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Poesie Saffo
Poesie Saffo
chi solo bello, resta bello allocchio. Ma chi ha valore sar bello sempre
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faffo.
Cenni biografici. Saffo ( in greco), poetessa greca nacque ad Ereso nell isola di Lesbo intorno al 620/650 a.c. e quivi vi mor intorno al 550/580 a.c. Poche sono le notizie certe sulla sua vita. Visse gran parte della sua esistenza a Mitilene, principale citt dell isola. Della sua famiglia ci sono giunte solo notizie frammentarie. Sappiamo quasi certamente che Saffo provenisse da una famiglia nobile di Lesbo, in quanto uno dei fratelli, un certo Larico, svolgeva la funzione di coppiere nel Pritaneo di Mitilene, un lavoro riservato soltanto ai giovani di nascita nobile e di bellaspetto. In giovane et si spos con un certo Cercilias, un uomo ricchissimo originario dell isola di Andros, da cui ebbe una figlia di nome Cleis. Ci pervenuto solo un dato certo della sua vita. Tra il 603 e il 595 a.c. attesta che Saffo fu costretta ad andare in esilio in Sicilia per cause politiche. Lattivit di Saffo era quella di educare in un tiaso cio una comunit/collegio, giovani fanciulle nobili, a lezioni di danza, musica, canto e poesia. Al centro di queste attivit cera il culto di Afrodite la loro musa ispiratrice per eccellenza. Grazie ad Afrodite, la poetessa Saffo gli dedic gran parte delle sue rime confidandole in una sorte di preghiera, le sue delusioni damore. Purtroppo nel corso dei secoli la maggior parte dei suoi scritti sono andati perduti. Ci sono pervenuti pi di 200 frammenti. Alcuni sono completi. Altri invece sono solo brevi frammenti e pensieri tutto ora ancora da decifrare. La maggior parte delle sue poesie si concentrano maggiormente sul tema dellamore. L amore, per Saffo, un insieme di memorie, ricordi ed esperienze passate che hanno spinto alla poetessa di impugnare la penna e scrivere ci che lamore gli ha comunicato.
Secondo la leggenda, la poetessa Saffo, non corrisposta del suo amore per il barcaiolo Faone a causa della sua giovane et, si sarebbe gettata dalla bianca rupe di Leucade (leuks significa bianco) in Acarnania, dove vi sorgeva un santuario dedicato in onore del dio Apollo. Recenti studi confermano che Saffo non si sarebbe suicidata. Il suo presunto amore per il giovane Faone non altro che una invenzione da parte della poetessa Saffo. Questo lo dimostra in una delle sue rime pi famose dove la poetessa dedica per occasioni rituali, una poesia in onore di Adone e non a Faone. La leggenda del suo suicidio stato oggetto di interpretazione di famose opere pittoriche. E non solo. Giacomo Leopardi, nellUltimo canto di Saffo (1822), descrive langoscia della poetessa che a causa del suo corpo deforme e brutto e di un amore non condiviso con il bel Faone, disperata si getta dalla rupe di Lucade. La data della morte di Saffo purtroppo ancora sconosciuta. Una conferma certa che essa raggiunse probabilmente una et molto avanzata.
Qui vi riportiamo una parte delle sue poesie pi celebri che hanno reso la figura di Saffo, la poetessa per eccellenza.
Claudio Esposito
Virt non luce in disadorno ammanto (Ultimo canto di Saffo di Giacomo Leopardi).
Bibliografia scelta.
Saffo, Poesie, traduzione e cura di Ilaria Dagnini, premessa di Roberto Pazzi, Grandi Tascabili Economici Newton Poesia, Roma 2010. Saffo, Pi oro delloro, traduzione e cura di Rosita Copioli, prefazione di Giuseppe Conte, Edizioni Medusa, Milano 2006. Saffo, Liriche e frammenti, traduzioni di Salvatore Quasimodo e Ezio Savino, cura di Ezio Savino, testo originale a fronte, I Classici Universale Economica Feltrinelli, Milano 2008. Saffo, Frammenti damore, a cura di Vincenzo Di Benedetto e Franco Ferrari, Biblioteca Universale Rizzoli, I classici blu, Milano 2005. Giulio Guidorizzi, Il mondo letterario greco, Storia civilt testi, Let arcaica, vol. I, Einaudi scuola, Milano 2000. Alfio Siracusano, Saffo. La dolce eresia di Eros, Barbera Editore, Lavis-Trento 2008. Leopardi, Canti, a cura di Lucio Felici, Grandi Tascabili Economici Newton Poesia, Roma 2010. Poesia, Saffo, frammenti, a cura di Rossi M., Giunti Demetra (Collana Acquerelli poesia), Firenze-Milano 2000.
Salvatore Quasimodo, Lirici greci, a cura di Niva Lorenzini e con tre scritti di Luciano Anceschi, testo originale a fronte, Oscar classici moderni, Mondadori, Milano 2004. G. Aurelio Privitera Roberto Pretagostini, Storia e forme della letteratura greca, Et arcaica ed et classica, vol. I, Einaudi scuola, Milano 1997. Raffaele Cantarella, Storia della letteratura greca, Nuova Accademia Editrice, Milano 1962.
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ricordate perch nella nostra giovinezza noi questo facevamo . perch coloro a cui io voglio bene, sono proprio quelli che mi fanno il male peggiore, ma io ho in me la profonda convinzione
io desidero e bramo sul mio dolore chi mi biasima possano i venti portarselo via ai piedi portava, una calzatura lavorata finemente, bella opera lidia.
ma io non sono una persona che cova rancore dentro di s, perch ho un cuore gentile
ma, poich mi sei amico, scegliti una compagna pi giovane, perch io non accetter, io che sono pi vecchia, di vivere con te
vorrei dire qualcosa, ma me limpedisce il pudore se il tuo fosse un desiderio nobile e puro
e se la tua lingua non andasse masticando parole vergognose, il pudore non velerebbe i tuoi occhi, ma parleresti come giusto.
io dico che qualcuno si ricorder di noi quando il sonno che dura tutta la notte prende i loro occhi scintilla di fiori la terra inghirlandata
dallalto qui, da Creta sacro, dove un boschetto incantevole di meli e vi sono altari che odorano del fumo dell incenso; l acqua mormora fresca tra i rami dei meli, tutto il luogo ombreggiato di rose, e dalle foglie che stormiscono scende il sopore; l un prato dove pascolano cavalle cosparso di fiori di primavera, le brezze alitano dolci. Qui, dea Cipria, prendendo nei calici d oro, con grazia versando un nettare che si mescola alla festa.
a te cos bella; la tua veste fa sussultare chi la guarda, io ne provo gioia perch la stessa Cipride una volta
Andromeda ti amo, Saffo, e onoro la regina di Cipro e le Pieridi amabili. Grande dono a te e a me lei fece. A quanti la luce delle muse illumina dovunque gloria arrider, e oblio da te anche nell Acheronte fuggir lontano
qualcuno crede conceda ma io amo l eleganza e a me splendore e bellezza ha dato in sorte l amore per il sole
degli dei beati anche questo il dio dolente certo non amasti ora perch ma il motivo n per nulla
le vergini tutta la notte vegliando la tua bellezza cantavano e della sposa dal seno color di viola. Ma tu svegliati ora, ragazzo, raggiungi i tuoi coetanei. Ch un sonno come d uccello dalla voce acuta veder vogliamo.
Yorse in Sardi
spesso con la memoria qui ritorna nel tempo che fu nostro: quando eri Afrodite per lei e al tuo canto moltissimo godeva. Ora fra le donne Lidie spicca come, calato il sole, la luna dai raggi rosa vince tutti gli astri, e la sua luce modula sull acque del mare e i campi presi d erba: e la rugiada illumina la rosa, posa sul gracile timo e il trifoglio simile a fiore. Solitaria vagando, esita a volte se pensa ad Attide: di desiderio l anima trasale, e il cuore aspro. E d improvviso : Venite! urla; e questa voce non ignota a noi per sillabe risuona scorrendo sopra il mare.
`a tu dstati, avviati
con i tuoi giovani amici, perch possiamo vedere un sonno ancora pi breve di quello di un uccello dal canto sonoro.
simile a una dea, che ben si distingue, ti (considerava), e godeva molto del tuo canto. Tra le donne lidie, ora, ella spicca, come la luna dita di rosa quando il sole tramontato vince tutte le stelle. E la luce si posa sul mare salato e sui campi pieni di fiori; e la rugiada bella sparsa: son germogliate le rose e i cerfogli teneri e il meliloto fiorito. Aggirandosi spesso, e ricordando la bella Attis, ella opprime per il desiderio l'animo sottile. E andare li
. . . . . .
perch non concesso innalzare il lamento funebre nella casa delle ministre delle Muse questo a noi non converrebbe .
l fu riempito un cratere di ambrosia
Ermes prese un anfora e vers il vino agli dei ed essi tutti stringevano fra le mani grandi coppe e offrivano una libagione: auguravano allo sposo tutta la felicit .
non mi sembra di toccare il cielo ch anche tu fanciulla un tempo fosti e cantare amavi. E adesso ancora di queste cose parlaci, a noi i tuoi favori largamente dona. Perch a nozze andiamo, ed anche questo bene tu sai. Anzi al pi presto fanciulle invia, e nulla gli dei abbiano a ridire. La via del grande Olimpo all uomo difficile
eapita
nello specchio dei tuoi occhi respiro il tuo respiro. E vivo
aon so dove volgermi: la mia mente si divide in due ... hsignolo amabile voce
messaggero di primavera...
Vosa c
in fondo ai tuoi occhi dietro il cristallino oltre l apparenza? Dove il tempo d improvviso si ferma e la mia anima sulle tue labbra resta sospesa?
iieni.
Inseguimi tra i cunicoli della mia mente tastando al buio gli spigoli acuti delle mie paure. Trovami nellangolo pi .
Vorrendo
lungo le scale mi fermai e voltai la testa. Lui era l, avvolto da una sfera di nebbia, e intonava in
hn Icaro in volo
con ali di sogni. Un turbine daria sulla faccia .. nel cuore. Un tuffo nel cielo labbraccio col .
fono qui.
Nellanticamera del Paradiso vestita di solo desiderio. Chiudo gli occhi. Un passo verso di te. LInferno. Le .
Tssetata damore
sporgo le labbra verso il tuo calice. Le gocce dambrosia che lasci cadere scivolano tra le crepe .
\l mio cuore
ora una lastra di ghiaccio. L dove tu hai conficcato il tuo vessillo . miliardi di piccole crepe
da Cipro laraldo giunse Ideo veloce messagge e di tutto il resto dellAsia la gloria immortale: Ettore e i compagni conducono a Tebe sacra, da Plakia che scorre eterna, una fanciulla dagli occhi scintillanti, la delicata Andromaca, sulle loro navi, sopra il mare salato: portano bracciali doro in gran numero e vesti di porpora profumate, preziosi ornamenti variopinti, vasi innumerevoli dargento e davorio. Cos disse; si lev in piedi dun balzo il padre amato dEttore, la notizia corse agli amici attraversando la citt dai larghi spazi. Subito i discendenti di Ilio aggiogavano le mule ai carri dalle belle ruote, sopra vi saliva la moltitudine delle donne e delle fanciulle (dalle belle caviglie) a parte le figlie di Priamo (salivano sui carri) gli uomini legavano ai cocchi i cavalli e (tutti) i giovani (Ettore e Andromaca) simili agli dei sacro . .
si dirige verso Ilio la dolce voce del flauto si mescola e lo strepito dei crotali e insieme le fanciulle intonavano un canto solenne, alta si levava fino al cielo leco divina per le vie i crateri, le coppe e la mirra, la cassia e l incenso si mescolavano le donne pi anziane levavano un grido di gioia, con voce alta gli uomini tutti innalzavano un forte peana invocando Apollo saettante, dalla lira armoniosa, celebravano Ettore e Andromaca simili agli dei . . . . . .
Tnnego
nel torbido di immonde fantasie carezzando il contorno delle mie malinconie librata in un limbo tra subdole chimere ripiego le ali e mi lascio cadere. la mia et ... Hanno offerto al mio corpo ... Mille rughe ... E l' Eros non ha fretta, di volare in me ... e regalarmi ... il suo "dolore"... Per gentilezza cantami ... inni di dolce aroma di fiori d'amore ... ...................
\l tempo ... e
Vipri e Nereidi,
concedete che salvo il fratello qui ritorni e che quanto nel suo cuore egli desidera si realizzi, tutto si compia, e degli errori che ha commesso in passato sia liberato ed egli sia gioia agli amici dolore ai nemici, e pi nessuno per noi sia ragione di amarezza e voglia che sia reso alla sorella l onore che le dovuto, e dell angoscia cupa da cui un tempo era afflitto
per te, Cleis, io non ho una fascia variopinta, dove me la procurer? una fascia; ma per chi vive a Mitilene
la pelle ormai la vecchiaia (raggrinzisce) (e lansia) stringe (la mente) prendendo a noi canta dal petto di viole
chiama il bimbo
quello a s pare
dicono che un giorno Leda trov un uovo, color giacinto, ben nascosto
doni di dolore
Claudio Esposito.
Nato a Campobasso il 30 di ottobre 1979. Nel 1998 si diploma presso il Liceo Artistico Statale Giacomo Manz di Campobasso. Dopo gli studi scolastici, ha approfondito e conseguito qualifiche informatiche con le quali ha collaborato professionalmente con diverse aziende nel settore per poi, con la sua vena artistica, in una prestigiosa e affermata azienda della moda italiana. Da sempre appassionato di arte e di antica letteratura greca, ha trascritto i versi pi coincisi, ove la poetessa Saffo ha racchiuso tutto il suo verbo.
Ringraziamenti. Desidero ringraziare la Biblioteca provinciale Pasquale Albino di Campobasso, per la realizzazione dellopera.
Grazie.