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GIUSEPPE

UNGARETTI

L’ALEGRIA DEI
NAUFRAGI

CRINA SABRINA CALUGARU


’’il poeta che ha rappresentato al meglio la ricerca novecentesca
di una parola nuova e che forse ha creato da capo la realtà “
- Nasce ad Alessandria d’Egitto nel
1888
- Nel 1912 si trasferisce a Parigi per
studiare a Sorbona e entra anche in contatto
con la poesia simbolistica di grandi poeti
francesi come Boudelaire e Mallarme
- Per Ungaretti, la letteratura è stata da
sempre la sua passione, per quanto riguarda
gi autori italiani, era molto legato alle
poesie di Petrarca e di Leopardi
- Entra in contatto a Parigi anche con
scrittori d’avanguardia italiani e
internazionali come Picasso, Apollinaire
- Nel 1914 torna in Italia per
partecipare alla guerra, vive esperienze nei
luoghi che resterano nella sua memoria e
nelle sue poesie
Partecipa alla guerra e
anche all’esperienza del
fascismo
- In questi anni diventa uno
degli intellettuali italiani di
riferimento e la sua voce si fa
sentire anche all’estero
- Nel 1936 gi viene
assegnata la catedra di
letteratura italiana
all’Università di San Paolo in
Brasile dove resterà per 6 anni
- Muore a Milano nel 1970
“Se il carattere
dell’Ottocento era
quello di stabilire
legami a furia di
rotaie e di ponti e di
pali e di carbone e di
fumo – il poeta d’oggi
cercherà dunque di
mettere a contatto
immagini lontane
senza fili. Dalla
memoria
all’innocenza quale
lontananza da varcare,
ma in un baleno.”
L’allegria dei naufragi

- È la raccolta di poesie più


conosciuta che è stata pubblicata a
Firenze nel 1919
- In queste poesie, il poeta sviluppa
il nucleo originario dei testi di Il porto
sepolto nel 1916
- Nel 1931 vengono ulteriori
modifiche e il titolo diventa solo
Allegria
- Per causa delle modifiche e della
sua ampiezza, Allegria diventa un’opera
molto varia dal punto di vista tematico
- Al suo interno troviamo versi legati
all’esperienza della Prima Guerra
Mondiale e altre che fanno riferimento
a dei momenti della sua vita privata
-Il naufragio a cui allude il titolo è metafora della
guerra, che è causa di dolore e di disperazione,
mentre l’allegria fa riferimento al senso si
ebrezza e di gioia che si prova quando si
sopravvive ad una tragedia, un’emozione che si
contrappone subito ad un nuovo dolore, ovvero
quello che risale dalla consapevolezza di essere
uno dei pochi salvati al naufragio - Ungaretti
stesso spiega:”quell’esultanza d’un attimo,
quell’allegria che, quale fonte, non avrà mai se
non il sentimento della presenza della morte da
scongiurare.”
- la preferenza per la “parola nuda” spiega così
l’abolizione radicale della punteggiatura.Usa
tecniche specifiche dal Simbolismo francese, in
particolare da Paul Valery e da Mallarmé, ma
constituisce anche un’importante novità nella
lirica italiana che influenzerà in maniera
significativa la poesia dei decenni succesivi.
Uno degli elementi comuni a tutti i
componimenti è quello autobiografico, il
poeta definisce L’allegria come un diario e la
divide in capitoli come se volesse narrare in
versi la sua vita, dai primi scritti fino
all’esperienza della guerra - questi capitoli si
intitolano Ultime, Il porto sepolto, Naufragi,
Girovago, Prime- Ungaretti sceglie di
abbandonare il superfluo e compone liriche
molto brevi in versi liberi- la punteggiatura è
abolita così come l’uso di aggettivi e avverbi
e il ricorso frequente allo spazio bianco sulla
pagina che isola i versi e spezza le misure
strofiche classiche al compito di focalizzare
l’attenzione del lettore sul singolo vocabolo
per accentuare la forza communicativa.
- una caratteristica della poesia è quella del
vitalismo, dell’ansia di vita manifestata soprattutto
nelle condizioni più difficili ed estreme- Questa
lirica comincia con la cognizione e a indicare che il
testo riprende qualcosa di avvenuto nel passato- Nel
secondo verso viene introdotto il soggetto
dell’intera poesia, il viaggio, metafora della vita,
elemento che viene isolato in un unico verso-
Successivamente si inserisce una similitudine che
introduce la parola chiave di tutta la composizione,
“come un superstite”, rappresenta colui che è
sopravvissuto a qualcosa di terribile - L’ultimo
verso simboleggia sia la solitudine sia colui che è
consumato e soffocato dal tempo- L’allegria ci
consente sempre di ricominciare da capo,
spingendoci verso l’ultima meta del viaggio- La vita
appare come un continuo andare alla deriva, un
continuo naufragare di sogni, di delusioni.
•Fonti usate:
•- www.treccani.it
•- www.weschool.com
•- www.letteraturatattile.it
•- www.skuola.net
•- www.cultura.biografieonline.it

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