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Ulisse

Manenti Joel 3MC


Canto XXVI
Fraudolenti

Dante insieme a Virgilio, stavano


lungo l’argine di rocce dell'ottava
bolgia, dove brillavano nell'oscurità
numerose fiammelle: «vede
lucciole giù per la vallea» Virgilio
spiega che ognuna di esse ospita
un peccatore; I dannati vengono
nascosti dalle Fiamme. Così come
in vita ordirono nascostamente le
loro frodi, quando parlano le
fiammelle si agitano come lingue
essendo la lingua l'organo col
quale si costruiscono gli inganni in
questa metafora si nasconde il
contrappasso della loro pena.
Dante ansioso di entrare in contatto
con uno di loro si sporge
appoggiandosi ad una roccia
notando una fiamma divisa in due
chiede a Virgilio chiarimenti e viene
a sapere che al suo interno vengono
punite due anni quelle di Ulisse e
Diomede che peccarono
congiuntamente la frode del cavallo
di Troia, cambiando le sorti del
destino. Ulisse non sconta soltanto
il peccato della frode ma ancora più
grave cioè la tendenza a sfidare
orgogliosamente la grazia divina.
Virgilio chiama le due anime la
punta maggiore della fiamma
biforcuta prende la parola e rivela
di contenere lo spirito di Ulisse la
voce riepiloga rapidamente le
imprese già note, appunto le sue
imprese. Ulisse confessa di essere
stato di nuovo travolto dall'ardore
di conoscere il mondo e l'umanità
e di avere quindi abbandona
ancora Itaca e la moglie  per
intraprendere un viaggio ai confini
del mondo attraversato il
mediterraneo e le colonne d'ercole
esortò i suoi compagni a
sostenerlo nell'esplorazione
dell'emisfero australe ritenuto
allora disabitato.
Itaca

Colonne
d’Ercole
Dopo cinque mesi trascorsi in
mare vide una montagna altissima
(il monte del purgatorio), non
sostenuto dalla grazia di dio,
quando la vide Ulisse venne punito
dalla volontà divina, che con una
tempesta capovolse e affondò la
nave.

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