contravano al cimitero. Quando uno di loro partiva- - era il curiosa
eufemismo con cui sostituiva il verbo «morire- - «si davano convegno sulla tomba. Ed entrare in quel Cerchio magico era quasi impossibile». . Irving non perse tempo nel valersi del diritto di accesso: «Una volta che si e ottenuto il permesso di entrare, il passo successivo e conquistare la loro fiducia. Avevano tante eose da raccontare, molti di loro avevano un arehivio privato. Non e stato facile, ma ... meta delIa battaglia era vinta, perche io ero l'inglese che aveva scritto il libro sui bombardamenti di Dresda, che allora in Germania era un best seller». Se e indubbio che il successo dellibro su Dresda possa essere in parte attribuito al fatto che nella Germania postbellica esso rafforzava una posizione compiacente di equiparazione morale fra eccidi compiuti da entrambe Ie parti, per me fu una sorpresa scopri- re che, nel momento in cui aveva scritto il libro, Irving non incorag- giava tale punto di vista. In effetti, nell'ultima frase del testo Irving definisce il bombardamento di Dresda «un massacro effettuato per piegare un popolo il quale, corrotto dal nazismo, aveva commesso contro l'umanita i piu grandi crimini che la storia ricordis.U Ma quanto pili tempo passava con i componenti del Cerchio ma- e con lei, mi ci gico, tantomeno Irving sembrava tener presenti questi «piu grandi di casa sua. Ci crimini che la storia ricordi- e tanto piu appariva soggiogato dall'in- cesso al circolo, cantesimo. Irving racconta come abbia fatto di tutto per ottenere la rie del feldmare- fiducia del Cerchio magico,ma l'impressione e che si stesse giocan- esco, impiccato do una partita del tutto diversa: forse non si voleva sorprendere la buona fede di Irving, ma 10 scopo era farlo entrare in confidenza con i membri del gruppo, attirarlo all'intemo al punto che egli non fosse piu in grado di guardarlo dal di fuori. All'interno del cerchio incan- tato, il sortilegio di Hitler si spiegava in tutta la sua forza, e Irving ne era rimasto completamente conquistato. «I miei colloqui con questa gente si svolsero negli anni '67-69. Fe- ci a tutti lunghe interviste registrate su nastro. Parlando con loro chiedevo i minimi particolari di tutto. E fin quasi dal primo momen- to rimasi molto colpito da un fatto: mi trovavo ad aver a che fare con persone molto istruite. [Hitler] aveva attirato intomo a se un gruppo di persone con un livello di istruzione superiore. Le segretarie rap- presentavano la crema della professione. Gli aiutanti avevano fatto l'universita 0 la scuola ufficiali, e grazie alle proprie capacita aveva- no raggiunto i massimi gradi della gerarchia militare. Erano persone colte, dotate di grande intuito.. Mentre 10 ascoltavo, ricordo di essermi chiesto dove volesse arri- vare, con un simile elogio dei curricula dei componenti del Cerchio