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I. Il “film del pensiero”
Trattando dello stile filosofico di Hegel, Adorno giunge a dire che
con una comparazione anacronistica si potrebbe dire che le pubblicazioni di
Hegel sono piuttosto film del pensiero che testi. Come l’occhio non addestrato
non fisserà mai i dettagli di un film come quelli di un’immagine in quiete,
altrettanto accade con i suoi scritti. Ciò che c’è di proibitivo in essi è da cercarsi in
questo aspetto... (Adorno, 1971, p. 170)
L’osservazione riguarda soprattutto il carattere sempre aperto, dinamico e metamorfico
dell’esposizione hegeliana, che per Adorno andrebbe tenuto sempre presente quando
si contesta a Hegel la caratteristica “hybris della conclusività finale” (ivi, p. 168). Il
paragone però ha forse anche un’altro sotto-significato assai rilevante, che può essere
riferito non solo ad una costante ribellione “all’indurito in-sé della lingua”, ma anche al
fatto che lo svolgimento della dialettica deve per forza prendere le mosse non dal
sostanziale, ma dall’apparente, dal fenomenico, la sostanza consistendo appunto
nell’atto di oltrepassare questi “fenomeni”.
I. Il “film del pensiero”
Trattando dello stile filosofico di Hegel, Adorno giunge a dire che
con una comparazione anacronistica si potrebbe dire che le pubblicazioni di
Hegel sono piutto…