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anno diciassettesimo 2009 uno

Il pensiero economico italiano


Rivista semestrale
ESTRATTO

Fabrizio Serra editore


Pisa Roma

Direttore Massimo M. Augello (Universit di Pisa) Comitato scientifico Marco Bianchini (Universit di Parma), Piero Bini (Universit di Roma iii), Valerio Castronovo (Universit di Torino), Duccio Cavalieri (Universit di Firenze), Francesco Di Battista (Universit di Bari), Riccardo Faucci (Universit di Pisa), Antonio M. Fusco (Universit di Napoli Federico II), Vitantonio Gioia (Universit di Macerata), Augusto Graziani (Universit di Roma i), Jean-Pierre Potier (Universit di Lione ii), Riccardo Realfonzo (Universit del Sannio), Eugenio Zagari (Universit di Napoli Federico II) Redazione Marco E. L. Guidi (Universit di Pisa redattore capo), Fabrizio Bientinesi (Universit di Pisa), Terenzio Maccabelli (Universit di Brescia), Luca Michelini (lum Jean Monnet, Bari) Sede della redazione Dipartimento di Scienze Economiche, Universit di Pisa, Via C. Ridolfi 10, i 56124 Pisa. Telefono: +39 050 2216206 Fax: +39 050 2216384 Corrispondenza e materiali vanno inviati a Massimo M. Augello, Dipartimento di Scienze Economiche, Universit di Pisa, Via C. Ridolfi 10, i 56124 Pisa. Telefono: +39 050 2216296 Fax: +39 050 2216384

Il pensiero economico italiano xvii/2009/1

LA NOZION E DI F ORMA Z I ONE E CO N O M I CO - S O CI A L E NEL MA RXI SMO DI EMIL I O S E R E N I * Tommaso Redolfi Riva
Dottore di ricerca in Storia delle dottrine economiche Universit di Firenze

l centro di questo saggio la nozione di formazione economico-sociale, cos come concepita nella elaborazione teorica di Emilio Sereni. In un primo momento analizzeremo il saggio del 1970 e rinverremo i contorni che definiscono la categoria e la sua distinzione da quella di modo di produzione. Ci soffermeremo inoltre sulla concettualizzazione del momento sovrastrutturale e di quello genetico e sulla polemica con il marxismo delle forme di Luporini. In seguito cercheremo di comprendere la funzione che la nozione di formazione economico-sociale svolge nellopera politica e storiografica di Sereni. Infine si mostrer come la nozione di formazione economico-sociale, cos come stata elaborata da Sereni, possa essere ricondotta nellalveo del progetto teorico-politico dello storicismo marxista italiano. 1. Formazione economico-sociale e modo di produzione

Nel 1970 Sereni pubblica un saggio sui Quaderni della rivista Critica Marxista, dal titolo Da Marx a Lenin: la categoria di formazione economico-sociale.1 Fin dallinizio gli intenti teorici dellautore sono espliciti: Sereni riconosce che alla passionalit del dibattito relativo allesistenza di una nuova formazione economico-sociale, quella socialista, non si accompagnato un approfondimento teorico della nozione di formazione economico-sociale che non si esaurisca nella astratta staticit di modelli meccanici, ma si cali invece nella concreta e dinamica realt del processo storico.2 Per quanto la storiografia del secondo dopoguerra storiografia marxista abbia raggiunto risultati positivi nello studio di determinati periodi storici compresi nellambito di
* La presente ricerca stata possibile grazie ai fondi messi a disposizione dallunit locale bergamasca del prin Gli esiti della filosofia classica tedesca: sviluppo della gi iniziata edizione critica di testi e approntamento di ulteriori studi sullargomento, coordinatore scientifico nazionale, Mario Cingoli. Un ringraziamento particolare va al prof. Riccardo Bellofiore, per laiuto costante che mi ha offerto. 1 In seguito alla pubblicazione di questo articolo si svilupp un interessante dibattito sia in Italia che in Francia. In Francia il Centre dtudes et de recherches marxistes organizz una discussione sui concetti di modo di produzione e di formazione economico-sociale prendendo spunto proprio dallarticolo di Sereni. Cfr. G. Dhouquois, J. Textier, P. Herzog, R. Gallisot, G. Labica, C. Glucksmann, Modo di produzione e formazione economico sociale, Critica marxista, 4, 1971, pp. 84-138. In Italia il dibattito si svilupp sulle pagine di Critica marxista, cfr. V. Gerratana, Formazione sociale e societ di transizione, Critica marxista, 1, 1972, pp. 40-80; C. Luporini, Marx secondo Marx, Critica marxista, 2-3, 1972, pp. 48-118, poi in Idem, Dialettica e materialismo, Roma, Editori Riuniti, 1974; G. Prestipino, Concetto logico e concetto storico di formazione economico-sociale, Critica marxista, 4, 1972, pp. 54-83; G. La Grassa, Modo di produzione, rapporti di produzione e formazione economico-sociale, Critica marxista, 4, 1972, pp. 84-108. Per una precisa e puntuale ricostruzione del dibattito cfr. N. Simoni, Tra Marx e Lenin. La discussione sul concetto di formazione economico-sociale, Napoli, La Citt del Sole, 2006. 2 E. Sereni, Da Marx a Lenin. La categoria di formazione economico-sociale, in Lenin teorico e dirigente rivoluzionario, 1970 (Quaderni di Critica marxista, n. 4), p. 30.

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una data formazione economico-sociale, laddove si tratta della fase di transizione, del passaggio da una formazione a unaltra, i risultati si mostrano a Sereni deludenti. La questione quella relativa alla mancata elaborazione, allinterno del marxismo teorico, di un concetto di formazione economico-sociale che sia in grado di rivolgersi alle fasi di transizione, che permetta cio di comprendere non soltanto i momenti nei quali lo sviluppo economico e sociale compiuto, bens le fasi nelle quali quello in fieri. Una tale elaborazione teorica si mostra a Sereni lo strumento necessario affinch possa svilupparsi una storiografia in grado di volgere il proprio sguardo direttamente ai processi di transizione. Limplicito teorico al quale Sereni sembra rimandare quello del rapporto tra teoria e storia, tra modello sincronico di analisi e divenire storico. Il problema infatti esplicitamente ricondotto a quello delladozione di concetti statici per lo studio di realt che di per s sono dinamiche. Per Sereni, se la nozione di formazione economico-sociale intesa in modo statico si fa cattivo servizio a Marx che invece laveva concepita in termini dinamici, cos come del resto Lenin nel suo approfondimento teorico della nozione. La prima operazione di Sereni quella di evincere dai testi di Marx la dinamicit della nozione di formazione economico-sociale. Attraverso unanalisi linguistica, Sereni riconosce una progressiva sostituzione, da parte di Marx, del termine formazione (Formation) al termine forma (Form), cio la sostituzione di un nome di moto ad un nome di stato. Per Sereni la nozione di formazione economico-sociale quindi una nozione dinamica, una nozione che deve essere differenziata da quella di modo di produzione, perch appunto pi concreta e capace di mostrare il divenire storico, lontana dalla astratta staticit dei modelli.1 una nozione che mantiene in s tutta la ricchezza del processo di formazione, quindi del processo di genesi e di transizione; non solo: la ricchezza di una tale nozione anche quella capacit di raccogliere in s non solo gli aspetti strutturali, ma anche quelli sovrastrutturali, giuridici, politici e pi in generale ideologici. Tale dinamicit, che Sereni riconosce nella elaborazione marxiana di tale categoria, la ritroviamo nellutilizzo che sia Labriola, sia Lenin e Gramsci ne fanno, e che un certo marxismo antistoricista e antiumanista, quello di Althusser e della sua scuola, vuole negare. Sereni entra nel vivo del dibattito teorico. Viene intrapresa una sorta di Wirkungsgeschichte della nozione di formazione economicosociale. Tutto il marxismo secondointernazionalista con le rilevanti eccezioni di Labriola e di Mehring ha sistematicamente evitato la nozione di formazione economico-sociale, facendo di essa un sinonimo di modo di produzione o di struttura economica, eludendo cio lunit [] delle diverse sfere economica, sociale politica, culturale della vita di una

1 Questa definizione di struttura economico-sociale viene profondamente criticata da Luporini, sia per quanto riguarda la distinzione lessicale tra form e formation, i quali per s presi, sono tali per cui nulla pu decidere del loro valore statico o dinamico, se non il contesto in cui essi vengono adoperati, C. Luporini, Marx secondo Marx, in Dialetica e materialismo, cit., p. 214, sia per quanto riguarda il significato complessivo che Sereni conferisce a tale nozione. Per Luporini, il significato del concetto di formazione economico-sociale da Sereni concepito secondo unottica precostituita che trova la propria origine nel saggio leniniano Che cosa sono gli amici del popolo. Una tale nozione di formazione economico-sociale, non la si trova nellopera marxiana. Luporini rileva, in prima battuta, che nella Prefazione del 1859 a Per la critica delleconomia politica lespressione formazione economica della societ utilizzata al singolare e contrapposta alle formazioni sociali. Afferma infatti Luporini che a un modo di produzione corrisponde una formazione sociale come ulteriore concretizzazione del concetto di modo di produzione, e non la formazione economica della societ che una categoria che individua in Marx il momento della continuit dello sviluppo delle forze produttive nella discontinuit dei modi di produzione: questo luogo ci che Marx chiama formazione economica della societ. Esso appare [] come unicum continuum [] che attraversa la discontinuit delle epoche, dei modi di produzione e delle formazioni sociali (ivi, p. 219).

La nozione di formazione economico-sociale nel marxismo di Emilio Sereni

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societ1 espresse da tale categoria. Il concetto di formazione economico-sociale rimanda quindi al problema struttura-sovrastruttura, allunit di questi due momenti, e non solo alla determinante economica. Qui Sereni critica leconomicismo e il meccanicismo della Seconda Internazionale dallo stesso punto di vista dal quale Gramsci critica il Saggio popolare di Plechanov, al cui meccanicismo appunto oppone la concretezza storica e una lettura non deterministica del rapporto struttura-sovrastruttura. La nozione di formazione economico-sociale deve quindi essere tenuta distinta da quella di modo di produzione e da quella di base economica, poich essa si colloca sul piano della storia, appunto: che quello della totalit e dellunit di tutte le sfere (strutturali, sovrastrutturali od altre) della vita sociale, nella continuit e, al tempo stesso, nella discontinuit del suo sviluppo storico.2 Lenin, nel saggio Che cosa sono gli amici del popolo (1894) afferma che Marx riesce a superare il soggettivismo in sociologia separando i rapporti di produzione come struttura della societ, poich ad essi possibile applicare il criterio della reiterabilit. I rapporti di produzione sono reiterabili perch non passano attraverso la coscienza degli uomini. Sereni rileva che Lenin sottolinea e rende esplicita una caratteristica fondamentale dei rapporti di produzione quella dello loro reiterabilit e regolarit, rispetto ad altri rapporti, quali sono quelli del tipo ideologico.3 Ma Sereni mette subito dopo in chiaro, con il prosieguo della citazione di Lenin, che quello caratterizzato dai rapporti di produzione e dalla loro costruzione in sistema scientifico solo lo scheletro, e che Marx a questo scheletro aggiunge carne e sangue attraverso un esame delle sovrastrutture corrispondenti a questi rapporti di produzione: la sottolineatura della parte privilegiata, che nella caratterizzazione di una formazione economico-sociale spetta ai rapporti di produzione, immediatamente associata, in Lenin, a quella del piano storico, sul quale la nozione di formazione economico-sociale stessa si colloca: quello della totalit e dellunit, cio, di tutte le sfere strutturali, sovrastrutturali od altre.4 Sereni procede nella propria argomentazione rivolgendosi alla Recensione di Engels a Per la critica delleconomia politica, e concentra la propria attenzione sulla considerazione engelsiana relativa ai metodi logico e storico attraverso i quali Marx espone la propria teoria. Secondo Engels lesposizione del materiale contenuto nel Capitale poteva darsi sia storicamente che logicamente. Marx sceglie il modo logico, che non altro che il modo storico unicamente spogliato della forma storica e degli elementi occasionali perturbatori5 soltanto per motivi occasionali e non per profonde ragioni metodologiche: unesposizione storica avrebbe continuamente interrotto il corso delle idee e inoltre sarebbero stati necessari lavori preparatori relativi alla storia della societ borghese, non essendo possibile scrivere, senza questultima, una storia delleconomia. Inoltre, essendo il corso dellesposizione logica nientaltro che il riflesso, in forma astratta e teoricamente conseguente, del corso della storia,6 sulla scorta di Engels si pu affermare, come fa Sereni, che la trattazione scientifica di una qualsiasi realt storica non potr mai essere esclusivamente logica (sistematica, strutturale), ma dovr pur sempre comportare un elemento genetico, storico, appunto: non fossaltro perch nella disamina di quella struttura, di quel sistema di rapporti necessari che la trattazione logica comporta, dovranno pur essere presi in considerazione quei rapporti, che della data struttura ne condizionano la genesi, lo svi1 E. Sereni, Da Marx a Lenin, cit., p. 49. 2 Ivi, p. 51. 3 Ivi, p. 53. 4 Ivi, p. 54. 5 F. Engels, Recensione a Per la critica delleconomia politica, in K. Marx, Per la critica delleconomia politica, Roma, Editori Riuniti, 1979, p. 208. 6 Ibidem.

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luppo il disfacimento.1 Tra il metodo logico e il metodo storico non esiste, per Sereni, una alternativa schematica, esiste piuttosto una preminenza di un momento sullaltro. Sereni parla infatti di leggi strutturali-genetiche (momento logico) e leggi geneticostrutturali (momento storico) che vanno a comporre la nozione di formazione economico-sociale. Per sottolineare ancora il fatto che la nozione di formazione economico-sociale rimanda allunit e alla totalit del processo storico, Sereni afferma che alle scienze sociali che studiano aspetti e livelli particolari sar necessario un metodo logico o strutturale-genetico, mentre quando si avr a che fare con la societ nel suo complesso, quando oggetto della analisi la formazione economico-sociale, sar necessaria la presenza congiunta del metodo strutturale-genetico, che ci esibir il momento economico, e del metodo storico o genetico-strutturale che si impone per cogliere il momento pi propriamente storico delle formazioni stesse. Il risultato di questa composizione sar quello di una pi astratta e sistematica generalit per il primo e una generalit empiricamente, storicamente pi concreta per il secondo. Sembra quindi che il concetto di formazione economico-sociale, che Sereni viene elaborando, sia costituito da una dimensione logico-sistematica, che pu essere ricondotta al modo di produzione, e da una dimensione storica e genetica, che deve prendere in considerazione la genesi, il costituirsi, il processo di transizione, e le sfere sovrastrutturali. Il concetto di modo di produzione quindi per Sereni un concetto pi astratto che pu essere studiato ed elaborato attraverso il modo logico; di esso si occupa la scienza delleconomia, una scienza cio che studia un aspetto ed un livello particolare, seppur decisivo, della formazione economico-sociale borghese.2 Il concetto di formazione economico-sociale invece un concetto pi concreto che al modo di produzione affianca lanalisi storico-concreta della genesi e della sfere sovrastrutturali, e che quindi al modo logico deve affiancare il modo storico, che, per Sereni, il solo in grado di tenere conto di questi fenomeni pi concreti. Sono quindi due gli elementi che distinguono la formazione economico-sociale dal modo di produzione: lattenzione al momento sovrastrutturale e la centralit che assume il momento genetico che caratterizza il processo di transizione. Approfondiamo adesso questi elementi peculiari della nozione di formazione economico-sociale elaborata da Sereni.

1 E. Sereni, Da Marx a Lenin, cit., p. 69. La recensione engelsiana a Per la critica delleconomia politica il luogo privilegiato nel quale vedere in atto lopera di storicizzazione che Engels stesso ha compiuto della dialettica marxiana. In opposizione a una tale interpretazione, del tutto condivisa da Sereni, verso la fine degli anni sessanta comincia a svilupparsi una lettura logicista dellopera di Marx. Per il dibattito nella Germania Occidentale si vedano H. G. Backhaus, Dialektik der Wertform, Freiburg, a ira, 1997; H. Reichelt, Sulla struttura logica del concetto di capitale, Bari, De Donato, 1973. In Italia, attraverso un produttivo dialogo critico con Luis Althusser e la sua scuola, Luporini sviluppa, a partire dal 1966, una lettura incentrata sulla comprensione logico-sistematica della critica delleconomia politica. Cfr. C. Luporini, Realt e storicit: economia e dialettica nel marxismo e Marx secondo Marx, in Dialettica e materialismo, cit. Per una specifica messa a tema della lettura engelsiana cfr. L. Calabi, In margine al problema della trasformazione. Il metodo logico-storico in Smith e Marx, Critica marxista, 4, 1972, pp. 109-179. Un importante contributo alla critica dellapproccio storicista, mutuato sulla interpretazione engelsiana del metodo marxiano, proviene dal mondo anglosassone attraverso lopera di Chris Arthur. Cfr. C. Arthur, Engels as Interpreter of Marxs Economics, in Idem (ed.), Engels Today, Basingstoke, Macmillan, 1996; Idem, Against the Logical-Historical Method: Dialectical Derivation versus Linear Logic, in F. Moseley, M. Campbell (eds.), New Investigations of Marxs Method, Atlantic Highlands, Humanities Press, 1997; C. Arthur, Marx, Orthodoxy, Labour Value, Beitrge zur Marx-Engels-Forschung, N. F., 1999, pp. 5-11; C. Arthur, Value Labour Negativity, Capital & Class, 73, Spring 2001, pp. 15-40. 2 E. Sereni, Da Marx a Lenin, cit., p. 68.

La nozione di formazione economico-sociale nel marxismo di Emilio Sereni 2. La formazione economico-sociale e il momento sovrastrutturale

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Abbiamo visto che, mentre il modo di produzione, per Sereni, pu essere studiato attraverso una modalit logica, sistematica, strutturale, la formazione economico-sociale, che al momento per cos dire economico, affianca il momento sovrastrutturale, sembra dover per forza di cose rimandare al modo storico della esposizione. Sembra che finch si ha a che fare con quei rapporti che Lenin definisce reiterabili, quelli cio che non passano attraverso la coscienza degli agenti, sia possibile la costruzione di un modello logico, mentre nel momento in cui quei rapporti si riflettono nella coscienza degli individui attraverso le sovrastrutture politiche, giuridiche e ideologiche, sia necessario ricorrere al modo storico, allesposizione pi vicina alla ricchezza del momento empirico. Sebbene Sereni affermi che Lenin, ed egli stesso, non escludono la possibilit della reiterabilit e quindi di una possibile previsione scientifica di rapporti non materiali,1 non sembra che questa precisazione lo conduca a prendere in considerazione la possibilit di una modellistica che si faccia carico di questo momento non materiale; infatti, nellanalisi di Sereni sembra che il momento storico, nella costruzione di una formazione economico-sociale specifica, non sia altro che la constatazione empirica della corrispondenza del momento sovrastrutturale al modo di produzione. Sereni esprime una esigenza fondamentale quando afferma la necessit di una nozione di formazione economico-sociale che sia in grado di affiancare a unanalisi strutturale una corrispondente analisi del momento sovrastrutturale. Tuttavia, nel momento in cui rimanda al momento storico, attraverso il quale si acquisiscono i fenomeni sovrastrutturali, Sereni evita di mettere al centro della propria analisi la possibilit o meno di una costruzione modellistica, di una costruzione cio che permetta di comprendere la modalit attraverso la quale lo storico e il logico sono tra loro in rapporto. Sereni non sembra fornire una risposta allaltezza delle questioni che egli stesso ha posto. Rimane del tutto priva di analisi la questione di come il modello strutturale debba riferirsi allo storico, di come sia possibile unindagine storica del momento sovrastrutturale che preceda una sviluppata e modellizzata teoria della ideologia, di come sia possibile far storia prima che sia concettualmente esposto loggetto, prima cio che si siano concettualmente determinati i principi di distinzione attraverso i quali, solo, possibile una apprensione non caotica della realt.2 3. La formazione economico-sociale e il processo di transizione Per comprendere appieno come Sereni concepisca la relazione tra la nozione di formazione economico-sociale e il momento del suo costituirsi nel tempo necessario concentrarsi
1 Ivi, p. 66, nota 74. 2 Possiamo affermare che allinterno della produzione teorica marxiana, una sistematica delle sfere sovrastrutturali sia soltanto accennata e presupposta, quale canone del materialismo storico. Non presente una completa ed effettiva teoria dellideologia in una forma espositiva definitiva (Dastellungsweise). Possiamo trovare in tutta la produzione matura molti passi che indirizzano verso una tale teoria, ma sono soltanto accenni, appunto non sistematicamente svolti. Inoltre, le affermazioni contenute nella Prefazione del 1859 a Per la Critica delleconomia politica, croce e delizia di seguaci ed avversari dellopera di Marx, una volta studiate al di l dei semplici slogan teorici, mostrano la loro natura metaforica, e quindi problematica in quanto come afferma Simoni richiama[no] alla necessit della [loro] traduzione in termini di concetto; e soltanto la riuscita di tale traduzione giustificher in ultima analisi il [loro] impiego (N. Simoni, Tra Marx e Lenin, cit., p. 119, nota 43). Un serio tentativo di sviluppo di una teoria dellideologia lo si deve ai fondamentali lavori di Alessandro Mazzone, cfr. A. Mazzone, Il feticismo del capitale: una struttura storico-formale, in Problemi teorici del marxismo, Roma, Editori Riuniti, 1976; Idem, Questioni di teoria dellideologia, Messina, Editrice La Libra, 1981.

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sulla critica che egli rivolge al saggio di Cesare Luporini Realt e storicit: economia e dialettica nel marxismo. Questo saggio rappresenta, nella biografia intellettuale di Luporini, il momento in cui si concretizza in modo esplicito il passaggio dallo storicismo critico, che aveva caratterizzato il suo marxismo degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta, a quel marxismo delle forme che egli viene elaborando in un dialogo produttivo con Althusser e la sua scuola. Luporini inizialmente elogiato da Sereni in quanto ha tra i primi proposto la necessit di un modello teorico di formazione economico-sociale, ed ha recato un importante contributo alla sua elaborazione.1 Sereni riconosce inoltre limportanza di quella che per Luporini la legge generale delle formazioni economico-sociali, espressa da Marx nella Introduzione del 1857. Essa afferma che in tutte le forme di societ esiste una produzione determinata che assegna rango e influenza a tutte le altre, e Sereni stesso conclude che proprio per questo motivo il modello deve per forza essere strutturale, un modello che comprenda tutte le categorie a partire da quella che si dimostra dominante e capace di determinare tutte le altre. Il concetto di rendita quindi non potr, come Marx stesso esemplifica nella sua Introduzione del 1857, essere studiato se non in relazione alla legge del valore e del plusvalore, e lo stesso concetto di lavoro non sar compreso appieno se non si comprende la forma che esso assume in un modo di organizzazione della produzione sociale indirizzato alla produzione di plusvalore. Ci che invece Sereni rimprovera a Luporini la disattenzione al momento genetico. Per Luporini lindagine concreta, che in grado di comprendere la categoria dominante e quindi la caratterizzazione specifica della formazione economico-sociale, assumer la formazione sociale a un certo grado del suo costituirsi, quando essa avr raggiunto la sua classicit, il momento nel quale essa mostrer le specifiche relazioni strutturali e logiche che la caratterizzano quale sistema specifico della produzione e riproduzione delluomo nella natura. Questo significa, per Luporini, che ogni categoria del modello sempre compresa nella funzione a essa assegnata dalla forma di produzione dominante. La teoria del capitale di Marx non prende in considerazione la merce come eccedenza, cos come essa appare ai margini dei modi di produzione che precedono quello capitalistico, bens come forma specifica che il prodotto assume nel modo di produzione capitalistico. Inoltre, ci che permette la comprensione e lo sviluppo della nozione di formazione economico-sociale proprio quella opposizione tra leggi generali della produzione, valide cio per ogni epoca, e quelle leggi speciali, che invece caratterizzano quella specifica forma. Per Luporini tale opposizione, che nellesposizione della teoria del modo di produzione capitalistico Marx sostanzia nellopposizione tra valore duso e valore nella merce, ci da cui possibile far discendere tutto il sistema delleconomia borghese. chiaro, come dir nel saggio Marx secondo Marx rispondendo alle critiche di Sereni, che nella storia c tutto, ma questa affermazione non spiega niente e lascia lanalisi a un livello di genericit. Per Luporini esiste una storicit generica che sta a monte del modello, tuttavia una volta che il materiale strutturato e, in seguito, concettualmente esposto, si ha a che fare con una storicit specifica, una storicit che permette di individuare modalit specifiche di sviluppo, tendenze, che senza il modello non si in grado di concepire. Afferma infatti Luporini che il corso storico senza dubbio empirico [], ma si produce sempre in determinate forme. Ora, a prescindere dagli aspetti generali costanti di esse (quelli relativi al modo di produzione in generale, cio al modo dessere umano-sociale), tali forme in quanto via via specifiche di determinati modi di produzione non esistono asistematicamente, cio come non
1 E. Sereni, Da Marx a Lenin, cit., p. 67.

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collegate fra loro, come semplicemente sorrette dallempirico corso storico che le produce, quasi in una specie di rapsodia.1 La storia che si ha prima del modello quindi una rapsodia, in cui il molteplice spazio-temporale appreso al di fuori delle sue forme proprie, quelle che mostrano la propria funzione in un sistema strutturato, e che possono essere restituite soltanto attraverso una esposizione logica, cio sistematica e strutturale. Il momento della genesi della formazione economico-sociale potr essere concepito nella sua specifica storicit, soltanto dopo che il modello si costituito, la sua temporalit non sar pi esteriore al suo divenire, ma sar la forma propria che il corso storico costituisce nel suo procedere, nel suo progressivo divenire ci che il modello ha concepito quale divenuto. I momenti della transizione e della genesi, che per Sereni sono determinanti per la nozione stessa di formazione economico-sociale, per Luporini possono essere concepiti soltanto quando il modello gi dato. Questa differenza di impostazione diviene chiara nel momento in cui Sereni afferma che lopposizione fra leggi generali e leggi speciali di ogni particolare formazione economico-sociale pu invero essere spiegata, ma non pu in alcun modo spiegare quel dinamismo che Luporini stesso riconosce come caratteristico per la concezione marxiana di formazione economico-sociale.2 Mentre per Luporini, solo il modello che si costituisce nel procedere della opposizione tra leggi generali e leggi speciali (nel procedere cio della opposizione tra valore duso e valore dalla categoria iniziale dellesposizione) che pu rendere atto della dinamicit della formazione economico-sociale, del suo momento genetico di costituzione, per Sereni la dinamicit si d ex ante il modello, ed proprio essa che va a costituire lopposizione tra leggi generali e leggi speciali della produzione. Sereni sottolinea esplicitamente che necessario studiare, ed assumere in esso [modello teorico] non solo il funzionamento o lesistenza della data formazione (che rappresentano qui il suo momento strutturale), bens anche la sua nascita sviluppo e morte, ed il suo trapasso da una forma allaltra, cio il suo momento genetico, storico, appunto.3 Mentre lattenzione di Luporini rivolta al costituirsi delle forme nel modello teorico e alla capacit di esse di concepire il movimento storico specifico della data formazione economico-sociale, Sereni afferma che il momento strutturale deve per cos dire essere subordinato a quello genetico e compreso attraverso di esso. Nella critica a Luporini, Sereni mette a fuoco una esigenza fondamentale, quella di pervenire a una nozione di formazione economico-sociale che dia atto delle dinamiche concrete della propria genesi, che sia in grado di mostrare il momento della transizione, e rispondere quindi alla esigenza espressa allinizio del proprio articolo, quella di dare vita a una storiografia specificamente marxista che, oltre alla capacit di studiare determinati periodi storici pi indiscutibilmente compresi nellambito di una data formazione economico-sociale, sia in grado di confrontarsi con le fasi di transizione, del passaggio da una formazione economico-sociale allaltra, delle grandi crisi rivoluzionarie che segnano tale passaggio.4
1 C. Luporini, Marx secondo Marx, in Idem, Dialettica e materialismo, cit., p. 226. 2 E. Sereni, Da Marx a Lenin, cit., p. 72. 3 Ivi, p. 74. 4 Ivi, p. 31. Sembra strano che Sereni, nel suo continuo richiamo alla concretezza, non rimandi mai a quei passi marxiani della Introduzione del 1857 a Per la critica delleconomia politica in cui la nozione di concreto specificamente messa a tema. Il concreto al quale sembra rivolgersi Sereni, quello che, in quanto privo di un modello che gli dia rango e influenza esibisce una rappresentazione caotica dellinsieme, e non quel concreto al quale si risale dopo aver compiuto quella fondamentale opera di astrazione, e che permette di giungere al concreto quale sintesi di molte determinazioni, quindi unit del molteplice. Per questo nel pensiero esso si presenta come processo di sintesi, come risultato e non come punto di partenza, sebbene esso sia il punto di partenza effettivo e perci anche il punto di partenza dellintuizione e della rappresentazione (K. Marx, Lineamenti fondamentali della critica delleconomia politica, Firenze, La Nuova Italia, 1997, vol. 1, p. 27). Come afferma defini-

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Ancora una volta ci preme sottolineare che, a questa esigenza fondamentale, non fa seguito una esposizione chiara della modalit attraverso la quale tale esigenza debba essere soddisfatta. Sereni rimanda semplicemente alla storia e alla necessit di tenere conto nel modello di una componente genetica e di transizione, ma come questa componente si rapporti al modello, un elemento che sembra interessare Sereni soltanto marginalmente. Perch allesigenza di introdurre la componente storica non faccia seguito una riflessione puntuale su come questa si rapporti al modello, sia per quanto riguarda lelemento sovrastrutturale, sia per ci che concerne il momento della genesi, non pu essere a nostro avviso ricondotto a un semplice problema di esegesi dei testi marxiani, ma deve invece essere spiegato attraverso lanalisi di come Sereni giunga al concetto di formazione economico-sociale, e quale funzione tale nozione svolga nella sua vicenda intellettuale. 4. La formazione economico sociale e la strategia rivoluzionaria Nel 1966, nel ventennale della Repubblica, Sereni pubblica un saggio su Critica marxista, dal titolo significativo di Analisi strutturale e metodologia storica. Il saggio inizia con la citazione di un passo da un intervento di Giorgio Amendola, nel quale si richiama a un giudizio storico e politico sul primo ventennio repubblicano. Sereni mette fin dallinizio in campo dei criteri metodologici intesi quali condizioni di possibilit di un giudizio storico e politico. Se il criterio del processo rivoluzionario italiano, cos come era stato concepito fin dal vii Congresso dellInternazionale Comunista (1935), quello di una rivoluzione democratica e nello stesso tempo socialista, necessario elaborare un modello di interpretazione della realt in atto che sia in grado di dar ragione della dinamica del processo sociale italiano, onde comprendere lo stato di salute e la reale portata politica, nonch i risultati, di quella rivoluzione democratica e socialista. Perch sia possibile rispondere alla domanda di Amendola, perch cio sia possibile dare un giudizio storico e politico sul primo ventennio repubblicano, necessario, per Sereni, rivolgerci alla categoria di formazione economico-sociale. Sereni comincia a caratterizzare la nozione di formazione economico-sociale attraverso la necessit di un approfondimento del momento strutturale, lanalisi del quale, solo, permette di comprendere la necessit di quei rapporti sovrastrutturali ad essa base corrispondenti. Tuttavia questa analisi strutturale non comporta semplicemente un determinato procedimento di astrazione scientifica in grado di distinguere nella intricata rete dei fatti quelli essenziali, n soltanto lintegrazione di tale procedimento con lanalisi della opposizione tra leggi generali, appartenenti a ogni formazione economico-sociale, e leggi speciali, appartenenti solo alla formazione economicosociale che si sta analizzando. A questo processo di astrazione deve, in ogni modo, essere affiancata una analisi genetica in grado di mostrare la formazione economico-sociale non soltanto nella sua classicit, nella sua maturit di sviluppo, ma anche in quel processo genetico attraverso il quale essa cos: quel che ai fini della nostra ricerca [] ci importava particolarmente di sottolineare [] era proprio [] questo criterio della storicit del
tivamente Alfred Schmidt, la genesi del modo di produzione capitalistico viene descritta da Marx solo nel famoso capitolo xxiv del Capitale (che va sotto il titolo di accumulazione originaria) come processo storico di separazione del produttore dai mezzi di produzione, che da una parte trasforma in capitale i mezzi sociali di sussistenza e di produzione, dallaltra trasforma i produttori diretti in operai salariati. Senza prima aver compreso teoreticamente lessenza del capitale, non sarebbe riuscito a Marx di sviluppare sul piano del contenuto i presupposti storici della sua nascita; egli non avrebbe neppure saputo dove e come essi fossero da cercare []. Solo a partire dal sistema riccamente articolato diviene accessibile la storia che lo condiziona, non viceversa (A. Schmidt, Storia e struttura. Problemi di una teoria marxista della storia, Bari, De Donato, 1972, pp. 48-49, 75).

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reale.1 Proprio soltanto questa attenzione allo sviluppo storico concreto della formazione economico-sociale, in questo caso della particolare formazione economico-sociale che caratterizza la situazione italiana, che per Sereni deve essere fatto risalire al processo di unificazione nazionale, in grado di fornirci uno strumento teorico capace di rendere conto della situazione italiana, della sua dinamica strutturale e dei suoi possibili sviluppi. Significativa appare poi una citazione da un articolo di Togliatti del 1928 in cui si afferma che impossibile fare della politica seria o anche semplicemente della politica [] considerando solo i risultati finali, senza tener conto del corso degli avvenimenti e delle diverse fasi attraversate.2 Una certa interpretazione della nozione di formazione economico-sociale avanzata, come abbiamo visto, allinterno del marxismo italiano da Cesare Luporini, si mostrava agli occhi di Sereni incapace di comprendere la dinamica concreta di una realt storica, quindi incapace di essere euristica nei confronti di una qualsiasi realt sociale. Affermava infatti Sereni subito dopo che non possiamo limitarci ad una analisi, per quanto attenta ed approfondita, della realt italiana attuale; ma dobbiamo bens, obbligatoriamente, allargare la nostra indagine a certi momenti nodali ed a certe precedenti tappe della nostra storia contemporanea [] senza di che ci verrebbe a mancare, proprio, quella nozione del corso degli avvenimenti e delle diverse fasi attraversate, della quale giustamente Togliatti ci parlava come di un presupposto necessario del fare della politica seria.3 A questo punto necessario approfondire ulteriormente quel rimando a Togliatti e allidea della necessit di considerare il momento genetico specifico di una realt storica per fondare una politica seria. Sereni ci parla del vii Congresso dellInternazionale Comunista come momento in cui il pci comincia ad assimilare creativamente la preziosa indicazione di Lenin, relativa alla obbligatoria ricerca, in ogni determinata situazione, delle forme di avvicinamento al potere della classe operaia: cominciando cos a svincolarsi dalle pastoie di certi schemi, che avevano rischiato di ridurre ad un rigido modello meccanico la viva esperienza e la decisiva lezione storica della Rivoluzione dottobre.4 Sereni si richiama alla analisi di Lenin della rivoluzione russa e alla critica compiuta dallo stesso ad ogni forma di schematismo dottrinario. Questa critica pu essere ricondotta ai fondamenti teorici espressi da Lenin stesso negli anni novanta dellOttocento relativi alla nozione di formazione economico-sociale e alla necessit di elaborazione di una tale categoria onde sviluppare un programma politico conforme alla realt storica. Lassimilazione della lezione leniniana lassimilazione della necessit di fondare il progetto rivoluzionario sulla dinamica storica concreta e non su di uno schema precostituito, e quindi prescrittivo, di azione. Tale lezione sembrava non recepita da certi settori del pci, che, anche in seguito al vii Congresso, rimanevano, per Sereni, imbrigliati in una concezione istantanea del processo rivoluzionario che finiva col risultar puntualizzato (e con ci stesso negato, in quanto processo) nellora x dellinsurrezione o, comunque, della conquista del potere da parte della classe operaia.5 La caratterizzazione del processo rivoluzionario italiano, basata su di una analisi specifica della realt storica italiana e della sua dinamica, fondata cio sulla elaborazione di una formazione economico-sociale specifica, risulta agli occhi di Sereni ancora valida di contro a quelle forme di politica che sembrano voler rispettivamente isolare uno dei due aggettivi democratico e socialista caratterizzanti il processo rivoluzionario italiano. La categoria di formazione economico-sociale ha quindi una funzione duplice: quella che permette lelaborazione di un giudizio storico e politico relativo alla situazione italiana
1 E. Sereni, Analisi strutturale e metodologia storica, Critica marxista, 5-6, 1966, p. 17. 2 Ibidem. 3 Ivi, p. 18. 4 Ivi, p. 4. 5 Ibidem.

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e alla sua progressivit nella direzione della rivoluzione democratica e socialista, e nello stesso tempo quella nozione, costituita attraverso lassimilazione della lezione leniniana, che ha permesso lelaborazione di quella specifica via italiana al socialismo. categoria, quella di formazione economico-sociale, con una duplice capacit euristica: rivolta indietro, onde sviluppare un giudizio politico sul processo storico italiano; rivolta in avanti, onde determinare teoricamente un processo politico da calare in una situazione concreta. 5. La nozione di formazione economico-sociale e la sua funzione storiografica Lattenzione di Sereni nei confronti di questa categoria risale senzaltro agli anni trenta, anni nei quali vengono redatti i saggi che nel 1947 leditore Einaudi pubblica con il titolo Il capitalismo nelle campagne (1860-1900). Limportanza dello studio delle campagne italiane e dei loro problemi economico-sociali ha, per Sereni, una centralit che non riconducibile agli anni di cui il volume tratta, bens ha una sua portata fondamentale anche rispetto agli anni successivi, quelli dellemigrazione di massa del primo Novecento, della Prima Guerra Mondiale e del fascismo, della Liberazione e della restaurazione capitalistica del secondo dopoguerra, fino al miracolo economico e allItalia degli anni sessanta. I problemi delle condizioni economiche e sociali delle campagne italiane nel quarantennio postunitario continuano, per Sereni, a essere determinanti per gli sviluppi successivi delleconomia italiana. In questo modo tali questioni dimostrano la loro centralit e la necessit di essere assunte quali oggetti di ricerca storiografica in modo da far luce sul nostro presente nellottica di una azione politica consapevole. ancora il criterio togliattiano della necessit di conoscenza e di analisi del processo di genesi per la costruzione di una politica seria. Nella prefazione alla ristampa del volume nel 1968, citando la famosa affermazione di Gramsci secondo la quale il processo di sviluppo storico una unit nel tempo, per cui il presente contiene tutto il passato, e del passato si realizza nel presente ci che essenziale,1 Sereni mette in chiaro la centralit dei fenomeni economico-sociali che hanno caratterizzato il quarantennio postunitario, e di essi fa risaltare il carattere di precedente sostanziale, attraverso lanalisi del quale possibile la comprensione della societ italiana contemporanea. Questa riflessione tematica affiancata da una attenzione metodologica molto forte e da un continuo rimando alla tradizione teorica del marxismo. Lanalisi dei fenomeni agrari, nella loro componente economica e sociale, risulta essere la struttura, intesa da Sereni quale passato reale; egli riconosce la novit del proprio studio in quella che definisce analisi di tipo strutturale. C da parte di Sereni la consapevolezza della originalit della propria metodologia storica rispetto alla storiografia che cercher di far luce sugli stessi temi negli anni successivi alla pubblicazione del Capitalismo nelle campagne. Sereni attento nel distinguere la propria metodologia di indagine da quella di altri storici, dei quali riconosce i contributi allo sviluppo del problema, ma dei quali non condivide affatto la metodologia. Essi hanno la tendenza a riferire sistematicamente ogni dato processo o evento storico (e le strutture stesse di una determinata et) a nullaltro che ad altri processi, ad altri eventi,2 a differenza del proprio modo di procedere, che fondato su di una analisi strutturale capace di gettare luce sui fenomeni e di comprenderli allinterno di rapporti necessari. Proprio la mancanza di una analisi strutturale e la negazione della nozione stessa di formazione economico-sociale, portano lo storico ad avere un rapporto supino con il fatto, lo portano
1 E. Sereni, Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Torino, Einaudi, 1968, p. xxiv. 2 Ivi, p. xix.

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allidolatria del fatto storico e quindi a concepire il processo storico nellottica di un meccanico fatalismo. invece nel rapporto che si determina tra struttura e processo storico che lanalisi strutturale dello storiografo individua quella unit dialettica di necessit e libert, che nella storia si dispiega come rigorosa validit di leggi obbiettive e, nello stesso tempo, come inesauribile produttivit della volont e dellattivit soggettiva.1 Proprio la mancanza della struttura, e la negazione quindi della nozione di formazione economico-sociale, conduce alla negazione di ogni legge storica e quindi alla riduzione del processo storico a semplice successione casuale. La mancanza di comprensione delle leggi e dei rapporti necessari che costituiscono la formazione economico-sociale porta lo storico a considerare la catena degli eventi in termini di necessit: proprio perch si incapaci di dare ragione del processo storico se non attraverso un continuo regresso nel tempo e quindi delle ragioni del divenire, si impossibilitati a concepire e a porre la possibilit di una reale alternativa alla catena degli eventi, e quindi incapaci di pensare il dispiegarsi della storia in quella unit di libert e di necessit a cui Sereni pi volte si richiama. Lanalisi strutturale e la pi ricca nozione di formazione economico-sociale divengono quindi per Sereni i fondamenti metodologici che costituiscono il suo procedere nella ricerca storiografica. Ci interessa, comunque, approfondire ulteriormente la relazione tra loggetto storico che caratterizza i saggi contenuti nel libro del 1947, e la categoria di formazione economico-sociale che egli viene elaborando. Gli anni che sono oggetto della riflessione storiografica di Sereni, sono caratterizzati da quella che stata definita da Gramsci una rivoluzione agraria mancata. Sebbene questa definizione non convinca pienamente Sereni, che invece afferma lesistenza di un lungo e durevole processo rivoluzionario, che impegn grandi masse contadine, ma che fu condannato alla disfatta in quanto sottoposto alla direzione di forze politiche regressive, il quarantennio post-unitario si dimostra segnato dal passaggio da una determinata formazione economico-sociale, quella feudale, ad unaltra e diversa formazione economico-sociale, quella capitalistica.2 Attraverso la nozione di formazione economico-sociale, per Sereni, lo storico in grado di individuare questo processo, e di caratterizzarlo sia da un punto di vista strutturale, relativo al cambiamento della organizzazione sociale della produzione, sia da un punto di vista sovrastrutturale, cio riguardante lorganizzazione politica e lautorappresentazione, da parte degli agenti, del processo storico stesso (ideologia). Ci che caratterizza la nozione di formazione economico-sociale sia la capacit di restituire la ricchezza del processo storico nei suoi momenti strutturali e sovrastrutturali (nonch nelle loro mutue relazioni), sia quella di mostrare la genesi e il costituirsi di una forma diversa (progressiva) della organizzazione sociale della produzione. Afferma infatti, con chiarezza, Sereni che se, nellambito di una data formazione economico-sociale, il processo storico ci appare condizionato, in primo luogo, dalla struttura di tale formazione, e cio da un sistema di rapporti necessari sostanzialmente sincronici; ogni processo di passaggio da una formazione economico-sociale ad unaltra, ogni processo genetico di una nuova struttura ci si presenta, esso stesso, come un processo strutturato.3 Quindi la nozione di formazione economico-sociale in grado di individuare nello stesso tempo sia il carattere sincronico relativo al funzionamento, sia quello per cos dire diacronico relativo al costituirsi, al passaggio, alla transizione. E allora diviene chiaro lintimo rapporto che si costituisce tra tale nozione e loggetto storico sul quale lattenzione di Sereni si sofferma: la nozione di
1 Ivi, p. xx. 2 Ivi, p. xxiii. 3 Ibidem.

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formazione economico-sociale, nella quale sono intimamente legati il momento sincronico e quello diacronico, permette, attraverso il riferimento alla struttura, di comprendere i processi non rimandando allinfinito la regressione storica; il momento diacronico permette di concepire la ricchezza storica del divenire specifico della struttura economica e delle sfere politiche, giuridiche ed ideologiche, cos da avere di fronte in tutta la sua ricchezza il processo, e da esso, poter avviare una riflessione politico-strategica adeguata. Entrambi i momenti sono fondamentali alla comprensione del processo storico. Senza il momento sincronico non si in grado di concepire il passaggio da una forma allaltra dellorganizzazione sociale: il passaggio presuppone un cambiamento qualitativo che necessariamente deve essere concettualizzato, altrimenti si rimane invischiati in quella regressione quantitativa indifferenziata che Sereni critica a una certa storiografia priva di struttura. Senza il momento diacronico non si ha storiografia, si ha soltanto un modello di interpretazione ma non si in grado di applicarlo ad alcun contenuto storico concreto. Per Sereni solo il ricorso alla nozione di formazione economico-sociale permette di concepire, in rapporto alla questione agraria del nostro Risorgimento la realt di quella alternativa, la possibilit di una scelta storica diversa, per le classi dirigenti, di spiegare perch quella pur reale alternativa storica, di una rivoluzione agraria che confluisse nel grande moto storico della rivoluzione democratico-borghese e nazionale in Italia, non si sia poi tradotta in effettualit storica.1 La nozione di formazione economico-sociale permette a Sereni di pensare il passato e le sue alternative possibili, di concepire il presente non in modo fatalistico, di sganciarsi cio da quellorientamento idealistico, e pi propriamente crociano, che induce a concepire la storia (ed in particolare, gi in Croce, la storia del nostro Risorgimento) come giustificazione dellevento storico: che, in quanto evento effettuale, e pertanto necessario, viene anche presentato come il migliore tra gli eventi di un processo storico che , esso stesso, il migliore possibile.2 6. Conclusioni A questo punto ci pare possibile rispondere alla domanda che ci siamo posti prima, e la risposta al perch lattenzione di Sereni non sia volta alle modalit attraverso le quali sono modellisticamente concettuabili il momento genetico e quello sovrastrutturale deve essere ricondotta proprio alla prospettiva dalla quale Sereni guarda al marxismo. Per Sereni il marxismo in prima battuta una prospettiva politica, attraverso la quale possibile concepire il processo rivoluzionario. Tale prospettiva politica per caratterizzata in modo deciso da quello storicismo marxista che si sviluppa in Italia attraverso lazione politica e teorica di Togliatti. Lo storicismo marxista nasce parallelamente alle esigenze politiche del partito nuovo, a quella necessit che Togliatti impone fin dalla svolta di Salerno nellorizzonte di una via italiana al socialismo, una via che in modo progressivo permetta un accesso al socialismo che passi attraverso le istituzioni democratiche e non imponga alla dinamica storica un arresto repentino per mezzo di una azione rivoluzionaria. Le ragioni per cui Togliatti sceglie tra il 1943 e 1944 di impostare una tale politica non sono oggetto di questo intervento. Qui a noi preme esplicitare le istanze teoriche che sottendono al progetto politico togliattiano. Il lato teorico dello storicismo insiste sulla concretezza storica, sulla specificit delle fasi di transizione, sulla negazione di ogni forma di schematismo dottrinario nella interpretazione del processo storico, sulla necessit di far valere le istanze concrete rispetto a quelle astratte e rispetto a qualsiasi modello interpretativo. Si pensi a come Togliat1 Ivi, p. xxiv. 2 Ivi, p. xxvi.

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ti, nel Memoriale di Yalta, tratta la questione cinese, accusando di astrattismo le iniziative politiche cinesi e richiamando alla concretezza storica, nella quale soltanto si danno gli strumenti che permettono la costruzione di una prospettiva politica. quel marxismo, quello di matrice storicista, che fa della coppia concretezza/gradualit, la chiave per la comprensione del processo storico e quindi per limpostazione del proprio progetto rivoluzionario. Badaloni in una prima e molto importante autoriflessione del marxismo italiano afferma che nel pensiero di Togliatti presente una venatura di empirismo.1 Il marxista livornese restituisce una immagine di Togliatti quale teorico di un marxismo gradualistico, che si oppone decisamente a quelle posizioni teorico-politiche che fanno irrompere nel concreto una dimensione generale ed astratta di esso e che relativamente indifferente alle conseguenze che si scatenano entro il contesto stesso, e che predilige una metodologia politica che, partendo dal concreto, tende ad indirizzarlo secondo una linea pi generale, ma mantenendo una estrema attenzione alle reazioni che si scatenano nel concreto stesso.2 Lempirismo togliattiano, che Badaloni mette in risalto, , in termini teorici, nientaltro che la necessit di contestualizzare storicamente e geograficamente il processo rivoluzionario.3 Tale progetto teorico si era espresso politicamente nella famosa via italiana al socialismo, a sua volta declinata, nel secondo dopoguerra italiano, nello scioglimento della contraddizione oggettiva vista agire nellineguaglianza dello sviluppo economico tra nord e sud del Paese. Una tale concezione della contraddizione era interamente ricalcat[a] sul carattere ineguale e anarchico dello sviluppo capitalistico, esaustivamente definito dallimpossibilit del capitalismo di estinguere le arretratezze e di estendere uniformemente lo sviluppo.4 chiaro che se la portata della contraddizione oggettiva risiedeva nel disarmonico sviluppo del capitalismo italiano, la strategia politica non doveva guardare al versante degli obiettivi avanzati, concepiti dalla sistematica del Capitale, bens a quelli che Franco Cassano definisce i margini del modello, laddove il modo di produzione non aveva raggiunto ancora la propria classicit, dove cio la realt storica sembrava mostrare uneccedenza specifica rispetto alla astratta generalit del modello. Ci che lo storicismo togliattiano, e il marxismo che ad esso si richiama, sembra lasciare da parte la ricostruzione di come la contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e i rapporti di produzione agisca anche allinterno del modello, di come cio essa operi anche ai livelli alti dello sviluppo e non esclusivamente ai suoi margini.5 Lorizzonte nel quale si inserisce il marxismo di Sereni proprio questo. In questa ottica deve essere intesa la sua polemica con Luporini e il suo rifiuto delle indicazioni teoriche di Althusser. Linteresse di Sereni rivolto, in prima battuta, alla storiografia, che alla modellistica e alla struttura deve per forza richiamarsi, come Sereni esplicitamente afferma di contro allo storicismo invertebrato dellidealismo italiano, ma che dalla struttura deve poi, per cos dire, separarsi per poter esplicitare sia la componente genetica che quella sovrastrutturale della teoria. quindi evidente che Sereni rimandi alla categoria di formazione economico-sociale, categoria che, rispetto a quella di modo di produzione, rimane pi indeterminata negli
1 N. Badaloni, Il marxismo italiano degli anni sessanta, Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 15. 2 Ivi, pp. 15-16. 3 Come afferma lucidamente Paolo Spriano Il suo [di Togliatti] rapporto con la dottrina non superficiale. Tutta la sua formazione culturale lo ha condotto a uno storicismo che si traduce in una discussione sulla validit dei principi messi alla prova dei fatti. Certo presente in Togliatti una polemica del resto tipicamente marxista contro lo storicismo idealistico, contro una concezione dello storicismo che lo appiattisca a giustificazionismo storico. Ma il procedimento abituale che egli impiega, a volte pi felicemente a volte meno, quello, appunto, della continua commisurazione di fatti e idee attraverso la verifica storica (P. Spriano, Marxismo e storicismo in Togliatti, in Storia del marxismo, vol. 3, Il marxismo nellet della Terza Internazionale, Torino, Einaudi, 1981, pp. 784-785. 4 F. Cassano, Marxismo e filosofia in Italia 1958-1971, Bari, De Donato, 1973, p. 16. 5 Ivi, p. 16.

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scritti di Marx, ma che nello stesso tempo permette laccesso a una ricchezza storica molto pi ampia. La categoria di modo di produzione appare a Sereni eccessivamente statica, troppo astratta, incapace quindi di cogliere quegli aspetti concreti, dalla analisi dai quali doveva emergere la specifica prospettiva politica italiana. La categoria di formazione economicosociale invece, con il suo richiamo alla fase della transizione e la sua attenzione al momento sovrastrutturale, risulta perfettamente adeguata in vista di una storiografia rivolta alla specificit concreta della genesi del capitalismo italiano, e alla conseguente messa a tema di un progetto politico che si articoli proprio su quella concretezza storica specifica. Inoltre, anche il fatto che Sereni non sviluppi quella sua attenzione alle componenti storiche e sovrastrutturali in indicazioni metodologiche volte alla sistematizzazione di tali componenti allinterno del sistema concettuale marxiano, non assolutamente un caso. Ancora una volta, il suo interesse storiografico e politico, nei confronti del marxismo, gli fa apparire pi che sufficiente il richiamo alla storia e agli aspetti pi concreti, prescindendo dal modo in cui tali aspetti debbano essere inseriti allinterno del modello. Limportanza della riflessione di Sereni intorno alla nozione di formazione economicosociale deve essere quindi guardata non da un punto di vista eminentemente teorico, volto alla costruzione di una teoria della formazione economico-sociale, bens in una prospettiva in cui le componenti politica e storiografica sono intimamente connesse, in cui lanalisi delle sfere sovrastrutturali e lattenzione ai processi di genesi e di transizione sono concepiti nellorizzonte di una azione politica storicamente e geograficamente situata e che abbiamo visto coincidere con quella elaborata dallo storicismo marxista italiano. Sommario
Al centro di questo saggio la nozione di formazione economico-sociale, cos come concepita nella elaborazione teorica di Emilio Sereni. Viene qui analizzato il saggio del 1970, nel quale si rinvengono i contorni che definiscono la categoria e la sua distinzione da quella di modo di produzione. Ci si sofferma inoltre sulla concettualizzazione del momento sovrastrutturale e di quello genetico e sulla polemica con il marxismo delle forme di Luporini. In seguito si cerca di comprendere la funzione che la nozione di formazione economico-sociale svolge nellopera politica e storiografica di Sereni. Infine si mostra come la nozione di formazione economico-sociale, cos come stata elaborata da Sereni, possa essere ricondotta nellalveo del progetto teorico-politico dello storicismo marxista italiano. Parole chiave: storicismo marxista; marxismo italiano; formazione economico-sociale.

TH E N OT I O N O F EC O NO M I C F O R MATIO N O F SO CIE TY I N EM I L I O S ER ENI S MAR XISM Abstract


The article focuses on the notion of economic formation of society, as it has been conceived in Emilio Serenis Marxism. We analyse Serenis essay written in 1970, in which we discern the outlines of its definition and its distinction from the category of mode of production. We linger over the conceptualization of superstructural and genetic moment and over the controversy with Luporinis Marxism of the forms. Then we try to understand the function that the notion of economic formation of society plays in Serenis historiographic and political work. Finally, we show how the notion of economic formation of society, as it has been developed by Sereni, can be brought back to the theoretic and political project of the Italian Marxist historicism. Keywords: Marxist historicism; Italian Marxism; economic formation of society. jel Classification: B24

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SOMMARIO
saggi Terenzio Cozzi, Economia politica: stato attuale e prospettive Daniele Corrado, Stefano Solari, Economic justice in social Catholicism: the difficult application of natural law Fabio Lando, Tra statistica e geografia nellItalia dellOttocento Mario Pomini, Equilibrio dinamico ed aspettative in Giulio La Volpe emilio sereni tra marxismo ed economia agraria Francesco Musotti, Emilio Sereni: il marxismo storicista nella scuola italiana di economia agraria Tommaso Redolfi Riva, La nozione di formazione economico-sociale nel marxismo di Emilio Sereni Gaetano Martino, Le dimensioni istituzionali nella trasformazione dellagricoltura nello schema analitico di Emilio Sereni Fabrizio Pompei, Impresa coltivatrice e poteri monopolistici: categorie chiave del pensiero economico-agrario di Emilio Sereni manuali di scienze economiche nell et liberale: un simposio sui risultati di una ricerca Marco Bianchini, Economia incorporata ed economia autoregolata: i manuali di economia nellItalia liberale (1840-1922) Italo Magnani, Insegnamento vs didattica Piero Barucci, Francesco Ferrara e la Biblioteca delleconomista recensioni Pier Francesco Asso, Sebastiano Nerozzi, Storia dellabi . LAssociazione Bancaria Italiana, 1944-1972 (Pasquale Cuomo) Piero Graglia, Altiero Spinelli (Fabio Masini) Karl Marx, Il Capitale. Libro primo, a cura di Roberto Fineschi, in Karl Marx, Friedrich Engels, Opere (Giorgio Gattei) Giorgio Monestarolo, Negozianti e imprenditori nel Piemonte dantico Regime. La cultura economica di Ignazio Donaudi delle Mallere (1744-1795) (Marcella Spadoni) Nerio Naldi, Piero Sraffa. Sraffa visto da Nerio Naldi (David Loschiavo) Alberto Quadrio Curzio, Economisti ed economia. Per unItalia europea: paradigmi tra il xviii e il xx secolo (Pier Luigi Porta) Libri ricevuti Gli autori di questo numero 199 200 202 207 209 214 217 219 161 175 183 95 111 125 139 11 25 47 73

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