verbo ire sia parte integrante di
in-ire entrare, verbo iniziatico dal momento che initiatio deriva proprio da in-ire, il che
riconduce del resto anche al valore di porta incarnato da Giano. Cfr. Simboli della Scienza sacra,
p. 120.
221
La dritta ancora oggi nel gergo comune un consiglio di vitale importanza, uninformazione
chiave per accedere al nocciolo di una situazione. La stessa ratifica un tentativo di riportare una
dichiarazione nella corretta dimensione; e proprio ratifica conserva al suo interno un po tutte le
radici che abbiamo avuto modo di analizzare fino ad ora.
222
E del resto il termine tedesco che indica il rosso, rot, ha attinenza anche con il brot, il pane,
che in termini eucaristici il supporto fisico del sangue rosso di Cristo.

73
lapidem, veram medicinam. Lesigenza di tale rectifcare quindi quella di tornare
allorigine, ossia di orientarsi, il che, rimanendo in termine ermetici, poi
lattuazione della cosiddetta rubedo, lopera al rosso. Il rectificare inoltre
curiosamente affine alla pratica di rendere rosse (reddificare?!) le rune per attivarne
il potere magico. Il colore rosso dunque a testimonianza che si stia procedendo in
the red/right direction, ancora una volta nei riguardi di ci che stato
autenticamente trasmesso per la primissima volta. Questo ci riporta a quanto detto
pi sopra, tramite Gunon, circa la parola qadmn: Ma il senso principale, in questo
caso, designa ci che primo, sia gerarchicamente che cronologicamente; cos, lidea
espressa con maggior frequenza quella di origine o di primordialit e, per
estensione, nellordine temporale, di antichit: pertanto, qadmn in ebraico, qadm in
arabo hanno il significato di <<antico>> nelluso corrente, ma quando si riferiscono
al dominio dei princip, devono essere tradotte con il <<primordiale>>.
Il primo uomo non a caso lAdam Qadmn, e se analizziamo il senso proprio della
parola Adam, sempre sulla scorta di Gunon, capiamo come il rosso che anima Raido
e tutte le operazioni rectificanti sia giustappunto il colore delle origini, e quindi di
quella Tradizione primordiale verso la quale ci si orienta in un viaggio di tipo
iniziatico; scrive Gunon: Innanzitutto, si noti che, dal punto di vista linguistico, non
ammissibile letimologia volgare, la quale giunge a far derivare Adam da adamah,
che viene tradotto con <<terra>>; lipotesi inversa sarebbe pi plausibile; ma, in
effetti, i due sostantivi provengono entrambi da una medesima radice verbale adam,
che significa <<essere rosso>>. Adamah, originariamente almeno, non la terra in
generale (erets), n lelemento terra (iabashah, parola il cui senso primitivo sta ad
indicare l<<aridit>> come qualit caratteristica di questo elemento); propriamente
largilla rossa che, per le sue propriet plastiche, particolarmente adatta a
rappresentare una certa potenzialit, una capacit di ricevere delle forme; e il lavoro
del vasaio stato spesso preso a simbolo della produzione degli esseri manifestati
dalla sostanza primordiale indifferenziata. Per la stessa ragione, la <<terra rossa>>
sembra avere una speciale importanza nel simbolismo ermetico, in cui essa pu
essere vista come una delle raffigurazioni della <<materia prima>> (). Si aggiunga
che la parentela fra una delle designazioni della terra e il nome Adam, preso come
tipo dellumanit, si ritrova, sotto unaltra forma, nella lingua latina, in cui la parola
humus, <<terra>>, vicina in maniera altrettanto singolare ai termini homo e
humanus (). Quanto alla parola dam, <<sangue>> (che comune allebraico e
allarabo), anchessa deriva dalla stessa radice adam: il sangue propriamente il
liquido rosso, ed questa la sua caratteristica pi immediatamente evidente. La
parentela fra tale designazione del sangue e il nome di Adam dunque incontestabile
e si spiega da sola con la derivazione da una radice comune().
223


223
Cfr. Forme tradizionali e cicli cosmici, cit. pp. 43-44; pi in generale si rinvia allintero capitolo
intitolato, per lappunto, Alcune considerazioni sul nome Adamo. Notiamo come ulteriore
curiosit che, analogamente, sacred, sacro in inglese, qualcosa che evidentemente ha attinenza
con il rosso, inteso appunto quale colore di unorigine davvero tradizionale.


74
Il viaggio di Raido dunque rivolto verso il rosso, che equivale alle origini, alla
materia prima e a ci che sta a Oriente nel senso di primordiale; anche il Sol
Levante della bandiera giapponese del resto un cerchio denso e rosso. Nella
prospettiva del Futhark antico, Raido punta proprio verso Sowulo, che identifica il
sole del s superiore. Pi in generale, la rectificatione di questo Futhark si compie
con Ansuz e prosegue con Raido: Odino si inverte sullYggdrasil giustappunto per
cambiare rotta (route in inglese), termine gemello di retto. Lo stesso luz,
nocciolo dimmortalit equivalente della Kundalini, si trova ad altezza dellosso
sacro: ma osso anche os, bocca, come abbiamo precedentemente chiarito a
proposito di Ansuz, che infatti nota come Os nel Futhark anglosassone. Proprio
questo tratto del corpo umano quindi il bocchettone, il crocevia tra le energie
superiori e quelle inferiori, o meglio infere, del corpo umano; il retto diventa retta
via, qualora si decida di risalire la china: tuttaltra invece la sostanza qualora si
inverta il cammino. Odino sceglie le correnti alte, rispetto a quelle basse, nella sua
prova iniziatica: il capovolgimento chiaramente di prospettiva rispetto a una strada
che andava nella direzione opposta, verso sinistra, nelle paludi di energie
propriamente sataniche.
Prima di Ansuz vi non di meno il caos, e nella sequenza del Futhark ci palesato
dalla presenza della runa Thurisaz, che rappresenta lassalto titanico e nichilistico di
Thor nei confronti dei giganti di Jotunheim. La palingenesi di Odino sposta invece la
direzione del cosmo verso destra, inverte landamento della corrente sulle linee del
right path; per analogia, attraverso Raido, il ritorno a Oriente un
ricongiungimento con la vera nascita di Odino, qui nelle vesti di sole, tanto vero
che il mondo si oscurer col Ragnark allorch Fenrir inghiottir lAllfdr. Per di pi
Gunon, lo abbiamo riportato in apertura di capitolo, segnala come il verbo latino che
identifica la nascita sia origo, analogo di orientis; in entrambi i termini vi la radice
anche di rectus, da cui appunto il lato destro di Raido; senza contare che lauriga
colui che conduce il carro, e proprio il carro una delle immagini che appartengono
al simbolismo, e del sole e di Raido
224
. LAur di Auriga fa inoltre pensare all
aurora, allAor, il fuoco spirituale, e allAurum, il sole ermetico, Sowulo nel
Futhark antico, ovvero la runa maggiormente legata a Raido. La costellazione
dellauriga, detta anche Cocchiere, peraltro vicina nei cieli proprio allOrsa
Maggiore, il grande carro, e si presenta come un pentagono regolare: se
consideriamo che Raido la runa numero 5, troviamo unaltra equivalenza degna di
nota; lultima per il momento.
Chiariti questi valori di Raido, possiamo infatti tornare ad Ansuz e alla sua presenza
in una formula iniziatica legata al consumo di bevande dalle propriet specifiche.




224
Si dice del resto anche rigare dritto, nel senso di comportarsi rettamente. Lauriga dunque
colui il quale si assume le responsabilit di un viaggio retto, che riga dritto verso l oro
spirituale e il sole, in qualche modo ancora una volta in direzione dellOriente della nascita e
dellorigine autentica.
75
La formula ALU, la sapienza che si pu bere

Quella dellALU, che ha dato il nome alle ale che possiamo consumare tuttora nei
pub, era unintonazione magica che allinterno dei cerimoniali delle comunit di
stirpe germanica rientrava in quei sacrifici che prevedevano unofferta votiva a base
appunto di birra e in tutte quelle ritualit che sfociavano in libagioni di informazioni
superiori
225
. La bevuta off-limits, nota come symbel -che conserva tuttora una
valenza virile nelle societ di stampo anglo-sassone-, rivestiva presso queste genti un
ruolo significativo, ponendosi come ulteriore fase di passaggio attraverso i ranghi
della trib. Venire ammesso al drinking table presupponeva lessere diventato
uomo, e come per i banchetti dionisiaci del vino tale prassi si risolveva in un assaggio
(che praticamente lo stesso che passaggio) della conoscenza, e pertanto in un
corrispettivo avanzamento tra i livelli di uno specifico cursus honorum.
Il trittico ALU, scomposto da un punto di vista runico, incorpora del resto una
sequenza precisa: Ansuz , Laguz e Uruz . Di Ansuz abbiamo ampiamente detto
e vi ritorneremo ancora, in merito alla sua appartenenza a tale formula, non prima
per di aver chiarito meglio i significati di Laguz e di Uruz.
Laguz acqua, un sorso che scroscia da altezze superiori, con chiare valenze di
purificazione. Da vette, giustappunto, come nel caso di Ansuz, che segno simile
proprio a Laguz, nella forma e nellattivazione di un sapere magico per chi ne
venga investito. Solo che Ansuz respiro, mentre la sostanza di Laguz liquida:
liquida e catartica, come lacqua battesimale o lo scroscio infinito del diluvio
universale
226
. Laguz dunque uniniziazione a cascata, che si trattiene poi nei recinti
di un lago (Laguz appunto) o che si esprime per il tramite di un fiume
227
. Alcuni di
questi significati possono essere rinvenuti anche nel simbolismo della lancia del
centurione Longino: questultimo, come noto, era un soldato romano che secondo
testimonianze ritenute apocrife penetr il costato di Cristo sulla croce per accertarsi
che fosse morto. La descrizione biblica della penetrazione delle carni del Messia
peraltro pi generica, senza che si faccia riferimento diretto a Longino: ma uno dei

225
Spiega Vincent Ongkowidjojo: In the main, Alu has a twofold ritual meaning. On the one hand
it refers to an offering of beer. On the other hand, it refers to the mysteries of drinking the holy
mead. Cfr. Secrets of Asgard, cit. p. 241. La formula ALU stata peraltro rinvenuta su bratteati
cos come su monoliti, spesso chiudendo una specifica sequenza invocatoria.
226
Proprio il leccio lalbero che secondo la leggenda cresce per primo dopo il diluvio universale:
leek in inglese, di cui evidente la parentela con il suono di lake/Laguz.
227
Lo stesso Gunon cita del resto pi volte il simbolismo del passaggio delle acque: nel testo che
riportiamo Gunon si sta riferendo al fiume inteso come axis mundi; si ritrova qui limmagine della
Laguz che scroscia dallalto, da vette celesti, in corrispondenza appunto dellasse del mondo. ()
il fiume celeste che scende verso la terra, e che nella tradizione ind designato con nomi come
quelli di Gang e di Saraswat, che sono propriamente i nomi di certi aspetti della Shakti. Nella
Cabala ebraica questo fiume della vita trova la sua corrispondenza nei canali dellalbero
sefirotico, per mezzo dei quali le influenze del mondo di su vengono trasmesse al mondo di gi,
e che sono anche in relazione diretta con la Shekinah, che equivale in fondo alla Shatki ().; cfr.
Simboli della Scienza sacra, cit. p. 297.
76
soldati gli trafisse il fianco con la lancia. Subito dalla ferita usc sangue con acqua
(Giovanni, 19, 34).
Longino, dal greco logk (lancia)
228
, quindi per lo pi una figura simbolica.
Attraverso il suo nome e il suo attributo, la lancia, egli ha a che fare con lacqua e
quindi anche con Laguz, intesa come siero liquido che promana dallalto. Sangue e
acqua in questo caso fuoriescono dal costato di Cristo, che in una posizione rialzata
rispetto ai soldati romani e agli altri astanti: limmagine pertanto uguale a quella di
Laguz
229
.
Parimenti, trattandosi del corpo di Cristo, non pu che essere un liquido superiore
quello di cui stiamo parlando e infatti il sangue e lacqua rappresentano qui la
palingenesi del redentore
230
. Lacqua e il sangue sono presenti anche nei riti
dionisiaci, dove era usanza mescolare nel cratere lacqua con il vino, laddove il
vino figurava quale sostituto del sangue, come nel rito eucaristico peraltro; senza
considerare che vi qui unidentit specifica con quella stessa trasformazione operata
dal Cristo, dallacqua al vino appunto, alle nozze di Cana. Come ha notato tra gli altri
Jean-Robert Pitte, i greci designavano con la parola krasis questa mescolanza di
acqua e vino, unusanza che rimasta poi in dote alla Chiesa Ortodossa
231
. Krasis
significa per anche armonia, e non pu del resto che essere considerata armonica
una composizione nata dallincontro tra lacqua e il sangue depositati nel costato di
Cristo, colui che con il sacrificio della croce stabilisce de facto larmonia tra la vita e
la morte, tra la fine e il nuovo inizio. Il sangue/vino chiaramente indica il sacrificio
della carne, e lacqua il tocco dimmortalit che va a ripulire la ferita dando nuova
linfa allimmolato che, dimentico del decesso, ora eterno nello spirito.
La stessa acqua di Laguz da intendersi dunque in senso miracoloso, o perlomeno
catartico. A tale acqua del resto affine il simbolismo del vascello, dellarca di No
che affronta appunto le acque corrosive del diluvio universale. E omologo del
simbolismo dellarca indubbiamente quello del Graal, che compare proprio sotto la
croce, per mano di Giuseppe di Arimatea, che nella coppa leggendaria raccoglie lo
spurgo della ferita di Cristo. Il cerchio si chiude se consideriamo che la lancia non
soltanto un attrezzo militare, ma anche il nome di unimbarcazione, ossia di un
supporto che solca e domina lacqua.

228
Cfr. Il Re del Mondo, nota 2 p. 48. Logk che tanto pi chiaramente rimanda a Laguz.
229
Anzi, si potrebbe quasi intendere la forma di Laguz come la croce vista lateralmente, con il capo
di Cristo abbassato dopo il trapasso.
230
Eperaltro noto come il sangue coagulato, ossia quello del morto, rilasci il plasma acqueo in
modo ancora pi netto.
231
Cfr. Jean-Robert Pitte, Il Desiderio del vino - Storia di una passione antica, Edizioni Dedalo,
Bari, 2010. Il riferimento cui accenniamo compare nella nota 25, p. 75. Anche Pitte osserva come
lacqua mista al vino, presente nel rito dionisiaco, rievochi chiaramente la ferita del costato del
Cristo procurata dalla lancia di Longino.
77
Laguz , riassumendo, ricorda anche nella forma la lancia del guerriero
232
, e i suoi
significati sono correlati agli effetti purificanti dellacqua: una sostanza magica,
unaqua regis per dirla in termini alchemici, che cerca un suo contenitore, un suo
Graal per lappunto. Come abbiamo sottolineato in precedenza, il Graal runico da
intendersi con la sesta runa, Kenaz , la cui forma, se girata di 90 verso sinistra, di
certo identificabile con un vaso; un vaso peraltro del fuoco, un athanor pi
propriamente, al punto che la gemellanza/opposizione di acqua (mercurio) e fuoco
(zolfo) di Laguz e Kenaz assume toni ermetici davvero interessanti, tanto pi
rafforzati nel loro peso visivo dallalternanza del maschile e del femminile nella
lancia e nella coppa. Questa relazione peraltro la stessa che vige tra la lancia che
penetra e la ferita del costato di Cristo, che a sua volta identica al rapporto in atto
tra Excalibur e la fessura da cui essa viene estratta. Non solo: in inglese la
somiglianza tra la parola lancia, wand, e ferita, wound (wunde in tedesco), di
nuovo emblematica di tutte queste costanti sovrapposizioni. La lancia produce
insomma un suo elemento complementare: lattrezzo appuntito virile collima
profondamente con il buco femmineo, che funge da incavo iniziatico; una dualit che
su altri piani abbiamo gi investigato con Teiwaz e Berkana. Bisogna inoltre
considerare che Excalibur deve la sua genesi anche ai reami dellacqua, essendone
custode la leggendaria Dama del Lago, con chiari riferimenti ancora una volta a
Laguz, che senza ombra di dubbio imparentata ai motivi che animano la cerca del
Graal
233
.

232
A tal proposito, si rimanda anche alle considerazioni che abbiamo fatto a proposito della doppia
lancia di cui detentrice Teiwaz, che del resto a livello iconografico formata da una Laguz che
guarda verso destra e da unaltra rivolta invece verso sinistra.
233
La quest del Graal e lelemento della lancia, che ferisce ma che al contempo guarisce, sono
stati del resto individuati come temi comuni dallo stesso Evola; riportiamo questo lungo passaggio
per sistematizzare alcuni degli spunti che abbiamo fornito fino ad ora: Abbiamo gi accennato al
complementarismo esistente fra lancia e coppa. Nelle figurazioni tradizionali del <<duplice
potere>>, lo scettro spesso si confonde con una lancia, e il simbolismo della lancia, al pari di quello
dello scettro, interferisce spesso col simbolismo dell <<asse del mondo>> e, per tal via, riporta agli
ormai noti significati <<polari>> e regali. Ora, nel ciclo del Graal la lancia appare, appunto e
propriamente, presso figure regali e presenta un doppio carattere: essa ferisce e essa guarisce. Ci
richiede qualche spiegazione ulteriore. Nella saga, la lancia del Graal spesso insanguinata; talvolta
pi che essere intrisa di sangue, essa stessa d origine ad una corrente di sangue. Di tale sangue, nel
Diu Crne, il re si nutre. Nei testi pi tardi il sangue va ad assumere una parte sempre pi
importante, tanto da far passare in secondo piano il recipiente che lo contiene e che originariamente
aveva lui la parte essenziale. In tali testi, il Graal si fa Sangreal, col doppio senso di sangue reale
del Cristo e di sangue regale. Negli elementi cristianizzati della saga la lancia del Graal viene infatti
spiegata, talvolta, come quella con cui Ges fu ferito, e il sangue che da essa scorre sarebbe <<il
sangue della redenzione>>, cio simbolizzerebbe un principio rigenerante. Ci non spiega per
troppo il fatto, che la lancia ferisca chi, come Nescien, ha voluto conoscere troppo da presso il
mistero del Graal, restando per questo, oltre che ferito, accecato. La vista ritorna e la ferita si chiude
in virt del sangue che sgorga dal ferro della lancia, una volta che si sia riusciti ad estrarlo dalla
piaga. Nel Grand St. Graal, al prodursi di tale fenomeno, un angelo risplendente dichiara, esser
questo linizio delle meravigliose avventure che si svolgeranno nel paese ove si recher Giuseppe di
Aarimathia, cio nella regione nordico-occidentale. Grazie a queste avventure <<i veri cavalieri si
78
Tornando nello specifico alla lancia di Longino, questultima dunque essa stessa
acqua, nel momento in cui produce il rilascio di una sostanza, di un misto di sangue
e acqua che, proprio per la sua appartenenza al Cristo, portatrice di effetti
miracolosi e rigenerativi, indizi di vera grazia celeste. Il vascello, per
complementariet simbolica, invece quello strumento che consente di controllare
questa conoscenza superiore e di indirizzarla a vantaggio di una personale elevazione:
accanto alle discese del fiume celeste, Gunon parla del resto, riprendendo
Coomaraswamy, della risalita verso la sorgente
234
.
Anche approfondendo letimologia di altre parole, notiamo del resto lassonanza tra i
termini lancia e acqua: la parola wand, che in inglese designa appunto la
lancia, ha una struttura simile a quella di water (acqua) e wave (onda). Onda,
inoltre, fa il paio con nd, il soffio di Odino/Wotan. Tanto pi che Odino il
wanderer, il ramingo, in quanto detentore di una wand, di una lancia che,
andando egli a zonzo, propaga appunto il suo respiro. Ovvero Odino trasla in giro il
suo soffio, sacralizzando tutto ci che tocca e sanzionando cos i significati di Wunjo
e Othila, rune del territorio marchiato da auspici superiori e dalla vittoria gloriosa,
senza considerare che Wunjo ha una forma molto simile a quella di Laguz,
ricordando ancora una volta la lancia. Ma essendo questultima anche un vascello,
dobbiamo dedurre che Odino si sposti sia per terra che per mare, veicolando tanto il
soffio quanto lacqua, senza che i connotati di tale investitura superiore vengano
peraltro meno. Il dio norreno del mare, Nijrdr, infatti naturalmente anche dio dei
venti, wind, da cui ancora le relazioni con wand e con wave
235
. Secondo una

distingueranno dai falsi cavalieri, la cavalleria terrestre diverr cavalleria celeste>>, e allora si
ripeter il miracolo del sangue che scaturisce dal ferro della lancia. Anche lultimo re della dinastia
di Giuseppe sar ferito in entrambe le cosce dalla lancia e non guarir che allarrivo di colui che
scoprir il segreto del Graal, avendo la qualificazione a ci richiesta. In tale insieme, il sangue della
lancia sembrerebbe dunque stare in relazione con la virt delleroe restauratore. Ma in questo testo
si trova anche il riferimento, che la lanche aventureuse ferisce, nel senso di infliggere un castigo
destinato a ricordare la ferita di Ges. Tutto ci sembra adombrare il tema <<sacrificale>>,
verrebbe cio ricordata la necessit di una <<mortificazione>>, di un <<sacrificio>> come
condizione preliminare a che lesperienza del Graal non risulti letale. Tuttavia in altri testi un tale
tema si incrocia con quello della vendetta: la lancia, col suo sangue, ricorda una vendetta che il
predestinato deve compiere: solo allora si avr, insieme al compimento del mistero, la pace, la fine
dello stato critico di un regno. Cfr. Il mistero del Graal, cit. pp. 121-122. Si nota dunque come la
lancia e il liquido che ne scaturisce siano correlati ai temi del sacrificio iniziatico e della rivelazione
che ne consegue. Inoltre lacqua sempre presente nelle avventure del Graal, andando a circondare,
a seconda dei casi sotto forma di fiume o di mare, la sede della coppa miracolosa; con riferimento
sempre al testo di Evola, p. 138 e sgg., senza peraltro che sia necessario insistere oltre sul gi citato
simbolismo del passaggio delle acque.
234
Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 297.
235
Anche un altro termine tedesco, wende, attinente con quanto detto pi sopra. Die Wende
fu del resto la cosiddetta svolta che nel 1989 consent alle manifestazioni pacifiche di Lipsia di
portare alla caduta del Muro di Berlino. Wind/Wende/Wave: in queste parole troviamo sempre il
senso del mutamento e dellevoluzione, passaggi garantiti originariamente dallnd di Odino e dalla
sua wand, il soffio e il suo vettore, garanti dellelevazione di tutto ci che terreno in conformit
della pensata celeste.
79
leggenda, non a caso, lo stesso Nijrdr, prima di cadere in occasione del Ragnark, si
segna il petto con una lancia, in perfetto stile odinico, questo allo scopo di
procacciarsi limmortalit, e a conferma di tutti i significati esaminati a proposito
delle ferite riportate dal Cristo sulla croce, perfino, anzi soprattutto, dopo la sua
morte
236
.
Se Laguz attiene un trasferimento dimmortalit, Uruz ne il suo definitivo
contenimento, e lo capiremo tanto pi chiarendo i valori intrinseci dellALU. Uruz,
per prima cosa, (anche) una runa di ghiaccio, e sottintende quindi limbrigliamento
della mobilit di Laguz. In verit Uruz d luogo a una resistenza primigenia, e
sperimenta le sue inerzie a contatto della Fehu che apre il Futhark, ovvero la scintilla
che ha generato il cosmo. Di fatto, nelle prime due rune si riassume il necessario
processo di scontro/convivenza tra ghiaccio e fuoco che determina gli equilibri della
cosmogonia nordica; ovviamente tale opposizione, ricalcando quella tra yin e yang,
ha valenze esoteriche di ben pi vasta portata.
Tant, Uruz nel suo segno conserva sia lattrito del ghiaccio che lesplosivit del
fuoco. Uruz mirino
237
, indirizzamento di una forza selvaggia, che trae propriamente
le sue origini dalluro, mastodontico bue dei tempi preistorici che stato immortalato
in diverse pitture parietali. Indubbiamente la sagoma di Uruz ricorda quella
dellimponente bovino visto di profilo o da davanti
238
. Questo animale, oltre a essere
cacciato per necessit, rientrava nelle prove iniziatiche che il giovane della trib
doveva sostenere, e superare, per poter raggiungere lo statuto virile (Uruz-virus,
lanalogia evidente). Daltro canto, Uruz capovolta identifica anche il recipiente in
cui beveva il maschio per festeggiare il suo passaggio alla maggiore et: tale
recipiente era il trofeo delluro ucciso, il suo capiente corno, il che spiega in modo
tanto pi chiaro lappartenenza di Uruz a una formula che concerne appunto libagioni
e offerte di bevande particolari. Ovvio che i significati di Uruz attengano poi anche
lambito della contrattazione magica con lo spirito della bestia. E teoria diffusa, e
credibile, che le pitture parietali fossero riti volti a catturare lanimale con un
transfert magico: immobilizzare sulla parete la bestia, in questo caso luro,
equivaleva alla chance di poterla freddare nella realt, durante il tiro al bersaglio
della caccia; tanto vero che ancora oggi quando si parla di fare centro, in inglese
si usa dire to hit the bulls eye.
Uruz pertanto controllo dellesuberanza animale tout court, sia che tale
supremazia venga rivolta contro la forza selvaggia degli animali esterni, o che invece
sia esercitata per tenere a bada il proprio demone interiore. Da un punto di vista

236
Ovviamente non stiamo asserendo che Odino e Nijrdr siano la stessa divinit, ma
semplicemente notando come alcune attribuzioni finiscano inevitabilmente per sovrapporsi, dal
momento che ogni singola divinit, in ogni specifica mitologia, sempre la caratterizzazione di
facolt che appartengono allessenza della manifestazione divina nella sua totalit.
237
Vincent Ongkowidjojo sottolinea in modo molto interessante come Uruz rappresenti una
cooling force; in tal senso il suo essere ghiaccio, quello delle lande di Nifelheim, rende anche
Uruz runa legata in qualche modo allacqua, il che spiega ancora in modo pi chiaro la connivenza
di Laguz e Uruz allinterno della formula ALU. Cfr. Secrets of Asgard, pp. 31-32.
238
Cfr. Helrunar, p. 348.
80
iniziatico, Uruz identifica il predominio del mystes sui suoi istinti e le sue energie
ctonie. Ci viene in questo senso in soccorso anche il mito del Minotauro, appunto un
toro (taurus-Uruz), che identifica -a maggior ragione che lardita impresa di Teseo si
compie in un labirinto- lo scontro delleroe con le sue spinte ataviche, caotiche e
inferiori. Solo la catabasi, con relativo dominio sul demone, pu consentire
alliniziato di decollare verso dimensioni superiori. Lanimale freddato dentro il
cuore del guerriero (nella sua caverna)
239
dunque per trasposizione lanimale
cacciato con successo nella realt esteriore, poich immobilizzato e congelato
attraverso le figure rupestri dipinte sulle pareti della grotta.
Che Uruz offra il fianco a correnti embrionali e materiche fintanto evidente: luro
giustifica il nostro contatto con la terra, il nostro appartenere al genere umano; virus
uomo, ma dice anche di una patologia che colpisce il corpo, pi in generale una forza
da controllare; chi uomo per natura esposto alla malattia, alla vita e alla sua
perdita. Ci che nasce, cresce e perisce viene del resto ben interpretato dalle corna
mutevoli della luna che fanno il paio con quelle bovine. In fondo Uruz comunica da
dove arriva Midgard, la terra, ossia dalla carcassa del gigante Ymir, altrimenti detto
Aurgelmir, quellinvolucro, quel terriccio primordiale, fatto di fango e sangue, da cui
proviene anche il corpo umano. Lo stesso Gunon, come abbiamo visto nel capitolo
precedente a proposito dellAdam Qadmn, identifica del resto le origini del nome di
Adamo in unetimologia comune che riconduce al sangue, alla terra e allargilla
rossa.
Tanto pi che Aurgelmir origina la terra con il suo smembramento
240
, processo
virulento che assolutamente accostabile a quello prodotto dalle Menadi su alcune
vittime della furia dionisiaca: da Penteo, mitico re tebano, allo stesso Orfeo, a
seconda dei miti e delle leggende
241
, anche se tali trasmissioni vanno intese nel loro
senso simbolico. E infatti molti di questi argomenti coincidono anche con quelle

239
Sullidentit del simbolismo del cuore e della caverna, si rinvia al capitolo dedicato in Simboli
della Scienza sacra, p. 185 e sgg.
240
Ecco la descrizione che si trova nellEdda di Snorri: Essi presero Ymir e lo posero in mezzo al
Ginnungagap e fecero di lui la terra, del suo sangue il mare e le acque; la terra fu tratta dalla carne e
i monti dalle ossa, pietre e sassi li cavarono dai denti anteriori e da quelli posteriori e da quelle ossa
che furono spezzate. Cfr. Edda, cit. p. 57; da notare come anche qui sangue e acqua si
ricompongano infine nella medesima sostanza.
241
Alcuni episodi sono decisamente tragici, -li riporta Euripide, tra gli altri- quanto sintomatici di
valenze superiori. Sotto leffetto del vino, o meglio della trance dionisiaca, Agave, madre di
Penteo, re di Tebe, insieme alle sue baccanti, smembra il figlio. Penteo, per la cronaca, aveva
rifiutato lospitalit a Dioniso, arrivando addirittura ad imprigionarlo. La morte per smembramento
in verit un passaggio iniziatico: Penteo si nega a Dioniso, rifiuta insomma di conoscere, di
partecipare alla crescita esoterica del suo culto e viene fatto a pezzi. Ma a pezzi viene fatta la
sua ignoranza, la sua precedente incarnazione, prima che la sostanza migliore possa essere salvata e
incubata a nuova vita. La stessa sorte tocca del resto, in alcune trasposizioni, a Orfeo, che dopo aver
fallito la sua missione nellAde (dove aveva cercato di recuperare lamata Euridice), ironizza sul
culto di Dioniso al punto da subire la stessa sorte di Penteo. Eppure Orfeo, da cui lOrfismo, una
figura decisamente misterica: la vittima del sacrificio al dio si ricompone insomma nel dio stesso.
Su Penteo anche Buxton, La Grecia dellimmaginario, p. 172.

81
operazioni di gestazione che il candidato sciamano affronta nelle sue necessarie
catabasi, come ha abbondantemente riportato Mircea Eliade a proposito delle
credenze e usanze boreali
242
.
Ecco allora che Uruz diventa veicolo di necessaria crisi e di nigredo iniziatica. Uruz
e Aurgelmir nelle loro radici hanno a che fare con il prefisso ur, che concerne ci
che estremamente antico. Gli stessi temi compaiono anche in Ouruboros e nella
parola latina aurum. Come sappiamo, il primo il serpente che si morde la coda,
lunione delle forze ascensionali e discensionali che riguardano la totalit della
manifestazione; abbiamo gi avuto modo di associarlo al drago/serpente
Jrmungandr, e in ogni caso non sfugge come il suo simbolismo spieghi leterno
ritorno dei cicli cosmici. Mentre aurum pu rimandare all et delloro o ad altro
ciclo equivalente nella sostanza, ossia qualcosa di cos assolutamente antico da
risultare astorico. In questo ultimo caso emerge per anche la componente solare
di Uruz. Innanzitutto va precisato come il bue sia, oltre che lunare, anche un animale
del sole, come lo ad esempio lApis egizio o il toro nel culto di Mithra
243
; daltro
canto, sempre nella simbologia egizia, lureo un serpente posizionato a ridosso del
disco solare e che compare sul copricapo dei sovrani, indicando quindi un segno di
testa, uninvestitura proveniente dal Cielo. Cielo che inoltre Urano, a conferma
di come Uruz sia indubbiamente runa di terra, di spinte ctonie e di crisi iniziatiche,
ma pure di anabasi solari; anzi, le seconde non potrebbero sussistere senza le prime.
Riassumiamo dunque cos: in Uruz il guerriero trova una forza solare per resistere a
tentazioni e incostanze di tipo lunare. In questa ottica lo smembramento la crisi
iniziatica, che si risolve con la rinuncia delle tenebre interiori, con la sconfitta della
paura primordiale. Limmagine tipica degli scenari misterici, e spesso associata a
bevande sacre. Nel caso di Dioniso ci riferiamo al vino, in occasione delle ritualit
nordiche troviamo la birra e lidromele: ci non di meno lestasi dellebbrezza rende
colui che se ne imbeve pi sapiente, a seconda del suo grado, ma anche folle,
furioso, esagerato; ed in tale frangente che si rende necessario domare luro, il
Minotauro interiore. Chi non controlla leccesso di conoscenza pu tornare simile
alla bestia, mentre chi tiene a bada la bevanda sacra si libera e si emancipa dalla
condizione animale. Nella simbologia di Uruz, come del resto nelle mitologie
dionisiache, sono conservati pertanto degli ammonimenti iniziatici ben precisi.
Tali significati vengono appunto chiariti dalla ricostruzione della formula ALU, data
dallunione di Ansuz, Laguz e Uruz. Laddove Ansuz la runa di quellnd pi volte

242
Valga, tra le tante possibili, la descrizione dellestrema iniziazione di uno sciamano yakuta:
() le membra del candidato vengono staccate e separate mediante un uncino di ferro: le ossa
vengono pulite, la carne viene raschiata, le sostanze liquide del corpo vengono gettate via e gli
occhi strappati dalle orbite. Successivamente tutte le ossa vengono nuovamente messe insieme e
legate con del ferro. Cfr. Lo sciamanismo e le tecniche dellestasi, cit. p. 56. Si noti come la
pulizia dei liquidi corporei e la sostituzione degli occhi di questa descrizione ricordino alcune
immagini iniziatiche che abbiamo gi incontrato in precedenza.
243
Sul culto di Mithra, si rimanda nello specifico allinteressante studio di David Ulansey, I misteri
di Mithra Cosmologia e salvazione nel mondo antico, Edizioni Mediterranee, Roma, 2001, in cui
lapproccio al culto mithraico di natura prettamente astrologica, dal momento che Ulansey ne
ricostruisce la sostanza simbolica in base ai calcoli delle precessioni equinoziali.
82
citato; nd inteso come soffio divino che d forma e significato, legittimazione
superiore ad ogni aspetto della creazione. Ansuz che essenza del sacrificio di
Odino, appeso per nove giorni e nove notti allYggdrasil per apprendere
244
il codice
delle rune. Le rune, in quanto archetipi dellidea universale, sono il suono che si fa
significante di un mistero (runa significa proprio mistero), e in secondo luogo
linguaggio fonetico e alfabetico: non casuale che il termine Ansuz inizi con la a e
finisca con la z. Ansuz diventa cos la runa della parola, al di l degli ambiti: dal
miraggio poetico che si rende strofa, allinvocazione sacerdotale che si attua come
intervento sonoro, respirato e apostrofato, quindi capace di alterare le concatenazioni
sottili di causa ed effetto. In tali derive essa forza altra, atta a rendere estatico e
furente perfino il guerriero, il famoso berserk di cui si gi detto.
Questa sapienza percorre in ogni caso una parabola discendente: allinterno dellALU,
Laguz, in seconda posizione, materializza il viaggio verso il basso. Ci avviene
attraverso uno scroscio a cascata, Laguz in tale logica il canale fluido che consente
lo scorrimento delle energie supreme verso quelle inferiori, proprio come un fiume
sprofonda in un lago sottostante per il tramite di una cascata. Ovvero ci che aereo
e impalpabile in Ansuz, proprio per la sua vicinanza allidea prima, con il filtro di
Laguz assume una consistenza materiale, liquida, consumabile dalliniziato
245
: la
stessa immortalit del Cristo sulla croce si manifesta sotto forma di acqua e di
sangue. Tale adeguamento si professa anche nella bevanda iniziatica, che scende
dalle coppe di Odino verso la bocca assetata di conoscenza, favorendo una vera e
propria imboccata dottrinale; imboccata che diventa poi propriamente imbeccata
ad agire in una determinata direzione. E con imbeccata siamo a ridosso di becco,
per trasposizione il cornuto, tanto che ci troviamo ancora nei territori fisici di Uruz,
la detentrice deputata del corno della bevuta
246
.
Allinterno della successione dellALU, Uruz organizza realmente questa resistenza
transitoria, finalizzando lopera di contenimento. Da un punto di vista fisico, essa il
corno strappato alluro dopo la caccia o la tauromachia, il supporto necessario alla
bevuta del symbel; da un punto di vista simbolico, invece il controllo, la volont

244
La simmetria linguistica dellessere appesi per apprendere offre anche uno scorcio della
misura sacra su cui spesso si fonda il nostro modo di comunicare.
245
Se peraltro consideriamo sulla scorta di Polia (il gi citato Le rune e gli di del Nord, p. 49) che
ss (da cui sempre Ansuz) significa fonte, capiamo tanto pi la relazione tra sorgente, e relativa
cascata, che intercorre tra Ansuz e Laguz.
246
Anche il mito wagneriano dei Nibelunghi del resto, letteralmente, imbevuto di questa
simbologia. Le rune compaiono mescolate nellidromele e vengono bevute in molti episodi da corni
magici. Si veda in tal senso la parte dedicata dalla Aswynn alle rune nel Sigdrifumal, il poema
focalizzato appunto sulle vicende di Sigurr. Cfr. Northern Mysteries and Magick, con riferimento
proprio alla formula ALU, p. 218 e sgg. Daltro canto Fulla (to fill, riempire fino allorlo) una
delle servitrici di Frigga, moglie di Odino e Odino, insieme agli Einherjar del Valhalla, dispone di
una riserva infinita di idromele grazie alla capra Heidrun. Heidrun in questo fa il paio con Amaltea,
la capra che allatta e cresce lo Zeus bambino sul monte Ida a Creta. Heidrun nello specifico,
consumando le foglie dellalbero cosmico Yggdrasil, produce a iosa dalle sue mammelle la bevanda
dimmortalit. Non solo: il maschio della capra il becco/cornuto di Uruz, a conferma delle
relazioni non casuali presenti nella sequenza dellALU.
83
capace dindirizzare e conservare il flusso esorbitante di informazioni originato
dallepifania di Ansuz ed esploso con la magia torrenziale di Laguz. Pi in generale,
il senso pratico atto a dare una forma concreta al soffio di Ansuz e allacqua di
Laguz: del resto, tanto laria che lacqua prendono le sembianze del recipiente che le
contiene e la parola inglese shape (forma) ancora una volta gemella di ship, la
nave, ossia il vascello che domina le acque della conoscenza, simbolismo su cui ci
siamo gi soffermati. Non solo: il termine vessel, oltre a identificare proprio il
vascello, anche vocabolo tecnico per indicare un recipiente, noto peraltro negli usi
liturgici. Analogamente il tedesco schaft, che poi lequivalente dellinglese
ship, chiude tutte quelle parole che indicano pi un insieme di valori che una
sanzione fisica, dando appunto forma a ci che non lo prevede per la vastit dei
concetti espressi: si vedano pochi esempi, quali la parola freundschaft (amicizia) e
gesellschaft (societ). Schaft peraltro significa anche asta, con chiari rimandi
alla solita lancia e allatto di misurare qualcosa che fino a quel momento giace
nellindeterminazione. Uruz in effetti d una forma e una misura al flusso straripante
di Ansuz e Laguz. Con Ansuz siamo ancora negli ambiti di ci che non misurabile,
dellinfinito, laddove Laguz, manifestandosi come liquido, si predispone quanto
meno ad essere contenuta; Uruz la conclusione necessaria dellALU, largine di una
simile potenza in essere.
Inoltre Uruz, come abbiamo visto, partecipa ai significati dello smembramento
rituale, che un motivo presente proprio nella saga del mead. In alcune versioni
esso deriva dallo spezzettamento compiuto dai pestiferi nani Fialarr e Galarr ai
danni del gigante Kvasir, che a sua volta (narra lEdda)
247
era stato creato come
esempio di lungimiranza e saggezza per sancire la pace tra gli di Vani e gli di
Asi
248
. Kvasir emerge propriamente dallo sputo delle stesse divinit: si tratta dunque
dellennesimo fluido sapienziale, appositamente raccolto in un recipiente deputato a
tale effetto. Per rimpossessarsi della dottrina di Kvasir, Odino deve tuttavia affrontare

247
Lepisodio, nelledizione a cura di Dolfini che abbiamo gi citato, si trova riproposto dalla
pagina 131.
248
Lincontro/scontro tra Asi e Vani del resto un motivo che si apre a valutazioni di carattere
ermetico, creando paralleli con il solve e coagula. In alcuni episodi delle saghe nordiche essi si
affrontano, e in questo loro contendersi il potere vengono prodotti degli evidenti sottintesi
simbolici. Gli Asi sono appunto gli di maggiori, quelli di un establishment conservativo, mentre
i Vani (Freya e Frey sono i loro principali interpreti) sono figure legate a una concezione pi
primigenia della vita (amore tout court e fertilit). Essendo la loro pace suggellata con lo scambio
di ostaggi, la conclusione delle ostilit porta insomma a un arricchimento vicendevole. I Vani ne
guadagnano in saggezza, ricevendo in dono la creatura pi intelligente che vi sia, Mimir (presso il
cui pozzo Odino getter il suo occhio sinistro per ottenere lonniscienza); daltro canto ad Asgard,
alla corte dellAllfdr, approdano Frey e Freya, entit legate alla vitalit della riproduzione e della
trasformazione. Che cos questa, se non una visione figurata delle nozze alchemiche? Anche
perch lo scontro tra Asi e Vani era stato originato dalla febbre delloro scatenata tra gli di dalla
strega Gullveig, ennesimo elemento femminile che, come nel caso delle Menadi orfiche, si
conferma vettore propulsivo atto a perforare una matrice solida al fine di rivitalizzarla. Lincontro
tra due diverse componenti dellessenza divina ha dunque tutta laria di un processo di maturazione
ermetica, tra scambi mobili (solve) e nuove identit acquisite (coagula).

84
unappassionante impresa che vede come protagonisti il gigante Suttungr (che aveva
soffiato il mead ai nani di cui sopra) e sua figlia Gunnldh. Innanzitutto Odino -
sotto le false sembianze di Blverkr, nome simile proprio a quello del furente
berserk- diventa lavoratore presso il gigante Baugi, fratello di Suttungr, per il quale
svolge il lavoro di nove uomini, numero che identifica una chiara operazione
iniziatica. A servigio esaurito, Blverkr presta un trapano a Baugi e gli fa forare una
pietra; a questo punto esso si trasforma in serpente e striscia dentro al buco fino a
giungere alla residenza di Gunnldh, con la quale giace per tre notti (ennesima cifra
non casuale, a conferma delle derive simboliche del racconto)
249
. In cambio dei favori
amorosi, Odino riesce a farsi promettere tre sorsi del prezioso idromele, salvo
svuotare con essi i rispettivi otri che lo contengono. Ci fatto, prende le sembianze di
unaquila e vola via; Suttungr lo imita e Odino, incalzato, perde qualche goccia di
mead che piomba sul mondo, andando a realizzare lispirazione che
contraddistingue i pi illuminati tra gli uomini
250
.

249
Tanto pi che il serpente che passa per il buco della pietra ricorda per analogia lExcalibur
arturiana, a conferma dei connotati virili dellemancipazione sessuale delleroe, in unavventura che
ha come chiaro scopo la cerca della conoscenza. Abbiamo peraltro gi spiegato in che modo Art si
colleghi allattivit del berserk, in occasione del capitolo dedicato al dualismo Berkana/Teiwaz. La
presenza femminile dunque ancora una volta chiaramente simbolica: gli stessi cavalieri sulla via
del Graal simbattono nella Dama del Lago, che metaforicamente lanima delleroe, e cos anche
per la mitologia nordica, con Odino e altri eroi impegnati, a pi riprese, nella ricerca di una ragazza
sulla via dellidromele. Su questi temi, si rinvia ancora una volta a Il mistero del Graal, in
particolare il paragrafo 6 (p. 43 e sgg.), Sull<<Eroe>> e sulla <<Donna>>.
250
Anche nellepica omerica vi un episodio interessante da questo punto di vista. Ci riferiamo alle
vicende del libro V, che vede come protagonista leroe greco Diomede. In questa sequenza
Diomede dimostra una forza incontrollabile, tanto da riuscire a ferire sia Afrodite che Ares,
intervenuti in battaglia a favore dei troiani. Tra i tanti, alcuni indizi della valenza iniziatica del
racconto possono essere individuati nel fatto che Diomede riceva da Atena, sua protettrice, la
possibilit di discernere correntemente le divinit scese in campo: bench la Pallade gli ingiunga
di non attaccar briga con loro, il fatto stesso che egli riesca a vederli cifratura di quellapertura
degli occhi che contraddistingue le avventure del mystes. Inoltre Diomede, ferendo Afrodite,
produce luscita di un liquido che ha tutti i connotati della bevanda iniziatica; Omero lo descrive
cos: () e flu dalla ferita l'icre della Dea, sangue immortale, qual corre de Beati entro le vene;
chessi, n frutto cereal gustando n rubicondo vino, esangui sono, e quindi han nome dImmortali.
Proprio questa associazione interessante, se si considera che letimologia del nome di Diomede fa
pensare che egli sia appunto dio per il tramite del mead. Alla base delle imprese di Diomede si
scorge dunque il simbolo dellebbrezza furente tipica del berserk che ha bevuto il Met. Non questa
la sede per approfondire largomento, tuttavia qualche studioso ha voluto collocare la guerra di
Troia nelle terre del Nord. Felice Vinci ha addirittura ipotizzato che la guerra di Troia avvenisse in
una mitica citt posizionata sul Baltico. Cfr. Felice Vinci, Omero nel Baltico Le origini nordiche
dellOdissea e dellIliade, Palombi Editori, 2008, Roma. Nella sua esposizione, che ovviamente non
ha mancato di suscitare critiche nel mondo accademico e archeologico, lautore colloca la mitica
Troia nei pressi dellattuale Tojia, vicino a Turku in Finlandia. E sposta le vicende dellIliade al
XVIII secolo a. C.: le trasposizioni scritte del presunto Omero sarebbero quindi il frutto di
interpolazioni e narrazioni orali durate svariate secoli, e le societ degli Achei e dei Micenei
sarebbero sorte nellattuale Grecia dopo le migrazioni delle popolazioni discese dal Baltico, con
appunto al seguito la loro tradizione epica e narrativa.
85
La valenza esoterica di tale episodio consolidata dalla doppia metamorfosi di
Odino, che diventa serpente e aquila, animali posti ai margini dellYggdrasil. Il
serpente presente in quanto simbolo di auto-guarigione ed estrema vitalit si veda
il riferimento alla Kundalini e al caduceo di Asclepio e Mercurio, questultimo figura
analoga proprio a Odino in quanto signore dei morti. Laquila compare invece
come identificazione del s superiore in una gittata di tipo ascensionale. Odino porta
il mead da aquila, a conferma di come questa bibita riguardi le pi alte sfere
dello spirito, mentre il serpente sprigiona lafflato vitale e corporeo della Kundalini,
ed infatti sotto tali sembianze che Odino giunge allincontro amoroso con
Gunnldh
251
.
Riassumendo di nuovo, sotto diversa luce, Ansuz dunque la prima scintilla, il
mead sotto forma di aquila
252
; Laguz identifica invece le gocce perse da Odino
durante la sua fuga aerea; Uruz, in ultimo stadio, rappresenta quanto arriva
effettivamente a terra e viene raccolto dagli uomini. La sostanza delliniziazione,
analogamente, deve risolversi in una prassi che fornisca risultati concreti. La parola
iniziazione indica del resto, in termini molto semplici, linizio di una azione;
laddove il termine meditazione, anche solo fermandoci in superficie, concerne una
preparazione, una riflessione, un comportamento comunque mediato rispetto alla
prima incubazione. La formula dellALU sintetizza a dovere questo fraseggio:
lispirazione superiore che viene versata sul mystes produce un effetto che va dosato e
fatto scorrere secondo argini propedeutici; ne va della permanenza, e della reale
penetrazione, della vera dottrina nella pasta delliniziato.
Abbiamo fatto qualche salto nella mitologia greca, riprendiamo da questi stessi
ambiti la trama del discorso per sviluppare alcune considerazioni sulla runa Algiz.



251
La stessa Edda poetica di Sturluson riporta peraltro come Mimir beva il met. E proprio presso
il pozzo di Mimir, come si sa, Odino cede il suo occhio sinistro: la vista interiore e la bevanda sacra
sono senza dubbio metafore dellaffinamento iniziatico.
252
E interessante notare peraltro come questo parallelo possa essere adattato anche alle
rappresentazioni della musica sacra. Le notizie che riprendiamo qui sono riprese dallinteressante
studio di Andrea A. Ianniello, Pietre che cantano Suoni e sculture nelle nostre chiese, Giuseppe
Vozza editore, Caserta - Casolla, 2007, dedicato alle informazioni musicali contenute nelle sculture
e nei sigilli delle chiese del casertano e del beneventano, supporti su pietra che creerebbero veri e
propri frammenti di sinfonie, chiaramente dallalto valore simbolico. Un approccio che, come
introduce Ianniello, si rif alle perizie condotte da Marius Schneider su alcune chiese della
Catalogna. Citiamo un passo per essere pi precisi; si sta parlando della cattedrale di Ravello: Il
rapporto si/fa/re (un movimento dissonante, vicino al rapporto del diavolo della musicologia
medievale, come spiega lautore, n.d.a) si attua sotto laquila, cio il do, il Verbum, la Parola
divina che rid la vita. E, in realt, il Verbo che consente al fatto demoniaco e diabolico, alla
vittoria -apparente- delle Tenebre dell inghiottimento di essere trasformate, cio trasmutate,
nella resurrectio (in greco anstasis).; ivi, cit. pag 60. Basta questo breve estratto per
identificare laquila con la nota del do, quella originale che anima tutte le scale successive, come del
resto accade allAnsuz/Ein-Soph di animare tutto il resto della creazione, a partire dal soffio
originale del Verbum. Magari in futuro sar possibile analizzare in modo pi approfondito il
rapporto tra le rune e i suoni, proprio giovandosi dellausilio di altre simbologie tradizionali.
86
Atteone, A come Algiz

Una premessa dobbligo: per chi scrive lepisodio mitologico altro non che un
simbolo. La mitologia in questo senso un racconto cifrato, che tramite le sue
immagini tramanda una conoscenza o un insegnamento di tipo tradizionale. Che poi
tali saperi traslino anche in un rito specifico, ad memoriam, come viene rilevato dal
taglio antropologico di molte opere sui costumi antichi o su quelle civilt che hanno
conservato vestigia ataviche, questo solo un passaggio successivo, sempre pi
dimentico, nel progressivo allontanamento, di quella nozione sacra che ha inaugurato
il ciclo terrestre.
Ci detto, abbiamo gi menzionato possibili paralleli tra alcuni simboli della
mitologia greca e i segni runici, chiudiamo il cerchio con un altro episodio, narrato,
tra gli altri, da Ovidio, sebbene il suo valore sia ancora una volta spiccatamente
iniziatico: ci riferiamo alle vicende di Atteone, trasformato in cervo dalla furia di
Artemide/Diana.
Atteone un nobile tebano; un giorno, dopo aver fatto man bassa della cacciagione
insieme ai suoi compagni, decide di prendersi una pausa rinfrescante e comincia a
camminare nella selva, fino a quando, spinto dal suo fato
253
, si ritrova in una grotta
dove vede Artemide nella sua nudit; in verit, secondo la narrazione di Ovidio,
scorge appena, facendo subito da scudo alla verginea dea uno stuolo delle sue ninfe.
Con ci, la signora dei boschi reagisce sdegnata:

E come pronte le saette in mano
non ebbe allor, lacque, che pronte avea,
con le concave palme attinse, e in faccia
gittolle ad Attone, e a lui spargendo
dellonda ultrice il crin, queste soggiunse
voci presaghe di sventura: Or vanne,
narra, se li puoi, che mi vedesti ignuda!.
E in cos dir cervine corna a un tratto
spuntar gli fe su la bagnata fronte,
e allung il collo, e gli aguzz le orecchie.
In pi le mani, ed in sottili e lunghe
gambe cangi le braccia, e il corpo tutto
di liscio rivest macchiato pelo,
e in cor la tema glispir
254
.

Lepilogo, come sintuisce, tragico: Atteone viene scambiato per un cervo dai
compari che non esitano a cacciarlo fino a quando il malcapitato non viene recuperato
e sbranato dai suoi stessi cani. Per prima cosa palese il motivo dello smembramento

253
Unespressione, questultima, che potrebbe confermare le valenze mistiche di tutto il racconto.
254
Lepisodio in questione stato tratto dalla raccolta a cura di Mario Geymonat, I miti straordinari
di Ovidio, Ghisetti e Corvi Editori, Milano, 1987, cit. pp. 49-50.
87
iniziatico, che abbiamo appena riferito anche ad Aurgelmir e a Kvasir, cos come
attivo il tema della vendetta punitrice della dea o di rappresentanti di rango femminile
(le Menadi orfiche e dionisiache) che comportano la morte violenta del mystes
designato. La narrazione drammatica della fine di Atteone, lungi dallessere un
episodio narrativo, dunque semmai la rievocazione di un antico rito di passaggio; lo
conferma la presenza della grotta e dellacqua. Atteone, nel suo fatale girovagare,
simbatte in un antro, tipico luogo di un culto misterico, ambito su cui non dobbiamo
insistere oltre dopo le interpretazioni che abbiamo fornito su Berkana. In pi, la
mutazione dello stesso si compie dopo che la dea gli ha gettato in faccia dellacqua,
ossia dal momento che il candidato passato attraverso un lavacro rituale e catartico,
e abbiamo appena visto che cosa ci comporti nellottica della Laguz/lancia/vascello.
Questo tipo di battesimo favorisce la rinascita dolorosa; lallontanamento
dallesistenza precedente, quella profana, sulle prime patito come uno strappo. Ma
nella sostanza il vecchio corpo viene ripulito e rimodellato: tale del resto la
gestazione che tocca in sorte alla carcassa di Ymir, che dopo lo smembramento si
ricompone in Midgard. Ovvero la distruzione solo apparente per liniziato, essendo
semmai vero il suo opposto, la reintegrazione nella totalit. Questo il significato
pi alto, da cui procedono chiaramente successive diramazioni narrative, in base a
una trasmissione che si manifesta, per avvenuta decadenza, in immagini sempre pi
grondanti; in questo caso, la metamorfosi cervina.
Tale avvicendamento non reale, bens lo si pu riferire allinglobamento sciamanico
dello spirito dellanimale: la rivelazione ai misteri di Diana/Artemide
255
si attua
grazie allirruzione nelle spoglie delliniziato del cervo, animale totemico della
divinit. La punizione con conseguente smembramento in realt una manifestazione
dellestasi provocata dallincontro con la dea e dalla visione della sua essenza nuda,
profonda, oltre i veli dellottenebramento, il che comporta la conoscenza dei suoi
segreti mistici e la promozione a suo sacerdote. Tanto pi che lo stesso nome Atteone
ha profonde filiazioni con theon, degli di, chiarendo appunto come il protagonista
della vicenda sia riconsegnato alle cose divine attraverso questa crisi di
trasformazione, che in verit non ha nulla di distruttivo, se non nei confronti della
pregressa ignoranza. Se poi chiaramente vogliamo leggere in termini religiosi la
vicenda, quindi sul gradino pi basso della gerarchia sacra, vi nellepisodio di
Atteone linvito alla Eusebeia, quel santo timore riverenziale nei confronti della
divinit, in quanto faccia dellessenza metafisica, che il genere umano non deve
mai tralasciare; avremo modo di chiarirlo in relazione proprio ai rituali di caccia.
Vi ad ogni modo una runa che richiama in particolare lapprendistato magico di
Atteone: si tratta di Algiz . Algiz riferita allalce, quindi a corna cervine; e anche
agli Alcis: questultimi, a quanto narra Tacito, erano venerati in un bosco a ridosso
delle querce, di cui erano rappresentanti, ed erano approcciati da un sacerdote

255
Su Diana e i suoi culti, si rimanda nello specifico ai capitoli gi citati alla nota 186 sul Rex
Nemoriensis in Il ramo doro.
88
agghindato da donna. Questo rituale potrebbe insomma rientrare in una delle tante
varianti delle nozze sacre, su cui ha insistito Frazer nei suoi studi
256
.
Lidea fornita anche dalla runa che precede Algiz, ossia Pertho , simbolo del
pozzo misterico in cui sono nascoste, galleggianti, le informazioni che non hanno
ancora trovato compimento sulla via delliniziato
257
. Come ha giustamente notato
Vincent Ongkowidjojo
258
-ne abbiamo gi brevemente accennato alla nota 75-, Pertho
ha strette relazioni con la mela. Tale ricostruzione possibile partendo
dalletimologia della parola celtica che significa mela, ossia quert: da cui pert e
appunto Pertho, in quanto nel passaggio dal celtico allantico germanico la Q, che
manca come suono nel tedesco, si trasforma in P
259
. Pertho quindi ricettacolo di
dottrine segrete, anche nelle vesti di apple basket, unimmagine che, analogamente
alla cornucopia, rimanda a un passato mitico di abbondanza e prosperit
260
. Apple,
del resto, ha nella sua radice anche contatti con Avalon, la leggendaria isola dei
sapienti, dove va a dimorare Art dopo la sua morte. Ma Art di fatto sta solo
dormendo e, se consideriamo che Pertho un pozzo in cui galleggiano le
informazioni abbozzate e le conoscenze da ritrovare, dobbiamo intendere il suo
ritorno come sempre possibile. Pertho insomma una runa di accoglienza e di

256
Ivi, con particolare riferimento al capitolo 12, Il matrimonio sacro, p. 172 e sgg.
257
Anche il paragone con il bussolotto dei dadi del resto autenticante dei connotati di Pertho,
rafforzando i concetti di possibilit, casualit, indeterminazione relazionati al suo segno. Bussolotto
che diventa poi anche grande contenitore delle rune, che abbiamo gi identificato come arcani
delluniverso. E qui giunge solenne il legame con il ricettacolo magico, rappresentato ad esempio
dal pozzo di Mimir, in cui lAllfdr getta il suo occhio sinistro (la luna) per ottenere lonniscienza.
La calata nel sacro pozzo di Pertho, nel dettaglio, ridesta le conoscenze ottenute con il sacrificio
dellYggdrasil. Ed infatti proprio alle radici dellalbero cosmico che si trova il pozzo di Urd, dove
le Norne -Urd, appunto, interprete del passato, Verdandi (presente) e Skuld (futuro)- si riuniscono a
rimescolare lintricatissimo paiolo del wyrd che unisce il destino di ogni singolo individuo al
millenario patrimonio delle nozioni segrete. Pertho partecipa intensamente al significato di questo
calderone illimitato, la cui origine si perde nella notte dei tempi e in cui sono stati racchiusi tutti i
misteri della creazione e dei saperi originali. In questo senso la storia delluniverso un susseguirsi
continuo di dati e di notizie, e infatti gli di di Asgard tengono consiglio proprio presso il pozzo di
Urd, ossia dove contano di ritrovare barlumi di sapienza e di concetto. Pertho deve peraltro le sue
facolt anche al calderone pi antico ed embrionale, il Ginnungagap, linforme crogiuolo da cui
tutto ha avuto inizio. Pertho come Ginnungagap, come pozzo di Mimir e di Urd, pertanto matrice
di quelle che sono le cosiddette memorie akashike, quel substrato profondo che sigilla gli indizi
riservati che il genere umano deve recuperare sulla via della rinascita, nel suo ritorno al Paradiso
Perduto, luogo della mela proibita. E capiremo ora il motivo di questo riferimento al pomo.
258
Cfr. Secret of Asgards, p. 80 e sgg.
259
Su questo tipo di passaggio, dalla Q alla P, si rimanda anche al gi citato Barozzi, I Celti e
Milano, p. 52 e sgg.
260
Idun presso gli di nordici colei che si occupa di rifornire costantemente Odino, e compagni,
delle mele dellimmortalit. Idun viene rappresentata proprio con un cesto e tale contenitore
giustappunto la runa Pertho.
89
transito, che come Berkana, di cui gemella
261
, mette in evidenza il versante
femminile/passivo delliniziato.
Naturale che dopo Pertho si inserisca nella sequenza runica un simbolo prettamente
assiale quale lo Algiz, che identifica luscita dal pozzo e il rivolgersi verso il Cielo.
In base a tale abbinamento, lecito vedere lazione degli Alcis/querce come elemento
maschile sopraggiunto a fornire forza e temperanza (tale il valore simbolico della
quercia) a un culto sbucato dalla vulva/mela di Pertho
262
. Una volta smarrita la
valenza originale, il costume liturgico deve essere poi rimasto quale superstizione
legata principalmente allo sciamanesimo di caccia: uneventualit che non smentisce
linterpretazione dellepisodio di Atteone. Come abbiamo visto anche a proposito
della runa Uruz, questi rituali si avvalevano del transfert magico che veniva stipulato
con lo spirito dellanimale
263
. Atteone prenderebbe quindi la forma del cervo (totem
della dea) per lo stesso motivo, ossia al fine di ricevere unapprovazione preventiva
circa lo svolgimento regolare della caccia. Se in un culto remoto luomo contrattava
direttamente con lo spirito della bestia, nel novero della religione greca (o romana) la
stipulazione avveniva per il tramite della dea tutelare, ma il suo sacerdote, affinch la
caccia potesse effettuarsi, doveva prima esso stesso mediarsi nellanimale tab, in
questo caso il cervo. Tale metamorfosi poteva porsi al contempo come iniziazione del
sacerdote e rituale propedeutico alluccisione dellanimale sacro alla divinit.
Altre sono comunque le analogie che fanno rinvenire nel mito di Atteone
lattendibilit di questi cerimoniali. Innanzitutto le mute dei cani erano figure
realmente centrali nella caccia allalce, e nellepisodio di Atteone sono proprio i suoi
cani a sbranarlo. Unulteriore similitudine inoltre ravvisabile nel fatto che le prede
catturate vive venissero purificate nellacqua lacustre in attesa di essere sacrificate
264
.
Anche tale passaggio di fatto identico a quello del racconto di Atteone, che viene
bagnato da Diana prima di trasformarsi in cervo: e soprattutto si accorge di essere
diventato tale allorch, durante la fuga, si specchia in un lago; pure in questo caso
gocce di Laguz presiedono a una rivelazione sacra
265
. La runa Algiz, con la sua

261
Pertho di fatto la versione aperta di Berkana , laddove Berkana rappresenta una
gestazione completa, mentre Pertho specifica appunto una genesi che non ha ancora raggiunto la
sua maturazione e che dunque da intendersi come prematura.
262
Forza e quercia che sono peraltro alla base delletimologia della parola druido. Proprio
quert rimanda a Quercus robur, la quercia, simbolo assiale da cui deriva la stessa radice della parola
druido (dal greco drus, da cui dru-vid, unione di forza -robur in latino- e saggezza), ovvero un
legittimo rappresentante che la sapienza originale si occupa di preservarla e di tramandarla. Sulla
quercia e il druidismo anche Gunon, Il Re del Mondo, nota 17 p. 25. Sul druidismo pi in generale,
Jean Markale, Il Druidismo Religione e divinit dei Celti, Edizioni Mediterranee, Roma, 1991.
Sui riti della quercia rimandiamo invece a Frazer, capitolo 15, p. 195 e sgg.
263
Uruz e Algiz hanno in comune peraltro delle relazioni con il simbolismo delle corna: del bue,
delluro appunto, nel primo caso; del cervo nel secondo. Ci torneremo tra poco.
264
Cfr. Secrets of Asgard, p. 88.
265
Il cervo compare anche in alcuni episodi della quest del Graal; ad esempio: Nel Grand St.
Graal Giuseppe di Arimathia e i suoi cavalieri, arrestati dalle acque, sono condotti magicamente
senza affondare al di sopra di esse da un cervo bianco portato da un gruppo di quattro leoni. Cfr. Il
mistero del Graal, cit. pag. 152. Il cervo qui sarebbe il Cristo, e i quattro leoni gli evangelisti, ci
90
forma cervide, rientra pertanto in tali dinamiche, cos come vi rientrano gli stessi
Alcis, il cui intervento essenziale affinch i rituali di caccia si esercitino
liberamente.
Tuttavia le corna cervidi sono anche un segno distintivo della regalit: molte teste
sono state trovate interrate assieme a questi copricapi rituali realizzati con le corna
animali, di alci come di cervi. La stessa corona del resto verosimilmente
unevoluzione di questi addobbi che identificavano i re sacerdoti delle antiche
trib
266
. E qui emerge il simbolismo tradizionale, quello pi olimpico e solare di
Algiz, che peraltro anticipa allinterno del Futhark antico proprio la runa Sowulo.
Tale vocazione allordine, alla disciplina sacerdotale e al collegamento con il Logos
confermata dal solido intreccio che intercorre tra Algiz e il Bifrst, il ponte
arcobaleno che unisce Midgard con Asgard. Larcobaleno di solito ha sette colori e
infatti Algiz la settima runa del secondo aett. Ma si dice anche che il Bifrst abbia
tre colori principali, corrispondenti alle altrettante biforcazioni di Algiz. Tali sono del
resto i livelli principali della tradizione iniziatica che, a sua volta, corrispondono alla
triplice suddivisione macro/microsmica delluniverso. La struttura assiale di Algiz
rappresenta viepi il Principio, mentre le tre biforcazioni distinguono la parte fisica,
intellettuale e animica delluomo. In questo senso Algiz opera da tramite,
conformemente al simbolismo del ponte, favorendo lallineamento interiore con
Asgard, unantenna che proietta leroe verso i segnali metafisici. Nella mitologia
norrena, ci accade soprattutto per intercessione di Heimdall, il guardiano del Bifrst.
E infatti Algiz, per astrazione, proprio una sorta di angelo custode e il suo glifo
d lidea di un essere alato, di un doppio santo, associabile al dimn e al
genius. Algiz, non a caso, riferita anche alle valchirie, che sono da considerarsi
entit tutelari discese sul campo di battaglia a proteggere i guerrieri pi valorosi o
perlomeno a raccogliere le loro spoglie per traslarle nel Valhalla, dove essi
attenderanno festeggiando, e allenandosi, il giorno di Ragnark. Le valchirie, in

non toglie che acqua e cervo ritornino come motivi di attraversamento delle acque in senso
iniziatico. Ma il cervo, come ha notato Polia, anche legato allApollo iperboreo, indicando la
resurrezione in quanto rientro al Centro spirituale originario. Cfr. Le rune e gli di del Nord, p.
85.
266
I tre denti superiori di Algiz peraltro richiamano ancora una volta la commistione di quei
differenti livelli che concernono la manifestazione del Re del Mondo. Sebbene, indubbiamente, le
origini di Algiz vadano poi relazionate anche con le attribuzioni dello sciamanesimo di caccia,
soprattutto nei confronti dei cervidi, anche se di fatto proprio limpalcatura di questi animali ha
originato le corone dei re sacerdoti. Tra corna e corona la somiglianza del resto palese, come
evidenziato dallo stesso Gunon nel capitolo Il simbolismo delle corna (p. 170 e sgg.) in Simboli
della Scienza sacra, rinvenendo in questi termini la medesima radice KRN. In ogni caso tale
esteriorizzazione non smentisce lincontro di facolt regali e sacerdotali in un unico soggetto che in
questo caso possiamo considerare immagine riflessa del Melki-Tsedeq delle origini. Sui re sciamani,
e le loro attribuzioni, si rimanda ancora al vasto studio di Frazer, con il solito riferimento ai capitoli
dedicati al Nemoriensis, ma anche con il rilievo del capitolo 2, Re sacerdoti, p. 19 e sgg., e 6, I
re maghi, p. 106 e sgg. Sui nessi tra la runa Algiz e lo sciamanesimo, in generale, anche il
contributo di Ongkowidjojo, Secrets of Asgard, p. 87 e sgg.

91
quanto vergini guerriere, ricordano peraltro molto profondamente lArtemide, con
ancelle al seguito, dellepisodio di Atteone. Non solo: Algiz, in quanto arcobaleno,
complementare al pozzo di Pertho e, il suo ergersi verso lalto, dellYggdrasil mette
in evidenza i rami proiettati fino alle vette del Cielo, in un moto attivo di ascensione,
laddove le radici, rivolte in basso, concernono la manifestazione passiva dello yin
267
.
Il triangolo superiore, a dispetto di quello inferiore, ha insomma la netta prevalenza
nelle traiettorie di Algiz
268
.
Esaurita pi che altro la carica simbolica del linguaggio tradizionale, in cui Algiz il
ponte percorso dalliniziato/sacerdote che migra verso lidentit con il polo superiore,
nelle volgarizzazioni successive rimane la magia protettiva dei riti di caccia o
comunque lidea dello specialista deputato all affaire sacro, con evidenti risvolti
pratici per tutta la comunit. Uno di questi senza dubbio lambito della caccia,
foriero di temuti tab: tali erano da reputarsi gli assalti non normalizzati nel
cerimoniale; lazione non regolare diventava in automatico violazione. Il permesso
di uccidere lanimale andava ottenuto attraverso una richiesta ufficiale che si compiva
tramite il gesto sacro, da cui appunto letimologia della parola sacrificio, ossia
sacer facere, rendere sacro. Algiz segno di tali garanzie, e lo diventa tanto pi
nella protezione tout-court della comunit, se consideriamo che gli Alcis, come
abbiamo gi visto, erano coinvolti nellaccensione dei fal rituali del cosiddetto

267
Algiz riversa indica del resto laspetto femminile, mentre Algiz dritta sintetizza la variante
maschile. Algiz capovolta luna, quindi anche incostanza (perch la luna cresce e decresce, e
sparisce). Peraltro Algiz riversa diventa nel Futhark nordico (detto anche younger) runa
indipendente, chiamata Yr, legata proprio al sovvertimento della componente uranica e virile. Tanto
vero che proprio una Yr, o una Algiz capovolta, realizza il simbolo della pace . Se
consideriamo che, sulle tombe nordiche, Algiz dritta e Algiz capovolta indicavano rispettivamente
la nascita e la morte, capiamo come il simbolo della pace sia in teoria tuttaltro che confortante.
Ovvero la disciplina solare del sacerdote viene svilita in questo modo nel caos, lunare e psichico,
della beat generation. Sul simbolo della pace, insieme ad altri elementi, come esito di quella
prima et dellAcquario Woodstockiana (visto che molti lhanno fatta poi coincidere con lo
snodo del 2012), si veda la ricostruzione di Enzo Pennetta e Gianluca Marletta in Extraterrestri
Le radici occulte di un mito moderno, Rubbettino, Roma, 2011.

268
Sul valore dellarcobaleno come ponte che collega Terra e Cielo anche Simboli della Scienza
sacra, p. 334 e sgg. E di particolare rilievo il collegamento che Gunon fa tra il simbolismo dei
sette raggi del sole e i sette colori dellarcobaleno. In verit i colori dellarcobaleno sono soltanto
sei, creando unopposizione tra i tre colori principali e i tre secondari, che di fatto lequivalente di
quella che riguarda i due triangoli del Sigillo di Salomone. Come abbiamo visto, il triangolo
superiore e il triangolo inferiore (che sono poi la stessa cosa delle fronde e delle radici dellalbero),
il principio attivo primario e quello passivo secondario, sono parte integrante dei significati di Algiz
dritta e Algiz capovolta. Il settimo colore, che il raggio bianco, in verit il primo colore, quello
che identifica il rapporto con il Polo centrale e originario, e che in Algiz corrisponde alla struttura
assiale protesa verso lalto. In Gunon, peraltro, lassociazione dei sette colori dellarcobaleno
anche con i sette giorni della creazione, laddove il settimo giorno, quello del riposo, in verit un
rientro allorigine, e come tale coincide con il colore bianco, quello realmente solare, a cui del resto
punta la stessa Algiz nel suo volgersi verso Sowulo, che di fatti le succede allinterno del Futhark
antico.
92
Need-Fire, aventi appunto lo scopo di proiettare salvaguardia e prosperit sulla
trib intera e sui suoi beni e possedimenti
269
. Luomo che chiede soccorso agli di,
che si incanala nella loro direzione, tuttora del resto stende in alto le braccia in segno
di preghiera; queste braccia, in tempi pi remoti, erano le corna cervidi indossate dal
re sacerdote.
In tale ottica va visto il passaggio di Atteone, iniziato ai culti di Artemide/Diana:
tutela, abbigliamento e smembramento rituali (pur sempre mutazioni daspetto
sulla via sacra) sono i grandi argomenti del mito di Atteone, che in parte la runa Algiz
rievoca nelle sue simmetrie accondiscendenti al soffio di Odino, che tutto regola e
decide. Fino a quando, in un giorno fatale, questa disposizione verr meno, come
andiamo a chiarire analizzando la runa posta a conclusione del Futhark antico e,
idealmente, anche di questo lavoro.





























269
Daltro canto proprio il dio cervide Cernunnos interagiva con la fertilit e la ricchezza delle
trib celtiche. Cos come in generale il greco alk, da cui appunto Algiz, significa difesa, nel
senso di ausilio superiore che giunge dagli di, il che rispecchia integralmente i valori che abbiamo
appena messo in evidenza. Su questi nessi, Le rune e gli di del Nord, pp. 84 e 85.
93
Dagaz: fine ergo inizio

Negli ultimi passi del primo capitolo abbiamo avuto modo di accennare al dibattito
che riguarda le ultime due rune del Futhark antico, Othila e Dagaz, che vengono
messe alternatamente in penultima e ultima posizione. Per chi scrive, Othila
indubbiamente un approdo, e abbiamo visto di che qualit, tuttavia tale approdo
troppo statico per soddisfare le esigenze di rinnovamento e trasformazione che
caratterizzano qualsivoglia ciclo inteso in unottica tradizionale. Ecco perch Dagaz,
che comunque a suo modo un arrivo, si presta perfettamente a questo necessario
transito, realizzandosi come nuovo inizio e riconfluendo in Fehu, la prima runa.
Tale continuit di natura ignea, essendo la scintilla finale del Ragnark anche la
prima fiamma del nuovo corso.
Basta del resto associare il simbolo di Dagaz ad alcune rune che la precedono per
cogliere la portata di tale scollamento. Mannaz , ad esempio, runa della
mankind e della menschheit, che propone peraltro la tripartizione che Georges
Dumzil ha approfondito in merito al substrato delle societ indoeuropee, tra cui
troviamo anche gli antichi germani
270
. E risaputo come lo studioso francese abbia
individuato tre funzioni principali presso tali agglomerati. Ossia una religiosa e
sacerdotale (a volte pure sovrana, il che riconduce a quanto detto a proposito del
Melki-tsedeq); una di tipo militare; e infine una di genere produttivo (allevamento e
agricoltura); di fatto tale divisione la stessa delle prime tre caste ind: Brhmani,
Kshatriya, Vaishya. Mannaz suggerisce allora il proficuo incrocio di questi differenti
livelli, vitali in modo diverso alla conservazione e alla proliferazione della specie
comunitaria. Tutte sanzioni che si ritrovano nelle rune del terzo aett precedenti
proprio a Mannaz: abbiamo visto come la coppia Teiwaz/Berkana contribuisca a
mantenere saldi gli opposti attivi e passivi, e a intrecciarli anche nel tessuto sociale
dello status quo. E del resto Ehwaz , la numero 19 che introduce proprio Mannaz,
indica il culto sciamanico del cavallo, della vitalit che va mitigata tramite le redini di
chi cavalca, di chi conduce il corpus sociale. Ehwaz fa del resto traboccare il lato
femmineo e istintivo che abbiamo visto latente in Berkana; tale manifestazione
documentata dalle gesta del cavallo. Bisogna tornare al mito greco per capire la
relazione tra il cavallo e la pietra di Berkana: una simile epifania si lega alla scoperta
dellacqua. Siamo sul monte Elikona e Pegaso libera la prima fonte dacqua con una
poderosa zoccolata inferta a una roccia, motivo per cui proprio lo stallone animale
caro a Posidone, il dio dei mari. Ma mare in inglese significa giumenta, cos
come lincubo, ossia il demone/cavallo che sinterpone a incubare nuova vita
nellassorto dormiente, per la precisione nightmare
271
. Del resto anche il quadro
di Heinrich Fssli, noto come Lincubo, raffigura un cavallo in uno scenario
notturno e spettrale.

270
Cfr. Georges Dumzil, Matrimoni Indoeuropei, Adelphi, Milano, 1984 e lancora pi pertinente,
per il presente studio, Gli di dei Germani - Saggio sulla formazione della religione scandinava,
che abbiamo peraltro gi citato.
271
Su tutti questi aspetti si rimanda a Northern Mysteries & Magick, pp. 74-75.
94
Lassociazione tra Ehwaz (cavallo) e Laguz (acqua) evidente anche a livello
iconico, visto che la prima la versione raddoppiata (e allo specchio) della
seconda . Il seme del cavallo bagna dunque la terra facendola fruttare: presso le
antiche trib norrene era duso il rito del volsi, che sincentrava sullinvocazione della
fertilit recitata sul membro imbalsamato del cavallo. Ehwaz dunque di fatto
accostabile alle dee dei cavalli e della fertilit, ad esempio, presso i Celti, Epona
(equivalente Ehwana)
272
. Entrambe queste dee ammettono peraltro una triplice
manifestazione che, in parte, spiega la posizione di Ehwaz allinterno del Futhark
antico (terza runa del terzo aett) e che rilancia anche le questioni legate ai crocicchi e
alle attribuzioni lunari. Ecate, che a livello etimologico si lega a Ehwana, ad
esempio tanto dea della luna che dei crocicchi, ossia di quelle parti di territorio
misteriosamente affacciate su un mondo altro, promiscuo, di cui non possibile
tracciare con precisione i confini, e in cui costante il rimescolamento tra la vita e la
morte, e convulso landirivieni di defunti e revenants. Ehwaz pertanto anche runa
della morte (lopposto contiguo della vitalit) e del teletrasporto magico dei
nightmares: signore di questo aldil indubbiamente Odino/Wotan, che si sposta
sul cavallo Sleipnir (da cui sleep, il sonno, il grande contenitore degli incubi).
Questo destriero ha otto zampe, come il numero di mondi, Midgard a parte, che
realizza il tutto cosmico della mitologia nordica, e ha delle rune disegnate sui denti:
esse indicano la portata sapienziale del suo viaggio, letteralmente a cavallo dei vari
livelli desistenza.
Mannaz, che giunge a completamento di Ehwaz, dunque una sua variante evoluta:
essa limita laggregazione delle forze ctonie e determina un potere che controlla e
trattiene, conducendo queste stesse spinte nellottica della civilt assestata su basi
gerarchiche
273
. In tale prospettiva, e in relazione allultima runa che tema specifico
di questo capitolo, essa presenta proprio nella sua parte superiore una piccola
porzione di Dagaz. Ma questultima, in Mannaz , attraccata agli ormeggi: le
perpendicolari laterali sono le aste che sostengono gli stendardi della comunit, che
identificano il patto sociale e che comprovano la possibilit di ancorare, in unicona
riconoscibile e unificante per tutti i membri del clan, un principio celeste, una
forsennata saggezza che promana da vette superiori. Da questo punto di vista,
Mannaz da intendersi come una Wunjo presa nellatto di specchiarsi in se
stessa
274
, a conferma di un vertice che non soltanto individuale, ma comune rispetto
ad altri concittadini e co-abitanti di un territorio marchiato dalla legge. Mannaz in

272
Cfr. Secrets of Asgard, p. 108.
273
Tornano in questo senso alcune considerazioni che abbiamo fatto a proposito del potere che
frena, sulla scorta del recente saggio di Cacciari. Vedasi in dettaglio la nota 89.
274
Il parallelo interessante anche in base a quanto detto su Ehwaz, che con le sue divinit dei
crocicchi ha a che fare con le erme, le pietre di testa citate a proposito di Wunjo, in quanto
segnaposti dei confini nelle terre altre e nei luoghi aperti. Se in Wunjo sono sanzionanti,
marcando esse il territorio, con Ehwaz, che identifica viceversa ci che pi propriamente sottile,
larvato e in moto di continuo spostamento tra detti confini, la formalit delle erme viene messa in
discussione. Essendo Mannaz una doppia Wunjo, capiamo una volta di pi come essa rappresenti la
stabilit e la norma, laddove Ehwaz movimento e violazione di tale norma.
95
definitiva la normalizzazione del sostrato tradizionale nella societ terrestre, diremmo
nei suoi aspetti pi armoniosi e quotidiani, laddove Othila introduce in modo pi
solenne il senso di ultimo rifugio e di estremo baluardo sacrale.
Un equilibrio che in ogni caso con Dagaz (ri)decolla, si stacca, fugge via,
determinando la catastrofe, poich troppo assolute, e libere di darsi la caccia, sono
oramai le forze messe in moto. Dagaz riassume di fatto il grande scontro di due
triangoli: . Tali forme equivalgono alla volont magica che abbiamo visto agire in
Thurisaz e Wunjo: la spinta del triangolo nella prima ardore nichilista e titanico,
mentre nella seconda trova obiettiva maturazione. Ma si tratta di scintille, benigne
o maligne esse siano, che rientrano ancora in quel tipo di controllo che un essere
umano sa esercitare. Viceversa le proporzioni scaturite con Dagaz riguardano uno
status (individuale o ciclico) che non pu pi proseguire oltre, e che quindi deve
ritrasformarsi attraverso una perentoria combustione. La stessa runa Gebo , nella
sua presenza in Dagaz, porta il concetto di sacrificio sapienziale alle sue estreme
conseguenze. Anche le Kenaz che formano Gebo, che tutto sommato sono aperte, in
Dagaz diventano due athanor chiusi, calderoni in cui il fuoco talmente compresso
da risucchiare le pareti dei suoi serbatoi; inevitabile, a questo punto, diventa
limplosione.
Tale la quintessenza del Ragnark, dove tutto tramonta in vista di una nuova aurora.
LOdino/sole viene inghiottito da Fenrir, ucciso poi da Vidar, figlio dellAllfdr e sua
trasposizione. Thor abbatte il serpente Jrmungandr, ma soccombe per il suo veleno.
Heimdall, protettore del Bifrst, sconfigge Loki, bens viene ferito fatalmente dallo
stesso. Analogamente Frey e Surtr si danno morte reciproca. I due triangoli
contrastanti -la tentazione e la sua panacea, il veleno e il suo antidoto, le tenebre e la
luce, la vanit intellettuale e la grazia divina, il caos e lordine- si inchiodano luno
allaltro, si puntano reciprocamente producendo un collasso cos estremo che
leterna sublimazione delle alterne forze equivale alla deflagrazione di tutto il creato.
Del resto se ruotiamo di novanta gradi Dagaz otteniamo una clessidra letale, che
segna il passare di un rapido giro di lancette, da cui day e tag, termini che
riferiamo spontaneamente a Dagaz, runa numero 24 come le ore di un unico,
semplice, decisivo giorno.
Un olocausto che permette di accostare il simbolo di Dagaz a quello dellenergia
nucleare: lidea che questa runa rappresenti un potere troppo pericoloso da
maneggiare. Handle with care quanto mai pertinente in relazione a Dagaz; in
questo caso uno scherzare col fuoco da parte delluomo potrebbe sommergerlo,
marchiando unincisione indelebile nel corso della storia
275
. Anche tale aspetto si
riverbera in Dagaz, che segna il passaggio da unepoca allaltra, con il suo triangolo
sinistro che si assottiglia fino a riaprirsi in quello destro; e viceversa. La battaglia
finale del resto una crisi necessaria per accedere a una nuova fase della

275
Anche il simbolo di alcuni cartelli di warning, come quello relativo allapertura della valvola
del metano, identico a Dagaz, identificando lo sprigionamento di una forza che potrebbe risultare
letale.
96
manifestazione ciclica: in questo studio, soprattutto nel primo capitolo, abbiamo
chiarito come lesoterismo nordico, con le sue immagini e i suoi simboli, racconti una
fase discendente del ciclo terrestre. Il Ragnark, preso in questa ottica, da intendersi
come un auspicio di reintegrazione nellet delloro o in suo stretto equivalente.
Chiaramente non solo: il Futhark tutto, abbiamo specificato anche questo, un sunto
del percorso iniziatico individuale; conformemente a tale prospettiva, Dagaz
rappresenta lultima, disperata, iniziazione. Lidea dellestrema contesa spirituale
rafforzata anche dallimmagine dellascia bipenne che si ottiene dalla
sovrapposizione di Dagaz con la runa Algiz . Ascia bipenne che, come ha
mostrato Gunon
276
, un simbolo accostabile al vajra, il fulmine ind, paradigma
assiale di indistruttibilit e purezza. Essendo lascia anche sigillo solare prossimo al
martello di Thor, questarma compare come attributo di una lotta non giusta,
sacrosanta, dal momento che finalizzata a una morte sacra che si risolve in un
nuovo concepimento per leroe che la impugna. Ci detto, Dagaz diretta
emanazione di Sowulo in quanto serpentina solare : lenergia elettrica, gi potente,
si tramuta in nocciolo nucleare. La via stretta che unisce i due triangoli di Dagaz
peraltro quella porta solare, quel vertice di cupola, che abbiamo gi menzionato a
proposito di Wunio e di Othila e che qui trova definitiva sanzione.
Tale la portata esoterica di Dagaz: i due estremi infatti, la sfera intellettuale di
Odino e la sua controparte magica, trovano nella runa finale una trascendenza pi
alta, una sintesi ultra-perfetta. Ossia Dagaz lessere nella sua infinita
inconoscibilit. Se Jera rappresenta lordine ciclico, Dagaz la sua manomissione: le
due facce visibili di Giano si trasformano nella terza faccia, insondabile ed eterna
nella sua continua mutazione. La porta conclusiva anche lingresso di un nuovo
inizio.













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276
Cfr. Simboli della Scienza sacra, p. 161.

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